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Volume 09-4/2006 - endocastellucci

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sagomatura)<br />

(2) strumenti di sagomatura K3 a<br />

conicità 0.10<br />

(3) strumenti di sagomatura K3 a<br />

conicità 0.08<br />

(4) strumenti di sagomatura K3 a conicità<br />

0.06, con diametro in punta 40<br />

(5) strumenti di sagomatura K3 a conicità<br />

0.06, con diametro in punta 35<br />

(6) strumenti di sagomatura K3 a conicità<br />

0.06, con diametro in punta 30<br />

(7) strumenti di sagomatura K3 a conicità<br />

0.06, con diametro in punta 25<br />

(8) strumenti di sagomatura K3 a conicità<br />

0.06, con diametro in punta 20<br />

Man mano che la sequenza va avanti,<br />

le lime si muovono apicalmente<br />

verso la lunghezza di lavoro stabilita.<br />

In un canale più piccolo e più<br />

curvo si può usare una sequenza di<br />

strumenti a conicità costante 0.04 e<br />

con diametri in punta simili.<br />

Il vantaggio di usare diametri in<br />

punta decrescenti è che ciascuna<br />

punta procederà oltre in direzione<br />

apicale rispetto allo strumento precedente.<br />

I detrattori di questo metodo<br />

sostengono che, dal momento che<br />

la conicità non cambia, uno strumento<br />

con un diametro in punta<br />

inferiore al precedente sarà impegnato<br />

maggiormente nel canale (a causa<br />

della conicità costante) e perciò sarà<br />

più esposto al rischio di frattura per<br />

eccessivo stress torsionale.<br />

L’argomentazione appare valida ma<br />

in base alla mia esperienza posso<br />

affermare che, se la forza esercitata<br />

sullo strumento viene mantenuta<br />

al minimo ed è minima l’area di<br />

impegno della punta (tra 1 e 2mm o<br />

comunque non più di 4), le probabilità<br />

di frattura sono remote, a patto<br />

di seguire tutti gli altri principi.<br />

5<br />

Sequenza a conicità variabile<br />

In alternativa, il clinico può variare<br />

la conicità man mano che gli strumenti<br />

avanzano nel canale. Gli strumenti<br />

di sagomatura possono essere<br />

usati prima come raccomandato<br />

sopra, poi in questa sequenza:<br />

(1) K3 a conicità 0.06, diametro in<br />

punta 40<br />

(2) K3 a conicità 0.04, diametro in<br />

punta 35<br />

(3) K3 a conicità 0.06, diametro in<br />

punta 30<br />

(4) K3 a conicità 0.04, dimensione<br />

della punta 30<br />

(5) K3 a conicità 0.06, diametro in<br />

punta 25<br />

(6) K3 a conicità 0.04, diametro in<br />

punta 20<br />

I fautori di questo metodo credono<br />

che, variando la conicità, diminuisca<br />

il rischio di una separazione dovuta<br />

allo stress torsionale, dal momento<br />

che ciascuno strumento ha minori<br />

probabilità di essere impegnato<br />

rispetto al precedente. Avendo utilizzato<br />

entrambi i metodi, ritengo<br />

che nessuno dei due sia assolutamente<br />

preferibile all’altro. Qualunque<br />

sia il sistema utilizzato, è essenziale<br />

che la conicità o il diametro in<br />

punta diminuiscano passando da uno<br />

strumento al successivo. In questo<br />

modo si ottiene una strumentazione<br />

crown-down piuttosto che una<br />

preparazione step-back. Utilizzando<br />

esclusivamente la preparazione stepback,<br />

il clinico tenta di raggiungere<br />

l’apice il più rapidamente possibile e<br />

di strumentare il canale dall’apice in<br />

su. In altre parole, la strumentazione<br />

procede dall’apice verso la corona, al<br />

contrario della tecnica crown-down<br />

(dalla corona verso l’apice). Una<br />

discussione approfondita di questo<br />

L’Informatore<br />

Endodontico<br />

Vol. 9, Nr. 4 <strong>2006</strong><br />

Pag. - 9

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