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Yves Chiron<br />
FRÈRE ROGER<br />
1915-2005<br />
Il fondatore di Taizé
T<strong>it</strong>olo originale: <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong> 1915-2005. Fondateur de Taizé. © Perrin, 2008<br />
Traduzione dal francese<br />
di Bruno Pistocchi<br />
© EDIZIONI SAN PAOLO s.r.l., 2009<br />
Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano)<br />
www.edizionisanpaolo.<strong>it</strong><br />
Distribuzione: Diffusione San Paolo s.r.l.<br />
Corso Regina Margher<strong>it</strong>a, 2 - 1<strong>01</strong>53 Torino<br />
ISBN 978-88-215-6492-5
INTRODUZIONE<br />
Il 16 agosto 2005, mentre migliaia di giovani attorniano frère<br />
<strong>Roger</strong> per la preghiera della sera nella chiesa della Riconciliazione,<br />
una giovane rumena riesce ad avvicinarsi al fondatore di<br />
Taizé e, gridando, lo pugnala due volte al collo. Il sangue si spande<br />
sull’ab<strong>it</strong>o bianco del priore che muore poco dopo.<br />
L’uomo che è stato simbolo, anz<strong>it</strong>utto nella Chiesa e poi in tutta<br />
l’Europa, della «riconciliazione», muore assassinato come è<br />
accaduto ad altri uomini di pace durante il XX secolo, come<br />
Gandhi e Martin Luther King. L’analogia però si ferma lì: Gandhi<br />
e Luther King caddero sotto i colpi di un fanatico; frère <strong>Roger</strong><br />
muore v<strong>it</strong>tima di una malata di mente il cui processo non ha ancora<br />
avuto luogo.<br />
In quella chiesa della Riconciliazione sono passati, per oltre<br />
quarant’anni, milioni di giovani venuti da tutto il mondo, attirati<br />
da una comun<strong>it</strong>à il cui priore, figura carismatica, ha vissuto un<br />
cammino eccezionale. Anche capi di Chiesa, come Giovanni<br />
Paolo II nel 1986, hanno fatto sosta a Taizé. Anime in ricerca,<br />
persone comuni o famose si sono trovate lì, fianco a fianco, discretamente.<br />
Per esempio, a differenza della famosa «ascensione»<br />
della Roccia di Solutré che François M<strong>it</strong>terrand compiva con<br />
alcuni amici il giorno di Pentecoste, i legami del presidente con<br />
il vicino Taizé rimasero a lungo ignorati. Da molto tempo gli piaceva<br />
andare a Taizé, in genere il giorno dopo il suo pellegrinaggio<br />
a Solutré. Vis<strong>it</strong>a annuale, discreta, che continuò a fare anche<br />
5
dopo la sua elezione. Gli piacevano i luoghi, il silenzio della<br />
chiesa e le sue conversazioni con frère <strong>Roger</strong>. «Gli voglio bene,<br />
mi fa del bene», diceva 1 . Un’altra persona avrebbe potuto dire la<br />
stessa cosa: Hubert Beuve-Méry, che a sua volta non figurava tra<br />
i cristiani praticanti. Il fondatore e direttore di Le Monde scoprì<br />
Taizé nel 1957 e gli rimase fedele per tutta la v<strong>it</strong>a, tornandoci<br />
spesso per conversare con frère <strong>Roger</strong>, diventato un amico, se<br />
non addir<strong>it</strong>tura un confidente.<br />
Il nome di Taizé è conosciuto ovunque. I famosi Canti di Taizé<br />
sono stati tradotti in decine di lingue. Gli «incontri di Taizé», a<br />
fine anno, sulla collina della Borgogna, in qualche grande c<strong>it</strong>tà<br />
europea o in qualche altra parte del mondo, attirano decine di<br />
migliaia di giovani di ogni nazional<strong>it</strong>à.<br />
Taizé affascina. Uomini di Chiesa e profani ne avvertono il<br />
«mistero». Mistero del suo successo e mistero del suo carismatico<br />
fondatore.<br />
La storia della comun<strong>it</strong>à, fin dalle sue origini nel 1940, manifesta<br />
la sua formidabile capac<strong>it</strong>à di attrazione e di cambiamento.<br />
In un primo momento, 1940-1942, Taizé fu un luogo di accoglienza<br />
per rifugiati ed ebrei in fuga, dove <strong>Roger</strong> Schutz, il<br />
giovane fondatore, viveva quasi da solo. Poi, dal 1944 fino al<br />
concilio Vaticano II, fu un luogo privilegiato dell’ecumenismo.<br />
Luogo di sperimentazione di una v<strong>it</strong>a comun<strong>it</strong>aria, legata al protestantesimo,<br />
ma luogo aperto a tutte le Chiese, alla ricerca di una<br />
«Chiesa universale» riconciliata. Infine, Taizé e il suo fondatore<br />
furono «immersi nel mondo», o meglio, vi si immersero: una diffusione<br />
mediatica formidabile, in coincidenza con l’inaugurazione<br />
della chiesa della Riconciliazione eretta sulla collina, la<br />
partecipazione di frère <strong>Roger</strong> e Max Thurian al concilio Vaticano<br />
II e l’incessante cresc<strong>it</strong>a dei vis<strong>it</strong>atori e dei gruppi di r<strong>it</strong>iro a<br />
Taizé.<br />
Un altro aspetto del m<strong>it</strong>o è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o dal coinvolgimento dei<br />
giovani, francesi ed europei, un fenomeno iniziato verso la metà<br />
6<br />
1 Marie de Hennezel, «<strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong> et François M<strong>it</strong>terrand», Le Monde, 19 agosto 2005.
degli anni Sessanta e la cui vast<strong>it</strong>à lo ha fatto paragonare a una<br />
«Woodstock cristiana». Il «concilio dei giovani», nel 1974, ebbe<br />
un successo tale da dar v<strong>it</strong>a agli «incontri europei dei giovani»<br />
e a un «pellegrinaggio di fiducia sulla terra». Questo contribuì<br />
ad ampliare il raggio d’azione di Taizé e obbligò la comun<strong>it</strong>à a<br />
intraprendere un servizio di accompagnamento dei giovani. Parigi,<br />
Barcellona, Varsavia, Praga e molte altre c<strong>it</strong>tà hanno visto<br />
radunarsi, a fine anno, decine di migliaia di giovani intorno a frère<br />
<strong>Roger</strong>. Dopo la fine del comunismo nell’Europa dell’Est, Taizé<br />
ha contribu<strong>it</strong>o in maniera eccezionale a riconciliare i giovani<br />
europei dell’Europa orientale e occidentale.<br />
Nonostante la dimensione m<strong>it</strong>ica di Taizé, la figura emblematica<br />
del fondatore – <strong>Roger</strong> Schutz, diventato frère <strong>Roger</strong> (1915-<br />
2005) – rimane, sotto molti aspetti, ancora ignorata. Marguer<strong>it</strong>e<br />
Léna, attenta studiosa di Taizé, in profonda empatia con il suo<br />
argomento, riconosce che sul fondatore ancora vivente si era formata<br />
una «leggenda» 2 .<br />
Questo libro, prima biografia di frère <strong>Roger</strong>, vorrebbe prenderne<br />
le distanze per ricollocare il personaggio nel suo contesto<br />
storico. Il comp<strong>it</strong>o non è stato facile perché Taizé non ama<br />
né la storia né gli archivi e coltiva da sempre un certo gusto del<br />
segreto o del discreto. C’è il desiderio, comune a molte case<br />
religiose e congregazioni, di non veder messi in piazza gli elementi<br />
di rischio che punteggiano la loro storia. C’è stata inoltre,<br />
fin dall’inizio, la scelta di non conservare alcun archivio.<br />
«Non si può inaridire ciò che è vivente», diceva fratel Charles-<br />
Eugène, incaricato negli anni Settanta della comunicazione<br />
della comun<strong>it</strong>à. Lo stesso frère <strong>Roger</strong>, nel suo diario, ha avuto<br />
espressioni molto severe nei confronti di un autore che si era<br />
mostrato cr<strong>it</strong>ico e troppo curioso: «Certi scr<strong>it</strong>ti che ci riguardano<br />
non lasciano indifferenti. La vis<strong>it</strong>a di colui che ha scr<strong>it</strong>to le<br />
affermazioni più aspre aveva fatto trasparire un animo angusto<br />
2 Marguer<strong>it</strong>e Léna, «Une parabole de communion», Etudes, luglio-agosto 1992, ripreso<br />
nell’opera collettiva Taizé au vif de l’espérance, Paris, Bayard, 2002, p. 11.<br />
7
da inquis<strong>it</strong>ore. È uno di quelli che si cibano delle spoglie degli<br />
altri» 3 .<br />
E tuttavia – strano paradosso – frère <strong>Roger</strong>, nei suoi diari, si<br />
è confidato molto, non senza precauzione e r<strong>it</strong>egno. I suoi scr<strong>it</strong>ti<br />
sono disseminati di ricordi, di episodi, di personaggi, di aneddoti<br />
nei quali l’arte dell’ellisse e del sottinteso è magistralmente<br />
padroneggiata. Rivela pochissimi nomi, rimane nel vago e nel<br />
non detto, mantiene un certo mistero: «È venuto qualcuno da Roma»,<br />
scrive. Non specifica che si trattava del cardinale Willebrands,<br />
incaricato di concludere un accordo tra la comun<strong>it</strong>à di<br />
Taizé e la Santa Sede. Allo stesso modo nomina Peter Rutishauer<br />
solo una volta, senza specificarne la qualifica di psicoanalista né<br />
riferire dei loro frequenti incontri all’epoca in cui il priore attraversava<br />
un lungo periodo di depressione.<br />
Gli esempi di questa scrupolosa discrezione sono numerosi.<br />
Gli incontri di <strong>Roger</strong> Schutz e Max Thurian con Pio XII e altre<br />
autor<strong>it</strong>à di Roma, nel 1949, furono conosciuti dal grande pubblico<br />
solo nel 1960 4 . <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong> aveva scelto il suo successore, frère<br />
Alois, già nel 1978 durante un viaggio in Africa, ma ne diede<br />
l’annuncio alla sua comun<strong>it</strong>à solo vent’anni più tardi. La partecipazione<br />
di frère <strong>Roger</strong> all’eucarestia cattolica, che riceveva già<br />
dal 1972, divenne nota a tutti solo nel giorno solenne dei funerali<br />
di Giovanni Paolo II, nel 2005.<br />
Quanto all’<strong>it</strong>inerario spir<strong>it</strong>uale del nonno materno – seminarista<br />
cattolico fino al suddiaconato, poi prete nella Chiesa dei<br />
vetero cattolici e infine pastore riformato –, frère <strong>Roger</strong> non ha<br />
mai parlato e, ancora oggi, l’argomento a Taizé è tabù.<br />
Il rifiuto della storia è stato il rifiuto di codificare Taizé in<br />
parole, date, considerazioni marginali. Un giorno frère <strong>Roger</strong> per<br />
riassumere la sua v<strong>it</strong>a dichiarò: «L’essenziale è stata la lotta interiore<br />
per una ri-creazione quotidiana». «Ri-creazione» riassunta<br />
3 <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong>, Etonnement d’un amour, Taizé, Les Presses de Taizé, 1979, pp. 52-53. Il<br />
piccolo «inquis<strong>it</strong>ore» non viene nominato.<br />
4 Il primo articolo che ricorda questi incontri appare su Le Monde il 27 ottobre 1960.<br />
8
in una famosa formula: «la dinamica del provvisorio». Ripercorrendo<br />
passo dopo passo la v<strong>it</strong>a del fondatore di Taizé, questa<br />
dinamica emerge sempre e dovunque. La vediamo nel cambiamento<br />
dei lineamenti del priore, ripercorrendo le foto pubblicate<br />
dalla stampa. Nei primi tempi della comun<strong>it</strong>à e fino agli anni<br />
Cinquanta, il priore indossava una blusa di cotone grigio blu. Negli<br />
anni Sessanta, all’epoca degli incontri ecumenici tra sacerdoti,<br />
pastori e vescovi da lui organizzati a Taizé, indossa spesso un<br />
ab<strong>it</strong>o scuro, camicia bianca e cravatta nera. Poi, all’epoca del<br />
concilio dei giovani, più disinvolto, sceglie il pullover. Infine, dal<br />
1976 in poi, in segu<strong>it</strong>o a un suggerimento di madre Teresa, indossa<br />
sempre l’ab<strong>it</strong>o bianco usato anche per gli uffici divini; diventò<br />
così una figura facilmente riconoscibile, soprattutto durante i<br />
grandi raduni di preghiera 5 .<br />
A questi cambiamenti nell’aspetto esteriore si aggiunsero<br />
quelli della sua firma: in un primo tempo «<strong>Roger</strong> Schutz, priore<br />
di Taizé»; poi «F. <strong>Roger</strong>, priore di Taizé»; poi, dopo il 1971, ancora<br />
più semplicemente, «Fr. <strong>Roger</strong>, di Taizé». La sua volontà di<br />
spoliazione andava oltre. La rinuncia al t<strong>it</strong>olo di «priore», alla<br />
fine degli anni Cinquanta, fu preceduta dalla sua rinuncia ad alcune<br />
funzioni di pastore. Pochi dei nostri contemporanei sono<br />
abbastanza anziani da aver visto <strong>Roger</strong> Schutz presiedere la santa<br />
cena o semplicemente celebrare il culto.<br />
Siamo andati alla ricerca di frère <strong>Roger</strong> con la massima cura<br />
di non travisare la ver<strong>it</strong>à di un <strong>it</strong>inerario eccezionale. Oltre ai<br />
suoi diari nei quali, spesso, bisogna leggere tra le righe, altre<br />
fonti consentono di ricostruire le diverse tappe della sua v<strong>it</strong>a:<br />
soprattutto le testimonianze che abbiamo potuto raccogliere da<br />
alcuni membri della sua famiglia (per esempio, la figlia adottiva<br />
Marie Strugala), da confratelli o ex confratelli, da amici<br />
cattolici, protestanti o ortodossi, che sono stati testimoni della<br />
sua v<strong>it</strong>a.<br />
5 Lasciava la sua tunica bianca per una tenuta più consona al clima quando era in viaggio<br />
in paesi del Sud.<br />
9
Parecchi archivi ecclesiastici, pubblici o privati, in Francia e<br />
in Svizzera, si sono rivelati molto ricchi, pieni di sorprese e di<br />
documenti preziosi.<br />
Al termine di questa ricerca, emerge una v<strong>it</strong>a di un uomo di<br />
Dio che, per tutto il secolo XX, ha voluto superare i «muri»: quelli<br />
delle divisioni confessionali, quelli che separano le generazioni<br />
e anche i muri propri. <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong> fu un «passatore» di frontiere.<br />
Svizzero di nasc<strong>it</strong>a, nel 1940 si stabilisce in Francia. Calvinista,<br />
fonda la prima comun<strong>it</strong>à monastica protestante in terra francese.<br />
Figlio di pastore, pastore lui stesso, andò oltre il protestantesimo.<br />
Egli è «formalmente cattolico», diceva, nel 2005, il cardinale<br />
Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’un<strong>it</strong>à dei cristiani,<br />
al cardinale Barbarin che gli chiedeva dell’appartenenza<br />
confessionale di frère <strong>Roger</strong> 6 . Il suo ideale era aiutare e riunire:<br />
durante il 1940-1942, protegge rifugiati pol<strong>it</strong>ici ed ebrei; nel<br />
1945-1946, dà il suo sostegno ai campi di prigionieri di guerra<br />
tedeschi eretti nei pressi di Taizé; negli anni 1950-1960, è alla<br />
testa del dialogo ecumenico; già nel 1966, presagisce un’ondata<br />
di contestazione radicale nella gioventù europea e sa vedervi una<br />
sete di domande. Per il resto della v<strong>it</strong>a, attuerà una pedagogia di<br />
accompagnamento della gioventù.<br />
<strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong> appartiene alla storia della Chiesa, ma anche alla<br />
storia dell’Europa. Non è un caso se tra il 1980 e il 1990 gli sono<br />
stati assegnati molti premi e riconoscimenti europei. Il mondo<br />
pol<strong>it</strong>ico e civile ha riconosciuto in lui un costruttore di ponti tra<br />
i giovani dei popoli europei, un riconciliatore.<br />
Le Chiese lo hanno visto come un unificatore che non potevano<br />
ignorare e con il quale hanno sviluppato un dialogo a volte<br />
duro e difficile. È vero che Taizé, di origine protestante, si è avvi-<br />
6 Lettera del cardinale Barbarin all’autore, 23 febbraio 2007. Per questi t<strong>it</strong>oli dobbiamo<br />
affrontare la questione posta da Léon Brunschvicg nel suo libro classico, ma dimenticato,<br />
Hér<strong>it</strong>age de mots, hér<strong>it</strong>age d’idèes, Paris, PUF, 1945. Talvolta i termini usati non hanno lo<br />
stesso significato a seconda di colui che li usa – è una banal<strong>it</strong>à –, ma non ha lo stesso significato<br />
nemmeno a seconda dell’epoca in cui vengono usati. A un’analisi più approfond<strong>it</strong>a,<br />
appaiono «antagonismi», «sl<strong>it</strong>tamenti di significato» insospettati e il filosofo o lo storico deve<br />
usarli «tenendo sempre presente il nodo centrale che la sua med<strong>it</strong>azione vuole raggiungere».<br />
10
cinata al cattolicesimo, ma è anche vero che si è avuto un movimento<br />
inverso; Taizé ha influenzato sia il protestantesimo che la<br />
Chiesa cattolica.<br />
«<strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong> di Taizé», come si dice Francesco d’Assisi o<br />
madre Teresa di Calcutta: un uomo, un luogo, un<strong>it</strong>i indissolubilmente.<br />
11
ABBREVIAZIONI<br />
I sei volumi del Diario di <strong>Roger</strong> Schutz, pubblicati tra il 1971<br />
e il 1985, sono c<strong>it</strong>ati con il t<strong>it</strong>olo francese. Sono stati pubblicati<br />
da Les Presses de Taizé. C<strong>it</strong>iamo qui, una volta per tutte, la corrispondente<br />
edizione <strong>it</strong>aliana:<br />
Ta fête so<strong>it</strong> sans fin: La tua festa non abbia fine, Brescia, Morcelliana,<br />
1980 5 .<br />
Lutte et contemplation: Lotta e contemplazione, Brescia, Morcelliana,<br />
1977 3 .<br />
Vivre l’inespéré: Vivere l’insperato, Brescia, Morcelliana, 1980 2 .<br />
Etonnement d’un amour: Stupore di un amore, Brescia, Morcelliana,<br />
1980 2 .<br />
Fleurissent les déserts du coeur: I tuoi deserti fioriranno, Brescia,<br />
Morcelliana, 1989 2 .<br />
Passion d’une attente: Passione di un’attesa, Brescia, Morcelliana,<br />
1986.<br />
Nelle note si troveranno anche le abbreviazioni seguenti:<br />
A.D. Fribourg: Archivi diocesani di Friburgo<br />
A.D. Lyon: Archivi diocesani di Lione<br />
Archivi del COE: Archivi del Consiglio ecumenico delle<br />
Chiese (Ginevra)<br />
13
I<br />
NIPOTE DI SACERDOTE<br />
FIGLIO DI PASTORE<br />
<strong>Roger</strong> Schutz 1 nacque nel 1915 a Provence, un piccolo villaggio<br />
del Giura svizzero. Suo padre era pastore, ma aveva anche<br />
antenati cattolici.<br />
La nonna materna, Marie-Louise Marsauche, «di antica origine<br />
protestante [...] prese a frequentare la Chiesa cattolica» dopo la<br />
prima guerra mondiale, in «spir<strong>it</strong>o di riconciliazione» 2 . Questa<br />
«riconciliazione all’interno di se stessa» segnò <strong>Roger</strong> Schutz per<br />
sempre; egli ha ripetutamente affermato che la vicenda della nonna<br />
materna era all’origine del suo impegno ecumenico.<br />
Ma la storia è più complicata. In effetti, il mar<strong>it</strong>o di Marie-<br />
Louise, Louis Marsauche, nato in una famiglia cattolica, era stato<br />
seminarista e sacerdote della comun<strong>it</strong>à dei «vecchi cattolici»<br />
prima di diventare pastore riformato.<br />
<strong>Roger</strong> Schutz non ha mai parlato della vicenda tormentata di<br />
nonno Marsauche e tuttora a Taizé l’argomento è tabù, quasi un<br />
segreto. Ma ci consente di far luce sul fondatore di Taizé.<br />
1 Nell’atto di nasc<strong>it</strong>a troviamo la grafia «Schütz». <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong>, nei suoi scr<strong>it</strong>ti, ha mantenuto<br />
a lungo l’umlaut e poi l’ha abbandonata. Invece, in segu<strong>it</strong>o, aggiunse al suo cognome<br />
quello da ragazza della madre, Marsauche. In questo libro ci atterremo alla grafia più diffusa,<br />
Schutz.<br />
2 <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong>, Fleurissent les déserts du coeur, Taizé, Les Presses de Taizé, 1982, pp.<br />
74-75.<br />
15
Louis Marsauche<br />
Troviamo dei Marsauche, tutti cattolici, a partire dal Seicento,<br />
in molti villaggi borgognoni: a Merry-la-Vallée, a Poily-sur-Tholon,<br />
a Guerchy (dove un Marsauche fu parroco sotto Luigi XIV)<br />
e altrove. Quando <strong>Roger</strong> Schutz si stabilì a Taizé, in terra borgognona,<br />
r<strong>it</strong>rovava quindi le lontane radici di sua madre.<br />
Nell’Ottocento, un Jean-Baptiste Marsauche si stabilì ad Alès.<br />
Era il bisnonno di <strong>Roger</strong> Schutz e faceva il carradore. Com’era<br />
fin<strong>it</strong>o nel Gard? Non lo sappiamo. Non conosciamo nemmeno le<br />
circostanze del suo matrimonio con Marie-Cécile Palliès. Il 10 dicembre<br />
1846 nacque un bambino, chiamato Louis Hippolyte.<br />
Jean-Baptiste, insieme a due testimoni, presentò il bambino in<br />
comune, per farlo registrare, l’11 dicembre 1846. I registri di stato<br />
civile di Alès dimostrano che Jean-Baptiste sapeva scrivere a<br />
stento. Firmando l’atto di nasc<strong>it</strong>a del figlio, sbagliò l’ortografia<br />
del proprio nome. Scrisse «Marsanche»; in segu<strong>it</strong>o il figlio dovette<br />
far aggiungere in margine una nota correttiva 3 .<br />
Alcuni anni dopo, la famiglia tornò in Borgogna. Louis Hippolyte<br />
– futuro nonno di frère <strong>Roger</strong> – nel 1866 entrò nel seminario<br />
di Sens 4 . Fu ordinato suddiacono il 14 novembre 1869, assumendo<br />
quindi l’obbligo del celibato. L’anno dopo, però, lasciò<br />
il seminario perché rifiutava il dogma dell’infallibil<strong>it</strong>à pontificia,<br />
appena proclamato dal concilio Vaticano I con la cost<strong>it</strong>uzione<br />
dogmatica Pastor aeternus (18 luglio 1870).<br />
La dottrina era stato oggetto di aspre discussioni tra i teologi<br />
e i vescovi riun<strong>it</strong>i in concilio. Al momento della votazione finale,<br />
una sessantina di vescovi preferirono lasciare Roma piuttosto<br />
che dover accettare quel nuovo dogma 5 . In molti paesi, per la<br />
stessa ragione, eminenti personal<strong>it</strong>à religiose si separarono dalla<br />
3 Registro di Stato civile della c<strong>it</strong>tà di Alès, 1846, atto di nasc<strong>it</strong>a n. 668.<br />
4 Informazioni forn<strong>it</strong>e da Urs von Arx, studioso di storia della Chiesa vetero cattolica (lettera<br />
all’autore, 26 giugno 2007).<br />
5 <strong>Roger</strong> Aubert, Le pontificat de Pie IX, Paris, Bloud & Gay, 1964 2 (ed. <strong>it</strong>. Il pontificato<br />
di Pio IX [1846-1878], Cinisello B. [MI], Edizioni Paoline, 1990, p. 548); Yves Chiron, Pie IX,<br />
pape moderne, B<strong>it</strong>che, Clovis, 1995.<br />
16
Chiesa cattolica. Il capofila più eminente dell’opposizione fu il<br />
teologo e storico tedesco Döllinger.<br />
In Germania, in Austria, in Svizzera e altrove furono create<br />
parrocchie dove si r<strong>it</strong>rovavano gli oppos<strong>it</strong>ori. Per ordinare nuovi<br />
sacerdoti, decisero di rivolgersi ai vescovi giansenisti, separati<br />
da Roma già dal Settecento. La rivolta anti dogma si trasformò<br />
nello scisma detto dei «vecchi cattolici».<br />
In Francia, il movimento dei vecchi cattolici rimase sempre<br />
molto lim<strong>it</strong>ato. Si distingue una figura, quella di don Michaud 6 .<br />
Louis Marsauche, dopo aver lasciato il seminario di Sens, entrò<br />
in contatto con lui. Ma il movimento dei vecchi cattolici francesi<br />
non resistette a lungo e finì per scomparire. Alcuni ecclesiastici<br />
vecchi cattolici si trasferirono in Belgio, altri in Svizzera, dove<br />
il movimento era molto più consistente e organizzato. Fu fondata<br />
una «Chiesa cattolico cristiana» (denominazione mantenuta<br />
fino a oggi). Nel 1973 don Michaud si stabilì in Svizzera.<br />
Louis Marsauche, che lo aveva raggiunto, prese parte ai dibatt<strong>it</strong>i<br />
di quella Chiesa cattolico cristiana 7 . Nel maggio 1874, sebbene<br />
non fosse ancora sacerdote, svolgeva le funzioni di vicario<br />
nella parrocchia di Noirmont, nel Giura bernese; parroco era don<br />
Louis Mirlin. Qualche mese dopo, a settembre, fu ordinato sacerdote<br />
da mons. Reinkens, il primo vescovo vecchio cattolico tedesco.<br />
L’ordinazione ebbe luogo a Bonn. Don Marsauche celebrò<br />
la sua prima messa a Biel, nel cantone di Berna, dove fu nominato<br />
parroco nel maggio del 1876.<br />
La Chiesa cattolico cristiana svizzera si stava organizzando.<br />
Nel 1875 si diede una cost<strong>it</strong>uzione che autorizzava in particolare<br />
il matrimonio dei preti e, nel 1876, scelse come suo primo vescovo<br />
mons. Edouard Herzog.<br />
In quegli anni don Marsauche fece la conoscenza dei Dela-<br />
6 Raoul Dederen, Un réformateur catholique au XIX e siècle: Eugène Michaud (1839-1917).<br />
Vieux catholicisme-oecuménisme, Genève, Librairie Droz, 1963; e Bernard Vignot, «Michaud»,<br />
in Dictionnaire du monde religieux dans la France contemporaine, vol. 10, Les Marges du christianisme:<br />
sectes, dissidences, esoterisme, Paris, Beauchesne, 20<strong>01</strong>, pp. 177-178.<br />
7 Lettera c<strong>it</strong>ata di padre Urs von Arx.<br />
17
chaux (a quell’epoca, il nome era spesso scr<strong>it</strong>to De La Chaux),<br />
una vecchia famiglia protestante, originaria di Le Locle, presso<br />
Neuchâtel. <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong> ricordava uno dei suoi bisnonni, Albert<br />
Delachaux, orologiaio con un negozio a Boston. I viaggi in America<br />
di quell’antenato, morto giovane, facevano sognare il giovane<br />
<strong>Roger</strong> Schutz: «Fin dall’infanzia» diceva «gli Stati Un<strong>it</strong>i rappresentano<br />
il paese dei sogni».<br />
Louise Delachaux, figlia di quell’orologiaio intraprendente,<br />
sposò Louis Marsauche nel maggio 1878. Il matrimonio fu celebrato<br />
da don Mirlin nella parrocchia vecchio cattolica di Saint<br />
Imier. Da quell’unione nacquero cinque figli: Berthe, Amélie (madre<br />
di <strong>Roger</strong> Schutz), René, Louis (che diventerà pastore) e Albert.<br />
Nel 1880, don Marsauche lasciò la Chiesa cattolico cristiana<br />
per entrare nella Chiesa riformata. Lo fece influenzato dalla moglie?<br />
Una breve notizia biografica, apparsa dopo la sua morte, ci<br />
dice semplicemente: «Non tardò a riconoscere che la posizione<br />
dei vecchi cattolici, tra l’ultramontanesimo romano e il protestantesimo<br />
evangelico, era alla lunga insostenibile e decise di abbracciare<br />
quest’ultimo» 8 .<br />
Tuttavia Louis Marsauche non ruppe completamente con<br />
l’ambiente vecchio cattolico. Restò legato per tutta la v<strong>it</strong>a soprattutto<br />
a Louis Sterlin, ex sacerdote cattolico francese diventato<br />
parroco vecchio cattolico di Ginevra. Nel 1905, Louis Marsauche<br />
fu testimone di nozze di sua figlia e, nel 1912, presiedette la<br />
cerimonia funebre del suo vecchio amico a Plainville 9 .<br />
Dopo essere passato dal cattolicesimo al vecchio cattolicesimo,<br />
Louis Marsauche sceglieva quindi il protestantesimo. Ormai<br />
più che trentenne, non es<strong>it</strong>ò a riprendere gli studi di teologia<br />
presso l’Accademia di Neuchâtel dove, nel maggio 1882, fu<br />
ordinato pastore. Dopo aver prestato servizio per tredici anni a<br />
Peseux, tornò in Francia, dove ottenne il posto di pastore a Saint-<br />
Just-en-Chaussée, nell’Oise, dove morì nel novembre 1912.<br />
8 Agenda pastoral des Eglises protestantes de Suisse - Pfarrer-Kalender für die reformierte<br />
Schweiz, Bâle, Helbing & Lichtenhahn (poi Reinhardt), 1914, pp. 34-35.<br />
9 Informazioni forn<strong>it</strong>e da Roselyne Bulan, che prepara uno studio su Louis Sterlin.<br />
18
Avremmo un’idea incompleta di questo nonno materno di<br />
<strong>Roger</strong> Schutz se non ricordassimo i lavori ai quali si dedicò oltre<br />
alle sue mansioni di pastore. Nel 1889 pubblicò due fascicoli sulla<br />
legislazione internazionale del lavoro. L’anno dopo fu la volta<br />
di un importante studio sul meccanismo e il funzionamento della<br />
Confederazione elvetica 10 . Louis Marsauche cercava di far conoscere<br />
al pubblico francese «lo Stato federale» svizzero, convinto<br />
«che un certo decentramento, non pol<strong>it</strong>ico ma amministrativo,<br />
fosse per la Repubblica francese una condizione di v<strong>it</strong>a e di futuro».<br />
Tornato in Francia nel 1895, pubblicò un’opera sulla storia del<br />
protestantesimo a Montdidier, c<strong>it</strong>tadina s<strong>it</strong>uata a una quindicina<br />
di chilometri da Saint-Just-en-Chaussée. Come diceva, «una pagina<br />
gloriosa e triste» delle Chiese riformate di Francia. Interessante<br />
è la conclusione perché rivela in Louis Marsauche una riflessione<br />
ecumenica che r<strong>it</strong>roveremo in suo nipote.<br />
Questo studio su Montdidier, usc<strong>it</strong>o nel 1902, coincide con<br />
l’elaborazione in Francia delle leggi anticlericali che porteranno,<br />
tre anni dopo, alla separazione tra Chiesa e Stato. In quelle prove<br />
Louis Marsauche vede l’occasione per la Chiesa cattolica di purificarsi<br />
e di avvicinarsi al protestantesimo:<br />
«Oggi, la Chiesa cattolica non è più alle prese con la Chiesa<br />
protestante, ma con lo spir<strong>it</strong>o della società moderna, con le leggi<br />
e le cost<strong>it</strong>uzioni degli Stati.<br />
«Essa allontana da sé le menti disinteressate, sinceramente<br />
avide di ver<strong>it</strong>à religiose [...]. Si avvicina l’ora delle umiliazioni<br />
e delle espiazioni. Forse, nella sua tristezza o di fronte allo spettacolo<br />
di una società senza fede, la Chiesa romana si volgerà<br />
verso l’antica v<strong>it</strong>tima, la Chiesa evangelica, che ha dato prova<br />
della sua forza, della purezza del suo cammino e delle sue aspirazioni.<br />
«Allora, la Chiesa del passato e la Chiesa del futuro, il prete<br />
10 Louis Marsauche, La Confédération helvétique d’après sa const<strong>it</strong>ution ou Etudes<br />
d’économie sociale et pol<strong>it</strong>ique, Neuchâtel, Delachaux & Niestlé, 1890.<br />
19
e il pastore si abbracceranno per condurre la Chiesa purificata<br />
verso i suoi veri destini» 11 .<br />
Vi r<strong>it</strong>roviamo una stessa volontà di superamento delle ident<strong>it</strong>à<br />
confessionali, dopo comune purificazione, nell’orientamento<br />
ecumenico di suo nipote.<br />
<strong>Roger</strong> Schutz non parla mai del nonno Marsauche morto nel<br />
1912, tre anni prima della sua nasc<strong>it</strong>a. Ma, innegabilmente, la sua<br />
figura ha segnato in maniera profonda lo spir<strong>it</strong>o e l’azione del<br />
fondatore di Taizé.<br />
Figlio di pastore<br />
Figlio di pastore per parte di madre, <strong>Roger</strong> Schutz lo era anche<br />
per parte di padre. Charles Schutz era nato a Bachs, nel cantone<br />
di Zurigo, il 31 marzo 1877. Figlio unico di un pastore protestante,<br />
anche lui aveva segu<strong>it</strong>o studi di teologia all’Accademia di<br />
Neuchâtel e forse presso la facoltà di teologia protestante di Parigi.<br />
Gli archivi non ci consentono di datare con esattezza il suo<br />
passaggio in quella facoltà 12 .<br />
Nel 1900, a Parigi, Charles Schutz entrò in contatto con la<br />
famiglia Marsauche. Durante una festa fu affascinato da una<br />
delle figlie della famiglia, Amélie, di tre anni più giovane di lui.<br />
Qualche tempo dopo, con sua grande sorpresa, Amélie sentì<br />
suo padre annunciarle che avrebbe sposato il giovane Charles<br />
Schutz, che aveva incontrato una sola volta 13 . Questo genere di<br />
matrimonio «combinato», o di convenienza, non era raro a quell’epoca.<br />
11 Louis Marsauche, La Réforme à Montdidier, 1547-1760, Argenteuil, Imprimerie<br />
Worms, 1902, p. 22.<br />
12 «Né i registri della facoltà né il catalogo della biblioteca recano traccia di Charles<br />
Schutz: quindi non è stato studente presso la facoltà di teologia di Parigi»; lettera all’autore<br />
di Marianne Carbonnier-Bukard, decano della facoltà di teologia protestante di Parigi, 25 marzo<br />
2007.<br />
13 Precisazione di Ivan Restropo, Taizé. Una busqueda de comunion con Dios y con los<br />
hombres, Salamanca, Ediciones Sigueme, 1975, p. 20.<br />
20
Amélie Marsauche amava la musica e il canto. Sua zia, Caroline<br />
Delachaux, era stata alunna del grande pianista Hans von<br />
Bülow e aveva sostenuto l’esame di strumento alla presenza di<br />
Franz Liszt. Prima del matrimonio, Amélie aveva segu<strong>it</strong>o «studi<br />
molto avanzati di canto presso il Conservatorio di Parigi», rivelò<br />
frère <strong>Roger</strong> 14 . Ricordava anche che sua madre aveva cantato<br />
da solista in occasione di concerti diretti dal compos<strong>it</strong>ore Vincent<br />
d’Indy. Sposa per volontà del padre con un futuro pastore, dovette<br />
rinunciare a proseguire la carriera musicale e seguì suo mar<strong>it</strong>o<br />
in Svizzera.<br />
Charles Schutz difese la sua tesi di licenza il 12 maggio 1902,<br />
presso la facoltà di teologia di Neuchâtel. Trattava delle Fonti dei<br />
primi dodici cap<strong>it</strong>oli degli Atti degli apostoli. Tre giorni più tardi<br />
veniva ordinato pastore dalla Chiesa nazionale. La precisazione<br />
è importante.<br />
In effetti, la Chiesa evangelica (o, come si dice in Francia,<br />
riformata) nel 1845 aveva conosciuto una scissione radicale tra<br />
i suoi membri vicini al governo del canton Vaud – la Chiesa nazionale<br />
evangelica riformata – e coloro che, avendo rifiutato «la<br />
supervisione dello Stato», erano stati rimossi o si erano dimessi.<br />
Si formarono così comun<strong>it</strong>à religiose indipendenti dallo Stato.<br />
Sostenute dal pastore Alexandre Vinet, teorico di lunga data della<br />
separazione tra Chiesa e Stato, nel 1847 avevano cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o la<br />
«Chiesa evangelica libera».<br />
Questa coesistenza di due Chiese riformate nel cantone di<br />
Vaud durò più d’un secolo, fino al 1966 15 . Nel cantone esistevano<br />
parrocchie «nazionali» e parrocchie «libere», due facoltà di<br />
teologia, una dipendente dalla Chiesa nazionale e l’altra dalla<br />
Chiesa evangelica libera, entrambe s<strong>it</strong>uate a Losanna.<br />
Charles Schutz fu per tutta la v<strong>it</strong>a pastore della Chiesa nazio-<br />
14 Non è stato possibile trovare nei registri del Conservatorio di Parigi traccia di questi studi<br />
di Amélie Marsauche. Sicuramente non fu diplomata né alunna del Conservatorio, ma forse<br />
seguì dei corsi come ud<strong>it</strong>rice o prese lezioni da privatista da un professore di quell’ist<strong>it</strong>uto.<br />
15 A quell’epoca le due Chiese si riconciliarono per dare v<strong>it</strong>a alla Chiesa evangelica riformata<br />
del cantone di Vaud (EER).<br />
21
nale, mentre, come vedremo, suo figlio <strong>Roger</strong> fece i suoi studi<br />
presso la facoltà di teologia della Chiesa evangelica libera.<br />
Sposato con una francese, in un primo tempo il pastore Schutz<br />
eserc<strong>it</strong>ò il suo ministero in Francia: nel 1902 a Brive e nel 1903<br />
a Treignac, nel Corrèze 16 . Lì, il 1° dicembre 1903, nacque la loro<br />
prima figlia, Andrée. Poi, nel 1904, la famiglia Schutz tornò in<br />
Svizzera. Charles fu primo pastore suffraganeo (sost<strong>it</strong>uto del<br />
t<strong>it</strong>olare) a Thierrens, piccolo villaggio a nord di Losanna, poi pastore<br />
di Ressudens, una parrocchia non lontana dal lago di<br />
Neuchâtel.<br />
La famiglia Schutz si sistemò nella casa parrocchiale, una<br />
grande dimora del Settecento. Nel cantone di Vaud, la casa parrocchiale<br />
è proprietà cantonale e le imposte sono sempre dipinte<br />
di verde e bianco, colori del cantone. Un’antica legge cantonale<br />
stabiliva che le case parrocchiali avessero almeno sette<br />
camere, perché un pastore non poteva che avere una famiglia numerosa.<br />
Il pastore Charles Schutz ebbe nove figli. Dopo Andrée,<br />
i successivi quattro nacquero a Ressudens.<br />
I registri parrocchiali forniscono indicazioni precise sul suo<br />
ministero e le successive nasc<strong>it</strong>e 17 . La seconda figlia, Renée Eugénie,<br />
nata il 24 aprile 1905, fu battezzata sei mesi dopo, il 1° ottobre.<br />
Nelle chiese della Riforma, a quei tempi, i bambini venivano<br />
battezzati in tenera età, ma non necessariamente nei giorni<br />
successivi alla nasc<strong>it</strong>a, come nella Chiesa cattolica. Poi seguirono,<br />
nel 1906, un figlio chiamato Charles, come il padre – dai<br />
familiari chiamato Charly –; nel 1908, Marie Louise e, nel 1909,<br />
Lily Madeleine.<br />
Nell’aprile del 1911 il pastore Schutz 18 viene a sapere che la<br />
parrocchia di Provence, sull’altra riva del lago di Neuchâtel, nel<br />
16 Il Registre des pasteurs conservato presso la Biblioteca dei pastori di Neuchâtel e il<br />
Fichier des Pasteurs conservato presso gli Archivi cantonali vodesi (Losanna) consentono<br />
di ricostruire la carriera del pastore Schutz.<br />
17 Informazione gentilmente concessa da John Ebbutt, attuale pastore di Ressudens.<br />
18 Oltre alle fonti d’archivio già ricordate, segnaliamo che la carriera ministeriale del<br />
pastore Charles Schutz può essere ricostru<strong>it</strong>a anche attraverso i Dossiers ATS, conservati<br />
presso gli Archivi cantonali vodesi.<br />
22
Giura svizzero, è vacante. Pone la sua candidatura. L’assemblea<br />
della parrocchia, composta da tutti i membri più importanti appartenenti<br />
alla Chiesa nazionale, vota a maggioranza (55 voti su<br />
68) per il pastore Schutz, che viene nominato dal Consiglio di<br />
Stato il 2 giugno. Il mese dopo, il pastore si stabilisce a Provence<br />
dove nasce il fondatore di Taizé.<br />
Provence<br />
Provence, posta a 777 metri di altezza, domina il lago di Neuchâtel<br />
19 . Gli inverni sono rigidi, la neve abbondante. Numerose<br />
sorgenti alimentano le fontane sparse per il villaggio. Il comune,<br />
con i suoi 3179 ettari, è uno dei più estesi del distretto; i due terzi<br />
della superficie sono occupati dalla foresta o da pascoli. Il villaggio<br />
con i suoi borghi ha contato fino a mille ab<strong>it</strong>anti negli ultimi<br />
decenni dell’Ottocento; in segu<strong>it</strong>o la popolazione è progressivamente<br />
diminu<strong>it</strong>a, per un rapido esodo rurale. Quando la<br />
famiglia Schutz arrivò a Provence, nel 1911, il comune contava<br />
circa settecento ab<strong>it</strong>anti; quando ripartì, nel 1927, ne restavano<br />
poco più di cinquecento.<br />
Nel villaggio c’era l’elettric<strong>it</strong>à dal 1904. C’era un piccolo albergo.<br />
Le donne confezionavano merletti a tombolo, alcuni uomini<br />
praticavano l’orologeria, ma sempre come complemento ai<br />
lavori agricoli, principale risorsa del villaggio. Numerosi ab<strong>it</strong>anti<br />
erano possidenti agricoli con podere e stalla. Un maniscalco<br />
aveva l’officina accanto alla parrocchia e dall’altra parte si trovava<br />
il carradore. Il fondatore di Taizé passò quindi la sua infanzia<br />
in un mondo scand<strong>it</strong>o dal r<strong>it</strong>mo della natura e dal lavoro dei<br />
campi. Suo fratello maggiore diventò agricoltore. Lui stesso<br />
19 Una vis<strong>it</strong>a sui luoghi, nell’ottobre 2006, guidata da Louis Delay, ex sindaco del comune,<br />
ci ha permesso di completare la documentazione scr<strong>it</strong>ta (Eugène Mottaz, Dictionnaire<br />
historique, géographique et statistique du canton de Vaud, Lousanne, F. Rouge, 1911; e Henry<br />
Suter, Noms de lieux de Suisse romande, Savoie et environs, http://henrysuter.ch/glossaires/toponymes.html).<br />
23
quando, nel 1940, cercava una casa per accogliere la comun<strong>it</strong>à<br />
che sognava, volle che intorno vi si potesse svolgere un’attiv<strong>it</strong>à<br />
agricola.<br />
La casa parrocchiale dove si stabilì la famiglia Schutz, al centro<br />
del villaggio, era un edificio grande e ampio, a due piani, con<br />
un immenso granaio che rappresentava la gioia dei bambini. Davanti<br />
alla casa, un vasto giardino chiuso da una terrazza osp<strong>it</strong>ava<br />
alberi da frutta. Lontano, come uno specchio chiuso tra le montagne,<br />
il lago di Neuchâtel. Dalla nasc<strong>it</strong>a fino ai dodici anni, frère<br />
<strong>Roger</strong> ebbe sempre sotto gli occhi quel «vasto orizzonte».<br />
Il tempio, costru<strong>it</strong>o nel 1706, era stato completamente restaurato<br />
nel 1905. All’esterno il campanile identifica chiaramente<br />
l’edificio come un luogo di culto, mentre all’interno è di una<br />
sobrietà e di una nud<strong>it</strong>à che mettono il fedele in un faccia a faccia<br />
con «Dio solo»: una grande sala priva di ogni immagine e di<br />
ogni raffigurazione, senza alcuna statua della Vergine né dei<br />
santi, come in tutte le chiese riformate. Come unico ornamento,<br />
brevi frasi tratte dalla Bibbia dipinte sulle pareti, ben visibili a<br />
tutti, a nutrimento della fede e della preghiera dei fedeli: «La tua<br />
parola è ver<strong>it</strong>à», «Coraggio, lui ti chiama», «Dio è amore», «Il<br />
giusto vivrà di fede»; riflettono lo spir<strong>it</strong>o riformato: il culto deve<br />
essere reso a Dio solo, la salvezza è data solo dalla fede.<br />
A quell’epoca il culto, celebrato la domenica e i giorni di festa<br />
20 , consisteva essenzialmente in una lettura della Bibbia, una<br />
predica del pastore, alcune preghiere e dei canti. A Provence, la<br />
lettura della Parola di Dio veniva fatta su una grande Bibbia in<br />
folio del Settecento che si trova ancora al suo posto. La predicazione<br />
si teneva da una cattedra in legno, coperta, posta di fronte<br />
ai banchi dei fedeli. I canti erano accompagnati da un organo<br />
s<strong>it</strong>uato in fondo alla chiesa, su una tribuna di legno.<br />
La santa cena – la comunione – era un fatto eccezionale. Il re-<br />
20 La Loi ecclésiastique du canton de Vaud, in vigore a quel tempo, stabiliva sette giorni<br />
di feste religiose: il Venerdì santo, la Pasqua, l’Ascensione, la Pentecoste, Natale, la memoria<br />
della Riforna (la prima domenica di novembre) e il primo giorno dell’anno.<br />
24
golamento in vigore a quell’epoca stabiliva: «La santa cena si<br />
celebra pubblicamente in quattro momenti dell’anno: il giorno di<br />
Natale e la domenica precedente, il giorno del Venerdì santo e il<br />
giorno di Pasqua, il giorno di Pentecoste e la domenica precedente,<br />
le prime due domeniche di settembre» 21 . A Provence la<br />
santa cena, tanto più solenne in quanto rara, si svolgeva intorno<br />
a una lunga e stretta tavola in marmo nero (oggi sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da una<br />
di legno).<br />
Un’infanzia felice<br />
Ai cinque bambini Schutz si aggiunsero altre quattro nasc<strong>it</strong>e:<br />
tre figlie – Yvonne, Noémie, Geneviève – e un nono e ultimo<br />
figlio, <strong>Roger</strong>, nato il 12 maggio 1915, alle 19.45, come rec<strong>it</strong>a<br />
l’atto di nasc<strong>it</strong>a. Gli fu imposto come secondo nome quello del<br />
nonno paterno, Ulrich, e come terzo quello del nonno materno,<br />
Louis, morto tre anni prima.<br />
In segu<strong>it</strong>o, frère <strong>Roger</strong> ricorderà le mattine di primavera del<br />
suo compleanno: «Quel 12 maggio, lo cantavo nella mia infanzia.<br />
Strep<strong>it</strong>avo su e giù per la casa. “Oggi è la mia festa, il più<br />
bel giorno dell’anno!”. In giardino, andavo a vedere se la peonia<br />
era sbocciata durante la notte» 22 . Ma, ingenuamente, ammetteva<br />
una sua piccola prepotenza: per costringere la peonia ad aprirsi<br />
nel giorno del suo compleanno, la sera prima, la «preparava»,<br />
«forzando i petali protettori a liberare la corolla»...<br />
La vicinanza con la natura, i giochi nel grande giardino, le<br />
passeggiate nei dintorni e nella vicina foresta segnarono la sua<br />
infanzia. «La v<strong>it</strong>a in giardino era poetica. Mi piaceva molto seguire<br />
le stagioni», spiegherà in segu<strong>it</strong>o. Fino al termine della v<strong>it</strong>a<br />
amò questo contatto con la natura, le passeggiate – preferibil-<br />
21 Règlement de l’Eglise nationale évangélique, Lausanne, Charles Pache, 1910, art. 222.<br />
22 <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong>, Ta fête so<strong>it</strong> sans fin: Journal 1969-1970, Taizé, Les Presses de Taizé, 1971,<br />
p. 55.<br />
25
mente mattutine – e la campagna. A Provence predominava il<br />
bosco; le foreste di abeti fornivano materiale per costruire le case<br />
e il mobilio interno. Ricordava: «Da solo, il bosco risveglia i<br />
sogni di un’infanzia nel Giura. In tutte le case povere del villaggio,<br />
le superfici in abete brillavano, accuratamente lucidate con<br />
stracci» 23 .<br />
Nel suo ufficio a Taizé, al pavimento in legno d’abete si aggiunsero<br />
un modesto tavolo rotondo e una piccola panca, anch’essi<br />
d’abete. Il mondo dell’infanzia era così prolungato: «Ora<br />
rotonda come la tavola» scrive. «Ora in cui tutto si riunisce. Tra<br />
le ore della gioventù e quelle di oggi non c’è frattura. Le une alimentano<br />
le altre» 24 .<br />
Dei suoi primi anni, frère <strong>Roger</strong> conservò sempre un ricordo<br />
fatto di stupore e di fascino. Anche nelle bidonville dove risiedette<br />
per alcuni periodi in Africa o in Asia si sforzò di portare un<br />
tocco di bellezza: un’immagine, qualche luce o un panno colorato,<br />
dettagli semplici. Il gusto per le cose belle gli veniva dalla<br />
sua infanzia: «A tavola eravamo sempre tanti. Quando avevo<br />
quattro o cinque anni, una delle sorelle mi incoraggiava a cogliere<br />
fiori in giardino e sistemarli sulla tavola. Da quegli anni ho<br />
conservato la cura di disporre tutto con naturale semplic<strong>it</strong>à per<br />
rendere bella la casa» 25 .<br />
«Un’impressione forte»<br />
La nonna materna del giovane <strong>Roger</strong>, Louise Marsauche, ebbe<br />
un «ruolo di primo piano». Vedova dal 1912, si recò per la prima<br />
volta a Provence dopo la guerra, nel 1919. Il bambino, che allora<br />
aveva quattro anni, ne conservò un ricordo indelebile: «Sfi-<br />
23 <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong>, Vivre l’inespéré: journal 1972-1974, Taizé, Les Presses de Taizé, 1976,<br />
p. 87.<br />
24 Ibid.<br />
25 <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong>, Choisir d’aimer, Taizé, Les Presses de Taizé, 2006, pp. 12-13 (ed. <strong>it</strong>.<br />
Scegliere di amare: frère <strong>Roger</strong> di Taizé, 1915-2005, Leumann [TO], Elledici, 2007).<br />
26
n<strong>it</strong>a dalla fatica, svenne entrando in casa. La trasportarono su una<br />
coperta rossa. Rivedo quella scena come se fosse appena accaduta»<br />
26 . All’inizio della prima guerra mondiale, fino a quando<br />
aveva potuto, aveva osp<strong>it</strong>ato in casa sua, nell’Oise, alcuni rifugiati,<br />
nonostante i bombardamenti. Dopo la guerra, aveva cominciato<br />
a frequentare una chiesa cattolica per «spir<strong>it</strong>o di riconciliazione»<br />
tra i cristiani che si erano uccisi tra loro durante la guerra.<br />
«L’impressione avuta fu forte e in me accadde qualcosa di irreversibile»,<br />
dice in segu<strong>it</strong>o frère <strong>Roger</strong>, ricordando quell’episodio<br />
27 . «Quei due gesti, accogliere i più provati e arrivare a una<br />
riconciliazione nel proprio intimo, mi hanno segnato per tutta la<br />
v<strong>it</strong>a. L’intuizione di mia nonna forse mi ha dato, fin dall’infanzia,<br />
un animo cattolico» 28 .<br />
Ammirava nonna Marsauche anche per le sue qual<strong>it</strong>à umane:<br />
«Le volevo bene per la sua dign<strong>it</strong>osa seren<strong>it</strong>à. [...] Tutta l’intelligenza<br />
femminile per me era rappresentata in quella donna» 29 .<br />
Morì a Provence, nella casa di famiglia, nel 1921. Quando, vent’anni<br />
dopo, frère <strong>Roger</strong> si stabilì a Taizé, vi fece trasportare il<br />
letto nel quale ella era morta e lo usò lui. Un ex fratello della<br />
comun<strong>it</strong>à precisa: «Ne aveva fatto fare una copia per l’appartamento<br />
parigino della comun<strong>it</strong>à» 30 .<br />
Un’educazione duplice<br />
<strong>Roger</strong> Schutz ricordava spesso sua madre, ma quasi sempre a<br />
frammenti, sempre per lodarne la dolcezza, la bontà e il gusto per<br />
l’armonia. Molto più raramente parlava del padre, più severo,<br />
26 <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong>, Fleurissent les déserts du coeur, c<strong>it</strong>., p. 75.<br />
27 «Une conversation avec <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong>», in Rex Brico, <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong> et Taizé. Un printemps<br />
dans l’Eglise, Paris, Cerf, 1982, p. 100 (ed. <strong>it</strong>. <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong> e Taizé. Una primavera<br />
nella Chiesa, Brescia, Morcelliana, 1982).<br />
28 <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong>, Fleurissent les déserts du coeur, c<strong>it</strong>., p. 75.<br />
29 <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong>, Lutte et contemplation: journal 1970-1972, Taizé, Les Presses de Taizé,<br />
1973, pp. 37-38.<br />
30 Jean Jaquenod, La Reine ou Taizé ne nous appartient plus, Sierre, Ed<strong>it</strong>ion à la Carte,<br />
opera fuori commercio, 1999 2 , p. 40.<br />
27
autor<strong>it</strong>ario, pur<strong>it</strong>ano. Queste due persone così diverse gli valsero<br />
una duplice educazione, non contradd<strong>it</strong>toria ma complementare.<br />
«Mia madre» diceva «resta per me una testimone della gioia<br />
e della bontà del cuore. Aveva imparato fin da piccola la benevolenza<br />
verso tutti: nella sua famiglia non era ammesso ferire gli<br />
altri con parole che potessero ridicolizzare o giudicare severamente.<br />
Infondeva nei figlioli una fiducia totale. Nel corso della<br />
v<strong>it</strong>a, anche se certe prove ci mettono in discussione, ci fanno scoprire<br />
i nostri lim<strong>it</strong>i, questo dono insost<strong>it</strong>uibile resta: “Tu puoi<br />
avere fiducia in te stesso”. Questo voleva trasmettere mia madre<br />
a ognuno dei suoi nove figli» 31 .<br />
<strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong> farà della fiducia un Le<strong>it</strong>motiv del suo insegnamento.<br />
È una delle parole più ricorrenti nei suoi scr<strong>it</strong>ti.<br />
Da sua madre aveva ered<strong>it</strong>ato anche una grande sensibil<strong>it</strong>à. Lo<br />
riconosceva lei stessa: «Quand’era ancora un bambino, pensavo:<br />
mio figlio soffrirà molto nella v<strong>it</strong>a, perché è troppo sensibile» 32 .<br />
Nella sua grande camera, a Taizé, teneva la foto di sua madre<br />
e della nonna materna sul caminetto, sotto i suoi occhi.<br />
Ma l’infanzia di <strong>Roger</strong> Schutz bambino non fu solo dolcezza<br />
e gioia. Suo padre si mostrava severo, parlava poco. «Era un uomo<br />
piuttosto riservato. Non parlava più del necessario, ma quando<br />
parlava, si faceva ascoltare». Le rare fotografie che lo r<strong>it</strong>raggono<br />
mostrano un uomo dal portamento austero, sempre con<br />
l’ab<strong>it</strong>o da pastore, un po’ rigido nella sua camicia dal colletto<br />
duro. La sua famiglia aveva conosciuto un grave dissesto economico<br />
che lo aveva segnato profondamente. Ne aveva tratto l’ab<strong>it</strong>udine<br />
di tenere ansiosamente i conti e di fare eccessive economie<br />
33 .<br />
Uno dei suoi nipoti ricorda che il pastore era «severo ma giusto»<br />
34 . Non puniva senza motivo, a volte puniva corporalmente<br />
31 <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong>, Pressens-tu un bonheur?, Taizé, Les Presses de Taizé, 2005, pp. 34-35<br />
(ed. <strong>it</strong>. Avverti una felic<strong>it</strong>à?, Leumann [TO], Elledici, 2005).<br />
32 Confidenza della signora Schutz a Ivan Restropo, Taizé. Una busqueda..., c<strong>it</strong>., p. 21.<br />
33 Testimonianza resa da Ivan Restropo, ibid., p. 23.<br />
34 Testimonianza di Georges Schutz, intervista rilasciata all’autore il 28 maggio 2007.<br />
28
il colpevole; ma una volta espiata, la colpa veniva dimenticata.<br />
Il priore di Taizé ricorda con più discrezione questa sever<strong>it</strong>à<br />
paterna così diversa dalla dolcezza materna: «Quand’ero bambino<br />
sentii mio padre, del resto buono, dire: “Finora sono stato<br />
debole, ma ora sarò severo con te”. Queste parole mi gettarono<br />
in un abisso di riflessione. Perché aveva avuto una reazione del<br />
genere?» 35 .<br />
Un altro motivo di sofferenza per il giovane <strong>Roger</strong> era il confronto<br />
con il fratello Charly, di nove anni più grande di lui. Era<br />
stato a lungo l’unico figlio maschio della famiglia e, quindi, l’oggetto<br />
di un’attenzione particolare del padre, mentre <strong>Roger</strong>, il figlio<br />
più piccolo, era il prefer<strong>it</strong>o dalla madre 36 . I due fratelli mantennero<br />
a lungo relazioni confl<strong>it</strong>tuali. I loro interessi erano troppo<br />
diversi. Da adulti, conservarono una certa distanza. Charly, stabil<strong>it</strong>osi<br />
come agricoltore nella Franca Contea, andava molto raramente<br />
a Taizé. Per iniziativa di frère <strong>Roger</strong>, negli anni Ottanta,<br />
si riavvicinarono.<br />
Alla sever<strong>it</strong>à il bambino rispondeva con un’obbedienza che<br />
non sappiamo se fosse rispetto filiale o sottomissione. «Non mi<br />
sono mai opposto al suo modo di vedere, né ho mai protestato.<br />
Mantenere il silenzio a volte esigeva un’energia inverosimile, da<br />
dare l’impressione di essere al lim<strong>it</strong>e delle forze. In segu<strong>it</strong>o ho<br />
cap<strong>it</strong>o: anche in quel modo forgiavo me stesso... [...] Non ricordo<br />
di aver mai risposto a mio padre» 37 .<br />
«Assomigliava a Calvino», diceva del pastore uno dei nipoti.<br />
L’auster<strong>it</strong>à del suo portamento andava di pari passo con un grande<br />
rigorismo. A Provence aveva ottenuto dalle autor<strong>it</strong>à comunali<br />
che la vend<strong>it</strong>a delle «bevande distillate», le bevande alcoliche<br />
forti, fosse proib<strong>it</strong>a nell’unico albergo del villaggio; questo gli<br />
costò qualche inimicizia 38 .<br />
35 <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong>, Passion d’une attente: journal 1979-1981, Taizé, Presses de Taizé, 1985,<br />
p. 55.<br />
36 Testimonianza di Georges Schutz, intervista c<strong>it</strong>ata.<br />
37 <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong>, Passion d’une attente, c<strong>it</strong>., p. 55.<br />
38 Dossier ATS Charles Schutz, Archivi cantonali vodesi.<br />
29
Il pastore Schutz non ammetteva né l’ozio né le fantasticherie.<br />
«Quante volte, durante l’infanzia, ho sent<strong>it</strong>o queste frasi:<br />
“Non stare senza far niente. Gioca o lavora, ma fa qualcosa”. Obbediente,<br />
cercavo sempre qualche occupazione» 39 . Anche la crudezza<br />
dell’inverno non autorizzava a cercare comodo riparo<br />
all’interno della casa: «Ogni giorno, ben coperto, mi mandavano<br />
nel giardino addormentato per le gelate. Ai primi segni del<br />
disgelo, cercavo di scoprire i segni premon<strong>it</strong>ori dell’esplosione<br />
primaverile...».<br />
Il giovane <strong>Roger</strong> r<strong>it</strong>rovava lo stesso rigore nella famiglia di<br />
suo padre: «I primi soggiorni lontano da casa furono quelli delle<br />
vacanze dalla nonna paterna. Partivo con grandissimo entusiasmo.<br />
Quand’ero da lei, stavo ore ad ascoltarla». [...]<br />
«Dopo qualche giorno, mi prendeva la noia. Desideravo tornare,<br />
rivedere la casa e gli alberi familiari. Mia zia, che viveva<br />
con la nonna, doveva essere in gran parte responsabile per quella<br />
noia, perché passava il tempo a rifare la mia educazione. “Non<br />
si mette il d<strong>it</strong>o sulla lama del coltello. Le mani si tengono sul<br />
bordo della tavola, non troppo avanti. Non si posano le mani<br />
sulle ginocchia”. Mi sembrava che la zia, così facendo, giudicasse<br />
i miei gen<strong>it</strong>ori. Pensava che mio padre avesse gusti troppo<br />
semplici e che mia madre si occupasse più della musica che dei<br />
suoi nove figli. Tutti temevano le osservazioni di quella zia, ma<br />
era sempre il più giovane che veniva mandato a passare le vacanze<br />
da lei!» 40 .<br />
Una famiglia di nove figli non è uno scherzo. <strong>Roger</strong> se ne accorse<br />
molto presto: «Segnato nella primissima infanzia dalle gravose<br />
preoccupazioni dei miei gen<strong>it</strong>ori, le facevo mie e mi stringevano<br />
il cuore. Scoprivo la v<strong>it</strong>a, una famiglia numerosa, un<br />
padre molto preoccupato di far fronte a tutto». Questa sensibil<strong>it</strong>à<br />
per le preoccupazioni dei gen<strong>it</strong>ori lo portava a un certo ripiegamento<br />
su se stesso, non per egoismo, ma per una certa tenden-<br />
30<br />
39 <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong>, Fleurissent les déserts du coeur, c<strong>it</strong>., p. 59.<br />
40 <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong>, Vivre l’inespéré, c<strong>it</strong>., pp. 139-140.
za a essere introverso che si protrasse molto a lungo. Lo spiegava<br />
lo stesso frère <strong>Roger</strong>: «Per non caricare i miei gen<strong>it</strong>ori di fardelli<br />
supplementari, presi l’ab<strong>it</strong>udine di non dire loro le mie difficoltà.<br />
Ancora oggi, per paura di opprimere i fratelli con le mie<br />
preoccupazioni, mi chiudo in silenzi che, forse, sono per loro un<br />
peso» 41 .<br />
Durante l’infanzia, il futuro frère <strong>Roger</strong> scoprì anche la povertà<br />
e «la gioia del dare»: «All’età di sei o sette anni, ero colp<strong>it</strong>o<br />
dalla povertà di alcuni ab<strong>it</strong>anti [di Provence]. C’era in particolare<br />
una donna vecchia che, con l’aiuto di una mia sorella, avevamo<br />
aiutato a traslocare. Scoprimmo così che, oltre al letto, tutto<br />
ciò che possedeva stava in una carrozzina da bambini che trasportammo<br />
da una casa all’altra lungo la strada in discesa» 42 .<br />
In segu<strong>it</strong>o, durante l’Avvento, il giovane <strong>Roger</strong> prese l’ab<strong>it</strong>udine<br />
di comprare piccoli doni nella bottega del villaggio, impacchettarli<br />
con cura e distribuirli per Natale alle famiglie più povere<br />
del villaggio.<br />
I libri e la musica<br />
La musica e i libri avevano un grande posto nella famiglia.<br />
Dei suoi studi musicali interrotti, Amélie Schutz aveva conservato<br />
la passione per il canto: «Continuava a coltivare il canto<br />
tutti i giorni. Nutriva l’intimo desiderio che il suo animo sbocciasse<br />
nel canto e da esso attingeva una grande seren<strong>it</strong>à. Da bambino,<br />
quando ero in camera mia, attraverso la porta lasciata socchiusa<br />
la sentivo spesso cantare» 43 .<br />
In casa c’erano tre pianoforti. Tutte le ragazze di casa avevano<br />
imparato la musica dalla zia Caroline Delachaux. La domenica,<br />
nel tempio, esse o la loro madre accompagnavano all’orga-<br />
41 <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong>, Lutte et contemplation, c<strong>it</strong>., p. 59.<br />
42 <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong>, Pressens-tu un bonheur?, c<strong>it</strong>., pp. 63-64.<br />
43 Ibid., p. 92.<br />
31
no i canti l<strong>it</strong>urgici. Una delle sorelle di <strong>Roger</strong>, Geneviève, studiò<br />
musica. Stava preparando l’esame di abil<strong>it</strong>azione all’insegnamento<br />
quando <strong>Roger</strong>, negli anni Quaranta, le chiese di aiutarlo<br />
nella comun<strong>it</strong>à. Ella rinunciò alla sua carriera ma si portò il pianoforte<br />
a Taizé.<br />
Al giovane <strong>Roger</strong> «piaceva ascoltare dischi di Chopin, di<br />
Bach; era toccato dalla musica di Čajkovskij. Prendeva il grammofono<br />
e andava a nascondersi per ascoltare il suo compos<strong>it</strong>ore<br />
dove nessuno poteva trovarlo. “Da bambino mi è cap<strong>it</strong>ato di<br />
piangere dall’inizio alla fine di un disco”» 44 .<br />
Questa passione per la musica classica non lo abbandonò mai.<br />
A Taizé, in camera sua, teneva un giradischi, inv<strong>it</strong>ando di tanto<br />
in tanto qualche fratello ad ascoltare un po’ di musica. «Gli piaceva<br />
la musica barocca molto gioiosa, soprattutto Bach», ha<br />
testimoniato la figlia adottiva, Marie-Sonaly 45 .<br />
Anche la lettura aveva un posto molto importante in casa Schutz.<br />
La sorella maggiore, Andrée, «temeraria e amante del rischio»,<br />
gli insegnò a leggere e a scrivere. Spesso Lily radunava i più piccoli<br />
nello studio paterno per leggere loro «una serie di Balzac»<br />
o di altri libri. La madre lesse ai figli Port Royal di Sainte-Beuve.<br />
La passione per la lettura lo prese fin da piccolo e non lo abbandonò<br />
mai. «Verso gli otto anni avevo cercato in soff<strong>it</strong>ta tutti i libri<br />
con una rilegatura bella, tra cui l’Enciclopedia di Diderot. Mia<br />
madre aveva paura che organizzassi una biblioteca in camera mia<br />
con vecchi libri polverosi. E mio padre a dirle: “Lascialo fare,<br />
un’infanzia felice segna tutta la v<strong>it</strong>a”» 46 .<br />
A <strong>Roger</strong> piaceva scrivere fin da giovanissimo. All’inizio erano<br />
poesie che dettava alla sorella Lily. Dall’adolescenza in poi tenne<br />
un diario personale. Da giovane, pensò di diventare scr<strong>it</strong>tore e<br />
tentò – come vedremo – di farsi pubblicare dalla prestigiosa NRF.<br />
44 Kathryn Spink, <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong> de Taizé, Paris, Seuil, 1986, p. 34 (ed. <strong>it</strong>. <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong>, fondatore<br />
di Taizé, Bologna, EDB, 1987).<br />
45 Testimonianza di Marie-Sonaly Louis Marsauche, La Vie, 25 agosto 2005.<br />
46 <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong>, Lutte et contemplation, c<strong>it</strong>., p. 133.<br />
32
Una scoperta: Port-Royal<br />
La lettura di Port-Royal segna un momento importante nella<br />
formazione spir<strong>it</strong>uale del giovane undicenne o dodicenne: scopriva<br />
che cosa era una v<strong>it</strong>a religiosa comun<strong>it</strong>aria.<br />
Il monastero di Port-Royal, nella valle di Chevreuse, attivo<br />
focolare del giansenismo nel Seicento, conobbe un vasto irradiamento.<br />
Dopo le prime condanne pontificie del giansenismo, la<br />
«resistenza» di Port-Royal fu colp<strong>it</strong>a da sanzioni sempre più<br />
severe. Sainte-Beuve affermava: «Teologicamente, Port-Royal<br />
ebbe un grandissimo valore. Nel suo spir<strong>it</strong>o originario [...] fu letteralmente<br />
una specie di riforma in Francia, un tentativo dichiarato<br />
di tornare alla sant<strong>it</strong>à della Chiesa prim<strong>it</strong>iva senza rompere<br />
l’un<strong>it</strong>à, alla via stretta nella sua pratica più rigorosa; fu inoltre<br />
un esperimento dell’uso del francese per le Sacre Scr<strong>it</strong>ture e i<br />
Padri e un progetto per ricuperare e salvare la scienza, l’intelligenza<br />
e la grazia».<br />
Il protestantesimo si interessò all’avventura di Port-Royal e al<br />
giansenismo, caratterizzati dal rigore, dalla resistenza contro<br />
Roma e dalle forti esigenze spir<strong>it</strong>uali.<br />
Ma ciò che affascinava soprattutto il giovane <strong>Roger</strong> era la v<strong>it</strong>a<br />
delle religiose, il loro desiderio di coerenza e la loro determinazione,<br />
fino allo scontro frontale con le autor<strong>it</strong>à religiose e pol<strong>it</strong>iche.<br />
«Ci riunivamo ogni giorno per la lettura ad alta voce e tornavamo<br />
spesso a quegli inizi di Port-Royal» disse più tardi. «Li<br />
abbiamo riletti così spesso che avevo l’impressione di saperli a<br />
memoria, talmente li avevo assimilati. Pensavo: effettivamente<br />
una v<strong>it</strong>a comune è molto forte, è una parabola che concretizza<br />
una realtà del regno. Non era il giansenismo che mi interessava,<br />
ma la comun<strong>it</strong>à di quelle donne» 47 .<br />
Tanto da prenderle per modello: «Se quelle poche donne, rispondendo<br />
a una vocazione comune nella chiarezza e offrendo<br />
la loro v<strong>it</strong>a alla causa di Cristo, hanno significato una tale irra-<br />
47 «Une conversation avec <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong>», in Rex Brico, <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong> et Taizé, c<strong>it</strong>., p. 104.<br />
33
diazione del Vangelo, non potrebbero fare altrettanto alcuni uomini,<br />
riun<strong>it</strong>i in una comun<strong>it</strong>à?» 48 .<br />
La scoperta di Port-Royal susc<strong>it</strong>ò in <strong>Roger</strong> Schutz un appello<br />
alla v<strong>it</strong>a comun<strong>it</strong>aria che non lo abbandonò più, anche se maturò<br />
lentamente e non senza prove.<br />
La scoperta dell’universal<strong>it</strong>à della Chiesa<br />
La Sacra Scr<strong>it</strong>tura che, secondo la tradizione protestante, iniziò<br />
a leggere da giovanissimo, cominciò a nutrire la sua fede<br />
nella «presenza reale» di Cristo nell’eucarestia: «Formato alla<br />
Scr<strong>it</strong>tura fin dall’infanzia, confrontavo tra loro due parole. La<br />
prima: “Quando due o tre sono riun<strong>it</strong>i nel mio nome, io sono in<br />
mezzo a loro”. La seconda: “Questo è il mio corpo, questo è il<br />
mio sangue”. Mi dicevo: se sono riun<strong>it</strong>o con alcuni cristiani, lui<br />
è presente, lo ha promesso e io gli credo sulla parola. Ma se ricevo<br />
il pane e il vino dell’eucarestia, si tratta di un’altra presenza<br />
che mi incorpora in Cristo risorto. Altrimenti a che serve quel<br />
pasto?».<br />
«Dicendo: “Questo è il mio corpo”, Cristo parla di una presenza<br />
diversa dalla sua presenza spir<strong>it</strong>uale promessa a due o tre<br />
riun<strong>it</strong>i nel suo nome» 49 .<br />
Alla scuola dei gen<strong>it</strong>ori che accoglievano missionari o pastori<br />
provenienti da lontano, <strong>Roger</strong> Schutz si aprì molto presto alle<br />
realtà della Chiesa universale. Una giovane missionaria della<br />
regione dello Zambesi era stata osp<strong>it</strong>ata dagli Schutz. «Ella mi<br />
aveva impressionato» 50 . L’anno dopo – aveva allora cinque anni –<br />
la famiglia andò ad ascoltare la predicazione di un pastore sudafricano.<br />
Quell’«uomo di Dio» benedisse singolarmente i nove<br />
48 <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong>, Dieu ne peut qu’aimer, Taizé, Les Presses de Taizé, 2002, pp. 39-40 (ed.<br />
<strong>it</strong>. Dio non può che amare, Leumann [TO], Elledici, 2003); Id., Pressens-tu un bonheur?,<br />
c<strong>it</strong>., p. 14.<br />
49 <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong>, Violence des pacifiques, Taizé, Les Presses de Taizé, 1968, p. 99 (ed. <strong>it</strong>.<br />
Violenza dei pacifici, Brescia, Morcelliana, 1969).<br />
50 Intervista concessa a La Vie catholique, n. 1516, 28 agosto 1974.<br />
34
figli e affascinò il giovane <strong>Roger</strong>. La signora Schutz affermava:<br />
«In Europa, la fede se ne va, ma gli africani verranno a riportarci<br />
il Vangelo nella sua prim<strong>it</strong>iva freschezza» 51 .<br />
Le chiese cattoliche eserc<strong>it</strong>avano sul bambino un’attrazione<br />
simile. «All’età di cinque anni» ricorda «passeggiavo una domenica<br />
con le mie sorelle nella campagna nei pressi di Estavayer.<br />
Sul finire del pomeriggio, tornando al porto da dove dovevamo<br />
riattraversare il lago, entrammo in una chiesa cattolica. Era già<br />
tutto immerso nella penombra. La luce che illuminava la Vergine<br />
e il tabernacolo è rimasta in me come un’immagine indelebile» 52 .<br />
Un altro episodio lo segnò: «È in una chiesa cattolica che ho<br />
ricevuto forti emozioni dalla preghiera. Ci trovavamo con i gen<strong>it</strong>ori<br />
presso uno zio. La chiesa cattolica era dall’altra parte della<br />
strada. Un giorno mi alzo presto, vado lì e assisto alla messa del<br />
mattino. I miei, non trovandomi in camera, mi cercano invano.<br />
Quando torno, li trovo a tavola per la colazione. Spiego la ragione<br />
della mia assenza. Mio zio non nasconde il suo malcontento.<br />
I miei gen<strong>it</strong>ori tacciono e sembrano a disagio per quella sua reazione»<br />
53 .<br />
<strong>Roger</strong> Schutz ignorava certamente che suo padre, mentre era<br />
ancora pastore a Provence, era entrato in contatto con mons.<br />
Besson, vescovo cattolico di Losanna, Ginevra e Friburgo con<br />
residenza a Friburgo. Nel 1926 il pastore Schutz e il vescovo si<br />
scambiarono molte lettere 54 . Il pastore di Provence, che preparava<br />
uno studio sulla Chiesa nazionale vodese, voleva conoscere<br />
meglio la procedura di nomina dei parroci nella Chiesa cattolica.<br />
Il vescovo gli rispose cortesemente e con precisione. Durante<br />
quello scambio di lettere, il pastore Schutz confidò al vescovo<br />
cattolico che, durante l’infanzia e la giovinezza, aveva avuto a<br />
più riprese l’occasione di fare la conoscenza, nel Valais, di diver-<br />
51 <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong>, Pressens-tu un bonheur?, c<strong>it</strong>., p. 53.<br />
52 <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong>, Ta fête so<strong>it</strong> sans fin, c<strong>it</strong>., pp. 57-58.<br />
53 <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong>, Passion d’une attente, c<strong>it</strong>., p. 32.<br />
54 Le lettere di Charles Schutz a mons. Besson, tra ottobre e novembre 1926, sono conservate<br />
presso gli Archivi diocesani di Friburgo.<br />
35
si parroci cattolici di campagna: «Ne ho conservato il ricordo di<br />
uomini felici, dall’animo sereno». Il giovane <strong>Roger</strong> non fu quindi<br />
il primo a provare interesse per le chiese cattoliche. Tra il 1925<br />
e il 1927 – il ragazzo aveva una decina di anni – si ascoltavano<br />
in famiglia le conferenze quaresimali tenute a Notre-Dame di<br />
Parigi da padre Sanson e trasmesse per radio. «La voce di padre<br />
Sanson era come quella del profeta che ci raggiungeva nel nostro<br />
Giura» 55 .<br />
Oron<br />
Il 1927 portò molti cambiamenti per gli Schutz. Charly, il terzogen<strong>it</strong>o,<br />
lasciò la Svizzera e si stabilì non lontano dal confine,<br />
a Blamont, nella regione di Monbéliard 56 . Attratto dalla v<strong>it</strong>a all’aria<br />
aperta e dall’agricoltura, poco portato alla lettura e alla<br />
musica che appassionavano molte delle sue sorelle e il fratello<br />
più giovane, preferì allontanarsi dalla famiglia. A Blamont trovò<br />
una fattoria dove si fece assumere. Nel 1928 sposò la figlia del<br />
padrone di casa, Suzanne, dalla quale ebbe due figli.<br />
Lo stesso anno, il pastore Schutz e la famiglia lasciarono Provence.<br />
La parrocchia di Oron-la-Ville, sull’altra sponda del lago<br />
di Neuchâtel, era vacante. Si trattava di un posto molto più importante<br />
di Provence, perché da essa dipendevano altri nove<br />
comuni e villaggi. L’assemblea dei fedeli, formata da 111 votanti,<br />
designò Charles Schutz all’unanim<strong>it</strong>à fin dal primo scrutinio 57 .<br />
L’insediamento ufficiale del pastore avvenne nell’ottobre 1927,<br />
alla presenza delle autor<strong>it</strong>à civili. Un giornale locale riporta l’avvenimento:<br />
«Il corteo delle autor<strong>it</strong>à alle 10 ha fatto il suo ingresso<br />
nel tempio sobriamente adornato: prefetto, pastore che insedia<br />
e pastore insediato, delegato del consiglio di zona, ud<strong>it</strong>ore<br />
36<br />
55 <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong>, Etonnement d’un amour, c<strong>it</strong>., p. 29.<br />
56 Conversazione con Georges Schutz, suo figlio, del 28 maggio 2007.<br />
57 Dossier ATS Charles Schutz e Fichier des pasteurs, Archivi cantonali vodesi.
dello Stato, consiglio parrocchiale e consiglio di gestione (formato<br />
dai sindaci dei dieci comuni che formano la parrocchia e<br />
che si occupa delle questioni materiali della chiesa). La cerimonia<br />
è stata lunga e solenne». Dopo i discorsi e i canti nel tempio,<br />
alle autor<strong>it</strong>à civili e religiose è stato offerto un «eccellente pranzo»<br />
dal consiglio di gestione.<br />
Il pastore era un personaggio pubblico, rispettato da tutti.<br />
Tutto questo dava ai bambini la sensazione di essere un po’ speciali.<br />
Scrive frère <strong>Roger</strong>: «Ricordo, come tanti altri figli di pastori,<br />
cosa significa aver sperimentato durante l’infanzia una condizione<br />
di separazione, di essere stato segnato dall’appartenenza<br />
a una “casta”» 58 .<br />
Il tempio possedeva un magnifico organo tedesco Walcker,<br />
offerto cinquant’anni prima da Adolphe Gaïffe, scr<strong>it</strong>tore legato<br />
a Victor Hugo. La signora Schutz, le sue figlie e il futuro fondatore<br />
di Taizé suonavano a turno l’organo durante gli uffici religiosi.<br />
Nel 1928, all’inizio dell’anno scolastico, <strong>Roger</strong> fu iscr<strong>it</strong>to nel<br />
collegio di Moudon, antica c<strong>it</strong>tadina distante una ventina di chilometri<br />
da Oron. Il collegio, ancora esistente, ha un bell’aspetto<br />
con i suoi due piani, l’immenso tetto e il grande orologio centrale<br />
sormontato da un piccolo ma elegante campanile. L’alunno fu<br />
messo a pensione presso una famiglia di Moudon, i Bioley. È importante<br />
precisare che erano cattolici. I gen<strong>it</strong>ori di <strong>Roger</strong> avevano<br />
la possibil<strong>it</strong>à di assegnare il figlio a una famiglia protestante,<br />
ma la loro scelta alla fine era caduta su una famiglia cattolica<br />
perché la signora Bioley era vedova con quattro figli a carico e<br />
la pensione le dava una rend<strong>it</strong>a supplementare.<br />
<strong>Roger</strong> Schutz trascorse lì due anni, determinanti per lui che<br />
conosceva il cattolicesimo solo dall’esterno. In segu<strong>it</strong>o ammise<br />
di essere stato «impregnato di fede cattolica» attraverso la condivisione<br />
della v<strong>it</strong>a quotidiana dei suoi osp<strong>it</strong>anti 59 . Dai Bioley,<br />
58 <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong>, Violence des pacifiques, c<strong>it</strong>., p. 58.<br />
59 <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong>, Vivre l’inespéré, c<strong>it</strong>., pp. 25-26.<br />
37
per esempio, scoprì una festa l<strong>it</strong>urgica che il protestantesimo non<br />
celebra, l’Epifania, cioè l’adorazione del Bambino Gesù da parte<br />
dei Magi. In segu<strong>it</strong>o la introdusse a Taizé.<br />
Quegli anni furono per il giovane <strong>Roger</strong> Schutz anche l’inizio<br />
di un periodo di dubbi e di «lacerazione della fede» che durò<br />
sette od otto anni. Un professore del collegio di Moudon, che<br />
ammirava molto, aveva scosso le sue certezze. <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong> non<br />
ha mai fatto il nome di quell’insegnante.<br />
Si trattava di Eugène Ducret (1866-1946) che nel collegio di<br />
Moudon insegnava scienze matematiche e naturali e disegno tecnico.<br />
Dottore in scienze dal 1893, fece tutta la sua carriera nello<br />
stesso ist<strong>it</strong>uto. L’unico studio da lui pubblicato riguardava l’evoluzione<br />
di una famiglia di pesci 60 . Il professor Ducret era sosten<strong>it</strong>ore<br />
della teoria dell’evoluzione di Darwin. Quella dottrina,<br />
nuova per l’adolescente, scosse la sua credenza in un Dio creatore<br />
del mondo e dell’universo ricevuta dai suoi gen<strong>it</strong>ori.<br />
La crisi religiosa attraversata in quel periodo fu provocata solo<br />
da quell’insegnante? Come ha fatto giustamente osservare padre<br />
Restropo, non fu anche «una reazione negativa» contro il padre,<br />
il suo pur<strong>it</strong>anesimo e il suo modo di incarnare la fede cristiana 61 ?<br />
<strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong> in segu<strong>it</strong>o farà qualche precisazione: «Non mettevo<br />
veramente in dubbio l’esistenza di Dio. Ciò di cui dub<strong>it</strong>avo era la<br />
possibil<strong>it</strong>à di vivere una comunione con Lui. Desideravo essere<br />
talmente onesto che arrivai a non avere più il coraggio di pregare.<br />
Pensavo che per pregare fosse necessario conoscere Dio» 62 .<br />
Tuttavia, quel «lungo periodo di incredul<strong>it</strong>à» – per usare la sua<br />
espressione – non richiuse l’adolescente su se stesso. Parlava a<br />
lungo con la signora Bioley e la frequentazione dei Bioley «amplificò»<br />
l’impressione ricevuta dalla nonna così vicina ai cattolici:<br />
«Come potevano quelle due famiglie, la mia e quella do-<br />
60 Annuaire officiel del cantone di Vaud, 1928-1929, p. 250; Archivi cantonali vodesi,<br />
Dossier ATS Eugène Ducret; Eugène Ducret, Contribution à l’étude du développement des<br />
membres pairs et impairs des poissons téléostéens, Lausanne, Corbaz, 1894.<br />
61 Ivan Restropo, Taizé, Une busqueda..., c<strong>it</strong>., p. 25.<br />
62 <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong>, Dieu ne peut qu’aimer, c<strong>it</strong>., p. 123.<br />
38
v’ero a pensione, essere divise sulla fede se entrambe erano così<br />
oneste con Dio?» 63 .<br />
Lo colpiva soprattutto la pietà della signora Bioley per l’eucarestia;<br />
in segu<strong>it</strong>o sarà proprio l’eucarestia la causa ultima della<br />
sua ricerca di comunione con la Chiesa cattolica. Ma le conversazioni<br />
con la signora Bioley non furono sufficienti a ricondurre<br />
il giovane <strong>Roger</strong> Schutz a una fede serena e fiduciosa. La loro<br />
frequenza però dimostra almeno che non si chiudeva nell’agnosticismo<br />
e che i suoi dubbi acuivano la sua voglia di capire.<br />
Una comunione forzata<br />
Quando ebbe sedici anni, arrivò per lui il momento di comunicarsi<br />
per la prima volta. Nella Chiesa cattolica, dal pontificato di<br />
Pio X in poi, l’età della prima comunione è stata fissata all’uso della<br />
ragione, cioè ai sei o sette anni. Nella Chiesa riformata, a quel<br />
tempo, la celebrazione della cena era rara e la prima comunione<br />
molto tardiva, al termine di una rigorosa formazione religiosa.<br />
Dopo la scuola domenicale per i bambini e dopo il culto per i giovani<br />
dai dodici anni in su, l’adolescente, dopo i quattordici anni,<br />
doveva seguire due anni di catechismo prima di potersi comunicare<br />
la domenica delle Palme, all’età di sedici anni compiuti 64 .<br />
La cerimonia avrebbe avuto luogo nel tempio di Oron e sarebbe<br />
stata presieduta dal pastore Schutz. <strong>Roger</strong>, con i suoi dubbi di<br />
fede, tentò di ev<strong>it</strong>are quella prima comunione così solenne. Non<br />
voleva comportarsi da ipocr<strong>it</strong>a, ma non osava rivelare il suo<br />
smarrimento ai gen<strong>it</strong>ori. Alla fine ne parlò con una delle sorelle<br />
che gli consigliò di esporre chiaramente la s<strong>it</strong>uazione al padre.<br />
Il colloquio fu penoso 65 . L’adolescente spiegò le sue difficoltà e<br />
63 «Une conversation avec <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong>», c<strong>it</strong>., p. 102.<br />
64 Règlement de l’Eglise nationale évangélique réformé, Lausanne, Charles Pache, 1910,<br />
art. 223. Oggi, nelle chiese riformate, la cena viene celebrata una o due volte al mese.<br />
65 Da confidenze di frère <strong>Roger</strong>, Ivan Restropo ha riportato l’essenziale della conversazione<br />
in Taizé. Una busqueda..., c<strong>it</strong>., p. 27.<br />
39
supplicò il padre di rimandare la sua comunione almeno di un<br />
anno, il tempo per vedere chiaro nelle sue convinzioni. Ma il pastore<br />
Schutz si dimostrò intransigente: «Non poteva affrontare le<br />
cr<strong>it</strong>iche di avere un figlio che non si assoggettava a un obbligo<br />
che nessun altro rifiutava» 66 .<br />
In segu<strong>it</strong>o, anche nei suoi ultimi scr<strong>it</strong>ti, frère <strong>Roger</strong> ricorderà<br />
spesso la necess<strong>it</strong>à di ridare fiducia a coloro che hanno avuto<br />
«un’infanzia e una giovinezza umiliate». Sebbene non abbia mai<br />
c<strong>it</strong>ato nessun fatto preciso, i lettori potevano capire che lui stesso<br />
aveva vissuto una simile s<strong>it</strong>uazione, «fer<strong>it</strong>o» e «umiliato»<br />
dalla sever<strong>it</strong>à paterna e da quella comunione forzata.<br />
E così ricevette la comunione la domenica delle Palme del<br />
1931. A quell’epoca il pastore, al momento di amministrare la<br />
comunione, rivolgeva personalmente a ogni nuovo comunicante<br />
una parola della Sacra Scr<strong>it</strong>tura come viatico. A <strong>Roger</strong> toccò<br />
la seguente frase tratta dal libro dell’Apocalisse: «Sii fedele fino<br />
alla morte e ti darò la corona della v<strong>it</strong>a» (2,10).<br />
40<br />
66 <strong>Frère</strong> <strong>Roger</strong>, Violence des pacifiques, c<strong>it</strong>., p. 52.
RINGRAZIAMENTI<br />
Ringrazio tutti coloro che hanno conosciuto frère <strong>Roger</strong> e mi<br />
hanno dato la loro testimonianza per scr<strong>it</strong>to od oralmente:<br />
– i membri della sua famiglia: Georges Schutz, Jacques Marsauche<br />
e Marie Strugala;<br />
– i fratelli o ex fratelli della comun<strong>it</strong>à: fratel Max Thurian<br />
(morto nel 1996), fratel Eric de Saussure (morto nel 2007), Jean<br />
Jaquenod e fratel Alois, attuale priore di Taizé;<br />
– il prof. Louis Rumpf, il pastore Nussbaum e sua moglie, fratel<br />
Michel Nurdin dei piccoli fratelli di Gesù, sorella Jeanne de<br />
Jésus delle piccole sorelle di Gesù, i padri Thaddée Matura e<br />
Francesco Azzimonti, francescani; il padre Jean Gueguen, omi;<br />
padre Joseph Gelineau, sj; i padri Xavier Roüast, Bernard Christol<br />
ed Etienne Goutagny, cistercensi; i padri Emmanuel Lanne e<br />
Michel Do<strong>it</strong>eau, benedettini; mons. Damaskinos, il dottor Yves<br />
Edel; Jeanine Paloulian; il pastore Daniel Bourgues; Louis Delay,<br />
ex sindaco di Provence; Marcel Brissaud, che ha conosciuto<br />
<strong>Roger</strong> Schutz a Mâcon.<br />
Sono particolarmente grato a mons. Raymond Séguy, vescovo<br />
di Autun dal 1987 al 2005, a mons. Johan Bonny, del Consiglio<br />
pontificio per l’Un<strong>it</strong>à dei cristiani e al cardinal Philippe Barbarin,<br />
arcivescovo di Lione, che mi hanno forn<strong>it</strong>o informazioni<br />
importanti.<br />
415
Ringrazio i bibliotecari e archivisti che mi hanno aiutato nelle<br />
mie ricerche: Pierre-Yves Favez presso gli Archivi cantonali<br />
vodesi (Losanna), Cecilia Griener Hurley presso la Biblioteca<br />
dei Pastori (Neuchâtel), Elisabeth Hufschmid presso la Biblioteca<br />
dei Cedri (Losanna), il prof. Urs von Arx, della Chiesa vecchio<br />
cattolica, Henri Hours presso gli Archivi diocesani di Lione,<br />
Fernand Bussard presso gli Archivi diocesani di Friburgo, Claire<br />
Medri Vignola presso gli Archivi del Consiglio ecumenico delle<br />
Chiese (Ginevra), padre Georges Chantraine, sj, presso gli Archivi<br />
Henri de Lubac (Namur), sorella Pierrette della Comun<strong>it</strong>à<br />
di Grandchamp, suor Marie-Thérèse Lacroix della congregazione<br />
delle religiose di Sant’Andrea, suor Albert-Marie della congregazione<br />
domenicana di Etrépagny, suor Corinne Pesquet<br />
dell’Ist<strong>it</strong>uto di teologia dei Dombes, Georgia Vachicouras e Maria<br />
Brun del Centro ortodosso di Chambésy, Evelyne Tiercet<br />
presso la Chiesa riformata di Francia.<br />
I miei ringraziamenti vanno anche a Etienne Fouilloux che ha<br />
letto attentamente questo libro, a Bernadette Sauvaget, di Réforme,<br />
a Fabrizio Cannone a Roma e a Stefano Gizzi a Ceccone.<br />
Sono infine grato al mio ed<strong>it</strong>ore, Xavier de Bartillat, e a Thérèse-Marie<br />
Mahé che è stata una lettrice attenta e preziosa.<br />
416
Allende Salvador, 308<br />
Alois, fratel, 8, 63, 152, 153, 187,<br />
294, 295, 335, 336, 337, 339,<br />
347, 348, 351, 352, 380, 391,<br />
400, 415<br />
Andropov Jurij, 360<br />
Antall József, 386<br />
Antoine, mons., 224<br />
Arnim, fratel, 331<br />
Arnold John, 390<br />
Arnold Matthieu, 53, 54, 57, 58<br />
Atenagora, patriarca di Costantinopoli,<br />
186, 187, 209, 211,<br />
224, 239, 253, 272, 279<br />
Aubert <strong>Roger</strong>, 16<br />
Aubœuf Marie, 69<br />
Aubry, don, 185<br />
Azzimonti Francesco, 216, 415<br />
Bach Johann Sebastian, 32<br />
Balint Anna, 361, 375<br />
Balint Zsolt, 361, 375<br />
Barbarin Philippe Xavier Ignace,<br />
10, 294, 396, 415<br />
Bardet André, 84, 86<br />
INDICE DEI NOMI<br />
Barnérias Pierre, 363<br />
Baron, mons., 141<br />
Barot Madeleine, 74<br />
Barreau Jean-Claude, 287, 288<br />
Barth Karl, 50, 74, 96, 118, 130,<br />
246<br />
Bea Augustin, 196, 200, 204, 228,<br />
240, 241, 242, 243, 244<br />
Beauduin Lambert, 129<br />
Beaupère René, 150, 374<br />
Benedetto da Norcia, 379<br />
Benedetto XVI, 224, 335, 370,<br />
398, 399<br />
Benoît Jean-Daniel, 57, 147<br />
Bernhard d’Orange-Nassau, 59<br />
Berruex André, 144<br />
Berthier Jacques, 309, 310, 341<br />
Besret Bernard, 287<br />
Besson Marius, 35<br />
Beuve-Méry Hubert, 6, 162, 240,<br />
241, 305, 379<br />
Bianchi Enzo, 228, 267<br />
Biber Charles, 284<br />
Bioley, signora, 37, 38, 39<br />
Blache, pastore, 273<br />
417
Blake Eugen Carson, 240, 248,<br />
249, 250, 258, 263, 271, 273,<br />
278, 291, 303<br />
Boegner Marc, 74, 144, 147, 158,<br />
171, 177, 178, 179, 182, 223<br />
Boisselot, padre, 157<br />
Bolle Pierre, 118<br />
Bonhoeffer Dietrich, 63<br />
Bosc Jean, 118<br />
Bourguet Daniel, 55<br />
Bourguet Pierre, 118, 156, 164,<br />
169, 178, 249<br />
Boutros-Ghali Boutros, 387<br />
Bouyer Louis, 255<br />
Boyer Charles, 133, 134, 141,<br />
157, 171<br />
Brandon Philippe, 144<br />
Brico Rex, 27, 33, 46, 69, 123,<br />
309, 340<br />
Bridel Philippe, 44, 48<br />
Brissaud Marcel, 147, 148, 415<br />
Brouillet René, 223<br />
Brunschvicg Léon, 10<br />
Bucero Martin, 51, 57<br />
Bueno y Monreal José María, 208<br />
Buisson, don, 280<br />
Bukovskij Vladimir, 314<br />
Bulan Roselyne, 18<br />
Čajkovskij Pëtr Il’ič, 32<br />
Calvino Giovanni, 29, 81, 292<br />
Câmara Helder, 197, 198, 200,<br />
2<strong>01</strong>, 202, 205, 212, 214, 217,<br />
218, 221, 276, 296<br />
Cand, pastore, 148, 185<br />
Capovilla Loris, 167, 211, 313<br />
Carbonnier-Bukard Marianne, 20<br />
418<br />
Cardonnel Jean, 261<br />
Carey George, 384<br />
Carretto Carlo, 149<br />
Casalis Georges, 75, 162<br />
Castro Emilio, 2<strong>01</strong>, 381<br />
Cavaterra Emilio, 264<br />
Ceauçescu Nicolae, 379<br />
Chantraine Georges, 85, 416<br />
Charles-Eugène, fratel, 7<br />
Charrière François, 123, 124,<br />
130, 175, 176, 183, 185<br />
Chatelana C., 84<br />
Chenaux Philippe, 171<br />
Chenu Bruno, 157, 199, 221, 222,<br />
340<br />
Chenu Marie-Dominique, 199<br />
Chevrot, mons., 142, 143, 162<br />
Chiron Yves, 16, 134<br />
Chopin Frédéric, 32<br />
Christol Bernard, 236, 415<br />
Codjo Quenum Alphonse, 315<br />
Colombo Giovanni, 314<br />
Congar Yves, 70, 71, 129, 133,<br />
157, 158, 167, 185, 198, 199,<br />
200, 204, 207, 214, 217, 218,<br />
219, 227, 228, 340<br />
Cooke Leslie E., 206<br />
Coolen Louis, 216, 257, 280, 288,<br />
289<br />
Corneille Pierre, 55<br />
Cornelis, padre, 197<br />
Corvalán Luis, 314<br />
Couturier Paul, 70, 71, 72, 75,<br />
76, 77, 80, 81, 82, 84, 85, 86,<br />
87, 108, 109, 110, 111, 117,<br />
118, 120, 129, 131, 133, 142,<br />
150, 151
Croizard Maurice, 179<br />
Cullmann Oscar, 54, 198, 204, 214<br />
Curtis Geoffrey, 76<br />
Damaskinos, archimandr<strong>it</strong>a, 187,<br />
224, 225, 266, 273, 415,<br />
Daniélou Jean, 133<br />
Daniel-Rops Henri, 247<br />
Darmancier Jerôme, 109<br />
Darwin Charles, 38<br />
Daulte, prof., 96<br />
De Ausejo Serafín, 220<br />
De Beaumont Marguer<strong>it</strong>e, 64, 72,<br />
92, 153, 212, 273<br />
De Castro Meyer Antonio, 2<strong>01</strong><br />
De Clermont Jean-Arnold, 4<strong>01</strong><br />
De Courrèges d’Ustou Louis-Marie-Joseph,<br />
212<br />
Decourtray Albert, 366, 381<br />
Dederen Raoul, 17<br />
De Dietrich Suzanne, 60, 136<br />
De Gaulle Charles, 1<strong>01</strong><br />
De Hennezel Marie, 6<br />
Delachaux Albert, 17, 18, 41<br />
Delachaux Caroline, 21, 31<br />
Delatte Paul, 94<br />
Delay Louis, 23, 415<br />
De Lubac Henri, 85, 143, 198,<br />
204, 214, 217, 218, 223, 229,<br />
236, 237, 300<br />
De Montmollin Daniel, 91, 1<strong>01</strong>,<br />
104, 145, 156<br />
De Proença Sigaud Geraldo, 2<strong>01</strong><br />
De Provenchères Charles-Marie-<br />
Joseph-Henri, 236<br />
De Pury Roland, 74, 85, 87, 127,<br />
150<br />
De Rougemont Denis, 102<br />
De Sainte-Beuve Charles Augustin,<br />
32, 33<br />
De Saint-Pierre Michel, 225<br />
De Saussure Eric, 92, 138, 144,<br />
150, 160, 190, 247, 415<br />
De Saussure Florence, 92, 138,<br />
150, 160<br />
De Saussure Jean, 82, 85, 92, 98,<br />
104, 118, 127, 138<br />
De Senarclens Jacques, 85<br />
Desgraupes Pierre, 180<br />
De Wasseige Max, 216<br />
Dhôtel André, 45<br />
Diderot Denis, 32<br />
Didier, fratel, 208<br />
D’Indy Vincent, 21<br />
Do<strong>it</strong>eau Michel, 188, 189, 415<br />
Dorin Jean, 66, 105, 106, 195<br />
Dubois Benédicte, 364<br />
Duckert <strong>Roger</strong>, 105<br />
Ducret Eugène, 38<br />
Dulac Raymond, 269<br />
Dumont Christophe, 129, 293<br />
Dupanloup René-Alexandre, 296<br />
Du Pasquier Marc, 97, 98, 148<br />
Duployé Pie, 139<br />
Dutroncy Maurice, 73, 109, 122,<br />
125<br />
Duvalier Jean-Claude, 362<br />
Dziwisz Stanis¬aw, 357<br />
Ebbutt John, 22<br />
Edel Yves, 230, 299, 415<br />
Emile, fratel, 240, 252, 310, 330,<br />
352, 353, 389, 395<br />
Emilianos, metropol<strong>it</strong>a, 238<br />
419
Emmanuel Pierre, 259-260<br />
Encrevé André, 50<br />
Evdokimov Pavel, 214<br />
Evrard, padre, 172<br />
Fallot Tommy, 118<br />
Fenosa Apel·les, 377<br />
Féret, padre, 157<br />
Fesquet Henri, 169, 275, 290<br />
Filippo di Edimburgo, 303<br />
Finet Albert, 118, 162, 192, 245<br />
Fisher Geoffrey Francis, 116, 130<br />
Follereau Raoul, 296<br />
Forck, vescovo luterano, 371<br />
Fouilloux Etienne, 71, 85, 86,<br />
108, 111, 129, 130, 143, 144,<br />
151, 197, 203, 204<br />
Francesco d’Assisi, 11, 379<br />
Francesco di Sales, 65, 143<br />
Franchepré Emil v. Gabel Emil<br />
François, fratel, 154, 155, 291,<br />
399<br />
Gabel Emil, 106, 119<br />
Gaïffe Adolphe, 37<br />
Gandhi Mohandas, 5<br />
Gantoy, padre, 235, 236<br />
Garrone Gabriel-Marie, 3<strong>01</strong><br />
Gaulué Fabien, 92, 233, 398<br />
Gelineau Joseph, 139, 140, 161,<br />
185<br />
Georges Pierre, 307<br />
Gerlier Pierre-Marie, 74, 110,<br />
118, 131, 132, 133, 134, 141,<br />
142, 161, 162, 166, 167, 171,<br />
175, 177, 184<br />
Ghilsain, 267<br />
420<br />
Gide André, 42, 45, 46<br />
Gilleron, prof., 127<br />
Giovanni XXIII, 110, 111, 121,<br />
123, 139, 166, 167, 168, 169,<br />
175, 185, 186, 187, 196, 198,<br />
199, 207, 208, 210, 211, 215,<br />
263, 272, 282, 296, 313, 378<br />
Giovanni Paolo I, 333, 334, 346<br />
Giovanni Paolo II, 5, 8, 226, 285,<br />
294, 299, 323, 334, 343, 346,<br />
349, 354, 355, 356, 357, 364,<br />
368, 369, 381, 382, 387, 392,<br />
393, 396, 365<br />
Giscard Alain, 144, 158<br />
Giscard d’Estaing Valéry, 125<br />
Giscard Robert, 124, 125, 138,<br />
156, 158, 208, 219, 220, 259,<br />
309, 314<br />
Gisel Pierre, 50<br />
Glemp Józef, 371<br />
González-Balado José Luis, 68,<br />
123, 170, 187, 268, 304<br />
Gorbaëv Michail, 375<br />
Goretti Maria, 142<br />
Gourgeon Marie-Noëlle, 364<br />
Goutagny Etienne, 295, 296<br />
Grégoire Damien, 215, 216, 289,<br />
335, 339<br />
Greilsamer Laurent, 162<br />
Grenier Jean-Claude, 304, 305<br />
Gribomont Jean, 103<br />
Gueguen Jean, 267, 282, 294<br />
Guéranger Prosper, 94<br />
Guglielmina d’Orange-Nassau, 59<br />
Guignard Ami, 144<br />
Guillemin Henri, 349<br />
Guilmin Serge, 290
Gu<strong>it</strong>ton Jean, 180, 181<br />
Guyotat, padre, 158, 159, 230<br />
Hamer Jean Jérôme, 297, 3<strong>01</strong><br />
Havel Václav, 374, 382<br />
Hebblethwa<strong>it</strong>e Peter, 168<br />
Hébrard, 94<br />
Hempel Johannes, 351, 352<br />
Hilaire Yves-Marie, 118<br />
H<strong>it</strong>ler Adolf, 54, 58<br />
Horton Douglas, 203<br />
Hottot, mons., 233<br />
Huber Wolfgang, 4<strong>01</strong><br />
Hugo Victor, 37<br />
Hunter Leslie, 173<br />
Hutin Magdeleine de Jésus, 128<br />
Ignazio di Loyola, 53, 309, 383<br />
Isacco di Ninive, 393<br />
Jaquenod Jean, 27, 44, 138, 152,<br />
158, 159, 193, 230, 231, 329<br />
Jaruzelski Wojciech, 356, 358<br />
Jauffrés Auguste, 202, 213<br />
Jean-Luc, fratel, 193, 230, 329<br />
Jeannet André, 73<br />
John, fratel, 335, 337, 339<br />
Journet Charles, 293<br />
Kasper Walter, 10, 294, 396, 4<strong>01</strong><br />
Kassing Jürgen, 225, 266<br />
Kérékou Mathieu, 315-316<br />
King Martin Luther, 5, 258<br />
König Franz, 290, 321<br />
Koser Costantino, 235<br />
Kreyssig Lothar, 189<br />
Küng Hans, 200<br />
Lachmann Hans, 307, 315<br />
Lacour Albert, 125<br />
Lacroix Marie-Thérèse, 235<br />
Ladriere Paul, 349<br />
Lalumière Catherine, 386, 387<br />
Landron Olivier, 402<br />
Langue Patrick, 307<br />
Larraín Manuel, 168, 2<strong>01</strong>, 205,<br />
206, 220, 227, 228<br />
Layendecker L., 349<br />
Lazare Lucien, 74<br />
Lebelle Aurélie, 361<br />
Le Bourgeois Armand, 229, 251,<br />
253, 263, 268, 273, 289, 294,<br />
295, 297, 3<strong>01</strong>, 302<br />
Lebrun Lucien-Sidroine, 67, 76,<br />
110, 111, 115, 118, 121, 122,<br />
123, 124, 130, 161, 166, 175,<br />
176, 191, 192, 210, 251, 263<br />
Lee Dorothy, 328<br />
Leenhardt Franz J., 90, 113, 127<br />
Lefèbvre Joseph-Charles, 250<br />
Léna Marguer<strong>it</strong>e, 7, 383, 384,<br />
387<br />
Leprieur François, 158<br />
Leuba Jean Louis, 119<br />
Lialine Clément, 129<br />
Liszt Franz, 21<br />
Lochen Axel, 125<br />
Louïs-Marsauche Marie Sonaly,<br />
9, 323<br />
Lubich Chiara, 229<br />
Luigi XIV, 16<br />
Luneau René, 349, 382<br />
Lustiger Jean-Marie, 363<br />
Lutero Martin, 55, 56, 57, 103,<br />
135, 208, 292<br />
421
Macharski Franciszek, 356<br />
Madiran Jean, 209, 225, 269<br />
Maertens Marie, 235<br />
Maffeis Angelo, 165<br />
Magrassi Andrea Mariano, 330<br />
Mandela Nelson, 388<br />
Manificat Maurice, 98, 136, 179,<br />
191, 274, 275<br />
Manziana Carlo, 262, 263, 321<br />
Marchais Georges, 310<br />
Marchand, pastore, 237<br />
Marchetto Agostino, 199<br />
Marek, fratel, 351<br />
Marmion Columba, 94<br />
Mars, vescovo ortodosso, 4<strong>01</strong><br />
Marsauche Albert, 18<br />
Marsauche Amélie, 20, 21, 112,<br />
299, 300<br />
Marsauche Jacques, 65, 85<br />
Marsauche Jean-Baptiste, 16<br />
Marsauche Louis, 15, 16, 17, 18,<br />
19, 20, 32, 65<br />
Marsauche Louis Hippolyte, 16<br />
Marsauche Marie-Louise, 15, 26<br />
Marsauche Pierre, 85<br />
Marsauche René, 18<br />
Marsauche Ulrich, 25<br />
Marty François, 184, 261, 267,<br />
274, 287, 321, 340<br />
Matura Thaddée, 110, 215, 216,<br />
226, 272, 289<br />
Mauriac François, 207<br />
Mayer Mihaly, 378<br />
Mayeur Jean-Marie, 118<br />
Mayor Federico, 376, 377<br />
McCulloch Nigel, 4<strong>01</strong><br />
Meisner Joachim, 371<br />
422<br />
Meletios, mons., 209, 224, 238<br />
Mel<strong>it</strong>one, mons., 191, 316<br />
Meyhoffer Jean, 49, 96, 98<br />
Michaud Eugène, 17<br />
Micheli Geneviève, 148<br />
Mirlin Louis, 17, 18<br />
Moeller Charles, 214<br />
Monnet Jean, 247<br />
Monod Wilfred, 55, 56, 72, 78,<br />
118<br />
Montini Giovanni Battista v. Paolo<br />
VI<br />
Moorman John R.H., 228<br />
Moro Aldo, 329<br />
Mottaz Eugène, 23<br />
Mounier Emmanuel, 63, 73<br />
Moyano Margar<strong>it</strong>a, 259, 264, 275<br />
Muggeridge Malcolm, 317<br />
Mussolini Ben<strong>it</strong>o, 58<br />
Neill, 133, 191<br />
Newell Herbert W., 115, 120<br />
Newman John Henry, 272<br />
Nikodim, mons. (Boris Georgievic<br />
Rotov), 209, 331, 333<br />
Nissiotis Nikos, 214<br />
Nurdin Michel, 134, 150<br />
Ottaviani Alfredo, 141, 166, 175,<br />
216, 217, 264, 269, 271<br />
Palliès Marie-Cécile, 16<br />
Paloulian Jeanne, 366, 368<br />
Pannet Robert, 341<br />
Paolo VI, 128, 131, 132, 133,<br />
134, 141, 143, 165, 211, 214,<br />
215, 218, 223, 229, 234, 253,
258, 262, 264, 265, 270, 271,<br />
272, 274, 279, 283, 285, 286,<br />
288, 296, 304, 307, 314, 316,<br />
317, 321, 331, 332, 336, 372<br />
Paquier Richard, 83, 84, 86, 118<br />
Paulhan Jean, 45, 46<br />
Paupert Jean-Marie, 105, 246, 247<br />
Payot Armand, 71<br />
Pelin, mons., 109<br />
Pellegrino Michele, 228<br />
Perchenet Annie, 237<br />
Pérez de Cuéllar Javier, 366<br />
Perrot Denise, 105<br />
Perroux François, 63<br />
Philip André, 1<strong>01</strong><br />
Pierrette, sorella, 153<br />
Pierre-Yves, fratel, 155, 350<br />
Pinochet Augusto, 308, 314<br />
Pio V, 268<br />
Pio XII, 8, 115, 131, 132, 133,<br />
140, 141, 142, 143, 157, 164,<br />
166, 355<br />
Pironio Eduardo, 364<br />
Plongeron Bernard, 341<br />
Potter Philip, 307<br />
Poulat Emile, 145<br />
Poupard Paul, 386<br />
Pradervand Marcel, 106<br />
Praetorius Michael, 309<br />
Precht Christian, 314<br />
Preiss Théodore, 54, 59<br />
Prusak Maria, 188, 371<br />
Raguer Hilari, 203<br />
Ramsey Michael, 296<br />
Ratzinger Joseph v. Benedetto XVI<br />
Reagan Ronald, 360<br />
Rehlberg Erich, 61<br />
Reinkens Joseph Hubert, 17<br />
Remillieux, don, 71<br />
Renard Alexandre-Charles-Albert-<br />
Joseph, 250, 252, 273<br />
Restropo Ivan, 20, 28, 38, 39, 44,<br />
46, 50, 51, 53, 60, 64, 80, 91,<br />
125, 147<br />
Retailleau Noël, 149<br />
Reymond Antoine, 135<br />
Riccardi Andrea, 199<br />
Richter Matthias, 373<br />
Ricœur Paul, 119, 247, 402<br />
Rinkel Andreas, 116<br />
R<strong>it</strong>schl Albrecht, 53<br />
Roguet Aymon Marie, 139<br />
Romero Oscar, 326<br />
Roncalli Angelo Giuseppe v. Giovanni<br />
XXIII<br />
Roncalli Zaverio, 263<br />
Roüast Xavier, 86<br />
Rouche, mons., 105, 109<br />
Roucou Christophe, 311<br />
Rouquette Robert, 133, 172<br />
Roux Hébert, 162, 163 204<br />
Roy Maurice, 214<br />
Rumpf Louis, 48, 49<br />
Rutishauser Peter, 230<br />
Salleron Louis, 269<br />
Salmon, don, 133<br />
Salvini Gian Paolo, 279<br />
Sanson, padre, 36<br />
Santos, mons., 168<br />
Savard Aimé, 252, 253, 282<br />
Schaffran Gerhard, 352<br />
Scheel Walter, 311<br />
423
Schinz Walter, 44, 45<br />
Schleiermacher Friedrich, 50<br />
Schlink Basilea, 136<br />
Schutz Andrée, 22, 32<br />
Schutz Charles figlio (Charly),<br />
22, 29, 36, 61, 67<br />
Schutz Charles padre, 20, 21, 22,<br />
35, 36, 41, 44, 47, 112<br />
Schutz Geneviève, 25, 32, 74, 87,<br />
91, 105, 106, 112, 148, 153,<br />
154, 185, 299, 319, 322, 323,<br />
391<br />
Schutz Georges, 28, 29, 36, 61,<br />
67<br />
Schutz Lily Madeleine, 22, 32,<br />
51, 105<br />
Schutz Marie Louise, 22<br />
Schutz Noémie, 25<br />
Schutz Renée, 42, 61<br />
Schutz Renée Eugénie, 22<br />
Schutz Suzanne, 36<br />
Schutz Yvonne, 25<br />
Séguy Raymond Gaston Joseph,<br />
294<br />
Sˇeper Franjo, 3<strong>01</strong><br />
Serrou Robert, 177, 179, 246<br />
Shemol, fratel, 334<br />
Silva Henríquez Raúl, 227, 314<br />
Soares Mario, 386<br />
Solcan Lumin<strong>it</strong>a, 399<br />
Solé Robert, 298, 311<br />
Sourp, prof., 127<br />
Souvairan Pierre, 82, 84, 86, 87,<br />
88, 1<strong>01</strong>, 145<br />
Spink Kathryn, 32, 51, 106, 123,<br />
143, 210<br />
Steere Douglas V., 198<br />
424<br />
Sterlin Louis, 18<br />
Stransky Thomas F., 197, 204<br />
Strohl Henri, 56, 58<br />
Strugala Marie v. Louïs-Marsauche<br />
Marie Sonaly<br />
Suenens Léon-Joseph, 214, 285<br />
Suter Henry, 23<br />
Sweeting Maurice, 119, 284, 287<br />
Tennyson Alfred, 55<br />
Teresa d’Avila, 139<br />
Teresa di Calcutta, 11<br />
Tesserin G., 262<br />
Thatcher Margaret, 360<br />
Thils Gustave, 204<br />
Thomas, fratel, 331<br />
Thurian Max, 6, 8, 68, 76, 82, 83,<br />
84, 85, 86, 87, 88, 89, 91, 1<strong>01</strong>,<br />
108, 112, 113, 114, 115, 116,<br />
117, 119, 120, 121, 122, 124,<br />
125, 126, 127, 130, 131, 132,<br />
133, 134, 136, 137, 138, 141,<br />
142, 144, 147, 150, 152, 156,<br />
158, 161, 167, 168, 169, 173,<br />
175, 177, 180, 182, 183, 184,<br />
185, 186, 187, 197, 198, 199,<br />
200, 203, 204, 212, 213, 214,<br />
227, 229, 236, 237, 239, 244,<br />
248, 249, 254, 255, 269, 284,<br />
286, 292, 293, 295, 3<strong>01</strong>, 330,<br />
331, 341, 358, 372, 373, 374,<br />
4<strong>01</strong><br />
Tiercet Evelyne, 146<br />
Timiadis Emilianos, 191, 209,<br />
210, 213, 214, 291<br />
Tincq Henri, 87, 211, 381, 400<br />
Tomásˇek Frantisˇek, 357, 374
Tomkins Oliver, 60, 133, 137,<br />
191<br />
Tommaso d’Aquino, 55<br />
Tönnies Ferdinand, 63<br />
Tronchet Lucien, 100, 104<br />
Tutu Desmond, 335, 336<br />
Ugenti Antonio, 82<br />
Urbanowicz Aniela, 187, 345<br />
Ursi Corrado, 372, 373<br />
Vancourt Raymond, 254<br />
Velu Marie-Hélène, 73<br />
Veuillot Pierre Marie Joseph, 141,<br />
142<br />
Vignot Bernard, 17<br />
Villain Maurice, 69, 71, 75, 76,<br />
85, 109, 110, 115, 118, 123,<br />
124, 129, 133, 198<br />
Villot Jean-Marie, 240<br />
Vinet Alexandre, 21, 94<br />
Vischer Lukas, 214<br />
Visser’t Hooft Willem Adolf, 59,<br />
60, 71, 114, 124, 130, 133,<br />
141, 142, 165, 167, 168, 171,<br />
175, 176, 177, 178, 180, 183,<br />
192, 193, 206, 208, 211, 223,<br />
247<br />
Vlk Miloslav, 390<br />
Voillaume René, 128, 145, 236,<br />
292, 395<br />
Von Allmen Jean Jacques, 119<br />
Von Arx Urs, 16, 17<br />
Von Balthasar Hans Urs, 85, 255<br />
Von Bülow Hans, 21<br />
Von Harnack Adolf, 94<br />
Von Wachter Walter, 188<br />
Wa¬e˛ sa Lech, 356<br />
Wavre Philippe, 98<br />
Wenger Antoine, 196, 209, 239,<br />
243, 333<br />
Westphal Charles, 182, 183, 210,<br />
249, 250<br />
Willebrands Johannes, 8, 228,<br />
282, 283, 297, 3<strong>01</strong>, 304, 307<br />
Wojty¬a Karol v. Giovanni Paolo II<br />
Wyszyński Stefan, 188, 356, 357<br />
Zwingli Huldrych, 292<br />
425
INDICE<br />
Introduzione pag. 5<br />
Abbreviazioni » 13<br />
I. Nipote di sacerdote, figlio di pastore » 15<br />
II. Una conversione » 41<br />
III. Nasc<strong>it</strong>a di una comun<strong>it</strong>à » 61<br />
IV. R<strong>it</strong>orno a Taizé » 1<strong>01</strong><br />
V. I passi decisivi » 132<br />
VI. Tra Ginevra, Parigi e Roma » 160<br />
VII. Al concilio Vaticano II » 196<br />
VIII. Uscire dal vicolo cieco » 230<br />
IX. Il concilio dei giovani » 271<br />
X. «Un nomade» » 313<br />
XI. «Intorno al pastore universale» » 342<br />
XII. Taizé, «una vocazione provvisoria» » 368<br />
Fonti » 405<br />
Ringraziamenti » 415<br />
Indice dei nomi » 417
Stampa: 2009<br />
Società San Paolo, Alba (Cuneo)<br />
Printed in Italy