Le SCHISI LABIO-PALATINE - Centro Labiopalatoschisi
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Università degli Studi di Padova<br />
Facoltà di Medicina e Chirurgia, Corso di Laurea in Logopedia,<br />
Anno Accademico 2004-2005<br />
Laureanda: Toaldo Sara<br />
Relatore: Ch.mo Prof. Bottin Raffaele<br />
Correlatori: Dott. ssa Nardi Flavia e Dott. ssa Menegus Teresa<br />
<strong>Le</strong> <strong>SCHISI</strong> <strong>LABIO</strong>-<strong>PALATINE</strong>:<br />
VALUTAZIONE LOGOPEDICA delle FUNZIONI ORALI- MOTORIE,<br />
DEGLUTITORIE e COMUNICATIVE in un gruppo di 60 SOGGETTI in<br />
età 0- 24 MESI<br />
<strong>Le</strong> schisi labiopalatine o cheilognatopalatoschisi (CGPS) sono uno dei più comuni difetti<br />
strutturali congeniti oro-facciali, dovuti ad un arresto o ad un’alterazione del normale<br />
sviluppo embriogenetico delle strutture deputate alla formazione del labbro superiore e del<br />
palato, che si instaurano precocemente, tra la IV° e la X° settimana di vita intrauterina<br />
(Franchella et al.,1987; Hagberg et al.,1998).<br />
L’incidenza percentuale delle CGPS, rispetto al numero delle nascite, varia da 1 su 600 a 1<br />
su 800 neonati, pari a circa l’1.5 per mille della popolazione neonatale (A.A.V.V., 2004).<br />
<strong>Le</strong> cause sono ancora in gran parte sconosciute; ad eccezione delle anomalie geniche e<br />
cromosomiche e delle sindromi, si riconosce una eziologia multifattoriale, sarebbero cioè<br />
riconducibili all’interazione tra fattori di rischio ambientali e geni di suscettibilità (Schutte<br />
& Murray, 1999).<br />
Date le molteplici funzioni alle quali partecipano le strutture coinvolte, le schisi<br />
labiopalatine sono responsabili di una sintomatologia molto complessa, di interesse<br />
foniatrico-logopedico (Schonweiler et al., 1994; Talmant & Lumineau, 2004; Pamplona et<br />
al., 2005). Possono infatti presentarsi: deficit di sensibilità oro-faringea; permanenza<br />
patologica di riflessi neonatali oro-facciali; disturbi di alimentazione, suzione, suzione-<br />
deglutizione, deglutizione e/o masticazione; incoordinazione respiratoria o alterazioni<br />
della modalità respiratoria fisiologica; difficoltà di ventilazione dell’orecchio medio, otiti<br />
medie e perdite uditive; disturbi della comunicazione e del linguaggio; malocclusioni con<br />
alterazioni della postura linguale statica e dinamica; problemi di ordine psicologico<br />
(Spriesterbach, 1973; Paradise & McWilliams, 1974; Jones, Henderson & Avery, 1982; Jones,<br />
1988; Seth & McWilliams, 1988; Arvedson & Brodsky, 1993; Richard, 1994; Schonweiler,<br />
Schonweiler & Schmelzeisen, 1994; Tuchman, 1994; <strong>Le</strong>e, Nunn & Wright, 1996; Senez,<br />
2002; Accordi & Agnelli, 2006).<br />
In particolare, secondo quanto riportato in letteratura, il 75% dei neonati presenterebbe<br />
difficoltà di alimentazione da moderate a gravi fin dalla nascita, caratterizzate da: suzione<br />
inefficace, debole, rallentata; incapacità di creare un’adeguata pressione intraorale<br />
negativa; alterazione della coordinazione suzione-deglutizione-respirazione; eccessiva<br />
ingestione di aria; rigurgito nasale; possibilità di penetrazione di alimenti nelle vie aeree;<br />
inadeguata assunzione di cibo e tempi dei pasti troppo lunghi (Spriestersbach, 1973).<br />
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