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VILLA BOCCANEGRA

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<strong>VILLA</strong> <strong>BOCCANEGRA</strong><br />

GIARDINO PIACENZA


On. le Giuseppe Biancheri<br />

Emilia Sertorio<br />

Miss Ellen Willmott<br />

Guido Piacenza con la moglie Ursula


<strong>VILLA</strong> <strong>BOCCANEGRA</strong><br />

GIARDINO PIACENZA<br />

La proprietà Boccanegra prende il nome da un antico toponimo presente<br />

già nel catasto del 1545, con il quale s'indicava la terra compresa tra il<br />

mare, l'impluvio o "ritano" omonimo a ponente, la strada romana a nord e<br />

la zona detta Porta Canarda, a est.<br />

Nell'area in cui oggi si trovano la Villa ed il giardino Boccanegra si sono<br />

succeduti, nel corso dei secoli, diversi proprietari. La Famiglia Curti fin dal<br />

cinquecento (vi è una lista dei beni di Tomaso Curto datata 1618 in cui si cita:<br />

"un pezzo di terra nominato Bocanegra…" o " …terra detta Boccanegra…"),<br />

poi vennero i frati Minori Conventuali di San Francesco (come si legge nel<br />

registro dei terreni del 1798), la famiglia Rolando dal 1808 al 1831 ed il<br />

marchese De Mari di Genova dal 1831 al 1865. La parte più vecchia della<br />

villa, quella di levante osservando<br />

la struttura interna, la si può<br />

far risalire al XVII° secolo.<br />

(È sconosciuta la famiglia che fece<br />

costruire l'edificio) Nel 1865 la<br />

proprietà Boccanegra fu acquistata<br />

dai fratelli Biancheri di Ventimiglia<br />

(in quegl'anni, 1869-70, le Ferrovie<br />

dello Stato effettuarono i rilievi<br />

della proprietà da espropriare per<br />

la costruenda strada ferrata).<br />

In una mappa dell’epoca è<br />

interessante notare che oltre al<br />

corpo di levante era presente<br />

anche quello di ponente ma<br />

quello centrale non esisteva<br />

ancora e, quando essi divisero i<br />

loro beni, la splendida proprietà<br />

toccò all'onorevole Giuseppe,<br />

l'illustre uomo politico<br />

ventimigliese che fu parlamentare<br />

per oltre cinquant'anni. Amico<br />

degli Hanbury e del botanico<br />

tedesco Ludovic Winter di Erfurt,<br />

capo giardiniere a Villa Hanbury<br />

dal 1869 al 1875 ove vi giunse appena ventiduenne, il Biancheri amava più<br />

di ogni altro luogo trascorrere a Boccanegra i suoi brevi periodi di vacanza<br />

ove si dilettava nella coltivazione delle rose (così affermava il giornalista<br />

del Caffaro che lo intervistò nel 1894 durante una sua venuta a Ventimiglia<br />

da Roma). Da una fotografia d'inizio novecento che ritrae l'onorevole seduto<br />

vicino alla casa si notano lungo il muro che separa dalla via Aurelia (costruita<br />

nel 1812 tagliando in due la proprietà) le rose banksiane ancor oggi esistenti<br />

che prima si supponeva fossero state messe a dimora dalla Willmott.<br />

La grande trasformazione avvenne però durante i primi decenni del novecento.


Nel 1906, seppur a malincuore, Giuseppe Biancheri vendette la<br />

proprietà a Ellen Willmott (1858-1934), (l'atto sarà firmato per<br />

procura di Giuseppe Biancheri da Thomas Hanbury), una ricca<br />

ereditiera inglese figlia di un farmacista, il cui nome si associa<br />

ai grandi giardinieri inglesi di quell'epoca, tra cui Gertrude<br />

Jekyll, William Robinson e E.A.Bowles.<br />

Negl'anni precedenti la Willmott fu più volte ospite di Thomas<br />

e accade che s'innamorò di quei luoghi. Essa già possedeva 2<br />

giardini impiegando fino a 104 persone nella sola tenuta di Warley<br />

Place, nella contea dell'Essex, poi venne Tresserve, in Francia<br />

nelle vicinanze di Aix-les-Bains, e per ultima Boccanegra dove<br />

solitamente vi soggiornava in marzo-aprile e novembre-dicembre.<br />

In quest'ultima residenza fece costruire due grandi cisterne per la<br />

riserva d'acqua alle due estremità del giardino, lottò invano contro<br />

il raddoppio della ferrovia che cercò di occultare piantando nel<br />

1908 un filare di eucalipti, genere di rapida crescita notoriamente<br />

resistente agli incendi che allora potevano essere appiccati dalle<br />

locomotive che bruciavano carbone e "dactylifera" (probabilmente<br />

Phoenix dactylifera, la palma da dattero). Inoltre mise a dimora<br />

parecchie specie esotiche in parte ancor oggi visibili.<br />

Si appoggiò molto ai vivai Hickel Brothers di Beaulieau sur Mer<br />

per quanto concerne le piante e la progettazione.<br />

Trovandosi fortemente indebitata, nel 1923 vendette la proprietà<br />

ad un altro inglese, John Tremayne che si dice abbia sviluppato<br />

il tema del laghetto e costruito il corpo centrale della villa, si<br />

suppone intorno al 1925. Nel 1956 Boccanegra fu acquistata da<br />

Mario Sertorio (con i suoi fratelli gestiva la cartiera Sertorio<br />

a Coazze, in provincia di Torino) che la donò alla moglie Emilia<br />

Rolla Rosazza.<br />

Per oltre un decennio furono fatti interventi importanti.<br />

Nel fabbricato centrale, che possiamo chiamare Tremayne, vi<br />

erano una serie di stanzette. Sull'intera sua lunghezza venne<br />

ricavato invece uno spazio unico comprendente una zona pranzo<br />

ed un lungo e ampio salotto.<br />

Fu rifatta la pavimentazione antistante la casa con beole in "Opus<br />

incertum" e creata la terrazza.<br />

Fu costruita una serra in zona orto frutteto, un garage, una casetta<br />

di 100 metri quadri sopra la cisterna d'acqua di ponente, una<br />

giardiniera in mattoni lungo il muro che separa dalla via Aurelia<br />

in cui vennero messe a dimora bougainville, un ampio sentiero<br />

pavimentato in pietra che scende al mare in zona " Muru Russu"<br />

e il ripristino del confine di levante con la posa di una rete metallica.<br />

In fine l'opera più importante, nel 1965.<br />

Un impianto a fune, una cabinovia a va e vieni con cestello<br />

metallico porta persone. Esso si estende in direzione nord sud<br />

lungo il lato di ponente del giardino, scendendo giù sino al mare.<br />

La coppia Sertorio non ebbe figli.<br />

Nel 1969 Emilia venne a mancare e secondo il suo volere,<br />

la proprietà fu donata ai tre figli maschi della sorella prediletta<br />

Giuseppina, detta Baby, che aveva sposato Enzo Piacenza,<br />

appartenente ad una dinastia d'imprenditori lanieri a Pollone,<br />

vicino a Biella, con l'impegno morale di mantenere la casa e<br />

soprattutto il giardino. I Piacenza si sono sempre distinti per il<br />

particolare amore per il giardino e per la natura in genere. Il padre<br />

di Enzo, Felice, ereditò dal padre Giovanni la Burcina che trasformò,<br />

con la conca di quasi 1000 rododendri, in uno dei più importanti<br />

parchi del Piemonte, nel comune di Pollone, in provincia di Biella.<br />

Nel 1982 Mario Sertorio venne a mancare e dal 1983 la famiglia<br />

Piacenza affidò la gestione del rinnovo e la manutenzione del<br />

giardino all'ultimo genito Guido che da oltre un decennio dirigeva<br />

a Pollone un vivaio di piante per amatori, il Mini-Arboretum,<br />

seguendo i suggerimenti dell'amico fornitore inglese Sir Harold<br />

Hillier. Il ripristino del giardino di Boccanegra iniziò con un<br />

intenso lavoro di rimozione di essenze spontanee.<br />

Tra gli alberi: "Quercus ilex", "Pinus halepensis", "Eucalyptus<br />

spp.", "Arbutus unedo", "Acacia spp.", "Crataegus spp.".


Tra gli arbusti: "Pittosporum tobira", "Coronilla sp.", "Chamaerops<br />

humilis", "Cotoneaster pannosus", "Pistacia lentiscus", "Rhamnus<br />

alaternus", "Agave sp.". Tra i rampicanti, assai fastidiosi per la<br />

notevole vigoria, il Senecio angulatus, dalle foglie carnose e<br />

vistosi fiori gialli d'inverno ed il più esile "Senecio deltoides",<br />

entrambi del Sud Africa, e la mediterranea pungente salsapariglia<br />

nostrana, la "Smilax aspera".<br />

Sul settimanale inglese Country Life del 23 novembre 1929 vi<br />

è un articolo sul giardino di Boccanegra corredato<br />

di alcune foto. In una di esse, che ritrae il fronte sud della villa<br />

fotografato da ponente, si possono notare le giovani piante<br />

di Bougainvillea glabra "Sanderiana” (B.g. Variegata) allora alte<br />

poco più di 2 metri, che oggi ricoprono le facciate rivolte a sud<br />

e a ovest. Potrebbero dunque essere state messe a dimora intorno<br />

al 1925. Tra l'altro si legge che "sebbene in abbandono durante<br />

13 anni molte delle rare e curiose piante d'origine subtropicale<br />

riapparvero al momento dell'eliminazione delle infestanti", proprio<br />

come accadde a Guido al suo arrivo 60 anni dopo. Nulla, non un<br />

documento fu lasciato dai precedenti proprietari se non una<br />

cinquantina di etichette di piombo recanti un numero ed<br />

un genere abbreviato (p.es.Perlarg. 38).<br />

Si dovette così interpretare attraverso ciò che aveva fatto<br />

Miss Willmott cosa essa avrebbe desiderato portare a termine.<br />

Sono comunque emerse subito zone con<br />

caratteristiche ben definite.<br />

Da est un bosco formato da essenze<br />

mediterranee (Pinus halepensis, Quercus<br />

ilex, Cupressus sempervirens, Fraxinus<br />

ornus, Phillyrea sp.), una grande area con<br />

essenze xerofile (resistenti alla siccità),<br />

un uliveto con piccoli ulivi, un'area<br />

intoccata dagli anni ‘70, un uliveto con<br />

grandi ulivi, un orto agrumeto, una parte<br />

ombrosa con alberi esotici tra gli ulivi, la<br />

discesa al mare (dagli inizi anni 60).<br />

Durante i primi piantamenti molti furono<br />

gli insuccessi dovuti all'aridità del luogo.<br />

Alcuni incendi devastarono parti del<br />

giardino.<br />

Dal 1986 entra in scena Ursula, moglie<br />

di Guido, livornese, laureata in scienze<br />

naturali a Pisa, con spiccato interesse per<br />

la ricerca e sperimentazione di piante<br />

nuove. Si decide di arricchire il giardino<br />

con essenze provenienti da climi aridi con andamento stagionale<br />

simile a quello mediterraneo caratteizzato da siccità estiva e<br />

piogge durante il restante periodo dell'anno come avviene in<br />

alcune zone ristrette del Cile, della California, dell'ovest<br />

dell'Australia e del Sud Africa.<br />

Di quest'ultimo stato nel giardino tendono a spontaneizzarsi<br />

"Aberia caffra", "Aloe spp.", i seneci su menzionati e la "Polygala<br />

myrtifolia".<br />

Si è d'accordo di conseguenza di concentrare la ricerca e messa<br />

a dimora di bulbose, perenni e pochi alberi (vista l'ormai esiguità<br />

dello spazio) originari di alcune zone aride di questo Stato come<br />

la Namibia, il Namaqualand e l'area intorno a Città del Capo.<br />

Verso la fine degli anni 80 l’ “opus incertum” venne sostituito<br />

con un acciottolato e nella metà degli anni 90 furono ricavati 3<br />

alloggi all’interno della villa più un altro sotto la terrazza della<br />

vecchia villa.<br />

Nell'ottobre 2000 piogge torrenziali causarono alcune frane.<br />

La parte più a monte del sentiero che conduce al mare è stata<br />

distrutta. Inoltre si ebbero quattro smottamenti minori. Uno nella<br />

parte alta del ritano Boccanegra, un altro a est della scalinata<br />

Willmott che a levante della proprietà scende verso il mare (senza<br />

raggiungerlo), poi a sud dell'orto ed infine nei carrubi della conca<br />

dei Metrosideros.


DATI<br />

Superficie: mq 30.000/40.000<br />

Alt.s.l.m.: da 0 a 60 m<br />

Esposizione: sud/sud ovest<br />

PH terreno: da debolmente basico (ph 7,6-7,8) a neutro sino<br />

a leggermente acido ove vi è accumulo di sostanza organica<br />

parti più pianeggianti.<br />

Temperatura minima dal 1983: - 4,5° per 11 ore (gennaio 1985).<br />

Di norma non si hanno gelate invernali.<br />

Piovosità: mediamente mm. 800 annui<br />

LE PIANTE DI MAGGIOR RILIEVO<br />

• AGATHIS robusta<br />

• ARBUTUS andrachnoides<br />

• ENCEPHALARTOS sp.<br />

• PEUMUS boldus<br />

• JASMINUM heterophyllum<br />

• *ROSA "Sénateur Lafollette"<br />

• MYRTUS communis subsp. Tarentina<br />

• PISTACIA lentiscus<br />

• PINUS sabiniana<br />

*coltivata a Cannes dal giardiniere di Lord Brougham, Busby, intorno al 1910<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

AUDREY LE LIEVRE - Miss Willmott of Warley Place - Her Life and Her Gardens<br />

Faber&Faber Limited 1980<br />

AUDREY LE LIEVRE - "The Garden" Journal of the Royal Horticultural Society:<br />

- February 1982 The Willmott postcards<br />

- November 1987 - Boccanegra: a Riviera garden-Royal Horticultural<br />

R.H. - "Country Life" Nov. 23/1929, (pag. 714) - Riviera Gardens<br />

FRED WHITSEY - "The Daily Telegraph" - Jan. 25/1997<br />

When a growing passion turns into a ruinous obsession<br />

HUGO LATYMER - Il giardino Mediterraneo - Centro Botanico Editore - Milano<br />

VIVIAN RUSSELL - Gardens of the Riviera - Rizzoli International 1994<br />

LUCIANO LEONOTTI - FULVIO LANTERI - Liguria Fiore delle Meraviglie -<br />

Tormenta Editore, Genova 2002


* Uscita Ventimiglia - Seguire le indicazione per Ventimiglia, al primo ponte sul fiume svoltare a destra,<br />

indi girare a sinistra e poi ancora a destra e salire, dopo 1 Km. parcheggiare nei pressi della galleria.


<strong>VILLA</strong> <strong>BOCCANEGRA</strong><br />

GIARDINO PIACENZA<br />

Villa Boccanegra • Via A. Toscanini 49 • 18039 Ventimiglia (IM) • Tel. 0184 229447 • E-mail: direzione@piacenza1733.it

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