Cinema Universale d'Essai - Mediateca Toscana
Cinema Universale d'Essai - Mediateca Toscana
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Press Book<br />
C'era una volta un posto dove il cinema si fondeva con la goliardia, la<br />
politica, il tifo, il delirio.<br />
Dove entravano gli scooter, i piccioni e volavano le lattine tra applausi e<br />
cori da stadio belluini.<br />
Dove le trasformazioni degli anni ’70 e ’80<br />
e quasi ’90 si vivevano in pieno.<br />
Era l'UNIVERSALE, per oltre 20 anni luogo di improvvisati ed irripetibili<br />
happening collettivi.<br />
Press <strong>Cinema</strong> <strong>Universale</strong>: Antonio Pirozzi 339/5238132 - Camilla Toschi 338/6229123<br />
www.cinemauniversale.it
Comunicato Stampa<br />
L’uscita del film-doc di Federico Micali dal 6 marzo al cinema Politecnico Fandango di Roma<br />
Il “<strong>Cinema</strong> <strong>Universale</strong>” in uscita nelle sale a marzo<br />
Prodotto da Navicellai e sostenuto da <strong>Toscana</strong> Film Commission e Provincia di Firenze<br />
Il documentario di Federico Micali, “<strong>Cinema</strong> <strong>Universale</strong> D’essai” dopo aver inaugurato la 49° edizione del<br />
Festival dei Popoli, dopo aver vinto un Premio della giuria al Levante Film Festival e dopo aver riscosso<br />
successo di pubblico nel tour toscano esce nelle sale italiane e, a partire da venerdì 6 marzo<br />
(presenti il regista e gli attori), al cinema Politecnico Fandango di Roma (in programmazione<br />
alle 18, 19.30, 21, 22.30).<br />
“<strong>Cinema</strong> <strong>Universale</strong> d’essai” - prodotto e distribuito da “Navicellai” e sostenuto da <strong>Toscana</strong> Film<br />
Commission e Provincia di Firenze - sta diventando un piccolo caso nelle strane e affascinanti dinamiche<br />
della distribuzione cinematografica. E’ dopo l’uscita in <strong>Toscana</strong> parte il “giro d’Italia” (dopo Roma,<br />
previste proiezioni a Bologna, Milano, Ferrara, Napoli e Torino anche in collaborazione con il circuito<br />
“Documè”). Viene distribuito con la semplicità con cui è nato e con la consapevolezza di raccontare una<br />
storia vera e sempre attuale: cresciuto da un regista indipendente come Micali e nato dall’idea di<br />
“Navicellai” produzione originariamente dedita allo studio ed alla conservazione della memoria storico-<br />
artistica del Pignone, dell’Oltrarno e più in generale di Firenze. Il documentario - ultimo lavoro di una<br />
serie di film di una carriera da regista, quella di Micali, indipendente, impegnata nel sociale e allo stesso<br />
tempo innovativa nei mezzi e nelle espressioni – è tratto dal libro di Matteo Poggi (Navicellai) dal titolo<br />
“Breve Storia del <strong>Cinema</strong> <strong>Universale</strong>”, dura 73’ minuti ed è stato montato da Yuri Parrettini.<br />
Dichiarazioni Federico Micali (regista)<br />
“E' una dichiarazione d'amore verso il cinema – ha detto Federico Micali - inteso come luogo fisico prima<br />
ancora che come pellicola: è la storia di un cinema libero dove un pubblico divertente e geniale rubava<br />
spesso la scena agli attori di celluloide ricostruendo una personalissima storia del cinema che si interseca<br />
con quella di un paese tra gli anni 60 e gli anni 90. Un cinema ovviamente chiuso, come accade sempre<br />
più spesso all'interno delle città che vengono così a perdere una parte della propria identità: una storia<br />
fantastica come quella dell'<strong>Universale</strong> e dei suoi frequentatori diventa quindi un tema estremamente<br />
attuale che tocca il futuro incerto di molte altre sale cinematografiche”.<br />
Dichiarazioni Stefania Ippoliti (direttore <strong>Mediateca</strong> <strong>Toscana</strong> Film Commission)<br />
“Il film di Micali – afferma Stefania Ippoliti, direttore di <strong>Toscana</strong> Film Commission - oltre a raccontare la<br />
storia di una sala cinematografica emblematica per la città di Firenze, luogo dove si è manifestato lo<br />
spirito irriverente e ribelle che ha da sempre contraddistinto i fiorentini, testimonia i passaggi principali<br />
della trasformazione della nostra società dal 1960 al 1990: dagli anni del “boom” economico alla<br />
contestazione giovanile, dalla commedia all'italiana all'avvento dei cinema d'essai, vissuti come luogo di<br />
formazione oltre che di svago, fino alla strenua “resistenza” alla tendenza, affermatasi negli anni '90, di<br />
asservimento del film alla videocassetta e che ha visto progressivamente le sale cinematografiche dei<br />
centri cittadini spopolarsi e chiudere. L'<strong>Universale</strong> è stato uno dei riferimenti della vita di Firenze, un<br />
ritrovo in cui manifestare le proprie emozioni durante la contestazione, un luogo dove amare e "vivere" il<br />
cinema, una grande scuola di vita per tutta una generazione di persone che oggi possono dire “io<br />
c'ero...”.<br />
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La Storia<br />
Il documentario racconta la storia dell’<strong>Universale</strong>, un cinema “popolare” fiorentino nato nel dopoguerra e<br />
chiuso nel 1989 nel quartiere del Pignone, il vecchio quartiere portuale di Firenze lungo l'Arno poco fuori<br />
dalle mura del popolare rione di San Frediano. Attraverso le voci dei veri protagonisti dell’<strong>Universale</strong> (la<br />
maschera, gli spettatori, il “buttafuori”, il proiezionista) il documentario mostra non solo un viaggio<br />
squisitamente cinematografico ma un percorso “storico” di quattro decenni che ha rivelato l’identità di un<br />
paese attraverso una città, Firenze.<br />
All’<strong>Universale</strong> non veniva solcato, però, il consueto percorso da cinema d’essai. Tutte le trasformazioni<br />
storiche e i passaggi cinematografici si vivevano anche attraverso un clima burlesco, tragico, scherzoso e<br />
beffardo. Era tradizione, ad esempio, urlare commenti ironici nel momento in cui la luce della sala si<br />
spengeva: come se si volesse esorcizzare con il riso la miseria quotidiana. “Ogni sera c’era la certezza<br />
che sarebbe successo qualcosa” dice uno degli spettatori intervistati nel film.<br />
La sala diventava un film nel film: il regista fiorentino racconta nel documentario, attraverso una<br />
ricostruzione originalmente animata, l’entrata in sala di una vespa che sfreccia sotto lo schermo sotto gli<br />
occhi sbalorditi dei presenti. Oppure il volo di piccioni che vengono liberati durante la proiezione di “Birdy.<br />
Le ali della libertà”.<br />
Era consentito fare quasi tutto. La rivoluzione culturale degli anni ’70 era vissuta dentro il <strong>Cinema</strong><br />
<strong>Universale</strong> non come una moda ma come una crescita intima sia cinematografica che di divertimento.<br />
“E certo – racconta un frequentatore storico della sala – le canne ci si facevano eccome. Lo spirito era<br />
quello di divertirsi, di vedere un film in un luogo in cui circolavano certe idee, in un quartiere vivo che<br />
rappresentava anche quelli che erano gli umori della gente in città”. “Per me era un cinema ‘stupefacente<br />
commuovente’ – racconta nel documentario l’attore Alessandro Paci, frequentatore della sala - uscivo da<br />
lì ogni volta con gli occhi rossi!”.<br />
Il cinema e i suoi spettatori hanno seguito un percorso naturalmente storico: dagli anni ’60 alla fase di<br />
contestazione politica intorno al ‘77 che intonava cori e slogan su “Sacco e Vanzetti” o “fragole e sangue”,<br />
fino ai film cult degli anni ‘80 equamente divisi tra calcio, droga e musica. “Era programmazione d’essai –<br />
racconta l’ultimo proiezionista –. All’<strong>Universale</strong> sono passati ‘Ultimo tango a Parigi’, ‘Il Laureato’,<br />
‘Zabriskie point’ e il primo Benigni con ‘Berlinguer ti voglio bene”.<br />
Dopo la chiusura della sala cinematografica (1989 che coincide con l’anno della caduta del muro di<br />
Berlino, come fa notare nel film un intervistato) è nata una discoteca con lo stesso nome che ha chiuso<br />
anch’essa.<br />
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Federico Micali su “<strong>Cinema</strong> <strong>Universale</strong> d’essai”<br />
Probabilmente quando La Rosa Purpurea del Cairo di Woody Allen è stato proiettato al <strong>Cinema</strong> <strong>Universale</strong><br />
di Firenze, nessuno si è particolarmente stupito del fatto che nel film il protagonista aveva abbandonato<br />
lo schermo e si era trasferito in sala. Per il pubblico dell’<strong>Universale</strong> una cosa del genere accadeva<br />
quotidianamente, qualsiasi fosse la pellicola proiettata: film e pubblico erano tutt’uno. Da sempre. E da<br />
sempre interagivano, dando al film un sapore ogni volta diverso.<br />
Il film diventava una partitura su cui improvvisare collettivamente, facendolo diventare proprio e<br />
rispecchiandoci sogni e ambizioni delle diverse generazioni che si succedevano sulle stesse poltroncine di<br />
legno. Non un improvvisazione jazz: piuttosto un atmosfera più psichedelica, punteggiata spesso da alcol<br />
e hashish. Riscoprire la storia dell’<strong>Universale</strong> attraverso il lavoro di ricerca prima, e di ripresa poi è stato<br />
un emozionate viaggio in una particolarissima storia del cinema che trae l'origine da un modo molto<br />
popolare di vedere il film in quartieri come il Pignone e San Frediano. Così negli anni cinquanta e<br />
sessanta il cinema era vissuto allo stesso modo in cui altrove si viveva l’avanspettacolo, e “i ragazzi di<br />
San Frediano” (o più propriamente del Pignone) si esercitavano in battute con i Clark Gable e i Clint<br />
Eastwood di turno. Ma è con la trasformazione in “<strong>Universale</strong> d’essai”, con l’avvento dei film cult al<br />
seguito della generazione del settantasette che il cinema inizia a diventare un luogo imprescindibile per<br />
chiunque vivesse la città: rimane il dialogo serrato con lo schermo.<br />
“Sacco e Vanzetti” o “Fragole e sangue” diventavano film collettivi sui quali sfogare la propria rabbia o<br />
cimentare i propri ideali mentre il Live at Pompei dei Pink Floyd e soprattutto Woodstock venivano vissuti<br />
in un atmosfera live che si ripeteva ogni volta diversa ( e c’è chi è pronto a giurare che una volta Joan<br />
baez non riuscì a suonare perché poco in sintonia con il pubblico di quella sera).<br />
Quando la repressione e l’eroina hanno provocato un brusco cambiamento di pagina, le pellicole in cui<br />
identificarsi sono diventate “The Blues Brothers”, “I guerrieri della notte” o “Animal House”, e la rabbia si<br />
è trasformata in quella dello scudetto rubato del 1982: e allora le maglie della juventus diventano<br />
immediatamente quelle dei nazisti di “Fuga per la Vittoria” e il gol di Pele’ la redenzione di una città.<br />
Una partecipazione meno politica e più divertita, con vespe che entravano sgassando in sala, con piccioni<br />
che si libravano in aria durante la proiezione de “il volo” e con la polizia che irrompeva nel cinema<br />
durante la proiezione de “La retata”. Ma sempre, in ogni epoca, con i commenti e le battute ad alta voce<br />
per tutti e su tutti. Fino alla sua chiusura, nel 1989. Il crollo di un altro Muro di Berlino. E la sua<br />
trasformazione alcuni anni dopo in un locale alla moda dove si entra solo se vestiti in modo “trendy”.<br />
Forse ancora una volta lo specchio di un periodo. Un periodo sicuramente più triste, quello dove i cinema<br />
chiudono e i film diventano ostaggio di mega-strutture del divertimento conformista.<br />
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Hanno detto di “<strong>Cinema</strong> <strong>Universale</strong> d’essai”<br />
Morando Morandini<br />
Era un cinema di Firenze, in via Pisana 43 nel quartiere del Pignone, vicino alla Porta San Frediano. Si<br />
trasformò in d’essai nel gennaio 1974 con programmazione mensile su richiesta del pubblico.Divenne,<br />
riflettendo quegli anni di caos, un polo d’attrazione politico-culturale specialmente per gli studenti<br />
universitari di sinistra, una scuola d’immedesimazione anarchica per tutti coloro che trovavano al cinema<br />
quel che inutilmente cercavano nella società. A Firenze, diventata negli anni ’80 la capitale culturale<br />
d’Italia, al culmine della contestazione arrivò l’eroina, diventò un cinema “da fumare”, ebbe il suo periodo<br />
punk. Ci si andava, con o senza biglietto, per assistere al casino che accadeva in sala più che per vedere<br />
un film: giravano piccioni, ranocchi, un tipo che in Vespa circumnavigò la sala, un altro che arrivò in Fiat<br />
500 sino alla biglietteria. Si chiuse nel 1989. Oggi è una discoteca. Con più di 50 testimoni che ne<br />
raccontano la storia, è tutt’altro che un documentario incasinato: compatto, scorrevole (montaggio Yuri<br />
Parrettini), colonna sonora 1960-90 curata da Stefano (Il Genrale) Bettini con Giampiero Bigazzi, brevi<br />
animazione a passo uno, fiorentinamente turpiloquente. Prodotto dall’Ass., Navicellai. ***<br />
Adriano Sofri<br />
I fiorentini di ceppo o di adozione dalla mezza eta in su, e anche parecchi dei loro figli, stanno guardando<br />
il film di Federico Micali “<strong>Cinema</strong> <strong>Universale</strong> d’essai”.E’ la storia variamente documentata (racconti,<br />
immagini d’epoca, montaggi eclettici, animazioni, tutto molto svelto e spiritoso) di un locale che fu per un<br />
paio di decenni movimentati –dai ’60 agli ’80- il luogo d’incontro prediletto di giovani e popolo in un<br />
cinema di San Frediano dove si andava per una quantita di buone ragioni, compresa, a volte, l’intenzione<br />
di vedere il film. La leggenda rossa dell’<strong>Universale</strong> e vissuta di aneddoti singolari – piccioni volanti<br />
davanti allo schermo delle Ali della liberta, urla e oggetti lanciati contro la brutale gendarmeria di Fragole<br />
e sangue, una vespa –intesa come motociclo- entrata a fare dei giri della sala in piena programmazione,<br />
gare di fumo e di battutacce, retate di polizia, amori nati e finiti, woodstock interposte, politica militante,<br />
deriva tossica, calcio politico, calcio e basta, chiusura e fine di un’epoca. Il film –chiamarlo documentario<br />
e riduttivo, a meno di capire che i documentari ben fatti sono film bellissimi- e molto divertente da<br />
vedere, dopo un po’ (dura 73 minuti) si diventa pensierosi, e alla fine si scopre di essersi guardati in un<br />
singolare e rivelatore specchio, attori e comparse di una storia famosa e malfamata e deformatissima.<br />
Trama di uomini, tanti, e donne, poche, ma memorabili. Persone nemmeno tanto anziane si fregano gli<br />
occhi per la meraviglia di riaccorgersi di com’erano appena l’altroieri e ieri. All’uscita dall’<strong>Universale</strong> gli<br />
occhi erano collettivamente rossi, per un’esuberanza di fumo. Ora sono rossi per ragioni piu solitarie e<br />
nostalgiche. C’era Firenze, allora. Anche dopo che l’alluvione sembro portarla via. C’era anche l’Italia,<br />
allora, nel bene e nel male, come si dice: tutto cio che c’e c’e nel bene e nel male. Anche cio che non c’e<br />
piu, Firenze, o l’Italia, non c’e ma nel bene e nel male. Ho visto che danno il film anche nel resto d’Italia,<br />
adesso: il resto d’Italia non fatichera a riconoscere una storia anche sua. Quel passato apparira ribollente<br />
di mattane, megalomanie, chiasso e scempiaggini. Il presente apparira come una piazza grande in cui<br />
sia passata una manifestazione o un concerto, e siano rimasti solo cicche, cartoccetti di noccioline e<br />
lupini, lattine e manifestini creativi spazzati dal vento e da qualche taciturno pulitore precario<br />
extracomunitario.<br />
Iacopo Gori - Corriere.it<br />
“…il film piace e funziona e diventa un caso. Perché la storia del cinema <strong>Universale</strong> di Firenze non è solo<br />
la storia di uno dei tanti cinema d'essai chiusi negli ultimi anni ma è la storia di almeno tre generazioni di<br />
spettatori, di come sono cambiati e di come siamo cambiati anche noi e il mondo che ci circonda”.<br />
La Nazione<br />
“Uno splendido viaggio nella memoria universale di un cinema molto particolare”<br />
Walter Veltroni - Ciak<br />
“…si applaudiva, si insultava, si sfotteva. E’ la meravigliosa storia del ‘<strong>Cinema</strong> <strong>Universale</strong> d’essai’, una<br />
sala del Pignone, il quartiere operaio di Firenze. E’ un film su un cinema. Ma una storia vera, con<br />
testimonianze degli spettatori che raccontano con nostalgia le giornate trascorse nella bolgia di quel<br />
cinematografo. E’ il documentario che ho fatto vedere a mia figlia per farle capire cosa erano “quelle sale”<br />
leggendarie.<br />
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Cast & Credits<br />
<strong>Cinema</strong> <strong>Universale</strong> D’essai<br />
Regia: Federico Micali<br />
Montaggio: Yuri Parrettini<br />
Fonico di presa diretta: Giacomo Guatteri<br />
Riprese: Yuri Parrettini, Pamela Maddaleno<br />
Animazione a Passo Uno (Stop Motion): Giacomo Salizzoni e Francesco Alessandra<br />
Una Produzione Navicellai<br />
con Enrico Palchetti, Marco Righi, William Galli, Matteo Poggi<br />
Con il supporto di<br />
<strong>Mediateca</strong> Regionale <strong>Toscana</strong> Film Commission<br />
Provincia di Firenze<br />
Comune di Firenze<br />
Liberamente tratto dal libro<br />
“Breve Storia del <strong>Cinema</strong> <strong>Universale</strong>” di Matteo Poggi edito da Polistampa<br />
Ideazione: Michele Andrei<br />
Film Script: Federico Micali<br />
Web Design :Giacomo Trombi e Mathijs Van Woerkum<br />
Web Marketing: Web Marketing Team<br />
Ufficio Stampa PS Comunicazione (Antonio Pirozzi con la collaborazione di Camilla Toschi)<br />
Promozione: Grazia Vitelli<br />
Logistica di Produzione: William Galli e Enrico Palchetti<br />
Organizzazione di Produzione: Marco Righi<br />
Ricerca d’archivio: Matteo Poggi<br />
Post-Produzione Video: Yuri Parrettini<br />
Post-Produzione Audio: Giacomo Guatteri<br />
Documentazione Fotografica: Archivio Red Giorgetti<br />
Ricerca e Sviluppo realizzati con la partecipazione di Controradio<br />
Con (in ordine di apparizione)<br />
Michele Andrei; Simone Calonaci; Cesare Giorgetti; Maurizio Naldini; Andrea Giotti; Carlo Scarsellini;<br />
Loriano Stagi; Giuseppe Micali; Narciso Parigi; Anna Piazzini ; Roberto Pelacani; Daniele Trambusti;<br />
Walter Fanelli; Maurizio Pistolesi; Gianluca Baldi; Mario Morelli; Giancarlo Pellegrini; Nicola Bina; Asghar<br />
Hadavandi; Stefano Bettini; Giancarlo Bardoni; Fabrizio Bonomo; Walter Cappuccini; Benedetto Ferrara<br />
Maurizio Novigno; Alessandra genuini; Sara Maggi; Gianfranco Sticci ; Giovanni Gozzini; Giorgio Van<br />
Straten; Fausto Meoli; Francesco Magnelli; Marco Romei; Stefano Bini; Degl’Innocenti Jacopo; Onorato<br />
Pierallini; Giovanni Bogani; Tamara Gerli; Settimio Dragone; Andrea Dragone; Romano Ciappi;<br />
Alessandro Paci; Giorgio Panariello; Graziella Giannoni; Dario Vinattieri; Sandro Parenti; Alessandro<br />
Montini; Alessio Papini; Tony Topazio; Andrea Borgognoni; Dina Parenti; Luigi De Biase; Andrea Di Carlo<br />
Filippo Della Rocca; Alessandro Bovini.<br />
Per i contributi apportati e purtroppo non inseriti<br />
Don Andrea Coppini, Massimo Generini, Giuseppe Menichetti, Roberto Menichetti, Ferruccio Ughi,<br />
Brunetto Vannacci, Giulianino Del Taglia, Mario Filini<br />
Un particolare ringraziamento a Giglio Film<br />
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Colonna Sonora<br />
Firenze Underground 1960/1990<br />
Realizzata grazie alla consulenza di Stefano "Il<br />
Generale" Bettini<br />
e con la collaborazione di Giampiero Bigazzi<br />
I Califfi<br />
Col Vento Nei Capelli (F. Boldrini)<br />
1973 - F. Boldrini<br />
Collettivo Victor Jara<br />
Clowns<br />
(D. Trambusti - D. Riondino - C. Riondini<br />
G. Gualtieri - M. Fagioli - O. Marini - S. Panichi )<br />
1979 - Materiali Sonori<br />
Narciso Parigi<br />
Una Madonna In Borgo San Frediano<br />
1966 – Pathè<br />
Denny<br />
In The Morning (P. Tofani)<br />
1966 - Net<br />
Denny<br />
Everything (P. Tofani)<br />
1966 - Net<br />
Noi Tre<br />
Distruggimi (Nobile - Pini)<br />
1966 Da “Anni Di Musica Vol. 1” – Materiali<br />
Sonori<br />
Whisky Trail<br />
John Barleycorn (Trad.)<br />
2005 - Whisky Trail<br />
Naif Orchestra<br />
Com’è Difficile (A. Bigazzi - Gp. Bigazzi)<br />
1981 - Materiali Sonori<br />
Collectivo Victor Jara<br />
7 Colombe Bianche Su Una Seicento<br />
(D. Trambusti - D. Riondino - C. Riondini<br />
G. Gualtieri - M. Fagioli - O. Marini - S. Panichi )<br />
1974 – Circoli Ottobre<br />
Madri Superiori<br />
Mary Flying (A. Cheli - T. Sidney - G. Ceccherini<br />
- P. Masi )<br />
1970 - Madri Superiori<br />
Il Generale & Ludus Dub Band<br />
All’universale (L. Lombardi - S. Bettini)<br />
1993 – Wide<br />
Mugnion’s Rock<br />
Deborah (Mugnion’s Rock)<br />
1979 Da “Firenze Sogna” – Materiali Sonori<br />
Alcool<br />
Situation (S. Salaorni – G. Salaorni)<br />
1981 - Hideaway Music/Materiali Sonori<br />
Diaframma<br />
Illusione Ottica (F. Fiumani)<br />
1983 - Materiali Sonori/Rockgarage<br />
Neon<br />
Information Of Death<br />
(M. Michelotti – S. Gasparinetti Fuochi)<br />
1982 - Kindergarten/Materiali Sonori<br />
Naif Orchestra<br />
Broad-Line (A. Bigazzi – Gp. Bigazzi)<br />
1986 - Materiali Sonori/Fuzz Dance<br />
Naif Orchestra<br />
L’aspirina (A. Bigazzi – Gp. Bigazzi)<br />
1981 - Materiali Sonori<br />
Mr. Blues<br />
Caledonia (M. Waters)<br />
1979 Da “Firenze Sogna” – Materiali Sonori<br />
Sniff<br />
Scarpe A Banana (L. Biondo)<br />
1986 – Sniff<br />
Naif Orchestra & Monofonicorchestra<br />
Extended Guesting<br />
(A. Bigazzi – Gp. Bigazzi – M. Marsico)<br />
1982 - Materiali Sonori<br />
Naif Orchestra<br />
Arra Kanà Ya (A. Bigazzi – Gp. Bigazzi)<br />
1981 - Materiali Sonori<br />
Alexander Robotnick<br />
Problemes D’amour (M. Dami)<br />
1983 - Materiali Sonori<br />
Irefuseit<br />
Sacrifici Umani<br />
1983 – Cessofonia Records<br />
Sniff<br />
A Pieni Polmoni (L. Biondo)<br />
1986 - Sniff<br />
Lightshine<br />
Let’s Get Four Funky Steps (E. De Pascale)<br />
1982 Da “Firenze Sogna” – Materiali Sonori<br />
White Out<br />
Indian Night (A. Genovese - G. Guatteri<br />
F.Micali - G. Pistolozzi)<br />
1989 – La Luna<br />
Rinf<br />
Dorian Gray (Roberto Toccafondi)<br />
1982 Spittle Records / 2008 Chaosjugend<br />
Strasse<br />
Per gentile concessione degli autori e degli<br />
Editori<br />
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Federico Micali – biografia<br />
Federico Micali, nato a Firenze nel 1971 (avvocato oltre che regista) proviene da diverse<br />
esperienze artistiche in campo teatrale e video-cinematografico. Dopo aver documentato i fatti<br />
del G8 di Genova, ha diretto insieme a Teresa Paoli e Stefano Lorenzi il film “Genova senza<br />
risposte”, girato in digitale con tecnologia leggera e successivamente trasferito in 35mm per<br />
l’Occhio e la Luna e distribuito dalla Pablo nel circuito cinematografico (35mm, 75’/ 2002).<br />
Il sodalizio artistico con Teresa Paoli e Stefano Lorenzi si è successivamente consolidato<br />
attraverso una serie di progetti che li hanno portati a sperimentare linguaggi tra loro molto<br />
differenti e generi di natura diversa. Insieme hanno girato il videoclip per i Modena City<br />
Ramblers per il brano La legge giusta (dv, 3.30’’, settembre 2002) e il film sui giorni del social<br />
forum europeo a Firenze, “Firenze città aperta”, prodotto da Stefano Stefani per l’Atelier ed<br />
edito in 60mila copie da L’Unità, Manifesto e Carta (vhs/ dv/ 50’/ 2002). Nel marzo 2003<br />
hanno realizzato sempre con l’Atelier, “Nunca Mais”, film sul disastro ecologico della<br />
petroliera Prestige sulle coste della Galizia (dv/40’/2003) che ha partecipato a numerosi<br />
Festival internazionali (premio della giuria tra gli altri a <strong>Cinema</strong>mbiente di Torino), è stato<br />
esposto al Museo di Arte Contemporanea di Bolzano nella mostra “Moltitudini”, e si è incrociato<br />
con le musiche degli YoYo Mundi per il progetto teatrale Musiche per un naufragio (tra gli altri<br />
al teatro Verdi di Firenze nel novembre 2004).<br />
Ancora con l’Atelier (adesso Ombre Rosse) “Note dal Basso” (dv/ 50’/2003), film musicale<br />
sulle bande di strada riunite a Firenze nel novembre 2002 presentato al Festival dei Popoli di<br />
Firenze, e due cortometraggi “Lungarno - ci chiamavano ribelli” sui temi della memoria<br />
storica (dv/11'/2003) e “La nostra terra” (dv/10’/2004) girato in Palestina e premiato in<br />
numerosi Festival (Borderlands, Unesco Human Rights, Magma). Sempre nel 2004,<br />
“Saharawi” (dv/35’/2004) documentario realizzato in coproduzione con la <strong>Mediateca</strong><br />
Regionale <strong>Toscana</strong> e girato nei territori dei profughi Saharawi nel deserto algerino, “Clan<br />
Banlieue” (dvd/200’/2004) dvd prodotto da Universal Music per i Modena City Ramblers e il<br />
cortometraggio di fiction “tresecondi” (dv/10’/2004), vincitore del MomFilmFest 2004 e<br />
presentato a Parigi nel novembre 2005 nell’ambito della mostra d’arte contemporanea Jeune<br />
Creation e Le Divan du Monde.<br />
Del giugno 2005 la regia video dello spettacolo di Sergio Staino “Bobo 25” distribuito in dvd<br />
da L’Unità, seguita sempre da quella per lo spettacolo La Romanina di Anna Meacci e<br />
Guantanamo, honor bound to defend the freedom di Serena Mannelli e Michele Panella. Nel<br />
marzo 2007, l'ultimo lavoro, “99 Amaranto” (dv/60'/2007), film documentario su Cristiano<br />
Lucarelli e Livorno, liberamente tratto dal libro “Tenetevi il Miliardo” di Carlo Pallavicino<br />
prodotto da L'occhio e La Luna e distribuito sia in allegato editoriale e home video, sia al<br />
cinema dalla Pablo di Gianluca Arcopinto. Ad ottobre 2007 il programma 25ma ora, de La7 ha<br />
dedicato ai suoi lavori una settimana di programmazione.<br />
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La Produzione<br />
Navicellai nasce come associazione originariamente dedita allo studio ed alla conservazione<br />
della memoria storico-artistica del Pignone, dell’Oltrarno e più in generale di Firenze.”. Il<br />
documentario “<strong>Cinema</strong> <strong>Universale</strong> <strong>d'Essai</strong>” rappresenta il suo primo ambizioso progetto filmico<br />
attraverso la produzione di un film che valichi il piano di mera ricerca per arrivare ad un<br />
pubblico più vasto e ad una distribuzione di tipo video-cinematografico.<br />
Sponsor<br />
Il progetto è costato 50mila euro ed ha avuto il sostegno di <strong>Toscana</strong> Film Commission, della<br />
Provincia e del Comune di Firenze.<br />
Scheda Tecnica<br />
Anno di produzione: 2008<br />
Durata: 73'<br />
Tipologia: documentario<br />
Genere: antropologico/sociale<br />
Paese: Italia<br />
Produzione: Navicellai Film<br />
Formato di ripresa: DV<br />
Sistema di montaggio: Final Cut Pro<br />
Formato di proiezione: DV/Beta, colore<br />
Il Libro<br />
“Breve Storia del <strong>Cinema</strong> <strong>Universale</strong>” di Matteo Poggi<br />
Prefazione di Marino Biondi<br />
“L’<strong>Universale</strong> era il palcoscenico del naturale popolaresco in tutte le sue diaboliche, macabre,<br />
affascinanti, seducenti rappresentazioni…”. “Un nuovo cinema Paradiso, l’ “<strong>Universale</strong>”, via<br />
Pisana quartiere Pignone, avviato alla fine degli anni ’40, chiuso il 30 dicembre 1989, è qui<br />
raccontato negli usi e nei costumi, e negli scostumati abusi. Un pubblico non volgare e neppure<br />
violento, ma shakesperianamente dedito a emozioni e effusioni, candidamente voglioso di<br />
amplessi con lo schermo, linguisticamente impertinente ma salacissimo, sveglio e sagace<br />
anche quando dormiva, frequentatore delle zone meno cruscanti e illibate del dizionario, una<br />
genia di rivoluzionari delusi, studenti arrapati, filosofi oziosi, ragazzi d’incerta vita…”.<br />
Matteo Poggi, (Firenze, 1971) ha esordito come scrittore nel 2001 con Breve Storia del<br />
<strong>Cinema</strong> <strong>Universale</strong> per Polistampa, edizione andata esaurita in breve tempo e che avrà poi due<br />
successive edizioni nel 2003, anch’essa esaurita, e nel 2007. Nel 2004 ha invece scritto Storia<br />
della Polizia Municipale di Firenze, dal 2^ dopoguerra ad oggi, in occasione del 150°<br />
anniversario della Polizia Municipale; nel maggio 2006 per la casa editrice Caminito ha<br />
pubblicato, insieme a Leonardo Bucciardini, il saggio storico-artistico San Niccolò del Ceppo:<br />
l’enigma Insoluto, con la presentazione di Alessandro Cecchi, attuale Direttore del parco<br />
monumentale di Boboli, e di Carl Brandon Strelke, codirettore della Collezione John G. Jonhson<br />
del Museo d’Arte di Philadelphia. Questa ultima opera è ad oggi presente in diverse Università<br />
del mondo (Notre Dame, Berkeley, Goethe Institut, Harward, Priceton, Smith College,<br />
University of Marland, Bronw University, New York, Colomubia University, Notre Dame,<br />
University of Virginia, California University, Heidelberg, Yale ecc.), ed è stata segnalata come<br />
opera meritevole dalla Università di Berkley per la biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.<br />
Membro dell’Associazione culturale Navicellai ha collaborato con ricerche storico-archivistiche<br />
alla realizzazione di <strong>Cinema</strong> <strong>Universale</strong> d’Essai<br />
Press <strong>Cinema</strong> <strong>Universale</strong>: Antonio Pirozzi 339/5238132 - Camilla Toschi 338/6229123<br />
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