Lorenzo il Magnifico, Nencia da Barberino, Le ... - Aula Digitale

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Linguaggio
L’Umanesimo e il Rinascimento Firenze capitale dell’Umanesimo Lorenzo il Magnifico
Lorenzo il Magnifico
Nencia da Barberino
Non si sa con esattezza quando Lorenzo abbia composto la Nencia, né gli studiosi sono
sicuri che Lorenzo ne sia l’unico autore: conosciamo infatti quattro diverse redazioni
del poemetto, forse frutto anche di una collaborazione tra più poeti.
Nella sua versione più lunga, la Nencia si estende per cinquantuno ottave: il pastore
Vallera desidera, invoca, descrive e loda la sua Nencia per tutta una giornata, da quando,
uscendo di casa, spera di incontrarla, fino al suo rientro con il bestiame, quando ormai
sente già la voce della padrona che lo chiama.
Il protagonista della Nencia è un pastore delle campagne intorno Firenze: ciò determina
il suo linguaggio e le immagini che usa. Nella Nencia Lorenzo utilizza la lingua della
tradizione lirica, ma abbassandola e creando così effetti comici.
Le bellezze della Nencia
Nencia da Barberino ■ ottave 1-7
Quello che viene qui proposto è l’inizio del poemetto, dove il pastore Vallera descrive le bellezze
della sua amata Nencia, una fanciulla di Barberino di Mugello. Vallera ne tesse le lodi, le dichiara
il suo amore e le promette i più preziosi regali, ma Nencia non cederà mai alle proposte e alle
lusinghe dell’uomo.
1 Ardo d’amore et conviemmi 1 cantare
per una dama che mi strugge 2 il core,
c’ogn’otta 3 ch’i’ la sento ricordare 4
el cor mi brilla 5 et par che gli esca fore 6 .
Ella non truova di bellezze pare 7 ,
cogli occhi gitta fiaccole d’amore 8 ;
io sono stato in ciptà et castella 9
et mai non vidi gnuna 10 tanto bella.
Lorenzo de’ Medici, Tutte le opere,
a cura di P. Orvieto, tomo II,
Salerno Editrice, Roma 1992.
1. conviemmi: ‘sono costretto’.
2. strugge: ‘consuma’.
3. c’ogn’otta: ‘che ogni volta’.
4. ricordare: ‘nominare’.
5. mi brilla: ‘mi sobbalza’; uno dei significati
di “brillare” è ‘girare su se stesso’,
come fanno le trottole; con questo significato
è una variante grafica di “prillare”.
6. et … fore: ‘e sembra che esca fuori
(dal petto)’.
METRO

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L’Umanesimo e il Rinascimento Firenze capitale dell’Umanesimo Lorenzo il Magnifico
2 Io sono stato a Empoli al mercato,
a Prato, a Monticelli, a San Casciano,
a Colle, a Poggibonzi, a San Donato 11 ,
et quindamonte 12 insino a Decomano;
Feghine 13 , Castelfranco ho ricercato,
San Piero, e ’l Borgo, Mangona et Gagliano 14 :
più bel mercato che nel mondo sia
è Barberino 15 dov’è la Nencia 16 mia.
3 Non vidi mai fanciulla tanto honesta 17 ,
né tanto saviamente rilevata 18 ;
non vidi mai la più pulita testa 19 ,
né sì lucente, né sì ben quadrata 20 ;
et ha du’ occhi che pare una festa,
quand’ella gli alza ched ella ti guata 21 ;
et in mezzo ha el naso tanto bello,
che par proprio bucato col succhiello 22 .
4 Le labra rosse paion di corallo,
et havi drento duo filar’ di denti 23
che son più bianchi che que’ del cavallo,
et d’ogni·llato ella n’ha più di venti;
le gote bianche paion di cristallo,
sanz’altri lisci o iscorticamenti 24 ,
et in quel mezzo 25 ell’è com’una rosa:
nel mondo non fu mai sì bella cosa 26 .
5 Ben si potrà tenere aventurato,
chi fia marito di sì bella moglie 27 ;
ben si potrà tenere im buon dì nato 28 ,
chi arà quel fioraliso sanza foglie 29 ;
ben si potrà tener sancto et beato,
et fien contente tutte le suo voglie 30 ,
d’haver la Nencia, et tenersela im braccio,
morbida et bianca che pare un sugnaccio 31 .
11. Colle … Donato: ‘a Colle Val d’Elsa,
a Poggibonsi, a San Donato in Collina’.
12. quindamonte: ‘lassù in alto’.
13. Feghine: ‘Figline nel Valdarno’.
14. San … Gagliano: San Piero a Sieve
e Borgo San Lorenzo si trovano in Mugello,
Mangona e Galliano oggi sono
frazioni di Barberino di Mugello.
15. Barberino: è il paesino che si trova
in Mugello (non quello, omonimo, che
si trova in Val d’Elsa).
16. Nencia: diminutivo di Lorenza.
17. honesta: ‘di buoni costumi’.
18. saviamente rilevata: ‘ben allevata’,
‘educata bene’; oppure ‘scolpita con
tanta maestria’.
19. pulita testa: ‘bella fronte’.
20. ben quadrata: ‘proporzionata’.
21. quand’ella … guata: ‘quando ella li
alza per guardarti’.
22. bucato … succhiello: ‘lavorato a regola
d’arte’; il «succhiello» è uno strumento
da falegname, per praticare fori
sul legno.
23. duo … denti: ‘due file di denti’.
24. senz’altri … iscorticamenti: ‘senza
altro cosmetico («lisci») o pratica per
levigare la pelle («iscorticamenti»)’.
25. in quel mezzo: ‘in mezzo alle guance’.
26. sì … cosa: ‘una cosa così bella’.
27. Ben … moglie: ‘davvero si potrà
considerare fortunato chi sarà il marito
di una moglie così bella’.
28. ben … nato: ‘si potrà considerare
nato in un buon giorno’.
29. chi … foglie: ‘chi avrà quel fiordaliso
nudo’ («sanza foglie»).
30. et fien … voglie: ‘e tutti i suoi desideri
saranno («fien») accontentati’.
31. sugnaccio: ‘grasso di maiale’.
© 2011 RCS Libri S.p.A./La Nuova Italia – R. Antonelli, M.S. Sapegno, Il senso e le forme

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L’Umanesimo e il Rinascimento Firenze capitale dell’Umanesimo Lorenzo il Magnifico
6 I’ t’ho aguagliata alla fata Morgana 32 ,
che mena seco tanta baronia 33 ;
i’ t’asomiglio alla stella diana 34 ,
quando apparisce 35 alla capanna mia;
più chiara se’ che acqua di fontana,
et se’ più dolce che la malvagìa 36 ,
quando ti sguardo da sera o mattina,
più bianca se’ che ’l fior della farina 37 .
7 Ell’ha du’ occhi tanto rubacuori,
che·lla trafiggere’ con essi un muro 38 ;
chiunche la vede convien che ’nnamori 39 ,
e·ll’ha il suo core più c’un ciottol duro 40 ,
et sempre ha seco 41 un migliaio d’amadori,
che da quegli occhi tutti presi furo 42 ;
ma ella guarda sempre questo et quello,
per modo tal che mi strugge il cervello 43 .
32. I’ … Morgana: ‘io ti ho comparata
alla fata Morgana’; Morgana era un
personaggio delle storie di re Artù e,
nella lirica due-trecentesca, era indicata
come esempio di insuperabile bellezza.
33. che … baronia: ‘che porta dietro di
sé tanti valorosi baroni’.
34. i’ … diana: ‘io ti paragono alla stel-
ANALISI DEL TESTO
La comicità nella Nencia
La comicità della Nencia da Barberino è costruita
su due elementi fondamentali. Il primo è l’abbassamento
parodico della tradizione lirica. Gli
occhi di Nencia non ardono di fiamme d’amore,
essi gettano «fiaccole» (strofa 1, v. 6): l’ambito
del significato rimane simile, ma il passaggio
dall’astratto al concreto crea l’effetto comico.
Quando Vallera nomina le «gote bianche» di
Nencia (strofa 4, v. 5) e le paragona al cristallo
per lucentezza, aggiunge che esse sono così
al naturale, «sanz’altri lisci o scorticamenti»: in
questo caso accosta un tratto tipico della lode,
lo splendore del volto, alla menzione dei trucchi
delle donne per apparire belle. Un altro termine
di paragone tradizionale nella poesia amorosa, la
«stella diana» (cfr. il famoso sonetto di Guinizzelli
Vedut’ho la lucente stella diana), appare al pa-
la diana’, cioè a Lucifero, la stella del
mattino.
35. apparisce: ‘appare’.
36. malvagìa: ‘malvasia’, una varietà
d’uva molto dolce.
37. fior … farina: ‘la parte raffinata
della farina’, e dunque la più bianca.
38. che … muro: ‘che trafiggerebbe
con essi un muro’.
39. chiunche … ’nnamori: ‘chiunque la
vede deve innamorarsi’.
40. e·ll’ha … duro: ‘e lei ha un cuore
duro più di una pietra («ciottol»)’.
41. seco: ‘con sé’.
42. presi furo: ‘furono catturati’.
43. per modo … cervello: ‘in modo da
tormentarmi il cervello’.
store nella sua umile capanna; il cuore di Nencia
è duro non come sasso, diamante o marmo, ma
come il più comune ciottolo: questi sono solo alcuni
esempi del modo in cui l’autore muta la lirica
amorosa in parodia.
Amore concreto e corporeo
Il secondo elemento della comicità della Nencia è
la descrizione dell’amore come un fatto concreto
e corporeo. Ogni volta che Vallera sente nominare
la sua «dama», il suo cuore «brilla», ‘sobbalza’,
nel petto (strofa 1, v. 4). Egli pensa alla fortuna di
averla nuda («fioraliso sanza foglie», strofa 5, v. 4)
e paragona la sua morbidezza e il suo biancore a
quello del «sugnaccio». Questo aspetto particolare
è comune nella satira del villano, nella quale, osservati
da una prospettiva cittadina, i modi rozzi dei
contadini vengono fatti oggetto di scherno.
© 2011 RCS Libri S.p.A./La Nuova Italia – R. Antonelli, M.S. Sapegno, Il senso e le forme