Lezione 2 LE ORIGINI DELLE BUGIE
Lezione 2 LE ORIGINI DELLE BUGIE
Lezione 2 LE ORIGINI DELLE BUGIE
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VALTER ROMANI<br />
SMASCHERARE IL BUGIARDO<br />
Report allegato a:<br />
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente ebook<br />
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Programma del corso<br />
<strong>Lezione</strong> 1: Acquisire consapevolezza sulla bugia<br />
<strong>Lezione</strong> 2: Le origini delle bugie<br />
<strong>Lezione</strong> 3: L’azione dell’inconscio<br />
<strong>Lezione</strong> 4: Leggere le bugie nello sguardo<br />
<strong>Lezione</strong> 5: Leggere le alterazioni della fisiologia<br />
<strong>Lezione</strong> 6: Leggere le bugie nascoste nel parlato<br />
<strong>Lezione</strong> 7: Persuadere il bugiardo a confessare<br />
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente ebook<br />
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<strong>Lezione</strong> 1<br />
ACQUISIRE CONSAPEVO<strong>LE</strong>ZZA DELLA BUGIA<br />
Se andiamo in fondo alla cosa la bugia non è un fenomeno<br />
proprio episodico. Viviamo in una società così abituata a<br />
modificare l’informazione che, quando questo avviene, neanche<br />
più ce ne accorgiamo, sia che ne siamo vittime sia che ne siamo<br />
attori.<br />
In un mondo in cui le relazioni interpersonali sono sempre più<br />
importanti, in cui il mondo dell’apparire è diventato più<br />
importante di quello dell’essere, diventa fondamentale acquisire<br />
la padronanza nella conoscenza necessaria a leggere gli indizi<br />
della menzogna.<br />
In questo viaggio che faremo insieme ti condurrò alla scoperta di<br />
tutto ciò che riguarda la bugia: la sua evoluzione, la sua funzione,<br />
le tecniche per individuarne gli indizi e per averne conferma<br />
tramite gli strumenti con cui potrai migliorare le tue capacità di<br />
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persuasione utili per ottenere una bella confessione dal bugiardo<br />
di turno. Sarà un’esplorazione di un mondo la cui conoscenza ti<br />
darà enormi vantaggi negli affari, nelle relazioni sentimentali,<br />
nella crescita dei figli, con gli amici e con il mondo intero.<br />
L’invito che ti faccio è quello di non limitarti a seguire questo<br />
corso per soddisfare la tua curiosità, ma di utilizzarlo come<br />
riferimento per fare pratica nell’esercizio delle tecniche di<br />
riconoscimento degli indizi di mendacia e delle tecniche per<br />
ottenere la collaborazione dell’interlocutore nell’arduo lavoro di<br />
avvicinamento alla verità. Per il bene tuo e del tuo bugiardo, se è<br />
una persona a cui tieni.<br />
Al lavoro!<br />
Cominciamo questo primo giorno di corso insieme con il ribadire<br />
che il mio obiettivo è quello di aiutarti ad essere più felice, non<br />
per complicarti la vita. E’ importante a questo scopo che tu<br />
comprenda che avere la capacità di avvicinarsi alla verità è un<br />
grande talento, un dono che bisogna dimostrare di meritare.<br />
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A volte però essere in grado di capire la verità dietro le cose può<br />
essere un qualcosa difficile da gestire. E’ quindi mia<br />
responsabilità, affinché non venga travisato lo spirito con cui ho<br />
scritto questo corso, offrirti contemporaneamente gli strumenti<br />
per farne un uso saggio. La prima cosa che è importante che tu<br />
impari è che tu comprenda che:<br />
Una bugia spesso nasconde un disagio.<br />
Del resto se il nostro interlocutore si fosse veramente sentito a suo<br />
agio non avrebbe avuto necessità di nasconderci la verità nella sua<br />
completezza.<br />
Imparare a riconoscere la verità ti permetterà di capire meglio<br />
come gli altri veramente ti considerano e ti rispettano. Ti fornirà<br />
informazioni utili per riconsiderare i tuoi rapporti con queste<br />
persone.<br />
Potrai così correggere ciò che è ancora possibile migliorare e<br />
recuperare. In caso contrario avrai i dati necessari per decidere di<br />
eliminare dalla tua vita quelle presenze che non hanno nei loro<br />
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obiettivi la crescita del rapporto, ma solo quello di sfruttare la<br />
situazione a loro esclusivo vantaggio.<br />
Ti consiglio di dare sempre un’altra opportunità alle persone che<br />
per te sono importanti, anche nei casi estremi, quelli in cui ti<br />
capita di trovarti di fronte a quelle persone che negano sempre,<br />
anche davanti all’evidenza.<br />
Ad essere onesti raramente funziona dare un’ultima opportunità.<br />
Quando succede, la soddisfazione dell’essere riusciti a salvare un<br />
rapporto affettivo importante può colmare la sofferenza di<br />
qualunque torto subito e ripagare ogni impegno profuso in questa<br />
direzione.<br />
Quando non funziona ti dà invece la serenità di sapere di avere<br />
fatto del tuo meglio, con tutte le energie positive che potevi<br />
mettere nel sanare la situazione e, non meno importante, ti dà la<br />
consapevolezza di aver imparato qualcosa di utile da investire<br />
nella creazione dei tuoi futuri rapporti di amicizia e amore. Vuol<br />
dire che sarai una persona migliore capace di dare di più e di<br />
ottenere di più dagli altri, di costruire cioè rapporti più saldi.<br />
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E’ importante in ogni caso studiare e migliorare altri aspetti legati<br />
alla comunicazione e al rapporto con gli altri. La nostra felicità<br />
dipende quasi esclusivamente da questo aspetto, per cui ogni<br />
investimento di risorse, di tempo, di denaro, sono versamenti che<br />
fai direttamente nel conto corrente della tua felicità. C’è da<br />
aggiungere che, come avrai modo di approfondire leggendo il<br />
libro “Scacco alle bugie”, l’inconscio, con i suoi condizionamenti,<br />
ha un peso fondamentale nell’acquisizione della maestria in<br />
questo campo.<br />
Per cui poniti in uno spirito il più possibile positivo, perché dovrai<br />
imparare innanzitutto ad utilizzare le verità che saprai scoprire per<br />
costruirti una vita migliore e non per renderla più insopportabile<br />
di quanto già non sia. Partiamo quindi puntando al<br />
raggiungimento dell’eccellenza nella conoscenza a riguardo della<br />
comunicazione mendace. Il cammino non è arduo dal punto di<br />
vista teorico, anzi questa è la parte forse più divertente e<br />
stuzzicante.<br />
Ma per far sì che questo corso non costituisca per te solo un modo<br />
per soddisfare le tue curiosità sul tema, dobbiamo mettere in atto<br />
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delle strategie che ti permettano di assorbire le tecniche che<br />
studierai e di renderle disponibili in tempo reale ogni qualvolta ne<br />
avrai bisogno.<br />
Ti offro la possibilità di intraprendere un percorso al termine del<br />
quale sarai diventato un lie-detector, una macchina della verità. Il<br />
genere umano ha bisogno di agevolatori, di persone che sappiano<br />
usare la loro eccellenza per migliorare questo mondo. Chissà<br />
forse un giorno sarai una di quelle persone a cui le mie parole<br />
hanno dato spunto per cambiare in meglio la loro vita.<br />
Magari riuscirai a crearti un rapporto d’amore idilliaco, riuscirai<br />
ad aiutare tuo figlio a comunicare meglio con te, o ad aiutare un<br />
amico in un momento difficile. Oppure quanto imparerai qui farà<br />
nascere in te una passione che sboccherà in un nuovo ambito<br />
professionale, come nel mio caso: c’è un discreto e sempre<br />
maggiore bisogno di professionisti della comunicazione in ogni<br />
ambito.<br />
Sono le parole che trasformano il mondo<br />
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<strong>Lezione</strong> 2<br />
<strong>LE</strong> <strong>ORIGINI</strong> DEL<strong>LE</strong> <strong>BUGIE</strong><br />
Nel caso della comunicazione mendace è importante che tu<br />
capisca che è proprio di fronte a ciò che appare un pericolo di<br />
potenziale aggressione che il nostro interlocutore si troverà a<br />
dover decidere se dire la verità e cioè arrendersi o reagire in<br />
qualche modo attaccando o fuggendo.<br />
Capisci quanto sia importante a questo punto imparare a non<br />
comunicare in maniera aggressiva. Siamo noi i primi, con la<br />
nostra aggressività, a mettere gli altri in condizione di mentire allo<br />
scopo di fuggire dal nostro attacco. Quante volte ti è capitato di<br />
arrabbiarti per aver trovato qualcosa di rotto o magari solamente<br />
fuori posto? A quel punto hai magari imprecato e sei andato in<br />
giro, con una faccia che traspirava rabbia da tutti i pori, a chiedere<br />
chi fosse stato.<br />
Nel momento in cui il tuo interlocutore di turno si è trovato di<br />
fronte a te, fumante dalla rabbia che gli hai chiesto: “Sei stato<br />
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tu?”, non pensi che gli possa essere venuta in mente la possibilità<br />
di nascondersi dietro una bugia?<br />
Il miglior modo per non subire bugie è prevenirle usando<br />
comunicazione meno aggressiva.<br />
In questi casi devi fare una scelta. Vuoi sapere la verità o vuoi<br />
punire il colpevole? Nella vita è già difficile ottenere un piccione<br />
con una fava, due è questione di fortuna (o di grande maestria).<br />
Come dice Stephen Covey, nella vita possiamo scegliere di agire<br />
“reattivamente” o “proattivamente” di fronte agli stimoli esterni.<br />
Ci troviamo nel primo caso quando davanti ad un problema<br />
lasciamo che sia il nostro “animale” a reagire, secondo modalità<br />
che seguono la nostra impulsività.<br />
Nel secondo caso ci troviamo in quei rari momenti della nostra<br />
vita in cui prima di reagire riusciamo a contare fino a dieci, a<br />
pensare quale sia la cosa migliore da fare e infine a farla.<br />
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L’attacco o il contrattacco lo abbiamo in quei casi in cui il nostro<br />
interlocutore preferisce aggredirci facendo leva magari sulla<br />
nostra mancanza di fiducia o incolpandoci a nostra volta di ciò<br />
che vorremmo attribuirgli.<br />
Ci sono persone che hanno come regola personale quella di<br />
negare sempre, anche davanti all’evidenza. Vedremo in che modo<br />
è possibile individuare degli indizi di mendacia in un<br />
atteggiamento del genere.<br />
Un’altra possibilità per il nostro interlocutore può essere quella di<br />
inventare una bugia mostrando apparente tranquillità nella<br />
comunicazione che la veicola. Anche in questo caso impareremo<br />
a leggere gli indizi necessari a comprendere se l’informazione<br />
mostra incongruenze che vale la pena approfondire.<br />
Le bugie dei bambini<br />
C’è da fare una netta distinzione tra chi dice sporadicamente<br />
bugie e chi invece ne fa uno stile di vita. Allo scopo di capire<br />
come nasce quello che viene chiamato un bugiardo patologico,<br />
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analizziamo come si evolve il rapporto tra bambino e bugia con<br />
l’evolversi della sua età.<br />
I bambini cominciano a dire le bugie intorno ai quattro anni. A<br />
questa età li si considera capaci di mentire, cioè capaci di<br />
ingannare deliberatamente il proprio interlocutore, parlando con<br />
la cognizione di chi non confonde realtà e fantasia come avviene<br />
ad un’età inferiore.<br />
Nel libro “Scacco alle bugie” troverai tutto ciò che ti serve per<br />
imparare a prevenire le bugie dei tuoi figli e per educarlo alla<br />
sincerità.<br />
Ti do intanto alcuni consigli comportamentali che troverai utili<br />
come genitore:<br />
1)<br />
2)<br />
Mostrare al bambino scoperto a mentire l’inutilità della<br />
bugia e, senza insistere troppo nel rimprovero, indicare<br />
schemi comportamentali alternativi meno dannosi.<br />
Creare un contesto in cui la sincerità sia vista come un<br />
valore positivo e premiata.<br />
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3)<br />
4)<br />
Lasciare che il bambino sperimenti l’errore indicandogli<br />
dei limiti piuttosto che dei divieti.<br />
Cercare di ottenere la sua comprensione riguardo alla<br />
motivazione di certi divieti necessari. Troppi divieti<br />
potrebbero minare lo sviluppo del suo senso critico.<br />
Tanti modi per mentire<br />
Quando parliamo di verità ci torna spesso alla mente il<br />
giuramento che abbiamo sempre visto nelle corti americane<br />
quando il testimone alzando il braccio destro e mettendo la mano<br />
sinistra sulla Bibbia giura dicendo: “Giuro di dire la verità, tutta la<br />
verità, nient’altro che la verità”.<br />
In effetti la bugia come viene intesa nel senso classico, non<br />
esaurisce tutte le modalità con cui si riesce a sfuggire dal vero.<br />
Etcoff et altri (Lie detection and language comprehension), hanno<br />
fornito la seguente classificazione di tipi di comunicazione<br />
mendace:<br />
1) Omissione: può essere parziale: è il caso in cui si dice la<br />
verità, ma non tutta la verità. Spesso la criticità di<br />
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2)<br />
3)<br />
un’informazione può essere delimitabile in pochi dettagli,<br />
omettendo i quali, l’informazione perde la sua<br />
problematicità; in altri casi l’omissione può essere totale,<br />
cioè si fa finta di non sapere, di aver dimenticato o di aver<br />
scelto di non dire avendo ritenuto l’informazione<br />
irrilevante. E’ forse il tipo di menzogna in cui è più facile<br />
negare il dolo.<br />
Occultamento: consiste nel nascondere le prove di un<br />
misfatto come fanno ad esempio certi bambini che<br />
conservano una brutta pagella per giorni nella cartella<br />
sperando che il genitore non gliela chieda, oppure certi<br />
adolescenti che nascondono la bolletta del telefono quando<br />
questa è salatissima.<br />
Falsificazione: si ha quando vogliamo cercare di far<br />
sembrare vero qualcosa che non lo è come dare falsa<br />
testimonianza o fornire un alibi fasullo a qualcuno. Fanno<br />
anche parte di questa tipologia tutte le false espressioni che<br />
creiamo nel tentativo di nascondere i nostri reali<br />
sentimenti: falsi sorrisi, falso stupore, ecc.<br />
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4)<br />
5)<br />
6)<br />
Falsa conferma: consiste nel confermare un fatto pur non<br />
conoscendolo in parte o del tutto, magari solo per avallare<br />
ciò che dice qualcun altro che vogliamo favorire.<br />
Negazione: si verifica quando cerchiamo di confutare una<br />
notizia vera.<br />
Mascheramento: corrisponde in un certo qual modo alla<br />
menzogna compensatoria, in cui si cerca di apparire come<br />
in effetti non si è.<br />
E le bugie bianche?<br />
Nel mondo degli adulti acquisisce una certa importanza un altro<br />
tipo di bugia: quelle cosiddette bianche. Si definiscono così le<br />
bugie a fin di bene, che si dicono cioè per evitare dispiacere ad<br />
altri, e quelle veniali, che si dicono per giustificare una<br />
dimenticanza, un ritardo oppure per rispondere ai figli quando<br />
fanno domande imbarazzanti.<br />
Diciamo la verità! Dire sempre la verità è impossibile, ci<br />
renderebbe degli asociali, impopolari, avremmo un sacco di<br />
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nemici. Alcuni studi hanno tra l’altro dimostrato che le persone<br />
più capaci di gestire le bugie “sociali”, come gli adulatori, per<br />
quanto a volte passino spudoratamente come tali nel loro<br />
contesto, dimostrano di riuscire meglio nella vita.<br />
Il dilemma nasce quando una persona a cui teniamo si rende<br />
magari ridicola col suo modo di vestire e nessuno ha il coraggio<br />
di dirglielo chiaramente. Meglio un’altra bugia bianca o cercare di<br />
far capire il “problema” al nostro amico?<br />
Arrivederci alla prossima lezione: L’azione dell’inconscio<br />
Se nel frattempo non riesci a resistere e vuoi conoscere subito<br />
ogni aspetto riguardo al lie-detecting puoi acquistare sin da ora il<br />
libro che ti permetterà di sapere tutto sull’argomento.<br />
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La percezione della realtà<br />
<strong>Lezione</strong> 3<br />
L’AZIONE DELL’INCONSCIO<br />
Allo scopo di capire a fondo i meccanismi alla base della<br />
menzogna abbiamo capito essere fondamentale il comprendere<br />
meglio il funzionamento della nostra mente conscia e di quella<br />
inconscia. Ognuno percepisce il mondo attraverso i suoi sensi.<br />
Quello che ai più sfugge è che nell’attingere dalla realtà spesso<br />
dimentichiamo che la percepiamo da un determinato (e quindi<br />
“limitato”) punto di vista, se ci spostassimo un po’ più in là<br />
potrebbe accadere di vedere qualcosa di diverso.<br />
Inoltre i nostri sensi “filtrano” la realtà attraverso le operazioni di<br />
generalizzazione, classificazione, astrazione, aggregazione e<br />
cancellazione. Ci troviamo di fronte ad una generalizzazione<br />
quando il nostro cervello, partendo da alcune informazioni le<br />
generalizza in un concetto di massima. Succede ad esempio<br />
quando una ragazza ha vissuto due storie sentimentali in cui è<br />
rimasta “buggerata” e sintetizza la sua esperienza generalizzando<br />
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sugli uomini: “Degli uomini non ci si può fidare”. Tramite la<br />
generalizzazione ha esteso a tutto il genere di sesso maschile la<br />
sua esperienza.<br />
La classificazione è invece quel processo mentale che ci permette<br />
di associare un’entità ad una classe o categoria. Siamo portati a<br />
pensare che un mezzo di trasporto che si muove su quattro ruote<br />
ed ha più o meno quattro sedili sia un automobile. Di questa<br />
classe fanno parte le auto FIAT, le Mercedes, ecc…<br />
L’astrazione è il processo cognitivo tramite il quale riusciamo a<br />
passare dal generale al particolare, quindi è il processo inverso<br />
della generalizzazione. Se vediamo un cerchietto giallo con dei<br />
raggi uscenti in un disegno di un bambino pensiamo che raffiguri<br />
un sole. Il processo di astrazione porta il pittore ad individuare dei<br />
tratti che possano essere significativi dell’oggetto raffigurato.<br />
Colui che si troverà ad osservare quella rappresentazione, tramite<br />
il processo di generalizzazione, riuscirà ad intravedere l’entità che<br />
il pittore voleva significare.<br />
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L’aggregazione è il processo che ci permette di aggregare cose<br />
simili in gruppi che non siano necessariamente classi (cioè<br />
caratterizzate da criteri univoci). La cancellazione è il processo<br />
mentale tramite il quale eliminiamo informazioni significative<br />
dall’oggetto in esame allo scopo di semplificare i nostri processi<br />
cognitivi.<br />
Tutte queste semplificazioni e distorsioni servono ad<br />
economizzare la nostra attività mentale e ci aiutano a vivere. Il<br />
problema nasce quando non distinguiamo la realtà dalla nostra<br />
rappresentazione mentale, la nostra mappa dal territorio.<br />
Spesso nella nostra mente si fissa quello che noi “vogliamo”<br />
vedere o che ci “piace” sentire.<br />
Mille indizi non fanno una prova<br />
Mentre ci addentriamo nella conoscenza delle basi teoriche,<br />
necessarie per comprendere come individuare gli indizi mendaci,<br />
è importante però non dimenticare alcuni fattori importanti:<br />
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a)<br />
b)<br />
c)<br />
anche se un’incongruenza spesso rivela la presenza di una<br />
bugia, essa può anche coincidere con la manifestazione di<br />
un disagio di altro tipo;<br />
può capitare a volte che il nostro interlocutore sia distratto<br />
da qualcosa che non si riferisce al contesto in cui ci stiamo<br />
relazionando e questo potrebbe generare segnali<br />
incongruenti;<br />
nel momento in cui riuscissi a dimostrare con buona<br />
approssimazione che il mio interlocutore sta mentendo, ciò<br />
non vorrebbe dire necessariamente che la verità sia quella<br />
che pensiamo noi.<br />
Gli indizi di incongruenza che si riesce quindi a percepire in una<br />
comunicazione non devono mai essere origine di certezze ma solo<br />
spunto per ulteriori indagini.<br />
Gli appassionati di film polizieschi sanno che mille indizi non<br />
fanno una prova e che il modo migliore per conoscere la verità<br />
consiste nell’acquisire quelle abilità di persuasione che ci mettano<br />
in grado di portare il nostro interlocutore a confessare<br />
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spontaneamente, guidandolo e soprattutto lasciandogli<br />
un’accettabile via di fuga.<br />
Purtroppo lungo il percorso verso la ricerca della verità c’è<br />
sempre qualcuno che trova più facile cercare di fare accettare la<br />
“sua verità” agli altri piuttosto che investire le sue energie nella<br />
ricerca di qualcosa che sia un tantino più universale.<br />
La spontaneità: il comportamento conscio, inconscio e il 7 ± 2<br />
Abbiamo accennato al fatto che scoprire chi mente passa<br />
attraverso un’analisi della sua spontaneità. Ma cosa vuol dire?<br />
Quand’è che una persona si comporta spontaneamente?<br />
Per rispondere a queste domande c’è bisogno di aprire una<br />
parentesi sulla distinzione tra conscio e inconscio e per fare ciò ci<br />
rifaremo alla teoria di Milton H. Erickson, padre fondatore della<br />
ipnosi moderna, che ha dedicato la sua vita allo studio di una<br />
teoria comportamentale e cognitiva.<br />
Secondo questo approccio diremo semplicemente che è conscio<br />
tutto ciò di cui abbiamo consapevolezza, che non sfugge al nostro<br />
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senso critico. Intenderemo per inconscio tutto il resto, ciò che<br />
mettiamo in atto meccanicamente, quindi i nostri schemi di<br />
pensiero e le nostre risposte automatiche.<br />
Per capire meglio questa distinzione introdurrò un concetto caro<br />
alla PNL: il 7 ± 2. Si definisce con questo nome un po’ strano una<br />
sorta di buffer di memoria a breve termine in cui gestiamo<br />
razionalmente le informazioni.<br />
7 ± 2 sta significare che in uno stesso istante la nostra mente<br />
consapevole riesce ad elaborare contemporaneamente un numero<br />
di pezzi (chunks) di informazione che oscilla in media da 5 a 9 =<br />
7 ± 2.<br />
La cosa importante è che tutte le informazioni interne ed esterne<br />
che in questo momento non riusciamo a gestire razionalmente<br />
vengono trattate meccanicamente dal nostro inconscio.<br />
A questo punto possiamo definire il concetto di spontaneità.<br />
Definiamo spontaneo il comportamento di una persona le cui<br />
azioni siano gestite interamente dall’inconscio, meccanicamente,<br />
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senza essere pre-processate dal 7 ± 2, cioè dalla parte razionale<br />
della nostra mente.<br />
Risulta facile anche capire ora da cosa viene la sensazione che<br />
avvertiamo quando una persona non risulta spontanea. La prima<br />
distonia che si avverte riguarda proprio i tempi, perché tutto ciò<br />
che viene elaborato dal 7 ± 2 arriva in ritardo rispetto a quello che<br />
viene gestito automaticamente dall’inconscio. Questo sfasamento<br />
di tempi è sempre avvertito a livello inconscio da chi osserva.<br />
Quando comunichi, se vuoi che la tua comunicazione non invii<br />
segnali di incongruenza, evita di pilotare le tue espressioni,<br />
altrimenti non riuscirai a dare un’impressione spontanea.<br />
Un’incongruenza tra il significato del contenuto e quello della<br />
forma può essere indizio di menzogna.<br />
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<strong>Lezione</strong> 4<br />
<strong>LE</strong>GGERE <strong>LE</strong> <strong>BUGIE</strong> NELLO SGUARDO<br />
La calibrazione: perché le bugie hanno le gambe corte?<br />
Milton H. Erickson, avendo preso la poliomielite da piccolo e<br />
condannato all’immobilità per lungo tempo, aveva trascorso gran<br />
parte di questo nell’osservare i suoi coetanei mentre giocavano e<br />
soprattutto mentre comunicavano. Da questa pratica aveva<br />
acquisito la maestria nel “leggere” la forma della comunicazione.<br />
Come si dice in gergo aveva imparato a “calibrare” la<br />
comunicazione dei suoi interlocutori. Quando la sua sorellina<br />
voleva chiedere qualcosa usava un tono particolare ed una certa<br />
postura.<br />
Erickson era capace di indovinare quello che i suoi fratelli<br />
avrebbero detto ancora prima che essi aprissero bocca. Aveva<br />
capito che ognuno di noi esprime le sue intenzioni ancora prima<br />
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di parlare e ognuno lo fa seguendo suoi schemi personali di<br />
comunicazione extraverbale.<br />
Erickson superò la malattia per ben due volte e dovette istruire il<br />
suo corpo nell’attività del camminare, costretto a rieducare ogni<br />
singolo muscolo a fare razionalmente quella serie complessa di<br />
movimenti che noi non ci rendiamo conto di mettere in atto<br />
quando camminiamo. Dovette ricreare uno ad uno i meccanismi<br />
inconsci che governavano il movimento e ci riuscì.<br />
I conoscitori “praticanti” della comunicazione, così come gli<br />
ipnotisti, sanno che ci vogliono anni per rendere meccaniche certe<br />
“abilità” di lettura e di pratica della comunicazione.<br />
Inoltre, come vedremo, è così grande la mole di informazioni che<br />
compone il flusso della comunicazione nei due sensi (parlare e<br />
ascoltare) ed è così limitata la nostra capacità di analisi (e cioè il<br />
nostro 7 ± 2), che è praticamente impossibile tenere sotto<br />
controllo la totalità dei parametri in gioco nella comunicazione.<br />
Sarebbe come tentare di contenere la piena di un fiume armati di<br />
un solo secchio. Per quanto riguarda le bugie quindi, anche per un<br />
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente ebook<br />
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ottimo conoscitore della comunicazione o per un bugiardo<br />
esperto, è praticamente impossibile riuscire a controllare ogni<br />
parametro e sembrare perfettamente sincero e spontaneo.<br />
La calibrazione permette di andare oltre nella lettura della<br />
comunicazione e di capire qualcosa di più su certi indizi di<br />
incongruenza. Ognuno di noi, oltre a inviare segnali extraverbali<br />
di significato più o meno standard, mette in atto dei rituali<br />
comunicativi, delle sequenze comportamentali che firmano in un<br />
certo qual modo alcuni nostri atteggiamenti.<br />
Non è impossibile, studiando per lungo tempo uno stesso<br />
soggetto, individuare dei segnali nella sua comunicazione che ne<br />
evidenzino il carattere mendace.<br />
Se una persona si sente a suo agio probabilmente non sta<br />
mentendo.<br />
Una persona che mente e cerca di controllare il suo sguardo<br />
tenendolo fisso verso di noi non sembrerà spontaneo: parte del<br />
suo 7 ± 2 sarà saturato dal tentativo di bloccare lo sguardo in<br />
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente ebook<br />
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quella direzione, quindi tenderà a bloccare anche gli altri<br />
movimenti oltre allo sguardo e il suo parlato non sarà sciolto e<br />
spontaneo.<br />
Un fare affettato è indizio di un tentativo di controllo della<br />
propria comunicazione. E’ questo un indizio utile da cui far<br />
partire la nostra indagine.<br />
Come vedremo poi nello studio dei movimenti oculari, se una<br />
persona mentre parla muove gli occhi, potrebbe rivelare degli<br />
indizi di bugia, ma dipende da quale parte li muove.<br />
I movimenti oculari: il labile confine tra mondo ricordato e<br />
costruito<br />
Una delle conoscenze che più affascinano i partecipanti ai miei<br />
corsi di comunicazione è la scoperta dei movimenti o accessi<br />
oculari (L.E.M. lateral eye movement). E’ sorprendente venire a<br />
conoscenza del fatto che, mentre una persona parla, il movimento<br />
dei suoi occhi non è casuale ma segue determinati schemi.<br />
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28
In particolare se il nostro interlocutore mentre parla guarda in alto<br />
a destra (di noi che guardiamo) vuol dire che nella sua mente sta<br />
cercando di ricordare informazioni di tipo visivo, immagini. Se<br />
invece guarda in alto a sinistra starà cercando di costruire o<br />
ricostruire immagini.<br />
Se guarda lateralmente a destra sta cercando di ricordare suoni,<br />
mentre se guarda lateralmente a sinistra sta cercando di ricostruire<br />
suoni. Se guarda in basso a destra sta parlando mentalmente tra se<br />
e se, mentre in basso a sinistra sta pensando a sensazioni<br />
corporee.Errore.<br />
E’ facile capire che una simile conoscenza può fornire un ottimo<br />
indizio di comunicazione mendace. Facciamo un esempio. Se una<br />
persona mentre racconta un episodio vissuto (e che quindi<br />
dovrebbe essere tra i suoi ricordi), guarda spesso in alto a sinistra<br />
o lateralmente verso sinistra potrebbe voler dire con buona<br />
approssimazione che sta inventando, sta costruendo le<br />
informazioni che racconta.<br />
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29
Questo indizio va però approfondito secondo modalità meglio<br />
indicate nel libro. E’ possibile controllare i movimenti oculari? La<br />
risposta è no.<br />
Per trovare conferma a quanto detto basta osservare quanto ci<br />
viene quotidianamente proposto dalla televisione da tutto il<br />
mondo. Per prendere un esempio che sia agli antipodi rispetto alla<br />
nostra cultura, mi è capitato di seguire le interviste fatte a persone<br />
appartenenti a popolazioni di stampo ancora tribale ed<br />
accorgermi, osservando con attenzione, che i movimenti oculari<br />
corrispondono ai nostri.<br />
Questo conferma che i movimenti oculari non appartengono ai<br />
comportamenti acquisiti dall’ambiente, ma sono parte di quel<br />
bagaglio istintivo che ci portiamo dalla nascita. Per questo sono<br />
difficilmente controllabili dalla nostra volontà consapevole.<br />
Un’altra domanda interessante su questo tema è quest’altra: è<br />
possibile ingannare la lettura dei movimenti oculari? La risposta è<br />
si, è possibile. Per saperne di più sulla relazione tra sguardo e<br />
bugie ti consiglio di leggere il libro “Scacco alle bugie”.<br />
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<strong>Lezione</strong> 5<br />
<strong>LE</strong>GGERE <strong>LE</strong> ALTERAZIONI DELLA FISIOLOGIA<br />
La fisiologia della bugia e i sistemi per rilevarla<br />
Prima di riprendere la nostra trattazione degli indizi che segnalano<br />
una comunicazione mendace, voglio aprire una parentesi sui<br />
tentativi che l’uomo ha fatto per sviluppare tecnologie e macchine<br />
per individuare le bugie.<br />
Gli studi alla base di questi tentativi partono dalla volontà di<br />
correlare variazioni della fisiologia corporea con l’atto del<br />
mentire. E’ importante soffermarsi sull’analisi di questi indizi per<br />
comprendere quante e quali informazioni il nostro inconscio<br />
cerchi di inviare al nostro interlocutore per salvarlo dalle nostre<br />
bugie.<br />
Parlando del 7 ± 2 avevamo già compreso la limitatezza della<br />
nostra mente razionale; capire la mole enorme di informazioni che<br />
il nostro inconscio invia meccanicamente ci dovrebbe disilludere<br />
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circa le nostre possibilità di riuscire a nascondere facilmente le<br />
bugie.<br />
Diversi sono i sistemi inventati dall’uomo per leggere le bugie in<br />
questo corso parlerò solo del poligrafo, la macchina della verità.<br />
Nel libro troverai i molti altri sistemi che la tecnologia e la ricerca<br />
ha messo a disposizione dell’uomo.<br />
La macchina della verità<br />
Il sistema di rivelazione di bugie per antonomasia e a cui è stato<br />
affibbiato il nome di “macchina della verità” (in americano “lie<br />
detector”) è il poligrafo.<br />
La sua fama è dovuta ai film polizieschi americani, anche se<br />
abbiamo avuto modo di vederla usare in trasmissioni TV italiane.<br />
La procedura di utilizzo giudiziario negli Stati Uniti è molto<br />
rigida e prevede alcune fasi standard di utilizzo.<br />
E’ un dispositivo elettrico che funziona in maniera simile<br />
all’elettrocardiogramma. E’ un lettore multiplo capace di rilevare<br />
la variazione di parametri psico-fisiologici come la pressione del<br />
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sangue, la respirazione toracica e addominale, la conduttanza<br />
cutanea tramite la quale si misura il livello di sudorazione. Per<br />
ognuno di questi parametri produce un tracciato.<br />
Quando il nostro organismo va sotto stress questi parametri<br />
possono variare sensibilmente, come quando ci arrabbiamo,<br />
quando guidiamo in mezzo al traffico, quando giochiamo con la<br />
playstation, prima di un esame orale, quando diciamo una bugia.<br />
Alcune ricerche condotte presso l’università della Pennsylvania<br />
dal prof. Daniel Langleben hanno provato che dire bugie provoca<br />
un grande stress mentale, infatti nel mentire vengono coinvolte un<br />
numero di aree cerebrali molto maggiore di quando si dice la<br />
verità. A livello fisiologico questo stress si traduce nella<br />
variazione di quei parametri fisiologici che il poligrafo è capace<br />
di misurare.<br />
Ma come funziona il poligrafo? Si comincia con il calibrare la<br />
macchina sui valori normali dei parametri dell’esaminato. A tal<br />
fine l’esaminatore, una volta collegato il poligrafo, effettua una<br />
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serie di domande neutre. Questa fase (pre-test) produce un<br />
tracciato che servirà da termine di riferimento.<br />
Successivamente (fase di design questions) l’esaminatore<br />
individua una sequenza di circa dieci domande inserendone<br />
alcune critiche in mezzo ad altre neutre (sono domande ovvie a<br />
cui corrisponderanno necessariamente risposte veritiere).<br />
Dopo aver posto le domande all’esaminato (fase in-test) si<br />
prosegue con il confronto (fase post-test) dei tracciati delle<br />
domande critiche (di cui si vuole verificare la veridicità) con<br />
quelli delle domande neutre. Dal confronto si capirà se le risposte<br />
in esame sono veritiere o menzognere.<br />
Il linguaggio del corpo<br />
Un abile mentitore è una persona che sa gestire le sue risorse<br />
razionali, cioè riesce a non mandare in saturazione il suo 7 ± 2:<br />
parla lentamente; usa ripetere le domande; fa delle pause tra una<br />
frase e l’altra per darsi il tempo per pensare e non cadere in<br />
contraddizione; ha di solito un archivio di domande pronte che gli<br />
permettono di prendere tempo e soprattutto di smontare la<br />
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convinzione di chi ha davanti; ha un tono di voce più basso; tiene<br />
lo sguardo fisso sul suo interlocutore.<br />
Tra questi due estremi si collocano un’infinità di sfumature. Nel<br />
confezionare una bugia l’aspetto più facile da organizzare e<br />
quindi da controllare è quello verbale (le parole). Questo ne fa<br />
l’aspetto meno utile da analizzare allo scopo di individuare bugie,<br />
ma più avanti ti descriverò comunque degli schemi verbali indizio<br />
di mendacia.<br />
Lo scarico tensionale da rifiuto<br />
In molti testi e trattati che parlano di comunicazione viene<br />
indicato come indizio di bugia il toccarsi il naso, uno dei pochi<br />
indizi tanto conosciuto quanto inesatto. A voler invece essere<br />
precisi il tocco del naso è annoverato tra i cosiddetti scarichi<br />
tensionali da rifiuto. Il nostro inconscio invia continuamente<br />
verso l’esterno dei segnali per comunicare le sue emozioni e<br />
soprattutto le situazioni di eccessivo carico emozionale.<br />
Toccarsi il naso è di solito la risposta istintiva ad un prurito, è<br />
un gesto irrefrenabile. Il prurito a sua volta è una reazione<br />
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fisiologica o scarico tensionale corrispondente ad un forte<br />
rifiuto da parte del nostro inconscio che si viene a trovare di<br />
fronte ad un qualcosa che non vuole accettare o che non gli<br />
piace.<br />
Tra le cause di uno scarico tensionale da rifiuto possiamo avere:<br />
1)<br />
2)<br />
3)<br />
4)<br />
5)<br />
6)<br />
Sentire un’informazione che ci infastidisce.<br />
Vedere una persona che non sopportiamo.<br />
Ci viene in mente qualcosa che ci preoccupa.<br />
Aver detto noi stessi qualcosa che non ci piace, come una<br />
bugia o una gaffe.<br />
Ci viene servita una pietanza che ci disgusta.<br />
Ecc….<br />
Scarico tensionale da imbarazzo<br />
Tra gli scarichi tensionali interessanti è da annoverare quello di<br />
schiarirsi la voce (ehm, ehm) che di solito comunica imbarazzo.<br />
Questo può essere direttamente correlato ad una bugia detta o che<br />
si ha il timore di dover dire fra poco.<br />
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36
Tantissimi altri sono i segnali della comunicazione non verbale.<br />
Si possono avere segnali di chiusura o apertura verso<br />
l’interlocutore, imbarazzo, rifiuto, apprezzamento o addirittura<br />
attrazione sessuale.<br />
Ne troverai un’ampia descrizione nel libro “Scacco alle bugie”.<br />
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37
<strong>Lezione</strong> 6<br />
<strong>LE</strong>GGERE <strong>LE</strong> <strong>BUGIE</strong> NEL PARLATO<br />
Le bugie nascoste nel paraverbale<br />
Ti ho già accennato al fatto che la comunicazione viaggia su due<br />
canali, quello dei contenuti e quello della forma.<br />
Il linguaggio del corpo (comunicazione non verbale) veicola il<br />
55% dell’informazione, mentre la voce solo il 45%, di cui le<br />
parole il 7% (comunicazione verbale), mentre il tono, il ritmo, il<br />
volume, ecc. il 38% (comunicazione paraverbale).<br />
Ci sono delle situazioni in cui non riuscendo a vedere il nostro<br />
interlocutore, come quella in cui siamo al telefono, ci viene a<br />
mancare la lettura della comunicazione non verbale. Vediamo<br />
quali possono allora essere gli indizi di menzogna che si possono<br />
captare dalla lettura del paraverbale.<br />
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38
L’alterazione della voce<br />
Ci sono due fenomeni che agiscono sull’alterazione della voce. Il<br />
primo è dovuto all’inconscio che nel tentativo di nascondersi<br />
cerca di alterare il tono della voce, come a voler dire: “Questa<br />
bugia non l’ho detta io”. Il secondo è fisiologico: infatti, come ti<br />
ho già detto in precedenza, la tensione generata dall’atto di<br />
mentire genera un minore afflusso alle corde vocali che a quel<br />
punto tendono ad una frequenza più bassa.<br />
A questo si può però associare un altro effetto fisico in<br />
controtendenza al primo e cioè che le corde più tese tendono<br />
invece a vibrare ad una frequenza più elevata. In definitiva la<br />
variazione nel tono che ne può risultare può essere: tono di voce<br />
più basso, tono più alto, voce stridula (altalenante alto/basso), o<br />
paradossalmente nessuna qualora i due effetti si compensassero<br />
perfettamente (cosa poco probabile).<br />
Variazioni della voce rispetto all’usuale sono un significativo<br />
indizio di comunicazione mendace.<br />
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39
Le persone uditive hanno una capacità maggiore nel percepire<br />
queste variazioni e sono più abili nell’individuare questo tipo di<br />
indizio.<br />
L’imbarazzo al telefono<br />
Siamo ormai capaci, leggendo i movimenti oculari, di capire<br />
quando il nostro interlocutore sta cercando di inventare elementi<br />
nella sua esposizione.<br />
Se contemporaneamente (7 ± 2 permettendo) riusciamo a leggere<br />
anche il suo paraverbale, ci accorgeremmo probabilmente della<br />
presenza di scarichi tensionali da imbarazzo. In una<br />
comunicazione telefonica rappresentano un segnale facile da<br />
distinguere.<br />
In altri casi ci potremmo trovare davanti a delle pause<br />
ingiustificate, indizi di titubanza e incertezza nella comunicazione<br />
del nostro interlocutore.<br />
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Le pause<br />
Avendo bisogno di pensare a cosa dire, specialmente nel caso in<br />
cui non abbia avuto il tempo di crearsi un copione, il bugiardo<br />
tenderà a fare delle pause.<br />
Frasi brevi e spezzate<br />
La realtà e di conseguenza la verità appartengono al mondo del<br />
continuo e non del discreto (numerabile), descriverla è come<br />
raccontare un quadro. C’è sempre tanto da dire e da descrivere per<br />
cui quando la narrazione è frammentaria invece che fluida e nel<br />
puzzle della descrizione mancano dei pezzi, forse vuol dire che<br />
questo quadro non esiste.<br />
Assenza di spontaneità<br />
Forse questo è un parametro difficile da descrivere soprattutto in<br />
ambito paraverbale, ma non difficile per un abile calibratore.<br />
Conoscendo l’interlocutore, i suoi modi di esprimersi e di<br />
comunicare, il nostro inconscio sarà sicuramente bravissimo ad<br />
individuare le sue variazioni sul tema.<br />
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La sottolineatura verbale<br />
Quando diciamo una frase spesso non ci accorgiamo che usiamo<br />
sottolineare con il tono del parlato alcune parole piuttosto che<br />
altre. Così facendo andiamo a variare il senso della frase.<br />
Prendiamo come esempio la seguente frase: Marco ha detto ad<br />
Anna che sarebbero partiti domani. Vediamo i significati che<br />
questa frase può assumere variando la sottolineatura verbale.<br />
1)<br />
2)<br />
3)<br />
4)<br />
5)<br />
6)<br />
Marco ha detto ad Anna che sarebbero partiti domani. (chi<br />
ha detto ad Anna?)<br />
Marco ha detto ad Anna che sarebbero partiti domani.<br />
(Marco ha detto o no ad Anna...?)<br />
Marco ha detto ad Anna che sarebbero partiti domani. (A<br />
chi Marco ha detto…?)<br />
Marco ha detto ad Anna che sarebbero partiti domani. (…<br />
che sarebbero o no partiti?)<br />
Marco ha detto ad Anna che sarebbero partiti domani.<br />
(…partiti o arrivati…?)<br />
Marco ha detto ad Anna che sarebbero partiti domani. (…<br />
domani o dopodomani…?<br />
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42
E’ importante imparare a leggere la sottolineatura verbale di chi ci<br />
parla perché ci può fornire segnali di incongruenze contestuali<br />
importanti ai fini dell’individuazione di indizi di comunicazione<br />
falsa, specialmente riguardo alle omissioni.<br />
Una persona che parlando della festa di ieri sera dicesse: “E’ stata<br />
uno sballo!”, flettendo la frase sull’ultima parola, dà<br />
un’impressione diversa che se dicesse frettolosamente la frase<br />
senza enfasi.<br />
Molti altri sono gli indizi nascosti nel parlato. Ne troverai<br />
un’ampia descrizione nel libro “Scacco alle bugie”.<br />
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<strong>Lezione</strong> 7<br />
PERSUADERE IL BUGIARDO A CONFESSARE<br />
E’ l’ultimo giorno. Siamo giunti al succo. Intanto ti faccio ancora<br />
i miei complimenti per il fatto che sei arrivato fin qui. Con le<br />
informazioni che acquisirai durante questo step ti porterò oltre il<br />
traguardo che si può sperare di raggiungere tramite lo studio di<br />
qualsiasi genere di libro che tratti questo argomento.<br />
Di solito i migliori libri che parlano di comunicazione riescono a<br />
snocciolare una serie di tecniche per rilevare indizi (a volte, come<br />
ti ho già dimostrato, qualcuno inesatto).<br />
Il problema nasce quando il libro o il corso lascia il lettore a<br />
questo primo insufficiente livello di conoscenza, lo lascia cioè<br />
solo con l’abilità di comprendere gli indizi di mendacia senza<br />
dargli degli ulteriori strumenti che gli permettano di farne un uso<br />
efficace.<br />
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente ebook<br />
44
Quelle che mancano a una trattazione completa dell’argomento<br />
sono le tecniche che lo mettano in grado di utilizzare gli indizi per<br />
portare l’interlocutore bugiardo a confessare.<br />
Strategie di convincimento alla confessione<br />
Quando arrivi alla fase che stiamo trattando in questa lezione vuol<br />
dire che il tuo interlocutore ti ha già dato molti indizi di bugia. Se<br />
non è così, aspetta, prendi tempo. Lo so che adesso non vedi l’ora<br />
di mettere in pratica ciò che hai imparato da questo libro. Tuttavia<br />
ti consiglio di utilizzare queste tecniche solo quando sarai<br />
veramente pronto e comunque solo quando strettamente<br />
necessario.<br />
Ti piacerebbe vivere a fianco di una persona sospettosa su tutto,<br />
che indaga continuamente su ogni cosa gli passi per la mente?<br />
Perfetto, hai capito. Non diventare quella persona!<br />
Come ti ho detto prima, un comportamento del genere tende ad<br />
essere distruttivo nelle relazioni interpersonali. Considera questa<br />
conoscenza come un’arma di difesa, non di attacco.<br />
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente ebook<br />
45
C’era un vecchio detto cinese che diceva più o meno così: Se il<br />
tuo nemico ti ha fatto un torto, siediti sulla riva del fiume e<br />
aspetta, prima o poi il suo cadavere passerà. E’ un detto che parla<br />
dell’inutilità della vendetta e del valore della pazienza.<br />
Lo strumento più importante che un lie-detector deve affinare<br />
è la pazienza.<br />
Se non resisti alla tentazione di utilizzare subito i tuoi primi indizi<br />
per cercare di ottenere la verità ti precludi la possibilità di crearti<br />
un quadro più completo della situazione. Devi imparare a giocare<br />
come fa il gatto con il topo: lo prende, ci gioca, lo lascia andare…<br />
lo prende, ci gioca, lo lascia andare…<br />
E’ chiaro che per diventare un maestro in quest’arte devi essere<br />
capace nel tempo di maturare più distacco da certi aspetti della<br />
vita. Devi imparare a rispettare la verità, te ne devi fare<br />
promotore, dare l’esempio in prima persona.<br />
Ricordati di offrire sempre una via onorevole di fuga al tuo<br />
interlocutore bugiardo.<br />
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46
Se il tuo obiettivo è invece quello di inchiodare il tuo<br />
interlocutore bugiardo, fargliela pagare e vendicarti, l’impresa<br />
diventa più difficile. Quasi nessuno accetta di passare sotto le<br />
forche caudine dell’umiliazione.<br />
Spesso in questi casi assistiamo a quelle situazioni in cui poi il<br />
bugiardo nega anche davanti all’evidenza. In quei casi ognuno<br />
rimane della sua posizione e ci troviamo davanti ad un contesto<br />
che diventa alla fine del tipo Perdere/Perdere, poiché ognuno dei<br />
due rimane con un pugno di mosche.<br />
Valuta bene se il rapporto che hai con questa persona è importante<br />
e vale la pena di investirci. A tutti può capitare di sbagliare e a<br />
volte è meglio cercare di aggiustare una situazione che è arrivata<br />
ad un primo inciampo, piuttosto che distruggere una relazione<br />
importante e ricominciare tutto da capo altrove.<br />
In questo caso conviene fare un tentativo, cercare di far capire al<br />
tuo bugiardo che saresti disposto a perdonare un errore e una<br />
bugia in cambio della verità da cui si potrebbe invece<br />
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente ebook<br />
47
icominciare a costruire un rapporto sentimentale, familiare,<br />
amichevole o lavorativo incentrato sulla sincerità.<br />
Se invece la bugia è uno strumento abusato nel rapporto, allora<br />
pensaci bene. A che vale portare avanti una relazione se questa è<br />
affogata nella bugia, nella diffidenza, nella gelosia o in chissà<br />
quali altre fonti di stress e malessere? Si vive una volta sola e<br />
come dice un vecchio detto:<br />
Se nella vita vuoi avere successo circondati di persone migliori<br />
di te.<br />
Ti do un altro consiglio prezioso. Se ti reputi una persona<br />
eccessivamente sospettosa o gelosa, se temi sempre che gli altri<br />
stiano lì per darti delle fregature, guardati dentro. Sii onesto con te<br />
stesso. Spesso quando non ci fidiamo degli altri vuol dire che non<br />
ci fidiamo di noi stessi. E’ statisticamente provato che sono<br />
proprio le persone più gelose quelle che sono più sensibili al<br />
fascino dell’extraconiugale.<br />
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Non serve Freud per comprendere che è proprio chi è sensibile<br />
alla seduzione e al fascino dell’altro sesso che teme di più che il<br />
suo partner cada in errore. Il problema è che vediamo nell’altro le<br />
nostre debolezze.<br />
Aiutalo a decidere<br />
Una cosa importante da capire è che la cosa più difficile per il<br />
bugiardo che viene messo alle strette è proprio quella di<br />
“decidere” di dire la verità.<br />
Si trova di fronte ad un dilemma difficile che lo può spingere ad<br />
insistere nel negare, per rimandare la decisione di assumersi la<br />
responsabilità di una confessione. A volte anche quando tutto gli<br />
sembra perduto può avere difficoltà a fare il passo decisivo,<br />
confessare, anche se dentro di sé sarebbe pronto a farlo.<br />
Quanto ti ho appena detto è importante perché ti deve indurre a<br />
comprendere innanzitutto quali sono quelli che il bugiardo vede<br />
come i “rischi” connessi ad un’eventuale confessione. Questa<br />
prima informazione ci deve servire per escogitare degli argomenti<br />
capaci di tranquillizzarlo rispetto a queste sue paure.<br />
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Contemporaneamente dobbiamo essere abbastanza creativi<br />
nell’escogitare il modo di giustificare dei “vantaggi” che il<br />
bugiardo avrebbe se confessasse piuttosto che se continuasse a<br />
mentire.<br />
Lavorando nello stesso tempo nella direzione di mitigare quelle<br />
che sono le paure che lo frenano dal confessare e paventandogli<br />
quelli che potrebbero essere invece dei vantaggi, lo sgraveremo<br />
enormemente dal peso di prendere la decisione di confessare.<br />
Approfitta del tempo passato<br />
A volte può capitare che sia passato del tempo dal momento in cui<br />
una persona ti ha mentito. Puoi in questo caso approfittare, nel<br />
momento in cui capita l’occasione per portare il tuo interlocutore<br />
a confessare. E’ sempre utile sgombrare anche il passato dalle<br />
menzogne.<br />
Per riuscire in questo è però necessario che tu riesca a creare un<br />
giusto clima di comprensione verso la persona che hai di fronte.<br />
Devi far intendere che hai sempre saputo la verità e che non hai<br />
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50
approfondito la tua indagine per non creare una situazione di<br />
rottura.<br />
Questo rappresenterà per il tuo interlocutore un versamento<br />
importante nel suo conto corrente emozionale e tenderà a creare<br />
una situazione di credito che farà sentire in lui il bisogno di<br />
sdebitarsi.<br />
Contemporaneamente gli farà sentire meno timore nel confessare<br />
perché sa che pur ritenuto colpevole da tempo non è stato<br />
condannato, quindi non ha nulla da temere a tal riguardo.<br />
Potrebbe rimanere il timore di passare per incoerente o bugiardo,<br />
per questo cercherai di fargli comprendere di aver capito le vere<br />
ragioni per cui ti ha mentito. Potresti dire che capivi che non<br />
voleva ferirti o che non voleva metterti davanti ad una scelta<br />
difficile. Dai spazio alla tua creatività.<br />
Se poi vuoi mettere in atto un colpo da maestro ti consiglio di non<br />
chiedergli un’ammissione diretta ma lascia che il suo silenzio<br />
risponda per lui.<br />
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Aiutalo ad alleggerirsi<br />
Una tecnica di comunicazione subliminale che ci viene da Milton<br />
Erickson consiste nell’infarcire la nostra comunicazione di parole<br />
come: peso, leggero, liberare, trattenere, lasciar andare.<br />
Ti faccio un esempio. Supponi che percepisci che su un<br />
determinato argomento hai notato nel tuo interlocutore degli<br />
indizi di comunicazione mendace.<br />
Allora, prendendo spunto dal contesto, ti allontani con non<br />
curanza dall’argomento e ne introduci un altro: “Sai ieri ho avuto<br />
una giornata terribile, mi è venuto un mal di testa pesantissimo.<br />
Tutto il giorno mi è sembrato di avere un carico di 100 chili sul<br />
capo. Per fortuna Franco aveva una compressa, l’ho presa e nel<br />
giro di pochi minuti mi sono sentito leggero, veramente liberato.<br />
A te non capita mai di avere un peso addosso e quando ti liberi ti<br />
senti rinascere?”<br />
Oppure: “Oggi non ho avuto cinque minuti per me. Sono uscito di<br />
corsa da casa per andare al lavoro senza avere il tempo nemmeno<br />
di fare la pipì. Sono passato di corsa da un lavoro all’altro e la<br />
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente ebook<br />
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mia vescica si gonfiava. Non ce la facevo più, sentivo un bisogno<br />
impellente di liberarmi, ma come mi stavo per liberare<br />
succedeva qualcosa che me lo impediva. Ti capita mai che hai<br />
bisogno di alleggerirti da qualcosa e il contesto te lo impedisce?<br />
Vorresti tanto liberarti da un peso e invece te lo devi trascinare<br />
dietro”.<br />
L’arma più importante che devi imparare ad usare per condurre il<br />
tuo interlocutore a confessare è la pressione psicologica. Troverai<br />
nel libro una lunga serie di strategie volte ad indurre il bugiardo a<br />
confessare.<br />
Il corso finisce qui. Spero di averti dato qualcosa di veramente<br />
utile. Se vuoi contribuire in qualche modo alla mia opera, parlane<br />
ai tuoi amici, segnala il mio sito, partecipa alla sua vita con i tuoi<br />
commenti ai post.<br />
Se vuoi fare di più acquista il libro. Potrai così diventare un<br />
esperto della materia e contribuire a rendere questo mondo un po’<br />
più sincero.<br />
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente ebook<br />
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VALTER ROMANI<br />
SMASCHERARE IL BUGIARDO<br />
Report allegato a:<br />
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente ebook<br />
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