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Incroci di genere. De(i)stituzioni, transitività e passaggi testuali, a cura di Mario Corona. Bergamo: Edizioni<br />
Sestante, 1999: 47-86.<br />
chierici, i religiosi, gli studiosi). Non si tratta di una forma di rinuncia, di abnegazione, spiega<br />
McWhorter, ma anzi di una pulsione ad "acquisire una certa forma di controllo, forza, potere, a<br />
cui si intreccia l'intensificazione dei piaceri strettamente collegati a quel processo di<br />
acquisizione". Una pulsione deve restare unica, singolare, per dominare. Quindi l'empowerment,<br />
forma di potenziamento delle proprie capacità, è il processo di costruzione di "uno spazio<br />
interiore unificato contro uno spazio esteriore eterogeneo". 83 Nel caso di Rich, l'empowerment<br />
ha certo questa valenza di autocontrollo spesso in conflitto con le forze entropiche della vita<br />
sociale, ma ha anche altre applicazioni. Nel femminismo, il "potenziamento" è stato contrapposto<br />
al "potere" (power), con la sua connotazione inizialmente negativa, sessuata al maschile<br />
patriarcale, attenuata successivamente grazie alla divulgazione del pensiero di Foucault e alla<br />
realizzazione che, come dice Rich, siamo tutti implicati nel mondo. Nell'empowerment femminile<br />
(caposaldo del pensiero femminista americano che il pensiero italiano della differenza ha tradotto<br />
nell'"affidamento") il potere non viene privatizzato, ma socializzato con l'intento di cambiare il<br />
sistema: le donne si scambiano reciprocamente il potere, fanno un'operazione di solidarietà<br />
politica e di affermazione personale. Per Rich questa tattica è di tutti, non esclusivamente<br />
femminista.<br />
McWorther si pone inoltre una lunga domanda che potremmo riferire direttamente a Rich:<br />
cosa succede quando un soggetto formato e sostenuto dal desiderio di verità, coerenza e giudizio<br />
(che dipendono dall'unità delle pulsioni) si rende conto della propria eterogeneità, del fatto che la<br />
vera identità è la diversità, che la propria storia è una genealogia di altri? E cosa succede quando<br />
il desiderio (quel prodotto di reti di potere storico-sociali) prende il sopravvento sull'esperienza e<br />
la ragione? Cos'altro si può fare allora, se non un atto di violazione che dissipa la pulsione<br />
ascetica? Questo è il momento di auto-sopraffazione, dice McWhorter, generato dal senso<br />
genealogico -- di essere nella storia, molti, e mai identici. 84 In questa luce, possiamo<br />
paradossalmente rileggere le 21 poesie d'amore come un episodio di auto-violazione ritrattato, e<br />
compiuto con il persistere e perdurare del soggetto "ricomposto" nel preistorico cerchio di<br />
Stonehenge: quella figura di donna/poeta color di pietra, ma più della pietra, che qui cammina e<br />
traccia questo cerchio.<br />
83 McWhorter, p. 53.<br />
84 McWhorter, pp. 54-55.<br />
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