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VILLA BOCCANEGRA

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Nel 1906, seppur a malincuore, Giuseppe Biancheri vendette la<br />

proprietà a Ellen Willmott (1858-1934), (l'atto sarà firmato per<br />

procura di Giuseppe Biancheri da Thomas Hanbury), una ricca<br />

ereditiera inglese figlia di un farmacista, il cui nome si associa<br />

ai grandi giardinieri inglesi di quell'epoca, tra cui Gertrude<br />

Jekyll, William Robinson e E.A.Bowles.<br />

Negl'anni precedenti la Willmott fu più volte ospite di Thomas<br />

e accade che s'innamorò di quei luoghi. Essa già possedeva 2<br />

giardini impiegando fino a 104 persone nella sola tenuta di Warley<br />

Place, nella contea dell'Essex, poi venne Tresserve, in Francia<br />

nelle vicinanze di Aix-les-Bains, e per ultima Boccanegra dove<br />

solitamente vi soggiornava in marzo-aprile e novembre-dicembre.<br />

In quest'ultima residenza fece costruire due grandi cisterne per la<br />

riserva d'acqua alle due estremità del giardino, lottò invano contro<br />

il raddoppio della ferrovia che cercò di occultare piantando nel<br />

1908 un filare di eucalipti, genere di rapida crescita notoriamente<br />

resistente agli incendi che allora potevano essere appiccati dalle<br />

locomotive che bruciavano carbone e "dactylifera" (probabilmente<br />

Phoenix dactylifera, la palma da dattero). Inoltre mise a dimora<br />

parecchie specie esotiche in parte ancor oggi visibili.<br />

Si appoggiò molto ai vivai Hickel Brothers di Beaulieau sur Mer<br />

per quanto concerne le piante e la progettazione.<br />

Trovandosi fortemente indebitata, nel 1923 vendette la proprietà<br />

ad un altro inglese, John Tremayne che si dice abbia sviluppato<br />

il tema del laghetto e costruito il corpo centrale della villa, si<br />

suppone intorno al 1925. Nel 1956 Boccanegra fu acquistata da<br />

Mario Sertorio (con i suoi fratelli gestiva la cartiera Sertorio<br />

a Coazze, in provincia di Torino) che la donò alla moglie Emilia<br />

Rolla Rosazza.<br />

Per oltre un decennio furono fatti interventi importanti.<br />

Nel fabbricato centrale, che possiamo chiamare Tremayne, vi<br />

erano una serie di stanzette. Sull'intera sua lunghezza venne<br />

ricavato invece uno spazio unico comprendente una zona pranzo<br />

ed un lungo e ampio salotto.<br />

Fu rifatta la pavimentazione antistante la casa con beole in "Opus<br />

incertum" e creata la terrazza.<br />

Fu costruita una serra in zona orto frutteto, un garage, una casetta<br />

di 100 metri quadri sopra la cisterna d'acqua di ponente, una<br />

giardiniera in mattoni lungo il muro che separa dalla via Aurelia<br />

in cui vennero messe a dimora bougainville, un ampio sentiero<br />

pavimentato in pietra che scende al mare in zona " Muru Russu"<br />

e il ripristino del confine di levante con la posa di una rete metallica.<br />

In fine l'opera più importante, nel 1965.<br />

Un impianto a fune, una cabinovia a va e vieni con cestello<br />

metallico porta persone. Esso si estende in direzione nord sud<br />

lungo il lato di ponente del giardino, scendendo giù sino al mare.<br />

La coppia Sertorio non ebbe figli.<br />

Nel 1969 Emilia venne a mancare e secondo il suo volere,<br />

la proprietà fu donata ai tre figli maschi della sorella prediletta<br />

Giuseppina, detta Baby, che aveva sposato Enzo Piacenza,<br />

appartenente ad una dinastia d'imprenditori lanieri a Pollone,<br />

vicino a Biella, con l'impegno morale di mantenere la casa e<br />

soprattutto il giardino. I Piacenza si sono sempre distinti per il<br />

particolare amore per il giardino e per la natura in genere. Il padre<br />

di Enzo, Felice, ereditò dal padre Giovanni la Burcina che trasformò,<br />

con la conca di quasi 1000 rododendri, in uno dei più importanti<br />

parchi del Piemonte, nel comune di Pollone, in provincia di Biella.<br />

Nel 1982 Mario Sertorio venne a mancare e dal 1983 la famiglia<br />

Piacenza affidò la gestione del rinnovo e la manutenzione del<br />

giardino all'ultimo genito Guido che da oltre un decennio dirigeva<br />

a Pollone un vivaio di piante per amatori, il Mini-Arboretum,<br />

seguendo i suggerimenti dell'amico fornitore inglese Sir Harold<br />

Hillier. Il ripristino del giardino di Boccanegra iniziò con un<br />

intenso lavoro di rimozione di essenze spontanee.<br />

Tra gli alberi: "Quercus ilex", "Pinus halepensis", "Eucalyptus<br />

spp.", "Arbutus unedo", "Acacia spp.", "Crataegus spp.".

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