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1 Marta Cavazza (Università di Bologna) - Institut d'Estudis Catalans

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apporti <strong>di</strong> tipo nuovo Bassi l'abbia esercitata anche nella sua vita coniugale con l'approvazione e la<br />

complicità del marito.<br />

Ci si potrebbe chiedere se questo ha determinato cambiamenti anche nel modo in cui l'una e<br />

l'altro svolgevano la loro attività <strong>di</strong> ricerca e d'insegnamento e nel modo in cui si rapportavano alla<br />

comunità scientifica. In questa conferenza cercherò <strong>di</strong> rispondere a questa domanda, concentrando<br />

in particolare la mia attenzione sul ruolo svolto da Bassi e Veratti, come singoli e come coppia,<br />

nella nascente comunità dei cultori italiani <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> sull’elettricità.<br />

Prima <strong>di</strong> entrare nel cuore dell’argomento, vorrei presentare i due personaggi e prima ancora<br />

<strong>di</strong>re poche parole sul contesto istituzionale in cui entrambi svolsero la loro attività.<br />

Dal secondo decennio del XVIII secolo le istituzioni che a <strong>Bologna</strong> avevano il compito <strong>di</strong><br />

insegnare le <strong>di</strong>scipline filosofiche e scientifiche erano due:<br />

una era l’antica <strong>Università</strong>, che concedeva lauree in filosofia e in me<strong>di</strong>cina agli studenti<br />

immatricolati alla facoltà <strong>di</strong> arti e dalla fine del secolo XVI aveva sede nel palazzo<br />

dell’Archiginnasio;<br />

la seconda era l’Istituto delle scienze e delle arti, inaugurato nel 1714 allo scopo <strong>di</strong> integrare<br />

e modernizzare le lezioni dell’università, attraverso una ricerca e un insegnamento basati<br />

sull’osservazione, sull’uso della matematica e sugli esperimenti. Facevano parte dell’Istituto due<br />

accademie: quella delle Scienze e l’Accademia Clementina <strong>di</strong> Belle Arti.<br />

Su Laura Bassi (1711-1778) basta per ora ricordare che <strong>di</strong>venne famosa del XVIII secolo<br />

come la donna che, unica in Europa, nel 1732, a vent’anni, aveva ottenuto una laurea in Filosofia e<br />

una cattedra sempre <strong>di</strong> filosofia, nell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>. Nello stesso anno Bassi <strong>di</strong>venne la<br />

prima donna ammessa come socia all’Accademia delle scienze.<br />

Giuseppe Veratti (1707-1793) era <strong>di</strong> pochi anni più vecchio della moglie, ma si era laureato,<br />

in Filosofia e Me<strong>di</strong>cina, dopo <strong>di</strong> lei, nel 1734. Per tutta la vita fu insieme un me<strong>di</strong>co e uno stu<strong>di</strong>oso<br />

<strong>di</strong> fisica. Nel 1737 ottenne una lettura universitaria <strong>di</strong> fisica particolare e qualche anno dopo una <strong>di</strong><br />

anatomia. Nella seconda metà del secolo <strong>di</strong>venterà assistente del professore <strong>di</strong> fisica sperimentale<br />

nell’Istituto delle Scienze. Veratti, come il suo maestro Beccari, fu uno dei numerosi me<strong>di</strong>ci<br />

bolognesi del Settecento che cercarono <strong>di</strong> applicare allo stu<strong>di</strong>o degli organismi i principi della<br />

nuova fisica newtoniana. Alla fine del secolo questa tra<strong>di</strong>zione avrà il suo esempio più famoso in<br />

Luigi Galvani, lo scopritore dell’elettricità animale, che del resto era stato allievo sia <strong>di</strong> Veratti che<br />

<strong>di</strong> Laura Bassi.<br />

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