Home_files/Amerigo Severini - L'amore infinito per la bici.pdf
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GIORDANO CIOLI è nato in Valdorcia, La Foce, Pienza (Siena), 11 marzo<br />
1954. Oggi vive a S.Albino di Montepulciano (SI) insieme al<strong>la</strong> moglie, Mirel<strong>la</strong><br />
Meloni, e alle due fi glie, Pao<strong>la</strong> e Pame<strong>la</strong>. Appassionato di storia locale e di<br />
ciclismo, ha condotto diverse ricerche e pubblicato articoli e saggi in testate<br />
giornalistiche locali e nazionali. E’ corrispondente del “Corriere di Siena” e di<br />
altre testate nazionali. Dal 1994 è presidente Onorario dell’ACAP (Associazione<br />
Culturale Archeologica Poliziana). Nel 2005 è stato nominato Rettore del<strong>la</strong><br />
contrada di Col<strong>la</strong>zzi <strong>per</strong> il Bravio delle Botti di Montepulciano (Si). Dal 2006<br />
è “col<strong>la</strong>boratore sco<strong>la</strong>stico” <strong>per</strong> le scuole su<strong>per</strong>iori del<strong>la</strong> Provincia di Siena.<br />
Nel 2006 è stato premiato con <strong>la</strong> “Venere d’argento” a Montecatini Terme,<br />
dedicata agli scrittori e giornalisti, da parte del comitato nazionale “Vecchie<br />
glorie” di ex ciclisti professionisti. E’ autore dei seguenti volumi: Varis Agnelli,<br />
Fabio Pellegrini, Giordano Cioli, “Primo Volpi, una leggenda nata in Val<br />
d’Orcia”, Edizione Donchisciotte, San Quirico (Siena) 2001; Giordano Cioli,<br />
Mirel<strong>la</strong> Meloni, “Ciclismo in terra di Siena – Per non dimenticare”, Edizioni<br />
Donchisciotte, San Quirico d’Orcia (Siena), 2004. Giordano Cioli, Meloni<br />
Mirel<strong>la</strong>, “Ferdinando Terruzzi, il Re delle seigiorni: da Sesto San Giovanni <strong>per</strong><br />
conquistare il mondo”, Edizioni Blu, Castiglione del Lago (Perugia) 2005.<br />
MIRELLA MELONI è nata a Chiusi (SI), 11 agosto 1960. Vive a S. Albino<br />
di Montepulciano (Siena) insieme al marito Giordano Cioli e alle due fi glie<br />
Pao<strong>la</strong> e Pame<strong>la</strong>. Appassionata di Storia locale e di ciclismo, ha col<strong>la</strong>borato<br />
al<strong>la</strong> stesura dei volumi: Giordano Cioli, Mirel<strong>la</strong> Meloni, “Ciclismo in terra di<br />
Siena – Per non dimenticare”, Edizioni Donchisciotte, San Quirico d’Orcia<br />
(Siena), 2004. Giordano Cioli, Meloni Mirel<strong>la</strong>, “Ferdinando Terruzzi, il Re<br />
delle seigiorni: da Sesto San Giovanni <strong>per</strong> conquistare il mondo”, Edizioni<br />
Blu, Castiglione del Lago (Perugia) 2005.<br />
€ 15,00 ISBN 88-88889-26-4<br />
AMERICO SEVERINI CAMPIONE DI CICLOCROSS<br />
Giordano Cioli Mirel<strong>la</strong> Meloni<br />
Giordano Cioli<br />
Mirel<strong>la</strong> Meloni<br />
AMERICO SEVERINI<br />
CAMPIONE DI CICLOCROSS<br />
L’amore infi nito <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>bici</strong><br />
editrice donchisciotte
La pubblicazione è stata realizzata con il patrocinio di:<br />
Comune di Barbara.<br />
ProLoco di Barbara.<br />
Federazione Ciclistica Italiana Comitato Regionale Marche.<br />
Provincia di Ancona<br />
Con il contributo di:<br />
ACAP – Associazione Culturale Archeologico Poliziana di Montepulciano (Siena).<br />
Gruppo ciclistico “Club Amici del<strong>la</strong> Bici” di Senigallia.<br />
Si ringraziano:<br />
Federazione Ciclistica Italiana Regione Marche, Comune di Barbara (Ancona), ProLoco di Barbara<br />
(Ancona), La Provincia di Ancona, La Voce Misena, Viveresenigallia, Fondazione del Monte dei Paschi<br />
di Siena, ARL A Ruota Libera, La Gazzetta dello Sport, Ciclismo Illustrato, BS Bicisport, CT Cicloturismo,<br />
MTB Montain Bike, Ciclismo, Corriere Adriatico, Corriere di Siena, La Nazione.<br />
Si ringrazia <strong>per</strong> <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione prestata:<br />
Marco Pastonesi, Luigi Severi, Renato Longo, Fabio Pellegrini, Varis Agnelli, Giorgio Delfino, Carlo<br />
Delfino, Giancarlo Brocci, Pao<strong>la</strong> e Pame<strong>la</strong> Cioli, Andrea Pascucci, Luca Bonechi, Gianni Messersì,<br />
Angelo Papi, Lino Secchi, Loris Monni, Silvano Muzi, Mario Prof.Tinti, Luciano Giovannelli, Ivan<br />
Tarducci e tutti gli abitanti di Barbara (Ancona). Un ringraziamento partico<strong>la</strong>re a Leonardo Stefanini,<br />
Roberto Fabri, Fabio Mancini, Livio <strong>Severini</strong> e Raniero Serrani Sindaco di Barbara <strong>per</strong> l’entusiasmo e<br />
<strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione a questa pubblicazione.<br />
Foto in co<strong>per</strong>tina:<br />
Foto retro co<strong>per</strong>tina:<br />
Le immagini ed i documenti presenti in questo volume fanno parte dell’archivio cartaceo e fotografico<br />
<strong>per</strong>sonale del protagonista del libro e sono stati autorizzati al<strong>la</strong> pubblicazione (ai sensi del<br />
D.Lgs.196/203 “Codice del<strong>la</strong> privacy”). I nomi di <strong>per</strong>sone e di luogo sono stati trascritti così come<br />
riferiti.<br />
E’ vietato <strong>la</strong> riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuato, compresa <strong>la</strong> fotocopia, anche<br />
ad uso interno o didattico. Per <strong>la</strong> legge italiana <strong>la</strong> fotocopia è lecita solo <strong>per</strong> uso <strong>per</strong>sonale purchè<br />
non danneggi l’autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro è illecita e minaccia <strong>la</strong><br />
sopravvivenza di un modo di trasmettere <strong>la</strong> scienza. Chi fotocopia un libro, che mette a disposizione i<br />
mezzi <strong>per</strong> fotocopiarlo, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto e o<strong>per</strong>a ai danni del<strong>la</strong><br />
cultura. I diritti sono riservati all’autore.<br />
Editrice DonChisciotte<br />
San Quirico d’Orcia<br />
www.donchi.com
Ciclocross, che passione!<br />
A proposito di passione, mi sono avvicinato a questa nobile specialità nel lontano<br />
1953 quando, trasferitomi a Mi<strong>la</strong>no, facevo il garzone in un panificio e consegnavo<br />
a domicilio il pane con <strong>la</strong> <strong>bici</strong>cletta.<br />
Con i primi guadagni, e a rate, sono riuscito a com<strong>per</strong>armi una <strong>bici</strong> da corsa usata e<br />
nelle ore di pausa mi divertivo a girare <strong>per</strong> <strong>la</strong> città.<br />
Nel 1955 ho incontrato un PICCOLO GRANDE corridore che ha cominciato a par<strong>la</strong>rmi<br />
di Ciclocross e mi disse che lui era arrivato 3° ai mondiali di SAARBRUCKEN<br />
dietro al fuoric<strong>la</strong>sse Andrè Dufraisse (FRANCIA) e Hans Bieri (SVIZZERA).<br />
Io seguivo il mondo del ciclismo sia su strada che su pista <strong>per</strong>ché <strong>la</strong>voravo da circa<br />
due anni dove abitava GAETANO BELLONI leggendario ciclista e seigiornista.<br />
La mia amicizia con “MICCO” comincia così: qualche volta mi portava in allenamento<br />
con lui e insieme c’erano anche ITALO GUERCIOTTI e ROMANO FERRI.<br />
Io non ero tesserato e lui gentilmente mi accompagnò dal presidente dell’AUGU-<br />
STEA che mi disse che dovevo fare una visita medica a mie spese (allora era di 1000<br />
lire) e che avrei dovuto contribuire anche alle spese del<strong>la</strong> divisa.<br />
Ho un bellissimo ricordo dell’Amico SEVERINI, ricordo <strong>la</strong> mia prima corsa, vinta<br />
da lui, mi chiese come mi ero piazzato, gli dissi 15° e lui si complimentò mettendomi<br />
una mano sul<strong>la</strong> spal<strong>la</strong>.<br />
Nel 1956 vinsi <strong>la</strong> mia prima corsa, SEVERINI non c’era, e ricordo che al termine<br />
del<strong>la</strong> gara dovetti prendere il primo treno <strong>per</strong> essere presente al <strong>la</strong>voro a Mi<strong>la</strong>no <strong>per</strong><br />
le ore 2.00.<br />
Nel 1959 oltre al<strong>la</strong> maglia di Campione del Mondo vinsi con SEVERINI, GUER-<br />
CIOTTI e FERRI anche <strong>la</strong> c<strong>la</strong>ssifica a punti.<br />
Distinti saluti<br />
Renato Longo<br />
Renato Longo ènato a San Lorenzo di Vittorio Veneto il 09 agosto 1937. E’ l’unico<br />
italiano che ha vinto ben quattro volte (1959, 1962, 1964, 1965), il titolo di campione<br />
del Mondo di Ciclocross. Ben dodici (1959, 1960, 1962, 1964, 1965, 1966, 1967,<br />
1968, 1969, 1970, 1971, 1972) volte campione italiano di Ciclocross. Egli, si è cimentato,<br />
e con discreti risultati, anche su strada e su pista sia in Italia che all’estero.<br />
5
<strong>Amerigo</strong> <strong>Severini</strong> grande campione di ciclocross<br />
Tra i più forti corridori del ciclismo marchigiano <strong>Amerigo</strong> <strong>Severini</strong>, occupa un posto<br />
tutto partico<strong>la</strong>re <strong>per</strong>ché è stato un atleta dalle caratteristiche molto singo<strong>la</strong>ri ed insieme<br />
un <strong>per</strong>sonaggio bizzarro e frizzante come pochi, un <strong>per</strong>sonaggio di cui quelli che<br />
lo hanno conosciuto si divertono a raccontare aneddoti ed episodi simpatici di vita.<br />
Negli anni Cinquanta e nei primi anni Sessanta egli divenne famoso come uno dei<br />
maggiori protagonisti di quello che va considerato come il <strong>per</strong>iodo d’oro del ciclocross<br />
e, <strong>per</strong> svolgere al meglio questa partico<strong>la</strong>re attività, non tardò a fissare <strong>la</strong> sua<br />
residenza a Mi<strong>la</strong>no, contribuendo a fare del<strong>la</strong> sua città d’adozione <strong>la</strong> vera e propria<br />
capitale delle ciclocampestri. A Mi<strong>la</strong>no <strong>Severini</strong> in allenamento incontrò <strong>per</strong> <strong>la</strong> prima<br />
volta il veneto Renato Longo e fu lui a farlo accasare a 18 anni nel<strong>la</strong> sua stessa<br />
società, che allora era l’Augustea, e ad avviarlo ad una carriera che sarebbe stata di<br />
grandissimi successi e da autentico “campionissimo” del ciclocross. Si può ben dire<br />
che agli inizi il futuro pluriiridato Longo potè avvalersi di un compagno di squadra<br />
e di un maestro come quello che, nel<strong>la</strong> prima metà degli anni Cinquanta, era il migliore<br />
crossista italiano.<br />
Ma se Renato Longo, di sei anni più giovane di <strong>Severini</strong>, fu protagonista di una carriera<br />
strepitosa, con ben 5 titoli mondiale e 13 titoli italiani nel ciclocross, il piccolo<br />
corridore marchigiano non fu certo molto inferiore a lui e con il fuoric<strong>la</strong>sse veneto<br />
<strong>per</strong> alcuni anni costituì un formidabile tandem, nelle file del G.S. Giambellino, e poi<br />
diede vita ad un’accesa rivalità che entusiasmò gli appassionati di allora.<br />
C’è da dire <strong>per</strong>altro che i due avevano caratteristiche del tutto diverse se non opposte<br />
<strong>per</strong>ché Renato Longo, dal carattere riflessivo e misurato, era un brevilineo che traeva<br />
<strong>la</strong> sua forza soprattutto dai tratti a piedi con <strong>la</strong> <strong>bici</strong> sulle spalle mentre <strong>Amerigo</strong><br />
<strong>Severini</strong>, estroverso e bril<strong>la</strong>nte di carattere e tuttavia abbastanza freddo e calco<strong>la</strong>ratore<br />
in corsa, era un brevilineo, piccolo di statura, tutto nervi, che poteva contare<br />
su di grandi doti da scattista agile e potente. E con queste sue qualità egli riusciva a<br />
destreggiarsi come un vero scoiattolo sgusciante su e giù <strong>per</strong> le montagne russe dei<br />
<strong>per</strong>corsi di ciclocross, che egli affrontava in tutta scioltezza e al tempo stesso con<br />
grande vigore ed irruenza.<br />
Del resto fin quando, negli anni più giovanili, gareggiò da stradista, egli fece valere<br />
al meglio le sue doti di scattista e <strong>la</strong> sue verve agonistica sia sul passo che ancor più<br />
in salita, vincendo tante corse sia tra gli Allievi che da dilettante, dove brillò soprattutto<br />
in diverse gare tipiche di salita, come, ad esempio, nel<strong>la</strong> Bologna –Raticosa del<br />
1951 (2° nel 1955) o nel<strong>la</strong> Biel<strong>la</strong> –Oropa del 1952.<br />
<strong>Severini</strong> aveva certamente i mezzi <strong>per</strong> diventare uno stradista con i fiocchi ma ad un<br />
certo punto egli fu consigliato a dedicarsi all’emergente attività del ciclocross e dal<br />
1954 fino al 1967 praticò questa attività come uno dei più forti ed estrosi specialisti.<br />
Sul<strong>la</strong> sua strada, o meglio sui suoi prati, egli trovò avversari di c<strong>la</strong>sse come lo stesso<br />
Longo, il francese Dufraisse e il tedesco Wolfshol e, nonostante <strong>la</strong> concorrenza di<br />
questi e di altri avversari fortissimi, egli fu sempre tra i primissimi.<br />
7
Sintetizzando i maggiori risultati di <strong>Severini</strong>, egli centrò 3 volte il successo nel Campionato<br />
Italiano<br />
(nel 1956, nel 1961, quando ad Imo<strong>la</strong> relegò in seconda posizione lo stesso Longo,<br />
e nel 1963) e ben 7 volte finì al secondo posto.Il crossista barbarese di Mi<strong>la</strong>no sfiorò<br />
anche il titolo mondiale nel 1958 (2° dietro Dufraisse che poi egli su<strong>per</strong>ò poco dopo<br />
nel prestigioso G.P. Martini a Parigi) e giunse tre volte terzo nelle gare iridate del<br />
1955, del 1959 e del 1963. E, a proposito di Mondiali, c’è da rimarcare che, pur non<br />
arrivando mai al<strong>la</strong> vittoria, più volte <strong>Amerigo</strong> <strong>Severini</strong>, con il suo mestiere e <strong>la</strong> sua<br />
es<strong>per</strong>ienza, effettuò un gioco di squadra preziosissimo in favore dell’altro azzurro<br />
Longo, come, ad esempio, al Mondiale di Ginevra del 1959, quando, alle spalle del<br />
compagno in fuga, tenne a bada il tedesco Wolfshol (che giunse secondo a 14” da<br />
Longo mentre il crossista marchigiano concluse al terzo posto con 24” di ritardo).<br />
Sorretto da c<strong>la</strong>sse pura e da un tem<strong>per</strong>amento irriducibile, <strong>Severini</strong> vestì 10 volte <strong>la</strong><br />
maglia azzurra ai Mondiali di ciclocross (<strong>la</strong> prima da dilettante) e si distinse anche<br />
<strong>per</strong> <strong>la</strong> longevità del<strong>la</strong> sua carriera, che concluse al<strong>la</strong> fine del 1967, a 36 anni compiuti.<br />
Dopo <strong>la</strong> lunga parentesi mi<strong>la</strong>nese, caratterizzata da una condotta di vita piuttosto<br />
movimentata ed irrequieta, <strong>Amerigo</strong> <strong>Severini</strong> è tornato, ormai da molti anni, nel<strong>la</strong><br />
quiete pacifica del suo paese natale, Barbara, dove vive da tranquillo pensionato, non<br />
disdegnando di continuare ad riassaporare il clima delle <strong>bici</strong>clette e delle corse.<br />
Dedicare, quindi, ad un <strong>per</strong>sonaggio come <strong>Amerigo</strong> questo libro ritengo sia un giusto<br />
riconoscimento ad un marchigiano che ha onorato <strong>la</strong> nostra Regione in Italia e nel<br />
mondo, rappresentando quel<strong>la</strong> tipicità schietta, genuina, intraprendente, del<strong>la</strong> nostra<br />
gente. Complimenti al Club Amici del<strong>la</strong> Bici di Senigallia ed un grazie a quanti<br />
hanno contribuito al<strong>la</strong> pubblicazione di questo libro.<br />
8<br />
Lino Secchi<br />
Vice Presidente Nazionale FCI
Comune di Barbara<br />
<strong>Amerigo</strong> <strong>Severini</strong>, il Barbarino, il Campione, il nostro Campione.<br />
Mi ricordo quando, ancora bambino, par<strong>la</strong>vo di lui con i miei amici, era come raccontare<br />
una leggenda: il ragazzo povero, con le toppe ai pantaloni come noi, che <strong>per</strong>ò<br />
ce l’aveva fatta, aveva sfondato.<br />
C’era <strong>la</strong> voglia di imitarlo, era <strong>la</strong> nostra s<strong>per</strong>anza.<br />
Le domeniche estive, all’ ombra degli olmi, tra una chiacchiera e l’altra si ripresentavano<br />
sempre le avventure di Americo. E <strong>la</strong> realtà si confondeva con <strong>la</strong> fantasia.<br />
- E’ il campione italiano!<br />
- No, e’ il campione del mondo!<br />
- No, e’ il vice campione… mancava così poco, che sfortuna!<br />
- Corre con Coppi, Bartali, Longo… <strong>per</strong>ò lui è il più forte!<br />
E via! Inforcavamo le nostre “scalessate” <strong>bici</strong>clette e, gareggiando pure noi, correvamo<br />
fino al “Montale” dove ci aspettavano gli altri amici <strong>per</strong> giocare al pallone.<br />
La nostra immaginazione si riaccendeva poi quando Americo tornava a Barbara sul<strong>la</strong><br />
sua lussuosa automobile, e raccontava storie di donne, di serate ai night di Parigi,<br />
del<strong>la</strong> sua “dolce vita”.<br />
E l’ammirazione <strong>per</strong> il nostro mito era tanto più forte <strong>per</strong>ché, nel<strong>la</strong> sue umili origini,<br />
lo sentivamo vicino. Si raccontava allora del<strong>la</strong> sua infanzia, quando <strong>per</strong> mangiare andava<br />
a raccogliere <strong>la</strong> frutta nel podere del vicino, il campo di “Mencolongo” (il mio<br />
nonno materno). Un giorno, vistosi sco<strong>per</strong>to, finse di cadere dal<strong>la</strong> pianta e in un attimo<br />
diventò <strong>la</strong> vittima: fu così che il proprietario, al<strong>la</strong>rmato e preoccupato <strong>per</strong> lui, lo<br />
soccorse portandolo in braccio fino a casa. Lì, ovviamente, come una vera commedia<br />
all’italiana, l’infortunato si rivelò sano e salvo e dal<strong>la</strong> tragedia si passò al<strong>la</strong> risata.<br />
Il folletto buono, birichino ma amato da tutti.<br />
Grazie Americo, <strong>per</strong> aver alimentato i nostri sogni, <strong>per</strong> averci dato s<strong>per</strong>anza, allegria<br />
e soddisfazione. Sarai sempre il nostro Campione, il nostro Barbarino.<br />
Con affetto,<br />
Raniero Serrani<br />
Sindaco di Barbara<br />
9
CLUB “AMICI DELLA BICI “ DI SENIGALLIA<br />
Americo <strong>Severini</strong>, detto “Barbarin” <strong>per</strong> associare Barbara, il toponimo del piccolo<br />
paese collinare d’origine al<strong>la</strong> sua minusco<strong>la</strong> taglia, è nato <strong>per</strong>sonaggio. Non c’è<br />
stata volta, fra le varie in cui gli sono stato compagno di viaggio, che <strong>la</strong> sua verve<br />
non abbia attratto, vorrei dire incantato, gli improvvisati ascoltatori. Il gestico<strong>la</strong>re<br />
icastico, che sembra voler precedere le parole, <strong>la</strong> mimica facciale che le ribadisce,<br />
basterebbero da soli a raccontare le sue storie. Storie che possono sembrare inverosimili<br />
ma che non lo sono <strong>per</strong>ché <strong>per</strong>fettamente si attagliano all’indole del tricampione<br />
italiano e vice campione del mondo di ciclocross. Se avesse avuto “un’altra testa”,<br />
se avesse fatto quel<strong>la</strong> che in gergo viene chiamata “<strong>la</strong> vita”, <strong>per</strong> significare <strong>la</strong> dedizione<br />
assoluta del fisico e del<strong>la</strong> mente al<strong>la</strong> professione, il suo palmares sarebbe stato<br />
certamente più ricco. Ma, così come a Fausto Coppi, che Americo ha conosciuto e<br />
con il quale ha, qualche volta, corso, che quasi con rammarico ricordava le abnormi<br />
fatiche affrontate <strong>per</strong> sostenere le lunghe fughe solitarie, il giornalista Mario Fossati<br />
rispose che, certo, qualcuna avrebbe potuto risparmiarse<strong>la</strong>, ma allora non sarebbe<br />
stato Coppi, di <strong>Severini</strong> potremmo dire che, se fosse stato più saggio, non sarebbe il<br />
“Barbarin” che conosciamo. E allora, meglio, molto meglio, tenercelo così com’è.<br />
Nelle pagine che il lettore si accinge ad affrontare, molte delle sue storie vengono<br />
al<strong>la</strong> luce e ogni pagina è come <strong>la</strong> curva di una strada battuta da una corsa: prima di<br />
girar<strong>la</strong>, non riesci ad immaginare cosa possa esserci dietro. Perché il racconto del<strong>la</strong><br />
vita di Americo <strong>Severini</strong>, proprio come una corsa, riserva una serie continua di colpi<br />
di scena, che a volte muovono all’i<strong>la</strong>rità, altre al<strong>la</strong> riflessione, ma sempre sorprendono.<br />
Quante volte, noi amici, abbiamo sentito raccontare gli aneddoti che, ora, Americo<br />
ha affidato all’attenta penna di Giordano e Mirel<strong>la</strong> Cioli; ma ogni volta, grazie al<strong>la</strong><br />
sua capacità di rinnovare l’attenzione dell’ascoltatore, è come se fosse <strong>la</strong> prima e,<br />
consci di ciò, abbiamo con impazienza atteso l’uscita di questo libro che sve<strong>la</strong> appieno<br />
<strong>la</strong> poliedrica, singo<strong>la</strong>re, non raramente sconcertante <strong>per</strong>sonalità del “Barbarin”.<br />
Luigi Severi<br />
11
Le strade son <strong>la</strong> sua meta;<br />
La fol<strong>la</strong> il suo trionfo,<br />
che, con il loro incitamento,<br />
spingono i corridori al<strong>la</strong> vo<strong>la</strong>ta.<br />
E lui,<br />
con il suo sguardo d’aqui<strong>la</strong>;<br />
puntano al<strong>la</strong> vetta,<br />
come una sospirata preda;<br />
La su<strong>per</strong>a,<br />
e scende, volteggiando pei tornanti;<br />
Contrastato dal vento sul suo viso,<br />
pensando ai suoi successi raggiunti.<br />
Vo<strong>la</strong>, amico mio;<br />
Vo<strong>la</strong> peda<strong>la</strong>ndo <strong>per</strong> le strade,<br />
infinite del<strong>la</strong> vita.<br />
A SEVERINI AMERICO<br />
Gianni Messersì<br />
13
Barbara – Torre Comunale.<br />
Barbara - Panoramica del borgo - anni 30 – Quando è nato Americo<br />
14
Il paese “Barbara”<br />
In un fazzoletto di terra marchigiana, in una tipica dorsale collinare, fra i fiumi Nevo<strong>la</strong><br />
e Misa, sorge l’incanto fiabesco del paese di Barbara. Le sue radici storiche<br />
risalgono dall’invasione del popolo germanico, detti “Barbari” cioè stranieri, dove si<br />
insediarono in un luogo strategico, ai confini del territorio di Senigallia bizantina e<br />
fra le antiche città romane di Suasa e Ostra. Nel 774, i longobardi vennero sconfitti<br />
dai Franchi, vi fu istituito il Sacro Romano Im<strong>per</strong>o e il territorio venne indemaniato.<br />
Successivamente, trasformato in feudo ecclesiastico, è affidato all’abbazia benedettina<br />
di S.Maria di Sitria. Dal 1257, grazie al protettorato jesino, si costituisce come<br />
Comune e sede amministrativa degli estesi possessi dell’Abbazia. A monte del paese<br />
sorge il Castello duecentesco, ristrutturato nel quattrocento, è ancor oggi circondato<br />
da una muraglia con scarpa, munita di quattro fortificazioni d’angolo e culminante in<br />
un imponente mastio (Torre principale) sopraelevato. Conteso da Guelfi e Ghibellini<br />
<strong>per</strong> <strong>la</strong> sua invio<strong>la</strong>bilità, fu teatro di due vincenti azioni difensive nel 1461 e nel 1517,<br />
rispettivamente di fronte alle truppe assedianti di Sigismondo Ma<strong>la</strong>testa, signore<br />
di Rimini e di Francesco Maria del<strong>la</strong> Rovere duca di Urbino. Il pa<strong>la</strong>zzo abbaziale,<br />
attuale sede municipale, ristrutturato nel settecento, <strong>per</strong> ospitare il cardinale Annibale<br />
Albani nipote del papa e abate di Sitria. Il campanile municipale, ristrutturato<br />
nel seicento, <strong>la</strong> cui campana dalle origini duecentesche del Comune ai giorni nostri<br />
annuncia <strong>la</strong> convocazione del consiglio comunale. La protettrice del paese è Santa<br />
Barbara, al<strong>la</strong> quale è dedicata l’omonima chiesa barocca ricostruita nel 1694 <strong>per</strong><br />
o<strong>per</strong>a del cardinal Carlo Barberini. Tra il settecento e l’ottocento, il paese di Barbara<br />
si sviluppa velocemente nel<strong>la</strong> parte inferiore del castello, con un notevole aumento<br />
del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione. Di conseguenza, aumenta <strong>la</strong> manodo<strong>per</strong>a usata nel<strong>la</strong> produzione<br />
agrico<strong>la</strong> locale, tutt’oggi unico sostentamento del paese.<br />
Barbara - Torre Comunale (primi del secolo ‘900)<br />
15
La mamma - Amello Emma – nata il 28 aprile 1902 e morta il 14 novembre 1985<br />
16
In Italia c’è grande tensione all’inizio<br />
del XX secolo, le ribellioni<br />
e le sanguinose repressioni,<br />
attentati alle garanzie statutarie, il<br />
tentato colpo di stato Monarchico,<br />
<strong>la</strong>sciano il loro segno in tutta l’Italia,<br />
odio e rancore. Quell’odio e<br />
quel rancore che portano all’uccisione,<br />
con un colpo di rivoltel<strong>la</strong>, di<br />
Umberto I Re d’Italia. Nel paese di<br />
Barbara, le fornaci dei famosi ceramisti<br />
barbaresi “i vasari”, emanando<br />
quel fumo acre che si unisce<br />
al<strong>la</strong> debole nebbia primaverile, fa<br />
dimenticare quell’odio e quel rancore<br />
che si porta in tutta l’Italia.<br />
Alle pendici del paese, in una picco<strong>la</strong><br />
casa fragile e malridotta, vive<br />
<strong>la</strong> numerosa famiglia <strong>Severini</strong>, con<br />
a capo famiglia Domenico, l’unico<br />
“barbarino”, tra i mille, che seguì<br />
l’impresa di Giuseppe Garibaldi.<br />
Il figlio di Domenico, Gaetano,<br />
ha una famiglia di grande tem<strong>per</strong>amento<br />
ma poverissima, e come<br />
tradizione di famiglia, continua il<br />
mestiere del padre, <strong>la</strong> raccolta delle<br />
pelli di animali, tra i contadini<br />
del<strong>la</strong> campagna, <strong>per</strong>correndo molte<br />
volte decine di chilometri a piedi<br />
o a cavallo di un ma<strong>la</strong>ndato ciuco.<br />
Sono giornate dure, <strong>per</strong> poter sfamare<br />
<strong>la</strong> numerosa famiglia, quando<br />
in quel<strong>la</strong> casa nasce Col<strong>la</strong>tino.<br />
La sua vita è di stenti, di fame, ma<br />
anche di orgoglio, quello di essere<br />
un “barbarino”, specialmente in<br />
quel <strong>per</strong>iodo appena trasferitosi in<br />
Germania. Al suo rientro a Barba-<br />
La famiglia <strong>Severini</strong><br />
Il babbo – <strong>Severini</strong> Col<strong>la</strong>tino – nato il 25 settembre<br />
1900 e morto il 27 dicembre 1983<br />
17
a, Col<strong>la</strong>tino, dopo alcuni anni si sposa con Emma Amello di Castelleone di Suasa in<br />
provincia di Ancona e presto i due avranno molti figli. La prima figlia è Anaide, poi<br />
Fulvia, Severino, Americo, Teresa, Agostino e Anna Maria (vissuta un solo anno).<br />
Più <strong>la</strong> famiglia aumenta e più <strong>la</strong> situazione familiare si fa seria, <strong>la</strong> fame è tanta, non<br />
tutti i giorni si può mangiare un pezzo di pane. Nonno Gaetano, viene spesso chiamato<br />
dai contadini <strong>per</strong> uccidere gli animali, agnelli, suini, buoi, un <strong>la</strong>voro crudo, ma<br />
che dava <strong>la</strong> possibilità di guadagnarsi il pranzo <strong>per</strong> se e <strong>per</strong> tutta <strong>la</strong> sua famiglia. Ci<br />
sono ancora oggi a Barbara, molte testimonianze, nell’abilità del<strong>la</strong> concia delle pelli<br />
e nel<strong>la</strong> loro <strong>la</strong>vorazione. Silvano, ex contadino di Barbara racconta come <strong>la</strong> famiglia<br />
<strong>Severini</strong> si mostrasse ingegnosa e generosa: “….dopo aver fatto uccidere da Gaetano<br />
un vitellino, <strong>per</strong>ché nato deforme, ho portato <strong>la</strong> pelle dell’animale a Col<strong>la</strong>tino,<br />
come pagamento, mi ha realizzato con <strong>la</strong> solita pelle, un paio di bellissime scarpe<br />
<strong>per</strong> me e <strong>per</strong> mia madre…che portavo solo <strong>la</strong> domenica…vantandomi di avere delle<br />
bellissime scarpe…e rare <strong>per</strong> quel <strong>per</strong>iodo”.<br />
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L’infanzia di Americo<br />
Il più vivace del<strong>la</strong> numerosa famiglia <strong>Severini</strong> è Americo, quarto dei figli, nato l’11<br />
maggio 1931, in un <strong>per</strong>iodo nero <strong>per</strong> <strong>la</strong> vita del paese e <strong>per</strong> <strong>la</strong> nazione. Il fascismo<br />
esercita su ogni settore del<strong>la</strong> società italiana e diviene di anno in anno sempre più<br />
stretto e rigoroso. E’ il tempo delle grandi imprese ciclistiche di Guerra, Girardengo,<br />
Bottecchia, Binda, Gestri, Olmo, Del Cancia, e Cinelli, che rallegrano l’umore di<br />
questo triste <strong>per</strong>iodo, fame e dis<strong>per</strong>azione. Erano i miti di <strong>Severini</strong>, imprese raccontate<br />
dai suoi amici, molte volte ascoltate nei commenti nei bar, dagli appassionati di<br />
ciclismo. Americo è l’unico del<strong>la</strong> famiglia che riesce, già in giovane età, a sfamarsi<br />
<strong>per</strong> proprio conto, spostandosi in giro <strong>per</strong> <strong>la</strong> campagna, tra i contadini, a raccogliere,<br />
molte volte anche a “rubare”, qualche frutto, prendere uova o quando capitava anche<br />
qualche pollo, che poi si cucinava da solo. Americo, veniva chiamato anche “tetano”<br />
<strong>per</strong> le sue gambe sempre sbucciate e sanguinanti, <strong>per</strong>ché, si arrampica velocemente<br />
e con grande abilità sugli alberi a raccogliere qualche frutto, “rubato” ai contadini<br />
del<strong>la</strong> campagna di Barbara. <strong>Severini</strong> racconta: - “In campagna, vicino al<strong>la</strong> casa di<br />
un contadino c’era una grande pianta di susine, di quel tipo grosse e saporite. Con<br />
grande abilità salgo a raccogliere quelle nei rami più alti, che sono più mature e più<br />
buone. Ad un certo punto arriva il contadino con il forcone in mano, inizia a sbraitare<br />
verso di me puntandomi il forcone. Penso che <strong>per</strong> me non c’è altra soluzione<br />
che far finta di cadere e ur<strong>la</strong>re dal dolore fingendo che mi ero rotto una gamba. A<br />
quel punto, visto <strong>la</strong> mia abilità, casco dal<strong>la</strong> pianta e inizio a gridare. Il contadino,<br />
preoccupato, mi carica sulle sue spalle e mi porta verso il paese. Fatta tutta <strong>la</strong> ripida<br />
Barbara com’era ai tempi in cui Americo cominciò a correre in <strong>bici</strong>cletta.<br />
La casa natia in fondo a sinistra.<br />
19
salita, mi fa scendere <strong>per</strong> riposarsi e io prontamente scappo, facendogli un brutto<br />
gesto….come <strong>per</strong> dire….‘te l’ho fatta anche questa volta’”.<br />
La scuo<strong>la</strong> <strong>per</strong> lui non esisteva, entrava dal<strong>la</strong> porta e molte volte usciva dal<strong>la</strong> finestra,<br />
oppure, diceva al<strong>la</strong> maestra che doveva andare a fare <strong>la</strong> pipi e poi non si faceva più<br />
vedere. Grazie <strong>per</strong>ò, all’aiuto di Ivan Tarducci di Senigallia, che gli ha insegnato a<br />
scrivere e a leggere, riuscendo al<strong>la</strong> fine a fargli avere <strong>la</strong> promozione fino al<strong>la</strong> terza<br />
elementare. La sua passione sono i “carrioli” (piccoli carretti a quattro ruote),<br />
costruiti con i cuscinetti a sfere, che utilizza nelle discese di Barbara <strong>per</strong> sfidarsi<br />
con gli amici e a gareggiare anche a chi realizza il migliore. Suo padre, Col<strong>la</strong>tino,<br />
molto severo con i figli, specialmente con il tempestoso Americo, ogni volta che gli<br />
combina una marachel<strong>la</strong> lo picchia fortemente, con <strong>la</strong> cinto<strong>la</strong> dei pantaloni e <strong>per</strong>fino<br />
con una robusta catena. Fin da bambino, Americo, si era accasato come garzone da<br />
Ivan, commerciante ambu<strong>la</strong>nte di stoffe, ciclista allievo, che lo ha sfamato, rivestito<br />
e accudito. Ivan, all’inizio di stagione, quando comincia gli allenamenti, pratica al-<br />
Americo con <strong>la</strong> sua prima <strong>bici</strong>cletta.<br />
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meno <strong>per</strong> un mese <strong>la</strong> corsa a piedi, e il piccolo Americo, abituato a stare sempre con<br />
lui, lo segue sempre, scrutando i piccoli trucchi e le varie azioni. Ivan Tarducci, ha<br />
corso due anni, come allievo ciclista, con il gruppo ciclistico “Vis Sauro” di Pesaro,<br />
ottenendo anche dei buoni risultati. Erano i tempi dei dilettanti Pugnaloni, Lattanzi e<br />
ha terminato <strong>la</strong> sua carriera dopo <strong>la</strong> guerra. Ubaldo Pugnaloni di Ancona negli anni<br />
dal 1945 al 1947 corse <strong>per</strong> <strong>la</strong> Bianchi con Coppi al quale offrì in seguito tutta <strong>la</strong> sua<br />
disponibilità nel<strong>la</strong> nota vicenda giudiziaria con <strong>la</strong> compagna Giulia Occhini. Ivan e<br />
Americo, tutte le mattine all’alba, si recano nei mercati del<strong>la</strong> zona. Americo, lo aiuta<br />
a preparare il banco, ma il più delle volte, ad un certo punto scompare senza un motivo<br />
e torna dopo molto tempo senza dare spiegazioni. Americo racconta come era<br />
forte <strong>la</strong> fame in quegli anni:<br />
- “Stavo facendo il bagno giù al fiume.…avevo 13 anni, mi sono visto venire incontro<br />
un branco di anatre, l’ho catturata una <strong>per</strong> il collo, e <strong>per</strong> far<strong>la</strong> morire l’ho spinta<br />
ripetutamente con il capo dentro l’acqua <strong>per</strong> molto tempo, ma non voleva morire,<br />
a quel punto l’ho girata ad elica staccandogli nettamente il collo. Nel frattempo,<br />
ho visto in lontananza gli aerei degli alleati che si avvicinavano, bombardando vicino<br />
all’abitato di Barbara e ho avuto paura. L’anatra <strong>per</strong>deva molto sangue, ma<br />
ugualmente l’ho inserita sotto <strong>la</strong> mia maglietta bianca, <strong>per</strong> non far<strong>la</strong> vedere alle<br />
<strong>per</strong>sone che potevo incontrare.<br />
Macchiato completamente di sangue,<br />
sono giunto correndo al paese,<br />
impressionato e impaurito dalle<br />
bombe. Arrivato presso il rifugio<br />
del paese, quando gli abitanti, vedendomi<br />
insanguinato,mi corrono<br />
incontro,credendomi ferito nel<br />
bombardamento, ma io, con aria<br />
molto goliardica tiro fuori l’anatra<br />
e a gran voce esc<strong>la</strong>mo: “<strong>Severini</strong>…oggi…<br />
mangia!!”.<br />
Americo, <strong>per</strong> le sue <strong>per</strong>ipezie e <strong>per</strong><br />
<strong>la</strong> vita trasandata che conduce, in<br />
paese viene chiamato il “selvaggio”:<br />
è abituato a dormire sulle<br />
piante, a mangiare quello che trova,<br />
ed è abituato a non farsi vedere<br />
dal<strong>la</strong> famiglia <strong>per</strong> alcuni giorni.<br />
In piazza Marconi, ci sono molte<br />
piante di “gelsi”, dove Americo,<br />
quando combinava qualche marachel<strong>la</strong>,<br />
si arrampicava e nascondersi<br />
sopra di esse passandovi anche<br />
tutta <strong>la</strong> notte. Il padre Col<strong>la</strong>tino, si<br />
Americo ed il fratellino Agostino mostrano soddisfatti<br />
le loro <strong>bici</strong>clette.<br />
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eca tutti i giorni in campagna a raccogliere un po di tutto, dalle pelli che poi conciava,<br />
alle sementi nel <strong>per</strong>iodo del<strong>la</strong> trebbiatura, orzo, grano, erba medica, trifoglio, che<br />
poi rivendeva ai commercianti. Per il ciclismo nazionale è il <strong>per</strong>iodo dell’esordio di<br />
Gino Bartali, mentre al<strong>la</strong> radio si sente <strong>la</strong> voce di Rabagliati che canta <strong>la</strong> “hit parade”<br />
di quegli anni: “Ciribiribin”, “Maramao <strong>per</strong>ché sei morto” e “Reginel<strong>la</strong> campagno<strong>la</strong>”.<br />
Due giovani ciclisti si mettono in luce: Fausto Coppi e Primo Volpi. Fu<br />
Pavesi del<strong>la</strong> Legnano ad accorgersi di queste nuove promesse e li ingaggiò entrambi<br />
<strong>per</strong> <strong>la</strong> sua squadra, come gregari di Bartali. A seguito del<strong>la</strong> dichiarazione di guerra<br />
di Mussolini al<strong>la</strong> Francia e al<strong>la</strong> Gran Bretagna, il ciclismo si ferma <strong>per</strong> alcuni anni<br />
<strong>per</strong> riprende al ritorno del<strong>la</strong> pace, sull’onda delle imprese del giovane Fausto Coppi,<br />
da poco rientrato dal<strong>la</strong> prigionia che grazie, ai duelli con Bartali, aiuta gli italiani a<br />
dimenticare quel devastante <strong>per</strong>iodo.<br />
Americo, con <strong>la</strong> sua prima <strong>bici</strong>cletta, sembra posare già con l’atteggiamento del Campione.<br />
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Le prime corse<br />
Ivan Tarducci, è molto affezionato al piccolo Americo, chiamato con il soprannome<br />
di “Micco” o il “Selvaggio”, gli vuole bene come un fratello, e al termine del<strong>la</strong> sua<br />
carriera ciclistica, a fine guerra, gli rega<strong>la</strong> <strong>la</strong> sua splendida <strong>bici</strong>cletta da corsa. La <strong>bici</strong>cletta,<br />
<strong>per</strong> Americo, è troppo alta e lunga, vista <strong>la</strong> sua statura piccolina, <strong>per</strong> montare<br />
sul<strong>la</strong> <strong>bici</strong>cletta deve sempre cercare un appoggio, un marciapiede, una pietra, un muretto,<br />
<strong>per</strong>chè non arriva con i piedi a terra, ma lui <strong>la</strong> usa ugualmente ottenendo buoni<br />
risultati già dai primi tempi. Intanto a Barbara, <strong>la</strong> fame faceva da padrona, <strong>la</strong> guerra<br />
era passata da poco, purtroppo i morti si contavano anche in questo piccolo paese,<br />
il popolo demoralizzato, i più colpiti gli abitanti del paese, un po meno i contadini<br />
del<strong>la</strong> campagna attorno. Americo, decide presto di partecipare a una gara ciclistica<br />
su strada. Si iscrive al<strong>la</strong> società sportiva “Barbara” di Arturo Fiorani, meccanico di<br />
<strong>bici</strong>clette a Barbara, insieme a Vittorio Antognini di Ancona. Nel 1946, <strong>la</strong> società<br />
ciclistica Barbara gli assemb<strong>la</strong> una <strong>bici</strong>cletta a sua misura, su te<strong>la</strong>io Olmo e partecipa<br />
al<strong>la</strong> sua prima gara a Barbara. Fu una corsa dura, se si pensa al <strong>per</strong>corso, ancora disagevole<br />
<strong>per</strong> le devastazioni del<strong>la</strong> guerra, dove partecipano Allievi e Dilettanti insieme.<br />
La gara si concluse in vo<strong>la</strong>ta, con tre ciclisti al comando, <strong>la</strong> vittoria andò a Marcello<br />
Badioli di Senigallia (un forte dilettante), seguito dal fratello G<strong>la</strong>uco e al terzo posto<br />
si piazzò il giovanissimo <strong>Severini</strong>.<br />
Una corsa promettente <strong>per</strong> Americo,<br />
nel<strong>la</strong> quale conquista il primo<br />
posto assoluto di categoria e il terzo<br />
sul traguardo. La seconda corsa<br />
si svolge nel<strong>la</strong> vicinissima Ostra<br />
Vetere, partecipano Dilettanti e<br />
Allievi insieme, con il consueto<br />
risultato, <strong>la</strong> vittoria va a Marcello<br />
Badioli di Senigallia, al secondo<br />
posto conclude G<strong>la</strong>uco Badioli,<br />
al terzo <strong>Severini</strong> che conquista<br />
nuovamente il primo posto di categoria.<br />
La terza gara di Americo<br />
si svolge a Jesi, in occasione del<br />
campionato marchigiano allievi.<br />
<strong>Severini</strong> vince <strong>per</strong> <strong>la</strong> prima volta,<br />
riuscendo a conquistare cinque<br />
minuti di vantaggio al secondo arrivato,<br />
ma viene contestato dagli<br />
avversari. La contestazione, era<br />
dovuta al fatto che loro erano convinti<br />
che il piccolo Americo si fosse<br />
fatto trainare da qualche mezzo,<br />
Trofeo di Montegranaro 1949 – Americo 1° c<strong>la</strong>ssificato,<br />
a fine gara si rinfresca, 2° c<strong>la</strong>ssificato Gismondi.<br />
23
ma, il commissario del<strong>la</strong> Federazione rispose ai contestatori: “…guardatelo bene…e<br />
non andate dove va a correre questo ragazzo…<strong>per</strong>ché voi non vincerete più…”.<br />
<strong>Severini</strong> vince con distacco il 1° Circuito di Monte Vidon Corrado – Montappone,<br />
28 – Il primo circuito di M.Vidon Corrado <strong>per</strong> allievi è stato vinto da <strong>Severini</strong>, che<br />
ha compiuto da solo quasi l’intero <strong>per</strong>corso, giungendo al traguardo con sei minuti<br />
di vantaggio. La gara, organizzata al<strong>la</strong> <strong>per</strong>fezione dal G.S.Montevidonese, ha radunato<br />
al<strong>la</strong> partenza i migliori elementi delle Marche e degli Abruzzi. Ecco l’ordine<br />
di arrivo: 1.<strong>Severini</strong> Americo (S.S.Barbarese Ancona) che copre i km.45 in 1.30’<br />
(media km.30); 2.Mazzara Antonio (G.S.Tavo Moscufo) a 6’; 3. Antognini Vittorio<br />
(S.S.Barbarese); 4. De Amicis Antonio (G.S.Tavo); 5.Catalini Lorenzo (S.S.Ascoli<br />
Pic.); 6. Vita Guido; 7. Bonafede Cesare; 8.Russo Michele; 9.Costantini Duilio;<br />
seguono altri -<br />
A Macerata, si svolge <strong>la</strong> “Coppa Bar dello Sport”, gara organizzata dal comitato<br />
provinciale dell’UVI, valevole quale prima prova del campionato marchigiano, categoria<br />
allievi. La gara ha avuto un grande successo di pubblico e di partecipazione<br />
di concorrenti. Già al secondo giro del<strong>la</strong> circonval<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> città, si ha un primo<br />
tentativo di fuga da parte di Monteverde che conquista un centinaio di metri di vantaggio<br />
sul grosso del gruppo. Al quinto giro, il gruppo rimane compatto fino a Piediripa.<br />
Sul<strong>la</strong> salita verso Macerata il plotone si sgrana ed al traguardo del<strong>la</strong> montagna<br />
transita <strong>per</strong> primo Renili, seguito da Montanaro. Sul<strong>la</strong> salita di Piediripa, <strong>Severini</strong><br />
scatta e nel<strong>la</strong> sua scia rimangono Montanaro e Renili. Nei pressi del culmine scatta<br />
Renili, che guadagna una trentina di metri e taglia il traguardo davanti a Montanaro<br />
Urbania 1948 – Americo 1° c<strong>la</strong>ssificato, secondo Renili di Pesaro.<br />
Nel<strong>la</strong> foto un gruppo di simpatizzanti.<br />
24
e a <strong>Severini</strong>.<br />
<strong>Severini</strong> di Barbara vince <strong>la</strong> coppa Manfredi a Senigallia – Senigallia, 19 – Al<strong>la</strong><br />
gara indetta dal<strong>la</strong> S.Pedale Senigalliese hanno partecipato numerosi concorrenti.<br />
Il giovane <strong>Severini</strong> ha preso il comando del plotone sin dalle prime rampe ed è poi<br />
arrivato con distacco. Ordine d’arrivo: 1. <strong>Severini</strong> Americo (Barbara) ore 1.42.56;<br />
2.Tarini Franco (Pedale Senigalliese) 1.48.14; 3.Verni Sergio (Riccione); 4.Polonara<br />
Luciano (Pedale Senigaliese); 5.Antognini Vittorio (Pedale Ancona); 6.Regini<br />
Cesare(Gepin-Cantiano); 7.Fabbri Carlo (Vis Sauro Pesaro); 8.Spinazzi Renato<br />
(CSI Pesaro) 1.54.46; 9.Luchetti Alfredo (Camerino); 10.Leandrini Valentino (Camerino).<br />
<strong>Severini</strong> conclude il primo anno da Allievo con quindici vittorie, sei secondi posti e<br />
numerosi piazzamenti tra i primi cinque.<br />
Trofeo <strong>per</strong> dilettanti “Amos Tinti”(giovane ragazzo deceduto durante un bombardamento<br />
del<strong>la</strong> seconda guerra mondiale, su Barbara) – Americo, primo a sinistra, primo c<strong>la</strong>ssificato<br />
– al suo fianco Mancini e vicino a lui Ridolfi di Pesaro.<br />
25
Pesaro - Campionato Regionale su Pista Specialità Inseguimento – Americo fu fatto gareggiare all’ultimo<br />
momento, tant’è chè con sé non aveva neppure gli indumenti sportivi, e vinse.<br />
Nel<strong>la</strong> foto i momenti prima del<strong>la</strong> partenza.<br />
Pesaro - Campionato Regionale su pista specialità inseguimento <strong>per</strong> dilettanti.<br />
26
Da Camerino a Mondolfo<br />
Nel 1947, <strong>Severini</strong> partecipa alle gare nel<strong>la</strong> categoria Allievi con il gruppo sportivo<br />
“Gepin-Olmo-Cantiano” di Cantiano provincia di Pesaro, che pubblicizza le <strong>bici</strong>clette<br />
“Olmo”, costruite da Giuseppe Olmo di Celle Ligure, <strong>la</strong> fabbrica più rinomate<br />
in quell’epoca. Il rappresentante del<strong>la</strong> “Olmo” <strong>per</strong> le Marche, Domenico Mencoboni<br />
di Cagli, sapendo del<strong>la</strong> fama che aveva il giovane <strong>Severini</strong>, lo volle in questo gruppo,<br />
passandogli una <strong>bici</strong>cletta gratuitamente e cinquemi<strong>la</strong>lire a vittoria (che Giuseppe<br />
Olmo inviava direttamente). In quell’anno, tra le vittorie più importanti di <strong>Severini</strong><br />
figura <strong>la</strong> “Coppa Muti” a Bologna, il Trofeo Montegranaro, dove su<strong>per</strong>a il forte Gismondi,<br />
e le gare di Monte San Giusto e Petritoli.<br />
Corsa ciclistica – Camerino 29, - Si è disputata domenica 27 <strong>la</strong> 1° coppa “Im<strong>per</strong>ia”<br />
gara riservata agli allievi iscritti all’UVI. Al<strong>la</strong> partenza erano presenti 23 corridori,<br />
presente un foltissimo pubblico, anche dei centri vicini. Il giovane <strong>Severini</strong> Americo<br />
del<strong>la</strong> Società Ciclistica “Olmo” di Cantiano di Pesaro è arrivato solo al traguardo<br />
con 4’50” di vantaggio sul secondo compiendo l’intero <strong>per</strong>corso di km.54 al<strong>la</strong> media<br />
oraria di km.29,100. Si può veramente affermare che il <strong>Severini</strong> ha letteralmente<br />
sbaragliato il numeroso lotto degli avversari compiendo una gara meritata ed eccezionale.<br />
Speciale citazione va attribuita al bravo atleta del<strong>la</strong> C.S.I. di Camerino,<br />
Leandrini Valentino che, sebbene a corto di allenamento, ha impressionato <strong>per</strong> il suo<br />
passo costante e <strong>per</strong> le sue doti di recu<strong>per</strong>o. La coppa “Im<strong>per</strong>ia” è stata consegnata<br />
al<strong>la</strong> Società Ciclistica Olmo <strong>per</strong> merito di <strong>Severini</strong> Americo. Ecco l’ordine di arrivo:<br />
1) <strong>Severini</strong> Americo – Olmo-Cantiano. 2) Pezzo<strong>la</strong> Elio – Fontespina. 3) Gismondi<br />
Elio – Montegranaro. 4) Antognoni Vittorio – Pedale Anconitano. 5 ) Sracini Paride<br />
– Lanciano. 6) Cascia Verino – Pedale Anconitano. 7) Leandrini Valentino – C.S.I.<br />
Camerino. 8) Ga<strong>la</strong>nte Vincenzo – Lanciano. 9) Mo<strong>la</strong>ri Enzo – Pedale Riminese.<br />
10) Ragaini Armando – Castelfidardo. 11) Rossini Alfio – Pedale Anconitano. 12)<br />
Bastianelli Lamberto – Monte Granaro. Perfetta è stata l’organizzazione curata dal<br />
CSI di Camerino -<br />
Nel<strong>la</strong> categoria Allievi, <strong>la</strong> palma di campione regionale è toccata a Gismondi del<strong>la</strong><br />
“Ugo Bassi” di Montegranaro, il quale, nel<strong>la</strong> stagione ha conseguito ben dodici vittorie,<br />
cinque secondi posti, sette terzi posti e due quarti. Ancor meglio ha <strong>per</strong>ò fatto<br />
Americo <strong>Severini</strong> del gruppo sportivo “Gepin-Olmo” di Cantiano, che ha vinto ben<br />
sedici gare, ottenendo anche due secondi posti, un terzo e tre quarti.<br />
Schiacciante affermazione di <strong>Severini</strong> a Mondolfo – Mondolfo, 11 – Quarantacinque<br />
concorrenti hanno preso parte al<strong>la</strong> gara ciclistica organizzata dal<strong>la</strong> Società<br />
Sportiva “Ignis”di Mondolfo. Appena un chilometro dopo <strong>la</strong> partenza il piccolo<br />
<strong>Severini</strong> si staccava dal gruppo e se ne andava tutto solo e proseguiva <strong>la</strong> sua marcia<br />
vittoriosa, aumentando il suo vantaggio. Fino al terzo giro lo inseguiva, a breve<br />
distanza, il giovanissimo mondolfese Patrignanelli, ma poi anche questi, <strong>per</strong> noie<br />
al<strong>la</strong> macchina, veniva riassorbito dal gruppo inseguitore. L’ottimo corridore del<strong>la</strong><br />
“Gepin” di Cantiano vinceva da gran signore, portando al quinto ed ultimo giro il<br />
suo vantaggio a 10’ e 20”. Un gruppo di una quindicina di concorrenti disputava<br />
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Pesaro - Campionato Regionale su pista specialità inseguimento <strong>per</strong> dilettanti – Dopo <strong>la</strong> vittoria, foto<br />
ricordo con Gino Bartali e Corrieri sdraiato con i pantaloncini da corsa.<br />
quindi una bel<strong>la</strong> vo<strong>la</strong>ta nel<strong>la</strong> quale aveva <strong>la</strong> meglio Antognini del “Pedale Anconetano”.<br />
La coppa “Ignis” è stata assegnata al<strong>la</strong> “Gepin”Cantiano. Ecco l’ordine di<br />
arrivo: 1.<strong>Severini</strong> Americo (Gepin-Cantiano) che <strong>per</strong>corre i 65 km. del <strong>per</strong>corso in<br />
ore 2 e 4’, al<strong>la</strong> media oraria di km.31,500; 2.Antognini Vittorio (Pedale Anconitano)<br />
a 10’20”; 3.Pezzo<strong>la</strong> Elio; 4.Regini Cesare; 5.Luchetti Alfredo; 6.Gattoni Pierino;<br />
7.Beni Roberto; 8.Rossi Gino; 9.Patrignanelli Dino; 10.Serafini Tino; tutti con lo<br />
stesso tempo di Antognini. –<br />
Dal<strong>la</strong> collezione privata di Leonardo Stefanini di Senigallia, grande appassionato di<br />
<strong>bici</strong>clette storiche, abbiamo <strong>la</strong> descrizione di una delle tante appartenuta ad Americo<br />
<strong>Severini</strong> e oggi di proprietà di Leonardo. “ Questa <strong>bici</strong> è uscita dalle officine Giuseppe<br />
Olmo di Celle Ligure nel 1947 ed è stata portata in gara da Americo <strong>Severini</strong> nei<br />
primi anni del<strong>la</strong> sua lunga carriera ciclistica. La <strong>bici</strong>, rinvenuta nel Settembre del<br />
1988, era stata nel tempo trasformata in <strong>bici</strong> da viaggio e di parti originali era rimasto<br />
solo il te<strong>la</strong>io con <strong>la</strong> guarnitura, i mozzi delle ruote ed il cambio. Sono occorsi ben<br />
sei anni <strong>per</strong> ricercare le varie parti mancanti, l’ultimo dettaglio sono state le pinze<br />
dei freni marcate Balil<strong>la</strong> – Olmo. E’ stata <strong>la</strong> seconda <strong>bici</strong> che è entrata a far parte<br />
del<strong>la</strong> mia “ma<strong>la</strong>ttia”, le <strong>bici</strong> da corsa d’epoca, allora ancora poco accentuata ora<br />
direi esagerata. E’ difficile descrivere <strong>la</strong> sensazione che ho provato nel maneggiare<br />
<strong>per</strong> <strong>la</strong> prima volta un cambio Campagnolo a due aste, così pieno di quel fascino di<br />
un ciclismo tanto lontano, eroico e mitico <strong>per</strong> i corridori di allora che hanno fatto<br />
scrivere tanto delle loro indimenticabili imprese e che tanto hanno contribuito a<br />
risollevare il morale degli Italiani subito dopo <strong>la</strong> fine del secondo conflitto mondiale.<br />
Questa <strong>bici</strong>, è un po’ grande di te<strong>la</strong>io <strong>per</strong> il nostro campione <strong>Severini</strong> (altezza<br />
m. 1,55),lo costringeva a peda<strong>la</strong>re con <strong>la</strong> sel<strong>la</strong> tutta abbassata. Ecco le principali<br />
28
caratteristiche tecniche: te<strong>la</strong>io Olmo modello Rondine. Tubazioni in acciaio del<strong>la</strong><br />
inglese Reynolds. Misure da centro a centro 52 x 56 cm. (tubo piantone e tubo orizzontale).<br />
Carro posteriore con forcellini dentati Campagnolo <strong>per</strong> il cambio a due<br />
aste. Forcel<strong>la</strong> con punte Campagnolo. Predisposto <strong>per</strong> l’istal<strong>la</strong>zione dei parafanghi,<br />
che venivano montati durante <strong>la</strong> stagione invernale. Serie sterzo in acciaio del<strong>la</strong><br />
Magistroni. Sel<strong>la</strong> in cuoio del<strong>la</strong> Brooks, usata fino agli anni 80 da <strong>Severini</strong>, cuoio<br />
ancora in ottimo stato a parte <strong>la</strong> testimonianza di una caduta sul <strong>la</strong>to destro. La sel<strong>la</strong><br />
in cuoio allora <strong>per</strong> un corridore era molto importante si cambiava <strong>la</strong> <strong>bici</strong>, ma <strong>la</strong><br />
sel<strong>la</strong> era sempre <strong>la</strong> stessa in quanto model<strong>la</strong>ta dall’uso ed ammorbidita con ripetuti<br />
in grassaggi, assicurava il massimo confort. Le ruote sono dotate di mozzi Campagnolo<br />
a 36 fori, il posteriore con asse dentato <strong>per</strong> il funzionamento del cambio a due<br />
aste. Cerchi in alluminio del<strong>la</strong> Nisi di Moncalieri - Torino. Tubo<strong>la</strong>ri di sezione 24<br />
mm. Ruota libera Regina a 4 velocità con denti a profilo appuntito <strong>per</strong> facilitare <strong>la</strong><br />
cambiata e completa di disco salvaraggi Campagnolo. Pignoni con dentatura da 16-<br />
18-20-22. Il cambio Campagnolo è a due aste, generalmente chiamato anche a due<br />
bacchette: si tratta del primo tipo di cambio costruito da Gentullio “Tullio” Campagnolo<br />
a metà degli anni 30 e solo all’inizio degli anni 40 sarà commercializzato.<br />
Si cambia peda<strong>la</strong>ndo all’indietro, muovendo <strong>la</strong> leva corta <strong>per</strong> <strong>la</strong> scelta del pignone<br />
desiderato dopo aver allentato con <strong>la</strong> leva lunga il bloccaggio del<strong>la</strong> ruota sui forcellini<br />
dentati del te<strong>la</strong>io. Ad o<strong>per</strong>azione ultimata si richiude il bloccaggio sempre muovendo<br />
<strong>la</strong> leva lunga. L’indimenticabile Gino Bartali, come riportato dalle cronache<br />
del tempo, era molto abile nell’usare questo cambio che porta al<strong>la</strong> vittoria, su <strong>bici</strong><br />
Legnano, nel Tour de France del 1948. Movimento centrale e guarnitura in acciaio<br />
sono del<strong>la</strong> Magistroni, con pedivelle lunghe 170 mm e corona da 48 denti. Pedali in<br />
acciaio con gabbia chiusa del<strong>la</strong> Sheffield. Puntapiedi in acciaio del<strong>la</strong> Antonio Alpi<br />
di Faenza con cinturini in cuoio rosso. Il manubrio con piega in alluminio, tubo di<br />
diametro esterno 22 mm, con disegno c<strong>la</strong>ssico dell’epoca e tappi in sughero a chiusura<br />
e protezione sulle sue estremità. Attacco manubrio in acciaio del<strong>la</strong> Cinelli di<br />
Mi<strong>la</strong>no. I freni con leve e pinze in alluminio del<strong>la</strong> Balil<strong>la</strong>. Ammortizzatori in gomma<br />
sulle leve dei freni del<strong>la</strong> Nieddu di Torino. Cavi freni su guaine crespate di colore<br />
grigio, quel<strong>la</strong> del freno posteriore è tenuta da tre fascette con serraggio <strong>la</strong>terale<br />
sul tubo orizzontale del te<strong>la</strong>io. Nastro manubrio te<strong>la</strong>to di colore rosso. Accessori<br />
–Dettagli: borraccia in alluminio con tappo in<br />
sughero legato con spago e portaborraccia al<br />
manubrio; attacchi pompa, modello lusso, sul<br />
tubo obliquo con tenuta ad incastro su <strong>per</strong>no<br />
con mol<strong>la</strong> di richiamo; pompa in alluminio<br />
con raccordo in ottone; peso in assetto corsa<br />
Kg. 10,600; sviluppo metrico dei rapporti del<br />
cambio con un massimo di 6,41 (48 x16) ed un<br />
minimo di 4,66 (48 x 22)”.<br />
Bici di <strong>Severini</strong> 1947<br />
29
Coppa Manfredi Senigallia 1949 – Americo 1° c<strong>la</strong>ssificato – si intravedono Gismondi<br />
con il berretto a spicchi e Collinare del G.S.Senigalliese con <strong>la</strong> coppo<strong>la</strong>.<br />
30
Il piccolo “Barbarino”<br />
Nel 1948, <strong>Severini</strong> passa al<strong>la</strong> categoria su<strong>per</strong>iore, quel<strong>la</strong> dei Dilettanti. Corre <strong>per</strong> <strong>la</strong><br />
società sportiva “Fiamma” di Cagli (Pesaro), con <strong>bici</strong>clette Olmo. Molte sono le sue<br />
vittorie, tra le più straordinarie a Cattabrighe di Pesaro nel<strong>la</strong> coppa “Dragomanni”,<br />
a Sassoferrato, ad Urbania, ad Ancona, a Serra dei Conti, a Grancetta, ad Arcevia, a<br />
Senigallia e a Mondolfo. Il 13 agosto 1948 a Urbania si svolge <strong>la</strong> Coppa Durantina.<br />
Il Sindaco di Urbania ha abbassato <strong>la</strong> bandierina e ben 58 concorrenti hanno preso il<br />
via tra gli app<strong>la</strong>usi del<strong>la</strong> numerosa fol<strong>la</strong> e di sportivi intervenuti fin dalle prime ore<br />
del mattino <strong>per</strong> assistere al<strong>la</strong> tradizionale corsa <strong>per</strong> <strong>la</strong> IV Coppa organizzata dal<strong>la</strong><br />
Durantina e dal CSI di Urbania. Per i primi 20 chilometri nul<strong>la</strong> di notevole: il gruppo<br />
transitava compatto al<strong>la</strong> Baracca e ad Urbino, dove Renili del Velo Sport Pesaro si<br />
aggiudica i traguardi. Calma apparente, <strong>per</strong>ò, <strong>per</strong>ché ormai sono tradizionali gli “a<br />
solo” del<strong>la</strong> disputa del<strong>la</strong> Coppa Durantina. Al venticinquesimo chilometro <strong>Severini</strong><br />
del<strong>la</strong> S.S.Fiamma di Cagli, il favorito numero uno, scattava con un allungo; in breve<br />
guadagnava 200 metri. Nessuno gli stava dietro e il coraggioso aquilotto continuava<br />
<strong>la</strong> sua marcia, portandosi<br />
via tutti i traguardi. A Sant’Angelo<br />
in Vado, posto di<br />
controllo (km.50), aveva già<br />
oltre un minuto di vantaggio.<br />
Al Gran Premio del<strong>la</strong><br />
montagna, i passaggi avvenivano<br />
nel seguente ordine:<br />
1.<strong>Severini</strong>; a 3’ un gruppo<br />
di quattro corridori (Albani,<br />
Antognini, Renili, Nespoli);<br />
a 3’50” un altro gruppo di 9<br />
corridori. Intanto <strong>Severini</strong><br />
proseguiva indisturbato verso<br />
il traguardo finale, aggiudicandosi<br />
i premi di Urbino<br />
e Fermignano. Il gruppo ricongiuntosi<br />
poco prima di<br />
Fermignano, sonnecchiava<br />
a passo turistico, venendo a<br />
mancare un qualsiasi inseguimento:<br />
nessuno voleva<br />
tirare. La vittoria oramai<br />
era sicura <strong>per</strong> <strong>Severini</strong>, che<br />
infatti giunge solo, fresco<br />
come se avesse fatto una<br />
passeggiatina di 96 km. Al<br />
Serra de’ Conti 1949 – Americo 1° c<strong>la</strong>ssificato, 2° Gismondi<br />
Nel<strong>la</strong> foto <strong>la</strong> partenza.<br />
31
secondo posto Valerio Renili del V.S.Pesaro a 4’ e al terzo posto Galliano Canestrari<br />
dell’Ignis di Mondolfo. Nel ciclocross è l’anno di Luigi Ma<strong>la</strong>brocca, colui che di<br />
solito si presenta al Giro d’Italia con <strong>la</strong> ferma e dichiarata intenzione di arrivare<br />
ultimo.<br />
Ciclismo sulle nostre strade – <strong>Severini</strong> vince con distacco il V Circuito di Grancetta<br />
– Baldanelli primo degli “allievi” – Grancetta, 23 – Ottantatre corridori venuti<br />
da ogni parte del<strong>la</strong> nostra Regione si sono dati subito battaglia al “via”. <strong>Severini</strong>, il<br />
piccolo “Barbarino” si è dimostrato il più forte e specie sulle più difficili rampe, ha<br />
sempre control<strong>la</strong>to e battuto i suoi più diretti avversari come Santicchia, Antognini,<br />
Marchetti ed altri. Il premio del<strong>la</strong> montagna è stato a suo appannaggio e l’ordine di<br />
arrivo è <strong>la</strong> prova tangibile del suo valore. Il primo lungo giro che ci porta ad Agugliano,<br />
Polverigi, Chiaravalle e Castelferretti è stato <strong>per</strong>corso a veloce andatura<br />
ed i premi di traguardo sono stati vinti da Casaro<strong>la</strong>, costretto poi più tardi al ritiro<br />
<strong>per</strong> una paurosa caduta, da di Meco e Zagaglia. Quindi si inizia il carosello che <strong>per</strong><br />
quattro volte ci conduce con un circuito di km.8 a Grancetta <strong>per</strong> <strong>la</strong> disputa del premio<br />
del<strong>la</strong> Montagna. Il gruppo già fortemente selezionato composto di una trentina<br />
di unità si sgrana lungo le tortuose rampe e qui vediamo mettersi in luce, il sedicenne<br />
Carloni Lando, il quale con una peda<strong>la</strong>ta ammirevole si porta sul passo più duro<br />
a contatto con i migliori dilettanti. Ma <strong>la</strong> bravura del cagliese <strong>Severini</strong> riesce ad<br />
aver ragione di tutti e all’ultimo giro questi pianta <strong>la</strong> compagnia <strong>per</strong> arrivare tutto<br />
solo al traguardo finale. Belle prove hanno dato il forte Santicchia, il pesarese Marchetti,<br />
Antognini, l’anconetano Pirani. Tra i più sfortunati nominiamo il senigalliese<br />
Annichiarico, Casaro<strong>la</strong> ed altri costretti al ritiro <strong>per</strong> cadute o avarie alle macchine<br />
proprie nel momento in cui ferveva di più <strong>la</strong> lotta. Ordine di arrivo: 1) <strong>Severini</strong><br />
Americo del<strong>la</strong> S.S.Fiamma di Cagli (Dilettante) che copre il <strong>per</strong>corso di km.65 in ore<br />
1’55”, al<strong>la</strong> media di chilometri 33,965. 2) Santicchia Nazzareno del G.S.Collina di<br />
S.M.Nuova (dilettante) a 1’57”. 3) Marchetti Elio del CSI di Pesaro, a ruota. 4) Antognini<br />
Vittorio del<strong>la</strong> S.S.Fiamma di Cagli, a ruota. 5) Pirani Giulio del C.S.Ancona,<br />
a ruota. 6) Antinori Quinto del C.S.Macerata a 20 metri. 7) Piercamilli Gino del<br />
CSI Ancona. 8) Monti Franco del Pedale Senigalliese a ruota. 9) Sgal<strong>la</strong> Primo del<br />
CS Collina. 10) Baldarelli Duilio dell’Alma Juventus di Fano (1 degli allievi). 11)<br />
Zagaglia Orfeo del G.C. Collina. 12) Carloni Lando del<strong>la</strong> Oscar IVC di Falconara<br />
M. (2 degli allievi). 13) Romagnoli Giancarlo dell’Ignis di Mondolfo. 14) Ragaini<br />
Armando del G.S. Gambel<strong>la</strong> di Camerano. 15) Mattoni Romeo del<strong>la</strong> Ciclistica Jesina.<br />
16) Carloni Lanfranco del<strong>la</strong> S.C.Gira di Bologna. La coppa Primavera messa<br />
in Palio dal<strong>la</strong> S.S.Biagio Nazzaro di Chiaravalle è stata vinta dal<strong>la</strong> S.S.Fiamma di<br />
Cagli <strong>per</strong> merito di <strong>Severini</strong> e Antognini. – Lamberto Carloni –<br />
Palmiro Togliatti, segretario generale del Partito Comunista Italiano, è stato fatto<br />
oggetto di attentato da parte di Antonio Pal<strong>la</strong>nte. Ad attenuare <strong>la</strong> tensione, oltre alle<br />
parole dello stesso Togliatti che invita al<strong>la</strong> calma, contribuisce <strong>la</strong> notizia del<strong>la</strong> vittoria<br />
di Bartali in una tappa del giro di Francia. Il francese Louison Bobet era ancora<br />
in testa al Tour, con oltre ventuno minuti di vantaggio su Bartali. Quasi prodigiosamente,<br />
poche ore dopo, l’italiano stacca tutti sulle rampe del Col de <strong>la</strong> Croix de Fer e<br />
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conquista <strong>la</strong> maglia gial<strong>la</strong>. Mentre Bobet piange, l’Italia intera si <strong>la</strong>scia esaltare dall’impresa:<br />
<strong>la</strong> passione sportiva attenua, almeno <strong>per</strong> un poco, i conflitti politici. Alle<br />
Olimpiadi di Londra, Giorgio Consolini vince <strong>la</strong> medaglia d’oro di <strong>la</strong>ncio del disco,<br />
mentre nel ciclismo, Ferdinando Terruzzi e Renato Perona conquistano il podio con<br />
il tandem, Mario Ghel<strong>la</strong> eccelle nel<strong>la</strong> velocità, Ercole Gallegati nel<strong>la</strong> lotta greco ro-<br />
Gaggiano Mi<strong>la</strong>no - Gran Premio (Antonelli?)– Americo vittorioso<br />
con una fuga solitario di oltre 100 km.<br />
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mana e Cesare Rubini nel<strong>la</strong> pal<strong>la</strong>nuoto. <strong>Severini</strong>, vince sul circuito di Arcevia, una<br />
gara molto combattuta, organizzata dal<strong>la</strong> Uisp di Arcevia, riservata a dilettanti, <strong>per</strong><br />
un totale di chilometri 80. La partenza è stata data dal<strong>la</strong> signora Giuseppina Monti<br />
Guarnieri. <strong>Severini</strong> ha dominato e si è aggiudicato anche il gran premio del<strong>la</strong> Montagna.<br />
Al traguardo ha preceduto Cesare Penna e Angelo Venturosi.<br />
Ad Ancona nel<strong>la</strong> “Corsa del<strong>la</strong> Primavera” – <strong>Severini</strong> primo al traguardo del<strong>la</strong><br />
Pietra<strong>la</strong>croce – Torrette – Ancona, 26 – In occasione del<strong>la</strong> “festa del<strong>la</strong> Primavera”<br />
organizzata ad Ancona dalle “avanguardie garibaldine” e dal Fronte del<strong>la</strong> Gioventù;<br />
si è disputata domenica scorsa una corsa ciclistica riservata agli allievi sul<br />
<strong>per</strong>corso Pietra<strong>la</strong>croce-Torrette. Il via è stato dato alle 15,21 dal giovane Sottili e<br />
corridori transitano sul<strong>la</strong> salita di Montacuto nel seguente ordine: 1.<strong>Severini</strong>, 2.Antognini,<br />
3.Barca. I tre, in <strong>per</strong>fetto accordo fi<strong>la</strong>no verso il Poggio tra le acc<strong>la</strong>mazioni<br />
di numerosi gruppi di appassionati che incitavano i concorrenti lungo il <strong>per</strong>corso.<br />
La prima “fuga” si registra ai piedi del<strong>la</strong> salita che porta al Poggio: protagonisti<br />
<strong>Severini</strong> seguito da Antognini. Il gruppo inseguitore si dissemina <strong>per</strong> <strong>la</strong> salita aspra<br />
e polverosa: a duecento metri segue Barca, il gruppo viene ben presto distanziato di<br />
2’. Al bivio di Monte Conero, <strong>Severini</strong> viene appiedato da una foratura e Antognini<br />
taglia <strong>per</strong> primo il traguardo di Sirolo dove gli sportivi locali, ai quali va il ringraziamento<br />
degli organizzatori, avevano posto in palio un premio in denaro: il gruppo<br />
è a 3’. Nei tortuosi “saliscendi” che da Sirolo portano al<strong>la</strong> stazione di Osimo <strong>Severini</strong>,<br />
con una sgropponata degna delle sue inesauribili risorse fisiche, raggiunge<br />
nuovamente Antognini e lo distanzia quando i due giungono al bivio delle Crocette.<br />
Negli ultimi venti chilometri, Antognini, si è dovuto fermare un paio di volte <strong>per</strong> noie<br />
al cambio. <strong>Severini</strong>, sotto un sole primaverile, fi<strong>la</strong> a tutta andatura e le sue gambe<br />
non avvertono stanchezza. Alle Torrette, taglia il traguardo trionfante alle 16,46 con<br />
4’ sul secondo. Ecco in dettaglio l’ordine di arrivo: 1.Americo <strong>Severini</strong>, al<strong>la</strong> media<br />
di 28 km.orari. 2.Vittorio Antognini, a 4’. 3.Attilio Barca, a 7’. 4.Michele Russo, a<br />
9’. 5.Attilio Rossini, con lo stesso tempo del quarto. Seguono gli altri con notevoli<br />
distacchi. –<br />
Una delle memorabili vittorie di Americo <strong>Severini</strong> è quel<strong>la</strong> di Velletri. Il tracciato<br />
si snoda sul <strong>per</strong>corso Velletri, Latina, Cisterna, Roma, Rocca di Papa e arrivo a Velletri<br />
su una salita in <strong>la</strong>stricato di pietre. E’ una gara molto stressante, che si decide<br />
nel<strong>la</strong> salita finale: il “Barbarino” taglia il traguardo <strong>per</strong> primo battendo i forti romani<br />
Monti e Fabbri. E’ un’altra grande stagione <strong>per</strong> <strong>Severini</strong> che termina l’annata con 15<br />
vittorie, tre secondi posti e numerosi piazzamenti.<br />
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Dilettante a Fossombrone<br />
Nel 1949, corre come Dilettante <strong>per</strong> il gruppo ciclistico “Polisportiva Forsempronese”<br />
di Fossombrone Pesaro, con <strong>bici</strong>cletta Olmo. Ottiene un buon stipendio di 25.000<br />
lire al mese. Il 20 aprile, vince <strong>la</strong> Coppa Manfredi.<br />
Aggiudicata a <strong>Severini</strong> <strong>la</strong> Coppa Città di Pergo<strong>la</strong> – Pergo<strong>la</strong>, 9 – Sul <strong>per</strong>corso Pergo<strong>la</strong><br />
San Lorenzo, Bivio Ster<strong>la</strong>to, Madonna del Merlino, Pergo<strong>la</strong> un giro Pergo<strong>la</strong>, Pantano,<br />
Pergo<strong>la</strong> totale 20 giri <strong>per</strong> complessivi km.115, si è svolta <strong>la</strong> gara ciclistica “Coppa<br />
Triennale Città di Pergo<strong>la</strong>”. Il numero dei partecipanti non è stato numeroso date<br />
le altre gare del<strong>la</strong> regione autorizzate <strong>per</strong> oggi dall’UVI. La corsa si è svolta in un<br />
atmosfera di lotta serrata <strong>per</strong> merito di <strong>Severini</strong> e Antognini. Prendono il via alle 15,15<br />
nove corridori i quali compiono il primo <strong>per</strong>corso di km.28,55 e giungono a Pergo<strong>la</strong><br />
in gruppo. La prima<br />
fase era movimentata<br />
dall’inseguimento di<br />
<strong>Severini</strong>, che era stato<br />
arrestato <strong>per</strong> foratura.<br />
Nei sedici giri del<strong>la</strong><br />
seconda fase del<strong>la</strong> gara,<br />
si alternano al comando<br />
<strong>Severini</strong> e Antognini<br />
fino al 14 giro nel quale<br />
Antognini distanzia<br />
<strong>Severini</strong> di 32” <strong>per</strong><br />
foratura. Tutto ciò non<br />
fiacca il Barbarino<br />
che con un magnifico<br />
inseguimento raggiunge<br />
e sorpassa l’antagonista<br />
distanziandolo all’arrivo.<br />
Ecco l’ordine di arrivo:<br />
1) <strong>Severini</strong> Americo in<br />
ore 3.5’. 2) Antognini<br />
Vittorio a 1’. 3) Isabettini<br />
Mario a 2’34”. 4) Goroni<br />
Nazzareno a 2’34”. 5)<br />
Rizzi Nazzareno a 2’34”.<br />
Giungono altri tre in<br />
tempo massimo, buona<br />
l’organizzazione del<strong>la</strong><br />
gara. – Nino Coli –<br />
<strong>Severini</strong>, a ogni partenza<br />
di gara si sente spaventato,<br />
Fossombrone – Dopo aver firmato il contratto con <strong>la</strong> Forsempronese,<br />
Americo si gode <strong>la</strong> campagna di Fossombrone.<br />
35
trema tutto, ha paura che lo stacchino proprio in partenza, ma appena inforca <strong>la</strong><br />
<strong>bici</strong>cletta si trasforma, diventa un leone.<br />
Nel 1950 Americo <strong>Severini</strong> continua a correre con i Dilettanti, indossando<br />
nuovamente <strong>la</strong> maglia del<strong>la</strong> “Polisportiva Forsempronese” e utilizzando ancora<br />
<strong>bici</strong>cletta Olmo. In quel <strong>per</strong>iodo abita a Fossombrone e gli capita di assistere ad una<br />
riunione sul<strong>la</strong> pista di Pesaro, al<strong>la</strong> quale partecipavano anche professionisti famosi<br />
fra i quali Bartali, Coppi e Corrieri. Vistolo tra gli spettatori, molti dei suoi tifosi lo<br />
incitarono a scendere in pista, dandogli chi le scarpe, chi <strong>la</strong> <strong>bici</strong>cletta, chi <strong>la</strong> maglia:<br />
anche in quell’occasione, partecipando alle prove riservate ai dilettanti, <strong>Severini</strong><br />
ebbe un grande successo, mettendosi in evidenza davanti ai professionisti i quali<br />
ammirarono le sue vittorie inaspettate. L’anno seguente Americo corre nuovamente<br />
con i Dilettanti nel<strong>la</strong> stessa squadra e, il 26 marzo vince <strong>la</strong> Bologna-Raticosa, corsa<br />
c<strong>la</strong>ssica in salita di 45 chilometri.<br />
In mezzo al<strong>la</strong> neve – <strong>Severini</strong> primo <strong>per</strong> distacco nel<strong>la</strong> Bologna-Raticosa – Bologna,<br />
26 – Americo <strong>Severini</strong> da Fossombrone, 20 anni, 1,55 di altezza, tre anni di corse e<br />
già parecchi successi nel carniere: questa 17° edizione del<strong>la</strong> corsa in salita Bologna-<br />
Passo del<strong>la</strong> Raticosa <strong>per</strong> il Gran Premio Testi è tutta sua. Nel scelto campo dei 49<br />
specialisti di cinque regioni, il marchigiano l’ha fatta da dominatore. Dopo appena<br />
18 chilometri di corsa già se ne era andato, ma il salto del<strong>la</strong> catena favoriva <strong>la</strong> ripresa<br />
degli inseguitori. A Loiano (km.32), rimasti, <strong>per</strong> <strong>la</strong> severissima selezione, in undici in<br />
testa, <strong>Severini</strong> era prontissimo a rispondere all’attacco di Modena, a raggiungerlo,<br />
a piantarlo in asso. Ottimo il suo crescendo finale che gli <strong>per</strong>metteva di raggiungere<br />
il traguardo, tra le nevi del<strong>la</strong> Raticosa, con 40 secondi di vantaggio sul parmense<br />
Barbara Ancona – Il panorama.<br />
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Vecchi. E se gli organizzatori del V.S.Reno non avessero dovuto accorciare, a causa<br />
del<strong>la</strong> neve, il <strong>per</strong>corso di 2 chilometri probabilmente il record di Ortelli sarebbe<br />
stato battuto. L’ordine d’arrivo: 1.<strong>Severini</strong> Americo (Polisportiva Forsempronese),<br />
km.45 in ore 1.25’, media km.31,764. 2.Vecchi R. (U.S.Parmense), a 40”. 3.Medri<br />
A. (Renato Serra di Cesena). 4.Ciapini V. (S.C.Luconi di Prato). 5.Paccianti G.<br />
(A.C.Pratese). 6.Albani R. (G.S.San Marino). 7.Modena V. (G.S.Cofler di Rovereto).<br />
8.Fava M. (S.C.Comelli di Bologna), a 50”. 9.Fabbri G.(Apen di Predappio), a 1’.<br />
10.Pintarelli G. (G.S.Cofler di Rovereto), a 1’10”. –<br />
Con il ricavato di quel<strong>la</strong> splendida vittoria, dal<strong>la</strong> quale ha ben guadagnato, si fa cucire<br />
un vestito dal<strong>la</strong> migliore sartoria del<strong>la</strong> zona, quel<strong>la</strong> di Elio Quattrini di Barbara. Da<br />
allora, ad ogni vittoria, Americo, si procura le migliori stoffa in commercio e si fa<br />
cucire un vestito nuovo, e qualcuno già inizia a chiamarlo scherzosamente “il Conte<br />
di Barbara” <strong>per</strong> questa sua eleganza nel vestirsi. L’otto di luglio a Porto S.Elpidio di<br />
Ascoli Piceno, vince il Campionato Marchigiano. Nel 1951, <strong>Severini</strong> collezionato<br />
nove successi, di cui cinque colti fuori dal<strong>la</strong> sua regione, alcuni in modo c<strong>la</strong>moroso, ad<br />
esempio quello nel<strong>la</strong> tappa Salsomaggiore-Voghera del trofeo Cadetti quando, dopo<br />
aver sca<strong>la</strong>ta il Monte Penice quasi a tempo di record, sarebbe certamente arrivato<br />
tutto solo al traguardo di Voghera, se nel<strong>la</strong> discesa seguente non fosse incorso in<br />
una spaventosa caduta che lo fece ruzzo<strong>la</strong>re, come una trotto<strong>la</strong>, <strong>per</strong> alcune decine di<br />
metri lungo <strong>la</strong> china del monte. Lungo i dodici chilometri del<strong>la</strong> sca<strong>la</strong>ta del Penice<br />
egli inflisse poco meno di sei minuti a<br />
Bruni, ma non fu il solo Bruni ad essere<br />
stracciato dallo scatenato <strong>Severini</strong>,<br />
in quel giorno, infatti in gara c’erano<br />
tutti i migliori dilettanti, campioni del<br />
mondo e d’Italia compresi. Il tempo che<br />
egli fece registrare nel<strong>la</strong> sca<strong>la</strong>ta (38’ e<br />
35”) fu paragonato dai tecnici a quelli<br />
realizzati da Ortelli e da Coppi quando,<br />
da indipendenti, dominarono sotto<br />
lo stesso traguardo del<strong>la</strong> montagna.<br />
Un episodio partico<strong>la</strong>re accade nel<strong>la</strong><br />
corsa di Jesi, quando <strong>Severini</strong>, in<br />
vantaggio di alcuni chilometri, quando<br />
all’improvviso buca una gomma e, <strong>per</strong><br />
non farsi vedere dai rivali, si nasconde<br />
dietro a dei rovi, ripara <strong>la</strong> ruota e riparte<br />
all’inseguimento riuscendo a vincere<br />
<strong>la</strong> gara ugualmente. Per Coppi, quel<strong>la</strong>,<br />
invece è una delle stagione più infelici,<br />
a causa dal<strong>la</strong> morte del fratello Serse,<br />
che aveva buoni rapporti con Bartali.<br />
Barbara - Corso Vittorio inizio secolo<br />
37
Barbara - Gruppo ciclistico anni 70<br />
38
Il “Conte di Barbara” a Mi<strong>la</strong>no<br />
Nel 1952, Americo <strong>Severini</strong>, segue suo fratello Severino, che si trova già a Mi<strong>la</strong>no<br />
da alcuni anni <strong>per</strong> <strong>la</strong>voro. Lascia <strong>la</strong> sua amata terra, <strong>per</strong> cercare più fortuna, nel<strong>la</strong><br />
metropoli mi<strong>la</strong>nese. Americo, il bril<strong>la</strong>ntissimo corridore, ha piantato definitivamente<br />
le tende del<strong>la</strong> sua attività agonistica a Mi<strong>la</strong>no. In questa stagione corre con i colori<br />
del<strong>la</strong> società ciclistica “Excelsior”, con <strong>bici</strong>cletta “Dal Cerri”, con sede all’ombra<br />
del<strong>la</strong> Madonnina. Americo, prendendo <strong>la</strong> strada del nord, ha <strong>la</strong>sciato molti rimpianti<br />
nelle Marche. Ha <strong>la</strong>sciato i suoi amici, il suo amato paese, Barbara, i suoi ricordi, i<br />
suoi innumerevoli sostenitori e, a volte, anche fanatici pa<strong>la</strong>dini. <strong>Severini</strong> ha <strong>la</strong>sciato<br />
tutti, anche coloro che lo hanno generosamente aiutato ad affrontare le dure difficoltà<br />
iniziali <strong>per</strong>ché un giorno o l’altro si affacciasse sicuro verso una luminosa carriera<br />
ciclistica. Il suo volontario esilio verso <strong>la</strong> terra lombarda costituisce una indubbia<br />
<strong>per</strong>dita <strong>per</strong> il ciclismo marchigiano, così povero di elementi che sappiano imporsi<br />
all’attenzione dei tecnici e delle folle sportive al di fuori delle troppo anguste mura<br />
regionali. D’altra parte non si poteva pretendere che Americo fosse rimasto nel<strong>la</strong><br />
sua terra. Egli ha già dato abbastanza, se non tutto quello che poteva dare, al ciclismo<br />
marchigiano. Americo <strong>Severini</strong>, andandosene dalle Marche, come puledro di<br />
razza, ha trovato il domatore che sa indiscutibilmente il fatto suo: l’appassionato e<br />
competente rag. Dondena, membro del<strong>la</strong> commissione tecnica sportiva del Comitato<br />
Lombardo dell’UVI e presidente onorario di quel magnifico vivaio ciclistico che è <strong>la</strong><br />
“Excelsior” di Mi<strong>la</strong>no, ha dato a <strong>Severini</strong> <strong>la</strong> nuova maglia, da chissà quanti altri ambita,<br />
accordandogli, evidentemente, piena fiducia. Gli ha semplicemente annunciato<br />
i doveri e le soddisfazioni che da lui si attende, <strong>per</strong>ché ha mezzi e possibilità adeguati<br />
<strong>per</strong> darne copiosamente. Lo ha, insomma, avvicinato con <strong>la</strong> zolletta di zucchero, indicandogli<br />
<strong>la</strong> giusta strada da seguire <strong>per</strong> arrivare. Date tempo al tempo e vedrete che<br />
il “Conte di Barbara”, il corridore italiano che senza dubbio può tra l’altro vantare il<br />
maggior numero di simpatici nomignoli usciti dal<strong>la</strong> fantasia inesauribile delle folle<br />
sportive, farà sentire fra non molto tempo, anche <strong>la</strong> sua voce, nitida e possente, nel<br />
grande, entusiasmante coro delle già “arrivate e mature” voci del ciclismo italiano.<br />
Anche Michele Gismondi di Montegranaro, ha <strong>la</strong>sciato <strong>la</strong> sua terra <strong>per</strong> ingrossare le<br />
file dei professionisti, affezionandosi al grande Fausto Coppi.<br />
Il 19 marzo, Americo <strong>Severini</strong>, partecipa al<strong>la</strong> prima gara mi<strong>la</strong>nese, a Cattabrighe,<br />
dove si corre <strong>la</strong> Coppa Dragomanni di 95 chilometri, giungendo secondo. Il 6 aprile,<br />
nel<strong>la</strong> Coppa Fontemaggi a Rimini giunge sempre secondo. Il 24 giugno, a Pavullo<br />
sull’Abetone, vince il Giro del Frignano di 120 chilometri al<strong>la</strong> media di 32,850: a<br />
questa corsa hanno partecipato i migliori ciclisti del centro Italia; a pochi chilometri<br />
dal traguardo, quando inizia <strong>la</strong> salita, <strong>Severini</strong> va in fuga e taglia <strong>per</strong> primo il traguardo.<br />
Il 15 agosto, a Go<strong>la</strong>secca giunge secondo nel<strong>la</strong> prova Trofeo Cadetti. Il gruppo<br />
ciclistico “Excelsior” organizza, annualmente, una corsa su strada, <strong>la</strong> Mi<strong>la</strong>no-Erba-<br />
Monticelli, sulle salite del<strong>la</strong> Brianza. Americo, è seguito in motocicletta dal fratello<br />
Severino, all’improvviso si rompe <strong>la</strong> moto, passano alcuni minuti prima di poter<strong>la</strong><br />
riparare. Riparte mettendosi all’inseguimento del fratello che, ormai giunto al<strong>la</strong> lun-<br />
39
ga salita prima dell’arrivo, sotto una pioggia torrenziale, si ferma a chiedere informazioni<br />
al pubblico presente, su chi fosse in testa al<strong>la</strong> corsa. Quando gli viene risposto:<br />
“…ma!!!…c’è davanti un piccoletto, brutto… tutto sporco…non so chi sia!!!”. Il<br />
fratello, capisce subito non può che trattarsi di Americo e, pur precipitandosi verso<br />
il traguardo, non riesce a raggiungerlo. Ma <strong>Severini</strong> vuole provare nuove emozioni<br />
e così si prepara a cimentarsi nel ciclocross. La prima gara al<strong>la</strong> quale partecipa si<br />
svolge il 16 novembre, a Cinisello Balsamo, dove giunge secondo nel<strong>la</strong> c<strong>la</strong>ssifica<br />
finale del gran Premio “Ciclocross di Cinisello” di 24 chilometri.<br />
Barbara, <strong>la</strong> casa natia di <strong>Severini</strong> (seconda sul<strong>la</strong> destra) com’è oggi.<br />
40
Un piccoletto tra i grandi<br />
Americo è chiamato al servizio militare dagli ultimi mesi del 1952, arruo<strong>la</strong>to nel<br />
3° Battaglione Fanteria di Mantova, 9° Compagnia, con <strong>la</strong> qualifica di assaltatore,<br />
fino ai primi mesi del 1954. E’ stato un lungo <strong>per</strong>iodo quello del servizio militare,<br />
durante il quale, grazie all’aiuto del Capitano del<strong>la</strong> Compagnia, suo ammiratore, si<br />
è potuto allenare e ha partecipato ad alcune gare, pur avendo contro il Tenente del<strong>la</strong><br />
compagnia, che non condivideva <strong>la</strong> simpatia del Capitano. Americo, nel 1954,<br />
corre tra i dilettanti con il gruppo ciclistico “Augustea”, con <strong>bici</strong>cletta Augustea. Il<br />
9 maggio, partecipa al<strong>la</strong> Mi<strong>la</strong>no-Ghisallo di 133 chilometri, una gara intensa e dura,<br />
con i migliori ciclisti d’Italia, vinta in vo<strong>la</strong>ta da Giannantonio Riccò, con al secondo<br />
posto Aldo Moser e al terzo proprio Americo <strong>Severini</strong>. Nel ciclismo su strada, tra<br />
i colossi, è l’anno di Volpi, che si aggiudica il Giro d’Europa. Americo, si accorge<br />
che qualcosa non va, si <strong>la</strong>menta del<strong>la</strong> sua statura, sul<strong>la</strong> strada sono tutti alti e lui<br />
piccolino (155 cm.), non potrà mai passare con i professionisti. Ma in lui è oramai<br />
maturata <strong>la</strong> passione <strong>per</strong> il ciclocross, che ha già praticato, ottenendo <strong>per</strong>altro buoni<br />
risultati, e decide così di darsi a questo faticoso sport già dall’inverno che stava<br />
arrivando. Il ciclocross è sempre stato definito il “ciclismo dei poveri”, <strong>per</strong> il suo<br />
tanto sacrificio mal pagato. Il ciclocross o ciclocampestre, è una specialità che si<br />
svolge normalmente nei mesi invernali (in Europa da novembre a marzo) su <strong>per</strong>corsi<br />
dal fondo accidentato, con tratti di strada normale e tratti in mezzo a prati o boschi.<br />
La lunghezza del <strong>per</strong>corso si aggira dai km.20 ai 25, in circuito, il cui sviluppo non<br />
Servizio Militare 1953 – Americo, secondo da sinistra, pronto <strong>per</strong> il servizio di guardia.<br />
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deve essere inferiore ai km.4. Ogni anno, nel mese di febbraio, viene disputato il<br />
campionato mondiale del<strong>la</strong> specialità. La prima gara ufficiale di ciclocross, <strong>Severini</strong><br />
<strong>la</strong> corre nel “Gran Premio Ciclocross di Besate”, ottenendo un buon risultato: terzo<br />
assoluto nel<strong>la</strong> c<strong>la</strong>ssifica generale. Il quinto campionato mondiale del<strong>la</strong> specialità si<br />
svolge a Crenna di Gal<strong>la</strong>rate. Il nuovo campione è il francese Dufraisse, che su<strong>per</strong>a<br />
il compagno Jodet e lo svizzero Bieri. Tra gli italiani c’è stata insufficienza su tutta<br />
<strong>la</strong> linea sono bastati pochi chilometri, <strong>per</strong>ché <strong>la</strong> posta di una modesta piazza d’onore<br />
fosse irrimediabilmente <strong>per</strong>sa. Ulisse Gatto scompare alle prime peda<strong>la</strong>te, Graziano<br />
Pertusi si ritira al 5° giro, Rossi, Benvenuti e Picasso terminano <strong>per</strong> inerzia rispettivamente<br />
c<strong>la</strong>ssificandosi al 13°, 14° e 15° posto.<br />
42<br />
Il primo Mondiale<br />
Nel 1955, <strong>Severini</strong> corre tra i dilettanti con il Gruppo Sportivo “Giambellino” di<br />
Mi<strong>la</strong>no”, con <strong>bici</strong>cletta Gramaglia. Il 23 gennaio, partecipa al ”Ciclocross di Como”,<br />
ottenendo <strong>la</strong> sua prima vittoria ufficiale nel Ciclocross di Como, battendo il giovane<br />
Longo. Il mese di febbraio è molto ricco di gare: da Albizzate con il Gran Premio<br />
Zenit a Corinaldo che dista poche decine di chilometri da Barbara, dove, <strong>per</strong> <strong>la</strong> prima<br />
volta, partecipa a un campionato italiano di ciclocross, giungendo secondo dietro a<br />
Mario Rossi di Pontedecimo, precedendo Giovanni Picasso. Fu Ma<strong>la</strong>brocca, allora<br />
presidente dei ciclocrossisti italiani dilettanti, ad invitare <strong>Severini</strong> a partecipare<br />
al<strong>la</strong> gara di Mont Valerian in Francia, dove Americo vince il Gran Premio Martini,<br />
gara internazionale con i più forti ciclisti d’Europa. Americo, parte subito in fuga,<br />
il francese Dufraisse, più volte Campione del Mondo, si mette al<strong>la</strong> sua ruota, ma il<br />
“Barbarino” lo stacca e vince <strong>la</strong> gara. A Parigi, sotto <strong>la</strong> torre Eiffel, viene intervistato<br />
da tutte le radio d’Europa, facendosi conoscere in tutto il mondo. Intanto a Barbara,<br />
rimpiangono le sue vittorie e le sue birbanterie che, commentate poi nei bar Sira, o<br />
Morico, o nell’osteria Messalina, di una sua vecchia zia, erano solite suscitare l’i<strong>la</strong>rità<br />
di tutti i compaesani. Però, un bel giorno, un certo Peverini, ascoltando <strong>la</strong> radio, ad<br />
un certo punto sente il nome di <strong>Severini</strong>, in un commento di un’emittente straniera,<br />
e nonostante nessuno capisse quello che stava dicendo il radiocronista, quel nome<br />
<strong>Severini</strong> rimbombò nelle orecchie di chi ascoltava. Ben presto, <strong>la</strong> notizia fece il giro<br />
del paese, come un fulmine a ciel sereno. Da quel giorno i “Barbaresi” ascoltano<br />
spesso <strong>la</strong> radio e scrutano con attenzione i giornali con <strong>la</strong> s<strong>per</strong>anza di trovare notizie<br />
sul loro più illustre concittadino <strong>per</strong> poi commentarle nei bar e risvegliare il paese<br />
dal torpore <strong>per</strong> <strong>la</strong> sua mancanza.<br />
01 marzo 1955 – Gazzetta dello Sport - Americo <strong>Severini</strong> e <strong>la</strong> realtà romanzesca<br />
– La realtà romanzesca, ovvero l’ago ritrovato nel pagliaio. Non è il titolo di una<br />
farsa. Americo <strong>Severini</strong>, vincendo il Gran Premio Martini di cross a Parigi, ha semplicemente<br />
sbalordito. Ecco <strong>per</strong>ché non è fuori luogo par<strong>la</strong>re di realtà romanzesca.<br />
Da quando i ciclisti corrono sui prati e attraverso i boschi, mai s’era verificato un<br />
esploit simile d’un italiano. E <strong>per</strong> i francesi, maestri del cross, <strong>la</strong> sconfitta in casa
Barbara 1955 – Gara di ciclocross - Questa corsa si disputò <strong>la</strong> domenica<br />
successiva al campionato Italiano, svoltosi a Corinaldo, vinto da Rossi<br />
con Americo secondo – Praticamente <strong>la</strong> rivincita ed Americo <strong>la</strong> vinse<br />
al<strong>la</strong> sua maniera. Nel<strong>la</strong> foto si notano le famose scalette<br />
di cui hanno un emozionante ricordo tutti i tifosi barbaresi.<br />
deve avere il sapore agro del<strong>la</strong> beffa. Americo <strong>Severini</strong> si dedica al ciclocross da un<br />
paio di anni. E’ marchigiano, ma corre <strong>per</strong> il Gruppo Sportivo Giambellino di Mi<strong>la</strong>no,<br />
risiedendo ormai nel<strong>la</strong> capitale lombarda. Pino Raimondi e i suoi amici lo videro<br />
andare come una pal<strong>la</strong> di schioppo sulle salite, durante una corsa su strada. Si entusiasmarono<br />
e fecero qualche picco<strong>la</strong> acrobazia <strong>per</strong> averlo. Domenica sera, Raimon-<br />
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Barbara - Osteria Messalina - 1950 circa<br />
di brindò con gli amici come non aveva brindato a carnevale. Durante <strong>la</strong> stagione<br />
estiva, Americo <strong>Severini</strong> gareggia su strada. In salita è sempre tra i migliori, se non<br />
il migliore. Rivelò notevoli doti di arrampicatore trionfando in una Bologna-Raticosa<br />
(1951), <strong>per</strong> confermarle nel<strong>la</strong> finale del Trofeo dei Cadetti, organizzato dal nostro<br />
giornale, del 1952. Un avvio incerto lo aveva relegato nelle posizioni di coda del<strong>la</strong><br />
c<strong>la</strong>ssifica. Perciò dichiarò ai quattro venti che <strong>la</strong> tappa Salsomaggiore-Voghera, attraverso<br />
il Passo del Penice, sarebbe stata sua; che si rego<strong>la</strong>ssero gli arrampicatori.<br />
E i giovani che sulle montagne sapevano sbrigarse<strong>la</strong> non mancavano; tre nomi <strong>per</strong><br />
tutti: Buratti, Landi, Gianneschi. In ritardo a Bobbio di quasi quattro minuti, <strong>per</strong><br />
essere rimasto a peda<strong>la</strong>re tranquillo in mezzo al gruppo, raggiunse i fuggitivi (fra i<br />
quali figuravano appunto i tre citati), li staccò con una facilità che stupì e giunse in<br />
vetta con due minuti buoni sui più diretti inseguitori. Lungo <strong>la</strong> discesa su Varzi, in<br />
mezzo ad una polvere accecante, sembrava una zanzara impazzita. Improvvisamente,<br />
scomparve. Ci fermammo. Era uscito di strada. Fu costretto a ritirarsi a causa<br />
del<strong>la</strong> <strong>bici</strong>cletta resa ormai inservibile. Imprecò contro <strong>la</strong> ma<strong>la</strong>sorte, tuttavia l’impresa<br />
sul Penice gli valse il titolo di “Trueba del Trofeo dei Cadetti”. Poiché esistevano<br />
i tempi del<strong>la</strong> sca<strong>la</strong>ta al Penice fatti registrare da Fausto Coppi e Vito Ortelli, quando<br />
militavano nel<strong>la</strong> categoria Indipendenti, anche gli scettici si convinsero che Americo<br />
<strong>Severini</strong> aveva fatto qualcosa di bril<strong>la</strong>nte veramente. Nessuno potè affermare che i<br />
suoi 38’35”, infatti, sfigurassero di fronte ai 37’15”di Coppi e ai 37’55” di Ortelli.<br />
Americo <strong>Severini</strong> è nato a Barbara di Ancona l’11 maggio 1931. Che egli possegga<br />
i requisiti <strong>per</strong> far buona figura al “mondiale” di Saarbrucken, che si disputa<br />
domenica prossima su un tracciato <strong>per</strong> tre quarti peda<strong>la</strong>bile, è fuor di dubbio; che<br />
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Parigi 1955 - Gran Premio Martini e Rossi – Americo festeggia <strong>la</strong> vittoria con il Presidente Arienti<br />
(al centro) e con il DS Crabi. – Questa gara si è disputata <strong>la</strong> domenica prima<br />
del Campionato del Mondo di Sarrebrueck dove Americo salì sul terzo gradino del Podio.<br />
possa addirittura ripetere l’impresa di Parigi, è un’altra cosa. Rimane comunque, il<br />
piccolo intraprendente Americo <strong>Severini</strong>, il nostro asso nel<strong>la</strong> manica <strong>per</strong> l’avvenire.<br />
– Rino Negri –<br />
Tutti i giornali nazionali par<strong>la</strong>no di Americo, che fa turbare il sonno degli specialisti<br />
stranieri. Anche a Barbara, il suo paese nativo, nei bar Sira, Morico, o nell’Osteria<br />
Messalina, non si par<strong>la</strong> di altro, è ritornata quell’atmosfera che si respirava quando<br />
lui abitava in paese. In tutti i paesi vicini, da Ancona a Senigallia, da Sassoferrato a<br />
Pesaro, da Fossombrone ad Arcevia, nei bar, non si par<strong>la</strong> di altro, solo delle avventure<br />
vincenti di Americo, un eroe. Il 6 marzo, a Saarbrucker in Germania, si svolge il<br />
Campionato Mondiale di cross. Americo vi partecipa <strong>per</strong> <strong>la</strong> prima volta, giungendo<br />
al terzo posto. Al primo posto si è c<strong>la</strong>ssifica il francese Andrè Dufraisse e al secondo<br />
posto lo svizzero Bieri Hans.<br />
17 marzo 1955 – Sport Illustrato – Ciclocross: conferma di <strong>Severini</strong> – A Saarbrucken<br />
si è disputato il campionato mondiale di ciclocross. Dopo <strong>la</strong> strepitosa vittoria<br />
di <strong>Severini</strong> nel G.P. Martini di domenica scorsa molte erano le s<strong>per</strong>anze italiane:<br />
certo è che i miracoli non si ripetono. Infatti <strong>Severini</strong>, pur disputando una bellissima<br />
gara, non ha potuto andare più in là di un ottimo terzo posto preceduto da Dufraisse<br />
che si è riconfermato campione mondiale (dopo aver vinto quest’anno anche il titolo<br />
francese del<strong>la</strong> specialità) e dallo svizzero Bieri. Pur battuto, l’italiano ha confermato<br />
tutto il suo valore. Buona anche <strong>la</strong> prova degli altri italiani: Benvenuti è terminato<br />
quinto e Mario Rossi (il campione d’Italia) settimo a 3’37” dal vincitore. Nel<strong>la</strong> c<strong>la</strong>s-<br />
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sifica <strong>per</strong> Nazioni l’Italia ha conquistato <strong>la</strong> piazza d’onore dietro al<strong>la</strong> Francia. La<br />
prova del giovane italiano è tanto più meritevole se si pensa che è giunto al traguardo<br />
con soli 19” di distacco dal vincitore, pur essendo stato vittima di una caduta che<br />
ha <strong>per</strong>messo allo svizzero Bieri di raggiungerlo e di batterlo <strong>per</strong> un solo secondo al<br />
traguardo finale. E’ indubbio che l’Italia sembra aver trovato finalmente l’uomo in<br />
grado di conquistare quel titolo che manca nel libro d’oro del nostro ciclismo.<br />
Il sogno di tanti italiani non si è avverato, ma un terzo posto è veramente eccezionale<br />
<strong>per</strong> un ragazzo che ha ancora davanti tutta una carriera. Il 22 marzo, i dirigenti del<br />
Gruppo Ciclistico “Giambellino” di Mi<strong>la</strong>no, presieduta da Pino Raimondi festeggiano<br />
Americo, offrendogli una medaglia d’oro. L’11 di aprile, a Bologna, <strong>Severini</strong><br />
partecipa nuovamente al<strong>la</strong> Bologna-Raticosa, concludendo<strong>la</strong> al secondo posto, dietro<br />
Mancini. Il 26 dicembre, vince il “Ciclocross di Gar<strong>la</strong>sco”, battendo Ma<strong>la</strong>brocca<br />
e Pertusi.<br />
Parigi 1955 – Gran Premio Martini e Rossi - Durante i festeggiamenti in Società <strong>per</strong> <strong>la</strong> vittoria<br />
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Il professionista<br />
Nel 1956, dopo tanta gavetta tra i dilettanti, <strong>Severini</strong> passa tra i professionisti, nelle<br />
file degli Indipendenti, con il Gruppo Sportivo “Augustea” e l’Unione Sportiva “Cavariese”,<br />
con <strong>bici</strong>clette Gramaglia e Augustea. Il 15 gennaio a Cavaria, vince il titolo<br />
di Campione Lombardo di ciclocross nel<strong>la</strong> gara organizzata dall’U.S.Cavariese,<br />
terza Coppa “Gio-Cas”, con i migliori specialisti italiani. Americo <strong>Severini</strong> con una<br />
progressione stupenda, si aggiudica <strong>la</strong> vittoria dopo essere transitato <strong>per</strong> tutti i sei<br />
giri su cui si artico<strong>la</strong>va <strong>la</strong> gara, primo sotto lo striscione del traguardo, battendo il<br />
più diretto antagonista Mario Rossi, campione d’Italia, il quale, dopo aver resistito<br />
all’incalzare del cavariese <strong>per</strong> i tre quarti del<strong>la</strong> gara, cedeva al penultimo giro. Ottima<br />
pure le prestazioni partico<strong>la</strong>rmente di Ma<strong>la</strong>brocca e Benvenuti, i quali vincendo<br />
l’avversità di incidenti meccanici si c<strong>la</strong>ssificavano onorevolmente al terzo e quarto<br />
posto. Più sfortunato l’ex-campione d’Italia Graziano Pertusi, ricoverato in ospedale<br />
a seguito di una caduta al secondo giro mentre si trova in fuga con <strong>Severini</strong> e Rossi.<br />
La gara, ottimamente organizzata e al<strong>la</strong> quale hanno assistito il Commissario Tecnico<br />
Binda e il vice-presidente dell’UVI, Fagnani, è stata resa severa dal<strong>la</strong> neve in<br />
disgelo.<br />
16 gennaio 1956 – Il Campione – Binda al<strong>la</strong> ricerca degli azzurri del ciclocross<br />
– Inverno. Il cielo ha <strong>la</strong> fredda durezza del marmo e uno strano colore blu elettrico.<br />
Il colore del cielo che fa <strong>la</strong> neve. L’erba del<strong>la</strong> brughiera è umida e scintil<strong>la</strong>nte,<br />
come se ogni filo avesse il suo cappuccetto di “strass”. Freddo, odor di caldarroste<br />
e voglia di “Punch”. Gli “assi” riposano. Non staccheranno che a febbraio le <strong>bici</strong>-<br />
Ponte Decimo Genova - Campionato Italiano Ciclocross 1956<br />
Americo 1° c<strong>la</strong>ssificato, durante <strong>la</strong> premiazione, al<strong>la</strong> sua destra Rodoni (Presidente del<strong>la</strong> Federazione).<br />
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clette al chiodo, gli “assi”. E allora andranno nel<strong>la</strong> Riviera dei Fiori a sgranchirsi<br />
le gambe, prima di affrontare le gare d’avvio del<strong>la</strong> stagione. Ma altre ruote girano<br />
in questa stagione di freddo. Sono le ruote degli uomini del ciclo-cross, <strong>per</strong> i quali<br />
come molta è <strong>la</strong> passione pochi sono i premi. Il ciclo-cross che cos’è ? Si corre <strong>per</strong><br />
prati, strade, sentieri, mu<strong>la</strong>ttiere, quando è possibile in sel<strong>la</strong> al<strong>la</strong> <strong>bici</strong>cletta. E si<br />
passano piccoli ponti, si salgono e si scendono gradinate con <strong>la</strong> <strong>bici</strong>cletta in spal<strong>la</strong>.<br />
Difficili sono, dunque, gli arrivi in vo<strong>la</strong>ta, anche se <strong>la</strong> distanza di queste gare è poca:<br />
due dozzine di chilometri all’incirca. E quasi sempre il <strong>per</strong>corso è in “circuito”; così<br />
gli atleti ripassano tre, cinque volte sul terreno del<strong>la</strong> corsa. Pochi gli atleti in gara,<br />
e poca <strong>la</strong> gente che assiste allo spettacolo. Il ciclo-cross è il parente più povero del<br />
ciclismo. Ma è nobile, come lo sanno essere le cose povere. Trionfano i “modesti” e<br />
non <strong>per</strong> niente, qualche anno fa, in queste gare dominava Mo<strong>la</strong>brocca, quel Ma<strong>la</strong>brocca<br />
che s’èra fatto <strong>la</strong> fama di “Lanterna rossa” del Giro d’Italia. Resiste ancora<br />
Ma<strong>la</strong>brocca, bravi anche: Rossi, il campionissimo del<strong>la</strong> specialità. Ora nelle gare<br />
di ciclo-cross, sono bravi anche: Rossi, il campione d’Italia, e Pertusi, Benvenuti,<br />
Trabucchi. Un pò vince l’uno e un pò vincono gli altri. Sicchè Binda si gratta <strong>la</strong> testa<br />
e si domanda: “Chi porterò a Lussemburgo?....”. Binda ha, infatti, avuto l’incarico<br />
di scegliere gli “azzurri” <strong>per</strong> <strong>la</strong> gara <strong>per</strong> il campionato del mondo che si svolgerà a<br />
Lussemburgo, appunto, il 19 febbraio. Ha poco più di un mese di tempo, Binda, <strong>per</strong><br />
far <strong>la</strong> sua scelta; ma pochi saranno quelli che resteranno fuori, <strong>per</strong>ché già ridotto<br />
all’osso è il campo. Comunque, Binda, vede e giudica; le sue decisioni si sapranno<br />
forse appena dopo <strong>la</strong> conclusione del<strong>la</strong> gara <strong>per</strong> il campionato nazionale che si<br />
svolgerà a Pontedecimo, il 5 febbraio. Chiediamo a Binda i suoi pronostici <strong>per</strong> le<br />
Una delle prime vetture di Americo, una Giulietta Spider Alfa Romeo.<br />
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gare di Pontedecimo e di Lussemburgo. Ecco Binda: …a Pontedecimo, nel<strong>la</strong> “corsa<br />
nazionale”, potrebbe spuntar<strong>la</strong>, di nuovo, Rossi ch’è di quei posti e che, <strong>per</strong>ciò, avrà<br />
il vantaggio di gareggiare su strade e sentieri conosciuti; e a Lussemburgo, nel<strong>la</strong><br />
“corsa dell’arcobaleno”, proprio non so. Favoriti dovrebbero essere i francesi, che<br />
sono molto bravi nel<strong>la</strong> specialità. I “nostri” faranno quello che potranno; da noi<br />
il ciclo-cross è poca cosa. Penso, comunque, che non saranno degli ultimi gli “azzurri”.<br />
E poi, <strong>per</strong> quanto mi risulta, anche Charly Gaul sarà in gara; Gaul sarà un<br />
difficile cliente <strong>per</strong> tutti, <strong>per</strong>ché è in gamba anche nel ciclo-cross e <strong>per</strong>ché avrà <strong>la</strong><br />
possibilità, lui uomo di casa, di battere e ribattere sul <strong>per</strong>corso. E qui <strong>la</strong> nostra breve<br />
avventura nel mondo del ciclo-cross finisce, <strong>per</strong> ora. – A.C. -<br />
Il 22 gennaio a Como, Americo giunge al secondo posto, mentre, ottiene una splendida<br />
vittoria il 29 gennaio ad Albizzate.<br />
30 gennaio 1956 – Lo Sport Illustrato – Ai mondiali di ciclocross poche s<strong>per</strong>anze<br />
<strong>per</strong> gli azzurri – Solo di recente il ciclismo invernale è stato sco<strong>per</strong>to dall’industria<br />
italiana e due Case hanno cominciato a dedicarsi ai poco noti peda<strong>la</strong>tori – Genova,<br />
gennaio – Il 5 febbraio prossimo Mario Rossi, campione italiano di ciclocross,<br />
compirà trentun anni. Proprio quel giorno, <strong>per</strong> una strana coincidenza, tutto il c<strong>la</strong>n<br />
del ciclismo invernale – corridori, dirigenti, industriali – si darà convegno al suo<br />
paese, a Pontedecimo, all’estrema <strong>per</strong>iferia di Genova. Non <strong>per</strong> fargli gli auguri, no,<br />
chè <strong>la</strong> gente del pedale dimentica spesso simili convenevoli, ma semmai <strong>per</strong>…fargli<br />
<strong>la</strong> festa. Cioè <strong>per</strong> “matare” proprio lui, il campione d’Italia, strappandogli di dosso<br />
<strong>la</strong> prestigiosa maglia biancorossoverde. Non è detto che l’impresa sia facile, sia<br />
<strong>per</strong>ché gli organizzatori del<strong>la</strong> U.S.Pontedecimo nel tracciare il <strong>per</strong>corso del<strong>la</strong> prova<br />
unica <strong>per</strong> il titolo si saranno valsi certamente del<strong>la</strong> consulenza interessata del loro<br />
atleta, sia <strong>per</strong>ché Rossi ha i mezzi <strong>per</strong> difendersi sui sentieri di casa sua e di casa di<br />
altri (basti dire che, lo scorso anno, di tricolore si fasciò a Corinaldo, nelle Marche,<br />
nel paese di quell’Americo <strong>Severini</strong> che è uno dei più quotati e forti tra i suoi rivali).<br />
Ma tant’è ; <strong>la</strong> qualifica di miglior ciclopratista italiano è nuovamente in discussione,<br />
e Rossi non può pensare alle trentun candeline sul<strong>la</strong> torta del suo compleanno. Sul<br />
conto di questi acrobati del<strong>la</strong> <strong>bici</strong>cletta, che si sbizzarriscono sul<strong>la</strong> neve in uno sport<br />
nato <strong>per</strong> <strong>la</strong> canico<strong>la</strong>, che disdegnano le strade d’asfalto preferendo prati, sentieri<br />
scarpate, boschi, che disinvoltamente, alternano chilometri di sel<strong>la</strong> a chilometri con<br />
<strong>la</strong> <strong>bici</strong> in spal<strong>la</strong>, si può intessere un discorsetto che valga di presentazione al<strong>la</strong> gara<br />
tricolore di mezzo inverno. Il loro campo è, al solito, molto ristretto: una corsa a<br />
settimana <strong>per</strong> una ventina di atleti. E i nomi dei protagonisti non sempre gli stessi:<br />
Rossi che quest’anno ha già vinto tre volte, Pertusi (due vittorie, nonostante sia<br />
militare, in fanteria, a Varese), il romagnolo Benvenuti (due), <strong>Severini</strong> (due vittorie<br />
anche lui, ma sul suo conto potrebbe scoppiare una grana, in quanto sembra<br />
che il marchigiano abbia firmato due cartellini, uno <strong>per</strong> <strong>la</strong> Giambellino e uno <strong>per</strong><br />
<strong>la</strong> Cavariese), le rive<strong>la</strong>zioni Grassi e Trabucchi (due ciascuno), e il trentaseienne<br />
irriducibile Ma<strong>la</strong>brocca, che <strong>la</strong> sua corsa l’ha vinta anche lui, a Gar<strong>la</strong>sco davanti<br />
ai suoi concittadini. Ci sarebbe anche il genovese Picasso, che nel ’54 fu azzurro<br />
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Americo festeggiato dai suoi tifosi, dal Presidente e dal DS subito dopo <strong>la</strong> gara vinta.<br />
51
a Crenna, ma <strong>per</strong> adesso il ragazzo è a Bolzano negli alpini e non può correre; e<br />
ci sarebbero anche i giovani Ferri e Guerciotti, tutt’ora in fase di maturazione e di<br />
ambientamento. Oltre questa cerchia non si va, <strong>per</strong>ché il ciclocross da noi non ha<br />
mai avuto molta risonanza, neppure ai tempi dei Ferrando, dei Prina, dei Toigo, che<br />
erano degli specialisti completi. Nessun corridore di un certo nome ha mai curato<br />
questa faticosa (e poco redditizia) attività; anche Monti – che pure fu campione <strong>la</strong>ziale<br />
– l’ha abbandonata in fretta dopo aver trovato <strong>la</strong> fortuna nelle corse su strada.<br />
Mentre invece, all’estero, gente illustre come Robic, come Gaul, come Schaer, come<br />
Schmitz l’ha resa popo<strong>la</strong>rissima. Soprattutto <strong>per</strong> questo motivo noi in tema di ciclocampestri<br />
siamo molto indietro e il C.T.Binda, dopo <strong>la</strong> gara di Pontedecimo, potrà<br />
varare con poca fatica <strong>la</strong> formazione azzurra <strong>per</strong> i “mondiali” del 19 febbraio al<br />
Lussemburgo. Con poca fatica, <strong>per</strong>ché i nomi sono sempre quelli, e con pochissime<br />
s<strong>per</strong>anze. Eppure, a ben guardare dentro le segrete faccende, qualche cosa di nuovo<br />
c’è anche in Italia. Intanto è sintomatico che l’industria abbia sco<strong>per</strong>to il ciclocross,<br />
dedicato cure a questi carneadi del pedale; due sono le “Case, che basano <strong>la</strong> loro<br />
attività (e <strong>la</strong> loro propaganda) sul ciclismo invernale: <strong>la</strong> Nilux di Vigevano che ha<br />
in forza Rossi, Trabucchi, Benvenuti e Ma<strong>la</strong>brocca, e l’Augustea di Mi<strong>la</strong>no, con <strong>Severini</strong>,<br />
Pertusi, Grassi. Due “squadrette” l’una contro l’altra armata, con <strong>la</strong> logica<br />
conseguenza di aumentare l’agonismo delle gare e il valore dei risultati tecnici. E, in<br />
certo qual modo, di far guadagnare qualche cosetta di più ai corridori, nessuno dei<br />
quali <strong>per</strong>ò è stipendiato come i colleghi del<strong>la</strong> strada, anche i più modesti. Rossi si<br />
tiene di conto il suo posto di elettricista nelle Ferriere Bruzzo di Bolzaneto, Trabucchi<br />
continua a fare il muratore a Motta Visconti, Ma<strong>la</strong>brocca cura il suo negozietto<br />
di cicli a Gar<strong>la</strong>sco – aspetta di finire il militare <strong>per</strong> riprendere il suo impiego di meccanico.<br />
Adesso servirebbe un pronostico <strong>per</strong> <strong>la</strong> prova tricolore, Pertusi, Benvenuti<br />
e Trabucchi, <strong>per</strong> le loro doti di fondo, sono i favoriti se si correrà su terreno ge<strong>la</strong>to<br />
e sul<strong>la</strong> neve; Rossi, che è il più c<strong>la</strong>ssico e il migliore stilista, potrebbe imporsi sul<br />
terreno asciutto e su un <strong>per</strong>corso agile, al pari di <strong>Severini</strong> che potrebbe farvi valere<br />
<strong>la</strong> maggior freschezza dovuta all’età. Da questa cerchia non si scappa, <strong>per</strong>ché se aggiungiamo<br />
che Grassi e Ma<strong>la</strong>brocca scendono in gara come outsiders, i ciclopratisti<br />
in attività di servizio li abbiamo nominati tutti. – Giuseppe Rebora -<br />
52<br />
Campione d’Italia<br />
Il 5 febbraio a Pontedecimo di Genova, si svolge il Campionato Italiano Ciclocross.<br />
06 febbraio 1956 – La Gazzetta dello Sport – Facile vittoria di <strong>Severini</strong> – Pontedecimo,<br />
5 febbraio – Il festival dei ciclopratisti, valevole <strong>per</strong> l’assegnazione del<strong>la</strong> prima<br />
maglia tricolore di ciclismo, si è concluso con una stupenda affermazione di Americo<br />
<strong>Severini</strong>. Il marchigiano (lombardo d’adozione) ha letteralmente sbaragliato il<br />
campo dominando <strong>la</strong> gara in modo sorprendente dall’avvio al<strong>la</strong> fine confermando<br />
così le sue smaglianti condizioni di forma ed il suo stato di grazia proprio all’indomani<br />
del<strong>la</strong> non meno splendente vittoria conseguita nel cross internazionale di Al-
izzate. Il ragazzo di Chinetti e Puricelli, i validi dirigenti dell’U.S. di Cavaria, non<br />
ha concesso un attimo di respiro ai suoi avversari e <strong>la</strong> sua affermazione, è bene dirlo<br />
subito, è stata così netta e cristallina che è valsa <strong>per</strong>sino ad annul<strong>la</strong>re ogni episodio<br />
drammatico ed emotivo. Il tanto atteso duello con il tricolore uscente Mario Rossi,<br />
che pur godeva del vantaggio di correre sulle strade a lui familiari, il marchigiano lo<br />
ha vinto subito in partenza. All’abbassarsi del<strong>la</strong> bandierina del “via” si è rizzato sui<br />
pedali con un ritmo da gazzel<strong>la</strong> scatenata sorprendendo tutti <strong>per</strong> il tempestivo e forse<br />
inatteso attacco. E, nello spazio di pochi chilometri, era già al comando svuotando<br />
così <strong>la</strong> gara di ogni palpitante motivo. Il binomio Rossi-Benvenuti, <strong>la</strong> <strong>per</strong>icolosa<br />
coppia che rimase alle spalle del dominatore sino al<strong>la</strong> fine, cercò dis<strong>per</strong>atamente<br />
di reagire, ma, contro il <strong>Severini</strong> d’oggi non c’era nul<strong>la</strong> da fare. Il marchigiano<br />
impresse al<strong>la</strong> sua peda<strong>la</strong>ta (sui tratti praticabili) ed al suo passo di atleta, molto<br />
simile a quello degli specialisti di gran fondo (sui tratti ove <strong>la</strong> <strong>bici</strong>cletta doveva finire<br />
inevitabilmente sulle spalle) impresse, dicevamo, un ritmo incandescente che finì <strong>per</strong><br />
compromettere definitamene ogni residua s<strong>per</strong>anza dei suoi pur tenaci avversari.<br />
Basta dare una rapida occhiata ai distacchi inflitti, giro <strong>per</strong> giro, al<strong>la</strong> coppia più temibile<br />
<strong>per</strong> avere il quadro completo del<strong>la</strong> c<strong>la</strong>morosa prestazione del leprotto biancoazzurro:<br />
cinque secondi al<strong>la</strong> chiusura del primo giro; 20” al secondo; 37” al terzo;<br />
55” al quarto; 1’2” al quinto ed infine 1’05” al traguardo finale. La bel<strong>la</strong> prova di<br />
<strong>Severini</strong>, nuovo tricolore dei ciclopratisti, è dunque suffragata in modo eloquente<br />
dal<strong>la</strong> crudezza delle cifre ed è quanto basta <strong>per</strong> esaltare con sufficiente chiarezza <strong>la</strong><br />
sua lodevolissima <strong>per</strong>formance. Mario Rossi è stato dunque battuto proprio sul suo<br />
terreno ove ne conosceva ogni insidia. Il fattore campo è quindi risultato al<strong>la</strong> fine,<br />
come prevedevamo, un vantaggio molto effimero ed anche quest’anno si è ripetuto<br />
quanto già era avvenuto nel<strong>la</strong> scorsa annata a Corinaldo quasi patria dell’attuale<br />
vincitore del titolo. L’atleta di Pontedecimo ha comunque duel<strong>la</strong>to, come è suo<br />
costume, al limite delle sue possibilità ed il terzo posto conseguito alle spalle del<br />
sorprendente Benvenuti e del dominatore <strong>Severini</strong> non può essere c<strong>la</strong>ssificato come<br />
una deludente prestazione. Tutt’altro. […] In rapida sintesi <strong>la</strong> cronaca. 19 i partenti.<br />
Starter il vice-sindaco di Genova prof. De Andrè, Assessore allo sport e Turismo. Avvio<br />
alle ore 14,33. Scatto im<strong>per</strong>ioso di <strong>Severini</strong> che mette subito una grossa ipoteca<br />
al successo finale. Questi i passaggi al termine del<strong>la</strong> prima tornata: 1.<strong>Severini</strong>; a<br />
brevi intervalli Rossi, Benvenuti, Ma<strong>la</strong>brocca, Trabucchi, Grassi, Sforacchi. Ritirato<br />
Belli. Nel giro successivo prende consistenza il vantaggio di <strong>Severini</strong> che accumu<strong>la</strong><br />
una manciata di preziosi secondi. Ecco i distacchi al termine dell’ottavo chilometro:<br />
<strong>Severini</strong>; Rossi e Benvenuti a 20”; Grassi, Trabucchi e Ma<strong>la</strong>brocca a 50”; Sforacchi<br />
a 55”; Ferri a 1’15”; Guerciotti a 1’30”; Fenocchio a 2’20”; Monzini e Cecchi a<br />
2’30”. Tempo sul giro (km.4): 10’. Terza tornata. Aumenta progressivamente il vantaggio<br />
dell’aquilotto del<strong>la</strong> Cavariese che sfreccia al traguardo con un gruzzolo di<br />
37” dinanzi al<strong>la</strong> coppia Rossi-Benvenuti; a 1’20” Sforacchi e Trabucchi; a 1’30”<br />
Ma<strong>la</strong>brocca; a 1’40” Ferri; a 1’50” Grassi (che ha forato); a 2’45” Guerciotti. La<br />
spettacolosa fuga di <strong>Severini</strong> sta ora assumendo un aspetto veramente c<strong>la</strong>moroso ed<br />
anche nel<strong>la</strong> quarta tornata il bianco-azzurro aumenta il già sostanzioso vantaggio. Il<br />
53
distacco del duo Rossi-Benvenuti passa a 55” al termine del sedicesimo chilometro.<br />
A 1’55” Strabucchi-Sforacchi; a 2’15” Ferri-Ma<strong>la</strong>brocca; a 2’50” Grassi; a 3’55”<br />
Guerciotti. Tempo sul giro 10’05”. Anche nel penultimo giro sale il tempo a favore<br />
dell’ormai virtuale vincitore: Benvenuti-Rossi, sempre appaiati, passano dopo<br />
1’02”; Trabucchi a 2’20”; Sforacchi a 2’30”; Ferri-Ma<strong>la</strong>brocca a 2’50”; Grassi a<br />
3’45”. Tempo sul giro 10’10”. Gran Finale infine, di <strong>Severini</strong> che si aggiudica con<br />
pieno merito l’ambito titolo in palio. Per il posto d’onore vo<strong>la</strong>tone fra Benvenuti e<br />
Rossi: <strong>la</strong> spunta in modo netto l’esuberante romagnolo. Hanno presenziato al<strong>la</strong> gara<br />
il presidente dell’UVI Farina, il presidente del<strong>la</strong> CTS Capel<strong>la</strong>ro, il Commissario<br />
Tecnico Alfredo Binda, il vice-presidente dell’UVI ing.Gaino, il presidente del del<br />
C.R.Ligure Faucci, Learco Guerra ed altri. Lodevole nel complesso l’organizzazione<br />
dell’U.S.Pontedecimo, diretta da Ghiglione. – Luciano Bandera – Ordine di<br />
arrivo: 1.<strong>Severini</strong> Americo (S.C.Cavariese) km.24, in 1.01’55”; 2.Benvenuti Dante<br />
(U.C.Nilux-Vigevano) a 1’05”; 3.Rossi Mario (U.S.Pontedecimo) s.t.; 4.Trabucchi<br />
Severino (U.C.Nilux-Vigevano) a 2’40”; 5.Sforacchi Nello (S.C.Versailles-Parigi)<br />
a 2’ e 50”; 6.Ma<strong>la</strong>brocca Luigi (U.C.Nilux-Vigevano) a 3’05”; 7.Ferri Romano<br />
(A.S.Augustea Mi<strong>la</strong>no) s.t.; 8.Grassi Umberto (id.); 9.Guerciotti Italo (id.); 10.Cecchi<br />
Mario (U.C.Nilux-Vigevano) a 7’; 11.Fenocchio Fulvio (id.) a 7’45”; 12.Monzini<br />
Giannini (U.S.Cassanese) a 9’; 13.Rodo<strong>la</strong>tti Aldo (C.C.Castel<strong>la</strong>nzese) a 9’15”;<br />
14.Gesuito Giovanni (S.C.Idleor-Carbonara di Bari) a 13’ e 05”; 15.Ferrante Giuseppe<br />
(A.S.Augustea-Mi<strong>la</strong>no) s.t.; 16.Quadrelli Ruggero ( A.S.Baraggia Bronzo) a<br />
15’50”; 17.Ghi<strong>la</strong>rdini Giovanni (U.C.Nilux-Vigevano) a 16’. Fuori tempo massimo:<br />
Pistarini Giovanni (C.V.Alessandrino). –<br />
Il commissario tecnico, Alfredo Binda, mentre si svolge il campionato italiano ciclocross,<br />
ha comunicato i nomi dei quattro corridori che vestiranno <strong>la</strong> maglia azzurra<br />
nei prossimi campionati del mondo, che si svolgeranno in Lussemburgo. I prescelti<br />
sono: Americo <strong>Severini</strong>, Dante Benvenuti, Mario Rossi e Severino Trabucchi; riserve<br />
Nello Sforacchi e Luigi Ma<strong>la</strong>brocca.<br />
Americo <strong>Severini</strong> racconta: “Con <strong>la</strong> società Cavariese ad ogni vittoria, <strong>per</strong> contratto,<br />
dovevo ricevere lire 25.000 dal<strong>la</strong> casa costruttrice delle <strong>bici</strong> Augustea che non<br />
mi dava mai, allora <strong>per</strong> non <strong>per</strong>dere questo denaro non facevo altro che vendere ad<br />
un privato <strong>la</strong> <strong>bici</strong> che ci correvo prima del<strong>la</strong> gara e che consegnavo subito dopo<br />
il termine dicendo che mi era stata come sempre rubata. L’Augustea non mi diceva<br />
niente <strong>per</strong> <strong>la</strong> scomparsa del<strong>la</strong> <strong>bici</strong> <strong>per</strong>ché ci guadagnava lo stesso in quanto il costo<br />
del<strong>la</strong> <strong>bici</strong> era di lire 15.000 contro le 25.000 lire che mi doveva <strong>per</strong> <strong>la</strong> vittoria”.<br />
18 febbraio 1956 – La Gazzetta dello Sport – Grande S<strong>per</strong>anza azzurra – Americo<br />
<strong>Severini</strong> ha ritrovato un morale di ferro. Per <strong>la</strong> prima volta nel<strong>la</strong> sua carriera è riuscito<br />
ad agguantare, quindici giorni fa, <strong>la</strong> maglia tricolore del<strong>la</strong> specialità. Il ciclopratismo<br />
italiano ha trovato in lui un alfiere dotato di buona c<strong>la</strong>sse e di un enorme<br />
orgoglio. Al<strong>la</strong> ribalta internazionale, <strong>Severini</strong> si affacciò lo scorso anno. Da sconosciuto<br />
vinse a Parigi il Gran Prix Martini battendo tutti i migliori specialisti del<br />
mondo. La domenica successiva, a Saarbrucken, soltanto una brutta caduta in vista<br />
54
dell’arrivo gli precluse <strong>la</strong> possibilità di lottare <strong>per</strong> il primo posto con lo specialista<br />
Dufraisse che indossò, <strong>per</strong> <strong>la</strong> seconda volta consecutiva, <strong>la</strong> maglia iridata. Questo<br />
anno <strong>Severini</strong> viene considerato dai francesi l’avversario da battere. -<br />
Il 19 febbraio, in Lussemburgo a Baumbusch, Americo partecipa al campionato del<br />
mondo, una gara con molta attesa da parte dei tifosi italiani che s<strong>per</strong>ano in una sua<br />
vittoria. La partenza è fulminea, i migliori si sono portati in prima fi<strong>la</strong>, <strong>Severini</strong> <strong>per</strong>de<br />
posizioni e gli stretti passaggi rendono difficoltosi i sorpassi e il buon Americo <strong>per</strong>de<br />
molto tempo. Il Campionato viene vinto ancora una volta dal transalpino Andrè<br />
Dufraisse, seguito dal connazionale Giorges Meunier, dallo svizzero Emile P<strong>la</strong>ttner,<br />
il giovane “Barbarino” si c<strong>la</strong>ssifica nelle successive posizioni. Il trentenne cittadino<br />
di Limoges ha vinto <strong>per</strong> <strong>la</strong> terza volta consecutivo il titolo mondiale di ciclocross,<br />
questa oscura ed eroica specialità il cui fascino viene purtroppo riconosciuto solo<br />
da pochi appassionati i quali, incuranti dei rigori del<strong>la</strong> stagione, affol<strong>la</strong>no stradacce<br />
im<strong>per</strong>vie <strong>per</strong> il fango e <strong>la</strong> neve, pur di vedere passare i loro beniamini. Il ciclocross,<br />
<strong>per</strong>ò, ha fatto in questi ultimi anni passi da gigante, prova ne è che al<strong>la</strong> edizione<br />
lussemburghese hanno partecipato alcuni stradisti di fama, fra i quali il principe<br />
degli sca<strong>la</strong>tori Charly Gaul e Schmitz, il secondo arrivato ai campionati mondiali<br />
del 1955 di Frascati. <strong>Severini</strong> era, al<strong>la</strong> vigilia, indicato come l’”outsider” numero<br />
uno. Dufraisse aveva anzi detto che <strong>la</strong> maglia iridata sarebbe passata dalle sue spalle<br />
a quelle del piccolo sca<strong>la</strong>tore italiano. Americo, non ha infi<strong>la</strong>to <strong>la</strong> giornata di giusta<br />
vena (stanchezza dovuta al lungo viaggio in treno concluso soltanto al<strong>la</strong> vigilia?),<br />
ha subito qualche forzato arresto, ma soprattutto non ci si è trovato su di un terreno<br />
tanto pesante e tanto diverso dai facili e peda<strong>la</strong>bili <strong>per</strong>corsi ai quali era abituato in<br />
Italia. Una sconfitta con delle attenuanti, <strong>la</strong> sua, ma troppo netta <strong>per</strong> venire addebitata<br />
esclusivamente a fattori occasionali. Gli altri italiani sono naufragati. Binda e<br />
il presidente del<strong>la</strong> UVI Farina erano alquanto depressi dopo <strong>la</strong> gara. E dire, che al<strong>la</strong><br />
vigilia, anche loro avevano s<strong>per</strong>ato qualcosa, pur senza ammetterlo a<strong>per</strong>tamente.<br />
Americo in Francia<br />
Successivamente Americo partecipa in Francia a molte gare: il 4 marzo a Parigi al<br />
Gran Premio Martini di Ciclocross, gara internazionale con i migliori ciclisti europei.<br />
L’11 marzo a Limoges, prende parte, nel<strong>la</strong> terra dell’iridato Dufraisse, al Ciclocross<br />
Internazionale. Il 23 dicembre, partecipa a Fontenay e vince il gran premio<br />
Ciclocross di Fontaney. Il 30 dicembre, <strong>Severini</strong> giunge secondo nel gran premio<br />
ciclocross di Fursac.<br />
Ecco come Americo racconta il suo primo incontro con Renato Longo, che diverrà<br />
suo grande rivale: “….Ho conosciuto Renato al panificio,dove <strong>la</strong>vorava come garzone.<br />
Era un giovane ragazzone di bottega che abitava nelle vicinanze di casa mia<br />
e sapevo che aveva tanta voglia di andare in <strong>bici</strong>cletta. Una sera, mentre ero uscito<br />
<strong>per</strong> gli allenamenti giornalieri, allora ero già professionista, incontrai in <strong>bici</strong>cletta<br />
Renato,…. con voce tremante e impacciata, mi chiese se poteva venire con me, a fare<br />
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gli allenamenti, <strong>per</strong>correndo il circuito del Parco, ripetendolo più volte, come tutti<br />
i giorni si faceva con gli amici. Accettai ben volentieri. Giunti davanti al Castello<br />
Sforzesco, mi aspettavano una trentina di ciclisti, fra i quali Tonino Domenicali,<br />
Domenico De Lillo, i soliti amici con cui giornalmente facevo il giro del Parco, passando<br />
<strong>per</strong> Corso Sempione, all’Arena e davanti al Castello Sforzesco. Il gruppo era<br />
composto da ciclisti dilettanti che <strong>la</strong> mattina <strong>la</strong>vorano e <strong>la</strong> sera si allenavano. Ho<br />
notato subito che Renato ce <strong>la</strong> metteva tutta e ci stava a ruota. Finito l’allenamento e<br />
sciolto il gruppo,mentre tornavamo verso casa chiesi a Renato se voleva iscriversi al<br />
mio gruppo: l’Augustea. Lo vidi sbiancare in volto, non sapeva darmi una risposta.<br />
Alcuni giorni dopo l’ho accompagnato all’Augustea e così si è iscritto….”.<br />
Mentre continua <strong>la</strong> sua carriera in Francia, <strong>Severini</strong> sente arrivare dall’Italia notizie<br />
delle vittorie del giovane Longo. Però <strong>Severini</strong> conosce Longo solo con il suo nome,<br />
Renato, non essendosi mai preoccupato di sa<strong>per</strong>ne il cognome e questo nonostante<br />
in quel <strong>per</strong>iodo Americo frequentasse proprio <strong>la</strong> figlia di Gino Vezzoli, tito<strong>la</strong>re del<br />
panificio di viale Certosa a Mi<strong>la</strong>no, dove Renato Longo <strong>la</strong>vorava come garzone di<br />
bottega. Così, fu solo al suo ritorno dal<strong>la</strong> Francia, nel<strong>la</strong> prima gara in Italia, che si<br />
accorse che quel Longo di cui sentiva sempre par<strong>la</strong>re, come vincitore in Italia, non<br />
era altro che il suo amico Renato.<br />
56
Il pratista<br />
Nel 1957, Americo corre come Indipendente, con il gruppo ciclistico “Augustea-<br />
Clement”, il “VC Versailles-Rochet”, il “Rochet-Dunlop” e <strong>la</strong> “Lygie”, con <strong>bici</strong>cletta<br />
Gramaglia. Il 6 gennaio, partecipa a Chatou, dove vince il gran premio Ciclocross<br />
di Chatou.<br />
07 gennaio 1957 – La Gazzetta dello Sport – Malgrado un errore di <strong>per</strong>corso<br />
– Bel<strong>la</strong> vittoria di <strong>Severini</strong> nel cross di Chatou – Chatou, 6 – Si era al quarto e<br />
ultimo dei giri. Americo <strong>Severini</strong>, che aveva preso il comando dall’inizio, aveva un<br />
confortevole vantaggio sul duo francese Jodet e Rondeaux. <strong>Severini</strong> aveva corsa<br />
vinta, <strong>la</strong> sua peda<strong>la</strong>ta nel<strong>la</strong> parte cic<strong>la</strong>bile era ancora sciolta, e le sue condizioni<br />
di freschezza non <strong>la</strong>sciavano temere un qualsiasi crollo. Si attendeva dunque il suo<br />
arrivo allo scadere del quarto d’ora. Questo è scaduto e di <strong>Severini</strong> nemmeno l’ombra<br />
e quel che è peggio nemmeno l’urlo del<strong>la</strong> fol<strong>la</strong> nel fondo valle che annuncia<br />
in genere l’arrivo del vincitore. Una certa preoccupazione si leggeva nei volti di<br />
quanti avevano seguito <strong>la</strong> gara di <strong>Severini</strong> con entusiasmo e passione e gli italiani<br />
erano molti. Che poteva essere mai successo? Ci si aspettava francamente il peggio<br />
quando finalmente l’urlo è giunto e <strong>Severini</strong> seguito a ruota da Rondeaux tagliava<br />
vittorioso il traguardo. A vederlo appena sceso di macchina non si poteva sospettare<br />
una crisi, ma un incidente. E <strong>Severini</strong> lo ha così raccontato: - Ero ormai sicuro<br />
vincitore. Volevo vincere netto, fare un tempo su questo <strong>per</strong>corso d’inferno, volevo<br />
dare <strong>la</strong> sensazione di quello che realmente valgo. Ed allora giù a peda<strong>la</strong>re a testa<br />
abbassata, affiorando i cigli, gli sterpi, le bandierine. Ad un certo momento mi sono<br />
Americo posa <strong>per</strong> una foto ricordo, dopo una gara vinta, assieme ai fratelli Severino (primo da<br />
destra) e Agostino (secondo da destra), ed al cognato Amos (secondo da sinistra).<br />
57
itrovato fuori gara. Era ad una curva, non c’èra molta gente e il sentiero cic<strong>la</strong>bile<br />
si biforcava. Ho preso quello sbagliato, tanto ero folle del<strong>la</strong> vittoria. Solo dopo un<br />
centinaio di metri mi sono accorto di aver sbagliato. Via indietro come un razzo e intanto<br />
Rondeaux mi era passato davanti. Un velo mi si è fatto sugli occhi, avrei voluto<br />
piangere dal<strong>la</strong> dis<strong>per</strong>azione e poi l’ho su<strong>per</strong>ato e su<strong>per</strong>andolo ho ritrovato tutte le<br />
forze che mi erano mancate di colpo davanti a questo colpo del<strong>la</strong> sorte. […]L’episodio<br />
ha il suo valore morale e <strong>per</strong> questo lo abbiamo raccontato; anche il suo valore<br />
tecnico, <strong>per</strong>ché <strong>Severini</strong> ha oggi confermato che può solo temere Dufraisse, ma che<br />
è incontestabilmente il secondo del<strong>la</strong> specialità mentre può contendere al francese<br />
il desiderio deil titolo di miglior pratista del mondo. In tutta <strong>la</strong> corsa si riassume in<br />
questa lunga fuga di <strong>Severini</strong> cui hanno tenuto testa i due migliori francesi dopo Dufraisse,<br />
Rondeaux e Jodet, ed il volo im<strong>per</strong>tinente ma anche irresistibile di <strong>Severini</strong><br />
che ai tre quarti del <strong>per</strong>corso aveva già dato <strong>la</strong> misura delle sue possibilità ed aveva<br />
rassicurato che aveva creduto in una sua vittoria. Dietro i due francesi e Lettel, un<br />
ragazzo nuovo, lo sbandamento più completo. E’ stato necessario aspettare più di<br />
tre minuti prima che Borele, Muny e Sforacchi apparissero e <strong>la</strong> gente già andava via<br />
quando i ritardatari apparivano. Ecco l’ordine d’arrivo: 1. <strong>Severini</strong> Americo km.23<br />
in 1.7’28”; 2. Rondeaux a 4”; 3. Jodet a 25”; 4. Lettel a 52”; 5. Muny a 3’27”; 6.<br />
Brulè a 3’54”; 7. Sforacchi. -<br />
Il 13 gennaio a Dreux, giunge terzo al gran premio Ciclocross di Dreux. Il 20 gennaio<br />
a Montreuil, vince il gran premio ciclocross di Montreuil. Il campionato italiano<br />
viene vinto da Romano Ferri, seguito da Graziano Pertusi e Mario Rossi. Il campionato<br />
del mondo, che si è svolto in Belgio, a Ede<strong>la</strong>ere, è stato vinto dal francese Andrè<br />
Dufraisse, seguito dal belga F.Van Kerrebroeck e dal francese Giorges Meunier. Il 10<br />
marzo, Americo, rientrato in Italia, vince il gran premio ciclocross di Cavaria. Il 15<br />
dicembre a Besate, vince il gran premio Ciclocross di Besate.<br />
16 dicembre 1957 – La Gazzetta dello Sport – 2° Ferri 3° Longo – Successo di <strong>Severini</strong><br />
nel ciclo-cross di Besate – Besate, 15 dicembre – Americo <strong>Severini</strong>, ex campione<br />
del<strong>la</strong> specialità, è tornato al<strong>la</strong> vittoria con una prestazione di prim’ordine. Il<br />
“piccoletto” delle Marche è balzato, quindi, nuovamente al<strong>la</strong> ribalta del ciclopratismo<br />
ribadendo le sue non poche qualità che in un passato non lontano, gli <strong>per</strong>misero<br />
di accol<strong>la</strong>re anche oltre confine. <strong>Severini</strong>, dopo i due piazzamenti ottenuti nelle gare<br />
di Bruzzano e Motta Visconti, ha, dunque, infi<strong>la</strong>to i binari del<strong>la</strong> giusta “condizione”<br />
e questa sua chiara e convincente affermazione non <strong>la</strong>scia dubbi su ulteriori successi.<br />
L’ex-tricolore ha assunto il comando sin dall’avvio: prima in coibitazione con<br />
Ferri (primo giro) poi con Longo (dal secondo al quarto giro) e successivamente,<br />
approfittando di un incidente meccanico accorso al<strong>la</strong> “rive<strong>la</strong>zione” Longo, è rimasto<br />
solo all’avanguardia ove ha nettamente dominato <strong>la</strong> situazione nonostante<br />
un entusiasmante”serrate” del campione d’Italia Romano Ferri. <strong>Severini</strong>, Ferri e<br />
Longo hanno costituito il “tris” dei migliori e in lotta <strong>per</strong> il successo si è subito<br />
ristretta fra questi tre uomini e se il marchigiano ha <strong>per</strong>entoriamente confermato<br />
d’aver raggiunto un ottimo grado di forma lo stesso lo si deve dire <strong>per</strong> il “tricolore”<br />
Ferri il cui finale im<strong>per</strong>ioso lo ha, in buona parte, riabilitato dopo le recenti sconfitte<br />
58
Americo infreddolito dopo una gara. Si notano il Patron Gramaglia (al<strong>la</strong> sua destra)<br />
ed il fratello Severino (primo a destra).<br />
59
subite a o<strong>per</strong>a del giovane Longo. Quest’ultimo, ha ancora una volta dimostrato di<br />
possedere notevoli mezzi e se <strong>la</strong> sfortuna non lo avesse tradito nel corso del quarto<br />
giro il duello fra lui e <strong>Severini</strong> avrebbe indubbiamente assunto un tono partico<strong>la</strong>rmente<br />
vibrante. Sul solito “standard” <strong>la</strong> gara di Guerciotti e Benvenuti; sfortunati<br />
Trabucchi (ottimo nel<strong>la</strong> prima parte), Faldi, Colombo, Gianni, Grassi e Zampieri.<br />
Scheletrica <strong>la</strong> cronaca. 46 all’avvio. Spettatore (con il braccio al collo <strong>per</strong> un incidente<br />
d’allenamento) Graziano Pertusi: “rentrèe” rimandata. Il circuito sviluppa<br />
km 2.200, nonostante il rego<strong>la</strong>mento preveda <strong>la</strong> distanza di quattro chilometri. Dominio<br />
<strong>Severini</strong>-Longo sino al<strong>la</strong> fine del quarto giro. Nel<strong>la</strong> successiva tornata <strong>la</strong> sfortuna<br />
manda a gambe all’aria i bei sogni di Longo e <strong>Severini</strong> inizia così il gran finale<br />
nonostante Longo, prima, e Ferri, poi, tentino il tutto <strong>per</strong> tutto <strong>per</strong> ostaco<strong>la</strong>rne il<br />
successo. Ottima l’organizzazione del<strong>la</strong> Pol.Besatese. – Luciano Bandera – Ordine<br />
d’arrivo: 1. <strong>Severini</strong> Americo (V.C.Versailles) km.22 in ore 1.10’, media km.18,857;<br />
2. Ferri Romano (G.S.Ignis) a 28”; 3. Longo Renato (G.S.Augustea-Clement) a 43”;<br />
4. Guerciotti Italo (id.) a 2’; 5. Trabucchi Severino (Nilux-Vigevano) a 2’40”; 6.<br />
Benvenuti Dante (G.S.Ignis); 7. Pozzi Virginio (G.S.Cademartori) a 4’50”; 8. Faldi<br />
Dante (Nilux-Vigevano) a 5’15”; 9. Zorzi Giuseppe (U.S.Legnanese); 10. Colombo<br />
Gianni (G.S.Falk). -<br />
Parigi 1958 – Gran Premio Martini e Rossi – Festeggiamenti dopo <strong>la</strong> vittoria, <strong>la</strong> settimana successiva<br />
ai Campionati Mondiali di Ciclocross di Limoges vinti da Dufraies e dove Americo è salito<br />
sul secondo gradino del podio.<br />
60
Il Gianbellino<br />
Nel 1958, <strong>Severini</strong> corre come Indipendente, con il gruppo sportivo “Giambellino”,<br />
che prende il nome da un popoloso quartiere di Mi<strong>la</strong>no, diretto da Cesare Arienti e<br />
Pino Raimondi, con <strong>bici</strong>cletta Gramaglia. Il 5 gennaio a Como, vince il gran premio<br />
Ciclocross di Como. Il 12 gennaio a Mi<strong>la</strong>no, Americo, si c<strong>la</strong>ssifica al terzo posto al<br />
Ciclocross di Baggio. Il 19 gennaio a Legnano, si c<strong>la</strong>ssifica al terzo posto nel<strong>la</strong> Ciclocross<br />
Trofeo Garinei. Il 26 gennaio a Cassano d’Adda, vince il Campionato Lombardo.<br />
Al<strong>la</strong> partenza del<strong>la</strong> ciclocampestre odierna, Americo <strong>Severini</strong> si era presentato<br />
con indosso una nuova fiammante maglia sul<strong>la</strong> quale era scritto a caratteri ben<br />
chiari “G.S.Giambellino”. Una lieta sorpresa, poiché ci eravamo abituati, da qualche<br />
tempo, a veder correre il piccolo marchigiano con una maglia sociale francese, sia<br />
pur corretta da qualche tempo dai colori di “Gramaglia”. <strong>Severini</strong> appariva nelle<br />
vesti del…”figliol prodigo”!. Gioiva chi lo aveva allevato al<strong>la</strong> dura vita del ciclopratismo<br />
e, noncurante delle delusioni ed amarezze vissute, ne aveva insistentemente<br />
auspicato il ritorno sotto le insegne di quel<strong>la</strong> bandiera. Volevano presentare una nuova<br />
edizione, riveduta e corretta, di quell’estroso e bizzarro corridore che due anni<br />
fa aveva raggiunto le più alte vette del ciclopratismo internazionale. Il 2 febbraio a<br />
Cavaria, <strong>Severini</strong>, si c<strong>la</strong>ssifica al secondo posto nel ciclocross Cavaria. Il 9 febbraio<br />
partecipa a Cesano Boscone,<br />
nell’hinter<strong>la</strong>nd mi<strong>la</strong>nese,<br />
dove si svolge il Campionato<br />
Italiano Ciclocross, vince<br />
Graziano Pertusi, seguito da<br />
Renato Longo e da Romano<br />
Ferri. Il 16 febbraio a S.<br />
Ambrogio di Mi<strong>la</strong>no, nel Ciclocross<br />
Gran Premio Ignis,<br />
ottiene un buon piazzamento.<br />
<strong>Severini</strong> è lo scoiattolo<br />
del<strong>la</strong> compagnia, dei quattro<br />
(<strong>Severini</strong>, Longo, Ferri,<br />
Pertusi), convocati dal commissario<br />
tecnico Giovanni<br />
Proietti, al Campionato del<br />
Mondo in Francia a Limoges,<br />
Americo ha <strong>la</strong> migliore<br />
es<strong>per</strong>ienza internazionale,<br />
avendo gareggiato più volte<br />
in Francia in difesa dei colori<br />
del V.C.Versailles. Incostante<br />
nel rendimento, può<br />
Preparativi <strong>per</strong> <strong>la</strong> partenza <strong>per</strong> andare a disputare il Campionato<br />
del Mondo.<br />
61
Parigi 1958 – Gran Premio Martini e Rossi – Festeggiamenti in società dopo <strong>la</strong> vittoria.<br />
essere tuttavia un temibilissimo cliente <strong>per</strong> tutti. E Dufraisse, definito “il Coppi del<br />
ciclocross”, ha già avuto modo di saggiarne le possibilità.<br />
62<br />
Il sogno ”Iridato” di “Micco”<br />
Il 23 febbraio, in Francia, nel<strong>la</strong> campagna del Velodromo di Limoges, in mezzo a un<br />
bosco, si svolge il Campionato del Mondo di Ciclocross.<br />
24 febbraio 1958 – La Gazzetta dello Sport – Bril<strong>la</strong>nte e sfortunata prova di <strong>Severini</strong><br />
nel “mondiale” di ciclocross vinto da Dufraisse – Limoges, 23 febbraio – La<br />
più nera sfortuna ha impedito oggi al quartetto azzurro di mettere k.o.i quattro tricolori<br />
francesi dopo un k.o. dal quale il solo Dufraisse si è ripreso egregiamente<br />
<strong>per</strong> conquistare il suo quinto titolo mondiale. Ma oggi tutto l’edificio francese ha<br />
tremato dalle sue basi <strong>per</strong> l’attacco azzurro, e mai vittoria iridata sarà più contestata<br />
di quel<strong>la</strong> ottenuta oggi da Dufraisse sul circuito di casa sua, <strong>per</strong>ché se colui<br />
che i francesi si compiacciono di chiamare il Coppi del<strong>la</strong> ciclocampestre, ha potuto<br />
tagliare vittorioso il traguardo, lo deve a quei 500 metri di vantaggio presi a<br />
<strong>Severini</strong> a 2 chilometri dall’arrivo <strong>per</strong> un salto di catena accorso al nostro azzurro<br />
e non già al<strong>la</strong> sua su<strong>per</strong>iorità. Ma da tempo, da tre anni, sapevano che <strong>Severini</strong><br />
era più forte del francese e sapevano anche che una vita disordinata impediva al<br />
piccolo italiano di rendere al suo massimo. Oggi ne abbiamo avuta <strong>la</strong> più luminosa<br />
delle conferme, allorché al penultimo giro Dufraisse è passato davanti alle tribune<br />
ufficiali con <strong>Severini</strong> a ruota. Il francese penava, faceva boccacce <strong>per</strong> lo sforzo vio-
Cassano d’Adda – Americo durante <strong>la</strong> gara vinta.<br />
lento mentre l’azzurro sorrideva sornione dietro di lui e già pregustava <strong>la</strong> gioia di<br />
una vittoria che sarebbe stata c<strong>la</strong>morosa. A metà giro <strong>Severini</strong> è scattato <strong>per</strong> giungere<br />
all’altezza del francese; in quell’agile ed armoniosa azione ognuno ha capito<br />
<strong>la</strong> terribile minaccia <strong>per</strong> l’iridato. Crepitavano gli app<strong>la</strong>usi <strong>per</strong> l’idolo locale ed<br />
improvvisamente sono cessati, un “oh!” di sgomento è uscito dai petti di diecimi<strong>la</strong><br />
spettatori quando <strong>Severini</strong> si è affiancato a Dufraisse e i due sono scomparsi giù <strong>per</strong><br />
una scarpata. Lo speaker, che <strong>per</strong> tutti i precedenti giri aveva tenuto al corrente gli<br />
spettatori delle posizioni dei leaders ogni 500 metri, si è taciuto <strong>per</strong> un pò di minuti.<br />
63
Questo significava che <strong>Severini</strong> era passato al comando e che Dufraisse si era fatto<br />
su<strong>per</strong>are. Sono passati dieci minuti di silenzio, poi trionfante ed ur<strong>la</strong>nte lo speakers<br />
ha annunciato…:”Dufraisse si è nettamente staccato ed ha ora 500 metri su <strong>Severini</strong>.<br />
Mancano 2 chilometri all’arrivo”. Vi <strong>la</strong>sciamo immaginare l’urlo del<strong>la</strong> fol<strong>la</strong>. Da<br />
un angolo dello stadio si vedevano gli ultimi mille metri. Dufraisse era solo e si impegnava<br />
duramente su una salita in asfalto. <strong>Severini</strong> è spuntato allorché il francese<br />
aveva già su<strong>per</strong>ato <strong>la</strong> bandierina che segna<strong>la</strong>va gli ultimi 500 metri. L’italiano mulinava<br />
sui pedali a velocità impressionante, lo scarto si riduceva prima a 400 metri,<br />
poi a 300 metri all’entrata dello stadio ed infine a 200 metri all’arrivo. In poco più<br />
di 500 metri <strong>Severini</strong> aveva ripreso 300 metri a Dufraisse ed ognuno ha capito che<br />
era lui il più fresco. Ma cosa gli era successo <strong>per</strong> <strong>per</strong>dere 500 metri a due chilometri<br />
dal traguardo? Al momento di abbordare l’ultima rampa <strong>Severini</strong>, che precedeva<br />
Dufraisse, ha effettuato il cambio di velocità, ma gli è saltata <strong>la</strong> catena. Ha dovuto<br />
fermarsi e li ha <strong>per</strong>so il titolo mondiale che era già a portata di mano. Dufraisse è<br />
scappato ed ha conquistato rapidamente quei 500 metri di cui ne ha conservati solo<br />
200 all’arrivo. Senza quell’incidente non avrebbe certo tolto <strong>la</strong> vittoria al nostro<br />
azzurro. E’ stato questo l’episodio drammatico del campionato, che vissuto <strong>per</strong> il<br />
resto su una serie di autentiche prodezze dei nostri azzurri che ne hanno marcato<br />
tutto lo svolgimento e che nel primo giro hanno messo al tappeto i francesi. La corsa<br />
iniziava al principio del<strong>la</strong> salita peda<strong>la</strong>bile che porta allo stadio. Al “via”, Pertusi<br />
scattava al comando con a ruota il tedesco Wolfshohl, <strong>la</strong> rive<strong>la</strong>zione dell’annata, e<br />
lo spagnolo Michelena. Dufraisse passava in quinta posizione con <strong>Severini</strong> a ruota,<br />
mentre Ferri era nel gruppetto di testa dal quale <strong>per</strong>ò mancavano i francesi Mennier<br />
e Jodet, oltre a Longo. Si effettuava il primo giro e <strong>la</strong> lotta era già serrata; Wolfshohl<br />
attaccava ripetutamente con estrema energia, riusciva a fare il buco tra il gruppetto<br />
di testa e il resto del gruppo dislocato e al primo passaggio sotto le tribune, dopo<br />
un giro completo, egli conduceva con Dufraisse, Pertusi e lo svizzero P<strong>la</strong>ttner a<br />
ruota, mentre <strong>Severini</strong> veniva a 10”. Più staccato ecco Longo che aveva effettuato<br />
un bellissimo recu<strong>per</strong>o e dopo aver su<strong>per</strong>ato il francese Meunier prendeva di mira<br />
Brulè che su<strong>per</strong>ava all’uscita dallo stadio. Il quarto francese, Jodet, era già lontano<br />
e <strong>la</strong> lotta già si circoscriveva ai nostri tre azzurri, al francese Dufraisse e al tedesco<br />
Wolfshohl. Pertusi attaccava in discesa e riusciva a su<strong>per</strong>are il tedesco, ma mentre<br />
passava in un sentiero molto stretto, una contadina gli attraversava <strong>la</strong> strada facendosi<br />
investire. La caduta provocava un grosso ematoma all’anca del nostro azzurro<br />
e Pertusi retrocedeva dal<strong>la</strong> terza all’ottava posizione. <strong>Severini</strong> capiva che, scomparso<br />
Pertusi al comando, conveniva farsi sotto e al terzo passaggio egli raggiungeva<br />
Dufraisse e il tedesco Wolfshohl mentre Longo li seguiva a 40”, solo. Il ritorno di<br />
<strong>Severini</strong> e quello di Longo al<strong>la</strong>rmarono i francesi che ormai potevano contare solo<br />
su Dufraisse. <strong>Severini</strong> attaccava, andava al comando al quarto giro, mentre il tedesco<br />
Wolfshohl cominciava a dar segni evidenti di stanchezza e veniva minacciato<br />
da Longo. Ora <strong>la</strong> lotta si circoscriveva ai primi quattro e i nostri apparivano come<br />
i probabili vincitori. Al quinto giro <strong>la</strong> battaglia diventava addirittura spasmodica,<br />
<strong>Severini</strong> attaccava nuovamente intensamente, Dufraisse tentava a togliergli <strong>la</strong> ruo-<br />
64
Il suo matrimonio a Mi<strong>la</strong>no, il 18 maggio 1958 con <strong>la</strong> mora di origine greca Ersilia Sirocchi.<br />
65
ta, i due passavano appaiati al penultimo giro, seguiti dal tedesco Wolfshohl e da<br />
Longo. La vittoria ormai sembrava azzurra <strong>per</strong>ché era chiaro che al rush finale di<br />
<strong>Severini</strong> in salita, Dufraisse non avrebbe potuto rispondere. Per di più il nono posto<br />
di Pertusi a 3’25” e l’undicesimo di Ferri a 4’21” ci garantivano anche il successo<br />
di squadra che si giocava tra Dufraisse e <strong>Severini</strong> da una parte e Meunier e Pertusi<br />
dall’altra. Il salto di catena negli ultimi due chilometri occorso a <strong>Severini</strong> ci doveva<br />
privare del<strong>la</strong> vittoria individuale, mentre Pertusi, che faceva sforzi eroici <strong>per</strong> non<br />
abbandonare, si faceva soffiare l’ottavo posto dal francese Meunier. Così <strong>per</strong> una<br />
duplice sfortuna oggi i nostri pratisti non hanno ottenuto due grandi affermazioni,<br />
quel<strong>la</strong> individuale e quel<strong>la</strong> di squadra, che sarebbero state grandemente meritate.<br />
Ma ci resta <strong>la</strong> conso<strong>la</strong>zione di poter finalmente contare su dei ragazzi di c<strong>la</strong>sse, capaci<br />
di battere al<strong>la</strong> prima occasione coloro che erano ritenuti imbattibili in questa<br />
specialità, i ciclopratisti francesi. E’ questo il grande insegnamento di questo campionato<br />
mondiale e il nostro Commissario Tecnico Proietti che ha seguito le fasi del<strong>la</strong><br />
battaglia non esitava ad affermare che con <strong>Severini</strong>, Longo e Pertusi noi abbiamo<br />
tre Campioni del Mondo in potenza, tre uomini che, se preparati, domineranno <strong>la</strong><br />
ciclocampestre mondiale, come hanno fatto i francesi fino ad oggi. – Ezio Ciccarel<strong>la</strong><br />
– L’ordine d’arrivo: 1.Dufraisse (Francia) che compie i km 21,380 in 1.11’12”;<br />
2. <strong>Severini</strong> a 25”; 3.Wolfshohl (Germania) a 1’02”; 4. Longo (Italia) a 1’17”; 5.<br />
Brulè (Francia) a 1’48”; 6. P<strong>la</strong>ttner (Svizzera) a 1’50”; 7. Schmit (Lussemburgo) a<br />
3’; 8. Meunier (Francia) a 3’40”; 9. Furrer (Germania Occ.) a 4’05”; 10. Pertusi<br />
(Italia) a 4’15”; 11. Strasser a 5’05”; 12. Ferri (Italia) a 5’25”; 13. Meier a 6’05”;<br />
14. Riffenach a 6’30”; 15. Willems a 6’40”. – La c<strong>la</strong>ssifica <strong>per</strong> Nazioni: 1. Francia<br />
p.14; 2. Italia p.16; 3. Svizzera p.26; 4. Germania Occidentale p.43; 5. Belgio p.49;<br />
6. Lussemburgo p.52; 7. Spagna; 8. Germania Orientale. -<br />
Per il mitico “Micco”, <strong>la</strong> gara è stata una delusione, si è veramente allenato <strong>per</strong><br />
conquistare il podio più alto del Mondiale. Nel<strong>la</strong> vita molto trasandata di <strong>Severini</strong>, è<br />
l’unica volta, che si è messo in testa di volerlo vincere, non gli sono mancate le forze,<br />
ma gli è sopraggiunta <strong>la</strong> sfortuna dell’uscita del<strong>la</strong> catena. A Barbara, tutto il paese<br />
segue con attenzione ogni fase del<strong>la</strong> gara, radunati nei bar, i 1400 “Barbarini” sono<br />
in festa, <strong>per</strong> il secondo posto conquistato da <strong>Severini</strong> e in molti piangono <strong>la</strong> vittoria<br />
mancata. Il 2 marzo a Parigi, nei boschi di Vincennes, si ha <strong>la</strong> rivincita dei Mondiali,<br />
nel gran premio Martini di Ciclocross. <strong>Severini</strong> batte il Campione del Mondo<br />
Dufraisse. Una prova entusiasmante seguita da una grande massa di appassionati i<br />
quali hanno potuto assistere al<strong>la</strong> bel<strong>la</strong> lotta ingaggiata <strong>per</strong> i primi posti, oltre che da<br />
<strong>Severini</strong> e Dufraisse, anche da Brulè, Pertusi, il tedesco Wolfshohl e Longo c<strong>la</strong>ssificatisi<br />
poi nell’ordine. Per merito del<strong>la</strong> vittoria di <strong>Severini</strong> e dei bei piazzamenti di<br />
Pertusi (4°) e Longo (6°) l’Italia ha conquistato il successo anche nel<strong>la</strong> c<strong>la</strong>ssifica <strong>per</strong><br />
nazioni davanti al<strong>la</strong> Francia. Molto importante vedere l’ordine d’arrivo: 1. Americo<br />
<strong>Severini</strong> (Italia) che copre i km.21.600 in 46’8”; 2. Dufraisse (Francia) a 1’7”; 3.<br />
Brulè (Francia) a 1’14”; 4. Pertusi (Italia) a 1’20”; 5. Wolfshohl (Germania) a 1’20”;<br />
6. Longo (Italia) a 1’20”; 7. Jodet (Francia) a 2’07”; 8. Aubry (Francia) a 2’16”; 9.<br />
P<strong>la</strong>ttner (Svizzera) a 3’07”; 10. Rondeaux (Francia) a 3’07”. Il 9 marzo a Versaglia<br />
66
e il 19 marzo a Barcellona, <strong>Severini</strong> giunge al secondo posto dietro a Dufraisse. Il<br />
18 maggio, il piccolo “Barbarino” Americo <strong>Severini</strong> si sposa con Ersilia Sirocchi.<br />
Il 9 novembre a Mi<strong>la</strong>no, partecipa al Ciclocross d’A<strong>per</strong>tura e ottiene una bellissima<br />
vittoria.<br />
Americo <strong>Severini</strong> racconta: “In questo <strong>per</strong>iodo di corse in Francia avevo racimo<strong>la</strong>to<br />
un sacco di soldi circa 15.000 franchi (pari a circa tre milioni di lire? L’equivalente<br />
all’acquisto di un appartamento e mezzo a Mi<strong>la</strong>no) visti e spesi tutti senza ritegno e<br />
così senza più un soldo prendo il treno a Parigi <strong>per</strong> Mi<strong>la</strong>no con il biglietto già pagato<br />
anticipatamente dagli organizzatori delle gare, giunto al<strong>la</strong> stazione di Mi<strong>la</strong>no<br />
ho venduto <strong>la</strong> mia bellissima giacca in tessuto di “principe de gallis” (di Galles) ad<br />
un calzo<strong>la</strong>io in zona, in cambio del solo denaro <strong>per</strong> salire sul tram che mi portasse<br />
a casa”.<br />
10 novembre 1958 – La Gazzetta dello Sport - <strong>Severini</strong> nel Cross d’A<strong>per</strong>tura – La<br />
seconda domenica di novembre ha riportato al<strong>la</strong> ribalta il ciclocross ma nul<strong>la</strong> è<br />
cambiato nel<strong>la</strong> regia di questo spettacolo riservato ai “certosini” del<strong>la</strong> pedivel<strong>la</strong>.<br />
Per <strong>la</strong> gara d’a<strong>per</strong>tura del<strong>la</strong> stagione 1958-59, disputatasi ieri all’ estrema <strong>per</strong>iferia<br />
mi<strong>la</strong>nese e vinta da <strong>Severini</strong> con 21” su Longo, ci si aspettava infatti qualche novità,<br />
ovvero l’apparizione di nuovi elementi che potessero rendere meno facile l’ormai<br />
acquisito dominio di <strong>Severini</strong>, Longo e compagni. Ma nul<strong>la</strong> di tutto ciò si è visto nel<br />
cross dell’Ortica (allora zona <strong>per</strong>iferica mi<strong>la</strong>nese). La gara si è svolta con l’ormai<br />
abituale cliché anche se all’avvio mancavano il tricolore Pertusi ed il romagnolo<br />
Benvenuti, vale a dire due dei pochi <strong>per</strong>sonaggi di primo piano che affol<strong>la</strong>no <strong>la</strong> ristretta<br />
schiera dei ciclopratisti. Lotta ai ferri corti, quindi, fra <strong>Severini</strong> e Longo (sin<br />
dalle prime battute) ed ammirevole difesa di Ferri (due forature), Guerciotti, Realini,<br />
Grassi, Zorzi, Rodolotti e Dossena: ecco in rapida sintesi, tracciato il piano di battaglia<br />
del primo cross dell’anno. Ed infatti Longo e <strong>Severini</strong> sono passati al comando<br />
sin dai primissimi chilometri facendo rapidamente il vuoto alle loro spalle, e <strong>la</strong> lotta<br />
<strong>per</strong> il successo si sarebbe poi risolta in vo<strong>la</strong>ta fra i due primi attori se un brutto capitombolo<br />
(al quinto giro) non avesse fatto <strong>per</strong>dere terreno prezioso al bravo Longo<br />
che finiva così al posto d’onore a 21” dal già bril<strong>la</strong>nte <strong>Severini</strong>. Cinquanta i partenti:<br />
questa <strong>la</strong> più importante novità!...Al termine del<strong>la</strong> prima tornata, <strong>Severini</strong>-Longo<br />
hanno già 20” su Ferri (foratura poco dopo il “via”) e 40” su Realini, Guerciotti,<br />
Dossena e Grassi. Nel giro successivo (chilometri 6,400) il margine del<strong>la</strong> coppia di<br />
testa sale a 55” ed è sempre Ferri il primo ad inseguire. Longo e <strong>Severini</strong> sono ormai<br />
irraggiungibili ed al<strong>la</strong> fine del quarto giro (km.12,800) il loro vantaggio è di 1’25”<br />
su Ferri e di 2’40” su Grassi, Realini e Guerciotti. Nel<strong>la</strong> quinta tornata <strong>la</strong> sorpresa:<br />
cade Longo e <strong>Severini</strong> guadagna circa 15”. – Luciano Bandera – L’ordine d’arrivo:<br />
1. <strong>Severini</strong> Americo (G.S.Giambellino) km 22,400 in 55’; 2. Longo Renato (id.)<br />
a 21”; 3. Ferri Romano (G.S.Ignis) a 3’20”; 4. Guerciotti Italo (G.S.Giambellino)<br />
a 5’; 5. Realini Bruno (U.S.Cavariese); 6. Grassi Umberto (U.S.Bruzzanese-Brill)<br />
a 6’12”; 7. Zorzi Giuseppe (U.S.Legnanese) a 7’; 8. Rondolotti Aldo (Ciclistica<br />
Erbese) a 7’30”; 9. Dossena Renzo (A.C.Augustea-Clèment) a 7’35”; 10. Ferranti<br />
67
Giuseppe a 8’20” –<br />
Sempre in Lombardia, <strong>Severini</strong>,<br />
il 16 novembre a<br />
Rozzano e il 23 novembre<br />
a Mi<strong>la</strong>no, nel Ciclocross<br />
gran premio Gramaglia, si<br />
c<strong>la</strong>ssifica al secondo posto.<br />
Espatria nuovamente<br />
in Francia, il 7 dicembre<br />
a Bearne giungendo al terzo<br />
posto finale del<strong>la</strong> gara<br />
transalpina. Il 26 dicembre<br />
a Parigi, nel Ciclocross<br />
gran premio Fursac, conquista<br />
il primo posto.<br />
27 dicembre 1958 – La<br />
Gazzetta dello Sport – <strong>Severini</strong><br />
<strong>per</strong> distacco trionfa<br />
a Fursac – Parigi, 26<br />
– Americo <strong>Severini</strong> ha<br />
partecipato al Gran Premio<br />
di Fursac, vincendo<br />
bril<strong>la</strong>ntemente <strong>per</strong> distacco.<br />
Al<strong>la</strong> gara erano presenti<br />
il campione del mondo<br />
Dufraisse e il tedesco<br />
Wolfshohl. I migliori sono<br />
rimasti insieme nei primi<br />
sei giri, poi Dufraisse ha<br />
allungato e solo <strong>Severini</strong><br />
ha potuto stargli a ruota.<br />
Dopo altri due giri, era <strong>la</strong><br />
volta di <strong>Severini</strong> a scattare<br />
68<br />
Americo nel<strong>la</strong> cucina di casa sua, control<strong>la</strong> il pasto<br />
che gli stà preparando <strong>la</strong> moglie Ersilia.<br />
e a <strong>la</strong>sciare il campione del mondo. Negli ultimi due giri l’italiano si avvantaggiava<br />
ancora, arrivando solo al traguardo. Ecco l’ordine d’arrivo: 1. <strong>Severini</strong> km.21<br />
in 59’54”; 2. Wolfshohl a 35”; 3. Dufraisse a 1’23”; 4. Jodet a 2’11”; 5. Brulè a<br />
2’59”. -<br />
Il 28 dicembre dello stesso anno, in Belgio, a Oostakker vicino a Gand, nel Ciclocross<br />
Criterium delle Nazioni, ottiene solo un buon piazzamento. Una gara svolta<br />
sotto una pioggia torrenziale, che non ha mantenuto le sue promesse a causa di una<br />
partenza che si può dire irrego<strong>la</strong>re, infatti, il via fu dato su una strada <strong>la</strong>rga appena<br />
dai tre ai quattro metri e invasa dagli spettatori. Certi corridori non riuscirono a mettersi<br />
in azione <strong>per</strong> tempo. In oltre il via non fu preannunciato sicché non tutti i par-
Correre sui prati, una scelta giusta<br />
Nel 1959, <strong>Severini</strong> corre come professionista con il gruppo sportivo “Giambellino”<br />
di Mi<strong>la</strong>no, con <strong>bici</strong>cletta Gramaglia. Il 1° gennaio a Limoges, nel Ciclocross Peyret<br />
de Bel<strong>la</strong>c, gara internazionale, grande duello tra <strong>Severini</strong> e Dufraisse. <strong>Severini</strong> si impone,<br />
vincendo bril<strong>la</strong>ntemente davanti al tedesco Wolfshohl e al francese Dufraisse.<br />
02 gennaio 1959 – La Gazzetta dello Sport – <strong>Severini</strong> vittorioso nuovamente in<br />
Francia – Americo <strong>Severini</strong>, dopo <strong>la</strong> recente bril<strong>la</strong>ntissima affermazione colta in un<br />
ciclocross internazionale a Limoges, si è nuovamente imposto ieri in un’altra prova<br />
di ciclocross disputata in Francia e precisamente a Peyret de Bel<strong>la</strong>c. Portatosi al<br />
comando al 3° giro, <strong>Severini</strong> ha poi sempre guidato <strong>la</strong> corsa senza più <strong>la</strong>sciarsi<br />
trascinare dagli avversari. Fra questi vi era anche stavolta il campione iridato del<strong>la</strong><br />
specialità Dufraisse che, <strong>per</strong> indisposizione, si è ritirato all’8° giro. <strong>Severini</strong>, dopo<br />
questo nuovo successo internazionale si presenta dunque come uno dei candidati<br />
più quotati <strong>per</strong> il campionato mondiale di ciclocross che si disputerà il 15 febbraio<br />
a Ginevra. Ecco l’ordine d’arrivo: 1. <strong>Severini</strong>, 22 km in 1.31’10”; 2. Meunier a<br />
1’59”; 3. Wolfshohl a 2’31”; 4 Bernet a 3’35”; 5. Jodet a 5’08”; 6. Brulè a 6’03”;<br />
7. Vieccelli a 6’24”; 8. Currit a 8’32”; 9. Grandooing a 12’45”; 10. Urbaniack a<br />
14’15”. –<br />
Il 6 gennaio, a Solbiate Olona,<br />
nel Ciclocross Internazionale,<br />
<strong>Severini</strong> giunge al secondo posto,<br />
e l’8 febbraio a Mariano<br />
Comense, ottiene un onorevole<br />
terzo posto. Nel campionato<br />
italiano, vince Renato Longo,<br />
seguito da Italo Guerciotti e da<br />
Graziano Pertusi. Il 15 febbraio,<br />
in Svizzera, a Ginevra, nel parco<br />
di Eaux Vives nei pressi del<br />
<strong>la</strong>go Lemano, nel<strong>la</strong> pista di terra<br />
battuta dello stadio Frontenex,<br />
si svolge il campionato del<br />
mondo, una dura battaglia tra i<br />
più forti d’Europa. La nazionale<br />
italiana, composta da <strong>Severini</strong>,<br />
Ferri, Pertusi e Longo, accompagnati<br />
dal commissario tecnico<br />
Proietti, arriva alcuni giorni prima<br />
a Ginevra in treno. Il giorno<br />
del<strong>la</strong> gara, <strong>Severini</strong> domina<br />
<strong>la</strong> corsa, ma all’ultimo giro si<br />
accorge che le sue forze sono al<br />
Allenamenti – Americo e Longo posano <strong>per</strong> una foto,<br />
con le <strong>bici</strong>clette Gramaglia.<br />
69
Americo, in piazza del Duomo a Mi<strong>la</strong>no, con <strong>la</strong> moglie Ersilia ed il primo figlio Massimo in braccio.<br />
lumicino. Mentre si trova in fuga con Longo e il tedesco Wolfshohl, a un chilometro<br />
dall’arrivo, prima di una ripida salita campestre, molto stretta, nel<strong>la</strong> quale due<br />
<strong>bici</strong>clette affiancate non passavano, <strong>Severini</strong>, invita Longo a su<strong>per</strong>are il Tedesco <strong>per</strong><br />
precederlo nell’angusto passaggio. Così avviene, Longo si trova davanti e taglia <strong>per</strong><br />
primo il traguardo, seguito dal tedesco Wolfshohl e dal generoso <strong>Severini</strong>. Il 1° marzo,<br />
<strong>Severini</strong> partecipa a Vincennes, al Campionato Internazionale. L’8 marzo, prende<br />
parte al gran premio di Besate. Il 19 marzo a Tolosa, in occasione del Ciclocross Internazionale,<br />
<strong>Severini</strong> ottiene un buon piazzamento, così come il 30 marzo a Isle. Il<br />
4 novembre, a Mi<strong>la</strong>no, si corre il 1° Trofeo Ciclocross mi<strong>la</strong>nese, che Americo vince.<br />
E’ un <strong>per</strong>iodo felice, <strong>per</strong> lui, <strong>per</strong>chè Ersilia gli da il primo figlio, Massimo.<br />
05 novembre 1959 – La Gazzetta dello Sport – Con un margine di soli 4” – <strong>Severini</strong><br />
batte l’iridato Longo nel primo ciclocross mi<strong>la</strong>nese – La prima gara del<strong>la</strong> stagione<br />
ciclocrossistica, pur con le attenuanti di una preparazione ancora incompleta, ha<br />
già posto in netto risalto quali saranno i <strong>per</strong>sonaggi di maggiore rilievo di questa<br />
specialità prettamente invernale. Il risultato del cross d’a<strong>per</strong>tura, disputatosi ieri,<br />
in una magnifica giornata di sole, sui prati dell’estrema <strong>per</strong>iferia mi<strong>la</strong>nese, non<br />
crea infatti alcuna <strong>per</strong>plessità. Indica con sufficiente chiarezza che Longo e <strong>Severini</strong><br />
saranno ancora i “mattatori” dei ciclopratismo nazionale e che i vari Ferri, Zorzi,<br />
Realini, Guerciotti e Pertusi (ieri assente) saranno i rincalzi di maggior valore. Se<br />
si esclude <strong>la</strong> bril<strong>la</strong>nte apparizione dell’ex-stradista Buratti non si può dire che <strong>la</strong><br />
nuova annata agonistica abbia portato al<strong>la</strong> ribalta nuovi elementi degni di essere<br />
seguiti con curiosità ed interesse. I soliti nomi e nul<strong>la</strong> più: questa, purtroppo, <strong>la</strong> nota<br />
negativa del più affol<strong>la</strong>to (65 i partenti) ciclocross organizzato con <strong>la</strong> consueta <strong>per</strong>izia<br />
dal G.S.Giambellino. La novità può essere costituita dal<strong>la</strong> sconfitta del campione<br />
70
del mondo. Renato Longo, che era ieri al<strong>la</strong> sua seconda gara, è tuttavia ancora<br />
al<strong>la</strong> ricerca del<strong>la</strong> giusta condizione e questo suo imprevisto insuccesso non deve<br />
<strong>per</strong> nul<strong>la</strong> sminuire le sue validissime possibilità. Tanto più che un doppio cambio di<br />
<strong>bici</strong>cletta ha compromesso, proprio nel finale, ogni tentativo atto a sconfiggere il suo<br />
più degno rivale. E così <strong>Severini</strong> è uscito vittorioso, nel serrato ed avvincente duello,<br />
con un margine di soli 4”. Alle spalle dei due primattori il vuoto. E con quattro<br />
uomini, Ferri, Zorzi, Realini e Buratti, distanziati di oltre 3’!. La cronaca in poche<br />
righe. <strong>Severini</strong> e Longo passavano al comando sin dal primo giro (km.4). Al secondo<br />
passaggio <strong>la</strong> coppia regina guidava con 45” su Realini, Zorzi, Ferri ed al<strong>la</strong> fine<br />
del<strong>la</strong> terza tornata Ferri era il primo ad inseguire ad 1’02”; Zorzi a 1’03”; Realini a<br />
1’20”. La sorpresa nel giro successivo. Il doppio cambio di macchina faceva <strong>per</strong>dere<br />
15” all’iridato e ciò dava il “via” al<strong>la</strong> fuga di <strong>Severini</strong> che da questo momento non<br />
veniva più raggiunto. Longo, al<strong>la</strong> fine, risultava così battuto <strong>per</strong> soli 4”. Un esordio<br />
davvero sfortunato, dunque, quello del campione del mondo. – Luciano Bandera –<br />
L’ordine d’arrivo: 1. <strong>Severini</strong> Americo (G.S.Giambellino) km 24,400 in 54’; 2. Longo<br />
Renato (G.S.Ignis) a 4”; 3. Ferri Romano (S.C.Genova Over<strong>la</strong>y) 3’05”; 4. Zorzi<br />
Giuseppe (C.S.I.Bustese) a 3’07”; 5. Realini Bruno (U.S.Cavariese) a 3’18”; 6. Buratti<br />
Giuseppe (G.S.Intrepido) a 3’24”; 7. Guerciotti Giuseppe (G.S.Giambellino);<br />
8. Guerciotti Italo (id.) a 5’22”; 9. Lacrima Luciano (id.) a 6’45”; 10. Rodo<strong>la</strong>tto<br />
Aldo (S.C.Erbese); 11. Sartarelli Esilio (Augustea Clèment) a 7’45”; 12. Staurengo<br />
Italo (U.S.Cavariese); 13. Gal<strong>la</strong>gher (U.C.A.T. Torino) a 8’10”; 14. Fontana<br />
(C.S.Vittuone) a 9’; 15. Scappini (G.S.Intrepido) a 9’10”. –<br />
Americo, compra una lussuosa macchina, appartenuta al<strong>la</strong> nota soubrette Lauretta<br />
Masiero e con grande esuberanza giunge al suo piccolo paese di Barbara. E’ <strong>per</strong> tutti<br />
una grande festa rivedere il loro beniamino.<br />
G.S.Giambellino – Americo con il Presidente Raimondi (al<strong>la</strong> sua destra)<br />
ed al DS Crabi (al<strong>la</strong> sua sinistra).<br />
71
72<br />
Lo “scoiattolo” marchigiano<br />
Il 22 novembre, il marchigiano <strong>Severini</strong>, vince il gran premio ciclocross di Cornate<br />
d’Adda. Il 29 novembre, partecipa a quello di Motta Visconti. Nel<strong>la</strong> campagna<br />
fangosa, <strong>Severini</strong> conquista un nuovo successo di rilievo, al<strong>la</strong> maniera dei vecchi<br />
tempi. Americo si è impegnato a fondo soltanto negli ultimi due giri del tracciato,<br />
dopo che gli altri avevano speso tutto nell’inutile tentativo di staccarlo. Unico suo<br />
valido contendente è stato Buratti, che sul traguardo è riuscito a giungere a soli 30”<br />
dal vincitore. Il 6 dicembre vince il ciclocross di Marnate.<br />
07 dicembre 1959 – Nel ciclocross di Marnate – Di stretta misura <strong>Severini</strong> batte lo<br />
sfortunato Zorzi – Marnate, 6 dicembre – Pur con il pensiero (e le energie) rivolte al<br />
grande confronto internazionale che si terrà martedì a Mi<strong>la</strong>no. Americo <strong>Severini</strong> ha<br />
conseguito <strong>la</strong> quarta vittoria stagionale. Un successo, è bene dirlo subito, di stretta<br />
misura ma che non informa in nessun modo i pregi (e <strong>la</strong> vitalità) del bizzarro alfiere<br />
del “Giambellino”. Il tutto <strong>per</strong>ché l’ex tricolore ha dosato le sue forze con il contagocce<br />
pur di non compromettere le sue non poche possibilità a sole quarantotto<br />
ore di distanza dell’attesa prova che lo porrà di fronte all’iridato Longo, al francese<br />
Dufraisse ed a tutti gli altri <strong>per</strong>sonaggi di levatura internazionale. Oggi, dunque,<br />
<strong>Severini</strong> ha centellinato com’era prevedibile le sue energie e nonostante un avvio in<br />
sordina ha chiuso vittoriosamente <strong>la</strong> prova sia pure con un margine di soli 47” sul<br />
ventunenne Zorzi. Questa giovane s<strong>per</strong>anza del ciclocross nazionale, che è anche<br />
l’idolo del<strong>la</strong> Valle Olona, ha attaccato il più quotato avversario sin dal primo giro<br />
riuscendo anche a concludere <strong>la</strong> prima tornata con un vantaggio di 20” sul marchigiano.<br />
La libertà di Zorzi ha avuto comunque breve vita: <strong>Severini</strong> lo ha acciuffato<br />
nel giro successivo e con lui è rimasto all’avanguardia sino a due giri dal termine.<br />
A questo punto un brutto capitombolo bloccava ogni residua offensiva del bustese e<br />
l’astuto <strong>Severini</strong>, senza alcuna <strong>per</strong>plessità, accettava l’omaggio del<strong>la</strong> fortuna e senza<br />
eccessiva difficoltà riusciva a sconfiggere lo sfortunato Zorzi. Si deve quindi concludere<br />
che <strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse e <strong>la</strong> fortuna hanno oggi reso possibile il successo di <strong>Severini</strong> il<br />
cui ritmo non ha certo entusiasmato, ma ha pur sempre <strong>per</strong>messo, anche correndo<br />
in sordina, di acquisire una nuova preziosa vittoria. Dopo <strong>Severini</strong> e il bravissimo<br />
Zorzi….l’abisso. La severità del tracciato (con quattro scarpate rompicollo!), reso<br />
ancor più difficile dal<strong>la</strong> pioggia torrenziale dei giorni scorsi, ha messo a nudo i limiti<br />
di più di un concorrente. Ferri, nonostante <strong>la</strong> consueta generosità, è giunto terzo<br />
dopo ben 5’47”, mentre Faldi, anch’egli sempre esuberante, è finito ad oltre 7’. Sono<br />
cifre che sintetizzano in giusta misura <strong>la</strong> netta su<strong>per</strong>iorità del vincitore e del suo<br />
degno antagonista. L’organizzazione, nonostante <strong>la</strong> indisciplina del pubblico sul<strong>la</strong><br />
dirittura d’arrivo è parsa soddisfacente. – Luciano Bandera – L’ordine d’arrivo: 1.<br />
<strong>Severini</strong> Americo (G.S.Giambellino) km 23 in 1’05”; 2. Zorzi Giuseppe (C.S.I.Busto<br />
Arsizio) a 47”; 3. Ferri Romano (S.C.Genova Over<strong>la</strong>y) a 5’47”; 4. Faldi Dante<br />
(U.S.Cavariese) a 7’ e 18”; 5. Guerciotti Italo (G.S.Giambellino) a 8’27”; 6. Lacrima<br />
Luciano (id.) a 9’50”; 7. Trabucchi Mario (A.C.Augustea Clèment) a 10’20”; 8.<br />
Russo Michele (S.C.Tirana) a 11’20”; 9. Fontana Edoardo (G.S.Vittuone) a 12’30”;
10. Saugo Renzo (S.C.Binda)<br />
a 12’50”; 11. Staurengo<br />
(U.S.Cvariese) a 13’15”; 12.<br />
Monte (G.S.Faema) a 14’20”;<br />
13. Botta (A.C.Augustea Clèment)<br />
a 14’55”; 14. Mannari<br />
(Pol.Poliguaro); 15. Perolio<br />
(Ped.Valsesiano) a 15’30”;<br />
16. Micheli a 15’50”;<br />
17.Schiavon a 17’; 18. Alberti<br />
a 18’. –<br />
L’8 dicembre a Mi<strong>la</strong>no, nel<strong>la</strong><br />
gara internazionale, gran premio<br />
Ignis, <strong>Severini</strong> ottiene un<br />
meritato terzo posto assoluto.<br />
Il 13 dicembre, vince <strong>la</strong> gara<br />
di Pavia. Americo <strong>Severini</strong>,<br />
fra non molto, avrà 29 anni:<br />
corridore attempato, quindi,<br />
ma egli è pronto a smentirvi,<br />
riuscendo sempre a ingannare<br />
chiunque <strong>per</strong> quanto riguarda<br />
l’età. Guardatelo bene in faccia!<br />
C’è chi lo crede ancora<br />
un ragazzo, uno delle ultime<br />
leve nel campo del ciclocross.<br />
Campionato del Mondo 1959<br />
1° Longo 2° Wolfshohl 3° <strong>Severini</strong><br />
Invece no: Americo ha già <strong>la</strong>sciato dietro di sé più di dieci anni di attività agonistica,<br />
con i suoi alti e bassi: una vita intensa, piena di imprevisti, di colpi a sorpresa, di<br />
gloria, di delusioni e di rimpianti. Si, anche di rimpianti: <strong>Severini</strong> sarebbe, infatti,<br />
potuto diventare un corridore su strada coi fiocchi. Invece qualcuno, con <strong>la</strong> complicità<br />
di circostanze avverse, volle altrimenti. Lui stesso, <strong>per</strong> <strong>la</strong> precisione. Da giovane,<br />
Americo, non aveva idee precise circa il suo avvenire da sportivo praticante: era piccolo,<br />
smilzo, tutto nervi, con occhi furbi e lungimiranti, sempre in agguato. Decise<br />
<strong>per</strong> il ciclismo. E le prime corse lo rive<strong>la</strong>rono come un eccellente passista, oltre che<br />
intraprendente sca<strong>la</strong>tore. Vinse corse su corse, fu <strong>per</strong>sino tra gli azzurrabili. Poi qualcuno,<br />
forse gli stessi che lo guidavano, cominciarono ad arricciare il naso nei suoi<br />
confronti: era piccolo, troppo piccolo. Proprio di quei tempi, <strong>per</strong> sua fortuna o sfortuna,<br />
il ciclocross prendeva l’avvio ed acquistava rapidamente notorietà. Venne consigliato<br />
e sconsigliato: strada ancora, con mille incertezze, o prati? Optò <strong>per</strong> questi<br />
ultimi e nel 1955, mentre <strong>la</strong> nuova stagione ciclistica batteva alle porte, cominciò ad<br />
assaggiare le prime difficoltà e traversie del<strong>la</strong> nuova specialità, nel<strong>la</strong> quale avrebbe<br />
ottenuto, a costo di grandi sacrifici, ottimi successi. Gloria e forse anche guadagno.<br />
Già nel 1956 conquistava di forza il titolo di campione d’Italia ed era considerato il<br />
73
maggior antagonista dell’allora im<strong>per</strong>ante Dufraisse nel mondiale di quell’anno. Ma<br />
al mondiale non doveva mai avere gran fortuna: terminò, <strong>per</strong> diverse ragioni, sempre<br />
a ridosso dei primi, ma mai li su<strong>per</strong>ò. Al<strong>la</strong> partenza lo invadeva sempre un certo<br />
senso di disagio <strong>per</strong> <strong>la</strong> sua solo apparente inferiorità nei confronti dell’asso francese.<br />
Quando l’anno scorso fu assunto dal G.S.Giambellino, costituì con Renato Longo un<br />
formidabile tandem, anche se dal 1958 da lui venne più volte battuto. Peraltro il simpatico<br />
Americo, riconosce <strong>la</strong> supremazia dell’amico-rivale nel<strong>la</strong> specialità. L’anno<br />
seguente, gli impegni ed i contratti stipu<strong>la</strong>ti da Longo all’estero, gli hanno <strong>per</strong>messo<br />
di gareggiare con l’animo più sereno. E mentre Longo alterna alti e bassi all’estero,<br />
<strong>Severini</strong>, in Italia, aggiunge domenicalmente preziosi anelli al<strong>la</strong> invidiabile catena<br />
delle sue vittorie. Ha esordito, sempre difendendo i colori del G.S.Giambellino, nel<br />
Gran Premio d’A<strong>per</strong>tura a Mi<strong>la</strong>no, su<strong>per</strong>ando di misura Longo. Poi è stato a sua<br />
volta battuto da Zorzi a Torrazza Coste. In seguito ha vinto, assente Longo, a Cornate<br />
d’Adda, a Motta Visconti, a Marnate Olona, e nel Pavese, domenica scorsa, a<br />
Trovaci. Una bel<strong>la</strong> serie interrotta a Lurate Caccivio, presente Longo che vince in<br />
quell’occasione, con <strong>Severini</strong> costretto al ritiro. L’8 dicembre invece, nel<strong>la</strong> sua prima<br />
gara internazionale, il marchigiano si difende bene, conquistando, dietro a Longo<br />
e Wolfshohl e davanti a Dufraisse e P<strong>la</strong>ttner, un onorevolissimo terzo posto. Ventotto<br />
primavere pesano sulle esili spalle di Americo: ma lo scoiattolo marchigiano,<br />
ovunque, sempre, vuol dire ancora <strong>la</strong> sua. Il 20 dicembre, partecipa al ciclocross di<br />
Quinzano San Pietro vincendolo.<br />
21 dicembre 1959 – La Gazzetta dello Sport – Al posto d’onore Ferri - Anche<br />
nel cross di Quinzano “monologo” di <strong>Severini</strong> – Quinzano San Pietro, 20 dicembre<br />
– Ancora una nuova vittoria di Americo <strong>Severini</strong>, <strong>la</strong> sesta del<strong>la</strong> stagione. Una<br />
affermazione, quel<strong>la</strong> d’oggi, acquisita a cuor leggero e con un dominio netto ed<br />
incontrastato. Il <strong>per</strong>durare dell’assenza di Renato Longo nelle gare nazionali ha<br />
dunque dato via libera ai successi del marchigiano. Con ciò, è ovvio, non vogliamo<br />
<strong>per</strong> nul<strong>la</strong> sminuire il susseguirsi delle vittorie dell’alfiere del Giambellino. E’ tuttavia<br />
doveroso affermare che oggi l’ex-tricolore si trova praticamente senza validi<br />
avversari che possano ostaco<strong>la</strong>re <strong>la</strong> sua marcia trionfale. Mancando il campione del<br />
mondo l’ex-tricolore è quindi in una posizione di netto privilegio e non ha difficoltà<br />
a battere, con irrisoria facilità, uomini in non ancora <strong>per</strong>fetta condizione come Ferri,<br />
Guerciotti, Pertusi, Buratti, Grassi e Realini. E ciò ha ampiamente dimostrato<br />
anche oggi sul tracciato, non partico<strong>la</strong>rmente difficile, di Quinzano a pochi passi<br />
dal<strong>la</strong> brughiera gal<strong>la</strong>ratese. <strong>Severini</strong> si è trovato al comando sin dal primo giro in<br />
compagnia di Grassi, Buratti e Faldi. Il margine di questo quartetto era di 25” su<br />
Ferri e Scappini. Nel<strong>la</strong> successiva tornata il solo Grassi era ancora incol<strong>la</strong>to al<strong>la</strong><br />
sua ruota, mentre, a causa di incidente, sparivano dal<strong>la</strong> lotta <strong>per</strong>sonaggi di rilievo<br />
come Pertusi e Buratti. Quest’ultimo, <strong>per</strong> un brutto capitombolo, riportava una grave<br />
lussazione al<strong>la</strong> spal<strong>la</strong> destra. <strong>Severini</strong> a metà gara diveniva poi, come previsto,<br />
il primattore assoluto. Anche con il concorso di Grassi che doveva abbandonare il<br />
compagno di fuga <strong>per</strong> <strong>la</strong> rottura di una ruota. A metà gara <strong>la</strong> situazione era quindi<br />
<strong>la</strong> seguente: al comando <strong>Severini</strong>; a 32” Ferri e Grassi; a 1’37” Faldi vittima di una<br />
74
doppia foratura. Il margine di Americo saliva nel<strong>la</strong> quarta tornata a 50” sul redivivo<br />
Ferri ed a 2’30” su Grassi e Guerciotti. Ferri assumeva così il ruolo di inseguitore<br />
principe ma non era sufficiente a scuoterlo in giusta misura, <strong>per</strong> ingaggiare un serrato<br />
duello con <strong>Severini</strong> anche <strong>per</strong>ché, nel momento cruciale del<strong>la</strong> lotta, un guasto<br />
meccanico lo costringeva a cambiare macchina: indisturbato il pupillo di Raimondi<br />
e Crabbi poteva così concludere vittoriosamente anche questa prova con oltre 2’<br />
sul tenace Ferri e quasi 3’ sui generosissimi Guerciotti e Grassi che precedevano di<br />
pochi secondi il bravo ma sfortunato Realini. Ha presenziato al<strong>la</strong> prova Renato Longo<br />
e l’osservatore del<strong>la</strong> C.T.S. Cattaneo. L’organizzazione del<strong>la</strong> “Binda” è stata,<br />
come sempre, ottima sotto ogni aspetto. – Luciano Bandera – L’ordine d’arrivo: 1.<br />
<strong>Severini</strong> Americo (G.S.Giambellino) km 24 in 1.13’; 2. Ferri Romano (S.C.Genova<br />
Over<strong>la</strong>y) a 2’07”; 3. Guerciotti Italo (G.S.Giambellino) a 2’32”; 4. Grassi Umberto<br />
(U.S.Bruzzanese Brill) a 2’45”; 5. Realini Bruno (U.S.Cavariese) a 3’30”; 6. Scappini<br />
G. (G.S.Intrepido) a 4’20”; 7. Faldi D. (U.S.Cavariese) a 4’35”; 8. Rodo<strong>la</strong>tti<br />
A. (S.C.Erbese) a 5’30”; 9. Staurengo L. (U.S.Cavariese); 10. Lazzarotto G. (id.) a<br />
6’; 11. Fontana (G.S.Vittuone) a 6’10”; 12. Trabucchi (A.C.Augustea Clèment) a<br />
6’30”; 13. Schiavon (U.S.Cavariese); 14. Sartarelli (A.C.Augustea Clèment) a 7’;<br />
15. Rossato (C.C.Briga Novarese) a 7’30”. –<br />
Il 26 dicembre, a Giussano, <strong>Severini</strong> si c<strong>la</strong>ssifica al terzo posto.<br />
75
Campionato Regionale Lombardo di Ciclocross<br />
Americo sfoggia <strong>la</strong> maglia di Campione, appena conquistata.<br />
76
Campione Lombardo<br />
Nel 1960, <strong>Severini</strong> corre con il gruppo sportivo “Riso Curti”, con <strong>bici</strong>cletta Gramaglia.<br />
Il 1° gennaio, nel cross di Cesano Boscone, si c<strong>la</strong>ssifica al secondo posto. Il<br />
giorno seguente, fece un fulmineo giro del mondo <strong>la</strong> notizia del<strong>la</strong> morte di Fausto<br />
Coppi, stroncato dal<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ria. Il 3 gennaio, a Legnano, nel Trofeo Garinei, <strong>Severini</strong><br />
ottiene un buon piazzamento e il 6 gennaio, a Mi<strong>la</strong>no, vince il Campionato Lombardo.<br />
Il 10 gennaio a Oggiono, partecipa al ciclocross De Martino, c<strong>la</strong>ssificandosi al<br />
secondo posto. Il 17 gennaio vince il trofeo Ciclocross di Arcore.<br />
18 gennaio 1960 – La Gazzetta dello Sport – <strong>Severini</strong> vittorioso nel ciclocross di<br />
Arcore – Longo vittima di una foratura, si c<strong>la</strong>ssifica secondo – Arcore, 18 – Il<br />
campione lombardo Americo <strong>Severini</strong> ha colto ieri nel ciclocross di Arcore, su un<br />
<strong>per</strong>corso co<strong>per</strong>to di neve, <strong>la</strong> sua ottava vittoria stagionale. <strong>Severini</strong> ha proceduto<br />
l’iridato Longo che <strong>per</strong>ò ha l’attenuante di essere stato tradito dal tipo di gomme<br />
adottate <strong>per</strong> <strong>la</strong> neve e inoltre è rimasto vittima di una foratura a metà gara. <strong>Severini</strong>,<br />
che con Longo aveva staccato tutti gli altri, ha poi approfittato del<strong>la</strong> sfortuna del<br />
campione del mondo ed è riuscito a distaccarlo fino a terminare vittorioso con quasi<br />
2’ di vantaggio. Ecco l’ordine d’arrivo: 1. Americo <strong>Severini</strong>, km 24 in 56’15”: 2.<br />
Renato Longo a 1’50”; 3. Ferri a 3’45”; 4. Guerciotti a 9’10”; 5. Zorzi a 5’55”; 6.<br />
Grassi a 8’10”; 7. Guerciotti a 9’10”; 8. Trabucchi a 9’40”; 9. Cesana a 11’15”;<br />
10. Sartarelli a 12’20” -<br />
Campionato Regionale Lombardo di Ciclocross – Americo festeggia <strong>la</strong> vittoria assieme a Rodoni.<br />
77
Americo, maglia Curti Riso e <strong>bici</strong>cletta Gramaglia, assieme<br />
ad un amico prima dell’inizio del<strong>la</strong> corsa.<br />
78<br />
Il 31 gennaio, nel gran premio<br />
S.Alessandro, <strong>Severini</strong> si c<strong>la</strong>ssifica<br />
al secondo posto dietro a<br />
Longo. Il 7 febbraio, a Mi<strong>la</strong>no,<br />
sul circuito del Monte Stel<strong>la</strong><br />
(Montagnetta), si svolge il campionato<br />
italiano. Renato Longo,<br />
si porta in testa dall’inizio, senza<br />
che nessuno sia riuscito a contrastare<br />
<strong>la</strong> sua lunga galoppata.<br />
Longo vince, seguito da Americo<br />
<strong>Severini</strong> a 2’12” e da Graziano<br />
Pertusi a 3’47”. Il 15 febbraio, a<br />
Gazzada, Americo, si c<strong>la</strong>ssifica<br />
nuovamente al secondo posto. Il<br />
21 febbraio, in Spagna, a Tolosa,<br />
<strong>la</strong> nazionale italiana composta<br />
da <strong>Severini</strong>, Longo, Ferri e<br />
Grassi, accompagnati dal nuovo<br />
commissario tecnico Elio Rimedio,<br />
partecipa al campionato del<br />
mondo. Il “Barbarino” buca in<br />
partenza, <strong>per</strong>dendo delle ottime<br />
posizioni, non può rientrare nel-<br />
le prime file, così che ottiene solo<br />
un buon piazzamento. <strong>la</strong> gara di Longo è compromessa da una rovinosa caduta e<br />
al traguardo giunge <strong>per</strong> primo il tedesco Rolf Wolfshohl, seguito dallo svizzero A.<br />
Hungerbuhler e dal francese Robert Aubry. Il 1° novembre a Brivio, in occasione del<br />
gran premio d’A<strong>per</strong>tura, <strong>Severini</strong> ottiene un buon piazzamento.<br />
01 novembre 1960 – Nel G.P. D’A<strong>per</strong>tura di ciclocross – Si scatena Americo <strong>Severini</strong>,<br />
Renato Longo k.o.(a 27”) – Brivio, 1 novembre – Americo <strong>Severini</strong> è dunque il<br />
primo vincitore delle gare di ciclocross che hanno preso l’avvio oggi sui prati di Brivio.<br />
<strong>Severini</strong>, è risaputo, si presenta sempre in gran forma all’inizio del<strong>la</strong> stagione e<br />
questa sua affermazione non deve costituire una grossa sorpresa anche se al secondo<br />
posto troviamo il nome dell’ex-iridato Renato Longo. A questo punto vi sarà più<br />
d’uno che vorrà obiettare affermando che l’ex-campione del mondo era pur reduce<br />
da una lusinghiera prestazione sostenuta domenica in Belgio e che, <strong>per</strong>tanto, si doveva<br />
considerare in condizione più che buona <strong>per</strong> contrastare il passo anche ad un<br />
avversario di buoni mezzi qual è indubbiamente <strong>Severini</strong>. Tuttavia si deve dire che<br />
l’alfiere del<strong>la</strong> Ignis non è corridore che già alle prime gare si presenti con una condizione<br />
di prim’ordine e quindi già in grado di disporre di quel<strong>la</strong> potenza (che tutti<br />
gli riconoscono) <strong>per</strong> sbaragliare il campo. Fra l’altro, oggi, ha accusato in chiara<br />
misura dei disagi di un faticoso viaggio dal Belgio all’Italia e non era logicamente
nel<strong>la</strong> possibilità di controbattere, con efficacia, l’offensiva che il suo acerrimo rivale<br />
ha sferrato, senza titubanze, sin dai primissimi chilometri. Tutte queste attenuanti,<br />
comunque, non sminuiscono in nessun modo <strong>la</strong> bel<strong>la</strong> vittoria di <strong>Severini</strong>. Ciò sia ben<br />
chiaro. E Longo è stato il primo a riconoscere che il successo del portacolori del<strong>la</strong><br />
“Riso Curti” è meritatissimo. <strong>Severini</strong>, infatti, è partito al comando sin dal primo<br />
giro ed il suo vantaggio su Longo è andato progressivamente aumentando sino al<br />
penultimo giro (57” punta massima acquisita) mentre negli ultimi quattro chilometri<br />
Longo riusciva a ridurre l’handicap di ben 30”. V’è quindi stata una flessione<br />
conclusiva da parte di <strong>Severini</strong> mentre Longo si è chiaramente ripreso proprio al<br />
termine di una pesante fatica. A questo punto avrete già capito che <strong>Severini</strong>-Longo<br />
sono stati come al solito i primi attori del<strong>la</strong> severa prova odierna. Entrambi, sull’insidioso<br />
tracciato, hanno accusato incidenti di eguale misura ed anche ciò non può<br />
trarre in inganno sul<strong>la</strong> effettiva validità del<strong>la</strong> netta affermazione di <strong>Severini</strong> il quale<br />
concederà <strong>la</strong> rivincita già domenica prossima in Francia nelle immediate vicinanze<br />
di Digione. Ferri, terzo c<strong>la</strong>ssificato a 1’ e 43”, è stato ancora una volta il più valido<br />
antagonista del<strong>la</strong> coppia-regina nonostante gli anni incomincino a pesare…Sul<br />
valore degli altri vi rimandiamo all’ordine di arrivo che esprime chiaramente il merito<br />
di ognuno. Unica novità di questo cross d’a<strong>per</strong>tura <strong>la</strong> presenza dello stradista<br />
Angelo Coletto che nelle prossime settimane vestirà <strong>la</strong> maglia dell’”Europhon”. Un<br />
debutto promettente il suo nonostante il gravoso ritardo denunciato all’arrivo: oltre<br />
11’. La cronaca si può condensare in poche righe. Già al termine del primo giro<br />
(km.4) <strong>Severini</strong> guidava con 12” su Longo che ruzzo<strong>la</strong>va su una insidiosa gradinata.<br />
Americo dopo una vittoria con <strong>la</strong> maglia del G.S.Curti Riso.<br />
79
Americo, vincitore al Campionato regionale, con in mano<br />
il mazzo dei fiori. Al<strong>la</strong> sua sinistra si può riconoscere il<br />
babbo (con il cappello).<br />
80<br />
Nei quattro giri successivi il margine<br />
di <strong>Severini</strong> su Longo aumentava<br />
progressivamente: 31”, 56”,<br />
50”, 57”. Nell’ultimo giro Longo<br />
aumentava il ritmo e riduceva lo<br />
svantaggio a soli 27” dal vittorioso<br />
<strong>Severini</strong>. E’ tutto. L’organizzazione<br />
del<strong>la</strong> S.S.Briva è stata<br />
nel complesso buona. – Luciano<br />
Bandera – Ordine d’arrivo: <strong>Severini</strong><br />
Americo (G.S.Riso Curti)<br />
km 24 in ore 1.13’; 2. Longo Renato<br />
(G.S.Ignis) a 27”; 3. Ferri<br />
Romano (Pol.Europhon) a 1’43”;<br />
4. Zorzi Giuseppe (G.S.I.Bustese)<br />
a 2’12”; 5. Guerciotti Italo (Pol.<br />
Europhon) a 5’50”; 6. Dossena<br />
Lorenzo (U.S.Calvairatese) a<br />
7’30”; 7. Grassi Umberto (Pol.<br />
Europhon) a 9’35”; 8. Sartarelli<br />
Ersilio (id.); 9. Mannari Oronzo<br />
(id.) a 9’50”; 10 Guerciotti Giuseppe<br />
(id.) a 11’10”. –<br />
Il 13 novembre, a Lurate, Americo<br />
è primo nel gran premio Tettamanti<br />
e si ripete il 20 novembre<br />
nel<strong>la</strong> prova di Arcore, dove vince<br />
senza nessuna difficoltà. Il 27 novembre, a Motta Visconti, si c<strong>la</strong>ssifica al secondo<br />
posto, ma torna a vincere il 4 dicembre a Besate. Questo mese è caratterizzato da<br />
una serie di ottimi piazzamenti: il 7 dicembre a Mi<strong>la</strong>no, nel gran premio Riso Curti,<br />
giunge terzo; l’8 a Maleo, giunge secondo; come anche l’11 a Quinzano e il giorno<br />
di Natale a Capriate.
L’eterno secondo<br />
Nel 1961, <strong>Severini</strong> corre con il gruppo sportivo “GBC”, con <strong>bici</strong>cletta Gramaglia. Il<br />
1° gennaio, a Cesano Boscone, ottiene un secondo posto e così il 6, a Solbiate Olona.<br />
L’8 gennaio, a Mi<strong>la</strong>no, al Parco Lambro, vince il gran premio Clèment. Anche il fratello<br />
di Americo, Agostino, corre <strong>per</strong> <strong>la</strong> “GBC”, riportando dei buoni piazzamenti.<br />
09 gennaio 1961 – La Gazzetta dello Sport – A <strong>Severini</strong> il ciclocross sul circuito<br />
del Parco Lambro – Americo <strong>Severini</strong> dopo il ritiro di Renato Longo, ha vinto<br />
agevolmente <strong>la</strong> ciclocampestre disputatasi sul circuito del Parco Lambro. <strong>Severini</strong>,<br />
scattato in partenza, non è stato minacciato, continuando fino al traguardo <strong>la</strong> sua<br />
gara solitaria. Suo più fiero avversario si è comunque dimostrato Grassi, terminato<br />
al posto d’onore con un distacco di poco su<strong>per</strong>iore al minuto. Di una bellissima gara<br />
è stato protagonista Buratti che, dopo un incerto avvio, si è ben ripreso, terminando<br />
terzo a 1’45” dal vincitore. Staurengo, Pertusi e Zorzi si sono dati battaglia <strong>per</strong> le<br />
altre piazze. Ecco l’ordine d’arrivo: 1. Americo <strong>Severini</strong>; 2. Grassi a 1’20”; 3. Buratti<br />
a 1’45”; 4. Staurengo a 2’15”; 5. Pertusi a 2’50”; 6. Zorzi a 2’55”; 7. Maurino<br />
a 3’40”; 8. Coletto a 4’; 9. Dossena a 4’25”; 10. Balestra a 5’35”. –<br />
Il 15 gennaio, a Crenna, dove si svolge il Campionato Lombardo, <strong>Severini</strong> giunge<br />
secondo, ripetendo questo risultato il 22, ad Arcore. Il 29 gennaio a Pa<strong>la</strong>zzolo, torna<br />
al<strong>la</strong> vittoria e il 5 febbraio, a Imo<strong>la</strong>, partecipa al Campionato Italiano.<br />
06 febbraio 1961 – La Gazzetta dello Sport – La prima maglia tricolore – A <strong>Severini</strong><br />
il titolo di Campione di ciclocross – Longo è stato battuto sul traguardo <strong>per</strong><br />
mezza lunghezza – Imo<strong>la</strong>, 6 febbraio – Sul tormentato <strong>per</strong>corso del Parco Acque<br />
Minerali a Imo<strong>la</strong>, Americo <strong>Severini</strong> ha vinto ieri il Campionato Italiano di ciclocross,<br />
battendo in vo<strong>la</strong>ta Renato Longo, ex-tricolore. La lunga ovazione che <strong>la</strong> sportivissima<br />
fol<strong>la</strong> romagno<strong>la</strong> ha tributato a <strong>Severini</strong> al termine di una gara avvincente e<br />
combattuta dall’inizio al<strong>la</strong> fine, è stata pienamente meritata. Con una tattica di corsa<br />
accorta ed intelligente, <strong>Severini</strong> è riuscito ad invertire il pronostico che lo voleva<br />
nettamente battuto dal campione uscente Renato Longo. Inizio velocissimo dei 36<br />
partenti, starter il presidente dell’UVI, Adriano Rodoni. Dopo appena 800 metri una<br />
sbandata mette a terra Longo, che rimonta subito in sel<strong>la</strong> e si ricongiunge al gruppo.<br />
Al primo passaggio guida <strong>Severini</strong> con a ruota Longo; seguono a 100 metri, Pertusi<br />
e Ferri, poi Zorzi e Pico. Il vantaggio dei primi due, che procedono appaiati aumenta<br />
progressivamente giro <strong>per</strong> giro e diventa ben presto intoccabile. A metà corsa<br />
(quarto giro) Ferri è a 56”. Pertusi a 1’04”, Zorzi a 1’20”. Al giro seguente Ferri<br />
è terzo a 1’37”, Zorzi quarto a 1’56”, Pico quinto a 2’58”. Al penultimo passaggio<br />
sono ancora insieme Longo e <strong>Severini</strong>, <strong>per</strong>ò, mentre il primo appare freschissimo,<br />
il secondo sembra duramente provato. Dopo l’ultimo giro all’ingresso in pista, è<br />
<strong>Severini</strong> che inizia <strong>per</strong> primo <strong>la</strong> vo<strong>la</strong>ta ai 200 metri. Longo rimonta, pare anzi che<br />
riesca a su<strong>per</strong>arlo, ma ai 50 metri dal traguardo <strong>Severini</strong> ha un ritorno im<strong>per</strong>ioso<br />
e precede l’avversario di mezza macchina. L’ordine di arrivo: 1. Americo <strong>Severini</strong><br />
che compie i km 23,750 in ore 1.4’32”, al<strong>la</strong> media di km.22,080; 2. Renato Longo a<br />
mezza macchina; 3. Romano Ferri a 3’38”; 4. Giuseppe Zorzi a 3’54”. –<br />
81
Il 12 febbraio, a Cavaria, <strong>Severini</strong> si c<strong>la</strong>ssifica al secondo posto, dietro al solito Longo.<br />
Il 19 febbraio, in Germania, a Hannover, si svolge il Campionato del Mondo:<br />
<strong>la</strong> nazionale italiana è composta da <strong>Severini</strong>, Longo, Ferri e Zorzi. Vince il tedesco<br />
Rolf Wolfshohl, al secondo posto chiude Renato Longo e al terzo posto il francese<br />
Andrè Dufraisse. <strong>Severini</strong> ottiene solo un buon piazzamento. Il 19 marzo, a Lecco,<br />
nel ciclocross Coppa Frigerio, Americo, si c<strong>la</strong>ssifica al terzo posto. Il 4 novembre ad<br />
Arcore e il 12 novembre a Lurate, si c<strong>la</strong>ssifica al secondo posto. Torna al<strong>la</strong> vittoria<br />
il 19 novembre a Cornate d’Adda, il 26 novembre a Borgoticino e il 3 dicembre ad<br />
Arcore. L’8 dicembre a Maleo, giunge secondo e cos’ anche a Besate il 10 dicembre,<br />
e a Marnate il 17 dicembre. Ersilia da ad Americo il secondo figlio, Vittorio.<br />
18 dicembre 1961 – La Gazzetta dello Sport – <strong>Severini</strong> vince anche il ciclocross di<br />
Marnate – Ma Ferri, secondo arrivato, sporgerà rec<strong>la</strong>mo – Marnate, 18 dicembre<br />
– Una nuova vittoria di <strong>Severini</strong> nel ciclocross svoltosi a Marnate; una vittoria che<br />
avrà un seguito in sede di omologazione del<strong>la</strong> gara. Infatti Ferri, secondo arrivato,<br />
presenterà rec<strong>la</strong>mo <strong>per</strong> questo motivo: <strong>Severini</strong>, in maglia tricolore al via, ha poi<br />
tolto <strong>la</strong> maglia di campione gareggiando con quel<strong>la</strong> del suo gruppo sportivo e senza<br />
alcun numero; Ferri che era al comando sostiene che, allorché è stato su<strong>per</strong>ato da<br />
un concorrente senza numero, lo ha ritenuto un corridore fuori gara. Otto i giri da<br />
compiere; difficile il tracciato e freddo intenso. Ferri, Zorzi e Alberti i più pronti<br />
al via. Poi Ferri se ne andava solo mentre <strong>Severini</strong>, in ritardo al primo giro, progrediva.<br />
A metà gara una caduta di Ferri dava via libera a <strong>Severini</strong>. Ecco l’ordine<br />
d’arrivo: 1. <strong>Severini</strong> Americo, km.24 in 1.25’; 2. Ferri a 37”; 3. Zorzi a 2’05”; 4.<br />
Realini a 2’07”; 5. Guerciotti a 3’48”; 6. Balestra a 5’33”; 7. Staurengo a 5’47”;<br />
8. Belloni a 7’25”; 9. Dossena a 8’; 10. Invernizzi. –<br />
Il 26 dicembre, a Giussano, <strong>Severini</strong> ottiene solo un buon piazzamento.<br />
Americo festeggia una delle tante vittorie assieme al<strong>la</strong> moglie Ersilia al<strong>la</strong> sua destra.<br />
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Americo con <strong>la</strong> maglia da riposo del<strong>la</strong> nuova società GBC.<br />
83
Dal<strong>la</strong> “Gramaglia” al<strong>la</strong> “GBC”<br />
Nel 1962, <strong>Severini</strong> passa al gruppo sportivo “Gramaglia” e “GBC”, con <strong>bici</strong>cletta<br />
dell’abile artigiano mi<strong>la</strong>nese Gramaglia Roberto. Il fratello, Agostino, corre anche<br />
lui <strong>per</strong> <strong>la</strong> “GBC” ottenendo buoni risultati ma, non riuscendo a fare il salto fra i<br />
professionisti, decide di <strong>la</strong>sciare <strong>la</strong> carriera agonistica. Americo, il 21 gennaio, a Travacò<br />
e il 28 gennaio a Pa<strong>la</strong>zzolo, vince le due gare davanti a Longo. L’11 febbraio a<br />
Cavaria, si svolge il Campionato Lombardo, nel quale <strong>Severini</strong> ottiene solo un buon<br />
piazzamento. Il campionato italiano viene vinto da Renato Longo, seguito da Romano<br />
Ferri e da Giuseppe Zorzi. <strong>Severini</strong>, non prende il via a causa di una enterocolite<br />
acuta. Il 17 febbraio, in Lussemburgo, a Esch sur Alzette, si svolge il campionato del<br />
mondo, che viene vinto da Renato Longo, davanti ai francesi Maurice Gandolfo e<br />
Andrè Dufraisse. L’11 novembre, Americo vince a Vaprio d’Agogna e il 18, a Cesa-<br />
no Boscone mentre il 25 a Quinzano, giunge al secondo posto. Il 2 dicembre, si corre<br />
il gran premio Ciclocross<br />
di Corsico.<br />
02 dicembre 1962 – La<br />
Gazzetta dello Sport – Nel<strong>la</strong><br />
ciclo campestre di Corsico<br />
– <strong>Severini</strong> macina gli<br />
avversari nel Gran Premio<br />
Molinetto – Corsico,<br />
2 dicembre – Davvero un<br />
successo, nonostante l’assenza<br />
di Renato Longo,<br />
ha registrato il ciclocross<br />
di Corsico, valevole <strong>per</strong> il<br />
G.P.Molinetto: un successo<br />
cui hanno contribuito,<br />
oltre al<strong>la</strong> solita fol<strong>la</strong> di<br />
appassionati sparsi lungo<br />
tutto il <strong>per</strong>corso <strong>per</strong><br />
app<strong>la</strong>udire i vari <strong>Severini</strong>,<br />
Ferri, Cribiori, ecc.,<br />
anche una giornata che,<br />
<strong>per</strong> quanto fredda, è stata<br />
complessivamente abbastanza<br />
comprensiva verso<br />
pubblico e atleti, non presentando<br />
mai, se non altro,<br />
lo spauracchio del<strong>la</strong><br />
pioggia o del<strong>la</strong> nebbia. E<br />
inoltre, cosa che non può<br />
Il fratello Agostino, durante <strong>la</strong> corsa, <strong>bici</strong>cletta in spal<strong>la</strong> trova il<br />
tempo di sorridere al fotografo.<br />
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che rendere lieti tutti coloro (e<br />
vanno man mano aumentando,<br />
fortunatamente) che seguono<br />
con passione gli sviluppi di<br />
questo settore del ciclismo, da<br />
questa prova sono scaturite le<br />
conferme di diversi elementi<br />
in evidente progresso, soprattutto<br />
dagli stradisti, autentici<br />
neofiti di questa specialità.<br />
Cribiori (che correva sulle<br />
strade di casa, sostenuto da<br />
un pubblico amico ed entusiasta),<br />
e che man mano va migliorando<br />
col tempo e l’es<strong>per</strong>ienza;<br />
Bettinelli, altra vera<br />
promessa <strong>per</strong> le ciclocampestri;<br />
Martin e Dante, anche se<br />
autori oggi di prove un poco<br />
sfortunate. Naturalmente ha<br />
vinto l’uomo che, dopo Longo,<br />
si può considerare il migliore<br />
in senso assoluto del<strong>la</strong><br />
specialità in Italia, il piccolo e<br />
caparbio <strong>Severini</strong>, <strong>per</strong> il quale,<br />
indubbiamente, l’età non<br />
più proprio giovanissima, non<br />
Americo durante una gara, con <strong>la</strong> maglia del G.S.Gramaglia.<br />
costituisce davvero un ostacolo.<br />
Queste le note positive; <strong>la</strong>ti negativi lo diciamo senza tema di smentite, non ne<br />
abbiamo davvero trovati, se non forse nell’eccessivo entusiasmo manifestato dal<br />
pubblico nei riguardi degli atleti tutti (e in partico<strong>la</strong>re verso il beniamino Cribiori),<br />
il che ha portato spesso diversi spettatori ad ostruire, anche se involontariamente,<br />
il <strong>per</strong>corso. Comunque siamo convinti che, <strong>per</strong> quanto spesso un po’ eccessivo,<br />
l’entusiasmo non può che fare bene al ciclocross, e non ce <strong>la</strong> sentiamo proprio di<br />
bol<strong>la</strong>re senza pietà questi piccoli eccessi. Giornata fredda, abbiamo detto, ma serena,<br />
ed abbastanza invitante evidentemente, se si pensa che tutti i punti, cruciali<br />
e non, del <strong>per</strong>corso, erano letteralmente gremiti di spettatori: si fa un gran par<strong>la</strong>re<br />
di “Franco”, del biondino di Corsico, Cribiori, che oggi, davanti al suo pubblico,<br />
sembra fermamente intenzionato a fare grandi cose; parecchi dicono: Longo non<br />
c’è, <strong>per</strong>ché è in Germania, ad affrontare Wolfshohl sul suo terreno, ed è rimasto a<br />
mettere tutti in soggezione il suo “vice”, un <strong>Severini</strong> ben deciso, questo anno, a dare<br />
del filo da torcere anche al più giovane rivale. Impegnativo, anche se <strong>la</strong> gran parte<br />
abbastanza peda<strong>la</strong>bile, il <strong>per</strong>corso, lungo il quale <strong>Severini</strong> e C., hanno compiuto<br />
86
spesso miracoli di equilibrismo. –<br />
L’8 dicembre a Meleo, il 16 dicembre a Albairate, il 23 a Cabiate, <strong>Severini</strong> vince<br />
ovunque.<br />
24 dicembre 1962 – La Gazzetta dello Sport – <strong>Severini</strong> a Cabiate nuovamente vittorioso<br />
– Martin in chiaro progresso finisce terzo – Cabiate, 23 – Assente Longo, impegnato<br />
a Lourdes, <strong>Severini</strong> ha messo oggi in carniere il quinto successo stagionale<br />
vincendo bril<strong>la</strong>ntemente <strong>la</strong> “nazionale” di Cabiate davanti al solito Ferri, apparso<br />
aggressivo, ma altrettanto sfortunato. La gara svoltasi in una giornata freddissima<br />
anche se soleggiata, ha visto al via una trentina di corridori tra cui <strong>per</strong> <strong>la</strong> prima<br />
Americo vittorioso, <strong>per</strong> i colori del G.S.Gramaglia, al Campionato Regionale Lombardo.<br />
Al<strong>la</strong> sua sinistra il DS Crabi ed al<strong>la</strong> sua destra il fratello Severino che lo ha seguito sempre<br />
in tutte le sue gare fin da dilettante.<br />
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volta nel<strong>la</strong> stagione anche il professionista Cerato. Il <strong>per</strong>corso peda<strong>la</strong>bile e privo di<br />
difficoltà naturali era quasi tutto pianeggiante. Un solo breve strappo rompeva <strong>la</strong><br />
uniformità del tracciato, rive<strong>la</strong>tosi <strong>per</strong>altro difficile <strong>per</strong> le insidie del terreno ghiacciato<br />
che ha provocato più di una caduta. Dopo un attacco iniziale di Ferri ben<br />
parato da <strong>Severini</strong>, una foratura dello stesso Ferri metteva le ali ai piedi dello stesso<br />
<strong>Severini</strong> che al termine del<strong>la</strong> seconda tornata ingranava <strong>la</strong> quarta <strong>per</strong> non essere<br />
più raggiunto. Ordine d’arrivo: 1. <strong>Severini</strong> (GBC) che compie i km 21 in 50’; 2.<br />
Ferri (Europhon) a 40”; 3. Martin (Carpano) a 1’40”; 4. Zorzi (GBC); 5. Maurino<br />
(GBC); 6. Realini a 1’50”; 7. Bettinelli a 2’10”; 8. Balestra; 9. Belloni a 3’10”; 10.<br />
Grassi; 11. Longari; 12. Guerciotti; 13. Marchetto; 14. Dossena; 15. Santini. –<br />
Il 30 dicembre, <strong>Severini</strong> vince anche il Ciclocross di Inzago.<br />
Americo davanti al negozio del suo meccanico Roberto Gramaglia (al<strong>la</strong> sua sinistra)<br />
assieme al DS Crabi.<br />
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La grande sfida<br />
Nel 1963, <strong>Severini</strong> corre ancora sempre con il gruppo sportivo “Gramaglia” e “GBC”,<br />
con <strong>bici</strong>cletta dell’artigiano Gramaglia Roberto. E’ il <strong>per</strong>iodo delle grandi sfide con<br />
Renato Longo, quasi ad emu<strong>la</strong>re il duello emblematico <strong>per</strong> definizione in corso fino<br />
a pochi ani prima, quello fra Bartali e Coppi. <strong>Severini</strong>, il primo gennaio, al Parco<br />
Lambro vince il Gran Premio città di Mi<strong>la</strong>no, su<strong>per</strong>ando proprio Longo. Americo stà<br />
attraversando un momento molto favorevole e, a distanza di due giorni, si ripete. Il<br />
telecronista, all’arrivo, chiede al vincitore, ridotto ad una maschera di fango: “Qual<br />
è il segreto dei suoi successi?”. Ecco <strong>la</strong> risposta di <strong>Severini</strong>: “Da cinque mesi vado a<br />
letto <strong>la</strong> sera alle sette e ogni giorno mi alleno <strong>per</strong>correndo 70 chilometri su strada”.<br />
Il tracciato era stato reso difficile dal pantano creato dalle nevicate e dalle piogge<br />
dei giorni precedenti. Si è trattato, comunque, di una grande corsa che ha fatto evaporare<br />
<strong>la</strong> diceria secondo <strong>la</strong> quale <strong>Severini</strong> vinceva solo quando non c’era Longo.<br />
Tanti sportivi hanno assistito al duello e <strong>la</strong> c<strong>la</strong>ssifica ha visto al primo posto <strong>Severini</strong>,<br />
seguito da Longo e da Ferri.<br />
Per dovere di cronaca, dobbiamo<br />
dire che gli organizzatori<br />
del<strong>la</strong> gara, Nino Recalcati e<br />
Lega del Professionismo, sono<br />
entrati in attrito con l’Unione<br />
Velocipedistica Italiana che<br />
aveva indetto a Cesano Boscone,<br />
nel<strong>la</strong> stessa giornata,<br />
un ciclocross internazionale<br />
a<strong>per</strong>to a tutte le categorie (professionisti,<br />
dilettanti, allievi):<br />
a questa gara dell’UVI hanno<br />
finito <strong>per</strong> partecipare solo i dilettanti.<br />
Il 6 gennaio a Novate,<br />
si corre a dispetto di Rodoni e<br />
dell’Unione Velocipedistica,<br />
senza le licenze dell’UVI ma<br />
solo del<strong>la</strong> Lega Professionisti.<br />
In questa gara <strong>Severini</strong> giunge<br />
secondo dietro a Longo. Sia il<br />
13 gennaio, a Brugherio che il<br />
20 gennaio a Legnano, dove si<br />
svolge <strong>la</strong> quindicesima edizione<br />
del Trofeo Raffaele Garinei,<br />
<strong>Severini</strong> giunge al secondo posto.<br />
Il 27 gennaio, a Solbiate<br />
Olona, nel ciclocross Interna-<br />
Scorzè Venezia – Americo con il mazzo dei fiori ricevuto<br />
dopo <strong>la</strong> strabiliante vittoria del circuito di Scorzè.<br />
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zionale, <strong>Severini</strong>, nonostante tre forature, si c<strong>la</strong>ssifica ugualmente tra i primi cinque.<br />
Il 3 febbraio, a Giussano, in provincia di Mi<strong>la</strong>no, si svolge il Campionato Italiano di<br />
ciclocross.<br />
04 febbraio 1963 – La Gazzetta dello Sport – Battuto Longo – <strong>Severini</strong> campione di<br />
ciclo-cross – Giussano, 3 febbraio, notte. – L’anziano Americo <strong>Severini</strong> (del<strong>la</strong> GBC)<br />
è il nuovo Campione italiano di ciclocross del<strong>la</strong> stagione 1963. Questa è <strong>la</strong> sorpresa<br />
uscita dal circuito di Giussano, dove si è disputato oggi in località Robbiano il titolo<br />
nazionale su un <strong>per</strong>corso non proprio difficile, ma abbondantemente rico<strong>per</strong>to dal<strong>la</strong><br />
neve caduta nel<strong>la</strong> notte. Ha vinto <strong>Severini</strong> sfruttando fra l’altro <strong>la</strong> sfortuna che ha<br />
colpito il campione del mondo Renato Longo, caduto nel secondo degli otto giri. Al<br />
primo passaggio <strong>Severini</strong> già conduce con 20” su Longo e 40” su Martin e Pertusi.<br />
Le posizioni d’avanguardia resteranno quasi sempre inalterate; <strong>Severini</strong> aumenterà<br />
il suo vantaggio, mentre al<strong>la</strong> distanza emergeranno gli stradisti Martin e Bettinelli.<br />
Ordine d’arrivo: 1 Americo <strong>Severini</strong> (GBC), km.24 in ore 1.10’; 2. Renato Longo<br />
a 1’49”; 3. Ferri a 2’39”; 4. Martin a 2’59”; 5. Bettinelli a 3’29”; 6. Realini; 7.<br />
Pertusi; 8. Guerciotti; 9. Grassi; 10. Zorzi. –<br />
Longo avrebbe voluto abbandonare <strong>per</strong> <strong>la</strong> fatica, ma non lo fece, sollecitato dalle parole<br />
di Severino, il fratello di Americo, presente sul circuito, che gli disse di onorare<br />
<strong>la</strong> vittoria certa di Americo, in quanto un vero campione sa anche <strong>per</strong>dere. E Longo,<br />
così continuò ed a fine gara chiese scusa di quanto voleva fare e diede ragione a Severino,<br />
dimostrando così di essere un vero campione. In questa gara è l’astuzia con<br />
cui Americo ha contribuito al<strong>la</strong> sua vittoria. Al mattino a Mi<strong>la</strong>no, aveva nevicato e<br />
con una normale <strong>bici</strong> da donna provò, in mezzo al<strong>la</strong> neve, le difficoltà che nel pomeriggio<br />
avrebbe certo trovato in gara a Giussano. Vista <strong>la</strong> stabilità delle ruote con<br />
co<strong>per</strong>ture di grande sezione di questa <strong>bici</strong> che offrivano rispetto ai c<strong>la</strong>ssici tubo<strong>la</strong>ri, è<br />
andato di corsa da Gramaglia e gli ha detto di fargli due ruote uguali, lui gli risponde<br />
che Americo è un pazzo e non vuole fare niente. Ma <strong>Severini</strong>, con tutta <strong>la</strong> sua sicurezza,<br />
gli urlò che se vuole vincere il campionato italiano gli deve fare queste ruote.<br />
Così fece e fino a pochi istanti prima del via non tiro fuori le ruote dall’auto, subito<br />
le monto sul<strong>la</strong> <strong>bici</strong> e partì sicuro del<strong>la</strong> vittoria, vo<strong>la</strong>va…, Gramaglia, rimase stupito<br />
e felicissimo.<br />
Americo <strong>Severini</strong>, il 10 febbraio, vince a Cavaria, ma al mondiale, che si disputa il<br />
17 febbraio, in Francia, a Ca<strong>la</strong>is, non ha fortuna: dopo aver forato alcune volte, si<br />
c<strong>la</strong>ssifica comunque in buone posizioni, sfiorando il podio. La gara viene vinta dal<br />
Tedesco Rolf Wolfshohl, al secondo posto conclude Renato Longo e al terzo il francese<br />
Andrè Dufraisse. Il 24 febbraio, a Pa<strong>la</strong>zzolo Mi<strong>la</strong>nese, <strong>Severini</strong> diviene nuovamente<br />
campione lombardo ed il 3 marzo, vince il gran premio Travacò. Si apre <strong>la</strong><br />
nuova stagione ed il 3 novembre, a Casalpusterlengo, <strong>Severini</strong>, viene battuto solo da<br />
Longo. Il 4 novembre, a Galiate, Americo vince il gran premio del<strong>la</strong> Vittoria, davanti<br />
a Zorzi e Bettinelli, mentre si piazza fra i primi tre il 10 novembre a Vario, il 17 ad<br />
Aosta ed il 24 a Mercurago. L’8 dicembre, <strong>Severini</strong> torna al<strong>la</strong> vittoria a Crusinallo<br />
e, nello stesso mese colleziona tre secondi posti: il 15 a Travacò, il 22 a Quinzano e<br />
il 26 a Giussano.<br />
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Americo posa con <strong>la</strong> maglia, <strong>per</strong> gli allenamenti, GBC.<br />
91
Americo al traguardo vittorioso con <strong>la</strong> maglia GBC.<br />
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L’eterno secondo di Enzo Tortora<br />
Nel 1964, <strong>Severini</strong> viene confermato dal gruppo sportivo “GBC” e corre nuovamente<br />
con <strong>bici</strong>cletta Gramaglia. Il 5 gennaio a Segrate e il giorno seguente a Solbiate<br />
Olona, si c<strong>la</strong>ssifica tra i primi tre assoluti, mentre il 12 gennaio, a Castagnate, torna<br />
al successo. Il 19 gennaio, in Francia, a Lione, si corre <strong>la</strong> gara internazionale e <strong>Severini</strong><br />
chiude al secondo posto. E’ secondo anche il 26 gennaio, a Cesano Boscone,<br />
nel campionato lombardo, così come a Cavaria, il 2 febbraio, dove è in palio il titolo<br />
italiano: vince Renato Longo, terzo conclude Walter Martin. Il noto presentatore<br />
Enzo Tortora, par<strong>la</strong>ndo di <strong>Severini</strong> in una trasmissione radiofonica, lo aveva definito:<br />
“…<strong>Severini</strong>…l’eterno secondo…”. Il 16 febbraio, in Belgio, a Overboe<strong>la</strong>re, si svolgono<br />
i campionati del mondo. <strong>Severini</strong>, ancora una volta, non ha buona sorte: prima<br />
cade e poi fora, ottenendo solo un buon piazzamento. La maglia iridata finisce, <strong>per</strong><br />
<strong>la</strong> terza volta sulle spalle di Renato Longo, che precede il belga Roger de Clercq ed<br />
il francese Joseph Mahè.<br />
Lo Sport Illustrato – L’Asso è Longo – Il ciclocross riesce ad incantare: i suoi<br />
protagonisti lottano nel fango <strong>per</strong> quattro soldi di notorietà – Se chiedete a Renato<br />
Longo quale sia il segreto dei suoi successi, probabilmente otterrete solo una risposta<br />
vaga. Longo è l’antitesi dello spaccamontagne, ragiona di se stesso con imbarazzo,<br />
quasi timoroso di <strong>la</strong>sciarsi sfuggire<br />
verbo che lo possa far apparire un<br />
presuntuoso. Così è <strong>la</strong> vita: c’è chi<br />
preferisce farsi <strong>la</strong>rgo con le parole,<br />
chi con i fatti. Longo appartiene a<br />
questa seconda, benemerita categoria.<br />
Eppure è un fiore di campione e<br />
potrebbe farsi <strong>per</strong>donare con i risultati<br />
qualche momento comprensibile<br />
di auto esaltazione.[…] Al<strong>la</strong> vigilia<br />
del campionato del mondo di quest’anno,<br />
con <strong>la</strong> terza maglia iridata<br />
ormai in tasca, non gli si potevano<br />
strappare di bocca che accenti di<br />
s<strong>per</strong>anza e di fiducia espressi, tuttavia,<br />
con estrema consapevolezza:<br />
- L’assenza di Wolfshohl, di cui mi<br />
rammarico sinceramente – aveva<br />
detto – facilita il mio compito. Dei<br />
quaranta iscritti al torneo iridato<br />
nessuno mi è mai arrivato dinanzi.<br />
Ma io starò in guardia cercando di<br />
fare attenzione alle sorprese ed ai<br />
cento imprevisti che caratterizzano Americo in gara con <strong>la</strong> maglia di campione Italiano.<br />
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Americo con <strong>la</strong> maglia di Campione Italiano assieme ad un responsabile corse GBC.<br />
una specialità tanto delicata come il ciclocross. Comunque, sono ben preparato e<br />
tenterò di opporre <strong>la</strong> realtà del<strong>la</strong> mia condizione alle stravaganze del<strong>la</strong> sorte - . Immaginate<br />
un Taccone od un <strong>Severini</strong> nel<strong>la</strong> sua stessa situazione. Scintille sarebbero<br />
sprizzate dalle loro lingue. Con almeno un mese di anticipo ci avrebbero preparato<br />
al<strong>la</strong> visione di nemici in catene nell’atto di sottomissione e loro, sul cocchio del<br />
trionfo, con l’alloro in capo e lo scettro in pugno….[…] Inquadrato da Renzo Salvarani<br />
nel<strong>la</strong> sua poderosa formazione di stradisti, ora Renato si appresta a rispondere<br />
al secondo appello del<strong>la</strong> stagione. Nato crossista, egli sta attuando, sotto <strong>la</strong> guida<br />
di Luciano Pezzi, <strong>la</strong> metamorfosi che dovrebbe consentirgli di emergere anche nel<strong>la</strong><br />
più genuina espressione dello sport del pedale. Cosa è mancato, infatti, a Longo in<br />
passato <strong>per</strong> aver modo di imporsi (come Wolfshohl) anche su strada? Una buona<br />
squadra ed un pizzico di convinzione. Ora ha trovato l’una e l’altra e non vede l’ora<br />
di dare inizio al grande es<strong>per</strong>imento: - Non nascondo – afferma – che, nonostante<br />
le numerose es<strong>per</strong>ienze positive e negative accumu<strong>la</strong>te in otto anni di attività, mi<br />
tremeranno le gambe quando mi troverò affiancato a Van Loy, Anquetil, Altig, Poulidor<br />
ed agli altri assi sul<strong>la</strong> linea di partenza del<strong>la</strong> Mi<strong>la</strong>no-Sanremo. Sarà un po<br />
come quel<strong>la</strong> mattina di tanto tempo fa, nel<strong>la</strong> nebbia del Giambellino. Era il giorno<br />
del mio primo cross e, pronto a prendere il via accanto a me era Americo <strong>Severini</strong>,<br />
il mio idolo. L’emozione mi toglieva il respiro, ma fu solo un attimo. Anche a San<br />
Giuseppe, sono sicuro, andrà così. Morale: <strong>per</strong> Renato Longo, tre volte campione<br />
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del mondo di ciclocross, <strong>la</strong> vita comincia a ventisette anni. – Nino Rota -<br />
Il 23 febbraio, a Vihiers, nel ciclocross all’americana, <strong>Severini</strong> si trova in coppia con<br />
Longo.<br />
24 febbraio 1964 – La Gazzetta dello Sport – A Longo e <strong>Severini</strong> il ciclocross<br />
di Vihiers – Gli italiani Longo (campione del mondo) e <strong>Severini</strong> hanno vinto da<br />
dominatori il tradizionale ciclocross francese a coppie di Vihiers. Secondi si sono<br />
c<strong>la</strong>ssificati Dufraisse e Bernet a 1’54”, terzi Vattier e Herbain a 2’47”. –<br />
Il 1° marzo, a Lugnano, nel<strong>la</strong> Coppa Garinei, Americo giunge secondo. Questo è<br />
l’anno in cui nasce il matrimonio ciclismo-TV: <strong>la</strong> prima diretta trasmessa sui nostri<br />
teleschermi è <strong>la</strong> Mi<strong>la</strong>no-Sanremo, vinta da Simpson; il telecronista è Sergio Zavoli.<br />
Parte <strong>la</strong> nuova stagione del cross e il 1 novembre, a Uster, nel ciclocross Internazionale<br />
e l’8 novembre a Vaprio d’Agogliaro, Americo conquista il secondo posto <strong>per</strong><br />
tornare al successo il 29 novembre a Scorzè, dove batte <strong>per</strong> distanza l’amico Longo.<br />
Il 13 dicembre, a Maggiora, nel gran premio Internazionale e il 20 dicembre a Turbino,<br />
ottiene ancora buoni risultati salendo sul podio.<br />
Campionato del Mondo 1964 – 1°Longo-2°Wolfshohl-3°<strong>Severini</strong><br />
95
Cavaria 1965 – Campionato del Mondo di Ciclocross – Serata conviviale dopo i Campionati vinti da<br />
Renato Longo con Americo terzo C<strong>la</strong>ssificato.<br />
96
<strong>Severini</strong> batte Longo<br />
Nel 1965, <strong>Severini</strong> è ancora con il gruppo sportivo “GBC” associato al “Giambellino”,<br />
sempre fornito di <strong>bici</strong>cletta Gramaglia. Il 6 gennaio, conquista il terzo posto a<br />
Solbiate Olona, nel ciclocross Internazionale. Il 24 dello stesso mese, a Borgosesia,<br />
nel circuito del Colle di S.Anna, si danno battaglia i migliori specialisti italiani del<br />
cross. Il tracciato è stato ritoccato e <strong>la</strong> lunghezza di ogni giro è diminuita di circa<br />
400 metri, così che ad ogni tornata devono essere su<strong>per</strong>ati 900 metri di asfalto, 1050<br />
metri di strade in terra battuta, 700 metri su prato e 250 metri fra bosco, scalinate e<br />
selciato. In totale sono 2900 metri, di cui circa 150 da <strong>per</strong>correre con <strong>la</strong> <strong>bici</strong>cletta<br />
in spal<strong>la</strong>. Il circuito dovrà essere ripetuto otto volte <strong>per</strong> un totale di 23 chilometri<br />
e duecento metri. In più, al<strong>la</strong> partenza, i corridori sono chiamati a <strong>per</strong>correre altri<br />
duecento metri lungo <strong>la</strong> salita di S. Anna, <strong>per</strong> farli giungere in fi<strong>la</strong> indiana sulle<br />
prime difficoltà del tracciato. Il responso del<strong>la</strong> corsa è c<strong>la</strong>moroso: contro ogni pronostico,<br />
il “vecchietto” <strong>Severini</strong> sconfigge Longo. Nel<strong>la</strong> magnifica giornata di sole,<br />
con tem<strong>per</strong>atura primaverile, i partecipanti si sono dati battaglia sul duro tracciato<br />
non appena abbassata <strong>la</strong> bandierina del via, dato alle 14,30 precise. Gabelli è il più<br />
lesto a balzare in testa, ma dopo 500 metri Longo e <strong>Severini</strong> piombano sul campione<br />
lombardo. Al termine del primo giro, <strong>la</strong> “coppia regina” precede di 20” Gabelli, di<br />
35” Sfolcini e Maurino, di 45” Invernizzi, Perolio, Guerciotti, Belloni, Urani, Rossi,<br />
Chiodaroli, Ferri. Nel corso del<strong>la</strong> seconda tornata, Gabelli cade e rompe una ruota<br />
<strong>per</strong>dendo preziosi secondi, oltre a due posizioni. Al terzo giro, Longo e <strong>Severini</strong><br />
guidano con 1’10” su Sfolcini e Maurino, 1’45” su Gabelli, 2’15” su Guerciotti, 3’<br />
su Invernizzi e Belloni, 4’ su Perolio (che frattanto ha rotto un freno); più staccati gli<br />
altri. A metà corsa avviene l’episodio che si è confermato decisivo ai fini dell’ordine<br />
di arrivo. Salendo verso S.Anna, Longo <strong>la</strong>menta <strong>la</strong> rottura di due raggi del<strong>la</strong> ruota<br />
posteriore. <strong>Severini</strong> approfitta del<strong>la</strong> situazione e, al termine del quarto giro (mentre<br />
il campione del mondo cambia <strong>la</strong> <strong>bici</strong>), segna un margine attivo di 25”; il vantaggio,<br />
al quinto passaggio, sale a 40” e a 55” all’inizio dell’ultima tornata. All’arrivo, gioia<br />
<strong>per</strong> <strong>Severini</strong> e disappunto <strong>per</strong> Longo, che vede messo in discussione il suo dominio<br />
incontrastato. Alcuni grossi nomi del ciclismo hanno seguito <strong>la</strong> bel<strong>la</strong> corsa, voluta<br />
da quel gruppo di appassionati che sono i dirigenti del “Pedale Valsesiano”. Fra i<br />
presenti, citiamo il vice-presidente del<strong>la</strong> “Federciclismo” avv. Borroni, il dott. Rimedio<br />
(Commissario Tecnico del ciclocross), il geom. Rolle, membro dell’associazione<br />
Nazionale ufficiali di gara, il dott. Sartore, consigliere del<strong>la</strong> stessa associazione, il<br />
cav. Boglietti, fiduciario del<strong>la</strong> provincia di Vercelli del<strong>la</strong> “Federciclismo”, il sig.Fizzotti,<br />
fiduciario FCI del<strong>la</strong> provincia di Novara. Inoltre, le autorità locali col sindaco<br />
Regis, il vice-sindaco Angeli, l’assessore provinciale cav. Borgo, alcuni consiglieri<br />
comunali. Per <strong>la</strong> prima volta nello sport del<strong>la</strong> <strong>bici</strong>cletta, <strong>la</strong> RAI-TV è intervenuta<br />
ad una corsa in programma a Borgosesia. Segno evidente che <strong>la</strong> manifestazione del<br />
“Pedale Valsesiano”, fin dal<strong>la</strong> vigilia, si distingue <strong>per</strong> <strong>la</strong> sua importanza su sca<strong>la</strong><br />
nazionale: le fasi salienti del<strong>la</strong> prova sono state trasmesse nel corso del<strong>la</strong> rubrica<br />
“Telesport”, commentate dall’inviato Adriano De Zan, che sul circuito di S.Anna era<br />
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presente assieme a due o<strong>per</strong>atori. Che dire del<strong>la</strong> magnifica cornice di pubblico? Un<br />
successo veramente ins<strong>per</strong>ato <strong>per</strong> gli organizzatori: circa tremi<strong>la</strong> <strong>per</strong>sone affluite,<br />
oltre 1500 i biglietti venduti. I prezzi popo<strong>la</strong>ri (solo 200 lire il biglietto) hanno dato<br />
i loro frutti. E dire che in previsione di un minore afflusso di fol<strong>la</strong>, i promotori del<strong>la</strong><br />
corsa non avevano predisposto gli sbarramenti totali e neppure un “dischetto-ingresso”<br />
<strong>per</strong> ciascun spettatore. Insomma, una manifestazione allestita nel segno del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>rità<br />
si è inserita a grandi passi verso mete non s<strong>per</strong>ate. La c<strong>la</strong>ssifica: 1. <strong>Severini</strong><br />
Americo (G.S.Giambellino) km 23,500 in ore 1.12’, media 19,425; 2. Longo Renato<br />
(G.S.Salvarani) a 1’25”; 3. Sfolcini Enrico (Pedale Casalese) a 4’30”; 4. Maurino<br />
Antonio (G.S.GBC Mi<strong>la</strong>no) a 5’50”; 5. Gabelli Domenico (Pedale Casalese) a<br />
6’05”; 6. Guerciotti a 9’12”; 7. Invernizzi; 8. Belloni; 9. Perolio; 10. Chiodaroli.<br />
Seguono altri in tempo massimo.<br />
Ecco cosa hanno scritto i giornali:<br />
Gazzetta del Popolo di Torino: “Il campione del mondo Renato Longo oggi non è<br />
riuscito a far “centro”. A Borgosesia infatti un ma<strong>la</strong>ugurato incidente gli ha tolto <strong>la</strong><br />
possibilità di competere con lo scatenato Americo <strong>Severini</strong>, il quale, avuta via libera,<br />
si è imposto nettamente…”. “Questo ciclocross, organizzato dal Pedale Valsesiano,<br />
è stato valido quale prova indicativa <strong>per</strong> <strong>la</strong> formazione del<strong>la</strong> squadra italiana al<br />
prossimo campionato del mondo ed il Commissario Tecnico Rimedio, presente al<strong>la</strong><br />
gara, ha certamente riabilitato Americo <strong>Severini</strong> il cui inserimento nel<strong>la</strong> formazione<br />
azzurra stava forse <strong>per</strong> naufragare dopo le opache prestazioni fornite recentemente<br />
a Mi<strong>la</strong>no, a Lugano e a Lione. –<br />
Tuttosport di Torino: “<strong>Severini</strong> ha battuto Longo. Per <strong>la</strong> prima volta nel corso dell’attuale<br />
stagione in Italia, l’iridato è stato sconfitto. E’ una sconfitta comunque che<br />
non deve al<strong>la</strong>rmare: Longo infatti è rimasto vittima di un incidente di macchina<br />
proprio mentre <strong>Severini</strong> stava sferrando una veemente offensiva…”. “A Borgosesia<br />
quindi, sul circuito del Colle di S.Anna, il ciclocross italiano ha offerto un fatto<br />
nuovo, inatteso se vogliamo. Neppure lo stesso <strong>Severini</strong> era convinto di riuscirci<br />
anche nell’istante in cui aveva visto l’iridato in “panne”. Invece, sovvertendo ogni<br />
pronostico, s’è imposto e, se guardiamo il distacco all’arrivo, possiamo ben dire che<br />
<strong>la</strong> vittoria l’ha ottenuta con pieno merito”. –<br />
Corriere dello Sport di Roma: “Renato Longo <strong>per</strong> <strong>la</strong> prima volta nel corso del<strong>la</strong><br />
stagione ciclocrossistica italiana è stato battuto. Sul traguardo di Borgosesia a precederlo<br />
è stato Americo <strong>Severini</strong>, il quale, dopo tre consecutive gare incolori, ha<br />
sfoderato tutte le sue forze giungendo al traguardo con 1’25” di margine. <strong>Severini</strong> è<br />
partito all’arrembaggio nel corso del quarto giro, approfittando di un lieve incidente<br />
meccanico occorso al campione del mondo”. –<br />
Eco di Biel<strong>la</strong>: “La partecipazione del campione del mondo Renato Longo e del<br />
valoroso Americo <strong>Severini</strong> ha dato al ciclocross di Borgosesia una veste di grande<br />
solennità. La imminente disputa dei campionati italiani a Legnano e mondiale a<br />
Cavaria (Varese) e <strong>la</strong> presenza del selezionatore Rimedio, ha chiesto il meglio delle<br />
possibilità a tutti i concorrenti”. -<br />
Corriere Valsesiano di Varallo: “E’ nato sotto una buona stel<strong>la</strong> il ciclocross di Bor-<br />
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Americo mostra alcuni dei trofei conquistati, diplomi vari ri<strong>la</strong>sciati<br />
dal<strong>la</strong> Federazione Ciclistica Italiana ed alcune delle sue maglie azzurre.<br />
gosesia. Ha offerto al pubblico un appassionante duello fra i due migliori ciclopratisti<br />
italiani, ha goduto nel suo svolgimento di una magnifica giornata di sole, ha appagato<br />
pienamente i dirigenti del “Pedale Valsesiano” delle molteplici incombenze<br />
che l’organizzazione ha richiesto. E poi, <strong>per</strong> <strong>la</strong> prima volta in Italia nel corso del<strong>la</strong><br />
corrente stagione, ha provveduto a sovvertire tutti i pronostici del<strong>la</strong> vigilia: Renato<br />
Longo, il campione del mondo del<strong>la</strong> specialità, è stato battuto. E’ un fatto nuovo ed<br />
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inatteso, che ha messo a tril<strong>la</strong>re un campanello d’al<strong>la</strong>rme sullo stato di forma del<br />
portacolori del<strong>la</strong> “Salvarani”. E’ vero, l’atleta in maglia iridata ha avuto dal<strong>la</strong> sua<br />
<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>sorte ma, al termine del<strong>la</strong> corsa sono stati in molti a chiedersi se Longo,<br />
senza l’incidente di macchina subito, avrebbe resistito al<strong>la</strong> possente azione del piccolo<br />
marchigiano Americo <strong>Severini</strong>. Una battuta d’arresto proprio al<strong>la</strong> vigilia del<br />
campionato italiano e nell’imminenza di quello mondiale proprio non ci voleva”. -<br />
Dopo l’abbandono dell’attività da parte di Romano Ferri, Americo <strong>Severini</strong> è diventato<br />
il più anziano ciclopratista ancora sul<strong>la</strong> breccia. Sta infatti avviandosi verso il<br />
traguardo del trentacinquesimo anno di età; <strong>Severini</strong> si dedica al ciclocross dal<strong>la</strong> stagione<br />
1954-55 e, al suo attivo, vanta tre titoli nazionali: quello del 1956, conquistato<br />
a Genova Pontedecimo, del 1961 a Imo<strong>la</strong> e del 1963 a Giussano. Il popo<strong>la</strong>re “Micco”<br />
ha inoltre vestito <strong>per</strong> ben dieci volte <strong>la</strong> maglia azzurra quale rappresentante dell’Italia<br />
ai campionati del mondo e, in tre occasioni, è riuscito a salire sul podio, ottenendo<br />
un secondo posto (nel 1958 a Limoges) e due terzi (nel 1955 a Saarbruken e nel 1965<br />
a Cavaria). Americo chiude al secondo posto, naturalmente dietro Longo, anche il<br />
campionato italiano, disputatosi<br />
il 31 gennaio a<br />
Legnano, sul circuito dell’Olmina;<br />
terzo è Domenico<br />
Garbelli. Il 14 febbraio,<br />
a Cavaria, nel varesotto,<br />
si disputa il campionato<br />
del mondo: vince<br />
il grande favorito Renato<br />
Longo, che <strong>la</strong>scia alle sue<br />
spalle Rolf Wolfshohl e<br />
Americo <strong>Severini</strong>. Il 18<br />
febbraio a Laiguglia e il<br />
20 a Basilea, <strong>per</strong> <strong>Severini</strong><br />
giungono ancora due terzi<br />
posto, ma il 1° marzo, nel<br />
ciclocross internazionale<br />
di Lione, Americo torna<br />
al successo. La stagione<br />
si chiude con il suo terzo<br />
posto a Travacò.<br />
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Campionato del Mondo 1959 – 1° Longo 2° Wolfshohl 3° <strong>Severini</strong>
Il vecchio <strong>Severini</strong><br />
Il 1966 è ancora un buon anno <strong>per</strong> <strong>Severini</strong>, sempre uomo “GBC”, su <strong>bici</strong>cletta Gramaglia.<br />
Il campionato italiano si corre a Varese il 13 febbraio e vede il successo di<br />
Renato Longo, ma dietro di lui c’è l’inossidabile “Barbarino”, seguito da Domenico<br />
Garbelli. La squadra azzurra <strong>per</strong> i Mondiali che si disputano in Spagna, selezionata<br />
dal commissario tecnico Rimedio, è composta da Renato Longo, Americo <strong>Severini</strong>,<br />
Domenico Garbelli e Luciano Lucani; sono accompagnati dal meccanico Giuseppe<br />
Magni e dal massaggiatore Pagani. La gara si svolge il 27 febbraio a Beasain: Longo<br />
appare in forma ma, all’inizio del terzo giro, una caduta in cui rompe <strong>la</strong> ruota anteriore,<br />
pur rimanendo incolume, lo induce al ritiro, nonostante nei sei giri ancora da<br />
<strong>per</strong>correre, avrebbe avuto <strong>la</strong> possibilità di rifarsi del<strong>la</strong> cattiva sorte impegnandosi in<br />
un inseguimento certamente al<strong>la</strong> sua portata che, oltre a consentirgli di contribuire<br />
al<strong>la</strong> c<strong>la</strong>ssifica a squadra, gli avrebbe fatto conquistare l’ammirazione di chi sa apprezzare<br />
l’umiltà dei campioni. Nel momento dell’incidente, Longo era al comando,<br />
tallonato da Wolfshohl e De V<strong>la</strong>eminck e stava, quindi, confermando i pronostici<br />
che facevano di lui il favorito. Al termine del<strong>la</strong> gara, Longo ha spiegato che l’abbandono<br />
era stato causato dal<strong>la</strong> lontananza del luogo dell’incidente dal punto in cui era<br />
previsto l’intervento meccanico: mentre, appiedato, lo stava raggiungendo, era stato<br />
cavalcato da una ventina di concorrenti, ciò che l’ha indotto a <strong>la</strong>sciare ad altri<br />
l’onore di difendere i colori nazionali: tra questi Luciani, ottimo esordiente in gare<br />
iridate. Anche Gabelli si è comportato dignitosamente, nonostante un’avaria lo abbia<br />
ritardato nel corso del secondo giro, senza <strong>per</strong>ò fargli accusare pesanti ri<strong>per</strong>cussioni<br />
sul morale, tanto da riuscire a recu<strong>per</strong>are posizioni su posizioni, passando dal 32°<br />
Americo, appena terminata <strong>la</strong> gara vinta, riceve i complimenti<br />
ed un bacio dal<strong>la</strong> moglie.<br />
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al 20° posto e portando al termine <strong>la</strong> gara, così contribuendo al<strong>la</strong> conquista del<strong>la</strong><br />
seconda piazza ottenuto dal<strong>la</strong> nostra rappresentativa nel<strong>la</strong> graduatoria collettiva. Il<br />
titolo iridato viene conquistato da un nuovo astro del ciclocross, il belga Eric De<br />
V<strong>la</strong>eminck, al secondo posto chiude lo svizzero Gretener Hermann, seguito dal tedesco<br />
Wolfshohl. Primo degli italiani e quinto assoluto, è l’esordiente Luciano Lucani,<br />
sesto il sempre ammirevole <strong>Severini</strong>.<br />
Americo in uno dei rari momenti di pausa del<strong>la</strong> sua attività ciclistica amatoriale.<br />
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Eroica 2006 – Americo, terminata l’impresa, si prepara a <strong>la</strong>varsi ed a cambiarsi.<br />
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Eroica 2006 – Americo con Fabio Mancini e Roberto Fabri.<br />
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L’addio al professionismo<br />
Il 1967, <strong>per</strong> <strong>Severini</strong> è l’ultimo anno tra i professionisti e lo corre ancora con il gruppo<br />
sportivo “GBC” e “Giambellino”, su <strong>bici</strong>cletta Gramaglia. Il campionato italiano si<br />
disputa a Casalpusterlengo il 5 febbraio: vince Renato Longo, seguito da Enrico<br />
Sfolcini e Franco Livian. Il mondiale si svolge in Svizzera, a Zurigo: si impone<br />
ancora una volta Longo, seguito dal tedesco Rolf Wolfshohl e dallo svizzero Herman<br />
Gretener. <strong>Severini</strong> conclude <strong>la</strong> sua carriera ciclistica, tranne esibirsi, sporadicamente,<br />
fra gli amatori, dimostrando ancora doti da far invidia a molti giovani.<br />
Da allora a tutt’oggi, Americo ha sempre condotto una vita partico<strong>la</strong>re. Da oltre venti<br />
anni, cioè da quando, <strong>la</strong>sciata Mi<strong>la</strong>no, ha fatto ritorno nel<strong>la</strong> natìa Barbara, le sue sono<br />
giornate in fotocopia. Eccone <strong>la</strong> descrizione: sveglia alle cinque, quando prende il<br />
primo caffè ed uscita <strong>per</strong> <strong>la</strong> passeggiata con i cani. Al rientro, si riscalda mezzo litro<br />
di <strong>la</strong>tte con un cucchiaio di miele al quale, a giorni alterni, aggiunge un uovo; <strong>la</strong><br />
co<strong>la</strong>zione termina con due fette di pane con <strong>la</strong> nutel<strong>la</strong> e due con <strong>la</strong> marmel<strong>la</strong>ta e, alle<br />
sette, è pronto <strong>per</strong> uscire in <strong>bici</strong>cletta, non prima di aver bevuto un altro caffè. Nel<strong>la</strong><br />
borraccia ha provveduto a versare te con un cucchiaio di miele e, nelle tasche del<strong>la</strong><br />
maglia, trovano posto un’altra fetta di pane con <strong>la</strong> nutel<strong>la</strong> e una con <strong>la</strong> marmel<strong>la</strong>ta.<br />
Percorre giornalmente circa 120 chilometri, rientrando verso le dodici, pronto <strong>per</strong> il<br />
pranzo, consistente in una dose molto abbondante di tagliatelle all’uovo condite con<br />
olio e sugo al pomodoro, con l’aggiunta di un bicchiere di vino e di una me<strong>la</strong>. Alle<br />
sedici e trenta, estate o inverno che sia, è già l’ora di cena, a giorni alterni basata<br />
Americo riceve dal Sindaco di Barbara Raniero Serrani una medaglia ricordo <strong>per</strong> il lustro<br />
che il Campione ha saputo dare al paese di Barbara. Al<strong>la</strong> sua destra l’avversario di gioventù Gismondi.<br />
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su due etti di carne bianca o su due di carne rossa e nuovamente completata da un<br />
bicchiere di vino e da una me<strong>la</strong>. Alle 18, poi, suona già <strong>la</strong> ritirata: oltre dieci ore di<br />
sonno lo restituiscono sempre in gran forma al mattino seguente. Così tutti i giorni,<br />
a meno che non piova. In questo caso, Americo si ritira nel<strong>la</strong> sua officina casalinga<br />
dove si dedica con meticolosità al<strong>la</strong> manutenzione delle sue numerose <strong>bici</strong>clette.<br />
La vita di Americo <strong>Severini</strong>, viene raccontata in tutti i libri e enciclopedie di<br />
ciclismo, del passato e del presente. Dall’”Enciclopedia dello Sport” edita da<br />
Landi, riportiamo:-“<strong>Severini</strong> Americo, n.11-5-1931,a Barbara (Ancona). Dopo<br />
Longo, è il migliore ciclopratista italiano di oggi, e, prima che il suo più giovane<br />
avversario venisse al<strong>la</strong> ribalta, era stato il dominatore in campo nazionale ed uno<br />
dei protagonisti in quello mondiale. Professionista dal 1956, a tutto il 1967, ha vinto<br />
quarantadue cross in Italia ed all’estero, conquistando tre titoli nazionali e facendo<br />
sempre parte del<strong>la</strong> rappresentativa italiana ai campionati del mondo, nei quali si è<br />
spesso ben comportato, c<strong>la</strong>ssificandosi tra l’altro secondo nel 1958 a Limoges, terzo<br />
a Saarbruken nel 1955 ed a Ginevra nel 1959. E’ forse il ciclopratista italiano che<br />
ha totalizzato nel<strong>la</strong> sua carriera il maggior numero di secondi posti.<br />
2005 - Dai Comuni del<strong>la</strong> Diocesi – Fa par<strong>la</strong>re di se a 74 anni l’ex campione di<br />
ciclismo e ciclocross Americo <strong>Severini</strong> di Barbara. Anche ad oltre 35 anni dal<br />
ritiro dall’attività professionistica il “Barbarino” continua a far par<strong>la</strong>re di sé. La<br />
lontananza dai palcoscenici che hanno acceso le luci dei suoi trionfi e del<strong>la</strong> sua<br />
Americo, durante <strong>la</strong> cerimonia del riconoscimento del Comune, Americo dona al Comune,<br />
nelle mani del Sindaco Raniero Serrani, <strong>la</strong> sua prima maglia di Campione d’Italia.<br />
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Barbara 04 dicembre 2005 – Il Sindaco Raniero Serrani fa omaggio di una targa, del Comune<br />
di Barbara, al Presidente del<strong>la</strong> Federazione Regionale Secchi. Al centro, vicini, Americo e Gismondi.<br />
fama non ha offuscato le gesta di un <strong>per</strong>sonaggio tra i più popo<strong>la</strong>ri e coloriti del<br />
centro collinare. Sabato 12 febbraio i suoi ricordi sono andati in onda sul “TG3<br />
intinerante” di Rai Marche; nell’ultimo numero del settimanale nazionale “Cronaca<br />
Vera” (n.1697 del 16 marzo) l’ex campione di ciclismo e ciclocross Americo <strong>Severini</strong><br />
si è raccontato al giornalista Tommaso Vitali Rosati. Dal<strong>la</strong> sua penna emergono un<br />
ritratto <strong>per</strong>sonale ed una ricostruzione agonistica a tutto tondo del “Barbarino”:<br />
dalle prime, agognate vittorie al<strong>la</strong> ribalta professionistica, ove <strong>Severini</strong> gareggiò<br />
con assi del calibro di Coppi, Magni e Nencini, dalle imprese in salita (le splendide<br />
affermazioni nel<strong>la</strong> Bologna-Raticosa e nel<strong>la</strong> Biel<strong>la</strong>-Oropa) al passaggio al ciclocross,<br />
disciplina più adatta alle sue caratteristiche e al suo indomito spirito da lottatore.<br />
Non è stato un caso se proprio tra il fango ed il sudore del<strong>la</strong> sorel<strong>la</strong> inferiore del<br />
ciclismo <strong>Severini</strong> ha conosciuto <strong>la</strong> stagione più felice, più ricca di vittorie, che ha<br />
proiettato <strong>la</strong> luce del<strong>la</strong> sua notorietà sino ai nostri giorni: 3 volte campione d’Italia<br />
(1956, 1961 e 1963) e quattro podi iridati. A 74 anni non è scemata nemmeno <strong>la</strong><br />
sua passione <strong>per</strong> il ciclismo. E’ infatti uno sportivo modello: si alza di buon’ora e,<br />
tempo <strong>per</strong>mettendo, non si <strong>la</strong>scia sfuggire l’occasione <strong>per</strong> consumare <strong>la</strong> sua dose<br />
quotidiana di <strong>bici</strong>. Che d’inverno corrisponde a 80 – 100 km. <strong>per</strong> poi aumentare<br />
d’estate. Roda da autentici innamorati delle due ruote e da far invidia a qualsiasi<br />
sportivo, anche ai più giovani. – Leonardo Pasqualini –<br />
01 Dicembre 2005 – Viveresenigallia – Il 1° dicembre 2005, il suo nome spicca<br />
nel ricco cartellone del<strong>la</strong> “Tre giorni” dedicata al<strong>la</strong> patrona: quel<strong>la</strong> “esplosiva”,<br />
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degli artificieri, dei marinai, dei minatori, di chi sa fare il botto e <strong>la</strong> …differenza.<br />
Domenica prossima, 4 dicembre (alle 9,45 nel<strong>la</strong> Sa<strong>la</strong> Consiliare), Barbara festeggerà<br />
il suo grande <strong>per</strong>sonaggio: il campione del ciclismo campestre e del<strong>la</strong> “diversità”,<br />
dello sport e del<strong>la</strong> vita vissuta, del funambolismo e del<strong>la</strong> creativa gioia di vivere.<br />
Uno che di….botti ne ha fatti non pochi. Con lui sarà tutto il paese. La locandinainvito<br />
porta scritto “Incontro con il ‘Barbarino’ <strong>Severini</strong> (Barbara e i Barbaresi<br />
sulle due ruote)”. Ovvero: una forte umanità in sel<strong>la</strong>, che ha fatto del ciclismo una<br />
delle proprie bandiere. Non <strong>per</strong> nul<strong>la</strong>, Americo <strong>Severini</strong> è il barbarese più noto al<br />
mondo, con le quattro presenze sul massimo podio intercontinentale, i tre tricolori, i<br />
record, l’istrionismo, l’essere completamente fuori-schema. “Micco” (uno dei suoi<br />
appel<strong>la</strong>tivi, tra i quali anche “Tetano”) consegnerà al Sindaco Raniero Serrani<br />
(primo fautore dell’iniziativa insieme al promoter Vittorio Puerini) il quadroteca di<br />
una delle proprie maglie bianco-rosso-verdi, quel<strong>la</strong> vestita nel 1961: sarà omaggio<br />
al<strong>la</strong> sua “collettività”(che tante volte ha provocato, ma che ha sempre intimamente<br />
amato, tanto da farvi ritorno e buon ritiro, dopo il suo irrequieto vagare). La<br />
“targhetta”che ne ricorda le principali gesta atletiche narra: “Campione Ciclocross<br />
Professionisti; Tricolore 1956, 1961, 1963; Argento Mondiale 1958; Bronzo Iridato<br />
1955, 1959, 1965”. La medaglia d’oro che il Comune ha coniato <strong>per</strong> lui porta inciso:<br />
“Barbara al suo ‘Barbarino’”. Un altro identico metallo verrà consegnato, con su<br />
scritto “Barbara a Michele Gismondi, campione di vita e di ciclismo”. Primo ospite<br />
del “<strong>Severini</strong>’s Day” sarà infatti il “Miche’ da Montegranaro”, l’amico e “spal<strong>la</strong>”<br />
di Fausto Coppi, il “Campionissimo”. La vecchia gloria montegranarese è oggi<br />
più popo<strong>la</strong>re, richiesta e premiata di quando militava ai vertici del professionismo<br />
e sfiorava il titolo iridato. Il suo magistero ciclistico è finemente pennel<strong>la</strong>to: non<br />
nel segno del<strong>la</strong> nostalgia ma in ottica lucidamente a<strong>per</strong>tissima ed addirittura<br />
avanguardistica, sempre <strong>per</strong>altro con il vivo supporto educativo del<strong>la</strong> memoria.<br />
Gismondi scolpirà a tutto tondo i meriti del simpaticissimo e sempre in forma (e<br />
sempre in <strong>bici</strong>) Americo <strong>Severini</strong>. Sarà incontro spaziante (immagine curata da<br />
Angelo Papi), ravvivato ed impreziosito dagli interventi di noti <strong>per</strong>sonaggi: i già<br />
affermati atleti Rodolfo Massi e Francesco Cingo<strong>la</strong>ni, i nocchieri federciclistici Lino<br />
Secchi e Ivo Stimilli, Antonio Romagnoli (Ruote e Cultura), il leader dei Veterani<br />
sportivi Giuseppe Giacomelli, il dirigente sco<strong>la</strong>stico dell’Istituto di Ostra, Umberto<br />
Migliari. Quest’ultimo testimonierà anche l’essenza dell’iniziativa barbarese “Bici<br />
Scuo<strong>la</strong>”, che si è ispirata proprio ad Americo <strong>Severini</strong>. Aggiornamenti sulle due<br />
ruote a cura di Umberto Martinelli. La domenica di Barbarino.<br />
Il 1° ottobre 2006, all’età di 76 anni, Americo <strong>Severini</strong>, con alcuni soci del gruppo<br />
ciclistico “Club Amici del<strong>la</strong> Bici” di Senigallia, quali Fabio Mancini, Roberto Fabri<br />
e Leonardo Stefanini, affronta una nuova, grande impresa, partecipando al<strong>la</strong> famosa<br />
e mitica corsa, rigorosamente riservata a <strong>bici</strong>clette d’epoca, denominata “L’Eroica”,<br />
che prende il via da Gaiole in Chianti, con l’organizzazione di Giancarlo Brocci. E’<br />
stata proprio questa l’occasione che ha dato l’impulso <strong>per</strong> avviare il racconto che<br />
avete appena letto.<br />
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Eroica 2006 – Americo tra il Senatore paglierini ed il figlio del mitico Gino Bartali.<br />
Eroica 2006 – Americo durante <strong>la</strong> cerimonia di premiazione con C<strong>la</strong>udio Marinangeli.<br />
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La gara ha avuto inizio alle cinque del mattino, con una leggera nebbia. Il gruppo<br />
senigalliese aveva deciso di puntare sul <strong>per</strong>corso lungo, di oltre 200 chilometri, che<br />
si snoda attraverso le magnifiche colline senesi, dal Chianti al<strong>la</strong> Valdorcia, dove <strong>la</strong><br />
bellezza del<strong>la</strong> natura su<strong>per</strong>a molte volte <strong>la</strong> stanchezza. Lungo il tracciato, si ride,<br />
ci si sfotte, si mangia e si beve, da un vecchio fiasco, il buon nettare di Bacco.<br />
Con il pensiero si torna ai vecchi tempi, si sognano a occhi a<strong>per</strong>ti gli eroici Binda,<br />
Girardengo, Volpi, Bartali, Coppi. <strong>Severini</strong> dà spettacolo su quelle strade polverose,<br />
caratterizzate da ripide salite, che da Asciano conducono a Montalcino, terra famosa<br />
<strong>per</strong> il Brunello. Si arrampica senza fatica, come un ghepardo su una pianta, facendosi<br />
invidiare anche da molti giovani. La sua avventura eroica è stata filmata dagli amici<br />
e sarà veramente un documento molto importante nel<strong>la</strong> sua storia: ha co<strong>per</strong>to il<br />
<strong>per</strong>corso, insieme al suo gruppo, in un ottimo tempo, giungendo al traguardo in mezzo<br />
a una fol<strong>la</strong> esultante ed accanto ai suoi eroici amici. Ma le avventure del “selvaggio”,<br />
del “Micco”, del “Barbarino”, del mitico campione di ciclocross Americo <strong>Severini</strong>,<br />
certamente non finiscono qui…<br />
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