Leggi on-line o scarica il libro da stampare (2 ... - Gianni Monduzzi

Felicità è avere una ragazza per mano.
Ricordando che di mani ne hai due
Problema:
mi piace una donna su cento.
Complicazione:
piaccio a una donna su mille.
Una donna, per essere completa,
deve avere un amico, un marito e un amante.
Con l'amico dice quello che non pensa,
col marito non dice quello che fa
e con l'amante fa quello che non dice.
L'orgasmo dello scapolo:
è il breve istante
che separa il desiderio di possederla
dal pensiero di doverla riaccompagnare
a casa.
L'orgasmo coniugale:
è il breve istante
che separa il desiderio di possederla
dal pensiero di non poterla riaccompagnare
a casa.
Scarica gratuitamente il libro dal sito internet: www.giannimonduzzi.it.
Gianni Monduzzi è nato sotto il segno del
Cancro e vive a Bologna. Laureato in
medicina con specializzazione in psichiatria,
è presidente di una casa editrice universitaria
da lui stesso fondata quand'era studente. Nel
1981 ha pubblicato in proprio il suo primo
libro, Romanzo totale, cui hanno fatto seguito
II manuale della playgirl (1985), II morbo di
Monduz (1988), II manuale per difendersi
dalla mamma (1991) editi da Mondadori. Ha
nuovamente interrotto l’annosa stesura della
sua opera capitale, II Vangelo secondo
Monduz, per dare alle stampe questo volume.

Biblioteca Umoristica Mondadori

Dello stesso autore
nella collezione BUM
Il manuale della playgirl
Il morbo di Monduz
Manuale per difendersi dalla mamma
ISBN 88-04-37469-1
© Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano
I edizione ottobre 1994
Indice
11 Premessa
13 Introduzione
21 Profumo di donne, 1 - Maria Cristina
23 La guerra dei sessi
28 Profumo di donne, 2 - Barbara e Stefania
29 Strategie maschili
42 Profumo di donne, 3 - Carlotta
45 Strategie femminili
51 Profumo di donne, 4 - Claudia
53 I territori di caccia
59 Profumo di donne, 5 - Le feste
63 Amore e libertà
72 Profumo di donne, 6 - Amici sinceri
75 La vita a due
82 Profumo di donne, 7 - Invasione progressiva

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Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 7
85 Maternità e dintorni
91 Profumo di donne, 8 - La famigerata puntura
93 Bestiario
99 Profumo di donne, 9 - L’onesta gallina padovana
103 Professioni donnesche
108 Profumo di donne, 10 - La cinofila
111 Varia umanità
119 Profumo di donne, 11 - Battute pronte
121 La donna - Ricette per cucinarla
123 Introduzione al ricettario
125 Ricettario
131 Profumo di donne, 12 - Cotto di mamma
133 Alta cucina di seduzione
135 Profumo di narciso
137 Epitaffio
Della donna non si butta via niente

Ringraziamenti
Ringrazio Lucia Castelli che, razzolando
un giorno tra le mie carte, mi ha fatto notare che,
mettendole insieme, avevo un nuovo libro già
bell’e pronto. Senza di lei, probabilmente,
non me ne sarei mai accorto.
Devo fare una confessione:
ho dedicato alle donne
il novanta per cento della mia vita.
Mi rendo conto dello sproposito:
d’ora in poi dedicherò loro
il cento per cento.

Premessa
All’inizio della carriera ero molto parsimonioso di donne:
mi allargavo nella cerchia di amiche col sano obiettivo di
trescare con tutte. Insomma: non buttavo via nulla. Più tardi
ho capito che era un’operazione disperata: ci sono milioni
e milioni di donne. Solo la reincarnazione avrebbe potuto
consentirmi di assolvere l’arduo compito. Dunque, speriamo
ci sia.
È una vita che scrivo aforismi, poesie e racconti in tema
di donne. Mi vengono in mente nelle situazioni più disparate:
in autobus, al ristorante, per strada. Li scrivo dove mi
capita: su bigliettini, tovaglioli, fazzoletti di carta. Quando
arrivo a casa, vuoto le tasche dentro un cassetto della scrivania.
È li che vado a rimestare quando cerco spunti per i
miei libri.
In questi giorni mi sono deciso a mettere ordine tra quelle
carte, volevo fare una cernita delle idee. Dunque, ho iniziato
a spulciare. Che strana emozione! Ho rivissuto lontane
serate d’amore, sogni dimenticati, speranze, litigi persi
nel tempo. Quante esperienze, quanti ricordi!
Più scartabellavo e più mi accorgevo di non avere il coraggio
di eliminare nulla. Come avrei potuto? Sarebbe stato
come eliminare fisicamente una persona, una donna... No.

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Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 13
Non potevo. Così è nato il titolo: «Della donna non si butta
via niente». Però, poi, mi è venuta l’idea del sottotitolo: «Con
21 ricette per cucinarla».
Ricette per cucinarla? Che idea bislacca - ho riflettuto -
come se di libri di cucina non ce ne fossero già abbastanza!
Ebbene, che c’è di strano? - mi sono detto - l’ha fatto
Columbro, l’ha fatto la Carrà, l’hanno fatto Funari e la
Lambertucci: tutti i più grandi intellettuali viventi si sono
cimentati in questo campo. Il mio editore, sempre così attento
alle sinergie tra la cultura e l’arrosto, non avrebbe trovato
nulla da eccepire. Oltre tutto, sono emiliano e vivo a
Bologna, terra di grandi cuochi.
Donna è buono
Introduzione
I poppanti ci insegnano:
la donna è buona anche da bere:
il latte, in fondo,
non è un frullato di donna?
Proprio così: della donna non si butta via niente! A qualunque
età, in qualunque situazione, la donna è sempre
fruibilissima. A scuola, ti fa copiare i compiti. Da ragazza,
offre sollievo ai tuoi turbamenti. Sposandoti, dà un senso
alla tua vita che fugge.
Da quando ti partorisce
a quando ti piange al tuo funerale,
lungo tutte le età della vita,
troverai sempre una donna
che si prodiga in tuo favore.
Si offre con tanto entusiasmo da diventare l’essere più
affaccendato di questo pianeta. Produce di tutto: figli, notti
d’amore, pavimenti puliti, ricami e succulenti pranzetti. Sa
condurci con garbo dal battesimo all’altare e dall’altare al
camposanto: ha un velo per ogni nostra occasione importante.
Perché non approfittarne?

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Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 15
Donna multiuso
Evviva dunque la donna emancipata, grintosa, infaticabile.
Lasciamo che emerga. Il mondo si è sempre retto sull’attivismo
delle classi rampanti. Noi uomini ne abbiamo perso
il gusto, già da millenni. Siamo una decrepita aristocrazia.
Pertanto:
Lasciamole l’iniziativa:
sbrighi lei la manutenzione del mondo.
Torneremo alle sane civiltà arcaiche in cui le donne facevano
tutto. Sarà un ritorno alla natura, al rispetto dell’ambiente.
Noi maschi abbiamo già tristemente mostrato nei
secoli di cosa siamo capaci: guerre, politica, malaffare. Ora,
se si vuole cominciare un millennio di pace, dobbiamo lasciarle
sempre più spazio.
Oltre tutto, la facciamo contenta: lei è così volenterosa,
così ansiosa di mostrare le sue capacità, sarebbe sbagliato
non favorire il suo sano, febbrile attivismo. Così si libera
anche degli ultimi complessi, casomai gliene fossero rimasti.
Il suo desiderio di emergere
potrà tradursi in un servizio
per tutto il genere umano.
Prima che si accorga dell’errore
e si ravveda,
lasciamole la guida dell’auto e
godiamoci beati il paesaggio.
Donna indaffarata
Basta leggere le Sacre Scritture: fin dalla notte dei tempi
la donna è sempre stata sfruttata per il lavoro domestico e
la produzione dei posteri. Recentemente, ha molto ampliato
il ventaglio di servizi all’umanità, lavorando in fabbrica e
in ufficio, fino a dirigere intere aziende. Ma non ha rinunciato
al suo ruolo ancestrale: i figli continua a sfornarli, anche
se in modica quantità.
Lo farà per tradizione? Probabilmente. Ma così si riduce
a essere un tantinello indaffarata. Proviamo a percorrere
insieme una sua «giornata tipo»:
La mattina è la prima ad alzarsi, alle luci dell’alba, per
preparare la colazione a tutta la casa. Poi, mentre butta giù
in fretta un caffè, armeggia intorno ai bambini per aiutarli a
vestirsi.
Mentre accompagna i pargoli a scuola cerca di ritoccarsi
il trucco usando lo specchietto retrovisore. Ha appena finito
col rimmel, che arriva trafelata in ufficio, dove s’impegna
come una bestia, per non essere da meno dei colleghi maschi.
A pranzo trangugia un panino, mentre telefona alla suocera
per sincerarsi dei figli: che il grande sia stato recapitato
alla lezione di scherma e la piccola a scuola di danza. Quindi
ricomincia lo sgobbo frenetico per ricuperare il tempo
perduto. Salvo qualche telefonatina di sotterfugio per verificare
i successivi smistamenti della prole alle lezioni di piano
e d’inglese.
Ritorna a casa ansimante per l’ora di cena, indaffarandosi
nella preparazione di un pranzetto che è lei stessa a servire
per l’intera brigata. Rischia di franare sul lavello mentre ri-

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Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 17
governa i piatti. S’accascia infine sul letto, dove le toccherà
immolarsi, nel rito temerario della notte d’amore.
Noi maschi
Poi, se sopravvive,
deve anche rifare il letto:
come quei condannati
che devono scavarsi la fossa.
Noi maschi abbiamo capito l’antifona. All’insegna della
modernità, siamo pronti a uno «scambio» di ruoli. Pur di
scampare alle faccende domestiche, ci apprestiamo a fare i
geishi, gli stalloni, anche i danzatori del ventre, se necessario.
Grazie a dio, i figli comunque non li faremo di certo! Del
resto, se li avessimo dovuti far noi, l’umanità sarebbe finita
da un pezzo.
Esperto di donna
Caro lettore, puoi fidarti di me, in fatto di donne sono un
esperto... o meglio, sono uno dei massimi teorici viventi. Se
fossi in pari con le prove pratiche, oscurerei il mito di Casanova.
La mia carriera è cominciata intorno ai sedici anni.
M’ero accorto
che io telefonavo alle ragazze
quand’ero su di giri
e loro mi telefonavano
quand’erano giù di corda.
Allora ho realizzato
che non ero Richard Gere.
Dunque, la natura non mi aveva sufficientemente dotato.
Bisognava che mi rimboccassi le maniche. Così mi sono
internato in biblioteca a studiare psicologia femminile. Da
allora non ho più interrotto gli studi.
Queste credenziali non bastano? Vuoi la verifica? Ma, caro
mio, se fossi stato un gran seduttore dove pensi che avrei
trovato il tempo per scrivere un libro? Cosa pretendi? È di
dominio pubblico che:
Gli esperti
Tutti i più grandi esperti
nascono dai fallimenti!
Quando uno è negato in una determinata materia, si incaponisce,
studia e almanacca. Si trasforma in uno specialista.
Così capisce tutto in teoria, anche se poi continua a fare
acqua nell’applicazione.
Pensa ai maggiori economisti, che non sanno raggranellare
nemmeno qualche miliarduccio. Scommetto che non
sanno neppure badare ai conti di casa. Pensa ai critici letterari,
che mettono sonno al solo vederli, figuriamoci quando
scrivono un libro. Pensa ai sessuologi!
Con quello sguardo da pesce lesso leverebbero la fregola
a una ninfomane. In sintesi:
Seduzione maschile
Un esperto è un imbecille
che si è ben organizzato.
Con le donne purtroppo la dottrina non basta. Ti senti
un grande esperto, hai una laurea in psicologia e tieni un

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Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 19
fitto epistolario con una ragazza che sommergi di poesie e
marron glacé. Arriva uno mai visto che le strizza l’occhio, le
fa un sorriso, e te la soffia sotto il naso.
Sono questi episodi che mettono in crisi la fiducia nel
metodo scientifico.
Il seduttore vero è un artista: sa insinuare in una frase
banale significati reconditi che sulle donne hanno un effetto
magico.
La sua strategia si basa su un postulato: la donna sarebbe
naturalmente portata alla lussuria se non ci fossero precettori
e guastafeste a inzolfarle con morali inopportune. L’arte
del seduttore sta appunto nel trovare una falla nei bastioni
della verecondia. O perlomeno nel cercare un cavallo di Troia.
Espedienti
Fra tutte le coperture ideologiche a un sano erotismo, l’innamoramento
è il più efficace. Una donna che « lo fa per
amore» è senza macchia. Ha «ceduto al sentimento», tapina:
chi potrebbe mai essere così bacchettone da biasimarla?!
Visto sotto questo profilo,
l’amore è una cattedrale
eretta al culto della scopata.
Anche la trasgressione, però, è una buona copertura ideologica.
Su questo postulato si basa la scopata rock. Negli
anni Sessanta è nata anche la scopata politica: se non eri
contestatore andavi in bianco. Poi è venuta la scopata psicanalitica...
Tutti paraventi per spacciare come trasgressione
la naturale inclinazione dell’umanità a fornicare di buzzo
buono.
L’ironia resta comunque un buon metodo alternativo: i
tabù si squagliano in un sorriso liberatore, e ci si ritrova
allegramente fra le lenzuola.
Ho scoperto il trucco dei grandi conquistatori: restare
nel vago il più possibile. Il trucco ha basi scientifiche. Quanto
più la tua personalità resta indistinta, tanto più l’altrui fantasia
può interpretarti come meglio desidera.
La vera opera di seduzione
non la si fa predicando,
ma, al contrario, tacendo:
il prodigio si compie in differita,
quando l’altro ci fantastica sopra.
Dote indispensabile: essere buoni osservatori. Come si fa
a intrigare qualcuno, senza averne studiato carattere, ghiribizzi
e manie? Lasciando la seduzione al caso? Mai lasciare
la seduzione nelle mani di un altro! Un buon seduttore è
sempre vigile, al contrario del sedotto cronico, che vive guardandosi
l’ombelico, da bravo imbranato.
Vucumprà e marketing
Corteggiare? No, grazie.
È una forma di accattonaggio.
Quanto più debole è il tuo prodotto, tanto più sei costretto
a sorridere. Se offri qualcosa di forte, mica devi fare tante
moine. Questo enunciato ormai è nel subconscio di tutti.
Per cui, se fai il duro, si suppone che tu abbia moltissime
qualità. Guai invece a tradire condiscendenza. Se proponi

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Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 21
sorrisi a destra e a manca, in pratica, ti riduci a chiedere
l’elemosina.
Libertinaggio
Mi sono lavato e profumato
come un pollo per il mercato.
L’acquirente non l’ho trovato:
forse sono un pollo mancato.
Rivaluta le donne sbagliate,
perché ti inducono alla libertà:
la ricerca della donna giusta
è il miglior alibi del libertino.
Comunque, se decidi per il libertinaggio, mai avere due
avventure nella stessa città. Ci si perde tutto il contorno.
Un’avventura non è solo sesso: è fatta di cinema, teatro,
ristoranti e amici. Chi ha due amanti nella stessa città riduce
all’osso la tresca e si trova a vivere di sotterfugi. Sempre in
allarme. Roba da perseguitati politici!
Vuoi mettere il piacere solare di uscire allo scoperto, di
andare a spasso per le stradine del centro! Il sogno inconfessato
sarebbe di cambiare un’amante diversa a ogni città. In concreto,
durante i week-end, ci si contenta di cambiare soltanto
città. Ma basta osservare come certe coppie si guardano
in giro, avvilite, per comprendere che vivono un compromesso.
Profumo di donne, 1
Maria Cristina
Suona il telefono. È Maria Cristina. Toh, chi si sente! Una che
non me l’ha data mai neanche in fotografia. In principio le ho
mandato una poesia, poi altre due. Niente. Alla fine le ho
mandato tutta la raccolta. Dici che si sia fatta vedere? Mi ha
spedito un biglietto: «Molto carino da parte tua!». Sai che sforzo!
Lei insiste col dire che dovremmo restare «buoni amici».
Quando una donna mi propone:
«Restiamo buoni amici»,
a me, tradotto, suona così:
«Piuttosto che con te
lo farei con un rospo».
Maria Cristina ha la voce seccata.
«Agosto maledetto! La batteria del telefonino non carica più
e il negozio è chiuso per ferie. Ma quel che è peggio, mi si è
scassato il condizionatore... sto soffocando nella sfiga. Me la
sento spennellata lungo la schiena, come il sudore. Devo restare
ancora sei giorni. Ho prenotato un charter per la Grecia e non
posso mica anticipare!»
«Cosa vuoi che sia! Pensa a quelli della Bosnia e del Ruanda!»
«Parli bene tu, che l’aria condizionata ce l’hai che funziona!»
«E allora vieni a casa mia. Divideremo tutto da buoni fratelli:
il letto e il Mitsubishi!»
«Sono pronta a tutto, pur di non soffrire l’afa!» «Allora ti
aspetto!»
Dove non funzionano le poesie, ti viene incontro la Mitsubishi.

La guerra dei sessi
L’amore: un gioco a due. Si vince entrambi, appena uno
perde.
Aritmetica femminile
Geometria maschile
Statistica personale
La logica femminile si scontra coi numeri:
tutte hanno la pretesa di essere «l’unica»,
ma come si fa, se sono in tante?
In un triangolo sentimentale
la donna di base
dev’essere di vedute larghe,
la donna d’altezza, invece,
dev’essere di culo alto.
Problema:
mi piace una donna su cento.
Complicazione:
piaccio a una donna su mille.

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Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 25
Sono quarant’anni che in Italia non si fanno guerre, almeno
militarmente. Ma la bellicosità non è affatto scomparsa.
Tra uomini e donne persiste, dalla notte dei tempi, una belligeranza
di fondo, molto più sottile, ma non meno fatale,
chiamata seduzione. E in questa il sesso cosiddetto «debole»
spesso prevale.
La seduzione è un raffinato duello di psicologia applicata,
un vero braccio di ferro emotivo. Vinci se riesci a mettere
in crisi l’avversario, facendolo cadere in uno stato deprimente
di esagerato entusiasmo per te, chiamato «amore».
Dunque: amiamoci?! No, armiamoci!
Innamorarti equivale a una disfatta sul campo. Significa
che ti sei lasciato sopraffare. Evidentemente non ti eri fortificato
a sufficienza. Mancavi di linee difensive e sei stramazzato,
sospirando e rantolando, alle prime raffiche di sguardi-laser.
Ti serva di lezione per la prossima schermaglia. Dovrai
ritoccare il tuo sistema di difesa. Provvedi subito ai dovuti
stanziamenti (beauty farm, palestre, cure dimagranti...).
Sesso
Il sesso è una droga biologica così terribile, che è scabroso
persino parlare della sua via di somministrazione. Ed è
una droga molto pesante: dà forte assuefazione e una tipica
crisi di astinenza, nota come «delusione d’amore».
La legge ha cercato di regolamentare questo mercato clandestino,
costituendo un sesso legale, distribuito in sagrestia:
ma il matrimonio è un modesto surrogato, come il metadone
per un drogato perso di eroina.
Il sesso, inoltre, è un argomento che crea rivalità tra uomo
e donna: entrambi infatti, sospettando che il proprio non
sia il sesso migliore, accettano il compromesso della parità
dei sessi.
Originariamente era stato immaginato per la produzione
di posteri, ora serve per fare pubblicità ai più disparati prodotti.
Quando manca la corrente, il sesso sostituisce alla
meglio la televisione.
Il sesso è piuttosto faticoso, antigienico, provoca frustrazioni,
nevrosi, malattie. C’è da stupirsi che lo si pratichi ancora.
Pari opportunità
Sono anni che la donna lotta
per l’emancipazione:
è ora che le si riconosca
almeno la parità dei difetti.
Dopo secoli di dura oppressione, finalmente la donna pare
abbia trovato il suo rinascimento. Ma, col femminismo, ha
commesso un errore strategico. Gli uomini, intesi come setta,
sono una potenza. Mentre, presi come singoli, sono una
vera frana. Che senso aveva, dunque, sferrare una lotta collettiva,
così problematica, quando era certa la vittoria ingaggiando
tante piccole schermaglie private?
La parità femminile, inoltre, è stata raggiunta nella direzione
sbagliata: anziché elevare l’uomo al livello della donna,
quest’ultima si è degradata al livello di lui.
Chissà perché la donna insiste poi
a pretendere la parità,
quando potrebbe avere la superiorità?

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Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 27
Strategie femminili
Quando una donna decide di tradire il marito, parte dalla
considerazione che difficilmente un uomo è completo. Due
uomini offrono maggiori garanzie, giacché si compensano
tra loro.
Il marito è troppo metodico? Un amante scombinato può
integrarlo proficuamente. L’amante ha le mani bucate? Allora
ci vuole un marito che risparmi. Gli amanti vanno decisamente
preferiti con una reputazione da difendere, a garanzia
che la tresca resti segreta.
Una donna sagace ha ben chiaro che un uomo non soffre
quando viene tradito, ma quando lo viene a sapere. Quindi,
se nutre un minimo di rispetto per il marito, non lo vorrà
certo mortificare facendosi scoprire.
Se viene colta in fallo, una donna costumata comunque
negherà l’evidenza.
Se anche viene scoperta
a letto con un altro,
non è detto che lei fosse lì con malizia.
Basta negare ogni addebito: solo i rei confessi sono colpevoli
senza diritto di appello. L’insufficienza di prove e il
beneficio del dubbio sono capisaldi giuridici irrinunciabili.
E poi, l’incertezza del tradimento rende più piccanti i rapporti
sentimentali.
Ci sono mariti che si mettono in testa di cogliere la moglie
in fallo a tutti i costi. Si tratta di casi patologici le cui
motivazioni sono disparate: curiosità morbosa, masochismo,
autolesionismo. Motivazioni meschine, che una donna moderna
deve saper domare.
Tradimenti
Fedeltà
Debolezze
Il tradimento femminile
è davvero più grave?
Perlomeno, è più impegnativo.
Accogliere qualcuno in casa propria
dev’essere più compromettente
che fare una visita.
Certe donne ti offrono la loro fedeltà
con lo stesso disinteresse
di un barbone, che davanti alla chiesa
ti mette in mano un santino.
Un uomo cerca la sua tana
nel grembo di una donna:
è la sua debolezza.
Lei, la sua tana, la trova
tra le debolezze di un uomo.

Profumo di donne, 2
Barbara e Stefania
Sono al telefono con Barbara, quando suona la seconda linea. È
Stefania. Mi viene voglia di tentare un esperimento di comunicazione
di massa. Parlare con tutt’e due insieme, senza che loro lo
sappiano! Un esercizio propedeutico alla realizzazione dell’harem
telematico, ambito traguardo dell’uomo moderno.
Una cornetta a destra e una a sinistra, organizzo la telefonata
stereo. Tolgo l’attesa dalla prima linea, quella di Barbara. Ora
sono in onda con tutte e due.
«Eccomi qua. Sai che ti ho pensato, stamattina, appena ho
messo giù i piedi dal letto? Avevo fatto uno strano sogno. Dovevo
cercare la mia donna dei sogni. In effetti, questa vita da pseudosultano
non regge. Ma la coppia, lo sai, mi fa paura.
Forse dovrei farmi frate. Che ne dici? Il monastero è il mio
ambiente naturale. Il problema sarebbe la compagnia... Con tutti
quegli uomini...
Pensi che mi accetterebbero in un convento di suore?»
Due «vaffanculo!» m’arrivano in simultanea da entrambi i
telefoni. Effetto stereo ineccepibile: l’esperimento è tecnicamente
riuscito.
Strategie maschili
E non ci si dica
che siamo puttanieri:
non vedete che stiamo lottando,
strenuamente,
contro le tentazioni dell’omosessualità?
La seduzione è sostanzialmente femmina.
Però anche noi uomini ci diamo un bel daffare a sedurle. Le
nostre grandi manovre non prevedono defatiganti soste dal parrucchiere
e dall’estetista, comunque altri ben duri cimenti ci attendono.
A ben vedere, tutta la frenetica attività maschile, il lavoro,
gli affari, le arti, sono espedienti per conquistare le donne.
La civiltà intera dev’essersi sviluppata
dalla competizione tra maschi
per accaparrarsi più donne possibili.
Ma la concorrenza è pazzesca! Attorno a ogni bella donna
si sviluppa un corteggio infernale di pretendenti, assatanati,
ringalluzziti e depressi: un alone sgomitante e impenetrabile
di corteggiatori irretiti, decisi a rovinarsi in cenette, gioielli,
rose rosse e bollette Sip.
Un vespaio, un termitaio di fastidiosissimi insetti che ti
rendono la vita difficile, se non impossibile. Cosicché, quando

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Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 31
giungi al traguardo, non sei più un uomo, ma un fascio di
nervi, un relitto bellico, un reduce dalla Guerra in Vietnam.
Il Principe Azzurro
Nei sogni di ogni donna ricorre un archetipo: il Principe
Azzurro. Sa di naftalina, ma lei non ci bada, crede sia un
desiderio innato della sua natura «romantica». Non si rende
conto, l’ignara, che è uno specchietto per le allodole costruito
dall’uomo per incantarla.
Il Principe Azzurro è una specie di Schwarzenegger polivalente:
– è bello
– è ricco
– è potente.
È inoltre dotato di alcune doti accessorie:
– è poetico (se la cava con le serenate)
– è trasgressivo (preferisce le servette alle principesse)
– è intelligente (risolve gli indovinelli meglio di un enigmista).
Nella realtà complessa dei tempi moderni è snervante
coltivare tante qualità tutte insieme. Così noi uomini ci siamo
specializzati in branche diverse per fare la nostra bella
figura senza sfiancarci.
Territorio
Quando sei padrone del territorio
una donna lo sente e le piace.
Ama il fluido che emana dai protagonisti.
L’uomo è un mammifero, animale di branco. In ogni branco
c’è un maschio che monopolizza tutte le femmine sotto lo
sguardo incazzato degli altri maschi, costretti a fare i guardoni.
Per godere di questo bengodi il capobranco ha dovuto chiarire
civilmente - a cornate - le sue intenzioni agli altri maschi. In
etologia, si dice che ha conquistato «il controllo del territorio».
Per i mammiferi di bassa cultura il «territorio» è un sito
geografico. Per il mammifero uomo, bestia sofisticata, si tratta
di un àmbito culturale. Basta eccellere in qualunque materia:
musica, politica, finanza o letteratura, tutto fa brodo,
per cuccare tra le addette ai lavori.
Un esempio ce lo offrono maestri di tennis, discjockey e
animatori turistici: a questi marpioni basta sapere maneggiare
una racchetta, uno stereo o un giochino scemo, per
cuccare a livelli industriali.
Il sultano, comunque, rappresenta il prototipo meglio riuscito.
Nel cuore di ogni maschio cova questo sogno represso:
una sola donna, a noi, ci va stretta.
La coppia, per noi uomini,
è un miserabile compromesso
tra gineceo e castità:
la coppia, in soldoni,
è l’harem che ci passa la mutua.

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Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 33
Quando un uomo raggiunge l’età degli amori, s’ingegna a
cercare il territorio propizio alla sua indole, per fare miglior
figura.
Il «fatuo-bello» stazionerà in discoteca, dove il suo sguardo
assassino scintillerà, maliardo, tra luci psichedeliche e
ultraviolette. E dove la conversazione, suo tallone d’Achille,
sia resa impossibile da tutti quei decibel provvidenziali.
Il «brutto-simpatico» bivaccherà nelle taverne dove, al
contrario, potrà sfoggiare la sua parlantina, nel barlume di
una candela che rende vaghi i suoi lineamenti da rospo.
Bellezza
In fondo,
noi maschi sviluppiamo l’intelligenza
solo quando ci siamo proprio costretti
dall’assenza di altri argomenti.
Quando un uomo ha un quoziente intellettivo sotto la
media, di solito non se ne accorge. Ma una donna lo capirà
subito dalla stazza dei suoi pettorali.
Lui proporrà sane passeggiate nel parco, forzando astutamente
l’andatura per fare colpo sulla bella. Ogni abete
che incontra, trotterellando spavaldo, sarà per lui un irresistibile
invito a dare esibizione di arrampicamenti. La prenderà
in braccio come un fuscello, senza tradire il minimo
sforzo.
Eh, sì, il bello ginnasticato ha un po’ l’aria di un bove, con
quelle vene grosse sul collo. Però talvolta funziona. Dev’essere
per via degli acidi lattici che, con tutto quel moto, gli
impregnano i muscoli: forse risvegliano nella donna l’istinto
materno.
Ricchezza
Il denaro
è come l’acqua di Lourdes:
sarà pieno di microbi,
ma pare davvero che faccia miracoli!
Il vero ricco nasce già tale. Ma è sempre più raro. Come
surrogato, oggi, c’è l’uomo rampante, il manager di successo
che sgobba per comperarsi sempre nuovi giocattoli.
È pieno di gadget e di «status symbol». Abiti griffati, orologi
jet-set, ville hollywoodiane. Un complesso armamentario
che usa come richiamo per donne.
Però si rivela un nababbo a mezzo servizio: offre viaggi
«top class» intorno al mondo, ma avrà sempre un occhio sul
telex, in allerta per qualche emergenza della sua corporation.
Stordisce la preda con l’auto imbottita di optional, ma è
sempre con l’orecchio attento al cellulare, caso mai lo chiamasse
il suo Presidente.
Potere
La politica è una forma di deviazione sessuale
particolarmente adatta per le persone anziane.
Nasce come sofisticazione del gioco del capobranco. Gli addetti
ai lavori fanno a cornate nelle assemblee, con la mira di finire
sul podio a godersi le attenzioni dell’uditorio, come fa l’alce
che si pavoneggia, in mezzo alle femmine, dall’alto della collina.
Ma è un gioco che mostra la corda: in politica, le belle donne
scarseggiano. Basta presentarsi con una bonazza alle loro assemblee
per metter trambusto e rovinargli la festa.

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Ciarlatani
Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 35
Preferisco l’umorismo
alla politica:
mi pare più giusto
ridicolizzare cose serie
che spacciare per serie cose ridicole.
Oltretutto, i politici praticano il sesso svogliatamente. Forse,
spogliare le donne li lascia indifferenti:
Per un politico
il massimo della libidine
sta nello spoglio
delle schede elettorali.
È per rinnovare la goduria di essere votati, che sollecitano
sempre nuove elezioni.
Attirata nella garçonnière di un uomo politico, una donna
ci resta subito male, accorgendosi che è tutta arredata come
un seggio. Se poi lui pretende di coinvolgerla in perversi giochi
d’amore, lei non deve esagerare nell’accontentarlo. Una donna
seria, comunque, rifiuta fermamente di fare l’urna elettorale.
Metodi alternativi
Un buon metodo alternativo per far presa sulla donna è
quello di farla piangere. Comunemente, una donna piange
con tre diverse motivazioni:
– per lo struggimento
– per la rabbia
– per le risate.
Ecco dunque tre strategie per chi non ha «poteri», ma
non si dà in ogni caso per vinto: il poeta, il trasgressivo e la
simpatica canaglia.
Il poeta
Chi si ritrova un fisico da riformato e non dispone di altri argomenti
più solidi, può sempre ripiegare sul versante poetico.
Proporrà romantiche gite in bici e frugali picnic in riva al
lago, tutte cose che costino poco denaro e poca fatica.
Questo genere di seduttore è abbastanza portato per la
cultura:
La mancanza di muscoli
e di voglia di lavorare
ne favorisce
l’inclinazione alla lettura.
Così si ritrova con un bel corredo di frasi fatte e di citazioni,
che fan sempre un bell’effetto, in un prato, tra le formiche.
Il seduttore poetico si soffermerà volentieri davanti le librerie,
ma schiverà con cura le vetrine del gioielliere. È, inoltre,
negato per i lavori pesanti: anche il cestino del picnic resta
al di sopra delle sue forze. Dunque, se lo dovrà accollare lei.
Il trasgressivo
La donna è attratta dai «tipi tosti» e si mette istintivamente
in competizione con un uomo che sia tutto da raddrizzare.
Così s’incasina nel tentativo di modificarlo. L’incontro-

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Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 37
scontro con un trasgressivo doc è un’occasione stimolante
per lei, che fa così fatica, in genere, a trasgredire.
Il trasgressivo si atteggia a paladino della libertà di pensiero,
quello che impone di disobbedire a tutte le mamme del mondo.
Lei cercherà di convertirlo per gustare a fondo il piacere della
sconfitta: finalmente uno che non si piega a nessuna.
La simpatica canaglia
Ogni donna di razza
sogna di assemblare
un «bastardo pieghevole»,
una specie di fiera domata:
tutto ruggiti contro il mondo cattivo
e belati tra le sue ferme braccia affettuose.
Farla ridere, fino alle lacrime. Ecco la strategia più moderna:
L’ironia per la donna
è una conquista recente.
Nel Medioevo, per le donne
c’era poco da ridere...
Se saprai mettere alla berlina castità, fedeltà, temperanza
e altre virtù assortite, scoprirai nella donna una stupenda
selvaggia. Nel futuro ci sarà sempre più spazio per i tipi
simpatici. Le Biancaneve sono ormai stufe di sospirare per
i Principi Azzurri. Di perfettini senza macchia e senza paura
ne hanno già piene le favole.
La donna ha cominciato a sentirsi protagonista, altro che
ancella del super-eroe! Vuol essere libera? Che c’è di più
liberatorio di una risata? Facciamola ridere, vedrai che funziona!
Pensa a Woody Allen, con quella faccia da rospo psicanalitico!
Eppure ha sempre avuto donne bellissime.
Saldi
Conquistatori per sfinimento
I sentimenti sono quella cosa
che certi uomini offrono alle donne
quando sono finiti i soldi.
Il matrimonio vien buono
quando sono finiti anche i sentimenti.
I ragazzi perbene, quelli con i pantaloni stirati a puntino,
le scarpe lucide e i capelli composti, insomma quelli che le
addette ai lavori chiamano «pesci lessi», hanno anche loro
una strategia per cuccare. La tecnica ricorda un assedio alle
mura: piccole attenzioni, fiori, segretariato galante, accompagnamento
per i negozi. Lunga e defatigante è la carriera
di questi oscuri eroi dell’attesa. Ma di solito sono premiati.
Sempre che l’assediata non si faccia monaca per la disperazione,
prima o poi, infatti, riusciranno a espugnarla.
Conquistatori mercantili
Pur di portarsela a letto, la ricolmano di doni stile Babbo
Natale. Pellicce, gioielli, fiori, chincaglierie. Nei casi estremi
arrivano alla perversione di prendersela in sposa. È incredibile
quel che non farebbero per una notte d’amore!

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Avvoltoi
Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 39
Ecco i più nefandi. Quelli che stanno appostati a sorvegliare
le coppie in odore di crisi. Aspettano pazienti l’occasione
giusta (una scenata, un litigio) per insidiare la preda,
presentandosi tempestivamente con aria amichevole e tutto
il loro kit consolatorio. Imperturbabili, si sorbettano pianti
e singhiozzi, in vigile attesa per approfittare di ogni attimo
di debolezza.
Non si fanno scrupolo a usare champagne e altre armi
sleali per stordire le vittime e rubar loro un’ora d’amore.
Rubar loro? Che dico, rubarci! I veri fregati siamo noi, legittimi
titolari, quando ci tocca di riprendercele usate.
Imbrogli
Pare che gli uomini
facciano l’amore di continuo
e le donne solo raramente.
Sì, ci dev’essere qualcuno che bara.
Senza dubbio, il sesso, inteso come «potenza sessuale», è
uno dei punti deboli di noi maschi. Questa certezza si fonda
sull’osservazione di certi meccanismi fisiologici, la cui
precarietà è fuori discussione.
È stata una vera spilorceria
quella del Creatore,
di affibbiare
due funzioni tanto differenti
a un unico organo virile:
è nato così il membro convertibile,
la vera angustia di ogni uomo.
In queste condizioni, l’amplesso è una prova generale
di capacità sessuale: un esamino da superare ogni volta.
Noi uomini siamo terrorizzati dal sesso e ne parliamo di
continuo, sperando di entrarci in confidenza, ma invano:
la nostra ansia ha radici profonde. Allora ci rifugiamo
nella fantasia, per vantarci con i nostri compagni di disfatte.
Così nascono leggende di prodezze sessuali sovrumane.
Abbiamo pure cercato di difenderci contro la travolgente
sessualità della donna, inventando virtù comode
per noi, come il «pudore femminile» o la proverbiale «onestà
della massaia». Ma non avremmo proprio dovuto coinvolgere
nelle nostre fobie entità degne del massimo rispetto,
come la Legge, la Morale e la Religione, mettendone
in pericolo il prestigio.
Abbiamo inventato appositamente crimini fantasiosi,
come il «reato di adulterio», e norme morali ipocondriache,
come la Castità e la Temperanza. Abbiamo addirittura
forzato la mano al Padreterno perché introducesse il
folcloristico comandamento: «Non commettere atti impuri».
Questi miserabili espedienti non ci hanno minimamente
salvato: siamo rimasti travolti dalla vorace sessualità femminile.
È nata così, di rimbalzo, la gelosia maschile: ciascun
uomo teme in modo patologico il confronto con gli altri
maschi, perché sa bene di essere un inetto.
Per esorcizzare complessi del genere, sono nate figure
come l’Assatanato, il Copulatore Indefesso, il Don Giovanni:
tutte invenzioni grottesche, sintomo evidente di nevrosi
e di complessi d’inferiorità.

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Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 41
Dallo stesso meccanismo deriva il tradizionale cliché della
coppia: la donna, assai più dotata, doveva starsene buona
e zitta in casa, mentre l’uomo, inadeguato di fronte agli stessi
impegni coniugali, pretendeva addirittura di cimentarsi in
imprese aggiuntive, fuori dal letto regolamentare.
Sembra che molte donne del passato abbiano sopportato
tutto questo più per compassione che per acquiescenza, senza
nemmeno ripagare con la stessa moneta. Ma sarà poi vero?
Successo
Quando una donna ti dice di sì,
è la vita che ti offre il semaforo verde:
dà l’omologazione ai tuoi cromosomi.
La vita ti schiude il portone sul cortile dei posteri e inserisce
il tuo nome nella lista dei partecipanti al sorteggio finale.
Per superare il collaudo delle compagne, al liceo ti è bastata
la simpatia. Da grande ci sono voluti anche un po’ di
quattrini, a conferma che anche in affari la simpatia ha dato
i suoi frutti. Accidenti! Appena ti metti comodo, hai già
un’altra età, e sei costretto a organizzarti in modo diverso.
Con gli anni, neppure il denaro ti basterà più, per suscitare
l’ultimo scampolo di seduzione. Ci vuole un sospetto di
genialità, un carisma che faccia perdonare i troppi anni vissuti.
Un alibi chiamato «successo». Insomma, per continuare
ad avere belle donne da vecchio, bisogna che diventi un
grand’uomo.
Ma il successo
è agli antipodi della felicità.
Il successo, infatti,
è l’arte dell’aggiungere
mentre la felicità
è l’arte del togliere.
Comunque sia, quando un uomo raggiunge il successo,
presenta la stessa aria di sicumera che ha una donna quando
esce dall’estetista.

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Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 43
Profumo di donne, 3
Carlotta
Non sapevo che scusa inventare per attirare Carlotta nella mia
tana, così le ho raccontato che volevo inaugurare la mia nuova
cucina con una ragazza all’altezza dei miei bignè al gianduia e
vaniglia.
Questa scusa della «casa da inaugurare» è un mio vecchio
trucco. Funziona sempre. Tengo la cucina pulita perché conservi
nel tempo l’aria di nuovo. Ho da parte un barattolo di tinta che
apro quando occorre per profumare di vernice fresca l’ambiente.
Confesso che con gli anni ho acquisito un discreto fair play
con le donne. Purtroppo non ho la faccia di uno «che non deve
chiedere mai», ma in compenso ho imparato a essere uno «che sa
chiedere come si deve»...
Scalo velocissimo la sua personalità. Come un bambino che
rompe i giocattoli, per guardarci dentro e smontarne il castello di
seduzione. Purtroppo però:
Le donne sono senza ingranaggi,
sono più sottili e pericolose.
Finché non le ho capite bene, le osservo. Una donna è per me
come un libro di studio. Leggo e rileggo quelle pagine, così complesse.
Non mi accontento, come molti fanno, di accarezzare
semplicemente la rilegatura. Finito un libro, non vedo l’ora di
leggerne un altro.
Insomma, sono un vero bibliofilo. Altro che puttaniere! Carlotta
è una conquista quasi impossibile, sul piano teorico. Ha un
carattere assolutamente incompatibile al mio. Ed è proprio per
questo che mi seduce l’idea di sedurla. Grazie a dio, è molto
sveglia. Questo semplifica parecchio le cose.
Contrariamente all’opinione diffusa,
le donne più difficili da conquistare
sono le stupide:
quelle non le smuovi con niente.
La donna intelligente, invece,
mette la sua fantasia
al servizio del seduttore.
Carlotta è arrivata con un mazzo di fiori. Io ho pronta in
frigo una bottiglia di spumante. Sul fondo del tappo ci scriveremo
la data di oggi prima di lanciarlo dalla finestra, fuori, nel
buio della notte: un modo per dire che un nuovo giorno memorabile
è stato stappato.
Mi sento i brividi di un’ansiosa felicità, come se stessi per
rubare qualcosa. Per un attimo mi scappa da ridere, pensando
che i tetti del palazzo di fronte, che è un po’ più basso, dovranno
essere pieni di tappi a futura memoria.

Strategie femminili
Perché una donna telefoni a un uomo
bisogna che lui sia eccezionale
oppure un imbecille:
gli uomini normali
si devono rassegnare a chiamare loro.
In fatto di seduzione nessuno è più abile della donna. Il sex
appeal ce l’ha nel sangue. Basta guardarla negli occhi: che
aria furba innata! E che espressione da predatrice, quando
si trova tra le mani il pollo giusto da avviare alla stia!
Determinazione
Quando una donna
si decide a dartela
è davvero irremovibile.
Le strategie femminili si basano su un assioma fondamentale:
l’uomo è un animale un po’ duro d’orecchi, non ascolta con
attenzione. È tutto concentrato sull’organo della vista, specialmente
quando è davanti alle forme a lui care, che in genere
sono lisce e rotonde.
La donna, attentissima, si preoccupa dunque di tenerle

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Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 47
ben modellate. Quando è in stagione di caccia, passa ore
davanti allo specchio. Non si accontenta di parrucchiere e
make-up. Si sfinisce nelle palestre tra saune e massaggi, si fa
risucchiare i grassi superflui, o passa a mezzi più drastici,
sotto il bisturi del chirurgo plastico.
D’altra parte, l’uomo non vede le grazie femminili come
il frutto di un duro lavoro: s’immagina che la perfezione
estetica sia una manna caduta dal cielo, come un incanto, e
si compiace di restarne irretito.
Tenacia
Quando una ragazza passa mesi
a farti un maglione con le sue mani,
più che un pensierino
ti offre un avvertimento...
Se il merlo è particolarmente coriaceo e refrattario ai legami
durevoli, la donna si sbilancia fino a prospettargli libertà
illimitate per le sue scorribande fedifraghe. E lui ci
casca regolarmente, senza immaginare che, in una manovra
progressiva a tenaglia, lei gli farà intorno terra bruciata, fino
a ricondurlo «nella riserva» come un indiano, in libertà vigilata.
La donna ben conosce i nostri atavici complessi d’Edipo
e ci avvolge nel calore mai dimenticato del grembo materno.
Anche quelle male equipaggiate possono pur sempre ripiegare
sulla tecnica dell’elogio entusiastico, a cui è difficile
che il bellimbusto di turno resti insensibile: un briciolo di
narcisismo dovrà pur averlo.
Male che vada, comunque, alle donne resta sempre un’ultima
chance: concedersi tout-court, senza tante menate.
Perizia
Nella donna,
c’è una terza cosa
tra la fermezza che nasconde
e la dolcezza che ispira
Comunque,
la dolcezza è un’arma
che la donna tiene sempre
dalla parte dell’impugnatura.
Secondo i manuali, un uomo va manipolato come un
tortellino, e soprattutto va massaggiato sopra e sotto, come
un prosciutto in salamoia. Una vera esperta non rinuncia
mai al suo kit di unguenti al rosmarino e di olii canforati.
Oggigiorno, nessuna donna fa più l’amore in modo passivo,
anzi, ora in pratica fa tutto lei. La cultura sessuale è
arrivata ovunque. Le mappe erogene di un uomo le sanno a
memoria anche i puffi. Però sarebbe bene che una donna
moderna, quando decide di ghermire un uomo, non scaricasse
su di lui tutta la sua scienza erotica. Lo rintronerebbe:
lui non è ancora all’altezza, dal punto di vista tecnologico.
Tac
La donna è musica. Anzi, è uno strumento musicale. Quando
parla, è tutto il suo scheletro che entra in risonanza. Dalle
vibrazioni armoniche che diffonde si può dedurre se ha i

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Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 49
fianchi snelli o il culo largo. Per questo, basta un po’ di allenamento.
Un orecchio maschile ben esercitato riesce persino
a capire se la ragazza ha caviglie e polsi sottili.
Normalmente una donna nasconde i difetti, per mettere
in mostra le parti migliori. Gonne lunghe e stivali occultano
grossi polpacci, minigonne mettono in risalto gambe affusolate.
II maglione fa da alibi all’assenza di seno, il reggipetto
sostiene tettone pendule per esibirle su di un solido davanzale.
Marchingegni
In sintesi:
tutto quello che una donna copre,
tu, dallo scontato per brutto.
Quand’ero ragazzino
la moda era per i fianchi larghi:
tutte le donne erano prosperose.
Ora va di moda il sedere stretto:
tutte ce l’hanno stretto.
Mi viene un dubbio:
che i fianchi femminili siano regolabili?
La donna, si sa, quando si trova in serie difficoltà non
esita a escogitare le più fraudolente sofisticazioni.
Se ha il culetto davvero largo, piatto e informe, passa agli
estremi rimedi: esistono in commercio guêpière capaci di
far assumere a qualunque posteriore la forma voluta.
Quest’orpello è realizzato, col calco, sul sederino di una
modella opportunamente selezionata. Il risultato dipende
dalla tensione impressa all’orpello. Solitamente, per far as-
sumere a un culetto una forma decente, è necessaria una
pressione di due o tre atmosfere.
L’unico guaio della guêpière a tre atmosfere è l’impaccio
nel camminare. A ogni passo la donna deve tirare indietro
la pancia, fare una profonda inspirazione e trattenere il fiato
fino al passo successivo. È per questo che una ragazza a
tre atmosfere, quando cammina sbuffando, sembra, soprattutto
d’inverno, una locomotiva a vapore.
Sotto i pantaloni, opportunamente nascosti, una ragazza
a tre atmosfere porta tacchi altissimi. Esistono tabelle che
ogni donna bassina consulta regolarmente.
Facciamo l’esempio di una ragazza alta un metro e
cinquantatré con didietro di centoventi centimetri, che voglia
ritoccare le sue misure, portandole rispettivamente a
uno e settantacinque, per la statura, e novanta per il culetto:
metterà tacchi da ventidue centimetri e indosserà una guêpière
a sette atmosfere. Certo, le ci vorrà qualche corso di
rieducazione motoria e di respirazione artificiale. Ma potrà
circolare liberamente, purché esponga il cartello arancione
previsto dal codice stradale per chi trasporta esplosivi.
Fondamentale a questo punto è la camicetta corazzata,
stretta in vita e larga sul seno. Il compito di questa armatura
è di far risalire le lardosità dai fianchi, convogliarle verso
l’alto, su su, fino a iniettarle nel seno. In tal modo si possono
riciclare fianchi obesi trasformandoli in tettine ben tornite.
Tutte frodi? Mah!
La verità è soltanto
una bugia più sottile:
il massimo della sincerità
la raggiungi soprattutto
quando menti anche a te stesso.

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Escalation sentimentale
L’escalation sentimentale prevede le seguenti tappe progressive:
– simpatico aperitivo al bar,
– cena romantica al lume di candela,
– notte pazza in discoteca,
– alba eroica a casa sua,
– week-end erotico in baita di montagna,
– entusiastica convivenza a due,
– matrimonio fatale,
– divorzio riparatore,
– simpatico aperitivo al bar.
Profumo di donne, 4
Claudia
Claudia dev’essersi truccata con cura. Si è passata sul volto il
fondotinta, l’ombretto, il mascara, il rossetto e poi c’è ripassata
su con l’ovatta e il pennello puliti, per nasconderne l’evidenza. A
un occhio inesperto potrebbe sembrare al naturale, e invece ha
truccato anche il trucco.
Io resto pensoso davanti allo specchio: cerco un’espressione sincera
tra quelle che ho nel repertorio con «aria sicura». Lo sguardo
è ok, ma le labbra non tradiscono la dovuta trepidazione. Con questa
faccia non si possono dire frasi del tipo: «Non giocare con me, per
una volta...». No, non funzionerebbe, devo tarare il sorriso.
Visto che mi ha concesso la scelta del campo, l’ho invitata a
cena. A tavola ci si misura soltanto dal busto in su, e questo
gioca a mio favore. Lei non potrà sfoderare i bei fianchi sottili, le
sue gambe affusolate, il culetto impertinente. Io invece le mie chiacchiere
ce le ho tutte al di sopra della tavaglia.
Finché riuscirò a tenere la conversazione nell’area del sarcasmo
bonario, del doppiosenso brillante, farò il mio gioco. Devo fare attenzione
a non cadere nel patetico-sentimentale: rischio sempre di
farmi prendere la mano dalla vis drammatica e di andare sopra le
righe. Se lei scoppia a ridere mentre fai il sentimentale, sei un uomo
finito.
Schierati l’uno di fronte all’altra, al ristorante, Claudia e io comunichiamo
anche senza dir nulla: ci parliamo in silenzio con gli occhi.

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Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 53
I suoi sguardi sono umide promesse, i suoi gesti, muti come un
enigma. Nulla da lei trapela di tenero nei miei confronti. Solo i
suoi occhi, mobili, mandano messaggi segreti e la minima fluttuazione
delle sue palpebre viene registrata dai miei sismografi.
Le verso un calice di champagne. Lei si umetta le labbra soltanto.
Consigliamole qualcosa di piccante. Speriamo le venga sete!
No, la malfidata ordina una Perrier.
Sento che ogni mio gesto è fotografato dai suoi ricognitori azzurri,
così dolci e sognanti. Invece i miei radar li identificano
come un modello sofisticato di contraerea.
Una guerra di sorrisi, di mezze frasi e mezze capitolazioni.
Quando il prestigiatore è bravo non si vede il trucco. Ma è chiaro
che lei non si fida. È in attesa della mia metamorfosi. Sente già
nelle orecchie il clic del bracciale dell’orologio, lo zip della cerniera
dei pantaloni, lo schiocco asciutto del bacio di un uomo che non
vede l’ora di andarsene. Si vede già sola su un letto disfatto, con i
vestiti gualciti, il trucco da ricomporre.
Ma anch’io leggo tutto questo nei suoi pensieri. E li prevengo.
«E stata una gran bella serata! Salutiamoci qui. Non vorrei
sciupare qualcosa... Ci rivediamo domani? Non mi va di telefonarti
nella notte per chiedertelo. L’ho già fatto troppe volte a
sproposito. Facciamo domattina alle nove, per un cappuccino e
brioche?»
Questo lei non se l’aspettava. Si sente spiazzata, come il difensore
di una muraglia che vede il nemico alle spalle... ormai Claudia
è mia. La sua anima, la sua gonna svolazzante, il suo profumo
sul collo... miei! Le sue scarpe col tacco, le sue calze, il suo
reggiseno, il suo alito umido sulla mia bocca. Tutto mio! Grido in
silenzio stringendo i pugni.
Quando conquisti una donna, è lungo il capitolato del bottino
che ti spetta per diritto di guerra.
Canneto
Discoteche
I territori di caccia
Garçonnière del villico.
Quando vai in discoteca con una donna ti trovi bersagliato
da un incrocio di sguardi femminili da drizzare le orecchie.
Poi ci torni da solo e nessuna ti bada più. Noi uomini
abbiamo il vizio di crederci protagonisti, mentre siamo soltanto
il laboratorio vivente della seduzione femminile.
Centro studi Riccione
I bagnini romagnoli ogni anno gareggiano tra loro per il
primato di conquiste amorose. Un tempo contava soltanto
il numero di donne sedotte e si vinceva a semplice maggioranza.
Poi, le recenti modifiche al sistema elettorale hanno
contagiato anche i bagnini, che hanno studiato una tabella
più sofisticata.

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Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 55
A ogni tipologia femminile hanno attribuito un diverso
punteggio. Per esempio:
– donna romagnola: punti 10 (la donna romagnola è selvaggina
rara, vaccinata com’è alle strategie canagliesche dei conterranei);
– nordica: punti 3 (anche le svedesi sono ormai scafatissime);
– bolognese: punti 1 (le bolognesi risultano di media
castigatezza);
– bresciana: punti -3 (senza commento – ho molte amiche
di Brescia).
Anche le professioni femminili sono state tenute nel debito
conto, ai fini del punteggio. Per esempio:
– commessa: punti 3 (la consuetudine alle avances dei clienti
le ha rese difficili);
– insegnante: punti 1 (le insegnanti sarebbero di media
castigatezza?);
– infermiera: punti -3 (senza commento – ho molte amiche
infermiere).
Stando a queste tabelle, se un disgraziato bagnino incappa
in un’infermiera di Brescia, in pratica si squalifica con le
sue mani.
Fauna letteraria
Un libro ti chiede tempo per leggerlo. È un atto di fiducia:
finché non l’hai letto, chi ti dice che ne valga la pena? Oltretutto,
un libro è una bella ipoteca sul tuo tempo per vivere.
E poi non vale mai il prezzo che costa. Se è bello, praticamente
è regalato. Se è brutto, dovrebbe pagarti l’autore per
il tempo che ti ha fatto sprecare. Se questa regola venisse
applicata, penso che ci sarebbero parecchi autori sul lastrico.
Non ho per i libri un rispetto reverenziale. Conosco la
loro genealogia. Nascono spesso dal narcisismo di chi è
maldestro con le ragazze e rimedia sabati pomeriggio in biblioteca.
Molti libri, oggi, sono un’idea furba tradotta in allusioni
da copertina. Servono, più che altro, a ingombrare
di carta gli scaffali e ad arredare le case moderne, così povere
di opere d’arte.
Tanti anni fa, invece, sono stato innamorato della letteratura.
Poi ho cominciato a frequentarla e l’amore è svanito di
colpo. Non c’è nulla come l’assiduità per liquidare una passione
alla svelta. Mi sono messo a scrivere anch’io, per capire
che effetto faceva.
Ho capito come sia indispensabile
scrivere libri
per quelle intelligenze
che non sono capaci
di sostituire una lampadina fulminata.
La letteratura, in fondo, è un modo economico per tenere
occupati certi intelletti «troppo creativi», evitando che
combinino danni peggiori.
Tutto sommato, a scrivere c’è un grosso vantaggio: il foglio
di carta oppone scarsa resistenza all’azione, ti guarda
remissivo e subisce in silenzio. Offre un senso di onnipotenza
a buon mercato. Ben altri ostacoli ci sono a tradurre in azioni
i pensieri, nel duro mondo della realtà.

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Elogio della discoteca
Sarà una forma di masochismo, ma non sai resistere, specialmente
in vacanza: lo devi fare. A volte hai tentato di
andare a coricarti senza, ma poi una forza superiore ti ha
ordinato di rivestirti, di parcheggiare l’auto come un pirata
e, alla fine, di entrare.
Sto parlando della discoteca più vicina, naturalmente: l’antro
maliardo della frustrazione sessuale, il teatro stabile dello
psicodramma collettivo sexy-analfabeta, il trionfo della lusinga
afasica.
Grazie ai suoi decibel da infarto acustico, qui finalmente
il concetto di democrazia trova la sua massima applicazione:
nella totale assenza di ogni forma di linguaggio evoluto,
il tuo coefficiente mentale si attesta armoniosamente sui
livelli del karaoke.
Dovendo star zitto, nessuno potrà prevaricare il prossimo
suo con motti di spirito e argomentazioni complesse.
La baldanza del pensiero finalmente è neutralizzata. Qui
tutta la tua scienza di animale pensante, le tue lauree, la tua
biblioteca mentale crollano miseramente di fronte a due tettine
che sobbalzano ritmiche, a un culetto che si dimena bene.
Culetto e tettine cui manca soltanto il dono della parola,
come a te, come a tutti, in quel frastuono, del resto.
Che sottile rivincita!
In questo antro felice,
la fine intelligenza,
questa petulante
compagna di viaggio,
soccombe di fronte
al potere delle rotondità:
l’acuto si inchina
davanti al rotondo.
Ogni volta che esci dai suoi megawatt, stravolto da residue
allucinazioni acustiche, ti riprometti di non tornarci mai
più. Ma poi ci ricaschi come un minchione. La discoteca è
una droga.
I primi sintomi dell’assuefazione sono facilmente riconoscibili:
tendenza a parlare per slogan, ammiccamenti recidivi,
sorrisi tetanici, capatine regolari alla toilette per controllare
lo stato del ciuffo.
Il rituale è codificato: con la tua baldanza affidata a una
sigaretta, sleghi una conversazione fatta di slogan a presa
rapida. Devono essere brevissimi, prima che ti sfugga via la
compagna, rapita dal fascino di qualcuno che tiene in mano
il bicchiere con maggior sicurezza.
La sensazione di rischio aleggia nell’aria: emuli di Humphrey
Bogart si aggirano minacciosi nella penombra, con un sorriso
studiato per ore allo specchio, osservando fascinose
orsacchiotte calzate con pesanti stivali di camoscio in piena
estate. Tutti pronti a surclassarti.
In discoteca, le tue credenziali le hai stampate in faccia:
dato che l’uso della conversazione verbale è interdetto e
che la parola è monopolio degli altoparlanti.
Eppure ci vai e ci torni. Un’ansia ti chiama, una sirena
che, se non le obbedisci, ti tormenterebbe con diuturne recriminazioni
per la «grande occasione perduta». L’assillo è
sempre lo stesso: la donna (o l’uomo) dei sogni che vaga
sconsolata (o) alla tua ricerca per tutta la notte.
Ma lì dentro ti attende un altro quadretto. In pista, sobbalzanti
creature femminili, in preda a raptus di narcisismo,
esibiscono il risultato delle loro prove davanti allo specchio.
Miele irresistibile, e tormento, per le orde migratorie di occhi
maschili attirati da tutto ciò che sobbalza, riluce, ondeggia.

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Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 59
Nell’ombra ammaliatrice del bar, staziona un bicchiere di
whisky sospeso nel vuoto di una solitudine ironica e fiera.
Sei tu, che osservi divertito quel carosello di uomini persi
nel dolore/piacere di ritrovarsi tutti uguali, accomunati nella
ricerca di essere tutti diversi. Tutti stivalati, azzimati, finto-arruffati,
bicchierati e sigarettati, tutti assorti nell’esibizione
di sé: «Recito, ergo sum!».
Il tuo petto, rigonfio per la durata di uno spot pubblicitario,
il tuo sorriso di repertorio si squaglieranno come neve
al sole davanti all’uscita, quando dovrai fare l’ennesimo consuntivo
del tuo tempo perduto. Ma ora puoi tornare al tuo
letto senza rimpianti, con la coscienza a posto: il tuo dovere
l’hai compiuto fino in fondo.
Al quotidiano appuntamento
con le illusioni, tu c’eri.
Nel mondo dei sogni,
la donna dei sogni
non potrà rinfacciarti
alcuna inadempienza.
Profumo di donne, 5
Le feste
Tutte le feste hanno qualcosa in comune: pare di essere in un
mercatino di schiavi. Ci si offre come in un suk, ciascuno con la
propria mercanzia bene in vista: minigonne, sguardi, cravatte e
sorrisi. Chi si scambia indirizzi, chi combina cenette, chi formula
le proposte più fantasiose avendo però sempre in mente lo
stesso obiettivo segreto: cuccare!
Anche se ho una gran fame, non tocco neanche un tramezzino.
È una questione di disciplina. Alle feste ci vado per cacciare,
non per abboffarmi. Lo diceva anche mio padre, di tenere i cani
a digiuno, prima delle battute.
Comincio a studiare il territorio. Ogni festa è come una foresta
che pullula di selvaggina. C’è una volpacchiotta molto carina
che si dà da fare attorno a un tombolotto dall’aria bovina. Mi
stupirei di tanto interesse, se non sapessi chi è lui, e soprattutto
chi è il suo papà. Lei ha negli occhi l’inconfondibile balenìo di
chi pregusta la preda. A me pare di sentire come il ronzìo di un
registratore di cassa.
Incontro un’altra coppia degna di studio. Lei, tonda, bassina,
scodinzolante, e lui, allampanato, con l’occhio astuto da drome-

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Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 61
dario, che si dà arie da star. Neanche fosse Humphrey Bogart!
Però per lei dev’essere ancor meglio, almeno a giudicare dai gridolini
estasiati. È il suo modo di ripagarlo: così il camelide si crederà un
purosangue.
Nella seduzione,
non sempre è il denaro
a colmare i dislivelli.
C’è un barbagianni imbambolato davanti a una bella civettina
narcisa. Lui lancia occhiate telescopiche su quelle tette e quei fianchi
che lo hanno ridotto in catalessi. Se ne compiace, il titonide. E
anche lei. Ma non credo che ci starà: ha già ottenuto esattamente
quello che s’era prefissa.
Mi guardo in giro. Ecco una seduttrice maldestra che mette troppo
in mostra le tette. Fa smorfiettine finto-ingenue. Lascia capire il
trucco. Ho sempre pensato che i cattivi prestigiatori abbiano una
loro utilità: anche se offrono uno spettacolo mediocre, in compenso
t’insegnano a smascherare quelli più bravi.
Ecco, in un angolo, una bella coppia di piccioncini: Daniele e
Gloria, appena sposati, con quell’aria da cova. Proprio due piccioncini,
d’allevamento. Tubano, loro! Non sanno di essere entrati già «in
produzione»: mi par di vedere la Gloria l’anno prossimo con il
pancione, e Daniele con l’aria da cappon-famiglia tutto fiero del
suo bel lavoretto.
Girando di nuovo lo sguardo mi imbatto in una farfalla dal
faccino incantato che sembra uscita dalle pagine di Alice nel paese
delle meraviglie. L’avevo notata anche prima. Fa la carina
con tutti, a rotazione; si posa nello sguardo di ogni ragazzo come di
fiore in fiore. Vedo che si avvicina. Che sia giunto il mio turno?
«Dimmi, che animale sono io per te?»
Lei mi guarda sbigottita. Un simile benvenuto non se l’aspettava.
«Ti fornisco qualche utile indicazione: il mio sogno è di
fare il galletto, ma ho la testa spelacchiata come un tacchino.
Ho l’età di un elefante, forse anche la sua memoria, ma non
ricordo di averti mai visto.»
La fanciulla mi guarda esterrefatta, stralunando gli occhi.
Siamo usciti dalla sceneggiatura da festa, e lei si trova senza
copione. La provoco ancora.
«Dimmi chi sono? Io non lo so più. Ero un animaletto
dolcissimo, ma con gli anni mi sono spuntati gli artigli. A
proposito, stasera non ho ancora cenato, ti confesso che guardandoti
mi si risveglia un certo languore!»
Sempre più stordita, lei si guarda intorno, cercando un
punto di riferimento. Forse vorrebbe sparire. Se ne va disorientata
senza dire parola.
Maledizione, sto diventando smemorato davvero! Mi viene
incontro una donna che ha tutta l’aria di conoscermi bene.
Ma non ricordo assolutamente chi sia. Cose del genere mi
capitano spesso e sono abbastanza allenato: di solito sto sul
vago, evito riferimenti precisi e soprattutto faccio domande a
ventaglio per trovare un bandolo. Stavolta l’impresa risulta
difficile perché lei fa la reticente e non mi aiuta affatto.
Ah, ecco: finalmente si svela l’arcano. Abbiamo avuto una
breve relazione dieci anni fa. È lei che, non reggendo più alla
farsa, mi chiede se faccio finta o mi sono veramente scordato.
Preferisco dribblare nel surreale piuttosto che confessarmi rimbambito
del tutto:
«Un vero gentleman
nega le sue avventure
anche col miglior amico.
Io sono un gentleman così rifinito
da negarle persino con l’interessata.»

Amore e libertà
Nella vita
ho amato una sola donna,
ma non mi ricordo quale.
Amore e libertà: due impulsi così antagonisti tra loro!
È vero,
non sono mai stato fedele
a una donna sola.
Ma ho fatto di meglio:
sono stato fedele a tutte!
Così, non ho tradito nessuno:
comportandomi diversamente,
avrei tradito me stesso.
Un’équipe di psicanalisti americani, dopo lunghi studi, è
giunta a una sconvolgente conclusione:
L’amore è una forma
di esaurimento nervoso.
Come ogni malattia, colpisce più facilmente soggetti
debilitati e predisposti. Chi vive anni opachi e non nutre
speranza nel domani, se manca del conforto di qualche re-

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Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 65
ligione o ideologia, non ha altro scampo che buttarsi nell’amore.
Un uomo non s’innamora mai di una ragazza, ma dell’idea
che si è fatto di lei; così nascono i suoi primi sentimenti,
ai quali poi lui si affeziona, tanto da non rinunciarci
più e da ridursi cotto perso. Se alla ragazza in questione
succede la stessa cosa con lui, allora si usa dire che l’amore
è ricambiato.
Una coppia felice, insomma,
non è altro che un sodalizio
tra due malati della stessa malattia.
Quando un uomo ha una cotta in incubazione lo si vede
subito, dallo sguardo perso. È come se covasse un’influenza:
il primo virus di donna che incontra, lo farà secco con
una sbandata da cavallo.
C’è un altro aspetto dell’amore che va chiarito subito, a
scanso di pericolosi equivoci:
L’intensità dell’amore
è direttamente proporzionale
alla sensibilità di chi ama
e alla insensibilità dell’amato.
Mostrandoti insensibile, dunque, stimolerai nell’altro l’intensità
della passione: di fronte a uno scarso effetto, l’innamorato
pazzo rincara la dose.
In una coppia, chi è più innamorato perde il controllo
della situazione e corre i rischi peggiori. Ma è anche giusto
così: quanto più si è innamorati, tanto più la vita è bella.
Poi, naturale che la vita ti presenti il conto.
E non mi si dia del cinico, come fosse un insulto...
L’arte di far innamorare
Il cinismo forse è
l’ultima spiaggia dei romantici,
mentre il romanticismo è senz’altro
il cavallo di battaglia dei marpioni.
Dobbiamo disilluderci: non saremo mai amati per quello
che siamo, ma solo per quello che lasciamo immaginare.
Guai perciò a palesarci troppo nei dettagli concreti. Giova,
inoltre, scomparire e riapparire a sorpresa: dunque, anche il
rapporto con l’altro sesso va vissuto a puntate, come nei
serial tivù.
L’arte di non innamorarsi
Amore universale
Letture sconsigliate:
Erich Fromm, L’arte di amare.
Chi è credente dovrebbe saperlo: l’amore per una sola
persona è una fissazione, peggio, un insulto al Padreterno;
il vero amore è quello universale. Ecco perché dobbiamo
frazionarlo fra quanti più partner possibili.
Dal diario di un libertino
Quando faccio l’amore
con una donna sola,
sento come se mi mancasse qualcosa.

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Libertà
Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 67
Grazie a dio,
si può essere soli
anche in mezzo agli altri.
Un giorno ho scoperto
che ero libero come un gabbiano,
ma solo come un cane.
Se sei sposato, non t’immagini quante occasioni, quante
situazioni ti offre la libertà! Anche se poi di uomini liberi
veramente al mondo ce ne sono pochissimi: è una condizione
difficile da sopportare. Si ha paura della solitudine,
del vuoto. La libertà, insomma, mette spavento.
Per sopportare questa anomala condizione, è fondamentale
avere una rubrica di indirizzi molto fornita e intrattenere
un buon rapporto con lei.
«Signora rubrica, cosa mi offre stasera? Vorrei qualcosa
di nuovo, al limite, di un po’ rischioso...»
«Ma quale rischio, siamo seri!» mi risponde la rubrica. «Sono
tutte situazioni precotte! È come fare caccia grossa dentro
uno zoo. Che rischio-sorpresa può darti una donna? Le opzioni
son due: o te la dà, o non te la dà, nel qual caso c’è sempre
Simona, con un asterisco, alla lettera S, come per dire che
abita sola ed è una specie di pronto soccorso.
«Sai cosa ti dico?! Visto che siamo alla S, perché non t’arrangi
con il “fai-da-te”? Tutto sommato è la soluzione più
pratica. È come per il caffè decaffeinato. C’è tutto il gusto e
zero problemi: nessuna da riaccompagnare, nessuna da consolare!»
Povero me. Anche la rubrica mi s’è ribellata.
Autoritratto
Bilancio
Maturità uno
Nei miei quarantotto anni
è come se ci fossero
due ragazzi di ventiquattro!
Qualcuno sostiene
che ce ne siano addirittura
quattro di dodici.
Gli occhi ancor che ridono
e la voglia di giocare...
ma dimmi, come si fa,
come si fa a invecchiare?
Il tempo scorre e passa
davanti alla mia età
e io resto fermo sui vent’anni
come un orologio che non va.
Il giorno più brutto della mia vita?
Quando ho scoperto
che non esisteva la Befana.
Il giorno più bello?
Quando ho scoperto
che esistevano i negozi di giocattoli.
Cos’è la maturità!?
Incazzatura solidificata.

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Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 69
Maturità due
Odio la maturità
perché rappresenta
il trionfo dell’ovvio
sull’assurdo.
Compromettersi con la ragionevolezza è un grande rischio,
per la pazzia.
Sogni e realtà
Trovarsi
Carpe diem
Rinunce
La realtà ci dà una spiegazione dei sogni.
Peccato che non siano i sogni
a darci una spiegazione della realtà.
Chi cerca se stesso
trova la linea occupata.
Se non puoi permetterti i lussi
concediti almeno gli sprechi.
Il mio psicanalista mi aveva detto
che devo imparare a fare le mie rinunce:
io ho rinunciato subito allo psicanalista.
Terapia analitica
Gli psichiatri
sono le mannequin della follia:
indossano con maggiore eleganza
gli stessi abiti dei loro pazienti.
Ma è facile distinguerli dai malati:
la camicia di forza
ce l’hanno abbottonata davanti.
Una mia amica aveva la mania di raddrizzare i quadri alle
pareti, era più forte di lei. Aveva un occhio eccezionale: notava
la minima imperfezione. In tutto il condominio, quando c’era
un quadro da appendere, si chiamava lei.
Ma non sempre il suo vezzo era gradito. Al Louvre, venne
addirittura arrestata: aveva fatto scattare l’allarme, tentando
di raddrizzare una Vergine di Raffaello. Così dovette
visitare lo psichiatra.
Grazie a lui, ora è guarita. Adesso non tocca più i quadri:
raddrizza direttamente le pareti.
Le età della vita
Fedeltà
L’età peggiore per uno scapolo:
quando le amiche
sono ormai troppo vecchie
e le figlie delle amiche
sono ancora troppo giovani.
La fedeltà è un sentimento inutile: tanto, non saresti mai all’altezza
delle aspettative del partner. Lui ha della fedeltà un’idea romantica

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Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 71
e assoluta, una specie di voto monastico, nulla a che vedere con
la fedeltà terra terra, che deriva dalla pigrizia, dalla convenienza,
dal terribile: «tanto, alla fine son tutti uguali...».
Per quanti sforzi tu faccia, potrai offrire solo un’illusione
di onestà. E allora, illusione per illusione, tanto vale spassarsela
alla chetichella.
Considerazioni sulla fedeltà
Castità
Felicità mono
L’adulterio è l’unico reato
per cui non è previsto il carcere
ma, semmai, la libertà.
Con una donna infedele
stai tranquillo
solo quando ce l’hai in casa,
mentre con una donna fedele
stai tranquillo solo quando è fuori.
La castità è una cosa bellissima:
per questo,
va tenuta in serbo per la vecchiaia.
Felicità
è avere qualcuno
che ti insaponi la schiena.
Beatitudine
è riuscire a farlo da soli.
Felicità stereo
Giardinetto affettivo
Felicità è avere una ragazza per mano.
Ricordando che di mani ne hai due.
In amore è cosa saggia diversificare il rischio. Piuttosto
che una donna bellissima, è preferibile averne due carine.
Ma bisogna stoppare in tempo il ragionamento. C’è il rischio
di ritrovarsi con quattro cessoni.
Segnaletica
L’amicizia
Non sono di qui:
saprebbe indicarmi
la strada più breve
per arrivare al suo cuore?
Ogni donna ha un’amica bella
con cui esce da sola per fare acquisti
e una «bella amica» da presentare a te.
Solitamente, questa ha di bello i capelli.
«Rimaniamo amici,» propone lei «conversiamo! Mi piace
parlare con te. Mica dobbiamo finire a letto per forza!»
E pensare che io, pur di portarmela a letto, sarei anche
disposto a tacere.

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Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 73
Profumo di donne, 6
Amici sinceri
Telefona Carlo. Era un pezzo che non lo sentivo. Mi deve
aggiornare sulle sue recenti conquiste. Sentiamo che dice.
«Mi sono visto con Maria Cristina: è venuta a trovarmi a
Milano!»
«Perbacco! Servizio a domicilio! Tutto bene?» (Un filino
di gelosia – ammetto – ce l’ho.)
«Altroché! Gran scopatrice!»
«Boh!» faccio io. «Non l’avrei mai detto!»
Poi ci rifletto. I conti non tornano. Maria Cristina è stramba
finché si vuole, ma una «gran scopatrice» mi pare impossibile!
È un secolo che ci provo, e lei mi manda in bianco regolarmente.
Ho il sospetto che Carlo mi conti una balla. Comunque,
indagherò.
• • •
«Maria Cristina, confessa: tra te e Carlo c’è sesso a pacchi!»
«Ma va’, taci! Che non gli tira nemmeno!»
«Ma cosa mi dici!»
Confesso che la cosa non mi fa il dispiacere che mi dovrebbe,
trattandosi di un amico. Ma lei rincara la dose:
«Zero su zero! Anestesia, paralisi, paraplegia!»
Hai capito, il millantatore!? Altro che «gran scopatrice» -
mi ringalluzzisco. La prima volta che Carlo telefona, lo castigo
per bene. Visto che siamo in clima di balle, voglio anch’io dire la
mia. Ma perché attendere? Lo chiamo subito.
• • •
«Ciao Carlo. Devo farti una confessione. Non te l’ho mai
detto prima, per una forma di riguardo verso Maria Cristina,
ma ho pensato che non è giusto, tra amici, tenere segreti. Insomma:
devi sapere che ho avuto anch’io una relazione con lei...»
«Lo sapevo da un pezzo... non te ne ho mai fatto parola,
perché sai... non volevo metterti in imbarazzo. Ma che vuoi che
sia, una scemenzuola sul tuo conto... cose da nulla... naturalmente
non ci ho mica creduto...»
«Quali scemenzuole?»
«Figurati! Cazzate. Se dai retta alle donne... a sentir lei,
avresti fatto cilecca! Insomma: sostiene che non ti si drizza proprio
il pisello!»

La coppia e l’harem
La vita a due
I piaceri migliori
sono quelli da dividere in due:
infatti, le ciliegie più dolci
hanno il verme.
Una donna ce l’ho,
tutte le altre le desidero.
Lo scontro tra monogamia femminile e poligamia maschile
è un conflitto fra titani, degno di un’epopea eroica.
Quando un uomo le piace,
la donna non vede l’ora di riprodurlo,
di moltiplicarlo nei figli.
Un uomo invece, la donna
la preferisce già moltiplicata,
in un harem.
Proprio così, l’uomo, ogni nuova amante che incontra,
la vorrebbe mettere insieme alle altre, nell’harem. La sua,

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Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 77
dunque, è un’infedeltà in contemporanea, un’infedeltà «orizzontale».
La donna invece è «fedele allo stesso uomo fino alla
“morte” ...» di lui! Insomma, finché non trova di meglio.
Dunque, un’infedeltà diluita nel tempo, un’infedeltà «verticale».
In sintesi: lui predilige l’ammucchiata, lei invece la rotazione.
Altro che «Amore Eterno»!
II matrimonio
Nervi a pezzi e sogni d’oro,
conosco la tua filosofia,
tesoro...
«Cent’anni d’amore,
cent’anni d’amore eterno»...
e cinque minuti per mandarsi all’inferno.
Il matrimonio trasforma i piccoli piaceri privati della vita
in altrettanti diritti-doveri. Qualcuno sostiene che è la più
raffinata delle perversioni sessuali. Ha torto. Diciamo che è
soltanto un compromesso tra rassegnazione e impulso
omicida.
Sposandosi, una donna s’accorge come oggi i costumi
sessuali si siano capovolti:
Prima del matrimonio
si gode liberamente del sesso,
mentre, con le nozze,
si dà inizio
alla più perfetta delle intese sessuali:
la castità.
Logiche di matrimonio
Le donne che si sposano per denaro
prima o poi se lo guadagnano.
Il matrimonio nasce dal concetto del «compito a casa»:
quando una cotta non riesci a smaltirla e te la trascini nel
tempo. La storia va per le lunghe, eppure non ti va di piantare
il tuo partner prima di averlo debellato a puntino: sarebbe
come lasciare un lavoro a metà.
Per sorvegliarlo, la convivenza è la condizione ideale. A
volte il debellamento dura più del previsto e il matrimonio
va avanti «finché morte non li separi». Prima o poi, comunque,
qualcuno ci lascia la pelle.
La mamma
ci rese accettabile la vita;
sarà ancora una donna
a renderci accettabile la morte.
La legge, non potendo premiare tutti i mancati uxoricidi,
provvede a sbattere in galera chi il coniuge l’accoppa sul
serio: quando i benemeriti da ricompensare sarebbero troppi,
è più economico punire tutti gli altri.
Una biro scrive moltissimo: più di mille pagine, dicono,
ma non necessariamente con lo stesso proprietario. Sei mai
riuscito a scaricare completamente il refill di una biro? No,
vero? Più probabilmente, l’hai dovuta buttare che era ancora
carica, ma non scriveva più. Qualcuno l’avrà di certo raccolta
e ci avrà scritto un romanzo.
Avrai notato l’analogia tra una biro e il tuo partner. Prendi
ad esempio la tua ragazza: arrivi a un punto che a letto

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Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 79
con te sembra spenta, ma con altri ritrova la vocazione.
Se entra nell’ordine di idee di trovarsi un marito, una donna
deve tener presente che un coniuge mica lo può buttare,
deve consumarlo. Il che non le sarà comunque difficile: è
dimostrato statisticamente che gli uomini muoiono prima.
Sono dotati di scatto, non di resistenza.
Quando una donna ha selezionato un buon marito, è meglio
che lo sposi in fretta. Se lo ha scelto come marito, non potrà
certamente essere un buon fidanzato. I criteri di cernita
sono ben diversi. Un marito è fatto per durare fino alla sua
vedovanza. Deve essere quindi sano e robusto, tenace lavoratore,
entusiasta dei bambini, eclettico nel bricolage e versatile
nelle riparazioni domestiche. Tutto il contrario di un
buon fidanzato: simili doti, in un boy-friend, sono
controindicate.
Questo non significa che un marito non debba passare
attraverso lo stadio del fidanzamento. Ma per un breve periodo
di prova, in cui dovrà dimostrare di essere sprovvisto
di un forte carattere.
Compagni di letto
Il carattere di una donna
basta e avanza per tutti e due.
Uomini e donne: l’umanità dorme in due modi diversi.
Eppure finiscono per farlo insieme.
C’è chi ogni sera, a un’ora precisa, stramazza dal sonno
come una marmotta, appoggia la testa dove gli capita e
pone fine alla giornata, senza ulteriori formalità. Ogni
tentativo di rianimarlo è inutile. Solo udendo nominare il
letto, scatta in lui un meccanismo automatico che lo
teleconduce al giaciglio. Qui si accovaccia e si spegne,
fino all’indomani.
C’è invece chi necessita di un bel rituale per prendere sonno:
un’oretta di passeggio ritmato per casa, un paio di chiassosi
film alla tivù, un disco, un libro di carta coriacea che rumoreggia
a ogni voltar di pagina, una sigaretta, ripetuti controlli
della chiusura del gas (lo avevamo già chiuso?). La base
operativa di ogni missione è il letto, naturalmente, il quale
registra con un sobbalzo ogni arrivo e partenza. Quando
finalmente il sonno sopraggiunge, manca poco al levar del
giorno.
Il mattino dopo, invece, per una naturale legge di compensazione,
le parti si invertono.
Il primo individuo ha un istinto da gallo, per cui si sveglia
con buon anticipo sulle prime luci dell’alba, quando ancora
nessuno giurerebbe che un nuovo giorno stia per spuntare.
Egli conosce il piacere di fare le cose per tempo. Di leggere
i quotidiani quando ancora appartengono a un giorno
futuro. Di radersi una barba che non è ancora spuntata, sulla
scorta di semplici indizi.
Le sue faccende di primo mattino non sempre hanno un
senso comune, in compenso fanno rumore. Ne sa qualcosa
il suo compagno di letto, il tipo nottambulo, che si è appisolato
da poco: ha un bel daffare a isolarsi la testa tra due cuscini,
con quel putiferio non c’è verso che riesca a dormire più.
È un vero peccato che egli non sappia apprezzare la
poesia del mattino; e che, oltretutto, ami fare le cose
all’ultimo istante, nel brivido di un recupero che sembra

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Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 81
impossibile. Ogni mattina, si cimenta in una nuova caccia
al primato. Indugia nel letto poltrendo, ma quando schizza
fuori dalle lenzuola dà sfoggio delle sue incredibili
capacità di recupero.
Sotto gli occhi sconvolti del partner, guadagna il bagno a
balzi felini. A ogni salto si infila qualche indumento: quando
arriva al lavandino è già mezzo vestito. Qui è capace di
vere prodezze. Con una mano si allaccia le scarpe, mentre
con l’altra si lava i denti. Beve il tè e intanto si pettina sbirciando
i titoli del quotidiano. Arrivato a razzo sulla soglia di
casa, infila giacca, sciarpa e cappotto tutto in un colpo: erano
appoggiati sull’attaccapanni, già infilati l’uno nell’altro,
fin dalla sera prima. Uscendo di casa, trascina dietro di sé
un mulinello d’aria tale da richiudere porte e portoni alle
sue spalle, con il solo risucchio.
Tutto questo trambusto disorienta il partner mattiniero,
che rimane inebetito, in pantofole, a ricapitolare la scena.
Così va a finire che è lui a far tardi in ufficio.
Con questo meccanismo, il sonno di una coppia si riduce
a ben poca cosa. Le coppie di anziani, infatti, hanno le borse
agli occhi, non per la vecchiaia, ma per il sonno arretrato.
La convivenza aperta
Un fatto certo: anche il solo dormire in due nello stesso
letto presenta problemi non indifferenti. C’è chi scalcia e
chi si appropria di tutto il lenzuolo: ecco perché si arriva al
compromesso dei letti separati.
Ma anche così non tutti i problemi sono risolti: c’è chi
non s’addormenta se prima non legge e chi non s’addormenta
se l’altro legge. Per non parlare delle liti sulla scelta
del canale tivù.
Si arriva così a un allargamento del compromesso verso
le camere separate.
Resta comunque il problema del bagno. Solubile con i
doppi servizi.
Se uno è a dieta e l’altra è anoressica, allora una sola cucina
non basta più: le case separate sono la naturale estensione
di una convivenza aperta.
Tuttavia, anche le case separate sono un palliativo. Il miglior
convivente è quello domiciliato in un’altra città.

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Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 83
Profumo di donne, 7
Invasione progressiva
Laura era una ragazzina quando io me ne andai di casa perché
ne avevo piene le scatole di render conto a mia madre; in quell’occasione
Laura dimostrò l’inutilità della mia iniziativa, installandosi
a casa mia.
Cominciò col dormirci qualche volta, ogni tanto. A quei tempi
si portava dietro solo il beauty-case. Procedette portando con
sé anche il cambio di biancheria e la camicia da notte. Quindi si
impadronì di un cassetto per metterci le sue cosucce. Seguendo
un preciso piano di invasione, occupò nell’ordine: un’anta dell’armadio,
un secondo cassetto e il vano dietro la specchiera del
bagno. Era discreta, lo riconosco, ma chi mi toglie il sospetto che
fosse un’abile tattica per non scatenare la mia reazione?
Senza che me ne accorgessi, in pochi mesi aveva preso domicilio
a casa mia, anche se in modo precario. Andava avanti e
indietro con le borsine di plastica, come un’alluvionata. Continuò
così per un paio d’anni.
La vita a due sarà romantica, ma non è il massimo della
praticità. Laura aveva l’abitudine di leggere a letto, prima di
addormentarsi. Io invece, o mi addormento nei primi minuti, o
passo la notte in bianco. E poi c’era la scelta del canale tivù.
Mai una volta che avessimo le stesse preferenze. Col telecoman-
do era una lotta all’ultimo sangue. Mi distraevo un attimo, e mi
trovavo a seguire una telenovela.
Quando Laura mi comunicò che era meglio «regolarizzare» la
nostra posizione, mi resi conto che vivevamo insieme già da due
anni. Era stata così abile che non me n’ero accorto.
Questa storia della «regolarizzazione» mi lasciò perplesso. Voleva
forse che l’adottassi? Be’, sì, tecnicamente era possibile. Avrei
anche potuto sposare sua madre, dato che era vedova. No, la sua
idea era un’altra: era che ci dovessimo sposare noi.

Maternità e dintorni
La maternità,
in ordine di tempo,
è la seconda
tra le più antiche professioni del mondo.
«Gianni, mi raccomando, vai piano!»
«Ma mamma, prendo l’aereo!»
«Beh, vai piano lo stesso!»
La personalità
è quella parte dell’anima
che riesce a trovare scampo dalla mamma.
Mentre le mamme
sono l’ansia dell’umanità,
le nonne ne sono il sollievo:
perché le nonne
sono le mamme pentite.
C’è puzza di imbroglio. Com’è possibile che quelle
scocomerate, incoscienti che l’uomo conosceva così bene
quand’erano «signorine» si siano tramutate in creature perfette
per il solo fatto di essere diventate mamme? Una metamorfosi
così prodigiosa è poco credibile.

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Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 87
La transustanziazione della squinzia non è contemplata
nemmeno nella religione cristiana.
Dopo la Chiesa cattolica,
la mamma è
la più grande fornitrice
di sensi di colpa.
La mamma è il braccio operativo della Genesi. Se non
è certa l’esistenza di Dio Padre, Creatore invisibile, è certa
l’esistenza della mamma, creatrice visibile, forse anche
troppo.
Ogni donna, a un certo punto dell’esistenza, viene folgorata
dall’impulso atavico di accudire un uomo. Sulle
prime, costui si ritrae, vorrebbe sfuggire l’accudimento.
Ma la tenaglia affettuosa serra le sue ganasce e il malcapitato
capisce che svignarsela non è più possibile. S’arrende. Ma
la donna, insaziabile, procede a una sfrenata escalation:
un marito non le basta ancora. Per placare le sue smanie
«altruistiche», avverte il bisogno di straripare in un figlio.
O più.
Bisogna riconoscere che l’arte di lamentarsi è complessa:
richiede pratica e concentrazione. Fondamentale è la
posizione degli occhi, che vanno tenuti obliqui, verso il
basso. Le spalle devono stare incassate e ricurve come
sotto un fardello invisibile. Non son cose che si improvvisano
in cinque minuti. Prova tu ad assumere un’aria
sofferente e ti accorgerai di quanto sia modesta la tua
performance, rispetto a quella di mamma tua. Vuoi mettere,
la sua vis drammatica, il suo talento?!
Pare che il teatro greco sia nato davanti ai focolari.
Peccato che siano andate perdute le opere migliori, come
la celebre È questa l’ora di tornare a casa?! (tragedia notturna
di Euripide) e Ti sei messo la tunica di lana? (dramma
estivo di Sofocle).
La mamma è una grande riciclatrice. Forse che sia anche
un po’ tirchia? No, detesta semplicemente gli sprechi più
rovinosi, come scrivere sui fogli da una parte sola o gettare
via le buste o gli elastici usati.
Eccelle nel settore degli abiti vecchi, e giustifica questa
missione con la frase: «Pensa se ce li avessero quelli del Terzo
mondo...».
Ma non le viene mai il sospetto che metà del mondo sia
senza vestiti proprio perché le mamme dell’altra metà ne
hanno gli armadi pieni?
Doti paranormali
In ogni mamma alberga una potenziale profetessa, nonché
un’ispirata paragnosta (o una strega vera e propria, secondo
i punti di vista).
Le prove non mancano. Quand’eri piccolo, come faceva a
sapere che tu in cucina rubavi la marmellata, mentre lei era in
salotto a guardare la tivù? Come riusciva a leggerti negli occhi
che avevi mangiato il gelato? Forse te lo leggeva nella coscienza.
Cosa del resto più che plausibile: è lì che lei abita.
Le sue doti paranormali si esplicano su vari versanti. Ogni
mamma ha la sua specialità. C’è quella del pollice verde, che
parla coi fiori per farli crescere. La tua, più autoritaria, li sgrida
se non si sbrigano. I fiori, che sono sensibili, crescono terrorizzati
(la mamma sostiene che è amore, ma tu sai che è terrore).
I presagi che le riescono meglio sono comunque quelli a
posteriori: «Te l’avevo detto, io».

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Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 89
Smemorata com’è, è probabile che sostenga di averti avvertito
in buona fede, ma la sua predizione risale a chissà
quando e riguardava tutt’altra cosa. Una mamma previdente
snocciola profezie in serie con la certezza che prima o
poi qualcuna dovrà avverarsi per forza.
Brutta abitudine, la sua, di metterti in guardia dopo che è
già accaduto il disastro! Oltre il danno, devi sopportare la
beffa di quelle parole funeste: «Te l’avevo detto».
Già, ce l’aveva detto. Riflettiamo bene: chi avevamo accanto
tutte le volte che ci è capitato qualche guaio? Quando
siamo caduti dal seggiolone? dal triciclo? dalla bici? Chi era
presente con l’aria di aspettarselo da un momento all’altro?
Non sarà dunque che la mamma porti un po’ sfiga?
L’Aids materno
Secondo mamma, l’Aids è molto più diffuso di quanto si
dica. Chissà quante infermiere l’hanno preso pungendosi
con le siringhe. E le ragazze sportive, con la promiscuità
sessuale che c’è negli spogliatoi! Per non parlare delle studentesse.
Ma soprattutto deve avercelo (la mamma non ha
dubbi in proposito) quella «squinzia smorfiosa» con cui esci
stasera.
Gioie familiari
È bene che un bambino
cresca in famiglia:
così impara fin da piccolo
che la vita è battaglia.
Chi è stato sposato una volta, ha scoperto sulla propria
pelle che, col tempo e con la continua promiscuità, si diventa
come parenti e si sfiora l’incesto.
Prima o poi, la gente si stuferà di andare davanti a un
prete a sposarsi. Al solo sentirsi dire «finché morte non vi
separi», qualcuno dovrà pur toccarsi le palle.
Anche i figli... La mentalità moderna rifiuta un acquisto a
scatola chiusa. Un figlio è una lotteria: può nascerti genio o
deficiente, mandrillo o finocchio. O mandrillo-finocchio. E
se anche ti assomiglia per il colore degli occhi, perché dovresti
riconoscerti in lui? Rischieresti di sentirti un uomo
«maturo». Già il termine sa di pomodoro buono per la conserva.
La vita ci prova di continuo a cacciarci dentro la maturità.
Chi tenta la fuga è un fuorilegge braccato da ogni
donna-sceriffo con la stella della famiglia puntata sul petto.
C’è chi al posto dei figli preferisce fare altre cose, persino
dei libri. Già fin d’ora la popolazione viene incrementata
soprattutto da quelli del Terzo mondo. Questo
calo demografico non ti suggerisce qualcosa? Hai notato
come aumentano invece gli aspiranti scrittori?
(N.d.A.) A una lettura, preferisco una scampagnata in una
giornata di sole. A un bambino, preferisco persino una scampagnata
in una giornata di pioggia.

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Testamento
Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 91
Ménage a tre
Tornerei a nascere
per l’amore di mia madre,
tornerei a vivere
per le donne che ho amato,
morirò comunque senza rimpianto
per tutte le scocciature
che ne ho avuto.
Il matrimonio è un vero ménage a tre: la moglie, il marito
e la mamma del marito. Un prete coscienzioso dovrebbe
specificarlo, nella formula di rito:
«Vuoi tu prendere questo giovane
come tuo legittimo sposo...
...e questa arzilla signora
come tua ineluttabile suocera?»
Così la fanciulla non potrebbe poi dire che non è stata
avvisata.
Profumo di donne, 8
La famigerata puntura
In ogni mamma alberga un potente taumaturgo. Non le par
vero di saperti malato per poter sciorinare tutto il suo armamentario
terapeutico.
Ricordi, da piccolo, le sue perette, le sue tisane, i suoi cataplasmi?
E il cerimoniale delle punture?
Suonava l’infermiera alla porta e tu andavi a chiuderti in
bagno. La siringa bolliva da ore nel pentolino. Aleggiava nell’aria
un’angosciosa mescolanza di aromi: alcool denaturato,
vapore, medicinali e paura.
La siringa veniva scolata sul tavolo da cucina ricoperto da
un canovaccio immacolato e da una salvietta: i paramenti liturgici
del sacrificio umano. Iniziava il rito: l’abluzione delle
mani dell’infermiera nell’alcool, l’introduzione dello stantuffo,
la verifica dello scorrimento, il montaggio dell’ago. In un
eccesso di purificazione venivano sterilizzati con l’alcool anche
la seghetta e la fiala. Questa fase rituale culminava con l’elevazione
della siringa per buttar fuori l’aria.
Poi, lenta, s’avviava la processione, verso la camera da letto.
In testa la vittima coi calzoni allentati, poi l’officiante che

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Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 93
teneva alto l’ostensorio. La mamma, la nonna e la zia chiudevano
il mesto corteo, biascicando scongiuri e formule propiziatorie.
Mamma: «Faccia attenzione signora, che non ci sia una bolla
d’aria, sennò gli viene un embolo».
Nonna: «Faccia attenzione a non centrare il nervo sciatico, che
c’è il rischio di una paralisi».
Zia: «E controlli, prima di iniettare, che non venga su il sangue:
l’ago potrebbe essersi infilato, per sbaglio, dentro una vena».
Quella salmodia ti terrorizzava. Sapevi che stavi rischiando
la pelle, né più né meno.
Il massaggio col batuffolo era il momento peggiore. Un insistito
sfregamento per «sciogliere il muscolo», mentre fuori campo ti
pareva di udire una voce (ma ormai eri in trance): «Tieni morta
la gamba, sennò l’ago si spezza e va in circolo!».
Poi, il silenzio. L’attesa. Il tempo immobile. In un istante
eterno vedevi scorrere la tua breve esistenza. Stringevi i pugni e
addentavi il cuscino in attesa del colpo di grazia.
Unico conforto: il pensiero di morire prima di avere fatto i
compiti.
Tirchieria
Bestiario
Quanto più un uomo è stupido
tanto meno sa di esserlo.
Uscì per tre mesi con una donna che, per diritti di anzianità,
si considerava la sua fidanzata. Per tre mesi lui segnò tutte
le spese, seppur minime, che derivavano da questa relazione.
Dividendo la somma per il numero delle volte che aveva
fatto l’amore con lei, stabilì così, primo nella storia, il costo/scopata
(21.000 lire, iva compresa).
Quarantenni
La loro disinvoltura sembra sicurezza, ma è solo abitudine.
Mariti
Gli uomini
che ispirano alla donna
i sogni più belli
sono poi gli stessi
che le impedirebbero di realizzarli,
una volta sposati.

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Playboy
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Pig-maialone
Anziché passare due ore
con la stessa donna
preferisce passare un’ora
con due donne diverse.
È un furbastro che sovverte ogni regola di seduzione. Si
atteggia a Pigmalione, emancipatore del gentil sesso, ma con
tutt’altre intenzioni che quelle da vero filantropo. Per dirla
chiara, nutre verso le inesperte fanciulle propositi da vero
porcello. Di qui il nome, appropriato, di pig-maialone: in
inglese pig vuol già dire maiale. Il pig-maialone è infatti un
porcello due volte.
Come psicologo, ha un discreto talento: per anni ha studiato
sogni e debolezze delle giovani inesperte fanciulle per
riuscire a corromperle. Ne asseconda la tendenza al narcisismo
e la smania di mettersi in mostra.
Per realizzare i suoi loschi disegni ha dato una piega bizzarra
alla sua vita professionale, arrivando a praticare mestieri
quantomeno sospetti: fotografo, cinematografaro, agente
di fotomodelle.
Il pig-maialone una giustificazione per tutto questo ce l’ha.
Se l’è trovata guardandosi davanti allo specchio. Ecco cosa
ci vede ogni mattina:
– occhio porcino,
– spalle spioventi,
– pancetta suina,
– pelata rosa,
– manine a zampetto.
Dev’essersi detto, grugnendo: «Non è esattamente il ritratto
di un seduttore». Ed è partito alla carica, come un
cinghiale inferocito.
Somari sexi
Il somaro ha una strana camminata, leziosa. Le gambe
anteriori non sono ben coordinate con quelle posteriori.
Sembrano quelle di due ragazze squinzie che si rincorrono
tra loro.
Donna completa
La borsetta
Una donna, per essere completa,
deve avere un amico, un marito e un amante.
Con l’amico dice quello che non pensa,
col marito non dice quello che fa
e con l’amante fa quello che non dice.
La borsetta è un privilegio femminile concepito secondo
una formula magica, come la lampada di Aladino o le tasche
di Eta Beta: nei suoi recessi misteriosi si trovano le
cose più impensate.
Dalla borsetta possono sbucar fuori oggetti rari e preziosi:
biglietti aerei vecchi di anni, asciugacapelli in perfetta
efficienza, campionari di profumeria, passaporti, biglietti di
auguri natalizi in estate, castagne secche e sassolini colorati.
L’uomo, geloso di questa cornucopia, ha cercato invano
di copiarne la formula segreta, inventando il borsello: un
aborto sciagurato, che ha il nome che si merita.

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Bellezze al bagno
Le donne brutte esistono
solo nella realtà.
Hai presente quante racchione ci sono su questo pianeta?
Un marziano che scendesse sulla Terra, attirato dalle foto di
«Vogue», fuggirebbe via maledicendo il suo «tour operator».
Vaglielo a spiegare che le belle donne, qui da noi, sono solo un
campionario e che oramai sono quasi tutte dentro la tivù a fare
pubblicità.
Santarelline
Streghe
Oggi alla mia ferocia
ho dato sfogo
mettendo una strega
ad ardere sul rogo.
Sul rogo era scomparsa
tutta la sua fierezza.
C’era solo una donna:
faceva fumo e tenerezza.
Incredibile come l’odio
si sciolga a poco a poco
dopo che il nemico
si è dissolto nel fuoco.
Le donne con l’aria ribelle
sono facili da maneggiare.
Sono le donne con l’aria romantica,
invece, quelle che ti fregano sempre.
Principesse
Belle donne
Attraverso le sbarre,
la bella prigioniera
mi mandava sguardi di fuoco
e languide carezze.
Ma quando uccisi il drago
e la liberai dai ceppi,
lei si mise con un altro:
ci sono cavalieri che le liberano
e cavalieri che le acchiappano.
Manco a dirlo, hanno la linea perennemente occupata.
Quando stai dietro a una tipa carina, praticamente sei sempre
in fila come fossi alla Usl.
Che droga sei?
Avanti, dimmelo:
che droga sei?
Coca?
Le somigli...
però...
coca non direi!
Dimmi come ti si prende:
ti si fuma?
Ti si inietta?
Dimmi come ti si consuma...
Ah, come ti vorrei!

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Escalation berlusconiana
Errori
Gusti difficili
Quando la situazione si fa pesa
non ti resta che aumentare la posta:
la sconfitta arriva
solo quando ti manca la fantasia
per allargare il conflitto.
Finché riesci a commettere errori
riesci ancora a divertirti.
Lo confesso,
sono di gusti difficili:
non mi metterei mai
insieme a una donna
disposta a starci con uno come me.
Profumo di donne, 9
L’onesta gallina padovana
Ho sempre subìto un’attrazione irresistibile per le ragazze oneste:
più sono oneste, e più mi attirano. La più onesta di tutte
dev’essere stata una ragazzina di Padova. Il suo nome purtroppo
me lo sono scordato, ma non posso di certo scordare la sua
grande virtù.
L’avevo conosciuta a Cortina. Era una biondina con gli occhialetti
da intellettuale e i capelli castamente raccolti in una trecciona
centrale che le dava un’aria da Madonna del Beato Angelico.
Ne ero affascinato. Lanciava sguardi pudichi e arrossiva per un
nonnulla. Insomma, come si dice: una santarellina. Sarà perché
io cominciavo già a subire il fascino del sacro, sarà perché lei
aveva il culetto alto, fatto sta che mi sono invaghito di lei.
Purtroppo c’era un inconveniente: la damigella era fidanzatissima
con un tipo di una gelosia assurda, che pareva quanto mai fuori
luogo, con un fiorellino di donna del genere. E io mi divertivo a
seminare zizzania tra loro: una coppietta così ben affiatata mi
pareva un insulto per tutte le coppie tribolate del mondo. Ridimensionando
la perfezione del loro idillio, tutto sommato, avrei
fatto opera di giustizia sociale.
Riuscii a carpire l’indirizzo padovano della santarellina. Avevo

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Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 101
un piano preciso. A Padova disponevo di una base operativa in
società con un amico di Mestre. Da mesi non contribuivo all’affitto,
ma conservavo la chiave e la utilizzavo di frodo. Avevo eletto
Padova a mia seconda città. Fingevo di essere iscritto alla sua
università come pretesto per frequentare le padovane senza dare
nell’occhio. Bologna è una pettegola città di provincia: più di un
paio di ragazze per volta non si riescono ad amministrare.
Dunque, giocavo in trasferta, e di gusto: le venete hanno una
innata malizia, favorita da un secolare cattolicesimo bigotto e
asfissiante.
Le ragazze, desiderose di farla in barba a mamme e precettori,
trovavano sempre qualche anima generosa disposta ad aiutarle.
Quanto a me, non mi sono mai tirato indietro se si trattava di
aiutare il prossimo, figuriamoci poi, con la prossima.
Il sesso, con un pizzico di peccato, ci guadagna nel gusto. Ne
sono molto grato al cattolicesimo.
La prima volta che ero a Padova di passaggio, la chiamai
fuori, telefonandole direttamente dal bar sotto casa sua. È un
mio vecchio trucco. Se telefoni a una donna da sotto casa e le
chiedi di scendere, è più facile che venga giù senza tanti preamboli.
L’importante è di non lasciarle il tempo di almanaccare.
Appena lei scese, misi in chiaro che avrei voluto fare quattro
chiacchiere da solo a sola. Ma non ero certo che lei si fidasse di
me, o meglio, per dirla giusta, che lei si sentisse abbastanza
sicura del fatto suo.
Trovandosi quella proposta messa lì come una sfida, lei la
colse al volo. E io me la ridevo sornione, mentre salivamo insieme
le scale della mia tana in via Battisti. Il primo passo era
fatto.
«Naturalmente non berrai un bicchiere di frizzantino, per
non perdere il tuo fragile autocontrollo?!» insinuai, subdolo, per
istigarla.
A casa c’era un caldo selvaggio: s’era bloccato il termosifone al
massimo. Non l’avevamo mai fatto aggiustare perché, tutto sommato,
era meglio così. Un ottimo pretesto per cominciare a spogliarsi.
La santarellina, invece, se ne stava trincerata nel suo
cappottino. Doveva scoppiare di caldo.
«Forse ti conviene tenerlo addosso, il cappotto, in fondo è sempre
una difesa!»
«Guarda che è meglio se ti togli definitivamente certe idee dalla
testa: con me non attacca!»
Ma il cappotto se lo levò.
«L’ho capito, che sei l’unica donna fedele del globo. Guarda che
hai tutta la mia ammirazione, per questo. Salvo che mi pare
un’ingiustizia non essere io il destinatario di tanta virtù!»
E mentre parlavo le riempivo distrattamente il bicchiere di
bollicine galeotte. Si stava facendo sera. L’ultima fioca luce di un
giorno di novembre filtrava tra le persiane socchiuse. L’atmosfera
era intima. Lo stereo collaborava con una struggente canzone di
Ella Fitzgerald. Le forze onnipotenti della seduzione si stavano
tutte schierando al mio fianco.
Tanto per accorciare le distanze, mi ero messo a giocherellare
con un suo orecchino, senza un preciso obiettivo. Cercavo un’ispirazione.
«A me una donna fedele non è mai capitata... Pare che capitino
soltanto agli altri...»
Mi accorsi di aver assunto istintivamente un’aria da pulcino
bagnato. Accattivante. Ne approfittai per toglierle il ciondolo dall’orecchio.
«A me, la fedeltà sembra la cosa più naturale del mondo. Come
si fa ad amare qualcuno e spassarsela con un altro?» rispose
serafica. Poi, come trascinata dall’enfasi di quelle parole, si tolse
da sola l’altro orecchino.

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Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 103
«Non so come si possa, so che si fa. Comunque una donna
fedele, prima o poi, dovrà pur capitare anche a me!»
E le sfilai con indifferenza il bracciale, come se quel gesto
potesse propiziarmi un futuro più equo.
«L’onestà: che parola consumata dall’ipocrisia! Quando parlo
di onestà, le mie amiche mi prendono per una marziana!» E
si slacciò lentamente l’orologio, forse per far cadere la frase fuori
dalla dimensione del tempo.
«Il fatto è che una ragazza virtuosa, purtroppo, non l’ho
ancora incontrata, sennò la mia vita sarebbe stata diversa!»
affermai con tono convinto, sfilandole decisamente uno stivaletto.
«Comunque, sono convinta del fatto mio!» E si tolse l’altro
senza esitazione, strizzandomi l’occhio.
«Ebbene, viva la virtù!» replicai, levandole disinvolto la gonna,
come fosse il gesto più logico, dopo un’affermazione del genere.
Pezzo per pezzo, tra i più ispirati aforismi e i migliori
proponimenti, ci liberammo di ogni indumento.
Sotto le lenzuola, fu celebrato il trionfo della virtù. Castigammo
i costumi con pignoleria, fin nei dettagli. Le vecchie beghine
dell’appartamento di fianco, che origliavano sempre alle pareti
con un bicchiere, avranno avuto pane per le loro dentiere.
Mentre ci rivestivamo, la vicenda toccò alte vette poetiche. La
virtuosa fanciulla, che subiva il fascino del surreale, non demordeva:
«Continuo a non capire come si possa fare le corna al proprio
ragazzo. Io non sarei mai capace di farlo!» E non le scappava
nemmeno da ridere.
«È proprio per questa tua forza morale, che sono pazzo di
te!» Che verecondia! Peccato che simili donne siano così rare.
Avevo il cuore gonfio di felicità: finalmente, anche a me era
toccata una donna virtuosa.
L’insegnante
Professioni donnesche
Il lavoro
è un diritto della donna:
se la donna è povera,
il lavoro
è addirittura un dovere.
L’insegnamento è una professione multiforme; chi insegna,
infatti, deve comportarsi, di volta in volta, da dirigente,
fattorino, domatore di leoni.
Da dirigente sono la responsabilità e l’impegno: riunioni
serotine, programmazione, budget didattici e consuntivi di
fine anno. Da fattorino è il livello retributivo. Da domatore
di leoni è l’approccio con gli scolaretti: ogni tanto viene
addentata una maestra, anche se sono rari i casi di spolpamento
totale.
I ragazzini oggi sono un po’ vivaci, ed è meglio così: non
si vuole che da grandi rimangano repressi. Del resto, dal
Sessantotto le cose sono molto cambiate: oggi un’insegnante
può anche dare un’insufficienza senza venire aggredita sotto
casa.
Ogni maestra è un pubblico ufficiale: non porta la divisa,

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per modestia, ma ha giurato di essere fedele alla Patria e di
non tirare il collo agli scolari, anche se spesso la voglia ci
sarebbe.
Un tempo le insegnanti godevano di grande rispetto: venivano
fermate per strada dai genitori con il berretto in mano
e ricevevano capponi in regalo, per Pasqua e Natale. Poi
qualcosa è cambiato: oggi le maestre, quando incontrano i
parenti degli alunni, per evitare rampogne, si nascondono
fra le colonne fingendosi Cariatidi.
Le insegnanti parlano spesso di pensione e di stipendi.
Circa la pensione, la norma è controversa. Un giorno pare
che vadano a riposo dopo quindici anni di servizio, un altro
giorno pare che ci andranno dopo venticinque. Tutte comunque
sperano di andarci al venticinquesimo anno, ma
non di servizio: di età.
La baby-sitter
Questa professione ha un pregio indiscutibile: consente
di godere in anticipo le gioie della maternità alle giovani
ragazze che non hanno ancora bambini.
Ogni mamma di recente nomina si trova spesso ad averne
bisogno. La baby-sitter viene di solito ingaggiata la sera,
per vedere la televisione mentre il bimbo dorme ed è pagata
perché non lo strangoli se si sveglia e piange.
La fotomodella
Quando una donna è convinta di essere carina è tentata
di fare la fotomodella. Ma, iniziando questa professione,
non s’illuda di fare molti soldi: tutti i guadagni andranno
nell’acquisto di cosmetici e in mille altre spese: parrucchiere,
estetista, palestra e diete dimagranti. Contrariamente all’opinione
diffusa, il mondo della moda non è una Babilonia
del sesso, ma una sorta di Disney World: i migliori fotografi
e stilisti sono dell’altra sponda, i fabbricanti pensano
solo a far soldi, le fotomodelle fanno l’amore con lo specchio
correndo il rischio di divenire frigide.
Sentirsi ammirata e lusingata provoca in loro uno spostamento
delle zone erogene, che si concentrano soprattutto
nelle orecchie. Di qui, certe loro difficoltà ad accoppiarsi.
Il mestiere della fotomodella dona a una ragazza un fascino
speciale: il suo telefono squillerà di continuo, ma non
può cercare il suo boy-friend tra gli indossatori, avrebbe
troppa concorrenza, soprattutto maschile.
La disoccupata
La disoccupazione è un fenomeno mondiale, che ha colpito
soprattutto le donne e i giovani, figuriamoci poi le donne
giovani: sono statisticamente disoccupate due volte. Fare il
disoccupato è tutt’altro che riposante. Basta esaminare una
sua giornata tipo:
Consultazione mattutina degli annunci economici,
evidenziati sui giornali con il pennarello da nonna e mamma
riunite in conciliabolo.
Risposta scritta alle inserzioni, che coinvolge tutta l’équipe
familiare, compreso il nonno, adibito a leccare i francobolli.
Passaggio in parrocchia per una novena a San Giuda
Taddeo (patrono dei senza speranza), per una candela
alla Madonna e per una bustarella al parroco: un doppio

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investimento nel soprannaturale, più uno di rincalzo nel
braccio secolare della Chiesa (i preti sono sempre una
potenza).
Visita di cortesia a parenti e amici introdotti in posizionichiave:
uscieri, bidelli, guardiani notturni e portinai. Incontro
finale con la fattucchiera, che nei fondi di caffè, per sole
ventimila lire, intravede un’occupazione molto redditizia.
Senza specificare per chi.
La cartomante
Conosco una cartomante così brava che è capace di prevedere
il futuro anche di persone sconosciute. Ne ho approfittato
per chiederle che facesse le carte a un’amica. Eccone
il resoconto.
«Mica male, questa ragazza: piena di corteggiatori, per questo
è così invidiata. Vedo qui un sacco di soldi. Cos’è, ricca, per
caso? Comunque ci sono soldi a palate. O ha fatto una vincita,
o lavora in banca. Vedo dei bambini, sì, molti bambini.
Quanti figli! Ma no, forse sono soltanto fratellini... O fa
l’insegnante? Comunque, come minimo abita vicino a una
scuola...
«Dio, quanta invidia! Come mai è così invidiata? È perché
ha un ragazzo sportivo? Oppure ha vinto al totocalcio?
Comunque ha qualcosa a che fare con lo sport. Cos’è, innamorata
di Baggio? Ha per caso uno zio che ripara biciclette?
O fa la commessa in un negozio di articoli sportivi?!
«Nella sua vita ci sono molti uomini. Non giurerei che
siano tutti spasimanti, comunque con qualcuno ci ha avuto
a che fare. Mah, forse sono soltanto vicini di casa. Gli uomini
però ci sono.
«La salute potrebbe andare meglio. L’importante è che
non vada peggio. Deve stare attenta con l’auto. Cos’è, un
incidente? No, non è mortale, vedo solo un graffio sulla
carrozzeria. Magari è stato qualche ragazzino con un chiodo.»

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Profumo di donne, 10
La cinofila
La fanciulla è uscita con un cane grosso come un vitello, che
oltretutto deve avere una specie di attrazione (incestuosa?) per
la padrona.
La bestiaccia mi guata come un intruso nel suo ménage zoofilo
(o forse cristianofilo, dal suo punto di vista). Mi ringhia sbavando,
ruggisce, saliva con la lingua pendula e fa di tutto per
rafforzare in me l’opinione che le bestie stan bene in campagna.
Carlotta non mostra il minimo sospetto che la situazione sia
un tantino scabrosa, e anche imbarazzante per me: sono uomo
di mondo e saprei contrastare un rivale, ma non so come fare per
contendere una donna a un cane. Il molosso, invece, pare perfettamente
a suo agio in quel tipo di situazione. A parte il fatto
che deve avere un gran caldo, a giudicare dalla lingua che spenzola
da tutte le parti.
Magari fosse l’unica cosa che penzola dalla bestiaccia: lui si
tira dietro un robo rosso visibile anche da un cieco, ma apparentemente
invisibile alla dolce Carlotta. Lei continua a farsi strattonare
con l’aria innocente di una pastorella che si trovi casualmente a
pascolare un toro in assetto da monta.
La situazione bucolica mi mette a disagio. C’è un animale di
troppo, tra noi. Tra cane e padrona mi pare esista un’intesa, nonostante
il carosello di strattoni, imprecazioni, sbuffi e scodinzolamenti.
Forse l’intruso sono io, che non so darmi un ruolo, in quel bestiario.
Decido di abbandonare la fanciulla al suo destino canino. Con
una scusa, m’infilo in un taxi provvidenziale che passava di lì.
Dal finestrino mi accorgo che la scena si complica con l’arrivo di
un tizio che scia sull’asfalto, trainato da una lupa al guinzaglio.
E gongolo per lo scampato pericolo, mentre lascio Carlotta in un
partouze a quattro con intreccio di cani, guinzagli, cristiani e lampioni.

L’orgasmo dello scapolo
L’orgasmo coniugale
Vizi e virtù
Varia umanità
È il breve istante
che separa il desiderio di possederla
dal pensiero
di doverla riaccompagnare a casa.
È il breve istante
che separa il desiderio di possederla
dal pensiero
di non poterla riaccompagnare a casa.
Se gli togli bacco, tabacco e venere,
cosa gli resta, a un uomo,
prima di ridursi in cenere?
Quando il vizio non ti basta più
non ti resta che cercare la virtù.

112
Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 113
La virtù non è un’oculata gestione del vizio?
Ginnastica
Quando una donna fuma, è di buon auspicio:
chi ha un vizio potrebbe averne anche due.
La ginnastica da camera è movimento senza entusiasmo,
è come il sesso senza amore. La ginnastica da camera è la
pornografia dello sport.
Relatività uno
Relatività due
Intelligenza uno
Se sei il primo della classe,
domandati se per caso
non ti trovi nella classe sbagliata.
Non è vero che i nani siano superdotati:
è che in un nano risalta di più.
Se ti aspetti che gli altri
siano intelligenti
sei già sospetto
di non appartenere alla categoria.
Intelligenza due
Intelligenza tre
Maestri
Non mostrare mai
la tua intelligenza,
ma solo i suoi effetti,
poi, copriti le spalle
con un alibi chiamato fortuna.
Non è vero che i belli
siano poco intelligenti:
sono i brutti, invece,
che devono puntare,
esageratamente,
tutto sul cervello.
Quando uno riesce a turlupinarti, è il tuo maestro ideale.
Finché non hai imparato il suo meccanismo di seduzione,
devi andare a scuola da lui. Ma solo quando l’avrai dimenticato,
ti avrà davvero insegnato qualcosa. Perché il maestro
migliore è quello che non lascia segno di sé.
Tonti uno
Gli idioti, di solito,
cercano di darsi un’aria intelligente:
pochi sono abbastanza intelligenti
da potersi permettere un’aria idiota.

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Tonti due
Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 115
Intelligenza femminile
Quanti, che sembrano tonti
e poi, conoscendoli meglio,
si rivelano proprio tonti.
La donna, per sua natura, è equipaggiata di un sistema
intellettivo dei più sofisticati. Noi uomini, che ne siamo gelosi,
lo liquidiamo definendolo «intuizione femminile», come per
dire che non è quello il modo di ragionare.
Post-cinismo
È vero: qualche volta le donne si comprano, ma qualche
volta si seducono. Mica si può comprar sempre tutto.
Potenza sessuale
Sacro e profano
La vera potenza sessuale
è riuscire a farlo
sempre con la stessa donna.
Il massimo
sarebbe di non accorgersi
che è sempre la stessa.
Dio è amore assoluto. L’umanità si accontenta anche del-
l’amore relativo. Preti e derivati, comunque, hanno un grande
merito: di aver dato sapore piccante a un gesto fin troppo
spontaneo, che rischiava di svilirsi. Senza rendersene conto,
hanno inventato una cosa stupenda, che davvero mancava:
il peccato.
Peccato
Peccato originale
Felicità
Evoluzione
I preti non l’hanno mai capito:
Dio considerò peccaminoso il sesso
non per i piaceri che offre,
ma per tutti i guai che combina.
Oggi tutti esibiscono sensi di colpa.
Ma il peccato non è più originale:
è un prodotto di imitazione.
Se vuoi essere felice
cerca di goderti
una buona amnesia.
Il sorgere della coscienza
è una tappa importante,
il vero obiettivo
è farla star zitta.

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Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 117
Disperazione
Scherzi da prete
Ecco un gioco che ti consiglio:
lasciarti andare alla disperazione
e poi infinocchiarla di colpo
con un raptus di buonumore.
Per esempio, c’è il controllo delle nascite. Naturalmente,
il contraccettivo preferito dal papa è l’astinenza periodica,
perché tra tutti i metodi è quello col più alto indice di fallimenti.
Aborto
Dio c’è
Fede
Un uovo fritto, per una gallina,
è considerato interruzione di maternità.
Una bella donna
è la dimostrazione
che preferisco
dell’esistenza di Dio.
Quando stai per perdere la fede,
ricordati che le donne esistono.
Bacio
Ascetismo
Un bacio
non sempre è un apostrofo rosa
tra le parole «t’amo».
A volte un bacio
è quando lei non ti invita
a salire a casa sua.
Male che vada, si può sempre tentare la via dell’ascetismo.
Senza fretta: anzi, è meglio iniziare in età piuttosto avanzata.
Ridenti natali
Carità cristiana
Disgrazie
Il momento più importante della vita
sono i primi cinque minuti:
da come ti sorride l’infermiera
riesci già a capire
se sei nato o no figlio di papà.
Non fare a te stesso
quello che non vorresti
ti facessero gli altri.
L’elemento che più mi spaventa delle disgrazie
è di avere l’assistenza di quelle meste persone
che solitamente assistono i disgraziati.

118
Serietà
Quarta età
Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 119
Tutte le volte che approfondisco qualcosa
scopro che nemmeno quella
è una cosa seria.
Il giorno che mi prenderò sul serio
mi sarò davvero rincoglionito.
Profumo di donne, 11
Battute pronte
Ha suonato Barbara mentre facevo la doccia.
Ora sta salendo. L’aspetto sul pianerottolo per farle uno scherzo
goliardico, utilizzando il mio orologio subacqueo. Appena spunta fuori
dall’ascensore mi apro l’accappatoio di colpo, con mossa da perfetto
esibizionista.
«Che ne dici, ti piace il mio Swatch? È uno “Scuba”!» faccio io.
Ma Barbara non si scompone.
«Niente male, montato lì! Così, per una volta, potrai vantarti che
funziona come un orologio.»

La donna
Ricette per cucinarla

Introduzione al ricettario
Le donne sono come le ciliegie.
Una tira l’altra.
Col tempo impari a mangiare la polpa
senza ingoiare il nocciolo.
Ogni cuoco che si rispetti lo sa: la buona cucina comincia
dalla scelta dei buoni ingredienti. I pomodori, ad esempio,
devono essere sodi e maturi, con la pelle vellutata, profumati
nel gambo; la carne scura e compatta, con venature di
grasso; il pesce, asciutto di squame e di sguardo lucente.
Secondo questo criterio, le donne, basta guardarle: suscitano
subito una gran voglia di metterle in pentola. Hanno
pelle liscia e vellutata, linee morbide, culetto tondo, gambe
diritte, mani affusolate. Tanta polpa soda e delicata che mette
l’acquolina in bocca. Inoltre, a differenza del pesce, le donne
non hanno le lische: sono persino facili da pulire.
Certo, la donna può essere indigesta, chiunque lo sa. Ma
questo non fa che confermare la mia teoria: i cibi più succulenti
spesso sono pesanti. E non è un buon motivo per evi-

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Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 125
tarli; anzi, il fatto di danneggiare la salute li rende ancora più
stuzzicanti.
Ho letto che un giapponese a Parigi si è fatto una donna
intera in casseruola. Ebbene? Se una donna è prelibata tra
le lenzuola, perché non dovrebbe esserlo anche in casseruola?
Momentaneamente cibarsene è ancora proibito. Ma si sa,
le leggi le facciamo noi uomini. E anche in Italia tutto sta
cambiando, dalla politica al costume. Cose che un tempo
erano severamente vietate presto saranno liberalizzate. Basterà
fare un paio di referendum per aggiungere un’intera
sezione di manicaretti ai nostri menu. Così si arricchirà ancora
il già assortito ventaglio di godibilità della donna.
Lei, del resto, è incline al sacrificio. Sono convinto che,
superate le prime titubanze, troverà entusiasmante essere
portata in trionfo sopra un vassoio, guarnita di crescione e
prezzemolo.
Ricettario
La donna lessa
Mi pare giusto cominciare dal piatto più facile da realizzare.
Bisogna scegliere una donna da brodo. Dev’essere pigra e
poco reattiva, sennò ribalta la pentola. Di solito te la forniscono
nella teglia i suoi genitori (nei casi limite, già precotta).
È un piatto leggero che va bene per tutti i giorni. Non rende
nelle grandi tavolate, ma è buona da smangiucchiare davanti
alla tivù. Va insaporita con le guarnizioni del caso:
vedi alla voce «donna piccante».
La donna piccante
Generalmente si usa come contorno. Pochi uomini sono
così temerari da farne il piatto forte del loro menu. Attenzione
alle dosi. È saporita, ma ti ustiona il palato. Difficile
comunque resisterle: anche gli amici più fidati verranno a
intingerti il pane nel piatto.
La madonnina infilzata
Spiedino a due gusti di grandi potenzialità gastronomiche.
Si presenta piuttosto scipita, ma basta una buona dose di
pepe per esaltarne il sapore. Qui si misura il talento del cuo-

126
Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 127
co: talvolta resta lui stesso sorpreso nel constatare la trasformazione
di un «piatto povero» in una pietanza da
kamasutra.
La donna riscaldata
Per dimostrare di essere la tua anima gemella, la donna
ti offre l’occasione di uno o più assaggi. A volte pare ci
trovi persino gusto a farsi assaggiare. Tu la riscaldi e ci
guadagna pure in sapore, né più né meno della ribollita.
Ma ogni medaglia ha il suo rovescio: la donna riscaldata
potrebbe rivelarsi un po’ troppo sbocconcellata dai tuoi
predecessori. Sempre meglio, comunque, della versione
«timorata di dio», che ti tocca scaldare a «bagno maria».
La donna chewing-gum
Le donne, per loro natura, tendono ad attaccarsi al
lavoro del tuo dentista. Ce n’è un tipo particolarmente
appiccicoso, che ti sconsiglio. Se fai l’errore di cucinarla,
sarà difficile liberartene. Si attacca ovunque: alla padella,
al mestolo, anche agli scapoli antiaderenti. La riconosci
subito: fin dalla prima sera ti telefona a ogni ora del
giorno e della notte. In principio può anche farti piacere,
ma poi te n’accorgi.
Una pizza di donna
Al ristorante trova sempre qualcosa di storto. Nei picnic
fugge per le formiche, anche in confezione da asporto
s’ammoscia: ecco una donna che non sai mai dove consumare.
Finisce per consumare lei la tua pazienza.
La donna siliconata
È tutta farcita di liquidi plastici: labbra, tette... praticamente
è un bignè: attento a non premerla troppo, ne schizzerebbe
fuori la crema. Puoi fartela alla coque o in camicia, così ti
resta cruda nel tuorlo. Se le togli la camicia, ricordati sempre
di maneggiarla con cura.
La donna alla diavola
Fasciata di pelle nera, capelli arruffati, profuma di zolfo. È
un piatto gustoso, se non soffri di fegato. Cucinata alla lampada
o grigliata su carbonella dà il meglio di sé. Attento
però a non finirci tu sui carboni ardenti! Altissimo il rischio
di un’inversione di parti: lei col cappello da chef e tu abbrustolito
sulla graticola.
La donna petula
Non tace un attimo. Ha da ridire su tutto e su tutti. Ridacchia
a ogni tua piccola défaillance. Di ogni situazione deve
farne l’esegesi e il commento. Non provarla a battere con la
maionese, perché te la smonterebbe subito. In pentola ti
brontola sotto il coperchio. L’unica è metterla in forno con
la mela in bocca. Così almeno sta zitta.
La donna-anguilla
Difficile da maneggiare, ti sguscia da tutte le parti. In auto si
annida in un angolo e s’acquatta sotto il cruscotto. Sul divano
s’intana in mezzo ai cuscini. Dovunque l’incantoni, lei
svicola e sfugge. L’unica è impanarla subito con la farina,
così almeno non ti guizza via.

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Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 129
La donna al cognac
Metti la donna in casseruola a fuoco alto, e falle tirare tutto
il cognac. Vedrai che piatto brioso!
La donna flambé
Piatto molto rischioso. Attenzione che la fiamma dei sentimenti
avvolga a puntino lei, ma non bruciacchi anche te.
Durante la cottura, rigirala costantemente in un guazzetto
di piagnistei. Cerca di non scottarti con i piagnistei. Sconsigliato
per cuochi inesperti.
Crudité di donna
È la maniera più antica di consumarla. La si prende così
com’è, cruda, dove ti càpita, raramente su una tavola imbandita.
C’è il vantaggio che te la gusti per ore e non finisce mai,
anzi, casomai è lei che sfinisce te. Col tempo, quello che
perde in sapore, lo guadagna in esperienza.
La donna d’altri
Le donne delle ricette precedenti consumate nel piatto di
un altro assumono ben diverso sapore. Assicurarsi prima
che l’altro sia fuori città. Cambiando chef, la donna ci guadagna
nel gusto. Attenzione, che la regola è valida anche
per la donna tua.
Scambio di donne
Consiste nello scambiarsi la pietanza nel piatto, con il tacito
assenso del commensale. È una formula simile alla prece-
dente, con l’aggiunta di salsa americana. Pietanza sgradita
in Italia: qui preferiamo consumare «la donna d’altri». Anche
se purtroppo finiamo spesso per ricadere, senza saperlo,
in questa ricetta.
La donna perduta
È la più saporita. Peccato che la gustino altri. Certo, alla tua
reputazione professionale di chef giova che il frutto del tuo
estro creativo venga apprezzato nel desco altrui, però ti affligge
il pensiero di non essere tu a goderne ancora. Ebbene,
consolati ricordando la regola transitiva della gastronomia:
prima o poi, la donna perduta da altri finirà dentro il
tuo piatto.
Pasticcio di donne
Nei paesi arabi lo chiamano «harem». È il sogno inconfessato
di ogni cuoco, peccato che sia così difficile da realizzare.
Inoltre, conservarlo è un vero problema: gli ingredienti cominciano
ad azzuffarsi tra loro e la ricetta impazzisce.
Digiuno di donna
Piatto insipido, ma molto diffuso. Quanti si ritrovano con
l’acquolina in bocca e la pentola vuota! Dicono che sia preludio
di santità. Ti resterà sempre il dubbio se ne valeva la
pena. Molte religioni la prescrivono per i propri addetti ai
lavori. Ecco perché l’autore di questo manuale si è sempre
astenuto dal prendere i voti.
La donna della tua vita
Ha cominciato facendo l’amica. Poi si è stabilita a casa tua.

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Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 131
Ora te la trovi ogni giorno in cucina. Più volte hai avuto la
tentazione di metterla in pentola. Una tentazione crescente.
Per quanto saprai resistere ancora?
Profumo di donne, 12
Cotto di mamma
La grande cucina
dev’essersi sviluppata
come un imbarbarimento
della smania mammesca
di imboccare la prole.
Era un bel po’ che non andavo più a mangiare da lei. Poi ho
messo le cose bene in chiaro: se m’ingozzi un’altra volta come
un’oca da ingrasso, non verrò mai più a mangiare da te, neanche
da morto.
Entro in casa sua circospetto. Mi attende un desco da frate
trappista: grissini, ravanelli e carote, mesti e solitari, al centro del
tavolo.
«Stavolta si è contenuta» m’illudo. Ma eccola avanzare dalla
cucina, con una zuppiera di tortellini.
«Un po’ di brodino, leggero leggero.»
«Sarà anche leggero. Ma ne hai cucinato per un reggimento!»
«Non ci badare. Li ho cotti tutti. Tanto, a me piacciono anche
scaldati.»
Vecchia scusa. Il copione lo conosco a memoria, dall’inizio alla
fine: io, ingolosito, che mi rimpinzo, e lei, con l’occhio lucente per la
vittoria, che assiste raggiante. Fa anche un accenno spudorato a
trattenermi:

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Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 133
«Fermati che è la terza scodella! E non dire poi che non ti
avevo avvisato.»
La sua ipocrisia è indisponente. Io, naturalmente, trangugio
tutto, ingolosito come un porcello.
Quando la zuppiera è scolata, la mamma torna in cucina.
Riappare poco dopo con un’espressione rassicurante: «Ecco, non
c’è altro, tutto qua». E mi mostra un minaccioso stufato di
salsiccia e piselli.
«Ma... ma... ti avevo detto...» balbetto io, sbiancando in volto,
mentre un inquietante balenio suino mi si accende negli occhi.
«Buono il profumo, eh? Ma tu non mangiarne troppo, limitati
a un assaggino.» E mi rovescia nel piatto una palettata di
salsicce.
«Perché hai cucinato così tanta roba, dov’è il reggimento?»
grugnisco io, come posso, con la bocca ricolma di un salsicciotto.
Ormai sono in preda a una metamorfosi, cinquanta per cento
uomo e cinquanta per cento suino. E mi verso nel piatto tutto
quello che resta dentro il tegame.
«È colpa della ricetta,» si giustifica lei «dà le dosi per sei.»
Mi slaccio la cintura dei pantaloni, e lappo il fondo al tegame.
«Accidenti, anche stavolta ho mangiato come un maiale!»
grufolo. Mi salta un bottone della camicia. Mentre lo raccolgo,
lei ne approfitta per tirare su dal carrello una colossale fiamminga
di culatello, salame e prosciutto di Praga.
«Questo è per me, me l’ha ordinato il dottore: culatello di
Castell’Arquato e prosciutto di Praga, originale cecoslovacco.»
La fulmino con gli occhietti a fessura, le dita delle mani raccolte
a zampetta. Ormai tutto rosa, siedo davanti alla greppia finale,
concentrato sull’apparizione fatale di un tris di budini. Chissà
se mi è spuntato anche il codino? La metamorfosi kafkiana
sarebbe completa.
Alta cucina di seduzione
L’invito a pranzo a casa di tua madre
Se la fanciulla che hai preso di mira è refrattaria alla cottura,
puoi tentare con le armi infide della cucina romantica. Prova
un rapido inclusive tour nel tuo «piccolo mondo»: visita
alla chiesetta dove ti hanno battezzato, riesumazione del tuo
vecchio polveroso album di fotografie, pranzetto a tre con
lei e la tua mamma. La fanciulla dovrebbe sciogliersi come
burro in tegame. Se tua mamma non è disponibile, puoi
sempre affittarne una verosimile o, al limite, corrompere la
tua domestica, camuffata da mamma con i suoi vestiti. Se la
tua domestica è filippina, non lesinare il fondotinta.
Picnic nel parco adiacente all’asilo nido
Ricetta davvero subdola, studiata per far supporre in te improbabili
teneri istinti paterni.
Cercati un asilo nido gremito, a piacere, vicino a un parco.
Bada che i piccoli siano ben recintati, così non molestano
il tuo picnic. Poi basta avvicinarti al recinto con un sacchetto
di caramelle: arriveranno fitti come i piccioni. Mostrati
carino e affettuoso con loro. A lei farà molto effetto.
Ti reputerà il padre ideale per la nidiata che sta vagheggian-

134
Gianni Monduzzi Della donna non si butta via niente 135
do. I mocciosi puoi anche toccarli, tanto dopo ti lavi. Attento
però che non ci sia tra loro tuo figlio, che potrebbe
rovinare tutto correndoti incontro e gridandoti: «Papà».
Profumo di narciso
Ieri sera abbiamo fatto una cenetta a due, per un’occasione particolare.
Una spaghettata al lume di candela, senza sfarzo, ma molto
romantica. Abbiamo mangiato sereni, parlottando fitto, sottovoce,
per sottolineare la nostra intesa. Ci conosciamo così bene, oramai,
che potremmo anche non dire nulla. Ci piace la stessa musica, a
basso volume. Il chiarore della luna e le candele illuminavano
soffusamente la tavola.
Abbiamo stappato una bottiglia di champagne e brindato al vero
grande amore. Abbiamo rivisto passare davanti alla memoria tanti
anni di intese senza uno screzio, un abbandono. Era un giorno
qualunque, ma per noi era come un anniversario.
Festeggiavo la ricorrenza della felice unione con il mio corpo. Gli
storici (mia madre) tramandano che ciò avvenne una quarantina di
anni fa, ma allora noi eravamo troppo occupati a nascere, per potercene
oggi ricordare.

Epitaffio
Sulla mia tomba
vorrei che scrivessero:
«Non è morto,
è solo sonno arretrato».
Non sono cinico: sono saturo.
Caro lettore, non me ne volere. Lo ammetto, a prima vista
posso sembrare un po’ cinico. Ma, a parte che il cinismo
è l’ultima spiaggia dei romantici, questo mio libro non è
contro la donna. Figurarsi! La donna è l’unico motivo per
cui mi alzo dal letto ogni mattina.
Perciò, cara lettrice, non farti idee errate su di me. Forse
sono stato un pochino imprudente, a scrivere quello che ho
scritto: faccio sempre imprudenze quando mi sento in uno
stato d’animo vivacizzato. Nella quotidianità sono molto
più tenero. Una chance non me la daresti?
P.S. Il mio numero è sull’elenco.
E poi,
smettila di cercare l’uomo giusto:
vuoi mettere come ci si diverte di più
con l’uomo sbagliato?