28.05.2013 Views

5 - ALCASE Italia

5 - ALCASE Italia

5 - ALCASE Italia

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

<strong>ALCASE</strong> (Allliance for Lung Cancer Advocacy, Support, and Education) <strong>Italia</strong> è l’unica organizzazione <strong>Italia</strong>na dedicate<br />

esclusivamente alla lotta al Cancro del polmone. Maggiori informazioni sono disponibili on line (www.alcase.it)


INDICE<br />

PREFAZIONE<br />

1. INTRODUZIONE<br />

– L’importanza di giocare d’anticipo<br />

– Di fronte a un bivio: screening di massa o informazione<br />

– Obiettivo: un’informazione completa ed efficace<br />

2. IL POLMONE: ANATOMIA E FI-<br />

SIOLOGIA<br />

3. IL CANCRO<br />

– Il patrimonio genetico della cellula<br />

– Oncogeni e geni oncosoppressori<br />

– La differenziazione cellulare<br />

– Sviluppo del cancro e metastasi<br />

4. IL CANCRO DEL POLMONE<br />

FATTORI DI RISCHIO<br />

Il fumo di tabacco<br />

I cancerogeni ambientali<br />

Il fattore genetico e quello anagrafico<br />

CRESCITA E DIFFUSIONE<br />

CLASSIFICAZIONE ISTOLOGICA<br />

Il Cancro del polmone a piccole cellule (CPPC)<br />

Il Cancro del polmone non a piccole cellule (CPNPC)<br />

Le altre facce del Big Killer<br />

5. SINTOMI E SEGNI<br />

– La tosse<br />

– L’emoftoe<br />

– La febbre<br />

– Il dolore toracico<br />

– La dispnea<br />

– L’ippocratismo digitale<br />

7. CONCLUSIONI<br />

INDICE


PREFAZIONE<br />

La prevenzione secondaria del più tremendo dei tumori<br />

umani, il cancro del polmone, conosciuto per questo<br />

come “Big Killer”, si può e si deve fare. <strong>ALCASE</strong> <strong>Italia</strong> ha<br />

scelto la via dell’informazione e della consapevolezza<br />

che da questa deriva. L’informazione ottenuta con<br />

linguaggio diretto, semplice, alla portata di tutti. Un<br />

o p e ra basata su una attenta scelta del materiale<br />

documentale da parte del responsabile medico<br />

Gianfranco Buccheri è nato a Siracusa il 1° gennaio 1952, e vive a<br />

Roccavione, alle porte della Va l l e<br />

Vermenagna, in provincia di Cuneo. Dopo<br />

la laurea in medicina presso l’Università di<br />

Pavia, ha conseguito la specializzazione<br />

in: Tisiologia e Malattie dell’A p p a ra t o<br />

R e s p i ratorio; Fisiologia Respiratoria e<br />

F i s i o c i n e s i t e rapia Respiratoria; ed in<br />

Oncologia Medica. Ha compiuto diversi<br />

soggiorni di studio all’estero, due dei quali<br />

presso la prestigiosa “Mayo Clinic” di<br />

Rochester, Minnesota (USA). Ha organizzato o contribuito a 58 fra<br />

congressi e corsi di aggiornamento, sia nazionali che internazionali.<br />

È autore o coautore di 264 pubblicazioni, in buona parte in lingua<br />

inglese. Sessantanove suoi lavori sono inseriti nella Banca Dati<br />

Mondiale MEDLINE. Attualmente è Dirigente Medico di I livello, con<br />

Incarico Dirigenziale di Pneumoncologia, presso l’A z i e n d a<br />

Ospedaliera “S. Croce e Carle” di Cuneo.<br />

Nel gennaio 1998 ha fondato <strong>ALCASE</strong> <strong>Italia</strong> – l’unica associazione,<br />

nel nostro Paese, dedita esclusivamente alla lotta al cancro del<br />

polmone – all’interno della quale ricopre il ruolo di responsabile<br />

scientifico . Grazie a lui, <strong>ALCASE</strong> <strong>Italia</strong> è socio fondatore e membro<br />

della Global Lung Cancer Coalition (Coalizione Globale contro il<br />

Cancro del Polmone).<br />

Ama la montagna e gli sport invernali, in particolare lo scialpinismo,<br />

ma non disdegna le immersioni nei mari tropicali o la vela.<br />

Caratterialmente è determinato e costante nel perseguire i propri<br />

obiettivi. Non ama le soluzioni pasticciate o di compromesso a tutti<br />

costi. In genere aspira alla perfezione, tuttavia è tollerante con chi<br />

erra (a meno che non ritenga sistematico l’errore).<br />

PREFAZIONE<br />

d e l l ’Associazione, il Dr. Gianfranco Buccheri, con<br />

all’attivo oltre 300 pubblicazioni scientifiche e<br />

un’infinità di collaborazioni internazionali, e scritta da<br />

chi fa il comunicatore per passione,e per mestiere, il<br />

giovane Gianluca Gavatorta.<br />

La lotta al cancro del polmone come una partita nella<br />

quale bisogna assolutamente giocare d’anticipo: una<br />

metafora mutuata dal linguaggio sportivo che rende il<br />

senso di questa nuova iniziativa e, più in generale, della<br />

missione di <strong>ALCASE</strong>.<br />

Gianluca Gavatorta è nato a Savigliano (Cn) il 7 settembre 1975. Si<br />

è laureato in Lettere Moderne pre s s o<br />

l’Università di Torino con una tesi inedita<br />

sul cinema di Riccardo Freda. Ha tenuto<br />

b revi corsi d’avviamento al linguaggio<br />

c i n e m a t o g rafico presso alcune scuole<br />

medie inferiori e superiori della sua città,<br />

per conto del circolo culturale Graneris.<br />

Giornalista pubblicista dal 1999, collabora<br />

al Corriere di Savigliano e dintorni dal<br />

1995, scrivendo di tutto un pò. Pur<br />

prediligendo la cara, vecchia carta stampata, ha avuto modo di<br />

familiarizzare col mezzo televisivo: dapprima a PrimAntenna/Super<br />

Six, occaupandosi di cronaca ed eventi; in seguito per il centro di<br />

p roduzione “ E u ropa & Comunicazioni”, specializzato nella<br />

realizzazione di servizi e format sull’agricoltura e l’indotto che ne<br />

deriva (ambiente, territorio, enogastronomia, turismo).<br />

Attualmente è Responsabile Comunicazione di <strong>ALCASE</strong> <strong>Italia</strong>, un<br />

ruolo più vario e creativo di quanto di primo acchito si possa<br />

pensare.<br />

Testardo e perfezionista eppur dubitativo e disposto a riconoscere i<br />

p ropri e altrui errori (come il dottor Buccheri), detesta il<br />

p ressappochismo, ed è convinto che, quantunque lento erg o<br />

desueto, il labor lima rimanga il modus operandi più affidabile e<br />

gratificante. Non ha hobby, in quanto ritiene non si possano<br />

considerare tali la lettura, il cinema, la montagna, la buona musica, i<br />

viaggi e le cene con gli amici.


INTRODUZIONE<br />

L’importanza di giocare in anticipo<br />

La sua battaglia nell’interesse della collettività, <strong>ALCASE</strong><br />

<strong>Italia</strong> è solita condurla con ottimismo e in un’ottica<br />

propositiva. Abbiamo appena finito di raccogliere in<br />

una piccola antologia, che speriamo di pubblicare al più<br />

presto le testimonianze di chi ce l’ha fatta a guarire di<br />

t u m o re del polmone, cercando di tra s m e t t e re la<br />

speranza attraverso il loro vissuto. Con questa nuova<br />

iniziativa, vogliamo aiutare a conoscere il “Big Killer”,<br />

fare cioè una sorta di immunizzazione che dovrebbe<br />

limitarne i danni qualora questo dovesse,<br />

malauguratamente, far la sua comparsa. In termini<br />

tecnici, faremo della prevenzione secondaria, senza<br />

essere (ci auguriamo) tediosi.<br />

Anche questa è una raccolta di scritti che fu<br />

originariamente rivolta ai lettori di un settimanale di<br />

Cuneo: La Bisalta, un giornale a forte e lodevole<br />

vocazione sociale. Si trattava della vers i o n e<br />

giornalistica del progetto “Conoscere il Cancro del<br />

Polmone per Vincerlo”, destinato a bocciofile, circoli,<br />

centri per anziani. A tutti quegli ambienti, cioè,<br />

frequentati da persone ritenute a rischio per ragioni<br />

anagrafiche. Un progetto, che si è reso possibile grazie<br />

a un finanziamento della Provincia di Cuneo, alla<br />

disponibilità di un volontario del Servizio Civile<br />

Nazionale, al lavoro e alla passione di alcuni membri di<br />

<strong>ALCASE</strong>, e ai contributi e le piccole donazioni di tanti<br />

cittadini. Essendo ancora in via sperimentale, la sua<br />

applicazione è limitata alla sola provincia Granda, sede<br />

storica dell’<strong>ALCASE</strong> <strong>Italia</strong>.<br />

Se l’antologia “Storie di Speranza” ospita il ricordo<br />

(indelebile) di un calvario conclusosi bene, la nuova<br />

iniziativa intende fornire tutte le cognizioni necessarie<br />

1<br />

affinché questo calvario si concluda di nuovo<br />

f a v o revolmente per tante, tantissime altre pers o n e<br />

ancora. È infatti fondamentale, anzi, decisivo saper<br />

giocare d’anticipo.<br />

Di fronte ad un bivio: screening di massa o<br />

informazione<br />

A chiunque sarà chiaro che non accorgersi in tempo di<br />

un cancro del polmone può costare caro, molto caro.<br />

Per questo, non è mai troppo tardi per fare prevenzione.<br />

Quando c’è di mezzo la salute, quando la si deve<br />

preservare nientemeno che dai rischi di una malattia<br />

così grave, colle parole non si gioca. Si gioca, invece,<br />

d’anticipo. Solo se scoperto in una fase precoce del suo<br />

sviluppo, il tumore del polmone risulterà curabile con<br />

successo.<br />

Ad un primo livello, la prevenzione (primaria) è rivolta<br />

ai bambini, e mira a renderli insensibili al fascino<br />

perverso della sigaretta, un piacere tanto effimero<br />

quanto dannoso per la salute. Ad un secondo livello (ed<br />

ecco la prevenzione secondaria), il target sono gli adulti<br />

e gli anziani, e l’obiettivo è puntato sui sintomi del<br />

cancro del polmone, cioè su tutti quei segnali coi quali<br />

di solito, e in maniera subdola, il Big Killer annuncia la<br />

IINTRODUZIONE


1<br />

sua prossima, inesorabile e indesiderata venuta. Saperli<br />

riconoscere consente una diagnosi precoce, che a sua<br />

volta significa cure più efficaci e quindi maggiori<br />

possibilità di guarigione.<br />

All’atto pratico, la diagnosi tempestiva può essere fatta<br />

in due modi:<br />

• attraverso lo screening di massa<br />

• puntando sulla diagnosi precoce<br />

Lo screening di massa consiste (di solito)<br />

nell’esecuzione di una TAC spirale senza mezzo di<br />

contrasto a tutte le persone sane, e ciononostante<br />

considerate a rischio sulla base di fattori quali l’età, il<br />

vizio del fumo, le condizioni ambientali sul posto di<br />

lavoro eccetera. È una via non facilmente percorribile<br />

per alcune ragioni: innanzitutto richiede enormi<br />

investimenti pubblici; inoltre, gli “pneumoncologi”<br />

(ovvero gli esperti di cancro del polmone) nutrono<br />

ancora dei dubbi sulla sua reale utilità e, pertanto, vi<br />

r i c o r rono saltuariamente e con cautela. Si sta<br />

comunque lavorando perché lo screening di massa<br />

diventi un giorno l’equivalente, per esempio, della<br />

mammografia per il tumore della mammella, del PSA<br />

per il tumore della prostata, del test del sangue occulto<br />

nelle feci per il tumore dell’intestino.<br />

Un’altra opzione, decisamente meno costosa, consiste<br />

nel dare un’informazione attendibile e completa: è la<br />

strategia di <strong>ALCASE</strong>.<br />

Ormai più nessuno si azzarda a confutare la seguente<br />

verità: fumatori ed ex fumatori sono le persone a più<br />

alta probabilità di essere impallinati dal cecchino che<br />

l ’Associazione intende neutra l i z z a re. La pro b a b i l i t à<br />

diminuisce nel caso dei non fumatori, ma fattori di<br />

rischio assolutamente da non sottovalutare sono anche<br />

il fumo passivo, l’esposizione occupazionale ad asbesto<br />

e vapori di catrame, l’esposizione al radon, precedenti<br />

INTRODUZIONE<br />

malattie polmonari e, come se non bastasse, la<br />

componente ereditaria cui i medici di <strong>ALCASE</strong> hanno<br />

dedicato un loro studio (Familial and Personal History<br />

of Cancer in Bronchogenic Carcinoma, Acta Oncologica<br />

2004; 43: 65-72).<br />

Ecco in tabella i più comuni sintomi di un tumore del<br />

polmone:<br />

Tosse<br />

Sangue nel catarro (emoftoe)<br />

Fame d’aria (dispnea) con possibile stridore o gemiti<br />

respiratori<br />

Dolore al torace, alle spalle, alla schiena o anche alle<br />

braccia<br />

Ripetuti episodi di bronchite o broncopolmonite<br />

Spossatezza (astenia)<br />

Perdita di appetito (anoressia) e di peso corporeo<br />

Raucedine (disfonia)<br />

Gonfiore della faccia e del collo<br />

Ingrossamento delle estremità delle dita di mani e piedi<br />

(ippocratismo d igitale)<br />

Imparare a decifrarli vorrà dire portarsi in vantaggio in<br />

una partita dove, nella maggior parte dei casi, il<br />

risultato è già deciso. A sfavore del paziente.


Obiettivo: un’informazione completa ed efficace<br />

Come non c’è disciplina che non richieda allenamento<br />

e applicazione, così sul terreno della pre v e n z i o n e<br />

secondaria il risultato dipende in gran parte dal livello<br />

di preparazione, tanto più che l’avversario è davvero<br />

forte, temibilissimo, e pure furbo. Tale preparazione,<br />

l’avevamo premesso, la si acquisisce mediante<br />

l’informazione, che permette di sentire campanelli<br />

d’allarme appena percettibili, o ai quali, comunque, non<br />

si presta la dovuta attenzione. Lungi dal cre a re<br />

allarmismo, dal formare degli ipocondriaci (persone col<br />

perenne quanto infondato terrore di ammalarsi), ma<br />

guai ad essere pressappochisti e superficiali! Guai<br />

sottovalutare segnali all’apparenza insignificanti, che<br />

però annunciano l’arrivo del più sgradito degli ospiti: il<br />

tumore del polmone.<br />

L’informazione che intendiamo fornire non è usa e<br />

getta, né sterile: riteniamo sia invece di grado superiore<br />

e di grande utilità, perché produce consapevolezza.<br />

Ai fini di una preparazione veramente completa ed<br />

efficace, il nostro programma comincia non con la<br />

sintomatologia e i sintomi, ma molto prima, con alcune<br />

nozioni di base sull’apparato respiratorio in condizioni<br />

di normalità. Se il cancro del polmone è l’ospite<br />

s g raditissimo e vandalico, il sistema re s p i ratorio è<br />

sicuramente una delle stanze più importanti di quella<br />

casa complessa e meravigliosa che è l’org a n i s m o<br />

umano. E prima di avere idea degli sconquassi prodotti<br />

dal Big Killer in questa stanza quando vi si introduce,<br />

occorre sapere com’è fatta e con cosa è arredata(pur<br />

senza il bisogno di frugare in armadi e cassetti).<br />

Dunque, come illustrato nella figura a fianco, gli<br />

arredamenti dell’apparato respiratorio sono: il naso, il<br />

r i n o f a r i n g e, l’o ro f a r i n g e, la t ra c h e a, il b ro n c o<br />

principale destro e il bronco principale sinistro, il<br />

polmone. O meglio, i polmoni, dal momento che ne<br />

abbiamo due, uno per lato del torace. Diversamente<br />

dalle altre coppie di organi, non sono identici: il destro<br />

è normalmente più grande del sinistro.<br />

Va da sé che inizieremo parlando soprattutto del<br />

polmone, sia dal punto di vista anatomico (com’è fatto),<br />

sia dal punto di vista fisiologico (come funziona).<br />

L’ apparato respiratorio<br />

1<br />

IINTRODUZIONE


2<br />

IL POLMONE: ANATOMIA E FISIO-<br />

LOGIA<br />

Come scritto in chiusura di prefazione, ci soffermeremo<br />

innanzitutto sul sistema respiratorio, in particolare sul<br />

polmone. Il polmone è l’organo della re s p i ra z i o n e ,<br />

attività duplice che consiste nell’eliminazione<br />

dell’anidride carbonica (CO 2 ), prodotto di scarto<br />

d e l l ’ o rganismo, e nell’assorbimento dall’ambiente<br />

dell’ossigeno (O 2 ), gas fondamentale per tutti i processi<br />

vitali. Quando respiriamo, il nostro corpo incamera<br />

ossigeno, di cui non può fare a meno se non per pochi<br />

minuti. Quando invece buttiamo fuori l’aria, depuriamo<br />

il nostro corpo dall’anidride carbonica, un gas che, in<br />

quantità eccessive, diventa tossico. Dunque, i polmoni<br />

sono la parte dell’organismo umano nella quale<br />

l’ossigeno viene assorbito e l’anidride carbonica<br />

eliminata. Quando i polmoni hanno difficoltà a svolgere<br />

il proprio compito, anche il funzionamento degli altri<br />

organi ne risente. Dalla salute dei polmoni dipende<br />

pertanto quella complessiva dell’organismo. Ecco<br />

p e rché si deve averne estrema cura, evitando<br />

innanzitutto di torturarli (e di tortura rsi) con<br />

quell’autentica frusta che è la sigaretta.<br />

Per meglio rendere l’idea del lavoro svolto dal polmone,<br />

si pensi ad una spugna piena di sangue e di aria, che,<br />

premuta e rilasciata continuamente “a fisarmonica”,<br />

ricambia il suo contenuto ad una velocità di 5/6 litri al<br />

minuto. I polmoni sono avvolti da uno strato di tessuto<br />

sottile, morbido ed elastico, la pleura viscerale, simile<br />

alla pleura parietale, il rivestimento della superficie<br />

interna della cavità toracica. Ad ogni respiro, scivolano<br />

facilmente l’una sull’altra perché sono entrambe lisce e<br />

ricoperte da un film di liquido lubrificante.<br />

L’aria entra sia dal naso che dalla bocca, passa<br />

attraverso la gola (faringe e laringe) e prosegue nella<br />

trachea, che in prossimità dei polmoni si divide in<br />

IL POLMONE: ANATOMIA E FISIOLOGIA<br />

bronco principale destro e bronco principale sinistro.<br />

Essi sono l’inizio di un sistema di vie aeree cui, per via<br />

della struttura ramificata, è stato dato il nome di albero<br />

bronchiale. Ad ogni punto di ramificazione, le vie aeree<br />

si fanno sempre più piccole e più numerose, proprio<br />

come i rami di un albero. I bronchi, questi condotti<br />

dell’aria, sono interessati da ben 22 suddivisioni, dalle<br />

ultime delle quali hanno origine i bronchioli respiratori,<br />

terminanti in microscopici sacchi d’aria chiamati<br />

alveoli. Ogni bronchiolo respiratorio e i suoi alveoli<br />

formano un acino. Ciascun polmone ne contiene circa<br />

300 milioni: se fossero aperti e distesi, ricoprirebbero la<br />

superficie di un campo da tennis.<br />

Senz’altro utile ad una maggior comprensione della<br />

L’albero bronchiale


struttura dell’ albero bronchiale, come viene chiamato il<br />

sistema delle vie aeree, è l’immagine di un campo di<br />

grano e di un canale di irrigazione che si dirama e si<br />

dirama, fino a che l’ultima diramazione arriva al terreno<br />

e lì l’acqua si espande. Alla fine delle vie aeree, nei<br />

polmoni, troviamo gli alveoli, sede degli scambi di<br />

anidride carbonica e ossigeno. Tali scambi avvengono<br />

per effetto della permeabilità della membra n a<br />

a l v e o l a re, cioè le pareti dell’alveolo. L’ e s t re m a<br />

sottigliezza della membrana alveolare la rende fragile e<br />

suscettibile ai danni, che, quando si verificano, sono<br />

irreversibili.<br />

Gli alveoli sono circondati da una fitta rete di piccoli<br />

vasi sanguigni: i capillari. Ve ne sono circa un miliardo<br />

nei polmoni, più di tre per ciascun alveolo. Pe r<br />

intendersi, i capillari stanno alle arterie e alle vene come<br />

gli alveoli stanno ai bronchi. Arterie e vene seguono i<br />

bronchi e come questi si ramificano: le une e gli altri<br />

sono circondati da uno scheletro fibro s o - e l a s t i c o<br />

chiamato interstizio.<br />

È proprio la stretta vicinanza tra alveoli e capillari a<br />

permettere al sangue e ai polmoni di scambiarsi i gas: a<br />

permettere, cioè, il processo vitale della respirazione.<br />

Infatti, l’ossigeno inalato entra nel sangue dagli alveoli;<br />

per converso, l’anidride carbonica lascia il sangue ed<br />

entra negli alveoli per essere eliminata.<br />

Siccome gli alveoli (le microscopiche estremità delle vie<br />

aeree) sono circondati dai capillari (i più piccoli vasi<br />

sanguigni del sistema circolatorio), e proprio alla loro<br />

vicinanza si deve lo scambio tra ossigeno e anidride<br />

carbonica, si dice che il sistema respiratorio è collegato<br />

con quello circolatorio, sì da parlare di sistema cardiore<br />

s p i ratorio. Il primo è responsabile del pre l i e v o<br />

dell’ossigeno e dell’espulsione dell’anidride carbonica. Il<br />

secondo distribuisce l’ossigeno catturato dai polmoni ai<br />

tessuti del corpo, e da questi preleva l’anidride<br />

Il ciclo respiratorio<br />

2<br />

carbonica per consegnarla ai polmoni, che provvedono<br />

ad espellere quella in eccesso. Per la salute<br />

d e l l ’ o rganismo, la rimozione continua dell’anidride<br />

carbonica è necessaria ed importante quanto<br />

l ’ a p p rovvigionamento costante d’ossigeno. Ricapitolando,<br />

i sistemi respiratorio e circolatorio lavorano in<br />

sinergia per mantenere normali i livelli di O 2 e CO 2 in<br />

tutti i tessuti del corpo.<br />

Nel polmone, la circolazione del sangue ricalca quella<br />

sistemica, cioè dell’intero organismo. Come abbiamo<br />

detto, forse in maniera non così esplicita, vi sono delle<br />

arterie che, partendo dal cuore, si ramificano all’interno<br />

dell’organo della respirazione fino alla rete dei capillari<br />

alveolari, per riconfluire insieme in grosse vene che<br />

tornano al cuore. Ma le analogie finiscono qui, perché<br />

IL POLMONE: ANATOMIA E FISIOLOGIA


2<br />

d i v e rsamente da quello delle arterie sistemiche, il<br />

sangue contenuto nelle arterie polmonari è ricco di<br />

anidride carbonica e povero di ossigeno: sangue sporco.<br />

Tocca proprio al polmone ripulirlo, riossigenandolo e<br />

privandolo della tossica anidride carbonica.<br />

I polmoni sono attra v e rsati anche da un’altra<br />

importante rete di vasi: il sistema linfatico. I vasi<br />

linfatici trasportano la linfa (una miscela di liquidi,<br />

proteine e cellule del sistema immunitario) al sistema<br />

IL POLMONE: ANATOMIA E FISIOLOGIA<br />

circolatorio e quindi a tutto al corpo. Fanno da filtro i<br />

linfonodi, contenuti nei polmoni e nel mediastino (lo<br />

spazio tra i due polmoni al centro del torace).<br />

Con questo si conclude la parte di anatomia e fisiologia<br />

del polmone. Se non è sufficiente per lottare contro il<br />

Big Killer, lo è invece per dimostrarci (o ricordarci) quale<br />

capolavoro assoluto di ingegneria biologica sia il corpo<br />

umano. Un delitto guastarlo con il fumo, tanto per fare<br />

un esempio.


IL CANCRO<br />

Nel presentare questa iniziativa, avevamo premesso e<br />

motivato la necessità di partire da lontano e procedere<br />

per gradi. Pertanto, conclusa la parte di anatomia e<br />

fisiologia dell’apparato respiratorio, e in particolare del<br />

polmone, non è ancora il momento di parlare del<br />

relativo tumore, il Big Killer, e dei sintomi che lo<br />

precedono: occorre prima avere ben chiaro che cos’è il<br />

cancro.<br />

Il cancro è una condizione causata da una crescita<br />

i n c o n t rollata e non finalizzata di cellule... divers e ,<br />

tecnicamente dette atipiche o indifferenziate, delle<br />

quali si può riconoscere a stento l’origine. La cellula,<br />

giova ricordarlo, è l’unita vitale più piccola alla base di<br />

tutti gli organismi viventi superiori. Tutti i tessuti del<br />

corpo umano sono fatti di cellule: se ne deduce che un<br />

cancro può manifestarsi in quasi tutte le parti del<br />

corpo. A seconda del tipo di cellule coinvolte in questa<br />

c rescita incontrollata e non finalizzata, vengono<br />

definiti più di 100 differenti tipi di cancro.<br />

Normalmente le cellule sane crescono, si dividono e<br />

muoiono in un modo controllato e con una<br />

p ro l i f e razione prevedibile. Nelle persone adulte, la<br />

maggior parte delle cellule si dividono solamente per<br />

sostituire quelle vecchie o riparare un danno. Le cellule<br />

cancerose sono invece quelle che, in conseguenza di un<br />

danno a livello genetico, hanno subito un’alterazione<br />

dei loro normali meccanismi di sviluppo: crescono e si<br />

dividono con una velocità maggiore, e sopravvivono più<br />

a lungo del normale. La maggior parte dei cancri porta<br />

alla formazione di tumori: grappoli anormali di cellule.<br />

Non tutti i tumori sono però cancerosi. Sono benigni<br />

quelli che non invadono i tessuti vicini o le altre parti<br />

del corpo. Salvo rare eccezioni, non provocano una<br />

malattia seria e non costituiscono una minaccia per la<br />

vita. Per contro, i tumori maligni sono all’origine di<br />

3<br />

malattie gravi, che mettono in pericolo la vita umana.<br />

Infatti, hanno la capacità di invadere e distruggere<br />

tessuti ed organi limitrofi, e/o di migrare verso parti<br />

distanti del corpo: in tal caso si parla di metastasi.<br />

Diamo ora uno sguardo alla cellula cancerosa al<br />

microscopio.<br />

Piccolo tumore scoperto in uno studio di screening<br />

Il patrimonio genetico della cellula<br />

Dunque, il cancro è una crescita incontrollata e non<br />

finalizzata di cellule atipiche o indifferenziate. Le cellule<br />

cancerose sono quelle il cui materiale genetico è stato<br />

danneggiato.<br />

Il patrimonio genetico delle cellule umane è contenuto<br />

in 23 paia di cromosomi, piccole strutture fatte di una<br />

sostanza chimica a forma di elica chiamata acido<br />

desossiribonucleico o DNA. È in questa sostanza che<br />

sono custodite le informazioni genetiche dell’individuo.<br />

Ogni cromosoma contiene migliaia di geni, porzioni di<br />

DNA, ciascuna delle quali codifica uno specifico<br />

carattere, ereditario e non. I geni controllano sia le<br />

IL CANCRO


3<br />

caratteristiche fisiche come l’altezza, il colore dei capelli<br />

e degli occhi e la struttura ossea, sia i cosiddetti talenti<br />

come l’attitudine sportiva o artistica o musicale. Non<br />

solo: perfino la soglia di sopportazione del dolore e la<br />

predisposizione a certe malattie hanno una spiegazione<br />

genetica. L’abilità a riparare un danno, la proliferazione<br />

cellulare (quando necessaria), e la morte della cellula in<br />

un determinato momento, sono tutte funzioni<br />

geneticamente controllate.<br />

Nella società industrializzata in cui viviamo, sono<br />

p a recchie le sostanze che possono danneggiare il<br />

nostro DNA: il fumo di tabacco in primis, l’asbesto<br />

(meglio noto come amianto), il radon, le particelle<br />

dell’inquinamento atmosferico, le radiazioni solari e da<br />

altre sorgenti. Il nostro organismo è in grado di riparare<br />

un danno genetico. Quando non ci riesce, si sviluppa un<br />

c a n c ro. Di solito, sono necessarie numerose cre p e<br />

Cromosomi e DNA nella cellula umana<br />

IL CANCRO<br />

genetiche accumulate in un lungo periodo di tempo<br />

affinché una cellula diventi cancerosa.<br />

Oncogeni e geni oncosoppressori<br />

Le anormalità all’origine del cancro si trovano nei geni<br />

che controllano il ciclo vitale di una cellula, vale a dire<br />

la sua divisione e la sua morte. Normalmente, una<br />

cellula si divide allorché riceve un comando genetico<br />

che la stimola in questo senso, così come muore<br />

secondo un programma genetico prestabilito. Quando<br />

questi geni, per le cause più volte addotte (fumo da<br />

sigaretta, inquinamento, esposizione a radiazioni ecc.),<br />

vengono danneggiati, il processo di divisione diventa<br />

incontrollabile (proliferazione cellulare) e le cellule non<br />

muoiono al momento prestabilito. Man mano che si<br />

accumulano, queste cellule anormali formano dei<br />

tumori, i quali finiscono per comprimere le cellule sane.<br />

D i v e rsamente da queste, le cellule cancerose non<br />

svolgono funzioni vitali e, se sono in maggioranza, le<br />

compromettono in maniera grave.<br />

Alcuni scienziati hanno identificato due categorie di<br />

geni maggiormente danneggiati nelle cellule cancerose:<br />

gli oncogeni e i geni oncosoppressori. Essi hanno<br />

funzioni opposte. In condizioni normali, meglio, in<br />

cellule normali, lavorano insieme per controllare la<br />

proliferazione della cellula. I proto-oncogeni sono i<br />

normali precursori degli oncogeni, e sono contenuti in<br />

tutte le cellule normali. Se vengono danneggiati,<br />

diventano oncogeni e causano la pro l i f e ra z i o n e<br />

incontrollata della cellula. In altre parole, promuovono<br />

lo sviluppo del cancro.<br />

Al contrario degli oncogeni, gli oncosoppre s s o r i<br />

svolgono un compito di prevenzione in quanto<br />

c o n t rollano la crescita cellulare: per intenders i ,<br />

agiscono come i freni di una macchina. Poiché l’effetto<br />

della loro azione è opposto a quello degli oncogeni,


sono anche chiamati antioncogeni. In questa sorta di<br />

tiro alla fune, la sconfitta degli oncosoppressori (perché<br />

gravemente danneggiati, per esempio dall’esposizione a<br />

sostanze chimiche o a radiazioni) crea i presupposti per<br />

il cancro.<br />

Ma è anche possibile che oncosoppressori anormali<br />

siano riconducibili a fattori ereditari.<br />

La differenziazione cellular e<br />

Dopo aver distinto tra oncogeni (geni che, se<br />

danneggiati, provocano una pro l i f e razione incontrollata<br />

delle cellule, cioè il cancro) ed oncosoppressori<br />

(geni che, invece, tengono sotto controllo la crescita<br />

c e l l u l a re), passiamo a spiegare la d i f f e re n z i a z i o n e<br />

cellulare.<br />

Si tratta del processo di maturazione della cellula che,<br />

crescendo e sviluppandosi normalmente, si specializza a<br />

svolgere funzioni specifiche. Questo processo fa sì che<br />

la cellula assuma determinate caratteristiche, che<br />

riflettono la funzione del tessuto cui appartiene. In<br />

questo modo una nuova cellula differenziata del<br />

tessuto polmonare è simile e funziona come le altre<br />

cellule del polmone. Man mano che le cellule si<br />

differenziano, diventano vieppiù specializzate nelle loro<br />

funzioni. Ne consegue che una cellula del polmone non<br />

può più comportarsi come una cellula del rene o del<br />

cervello.<br />

La proliferazione anormale di una cellula può iniziare<br />

in qualunque momento del processo di differenziazione<br />

della stessa, che è graduale. Quando una cellula si<br />

divide, genera due cellule figlie, con le stesse<br />

c a ratteristiche della cellula madre. Se una cellula<br />

i m m a t u ra o indifferenziata comincia a pro l i f e ra re ,<br />

inevitabilmente tutte le cellule generate dalla cellula<br />

madre saranno anch’esse indifferenziate.<br />

3<br />

Quando, in conseguenza di un danno genetico, le<br />

cellule cancerose crescono e si dividono rapidamente,<br />

diventano progressivamente meno differenziate, cioè<br />

perdono la capacità di svolgere le funzioni specifiche<br />

del tessuto dal quale derivano per effetto della<br />

divisione cellulare.<br />

Per dimensioni, forma e caratteristiche interne, le<br />

cellule indifferenziate differiscono da quelle mature.<br />

Spesso hanno un aspetto così anomalo che risulta<br />

difficile individuare il tessuto al quale appartengono: in<br />

tal caso si parla di tumore indifferenziato (o, con<br />

termine di derivazione greca, anaplastico).<br />

Ma può anche verificarsi che assomiglino alle cellule<br />

normali, e allora il tumore viene classificato come<br />

differenziato. La ricerca ha dimostrato il legame tra<br />

scarsa differenziazione cellulare (camuffamento delle<br />

cellule cancerose) e ridotta probabilità di sopravvivenza<br />

del paziente. E si capisce: un tumore, quanto più è<br />

“sregolato”, tanto più è mortale.<br />

differenziate indifferenziate<br />

Aspetto delle cellule polmonari a differente grado di differenziazione<br />

IL CANCRO


3<br />

Sviluppo del cancro e metastas i<br />

Il cancro ha origine da una trasformazione della cellula,<br />

riconducibile alle cause più volte elencate (fumo di<br />

tabacco, inquinamento, esposizione a radiazioni, fattore<br />

ereditario ecc.). La cellula “trasformata” non rispetta più<br />

la regola di moltiplicarsi solo in caso di necessità: è una<br />

cellula anarchica, o impazzita. Da una cellula<br />

trasformata ne nascono due, da queste 4, da quattro 8,<br />

da otto 16, da sedici 32, quindi 64, 128...: è la cosiddetta<br />

crescita esponenziale.<br />

Dopo molti anni e molte trasformazioni, che rendono le<br />

cellule proliferanti sempre più atipiche, si arriva a un<br />

miliardo di cellule maligne. Tutte insieme fanno un<br />

tumore di 1 cm, appena riconoscibile alla radiografia<br />

del torace. Per passare da 1 cm a 3 cm, un tumore può<br />

impiegare da pochi mesi a uno/due anni. Di solito, non<br />

Il processo di metastatizzazione<br />

IL CANCRO<br />

dà sintomi o ne dà pochi. Se scoperto in questa fase<br />

(fase precoce, lo scopo della prevenzione secondaria), è<br />

ancora ben curabile.<br />

Quando supera i 3-4 cm, invece, è sintomatico o<br />

gravemente sintomatico. A questo stadio, il tumore può<br />

a v e re contaminato gli organi vicini per invasione<br />

d i retta, e/o raggiunto parti del corpo distanti dal<br />

tessuto d’origine, dove ha fondato delle colonie. È il<br />

processo, in precedenza menzionato, della metastasi,<br />

che si verifica perché le cellule maligne si distaccano dal<br />

tumore originale e viaggiano attraverso i vasi sanguigni<br />

e linfatici. Quando il tumore è sintomatico, si è ormai<br />

nella fase tardiva: è qui che si combatte la battaglia per<br />

la guarigione. Se si tratta di tumore del polmone,<br />

ra ramente gli esiti sono favorevoli. Ad oggi, le<br />

probabilità di farcela non superano il 5%.


IL CANCRO DEL POLMONE<br />

Parlando della differenziazione cellulare, è emerso che<br />

non esiste il cancro e basta. L’organo nel quale si<br />

sviluppa il tumore reagisce alla sua presenza in maniera<br />

diversa da un altro organo o tessuto. Esistono quindi<br />

tanti tumori quanti sono gli organi da cui possono<br />

avere origine. Diagnosi, terapia e prognosi dipendono<br />

d a l l ’ o rgano di partenza. Il concetto dell’estre m a<br />

diversità dei tumori è molto importante, ciononostante<br />

se ne sente parlare assai poco in giro. Eppure ha dirette<br />

e importanti conseguenze in medicina. Sia chiaro sin<br />

d’ora che, a livello mondiale, il cancro del polmone è il<br />

tipo più diffuso, più grave e più difficile da curare! Più<br />

di quello della pelle, della prostata, della mammella,<br />

delle corde vocali, tanto per fare alcune comparazioni.<br />

E, come vedremo più avanti, può avere divers e<br />

connotazioni: per la precisione, sono classificate 4<br />

diverse forme di tumore del polmone. Questa capacità<br />

del Big Killer di assumere volti differenti rende la partita<br />

molto più complessa. Ecco perché <strong>ALCASE</strong> insiste così<br />

tanto sull’importanza di una pre p a razione vieppiù<br />

specialistica degli operatori sanitari, e al contempo sulla<br />

necessità di un’informazione completa e comprensibile<br />

alla gente.<br />

Il cancro del polmone si sviluppa quando le cellule<br />

normali del polmone subiscono un danno genetico che<br />

conduce alla loro proliferazione incontrollata. Come<br />

negli altri tipi di cancro, le cellule cancerose del<br />

polmone possono invadere i tessuti vicini, espandersi o<br />

metastatizzare in siti distanti del corpo. Senza cure, se<br />

non viene cioè contrastato con gli strumenti e le<br />

conoscenze a disposizione della scienza medica, il Big<br />

Killer ha facilmente partita vinta, il che significa morte<br />

certa della persona colpita. Ci teniamo comunque a<br />

precisare che non tutti i tumori del polmone sono fatali,<br />

che molti progressi sono stati fatti in diverse aree del<br />

4<br />

trattamento incluse la chirurgia, la chemioterapia, la<br />

radioterapia e la terapia multimodale.<br />

Come stavamo dicendo, quello del polmone è il cancro<br />

più frequente in tutto il mondo, <strong>Italia</strong> compresa. Il suo<br />

indice di mortalità è il più alto e si aggira intorno all’85-<br />

90%. L’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS), ha<br />

stabilito che ogni anno miete oltre un milione e<br />

centomila vittime: sono cifre da genocidio, per di più<br />

suscettibili d’aumento, che fanno di questa terribile<br />

malattia una delle principali emergenze sanitarie del<br />

XXI secolo. Ma è anche, il tumore del polmone, quello<br />

che si può prevenire meglio, perché nel 90% dei casi il<br />

fumo è l’unica causa o la principale. Negli uomini, quasi<br />

un tumore su 4 è un cancro del polmone; un po’ meno<br />

nelle donne, fra le quali è però in rapida crescita. La<br />

differenza attiene alla storia del (mal) costume: nei<br />

paesi occidentali, il vizio della sigaretta è divenuto<br />

molto popolare fra gli uomini dopo la fine della 2°<br />

Guerra Mondiale, e l’epidemia maschile di cancri del<br />

polmone è cominciata intorno alla metà degli anni ‘60.<br />

Durante gli anni del boom economico le campagne<br />

pubblicitarie e la nefasta e stupida convinzione di<br />

assumere una posa interessante in pubblico, indussero<br />

anche il gentil sesso a fumare. Col tempo questa<br />

s c i a g u rata tendenza è andata accentuandosi, e il<br />

risultato è che ormai il Big Killer non fa più distinzione<br />

tra uomini e donne.<br />

Andiamo adesso a spiegare perché il cancro del<br />

polmone sia il più frequente e fra i più spietati dei<br />

cancri umani. Cosa determina, dunque, tale triste<br />

primato? Oltre ad essere riconducibile al vizio del fumo<br />

su vastissima scala, la frequenza del tumore del<br />

polmone si spiega con l’elevata diffusione dei<br />

cancerogeni (sostanze in grado di provocare il cancro)<br />

nell’aria che respiriamo: è il prezzo, salatissimo, del<br />

progresso. All’origine della sua spietatezza, invece, vi<br />

IL CANCRO DEL POLMONE


4<br />

sono ragioni anatomiche e fisiologiche: 1) l’assenza di<br />

barriere fisiche, in quanto il polmone è morbido e<br />

“ b u c h e rellato” come una spugna; 2 ) la notevole<br />

irrorazione sanguigna (ogni minuto, tutto il sangue<br />

dell’organismo attraversa il polmone per ossigenarsi); 3)<br />

con l’eccezione della pleura, il polmone non ha<br />

terminazioni sensitive che possano dare l’allarme,<br />

sicché il dolore compare abbastanza tardivamente (ed è<br />

per questo che stiamo giocando la partita della<br />

prevenzione secondaria). Ricapitolando, il polmone è un<br />

organo vulnerabile perché privo di protezione e di<br />

sensibilità; inoltre, la grande circolazione ematica<br />

consente alle cellule cancerogene di viaggiare<br />

attraverso l’organismo innescando così un processo di<br />

metastasi, cioè la fondazione di colonie tumorali in<br />

organi o tessuti distanti dalla zona d’origine (nella<br />

fattispecie, il polmone).<br />

FATTORI DI RISCHIO<br />

Come abbiamo già detto, questo tipo di cancro si<br />

sviluppa allorché le cellule di cui è fatto il polmone<br />

subiscono un danno genetico. Gli scienziati hanno<br />

identificato molte sostanze chimiche e fattori ambientali<br />

– i cancerogeni di cui si parlava prima a proposito della<br />

f requenza del tumore del polmone – in grado di altera re<br />

i normali meccanismi di riproduzione cellulare .<br />

La maggior parte dei cancri del polmone si presenta sia<br />

in fumatori abituali sia in ex fumatori. Nonostante la<br />

(cor)relazione tra la sigaretta e il Big Killer sia ormai<br />

innegabile, la responsabilità della malattia ricade anche<br />

su altri fattori. Infatti, solamente un fumatore su dieci<br />

ne viene colpito. D’altro canto, circa un paziente su sei<br />

non ha mai fumato.<br />

Queste statistiche dimostrano come l’insorgenza di un<br />

c a n c ro del polmone sia un processo multifattoriale. Il<br />

primo e il principale resta comunque il fumo da tabacco.<br />

IL CANCRO DEL POLMONE<br />

Il fumo di tabacco<br />

La percentuale è elevata ed esprime una verità<br />

i n c o n t rovertibile: nell’85% dei casi, il “Big Killer”<br />

colpisce fumatori o ex fumatori. Il nesso tra la causa e<br />

l’effetto è determinato dalla presenza di sostanze<br />

cancerogene nel fumo di tabacco. Se una persona ha<br />

cominciato a fumare molto presto, maggiore è il rischio<br />

che sviluppi un cancro del polmone. Gli effetti delle<br />

sostanze cancerogene si accumulano nel tempo: è per<br />

questo che, quando si cerca di determinare il grado di<br />

rischio, si considera la durata totale dell’esposizione al<br />

fumo, di norma espressa in pacchetti di sigarette per<br />

anno. Recenti studi hanno dimostrato come le donne<br />

siano più sensibili degli uomini agli effetti delle<br />

sostanze cancerogene contenute nella sigaretta (e non<br />

solo nella sigaretta: anche nella marijuana e nella<br />

cocaina).<br />

Di positivo c’è che, per un fumatore, il rischio di<br />

contrarre un cancro del polmone può ridursi di molto se<br />

t ronca con “la bionda”. Ciò non si verifica<br />

immediatamente, in quanto la maggior parte dei cancri<br />

del polmone sono presenti molti anni prima di<br />

diventare sintomatici. Dopo dieci anni, comunque, la<br />

percentuale di rischio scende del 20-50% rispetto a chi<br />

continua ad essere schiavo della sigaretta. Va da sé che<br />

un ex fumatore rimarrà sempre più vulnerabile rispetto<br />

a chi non ha mai fumato in vita sua. Anche se ad una<br />

persona viene diagnosticato un cancro del polmone,<br />

questa può ancora trarre dei vantaggi dallo smettere di<br />

fumare. Innanzitutto, minori sono le complicazioni<br />

chirurgiche e maggiori le possibilità di sopravvivenza a<br />

lungo termine. Se poi si è stati curati con successo per<br />

un carcinoma del polmone a piccole cellule, inferiore è<br />

il rischio di recidiva. L’elenco dei benefici non è finito e<br />

include: una progressione rallentata di altre malattie<br />

del polmone come la bronchite cronica ostruttiva, una


minore possibilità di contrarre patologie cardiovascolari<br />

e gli altri cancri correlati al fumo come quello della<br />

bocca, dello stomaco e della vescica.<br />

Fumare non è semplicemente una cattiva abitudine, ma<br />

una dipendenza fisica e psicologica alla nicotina<br />

presente nel fumo di tabacco, la quale è pertanto<br />

equiparabile alla droga. Anzi: recenti ricerche hanno<br />

stabilito che, in certi casi, crea una dipendenza<br />

superiore a quella dell’eroina e della cocaina. I fumatori<br />

sono tali non per scelta, ma perché assuefatti alla<br />

nicotina. Liberarsi da questa sudditanza è una sfida<br />

molto difficile da vincere. Secondo alcuni studi, la<br />

t e rapia di sostituzione della nicotina con cero t t i ,<br />

gomme da masticare o inalatori, raddoppia nei primi 6-<br />

12 mesi le percentuali di successo. Molto utili sono<br />

anche i consigli del proprio medico e il sostegno morale<br />

delle persone care.<br />

Il rischio di ammalarsi di cancro del polmone non<br />

r i g u a rda soltanto fumatori ed ex fumatori, ma<br />

chiunque inspiri aria contenente fumo di tabacco: in<br />

casa, sul posto di lavoro, in pubblico. Questo genere di<br />

esposizione è stato chiamato fumo passivo, fumo<br />

ambientale, o “fumo di seconda mano”.<br />

I cancerogeni ambientali<br />

Magari fosse solo il fumo di tabacco la causa del cancro<br />

del polmone! Sconfiggere il “Big Killer” sarebbe più<br />

facile. Nell’ambiente in cui vive e opera l’uomo, vi sono<br />

delle sostanze in grado di produrre un danno genetico,<br />

che a sua volta può innescare il processo tumorale.<br />

Queste sostanze sono dette cancerogene. Passiamo in<br />

rassegna le più conosciute e diffuse.<br />

Asbeto. Meglio noto come amianto, è un minerale<br />

fibroso, molto usato in passato nell’industria manif<br />

a t t u r i e ra e nell’edilizia. Chiunque, anche inconsapevolmente,<br />

può essere stato esposto all’asbesto.<br />

4<br />

Tuttavia, solamente un’esposizione abituale, connessa<br />

soprattutto all’attività lavorativa, si configura come un<br />

fattore di rischio. Ad essa è imputabile il mesotelioma<br />

pleurico maligno, una forma ra ra di cancro che<br />

c o m p romette la pleura, il sottile rivestimento dei<br />

polmoni.<br />

Radon. Gas radioattivo presente in natura e inodore. Si<br />

forma dal decadimento dell’uranio, che di norma si<br />

trova nel suolo e nelle profondità terrestri. La quantità<br />

di questo gas nel sottosuolo varia da una località<br />

all’altra: in proposito, il Servizio di Sanità Pubblica può<br />

fornire una completa informazione. Categoria a rischio<br />

è sicuramente quella dei minatori, ma lo sono anche gli<br />

abitanti di una casa costruita su un terreno ricco di<br />

uranio e radon, in quanto fessure nelle fondamenta o<br />

nella cantina possono liberare dosi elevate di radon<br />

all’interno dell’abitazione.<br />

Arsenico. È un elemento naturale, presente nella crosta<br />

terrestre, e può avere una forma organica o inorganica.<br />

Cancerogena è quest’ultima, ed è stata associata a<br />

diversi tipi di cancro, non solo a quello del polmone.<br />

L’arsenico inorganico viene usato nella preparazione di<br />

insetticidi, pesticidi, veleni per i ratti, concimi e vernici,<br />

e nella conservazione del cuoio.<br />

Cromo. È un elemento presente naturalmente negli<br />

animali, nei minerali, nelle piante e nel terreno. È<br />

inodore, privo di gusto, ed esiste in molte forme.<br />

Solamente il cromo VI, detto anche cromo esavalente, è<br />

cancerogeno. A rischio esposizione sono i processi<br />

industriali per la cromatura, le saldature con acciaio<br />

inossidabile e le lavorazioni con il nichel-cromo.<br />

Nichel. È un metallo duro, di colore bianco argenteo,<br />

usato per produrre acciaio inossidabile e altre leghe<br />

metalliche. Potenzialmente, molte occupazioni<br />

espongono una persona a quantità pericolose di nichel.<br />

IL CANCRO DEL POLMONE


4<br />

Un elenco parziale include: la metallurgia, le miniere e<br />

le fonderie di nichel, le sabbiature, le manifatture<br />

d’acciaio inossidabile, la produzione e l’utilizzo di<br />

vernici, i lavori di saldatura in genere.<br />

I d rocarburi policiclici aromatici (IPA). Sono un<br />

gruppo di oltre 100 sostanze chimiche differenti, che si<br />

formano durante la combustione incompleta di<br />

carbone, lubrificanti, gas, rifiuti. Come il già trattato<br />

fumo di tabacco, contengono alti livelli di IPA (sono<br />

cioè potenti cancerogeni): la combustione del legno, gli<br />

scarichi delle automobili, l’asfaltatura delle strade, la<br />

pavimentazione e la copertura dei tetti con il catrame,<br />

il carbone fossile, il petrolio greggio e le raffinerie, le<br />

fonderie e la produzione di alluminio.<br />

Il fattore genetico e quello anagrafico<br />

Dunque, il fumo (attivo e passivo) e i cancerogeni<br />

ambientali (l’inquinamento in generale, sorta di<br />

pedaggio salatissimo che paghiamo per il progresso)<br />

possono essere all’origine di un cancro del polmone.<br />

Sono fattori di rischio, come dire, estrinseci. Ma tra i<br />

potenziali “moventi” del Big Killer ve ne sono anche di<br />

intrinseci, riguardanti cioè la peculiare condizione della<br />

persona: il fattore genetico e quello anagrafico.<br />

Fattori genetici. Come già precisato, la trasformazione<br />

di una cellula normale in cancerosa è un processo<br />

complesso e multifattoriale. Chiunque, sia pure in<br />

misura diversa, è esposto al fumo di sigaretta e agli altri<br />

c a n c e rogeni ambientali. Tuttavia, l’esposizione agli<br />

stessi non è l’unica causa, sicché la maggior parte dei<br />

fumatori incalliti di solito non va incontro a un cancro<br />

del polmone. Invece, un significativo numero di persone<br />

non fumatrici e senza fattori di rischio ambientali, può<br />

trovarsi nella condizione di svilupparlo. Ciò dimostra<br />

che influisce anche il modo col quale l’organismo<br />

reagisce. Responsabili di questa reazione alle sostanze<br />

IL CANCRO DEL POLMONE<br />

c a n c e rogene sono i geni: da loro dipende la<br />

suscettibilità del corpo a una danno genetico e la sua<br />

capacità di ripararlo. Non solo: i geni determinano<br />

anche l’efficacia con cui il sistema immunitario rileva e<br />

distrugge le cellule cancerose. In altre parole, il corredo<br />

genetico individuale ci rende più vulnerabili o più<br />

resistenti rispetto alle sostanze cancerogene. Per essere<br />

chiari, sono da considerarsi a rischio le persone i cui<br />

famigliari hanno avuto un cancro, soprattutto se si<br />

trattava di un cancro del polmone. Al momento, la<br />

p redisposizione genetica e la resistenza al cancro<br />

costituiscono un importante campo di ricerca.<br />

Una delle caratteristiche più impressionanti delle cellule<br />

neoplastiche di cui è fatto il “Big Killer”, è l’elevato<br />

numero delle alterazioni genetiche che hanno subito.<br />

Spesso in queste cellule irregolari o indifferenziate si<br />

riscontrano fino a 10 o 20 mutazioni.<br />

Età. Anche l’età è un fattore di rischio per il cancro del<br />

polmone, in quanto il danno genetico tende<br />

inesorabilmente ad accumularsi nel tempo. Ad oggi, i<br />

r i c e rcatori ritengono che le cellule accumulino<br />

molteplici difetti genetici prima di divenire cancerose.<br />

Invecchiando, dunque, cresce la probabilità che si<br />

accumuli un danno genetico sufficiente a determinare<br />

l’insorgenza di un tumore, tanto più che, con l’avanzare<br />

dell’età, il sistema immunitario diventa meno efficace.<br />

Il cancro del polmone è raro tra persone con meno di 40<br />

anni. Nella maggior parte dei casi, viene diagnosticato<br />

agli ultra cinquantenni. L’età media della diagnosi è<br />

comunque di circa 60 anni.<br />

Passiamo ora a parlare di crescita e diffusione del<br />

cancro del polmone, per poi anticipare i diversi tipi, cioè<br />

i diversi volti che il Big Killer può assumere.


CRESCITA E DIFFUSIONE<br />

La maggior parte dei cancri del polmone cre s c e<br />

lentamente. I ricercatori hanno valutato che un tumore<br />

polmonare, per crescere di 1 centimetro, impiega dagli<br />

8 ai 15 anni. Tuttavia, una significativa variabilità è da<br />

mettere in conto.<br />

Nonostante la lentezza del ritmo di crescita, un cancro<br />

del polmone ha la capacità di metastatizzare, cioè<br />

diffondersi in altre parti del corpo, anche in stadi iniziali<br />

del suo sviluppo. Questo processo, facilitato dall’elevato<br />

flusso sanguigno che interessa i polmoni, è chiamato<br />

micrometastatizzazione precoce, e non è rilevabile dai<br />

comuni strumenti diagnostici quali le ra d i o g ra f i e<br />

realizzate con raggi X o le scansioni tomografiche.<br />

La vascolarizzazione dei polmoni, l’essere cioè<br />

attraversati da una fitta rete di vasi sanguigni, permette<br />

il processo vitale della respirazione, che consiste nel<br />

rapido scambio d’ossigeno e anidride carbonica. Nelle<br />

persone affette da cancro del polmone, i vasi sanguigni<br />

diventano strade percorribili dalle cellule cancerose.<br />

Una volta nel circolo sanguigno, la maggior parte di<br />

esse muore. Ma se sopravvivono, raggiungono parti<br />

distanti dal polmone dove fondano colonie tumorali.<br />

Oltre a quelli sanguigni, le cellule cancerose possono<br />

creare metastasi sfruttando i vasi linfatici, facenti parte<br />

del sistema immunitario. Essi contengono un liquido, la<br />

l i n f a, composto da cellule immunitarie, fluido<br />

e x t ra c e l l u l a re e proteine. Prima di ritornare nella<br />

circolazione sanguigna, la linfa passa attraverso una<br />

rete di linfonodi, agglomerati compatti di cellule<br />

immunitarie che filtrano batteri, virus e cellule<br />

cancerose. Se queste ultime vi rimangono intrappolate<br />

e cominciano a moltiplicarsi, si determina un aumento<br />

delle dimensioni dei linfonodi. Si comprende dunque<br />

l’importanza di un esame accurato dei linfonodi nel<br />

4<br />

torace: serve per determinare se il cancro del polmone<br />

si è diffuso anche in altre parti del corpo.<br />

Lo studio per stabilirlo si chiama stadiazione, ed è<br />

indispensabile, in quanto dall’estensione della malattia<br />

dipende la scelta della terapia. Tre fattori caratterizzano<br />

la stadiazione: la grandezza e le caratteristiche del<br />

tumore originale o primario; la diffusione tumorale ai<br />

linfonodi regionali (linfonodi che drenano la linfa dai<br />

polmoni); la presenza o assenza di metastasi a distanza.<br />

Passiamo ora a tracciare i diversi identikit del Big Killer.<br />

Vasi linfatici<br />

IL CANCRO DEL POLMONE


4<br />

CLASSIFICAZIONE ISTOLOGICA<br />

Esistono quattro tipi principiali di cancro del polmone,<br />

a seconda dell’origine delle cellule cancerose che li<br />

compongono. Tale sistema di classificazione è stato<br />

redatto nel 1999 dall’OMS (l’Organizzazione Mondiale<br />

della Sanità) in collaborazione con la I A S L C<br />

(“Association for the Study of Lung Cancer”, Associazione<br />

Internazionale per lo Studio del Cancro del<br />

Polmone). Quattro, dunque, le fisionomie che il Big<br />

Killer può assumere: dalle cellule che formano il<br />

rivestimento delle superfici interne delle vie aeree<br />

(cellule epiteliali), deriva il carcinoma squamoso; dalle<br />

cellule ghiandolari deriva l’adenocarcinoma; quando<br />

invece l’origine è irriconoscibile, si parla di carcinoma<br />

indifferenziato (detto anche anaplastico) a grandi<br />

cellule o a piccole cellule: i modelli di crescita e di<br />

espansione sono diversi, così come le relative terapie.<br />

Prima di passare a trattarli singolarmente, precisiamo<br />

che carcinoma è un termine generico riferito ad ogni<br />

tumore maligno d’origine epiteliale.<br />

Il cancro del polmone a piccole cellule (CPPC)<br />

Come dice il nome stesso, le cellule epiteliali cancerose<br />

del CPPC sono piccole in una maniera anormale. Per via<br />

del loro aspetto, questo tipo di cancro indifferenziato o<br />

anaplastico viene anche chiamato carcinoma a chicchi<br />

d’avena. Qualche volta le sue cellule hanno forma di<br />

fuso o sono poligonali.<br />

Il CPPC ha una forte relazione con il fumo di tabacco.<br />

Solamente nell’1% dei casi colpisce persone che non<br />

hanno mai fumato. Costituisce circa il 20% di tutti i<br />

cancri del polmone. Cresce in modo più rapido di quello<br />

non a piccole cellule (CPNPC). Ha la tendenza a<br />

invadere i linfonodi (agglomerati compatti di cellule del<br />

sistema immunitario), e a metastatizzare gli altri organi<br />

in maniera precoce, come spesso risulta al momento<br />

IL CANCRO DEL POLMONE<br />

della diagnosi. Di solito si sviluppa da una delle grandi<br />

vie aeree, e pertanto viene localizzato in aree centrali<br />

del polmone. Almeno inizialmente, risponde bene alla<br />

chemioterapia e alla radioterapia.<br />

Del CPPC esiste anche una variante “c o m b i n a t a ” ,<br />

contenente cioè, tra le altre, cellule con aspetto di<br />

carcinoma epidermoidale e/o adenocarcinoma. Questo<br />

dimostra quanto complesso e sfuggente sia il Big Killer.<br />

Immagine microscopica di cellule di cancro del polmone a piccole cellule<br />

Il cancro del polmone non a piccole cellule (CPNPC)<br />

Sono tre i tipi più importanti di cancro del polmone non<br />

a piccole cellule: l’adenocarcinoma, il carcinoma a<br />

cellule squamose e il carcinoma a grandi cellule. Sono<br />

stati classificati come facenti parte della stessa famiglia<br />

in quanto hanno modelli simili sia di crescita che di<br />

t e rapia. Ognuno di essi, comunque, presenta delle<br />

varianti.


Adenocarcinoma. Le cellule di questo tipo di CPNPC<br />

hanno un aspetto ghiandolare. Negli ultimi tre decenni<br />

l’incidenza dell’adenocarcinoma è aumentata. A tal<br />

proposito gli scienziati non sono in grado di fornire una<br />

spiegazione certa e assoluta: le cause più probabili<br />

potrebbero ricercarsi in un cambiamento delle abitudini<br />

alimentari, e nei fattori ambientali e professionali.<br />

L’adenocarcinoma, che nella maggior parte dei casi<br />

produce un liquido denso chiamato mucina, è la forma<br />

più comune di Big Killer nelle donne, nelle persone mai<br />

state fumatrici e/o in quelle d’età inferiore ai 50 anni.<br />

Ed è anche la forma più associata a tessuto polmonare<br />

cicatrizzato. Una variante di adenocarcinoma è quella<br />

“bronchioloalveolare” (CBA), che nasce dagli alveoli. Il<br />

CBA tende a crescere lentamente e sembra avere meno<br />

probabilità di metastatizzare rispetto agli altri tipi di<br />

Immagine microscopica di adenocarcinoma Carcinoma a grandi cellule<br />

Immagini microscopiche di Carcinoma a cellule squamose<br />

4<br />

CPNPC. Per questa ragione, ha una prognosi più<br />

favorevole.<br />

Carcinoma a cellule squamose. Il CCS è noto anche<br />

come carcinoma epidermoide. Spesso produce una<br />

sostanza chiamata cheratina. Le sue cellule sono grandi<br />

e piatte. Contrariamente all’adenocarcinoma, negli<br />

ultimi 30 anni la sua incidenza è andata diminuendo.<br />

Tuttavia, rimane la forma più comune di cancro del<br />

polmone fra uomini fumatori o ex fumatori; le donne,<br />

invece, ne sono colpite oltre i 65 anni. Solitamente il<br />

CCS nasce in una delle grandi vie aeree, e pertanto<br />

viene localizzato nell’area centrale del polmone. Ha la<br />

tendenza ad invadere le strutture vicine, ma, rispetto ad<br />

altre varianti di CPNPC, metastatizza più lentamente.<br />

Carcinoma a grandi cellule (CGC). Le cellule di<br />

questo tipo di CPNPC, le più grandi tra tutte quelle<br />

c a n c e rose, sono in genere molto indifferenziate o<br />

hanno un aspetto immaturo. Secondo alcuni esperti il<br />

CGC è una variante altamente sdifferenziata di adenocarcinoma<br />

e CCS. Il carcinoma a grandi cellule può<br />

insorgere in ogni parte del polmone. Quasi sempre la<br />

prognosi è sfavorevole.<br />

Le altre facce del Big Killer<br />

Nei polmoni, e nella pleura che li avvolge, possono<br />

insorgere anche altri tipi di Big Killer, né definibili come<br />

CPPC (cancro del polmone a piccole cellule), né<br />

riconducibili alla variegata e numerosa famiglia dei<br />

CPNPC (cancri del polmone non a piccole cellule). Le più<br />

comuni tra le forme rare sono il tumore carcinoide e il<br />

mesotelioma pleurico maligno. Come se non bastasse,<br />

per il fatto di configurarsi come una sorta di crocevia<br />

dei sistemi respiratorio e circolatorio, i polmoni sono<br />

sede frequente per i tumori metastatici provenienti da<br />

altre parti del corpo. In altre parole, possono essere<br />

colonizzati agevolmente da cancri diversi dal Big Killer.<br />

IL CANCRO DEL POLMONE


4<br />

Preziosi ma vulnerabili, i polmoni: come già quando ci<br />

e ravamo soffermati sull’anatomia e sulla fisiologia<br />

dell’apparato respiratorio, raccomandiamo a chiunque<br />

di averne estrema cura (innanzitutto evitando di<br />

torturarli e deturparli col fumo di tabacco...).<br />

Tumore carcinoide. Nasce dalle cellule neuroendocrine,<br />

cellule nervose specializzate nella produzione di<br />

ormoni e situate in molte sedi del corpo. Gli ormoni<br />

vengono rilasciati nel torrente circolatorio e attraverso<br />

tutto il corpo viaggiano in direzione delle cellule<br />

b e rsaglio, delle quali possono stimolare, inibire o<br />

m a n t e n e re costante la funzione. Quantunque le<br />

p robabilità siano molto basse, i tumori carc i n o i d i<br />

possono produrre alti livelli di ormoni in grado di<br />

condurre a sintomi come forti attacchi di diarrea e<br />

vampate al volto. I carcinoidi rappresentano tra l’1 e il<br />

5% di tutti i tumori del polmone. Di solito si sviluppano<br />

nelle persone con meno di quarant’anni, senza<br />

preferenze tra uomini e donne. Ancora non è stato<br />

stabilito il nesso con il fumo di tabacco. I carcinoidi<br />

tipici tendono ad avere un’evoluzione relativamente<br />

benigna. Non metastatizzano in sedi distanti per lunghi<br />

periodi, sebbene spesso si diffondano ai linfonodi<br />

regionali. Nella maggior parte dei casi, sono guaribili<br />

con la sola rimozione chirurgica. Invece i carcinoidi<br />

atipici sono una variante più aggressiva, e possiedono<br />

una maggiore tendenza a metastatizzare a distanza.<br />

Mesotelioma pleurico maligno (MPM). Questo è un<br />

tipo di Big Killer che origina dal rivestimento del<br />

IL CANCRO DEL POLMONE<br />

polmone (pleura viscerale) o dalla parete interna del<br />

torace (pleura parietale), e non dal polmone stesso. Vi<br />

sono altri rivestimenti mesoteliali nel corpo, ma circa il<br />

75% dei mesoteliomi maligni interessa la pleura dei<br />

polmoni. Il mesotelioma maligno è una forma rara di<br />

c a n c ro primario: di solito la pleura è un sito di<br />

metastasi. Esistono tre tipi di MPM. Il 50-70% è di tipo<br />

epitelioide, quello con la prognosi migliore. Gli altri due<br />

tipi sono il sarcomatoide e la variante mista. Le opzioni<br />

terapeutiche sono identiche per tutte e tre le varianti.<br />

L’asbesto, minerale fibroso molto utilizzato in passato<br />

nell’industria e nell’edilizia e conosciuto anche con il<br />

termine “amianto”, è la causa predominante del MPM. Il<br />

lasso di tempo tra l’esposizione ad elevati livelli<br />

d’asbesto e lo sviluppo di questa neoplasia, è stato<br />

calcolato tra i 25 e i 45 anni. Sembra che, a parità di<br />

livelli d’esposizione alla sostanza cancerogena, i<br />

fumatori non corrano rischi supplementari rispetto ai<br />

non fumatori. E proprio a causa della stretta relazione<br />

professionale con l’asbesto, il MPM è diagnosticato più<br />

f requentemente negli uomini che nelle donne. Se<br />

localizzato, la chirurgia è il trattamento principale.<br />

Quando è ormai diffuso, si può ricorrere anche alla<br />

radioterapia e/o alla chemioterapia.<br />

Termina qui la rassegna dei vari identikit del Big Killer.<br />

La riteniamo altrettanto utile delle sezioni precedenti e<br />

future di questo volumetto, in quanto è risaputo che la<br />

conoscenza del nemico può essere un valido<br />

presupposto per sconfiggerlo.


SINTOMI E SEGNI<br />

Prima di affro n t a re l’argomento principale, cioè i<br />

sintomi, si rende ancora necessaria una premessa di<br />

carattere terminologico.<br />

In medicina, per sintomatologia s’intendono i segnali e<br />

i sintomi che una persona avverte e che lo inducono a<br />

richiedere un controllo medico. È attraverso tali sintomi<br />

e segni che si perviene alla diagnosi di una specifica<br />

patologia. Di solito, il cancro del polmone cresce per<br />

molti anni nell’ombra, in silenzio. Ciononostante, quasi<br />

tutte le persone che ne vengono colpite sviluppano dei<br />

sintomi, non fosse che il più delle volte essi sono<br />

generici (il termine esatto sarebbe “a s p e c i f i c i” ) ,<br />

possono cioè presentarsi in una grande varietà di<br />

patologie. Il Big Killer, purtroppo, è bravissimo a<br />

mimetizzarsi tra le numerose malattie dell’apparato<br />

respiratorio. Proprio questa mancanza di peculiarità dei<br />

suoi segni e sintomi può essere all’origine di un ritardo<br />

diagnostico; oppure, il che è peggio, può indirizzare la<br />

prima indagine medica su una falsa pista. La conferma<br />

viene da uno studio condotto su 1277 pazienti tra il<br />

gennaio 1989 e l’ottobre 2002, pubblicato nel 2004<br />

sullo European Respiratoy Journal*. Lo studio era<br />

incentrato sulla latenza del sospetto diagnostico, vale a<br />

dire il tempo che intercorre tra il primo sintomo e la<br />

visita specialistica. Gli autori, i dottori Gianfra n c o<br />

Buccheri e Domenico Ferrigno, nostri re f e re n t i<br />

scientifici ed entrambi in servizio presso il Day Hospital<br />

Pneumoncologico dell’Ospedale A. Carle di Cuneo,<br />

hanno evidenziato che, nei 13 anni presi in esame, il<br />

ritardo dell’ingresso in scena dello specialista e quindi<br />

dell’individuazione del Big Killer è andato progressivamente<br />

e significativamente crescendo, sì da ridurre<br />

* (European Respiratory Journal, 2004; 24: 898-904).<br />

Maggiori informazioni sono disponibili on line (www.alcare.it)<br />

5<br />

le possibilità di guarigione del paziente. E ad oggi, la<br />

p robabilità di sopravvivenza a questa malattia è<br />

tristemente attestata intorno al 10-15%. Solo nel<br />

nostro Paese, ogni anno il cancro del polmone miete<br />

oltre 40 mila vittime: è come se dalla carta geografica<br />

dell’<strong>Italia</strong> fosse cancellata l’intera città di Cuneo... Il<br />

tempo mediano di latenza del sospetto, che, come<br />

detto, aumentava con il passare degli anni, è stato<br />

calcolato essere in media di circa due mesi (cui poi va<br />

aggiunto almeno un mese per la conferma della<br />

diagnosi e l’inizio della cura). Poiché il cancro del<br />

polmone può arrivare ad uccidere 9 persone su 10, dopo<br />

una sopravvivenza mediana di 6/8 mesi, ciò significa<br />

che il 35/40% della vita che mediamente rimane dal<br />

momento della diagnosi è stato già perduto ai fini della<br />

terapia!<br />

Fattori quali l’ubicazione del tumore, il coinvolgimento<br />

dei linfonodi e di organi distanti, possono influenzare la<br />

sintomatologia. Convenzionalmente, i sintomi sono<br />

raggruppati in sintomi locali, sintomi della malattia<br />

avanzata e sintomi della metastasi. Tra questi gruppi vi<br />

sono tuttavia delle sovrapposizioni, per cui è del tutto<br />

possibile che una persona ammalata di cancro del<br />

polmone abbia sintomi appartenenti a tutte e tre le<br />

tipologie, oppure solo sintomi locali.<br />

Questi i dati: tra i pazienti con tumore polmonare<br />

inclusi nel succitato studio, solo il 6% è asintomatico; il<br />

28% presenta dei sintomi correlati al tumore primitivo;<br />

il 32% manifesta sintomi legati alla malattia<br />

metastatica, mentre il restante 34% avverte sintomi<br />

non specifici, che possono far sospettare l’esistenza di<br />

una neoplasia, ma non necessariamente del polmone.<br />

Vi sono due tipi di presentazione clinica, a seconda della<br />

SINTOMI E SEGNI


5<br />

risultante del complesso di sintomi e segni coi quali il<br />

tumore polmonare solitamente si manifesta: quella<br />

precoce e quella tardiva. La prima ha una particolare<br />

rilevanza clinica: infatti, se la diagnosi è tempestiva,<br />

esiste una ragionevole aspettativa di guarigione. È<br />

vitale non trascurare quei sintomi che dovrebbero<br />

allarmare chi li percepisce. L’altra modalità, cioè la<br />

presentazione tardiva, di solito indica una lesione che<br />

rende inutile l’intervento chirurgico. In dipendenza dal<br />

grado e dal tipo di diffusione della neoplasia, il paziente<br />

può presentare una combinazione di segni e sintomi<br />

legati all’invasione di altri organi toracici, alla presenza<br />

di metastasi, all’effetto negativo sull’organismo della<br />

massa tumorale.<br />

Come già anticipato, i sintomi e i segni di allarme si<br />

manifestano precocemente, quando di solito il tumore,<br />

essendo ancora di piccole dimensioni e circoscritto, è<br />

curabile. Siccome permettono di anticipare la diagnosi,<br />

per nessuna ragione ci si può permettere di trascurarli.<br />

Tanto più che spesso vengono mal interpretati o<br />

confusi con quelli di altre malattie non letali. Stando al<br />

già citato studio dei nostri re f e renti scientifici, i<br />

campanelli d’allarme che hanno convinto i pazienti a<br />

re c a rsi dal proprio medico sono stati i seguenti:<br />

emissione con la tosse di sangue dalla bocca (avvertita<br />

da 222 pazienti, cioè il 17% dell’intero campione); tosse<br />

(219 pazienti, 17%); dolori toracici (188 pazienti, 15%);<br />

dispnea o fiato corto (152 pazienti, 12%); sintomi<br />

sistemici tipo debolezza, perdita di peso e di appetito<br />

ecc. (122 pazienti, 10%); invasione locale (114 pazienti,<br />

9%); frequenti infezioni bronchiali (102 pazienti, 8%).<br />

Quando è il primo sintomo, la tosse comporta un<br />

ritardo diagnostico di circa 2,5 mesi (perché la si<br />

c o n s i d e ra una cosa normale, quindi innocua).<br />

Inappetenza, debolezza, perdita di peso e di appetito, da<br />

soli raggiungono i 3 mesi. Si dubita meno del sangue<br />

SINTOMI E SEGNI<br />

emesso con la tosse (1,5 mesi di ritardo) e meno ancora<br />

(1 mese) delle infezioni.<br />

La morale che se ne ricava è molto chiara. Non appena<br />

si accusa uno o più dei sintomi incriminati, bisogna<br />

immediatamente andare dal proprio medico e discutere<br />

con lui l’opportunità di pre n o t a re una visita<br />

specialistica. Perché ciò si verifichi, sono necessarie<br />

maggiore informazione e consapevolezza da parte del<br />

paziente, e maggiore attenzione da parte del medico di<br />

famiglia. Questi non deve sottovalutare sintomi<br />

ambigui come la tosse, non sempre riconducibile ad<br />

affezioni benigne, e cercare di approfondirne la natura,<br />

facendo anche un breve sondaggio sulla vita del<br />

paziente, in particolare sulle sue abitudini e<br />

sull’ambiente di lavoro. Dunque, maggiore vigilanza da<br />

parte di tutti!<br />

Ai fini di un’informazione (cioè di una preparazione) più<br />

completa e quindi più efficace siamo, dunque, partiti da<br />

lontano. Dopo aver spiegato cos’è la pre v e n z i o n e<br />

secondaria, quali fini si prefigge e come può essere<br />

fatta, abbiamo fornito nozioni di anatomia<br />

(costituzione) e fisiologia (funzionamento) dell’app<br />

a rato re s p i ratorio, in particolare del polmone.<br />

Abbiamo spiegato cos’è il cancro in generale (una<br />

c rescita incontrollata e non finalizzata di cellule<br />

atipiche o indifferenziate, determinata da un danno<br />

subìto a livello genetico) e cosa s’intende per metastasi<br />

(la fondazione di colonie tumorali in siti diversi da<br />

quello del tumore primitivo). Abbiamo tracciato i vari<br />

identikit del Big Killer (epiteliale, ghiandolare ,<br />

anaplastico a grandi o a piccole cellule ecc.). Abbiamo<br />

passato in rassegna i vari fattori di rischio (fumo di<br />

tabacco, fumo passivo, esposizione a sostanze<br />

c a n c e rogene, componente ereditaria e anagra f i c a ) .<br />

Abbiamo, infine, chiarito il concetto di sintomatologia<br />

ed esaminato le modalità di presentazione clinica.


Ora, approdiamo finalmente all’argomento principale,<br />

verso il quale il target di riferimento (adulti e anziani) è<br />

chiamato a prestare particolare attenzione: i sintomi.<br />

Come precisato nella parte introduttiva, si tratta dei<br />

sintomi precoci, vale a dire quelli che possono<br />

accompagnare tutto il decorso della malattia sin dal<br />

suo primo apparire. Queste avvisaglie dovre b b e ro<br />

preoccupare chi le percepisce, e consentire così una<br />

diagnosi tempestiva. L’elenco include: la tosse,<br />

l’emoftoe, la febbre, il dolore toracico, la dispnea e<br />

l’ippocratismo digitale.<br />

La tosse<br />

Sintomo tra i più frequenti nella pratica clinica, la tosse<br />

è riconducibile a varie cause. Costanti, però, sono i<br />

meccanismi attraverso i quali si manifesta. La tosse è un<br />

atto complesso e altamente coordinato, che si articola<br />

in tre fasi: a) una fase inspiratoria, che consente di<br />

immagazzinare un notevole volume di aria nei polmoni;<br />

b) una fase compressiva, simile alla manovra di Valsalva<br />

( c o n t razione dei muscoli espiratori del torace e<br />

dell’addome a glottide chiusa), durante la quale<br />

aumenta considerevolmente la pressione all’interno del<br />

torace; c) una fase espulsiva, che corrisponde alla<br />

brusca ed improvvisa riapertura della glottide con<br />

violenta espulsione dell’aria trattenuta, delle secrezioni<br />

delle vie aeree e di quanto su di esse si è depositato. La<br />

tosse può essere un atto volontario, ma più<br />

frequentemente è un atto riflesso, determinato dalla<br />

stimolazione di terminazioni nervose sensitive situate<br />

lungo l’albero respiratorio. Attraverso il nervo vago,<br />

queste terminazioni attivano il centro nervoso della<br />

tosse, posto all’interno del cervello, accanto al centro<br />

che regola il respiro. Se persistente, la tosse può far<br />

pensare a numerose patologie, sia respiratorie che non<br />

respiratorie. Stando alla casistica, è il terzo motivo di<br />

consultazione del medico da parte del paziente. Proprio<br />

5<br />

perché può essere il campanello d’allarme di molte<br />

malattie, impone al medico una valutazione attenta e<br />

accurata.<br />

Proseguiremo il discorso con la distinzione tra i vari tipi<br />

di tosse, sulla base della natura degli stimoli<br />

responsabili.<br />

La tosse di natura infiammatoria può avere un’origine<br />

infettiva (virus, batteri), oppure non infettiva (bronchite<br />

c ronica). In linea di massima, le infezioni di tipo<br />

batterico provocano una tosse solitamente produttiva<br />

(espettorato muco-purulento); le infezioni di tipo virale,<br />

invece, determinano una tosse abitualmente secca.<br />

La tosse da aerocontaminanti (gas irritanti, smog, fumo<br />

di tabacco, aria molto calda o molto fredda), o da<br />

inalazione di corpi estranei nelle vie aeree, è una tosse<br />

secca che da irritazione.<br />

Nella maggior parte dei casi, anche la tosse di natura<br />

a l l e rgica è secca. È riconducibile ad un’eccessiva<br />

reazione dei recettori tussigeni (i recettori responsabili<br />

del sintomo tosse) a pollini, acari, allergeni di origine<br />

animale, muffe ecc..<br />

Le caratteristiche della tosse secca si riscontrano anche<br />

nella tosse da patologie non polmonari. Un elenco<br />

indicativo e parziale di quest’ultime include:<br />

intossicazioni endogene (cioè interne), tumori del<br />

mediastino (lo spazio tra i due polmoni), aneurisma<br />

(dilatazione a forma di sacco) dell’aorta, pericardite<br />

(infiammazione del pericardio, cioè il rivestimento<br />

fibro-elastico del cuore), esofagite da reflusso, ascessi<br />

subfrenici e/o epatici eccetera.<br />

La tosse iatrogena è quella dovuta all’assunzione di<br />

farmaci tipo gli ACE, utilizzati per l’ipertensione<br />

arteriosa.<br />

La tosse psicogena colpisce i soggetti ansiosi, emotivi,<br />

SINTOMI E SEGNI


5<br />

e gli psicopatici. Più che di tosse vera e propria, si tratta<br />

di raschiamento della laringe accompagnato o meno a<br />

deglutizione frequente.<br />

Nel paziente affetto da cancro del polmone, non<br />

sempre la tosse è il sintomo d’esordio della malattia, ma<br />

inevitabilmente prima o poi si manifesta. Nel già citato<br />

studio dei dottori Buccheri e Ferrigno, la tosse quale<br />

sintomo d’allarme è risultata presente in 219 pazienti<br />

(17%); e in circa 2 mesi e mezzo è stato stimato il<br />

ritardo diagnostico, cioè il tempo intercorso tra la<br />

comparsa del sintomo tosse e l’ingresso in scena dello<br />

specialista. Ciò si spiega con la diffusa (quanto<br />

sbagliata) convinzione che sia normale, ogni tanto,<br />

avere un po’ di tosse.<br />

Nel valutare questo sintomo, diversi sono gli elementi<br />

da considerare: il tempo d’insorgenza, la frequenza e la<br />

cadenza, i fattori che possono influenzare la tosse,<br />

l’espettorato (catarro) se presente. Specie nei soggetti<br />

fumatori, la constatazione dell’insorgenza di una nuova<br />

tosse o delle mutate caratteristiche di una tosse<br />

preesistente, deve imporre un’indagine approfondita,<br />

anche in presenza di una radiografia toracica normale.<br />

Infatti, mentre la percentuale dei pazienti con tumore<br />

polmonare asintomatico (privo di sintomi) è piuttosto<br />

esigua (6%), nella maggior parte dei casi il tumore<br />

presenta all’esordio un corredo di sintomi aspecifico.<br />

Per intendersi: i sintomi ci sono, ma possono sfuggire<br />

all’attenzione sia del paziente che del medico, ed essere<br />

riconosciuti successivamente, quando il quadro<br />

anatomico-clinico-radiologico ha assunto un profilo<br />

più chiaro (e anche più preoccupante).<br />

Repetita iuvant, dicevano gli antichi romani, ripetere<br />

serve: una tosse vecchia che modifica la qualità o la<br />

quantità dell’espettorato prodotto (catarro), così come<br />

una nuova che, nonostante una cura tempestiva, dopo<br />

quattro settimane diventa cronica o persistente, deve<br />

SINTOMI E SEGNI<br />

i n s o s p e t t i re e indirizzare dallo specialista, il quale<br />

provvederà ad avviare le opportune indagini cliniche.<br />

Ma quale specialista? Deve essere una figura che<br />

conosce l’Oncologia (la scienza del cancro in generale)<br />

e la Pneumologia (la scienza del polmone, in condizione<br />

di malattia), e che si occupa esclusivamente di cancro<br />

del polmone, in modo da avere in questa materia la<br />

maggior competenza e la maggior esperienza possibili.<br />

D’ora in poi lo chiameremo “pneumoncologo”. Per fare<br />

un esempio, in provincia di Cuneo, dove ha sede<br />

l’associazione <strong>ALCASE</strong>, c’è un unico centro con queste<br />

c a ratteristiche: l’ambulatorio e il Day Hospital di<br />

pneumoncologia dell’Ospedale Carle, a Confre r i a<br />

(Cuneo). Nel resto del territorio <strong>Italia</strong>no, ci sono molti<br />

pneumoncologi, ma essi non sono sempre facilmente<br />

riconoscibili e per questa ragione <strong>ALCASE</strong> ha messo a<br />

disposizione, sul proprio sito web, una mappa delle<br />

peumoncologia d’<strong>Italia</strong>, che non è esaustiva, certo, ma<br />

costituisce, comunque, una prima indicazione utile. *<br />

Vi sono almeno tre ragioni per le quali è opportuno,<br />

anzi, necessario rivolgersi allo specialista:<br />

1. Un medico di famiglia vede innumerevoli casi di<br />

tosse non legata al cancro del polmone. Per troppo<br />

lavoro, o per non dover chiedere troppi esami (ed<br />

essere magari accusato dai funzionari ASL di sperperare<br />

il denaro pubblico), in qualche occasione finisce<br />

per sottovalutare il sintomo.<br />

2. Un esame richiesto da un medico di famiglia, in<br />

genere, ha tempi di attesa molto più lunghi dello<br />

stesso esame richiesto da uno specialista.<br />

3. Il tipo e il numero degli esami da richiedere è frutto<br />

di una valutazione complessa. Fra l’altro, lo<br />

* (www.alcase.it/support/mappe-pneumo.htm)


specialista è a conoscenza dell’organizzazione e delle<br />

tecnologie ospedaliere, e pertanto sa quali canali<br />

seguire affinché siano fatti gli esami che ritiene<br />

indispensabili.<br />

Tornando al sintomo tosse, la presenza di un tumore<br />

p o l m o n a re determina una stimolazione delle<br />

terminazioni dei recettori nervosi tussigeni (cioè della<br />

tosse), da cui deriva una tosse persistente (insistente,<br />

quindi fastidiosa, con cambi di tonalità).<br />

Gravissime forme di tosse possono causare fratture<br />

costali o anche sincope (breve perdita di coscienza). Le<br />

f ra t t u re si verificano frequentemente nella parte<br />

c e n t rale delle costole. La perdita di coscienza<br />

imputabile alla tosse si spiega col minor flusso di<br />

sangue al cervello: infatti la tosse tende a diminuire il<br />

ritorno di sangue venoso al cuore, con conseguente<br />

caduta della gettata cardiaca (la quantità di sangue<br />

pompato in un minuto dal cuore). Esiste poi anche la<br />

possibilità di infezione batterica, che può trasformare la<br />

tosse secca, da irritazione, in tosse grassa e produttiva.<br />

Infine, alla tosse può associarsi dispnea (difficoltà<br />

respiratoria accompagnata da fame d’aria), o dolore<br />

t o racico, o emoftoe (sangue nel catarro): tutti<br />

argomenti delle prossime puntate.<br />

Replicata sanant, dicevano gli antichi romani: la tosse<br />

(se persistente, certo) è un campanello d’allarme che<br />

non va assolutamente sottovalutato.<br />

L’emoftoe<br />

Dopo aver trattato la tosse, approfondendo le cause e i<br />

meccanismi che la determinano, passiamo ad occuparci<br />

di un altro importante sintomo del cancro del polmone:<br />

l’emoftoe. Detta anche emottisi, l’emoftoe consiste<br />

nella fuoriuscita dalla bocca di una quantità variabile di<br />

sangue (può essere minima ma anche cospicua, e<br />

5<br />

pertanto rappresentare una vera emergenza clinica).<br />

Perché si possa parlare di emoftoe, il sangue deve<br />

provenire dalle regioni sottoglottidee delle vie aeree<br />

(laringe, trachea, bronchi o polmoni). È un sintomo<br />

relativamente frequente, comune a numerose patologie<br />

dell’apparato respiratorio. Fino a una decina di anni fa<br />

lo si considerava pressoché peculiare della tubercolosi<br />

p o l m o n a re. Con l’introduzione delle più sofisticate<br />

tecniche diagnostiche, fra cui la broncoscopia, sono<br />

state invece accertate tutta una serie di cause<br />

extratubercolari, cioè propriamente bronchiali.<br />

L’emoftoe può manifestarsi a ciel sereno, quale<br />

avvisaglia di un’affezione polmonare sino a quel<br />

momento misconosciuta, oppure ra p p re s e n t a re la<br />

temuta complicanza di una malattia già diagnosticata.<br />

Nella prima eventualità, si dovrà escludere che il sangue<br />

provenga da lesioni della bocca stessa, della rinofaringe,<br />

della laringe, dell’esofago e dello stomaco. In<br />

quest’ultimo caso (ematemesi) l’emissione avviene con<br />

il vomito e non con la tosse, e si distingue dall’emoftoe<br />

per il fatto che il sangue è generalmente nerastro,<br />

parzialmente coagulato e digerito. Nella storia clinica<br />

f i g u rano precedenti relativi a malattie digestive<br />

(esofagiti, ulcera gastrica ecc.): di solito l’ematemesi è<br />

annunciata da nausea, pirosi gastrica, disturbi<br />

dispeptici, dolori epigastrici.<br />

L’emoftoe, dicevamo, può presentarsi in condizioni di<br />

b e n e s s e re, ma talvolta è preceduta da segni<br />

premonitori quali la sensazione di pesantezza toracica,<br />

di angoscia, di calore nella zona dietro lo sterno, di<br />

sensazione dolciastra in gola. L’emissione, spesso sotto i<br />

colpi di tosse, di una quantità variabile di sangue di un<br />

rosso scintillante, a volte schiumoso, che per lo più non<br />

coagula, è sempre la conseguenza di una rottura od<br />

erosione dei vasi venosi bronchiali. Quasi sempre questo<br />

sintomo si manifesta in maniera saltuaria, con intervalli<br />

SINTOMI E SEGNI


5<br />

anche di mesi, ed è inaspettata. Pertanto finisce spesso<br />

coll’essere sottovalutato, o attribuito ad altre patologie.<br />

Può però essere l’unico segno anomalo in un paziente cui<br />

a n c o ra non sono state evidenziate alterazioni tora c i c h e .<br />

L’attuale orientamento nella valutazione di un’emoftoe<br />

non spiegabile in base al quadro clinico e radiologico è<br />

il seguente:<br />

– escludere il cancro del polmone<br />

– stabilire se la causa è trattabile direttamente<br />

– localizzare il punto del “sanguinamento”<br />

Le più frequenti cause non tumorali di emoftoe<br />

comprendono:<br />

– le infezioni polmonari quali la già citata tubercolosi,<br />

– le polmoniti acute virali e batteriche, l’ascesso<br />

polmonare, le infezioni da funghi (in particolare<br />

l’aspergillosi polmonare)<br />

– le malattie bronchiali come la bronchite cronica<br />

– le malattie cardiovascolari (l’insufficienza ventric<br />

o l a re sinistra, l’infarto polmonare successivo a<br />

tromboembolia ecc.).<br />

L’emoftoe è associata al cancro del polmone nel 35%<br />

dei casi. Nel 10% si configura come il primo vero e<br />

proprio sintomo d’allarme della malattia. La quantità di<br />

sangue può variare da piccole strie a quello che sembra<br />

essere sangue puro: in tal caso, come già detto, può<br />

rappresentare un’emergenza medica.<br />

Nel più volte citato studio condotto dai consulenti<br />

scientifici di <strong>ALCASE</strong> sulla latenza del sospetto<br />

diagnostico, l’emoftoe quale sintomo d’allarme è stata<br />

riscontrata in 222 pazienti (17%), mentre il ritardo<br />

diagnostico, vale a dire il tempo intercorso tra la<br />

comparsa del sintomo e la visita specialistica, è risultato<br />

essere di circa 1,5 mesi: tra i più bassi fra quelli<br />

riscontrati. Come dire che l’emoftoe è un segno di cui<br />

“si dubita meno”.<br />

SINTOMI E SEGNI<br />

L’emoftoe, anche questo lo abbiamo già detto, può<br />

manifestarsi a intermittenza. Può precedere anche di<br />

mesi lo sviluppo di altri sintomi (tosse ribelle, febbre,<br />

dolore toracico, dispnea, alterazione delle condizioni<br />

generali), che si manifestano negli stadi più avanzati<br />

della neoplasia. Altre volte, rappresenta la complicanza<br />

di un carcinoma broncogeno già diagnosticato;<br />

talvolta, quando abbondante e massiva, assume una<br />

violenza tale da causare il decesso del paziente per<br />

soffocamento (emottisi fulminante). È estremamente<br />

rara nelle metastasi polmonari conseguenti ad altri tipi<br />

di cancro.<br />

Qualsiasi episodio di emoftoe, specie in un paziente di<br />

o l t re 40 anni fumatore e/o esposto a sostanze<br />

cancerogene per ragioni lavorative, deve spingere il<br />

paziente a consultare al più presto il proprio medico<br />

c u rante, che dal suo canto dovrà pro v v e d e re ad<br />

indirizzarlo dal pneumoncologo, cioè un oncologo che<br />

si occupa esclusivamente di cancro del polmone.<br />

Il pneumoncologo provvederà immediatamente ad<br />

avviare gli opportuni esami diagnostici: radiografie del<br />

torace, visita otorinolaringoiatrica, citologia sull’espettorato,<br />

broncoscopia, eventuale tomografia computerizzata.<br />

Tali accertamenti clinici potranno essere<br />

eseguiti in ambulatorio, incluso la broncoscopia che è<br />

un esame discretamente tollerabile, facile da eseguire,<br />

ripetibile, che non richiede anestesia generale e, grazie<br />

all’uso delle fibre ottiche, permette di raggiungere e<br />

v i s i o n a re i bronchi più periferici. La bro n c o s c o p i a<br />

permette di aspirare le secrezioni bronchiali (broncoaspirato)<br />

e di spazzolare ripetutamente i bronchi che<br />

p resentano alterazioni della mucosa (diagnosi<br />

citologica). Nei casi di lesioni che crescono all’interno<br />

del bronco è anche possibile eseguire prelievi di piccole<br />

porzioni di tessuto (diagnosi istologica). Nei pazienti<br />

con emoftoe e radiografia del torace normale, l’esame


oncoscopico è in grado di dimostrare la presenza di<br />

un carcinoma broncogeno nel 7-10% dei casi. Studi<br />

recenti indicano che la TAC del torace, rispetto alla<br />

semplice radiografia tradizionale, può consentire una<br />

migliore localizzazione del sanguinamento.<br />

La febbr e<br />

Nella pratica clinica la febbre è uno dei sintomi più<br />

f requenti, in qualsiasi fascia d’età. Il termine di<br />

ipertermia febbrile va riservato a tutte quelle forme di<br />

aumento della temperatura corporea oltre 37° C che<br />

siano: durevoli, indipendenti da modificazioni della<br />

temperatura ambientale (colpo di calore, colpo di sole),<br />

chiaramente provocate da alterazioni dei meccanismi<br />

che regolano la produzione di calore (termogenesi) e la<br />

sua dispersione (t e r m o d i s p e rs i o n e). Due sono le<br />

avvisaglie della febbre: il brivido e il senso di freddo. Il<br />

brivido è dovuto alla contrazione e all’aumento di tono<br />

dei muscoli volontari, il che contribuisce ad un rapido<br />

aumento della termogenesi; in genere segna l’inizio di<br />

processi febbrili violenti, nei quali l’ascesa del rialzo<br />

termico è rapida. Il senso di freddo è la conseguenza<br />

della vasocostrizione periferica: la pelle è pallida,<br />

asciutta per arresto dell’attività delle ghiandole<br />

sudoripare, i muscoli erettori dei peli sono contratti<br />

(pelle d’oca). Le febbri sono così classificate:<br />

– continue, quando la temperatura si mantiene più o<br />

meno costante, salvo oscillazioni moderate;<br />

– re m i t t e n t i, quando la tempera t u ra ha sbalzi<br />

sostanziali, cioè scende bruscamente sotto i 37° per<br />

poi risalire rapidamente, di solito il pomeriggio e la<br />

sera;<br />

– intermittenti, quando la temperatura scende al di<br />

sotto dei 37° per un periodo di tempo più o meno<br />

breve (qualche ora o qualche giorno);<br />

– ricorrenti, quando periodi febbrili della durata di<br />

alcuni giorni si alternano regolarmente a periodi di<br />

5<br />

assenza di febbre (apiressia): la durata di ciascun ciclo<br />

dipende dal tipo di agente che determina la malattia.<br />

In quasi tutti i processi febbrili si riscontrano un ritmo<br />

c a rdiaco accelerato (t a c h i c a rd i a) e una maggiore<br />

frequenza del ritmo respiratorio (polipnea). Al di là<br />

delle cause, la febbre ra p p resenta sempre un<br />

meccanismo di difesa del nostro organismo e, quindi,<br />

un campanello d’allarme di cui tenere conto. Nelle<br />

malattie re s p i ratorie può associarsi a bro n c h i t e ,<br />

broncopolmonite, polmonite, o ad altre forme infettive<br />

ancora più gravi come l’ascesso polmonare.<br />

Nel più volte citato studio dei dottori Buccheri e<br />

Ferrigno sulla latenza del sospetto diagnostico, la<br />

febbre quale sintomo di allarme del cancro del polmone<br />

è risultata presente in 102 (8%) dei 1277 pazienti<br />

esaminati nell’arco di 13 anni. Una frequenza di poco<br />

i n f e r i o re a quella a quella di tosse ed emoftoe<br />

(entrambe 17%), dolore toracico (15%), dispnea (12%).<br />

Il ritardo diagnostico (il tempo che intercorre dal primo<br />

c o m p a r i re del sintomo e la visita specialistica) è<br />

risultato essere di solo 1 mese: ciò significa che, tra i<br />

sintomi fino ad ora trattati, la febbre è quello di cui ci si<br />

preoccupa di più.<br />

La febbre può presentarsi come conseguenza di una<br />

polmonite ostruttiva (dovuta alla presenza di un<br />

tumore che ostruisce parzialmente o completamente<br />

un bronco): in tal caso può accompagnarsi a tosse<br />

produttiva, emoftoe e dolore toracico.<br />

In conclusione, qualsiasi episodio di febbre accompagnata<br />

da tosse ed espettorato, se non risponde a due<br />

successivi trattamenti antibiotici, e se tra alti e bassi si<br />

protrae per più di quattro settimane, deve indurre il<br />

paziente e il suo medico a richiedere l’intervento del<br />

pneumoncologo.<br />

SINTOMI E SEGNI


5<br />

Il dolore toracico<br />

Dopo la tosse, l’emoftoe e la febbre, è il momento di<br />

trattare un altro importante sintomo del cancro del<br />

polmone: il dolore toracico.<br />

Le sensazioni dolorose avvertite a livello tora c i c o<br />

possono essere la conseguenza di processi patologici<br />

banali, come pure la manifestazione, talvolta grave, di<br />

patologie che interessano:<br />

1. la parete toracica (vertebre, articolazioni fra coste e<br />

cartilagini dello sterno, muscoli, cute, nervi<br />

intercostali);<br />

2. gli organi intratoracici quali il cuore, l’aorta, l’arteria<br />

p o l m o n a re, l’esofago, la pleura (il sottile<br />

rivestimento dei polmoni), il mediastino (la zona tra<br />

i due polmoni);<br />

3. gli organi extratoracici quali lo stomaco, il pancreas,<br />

l’intestino, responsabili del cosiddetto “dolore<br />

irradiato o differito”.<br />

Prima di addentrarci nella descrizione dei meccanismi<br />

del dolore toracico e delle relative malattie, è necessario<br />

r i b a d i re quanto precisato durante la tra t t a z i o n e<br />

d e l l ’ a p p a rato re s p i ratorio: il tessuto polmonare, la<br />

p l e u ra viscerale e la sezione periferica dell’albero<br />

bronchiale sono privi di terminazioni nervose sensitive<br />

e pertanto non responsabili dell’insorgenza del dolore.<br />

Le varie strutture contenute nella cavità tora c i c a ,<br />

quindi, possono essere suddivise in due grandi gruppi a<br />

seconda del tipo di innervazione che veicola gli impulsi<br />

dolorosi. Di un primo gruppo fanno parte le strutture il<br />

cui interessamento determina un dolore di tipo<br />

v i s c e rale: il cuore, i grossi vasi (aorta, arteria<br />

polmonare), l’esofago. In genere si tratta di un dolore<br />

retrosternale, profondo, diffuso, poco localizzabile e<br />

c a ratterizzato da notevole irradiazione. Le cause<br />

principali sono l’angina pectoris (dolore card i a c o ) ,<br />

SINTOMI E SEGNI<br />

l’infarto miocardico, la pericardite (infiammazione del<br />

pericardio, il foglietto che riveste il cuore), l’aneurisma<br />

dissecante dell’aorta (dilatazione del vaso con<br />

p ro g ressivo ingrandimento e possibilità di ro t t u ra ) ,<br />

l’embolia polmonare, le malattie dell’esofago.<br />

D e l l ’ a l t ro gruppo fanno parte le strutture dal cui<br />

interessamento ha origine un dolore di tipo somatico<br />

(riguardante cioè articolazioni, cartilagini e muscoli): la<br />

pleura parietale (ricca di fibre nervose sensitive, che<br />

sono fini diramazioni dei nervi intercostali), la pleura<br />

d i a f rammatica (che riceve fibre sensitive dai nervi<br />

frenici) e la pleura mediastinica.<br />

Di solito il dolore pleurico viene attribuito allo<br />

s f regamento, durante la re s p i razione, dei due foglietti<br />

pleurici infiammati. Quando interessata è la pleura<br />

parietale, il dolore è avvertito dal paziente in un punto<br />

ben preciso e localizzabile della parete toracica (per<br />

questa ragione viene definito “p u n t o r i o”). A renderlo più<br />

acuto sono la tosse, i movimenti re s p i ratori e quelli<br />

articolatori della spalla. Le malattie chiamate più<br />

f requentemente in causa sono la tubercolosi, le<br />

b roncopolmoniti batteriche e l’infarto polmonare .<br />

Quando è interessata la porzione centrale della pleura<br />

d i a f rammatica, il dolore viene avvertito al collo e/o alla<br />

spalla; quando l’interessamento riguarda le sue porzioni<br />

più periferiche, il dolore è avvertito a livello addominale.<br />

A rgomenti molto tecnici questi, lo riconosciamo. Ma utili<br />

per compre n d e re quanto si dirà più avanti, quando<br />

d i s c u t e remo il nesso tra il dolore toracico e il cancro del<br />

p o l m o n e .<br />

Il dolore toracico è un sintomo abbastanza frequente al<br />

momento della diagnosi, ma lo è ancora di più durante<br />

il decorso della malattia. È un dolore sempre di tipo<br />

“somatico” (il termine, lo ricordiamo, indica che il<br />

dolore è articolare o muscolare). Di solito produce un


senso di peso, di schiacciamento; può essere<br />

intermittente o incessante, durare minuti od ore; non<br />

ha alcun rapporto con la respirazione o con la tosse; è<br />

localizzato sulla linea mediana oppure dello stesso lato<br />

del tumore.<br />

Quando il dolore è intenso, persistente, ben localizzato<br />

e invalidante, significa che il Big Killer ha invaso<br />

direttamente la pleura parietale. Quando la crescita<br />

t u m o rale giunge alla parete toracica, si avrà<br />

l’interessamento dei muscoli e la possibile erosione<br />

delle coste. Il dolore alla spalla, a volte un sintomo<br />

d’esordio, può essere provocato da un tumore dell’apice<br />

polmonare: il tumore di Pancoast. In questo caso, non è<br />

infrequente un ritardo diagnostico anche di un anno<br />

rispetto all’esordio del dolore, perché molto spesso la<br />

semplice radiografia del torace non è significativa.<br />

Saranno allora presenti, oltre al dolore, variazioni locali<br />

della temperatura cutanea ed atrofia muscolare della<br />

spalla. Per alleviare il dolore, il paziente potrà<br />

presentarsi dal medico sostenendo il gomito del braccio<br />

colpito. Se, nella sua crescita, il tumore dell’apice del<br />

polmone oltrepassa la pleura, può intaccare la parete<br />

toracica, provocando l’erosione della prima e seconda<br />

costa. In certi casi può perfino erodere una vertebra,<br />

determinando la sindrome di Horner.<br />

Sindrome di Horner<br />

5<br />

Il dolore alla spalla può anche essere riconducibile a un<br />

tumore localizzato al lobo inferiore del polmone. Altre<br />

volte il dolore toracico, se associato a tosse e dispnea<br />

(difficoltà respiratoria), è dovuto alla compressione del<br />

tumore nei confronti dell’arteria polmonare.<br />

Nello studio dei dottori Buccheri e Ferrigno sulla<br />

latenza del sospetto diagnostico, il dolore toracico<br />

quale campanello di allarme è risultato presente in 188<br />

pazienti (15%), subito dopo la tosse e l’emoftoe<br />

(entrambe 17%). E il ritardo diagnostico – il periodo<br />

compreso tra la comparsa del sintomo e l’ingresso in<br />

scena dello specialista – è risultato essere di circa 2<br />

mesi, a metà strada tra i 2,5 mesi della tosse e il mese e<br />

mezzo dell’emoftoe.<br />

Qualsiasi dolore toracico, anche abbastanza<br />

sopportabile, che dura da più di quattro settimane<br />

(dolore cronico), non ha una spiegazione certa (per es.<br />

recente trauma toracico), non è associato ad altri<br />

sintomi ed è presente in un paziente con più di 40 anni,<br />

f u m a t o re e/o esposto a sostanze cancerogene per<br />

ragioni lavorative, deve spingere il paziente a<br />

consultare al più presto il proprio medico curante. E<br />

questi, dal canto suo, dovrà indirizzarlo presso un<br />

centro pneumoncologico.<br />

La dispnea<br />

Archiviato il dolore toracico, è la volta del penultimo dei<br />

sintomi: la dispnea, cioè la difficoltà re s p i ra t o r i a .<br />

Essendo argomento piuttosto tecnico, quindi ostico, vi<br />

dedicheremo più spazio in modo da spiegare meglio<br />

termini e concetti, e ribadirli, e così facendo agevolare<br />

la comprensione del lettore.<br />

La dispnea è un sintomo comune a molte malattie, in<br />

g e n e re fastidioso o addirittura molto fastidioso.<br />

Richiede uno sforzo respiratorio maggiore da parte del<br />

paziente, che avverte come un senso di oppressione e<br />

SINTOMI E SEGNI


5<br />

soffocamento, fame d’aria più o meno intensa. In altre<br />

parole, la dispnea è quello stato patologico nel quale il<br />

respiro è difficile, forzato, affannoso, talvolta accelerato<br />

e talvolta rallentato, spesso irre g o l a re nel ritmo.<br />

Dipende dalla ridotta capacità dei polmoni a svolgere la<br />

normale attività di scambio respiratorio: ricordiamo che<br />

il processo della respirazione consiste nella cessione<br />

nell’aria espirata dell’anidride carbonica prodotta dal<br />

n o s t ro organismo, e nell’assunzione dell’ossigeno<br />

dall’aria inspirata. Una classificazione schematica,<br />

attendibile anche ai fini pratici, riconosce tre gruppi<br />

principali: dispnee di origine respiratoria, dispnee di<br />

origine cardiaca e altri tipi di dispnea.<br />

Le dispnee di origine respiratoria si distinguono a loro<br />

volta in ostruttive e restrittive. Nel linguaggio medico,<br />

il termine “ostruttiva” indica una ostruzione al flusso<br />

dell’aria dovuta alla chiusura dei bronchi o alla<br />

dilatazione patologica degli alveoli, con conseguente<br />

collasso delle pareti dei più piccoli bronchi (chiamati<br />

“bronchioli respiratori”). Bronchite cronica, enfisema<br />

(perdita di elasticità degli alveoli fino alla distruzione<br />

degli stessi) e asma sono i responsabili più frequenti<br />

della dispnea ostruttiva. Le dispnee ostruttive possono<br />

i n t e re s s a re anche le vie aeree superiori (laringe e<br />

trachea), e manifestarsi in maniera acuta oppure lenta:<br />

nel secondo caso sono in gioco processi infiammatori<br />

cronici spesso dovuti a gozzi, cisti ecc..<br />

In ambito medico, con l’aggettivo “restrittiva” s’intende<br />

una riduzione del volume utile respiratorio. Le dispnee<br />

di origine restrittiva insorgono quando si verifica<br />

un’importante diminuzione della superficie alveolare,<br />

sede degli scambi respiratori. I principali responsabili di<br />

tale diminuzione sono malattie come la fibro s i<br />

polmonare, il versamento pleurico, il pneumotorace<br />

(infiltrazione di aria tra i polmoni e la parete toracica),<br />

la polmonite, ma anche gli interventi chirurgici al<br />

SINTOMI E SEGNI<br />

torace. Altre cause di dispnea restrittiva possono essere<br />

la deformità della gabbia toracica, la gibbosi, la scoliosi,<br />

l’obesità marcata o le malattie neuromuscolari che<br />

riducono la forza dei muscoli respiratori (la sindrome di<br />

Guillan-Barrè, tanto per citarne una). Anche le malattie<br />

cardiache possono provocare la dispnea. Dispnee molto<br />

intense di questo tipo sono riconducibili alla<br />

insufficienza cardiaca (ventricolare sinistra). In questi<br />

casi la dispnea inizialmente si manifesta soltanto sotto<br />

sforzo: il respiro aumenta sia in frequenza che in<br />

profondità, mentre la respirazione migliora in modo<br />

notevole quando il paziente assume la posizione<br />

verticale o seduta. Con l’aggra v a rsi del pro b l e m a<br />

cardiaco, invece, il sintomo diviene permanente. Nel<br />

caso di asma cardiaco o edema polmonare (accumulo di<br />

liquidi nel polmone), la sofferenza re s p i ratoria si<br />

accompagna a un profondo senso di angoscia, cute<br />

pallida e sudata, espettorato spesso schiumoso,<br />

colorazione bluastra delle labbra e delle estremità degli<br />

arti superiori (cianosi).<br />

Altri tipi di dispnea sono quelle anemiche (per ridotta<br />

quantità di emoglobina nel sangue), quelle metaboliche<br />

(per coma diabetico), quelle di origine nervosa, quelle<br />

per alterazione dell’aria inspirata (minor concentrazione<br />

di ossigeno come in alta montagna, presenza<br />

di sostanze tossiche come il monossido di carbonio od<br />

irritanti come l’anidride solforosa).<br />

Nel cancro del polmone la dispnea è un sintomo<br />

abbastanza frequente al momento della diagnosi.<br />

Inoltre, gran parte dei pazienti, essendo forti o ex<br />

fumatori, soffrono anche di bronchite cronica o di<br />

enfisema, che abbiamo visto essere tra le cause della<br />

difficoltà respiratoria. Nello studio dei dottori Buccheri<br />

e Ferrigno sulla latenza del sospetto diagnostico, la<br />

dispnea quale sintomo di allarme è risultata presente in<br />

152 pazienti, cioè nel 12% del campione: una


p e rcentuale inferiore a quelle di emoftoe e tosse<br />

(entrambe al 17%) e del dolore toracico (15%). Il ritardo<br />

diagnostico è risultato essere di circa 2,2 mesi, rispetto<br />

ai 2,5 mesi della tosse, ai 2 mesi del dolore toracico, e a<br />

1,5 mesi dell’emoftoe. Nel tumore polmonare, di solito<br />

la dispnea è causata da una neoplasia che ostruisce un<br />

g rosso bronco o la trachea, ostacolando così il<br />

passaggio dell’aria. Ma può anche comparire per<br />

l ’ a g g ra v a rsi di una patologia restrittiva associata<br />

(versamento pleurico, ampi focolai di atelettasia e/o di<br />

polmonite) oppure dopo un trattamento radioterapico,<br />

per l’instaura rsi di un quadro di sofferenza acuta<br />

(polmonite attinica), a 1-3 mesi dalla fine della<br />

radioterapia, o di un quadro cronico (fibrosi polmonare),<br />

a 6 mesi dalla fine del trattamento. Una dispnea di<br />

recente comparsa, o che ha mutato le sue precedenti<br />

caratteristiche, deve indurre il paziente a richiedere il<br />

parere del proprio medico, e questi, fatta una prima<br />

valutazione, indirizzerà il paziente dallo specialista,<br />

nella fattispecie lo pneumoncologo.<br />

L’ippocratismo digitale<br />

Siamo arrivati all’ultimo dei sintomi che possono<br />

segnalare la presenza del Big Killer: l’ippocratismo<br />

digitale. Prima di descriverlo, però, occorre spiegare il<br />

termine medico “sindrome paraneoplastica”, di cui<br />

l’ippocratismo digitale costituisce un esempio.<br />

Con questo termine vengono identificati tutta una serie<br />

di sintomi e segni secondari alla neoplasia, che si<br />

manifestano in sedi distanti dal tumore o dalle<br />

metastasi (dalle quali sono indipendenti). Mentre nella<br />

maggior parte dei pazienti il sintomo è riconducibile<br />

all’invasione delle strutture circostanti, le sindro m i<br />

p a raneoplastiche sono causate dalla produzione di<br />

sostanze (ormoni, anticorpi ecc.) da parte del tumore. Si<br />

verificano in almeno il 10% dei pazienti affetti da<br />

carcinoma polmonare e se ne riconoscono diverse<br />

5<br />

decine. Possono essere di tipo endocrino (cioè<br />

g h i a n d o l a re), neurologico, cutaneo, ematologico,<br />

coagulativo, collagenopatico (il collagene è un<br />

costituente normale del nostro organismo con funzione<br />

di collante, come si evince dalla parola stessa. In<br />

presenza di alcuni stimoli autoimmunitari o infettivi, la<br />

sua quantità aumenta, danneggiando la funzionalità<br />

degli organi o tessuti colpiti).<br />

Il termine “ippocratismo” deriva dal medico greco<br />

dell’antichità, Ippocrate, celebre soprattutto per essere<br />

stato il primo a sostenere la necessità di cure<br />

p e rsonalizzate (e a praticarle), ponendosi come il<br />

pioniere della medicina moderna. Ma è stato anche il<br />

primo a descrivere un ingrandimento delle ultime ossa<br />

delle dita di mani e piedi, che assumono l’aspetto a<br />

“bacchetta di tamburo”. Questo ingrandimento anomalo<br />

si caratterizza per un particolare incurvamento delle<br />

unghie delle dita, e per un aumento del volume delle<br />

dita conseguente ad un aumento del tessuto<br />

connettivo. L’ippocratismo digitale non è un sintomo<br />

specifico del cancro del polmone: può infatti associarsi<br />

ad altre malattie croniche polmonari (bronchiettasie,<br />

ascesso polmonare, fibrosi cistica ecc.), ad affezioni<br />

gastrointestinali (cirrosi biliare primitiva, colite ulcerosa,<br />

carcinoma dell’esofago, del fegato, del piccolo e grosso<br />

intestino), a malattie cardiache. Non va mai<br />

sottovalutato, perché può favorire il riconoscimento<br />

precoce di un cancro del polmone e, quindi, consentirne<br />

il trattamento.<br />

L’ippocratismo digitale è presente nel 20-30% dei casi.<br />

Di solito è correlato al carcinoma epidermoidale (che ha<br />

origine dalle cellule che rivestono le superfici a<br />

contatto con l’ambiente esterno) e all’adenocarcinoma<br />

(che ha un’origine ghiandolare), mentre è rarissimo nel<br />

carcinoma a piccole cellule. Di solito è asintomatico e<br />

spesso viene notato prima dal medico che dal paziente.<br />

SINTOMI E SEGNI


5<br />

La sua comparsa nel giro di qualche settimana o mese<br />

in un soggetto apparentemente sano ma a rischio<br />

perché forte fumatore, rende necessario l’intervento del<br />

pneumoncologo, un esperto di pneumologia (la scienza<br />

del polmone in condizioni di malattia) e di oncologia (la<br />

scienza del cancro). Come ribadito alla fine della<br />

trattazione di ogni sintomo, in provincia di Cuneo esiste<br />

un unico centro di pneumoncologia: l’ambulatorio e il<br />

day hospital dell’Ospedale A. Carle.<br />

Per le altre province italiane, esiste una “mappa” delle<br />

pneumoncologie d’<strong>Italia</strong> sul sito di <strong>ALCASE</strong><br />

(www.alcase.it/support/mappe-pneumo.htm).<br />

SINTOMI E SEGNI<br />

Esempi di Ippocratismo digitale


CONCLUSIONI<br />

Con l’ippocratismo digitale, sono esauriti gli argomenti<br />

di questo manuale di prevenzione secondaria. Ai fini di<br />

una preparazione la più completa possibile, essendo il<br />

nemico temibilissimo e pure furbo, non ci siamo limitati<br />

a spiegare cosa significa “prevenzione secondaria”<br />

(anticipare la diagnosi), come può essere fatta, cos’è la<br />

sintomatologia e quali sono i sintomi correlati al cancro<br />

del polmone (il più diffuso e il più mortale dei cancri).<br />

Siamo partiti da più lontano, praticamente dall’inizio:<br />

dall’anatomia (com’è fatto) e dalla fisiologia (come<br />

funziona) dell’apparato respiratorio.<br />

Siamo poi passati a definire il cancro in generale (una<br />

c rescita incontrollata e non finalizzata di cellule<br />

atipiche o indifferenziate, che hanno subito un danno a<br />

livello genetico), e a spiegare il processo della metastasi<br />

(le cellule maligne si staccano dal tumore originario e,<br />

dopo aver viaggiato attra v e rso i vasi sanguigni o<br />

linfatici, fondano colonie tumorali). In seguito abbiamo<br />

elencato e trattato i fattori di rischio (il fumo,<br />

l’esposizione abituale a sostanze cancerogene, l’età e la<br />

predisposizione genetica), e tracciato i vari identikit del<br />

Big Killer (a piccole cellule, non a piccole cellule,<br />

adenocarcinoma, carcinoma squamoso...).<br />

Siamo perfettamente consapevoli che l’argomento non<br />

sia dei più felici, e che istintivamente si è portati a<br />

rimuoverlo. Il fatto è che il cancro del polmone<br />

rappresenta una sfida che è lungi dall’essere vinta. E la<br />

vittoria, più che dai progressi della medicina, arriverà<br />

dai programmi di prevenzione primaria, finalizzati a<br />

convincere bambini e giovani (e non solo loro) a non<br />

fumare: ne costituisce un esempio il progetto “ARIA<br />

PULITA” di <strong>ALCASE</strong> <strong>Italia</strong> che si rivolge ai bimbi delle<br />

scuole elementari della provincia di Cuneo.<br />

Tuttavia, i benefici effetti della prevenzione primaria<br />

6<br />

non si vedranno a breve termine. Per almeno 20 anni,<br />

continueremo a confrontarci con tantissimi nuovi casi<br />

di cancro del polmone. Per le persone che si<br />

ammaleranno, la guarigione dipenderà principalmente<br />

dalla diagnosi precoce, cioè dalla pre v e n z i o n e<br />

secondaria. L’esperienza insegna che i progressi della<br />

t e rapia, ancorché sorprendenti, sono meno utili a<br />

questo riguardo. <strong>ALCASE</strong> <strong>Italia</strong> si augura che questo<br />

volumetto possa contribuire ad anticipare la diagnosi di<br />

cancro del polmone: attualmente l’intervallo medio tra<br />

il primo sintomo e la diagnosi dello specialista è di circa<br />

2 mesi. Una sola settimana di anticipo sarebbe già un<br />

grande successo, ed equivarrebbe a salvare, su scala<br />

nazionale, migliaia di persone.<br />

Lo staff di <strong>ALCASE</strong><br />

CONCLUSIONI

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!