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2011 01. Fede e Vita - gennaio-febbraio - Parrocchia S. Stefano di ...

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Bollettino parrocchiale <strong>di</strong> Osnago<br />

n° 1 <strong>gennaio</strong> - <strong>febbraio</strong> <strong>2011</strong><br />

1


2<br />

FEDE E VITA<br />

Bollettino della <strong>Parrocchia</strong> <strong>di</strong> S. <strong>Stefano</strong> - n. 1/<strong>2011</strong><br />

Direttore responsabile:<br />

Paolo Brivio<br />

Direttore e<strong>di</strong>toriale:<br />

Don Costantino Prina<br />

Direzione e redazione:<br />

via S. Anna, 1 - 23875 Osnago (Lecco)<br />

Internet: http://www.parrocchiaosnago.it<br />

E-mail: redaz.fedeevita@alice.it<br />

Stampa: Arti Grafiche D&D Srl - Osnago<br />

Comitato <strong>di</strong> redazione:<br />

don Costantino Prina<br />

Marinella Arlati<br />

Sergio Comi<br />

Stefania Meschi<br />

Hanno collaborato a questo numero:<br />

Oriana Rodella<br />

SEGRETERIA PARROCCHIALE<br />

Via S. Anna, 1<br />

tel.039 58129<br />

Lunedì - Martedì dalle 16,30 alle 18,30<br />

Mercoledì - Giovedì - Venerdì dalle 10,30 alle 12,00<br />

CONSULTORIO FAMILIARE<br />

Brugarolo-Merate<br />

Via IV Novembre,18<br />

tel. 039-9285117<br />

Lunedì 9,00/11,00<br />

Martedì 17,00/19,00<br />

Giovedì 6,00/18,00<br />

Sabato 9,00/11,00<br />

CENTRO DI ASCOLTO CARITAS<br />

Merate Palazzo Prinetti<br />

tel. 3662720611<br />

Giovedì 15,00/17,30<br />

A sabati alterni 9,30/11,30<br />

Lunedì 9,00 /11,00<br />

Ospedale <strong>di</strong> Merate<br />

Piano Associazioni<br />

Stanza 12<br />

Cell. 338.1031391<br />

Copertina: “La Sa c r a FamigLia”<br />

Quadro: Santuario della Cappelletta<br />

“IL PELLICANO”<br />

As s o c i A z i o n e PA r r o c c h i A l e d i v o l o n t A r i A t o<br />

Via Gorizia, 6 - OSnAGO<br />

Responsabile: Luigi Sirtori<br />

tel. 039 58259<br />

- Gruppo CARitAS 039 58568<br />

- Gruppo MiSSiOnARiO 039 58014<br />

- Gruppo Ecologico 039 587774<br />

- Servizio Doposcuola 039 58034<br />

- L’ARMADiO 039 58685<br />

- Gruppo OSpitALitA’ 039 587695<br />

DECAnAtO<br />

ASSOCIAZIONE FABIO SASSI ONLUS<br />

Hospice Il Nespolo - Airuno<br />

tel. 039-9900871<br />

C.A.V. CENTRO DI<br />

AIUTO ALLA VITA<br />

Novate - Merate<br />

Via don E. Borghi,4<br />

tel. 039-9900909<br />

Accoglienza:<br />

Martedì 15,00/17,00<br />

Sabato 9,30/11,30<br />

Segreteria<br />

Mercoledì 9,30/11,30


“ iL bEnE LO Si fA inSiEME<br />

nOn LO Si fA COntRO “<br />

Carissimi parrocchiani,<br />

ancora una volta inizia un nuovo anno civile celebrando la Giornata<br />

mon<strong>di</strong>ale della pace.<br />

“Beati gli operatori <strong>di</strong> pace, perché saranno chiamati figli <strong>di</strong> Dio”, ci ripete Gesù.<br />

Ed è un invito per tutti noi.<br />

La pace è un dono che viene dall’alto, ma che chiede <strong>di</strong> essere accolto e <strong>di</strong> mettere<br />

in gioco la propria libertà.<br />

“Il bene lo si fa insieme, non lo si fa<br />

contro”.<br />

Così amava ripetere don Luigi Monza (era<br />

nato a Cislago il 22 giugno 1898. Diventato<br />

sacerdote, fu poi parroco in S. Giovanni<br />

in Lecco, ove morì il 29 settembre 1954.<br />

Fondò l’Istituto Secolare delle Piccole<br />

Apostole della Carità alle quali fa capo<br />

l’Istituto “La nostra Famiglia”. Il papa<br />

Benedetto XVI lo ha proclamato beato il<br />

30 aprile 2006).<br />

Teniamo conto della forza che ci voleva<br />

per affermare questo in un’epoca<br />

(quella del Fascismo) in cui, anche<br />

politicamente, era quasi la norma cercare<br />

la contrapposizione, lo scontro, definire<br />

con precisione che eravamo « noi » e non<br />

« gli altri » a far del bene (ma, oggi, la<br />

situazione è migliorata?).<br />

Don Luigi non cede a questa tentazione,<br />

che tra l’altro riscopre non solo nel<br />

rapporto chiesa – mondo, ma anche<br />

all’interno della Chiesa, anzi della stessa<br />

parrocchia (ne troverebbe traccia anche<br />

nella nostra parrocchia, oggi!).<br />

Don Luigi sa che il nemico mortale <strong>di</strong><br />

ogni comunità cristiana è la <strong>di</strong>visione,<br />

l’incapacità <strong>di</strong> stimarsi e <strong>di</strong> volersi bene, il<br />

fare molte cose senza lo spirito evangelico,<br />

spesso giu<strong>di</strong>cando o sanzionando il lavoro<br />

dell’altro, spesso mal interpretando<br />

il suo modo <strong>di</strong> fare e <strong>di</strong> agire, senza<br />

provare nemmeno a trovare sentieri <strong>di</strong><br />

riconciliazione che passino attraverso la<br />

stima, la conoscenza vera e non presunta<br />

dell’altro, uno sguardo buono e riconciliato<br />

sulla sua e sulla nostra vita.<br />

Le relazioni per don Luigi non sono<br />

funzionali al raggiungimento <strong>di</strong> un fine (si<br />

incontra qualcuno perché mi può essere<br />

utile) ma sono il fine stesso, lo scopo<br />

del ritrovarsi insieme in una comunità.<br />

Se manca questo manca tutto, anche se<br />

abbondano le opere e le iniziative.<br />

Nasce spontanea la domanda, forse un<br />

po’ provocatoria ma non per questo meno<br />

vera: può una comunità <strong>di</strong>rsi veramente<br />

cristiana se non coltiva rapporti fraterni?<br />

E’ possibile proclamarsi cristiani quando<br />

il clima delle nostre comunità permane<br />

litigioso e conflittuale, segnato da gelosie,<br />

invi<strong>di</strong>e, ripicche, fatiche relazionali che<br />

non si sciolgono neppure col passare<br />

degli anni?<br />

Carissimi “il Signore rivolga a voi il suo volto e vi conceda pace”: così vi ho<br />

augurato il primo giorno del <strong>2011</strong>, con le parole della bibbia.<br />

Ma insieme lavoriamo per essere “operatori <strong>di</strong> pace”, così come ci vuole Gesù.<br />

E “il bene lo si fa insieme, non lo si fa contro”.<br />

Con affetto.<br />

Il vostro Parroco<br />

P.S.: Un augurio speciale alle Suore native <strong>di</strong> Osnago, o che qui hanno svolto il loro<br />

servizio, che attraverso il Bollettino seguono la vita della nostra Comunità e pregano per noi.<br />

Un augurio speciale anche ai “meno giovani” <strong>di</strong> Osnago:<br />

Antonio Bonanomi, che il prossimo 13 <strong>gennaio</strong> compirà 99 anni; Mario Molgora che pure ne<br />

compirà 99 il 1 giugno; Delfina Dell’Ambrogio (98 anni il 25 <strong>gennaio</strong>); Rosalia Novara e<br />

Paolo Nava, che ne compiranno 97, rispettivamente il 19 luglio e il 21 <strong>di</strong>cembre.<br />

3


4<br />

L’Arcivescovo chiede a tutte le parrocchie <strong>di</strong> pensare e programmare le iniziative che<br />

riguardano il cammino dell’Iniziazione cristiana, soprattutto nella sua tappa iniziale<br />

che viene chiamata “fase battesimale” (per i bambini da 0 a 6 anni).<br />

Anche la nostra parrocchia vuole trovarsi preparata (a questo tema si è de<strong>di</strong>cata la<br />

seduta del Consiglio pastorale il 26 ottobre scorso) ad accogliere i genitori che chiedono<br />

il Battesimo per i loro figli, in tre momenti successivi:<br />

- Un momento <strong>di</strong> incontro con il parroco per accogliere e valutare la richiesta del<br />

Battesimo. E’ bene che questo contatto avvenga, per quanto possibile, con entrambi<br />

i genitori, verificando anche le loro convinzioni religiose e la loro <strong>di</strong>sponibilità a<br />

educare i figli nella fede nella comunità cristiana.<br />

- Un momento <strong>di</strong> incontro <strong>di</strong> alcuni operatori pastorali della parrocchia<br />

(preferibilmente sposi), con i genitori, preferibilmente nella loro casa, per<br />

sottolineare il significato del sacramento del Battesimo e per presentare la vicinanza<br />

della comunità alle famiglie nell’educazione alla fede dei bambini.<br />

Alcune coppie <strong>di</strong> sposi hanno dato la loro <strong>di</strong>sponibilità per questo servizio.<br />

Il parroco, <strong>di</strong> volta in volta, incaricherà una <strong>di</strong> loro a contattare i genitori del battezzando<br />

(per ora del primo figlio) per fissare il momento dell’incontro.<br />

-<br />

La fase battesimale dell’Iniziazione<br />

cristiana<br />

Un terzo momento (vedremo se in parrocchia o ancora nelle case) <strong>di</strong> incontro dei<br />

genitori (cui opportunamente si aggiungono i padrini e le madrine) con il parroco,<br />

soprattutto al fine <strong>di</strong> introdurre la celebrazione del sacramento.<br />

Occorre poi dare continuità alle relazioni avviate tra la comunità e le famiglie me<strong>di</strong>ante<br />

un opportuno accompagnamento successivo al Battesimo, per sostenere i genitori nel<br />

<strong>di</strong>fficile compito <strong>di</strong> essere primi educatori dei propri figli. E’ infatti la Chiesa domestica<br />

il luogo in cui germoglia il seme del Battesimo, soprattutto quando è coltivato un legame<br />

costruttivo con la comunità cristiana.<br />

Adagio, adagio, vedremo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare alcune iniziative che possono favorire tutto<br />

questo.<br />

- Per ora, il momento celebrativo nella festa del Battesimo <strong>di</strong> Gesù (la domenica<br />

dopo l’Epifania) in cui sono invitati i genitori dei bambini battezzati nell’anno<br />

precedente, a cui viene consegnato il Catechismo dei bambini.<br />

- Per la nostra parrocchia è importante, in questa fase <strong>di</strong> cammino, la collaborazione<br />

viva con la Scuola dell’Infanzia, che può costituire una vera risorsa anche in<br />

or<strong>di</strong>ne allo sviluppo spirituale del bambino.


“Educare alla pienezza della vita”<br />

Messaggio per la Giornata Nazionale per la vita - domenica 6 <strong>febbraio</strong><br />

L’educazione è la sfida e il compito urgente<br />

a cui tutti siamo chiamati, ciascuno<br />

secondo il ruolo proprio e la specifica<br />

vocazione.<br />

Auspichiamo e vogliamo impegnarci per<br />

educare alla pienezza della vita, sostenendo<br />

e facendo crescere, a partire dalle<br />

nuove generazioni, una cultura della vita<br />

che la accolga e la custo<strong>di</strong>sca dal concepimento<br />

al suo termine naturale e che la<br />

favorisca sempre, anche quando è debole<br />

e bisognosa <strong>di</strong> aiuto.<br />

Con preoccupante frequenza, la cronaca<br />

riferisce episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> efferata violenza:<br />

creature a cui è impe<strong>di</strong>to <strong>di</strong> nascere, esistenze<br />

brutalmente spezzate, anziani<br />

abbandonati, vittime <strong>di</strong> incidenti sulla<br />

strada e sul lavoro.<br />

Cogliamo in questo il segno <strong>di</strong> un’estenuazione<br />

della cultura della vita, l’unica<br />

capace <strong>di</strong> educare al rispetto e alla cura<br />

<strong>di</strong> essa in ogni stagione e particolarmente<br />

nelle sue espressioni più fragili. Il fattore<br />

più inquietante è l’assuefazione: tutto<br />

pare ormai normale e lascia intravedere<br />

un’umanità sorda al grido <strong>di</strong> chi non può<br />

<strong>di</strong>fendersi. Smarrito il senso <strong>di</strong> Dio, l’uomo<br />

smarrisce se stesso.<br />

Occorre perciò una svolta culturale, propiziata<br />

dai numerosi e confortanti segnali<br />

<strong>di</strong> speranza, germi <strong>di</strong> un’autentica civiltà<br />

dell’amore, presenti nella Chiesa e nella<br />

società italiana. Tanti uomini e donne <strong>di</strong><br />

buona volontà, giovani, laici, sacerdoti<br />

e persone consacrate, sono fortemente<br />

impegnati a <strong>di</strong>fendere e promuovere la<br />

vita. Grazie a loro anche quest’anno molte<br />

donne, seppur in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong>sagiate,<br />

saranno messe in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> accogliere<br />

la vita che nasce, sconfiggendo la tentazione<br />

dell’aborto.<br />

E’ proprio la bellezza e la forza dell’amo-<br />

re a dare pienezza <strong>di</strong> senso alla vita e a<br />

tradursi in spirito <strong>di</strong> sacrificio, de<strong>di</strong>zione<br />

generosa e accompagnamento assiduo.<br />

Pensiamo con riconoscenza alle tante<br />

famiglie che accu<strong>di</strong>scono nelle loro case<br />

i familiari anziani e agli sposi che, talvolta<br />

anche in ristrettezze economiche,<br />

con grande pazienza, accompagnano i<br />

figli adolescenti nella crescita umana e<br />

spirituale e li orientano con profonda tenerezza<br />

verso ciò che è giusto e buono.<br />

Ci piace sottolineare il contributo <strong>di</strong> quei<br />

nonni che, con abnegazione, si affacciano<br />

alle nuove generazioni educandole<br />

alla sapienza e aiutandole a <strong>di</strong>scernere,<br />

alla luce della loro esperienza, ciò che<br />

conta davvero.<br />

Oltre le mura della propria casa, molti<br />

giovani incontrano autentici maestri <strong>di</strong><br />

vita: sono i sacerdoti che si spendono per<br />

le comunità loro affidate, esprimendo la<br />

paternità <strong>di</strong> Dio verso i piccoli e i poveri;<br />

sono gli insegnanti che, con passione e<br />

competenza, introducono al mistero della<br />

vita, facendo della scuola un’esperienza<br />

generativa e un luogo <strong>di</strong> vera educazione.<br />

Anche a loro <strong>di</strong>ciamo grazie.<br />

Ogni ambiente umano, animato da<br />

un’adeguata azione educativa, può <strong>di</strong>venire<br />

fecondo e far rifiorire la vita. E’ necessario,<br />

però, che l’anelito alla fraternità,<br />

posto nel profondo del cuore <strong>di</strong> ogni<br />

uomo, sia illuminato dalla consapevolezza<br />

della figliolanza e dalla gratitu<strong>di</strong>ne per<br />

un dono così grande, dando ali al desiderio<br />

<strong>di</strong> pienezza <strong>di</strong> senso dell’esistenza<br />

umana. Il nostro stile <strong>di</strong> vita, contrad<strong>di</strong>stinto<br />

dall’impegno per il dono <strong>di</strong> sé,<br />

<strong>di</strong>venta così un inno <strong>di</strong> lode e ci rende<br />

seminatori <strong>di</strong> speranza in questi tempi<br />

<strong>di</strong>fficili ed entusiasmanti.<br />

I vescovi italiani<br />

5


6<br />

FESTA PATRONALE DI S STEFANO<br />

CON IL CARD. GIANFRANCO RAVASI<br />

È stata una festa patronale particolare<br />

quella della comunità <strong>di</strong> Osnago.<br />

il ricordo <strong>di</strong> S. <strong>Stefano</strong> –<br />

con l’incen<strong>di</strong>o del “pallone”<br />

– si è unito alla gioia<br />

per la presenza del Card.<br />

Gianfranco Ravasi, <strong>di</strong>ventato<br />

Car<strong>di</strong>nale il 20<br />

novembre scorso. Allora una rappres<br />

e n t a n z a<br />

della comunità<br />

si<br />

era recata<br />

a Roma<br />

per partecipare<br />

alle<br />

celebrazioni<br />

con il<br />

papa in S.<br />

pietro. Ora<br />

è stata<br />

una festa<br />

<strong>di</strong> popolo:<br />

la chiesa<br />

g r e m i t a<br />

– sia alla<br />

S. Messa del mattino sia a quella ve-<br />

spertina -, presenti più <strong>di</strong> venti sacerdoti<br />

nativi o legati a Osnago a motivo<br />

del loro ministero; presente il Sindaco<br />

con una rappresentanza dell’Amministrazione<br />

comunale.<br />

Don Costatino<br />

all’inizio della Santa<br />

Messa, a nome<br />

<strong>di</strong> tutti, ha formulato<br />

l’augurio <strong>di</strong> un<br />

fecondo ministero,<br />

assicurando il ricordo<br />

nella preghiera.<br />

Ha poi espresso la<br />

speranza che la stima<br />

e l’affetto della<br />

comunità parrocchiale<br />

nei confronti<br />

del Card. Gianfranco<br />

si traducano:


• In un amore più grande a quella “Parola <strong>di</strong> Dio” che è - si potrebbe <strong>di</strong>re –<br />

la ragione <strong>di</strong> vita del Card. Ravasi;<br />

• In un impegno ad allargare gli orizzonti culturali in un atteggiamento sempre<br />

più cor<strong>di</strong>ale <strong>di</strong> accoglienza anche <strong>di</strong> chi “non è dei nostri”.<br />

La nuova casa <strong>di</strong> accoglienza “La locanda<br />

del samaritano” sarà il segno della <strong>di</strong>rezione<br />

che dobbiamo seguire.<br />

Siamo riconoscenti per i giorni intensi che<br />

ci è stato dato <strong>di</strong> vivere.<br />

Grazie anche al Card. Gianfranco per<br />

l’amabilità con cui si è lasciato “godere”<br />

da noi!<br />

7


ALLA SCUOLA DEI SANTI<br />

8<br />

S. Carlo Borromeo<br />

1538 - 1584<br />

(terza parte)<br />

L’arcivescovo non era certo amato per le sue<br />

severità e i suoi rimproveri, ma era immensamente<br />

amato per la sua carità. A partire da essa il popolo<br />

intuiva la bontà che dovevano avere anche le sue<br />

prescrizioni.<br />

E ad ogni istituto dava regole magnanime. Così<br />

all’ospedale dei men<strong>di</strong>canti prescriveva: “Vi si<br />

alloggerà ogni sorta <strong>di</strong> poveri, così milanesi,<br />

come forestieri, Huomini, donne et figlioli,<br />

poiché la carità non ha <strong>di</strong>fferentia de nationi<br />

et siano tutti fratelli nel Signore. Li forestieri<br />

poi et d’altre <strong>di</strong>ocesi s’in<strong>di</strong>rizzeranno alla<br />

loro patria con quello aiuto che si potrà,<br />

però non violentandoli, perché sono fratelli<br />

et membra del Signore”.<br />

E ogni vescovo delle <strong>di</strong>ocesi metropolitane era<br />

invitato a istruire un Monte <strong>di</strong> Pietà per combattere<br />

la piaga dell’usura.<br />

Quando nel 1570 scoppiò una tragica carestia,<br />

turbe <strong>di</strong> conta<strong>di</strong>ni affamati si riversarono a<br />

Milano per contendere ai citta<strong>di</strong>ni quel po’ <strong>di</strong><br />

cibo che restava. Al centro della città sostava<br />

una folla <strong>di</strong> pezzenti. tutti sapevano che i portici<br />

dell’arcivescovado erano stati trasformati in<br />

cucine da campo, dov’era sempre possibile avere<br />

un piatto caldo <strong>di</strong> riso e legumi. E ogni giorno<br />

venivano sfamati non meno <strong>di</strong> tremila poveri.<br />

intanto Carlo faceva tenere aperti i cantieri per<br />

il grande seminario che stava costruendo in<br />

modo da poter dare lavoro a un numero sempre<br />

maggiore <strong>di</strong> derelitti.<br />

S’interessò perfino <strong>di</strong> favorire nuove coltivazioni<br />

<strong>di</strong> mais, una pianta da poco giunta in Europa<br />

che apportò notevoli benefici, tanto che il popolo<br />

per riconoscenza chiamò quella nuova pianta<br />

“carlone”, in suo onore.<br />

Sei anni dopo, terribile e ricorrente, comparve la<br />

peste. i morti si contavano a centinaia al giorno<br />

e raggiunsero una cifra che fu calcolata fra i<br />

13.000 e i 17.000.<br />

il Lazzaretto <strong>di</strong> porta Orientale si riempì <strong>di</strong> pietà<br />

e <strong>di</strong> orrore e, quando fu saturo, fuori delle porte<br />

della città cominciarono a proliferare baracche <strong>di</strong><br />

malati e moribon<strong>di</strong>.<br />

Come d’abitu<strong>di</strong>ne le autorità civili e i nobili<br />

fuggirono; i me<strong>di</strong>ci si aggiravano guar<strong>di</strong>nghi,<br />

<strong>di</strong>stribuendo me<strong>di</strong>cine e consigli a <strong>di</strong>stanza;<br />

i sani si asserragliarono<br />

nelle loro case, evitando in<br />

ogni modo <strong>di</strong> uscirne; e la<br />

città si trovò abbandonata<br />

in mano ai monatti, che<br />

raccoglievano cadaveri e<br />

si de<strong>di</strong>cavano ai loro turpi<br />

traffici.<br />

O almeno così sarebbe stato<br />

se l’arcivescovo non si fosse<br />

esposto per primo, esigendo<br />

dai suoi preti una generosità<br />

senza misure, e costringendo<br />

anche le poche autorità civili<br />

ancora presenti a fare il loro<br />

dovere.<br />

Ogni giorno si aggirava per<br />

le strade della città, visitava<br />

malati e moribon<strong>di</strong>. Solo<br />

per lui si aprivano ancora le<br />

porte delle case e ne usciva<br />

un qualche rivolo <strong>di</strong> carità,<br />

in elemosine e mezzi <strong>di</strong><br />

sostentamento destinati ai<br />

più derelitti.<br />

L’arcivescovo non aveva<br />

certo conoscenze maggiori<br />

<strong>di</strong> quante ne avessero gli<br />

scienziati del suo tempo:<br />

allora nessuno sapeva <strong>di</strong>r<br />

nulla <strong>di</strong> preciso né sulla<br />

causa del morbo, né sui<br />

rime<strong>di</strong> per debellarlo. Ma<br />

intanto egli donava alla


gente quel che meglio sapeva: spiegava<br />

loro che c’era una certa parentela tra la<br />

peste che <strong>di</strong>struggeva i corpi e quella<br />

che <strong>di</strong>struggeva le anime e che la stessa<br />

misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Dio che salvava le anime<br />

poteva salvare anche i corpi.<br />

Chiedeva perciò la conversione del<br />

cuore, suggeriva preghiere e celebrazioni<br />

liturgiche, organizzava processioni e riti<br />

d’espiazione…<br />

Già allora subì la critica <strong>di</strong> chi gli<br />

rimproverava <strong>di</strong> favorire il contagio<br />

organizzando quegli assembramenti, e<br />

c’era forse qualcosa <strong>di</strong> vero, ma Carlo<br />

sapeva che non basta evitare il contagio<br />

dei corpi quando vengono meno le ragioni<br />

del vivere ed esplodono tra i superstiti<br />

gli istinti più bestiali e gli egoismi più<br />

feroci.<br />

non serve a molto inculcare la paura e<br />

la prevenzione del contagio, quando i<br />

familiari abbandonano i loro stessi cari<br />

al primo sospetto, e tutti si asserragliano<br />

nelle proprie case estirpandosi dal cuore<br />

ogni istinto <strong>di</strong> umana solidarietà.<br />

Del resto è sorprendente, anche ai<br />

nostri giorni, la saggezza con cui<br />

l’arcivescovo cercò <strong>di</strong> valorizzare tutte le<br />

conoscenze scientifiche <strong>di</strong> cui allora poté<br />

<strong>di</strong>sporre. S’intrattenne ripetutamente<br />

sull’argomento con i più celebri<br />

clinici dell’Università <strong>di</strong> pavia e stu<strong>di</strong>ò<br />

personalmente i migliori testi <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina<br />

che riuscì a procurarsi.<br />

Le <strong>di</strong>sposizioni igieniche che egli <strong>di</strong>ede<br />

ai suoi collaboratori sono quanto <strong>di</strong><br />

più saggio si potesse allora prevedere:<br />

esigeva che tutti si lavassero e<br />

cambiassero le vesti dopo ogni contatto<br />

con i malati, e perfino quando <strong>di</strong>stribuiva<br />

del denaro faceva collocare le monete in<br />

vasi <strong>di</strong> aceto. Giunse fino a lanciare la<br />

scomunica contro coloro che facevano<br />

mercato delle vesti appartenute agli<br />

appestati.<br />

Spiritualmente s’era preparato facendo<br />

testamento e lasciando suo erede<br />

l’Ospedale Maggiore. Aveva già donato<br />

tutti i tessuti, anche quelli preziosi,<br />

conservati negli arma<strong>di</strong> del palazzo<br />

arcivescovile, compresi paramenti rossi,<br />

ver<strong>di</strong> e viola, perché se ne facessero<br />

abiti e coperte per i malati. Aveva fatto<br />

vendere tutta l’argenteria e mandato al<br />

lazzaretto perfino il suo povero letto.<br />

Quando la peste finì, erano morte migliaia<br />

<strong>di</strong> persone, ma nessun collaboratore<br />

dell’arcivescovo era stato contagiato.<br />

Chi non vuole ammettere il miracolo,<br />

deve almeno riconoscere la saggezza<br />

delle norme igieniche da lui severamente<br />

inculcate. Dicono che si deve alle sue<br />

prescrizioni il fatto che le vittime furono<br />

meno della metà <strong>di</strong> quelle che si ebbero<br />

a Venezia, in circostanze analoghe.<br />

Dopo essersi estenuato con l’assistenza<br />

agli appestati, Carlo continuò nelle<br />

sue interminabili visite pastorali che si<br />

estendevano a tutta la <strong>di</strong>ocesi, che allora<br />

si addentrava in Veneto, in piemonte, in<br />

Svizzera: non c’è paesino sperduto che<br />

egli non abbia visitato due volte. A questo<br />

s’aggiungeva la sua responsabilità <strong>di</strong><br />

metropolita <strong>di</strong> una provincia ecclesiastica<br />

comprendente altre quin<strong>di</strong>ci <strong>di</strong>ocesi,<br />

ch’egli dovette pure visitare.<br />

Ogni visita durava circa tre mesi, e il<br />

car<strong>di</strong>nale raggiungeva anche le parrocchie<br />

più lontane. Una delle visite più faticose<br />

fu nel 1580: quella alla <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong><br />

brescia, dove fu accolto – <strong>di</strong>ce il cronista<br />

- «con manifestazioni <strong>di</strong> gioia infinite e<br />

splen<strong>di</strong>de», tra le quali non mancavano<br />

conversioni clamorose <strong>di</strong> eretici notori,<br />

pacificazioni <strong>di</strong> o<strong>di</strong>i inveterati, pentimenti<br />

<strong>di</strong> briganti e ban<strong>di</strong>ti. Una notte fu<br />

costretto dal maltempo a pernottare in<br />

un’osteria <strong>di</strong> Martinengo, ritrovo abituale<br />

<strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> ban<strong>di</strong>ti; fu tale l’incanto<br />

della sua severa dolcezza che essi<br />

decisero <strong>di</strong> cambiar vita e <strong>di</strong> confessarsi<br />

tutti dal santo arcivescovo. faticarono<br />

solo a superare il rispetto umano, perciò<br />

stabilirono che avesse a confessarsi per<br />

primo chi perdeva al gioco della morra.<br />

E a perdere, con la relativa penitenza, fu<br />

giustamente il loro capo. Abbiamo ancora<br />

una lettera con cui Carlo li raccomanda al<br />

prevosto <strong>di</strong> Crema perché li aiuti a tener<br />

fede al proposito <strong>di</strong> cambiar vita.<br />

Dovunque arrivava gli occorrevano<br />

ore e ore per riuscire a <strong>di</strong>stribuire la<br />

9


10<br />

Comunione a tutti coloro che volevano<br />

riceverla dalle sue mani. E quando giunse<br />

a Castiglione delle Stiviere poté dare la<br />

prima Comunione anche al piccolo Luigi<br />

Gonzaga.<br />

«Era come se un apostolo <strong>di</strong> Gesù Cristo<br />

fosse ritornato sulla terra», <strong>di</strong>cevano<br />

i testimoni, per spiegare quell’enorme<br />

afflusso <strong>di</strong> popolo e quell’entusiasmo <strong>di</strong><br />

conversioni. Si piegavano persino paesi<br />

interi che da tempo vivevano in stato<br />

<strong>di</strong> ribellione contro il proprio vescovo,<br />

come accadde in una località della<br />

Valcamonica.<br />

Viaggiava abitualmente a cavallo, a<br />

volte anche <strong>di</strong> notte, percorrendo le<br />

<strong>di</strong>stanze nel più breve tempo possibile.<br />

prendeva riposo solo nelle canoniche o<br />

nei conventi, evitando palazzi nobiliari.<br />

A volte, nell’attraversare valichi<br />

montani, dovette dar prova <strong>di</strong> buone<br />

doti <strong>di</strong> alpinismo, che vengono ancora<br />

celebrate in certe canzoni popolari. E non<br />

mancarono preoccupanti <strong>di</strong>savventure <strong>di</strong><br />

viaggio o vere e proprie <strong>di</strong>sgrazie, dalle<br />

quali usciva miracolosamente incolume.<br />

insomma, la fama <strong>di</strong> Carlo fu tale che<br />

ancor oggi non c’è quasi chiesa d’italia<br />

settentrionale e della Svizzera italiana<br />

che non abbia un oratorio o una cappella<br />

o un altare o un quadro o una statua<br />

a lui de<strong>di</strong>cati. Eppure sul suo stemma<br />

car<strong>di</strong>nalizio alla fine aveva lasciato una<br />

sola parola: Humilitas («Umiltà»)!<br />

Intanto Carlo era <strong>di</strong>ventato ancora più<br />

povero e penitente, ammesso che ciò<br />

fosse stato possibile.<br />

pregava lungamente e intensamente,<br />

dormiva su della paglia, mangiava<br />

pochissimo, indossava vesti logore e<br />

lavorava ininterrottamente. A volte,<br />

quando lo chiamavano per cena, <strong>di</strong>ceva:<br />

“Troppo presto!”, in<strong>di</strong>cando che aveva<br />

ancora del lavoro da sbrigare. Lasciavano<br />

passare qualche ora, poi lo richiamavano.<br />

“Ora è troppo tar<strong>di</strong>!”, <strong>di</strong>ceva con un<br />

sorriso umile e un po’ malizioso, e<br />

si apprestava a prendere quel po’ <strong>di</strong><br />

riposo che si concedeva. non voleva<br />

mai che gli si scaldasse il letto e <strong>di</strong>ceva<br />

che “c’era un modo facile per trovare<br />

il letto caldo: quello <strong>di</strong> andarci quando<br />

per la lunga veglia il nostro corpo è più<br />

freddo del letto”. Non era masochismo:<br />

semplicemente Carlo ricordava i lunghi<br />

anni passati tra gli agi e le ricchezze<br />

(quando si <strong>di</strong>lettava <strong>di</strong> caccia, <strong>di</strong> giochi<br />

<strong>di</strong> società e <strong>di</strong> violoncello), e non gli<br />

sembrava mai d’aver appreso abbastanza<br />

l’arte <strong>di</strong> assomigliare al suo Signore<br />

Crocifisso. Si confessava ogni giorno e<br />

trovava sempre qualche peccato su cui<br />

piangere.<br />

A chi gli rimproverava le troppe penitenze<br />

rispondeva: “La candela per dar luce agli<br />

altri deve consumare se stessa… Così<br />

dobbiamo fare noi”.<br />

La fama delle sue penitenze s’era così<br />

<strong>di</strong>ffusa che da ogni parte gli giungevano<br />

inviti alla moderazione. Perfino il papa gli<br />

inviò un breve (ad<strong>di</strong>rittura un documento<br />

ufficiale) per obbligarlo a curarsi la salute.<br />

Ma giunse troppo tar<strong>di</strong>.<br />

Quando spirò – dopo una breve agonia<br />

passata a contemplare con estrema<br />

commozione i quadri della passione <strong>di</strong><br />

Cristo che aveva in camera e che aveva<br />

fatto <strong>di</strong>sporre attorno al suo letto – Carlo<br />

borromeo aveva soltanto 46 anni.<br />

Dicono che le sue ultime parole furono:<br />

“Guarda, Signore, sto arrivando…”.<br />

Quando a tarda sera del 3 novembre 1584<br />

dall’alto del duomo risuonarono i funebri<br />

rintocchi, nella piazza dell’arcivescovado<br />

si riversò un fiume <strong>di</strong> gente: uomini,<br />

donne, bambini, preti e religiosi cercavano<br />

<strong>di</strong> invadere la casa arcivescovile per<br />

raggiungere il loro padre e pastore. tutti<br />

volevano «vedere il santo».<br />

nessun vescovo aveva mai suscitato nel<br />

popolo tanto affetto e tanta venerazione,<br />

quanti ne aveva suscitato Carlo borromeo,<br />

nonostante la sua inflessibilità (che pure<br />

sapeva essere dolce). Lo chiamavano<br />

«padre dei poveri».<br />

Perfino le autorità civili si videro<br />

costrette a scrivere a Roma, inviando le<br />

condoglianze al papa e <strong>di</strong>chiarando che<br />

Carlo aveva saputo acquistarsi a Milano<br />

(queste le loro esatte parole) «un amore<br />

incre<strong>di</strong>bile».<br />

Antonio Sicari<br />

da Ritratti <strong>di</strong> santi Viii


Madagascar: la «grande isola<br />

rossa»:religione tra<strong>di</strong>zionale e cristianesiMo<br />

Dopo un secolo e mezzo <strong>di</strong> evangelizzazione, metà della popolazione malgascia è cristiana e<br />

un quarto appartiene alla chiesa cattolica, la cui vitalità è caratterizzata dall’abbondanza <strong>di</strong><br />

vocazioni e si esprime nell’impegno nel promuovere lo sviluppo fino agli angoli più recon<strong>di</strong>ti del<br />

paese, <strong>di</strong>ventando così punto <strong>di</strong> riferimento per la soluzione <strong>di</strong> numerosi problemi che ancora<br />

affliggono la gente.<br />

Metà circa della popolazione del Madagascar<br />

ha credenze e pratica riti tra<strong>di</strong>zionali,<br />

mentre l’altra metà è <strong>di</strong> religione cristiana,<br />

sud<strong>di</strong>visa più o meno equamente tra cattolici<br />

(25 per cento circa) e protestanti (20<br />

per cento); soltanto una piccola minoranza è<br />

musulmana. In questi ultimi anni sono però <strong>di</strong>ventati<br />

popolari i pre<strong>di</strong>catori carismatici, al<br />

punto che un libro, e<strong>di</strong>to nel 2007 e scritto da<br />

Adolphe Rahamefy, che insegna all’Università<br />

<strong>di</strong> Antananarivo, è intitolato: Sette e crisi religiose<br />

in Madagascar.<br />

Religione Tra<strong>di</strong>zionale<br />

Forme e credenze della religione tra<strong>di</strong>zionale<br />

variano a secondo delle regioni in cui è <strong>di</strong>viso<br />

il Madagascar. Cielo, terra e acqua sono sacri.<br />

Così pure, un po’ ovunque, esistono luoghi<br />

sacri: laghi, grotte, montagne, foreste, alberi.<br />

Su <strong>di</strong> essi gravano interdetti e tabù (fady).<br />

Sono luoghi <strong>di</strong> preghiera e <strong>di</strong> sacrifici. Vi si<br />

depositano offerte e fiori.<br />

Importanti sono i punti car<strong>di</strong>nali della terra.<br />

La costruzione <strong>di</strong> una casa deve rispettarne<br />

l’orientamento. Sono essi che preservano la<br />

casa da tabù e la caricano <strong>di</strong> senso. L’est, dove<br />

sorge il sole, è una <strong>di</strong>rezione particolarmente<br />

sacra, quella del culto degli antenati; il nord<br />

è invece un luogo che esprime e in<strong>di</strong>ca onore<br />

e stima. Lo spazio viene così ritualizzato.<br />

L’est è opposto all’ovest nel senso <strong>di</strong> puro e<br />

impuro, sacro e profano; il nord al sud, ossia il<br />

re contrapposto al popolo, il nobile al plebeo.<br />

Non è però facile definire la religiosità dei<br />

malgasci, fondata su tutta una serie <strong>di</strong> riti e<br />

tabù, come per esempio il sacrificio dello zebù,<br />

i giorni fasti e nefasti, la <strong>di</strong>vinazione, la guarigione<br />

dalle malattie, i riti propiziatori, la cerimonia<br />

del «bagno delle reliquie regali», quelle<br />

per la riproduzione or<strong>di</strong>nata del ciclo annuale,<br />

i riti della circoncisione dei bambini con cui si<br />

consacra la loro appartenenza sociale alla famiglia<br />

paterna. Tutti questi riti hanno la funzione<br />

<strong>di</strong> mettere l’uomo in comunione con la <strong>di</strong>vinità.<br />

Gli antenati, dotati <strong>di</strong> poteri magici, ne sono<br />

per eccellenza gli interme<strong>di</strong>ari. Stu<strong>di</strong> recenti<br />

hanno anche messo in evidenza che un <strong>di</strong>o<br />

<strong>di</strong> nome Zanahary, creatore del cielo e della<br />

terra, è superiore a tutte le <strong>di</strong>vinità e a tutti<br />

gli idoli. A lui, invisibile, i malgasci si rivolgono<br />

attraverso la me<strong>di</strong>azione degli antenati e <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>vinità secondarie.<br />

La base della religione e della cultura malgascia<br />

consiste però principalmente nel rispetto<br />

e nella venerazione degli antenati, fondati su<br />

un complesso <strong>di</strong> riti <strong>di</strong> sepoltura. Il più noto e<br />

costoso <strong>di</strong> questi riti è il fama<strong>di</strong>hana (letteralmente<br />

«rivoltare le ossa»), una cerimonia <strong>di</strong><br />

esumazione e <strong>di</strong> nuova sepoltura del cadavere,<br />

che normalmente si ripete ogni sette anni e<br />

ha lo scopo <strong>di</strong> riunire tutta la grande famiglia,<br />

rinnovare i legami familiari e quelli con gli antenati<br />

e, non ultimo anche se spesso inconscio,<br />

<strong>di</strong> esorcizzare la paura della morte.<br />

Le salme vengono estratte dalla tomba, ripulite<br />

e avvolte in tappeti <strong>di</strong> paglia e poi fatte<br />

«ballare» sopra la folla in festa. L’orchestrina<br />

suona un motivo allegro. I tavoli sono carichi <strong>di</strong><br />

dolci, <strong>di</strong> carne <strong>di</strong> zebù o <strong>di</strong> porco ben ingrassato,<br />

<strong>di</strong> rhum estratto dalla canna da zucchero<br />

e <strong>di</strong> ciotole <strong>di</strong> riso fumante. Le salme vengono<br />

poi avvolte con fasce <strong>di</strong> colore bianco, il colore<br />

funebre tra<strong>di</strong>zionale, e quin<strong>di</strong> cosparse <strong>di</strong> profumo<br />

e segnate con i loro nomi.<br />

Segue un momento <strong>di</strong> silenzio, i cui membri<br />

della famiglia tengono in grembo i corpi dei<br />

defunti, comunicando con loro senza pronunciare<br />

parola e piangendo lacrime <strong>di</strong> felicità in<br />

un’atmosfera carica <strong>di</strong> emozione. Infine, dopo<br />

che i corpi sono fatti nuovamente «ballare» intorno<br />

alla tomba <strong>di</strong> famiglia, la pietra tombale<br />

viene murata e chiusa per altri sette anni.<br />

La fama<strong>di</strong>hana o rito <strong>di</strong> esumazione dei defunti<br />

<strong>di</strong>venta così la festa dei morti e dei vivi.<br />

l’evangelizzazione<br />

Il cristianesimo penetrò nella grande isola<br />

rossa, a parte qualche spora<strong>di</strong>co incontro con<br />

11


12<br />

i portoghesi, soltanto nei primi decenni del<br />

secolo XIX. Nel 1817 re Radama I cominciò<br />

a intrattenere relazioni <strong>di</strong>plomatiche con gli<br />

inglesi. L’influenza britannica durò fino a gran<br />

parte del secolo. Con gli inglesi arrivarono i<br />

primi missionari protestanti, gallesi e norvegesi,<br />

e la London Missionary Society. Molti <strong>di</strong><br />

essi morirono <strong>di</strong> febbre poco dopo il loro arrivo.<br />

I sopravvissuti non si <strong>di</strong>edero per vinti e in<br />

breve tempo convertirono al protestantesimo<br />

la corte della <strong>di</strong>nastia Merina.<br />

Già nel 1838 venne stampata la prima Bibbia in<br />

lingua malgascia e nel 1869 la regina Ranavalona II,<br />

convertita al protestantesimo, fece costruire<br />

una chiesa all’interno del rova <strong>di</strong> Antananarivo.<br />

Il re Radama I morì a soli 36 anni nel 1828.<br />

Gli successe la vedova Ranavalona I. La nuova<br />

regina, desiderosa <strong>di</strong> proteggere le tra<strong>di</strong>zioni<br />

e la cultura malgasce e contraria alla presenza<br />

degli europei, <strong>di</strong>chiarò illegale il cristianesimo e<br />

perseguitò tutti coloro che non ne rinnegavano<br />

la fede. Molti furono condannati a morte o<br />

subirono vessazioni e tormenti atroci, che<br />

solo una regina come Ranavalona I, incline alla<br />

violenza, poté escogitare. Alla sua morte il<br />

figlio Radama II abbandonò la politica adottata<br />

dalla madre e ripristinò la libertà religiosa.<br />

Da allora il cristianesimo <strong>di</strong>venne la religione<br />

predominante del Madagascar e l’attività<br />

missionaria, protestante e cattolica, si estese<br />

a tutta l’isola.<br />

I primi missionari cattolici furono i Lazzaristi,<br />

la Congregazione della Missione fondata<br />

in Francia da san Vincenzo de’ Paoli. Il 4 <strong>di</strong>cembre<br />

1648 essi sbarcarono a Fort-Duphin,<br />

nel sud dell’isola, inviati dal loro stesso fondatore.<br />

Ma la vera <strong>di</strong>ffusione della religione<br />

cattolica in Madagascar cominciò intorno<br />

al 1841, quando il prefetto apostolico monsignor<br />

Dalmond chiamò i gesuiti dalla vicina<br />

isola <strong>di</strong> Réunion a evangelizzare l’isola.<br />

Ad Antananarivo, la capitale, il cattolicesimo<br />

si <strong>di</strong>ffuse a partire dal 1861 dopo la morte<br />

della regina Ranavalona I. I gesuiti e le suore<br />

<strong>di</strong> San Giuseppe <strong>di</strong> Cluny vi fondarono le<br />

prime scuole e battezzarono parecchi malgasci.<br />

Poco dopo, nel 1872, la città <strong>di</strong>venne sede<br />

della prefettura apostolica del Madagascar,<br />

poi vicariato durante la prima guerra francomalgascia<br />

(1883-1886) e arci<strong>di</strong>ocesi nel 1955.<br />

Anche la parte settentrionale del paese fu<br />

eretta in prefettura apostolica nel 1848 e<br />

in vicariato nel 1898. In questo caso i primi<br />

missionari furono i Preti dello Spirito Santo e<br />

le suore del Sacro Cuore <strong>di</strong> Maria, ai quali in<br />

seguito si aggiunsero i Redentoristi e i Montfortani.<br />

È questo che abbiamo descritto il normale<br />

evolversi dell’organizzazione ecclesiastica<br />

cattolica nei territori <strong>di</strong> missione.<br />

La Realtà Ecclesiale Oggi<br />

Attualmente il Madagascar conta ben 21 <strong>di</strong>ocesi,<br />

delle quali quattro arci<strong>di</strong>ocesi nelle regioni<br />

ecclesiastiche in cui è sud<strong>di</strong>viso: il Centro,<br />

il Nord, il Sud-Est e il Sud-Ovest. I vescovi<br />

sono tutti malgasci, a eccezione <strong>di</strong> cinque: un<br />

italiano <strong>di</strong> Gallico Superiore (Reggio Calabria -<br />

Bova), un altro italiano <strong>di</strong> Orta Nova (Foggia),<br />

uno spagnolo <strong>di</strong> San Llorente (Valladolid), uno<br />

<strong>di</strong> origine portoghese e un polacco. Malgascio<br />

è pressoché anche tutto il clero.<br />

Le congregazioni religiose maschili, alcune delle<br />

quali <strong>di</strong> origine locale e una anche trappista<br />

<strong>di</strong> stretta osservanza claustrale, sono numerose.<br />

Se ne enumerano 33, alcune giunte in<br />

Madagascar nei primi tempi dell’evangelizzazione<br />

dell’isola, altre più recentemente, negli<br />

ultimi decenni del secolo appena trascorso.<br />

La presenza dei gesuiti e dei salesiani con la<br />

loro organizzazione scolastica e pastorale è<br />

predominante. Gestiscono collegi, licei, centri<br />

<strong>di</strong> spiritualità e <strong>di</strong> formazione professionale e<br />

rurale, <strong>di</strong>spensari me<strong>di</strong>ci e ra<strong>di</strong>o locali. I loro<br />

scolasticati, dove ci si prepara per <strong>di</strong>ventare<br />

religiosi, sono pieni <strong>di</strong> giovani malgasci. Molti<br />

<strong>di</strong> loro stu<strong>di</strong>ano in Europa, nell’America del<br />

Nord e in Africa.<br />

Ancora più numerose sono le congregazioni<br />

religiose femminili, venute in Madagascar già<br />

nei primi anni dell’evangelizzazione dell’isola e<br />

soprattutto alla fine del secolo scorso. Il numero<br />

è per certi versi impressionante. Se ne<br />

contano ben 88, elencate nell’Annuario della<br />

chiesa cattolica malgascia e coor<strong>di</strong>nate dal<br />

Centro <strong>di</strong> formazione della Conferenza delle<br />

superiori maggiori. Poche sono <strong>di</strong> origine malgascia,<br />

la maggior parte <strong>di</strong> esse hanno le loro<br />

ra<strong>di</strong>ci in Francia, in Italia, in Svizzera e Belgio.<br />

Queste congregazioni sono certo venute<br />

in Madagascar per dare continuità alla<br />

grande tra<strong>di</strong>zione missionaria dei secoli<br />

XIX e XX, ma anche, non lo si può nascondere,<br />

con l’intento <strong>di</strong> ridare nuova vita alle<br />

loro istituzioni in crisi <strong>di</strong> vocazioni me<strong>di</strong>ante<br />

l’inserimento <strong>di</strong> giovani religiose malgasce.<br />

Buona parte <strong>di</strong> queste congregazioni, nate in<br />

Europa, hanno scoperto il carisma missionario<br />

proprio <strong>di</strong>nanzi al grave problema delle vocazioni<br />

in continuo e vertiginoso calo; lo hanno<br />

scoperto quasi «improvvisamente», anche se<br />

<strong>di</strong>etro impulso del Concilio Vaticano II e <strong>di</strong> altri<br />

documenti che definiscono la chiesa «tutta<br />

missionaria». Si deve però riconoscere che da<br />

questo fenomeno, per alcuni versi pieno <strong>di</strong> incognite,<br />

non ne vanno immuni neppure le congregazioni<br />

maschili, anch’esse in crisi <strong>di</strong> vocazioni.


Presenza Provvidenziale<br />

La presenza delle congregazioni femminili in<br />

Madagascar è stata provvidenziale non solo<br />

per il consolidamento e il progresso del cristianesimo<br />

nell’isola, ma anche per lo sviluppo<br />

economico e sociale della nazione. La maggior<br />

parte <strong>di</strong> esse partecipa attivamente allo sviluppo<br />

del paese con una nutrita e preziosa<br />

schiera <strong>di</strong> scuole <strong>di</strong> vario grado, <strong>di</strong> ospedali e<br />

<strong>di</strong>spensari, <strong>di</strong> case per anziani, e con una straor<strong>di</strong>naria<br />

e commovente de<strong>di</strong>zione ai poveri e<br />

agli ammalati. Le suore <strong>di</strong> origine malgascia si<br />

contano ormai a centinaia e <strong>di</strong>rigono con molta<br />

intelligenza e intraprendenza scuole materne,<br />

primarie e secondarie, <strong>di</strong>spensari, lebbrosari,<br />

orfanotrofi, librerie, case per studenti, centri<br />

<strong>di</strong> promozione della donna e <strong>di</strong> sviluppo rurale.<br />

Molto apprezzato è il loro impegno nella catechesi<br />

e nell’animazione pastorale non solo nelle<br />

parrocchie, ma anche nelle prigioni, negli ospedali<br />

e in ambienti rurali lontani e <strong>di</strong>menticati.<br />

Esistono anche quattro monasteri <strong>di</strong> carmelitane<br />

scalze e alcuni <strong>di</strong> trappiste e clarisse, che<br />

si de<strong>di</strong>cano esclusivamente alla preghiera. Altre<br />

congregazioni hanno religiose malgasce in<br />

terra <strong>di</strong> missione, in Africa e in Asia; altre ancora<br />

sostituiscono le suore anziane o malate in<br />

Francia o in Italia, impegnandosi nelle attività<br />

assistenziali e nell’apostolato parrocchiale.<br />

La Danza Di Noè<br />

Vi sono anche comunità <strong>di</strong> suore che <strong>di</strong>mostrano<br />

una vitalità e un impegno non comuni. Le<br />

suore Ancelle del Sacro Cuore, fondate a Lecce<br />

nel 1929 e giunte in Madagascar nel 1988,<br />

hanno per esempio tre comunità: una nell’isola<br />

<strong>di</strong> Nosy-Be al nord, un’altra a Mandrosao-<br />

Ivato presso la capitale e un’altra ancora ad<br />

Andasibé verso sud.<br />

In appena 20 anni le suore <strong>di</strong> origine malgascia<br />

hanno raggiunto il numero <strong>di</strong> circa 85 religiose,<br />

<strong>di</strong> cui una cinquantina si trovano in Italia,<br />

impegnate in case <strong>di</strong> riposo, asili e pensionati;<br />

solo 33 sono rimaste in Madagascar, dove <strong>di</strong>rigono<br />

sei scuole materne, quattro elementari<br />

e due me<strong>di</strong>e superiori. Le novizie sono attualmente<br />

10 e le postulanti 22, mentre le suore<br />

<strong>di</strong> origine italiana sono soltanto 17, quasi tutte<br />

anziane e residenti in Italia.<br />

Si tratta perciò <strong>di</strong> una congregazione in rapida<br />

espansione, grazie alle religiose provenienti dal<br />

Madagascar, ma anche povera <strong>di</strong> mezzi. Hanno<br />

quin<strong>di</strong> bisogno <strong>di</strong> assistenza economica e benefattori,<br />

in questo provvidenzialmente aiutate<br />

da un missionario italiano, che si prende cura<br />

<strong>di</strong> loro, delle loro attività, delle loro scuole e<br />

delle loro abitazioni in alcuni casi fatiscenti.<br />

Non è più giovane questo missionario. È un<br />

brianzolo Doc e si chiama padre Noè Cereda,<br />

l’unico missionario della Consolata in Madagascar.<br />

Ha già compiuto 72 anni <strong>di</strong> età e, rendendosi<br />

conto delle sue con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> salute,<br />

non ha paura <strong>di</strong> scrivere: «Ogni giorno mi <strong>di</strong>co:<br />

faresti meglio a rallentare, non danzare così<br />

veloce. Il tempo è breve. La musica non durerà».<br />

Malgrado tutto, ha ancora in mente numerosi<br />

progetti da attuare. Vorrebbe (e ce la farà)<br />

aprire proprio al più presto una scuola tecnica<br />

<strong>di</strong> falegnameria e meccanica, in modo da insegnare<br />

ai falegnami a fare letti, se<strong>di</strong>e, tavoli e<br />

arma<strong>di</strong>etti, e ai fabbri porte, griglie e strumenti<br />

per lavori agricoli. Alla fine dei corsi assegnerà<br />

a ogni giovane malgascio una cassetta<br />

con i principali strumenti <strong>di</strong> lavoro per mettersi<br />

in proprio.<br />

La scuola copre una superficie <strong>di</strong> 700 metri<br />

quadrati. A causa dell’inflazione i prezzi dei<br />

materiali in un anno sono raddoppiati.<br />

Ma non è finita! I suoi piani prevedono <strong>di</strong><br />

terminare ad Andasibé una scuola e <strong>di</strong> costruire<br />

un serbatoio per l’acqua alto 12 metri con una<br />

capienza <strong>di</strong> 10 metri cubi <strong>di</strong> acqua, <strong>di</strong> costruire<br />

altre tre aule nella scuola <strong>di</strong> Andranoro, uno<br />

dei quartieri della capitale, e <strong>di</strong> sollevare <strong>di</strong><br />

un piano l’attuale costruzione. A tutto questo<br />

si aggiunga quello che già funziona: tre forni<br />

a legna che ogni giorno producono tremila<br />

panini per i bambini delle scuole e un pasto<br />

caldo al giorno per gli scolari <strong>di</strong> Andasibé.<br />

Si è inoltre in attesa della consegna <strong>di</strong> cento<br />

biciclette da <strong>di</strong>stribuire agli scolari meritevoli.<br />

Come ha scritto, ringraziando in occasione<br />

della Pasqua tutti coloro che lo aiutano in Italia<br />

e nel Principato <strong>di</strong> Monaco, l’infaticabile e<br />

coraggioso missionario è convinto che «semina,<br />

semina, ogni chicco arricchirà un angolo della<br />

terra».<br />

Intanto tutti i malgasci, anche i non cristiani,<br />

attendono con trepidazione e orgoglio l’arrivo<br />

in Madagascar <strong>di</strong> papa Benedetto XVI (o almeno<br />

lo desiderano), per proclamare santa Vittoria<br />

Rasoamanarivo (1848-1894), una malgascia<br />

<strong>di</strong> famiglia reale, nipote del primo ministro che<br />

sposò la regina Ranavalona II.<br />

Proclamata beata da Giovanni Paolo II il 30<br />

aprile 1989, è stata definita da papa Benedetto<br />

XVI «una vera missionaria» e «un modello<br />

per i fedeli laici <strong>di</strong> oggi». La beata Vittoria, la<br />

cui famiglia era protestante, si fece cattolica<br />

nel 1863 all’età <strong>di</strong> quin<strong>di</strong>ci anni. Essa è senza<br />

dubbio un segno e un’attestazione della vitalità<br />

della chiesa cattolica in Madagascar e un<br />

onore per tutti i malgasci.<br />

p. Giampietro Casiraghi<br />

13


14<br />

CASA DI ACCOGLIENZA <strong>di</strong> OSNAGO<br />

Breve Cronistoria<br />

DALLA fOnDAZiOnE CARipLO<br />

un importante riconoscimento al progetto della nuova<br />

CASA Di ACCOGLiEnZA<br />

il Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione della fondazione Cariplo – Milano nella riunione<br />

del 21.12.2010 ha deliberato un contributo <strong>di</strong> Euro 400.000,00 (quattrocentomila)<br />

a favore del progetto CASA Di ACCOGLiEnZA temporanea della parrocchia S.<br />

<strong>Stefano</strong> <strong>di</strong> Osnago.<br />

Il contributo, completando il Piano finanziario dell’opera ci permetterà <strong>di</strong> avviare<br />

in tempi brevi la trasformazione dello stabile Asilo vecchio nella nuova sede della<br />

Casa <strong>di</strong> Accoglienza.<br />

La delibera della fondazione Cariplo è stata un importante riconoscimento non<br />

solo per il progetto <strong>di</strong> ristrutturazione presentato dalla parrocchia, ma anche<br />

per il modello <strong>di</strong> gestione proposto dall’Associazione il pellicano, già collaudato<br />

nella attuale sede della Casa, che è risultato pienamente in linea con il settore <strong>di</strong><br />

intervento <strong>di</strong> “Hausing sociale” della Fondazione stessa.<br />

Nel momento in cui ci stiamo apprestando a<br />

un rilevante intervento immobiliare, ovvero la<br />

ristrutturazione dell’Asilo “vecchio” per ricavare<br />

la nuova sede della Casa <strong>di</strong> accoglienza,<br />

riteniamo opportuno ripercorrere brevemente<br />

la storia <strong>di</strong> questa importante iniziativa<br />

sociale della nostra <strong>Parrocchia</strong>.<br />

La Casa <strong>di</strong> Accoglienza, inizialmente intitolata<br />

a don Francesco Garibol<strong>di</strong>, parroco <strong>di</strong> Osnago<br />

dal 1939 al 1972, è sorta nel 1987 su iniziativa<br />

del parroco del tempo don Piero Cecchi.<br />

La sede era stata in<strong>di</strong>viduata nel complesso<br />

<strong>di</strong> proprietà parrocchiale in Via S.Carlo n.11.<br />

Si trattava della vecchia casa colonica (vi<br />

abitavano originariamente i conta<strong>di</strong>ni che lavoravano<br />

le terre della <strong>Parrocchia</strong>) costruita<br />

all’inizio del 1900 e costituita da un corpo <strong>di</strong><br />

fabbricato ad uso abitazioni e da un separato<br />

corpo ad uso stalle.<br />

Don Piero Cecchi fece ristrutturare il corpo<br />

civile ricavando 6 appartamenti oltre a<br />

una sala <strong>di</strong> uso comune. Questi appartamenti<br />

dovevano costituire una <strong>di</strong>mora temporanea<br />

per chi si trovasse senza casa. Nel tempo, in<br />

conseguenza delle effettive necessità che si<br />

presentavano, <strong>di</strong>vennero in realtà abitazioni<br />

in affitto alle persone anziane.<br />

A questa attività <strong>di</strong> carattere sociale ge-<br />

nerale, don Piero Cecchi aggiunse quella <strong>di</strong><br />

prima accoglienza per immigrati. Nel 1994<br />

usufruendo <strong>di</strong> un Contributo Regionale, fece<br />

ricavare 6 piccole abitazioni nel complesso<br />

detto “Cassinetta”, in Via Mazzini, che la<br />

<strong>Parrocchia</strong> aveva ricevuto in ere<strong>di</strong>tà dalla Signorina<br />

Laura Nava.<br />

Venne sottoscritta una Convenzione con la<br />

Regione Lombar<strong>di</strong>a per la quale la <strong>Parrocchia</strong><br />

si impegnava per 10 anni (1994-2004) ad accogliere<br />

famiglie <strong>di</strong> immigrati concedendo in<br />

comodato gratuito le abitazioni con una rotazione<br />

semestrale delle famiglie ospitate.<br />

L’attività venne avviata ma, in mancanza <strong>di</strong><br />

una sottostante rigida organizzazione, le rotazioni<br />

degli assistiti non poterono verificarsi<br />

che in minima parte e l’obiettivo originario<br />

non poté <strong>di</strong>rsi raggiunto.<br />

Nel 2004, scaduta la Convenzione con la Regione<br />

Lombar<strong>di</strong>a, il parroco del tempo don<br />

Giovanni Rigamonti ritenne opportuno concentrare<br />

l’attività della Casa <strong>di</strong> Accoglienza<br />

solo nella sede <strong>di</strong> Via S. Carlo.<br />

L’immobile della “Cassinetta” venne promesso<br />

in ven<strong>di</strong>ta al Comune <strong>di</strong> Osnago con l’impegno<br />

reciproco che il Comune avrebbe utilizzato la<br />

proprietà, non appena possibile, per un nuovo<br />

Centro <strong>di</strong>urno anziani e che la <strong>Parrocchia</strong>


avrebbe utilizzato il ricavo della ven<strong>di</strong>ta per<br />

costruire una nuova ala della Casa <strong>di</strong> Accoglienza<br />

in Via S. Carlo (al posto delle stalle<br />

che erano state nel frattempo demolite). La<br />

ven<strong>di</strong>ta della Cassinetta, per motivi amministrativi,<br />

si realizzò solo nel 2008.<br />

Nel frattempo, il Comune aveva espresso<br />

qualche dubbio sulla ulteriore congestione<br />

urbanistica che la nuova costruzione avrebbe<br />

provocato in Via S. Carlo. Il nuovo parroco<br />

don Costantino Prina, cogliendo questo desiderio<br />

del Comune e anche per propria convinzione,<br />

propose <strong>di</strong> investire il ricavo della<br />

ven<strong>di</strong>ta della Cassinetta nell’acquisto e nella<br />

ristrutturazione dell’Asilo vecchio <strong>di</strong> Via<br />

Gorizia per ricavare la nuova sede della Casa<br />

<strong>di</strong> Accoglienza, mantenendo quella <strong>di</strong> Via S.<br />

Carlo come sede secondaria. Il Consiglio Pastorale<br />

e il Consiglio Affari Economici approvavano<br />

questa nuova impostazione che poi<br />

venne autorizzata dalla Curia.<br />

L’Asilo vecchio, abbandonato per tale funzione<br />

dal 1958, si trovava in stato <strong>di</strong> notevole<br />

degrado, nonostante gli interventi <strong>di</strong> manutenzione<br />

della Fiera S. Giuseppe Artigiano<br />

che lo aveva in locazione.<br />

Il fabbricato Asilo vecchio venne costruito<br />

su un terreno donato nel 1894 dalla contessa<br />

Maria Chiara Pallavicini Arese al Comune<br />

<strong>di</strong> Osnago affinché questi lo trasferisse poi<br />

all’Ente Morale Asilo infantile che si sarebbe<br />

costituito, con la clausola impegnativa che<br />

“nel caso che detto Asilo per qualsiasi futura<br />

causa oggi impreve<strong>di</strong>bile avesse a cessare, si<br />

riconfermi l’obbligo che tanto il locale quanto<br />

il terreno ceduto non potranno mai in qualsiasi<br />

futuro tempo venire destinati ad altro uso<br />

se non per un servizio pubblico <strong>di</strong> beneficenza<br />

e possibilmente ad uso Ospitale”.<br />

Il fabbricato Asilo Vecchio, in poche parole,<br />

non si sarebbe mai potuto utilizzare per<br />

nessun altra attività <strong>di</strong>versa da quella citata.<br />

Il termine “Ospitale” è stato giu<strong>di</strong>cato dagli<br />

Ere<strong>di</strong> Arese e dal Notaio che ha rogitato l’atto<br />

<strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta alla <strong>Parrocchia</strong>, affine all’attività<br />

“Casa <strong>di</strong> Accoglienza”.<br />

Il restauro che si inizierà a breve conferirà<br />

quin<strong>di</strong> a questo stabile una sua definitiva configurazione<br />

<strong>di</strong> carattere sociale dopo i precedenti<br />

utilizzi non del tutto in linea con gli<br />

obblighi imposti dal donatore (è stato utiliz-<br />

zato come abitazione privata e magazzino).<br />

Appare utile anche rammentare che l’Ente<br />

Morale Asilo, avendo ottenuto dal Ministro<br />

dell’Istruzione lo stato <strong>di</strong> Scuola Paritaria,<br />

ha poi dovuto mo<strong>di</strong>ficare la sua denominazione<br />

in Scuola dell’Infanzia <strong>di</strong> Osnago.<br />

Negli anni ad<strong>di</strong>etro, anche a motivo della presenza<br />

delle Suore del Preziosissimo Sangue<br />

iniziata nel 1912 e conclusasi nel 2006, venne<br />

sempre più identificato come Asilo parrocchiale.<br />

Ancor più dal 1958 allorché l’Asilo<br />

iniziò ad operare nella nuova sede <strong>di</strong> via Donizetti<br />

messa a <strong>di</strong>sposizione dalla <strong>Parrocchia</strong><br />

S. <strong>Stefano</strong> che ne è proprietaria.<br />

In realtà, la Scuola dell’Infanzia <strong>di</strong> Osnago è<br />

una Fondazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto privato, giuri<strong>di</strong>camente<br />

<strong>di</strong>stinta dall’ente <strong>Parrocchia</strong> S. <strong>Stefano</strong>.<br />

Questo è il motivo per cui la <strong>Parrocchia</strong><br />

S. <strong>Stefano</strong>, per dare vita alla nuova sede della<br />

Casa <strong>di</strong> Accoglienza, ha dovuto acquistare<br />

dalla Scuola dell’Infanzia <strong>di</strong> Osnago lo stabile<br />

Asilo vecchio <strong>di</strong> Via Gorizia <strong>di</strong> proprietà della<br />

stessa.<br />

Ora, anche in virtù dell’importante contributo<br />

della Fondazione Cariplo <strong>di</strong> cui alla precedente<br />

comunicazione, la ristrutturazione<br />

dello stabile Asilo vecchio può iniziare.<br />

Siamo certi che la realizzazione della nuova<br />

Casa <strong>di</strong> Accoglienza temporanea verrà ricordata<br />

come uno dei gesti più significativi che<br />

la Comunità parrocchiale <strong>di</strong> Osnago abbia mai<br />

compiuto nell’intera sua storia. Un’opera sociale<br />

non <strong>di</strong>retta solo alla Comunità stessa<br />

(come possono essere invece la Scuola Materna,<br />

il Centro <strong>Parrocchia</strong>le, il Circolo ricreativo)<br />

ma aperta <strong>di</strong>sinteressatamente a<br />

chiunque si trovi in grave stato <strong>di</strong> necessità.<br />

Per ricordare il 4° anno centenario della Canonizzazione<br />

<strong>di</strong> S. Carlo Borromeo, durante<br />

il quale il nostro Arcivescovo ci ha invitato<br />

a “farsi prossimo”, sull’esempio del buon samaritano<br />

del Vangelo, la Nuova Casa <strong>di</strong> Accoglienza<br />

si chiamerà “Locanda del Samaritano”.<br />

Proprio S. Carlo, all’ospedale dei men<strong>di</strong>canti<br />

<strong>di</strong> Milano prescriveva: “Vi si alloggerà ogni<br />

sorta <strong>di</strong> poveri, così milanesi, come forestieri.<br />

Huomini, donne et figlioli, poiché la carità<br />

non ha <strong>di</strong>fferentia de nationi et siamo tutti<br />

fratelli nel Signore”.<br />

15


16<br />

FONDO FAMIGLIA LAVORO<br />

Il Fondo Famiglia lavoro nasce a Natale del 2008 per aiutare famiglie in <strong>di</strong>fficoltà per la crisi<br />

economica.<br />

All’8 <strong>di</strong>cembre 2010 il Fondo Famiglia lavoro ha raccolto 9.704.230 euro e ne ha erogati<br />

9.287.655. Le domande della famiglie (per il 47,5% italiane) sono state 7.345, quelle<br />

analizzate 6.464, e 4.667 quelle che hanno avuto esito positivo (straniere per il 55%).<br />

Le restanti famiglie (quasi 3mila) sono state accompagnate in percorsi <strong>di</strong> mutuo aiuto<br />

(famiglie che aiutano famiglie): I contributi vengono erogati in tranche mensili <strong>di</strong> 400-600<br />

euro per 4-5 mesi (il picco massimo <strong>di</strong> aiuti è stato un totale <strong>di</strong> 4mila euro) o in «una<br />

tantum» da 800 euro. L’età me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> chi si rivolge al Fondo è 40 anni, <strong>di</strong> professione<br />

operai dell’industria o dei servizi, piccoli impren<strong>di</strong>tori (fallimenti), ma anche insegnanti,<br />

impiegati e <strong>di</strong>rigenti (il 9% degli italiani aiutati), giovani precari.<br />

Re s o c o n t o g e s t i o n e<br />

ca s a d i ac c o g l i e n z a<br />

anno 2010<br />

Nel corso del 2010 abbiamo avuto 32<br />

richieste e abbiamo dato accoglienza a<br />

7 famiglie e, considerando che altre 3<br />

famiglie erano già presenti dal 2009,<br />

complessivamente nel 2010 abbiamo<br />

ospitato 10 famiglie.<br />

Le 32 richieste sono pervenute dai<br />

seguenti enti:<br />

Comune <strong>di</strong>: Milano, Vimercate,<br />

Cernusco, Merate.<br />

C.a.v. Lomagna<br />

Ale g Lomagna<br />

Privati Osnago<br />

Solo uno <strong>di</strong> questi casi (comune <strong>di</strong> Perego)<br />

è stato rifiutato dalla commissione per la<br />

complessità del caso e soprattutto per la<br />

netta impressione che l’ente proponente<br />

non fosse in grado <strong>di</strong> gestire in nessun<br />

modo il soggetto.<br />

I rimanenti casi non sono stati<br />

perfezionati perché l’ente proponente<br />

ha trovato una soluzione migliore oppure<br />

perché, nella maggioranza dei casi, gli<br />

enti non ci hanno più contattato.<br />

Il periodo me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> ospitalità sull’intero<br />

anno, risulta essere <strong>di</strong> 3,5 mesi a<br />

famiglia.<br />

La crisi economica, però continua:<br />

Continuano anche le richieste <strong>di</strong> aiuto.<br />

C’è ancora bisogno <strong>di</strong> impegno, a<br />

sostegno <strong>di</strong> chi ha perso il lavoro o lo sta<br />

per perdere e delle loro famiglie.<br />

FAI LA TUA DONAZIONE<br />

EFFETTUA IL VERSAMENTO A:<br />

CONTO CORRENTE BANCARIO<br />

Agenzia 1 <strong>di</strong> Milano del Cre<strong>di</strong>to Artigiano<br />

Iban IT 03Z0351201602000000002405<br />

Intestato a: Arci<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Milano<br />

Causale: Fondo Famiglia-Lavoro<br />

CONTO CORRENTE POSTALE<br />

Numero 312272<br />

Intestato a: Arci<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Milano<br />

Causale: Fondo Famiglia-Lavoro<br />

La saturazione della struttura (alloggi<br />

occupati / <strong>di</strong>sponibilità alloggi) risulta<br />

essere del 60% circa.<br />

Quest’anno servirà da test per verificare<br />

se la quota richiesta <strong>di</strong> 6 euro giornalieri<br />

è in grado <strong>di</strong> pagare le spese vive ed è<br />

probabile che una volta esaminati i<br />

bilanci, si provveda ad un ritocco della<br />

quota la cui modalità dovrà ancora<br />

essere stu<strong>di</strong>ata (maggiorazione secca<br />

della quota; maggior contributo nei mesi<br />

invernali; legare la quota al numero <strong>di</strong><br />

persone ospitate o altre soluzioni).<br />

Comunque tutti gli enti che ci hanno<br />

contattato e tutti gli ospiti, hanno avuto<br />

forti apprezzamenti e incitamenti a<br />

continuare la nostra attività.


-<br />

-<br />

CENTRO <strong>di</strong> AIUTO ALLA VITA<br />

BRIANZA LECCHESE ONLUS<br />

- Che cosa è il<br />

CAV:<br />

Il Centro <strong>di</strong><br />

Aiuto alla <strong>Vita</strong> è<br />

nato per <strong>di</strong>fendere<br />

e tutelare<br />

la vita umana fin<br />

dal concepimento,<br />

offrendo un<br />

aiuto concreto<br />

alla maternità<br />

e paternità <strong>di</strong>fficili<br />

e sensibilizzando<br />

ad una<br />

cultura <strong>di</strong> accoglienza e <strong>di</strong>fesa della vita<br />

stessa.<br />

AL CAV POSSONO TROVARE AIUTO:<br />

Coppie in <strong>di</strong>fficoltà davanti ad una gravidanza<br />

Donne intenzionate o spinte ad interrompere<br />

una gravidanza<br />

Donne profondamente ferite da un aborto<br />

Famiglie in <strong>di</strong>fficoltà economica con bambini<br />

inferiori a 3 anni<br />

IL CAV PROPONE:<br />

PROGETTO “SI ALLA VITA”<br />

PROGETTO “GEMMA”<br />

Un aiuto economico mensile pari a 160,00<br />

euro per 18 mensilità rivolto alle donne<br />

che accettano <strong>di</strong> proseguire la gravidan-<br />

ORARI:<br />

Lunedì dalle ore 9,00 alle 11,00<br />

Presso lo SPORTELLO OSPEDIALIERO C.A.V.<br />

Ospedale <strong>di</strong> Merate – Piano Associazioni – Stanza 12<br />

Sotto Reparto Day Surgery<br />

Cell. 338.1031391<br />

Sabato 11 <strong>di</strong>cembre è stata inaugurata la nuova sede<br />

del Centro <strong>di</strong> Aiuto alla <strong>Vita</strong>, nei locali della vecchia Casa<br />

parrocchiale <strong>di</strong> Novate – Merate.<br />

za. Può essere attivato anche con piccole<br />

donazioni che noi raggrupperemo.<br />

CAMPAGNA BIBERON<br />

Con 35 Euro viene assicurata la fornitura<br />

<strong>di</strong> latte per un mese<br />

PROGETTO FONDO NASKO<br />

In collaborazione con la Regione Lombar<strong>di</strong>a<br />

AL CAV SI RICEVE:<br />

ASCOLTO<br />

Un’accoglienza che permette il racconto<br />

<strong>di</strong> sofferenze e dubbi legati ad una gravidanza<br />

inaspettata e indesiderata. Un<br />

sostegno per approfon<strong>di</strong>re la conoscenza<br />

<strong>di</strong> sé e per costruire relazioni affettive e<br />

sociali per sé e per il nascituro.<br />

ASSISTENZA SOCIALE<br />

Un assistente sociale accompagnerà le<br />

famiglie nei contatti con Enti Pubblici e<br />

fornirà a richiesta supporto nell’identificare<br />

il percorso ottimale da seguire.<br />

SOSTEGNO “PRIMO ANNO DI VITA”<br />

Ogni neonato troverà al suo arrivo:<br />

abbigliamento<br />

carrozzina, passeggino, lettino ecc. in<br />

buono stato e i primi giochi<br />

i pannolini, il latte e le prime pappe<br />

per un anno<br />

AIUTI ALIMENTARI<br />

Attraverso la fondazione Banco Alimentare<br />

ogni mese viene preparato un pacco<br />

alimentare per la famiglia<br />

SEGRETERIA:<br />

Mercoledì dalle ore 9,30 alle ore 11,30<br />

Il CAV vive grazie alle quote associative ed alle offerte straor<strong>di</strong>narie <strong>di</strong> persone sensibili<br />

SOSTIENICI ANCHE TU, DIVENTA SOCIO!<br />

Versando la quota annuale <strong>di</strong> 10 Euro sul Conto Corrente Postale del CAV n. 36179547<br />

o presso la sede locale<br />

-<br />

ACCOGLIENZA:<br />

Martedì dalle ore 15,00 alle 17,00<br />

Sabato dalle ore 9,30 alle 11,30<br />

in Via Don Borghi n. 4 – Merate<br />

17


18<br />

LE NOSTRE SUORE<br />

<strong>di</strong> Alfredo Ripamonti<br />

LE MISERICORDINE<br />

INFERMIERE<br />

<strong>di</strong> S. Gerardo<br />

Chi entra nel duomo <strong>di</strong> Monza incontra imme<strong>di</strong>atamente<br />

nella prima cappella <strong>di</strong> sinistra<br />

un’urna, posta sotto l’altare, che contiene il<br />

corpo del Beato Luigi Talamoni.<br />

La sua beatificazione è recentissima. In vita,<br />

don Luigi Talamoni era chiamato: il facchino<br />

delle anime.<br />

Tale era il suo obiettivo supportato dal suo<br />

carisma.<br />

E lo fu sia a livelloministeriale<br />

anche<br />

quale insigne<br />

esorcista, ma<br />

soprattutto a<br />

livello sociale<br />

e caritativo.<br />

Partecipò tra<br />

l’altro all’amministrazione<br />

civica della<br />

città. E’ lui<br />

beato Luigi Talamoni<br />

che, a cavallo<br />

fra la fine<br />

dell’ottocento e l’inizio del secolo scorso, ha<br />

fondato la congregazione delle suore Misericor<strong>di</strong>ne.<br />

Le caratteristiche fondamentali del loro or<strong>di</strong>ne<br />

sono le medesime del Padre fondatore:<br />

assistenza ai malati e ai bisognosi, collaborazione<br />

nelle attività parrocchiali per la formazione<br />

della gioventù, educazione dell’infanzia<br />

nella scuola materna.<br />

La nostra comunità ha regalato alle Misericor<strong>di</strong>ne<br />

solamente due consorelle: Fiorina<br />

Fumagalli e Pierina Nava.<br />

Alla professione religiosa assunsero poi il<br />

nome <strong>di</strong> suor Alfonsa e suor Agnese. Fu lo<br />

stesso parroco don Figini ad accompagnarle<br />

a Monza presso don Talamoni. Il nostro parroco<br />

ne conosceva infatti la tempra e ne apprezzava<br />

immensamente le virtù. Le nostre<br />

due concitta<strong>di</strong>ne, ambedue delle Orane, gli<br />

sembravano quin<strong>di</strong> esemplari per recepirne<br />

attitu<strong>di</strong>ni e carisma da praticare nella neonata<br />

congregazione religiosa.<br />

Entrarono quin<strong>di</strong> in convento nel 1915 e conclusero<br />

la loro esistenza presso il reparto S.<br />

Raffaele che le Misericor<strong>di</strong>ne possiedono attualmente<br />

al Noviziato <strong>di</strong> Monza.<br />

In seguito, la nostra comunità parrocchiale<br />

non conobbe altre vocazioni ispirate ai carismi<br />

<strong>di</strong> quest’or<strong>di</strong>ne.<br />

Personalmente, tuttavia, ho sperimentato<br />

concretamente lo svolgersi dell’operatività<br />

misericor<strong>di</strong>na nei <strong>di</strong>versi ambiti sociali. Sono<br />

stato spesso vicino alla zia suor Alfonsa sia<br />

quando operò nelle scuole materne, sia quando<br />

si trovò a gestire pensionati per anziani e<br />

<strong>di</strong>sabili, sia quando (ad esempio in Svizzera)<br />

fu impegnata in assistenze domiciliari <strong>di</strong> qualificata<br />

esperienza.<br />

Rimasi sempre e<strong>di</strong>ficato non solo per l’incon<strong>di</strong>zionata<br />

de<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> tutte le consorelle allo<br />

svolgimento dei compiti <strong>di</strong> grave responsabilità<br />

e dalla familiarità con cui sapevano operare.<br />

A Roma, ad esempio, due giovani suore<br />

trascorrevano l’intera giornata tra i baraccati<br />

della periferia e, la sera rientrando in<br />

comunità, esternavano entusiaste le vicende<br />

vissute fra <strong>di</strong> essi. Alcune suore operavano<br />

all’interno del seminario <strong>di</strong>ocesano <strong>di</strong> Masnago.<br />

Se le ricorda certamente con affetto il<br />

nostro don Costantino. A Cassina <strong>di</strong> Valsassina<br />

mia zia suor Alfonsa era “la Madre, (le<br />

Misericor<strong>di</strong>ne chiamavano così la superiora).<br />

Nell’estate 1945 restai lassù, quasi partecipe<br />

della piccola comunità, per circa due mesi.<br />

C’era da meravigliasi nel constatare come le<br />

suore sapessero pro<strong>di</strong>garsi talvolta anche in<br />

sostituzione del me<strong>di</strong>co condotto: entrando<br />

nelle case degli ammalati, ad ogni ora del<br />

giorno, per qualsiasi necessità.<br />

Oltretutto, sembrava inusuale l’avvicendamento<br />

spontaneo <strong>di</strong> gagliar<strong>di</strong> giovanotti a<br />

pre<strong>di</strong>sporre per le suore ingenti quantità <strong>di</strong><br />

combustibile in previsione della stagione invernale.<br />

Altri si offrivano gratuitamente per<br />

imbiancature o per opere <strong>di</strong> manutenzione<br />

straor<strong>di</strong>naria. Si respirava un’evidente atmo-


sfera <strong>di</strong> vera e propria vita <strong>di</strong> famiglia. Capitava<br />

perfino che dei soldati si presentassero<br />

a colloquiare con le suore alla ricerca<br />

<strong>di</strong> consigli o <strong>di</strong> conforto per le loro delicate<br />

vicende familiari. C’era insomma un tangibile<br />

interscambio <strong>di</strong> stima e <strong>di</strong> riconoscenza che<br />

certamente collimava con il carisma della<br />

congregazione.<br />

Le Misericor<strong>di</strong>ne, qui da noi, erano poco conosciute.<br />

Erano presenti a Merate, nella scuola<br />

materna parrocchiale. Vi hanno operato benvolute<br />

da tutti fino a qualche decennio fa. E<br />

allorché la carenza <strong>di</strong> vocazioni le convinse ad<br />

operare altrove, furono compiante dall’intera<br />

popolazione.<br />

Ora le Misericor<strong>di</strong>ne gestiscono con amore e<br />

competenza il loro complesso ospedaliero nella<br />

casa <strong>di</strong> cura Talamoni a S. Nicolò <strong>di</strong> Lecco.<br />

Dalla<br />

Fr a t e r n i t à<br />

Pr e z i o s i n a<br />

riceviamo<br />

e<br />

pubblichiamo<br />

Recentemente sono balzate alla cronaca per<br />

la vicenda <strong>di</strong> Eluana Englaro. Ho avuto contatti<br />

con loro per mie vicende familiari. Dalla<br />

loro testimonianza ho raccolto le ansie, le<br />

speranze,le gratificazioni sperimentate nella<br />

<strong>di</strong>uturna assistenza alla sfortunata giovane.<br />

Ho con<strong>di</strong>viso con loro l’amarezza nel constatare<br />

il modo in cui la congiuntura ha trovato<br />

conclusione. Ma al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> tutto io considero<br />

eroica la virtù con la quale queste suore<br />

hanno assistito quest’inferma. E’ quella virtù<br />

che il fondatore don Talamoni ha coltivato e<br />

ben ra<strong>di</strong>cato nel cuore delle sue suore.<br />

Penso che anch’esse possano meritare l’appellativo<br />

<strong>di</strong> «Facchine dell’anima».<br />

E non è cosa da poco, al giorno d’oggi!.<br />

fine parte terza<br />

19


22<br />

La ricerca continua!<br />

La ricerca storico – demografica iniziata<br />

da più <strong>di</strong> un anno sui registri parrocchiali<br />

continua. Molto tempo sarà ancora<br />

necessario prima che il complesso lavoro<br />

<strong>di</strong> rilevazione e successiva elaborazione<br />

dei dati possa fornire le risposte che ci<br />

atten<strong>di</strong>amo o, per lo meno, gli in<strong>di</strong>zi che<br />

ci consentiranno <strong>di</strong> meglio comprendere<br />

la fisionomia della comunità parrocchiale<br />

attraverso i secoli dell’età moderna.<br />

Tuttavia è possibile accennare ad alcuni<br />

spunti provenienti dai primi (e non pochi)<br />

dati analizzati in grado <strong>di</strong> porre interrogativi<br />

capaci <strong>di</strong> aprire ambiti d’indagine<br />

sicuramente stimolanti.<br />

Nei documenti riguardanti il secolo XVII<br />

è per esempio possibile reperire atti <strong>di</strong><br />

battesimo relativi a figli <strong>di</strong> soldati provenienti<br />

da altri territori della corona spagnola.<br />

L’ex Ducato <strong>di</strong> Milano <strong>di</strong> cui Osnago fa<br />

parte, è infatti in questo momento storico<br />

un posse<strong>di</strong>mento prezioso <strong>di</strong> Madrid che,<br />

per salvaguardarlo dalle mire dei vicini<br />

nemici, non lesina l’impiego <strong>di</strong> mezzi e<br />

uomini.<br />

La presenza <strong>di</strong> battesimi, e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

nuclei familiari al seguito dei soldati,<br />

fa parte della normale conformazione<br />

<strong>di</strong> queste milizie mercenarie in cui gli<br />

effettivi <strong>di</strong> linea sono solo una parte del<br />

complesso mondo che ruota attorno alle<br />

unità combattenti.<br />

Non siamo, per ora, in grado <strong>di</strong> stabilire<br />

l’entità numerica delle loro forze, lo scopo<br />

preciso del loro impiego e i limiti temporali<br />

dello loro permanenza. In un secolo che<br />

vede un perenne confronto bellico tra le<br />

gran<strong>di</strong> potenze rivali europee, la presenza<br />

<strong>di</strong> armati anche nel nostro territorio rivela<br />

un’instabilità specifica in un dato momento<br />

e richiede un maggiore approfon<strong>di</strong>mento<br />

per verificarne l’influenza sulla popolazione<br />

residente.<br />

Sono soldati <strong>di</strong>retti ai campi <strong>di</strong><br />

battaglia dell’Europa centrale e quin<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> passaggio? Sono unità destinate a<br />

presi<strong>di</strong>are le fortezze della Valtellina, via <strong>di</strong><br />

transito fondamentale per la salvaguar<strong>di</strong>a<br />

dei domini imperiali e corridoio <strong>di</strong><br />

comunicazione tra i territori dei due rami<br />

della famiglia degli Asburgo? Oppure<br />

ANNO<br />

BATTESIMI<br />

MATRIMONI<br />

MORTI<br />

POPOLAZIONE<br />

1980 31 25 50 3825<br />

1981 48 22 46 3768<br />

1982 44 16 43 3784<br />

1983 33 13 33 3758<br />

1984 33 9 42 3734<br />

1985 24 15 36 3710<br />

1986 26 9 41 3719<br />

1987 33 17 42 3748<br />

1988 25 16 36 3751<br />

1989 23 15 22 3753<br />

1990 25 21 47 3755<br />

1991 35 7 43 3751<br />

1992 33 20 31 3791<br />

1993 29 16 41 3771<br />

1994 28 19 37 3787<br />

1995 25 20 44 3780<br />

1996 27 13 40 3814<br />

1997 36 14 47 3951<br />

1998 31 12 34 4045<br />

1999 36 17 40 4142<br />

2000 53 18 45 4264<br />

2001 63 12 45 4357<br />

2002 46 16 39 4390<br />

2003 40 16 42 4472<br />

2004 36 11 40 4555<br />

2005 50 28 53 4568<br />

2006 59 14 41 4634<br />

2007 41 16 48 4707<br />

2008 39 13 33 4796<br />

2009 21 12 42 4805<br />

2010 25 11 46 4821


forze <strong>di</strong> contrasto dell’endemico brigantaggio <strong>di</strong> confine con la vicina Repubblica<br />

<strong>di</strong> Venezia? Ma potrebbero infine semplicemente essere soldati ammutinati in<br />

attesa del versamento delle paghe arretrate da parte <strong>di</strong> condottieri <strong>di</strong>sonesti e<br />

recalcitranti; abitu<strong>di</strong>ne questa molto consolidata e nefasta, nonché causa <strong>di</strong><br />

gran<strong>di</strong> problemi per le popolazioni civili inermi.<br />

Tutte supposizioni plausibili che andranno vagliate alla luce <strong>di</strong> ulteriori<br />

ricerche.<br />

La genericità dei riferimenti è al momento obbligatoria poiché la scrupolosità<br />

<strong>di</strong> un lavoro <strong>di</strong> ricerca storica ben condotto e la consapevolezza che l’impazienza<br />

può essere foriera <strong>di</strong> errori, non mi consentono, per il momento, <strong>di</strong> porre altro<br />

che domande e <strong>di</strong> rispondere ad esse solo con ipotesi.<br />

Premesso questo … la ricerca non può che continuare.<br />

Daniele Bruschina<br />

23


24<br />

mese <strong>di</strong> Gennaio <strong>2011</strong><br />

1 Sabato OTTAVA DI NATALE NELLA CIRCONCISIONE DEL SIGNORE<br />

GIORNATA MONDIALE DELLA PACE – Le S. Messe seguiranno l’orario festivo<br />

ore 16,30 Vesperi – Invocazione dello Spirito Santo - Consegna dell’immagine del Santo<br />

patrono dell’anno<br />

2 Domenica Domenica dopo l’ottava del Natale<br />

Domenica prossima si raccolgono gli alimenti per i bisognosi<br />

5 Mercoledì<br />

ore 18,00 S. Messa Vigiliare Vespertina<br />

6 Giovedì EPIFANIA DEL SIGNORE<br />

ore 15,00 Preghiera e Bacio del Bambino<br />

ore 16,30 Concerto del Corpo musicale – C.P.O.<br />

7 Venerdì<br />

ore 18,00 Incontro animatori dei Gruppi <strong>di</strong> ascolto<br />

9 Domenica FESTA DEL BATTESIMO DEL SIGNORE – termina il tempo <strong>di</strong> Natale<br />

Domenica della carità<br />

ore 9,30 S. Messa – Rito dell’iscrizione e consegna della Croce ai fanciulli del gruppo<br />

“Io sono con voi” I anno (1 a elem.)<br />

ore 11,00 S. Messa con la presenza dei bambini Battezzati nell’anno 2010<br />

con la consegna del Catechismo dei bambini<br />

ore 15,00 Incontro per genitori e fanciulli del gruppo “Io sono con voi” I (1 a elem.) al C.P.O.<br />

ore 16,30 S. Battesimi<br />

11 Martedì<br />

ore 16,00 Gruppo <strong>di</strong> Ascolto nella Cappellina della Chiesa parr. (trasmissione via ra<strong>di</strong>o)<br />

ore 20,45 Gruppi <strong>di</strong> Ascolto nelle case<br />

16 Domenica<br />

ore 11,00 S. Messa – Consegna della luce ai fanciulli del Gruppo “Io sono con voi” II anno<br />

(2 a element.)<br />

ore 15,00 Incontro genitori e fanciulli del gruppo “Io sono con voi” II (2 a element.) al C.P.O.<br />

18 Martedì<br />

ore 20,45 Consiglio pastorale parrocchiale<br />

23 Domenica<br />

ore 11,00 S. Messa – Anniversari <strong>di</strong> Matrimonio per gli sposati nel:<br />

1951 (60°) - 1961 (50°) - 1986 (25°) - 2006 (5°)<br />

ore 15,00 Incontro per genitori dei gruppi “Venite con me” I e II anno (3 a e 4 a element.)<br />

al C.P.O. – Il volto <strong>di</strong> Gesù nel Vangelo <strong>di</strong> Marco: “Ma chi è dunque costui?”<br />

30 Domenica Festa della Santa Famiglia<br />

ore 15,00 Incontro per genitori dei gruppi “Sarete miei testimoni” I e II anno<br />

(5 a elementare e 1 a me<strong>di</strong>a) al C.P.O. : “Credo la Chiesa una”<br />

31 Lunedì<br />

ore 21,00 Iniziano gli incontri per i fidanzati in preparazione al matrimonio – C.P.O.<br />

mese <strong>di</strong> <strong>febbraio</strong> <strong>2011</strong><br />

2 Mercoledì PRESENTAZIONE DEL SIGNORE<br />

ore 20,30 Bene<strong>di</strong>zione delle candele – S. Messa al C.P.O.


4 Venerdì PRIMO VENERDI’ DEL MESE<br />

ore 9,30 S. Messa - Adorazione (sino alle ore 11,00)<br />

ore 15,00/16,00 Adorazione personale<br />

ore 16,00 Adorazione comunitaria<br />

ore 18,00 Incontro animatori dei Gruppi <strong>di</strong> ascolto<br />

6 Domenica Giornata in <strong>di</strong>fesa della vita<br />

ore 15,00 Incontro genitori e fanciulli del Gruppo “Io sono con voi” I (1 a element.) al C.P.O.<br />

ore 16,30 S. Battesimi<br />

ore 18,00 S. Messa – Bene<strong>di</strong>zione delle coppie <strong>di</strong> sposi in attesa <strong>di</strong> un bambino<br />

7 Lunedì<br />

ore 21,00 Secondo Incontro per i fidanzati - C.P.O.<br />

8 Martedì<br />

ore 16,00 Gruppo <strong>di</strong> Ascolto nella Cappellina della Chiesa parr. (trasmissione via ra<strong>di</strong>o)<br />

ore 20,45 Gruppi <strong>di</strong> Ascolto nelle case<br />

11 Venerdì B.V. MARIA DI LOURDES - GIORNATA MONDIALE DEL MALATO<br />

ore 15,00 S. Messa con l’Unzione degli Infermi (è sospesa la S. Messa delle 9,30)<br />

13 Domenica Giornata Diocesana della Solidarietà<br />

ore 10,00 S. Messa nella chiesa <strong>di</strong> Novate per i fidanzati<br />

ore 15,00 Incontro genitori e fanciulli del Gruppo “io sono con voi” II (2 a element.) – C.P.O.<br />

Consegna del Vangelo<br />

14 Lunedì<br />

ore 21,00 Terzo incontro per i fidanzati in preparazione al matrimonio – C.P.O.<br />

20 Domenica<br />

ore 15,00 Incontro per genitori dei gruppi “Venite con me” I e II anno (3 a e 4 a el.) al C.P.O.<br />

Il volto <strong>di</strong> Gesù nel Vangelo <strong>di</strong> Marco: “Inizio del Vangelo <strong>di</strong> Gesù, Cristo, Figlio <strong>di</strong> Dio”.<br />

21 Lunedì<br />

ore 21,00 Quarto incontro dei fidanzati in preparazione al matrimonio – C.P.O.<br />

27 Domenica<br />

ore 15,00 Incontro per genitori dei gruppi “Sarete miei testimoni” I e II anno<br />

(5 a elementare e 1 a me<strong>di</strong>a) al C.P.O. – Credo la Chiesa Cattolica”<br />

28 Lunedì<br />

ore 21,00 Quinto incontro dei fidanzati in preparazione al matrimonio – C.P.O<br />

Anticipazioni del mese <strong>di</strong> Marzo <strong>2011</strong><br />

1 Martedì<br />

ore 20,45 Consiglio Pastorale parrocchiale<br />

2 Mercoledì<br />

ore 20,30 S. Messa al C.P.O. – Adorazione comunitaria<br />

“per il dono <strong>di</strong> nuove vocazioni e per la santificazione dei sacerdoti”<br />

4 Venerdì<br />

ore 18,00 Incontro animatori dei Gruppi <strong>di</strong> ascolto<br />

6 Domenica<br />

ore 15,00 Incontro genitori e fanciulli dei Gruppi “Io sono con voi” I e II (1a e 2a el.) al C.P.O.<br />

ore 16,30<br />

8 Martedì<br />

S. Battesimi<br />

ore 16,00 Gruppo <strong>di</strong> Ascolto nella Cappellina della Chiesa parr. (trasmissione via ra<strong>di</strong>o)<br />

ore 20,45 Gruppi <strong>di</strong> Ascolto nelle case<br />

25


26<br />

Verbale del Consiglio Pastorale del 30 Novembre 2010<br />

Il Parroco inizia l’incontro con la recita comunitaria della Compieta e poi invita Guglielmo<br />

Fumagalli a far relazione della sua partecipazione al Consiglio Pastorale Diocesano, tenutosi<br />

a Triuggio.<br />

Prima però Ernesto Valagussa comunica d’aver in<strong>di</strong>viduato altre coppie <strong>di</strong> sposi <strong>di</strong>sponibili per<br />

l’Iniziazione cristiana e ringrazia Antonella Rampichini del Gruppo Famiglia perché ciò è stato<br />

possibile a seguito del suo interessamento e convincimento.<br />

Quin<strong>di</strong> prende la parola Guglielmo e riferisce della Lettera inviata dal Papa Benedetto XVI<br />

all’Arcivescovo <strong>di</strong> Milano Card. Dionigi Tettamanzi in cui comunica che il 7° INCONTRO<br />

MONDIALE DELLE FAMIGLIE sarà a Milano nel 2012, precisamente dal 30 maggio al 3<br />

giugno 2012, sul tema “La famiglia: il lavoro e la festa”…<br />

Si passa poi ad esaminare e a riflettere sulle linee operative del percorso pastorale chiesto<br />

dall’Arcivescovo e precisamente: “I segni della carità: “Farsi prossimo” oggi”.<br />

Tutti dobbiamo capire che in questo periodo <strong>di</strong> crisi economica ed occupazionale farsi<br />

prossimo vuol <strong>di</strong>re aiutare economicamente le famiglie in <strong>di</strong>fficoltà e aiutarle a guardare il<br />

futuro con serenità.<br />

La Caritas parrocchiale oltre a svolgere azioni concrete <strong>di</strong> sostegno verso i più bisognosi deve<br />

cercare <strong>di</strong> promuovere la cultura della solidarietà intesa come responsabilità <strong>di</strong> tutti a farsi<br />

prossimo degli altri e a testimoniare uno stile <strong>di</strong> vita nel segno della sobrietà.<br />

Alcuni consiglieri hanno espresso suggerimenti: prendersi cura dei vicini interessandosi della<br />

loro vita, in<strong>di</strong>pendentemente se anziani o giovani; far sentire loro la presenza <strong>di</strong> una comunità<br />

attenta e generosa, a cui rivelare le proprie <strong>di</strong>fficoltà. Molte volte c’è del pudore a raccontare<br />

le proprie situazioni!<br />

Ad Osnago ci sono molti stranieri e quin<strong>di</strong> occorre far conoscere loro le nostre associazioni<br />

a carattere sociale. Ci sono problemi economici tali che <strong>di</strong>verse famiglie hanno lo sfratto e<br />

non sanno dove andare, cosa fare.<br />

Il presidente del Pellicano, Luigi Sirtori, comunica che scriverà una lettera ai Servizi sociali<br />

del Comune con la richiesta <strong>di</strong> contributi mensili per la “borsa <strong>di</strong> alimenti”.<br />

Il “Fondo famiglia-lavoro” è veramente un segno concreto <strong>di</strong> aiuto alle famiglie, occorre farlo<br />

conoscere e promuoverlo. Il Parro-<br />

Continua la RACCOLTA<br />

<strong>di</strong> GENERI ALIMENTARI<br />

Tutti i giorni c’è qualcuno che bussa alla porta della<br />

parrocchia<br />

per avere un po’ <strong>di</strong> cibo.<br />

Questo “bussare” interpella però tutti<br />

e dunque ciascuno è chiamato a dare il suo aiuto<br />

per fare in modo che nessuno <strong>di</strong> quelli che chiedono<br />

se ne vada a mani vuote.<br />

La raccolta trova il suo culmine<br />

nella seconda DOMENICA <strong>di</strong> OGNI MESE<br />

“DOMENICA della CARITA’”<br />

ma è aperta tutti i giorni<br />

proprio perché quelli che hanno bisogno<br />

mangiano tutti i giorni.<br />

co comunica che le offerte della S.<br />

Messa della notte <strong>di</strong> Natale saranno<br />

devolute al Fondo. Inoltre suggerisce<br />

che sarebbe un gesto <strong>di</strong> carità<br />

encomiabile dare in affitto l’appartamento<br />

del coa<strong>di</strong>utore, presso il<br />

C.P.O., attualmente inutilizzato, a<br />

chi è senza casa. Anche i due appartamentini<br />

in Via dei Morell, acquistati<br />

dalla Fondazione Asilo, attendono<br />

le richieste <strong>di</strong> affitto. Incaricata è<br />

l’Agenzia ABITARE.<br />

Farsi prossimo, oggi, significa contribuire<br />

da cristiani alla costruzione<br />

del bene comune, tenendo sempre<br />

come centralità il rispetto e la <strong>di</strong>fesa<br />

della <strong>di</strong>gnità della persona, a<br />

partire dai più deboli.


Sostegno dalla comunità parrocchiale<br />

Dalle S. Messe domenicali e festive ...................................................................14.995,50<br />

Per S. Messe <strong>di</strong> suffragio a defunti .....................................................................2.670,00<br />

X per i defunti della Classe 1947 ...............................................................................50,00<br />

In occasione <strong>di</strong> battesimi ..............................................................................................50,00<br />

In occasione <strong>di</strong> funerali ...........................................................................................3.800,00<br />

Candele votive .............................................................................................................1.185,00<br />

Per le opere parrocchiali .............................................................................................210,00<br />

Per la nuova Casa <strong>di</strong> Accoglienza (1) .......................................................................1.125,00<br />

Per le famiglie bisognose ............................................................................................615,00<br />

Giornata Caritas ........................................................................................................... 700,00<br />

Avvento <strong>di</strong> Carità (2) ................................................................................................... 870,00<br />

Per il FONDO FAMIGLIA E LAVORO (Messa <strong>di</strong> mezzanotte) .........................514,00<br />

Dalla Classe 1942:in occasione dell’investitura del Card. Ravasi ..................... 200,00<br />

Dall’Apostolato della preghiera .................................................................................130,00<br />

Dal CREDITO VALTELLINESE .................................................................................170,00<br />

Dalla DEUTSCHE BANK<br />

per la parrocchia ...................................................................................................... 500,00<br />

per la scuola materna .............................................................................................. 200,00<br />

Per l’Oratorio<br />

dalla classe 1947 .......................................................................................................150,00<br />

dalle buste <strong>di</strong> S. <strong>Stefano</strong> ....................................................................................4.930,00<br />

altre offerte ..............................................................................................................180,00<br />

In occasione della Visita alle Famiglie .................................................................4.730,00<br />

Caritas parrocchiale<br />

lotteria .................................................................................................................... 1.500,00<br />

banco ven<strong>di</strong>te ......................................................................................................... 1.500,00<br />

(1) Totale finora delle offerte € 70.915,50<br />

(2) <strong>di</strong> cui € 365,00 dal mercatino dei gicattoli<br />

UN GRAZIE<br />

la maestra lieta Benedetti, morta lo scorso 12 maggio a 99<br />

anni, ha lasciato scritto nel suo testamento:<br />

“lego alla <strong>Parrocchia</strong> <strong>di</strong> Osnago, nella persona del parroco protempore,<br />

per le necessità del culto e con l’onere della celebrazione<br />

<strong>di</strong> una S. Messa <strong>di</strong> suffragio nel giorno anniversario del mio<br />

trasporto lire 100.000.000 (cento milioni) in titoli <strong>di</strong> stato”.<br />

nel testamento si è ricordata anche dei sacerdoti missionari<br />

e delle suore missionarie <strong>di</strong> osnago.<br />

a lei un grazie sincero, con una preghiera <strong>di</strong> suffragio.<br />

27


28<br />

BATTESIMI<br />

nOVEMbRE<br />

25. Acquistapace Anna<br />

DEFUNTI<br />

ANAGRAFE PARROCCHIALE<br />

OttObRE<br />

34. Fumagalli Angela ved. Bassano (85)<br />

nOVEMbRE<br />

35. Frigerio Maria ved. Colombo (87)<br />

36. Maggioni Dante (72)<br />

37. Bagnoli Rosa ved. Ghisi (89)<br />

38. Silva Rosa ved. Picozzi (90)<br />

39. Vefling Christian (52)<br />

40. Bellano Mario (87)<br />

DiCEMbRE<br />

41. Valagussa Giuseppina ved. Bellano (86)<br />

42. Buratti Maria in Cogliati (74)<br />

43. Ripamonti Giovanni (76)<br />

44. Gironi Luigi (58)<br />

45. Ponzoni Carlo (87)<br />

46. Colombo Teresina ved. Sala (83)<br />

Gli angeli sono tornati!<br />

Lo scultore Edoardo Ferrari <strong>di</strong> Brescia<br />

ha scolpito in legno <strong>di</strong> cirmolo due angeli,<br />

<strong>di</strong>pinti su gesso e dorati oro zecchino<br />

a foglia sul panneggio,<br />

copia fedele <strong>di</strong> quelli rubati il 5 ottobre scorso<br />

dall’altare della Madonna.<br />

Hanno ripreso il loro posto<br />

martedì 21 <strong>di</strong>cembre.<br />

La spesa è <strong>di</strong> 5.040 euro.<br />

Chi volesse, può contribuire!<br />

Poste Italiane S.p.A. Sped. in abb. postale -<br />

D.L.353/2003 (convert. in legge 27/02/2004 n° 46) Art. 1 comma 2 - DCB Lecco

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