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1) LIBRO D'ORE ITALIANO - Rambaldirarebooks.com

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1) <strong>LIBRO</strong> D’ORE <strong>ITALIANO</strong> (LOMBARDIA, CIRCA 1490-1500).<br />

Manoscritto su pergamena, dimensione 140 x 115 mm, legato in pelle nera<br />

(area tedesca) senza decorazioni, del XVIII sec., con fermagli e ganci (uno<br />

caduto) ai piatti.<br />

Carte 120, testo su 16 linee, specchio di scrittura 110 x 850 mm. Collazione:<br />

i8, ii4, iii-xii8, xiii3 (di 4), xiv-xvi8, xvii3 (di 6, le 3 ultime - bianche<br />

? - omesse). Manca un foglio con la fine della “Oratio S. Anselmi” prima<br />

dell’Ufficio dei morti, che fu tolto per intero nel XVIII sec., al tempo in cui<br />

venne rilegato nella coperta attuale.<br />

Decorazioni e miniature: 13 iniziali istoriate (alcune purtroppo consumate<br />

o leggerm. sbavate), e 158 piccole iniziali in oro colorate in rosso, verde<br />

e blu. Le carte iniziali col calendario purtroppo rifilate a toccare il testo al<br />

margine superiore.<br />

Nel calendario troviamo evidenziati S. Bernardino da Siena e S. Francesco<br />

(4 ottobre), pure enfatizzati nelle litanie, ove anche troviamo S. Chiara da<br />

Assisi, Elisabetta di Turingia, Vincenzo Ferreri, e Nicola da Tolentino, fatto<br />

che lascerebbe supporre che il manoscritto possa essere stato approntato per<br />

un membro dell’ordine francescano.<br />

Elegante libro d’ore, certamente realizzato per una <strong>com</strong>mittenza ricca,<br />

scritto in una elegante grafia umanistica e decorato anche con moltissime<br />

iniziali semplici in inchiostro dorato. Il manoscritto è ac<strong>com</strong>pagnato da una<br />

scheda della Prof.ssa Milvia Bollati che attribuisce la paternità delle miniature<br />

ad un artista lombardo noto <strong>com</strong>e il Maestro di Crescenzago, autore di<br />

un gruppo di corali, oggi conservati alla Biblioteca Capitolare di S. Ambrogio<br />

a Milano, provenienti da Santa Maria Rossa di Crescenzago nei pressi<br />

di Milano e miniati tra il 1487 e il 1491.<br />

2) <strong>LIBRO</strong> D’ORE (in latino e francese, uso di Roma) - Heures de Nostre Dame a luisage de Rom(m)e tout au long sans rien<br />

requerir. (In fine:) [Paris], par Anthoinne Chappiel … pour German Hardouin, 5 ottobre [1504].<br />

4to picc. (cm 21), preziosa legatura italiana di inizio seicento in marocchino nero <strong>com</strong>pletamente decorato ai piatti “à la fanfare”,<br />

doppia cornice fitomorfa con campo centrale riccamente ornato in oro, dorso decorato, fermagli metallici ai piatti (mancano<br />

i gancetti), risguardi int. in seta rosa, con vari ex-libris, il margine infer. leggerm. rifilato ma ottimo esemplare in legatura da<br />

collezione. Almanacco in francese, per gli anni 1497-1520, testo in lettera ‘batarde’ su 33 linee, riccamente rubricato in rosso,<br />

bleu e con iniziali ritoccate in oro; metalcut a piena pagina al frontespizio con l’insegna di Hardouin, al verso metal cut raffig.<br />

l’uomo anatomico, 14 grandi metalcuts a p. pag. entro edicola architettonica (raffig. Annunciazione, Natività, Visita dei Re<br />

Magi, Crocefissione ecc.) ed altri 32 più piccoli. Carte nn. 92 (segn. A-L8, M4).<br />

Bell’esemplare di un raro Libro d’Ore a lungo annoverato (sulla base della data dell’almanacco) tra gli incunaboli, ed oggi<br />

ascritto all’anno 1504. Chappiel è noto per essere stato attivo solo tra il 1500 ed il 1505, è stampò 2 soli altri libri d’ore per<br />

Hardouin, nel 1504/5. Bohatta 614, 626/7; Brunet V, col. 1628, n. 214; La<strong>com</strong>be 53; cfr. Fairfax Murray french, 271.<br />

2<br />

3) (Aldine) AA.VV. - Medici antiqui omnes,<br />

qui latinis literis diversorum morborum<br />

genera et remedia persecuti sunt,<br />

undique conquisiti, et uno volumine <strong>com</strong>prehensi,<br />

ut eorum qui se medicinae studio<br />

dediderunt <strong>com</strong>modo consulatur. Index<br />

in omnes plenissimus.<br />

Venetiis, [apud Aldi filios], 1547.<br />

Folio (cm 30), leg. coeva in p. perg. con<br />

tit. ms. al dorso, tagli colorati, nota di appartenenza,<br />

pagine leggermente brunite<br />

per qualità della carta, alone alle ultime 50<br />

cc., esemplare marginoso. Ancora aldina al<br />

front. e alla fine, qq. iniziale xil., bel carattere<br />

tondo. Cc. (12), 320 [malnum. 317: 2 cc.<br />

non num. tra c. 8 e 9, c. 316 ripetuta nella<br />

paginazione].<br />

Prima edizione di questa antologia aldina<br />

dei più importanti testi medici classici, includenti<br />

Celsus (De Medicina), Plinius (De<br />

re medica), Sorano di Efeso (In Artem Me-<br />

1<br />

1


denci Isagoge saluberrima), Apuleius (De Herbarum Virtutibus historia), Macer Floridus (De Virtutibus Herbarum, cfr. Garrison-Morton<br />

1791: “a 12th century poem describing the virtues of 88 simples”), Marcellus Empiricus (De medicamentis) ed<br />

altri. Renouard 140.2 “Peu <strong>com</strong>mun”; Durling 3050; Adams M-991; Well<strong>com</strong>e 4181, Garrison-Morton 54 etc.<br />

4) (Distillazione) AQUAVITE - Lotto di 5 Editti sopra l’estensione dello Jus privativo dell’acquavite per la terra e luoghi tutti<br />

della giurisdizione di Ariano (Ro), Melara (Ro) e Codigoro (Fe). Ferrara stamperia camerale 1751, 1765, 1779, 1780, 1791.<br />

Folio (dim. cadauno da cm 45 x 35 a cm 53 x 40 circa), ognuno con stemma xilografico in rosso e nero.<br />

5) AGRIPPA, CAMILLO - Trattato di scientia<br />

d’arme, con un dialogo di filosofia.<br />

Roma, Antonio Blado, 1553.<br />

4to (cm 23), pergamena maculata settecentesca,<br />

tagli maculati rossi, titolo manoscritto su<br />

antica etichetta in carta al dorso. Macchietta<br />

al margine superiore delle prime cc., un rinforzo<br />

all’int. della carta prelim. *4, un alone<br />

al margine superiore delle ultime carte, ed una<br />

macchia d’unto all’angolo inferiore destro.<br />

Strappo <strong>com</strong>posto restaurato anticamente alla<br />

carta LXIII che contiene l’incisione raffigurante<br />

l’autore in sogno che si difende (con<br />

l’aiuto degli allievi) dall’attacco dei filosofi<br />

5<br />

(lieve perdita di alc. lettere al verso). Ritratto<br />

in ovale dell’Aut., una bella tavola che raffigura<br />

Agrippa seduto ad un tavolo mentre mostra<br />

agli allievi la sfera di sua invenzione, cc. (4), LXX, (2 di cui 1 b.ca), con 53 belle incisioni raffig. posizioni di scherma.<br />

Notevole alla fine del testo il Dialogo filosofico-astronomico sulla gravitazione dei pianeti, cui si riferiscono le tavole allegoriche<br />

(poi ristampato a se nel 1573, senza le 2 tavole). Il testo è stampato nell’elegante cancelleresca corsiva disegnata per il<br />

Blado da Lodovico degli Arrighi. Le edizioni successive sono molto più povere di figure (solo 19) e non contengono il Dialogo<br />

sopra citato.<br />

Prima edizione della prima opera di Agrippa, architetto, ingegnere, matematico e schermidore, nato a Milano e vissuto a<br />

Roma. Egli introdusse grandi novità nella teoria e nella pratica della scherma: innanzitutto cercò di risolvere i problemi del<br />

<strong>com</strong>battimento armato tramite l’applicazione della geometria; poi, col ‘Trattato’, propose profondi cambiamenti nella postura<br />

e nella tecnica, sottolineando ad esempio l’importanza di portare la spada davanti al corpo invece che dietro. Semplificò<br />

le undici guardie teorizzate da Achille Marozzo (di cui fu forse allievo) e le ridusse a quattro (che sono grosso modo quelle<br />

ancora in uso nella scherma moderna). Infine, il suo scritto contribuì a sviluppare l’uso dello stocco <strong>com</strong>e arma di primaria<br />

importanza. Mortimer Harvard 6; Fumagalli-Belli, Blado, 140; Riccardi I/1°, 10 “Ho registrato questa rara operetta a motivo<br />

del dialogo ..”; Gelli 6-12 “Trattato già preziosissimo per l’arte schermistica ...”; Garcia Donnell 3; Gaugler, pp. 4-5.<br />

6) ANTOLINI, GIOVANNI ANTONIO - Idee elementari di Architettura Civile per le Scuole del Disegno.<br />

Bologna, Iacopo Marsigli, 1814.<br />

Folio grande (cm 48), legatura coeva in mezza pergamena, piatti ricoperti da carta marmorizzata, tagli maculati, fioriture per<br />

la qualità della carta, ancora buon esemplare con nota manoscritta di dono ad uno studente d’architettura, <strong>com</strong>e premio conseguito<br />

nel 1822. Pp. 40, (2) con 24 tavole incise in rame.<br />

Prima edizione. L’Autore (1753-1841) fu insegnante alla Reale Accademia di Belle Arti di Bologna e all’Accademia di Brera,<br />

oltre a essere architetto, urbanista ed esponente di spicco del Neoclassicismo italiano. Tuttavia, fu reso famoso più dai suoi<br />

scritti che dalle sue architetture (da ricordare solo la costruzione a Milano del Foro Bonaparte, nel 1801). Questa sua opera<br />

è frutto dell’attività di insegnante, professata ininterrottamente per quasi quarant’anni, e il fine è dichiaratamente didattico:<br />

Architettura Pratica, Teorica ed Elementare e d’ornato erano le tre materie d’insegnamento che, dalla fondazione delle Scuole<br />

Accademiche (1810), erano previste per la formazione dell’architetto. I lavori di Antolini occupano un posto di grande rilievo<br />

nella storia dell’architettura, poiché essi si fecero tramite delle nuove istanze dell’epoca napoleonica, introducendo elementi<br />

e concetti ripresi dalle architetture d’oltralpe. Cicognara 400; UCBA I, 35.<br />

7) ANTONIUS DE RAYMUNDIA - Libellus contra beneficiorum reservationes. [PETRUS DE CEFFONS] - Epistola<br />

Luciferi. (Parigi, Guy Marchant, 1498). (Legato con:) PETRUS DE BOSIO - Dialogus inter clericum et militem; Compendium<br />

de vita Antichristi. Parigi, Guy Marchant, 20 September 1498.<br />

4to (cm 20), attraente legatura in marocchino rosso in stile ‘Bozerian’, decorata in oro sui piatti con cornici concentriche, bell’esemplare<br />

con ampi margini, molto fresco. Bella xilografia al frontespizio della prima opera, ripetuta poi al frontespizio della<br />

seconda op., ed in fine, <strong>com</strong>e marca tipografica in fine. Car. gotico su 40 linee, cc. (8); Cc. (8).<br />

Prima opera: Prima edizione di questa placchetta contenente due scritti anticlericali di origine medievale. Il ‘Libellus’ è una<br />

breve invettiva contro i privilegi della Chiesa in generale, e in particolare contro la simonia e il nepotismo, i grandi vizi del-<br />

2


la corte papale nel Medioevo. Ma, soprattutto, è importante la ‘Epistola<br />

Luciferi’, uno scritto attribuito al cistercense Pierre Ceffons, <strong>com</strong>posto<br />

intorno al 1350 e indirizzato a papa Clemente vi (per l’attribuzione cfr.<br />

P.D. Trapp, in “Recherches de théologie ancienne et médiévale”, n. 245,<br />

1957, pp. 101-154; e G. Zippel, in “Bullettino dell’Istituto storico italiano<br />

per il medio evo e Archivio muratori ano”, n. 70, 1958, pp. 125-179). Tramandata<br />

da numerosi manoscritti, e ampliata e modificata nel corso del<br />

Quattrocento da Guillaume Budé, la lettera di Lucifero ebbe un grande<br />

successo editoriale sin dai primordi della stampa, soprattutto in ambiente<br />

riformato. Essa veniva sentita di grande attualità, in un’epoca in cui la<br />

corruzione della Chiesa era giunta ai massimi livelli. Fu in particolare<br />

dopo l’elezione al soglio pontificio di Alessandro vi (1492) che iniziarono<br />

a circolare numerose copie dell’Epistola o di scritti che a essa si ispiravano:<br />

la condotta depravata e senza scrupoli di papa Borgia era letta <strong>com</strong>e<br />

un segno evidente del trionfo dell’Anticristo. Nella lettera che il principe<br />

degli inferi invia al papa per congratularsi con lui dei servizi resigli è da<br />

leggersi quindi il ritratto in negativo della Chiesa di Cristo, i cui precetti<br />

originari erano stati abbandonati dai successori di Pietro (il papa preferisce<br />

Simon mago a Simone-Pietro), <strong>com</strong>e avrebbe poi sostenuto di lì a poco<br />

anche Lutero. L’avvento di un capo temporale della Chiesa - dice Satana<br />

- era stato decisivo perché le leggi degli inferi si potessero affermare su<br />

quelle di Cristo. Da allora, i papi vollero gareggiare con il potere del diavolo:<br />

“estis famelici, plus quam ante pauperes opprimitis, omnia rapitis,<br />

totum pervertitis, inflati superbia, luxuriose viventes, [...] vobis edificatis<br />

palatia [...], <strong>com</strong>editis cibaria et bibitis vina [...]. O societas gratissima<br />

demonibus [...]!”. La lettera, datata 1351, si conclude con la promessa di Belzebu di una ri<strong>com</strong>pensa al papa: “Valeatis illa<br />

felicitate qua vos desideramus et intendimus finaliter premiare”. Pierre Ceffons, monaco di Clairvaux, fu testimone della peste<br />

di Parigi del 1348. Nonostante l’abbondanza e la varietà di opere, il suo nome è rimasto sconosciuto praticamente fino al<br />

1957, quando alcuni suoi manoscritti sono stati scoperti e identificati nella biblioteca municipale di Troyes. Ottenuto il baccalaureato<br />

nel 1348-1349, terminò il corso di studi teologici nel 1353, ma non sappiamo nulla della sua carriera successiva.<br />

Tutti i suoi scritti sono venati di spirito polemico nei confronti della Chiesa.<br />

Arnoult 106; Copinger 524 = 5030; Goff A-916; GW 2255; IGI 749; ISTC ia00916000; Lefèvre 25.<br />

Seconda opera: Stampato per la prima volta a Colonia nel 1473, Il ‘Dialogus inter clericum et militem’ è un trattato intorno<br />

ai limiti del potere temporale e di quello spirituale, in forma di dialogo tra un cavaliere e un ecclesiastico, e fu <strong>com</strong>posto<br />

probabilmente poco prima del 1302. Talvolta erroneamente attribuito a<br />

Guglielmo di Ockham, il pamphlet è da ascriversi forse a Pierre Dubois<br />

(ca. 1250-ca. 1320), uno dei più attivi pubblicisti della corte di Luigi. Esso<br />

si colloca all’interno del contesto delle lotte tra la monarchia francese di<br />

Filippo il Bello e papa Bonifacio viii (che ispirarono anche il ‘Defensor<br />

pacis’ di Marsilio da Padova). L’obiettivo polemico di questo scritto è il<br />

clero fiammingo sollevatosi contro il re di Francia. I motivi di interesse<br />

per un lettore di Colonia (dove fu stampato la prima volta) risiedevano<br />

nella discussione circa la legittimità della tassazione delle proprietà ecclesiastiche<br />

da parte dell’autorità civile locale, una questione cruciale<br />

per la città di Colonia in disperata ricerca di fondi per sostenere le spese<br />

belliche della guerra contro Carlo I di Borgogna (il Temerario). A tutte<br />

le 13 edizioni incunabole censite è aggiunto l’anonimo ‘Compendium de<br />

vita Antichristi’ (v. sotto); nove furono stampate a Colonia (uno stemma<br />

di queste edizioni è stato recentemente stabilito da Wolfgang Schmitz in<br />

‘Die Kölner Ausgaben des Dialogus inter clericum et militem’, Gutenberg<br />

Jahrbuch 1999, pp. 106-112). Quest’opera fu uno dei primi libri a essere<br />

censurati, così <strong>com</strong>e Colonia fu una delle prime città a cadere sotto il<br />

controllo delle autorità ecclesiastiche in materia di stampa (P. Grendler,<br />

‘The Roman Inquisition’, Princeton 1977, p. 71). Nel 1479 l’Università di<br />

Colonia ottenne da Sisto iv l’autorità per la censura e il controllo di stampa<br />

e stampatori. I caratteri tipografici utilizzati sono una variante di quelli<br />

incisi da Johann Veldener e impiegati, con minime variazioni, in altre<br />

stamperie di Colonia e persino da William Caxton (che fu l’importatore<br />

della stampa in Inghilterra. Per l’attribuzione, cfr. R. Scholz, ‘Die Publizi-<br />

stik zur Zeit Philipps des Schoenen und Bonifaz 8’, Stuttgart, 1903.<br />

Il ‘Compendium de vita antichristi’ è uno scritto che si trova in coda a<br />

3<br />

7<br />

7


moltissime edizioni del ‘Dialogus’, nonché a quasi tutte le edizioni del ‘Praeceptorium divinae legis’ di Niccolò di Lira, ma<br />

non va confuso con l’‘Antichristus’ circolante anche autonomamente (GW 2050, stampato nel 1482 circa). Questo trattatello<br />

è una sorta di “biografia” dell’Anticristo (un’“antiagiografia”), fondata sulle testimonianze bibliche e riattualizzata tramite<br />

i riferimenti impliciti alla storia recente della Chiesa. Secondo l’anonimo autore, l’Anticristo proverrebbe dalla tribù di Dan<br />

(l’unica a non essere menzionata nella Apocalisse), una delle 12 famiglie in cui era suddiviso il popolo ebraico nell’Antico<br />

Testamento, e sarebbe stato generato da una fornicatrice fecondata da spirito maligno. Inoltre, sarebbe nato a Babilonia. Attraverso<br />

la lettura degli indizi sparsi negli scritti dei profeti, l’autore descrive la parabola dell’Anticristo, fino alla predizione<br />

della fine del mondo. Il ‘Compendium’ si riallaccia a un filone assai antico, se è vero che in esso ci sono evidenti echi - oltre<br />

che di un’opera più o meno contemporanea, ossia il ‘Fortalicium fidei’ di Alfonso de Espina (vescovo di Orense, morto nel<br />

1469), apparso in almeno sette edizioni in Germania tra il 1471 e il 1525 - della ‘Epistola ad Gerbergam reginam de ortu et<br />

tempore Antichristi’ (detta anche ‘Libellus de Antichristi’) scritta dall’abate Adso sul finire del x secolo. Arnoult 522; BMC<br />

VIII 65; Goff D157; GW 8273; IGI 3408; Mendes 420, 421; Pellechet 4355; Polain(B) 1327.<br />

8<br />

9<br />

8) APOLLONIUS, PERGAEUS - Apollonii Pergaei Conicorum libri<br />

quattuor. Vna cum Pappi Alexandrini lemmatibus, et <strong>com</strong>mentariis<br />

Eutocii Ascalonitae. Sereni Antinsensis philosophi libri duo nunc<br />

primum in lucem editi. Quae omnia nuper Federicus Commandinus<br />

mendis quamplurimis expurgata e Graeco conuertit, & <strong>com</strong>mentariis<br />

illustrauit. Bononiae, ex officina Alexandri Benatii, 1566.<br />

Folio (cm 30), pergamena antica rimontata con titolo ms. al dorso, fresco<br />

esemplare molto pulito (abile rest. al margine inferiore bianco della prima<br />

ed ult. carta). 2 parti in un volume, ciascuna con frontespizio, Cc. (4), 114;<br />

(2), 36, <strong>com</strong>plet. illustrato con figure, schemi e diagrammi xilografici intercalati<br />

al testo.<br />

Prima edizione della traduzione latina curata dal famoso matematico urbinate<br />

Federico Commandino (1509-1575), <strong>com</strong>prendente (con front. a<br />

parte) anche le opere di Serenus de Antissa, i ‘De sectione cylindri’ e ‘De<br />

sectione coni’, in cui (trad.) “… egli stabilisce la proposizione fondamentale<br />

delle trasversali” (W.W.R. Ball). Riccardi I/2°, c. 361; Hoffmann I, p.<br />

205; Adams A-1310; Dibner, Heralds of Science, 101; Horblit, One hundred<br />

books famous in science, 4; Heath, History of greek mathematics II,<br />

p. 127-196; Olschki, Choix, 5994.<br />

9) ARIOSTO, LUDOVICO - Orlando Furioso [...] traduzido en romance<br />

castel. par el S. Don Hieronimo de Urrea, con nuevos argumentos y<br />

alegorias en cada uno de los cantos muy utiles. Assi mismo se ha annadido<br />

un breve introducion [...] pour [sic] el S. Alonso de Ulloa.<br />

A Lyon en casa de Gulielmo Roville, 1556.<br />

4to (cm 22.5), leg. ottocentesca in pergamena rigida con tit. in oro su tassello<br />

al dorso, filetti e ferri dorati ai piatti e al dorso, piccoli ed abili restauri<br />

marginali alle cc. preliminari, buon esemplare (alc. bruniture in fine per la<br />

qual. della carta). Due parti in un volume, il primo frontespizio con titolo<br />

entro bella <strong>com</strong>posizione architettonica a piena pagina, il secondo con<br />

grande marca tipografica, ritratto xil. del traduttore al verso della seconda<br />

c. preliminare, e belle vignette xilogr. (mm 50 x 130) in apertura di ogni<br />

canto. Pp. (8), 529, (3 di cui 2 bb. orig.); 83, (1 b.)<br />

Quarta edizione (prima 1549) della prima traduzione spagnola dell’Orlando<br />

Furioso, eseguita da Jeronimo de Urrea. Questa traduzione fu censurata<br />

dai contemporanei, ma ciononostante fu anche la più diffusa. Sotto il profilo<br />

strettamente poetico, la traduzione di Urrea presenta alcune ‘libertà’: ad<br />

es., cancellò gran parte del canto terzo (di celebrazione della casa estense),<br />

svisò importanti episodi (<strong>com</strong>e quello di Astolfo sulla luna) togliendo<br />

arbitrariamente alcune ottave, mitigò qualche critica contro gli spagnoli e<br />

aggiunse - soprattutto nel canto XXXV - alcune ottave celebrative di personaggi<br />

mai conosciuti da Ariosto. Queste scelte, oggi in<strong>com</strong>prensibili, erano<br />

in realtà del tutto in linea con lo spirito dell’epoca, tanto che furono riprese<br />

anche nelle traduzioni successive, <strong>com</strong>e quella in ottave di Hernando de<br />

Alcocer (1550) e quella in prosa di Diego Vazquez de Contrera (1585).<br />

Agnelli-Ravegnani II, p. 336: “Ediz. in-4 assai rara ... è da notarsi che in<br />

questa stampa il numero dei canti torna a essere XLV, per la fusione del II e<br />

III canto ...”; Guidi p. 197; Graesse I, p. 201, non in Adams.<br />

4


10) ARISTOTELES - Le mechanice d’Aristotile trasportate di greco in volgare idioma. Con le sue dechiarationi, con<br />

l’ordine de numeri de capitoli ... Dechiarationi sopra le mechanice volgarizzate.<br />

Modena, appresso Andrea Gadaldino, 1573.<br />

Folio (cm 28), cartone settecentesco recent. rimontato, fogli di guardia rinnovati, buon esemplare (macchia intermittente, probabilmente<br />

per l’utilizzo di una risma di carta imperfetta all’origine). Due parti, con frontesp. autonomo, marca ai frontesp.,<br />

capil. xilogr., cc. 22 nn., con figure geometriche in xilografia n.t.<br />

Prima edizione, molto rara, della traduzione in italiano a cura del modenese Antonio Guarino delle “Questioni meccaniche”<br />

attribuite ad Aristotele, considerate la più antica opera di meccanica della cultura occidentale. Sono strutturate secondo<br />

la tipologia dei “problemata” ricorrente negli scritti aristotelici: i quesiti sono in tutto 35 e hanno lo schema domanda-risposta<br />

(ad es. “Perché le bilance più grandi sono più precise di quelle piccole?”; “Perché gli oggetti più facili a muoversi<br />

sono quelli di forma rotondeggiante o sferica?”; “Perché le cose lanciate esauriscono il loro moto?” ecc.). L’operetta fu<br />

ignorata nel Medioevo, e venne edita per la prima volta in greco a Venezia nella tipografia di Aldo Manuzio (nell’Opera<br />

Omnia, 1495-98), conoscendo poi una considerevole fortuna e diffusione in tutto il Cinquecento e nella prima metà del<br />

Seicento. Rappresentò inizialmente il nucleo della scienza della meccanica che si andava allora costituendo (nella versione<br />

latina di Niccolò Leonico Tomeo, 1525; nella parafrasi di Alessandro Piccolomini, 1547; nei <strong>com</strong>mentari del Maurolico, di<br />

Bernardino Baldi e di Henri de Monantheuil), ispirando le osservazioni e gli esperimenti di grandi scienziati <strong>com</strong>e Tartaglia,<br />

Cardano, Keplero e Galilei.<br />

11) ARNALDUS DE VILLANOVA (ca. 1240-ca. 1312) - De conservanda bona valetudine, Scholae Salernitanae opusculum,<br />

cum Arnoldi Novi<strong>com</strong>ensis [...] edita per Ioannem Curionem et Iacobum Crellium. Item, De electione meliorum<br />

simplicium [...], De moderatione cibi et potus [...], Somni et vigiliarum loci aliquot ex Philippi Melanthonis de<br />

anima libro. Polybii de Victus salubris reatione privatorum tractatus. [in fine:] Apud Christianum Egenolphum, 1553.<br />

(Legato con:) PICTORIUS, GEORG (JöRG MALER, 1500-1569/73). Tuendae sanitatis ratio, VII. Dialogis, per sex rerum<br />

(ut medici vocant) non naturalium ordinem, quae sunt, aer: cibus, potus: motus, quies: somnus, vigilia: repletio,<br />

inanitio: animi passiones: ex summorum medicorum sententia nunc denuò exactissimè conscripta: et per autorem [...]<br />

reddita. [...] Quibus accedunt antea non impressa, Succisivarum lectionum IX. [...] Conviviorum libri III [...]<br />

Basileae, Henricum Petri, 1554.<br />

8vo (cm 15.5), due opere rilegate insieme in leg. coeva in pelle marrone impressa a secco sui piatti, dorso a 3 nervi, note di<br />

possesso, qq. macchiolina e alone, bell’esemplare genuino. Front. con piccola marca tip., numerose belle vignette e incisioni<br />

xil. raffiguranti piante, alimenti, scene di vita quotidiana ed agreste, strumenti ecc. Cc. (8), 146, (6, di cui l’ultima bianca originale);<br />

pp. (16), 287, (33).<br />

Bella edizione cinquecentesca del celebre ‘Regimen Sanitatis’ salernitano di Arnaldo di Villanova, a cura di Celio Secondo<br />

Curione, e prima edizione del Pictorius. Il ‘Regimen Sanitatis’, che nel corso dei secoli circolò con titoli diversi (‘Medicina Salernitana’,<br />

‘De conservanda bona valetudine’, ‘Flos medicinae Scholae Salerni’) è il documento letterario fondamentale della<br />

Scuola Medica Salernitana: al nucleo originario, poco più di trecento versi raccolti e <strong>com</strong>mentati nel XIII sec. da Arnaldo di<br />

Villanova, furono aggiunti via via numerosi altri aforismi attribuiti, a torto o a ragione, alla Scuola Medica Salernitana (alcuni<br />

versi furono ad esempio estrapolati dal De virtutibus herbarum dello pseudo Emilio Macro). Il testo <strong>com</strong>e è noto fornisce le regole<br />

per un regime di vita salutare fondato essenzialmente sulla moderazione nel cibo e nelle bevande, sul sonno e sull’impiego<br />

di erbe. Il Curione, simpatizzante delle idee riformate, aggiunge qui un opuscolo di Melantone. VD16, R-559; Adams S-105;<br />

Durling 3821; Well<strong>com</strong>e I, 5373; Benzing,<br />

Egenolff 320.<br />

La raccolta degli scritti del Pictorius qui<br />

presentata è in prima edizione, anche se singolarmente<br />

il ‘Tuendae sanitatis ratio’ era<br />

già uscito, sempre a Basilea, nel 1549 (fu anche<br />

tradotto in italiano: Venezia, 1550; e in<br />

francese: Paris, 1557); i “Succisivarum lectionum<br />

IX. Dialogi” e i “Conviviorum libri<br />

III” sono invece in prima edizione assoluta.<br />

Il “Tuendae sanitatis ratio” è diviso in sette<br />

dialoghi dedicati alla frugalità e alla salute<br />

<strong>com</strong>e beni preziosi per l’uomo; all’ubriachezza,<br />

ai pericoli della città e alla qualità<br />

dell’aria, alle cattive abitudini alimentari,<br />

alle qualità dei cibi e delle bevande, al riposo<br />

e all’esercizio, al sonno, alla digestione, ecc.<br />

(cfr. L. Elaut, Les règles d’une gastronomie<br />

hygiènique, exposé par le médecin-humaniste<br />

Georgius Pictorius, in: “Clio Medica”,<br />

1968, nr. 3, pp. 349-359). Gli altri due testi<br />

11<br />

forniscono parimenti analoghi consigli e in-<br />

5


formazioni sulla conduzione di una vita sana (soprattutto per le donne gravide e per i bambini) e sulla corretta alimentazione,<br />

con riferimenti anche ai piaceri della buona tavola, al vino, alla birra, ecc. Originario di Villingen (nella Foresta Nera),<br />

Pictorius fu insegnante di scuola, quindi professore di medicina a Freiburg im Breisgau, poi medico cittadino ad Ensisheim<br />

in Alsazia (cfr. L. Thorndike, A history of magic and exper. science, VI, pp. 399-400). Nel 1560 a Mülhausen pubblicò la sua<br />

opera più celebre, il Baderbüchlin (o Badenfahrtbüchlein) (cfr. Tillmann Wertz, Georgius Pictorius 1500-1569/73). Leben und<br />

Werk eines oberrheinischen Arztes und Humanisten, Heidelberg, 2006, pp. 15-135). VD16, P-2722. Durling, 3634.<br />

12) ATHENAGORAS (Marsilio Ficino <strong>com</strong>ment.) - De resurrectione. PSEUDO-PLATO (Marsilio Ficino <strong>com</strong>ment.) - Axiochus.<br />

CEBES (Ludovico Odasio <strong>com</strong>ment.) - Tabula. Parigi, Guy Marchant, 18 agosto 1498.<br />

4to (cm 20), attraente legatura in marocchino verde in stile ‘Bozerian’, decorata in oro sui piatti con cornici concentriche, bell’esemplare<br />

con ampi margini, molto fresco. Grande marca tipografica al frontespizio. Car. got., ll. 40, cc. (14), con aggiunta<br />

in fine, non appartenente all’edizione ma certo pertinente per contenuto, una bellissima xilografia ripiegata (cm 35 x 42 circa)<br />

raffig. la ‘Tabula Cebetis’ da un celebre soggetto di Holbein, che raffigura allegoricamente l’intero percorso della vita umana.<br />

Rara edizione collettiva di questi tre testi platonici. a) Prima edizione del <strong>com</strong>mento di Marsilio Ficino. Atenagora, vissuto nel<br />

ii secolo d.C., abbracciò la religione cristiana partendo da posizioni platoniche. Il suo trattato sulla resurrezione dei morti ha<br />

una struttura chiaramente bipartita: la prima parte confuta una serie di accuse rivolte al cristianesimo; la seconda invece è<br />

‘pro veritate’, e dimostra la fondatezza del messaggio cristiano e la verità (e necessità) della resurrezione dei corpi dopo la<br />

morte.<br />

b) L’‘Axiochus’ è un dialogo pseudo-platonico, e fa parte di quei testi antichi nati su ispirazione del ‘Fedone’ e appartenenti<br />

alla categoria delle “consolationes” (<strong>com</strong>e anche le ‘Tusculanae’ ciceroniane). Anche questo testo, sempre nella versione di<br />

Ficino, ruota intorno al tema della morte. Il dialogo si svolge tra Socrate e Clinia.<br />

c) Seconda edizione della traduzione della ‘Tabula’ dello pseudo-Cebes. Cebes di Tebe, discepolo di Socrate, è uno dei personaggi<br />

del dialogo platonico ‘Fedone’. A lui è attribuita questa Tabula, anche se alcuni studiosi ritengono possa essere di un<br />

anonimo autore del i secolo d.C. L’opera si presenta <strong>com</strong>e una descrizione allegorica di una pittura nel tempio di Crono ad<br />

Atene e sviluppa il tema platonico della preesistenza, e mostra <strong>com</strong>e la vera educazione non sia solo erudizione ma coincida<br />

con la formazione del carattere (o la sua riscoperta). La Tabula, è stata tradotta in varie lingue europee e in arabo; il testo<br />

greco fu edito per la prima volta a Firenze nel 1496, la versione latina dell’umanista padovano Ludovico Odasio uscì a Bologna<br />

l’anno seguente.<br />

Aquilon 54; Arnoult 145; Goff A1176; GW 2763; HC 1907; IBE 615; IGI 932; ISTC ia01176000.<br />

13) BALDUS, CAMILLUS (BALDI, CAMILLO) - In physiognomica<br />

Aristotelis <strong>com</strong>mentarii.<br />

Bononiae, Apud Sebastianum Bonomium, 1621.<br />

Folio (cm 29.5), pergamena floscia originale con titolo ms. al<br />

dorso e calligrafato a larghi caratteri gotici al taglio inferiore,<br />

ottimo esemplare genuino. Bellissimo frontespizio animato da<br />

figure allegoriche, putti, ed il ritratto del dedicatario Principe<br />

Ferdinando Gonzaga, tutto inciso in rame dal Coriolano; pp. (16<br />

incl. front.), 562 (2 bb. + 20 di indici), marca tipografica al verso<br />

dell’ultima carta.<br />

Prima edizione dell’importante <strong>com</strong>mento di Camillo Baldi al<br />

trattato pseudo-aristotelico della fisiognomica. Il metodo scientifico<br />

perseguito nel corso delle pagine pose le basi di una disciplina<br />

che, attraverso gli studi di Della Porta e Lavater, culminò<br />

nelle teorie ottocentesche di Camper, Lombroso e Darwin. Well<strong>com</strong>e<br />

I, 650; Casanatense, Bibl. Medica, Il Seicento 62; Thorndike<br />

VIII, p. 451; DBI 5, 466.<br />

14) BANCHIERI, ANTONIO - Trattenimenti matematici i<br />

quali <strong>com</strong>prendono copiose tavole horarie per gli orologi a<br />

sole orizzontali, verticali, riflessi e portatili ... con le tavole de<br />

logaritmi di Don Domenico Luchini da Pesaro ...<br />

In Roma, nella Stamperia del Zenobi, 1730.<br />

4to (cm 24), pergamena coeva con titolo ms. al dorso, buon esemplare.<br />

Pp. (32), 368, seguono pp. 348 nn. di tabelle numeriche, ed<br />

in fine 14 tavv. in rame ripiegate f.t.<br />

Prima edizione di questo trattato di gnomonica del religioso An-<br />

13<br />

tonio Banchieri che illustra la costruzione di orologi solari e<br />

spiega <strong>com</strong>e calcolare le ore astronomiche. Numerose le tavole<br />

per facilitare i calcoli, in particolare quelle in appendice con gli schemi dei logaritmi elaborati da Domenico Luchini. Riccardi<br />

I, 55: “Voluminosa e pregevole opera...”. Sotheran 11068.<br />

6


15) BARTOLOMEO DA RINONICO (da Pisa) - Liber aureus,<br />

inscriptus liber conformitatum vitae beati ac seraphici<br />

patris Francisci ad vitam Jesu Christi domini nostri.<br />

Nunc denuo in lucem editus, atq[ue] infinitis propemodum<br />

mendis correctus a reverendo, ac doctissimo P.F. Jeremia<br />

Bucchio Utinensi ...<br />

Bononiae, Apud Alexandrum Benatium, 1590.<br />

Folio (cm 29), leg. settecentesca in pergamena con titolo ms. al<br />

dorso, qq. lieve brunitura all’int. buon esemplare. Alcune postille<br />

marginali coeve, molto bella quella di c. 219 che presenta<br />

nel marg. un singolarissimo disegno d’epoca a penna (con testo<br />

esplicativo) raffigurante il cappuccio da frate, e <strong>com</strong>e confezionarlo.<br />

Titolo entro sottile cornice tipogr., grande xilogr.<br />

(mm 100 x 155) raffig. S. Francesco che segue simbolicamente<br />

Cristo nella via verso il calvario, iniziali xil., a c. 6 xil. a p.<br />

pag. con albero “delle conformità” di Gesù e san Francesco.<br />

Inoltre, xilografia con insegne francescane (mm 75 x 75) all’inizio<br />

del testo, ripetuta a c, 288, ed un’altra xilogr. a c. 285.<br />

Testo su 2 col., cc. (17), 330, marca tipografica all’ultima carta.<br />

Terza edizione (la prima a Milano nel 1510), ma la prima a<br />

cura di Geremia Bucchi, il cui nome appare nella prefazione.<br />

L’opera mette in parallelo le vite di Gesù e di san Francesco,<br />

dimostrando che questi ottenne le stigmate per aver vissuto<br />

conformemente a Cristo (donde “Liber conformitatum”). Il<br />

Bucchi, di origini friulane, entrò giovane nel convento di San<br />

Francesco dove pronunciò i voti di minore conventuale. Si trasferì<br />

quindi a Padova, dove conseguì la laurea di teologia e<br />

filosofia, e poi a Bologna per il magistero. Fu inquisitore del<br />

Sant’Officio in Siena, provinciale in Toscana del suo ordine ed<br />

ambasciatore del granduca presso l’imperatore Massimiliano<br />

(cfr.: DBI LIII, 403-405; R. Domenicali, Scene di fatti e fattacci<br />

cittadini, Udine 1983). Adams B274.<br />

16) BATTARRA, G. ANTONIO - Fungorum agri arimininesis<br />

historia. Faenza, Archi, 1759.<br />

4to (cm 28), solida leg. in stile del tempo in m. pelle con angoli,<br />

titolo in oro su tassello al dorso, con nervi, piatti ricop. da carta<br />

marmorizzata, risg. recenti, un leggero alone alla parte infer.<br />

(più visibile in fondo), peraltro buon esemplare. Un possessore<br />

del tempo ha aggiunto una striscia di carta prima del front. con<br />

manoscritti i titoli di alcune opere sui funghi; inoltre sia il testo<br />

che le tavole sono <strong>com</strong>pletamente postillate, e di fianco alle figure<br />

l’anonimo studioso del tempo ha pazientemente aggiunto<br />

il nome di tutti i funghi effigiati (con elegante grafia corsiva),<br />

creando una copia personalizzata e perciò unica. Frontespizio<br />

con grande vignetta incisa. Pp. VIII, 80 con 40 belle tavole<br />

incise in rame, talvolta con alcune figure colorate.<br />

Seconda edizione (prima 1755) di questa importante opera.<br />

Giovanni Antonio Battarra (Rimini 1714-1789) sacerdote<br />

e naturalista, fu uno dei fondatori della micologia italiana;<br />

disegnò ed incise lui stesso le 40 tavole qui presenti, in cui<br />

sono descritte 248 specie. Nel testo Battarra indica la tossicità<br />

di ogni fungo e fa una graduatoria della loro <strong>com</strong>mestibilità,<br />

adottando <strong>com</strong>e criterio di classificazione l’aspetto esteriore,<br />

metodo ritenuto più sicuro di quello usato dal contemporaneo<br />

Gottlieb Gleditsch che, nel suo “Methodus Fungorum” del<br />

1753, suddivideva i funghi in base alla loro parte riproduttiva.<br />

Il Battarra, inoltre, rifiuta l’ipotesi - all’epoca condivisa dai<br />

16<br />

più - della generazione spontanea dei funghi dalla putredine o<br />

dal “guasto sugo nutritivo” delle piante, provandone invece la riproduzione “per semenza”. In seguito, in suo onore, il micologo<br />

olandese Peersoon gli dedicò il genere Battarrea. Nissen BBI 95; DBI VII, p. 236.<br />

7<br />

15


17) BEROALDO, FILIPPO - Declamatio lepidissima ebriosi scortatoris aleatoris de vitiositate disceptantium: condita a<br />

Philippo Beroaldo. Bologna, Benedetto Ettore, 1499.<br />

4to (cm 20), pergamena antica rimontata, lieve alone al margine inferiore, peraltro pulito esemplare ben conservato. Cc. 20 nn.,<br />

segn. a8, b8, c4. Nota d’acquisto di collezionista, dalla libreria Pregliasco, datata 10 luglio 1939.<br />

Prima edizione di questa celebre opera del B., un dialogo tra un ubriacone, un libertino ed un giocatore, intenti a dimostrare<br />

quale dei tre vizi risulti il più spregevole, così da essere escluso dall’eredità paterna. Goff B-472; Hain *2965; BMC VI, p. 845;<br />

Pellechet 2220; Klebs 184.1; Oberlé Fastes 1013, Simon Bacchica 1, 171 per il contenuto di interesse enologico.<br />

18) BIANCHINI, FRANCESCO - Del palazzo de’ Cesari opera postuma ... Verona, Pierantonio Berno, 1738.<br />

Folio grande (cm 43.5), decorativa legatura coeva in pergamena con inquadratura dorata dei piatti ed al centro bello stemma<br />

in oro della Serenissima, col leone di S. Marco, tagli rossi, fresco esempl. all’interno (alone grigio al margine est. delle ult. 2<br />

tav). Bel frontespizio in rosso e nero con grande vignetta (a mezza pagina) alle armi del re di Francia Luigi XV, disegnata da<br />

Antonio Balestra ed inc. in rame da Marco Pitteri; testo ornato da 4 grandi iniziali figur., inc. in rame dal Filosi e dal Valesi, e<br />

da 2 bellissime grandi testate incise (cm 14 x 21.5). Testo in italiano e latino, cc. nn. 6, pp. 304, illustrato in fine da 20 superbe<br />

tavv. f.t. inc. in rame (perlopiù doppie, spesso anche ripiegate) che raffigurano le parti che restano del Palazzo degli antichi<br />

Cesari sul Monte Palatino, con le estensioni di mano in mano aggiunte dai successori di Augusto. Segnaliamo le seguenti: 1 tav.<br />

(cm 151x74) dedicata alla “Scenographia Domus Caesarum Palatinae cum Additamento Neroniano in Exquilias producto”; 3<br />

tavv. che raffigurano la facciata e i lati orientali e meridionale della “Domus Caesarum Palatinae” e sono a doppia pag.; quasi<br />

tutte sono più volte ripieg. Le tavv. VI e VII sono incise da Gir. Rossi, la XIII dal Valesi, la XVIII da Vinc. Franceschini. Nel<br />

testo figurano inoltre due grandi anfore e 1 tav. inc. in rame.<br />

Prima ed unica edizione di questa bellissima opera di archeologia. Francesco Bianchini, primogenito di Gaspare e di Cornelia<br />

Vailetti, nacque a Verona il 13 dicembre 1662. Compì la propria formazione presso il collegio di San Luigi dei padri gesuiti<br />

in Bologna, dove rimase dal 1673 al 1680. Ebbe a maestro Giuseppe Ferroni, filogalileiano. Con lui <strong>com</strong>pì qualche studio<br />

della sfera. In un suo Dialogo fisico astronomico contro il sistema copernicano, del 1680, il Bianchini figura <strong>com</strong>e uno dei due<br />

interlocutori. Si trattava - è quasi certo - di un espediente per esporre ai giovani allievi le linee generali del sistema condannato.<br />

Del resto, il sistema insegnato ufficialmente nel collegio non era il tolemaico ma, <strong>com</strong>e rivelano le Theses discusse dal<br />

Bianchini nel 1679, il sistema semi-tyconico del Riccioli. Alla fine del 1680 fu inviato a studiare teologia a Padova. Fu qui che<br />

il Bianchini incontrò l’uomo che marcò più profondamente la sua personalità e verso il quale egli si professò più largamente<br />

debitore: Geminiano Montanari. Non insegnava però la teologia: occupava da due anni la cattedra, espressamente per lui<br />

istituita, di astronomia e meteore. La sua fama di astronomo era soprattutto dovuta alla scoperta della variazione delle fisse.<br />

Quelle promettenti ricerche furono riprese e portate avanti dal Bianchini.<br />

Alla metà del 1684 il Bianchini lasciò Padova e si portò ‘iussu parentum’ a Roma. Il cardinale Ottoboni aveva promesso al<br />

padre di occuparsi di lui. Vi andava per addottorarvisi nei due diritti. Il Bianchini non amava quello studio, ma riuscì ugualmente<br />

a conseguire il titolo desiderato.<br />

En<strong>com</strong>iabile la sua opera di salvataggio, fortunata o sfortunata che fosse, di rarissimi pezzi antichi. Nel 1724, per esempio,<br />

ritrovata la preziosa tavola marmorea rappresentante la pianta di Roma antica (Forma Urbis Romae), si adoperò perché<br />

venisse salvata dalla sicura rovina (Del Palazzo de’ Cesari, Roma 1738, pp. 14 e segg.; La pianta marmorea di Roma antica,<br />

a cura di G. Carettoni, A. M. Colini, L. Cozza, G. Gatti, I, Roma 1960, pp. 17, 26, 32). Nella sua veste di sovrintendente alle<br />

antichità, diresse nel 1705 i primi scavi sistematici sull’Aventino. Con grande fiuto, intuiva il valore dei monumenti messi in<br />

luce. Ritrovò, nel corso di questa campagna, un planisfero egizio posteriore forse al II secolo dell’era cristiana. Il Bianchini<br />

era ormai in Europa un uomo celebre: il suo parere d’antiquario era ricercato e autorevole. Fu lui a condurre i primi scavi<br />

sistematici del Palatino, portando alla luce in particolare le sale della Domus Flavia e le costruzioni ad essa sottostanti. Queste<br />

fabbriche, da lui diligentemente disegnate nell’opera postuma Del Palazzo dei Cesari, andarono in seguito nuovamente<br />

ricoperte. Cicognara, 3618: “Sonovi 20 ampie tavole intagliate in rame, che illustrano questa grandiosa opera“; Borroni,<br />

8106; UCBA I, 108; non in Berlin kat.<br />

8<br />

18


19) BIBIENA GALLI, FERDINANDO - L’Architettura civile<br />

preparata su la geometria, e ridotta alle prospettive, considerazioni<br />

pratiche ... disegnate e descritte in cinque parti.<br />

Parma, Paolo Monti, 1711.<br />

Folio gr. (cm 43), pergamena coeva con nervetti e titolo al dorso,<br />

bell’esemplare ad ampi margini con barbe visibili sul marg. est. di<br />

molte carte, impresse su carta greve. Genuina copia di interessante<br />

provenienza, con piccolo disegno e nota di possesso all’interno<br />

del piatto anteriore di “Carlo Vittorio Vittone 1740”, possibilmente<br />

membro della med. famiglia del celebre architetto piemontese<br />

Vincenzo Vittone (1705-1770) oggi considerato uno dei più validi<br />

esponenti del tardo Barocco italiano ed europeo, per la sua capacità<br />

di interpretare in modo originale gli insegnamenti dei ‘grandi’ e<br />

più noti Borromini, Guarini, e Juvarra. Altre firme d’appart. si ritrovano<br />

alla fine del testo “CV Vittone mis(urator)e est(imator)e”,<br />

e sul foglio di errata “Carlo Vittorio Vittone Inge(gne)re 1740”,<br />

e lungo il testo ci sono piccoli titoli ms. che segnalano l’inizio<br />

di ciascun capitolo. Carte prelim. 10 (includenti il ritratto inciso<br />

dell’Aut.), pp. 156 con 72 tavole inc. f.t., ed 1 foglio di errata alla<br />

fine. La tavola 71 è aggiunta doppia, rilegata sottosopra. Completo<br />

esemplare.<br />

Prima edizione di questo trattato di architettura del Settecento importante<br />

soprattutto per la prospettiva e la scenografia, materie in<br />

cui l’A. era autorità indiscussa, un “classico” già ai suoi tempi.<br />

L’opera fu <strong>com</strong>posta con un approccio eminentemente pratico, in<br />

maniera che, <strong>com</strong>e disse l’A., “potesse servire anche alli muratori<br />

19<br />

e falegnami”. Il Bibiena (1657-1743) fu il principale esponente di<br />

una famosa e apprezzata famiglia di architetti, scenografi e decoratori;<br />

con importanti incarichi alla corte dei Farnese e a Barcellona e a Vienna per conto di Carlo III; geniale ideatore (o<br />

meglio riscopritore) in chiave originale della c.d. “veduta per angolo”. Essa consiste nell’impostare l’ambiente da rappresentare<br />

in una collocazione obliqua rispetto al boccascena, in modo che il punto di concorso delle linee prospettiche venga a<br />

cadere fuori dal palcoscenico, e quindi dalla visuale degli spettatori che non colgono tutto lo spazio immaginato ma solo una<br />

sua porzione. Schlosser p. 665, 682; Fowler 134; Berlin kat. 2628, Comolli III, p. 36-40; Vagnetti, Prospettiva, EIVb6.<br />

20) BIBLIA LATINA, ERASMUS, DESIDERIUS - Biblia utriusque testamenti iuxta vulgatam translationem & eam<br />

quam haberi potuit emendatissimam: cui in Novo apposuimus DES. ERASMI ROT. Versionem.<br />

Basileae, Hier. Froben et Nicol. Episcopus, 1538.<br />

Folio (cm 38.5), 2 parti in un volume, ciascuna con frontespizio, legatura ottocentesca in mezza pergamena con piatti ricoperti<br />

da carta marmorizzata, bell’esemplare pulito ed a ampi margini. Marca tipografica ai front., ed in fine alla 2° parte, pp. (12),<br />

828, 2 bb.; (4), 5-392, (36).<br />

Nuova edizione dell’ultima versione del Nuovo Testamento di Erasmo, uscita per la prima volta a Basilea nel 1535 (pubblicata<br />

in forma definitiva, postuma, nel 1541). Questa Bibbia mette insieme la traduzione di san Girolamo e la versione di Erasmo.<br />

Come noto, Erasmo da Rotterdam, applicando il metodo filologico degli umanisti ai testi sacri, intendeva riportare la parola<br />

di Dio all’originario significato, eliminando i travisamenti e gli errori che nel corso dei secoli avevano finito con inquinare la<br />

“Vulgata” di san Girolamo. La sua traduzione, <strong>com</strong>e tutte le altre traduzioni anche in volgare della Bibbia, fu proibita e finì<br />

all’indice. La prima versione del Nuovo Testamento nella traduzione erasmiana era uscita a Basilea nel 1516 dai torchi di<br />

Froben, ed aveva avuto in seguito altre 3 versioni (1522, 1527, 1535). Adams B-1019.<br />

21) BIBLIA, NUOVO TESTAMENTO - ERASMUS, DESIDERIUS (1469-1536) - Des[iderii] Erasmi Roterodami in Novum<br />

Testamentum ab eodem denuo recognitum. Annotationes, ingenti nuper accessione per autorem locupletatae.<br />

Basileae, [in fine: Apud Ioannem Frobenium], 1519.<br />

Folio (cm 31), attraente legatura coeva in pelle bruna impressa a secco con cornici concentriche, su assi di legno, abilmente<br />

restaurata e rimontata, tagli azzurri, buon esemplare (fermagli in ottone conservati, mancano i ganci; buchetto perfettamente<br />

restaurato al frontespizio). Bel frontespizio xilografico animato da vv. figure (antichi tocchi di colore), bella inquadratura xilografica<br />

a p. pag. alla seconda carta, ed un’altra all’inizio del testo, grandi capilettera xilografici (da Holbein). Pp. (8), 579, (1),<br />

marca tipografica al verso dell’ultima carta.<br />

Seconda edizione (prima 1516) della prima versione latina del Nuovo Testamento da parte di Erasmo, che si prefiggeva di<br />

rinnovare il testo della “Vulgata” di san Girolamo. Nella prefazione rivendica la sua attività di traduzione <strong>com</strong>e un atto democratico<br />

di diffusione dei testi Sacri (Est autem varius usus apud Latinos huius verbi, “traducere”, verum ut nullus elegantior,<br />

ita nec rarior alius, quam cum significat promulgare quempiam, et in publicum vulgi sermonem efferre), mentre ridimensiona<br />

- forse per modestia, forse effettivamente in segno di sottomissione alla Chiesa - le sue annotazioni, chiamandole “<strong>com</strong>men-<br />

9


21<br />

23<br />

23<br />

tarioli” e “annotatiunculas”. Questa è la prima delle quattro<br />

versioni del Nuovo Testamento elaborate dall’umanista di<br />

Rotterdam nel corso della sua vita (l’ultima versione fu pubblicata<br />

per la prima volta nel 1535, l’anno prima della sua<br />

morte). Da notare che, nonostante il testo fosse condannato<br />

dalla Chiesa nei decenni successivi, la versione erasmiana era<br />

dedicata a papa Leone X.<br />

22) BOCCACCIO, GIOVANNI (1313-1375) - Laberinto<br />

d’amore [...] Con una epistola a Messer Pino De Rossi<br />

confortatoria del medesimo Auttore, & denuo corretto.<br />

[In fine:] Stampato in Vinegia per Nicolo d’Aristotile detto<br />

Zoppino, settembre, 1532.<br />

8vo (cm 15), leg. in pergam. antica con frammento membranaceo<br />

di Torah, tit. al dorso, qq. macchietta, numerose notazioni<br />

ms. coeve, margini non eccelsi ma postille integre. Bel frontespizio<br />

xilografico, marca in fine, car. corsivo, cc. LXXII.<br />

Non <strong>com</strong>une ediz. del ‘Laberinto’ o ‘Corbaccio’, opera (apertamente<br />

di carattere misogino) <strong>com</strong>posta da Boccaccio negli<br />

anni della sua vecchiaia, tra il 1355 e il 1366, ed il modello<br />

seguito è quello dantesco: il poeta immagina di trovarsi nella<br />

selva (“laberinto”) in cui finiscono da morti gli uomini che<br />

hanno avuto amori difficili; qui si svolge il dialogo con il marito<br />

defunto della donna di cui è innamorato il poeta, dialogo<br />

che si conclude con l’invito a dedicarsi agli studi, che elevano<br />

l’anima. Più o meno degli stessi anni è anche la lettera a Pino<br />

De’ Rossi, esiliato, a cui Boccaccio rivolge parole di conforto,<br />

invitandolo a resistere ai rovesci della fortuna sull’esempio di<br />

uomini del passato. Non in Adams ne in BMC STC it (entrambi<br />

conoscono l’ediz. Zoppino 1525).<br />

10


23) BONANNI, FILIPPO - Catalogo degli ordini religiosi della Chiesa Militante espressi con immagini, e spiegati con<br />

una breve narrazione … Parte prima (-seconda, -terza). Roma, Giorgio Placho, 1714.<br />

4to (cm 24,5), tre tomi in decorativa legatura coeva in pelle marrone con dorsi a nervi decorati in oro, piatti inquadr. da filetti<br />

dorati, ex-libris, bell’esemplare puro. Frontespizi doppi (latino e italiano), con fregio tipografico. Ogni tavola incisa con testo<br />

esplicativo a fronte, in latino e italiano, disposto su due colonne. Cc. (161) + 141 di tavv. num.; cc. (118) + 108 di tavv. num.;<br />

cc. (70) + 75 di tavv. num. SI AGGIUNGE UNA LASTRA ORIGINALE IN RAME TRA QUELLE INCISE ED USATE PER<br />

STAMPARE LE ILLUSTRAZIONI. La presente è la num. 41 raffig. “Clericus regularis Congregationis Matris Dei”.<br />

Seconda edizione di questa che può essere considerata una vera e propria enciclopedia degli ordini religiosi: ciascun ordine<br />

viene illustrato con incisioni e descritto da note storiche; le tavole furono incise da Arnold Westerouth su disegni del pittore<br />

Andrea Orazi, entrambi citati nel front. del Vol. III. Filippo Bonanni (Roma 1638-1725) fu un erudito gesuita, storico, biologo<br />

(fu lui a iniziare la polemica contro lo “spontaneismo genetico” che avrebbe coinvolto anche Francesco Redi). Non in Cicognara,<br />

Colas Bibl. du Costume n. 370.<br />

24) BORELLI, GIO. ALFONSO - De VI Percussionibus, et motionibus naturalibus a gravitate pendentibus, sive introductiones<br />

& illustrationes Physico-matematicae ... ad opus ejus intelligendum De Motu Animalium. Una cum ejusdem<br />

Auctoris responsionibus in animadversiones Ill. Doct. V. D. Stephani de Angelis in Librum de VI Percussionis ...<br />

Leida, Petrum Vander AA, 1686.<br />

4to (cm 20.5), 2 parti in un vol. in attraente leg. coeva in pelle decorata in oro ai piatti, inquadrati da cornice di filetti in oro, ferri<br />

angolari, con fleuron centrale; dorso a nervi con ferri in oro agli s<strong>com</strong>parti. Ottimo e fresco esempl. ben conservato, tagli spruzzati<br />

rossi. Bella antiporta incisa in rame, frontespizio generale e poi ciascuna parte con proprio frontespizio a stampa; (De Percussionibus):<br />

pp. (16), 262, (22) con 6 tavole incise in rame ripiegate f.t. (De motionibus): pp. (4), 360, (32) con 14 tavole ripieg. incise<br />

in rame f.t. Prima edizione collettiva (le orig. nel 1667 e 1670). Krivatsy 1576; Well<strong>com</strong>e II, 204; Waller 10749; Osler 2088, DSB<br />

II, 311: “He produced two major studies which were not only excercises in pure mechanics but also, in the eyes of Borelli himself,<br />

necessary introductions to what he would consider to be his most important work, the ‘De motu animalium’ …”, Hirsch 1, 530;<br />

Dawson Medicine and Science, 842: “Capillary phenomena are discussed, a field where Borelli carried out new experiments”.<br />

Garrison-Morton 762: “Borelli originated the neurogenic theory of the heart’s action and first suggested that the circulation resembled<br />

a simple hydraulic system. He was the first to insist that the heart beat is a simple muscular contraction.”<br />

25) BORGHINI, RAFFAELLO - Il Riposo, in cui della Pittura e della Scultura si favella, de’ più illustri pittori, e scultori,<br />

e delle più famose opere loro si fa mentione; e le cose principali appartenenti a dette arti s’insegnano.<br />

Firenze, Marescotti, 1584.<br />

8vo (cm 16), pergamena settecentesca con tassello e fr. oro al dorso, leggeri aloni alle prime cc., tagli rossi, buon esemplare.<br />

Marca al frontesp., xilogr. a piena pag. al f. 2v. raffig. le Belle Arti; pp. (48), 648.<br />

Prima edizione di questa importante opera, una delle più note e stimate tra le fonti di storia dell’arte, annoverata dalla Crusca<br />

fra i testi di lingua. L’opera prende il titolo dal nome della villa in Val d’Ema, nei dintorni di Firenze, ove il padrone di casa,<br />

mostrando ai suoi invitati la sua splendida collezione di disegni, dipinti e sculture, avvia con essi un dialogo sull’arte e gli artisti,<br />

iniziando dalle teorie e dalle tecniche delle Belle Arti (libri I-II) e continuando con cenni generali di storia dell’arte greca<br />

fino al tardo Rinascimento, trattato ampiamente. Può considerarsi una sorta di continuazione delle Vite del Vasari ed uno dei<br />

testi più utili per la conoscenza delle idee sull’arte nell’ambiente fiorentino del tempo, sul Manierismo italiano in generale e<br />

per la quantità di notizie su un gran numero di artisti, specie quelli più vicini all’autore, quali Tintoretto, Veronese, i Bassano,<br />

Barocci, Giambologna. Schlosser, La Lett. Artistica p. 349-54; Cicognara 2217; Gamba 241; Razzolini 71; BMC STC p. 120;<br />

Adams B-2495; Verga, Bibliogr. Vinciana, 124.<br />

26) BOTERO, GIOVANNI - Della Ragione di Stato Libri Dieci, con Tre Libri delle Cause della Grandezza delle Città …<br />

di nuovo in questa impressione mutati alcuni luoghi dall’autore istesso … (P. II:) Aggiunte alla sua ragion di Stato, nelle<br />

quali si tratta … della Neutralità, della Reputatione, dell’Agilità delle forze, Della fortificazione … (P. III:) Relationi del<br />

mare … Venezia, appresso i Gioliti, 1598.<br />

8vo (cm 16), pergamena floscia coeva, fogli di guardia interni rinnovati, quelli volanti conservati, ex-libris coll. Franz Graf<br />

Lamberg, bella copia genuina. Tre parti in un vol., ciascuna con frontespizio e marca tipogr., pp. (40), 375, 1 b.ca; cc. (8), 78,<br />

2 bb.; cc. 81-95, 1 b.ca orig., testo corsivo.<br />

Seconda (o terza ?) edizione accresciuta di quest’opera che può essere considerata la prima <strong>com</strong>piuta elaborazione teorica del<br />

progetto conservativo della ragion di Stato. Botero definisce in partenza con estrema chiarezza la finalità del modello conservativo:<br />

“Stato è un dominio fermo sopra popoli; e Ragione di Stato è notizia di mezzi atti a fondare, conservare, e ampliare un<br />

Dominio così fatto. Egli è vero che, se bene, assolutamente parlando, ella si stende alle tre parti suddette, nondimeno pare, che<br />

più strettamente abbracci la conservatione, che l’altre; e dell’altre più l’ampliatione, che la fondatione” (p. 1). La ragion di<br />

Stato riguarda dunque in primo luogo gli strumenti idonei a conservare le cose realizzate, cioè le situazioni di potere politico<br />

già acquisite, e l’impegno di Botero è rivolto ad offrire una descrizione particolare della centralità del <strong>com</strong>pito della prudenza<br />

politica, nel senso pienamente aristotelico della capacità di utilizzare conoscenze dei fatti e dei saperi diversi ai fini della<br />

attività pratico-politica. La Ragion di Stato pone in evidenza quella funzione della prudenza <strong>com</strong>e arte pratica che disciplina<br />

l’adattamento delle tecniche volte alla difesa da parte del soggetto politico degli interessi propri e di quelli dei corpi che esso<br />

rappresenta. In effetti, l’autorità politica riconosce una gerarchia differenziata di poteri, costituita dai corpi aristocratici e da<br />

11


alcuni strati del popolo che possono contribuire alla conservazione della situazione di <strong>com</strong>ando esistente. La ragion di Stato<br />

prudenziale fa dunque riferimento determinato al contributo ed al consenso provenienti da parte di corpi sociali di interessi<br />

‘mezani’, che consentano al principe di godere dell’appoggio più consistente ed in definitiva, secondo l’Aut. stesso “ragion<br />

di Stato è poco altro, che ragion di interesse”: infatti, nella considerazione che i ‘mezani’ sono “ordinariamente i più quieti,<br />

e più facili a governare”, il principe dovrà procedere nei confronti dei ceti che hanno notevoli privilegi da conservare e da<br />

promuovere nello Stato, adottando le misure idonee per ridurre l’ambizione e l’autorità dei più potenti. Adams B-2548; non in<br />

BMC STC; Index Aur. 122.698; Bongi II, 431 (1° ed.); Gamba 1271 in nota; non in Kress.<br />

27) BOZIO, Tommaso (da Gubbio, 1548-1610) - De signis ecclesiae Dei libri XXIIII auctore Thoma Bozio Eugubino ...<br />

Tomus primus [-secundus]. Romae, ex bibliotheca Iacobi Tornerij, 1591 [Romae, ex typographia Bartholomaei Bonfadini,<br />

1591]. [vol. 2: Romae, ex bibliotheca Ascanij & Hieronymi Donangeli, 1591].<br />

Folio (cm 36 x 25), 2 voll. in attraente legatura coeva in pelle di scrofa impressa a secco sui piatti con numerose cornici concentriche<br />

dorsi a nervi, fresco esemplare marginoso, molto genuino. La c. preliminare 16 del primo volume non stampata al verso<br />

e manoscritta d’epoca per supplire il testo, ad ambedue i volumi nota di possesso al front. (datata 1592) del Barone Christoph<br />

di Wolkenstein e Rodnegg, nonché del medesimo splendido ex-libris inciso in xilografia (datato 1594) con le relative armi<br />

nobiliari. Stemma di papa Gregorio xiv al front. del primo vol. e stemma di Innocenzo ix al front. del secondo. Pp. (36), 572,<br />

(58); (28), 618, (2), 627-668 [i.e. 638], (76).<br />

Prima edizione di quest’opera in difesa della Chiesa cattolica. L’Aut., confratello e amico del Baronio (con cui <strong>com</strong>pose gli<br />

‘Annales ecclesiastici’), fu uno degli storici cattolici controriformisti più impegnati sul fronte della pubblicistica: le sue opere<br />

non puntavano solamente alla esaltazione dei meriti e delle virtù della religione cattolica, ma confutavano - anche retroattivamente,<br />

<strong>com</strong>e nel caso di Machiavelli - le tesi degli avversari. La prospettiva attraverso la quale egli legge la storia è finalizzata<br />

a celebrare il dispiegarsi della Provvidenza a vantaggio di quei popoli e di quei sovrani che riconoscono la supremazia<br />

della Chiesa. Tutte le opere <strong>com</strong>poste da Bozio negli anni novanta del Cinquecento (e dedicate a Clemente viii e ai nipoti della<br />

famiglia Aldobrandini) insistono in maniera monotona sulla dimostrazione di questo teorema: consenso alla Chiesa uguale<br />

prosperità, dissenso dalla Chiesa uguale rovina. Pertanto, anche gli esempi raccolti nel ‘De signis’ vogliono dimostrare la<br />

‘felicitas catholicorum’ e l’inevitabile rovina degli eretici di ogni tempo. Le guerre civili in Francia, la rivolta dei Paesi Bassi,<br />

e successivamente la guerra dei Trent’anni nonché la rivoluzione inglese possono essere guardate <strong>com</strong>e conferma di una<br />

verità gratificante: la cattolicità evita la dissoluzione, anzi continua a espandersi felicemente, <strong>com</strong>e dimostrato dalle vittorie<br />

asburgiche. STC 123; IA 123.288; Heimbucher II, 565: “Ein ausgezeichnetes Werk”.<br />

28) (Maree) BRANCAS DE VILLENEUVE, AND. FRANCOIS - Explication du flux et reflux dans leurs veritables circumstances<br />

... A Paris, chez Charles Antoine-Jobert, 1749.<br />

4to (cm 28), legatura originale in cartone ‘alla rustica’ (restauro alla cuffia super.), ottimo esemplare genuino, in barbe. Pp.<br />

(16), 489, (3). Prima edizione. Poggendorff I, 275; Polak 1187.<br />

29) CARDANO, GIROLAMO - Les livres de Hierome Cardanus medecin millanois, intitulés de la Subtilité, et subtiles<br />

inventions, ensemble les causes occultes, et raisons d’icelles. Traduis de Latin en Français per Richard le Blanc.<br />

A Paris, par Charles l’Angelier, 1556.<br />

4to (cm 23), pergamena ottocentesca (rel. David) con unghie, cornice di filetti rossi ai piatti, tit. ms. al dorso, tagli dorati, 3 ex<br />

libris al contropiatto sup. (“Stanislas De Guaita”, “Biblioteque Am. Berton”, “J.G. Desjardins”), bell’esemplare nitido e pulito,<br />

con ottimi margini. Marca al frontespizio, cc. (4), 393, (24, manca l’ult.ma bianca), con numerose xilogr. n.t. raffiguranti<br />

strumenti ed esperimenti.<br />

Prima traduzione francese del ‘De subtilitate’ di Girolamo Cardano. Questo scritto di Cardano è certamente una delle opere di<br />

filosofia naturale più interessanti del Rinascimento: di carattere enciclopedico, il suo lavoro offre infatti una riflessione assai<br />

articolata e <strong>com</strong>plessa sugli enti naturali, che attinge in maniera diretta alle ricerche più avanzate della prima metà del ‘500,<br />

e cerca sempre di integrare il sapere tramandato dalla tradizione con le novità emergenti dalle esplorazioni geografiche allora<br />

in corso. Girolamo Cardano (1501-1576) fu matematico, medico e filosofo, e subì - per aver osato redigere e pubblicare un<br />

‘Oroscopo di Cristo’ - anche un processo per eresia. Graesse II, 45; non in Adams.<br />

30) CARDANO, GIROLAMO - Somniorum Synesiorum omnis generis insomnia explicantes, libri IIII ... Quibus accedunt,<br />

eiusdem haec etiam: De libris proprijs. De curationibus & praedictionibus admirandis, Neronis en<strong>com</strong>ium,<br />

Geometria en<strong>com</strong>ium … De secretis, De Gemmis & Coloribus, Dialogus de Morte …<br />

Basilea, Sebastianum Henric Petri, 1562.<br />

4to (cm 20), pergamena antica recent. rimontata, tagli rossi, lievi bruniture per la qual. della carta, pulito esemplare ben conserv.<br />

Due parti in un volume, pp. (42 + 2 bb.), 278, (2 bb.); pp. (36), 413, (3 con errata e marca tip. in fine).<br />

Prima edizione di questo notevole insieme di opere di Girolamo Cardano (1501-1576), celebre medico, matematico e filosofo.<br />

La prima opera, il ‘Somniorum synesiorum’ tratta dei sogni e della loro interpretazione, con ampi riferimenti di carattere<br />

magico-astrologico. Piuttosto curiosa è la scelta delle altre opere, ad es. il ‘De libris proprijs’ (già edito nel 1543 e poi riaggiornato<br />

dall’autore) offre notevoli spunti per lo studio delle opere dell’Aut.; il ‘De gemmis’, è di indubbio interesse per<br />

gli studi di mineralogia, e l’En<strong>com</strong>ium Neronis’, appare essere un paradossale panegirico dell’imperatore romano, giudicato<br />

benevolmente da Cardano. Caillet I, 223.<br />

12


31) CASANOVA DE SEINGALT, GIACOMO - Ausden Memoiren des Venetianers Jacob Casanova de Seingalt ... Nach<br />

dem Original-Manuscript bearbeitet von Wilhelm von Schütz. Leipzig: F.A. Brockhaus, 1822-1828.<br />

8vo (cm 15.5), 12 volumi in decorative legatura fine ottocento da amatore in mezzo vitellino marrone, con angoli, dorsi a 5<br />

nervi decor. in oro, e tasselli rossi, piatti ricop. da carta marmorizzata, taglio superiore dorato. Risguardi in carta colorata, con<br />

ex-libris in ogni volume. Vol. I: Pp. vi, xxviii, 510 (pp. 353-368 sono mal numerate 343-358); Vol. II: pp. xxiv, 458; Vol. III:<br />

pp. vi, xlii, 455, (1 b.); Vol. IV: pp. xviii, 549, (1, errata); Vol. V: pp. vi, 522; Vol. VI: pp. vi, 536; Vol. VII: pp. vi, 507, (1 b.);<br />

Vol. VIII: pp. vi, 548; Vol. IX: pp. vi, 513, (1 b.); Vol. X: pp. vi, 546; Vol. XI: pp. vi, 546; Vol. XII: pp. vi, 537, (1 b.).<br />

Prima edizione dei “Memoirs” tradotti in tedesco dal francese a partire dai manoscritti dello stesso Casanova. Questa edizione<br />

precede sia la prima edizione pirata francese (Paris, Tournachon-Molin, 1825-1829) sia la prima francese di Brockhaus<br />

(1826-1838). I primi cinque volumi furono opera di Schütz (con sue prefazioni nei primi quattro), il cui nome s<strong>com</strong>pare a partire<br />

dal sesto volume, senza che l’editore fornisse altre indicazioni. La versione di Schütz è decisamente migliore di quella del<br />

traduttore successivo; va notato poi che nella versione tedesca furono omesse alcune porzioni di testo presenti poi nell’edizione<br />

francese di Brockhaus curata da Laforgue (1826-1838), e che in quest’ultima non erano invece presenti parti di testo conservate<br />

nella traduzione tedesca (cfr. J. Rives Childs, Casanoviana). Il testo di partenza è costituito dagli stessi manoscritti di<br />

Casanova, offerti all’editore da un nipote dell’autore. L’edizione<br />

pirata di Tournachon-Molin deriva probabilmente da una traduzione<br />

in francese della versione tedesca, giacché sembra seguire<br />

da vicino gli interventi di Schütz. Anche se fu la prima versione a<br />

circolare in Francia, essa venne rimpiazzata da quella curata da<br />

Laforgue, riconosciuta più attendibile e curata. (Rives Childs, A<br />

Clue to the Mystery of Casanova’s Memoirs, in The Papers of the<br />

Bibliographical Society of America, Volume 46 (1952), pp. 288-<br />

290). Rives Childs, Casanoviana, pp. 128-130, no. 2.<br />

32) (Milano) CASTIGLIONE, MATTEO - De origine rebus gestis<br />

ac privilegiis Gentis Castillioneae ... Commentaria.<br />

Mediolani, Officina Typographica. Pacifici Pontii, 1595.<br />

4to (cm 21), bella legatura di dono del sec. XVII con impresse<br />

al centro dei piatti le armi della stessa famiglia Castiglione entro<br />

cornice dorata, motivi fitomorfi agli angoli, dorso a 5 nervi con<br />

tassello rosso, titoli in oro, nei <strong>com</strong>parti torre, leoni e giglio dello<br />

stemma, tagli rossi. Risguardo anter. e prime 3 cc. con segni di tarlo<br />

(senza perdite), l’ultima carta di indice con ampia mancanza al<br />

centro, il testo supplito manoscritto da antica mano, nel <strong>com</strong>plesso<br />

genuino esemplare. Al frontespizio stemma xilografico con armi<br />

Castiglione, capilettera, pp. (4), 136, (4).<br />

Prima edizione di questa genealogia dei Castiglioni, nobile famiglia<br />

milanese che viene fatta discendere da Ilioneo, mitico guerriero<br />

troiano <strong>com</strong>pagno di Enea che avrebbe fondato tra Piemonte<br />

e Lombardia una città chiamata Castilionum, “quasi castrum<br />

Ilionei” (cioè ‘fortezza di Ilioneo’). Tra i membri della famiglia<br />

13<br />

31<br />

32


è ovviamente annoverato il celebre Baldasar Castiglione, autore del “Cortegiano”, <strong>com</strong>e peraltro anche una mano antica<br />

ha voluto annotare nel margine della pagina. Raro, non in Adams ne in BMC STC; G. Bologna, Le Cinquec. Lombarde della<br />

Trivulziana I, n. 124.<br />

33) CHAULIAC, GUY DE - Collectorio de la cirogia <strong>com</strong>posto per el clarissimo doctore maistro Guidone de Gauliaco:<br />

distincto in tractati, capituli, e rubrice, cum la sua tauola nouamente azonta e ben ordinata.<br />

(In fine:) Impressa in la inclita cita de Venexia, per Donino Pincio, 1505.<br />

Folio (cm 32), leg. ottocentesca fatta con antica pergamena, tit. al dorso. All’interno genuino esemplare ben conservato (non<br />

lavato) e con buoni margini, segni di uso e di dita, le prime 3 carte hanno visibili segni d’uso all’angolo inferiore destro, le<br />

ultime 5/6 carte con una lieve macchia bruna all’angolo superiore, e segni d’uso all’angolo inferiore, e note manoscritte sull’ultima<br />

carta bianca. Carte num. rom. CLV, (5 nn. di cui l’ultima è bianca originale, conservata), testo in carattere romano su<br />

2 colonne, capilettera xilografici.<br />

Rarissima edizione in volgare, la prima edita nel secolo XVI, preceduta solo dalle edizioni incunabole del 1480 e 1493. Il<br />

medico francese Guy de Chauliac (n. fine sec. XIII-1368), ritenuto uno dei grandi maestri della chirurgia, studiò a Parigi e<br />

Bologna, divenendo in seguito archiatra pontificio di Clemente VI ad Avignone. Durante la Grande Peste ottenne dal papa<br />

di poter praticare l’esame autoptico dei cadaveri, per cercare di fornire una spiegazione all’epidemia. Il suo trattato di chirurgia<br />

è anche uno studio di anatomia, conoscenza ritenuta indispensabile per localizzare la malattia. Descrisse con accuratezza<br />

l’ernia e parlò anche di idrocele e varicocele. Garrison-Morton: “The most eminent surgeon of his time; his authority<br />

remained for some 200 years … He distinguished the various kinds of hernia from varicocele, hydrocele, and sacrocele, and<br />

described an operation for the radical cure of hernia. Chauliac discussed the anatomy of the teeth and their eruption. He also<br />

listed the maladies to which the teeth are subject, and their cures, including hygienic rules which for the most part remain true<br />

today, He described the double-lever pelican and its method of use, he also records how surgeons were using botanic methods<br />

to prevent their patients from feeling pain during operations” [...] it is the greatest surgical text of the time”.<br />

Iccu Edit16 CNCE 10999, censite solo 8 copie nelle biblioteche nazionali (di cui 2 s<strong>com</strong>plete), il KVK (online Karlsruhe Katalog)<br />

non ha reperito nessuna copia in tutte le principali biblioteche in Europa e in USA (solo 3/4 copie in tutto della edizione<br />

in volgare del 1521, citata da Durling alla NLM in Maryland, USA). Nessuna copia venduta all’asta negli ultimi 25 anni.<br />

34) CHOISY, AUGUSTE - L’Art de Batir chez les Romains. Paris, Ducher, 1873. (Insieme a, dello stesso Aut.:) L’Art de<br />

bâtir chez les Byzantins. Paris, Société Anonyme de Publications périodiques, 1883.<br />

Folio (cm 40), solida legatura coeva in mezza pelle marrone a larga fascia, con angoli, dorso a nervi con titoli in oro su doppio<br />

tassello in marocchino verde, bell’esemplare marginoso, ottimamente conservato. Romains: pp. (6), 216, (8), con 24 tavv. incise<br />

f.t. Byzantins: pp. (4), 187, (9 di cui 3 bb.), e 25 tavole f.t. in fine.<br />

Prima edizione di queste importanti opere di architettura, esempio del dibattito metodologico alla fine dell’Ottocento in<br />

Francia, che contengono una dettagliata analisi dei metodi costruttivi<br />

presso i romani (molto importanti le osservazioni sul modo di edificare<br />

le cupole) e i bizantini. Le tavole sono in prospettiva isometrica,<br />

finemente dettagliate e “unrivalled for visual excitement by any purely<br />

pictorial use of perspective in the second half of the century” (Kemp,<br />

The Science of Art). L’A. dice nell’introduzione: “Les édifices de l’antiquité<br />

ont été bien des fois décrits au point de vue de l’architecture,<br />

mais les détails de leur construction sont encore très-vaguement<br />

connus”. Auguste Choisy studiò in Francia, ma si perfezionò prima<br />

in Grecia (dove studiò dal vivo le antiche architetture) e poi in Italia,<br />

dove frequentò l’Accademia francese di Roma.<br />

35<br />

35) CICOGNA STROZZI - Del palagio degli incanti, et delle gran<br />

meraviglie de gli spiriti, & di tutta la natura loro ...<br />

In Brescia appresso il Bozzola, 1605.<br />

8vo (cm 16), pergamena coeva con titolo manoscr. al dorso, genuino<br />

esemplare (qq. lieve macchietta, legg. bruniture qua e la). Pp. (40),<br />

623, 1 b. Edizione contemporanea alle altre di Vicenza (la 1°) e Brescia,<br />

edite da R. Meietti, G. Greco, P.M. Marchetti, recante la stessa<br />

dedica al Doge Marino Grimani ed al consiglio dei Dieci. Benché<br />

l’opera avesse ottenuto l’approvazione preventiva alla stampa da<br />

parte dell’Inquisizione - definendola dilettevole “per vaga et varia<br />

lettione et non meno ferma che recondita dottrina” -, fu successivamente<br />

condannata dalla Congregazione dell’Indice nel 1623. L’Aut.<br />

nacque a Vicenza dai nobili Francesco di Dionigi e Isotta Bissari nel<br />

1568. Laureatosi in legge all’Università di Padova, fu poi nominato<br />

Nunzio di Vicenza a Venezia, dove morì nel 1613. Il ‘Palagio degli<br />

Incanti’ è la sua opera principale, e si può definire la Summa delle<br />

14


credenze occultistiche non solo per l’età antica, ma anche per i riferimenti al territorio vicentino; ebbe una diffusione notevole<br />

anche all’estero per merito della traduzione latina <strong>com</strong>piuta dal tedesco Caspar Ens, nel 1606. Faggin pp. 127/8; Caillet I,<br />

2374; Spini, Le edizione bresciane del Seicento, p. 21 n. 89; Michel-Michel II, 98.<br />

36) COLOMBONI, ANGELO MARIA - Prattica gnomonica, o vero tavole, con le quali ciascuno agevolmente può far da<br />

se gli horologi da sole orizontali, verticali, e riflessi di qualsivoglia grandezza. Calcolate a grado per grado di declinazione<br />

murale per sei altezze di polo, cioè da gradi 40. sino a 45. In Bologna per gli eredi di Domenico Barbieri, 1669.<br />

4to (cm 21.5), cartone rustico originale, titolo manoscritto al dorso, genuino esemplare. Pp. (8), 660 con fig. xilografiche n.t,<br />

da pp. 83 fino alla fine sono le tavole numeriche per il calcolo dell’altezza del Polo.<br />

Prima edizione di uno dei più diffusi trattati di gnomonica del Seicento. Le tavole con le indicazioni per varie latitudini e<br />

declinazioni di parete consentono di costruire orologi solari in qualsiasi punto.<br />

Riccardi I/1°, col. 358: “Uno dei più estesi trattati per la più facile costruzione degli orologi solari”. Catal. Vinciana n. 1645.<br />

37) CORBELLI, LUIGI - Intagli e dichiarazioni<br />

di apparati di carri trionfali fatti in Reggio<br />

nel maggio dell’anno 1842 per le nozze delle<br />

Altezze Reali l’Arcid. Francesco Ferdinando<br />

principe ereditario in Modena e la Principessa<br />

Adelgonda di Baviera.<br />

Reggio, coi tipi Torreggiani e <strong>com</strong>pagno, 1842.<br />

Folio oblungo atl. (cm 31 x 44), tela coeva con<br />

titolo a stampa su etichetta in carta applicata al<br />

piatto anteriore, dorso abilmente rifatto in pelle<br />

in stile del tempo, all’interno ben conservato (qq.<br />

lieve fiorit.). Front. con titolo entro cornicetta tipogr.<br />

(gli Aut. si ricavano dalla lettera dedicatoria<br />

e dalla pref.), cc. 36 + 31 belle tavole incise in<br />

rame (2 ripieg.).<br />

Prima edizione di questo bel raro libro di feste<br />

pubblicato in occasione delle nozze di France-<br />

37<br />

sco V d’Este, principe ereditario di Modena, e<br />

Adelgonda Augusta Carolina di Baviera. Il matrimonio<br />

era stato celebrato nel marzo del 1842. Ad aprile i due sposi si erano trasferiti a Modena, e a maggio la città festeggiò<br />

l’evento con grandi sfilate notturne e diurne di carri allegorici, allestendo scenografie pubbliche e abbellendo i palazzi:<br />

“Gli apparati e i carri notturni pertanto apparirono la sera del<br />

12 maggio lungo la strada maestra da Sanpietro a Santostefano e<br />

lungo la piazza Adelgonda fino alla fiera; e quella festa fu nominata<br />

de’ moccoli o delle lanterne”. Ogni carro allegorico è inciso<br />

a piena pagina sulla destra, mentre sulla sinistra vi è il testo con<br />

la descrizione. Tra i carri che parteciparono alla sfilata vi erano<br />

quello del Comune di Reggio e limitrofi, quello della <strong>com</strong>unità<br />

ebrea e anche uno personale dello stesso autore del volume, il<br />

Corbelli, raffigurante un drago. Diviso in due sezioni, carri notturni<br />

e diurni, illustra i temi della sfilata, che vanno da quelli<br />

allegorico-stagionali, a quelli mitologici e ironici. Sono illustrati<br />

anche gli addobbi di alcuni importanti palazzi che per l’occasione<br />

avevano ornato le proprie facciate. Raro.<br />

38) CREMONINI, CESARE - Caesaris Cremonini Centensis in<br />

schola Patauina philosophi primae sedis, Disputatio de coelo<br />

in tres partes diuisa, De natura coeli. De motu coeli. De motoribus<br />

coeli abstractis. Adiecta est Apologia dictorum Aristotelis<br />

De via lactea. De facie in orbe lunae.<br />

Venetijs, apud Thomam Balionum, 1613.<br />

4to (cm 22), pergamena floscia originale, qq. lieviss. brunitura,<br />

bell’esemplare genuino. Due parti in un volume, ciascuna con<br />

frontespizio, pp. (36), 397, (3 di cui 2 bb.); 86, (10 di cui 1 b.ca).<br />

Prima e unica edizione di questa rara opera del Cremonini, filosofo<br />

e scienziato attivo tra il Cinquecento e il Seicento. Amico di<br />

Galileo, Cremonini operava nel contesto culturale della Padova<br />

di fine secolo, nel passaggio dall’aristotelismo tradizionale alla<br />

15<br />

38


40<br />

41<br />

nuova scienza astronomica ispirata dalle scoperte galileiane. Il<br />

suo trattato sul cielo e la via lattea - scritto in difesa di Aristotele<br />

e con oggettivo spirito scientifico, in contrapposizione alle<br />

credenze degli astrologi - fu condannato dalla Chiesa, che lo<br />

sospettava di eresia per le sue posizioni materialistiche e per la<br />

negazione dell’anima. Cat. Vinciana n. 1546, Riccardi Suppl.<br />

II, 119.<br />

39) CRESCENZI, PIETRO - Pietro Crescentio tradotto nuovamente<br />

per M. Francesco Sansovino nel quale si trattano le<br />

Cose della Villa con le figure delle Herbe poste nel fine. Con<br />

un Vocabolario delle voci difficili che sono in quest’opera, &<br />

con i disegni de gli stromenti co’ quali si coltiva & si lavora la<br />

terra. In Venetia, Appresso Francesco Rampazzetto, 1564.<br />

8vo (cm 15), mezza pergamena fine ottocento con titolo ms. al<br />

dorso, aloni (non gravi) diffusi, macchiette al marg. super., es.<br />

ancora in discreto stato. Piccola marca al front., testo corsivo,<br />

cc. (8), 479 (la c. num. 1 per errore dopo la 7, ma <strong>com</strong>pleto), e<br />

1 c. bianca originale in fine; nel testo 22 xilografie a piena pagina<br />

raffiguranti piante, frutti e strumenti per il giardino. Seconda<br />

edizione accresciuta (prima 1561) della traduzione in italiano di<br />

Francesco Sansovino dei ‘Ruralium <strong>com</strong>modorum libri XII’ del<br />

celebre giurista bolognese Pietro (o Pier) Crescenzi, considerato<br />

il maggior agronomo del medioevo in ambito europeo. Diviso<br />

in 12 libri, tratta della vita rurale, della natura delle piante,<br />

della coltura dei campi, di viti, orti ed erbe, di prati e boschi,<br />

dei giardini, degli animali, della caccia. Suggerisce inoltre una<br />

perfetta agenda del contadino, indicando i lavori agricoli da<br />

eseguire mese per mese nel corso dell’anno. Un capitolo di questo<br />

trattato è interamente dedicato al vino e alla sua produzione.<br />

Composto in latino intorno al 1304, venne tradotto in volgare<br />

per la prima volta pochi anni dopo la morte del suo autore, e la<br />

prima edizione incunabola è del 1471 (Augsburg, Johann Schüssler).<br />

BMC STC It. p. 203; non in Adams; Oberlé Fastes 604;<br />

Simon Gastron. 414; Simon Bacchica II, 166; Westbury P. 61 n.<br />

13; Bitting 105-107.<br />

40) CRESCENZI, PIETRO - Corona della nobiltà d’Italia,<br />

overo <strong>com</strong>pendio dell’istorie delle famiglie illustri [...] Parte<br />

prima [-seconda].<br />

In Bologna, per Nicolò Tebaldini, 1639-1642.<br />

4to (cm 20.5), 2 voll. in attraente leg. coeva in pelle color nocciola,<br />

dorso a 5 nervi con s<strong>com</strong>parti interamente decorati in oro,<br />

con titoli; risguardi in carta decorata, tagli rossi, bell’esemplare<br />

da collezione (alc. lievi fiorit. qq. macchia marginale nella seconda<br />

metà del primo vol.). Bel frontespizio inciso (dal Coriolano)<br />

e marca tipografica al colophon di entrambe i volumi. Pp.<br />

(8), 788, (20); (8), 756, (32 di cui 3 bb.).<br />

Prima edizione di questo raro trattato di genealogia nobiliare,<br />

che ricostruisce la storia delle principali famiglie illustri d’Italia.<br />

Ricchi indici alfabetici guidano nel ritrovamento del nome<br />

delle varie famiglie. Non in Catal. Vinciana.<br />

41) CRUVEILHIER, JEAN - Anatomia patologica del corpo<br />

umano, o descrizioni con figure in litografia colorate delle<br />

diverse alterazioni … prima versione italiana del dott. Pietro<br />

Bianchelli. (Unito.) Atlante generale della anatomia …<br />

Firenze, V. Batelli, 1837-1843.<br />

8vo (4 voll. di testo, cm 22) e in folio (4 voll. dell’atlante, cm<br />

45), tutti rilegati in bellissima pergamena marmorizzata, dorsi<br />

decorati con fregi in oro e doppi tasselli bicolori. Testo: pp. XX,<br />

16


20, 523, (5 di cui 3 bb.); 574; 623, 1 b.ca; 706, V, 3 bb., II, 1 b., VI, 2 bb., V, 1 b. Atlante: pp. 59 + 233 tavole di splendide<br />

litografie, la maggior parte a colori. Prima edizione italiana dell’atlante medico-patologico di Cruveilhier, considerato uno dei<br />

più importanti e belli di sempre nel suo genere. Cruveilhier fu anatomista e patologo francese (Limoges 1791-Sussac 1874).<br />

Allievo di G. Dupuytren, nel 1836 occupò la prima cattedra di anatomia patologica istituita all’Università di Parigi. A lui<br />

si deve la prima descrizione dei quadri patologici relativi all’ulcera gastrica, alla stenosi ipertrofica del piloro, all’atrofia<br />

muscolare progressiva e alla sclerosi disseminata. L’atlante inoltre “contains remarkable plates on several views of a cerebellopontine<br />

angle tumor and a falx meningoma, as well a splendid example of spinal cord pathology” (Garrison-McHenry, p.<br />

255). Garrison-Morton 2286 per la 1° ed. (Paris 1829-1842).<br />

42) DANTE ALIGHIERI - La<br />

Divina Commedia novamente<br />

corretta, spiegata e difesa<br />

da F.B.L.M.C. Roma, appresso<br />

Antonio Fulgoni, 1791.<br />

4to (cm 26), 3 volumi in bella<br />

legatura (datata 1813) in pelle<br />

maculata, piatti inquadrati da<br />

sottile cornice dorata con supralibros<br />

“Ex legato avunculi<br />

Clementis Damiano Prioka<br />

MDCCC XIII”, dorsi ornati<br />

in oro con doppio tassello in<br />

marocchino rosso, affascinante<br />

set da collezione custodito entro<br />

custodie originali in cartone<br />

ricoperto da carta decorata,<br />

con titoli ms. su etichette. Tagli<br />

spruzzati, risguardi orig. in<br />

carta pointillè azzurra, nastrini<br />

segna pagine in seta azzurra,<br />

ex libris “Meana-Clavesana”<br />

appl. all’int. dei piatti. Frontespizi<br />

incisi in rame col ritratto<br />

di Dante di profilo e a fig. intera<br />

insieme alla raffig. allegorica<br />

dell’ Inferno, 3 tavole (una<br />

all’inizio del testo di ogni vol.)<br />

con raffiguraz. della struttura<br />

42<br />

di Inferno, Purgatorio e Paradiso secondo la descrizione dantesca. Pp. (2), XXVIII, 502; (2), 523, (1); (2), XII, 41, (1). Alcune<br />

righe di errata aggiunte ms. in fine al vol. I. Magnifico set di questa edizione curata dal francescano (Min. Conv.) Baldassarre<br />

Lombardi (a cui allude l’acronimo posto nel titolo), definita “rara e magnifica” da Mambelli, e che contiene in fondo a ciascun<br />

volume l’elenco delle varianti testuali; secondo Mambelli fra Lombardi si servì dell’edizione incunabola del 1478 per approntare<br />

la presente impressione, “la prima stampata a Roma dell’intero testo”. Mambelli 78; Gamba 397.<br />

43) DANTE ALIGHIERI - La Divina Commedia, con tavole in rame.<br />

Firenze, nella tip. all’insegna dell’Ancora, 1817-1819.<br />

Folio atlantico (cm 50 x33), 4 volumi in mezza pergamena coeva con angoli, doppi tasselli ai dorsi, piatti ricoperti da carta<br />

marmorizzata. Bel set con i volumi molto ben conservati, e in barbe (qq. lieve fioritura). Vol. I (Inferno): pp.nn. 6 (front.<br />

con ritr. di Dante e Dedica a Ant. Canova), pp.num.208, con 44 incisioni all’acquaforte f.t.; vol. II (Purgatorio): pp. nn.2<br />

(front. con ritr. di Dante), pp.num.210, con 40 inc. all’acquaf. f.t.; vol.III (Paradiso): pp.nn.2 (front. con ritr. di Dante),<br />

pp.num.206, con 41 inc. all’acquaforte f.t.; Vol.IV (Vita di Dante): Pp. (4 con ritr. inc. di Dante aggiunto), XI, 1 b., pp.num.<br />

251. Imponente edizione <strong>com</strong>pl. adorna di 125 belle tavole di gusto neoclassico, di influenza Sabatelliana, incise in rame<br />

da Giov. Massetti, Giov. Lapi, Innoc. Migliavacca, Lasinio Figlio e V. Benucci, da soggetti di Luigi Ademollo e Francesco<br />

Nenci. Mambelli, 113: “Questa magnifica edizione ... stampata in ristretto numero d’esemplari, fu curata sul testo degli<br />

Accademici da Antonio Renzi, Gaetano Marini, Gaetano Muzzi, che la dedicarono al Canova ... I disegni di questa Opera<br />

servirono ad alcune <strong>com</strong>posizioni di Paolo de la Roche. Al III volume (sic IV) è aggiunto un discorso sulle Teologiche<br />

dottrine di Dante attorno al Limbo, scritto dal conte Giovan Francesco Nepione. Il IV volume contiene la Vita scritta da<br />

Leonardo Aretino e le annotazioni alle tre Cantiche, tratte da diversi codici, da un anonimo (Abate Renzi). Il De Batines<br />

giudicò questa edizione veramente magnifica per la bellezza e splendidezza del lavoro tipografico e per la eccellenza dei<br />

disegni che contiene”. De Batines I, 141; Olschki Dantesca n. 87; Racc. Mackenzie p. 70; Manna I, 21; Graesse II, 331;<br />

Gamba, 402; Cicognara, 1089.<br />

17


44 45<br />

44) (Bodoni) DE ROSSI, GIOVANNI GHERARDO - Scherzi poetici e pittorici.<br />

(In fine, colophon:) Parma, co’ tipi Bodoniani, 1795.<br />

4to (cm 31), leg. coeva in mezzo marocchino rosso con filetti, titolo e monogramma ducale (Maria Luigia d’Austria ?) al dorso,<br />

pulito esemplare pressoché con barbe, in carta greve (cuffia infer. lievem. restaur.). Frontespizio inciso, 40 tavole e 53 carte<br />

di testo (manca forse l’ultima bianca dopo il colophon). Uno dei più graziosi libri impressi da Bodoni, con le belle tavole a<br />

carattere mitologico, abilmente incise in rame da Texeira, qui impresse in bianco e nero; il nostro esemplare risulta quindi una<br />

variante rispetto alle altre edizioni citate da Brooks (nn 599-600 con le tavole colorate all’etrusca in o in rosso pallido) anche<br />

se De Lama cita questa tiratura. Dedica a stampa ad Alessandro de Souza e Holstein. De Lama II, 107: “Si trovano degli<br />

esemplari coi 41 rami neri; altri coi medesimi coloriti all’etrusca; altri coi rami stampati in rosso pallido entro un arabesco<br />

nero”. Brooks, 599.<br />

45) DIDEROT DENIS, D’ALEMBERT, JEAN - Recueil de planches, sur les sciences, les arts liberaux, et les arts méchaniques,<br />

avec leur explication … [dall’Encyclopedie]. Onzieme et derniere volume. Paris, chez Briasson, 1772.<br />

Folio (cm 40), legatura originale in pelle maculata con dorso a nervi decorato in oro (cerniere restaurate, aggiunto un tassello),<br />

tagli rossi, risguardi originali in carta decorata, buon esemplare.<br />

Prima edizione dell’ultimo volume di tavole della Encyclopedie di Diderot e D’Alembert, contenente le illustrazioni di supplemento<br />

all’opera, di particolare interesse il presente volume dedicato ai tessuti ed alla seteria: Tisserand (8 tav,), Passementier<br />

(29 tav.), Marli (8 tav.), Gazier (4 tav.), Rubanier (10 tav.), Soierie (135 tav.), per un totale di di 52 pp. di testo e ben 194 tavole<br />

incise (di cui 45 doppie, che porta al totale di 239 citato nel frontespizio).<br />

46) DOGEN, MATTHIAS - Architectura militaris moderna. Varijs historijs, tam veteribus quam novis confirmata [...].<br />

Amsterdam, Louys Elzevier, 1647.<br />

Folio (cm 31), solida legatura coeva in pergamena floscia olandese con unghie, titolo manoscritto e nervetti passanti alle cerniere,<br />

genuino esemplare fresco e ben conservato. Bel frontespizio figurato inciso in rame, pp. (8 <strong>com</strong>pr. front.), 504, (24) con<br />

70 tavole incise in rame f.t. e ripiegate.<br />

Prima edizione di questo trattato di fortificazione, poi riedito l’anno successivo anche in lingua francese. Willems, Les Elzeviers,<br />

n. 1047; non in Cockle; Marini p. 94: “Dogen ha seguito il sistema di Marolois e di Freytag [...]. Il pregio della sua<br />

opera consiste nelle interessanti erudizioni storiche, ed esempj de’ quali viene corredata, e nella soluzione di diversi problemi<br />

geometrici diretti a calcolare la solidità delle varie opere di fortificazione, al fine di conoscere la spesa, quando s’intraprende<br />

la costruzione di una fortezza [...]”.<br />

47) ERASMUS, DESIDERIUS (1469-1536) - [Adagia] ex quarta autoris recognitione. Basel, Froben, 1520.<br />

Folio (cm 31), pregevole legatura seicentesca in pelle <strong>com</strong>pletamente decorata in oro ai piatti con cascata di gigli di Francia,<br />

ed armi al centro dei piatti del “Collegium Grassinensis” con motto “Lilium inter spinas”; monogramma in oro “PS” (Pierre<br />

Sequier ?) ripetuto agli angoli dei piatti, dorso a 5 nervi con s<strong>com</strong>parti decorati e tit. in oro, tagli dorati, esemplare ben conservato.<br />

Bellissimo frontespizio xilografico di Urs Graf contenente i ritratti di 21 poeti celebri dell’antichità, grande marca tip.<br />

alla fine, pp. (52), 791, (1).<br />

Quarta edizione degli “Adagia”, pubblicati per la prima volta a Parigi nel 1500, e poi consacrati nella celebre ‘princeps’ aldina<br />

del 1508. La raccolta di proverbi antichi contenuta nella prima edizione era solo una minima parte di quelli assemblati in<br />

18


seguito da Erasmo, che si era posto <strong>com</strong>e modello le ‘Notti attiche’<br />

di Aulo Gellio. Gli “Adagia”, con le loro continue amplificazioni,<br />

correzioni e riedizioni divennero la più monumentale e più influente<br />

raccolta di proverbi circolante in Europa, su cui l’autore tornò fino<br />

alla vecchiaia, riorganizzando, ristampando, abbreviando, traducendo<br />

e modificando le varie versioni. Nel 1515 esce a Ginevra,<br />

presso Froben, la terza edizione, che propone una nuova riflessione<br />

sulla morale e sulle applicazioni sociali di queste sentenze. Da qui<br />

in avanti, tutte le edizioni successive avrebbero incluso altri nuovi<br />

proverbi, fino al numero definitivo fissato dall’edizione del 1536.<br />

Adams E-431. VD16 E-1936.<br />

48) ERCKER, LAZARUS - Aula Subterranea Domina dominantium<br />

Subdita subditorum [...]. Oder Gründliche Beschreibung<br />

der jenigen Sachen, so in der Tieffe der Erden wachsen, als aller<br />

Ertzen der Königlichen und gemeinen Metallen, auch fürnehmster<br />

Mineralien [...]. [con:] Interpres Phraseologiae Metallurgicae<br />

... Frankfurt Am Mayn, Johann David Jung, 1736.<br />

Folio (cm 34), leg. originale in pelle marezzata con al centro dei<br />

piatti impresse in oro le armi dell’Elettore di Baviera Karl Theodor<br />

von der Pfalz (1724-99), ed all’interno del piatto anter. sup. ex libris<br />

“J.A. Freilich” (la più prestigiosa raccolta privata di mineralogia<br />

passata sul mercato negli ultimi anni, venduta all’asta a New York<br />

da Sothebys nel 2001); risguardi orig. in carta decorata, tagli rossi,<br />

bell’esemplare da collezione nitido e pulito, senza le consuete forti<br />

bruniture della maggior parte delle copie. Bella antiporta incisa in<br />

rame, front. in rosso e nero, due parti in un vol.: pp. (12), 208, (4);<br />

36, con 44 xilografie n.t. raffiguranti operazioni e strumenti di metallurgia;<br />

vv. capilettera e decor. tipogr.<br />

Settima e definitiva edizione di questo trattato ritenuto il primo manuale<br />

di chimica analitica e metallurgica, nonché uno dei primi libri<br />

- insieme a Kircher e all’Agricola - sugli scavi minerari e la<br />

geologia. Ercker (ca. 1530-1594) frequentò personalmente zone di<br />

miniere <strong>com</strong>e Dresda, Goslar in Tirolo, Praga e altre, acquistando<br />

nell’arco di un ventennio grandi conoscenze pratiche. L’“Aula<br />

subterranea” è certamente la sua opera più importante e offre una<br />

rassegna sistematica dei metodi di analisi dei minerali di argento,<br />

oro, antimonio, mercurio, bismuto ecc. Inoltre, spiega <strong>com</strong>e estrarre<br />

e raffinare tali metalli, e <strong>com</strong>e ottenere acidi, sali e altri <strong>com</strong>ponenti.<br />

L’ultimo capitolo è interamente dedicato al salnitro. Ercker descrive<br />

poi le procedure e le attrezzature di laboratorio, insegna a costruire<br />

le fornaci e ad assestare le bilance e la maniera di utilizzarle. Il modello<br />

di riferimento è ovviamente il “De re metallica” dell’Agricola,<br />

anche se possiede propri tratti di originalità dovuti al fatto che l’autore<br />

inserisce in maniera preminente procedure che egli stesso avevo<br />

sperimentato. Ercker era un empirico, ostile all’alchimia (si rifiutò<br />

sempre di utilizzarne la simbologia, ad es.). Duveen 195; Ferguson<br />

1:244; Ward & Carozzi 754; non in Hoover; Geldner, Bucheinbande<br />

aus 11. Jahrhunderten, plate XCVI (legatura).<br />

49) (Incunabolo) EUSEBIUS CAESARIENSIS - De evangelica<br />

praeparatione. (Trad. Georgius Trapezuntius, Editor: Hieronymus<br />

Bononius). Venezia, Bartholomaeus de Zanis (per Ottaviano<br />

Scoto), 3 novembre 1498.<br />

Folio (cm 32.5), attraente legatura coeva in mezza pelle di scrofa su<br />

assi di legno (cerniera del piatto superiore restaurata), con fermagli<br />

metallici orig. ai piatti (mancano <strong>com</strong>e spesso i gancetti). Fresco<br />

e pulito esemplare all’interno, con bei margini ed alcune postille<br />

marginali. Car. romano, 62 linee, bei capilettera xilografici. Come<br />

riportato da ISTC, l’edizione uscì originariamente con la presente<br />

data ma successivamente essa venne mutata in 10 novembre 1500,<br />

19<br />

47<br />

48


49<br />

sicché questo è uno dei rarissimi esemplari esistenti con la data originale,<br />

di cui ISTC non dà separata menzione nel census. Anche Hain riporta la<br />

data del 1500, evidentemente senza aver visto alcun esemplare <strong>com</strong>e il<br />

nostro. Goff E-123; Hain/Cop. 6707*; Pellechet 4646; Polain, Belgique<br />

1434; IBE 2346; IGI 3759, 3760; Voulliéme, Berlin 4211,5; BMC V 435;<br />

BSB-Ink E-119; GW 9445.<br />

50) FALLOPPIO, GABRIELE - La chirurgia [...] tradotta dalla sua latina<br />

nella lingua volgare [...] per Gio. Pietro Maffei, Chirurgo trivisano.<br />

In Venezia, appresso Vincenzo Somasco, 1620.<br />

4to (cm 23), pergamena antica rimontata, dorso con tassello e fr. oro, buon<br />

esemplare (lieve alone al margine infer., qq. tarlo restaurato, senza danni).<br />

Titolo bicolore con marca tipografica, testo in car. corsivo, cc. (8), 431, (1<br />

b.ca); il retro dell’ult. p. di testo, la carta bianca in fine ed i fogli di guardia<br />

fittamente annotati in grafia d’epoca con appunti di interesse medico.<br />

Terza edizione della traduzione del gesuita bergamasco Giovan Pietro<br />

Maffei, affatto <strong>com</strong>une, le preced. apparse nel 1602 e 1603. Gabriele Falloppio<br />

(1523-1562) insegnò chirurgia, anatomia e fisica dei ‘semplici’ a<br />

Padova a partire dal 1551. In vita pubblicò una sola opera, le “Observationes<br />

anatomicae” (Venezia, 1561), oggi note soprattutto per la prima<br />

descrizione delle tube uterine, conosciute da allora con il nome dello scopritore.<br />

Non in Krivatsy (solo l’ed. 1603).<br />

20<br />

51<br />

52<br />

51) FERRARIO, GIULIO - Monumenti sacri e<br />

profani dell’imperiale e reale basilica di Sant’Ambrogio<br />

di Milano.<br />

Milano (Dalla tipographia dell’autore), 1824.<br />

Folio (cm 39), cartone marmorizzato coevo con<br />

tassello rosso al dorso, freschissimo esemplare,<br />

pressoché intonso. Pp. (8), 224, magnificamente<br />

illustrato con 31 tavole all’acquatinta (quasi tutte<br />

a colori), di cui alcune sono finemente rifinite a<br />

mano. Bella vedutina all’acquatinta di S. Ambrogio<br />

colorata a mano al front.<br />

Prima e sola edizione di questo testo interamente<br />

dedicato alla basilica medievale di Sant’Ambrogio<br />

a Milano, finemente illustrata con acquatinte<br />

dei più importanti incisori milanesi, tra cui il celebre<br />

scenografo teatrale Alessandro Sanquirico<br />

(1774-1849). Molto bella la prospettiva della<br />

navata, in chiaroscuro tipicamente romantico, e<br />

due viste esterne (stampate a due colori, blu e<br />

nero) del chiostro e del presbiterio su disegno di<br />

Bramante. Altre tavole ritraggono le antichità e i<br />

rilievi alto-medievali, il pulpito, l’altare maggiore,<br />

i sarcofagi, i mosaici e altri tesori ed elementi<br />

architettonici, insieme ad alzati e varie porzioni<br />

della fabbrica. Ferrario è maggiormente noto<br />

per la sua celebre opera sui costumi (Milano,<br />

1817-1827), stampata in copie normali e di lusso<br />

colorate a mano (anche la presente op. fu pubblicata<br />

con gli stessi criteri).<br />

52) FERRERIO PIETRO (1600-1654), FALDA,<br />

G. BATTISTA (1648-1678) - Palazzi di Roma<br />

de più celebri architetti disegnati da Pietro<br />

Ferrerio pittore et architett. (Segue:) Nuovi disegni<br />

dell’architetture, e piante de’ palazzi di<br />

Roma disegnati, et intagliati da Gio. Battista<br />

Falda dati in luce da Gio. Gia<strong>com</strong>o de Rossi in<br />

Roma alla Pace (...) s. d. (ma 1660 ca.)


Folio oblungo (cm 35 x 47), due parti in un vol., leg. inglese in mezzo marocchino bordeaux con angoli, dorso decorato in oro,<br />

tagli dorati, risguardi in carta decorata, ex-libris ‘John Waldie’. Pulito esemplare in ottimo stato. Complessivamente 105 tavole<br />

<strong>com</strong>presi i due frontespizi incisi (numer. progress. 44 + 61).<br />

Prima edizione di questo splendido testo sulle architetture romane, con incisioni di Ferrerio e Falda che ritraggono palazzi di<br />

Michelangelo, Bernini, Borromini, Maderno, Bramante, Mazzoni, Giulio Romano, Ammannati e altri. Cicognara 3719; Berlin<br />

Kat. 2665; Olschki Choix 16931; Fowler 120.<br />

53) FINELLA, FILIPPO - De planetaria naturali phisonomia. Neapoli, Typis Iacobi Gaffari, 1649.<br />

4to (cm 22.5), bella legatura coeva (forse di dedica) in pergamena floscia con armi ducali impresse in oro su ambedue i piatti,<br />

piatti inquadr. da cornice dorata e ferri angolari, tagli dorati. Lieviss. alone, qq. leggera brunit. per la qual. della carta, esemplare<br />

puro. Ritratto xilogr. dell’A. al verso della 4ta carta prelim., pp. (8), 254, (2).<br />

Prima edizione latina dell’opera del Finella (Napoli, 1584-1649) stampata l’anno precedente. Raro trattato di fisionomia naturale<br />

e astrologia occultistica di uno dei massimi scrittori dell’epoca sull’argomento. Descrive 34 parti o proprietà del corpo<br />

umano, inclusi il naso, gli occhi, la bocca, la voce ecc., e ne descrive le differenze nonché la qualità specifica che ognuno di<br />

questi elementi apporta alla personalità. Il cap. XIX, intitolato “De manibus”, è di interesse chiromantico. Dedica a Indico<br />

Velez de Guevara e Tassis, grande di Spagna; e <strong>com</strong>e tutte le opere scientifiche del Seicento stampate a Napoli è poco <strong>com</strong>une.<br />

Non in Caillet; BMC STC XVIIth, p. 343; Catal. Vinciana n. 2128; Bibl. Magica Casanatense, 458; Riccardi, I, 459-460;<br />

Thorndike, VIII, 457-460; Cantamessa 1515.<br />

54) FORESTANI, LORENZO - Pratica d’arithmetica, e geometria [...] di nuovo ristampata, e con somma diligenza ricorretta.<br />

Siena, Stamperia del Pubblico, 1682.<br />

In 4to (cm 22), leg. ottocentesca in m. pergamena con tassello al dorso, bell’esemplare in barbe. Pp. (12 nn. di cui 2 bb.), 551,<br />

(1), con una grande marca tipogr. al verso dell’ultima carta, e nel testo molte figure geometriche, esempi di calcolo, e figg.<br />

concernenti la rilevazione delle distanze. Seconda ediz. corretta. L’opera è divisa in sette libri, e l’aritmetica occupa i primi<br />

cinque, con numerosi capitoli di interesse economico/ragioneristico, legati al calcolo degli interessi dei cambi, in cui l’A.<br />

espone alcuni errori attribuiti al Pacioli ed ad altri celebri autori; il sesto libro è dedicato alla geometria, ed il settimo alla<br />

rilevazione delle misure. Riccardi I/1, col. 478: “... ediz. notata dal Libri ... il quale osserva trovarvisi le soluzioni di alcuni<br />

problemi indeterminati. Opera interessantissima per la storia dell’aritmetica, ampiamente sviluppata e applicata anche alla<br />

mercatanzia ...”; non in Bibl. Einaudi; Riccardi I/1°, 478; Catal. Vinciana n. 1551.<br />

55) Funerali di Gia<strong>com</strong>o III, re della Gran Brettagna, celebrati per<br />

55<br />

ordine di nostro signore papa Clemente XIII l’anno MDCCLXVI.<br />

In Roma, per Gioacchino e Giangiuseppe Salvioni, Stampatori<br />

pontifici vaticani [1766]. (Insieme a:) Parentalia Mariae Clementinae<br />

[...] iussu Clementis XII Pont. Max.<br />

(In fine:) In Roma, appresso Giovanni Maria Salvioni, 1736.<br />

Folio (cm 42), lussuosa legatura ottocentesca in marocchino rosso di<br />

Riviere & Son con piatti inquadrati da cornici dorate con ferri floreali<br />

all’interno, dentelles interne, tagli dorati, doppio ex libris “Horace<br />

Walpole (forse il celebre scritt. inglese, Londra 1717-1797, autore<br />

de “The castle of Otranto”) e Charles J. Stuart; bellissimo esemplare.<br />

Antiporta allegorica inc. da Antonio Capellan, vign. al front., testate,<br />

capilettera e finaletti incisi, 1 grande tavola raffig. il catafalco e la scenografia<br />

funebre di Gia<strong>com</strong>o Stuart, ed infine 1 grande tavola ripiegata<br />

in tre che raffigura il corteo per Gia<strong>com</strong>o Stuart (2 strappi restaur.).<br />

Pp. (2), XXXI, (1 b.). Antiporta incisa da Girol. Frezza da un sogg. di<br />

G.P. Panini per i “Parentalia” di M. Clementina, pp. XXXI, (1b.), con<br />

2 grandi tavole ripieg. f.t., raffig. il catafalco per Maria Clementina, ed<br />

il corteo funebre per Maria Clementina (“Funeris pompa ...”); pp. (2),<br />

XXXI, (I). Le tavole sono rinforzate con una velatura di seta al verso.<br />

Elegante volume che raccoglie insieme gli scritti per la morte di Gia<strong>com</strong>o<br />

III di Inghilterra (the “Old pretender”), avvenuta il 1° gennaio<br />

1766, e la pubblicazione uscita in occasione della precedente s<strong>com</strong>parsa<br />

di sua moglie, la regina Maria Clementina Sobieska (avvenuta il<br />

18 gennaio 1735). La famiglia degli Stuart, di cui faceva parte Gia<strong>com</strong>o<br />

III, fu mandata in esilio in seguito all’unificazione del Regno inglese sotto gli Hannover, che sancì il passaggio del potere<br />

dai cattolici ai protestanti. Per questo motivo i reali in esilio furono accolti a Roma, dove dal 1719 (anno del loro matrimonio)<br />

dimorarono nel palazzo dei marchesi Muti Papazzurri a piazza Santi Apostoli, ricevendo un vitalizio dal papa che sperava in<br />

questo modo di mantenere in vita un regno cattolico d’Inghilterra. Le splendide tavole fuori testo raffigurano l’esposizione dei<br />

feretri ed i cortei dei due reali s<strong>com</strong>parsi, che giacciono insieme ai loro due figli nella basilica di S. Pietro. Nel 1819 Pio VII<br />

fece eseguire a Canova un monumento funebre in loro onore. Cicognara 1523.<br />

21


56<br />

57<br />

22<br />

56) GESNER, KONRAD - Historiae Animalium Liber III.<br />

qui est de Avium natura … Adiecti sunt ad calcem libri<br />

indices alphabetici super nominibus Avium in totidem linguis<br />

diversis… Frankfurt, Egenolff Emmel, 1617.<br />

Folio (cm 37), bella legatura ottocentesca in pelle con grandi<br />

cornici dorate ai piatti, titolo e autore impressi in oro sul piatto<br />

ant., il dorso interamente decorato in oro con un fregio raffigurante<br />

un uccello ripetuto 5 volte, evidentemente impresso<br />

‘ad hoc’ per il testo qui contenuto. Il verso dei piatti ricoperto<br />

da carta marmorizzata. Ottimo esemplare con leggere bruniture<br />

dovute alla qual. della carta e un lieve alone margin.<br />

all’inizio. Frontespizio con grande xilografia di un uccello e<br />

sul margine un’antica nota mss: “Auctoris damnati” e “Opus<br />

permissum”. Grandi capilettera, diffusamente illustrato con<br />

circa 250 xilografie di uccelli, anche a piena pag.. Pp. (12),<br />

732, (24). Il solo volume dedicato agli uccelli della ‘Historia<br />

Animalium’, il primo tentativo di classificazione e di studio<br />

scientifico degli animali, stampata in varie edizioni. Nissen<br />

349; Ceresoli 272.<br />

57) GHIRARDELLI, CORNELIO - Cefalogia fisonomica<br />

divisa in dieci deche, dove conformi à documenti d’Aristotile,<br />

e d’altri filosofi naturali … si esaminano le fisionomie<br />

di cento teste humane che intagliate si vedono in<br />

quest’opera, delle quali perpiù segni, congetture si dimostrano<br />

varie inclinationi di huomini e donne ...<br />

Bologna, Heredi di Evangelista Dozza, 1630 (in fine: presso<br />

Clemente Ferroni, 1630).<br />

4to (cm 22.5), pergamena floscia coeva con titolo manoscr.,<br />

qq. lieve brunitura, bell’esemplare puro, ben conservato<br />

(macchia d’inchiostro alle pp. 264/5 senza danni al testo). Bel<br />

frontespizio allegorico inciso in rame con cariatidi e putti entro<br />

<strong>com</strong>posiz. architettonica, ritratto di Mons. Campeggi (Govern.<br />

di Urbino e vescovo di Senigallia) inc. in rame, pp. (20),<br />

628, (20) con le 100 illustr. xilografiche a mezza pag.<br />

Prima edizione di questo curioso trattato, cospicuamente fondato<br />

sugli studi dell’autore in tema di medicina astrologica.<br />

Cicognara 2440, Graesse III, 77, Olschki 7023, Rosenthal<br />

955; Catal. Aut. ital. del 600, n. 2189; Riccardi I/1°, col. 38.<br />

Thorndyke, A history of magic and experimental science VIII,<br />

pp. 454/55: “... i dieci libri affrontano nell’ordine i seguenti<br />

argomenti: capelli, fronte, sopracciglia, occhi, naso, bocca,<br />

mento, orecchie, viso e testa. Ciascun capitolo si apre con una<br />

figura che ritrae un tipo ... a seconda dell’argomento trattato.<br />

Sotto a ciascuna immagine <strong>com</strong>pare un distico in latino e un<br />

sonetto in italiano ... l’ultimo capitolo di ciascun libro è dedicato<br />

alla fisionomia femminile ...”.<br />

58) GLISSENTI, FABIO - Discorsi morali dell’eccell. sig.<br />

Fabio Glissenti contra il dispiacer del morire. Detto Athanatophilia.<br />

Diuisi in cinque dialoghi, occorsi in cinque giornate.<br />

.. Et un molto curioso trattato della pietra de’ filosofi<br />

... Adornati di bellissime figure, ai loro luoghi appropriate.<br />

In Venetia appresso Bartolameo de gli Alberti, 1609.<br />

4to (cm 22), pergamena floscia coeva, dorso ricoperto (al<br />

tempo) con una striscia di pergamena antica recante il titolo<br />

manoscritto, bell’esemplare genuino, fresco e ben conservato.<br />

Marca al frontespizio, cc. (8), 592 con numerosissime xilografie<br />

(più di 300) nel testo (alcune xilografie recano antiche censure<br />

a penna). Ogni dialogo presenta un proprio frontespizio;<br />

le curiose xilografie (vv. ripetute) raffigurano spesso la morte:


ogni figura è contornata ai due lati da cornici costituite da scheletri e teschi. Tra questi soggetti, 31 sono tratti dalla ‘Danza della<br />

Morte’ di Hans Holbein: 26 sono le stesse dell’edizione di Valgrisi del 1545. Molte incisioni presentano, <strong>com</strong>e sfondo, alcuni<br />

angoli caratteristici di Venezia (Rialto, S. Marco, canali, gondolieri).<br />

Seconda edizione (la prima: Venezia, 1596) <strong>com</strong>unque notevolmente rara di quest’opera molto ricercata (solo cinque copie<br />

censite nelle biblioteche nazionali italiane). Dal punto di vista iconografico, si tratta probabilmente del libro che presenta il<br />

maggior numero di incisioni di questo tipo. Molto interessante il trattato sulla Pietra Filosofale in cui vengono descritte le<br />

proprietà, i procedimenti per realizzarla (Sublimatione, Discentione, Destilatione, ecc.). Fabio Glissenti nacque verso il 1550<br />

a Vestone in Valsabbia (BS) e morì nel 1615, dopo aver insegnato medicina a Venezia e a Padova con ottima fama. Non in<br />

Caillet, non in Faggin, Palagio degli Incanti; Rosenthal magica 2438 (qs. ediz.): “Ouvrage peu connu et fort rare, c’est un<br />

sorte de tragedie de la vie humaine en cinq tableaux, dans lesquels sont <strong>com</strong>prises 29 nouvelles. Le livre est orné d’une infinité<br />

de gravures sur bois, conçues dans le style et le sentiment des danses des morts de Holbein ... “. Bibl. Magica Casanatense<br />

551; Catal. Vinciana n. 2192; Graesse II, 94.<br />

59) GODELMANN, JOHANN GEORG - Tractatvs de magis, veneficis et lamiis, deqve his recte cognoscendis et puniendis<br />

... Frankfurt, ex officina typogr. Ioannis Saur per Nicolaus Basse, 1601.<br />

4to (cm 20.5), pergamena floscia coeva con unghie, tagli rossi, genuine esemplare molto ben conservato (qq. lieve brunitura a<br />

vv. carte per la intrinseca qual. della carta, ma alcune carte con residui di barbe al margine inferiore, perciò esemplare a margini<br />

pressoché integri). Tre parti in un volume, piccola marca al frontesp, ripetuta più in grande ai frontesp. delle parti 2° e 3°, pp.<br />

(12), 115 (9); pp. (2), 68, (2); pp. (34), 147, (31, le ultime 2 bb. orig.).<br />

Terza edizione (la seconda latina) di questa celebre opera sulla stregoneria (1° ed. 1591) di cui la prima parte (suddivisa in<br />

vari capitoli) è dedicata alla magia in genere, la seconda alle streghe, la terza all’istruzione di processi nei confronti di maghi<br />

e streghe. Godelmann (1559-1611), fu giurista e diplomatico, professore all’Università di Rostock. “He tried, without sucess,<br />

to distinguish various kinds of witches, some guilty, holding that those most often executed were simply foolish and deluded<br />

old women. At that period, although <strong>com</strong>pletely credulous, his opinions were more enlightened than those generally accepted.<br />

Godelmann nullified them, however, by admitting the power of the Devil, the existence of witches, and the reality of the pact.<br />

While their stories of sabbat and incubi resulted from delusions sent by the devil and from the hallucinatory effects of their<br />

ointments, yet witches could work maleficia ... Godelmann’s sentimental defense of the harmless old crone could not protect<br />

her when judges held delusions equally culpable with the acts ... In attacking the flouting of legal procedures and the reliances<br />

on torture to secure confessions, however, Godelmann helped diminish the delusion”. Robbins. “Godelmann was widely read<br />

in the literture of his subject and cites many past authors. If his work is a mixture of sanity and credulity, of religious prejudice<br />

and a feeling for law and nature, it was perhaps the more effective on that account than a strictly rational and scientific work<br />

would have been then in doing something to check the excesses of the witchcraft delusion”. Thorndike VI, 535 ss. Ackermann,<br />

Geh. Wiss. I, 435; Crowe 240; Graesse, Bibl. magica 59; Rosenthal, Bibl. Magica 4030; cfr. Caillet 4626, non in Dorbon-Ainé<br />

e Bibiotheca Lamiarum, Univ. Di Pisa.<br />

60) GROTIUS, HUGO - Epistolae quotquot reperiri potuerunt; In quibus praeter hactenus Editas, plurimae Theologici,<br />

Juridici, Philologici, Historici, & Politici, argumenti occutunt.<br />

Amstelodami ex typographia P. & J. Blaeu 1687.<br />

Folio (cm 38), leg. coeva in pelle marrone con piatti inquadrati da doppie cornici impresse a secco, con ferri angolari, dorso a<br />

6 nervi, tit. su tassello in marocchino rosso (lievi segni di usura a cuffie ed angoli). Titolo in rosso e nero, grande marca tipografica<br />

del Blaeu, pp. (8), 977, (2 e 1 b.ca).<br />

Prima edizione (edita postuma) di questa importante opera che riunisce la corrispondenza di Ugo Grozio con personalità di<br />

rilievo della vita culturale francese ed europea. Tra questi, ricordiamo i nomi di Claude Saumaise, Galilei, Vossius, Wiquefort,<br />

Cristina di Svezia, Gassendi, Nicolas Peireisc ecc. L’opera, che include ben 2509 lettere, fu stata pubblicata dagli stessi eredi<br />

di Grozio. Ter Meulen 1210; Brunet II, 1766; Graesse III, 163.<br />

61) GUALENGO, GALEAZZO - Sonetti sacri del Marchese Galeazzo Gualengo detto l’Avvinto, Accademico Intrepido<br />

[...] dedicati agl’Illustriss. e Reuerendiss. SS. il Signor Card. Bevilacqua e ‘l Signor Cardinal Pio di Sauoia. [In Ferrara,<br />

per Francesco Suzzi, 1620] [INSIEME A:] ID. - Epigrammatum Sacrorum liber [...].<br />

(Ferrariae, apud Franciscum Sucium, 1620).<br />

4to (cm 22), pergamena floscia originale con titolo ms. al dorso, qq. lieve fiorit,., bell’esemplare genuino, in copia di dono<br />

<strong>com</strong>e ricordato da una nota ms. in basso al frontesp.: “Donato dall’Accademia degli Intrepidi all’Accademia nostra degli Humoristi”.<br />

Bel frontespizio allegorico inciso in rame (ripetuto alla 2° op.), edizione tipograficamente molto elegante con un gran<br />

numero di capilettera, testatine, finalini xilogr., pp. (20), 100, (10); (22), 100, (12).<br />

Prima edizione di questa raccolta di sonetti in italiano e epigrammi latini, di argomento sacro. Nelle pagine prel. sono presenti<br />

<strong>com</strong>ponimenti poetici di altri accademici, in italiano nella prima opera (Alessandro Guarini, Alfonso Pandolfi, Ascanio<br />

Pio, Carlo Cibo, Cesare Turco, Claudio Achillini, Girolamo Lolio Lodovio Rossetti, Luigi Zerbinati) e in latino nella seconda<br />

(Alfonso Negrelli, Bartolomeo Tortoletti, i figli del Gualengo ecc.). Il marchese Galeazzo Gualengo, ferrarese, morto nel 1623,<br />

figlio del più noto Camillo, “fu membro del nuovo Consiglio ferrarese; nel 1612 fu riformatore dello Studio e si qualificò <strong>com</strong>e<br />

uno degli animatori della vita culturale cittadina” (DBI, vol. 60, p. 169). L’Accademia degli Intrepidi era stata fondata a Ferrara<br />

da Francesco Saracini nel 1600, e ruotava attorno alla corte estense. L’Accademia degli Umoristi era invece una delle<br />

23


più prestigiose accademie di Roma del Seicento, alle cui riunioni partecipavano i maggiori esponenti delle famiglie nobili<br />

cittadine, <strong>com</strong>e gli Aldobrandini e i Colonna, e addirittura alcuni papi, <strong>com</strong>e Clemente vii e lo stesso Urbano viii. Anche se<br />

tradizionalmente vicina al potere, l’Accademia fu però diretta da pensatori di grande levatura e autonomia, <strong>com</strong>e il Tassoni,<br />

il Guarini e il Marino. Cfr. L. Alemanno, L’Accademia degli Umoristi, in “Roma Moderna e Contemporanea. Rivista interdisciplinare<br />

di storia”, anno III, n. 1 gennaio-aprile 1995, pp. 97 ss.; BMC, XVII sec. e Michel-Michel registrano entrambi la<br />

ristampa del 1623 dei soli ‘Sonetti sacri’; non nel Catal. Vinciana.<br />

62) GUGLIELMINI, DOMENICO - Della natura de’ fiumi … nuova edizione con le annotazioni di Eustachio Manfredi.<br />

Bologna, Lelio Dalla Volpe, 1739.<br />

4to grande (cm 30), pergamena coeva con tassello (lacunoso) al dorso (picc. menda alla base), fresco, genuino esemplare ad<br />

ampi margini. Vignetta tipografica con l’emblema dello stampatore e vedutina di Bologna, pp. (8), XVI, con in fine 18 tavole<br />

incise in rame ripiegate.<br />

Bella edizione in carta grande di questa celebre opera sull’idraulica, pubbl. orig. nel 1697 e qui ampliata con le preziose note<br />

del Manfredi. Canterzani, Annali Della Volpe, p. 95 “Si trovano alcuni esemplari in carta grande … illustrazioni utilissime”;<br />

Riccardi, Bibl. Matematica I/1° p., col. 643 “Raro ed apprezzato, specie negli esemplari in carta distinta” (<strong>com</strong>e il nostro).<br />

63) HAUY, RENE JUST - Traite de mineralogie.<br />

Paris, L’Imprimerie de Delance pour Le Conseil des Mines, (et se vend) Chez Louis, Libraire, 1801.<br />

8vo (cm 21), 5 volumi (4 di testo e 1 di tavole) in mezza pelle coeva color avana con dorso decorato con filetti in oro, e doppi<br />

tasselli color arancio, tagli rossi, ottimo esemplare (cerniere restaurate, un po’ fragili). Ex-libris H.P Kraus. Pp. (6), lvi, 494;<br />

(6), 617; (1 b.); (6), 588; (6), 592 e l’atlante con pp. (4), 10 e 86 tavole incise da Cloquet e Maleuvre.<br />

Prima edizione dell’opera più importante di Hauy. Nel primo volume l’autore si sofferma in particolare a illustrare le sue teorie<br />

cristallografiche, mentre i rimanenti volumi sono dedicati al suo sistema di classificazione e nomenclatura dei minerali. Si<br />

racconta che il passaggio dagli studi di botanica a quelli di mineralogia avvenne per Hauy in maniera fortuita: maneggiando<br />

infatti un cristallo di calcite, lo ruppe accidentalmente. Questo incidente gli fornì l’occasione di verificare che il cristallo si<br />

era rotto in forme regolari, e procedendo nell’osservazione della sua struttura notò che tutto rispondeva a leggi matematiche;<br />

gli studi così intrapresi culminarono infine nel presente trattato di mineralogia. Hoover 391; Honeyman IIII, 1627; Ward &<br />

Carozzi 1022; non in Norman.<br />

64) KIRCHER, ATHANASIUS - Magnes sive de arte magnetica opus tripartitum quo universa Magnetis natura eiusque<br />

in omnibus scientiis et artibus usus nova methodo explicatur [...] Editio tertia [...]<br />

Romae, sumptibus Blasii Deversin et Zanobii Masotti Bibliopolarum,<br />

Typis Vitalis Mascardi, 1654.<br />

Folio (cm 32.5), decorativa legatura coeva in pelle di scrofa su<br />

assicelle, fermagli parzialm. conservati, attraente esemplare genuino,<br />

molto pulito e ben conservato, e senza le usuali bruniture.<br />

Bellissima antiporta incisa in rame, titolo in rosso e nero con<br />

grande vignetta incisa (cm 11 x 17), al verso della terza carta<br />

grande incisione con armi imperiali e il ritratto del dedicatario<br />

Ferdinando IV, nel testo 34 incisioni in rame e numerose altre in<br />

xilografia. Pp. (32), 618, (30 di cui le ult. 2 bb. orig.).<br />

Terza edizione ampliata e corretta (la prima è di Roma, 1641) di<br />

uno dei più importanti trattati sul magnetismo e sue applicazioni<br />

in ogni campo, anche se l’opera offre molti spunti curiosi non<br />

scientificamente pertinenti al magnetismo in senso strettamente<br />

fisico. Kircher - che aveva pubblicato nel 1631 un piccolo libro di<br />

63 pagine, la ‘Ars magnesia’, anticipatore delle teorie qui esposte<br />

- afferma che tutte le forze e i movimenti in natura possono essere<br />

spiegati in termini di attrazione e di repulsione, descrive numerosi<br />

esperimenti e dimostrazioni. Sono riportate tutte le conoscenze<br />

dell’epoca sull’elettricismo e sul magnetismo: forze di attrazione<br />

e repulsione dei corpi celesti e della terra, il loro influsso su piante,<br />

animali e maree, applicazioni in medicina, nella costruzione<br />

di strumenti scientifici e giochi; egli inoltre afferma l’importanza<br />

del magnetismo nella musica e nell’amore. Nell’epilogo Kircher<br />

spazia dalla pratica alla metafisica, citando le teorie di Aristotele<br />

della collocazione di Dio nella natura “il magnete principale<br />

dell’universo” e forte del suo sapere enciclopedico, arriva<br />

a controbattere le teorie di Gilbert sul magnetismo e quelle di<br />

Keplero sull’astronomia. La parola “magnetismo”, utilizzata per<br />

64<br />

la prima volta da Barlow nel 1616, appare di frequente, mentre<br />

24


la sorprendente parola “elettro-magnetismo” viene qui utilizzata<br />

per la prima volta <strong>com</strong>e titolo del capitolo che inizia a pag. 640<br />

(“De magnetismo electri”).<br />

Dünnhaupt 2331, 5.3; Merrill 6; Ferguson I, 467; Ronalds 267;<br />

Wheeler Gift 116a, Caillet, 5779.<br />

65) KIRCHER, ATHANASIUS - China monumentis qua sacris<br />

qua profanis, nec non variis naturae et artis spectaculis<br />

[...] illustrata [...]. Amstelodami, Apud Joannem Janssonium<br />

a Waesberge et Elizeum Weyerstraet, 1667.<br />

Folio (cm 37), leg. originale in p. perg. con tit. impresso in oro al<br />

dorso (lievi segni di usura alle cuffie), tagli blu, genuino esemplare<br />

(qq. lieve brunitura per la qual. della carta). Antiporta allegorica<br />

incisa, vignetta inc. al front., ritratto dell’A. a p. pag. in rame,<br />

3 grandi tavole ripiegate f.t. (una con trascrizione in caratteri cinesi,<br />

due geografiche), 20 incisioni a p.p. f.t. (alcune ripiegate)<br />

e numerose altre n.t. a mezza pag.. Foglio finale con lista delle<br />

opere di padre Kircher. Pp. (18 incl. antip. e ritr.), 237, (11).<br />

Prima edizione di uno dei primissimi testi sulla Cina. Il gesuita<br />

Athanasius Kircher, dopo aver studiato in Germania, rimase a<br />

Roma tutta la vita (anche per fuggire la Guerra dei Trent’anni),<br />

dove si dedicò a vari studi (geografia, astronomia, musica, fisica<br />

ecc.), con atteggiamento sempre rigoroso e anticonvenzionale,<br />

benché nei suoi scritti sia percepibile una concezione mistica e<br />

religiosa della natura. Il testo (tradotto nel 1668 in tedesco e<br />

nel 1670 in francese) si basa principalmente sulle descrizioni dei<br />

viaggiatori europei (tra cui molti gesuiti) in Cina, India e altre<br />

regioni asiatiche. Kircher sperava di dimostrare l’origine dei<br />

costumi, delle cerimonie e degli idoli orientali, nel tentativo di<br />

riportare a Cristo queste civiltà ‘deviate’ dal male e dal paganesimo.<br />

Le splendide incisioni di corredo al testo (che rappresentano<br />

usi, costumi, alfabeti <strong>com</strong>parati, mappe geografiche ecc.)<br />

sono tratti dai disegni di viaggiatori e da immagini originali che<br />

venivano riportate in Europa, e <strong>com</strong>plessivamente costituiscono<br />

forse la prima testimonianza illustrata <strong>com</strong>pleta dei vari aspetti<br />

della civiltà orientale. Cordier, Sinica 26; Lipperheide Le3; Chadenat<br />

1393.<br />

66) KIRCHER, ATHANASIUS - Physiologia Kircheriana<br />

experimentalis qua [...] per experimenta Physica, Mathematica,<br />

Medica, Chymica, Musica, Magnetica, Mechanica <strong>com</strong>probatur<br />

atque stabilitur. [...] Joannes Stephanus Kestlerus<br />

Alsata, Authoris discipulus [...].<br />

Amstelodami, ex Officina Janssonio-Waesbergiana, 1680.<br />

Folio (cm 37), solida leg. coeva in pelle marrone, bell’esemplare<br />

pulito ed in carta crocchiante, marginoso, senza le consuete bruniture<br />

che affliggono queste edizioni (abili, pressoché invisibili<br />

restauri a cuffie e cerniere). Bella antiporta allegorica incisa in<br />

rame, pp. (8), 248, (8), con numerose belle incisioni in rame ed<br />

in xilogr. n.t.<br />

Prima edizione (edita postuma) di quest’opera che Johan Stephan<br />

Kestler, discepolo di Kircher, <strong>com</strong>pose raccogliendo un ampio<br />

insieme di osservazioni ed esperimenti precedentemente fatti<br />

dal Maestro nelle sue eclettiche ricerche sul mondo fisico: la luce<br />

e l’ombra, il magnetismo, l’acustica, la musica, l’alchimia, ecc.<br />

Merrill 29: “This work…is a codification of Kircher’s observations<br />

and experiments across the entire spectrum of his researches<br />

in physics”. Garrison-Morton 580: “Includes the first recorded<br />

experiment in hypnotism in animals”. Caillet 5796: “Curieux et<br />

peu <strong>com</strong>mun. Résumé de la vaste collect. des ouvrages de Kircher,<br />

par un de ses disciples”. De Backer-Sommervogel IV, 1076.<br />

25<br />

65<br />

66


67<br />

67) LABACCO, ANTONIO - Libro d’Antonio Labacco appartenente<br />

a l’architettura nel qual si figurano alcune notabili antiquità<br />

di Roma. In Roma, presso Carlo Losi, l’anno 1773.<br />

Folio (cm 44), solida pergamena maculata coeva con titolo al dorso,<br />

tagli rossi, pulito e fresco esemplare marginoso, in carta greve; doppio<br />

ex-libris appl. al verso del frontesp. Frontespizio architettonico, una c.<br />

di testo (num. 32) e 28 tavv. incise in rame (numerate <strong>com</strong>e 36: le tavole<br />

doppie hanno in quest’opera l’usuale doppia numerazione, e la tavola<br />

ripiegata del Porto di Traiano è numerata 29-30-31). Perfetto esemplare<br />

della ristampa settecentesca di questo testo uscito per la prima<br />

volta a Roma nel 1552. Contiene i disegni e le ricostruzione in pianta e<br />

sezione di alcuni dei più importanti monumenti romani, <strong>com</strong>e il “molo<br />

di Adriano”, il tempio e la colonna nel foro Traiano, i templi presso il<br />

teatro Marcello ecc., con illustrazione dei dettagli di capitelli, colonne<br />

e altri porzioni architettoniche. Il Labacco collaborò alla fabbrica di<br />

San Giovanni in Laterano a Roma. Su disegno di Antonio da Sangallo,<br />

suo maestro, costruì poi un modello in legno della Basilica di San<br />

Pietro - oggi conservato nei Musei Vaticani - citato da Vasari che loda<br />

il Labacco <strong>com</strong>e “molto intendente nelle cose d’architettura, <strong>com</strong>e ne<br />

dimostra il suo libro stampato de le cose di Roma, che è bellissimo”:<br />

si tratta appunto del “Libro appartenente a l’architettura”, contenente<br />

i disegni di antichi edifici romani, dal quale il figlio Mario trasse le<br />

incisioni che ornarono poi le ristampe successive. Fowler 167; UCBA<br />

II, 1062; Ashby, La Bibliofilia, XVI (1914-15), pp. 289-309.<br />

68) LETAROUILLY PAUL - Edifices de Rome Moderne ou recuei<br />

des palais, maisons, églises, couvents et autres monuments publics et particuliers les plus remarquasbles de la ville de<br />

Rome. Paris, Bonce (et Morel), 1868-1874.<br />

3 voll. di tavole in folio grande (cm 58) ed un di testo in 4to (cm 30), leg. coeva in mezza tela verde con titoli su tasselli arancio,<br />

piatti ricop. da carta maculata, buon esemplare (qq. lieve fioritura). Il vol. di testo di pp. (2), XXVII, (1 b.), 770, con illustr.<br />

n.t.; i 3 voll. di atlante con front. generale dell’opera, ulter. front., ritratto dell’autore, bella pianta di Roma su doppia pagina,<br />

e 354 tavole incise.<br />

Accurata ristampa (inalterata rispetto alla prima edizione di pochi<br />

anni prima) di quest’opera di grande importanza per l’architettura di<br />

Roma nel Rinascimento, di cui documenta e offre in 354 esatte tavole<br />

- i cui studi preparativi costarono al Letarouilly venti anni di lavoro -<br />

ogni dettaglio architettonico e artistico. L’autore fu un architetto, cartografo<br />

e incisore, allievo di Percier e Léonard-Fontaine alla Scuola<br />

di Belle arti di Parigi; dopo gli studi ebbe a sovrintendere i lavori di<br />

ricostruzione del teatro Odeon (nel 1819), e l’anno successivo <strong>com</strong>pì<br />

un viaggio in Italia da cui trasse ispirazione per la presente opera.<br />

Olschki, Choix, 17398.<br />

69<br />

69) LIBAVIUS, ANDREAS - Alchymia, recognita, emendata, et<br />

aucta [...] tum Commentario Medico Physico Chymico [...] qui<br />

exornatus est variis Instrumentorum Chymicorum picturis [...]<br />

pars prima [-secunda]. Frankfurt, J. Saur per P. Kopff, 1606.<br />

Folio (cm 33), pergamena floscia coeva con unghie con titolo manoscritto<br />

al dorso, note di appartenenza sul piatto anteriore, ritagli di vecchi<br />

cataloghi all’interno del piatto, genuino esemplare pur se un po’<br />

brunito per la qualità della carta. Un tarlo ad alcune carte nel testo, con<br />

danno di alcune lettere e/o una parola, macchie d’inchiostro a cancellare<br />

(censura?) il testo in alc. righe nel ‘Commentario’, peraltro ben<br />

conservato. Cc. (10), 196 pp., cc. (6); (5), 402, 192 pp., cc. (5), 1 c.<br />

bianca, con numerose belle illustrazioni in xilografia n.t., anche a piena<br />

pagina.<br />

Seconda edizione aumentata (ma la prima con illustrazioni che mostrano<br />

la preparazione di acidi). Libavius fu “magister artium” presso<br />

l’Università di Jena, dove tenne anche corsi di medicina. Nel 1597<br />

scrisse questo trattato sistematico di alchimia, pensato a fini didattici:<br />

si può dire che questo sia il primo libro di testo di chimica in<br />

26


senso moderno. L’“Alchemia” del Libavius è un eccellente testo in quanto mostra in maniera sintetica tutte le fonti utilizzate<br />

dall’autore, in uno stile asciutto e trasparente, lontano dalla verbosità di Paracelso o di altri autori alchemici. L’alchimia è<br />

qui definita <strong>com</strong>e arte di estrarre essenze pure da corpi misti, definizione che può essere condivisa e applicata anche in altri<br />

campi, <strong>com</strong>e la medicina, la metallurgia e persino la vita quotidiana. L’aspetto non esoterico dell’alchimia è forse il tratto più<br />

peculiare di quest’opera, che ha <strong>com</strong>e obiettivo di mettere a disposizione di tutti gli strumenti alchemici, con una prospettiva<br />

di utilità sociale. Duveen 357 “Second and much enlarged edition”; Ferguson II, 31; Non in Vinci-Verginelli, Bib. Hermetica<br />

(che però la cita:) “... ma per Libavius ... una valida testimonianza di non superficiale conoscenza è offerta dalla sua famosa<br />

opera ‘Alchymia recognita, emendata et aucta’ (1606), che è - a splendid defence of alchemy - (Duveen)”; Faggin, Palagio<br />

degl’incanti, p. 78; Honeyman 2013.<br />

70) LOLLI, GIAMBATTISTA - Osservazioni teorico-pratiche sopra il giuoco degli scacchi, ossia Il giuoco degli scacchi<br />

[...] opera novissima, contenente le leggi fondamentali, i precetti più purgati, le migliori aperture, [...] una scelta Centuria<br />

di elegantissimi partiti, [...] riformato, ricorretto ed appianato [...].<br />

In Bologna, nella Stamperia di S. Tommaso d’Aquino, 1763.<br />

Folio (cm 32), leg. coeva in m. pelle (restaurata) e piatti ricoperti in carta, buon esemplare in barbe, certamente appartenuto a<br />

più di un appassionato, in quanto contiene alcuni ritagli di pubblicazioni ottocentesche sugli scacchi, un indice manoscr. dell’op.,<br />

contenente anche alcuni appunti per fare tre partite, ed un ulteriore breve indice manoscritto (coevo) all’interno del piatto<br />

anteriore. Pp. (4), 632, con vign. al front. ed altre decoraz. tipogr. n.t.<br />

Prima edizione di questo importante e apprezzato trattato. È una sorta di ampliamento ed integrazione della nota opera del<br />

1750 di Ercole del Rio (l’anonimo modenese), molto amico del Lolli ed uno dei suoi avversari preferiti. Giambattista Lolli è<br />

stato un grande teorico degli scacchi, reso celebre dalla “Osservazioni”, in cui spiega soprattutto le aperture e il cosiddetto<br />

“giuoco piano”. Il libro contiene anche 100 esempi di chiusure. Oettinger 28. Van der Linde I, 372. Choix 319 & 2600. Chicco-Sanvito<br />

489.<br />

71) LOMBROSO, CESARE - Genio e follia. Prelezione ai corsi di antropologia e clinica psichiatrica presso la R. Università<br />

di Pavia. Milano, Giuseppe Chiusi, 1864.<br />

(Si uniscono: 2 cartoline e 2 lettere ‘viaggiate’ autografe del Lombroso, datate 1880-1888).<br />

Folio (cm 32), brossure originali a stampa applicate su cartoncino d’epoca, entro cartellina protettiva in cartone. Pp. 46, (2).<br />

Le 2 cartoline sono entrambe indirizzate a colleghi dottori del Mani<strong>com</strong>io di Imola (Bo), una delle lettere è sulla carta intestata<br />

della rivista “Archivio di Psichiatria e scienze penali” diretta dal Lombroso stesso (datata 1880), e la seconda lettera (datata<br />

1885) è indirizzata al dr. Amadei presso il mani<strong>com</strong>io di Cremona.<br />

Prima edizione della prima opera di Lombroso, molto rara, nella quale l’A. sostenne che le caratteristiche degli uomini di genio<br />

vanno ricercate nella loro anormalità psichica; quest’opera fu considerata un classico della scienza positivistica ed ebbe<br />

enorme fortuna. Cesare Lombroso nacque a Verona nel 1835, insegnò a Pavia e divenne direttore dell’ospedale psichiatrico di<br />

Pesaro e professore di igiene pubblica e medicina legale all’università<br />

di Torino (1871 e 1876), e in seguito di antropologia criminale (1905).<br />

Assertore del metodo positivistico, legò il suo nome all’antropologia<br />

criminale, ampliando le teorie di Galton sulla criminalità innata e biologicamente<br />

condizionata. Lombroso sostenne che le condotte atipiche<br />

del delinquente o del genio sono condizionate, oltre che da <strong>com</strong>ponenti<br />

ambientali socioeconomiche (di cui non riconobbe però il vero peso),<br />

da fattori indipendenti dalla volontà, <strong>com</strong>e l’ereditarietà e le malattie<br />

nervose. Questa copia è resa più preziosa dalla presenza di 4 tra cartoline<br />

e lettere autografe.<br />

72) LOPEZ, RUY - Il giuoco degli scacchi … nuovamente tradotto<br />

in lingua italiana da M. Gio. Domenico Tarsia.<br />

Venezia, Cornelio Arrivabene, 1584.<br />

4to (cm 20.5), piacevole leg. ottocentesca in mezzo marocchino blu<br />

con angoli, piatti ricop. da carta marmorizzata (utilizz. Anche per i<br />

risguardi interni), tagli nello stesso colore dei piatti, dorso con titolo in<br />

oro, doppio ex-libris e nota ms. d’appartenenza di col. inglese (strappo<br />

rest. senza danni alla 3° carta prelim. ed alla pp. 5/6). Piccola marca al<br />

frontespizio, carattere corsivo, capilettera xilografici, figura della scacchiera<br />

a mezza pagina, e figg. xilogr. del Re, la Regina, l’Alfiere, il<br />

Cavallo, il Rocco (la Torre), e la pedina. Pp. (8), 214, (2).<br />

Prima edizione della traduzione italiana. Ruy Lopez (1530-1580) è stato<br />

un grande giocatore di scacchi, francescano e consigliere ecclesiastico<br />

del re Filippo II. Egli era a conoscenza della letteratura scacchistica<br />

dell’epoca, in particolare del manuale del portoghese Damiano<br />

(1512). Ma essendo insoddisfatto della trattatistica circolante decise<br />

27<br />

72


73<br />

74<br />

28<br />

egli stesso di scrivere un testo sugli scacchi, che venne pubblicato<br />

in spagnolo nel 1561 (“Libro de la invención liberal<br />

y arte del juego del ajedrez, muy útil y provechosa para<br />

los que de nuevo quisieren depreder a jugarlo, <strong>com</strong>o para<br />

los que ya lo saben jugar”), fra i primi manuali teorici di<br />

scacchi in Europa. Nel suo manuale López narrava l’origine<br />

degli scacchi, spiegava le regole del gioco (che corrispondevano<br />

quasi <strong>com</strong>pletamente già a quelle che conosciamo),<br />

e dava per la prima volta un quadro <strong>com</strong>pleto delle aperture<br />

allora note. Studiò approfonditamente il ‘gambetto di re’ e<br />

favorì l’affermazione della cattura ‘en passant’, all’epoca<br />

non da tutti condivisa. Adams L-1475; Palau 141991.<br />

73) LUIGINI (LOVISINO), MARCANTONIO - Espositione<br />

dell’XI et XII cap. del IIII lib. d’Esdra: sopra gli<br />

accidenti passati, presenti, et futuri della revolutione del<br />

grande, et tremendo imperio dell’Aquila: quarta, et vltima<br />

monarchia nel mondo. Nuouamente <strong>com</strong>posta per<br />

l’eccellentiss. m. Marco Antonio Lovisino Udinese, in filosofia,<br />

medicina, et in altre arti, et scienze dottore.<br />

In Venetia, appresso Mattheo Boselli, 1571.<br />

4to (cm 21.5), pergamena floscia coeva (picc. rest. al dorso),<br />

puro esemplare, con alc. sottolineature e rare postille coeve.<br />

Marca tip. al frontesp., car. corsivo, pp. (4), 92, (12) con 54<br />

figure in xilografia n.t., sovente ripetute.<br />

Prima edizione di questo libro sulle profezie bibliche, con<br />

curiose xilografie. Viene prevista l’invasione dell’Europa<br />

da parte dei Turchi. Una delle xilografie mostra la Bestia<br />

dell’Apocalisse, con annotazioni che mettono in relazione il<br />

corpo della creatura con Maometto, mentre le sette teste rimandano<br />

ai sultani Ottomani: Bayazid I, Selim I, Suleiman I<br />

e Selim II sono quelli già noti, mentre vengono profetizzati i<br />

tre successivi. Si <strong>com</strong>prende parte delle ragioni di questo testo<br />

se si considera che venne stampato a Venezia nell’anno<br />

della caduta di Cipro, che aveva scatenato funesti presagi.<br />

Adams L-1539; BMC STC It. p. 394, non in Caillet.<br />

74) MAGINI, GIOVANNI ANTONIO - De planis triangulis<br />

liber unicus. Eiusdem De dimetiendi ratione per quadrantem<br />

et geometricum quadratum libri quinque [...].<br />

Venetiis, apud Robertum Meiettum, 1592.<br />

4to (cm 21), leg. settecentesca in m. pergamena. con piatti<br />

ricoperti in carta marmorizz., tit. su tassello al dorso, tagli<br />

verdi, genuino esemplar (qq. lieve brunitura). Marca tipogr.<br />

al front., iniziali, e moltissime illustrazioni xilografiche<br />

nel testo, soprattutto nella seconda parte, mentre nella prima<br />

parte sono contenute le tavole numeriche. Cc. (4), 114 (numerate<br />

per errore 108), (2); 124, (4).<br />

Prima edizione del famoso trattato di matematica del Magini,<br />

la sua opera più rara. Include la grande “tabula tetragonica”,<br />

gli scritti sull’altezza e la distanza, sulla trigonometria<br />

e la misurazione. Secondo Robert Westfall, il<br />

contributo principale di Magini alla pratica geometrica è<br />

legato anche agli scritti di geometria della sfera e alle applicazioni<br />

della trigonometria (per cui inventò particolari<br />

forme di calcolo). Magini (1555-1617) fu professore di matematica<br />

a Bologna, e tenne corrispondenza con gli amici<br />

Galileo, Keplero e Tycho Brahe. Studiò approfonditamente<br />

gli scritti di Copernico, i cui calcoli sui moti celesti egli considerava<br />

estremamente precisi e più raffinati di quelli dei<br />

predecessori. Fu al servizio dei Gonzaga <strong>com</strong>e astrologo di


corte e contemporaneamente <strong>com</strong>e insegnante di matematica del principe. Il suo nome è soprattutto legato a un atlante d’Italia<br />

contenente dettagliate mappe di ogni regione con le esatte nomenclature e note storiche. Riccardi I/2°, col. 66: “Questo libro<br />

per la sua rarità, e pel modo col quale è stampato, merita una speciale descrizione ...; non in Honeyman coll.<br />

75) MAGINI, GIOVANNI ANTO-<br />

NIO - Italia … data in luce da fabio<br />

suo figliuolo. Al Serenissimo Ferdinando<br />

Gonzaga Duca di Mantova e<br />

Monferrato. Bologna, presso l’Autore<br />

(in fine: presso Clemente Ferroni),<br />

1620.<br />

Folio (cm 40), pregevole legatura<br />

coeva in pelle di scrofa su assi di<br />

legno (segni di tarlo) con fermagli<br />

metallici (mancano i gancetti), bell’esemplare<br />

con TUTTE LE TAVOLE<br />

IN COLORITURA COEVA. Segni di<br />

consultazione, piccoli strappetti restaur.,<br />

lievi rinforzi ad alcune tavole,<br />

peraltro fisiologici in un atlante del<br />

genere, certo frequentemente consultato.<br />

Bel frontespizio inc. da Oliviero<br />

Gatti (pure colorato), 1 foglio di dedica,<br />

ritr. dell’Aut. inc. da Girolamo<br />

David (colorato), pp. 20 ed 1 foglio<br />

coll’elenco delle tavole.<br />

75<br />

Prima edizione dell’Opus maior<br />

dell’Autore, a cui egli “dedicò gran<br />

parte delle sue fatiche nell’ultimo ventennio della sua vita … per il quale volle preparare carte in gran parte originali … Il<br />

lavoro di raccolta, di coordinazione, di revisione e di disegno e incisione fu lunghissimo e arduo …, e la stampa era appena<br />

avviata quando il Magini venne a morte. Esso fu pertanto pubblicato postumo dal figlio Fabio … Le carte d’Italia esercitarono<br />

un’influenza immensa: furono ricopiate, contraffatte, imitate moltissime volte in Italia e all’estero; entrarono, senza<br />

modificazioni, a far parte di atlanti stranieri notissimi, <strong>com</strong>e quelli dei Blaeu; in Italia rimasero monumento insuperato per<br />

oltre un secolo” (cfr. Encicl. Ital. XXI, 897). Almagià, II, 113. BMC STC XVIIth, 517; Michel-Michel V, 80; Cat. Vinciana<br />

1350. Cremonini 15.<br />

76) MANFREDI, PAOLO (1640-1716) - De noua et inaudita medicochyrurgica<br />

operatione sanguine transfundente de indiuiduo ad indiuiduum;<br />

prius in brutis, & deinde in homine Romae experta. [...].<br />

Romae, typis Nicolai Angeli Tinassij, sumptibus Benedicti Carrarae,<br />

1668. [INSIEME A:] Relatione dell’esperienze fatte in Inghilterra,<br />

Francia ed Italia intorno alla celebre e famosa trasfusione del sangue<br />

per tutto gennaro 1668, in cui oltre all’oppugnationi e difese si vede la<br />

sanità restituita ad alcuni infermi, e particolarmente a un pazzo. [...]<br />

In Roma, per Nicol’Angelo Tinassi, 1668.<br />

4to (cm 20.5), pergamena coeva con dorso ricoperto, fori di tarlo passanti<br />

all’angolo inferiore ds. della prima opera, qq. brunitura per la qual. della<br />

carta, il margine infer. della primo frontesp. irregolarm. rifilato in basso,<br />

margini contenuti, peraltro ancora discreto. Pp. 32 e 2 tavv. incise in rame<br />

f.t.; pp. 46 ed 1 tav. inc. f.t. in fine.<br />

Prima edizione di entrambe le opere. Paolo Manfredi nacque a Camajore,<br />

nel Lucchese. Si trasferì poi a Roma, dove esercitò chirurgia e medicina.<br />

Iscritto al Collegio dei Medici, fu nominato professore alla Sapienza<br />

di medicina ‘extra ordinem’ (poi di anatomia e chirurgia). Morì nel 1716.<br />

Egli fu uno dei primi in Italia a tentare la trasfusione del sangue da un<br />

animale a un altro, esperimento di cui l’A. dà minuta ed estesa descrizione<br />

nel primo dei due testi qui presentati. Il 2 gennaio 1668 Manfredi,<br />

dopo aver trasfuso con successo sangue dall’arteria crurale d’un cane<br />

alla vena di un altro, passò alla trasfusione sull’uomo: questi era un certo<br />

Angelo da Udine ed il Manfredi gli trasfuse con esito favorevole sangue di<br />

agnello. La “Relatione”, invece, è dello stesso anno, e riporta esperimenti<br />

29<br />

76


similari effettuati da altri medici, tra cui il chirurgo Ippolito Magnani. Tra i primi esperimenti del genere ricordiamo quelli<br />

precedenti di Lower (autore dell’importante op. in merito “Tractatus De Corde”) nel 1665 e 1667, e quelli di J.B. Denys in<br />

Francia (marzo 1667) e di J. D. Mayor di Kiel in Germania nello stesso 1667; ancora ulteriori tentativi vennero effettuati in<br />

Roma dal piemontese Guglielmo Riva, chirurgo di Papa Clemente IX, che nel dicembre 1667 eseguì tre trasfusioni di sangue,<br />

dall’agnello all’uomo. Rara opera, OCLC e RLIN citano solo 5 copie (Yale [2], NLM, U. Minn. e Well<strong>com</strong>e). Peumery, Les<br />

origines de la transfusion sanguine, pp. 42-44; BL Cat. XVIIth II, p. 527.<br />

77) MARCELLI, FRANCESCO ANTONIO - Regole della scherma<br />

insegnate da Lelio e Titta Marcelli. Opera non meno utile, che necessaria<br />

a chiunque desidera far profitto in questa Professione. Dedicata<br />

alla Sacra Real Maestà di Christina Alessandra di Svetia.<br />

Parte prima (e seconda).<br />

In Roma, Nella Stamperia di Dom. Ant. Ercole, 1686.<br />

4to (cm 21.5), pergamena floscia coeva rimontata, con titolo ms. su<br />

etichetta al dorso; abile restauro al margine esterno delle prime 2 cc.,<br />

qq. macchia e lievi segni di sporco, peraltro discreto. Due parti in un<br />

volume, antiporta incisa coi ritratti dei 7 maestri membri della famiglia<br />

Marcelli, pp. (10), 161, (15); (10), 113, (9), e 34 figure nel testo a m.<br />

pagina incise in rame dall’autore stesso.<br />

Prima e unica edizione, assai rara, che include una storia della scherma<br />

(ed una ampia bibliografia in merito, forse la prima in assoluto),<br />

mentre il testo è diviso in due parti, con le regole della scherma e (nella<br />

II parte) le regole “ … della spada e del pugnale insegnate … con<br />

le regole di maneggiar la spada col brochiere, targa, rotella, cappa,<br />

lanterna; col modo di giocar la spada contro la sciabola o vero la sciabola<br />

contro la spada o la spada sola contro la spada, e pugnale, o<br />

vero lo spadino curto contro la spada lunga, o pure contro la spada e<br />

pugnale. Si spiegano ancora le regole che deve tenere il mancino cosi<br />

con la spada sola, <strong>com</strong>e con la spada e pugnale”. Gaugler, pp. 45-46:<br />

“The last significant Italian fencing treatise to appear in the seventeenth<br />

century … monumental and <strong>com</strong>plete work covering all aspects of<br />

fencing theory and practice … It should be noted that the author is one<br />

77<br />

of the first Italian masters to mention in his text book the practice rapier<br />

(smarra) and the foil (fioretto). The introduction of the lighter practice<br />

weapon, that is to say, the foil, is, of course, important, since it contributed to the development of the fast and <strong>com</strong>plex fencing<br />

technique we employ today … In many respects Francesco’s ‘Regole della scherma’ represents the final major work on Italian<br />

rapier play. Within a century modern Italian foil technique is taught in virtually all fencing schools from Milan to Palermo”.<br />

Gelli, pp. 126-129; Vigeant, p. 87. Catal. Aut. Ital. del 600, n. 305: “Quest’opera contiene pure una piccola rassegna bibliografica,<br />

e la scherma dell’epoca vi è considerata secondo le regole di 200 anni di tradizione della famiglia Marcelli”.<br />

78) MAZZOCCHI, GIACOMO - Epigrammata antiquae Urbis.<br />

(In fine:) Romae, in aedibus Iacobi Mazochii Romanae Acad. Bibliopolae, 1521 Men. April.<br />

Folio (cm 34), leg. ottocentesca in mezza pelle marrone, piatti ricop. da carta rossa, titoli e fil. oro al dorso, ottimo esemplare<br />

a larghi margini (alc. carte con segni di barbe); altro titolo manoscritto (coevo) calligrafato al taglio inferiore. Cc. (10),<br />

CXXXXVIII (ma CLXXX, con errori di numerazione), (8), con numerose xilografie ed iscrizioni epigrafiche nel testo.<br />

Prima e unica edizione di questa importante raccolta epigrafica tratta da antichi monumenti della città di Roma, forse la<br />

prima vera mai pubblicata, e corredata di un gran numero d’incisioni xilografiche: 24 figure di edifici antichi e oggetti archeologici<br />

(di cui 4 a piena pag.), circa 80 bordure ornamentali di diversa grandezza e circa 15 bordure a personaggi ed ornamenti<br />

a piena pag. su fondo nero o criblé. Benché apparentemente anonima, l’opera viene generalmente attribuita all’editore<br />

Mazzocchi, celebre antiquario, il quale certamente vi apportò un notevole contributo. Tipico esempio del gusto antiquario che<br />

si sviluppò in Italia durante il Rinascimento, in particolare a Roma, dove i primi archeologi iniziavano a riportare alla luce<br />

monumenti sepolti da secoli. Mortimer Harvard ital. 297; Ascarelli, Annali tip. di Mazzocchi, n. 144; Sander 2554. Olschki,<br />

Choix 4837; Cicognara 3789.<br />

79) MELLINI, DOMENICO - Descrizione della entrata della Serenissima regina Giovanna d’Austria et dell’apparato,<br />

fatto in Firenze nella venuta, & per le felicissime nozze di Sua Altezza et dell’illustrissimo, & Eccellentissimo S. don<br />

Francesco de Medici, principe di Fiorenza, & di Siena. In Fiorenza, appresso i Giunti, 1566.<br />

4to (cm 21), pergamena floscia originale con titolo ms. al dorso, qq. lieve fiorit., bell’esemplare genuino. Pp. (2), IX, (1 b.),<br />

119, (5, con registro e marca)<br />

Prima edizione (l’opera venne ristampata due volte in ottavo nello stesso anno) di questo testo del Mellini che descrive gli<br />

apparati per le nozze di Giovanna d’Austria e Francesco I de Medici. In occasione del suo matrimonio vennero create alcune<br />

30


opere d’arte, tra cui ad esempio il corridoio vasariano e la fontana del Nettuno. Il giorno delle nozze (25 dicembre 1565)<br />

Giovanna arrivò a Firenze passando per la Porta al Prato, e per l’occasione Giorgio Vasari e Vincenzo Borghini avevano progettato,<br />

con l’aiuto di Giovanni Caccini, grandi apparati: in Borgo Ognissanti erano state collocate due statue raffiguranti la<br />

Toscana e l’Austria, le case erano state coperte con pannelli decorati, nell’attuale piazza Goldoni si trovavano archi e statue a<br />

simboleggiare l’Imeneo, <strong>com</strong>e buon auspicio. Moreni, II, 66 e Glorie p. 212: “Rarissima”; Camerini, I, 382; Adams M-1224;<br />

Gamba 2750; Cicognara 1368 (le 2 ed. in 8vo).<br />

80) MINADOI GIOVANNI TOMASO - Historia della guerra fra turchi, et persiani ... divisa in libri nove. [...] Con una<br />

descrittione di tutte le cose pertinenti alla religione … al governo, & al paese del Regno de Persiani [...]<br />

In Venetia appresso Andrea Muschio et Barezzo Barezzi, 1594.<br />

4to (cm 22), pergamena seicentesca con titolo ms. al dorso, tagli colorati, ottimo esemplare genuino. Marca al frontesp., testo<br />

corsivo, iniziali xilografiche, pp. (32), 383, (25), con una bella tavola incisa in rame fuori testo a doppia pagina, raffigurante<br />

la “Descrittione della prima parte dell’Asia con i nomi moderni o’ barbari”. Quarta edizione dell’opera (la prima è di Roma,<br />

1587) che illustra gli avvenimenti della guerra turco-persiana (1577-1590) secondo la ricostruzione dell’Aut., medico di Rovigo<br />

che visse a Costantinopoli ed in Siria e potè quindi ottenere numerose informazioni e resoconti di prima mano sul conflitto,<br />

che terminò con la conquista turca della Georgia e dell’Armenia. Edizione ricorretta ed aumentata dall’Autore, sottolineiamo<br />

la presenza della bella carta geografica, frequentemente mancante in molti esemplari. Adams, M-1456. Graesse IV, 533.<br />

81) (Legatura) - Missale romanum ex decreto Sacrosancti<br />

Concilii Tridentini restitutum, S. Pii V Pontificis Maximi<br />

jussu editum, Clementis VIII & Urbani VIII auctoritate<br />

recognitum, in quo Missae novissimae Sanctorum<br />

accurate sunt dispositae.<br />

Venetiis, ex Typographia Balleoniana, 1748.<br />

Folio (cm 33), pregevole legatura cardinalizia coeva con<br />

armi al centro dei piatti entro ricca cornice con decorazioni<br />

in oro, dorso a 5 nervi con s<strong>com</strong>parti decorati in oro, tagli<br />

dorati, fettucce segnalibro originali in seta verde. Qq. macchietta,<br />

segni d’uso agli angoli di alc. cc. e tarli marginali<br />

nelle pp. dell’Eucarestia (197-294), ma esempl. <strong>com</strong>pless.<br />

in buono stato. Vignetta incisa al front. testo impr. su due<br />

colonne in rosso e nero, pagine con notazioni musicali bicolori,<br />

3 incisioni in rame a p. pagina, moltissime iniziali xil.<br />

Pp. XXXV, (I), 460, XCIX, (I).<br />

Il Messale è un testo liturgico contenente le preghiere e le<br />

letture per tutte le festività dell’anno, le musiche (con spartiti),<br />

il canone della messa. All’inizio, una tabella per calcolare<br />

le festività mobili.<br />

82) (Artiglieria) MONGE, GASPARD - Description de<br />

l’art de fabriquer les canons [...]. Paris, de l’Imprimerie<br />

du Comité de Salut Public, s.d. (1794).<br />

4to (cm 27.5), mezza pelle ottocentesca con angoli, titolo e<br />

fil. oro al dorso piatti ricoperti in carta marmorizzata, ottima<br />

81<br />

conservazione, alcune tavole impresse su carta azzurrina<br />

(restauro al margine esterno bianco del frontesp.). Pp. (4),<br />

VIII, 231, 1 b.ca con 4 tabelle a stampa ripieg. e 60 tavole incise in rame f.t. (da doppia pagina a più volte ripiegate).<br />

Prima edizione. L’autore (1746-1818) fu celebre matematico, ritenuto fondatore della moderna geometria descrittiva, tra i<br />

fondatori dell’Ecole Polytechnique, e ministro della marina nel 1792-3. Il presente trattato è diviso in tre parti: Studio delle<br />

proprietà e della fabbricazione delle materie prime (ferro, acciaio, bronzo ecc), Studio dei processi di fabbricazione, ed<br />

esplicazione delle figure contenute nelle tavole incise. Graesse IV, 575; Jahns 2382; Poggendorff II, 184. DSB IX, p. 472:<br />

„An important work...“ Ferguson Bibl. of the history of technology: „This heavily illustrated work describes the principles<br />

and practise of building artillery. It is an important source book “. En Français dans le texte, n. 202, p. 203; Taton, L’Oeuvre<br />

scientifique de Monge, pp. 349-50.<br />

83) MORELLI, COSIMO (1729-1812) - Pianta e spaccato del nuovo teatro d’Imola. Roma, Casaletti, 1780.<br />

Folio (cm 42), legatura coeva in mezza pergamena (dorso restaurato), pulito e genuino esemplare. Grande vignetta incisa al<br />

frontesp., cc. (5 di testo, con 3 incisioni n.t.), 5 tavole f.t., di cui una doppia raffig. la sezione del teatro di Imola, e 2 inc. recto/<br />

verso, ed in fine una lunga tavola più volte ripiegata) raffigurante sezioni e piante di 11 teatri italiani, segnatamente Bologna<br />

(arch. Bibiena), Venezia, Torino (arch. Alfieri), Napoli (arch. Vaccari), il Teatro di Vitruvio, Imola, Vicenza (Palladio), Milano<br />

(Piermarini), teatro Argentina in Roma (Teodoli), Genova e Fano (Torelli).<br />

31


32<br />

Prima edizione. Morelli, architetto papale originario d’Imola,<br />

costruì vari importanti edifici: il palazzo Braschi a Roma ed<br />

il teatro d’Imola, successivamente distrutto da un incendio,<br />

sono due dei suoi lavori più noti. “Questo ingegnoso architetto<br />

studiò grandemente la linea visuale sui teatri, e vi riuscì<br />

meglio d’ognuno. In quest’opera pone in confronto con altrettante<br />

tavole, undici teatri diversi (a Forlì, Macerata, Venezia,<br />

Bologna, Torino, Napoli, Milano, Vicenza, Roma, Genova e<br />

Fano), e bello ed utile è il fare questa <strong>com</strong>parazione. In altre<br />

3 tavole produce il proprio teatro...” (Cicognara 768). Berlin<br />

Kat. 2811; Cicognara 768; UCBA II, 1410.<br />

84) MORESTELLUS PETRUS - Artis Kabballisticae, sive<br />

sapientiae divinae academia. In novem classes cum brevitate,<br />

tum claritate digesta...<br />

Parisiis, Apud Melchiorem Mondiere, 1621.<br />

8vo (cm 16), pergamena floscia coeva con titolo manoscritto<br />

al dorso, lievi bruniture per la qualità della carta, ma ottimo<br />

e genuino esemplare (lieve restauro senza danni al margine<br />

esterno del frontesp.). Pp. (28) 227 (1) con molte figure e diagrammi<br />

incisi nel testo e su una tavola ripiegata fuori testo.<br />

Prima ed unica edizione di quest’opera di Pierre Morestel<br />

83<br />

che apparteneva, assieme a Lazare Meyssonier e Jean Belot,<br />

alla cerchia dei più profondi studiosi francesi del tempo in<br />

tema di Kabbala, magia e pratiche divinatorie. Cfr. Caillet; Rosenthal (citando un esemplare s<strong>com</strong>pleto): “Trés rare non cité<br />

par les bibliographes”. Dorbon-Ainé: “Pierre Morestel, originaire de Tournus, en Bourgogne, d’abord curé, ensuite précepteur<br />

de Charles de Lorraine... brille, a dit Stan. de Guaita, par l’érudition et le bon sens. Au début du XVIIe siècle, les ouvrages<br />

des Français Pierre Morestel, Lazare Meyssonier et Jean Belot n’associent pas l’art de la mémoire à la cabale et à la magie<br />

seulement, mais aussi aux pratiques divinatoires les plus diverses, <strong>com</strong>me la physiognomonie et la chiromancie.”.<br />

85) MÜNSTER, SEBASTIAN (1489-1552) - Rudimenta mathematica. Haec in duos digeruntur libros, quorum prior<br />

geometriae tridat principia seu prima elementa, unà cum rerum & uariarum figurarum dimensionibus.<br />

Basel, (in fine:) H. Petrus, 1551.<br />

Folio (cm 31), leg. settecentesca in p. pelle marmorizzata, tassello in marocchino rosso con tit. in oro al dorso, risg. in carta<br />

decorata, tagli rossi, ex libris. Bel frontespizio con xilografia a p. pag., pp.<br />

(10), 242, (2). Manca (<strong>com</strong>e spesso) la tavola doppia f.t. in xilografia raffig.<br />

un orologio, qui supplica in facsmile su carta antica. Frontesp. un po’ grigio,<br />

lievem. restaur. al margine; un piccolo alone al marg. est. delle prime cc., ed<br />

un altro (molto lieve) all’angolo superiore, peraltro discreto esempl.<br />

Prima edizione dell’ultima opera del Münster, ampiamente illustrata con numerose<br />

xilografie. Diviso in due libri, il primo “De principiis geometriae”; il<br />

secondo “De omnium generum Horologiorum delineatione, <strong>com</strong>positione et<br />

fabricatione”. La prima parte riguarda la pratica geometrica, la balistica e<br />

le misurazioni. La seconda parte è dedicata interamente agli orologi solari<br />

(preced. edita a se <strong>com</strong>e “Horologiographia” nel 1531) ed è forse il trattato<br />

più ampio all’epoca su quel soggetto, con notevoli illustrazioni, alcune delle<br />

quali attribuite a Hans Holbein il Giovane. VD 16, M-6675; Adams M-1939;<br />

Burmeister 54; Zinner 2022; Houzeau-Lancaster. 11364; Bibl. Dt. Mus., Libri<br />

rari 198; E. Major, Basler Horologienbücher mit Holzschnitten von H. Holbein<br />

d. J. (in: Monatshefte f. Kunstwiss., Jg. 4/1911, S. 77-81); Kat. Holbein-<br />

Ausstellung Basel (1960), Nr. 426, 427 & 430.<br />

85<br />

86) NATALIS, HIERONYMUS - Adnotationes et meditationes in Evangelia<br />

quae in Sacrosancto missae sacrificio [...].<br />

Antwerp, ex officina Plantiniana, apud Ioannem Moretum, 1607.<br />

Folio (cm 33.5), decorativa legatura coeva in pergamena con unghie, piatti<br />

inquadrati da cornice dorata, con ferri angolari e fleuron centrale impr. in oro,<br />

tagli dorati, dorso decor. con filetti e ferri, con titolo manoscritto. Doppio Ex<br />

libris, e nota ms. d’appart. sul foglio di guardia, datata 1868 (angolo inferiore<br />

del piatto anter. lacunoso, abilm., restaurato). Bellissimo frontespizio architettonico<br />

inciso in rame (lievem. rifilato al marg. super.), Pp. (14 incl. 2 bb. ed un


ulteriore titolo inciso), 636, (4), 153 belle tavv. f.t. raffig. scene<br />

evangeliche, inc. perlopiù da Adrian Collaert, e da Anton, Johann<br />

e e Hieron. Wierix, da sogg. di Martin de Vos. Segn. A-Z6, Aa-<br />

Zz6, AA-GG6. Ristampa (definita “editio ultima” al frontesp., la<br />

prima nel 1593) di questo testo magnificamente illustrato contenente<br />

le meditazioni sui Vangeli di Jerome Nadal (1507-1580).<br />

Nadal fu uno dei primi membri della Società dei Gesuiti, ed egli<br />

scrisse questo libro su incitazione di sant’Ignazio da Loyola in<br />

persona, che gli chiedeva un’opera in linea con i tradizionali<br />

“esercizi spirituali”. Questa del 1607 viene chiamata “editio ultima”,<br />

giacché utilizzò per la prima volta <strong>com</strong>e testo base la versione<br />

critica della Bibbia emendata da papa Clemente VIII (pubblicata<br />

nel 1592). L’opera fu <strong>com</strong>pletata postuma, ma la scelta<br />

delle illustrazioni fu effettuata da Nadal, che selezionò i passi<br />

della Bibbia da ac<strong>com</strong>pagnare con immagini e annotazioni.<br />

87) OLINA, GIO. PIETRO - Uccelliera overo discorso della<br />

natura, e proprietà di diversi uccelli, e in particolare di que’<br />

che cantano, con il modo di prendergli, conoscergli, allevargli<br />

... e con le Figure cavate dal vero, e diligentemente intagliate<br />

... dal Tempesta, e dal Villamena.<br />

In Roma, appresso Andrea Fei, 1622.<br />

4to (cm 24), pelle marmorizzata coeva con dorso a nervi, tit. e fr.<br />

in oro, ottimo esemplare genuino, con ex-libris nobiliare d’appartenenza.<br />

Vignetta al frontesp. incisa in rame con le armi del dedicatario,<br />

il grande erudito e amatore d’arte Cassiano Dal Pozzo,<br />

di cui l’autore era “maestro di casa”, cioè segretario. Pp. (12), 81<br />

86<br />

(ma 82), (12) con 66 tavole inc. in rame n.t.<br />

Prima edizione di questo celebre trattato. L’autore, il filosofo,<br />

teologo e naturalista novarese Giovan Pietro Olina (Orta,? -<br />

1645), fu ‘maestro di casa’ del grande erudito e amatore d’arte<br />

Cassiano Dal Pozzo. Secondo alcuni il testo fu in realtà <strong>com</strong>posto<br />

dallo stesso Cassiano Dal Pozzo per omaggiare Federico Cesi<br />

in occasione della sua adesione ai Lincei. Ceresoli, 384-386;<br />

Gamba, 2029, “L’Autore, di patria novarese, dedica quest’opera<br />

al celebre cav. Cassiano Del Pozzo .... Sono descritte molto<br />

accuratamente 45 specie di uccelli, ed i modi di prenderli e di<br />

conservarli”. Schwerdt, II, 48-49, “... a book on bird catching,<br />

delightful, chiefly owing to Tempesta’s spirited illustrations of the<br />

methods employed by fowlers in the beginning of the 17th century.<br />

Olina was not, however, the originator of this work, which was<br />

an adaptation of an earlier publication entitled Il canto degl’augelli,<br />

written by Valli da Todi, and printed at Rome in 1601 ... and<br />

it is curious that Olina could have issued his Uccelliera within<br />

twenty years of its appearance without making any reference to<br />

the original author and yet have escaped detection”. Zimmer, II,<br />

475. Piantanida, 146: “Veramente pregevoli sono le 66 figure<br />

che rappresentano diversi generi di uccelli e curiose vignette e<br />

scenette sul modo di cucinarli, cacciarli, etc. Il disegno di queste<br />

figure si distingue per l’eleganza e la naturalezza. Edizione più<br />

bella per l’impressione che non l’edizione originale. Famosa e<br />

assai pregiata opera oggidì, poiché tratta in particolar modo dell’aucupio<br />

e dà particolareggiati consigli sull’allevamento degli<br />

uccelli catturati (ne sono descritte 45 specie) .... Comunque l’Autore<br />

è considerato l’inventore della caccia “a ragnaja” e il suo<br />

è il miglior libro antico sull’uccellagione”. Renaul-Sassi, 41-42:<br />

87<br />

“L’Olina inneggia dapprima alla bellezza della natura, dei suoi<br />

campi e delle sue selve in cui “gareggiano le più sonore fauci”;<br />

e poi passa alla descrizione dei metodi allora usati per cacciare i vari volatili, indicandoci perfino il mezzo di catturare le<br />

allodole facendo con una mano svolazzare un falchetto, e passando coll’altra al loro collo un laccio attaccato alla vetta di una<br />

canna!”. Nissen, 693. Razzolini, 247 Bacchi Della Lega, 21. Anker 380.<br />

33


88<br />

88) PALATINO, GIOVANNI BATTISTA - Libro di m. Giouanbattista<br />

Palatino cittadino romano, nel qual s’insegna à scriuer ogni sorte<br />

lettera, antica et moderna… riueduto nuouamente, & corretto dal<br />

proprio autore con la giunta di quindici tauole bellissime …<br />

(In fine:) In Roma, in Campo di Fiore per Antonio Blado asolano, il<br />

mese di agosto 1550.<br />

4to picc. (cm 19.5), bellissima legatura (veneziana ?) coeva di dedica<br />

interamente decorata in oro ai piatti con cornice fitomorfa, angolari arabescati<br />

e fleuron centrale entro ghirlanda di ferri a rosetta e ghianda, con<br />

il nome del dedicatario “GV(glielmo) * GON(zaga) * DV(ca) * DI *<br />

MAN(tova)” (legat. abilmente restaurata e rimontata nell’ottocento), tagli<br />

dorati. Esemplare con visibili segni d’uso (alone al frontesp., macchiette<br />

ecc.) <strong>com</strong>e spesso in quest’opera, che raramente si trova pulita; l’ultima<br />

carta con la marca abilmente restaurata ab antiquo. Nota di appartenenza<br />

“Francesco Rossi di Guastalla, 1826” ed ex-libris inciso “E. Silvestri<br />

Milano 1908”. Ritratto xilogr. dell’aut. al frontespizio, cc. 63, manca l’ultima<br />

che è bianca, il testo magnificamente illustrato dai celebri specimen<br />

calligrafici esemplati nello stile eclettico dell’Aut. Rara edizione di questo<br />

che è considerato il più celebre manuale di calligrafia del XVI secolo,<br />

fonte di ispirazione di calligrafi per molto tempo a seguire. Edit16 CNCE<br />

24644, solo 5 copie censite di cui 2 s<strong>com</strong>plete. Guglielmo Gonzaga successe<br />

<strong>com</strong>e Duca di Mantova al fratello Francesco, morto senza eredi<br />

maschi proprio il 21 febbraio di quell’anno 1550 (la ns. edizione è infatti<br />

del mese di agosto). BMC STC It. p. 485, non in Adams, Mortimer.<br />

89) PARÉ, AMBROISE - Les oeuvres d’Ambroise Paré conseiller et premier chirurgien du Roy. Douzeisme edition, revue<br />

et corrigée [...] et augmentée d’un ample Traicté des Fièvres [...]. A Lyon, chez Iean Gregoire, 1664.<br />

Folio (cm 35), leg. coeva in p. pelle marrone, dorso a 6 nervi, s<strong>com</strong>parti decorati, tit. in oro su tassello in pelle, bruniture e<br />

fioriture diffuse per qualità della carta, lieve alone esterno alle prime cc., strappo restaurato con piccola perdita di alc. sillabe<br />

o parole alle pp. 15, 83; strappo nel marg. inf. bianco a p. 197; forellino a c. 61. Front. a due colori con grande vign. allegorica<br />

incisa in rame, ritratto xil. dell’autore all’inizio del testo, pp. (24), 846,<br />

(80), con numerosissime xilografie (anche a mezza pagina) nel testo ritratto;<br />

particolarmente interessanti le xilografie sull’anatomia e gli strumenti,<br />

e l’intero cap. XXV consacrato ai mostri ed agli avvenimenti prodigiosi.<br />

Nuova edizione ampliata, la dodicesima secondo il frontespizio (prima<br />

edizione 1585). All’inizio sono presenti <strong>com</strong>ponimenti celebrativi, tra cui<br />

un celebre sonetto di Ronsard <strong>com</strong>posto in occasione della uscita della<br />

prima edizione nel 1585. Il testo contiene una introduzione alla chirurgia,<br />

cui fanno seguito capitoli sugli animali e l’uomo, l’anatomia, il cervello, il<br />

cranio, la faccia, i tumori, le ferite da arma da fuoco, le cancrene, ulcere,<br />

fistole ed emorroidi, lussazioni, operazioni e strumenti chirurgici, malattie<br />

veneree, lebbra, veleni, la peste, protesi, ostetricia e pediatria, teratologia,<br />

farmacia, distillazione, contagi e viaggi; tutta la seconda parte contiene<br />

un trattato sulle febbri. Ambroise Paré (1509-1590) può essere definito il<br />

padre della chirurgia moderna. Figura di grande spessore nella Francia e<br />

nell’Europa del secolo XVI, fu il chirurgo di grandi sovrani francesi, quali<br />

Enrico II, Francesco II, Carlo IX ed Enrico III. Iniziò a operare molto<br />

giovane, ma fu sul campo di battaglia che divenne famoso e conosciuto<br />

in tutta Europa. Alla tradizionale (e devastante) usuale cura per le ferite<br />

da arma da fuoco effettuata con olio bollente egli sostituì un miscuglio di<br />

rosso d’uovo, olio di rose e trementina ottenendo un disinfettante migliore<br />

di quello utilizzato in precedenza. Tornato a Parigi e sposatosi, Paré si<br />

specializzò in interventi <strong>com</strong>plicati, <strong>com</strong>e quelli sulle fratture; elaborò anche<br />

una tecnica di legatura delle vene. Nonostante la nomina a primo chirurgo<br />

da parte di Enrico II, si trovò più volte al fronte, e rischiò di morire<br />

nella strage della notte di San Bartolomeo (essendo ugonotto). Dal 1564<br />

al 1566 ac<strong>com</strong>pagnò il re Carlo IX nel suo viaggio in giro per la Francia,<br />

ma con l’ascesa al trono del nuovo re Enrico III, nel 1574, Ambroise Paré<br />

si stabilì finalmente a corte e si dedicò interamente alla stesura dei suoi<br />

numerosi libri. Morì il 20 dicembre 1590 e fu sepolto con funerali solenni<br />

89<br />

nella chiesa di Sant’Andrea delle Arti a Parigi. Krivatsy NLM n. 8597.<br />

34


90) PAULUS VENETUS (PAOLO NICOLETTI) - Pauli Veneti In libros de anima explanatio cum textu incluso singulis<br />

locis maxima quidem diligentia a vitijs, mendis atque erroribus [...] purgata [...] [in fine:] Ex proprio originali diligenter<br />

emendatum per clarissimus artium ac medicine doctorem D. magistrum Hieronymum Surianum filium [...] doctoris Jacobi<br />

de Surianis de Arimino [...] Venetijs impressus, mandato & impensis heredum Octauiani Scoti ciuis Modoetiensis.<br />

Per Bonetum Locatellum [...] Nouembres 1504.<br />

Folio (cm 31), pergamena floscia originale con unghie (lacunosa al dorso), genuino esemplare ben conservato all’interno. Testo<br />

in caratteri gotici a 2 colonne, numerosi capilettera xilografici, cc. 173, (1).<br />

Prima edizione di questo <strong>com</strong>mento aristotelico a cura del noto monaco eremitano Paolo Nicoletti, detto Paolo Veneto (1372-<br />

1429), in una edizione corretta dal riminese Girolamo Soriani, evidentemente in possesso di un manoscritto originale del<br />

Nicoletti, almeno secondo quanto citato nel titolo. Nato secondo le cronache a Udine, Paolo Veneto terminò la sua formazione<br />

a Padova, dopo essere entrato a 14 anni nel convento di Santo Stefano a Venezia, e acquisì grande fama nel Quattrocento e<br />

nella prima metà del secolo successivo <strong>com</strong>e <strong>com</strong>mentatore di Aristotele. I suoi scritti manifestano un interesse spiccato per le<br />

discussioni scientifiche dell’epoca, e la sua opera più famosa è forse la Logica duplex, un testo scolastico di logica rimasto in<br />

uso per almeno due secoli. CNCE 32832 Adams P-513; non BMC STC It.<br />

91) (PEDREZZANO, GIOVAN BATTISTA) - Il consolato del mare; nel quale si <strong>com</strong>prendono tutti gli Statuti, & Ordini:<br />

disposti da gli antichi, per ogni caso di mercantia & di nauigare: ... Con l’aggiunta delle Ordinationi sopra l’armate di<br />

mare, sicurta, entrate, uscite; & con il Portolano del mare. Di nuouo con quella piu accurrata diligentia, che s’e potuto<br />

corretto, & ristampato. [...] In Venetia, appresso gli heredi di Francesco Rampazetto, 1584.<br />

4to (cm 21), pergamena floscia originale cont tit. ms. al dorso, nota di possesso “Paolo Galletti 1772”, minimo tarletto alle<br />

prime 4 cc., lieviss. brunit., bell’esemplare genuino. Due parti, ognuna con proprio frontesp., pp. (16), 230 (ma 240, malnum.);<br />

cc. (2), (38).<br />

Quarta edizione in italiano ad uscire nel XVI sec., (ma secondo Edit16 la prima in cui <strong>com</strong>pare aggiunto in fine il “Portolano<br />

del Mare”) di questa celebre opera che contiene le regole che disciplinano la vita sulle navi e che ne regolamentano la condotta<br />

e le dispute che possono sorgere tra di esse, siano esse <strong>com</strong>merciali o militari. L’origine del testo è controversa, in quanto<br />

fu stampato per la prima volta in catalano a Barcellona intorno al 1484 (a p. 230 della prima parte si trova scritto “Celebrati<br />

nel capitolo d’asseo in Barcellona, alli 8 ottobre 1481”), ma risale senz’altro al Medioevo, anche se una delle ipotesi più accreditate<br />

è che nascesse in ambiente pisano, essendo Pisa una delle Repubbliche più influenti nel Mediterraneo. Quale che sia<br />

l’origine, il “Libro del Consolato” resta la prima opera di sintesi del diritto mercantile in cui si ritrovano ordinatamente gli<br />

ordinamenti greco, bizantino, latino, italiano, francese e spagnolo. Il “Portolano” annesso è invece una descrizione dei porti<br />

più importanti da Venezia “a Ponente e a Levante”. Kress 156; Adams C-1537 e P-2968; BMC STC It. p. 194 (Il Consolato<br />

col Portolano, 1599) e p. 537 (il solo Portolano, 1584).<br />

92) PERI, GIOVANNI DOMENICO - Il negotiante. Diviso in quattro parti. Parte prima (seconda, terza e quarta).<br />

Venezia, presso Gio Gia<strong>com</strong>o Hertz, 1682.<br />

4to (cm 23), buona legatura settecentesca in pelle marrone maculata, con cornice dorata ai piatti, dorso a nervi con titolo e<br />

decorato in oro agli s<strong>com</strong>parti. Lievi segni d’uso, note di possesso al front., buon<br />

es. 4 parti in un volume, ognuna con frontespizio (tranne quello della pt. 4, che<br />

manca) e marca tipografica. Pp. (8), 255, 1 b.; (8), 168; (8), 166; (6), (10), 94,<br />

rozzo restauro all’ultima carta. La terza parte ha titolo “I frutti d’Albaro”, e la<br />

quarta (a cui manca il front.) “ Il secretario di Banco”. Ristampa definitivamente<br />

accresciuta di questo celebre manuale <strong>com</strong>merciale di grande successo editoriale<br />

“A technical handbook for merchants, to teach them trading and book-keeping,<br />

treating at much length of the method of mercantile accounts called the system of<br />

double entry” (Palgrave III, 94). “Peri was the first to be independent of the Venetian<br />

school” (Hausdorfer 188). Einaudi 4393; Kress 1035 (ed. 1672). Riccardi<br />

I/2°, col. 261 (ed. 1672); Palgrave III, 94.<br />

93) (Emblemi) PERIANDER, AEGIDIUS (pseudonimo per Giles Omma, 1543-<br />

1568). - [Til Eulenspiegel] Noctuae Speculum. Omnes Res Memorabiles, Variasque<br />

Et Admirables, Tyli Saxoici machinationes <strong>com</strong>plectens, plane novo<br />

more nunc primum ex idiomate Germanico latinitate donatum ...<br />

Frankfurt am Main, apud Georgium Corvinum sumptibus Sigismundi Feyerabend<br />

& Simon Hunter, 1567.<br />

8vo (cm 16.5), pregevole legatura coeva in pelle di scrofa impressa a secco ai<br />

piatti con cornici, e monogr. impresso a fuoco dal legatore per il primo proprietario<br />

“MAEVM - VSZB”, titolo ms. su etichetta in carta al dorso (lievi fenditure<br />

alle cerniere), ottimo esemplare genuino e pulito all’interno. Vignetta xilogr. al<br />

front., cc. (5), num. 2-210, (2 in fine con errata e marca tipografica), segnat. A-<br />

Z8,a-d8, <strong>com</strong>pleto. Il testo piacevolmente illustrato da 103 belle vignette xilografiche<br />

di Jost Amman.<br />

35<br />

93


Prima edizione latina. Till Eulenspiegel è un personaggio del folclore del nord della Germania e dei Paesi Bassi. Secondo la<br />

tradizione sarebbe nato a Kneitlinger, nel ducato di Brunswick, intorno al 1300 e sarebbe morto nel 1350 a Mölln. Le storie<br />

di Till lo mostrano <strong>com</strong>e un personaggio amante del divertimento, irriverente e sempre pronto a farsi beffe degli altri. Talvolta<br />

finge di non capire quanto gli viene detto, per esempio prendendo alla lettera espressioni figurate, per burlarsi del suo<br />

interlocutore. Il nome nella sua forma odierna evoca, in tedesco, la civetta (Eulen) e lo “specchio” (Spiegel), e così spesso le<br />

immagini che lo raffigurano lo mostrano con in mano una civetta e uno specchio. In realtà, sembra che il nome derivi da una<br />

espressione un po’ gergale dal significato irriverente di “prendere per i fondelli”. Jost Amman (1539-1591), pittore e ed incisore<br />

di origine svizzere, dopo aver <strong>com</strong>piuto i propri studi (forse) a Parigi e Lione, ed un apprendistato tra Zurigo e Basilea,<br />

si stabilì nel 1561 a Norimberga, dove collaborò con Virgil Solis e, dopo la di lui morte (avvenuta nel 1562) iniziò il proprio<br />

lungo sodalizio artistico con l’editore di Solis - appunto Feyerabend - adattando le proprie capacità artistiche alle richieste<br />

del suo editorie, per il quale realizzò cicli di illustrazioni per almeno cinquanta opere. “As an engraver, he was one of the<br />

most laborius of the industrious artists of his country, who have so ably and amply contributed to the advancement of the art.”<br />

[Bryan] VD 16 ZV2294; BMC STC Germ. 289; Graesse II, 517; Goedecke I, 347:19; Becker, Amman, 148:12; Hinz 354.<br />

94<br />

96<br />

94) (PIAZZETTA, GIO. BATTISTA) - Beatae Mariae Virginis Officium.<br />

Venezia, Giovanni Battista Pasquali, 1740.<br />

8vo piccolo (cm 12.8), attraente legatura originale in pelle interamente<br />

decorata in oro ai piatti, con fermagli metallici di chiusura (uno caduto),<br />

tagli dorati, risguardi originali in raso veneziano. Antiporta, vignetta<br />

al frontespizio, 15 tavole a p. pag. n.t. e 20 finalini incisi in rame<br />

con grande finezza da Marco Pitteri dai disegni di G.B. Piazzetta; il<br />

testo interamente è inciso in rame da Angela Baroni. Pp. (40), 427,<br />

(5). Bell’esemplare con legatura coeva di questo piccolo capolavoro<br />

dell’editoria veneziana definito dal Morazzoni <strong>com</strong>e il “gioiello più<br />

gentile del Bibliopola Pasquali”.<br />

95) PLAUTUS - Ex Plauti <strong>com</strong>oediis XX quarum carmina magna<br />

ex parte in mensum suum restituta sunt. [alla fine:] Venetiis, in<br />

aedibus Aldi et Andreae Asulani soceri, mense iulio, 1522.<br />

4to (cm 22), leg. origin. in p. perg. con tit. ms. al dorso, piede del dorso<br />

e cuffia inferiore mancante, qq. piccola macchietta d’inchiostro ma nel<br />

<strong>com</strong>plesso ottimo esemplare, pulito e con ampi margini. Ancora aldina<br />

al front. e alla fine, letterine guida, car. cors., cc. (14), 284.<br />

Prima edizione aldina delle <strong>com</strong>medie di Plauto. Nell’epistola introduttiva<br />

di Francesco Torresano, curatore dell’opera, viene detto che<br />

l’edizione di Plauto si basa su copie del testo con correzioni di Aldo<br />

Manuzio stesso e di Erasmo. L’opera <strong>com</strong>prende un indice dei verbi<br />

più usati e uno degli argomenti, la vita dell’Autore e la traslitterazione<br />

dei dittonghi greci in lingua latina. Delle 21 <strong>com</strong>medie oggi unanimemente<br />

riconosciute di Plauto (ma già elencate da Varrone nel I<br />

sec. a.C.), solo 8 erano in circolazione al tempo del Petrarca. Altre<br />

12 rientrarono in circolazione a partire dal 1429, formando il canone<br />

rinascimentale seguito anche da Manuzio in questa edizione.<br />

Adams P-1487; Renouard 9./2; BMC STC it. p. 524.<br />

96) (Legatura) PONTIFICALE ROMANUM - Clementis VIII Pont.<br />

Max. iussu restitutum atque editum.<br />

Romae, ex Typographia Medicaea, 1611.<br />

Folio (cm 35), decorativa leg. originale in marocchino rosso, piatti interamente<br />

decorati in oro con cornici concentriche, ed al centro armi<br />

vescovili con cornice a piccoli ferri, dorso ornato in oro, tagli dorati,<br />

genuino esemplare, con bella nota di appartenenza. Front. con marca<br />

tipografica, titolo e testo interamente stampati in rosso e nero con molte<br />

pp. di musica notata, testo su due coll. illustrato con moltissime vignette<br />

xilogr. (mm 60x 90), capilettera, ed una grande xilogr. all’inizio<br />

del testo (mm 110 x 180). Pp. (8), 503, (1 b.).<br />

Prima ristampa dell’edizione romana del 1595. Libro liturgico ufficiale<br />

della Chiesa Romana. Il pontificale contiene i riti e le cerimonie<br />

normalmente celebrati dai vescovi. I vari riti, originariamente<br />

diffusi in diversi ‘sacramentari’ ancora per tutto il Medioevo, vennero<br />

poi raccolti in un unico volume <strong>com</strong>une in periodo di Contro-<br />

36


iforma (ma il primo Pontificale a stampa è della fine del Quattrocento), per consolidare la ‘visione unica’ della Chiesa<br />

centrale di Roma: la versione voluta da papa Clemente VIII (pubblicata nel 1596) fu in seguito rivista da Benedetto XIV.<br />

Graesse V, 409.<br />

97) POZZO, ANDREA - Perspectiva pictorum, et architectorum<br />

… Pars Prima / Secunda. Roma, Giovanni Zempel, 1741<br />

(P. I), e Gio. Generoso Salomoni, 1758 (P. II).<br />

Folio (cm 41), 2 voll. in piena pergamena coeva con titoli ai dorsi<br />

(legat. leggermente diverse), tagli spruzzati rossi; margini sobri<br />

ma esemplare pulito e in ottimo stato. Antiporta al tomo I con<br />

ritratto dell’Aut., ciascun tomo con doppio frontespizio (italiano<br />

e latino) seguito da una grande incisione a p.p. (nel t. I ad opera di<br />

Vincenzo Mariotti, nel t. II di Teodoro Ver Cruys). Testo italiano<br />

e latino, con 222 splendide tavole a p.p. (103 nel Tomo I, di cui<br />

102 numerate, e 119 nel Secondo, di cui 118 numerate) intercalate<br />

al testo, inclusa la celebre tripla tavola f.t. al t. I, raffig. la<br />

volta affrescata della chiesa di S. Ignazio a Roma, capolavoro<br />

dell’Aut. (1642-1709). Ristampa di quest’opera assolutamente<br />

fondamentale nella prospettiva, che influì la storia e la pratica<br />

della disciplina per più di un secolo, contribuendo ampiamente<br />

alla diffusione dell’architettura barocca nel nord-europa. Di rilievo<br />

è il trattato finale sull’affresco, di cui il Pozzo era grande<br />

conoscitore ed abile praticante. La prima ediz. del vol. I uscì a<br />

Roma nel 1693, il vol. II seguì nel 1700, e poi i singoli voll. vennero<br />

di volta in volta ristampati in numerose ediz. (e traduzioni),<br />

così che è facile incontrare set misti, <strong>com</strong>e il presente. Fowler<br />

251 (nota); Berl. Kat. 4725 (1° ed.); Cicognara 854 (1° ed.);<br />

Vagnetti EIIIb73.<br />

98) PRISCIANUS (vi sec. d.C.) - Habes candide lector in hoc<br />

opere Prisciani volumen maius: cum expositione elegantissima<br />

clarissimi philosophi Joannis de Aingre. Habes … de duodecim<br />

carminibus: ac etiam de accentibus: cum expositione<br />

97<br />

[...] Danielis Caietani: nunc primum edita. Habes praeterea<br />

de numeris: ponderibus: & mensuris. de preexercitamentis<br />

rhetorice. De versibus <strong>com</strong>icus. De declinationibus. Necnon de situ orbis. Omnia … emendata.<br />

(In fine:) Venezia, Boneto Locatello per Ottaviano Scoto, 1496.<br />

Folio (cm 31), bella leg. settecentesca in p. pelle avana, sottile cornice dorata ai piatti, dorso a 6 nervi con s<strong>com</strong>parti decorati e<br />

tit. in oro su tassello, tagli marmorizzati, ff. di guardia orig. in carta decor. tagli spruzzati, ex libris all’int. del piatto sup. (North<br />

Library). Capilettera xil, testo e <strong>com</strong>mento in 2 corpi diversi, cc. 283, (1).<br />

Prima edizione dell’ediz. delle opere <strong>com</strong>plete di Prisciano <strong>com</strong>mentate da Daniele Gaetani e con i <strong>com</strong>menti di Ioannis de<br />

Aingre (che aveva curato una preced. edizione edita da Arrivabene nel 1488, contenente però solo 16 libri). Questa ed. contiene<br />

i 18 libri delle “Institutiones grammaticae”, il “De duodecim carminibus”, il “De accentibus”, il “Liber de ponderibus et<br />

mensuris”, il “De praexercitamentis rhetoricae”, il “De metris <strong>com</strong>icis”, il “De declinationibus”, il “De situ orbis” (in versi).<br />

Prisciano nacque a Cesarea, in Mauritania, e fu attivo tra il V e il V sec. d.C. Le “Institutiones” rappresentanto la trattazione<br />

antica più <strong>com</strong>pleta di grammatica, in particolare per la morfologia (alla sintassi è dedicato meno spazio), e furono il libro<br />

di testo principe per tutto il Medioevo (Dante ricordò Prisciano nella Commedia). Goff P971; HC 13364*; Klebs 806.12; IGI<br />

8056; IBE 4766; IBP 4575; Voull(B) 4191; BMC V 447; BSB-Ink P-767.<br />

99) RAMUSIO, GIOVANNI BATTISTA - Delle navigationi et viaggi [...] con molti et vaghi discorsi [...] nel quale si contengono<br />

la descrittione dell’Africa et del Paese di Prete Ianni [...] con due indici [...]. Volume primo [e secondo, e terzo].<br />

In Venetia nella stamperia de Giunti, l’anno 1563/1559/1565.<br />

Folio (cm 29), 3 voll. in solida legat. seicentesca in pergamena, tassello in carta di biblioteca estinta al dorso, tagli maculati<br />

azzurri, buon esemplare. Bruciatura di sigaretta con buco (e perdita di alc. parole e sillabe) alle cc. 124-126 del vol. III. Marche<br />

tipogr. ai frontesp. ed in fine al vol. I e II, capilettera, cc. (4), 34, 394; 18, 155, (1); (6), 34, 456. Nel vol. I vi sono 3 tavv. incise<br />

in rame a doppia pagina dell’Africa, India e Indocina, 6 xilografie a piena pagina e 4 n.t.; nel vol. II 2 xil.; nel III vol. 40 illustr.<br />

xilografiche n.t., 4 carte a piena pagina e 7 carte geografiche a doppia pagina f.t. (Provincia del Peru, Nuova Francia, Brasile,<br />

Parte de l’Africa, Sumatra, La Terra de Hochelaga, Parte del mondo nuovamente ritrovata).<br />

Terza edizione, <strong>com</strong>e sempre in set misto, ma con il secondo volume in prima edizione, delle ‘Navigationi’, la prima e più<br />

importante raccolta dei viaggi e delle scoperte degli europei nei c.d. “Nuovi Mondi”. Ramusio <strong>com</strong>inciò a coordinare e raccogliere<br />

materiale per l’opera fin del 1520, avvalendosi per l’iconografia delle carte geografiche della collaborazione del car-<br />

37


tografo Gia<strong>com</strong>o Gastaldi. Il primo volume,<br />

dedicato all’Africa fu pubblicato nel 1550,<br />

seguito dal terzo dedicato al “Nuovo Mondo”<br />

del 1556, mentre il secondo, dedicato<br />

all’Asia centrale ed alle Russie fu pubblicato<br />

postumo. I resoconti di numerosi viaggi sono<br />

pubblicati in quest’opera per la prima volta,<br />

facendone una vera e propria enciclopedia<br />

illustrata. Tra le descrizioni più significative<br />

e scientificamente accurate si segnalano il discorso<br />

sulle cause dell’inondazione del Nilo,<br />

il discorso sul viaggio di Magellano e quello<br />

sul trasporto ed il traffico di spezie, <strong>com</strong>e<br />

anche gli importantissimi racconti dei viaggi<br />

di Sebastiano Caboto, Peter Martyr, Oviedo,<br />

Corths, Cabega de Vaca, Guzman, Ulloa, Coronado,<br />

Marcos di Nizza, Xerez, Verrazano, e<br />

Cartier. “This is one of the earliest and most<br />

99 important collections of voyages and travels<br />

and may be said to have opened a new era<br />

in the literary history of voyages and navigation.<br />

This work... was the first great systematic collection that had so far appeared” (Hill 1418). “Ramusio, who truly earned<br />

the sobriquet of the Italian Hakluyt, was preminent as an editor; he handled his material with great skill and produced acollection<br />

of unique value” (Penrose, Travel and Discovery in the Renaissance, 1420-1620, p. 306).<br />

100) RINGHIERI, INNOCENZO - Cento giuochi liberali et d’ingegno novellamente [...] ritrovati et in dieci libri descritti.<br />

In Bologna, per Anselmo Giaccarelli, 1551.<br />

4to (cm 21), genuina leg. coeva in p. pergamena con tit. al dorso e grande lettera “A” calligrafata in stile medievale al piatto<br />

sup., lieve alone marginale all’angolo infer. delle ultime cc., qq. macchiolina ma bell’esemplare da collezione. Marca tip. al<br />

front ed in fine, iniziali xil., cc. (4), 162, (2, di cui l’ultima bianca orig.).<br />

Prima edizione, dedicata a Caterina de Medici, Regina di Francia. Contiene 100 giochi d’intelligenza e di memoria, <strong>com</strong>presa<br />

una descrizione di una partita di scacchi dal vivo e una discussione sui colori e la pittura. Singolari sono i “ludi” connessi alla<br />

musica, definita ora scienza dei numeri, ora <strong>com</strong>e una essenza magica dal meraviglioso potere di dilettare anche “gli orecchi<br />

di coloro che non l’intendono”. Riccardi, II, 378: “Contiene alcuni giochi numerici e meccanici, curiosi e dilettevoli”; Smith,<br />

Rara arithmetica, 253: “Contains some number game”; Van der Linde, 3688; Parenti, p. 429; Olschki Choix, 2627: “Beaux<br />

caractère ronds et ital. Au verse du titre un sonnet à Catherine de<br />

Medici, reine de France, non cité par vaganay. Première edition<br />

de cet ouvrage curieux et rare, qui fait connaitre le bon ton et le<br />

divertissement de la societé aristocratique en Italie et en France<br />

au XVIe siècle”.<br />

101<br />

101) (Legatura) ROMA - Statuta antiqua de officio Camerarii<br />

Cleri Romani, & iuribus funeralibus ecclesiarum, praesertim<br />

parochialium almae urbis, una cum additionibus [...]. Romae,<br />

ex Typographia Reverendae Camere Apostolicae, 1735.<br />

4to (cm 22), pregevole leg. coeva con grandi armi vescovili impr.<br />

al centro dei piatti, tagli dorati, dorso e nervi decor. (un po’consumato,<br />

piccole mancanze), tarletti passanti al marg. bianco inf.<br />

nella seconda metà del vol., nel <strong>com</strong>plesso buon esemplare pulito.<br />

Front. in rosso e nero, pp. (16), 220.<br />

Nuova edizione sostanzialmente identica alla prima (Romae,<br />

apud Aloysium, & Franciscum de Comitibus, 1707), di questi<br />

statuti relativi agli obblighi del Camerlengo del Clero Romano.<br />

Il Camerlengo del Clero veniva eletto tra i parroci e i canonici<br />

di Roma (ma era frequente anche nelle Confraternite), e aveva<br />

la funzione di presiedere e guidare le processioni, nonché di decidere<br />

le precedenze nelle cerimonie solenni. Gli Statuti del 1735<br />

richiamano e illustrano le leggi riguardanti le sepolture nella<br />

città di Roma, <strong>com</strong>prese le tariffe per i diversi tipi di cerimonia<br />

funebre. La sezione contenente queste ultime normative scritta in<br />

italiano (il resto in latino).<br />

38


102) (RUSCELLI, GIROLAMO) - Il sesto libro delle rime di diversi eccellenti autori, nuovamente raccolte, et mandate<br />

in luce. Con un discorso di Girolamo Ruscelli.<br />

In Vinegia, al segno del Pozzo, 1553. (In fine: In Vinegia, per Giouan Maria Bonelli, 1553).<br />

8vo (cm 15.5), elegante legatura ottocentesca in marocchino verde, con duplice inquadratura dorata dei piatti, e titolo al piatto<br />

superiore, dentelles dorate all’interno dei piatti, taglio superiore dorato, all’interno pulito e nitido esemplare, da collezione.<br />

Marca al frontesp., cc. (4), 276, (16, di cui le ult. 2 bianche orig.). Prima edizione di questo raro volume della celebre raccolta<br />

‘ideale’ di rimatori, curata ed edita da diversi autori/stampatori. Contiene rime di: A. di Costanzo, A. Simonetti, A. Caro, A.Fr.<br />

Riveri, Ant. G. Corso,, Ant. Terminio, Ben. Varchi, Bern. Rota, Bern. Tomitano, Bern. Capello, Pico della Mirandola, Fr.M.<br />

Molza, Gaspara Stampa, G. Bonfadio, G. Ruscelli, Gir. Parabosco, Giul. Goselini, Giulio Camillo, Lud. Domenichi, Luca<br />

Contile, Lorenzo de’ Medici, L. Tansillo, Nicolò Franco, Rinaldo Corso, Seb. Erizzo, Veronica Gambara, Tullia d’Aragona,<br />

Vittoria Colonna e molti altri minori. Edit16 CNCE 29540; Adams R-544; non in BMC STC Ital.<br />

103) (SANSOVINO, FRANCESCO) - Cento novelle scelte da più nobili scrittori della lingua volgare, con l’aggiunta di<br />

cento altre novelle antiche … nelle quali piacevoli, et aspri casi d’amore … si contengono … et con le figure poste et<br />

appropriate ai suoi luoghi. In Venetia, s.n.t. (Francesco Sansovino), 1566.<br />

4to (cm 20.5), solida pergamena ottocentesca con unghie, nervetti passanti al dorso e tassello, tagli dorati; qq. leggero segno<br />

di dita agli angoli, peraltro ottima, nitida copia. Ex-libris nobil. inglese. Marca tipografica (dell’Aut.) al frontespizio, testo in<br />

carattere corsivo, impreziosito da grandi capilettera xilografici su 12 linee e da 100 belle illustrazioni xilografiche (c.a mm 65<br />

x 100). Cc. (20), 245, 1b., 31, 1b. Prima edizione in 4to (la quarta in assoluto, ma con le illustrazioni tutte re-incise) di questo<br />

celebre raccolta, “ .. quella che tiene il posto di onore in una raccolta di novellatori” (Gamba), curata dal Sansovino. Il S.<br />

afferma di essersi ispirato a diversi autori (e ne cita alcuni), specificando però che tali novelle sono state “da me rassettare<br />

e racconcie nella lingua”. Interessante dal punto di vista architettonico la vignetta di carta 50 (N2, Nov. II, giornata III), che<br />

raffigura una veduta della Piazzetta S. Marco a Venezia, con a sinistra il profilo “essenziale” in prospettiva della Biblioteca<br />

Marciana, all’epoca ancora in costruzione, opera del padre, l’architetto Jacopo Sansovino. Gamba 2727; Adams S-341; BMC<br />

STC IT p. 606; Mortimer Harvard Italian n. 461; Edit16 CNCE 37523.<br />

104) SCALIGERO, GIULIO CESARE - Exotericarum exercitationum liber quintus decimus, De Subtilitate, ad Hieronymum<br />

Cardanum. Lutetiae (Paris), ex Typographia Michel Vascosan, 1557.<br />

8vo (cm 22), legat. settecentesca in pelle marrone con titoli e dorso decorato in oro, tagli rossi, risg. in carta decorata, pulito<br />

esempl. (lieve alone alle cc. verso la fine). Cc. (4), 476, (31, manca l’ultima bianca dopo il colophon), nel testo alcune figure<br />

xilografiche.<br />

Prima edizione. La presente opera costituisce un violento attacco a molte affermazioni e principi contenuti nel “De Subtilitate”<br />

di Cardano, e diede l’inizio ad uno dei più notevoli dibattiti intellettuali nell’ambito del scientifico del secolo, conoscendo diverse<br />

edizioni. “The Exotericarum exercitationum won a celebrity that survived the author’s death. Lipsius, Bacon and Leibniz<br />

were among its later admirers; and Kepler, who read it as a young man, accepted its Averroist doctrine of attributing the movement<br />

of each star to a particular intelligence” Paul Rose in DSB XII, pp. 134/136. “The most savage book review in the bitter<br />

annals of literary invective. Julius Caesar Scaliger, another vain and articulate natural philosopher of Italian origins, devoted<br />

more than 900 quarto pages to refuting one of Cardano”s books,<br />

De subtilitate, and promised to return to the subject at still greater<br />

length. Though Scaliger died without producing more than a<br />

fragment of this promised polemic, his Exercitationes became a<br />

standard work in university curriculums; perhaps the only book<br />

review ever known to undergo transformation into a textbook”.<br />

(Grafton, Cardano’s Cosmos, p 4). Adams S-579.<br />

105) SCALIGERO, GIULIO CESARE - Poetices libri septem.<br />

[In fine, dello stesso Aut.:] In librum de insomniis Hippocratis<br />

<strong>com</strong>mentarius auctus nunc & recognitus.<br />

(Lyon), apud Antonium Vincentium, 1561.<br />

Folio (cm 31.5), bella leg. coeva in pelle marrone, piatti inquadr.<br />

da filetto in oro, con grande fleuron dorato a placca impr. al<br />

centro dei piatti; dorso a nervi con ferro ripetuto agli s<strong>com</strong>parti,<br />

titolo in oro su tassello rosso, genuino esemplare pulito e marginoso<br />

(lieviss. alone marg. alle prime cc., abili picc. rest. alle<br />

cuffie). Due parti in un vol., grande marca tip. al front., numerose<br />

iniziali xil. e alcune testatine, pp. (12), 364, (36); 54 (ma 42), (2<br />

bb. orig.).<br />

Prima edizione (a cura di Robert Constantin, il cui nome appare<br />

nella prefazione) di una delle prime e pi importanti trattazioni<br />

sistematiche di arte poetica. L’opera, uscita postuma, anche<br />

la prima trattazione organica dei generi letterari e delle figure<br />

39<br />

105


etoriche, classificati in un rigido ordinamento gerarchico. Tra le originali proposte dello Scaligero va ricordata la teoria<br />

dell’origine della parodia, fatta risalire addirittura al teatro greco e in particolare al controcanto in forma di rovesciamento<br />

ironico negli intervalli delle recite dei rapsodi. “He here deals with the different kinds of poems, and the various metres, together<br />

with various figures of speech and turns of phrase, criticizes all the Latin poets ancient and modern, and institutes a<br />

detailed <strong>com</strong>parison between Homer and Virgil to the distinct advantage of Virgil, while the epics of Homer are regarded as<br />

inferior to the Hero and Leander of Musaeus. He also declares Seneca ‘inferior to none of the Greeks in majesty’. He makes<br />

all literary creation depend ultimately on judicious imitation” (Sandys II, p. 178). Il <strong>com</strong>mento al ‘Liber de insomniis’ presente<br />

in pochi esemplari, ha numerazione autonoma ed introdotto da occhietto. Adams S-595.<br />

106<br />

107<br />

106) SCALVO, BARTOLOMEO - Meditationi del Rosario della gloriosa<br />

Maria Vergine. In Venetia, Appresso Domenico, & Gio. Battista<br />

Guerra fratelli, 1583.<br />

8vo (cm 15) decorativa legatura tedesca in pelle di scrofa impressa a<br />

secco su assicelle di legno (abilm. rimontata) con fermagli metallici ai<br />

piatti (mancano i gancetti); tagli azzurri, margini sobri, ma esemplare<br />

ben conservato. Bel frontespizio xilografico, pp. (12), 401, (67), testo<br />

<strong>com</strong>pletamente illustrato con oltre 160 illustraz. xilografiche entro<br />

bordure, ed ogni pagina di testo è pure racchiusa in una bordura xilografica;<br />

marca tipogr. al verso dell’ult. carta. Rara edizione veneziana,<br />

mirabile esempio dell’eleganza tipografica cui era pervenuta la produzione<br />

religiosa di stampo popolare del tardo Cinquecento veneziano.<br />

Edit 16 CNCE 37500, solo 5 copie censite. BMC STC It p. 617 (ed.<br />

1569); non in Adams e Mortimer.<br />

107) SCARPA, ANTONIO (1752-1832) - Saggio di osservazioni e<br />

d’esperienze sulle principali malattie degli occhi.<br />

Pavia, Baldassare Comino, 1801.<br />

4to (cm 29.5), mezza pelle coeva con angoli, titolo su tassello e fr. oro<br />

al dorso, piatti ricop. da carta marmorizz., ottimo esemplare pulito e<br />

marginoso, impresso su carta greve (lieve alone all’ang. interno delle<br />

prime cc.). Grande ritratto inciso da Anderloni all’antiporta, pp (2), xi,<br />

1 b.ca, 278, (1 di errata e 1 bc.a), e 3 tavole incise in rame f.t. in fine.<br />

Prima edizione di questa fondamentale opera di oftalmologia. Garrison-Morton<br />

5835: “This beautifully illustrated work was the first<br />

textbook on the subject to be published in the Italian language. Its author<br />

has been called ‘the father of Italian ophthalmology”. Heirs of<br />

Hippocrates 1106: “This classic work on ophthalmology remained the<br />

standard text for several decades, going through several editions and<br />

translations. It established Scarpa’s reputation as a leading ophthalmologist<br />

and is especially notable for its copperplate engravings of<br />

the anatomy of the eye, drawn by the anatomist”. Choulant, p. 298:<br />

“It contains the first description of the operation of iridodialysis, and<br />

significant chapters on cataract, staphyloma and diseases of the vessels<br />

in the eye. Like most of Scarpa’s works, Malattie degli occhi is illustrated<br />

with the author’s own superbly executed drawings. ‘(Scarpa)<br />

himself trained the famous Faustino Anderloni to be<strong>com</strong>e the engraver<br />

of his illustrations … His anatomic prints are therefore models of anatomic<br />

representation as regards faithful differentiation of the tissues,<br />

correctness of form, and the utmost perfection of engraving”. Norman<br />

Library 1899. Albert, Source book of ophthalmology, 2021; Waller<br />

8543.<br />

108) SIRIGATTI, LORENZO - La pratica di prospettiva del Cavaliere<br />

Lorenzo Sirigatti, al Ser.mo et Invittiss.mo Ladislao Sigismondo<br />

Principe di Polonia e di Svezia. [Libro primo e secondo].<br />

In Venetia, [nella stamperia di Pietro Miloco], 1625.<br />

Folio (cm 43), solida leg. coeva in pergamena, dorso a nervi con titolo<br />

manoscritto, bell’esemplare nitido e pulito e con il magnifico frontespizio<br />

intatto (lieve restauro al margine infer. di una carta di testo).<br />

Bellissimo frontespizio architettonico animato da putti e figure allegoriche,<br />

due parti in un volume, col frontesp. ripetuto (ma in formato<br />

40


minore) all’inizio della seconda parte. Cc. (4), 43, (1); (22), con 43 incisioni<br />

a piena pagina nel primo libro e 22 nel secondo (numerate da 44 a<br />

65, a partire dal secondo front. incl.).<br />

Seconda edizione. Nella prima parte sono contenute tavole con testo a<br />

fronte con l’applicazione delle regole prospettiche elementari a figure<br />

geometriche piane e solide, nella seconda parte soltanto tavole con elementi<br />

architettonici, facciate di palazzi, chiese e virtuosismi prospettici<br />

e giochi d’ombra applicati a poliedri di varie forme e a solidi regolari<br />

(interessante la deformazione prospettica del liuto). Di questa seconda<br />

edizione (che riprende fedelmente la prima del 1596), furono edite due<br />

versioni con dediche diverse: la nostra, ed un’altra a Ferdinando Medici.<br />

Vagnetti, La Prospettiva, EIIb38; Comolli III, 157-8; Poudra Hist. De<br />

la Perspective (Paris 1864) pp. 183;Fowler 336 (1° ed. 1596); Sclosser<br />

p. 422; Cicognara 861.<br />

109) SOPHOCLES (ORSATTO GIUSTINIANI, volg.) - Edipo tiranno<br />

di Sofocle tragedia. In lingua volgare ridotta dal clariss. signor Orsatto<br />

Giustiniano, patritio veneto. Et in Vicenza con sontuosissimo<br />

apparato da quei signori Academici recitata l’anno 1585.<br />

In Venetia, appresso Francesco Ziletti, 1585.<br />

4to (cm 19.5), pergamena floscia originale con laccetti (caduti), bell’esemplare<br />

puro, con firma di appartenenza al front. di Gasparo Muzio,<br />

scrittore ligure del XVI sec.. Marca al frontesp., caratt. corsivo,<br />

cc. (6), 46.<br />

Prima edizione, rara, di questo volgarizzamento, opera con cui venne<br />

inaugurato il 3 marzo 1585 il celebre Teatro Olimpico di Vicenza,<br />

108<br />

progettato da Andrea Palladio (e dopo la morte di lui continuato dal<br />

figlio), ma <strong>com</strong>pletato da Vincenzo Scamozzi, che ideò anche le scene<br />

ed il <strong>com</strong>plesso sistema di illuminazione artificiale per la presente rappresentazione. Allacci Drammaturgia col. 277; non in<br />

Regenstein, Adams, BMC STC It. Edit16 CNCE 40732.<br />

IL PIù FAMOSO MANUALE PER INQUISITORI<br />

110) SPRENGER, JOHANN e INSTITOR, HEINRICH -<br />

Malleus Maleficarum.<br />

Colonia (Koln), Johann Koeloff, 1494.<br />

Folio (Cm 28), attraente legatura in pergamena da un codice<br />

manoscritto del secolo XV, con titolo manoscritto al dorso, e<br />

laccetti di chiusura originali ai piatti (legatura rimontata nel<br />

sec. XIX), ottimo esemplare pulito e ad ampi margini, alcune<br />

carte con segni di barbe. Interessanti note manoscritte coeve<br />

alla carta del titolo ed al margine di varie carte, bell’ esemplare<br />

rubricato con lettere capitali in rosso e bleu (vecchio<br />

strappo restaur. anticamente senza danni al margine della<br />

carta LXIIII, abili restauri all’angolo inferiore delle ultime<br />

2 carte). Testo in carattere gotico su 48 linee a 2 colonne, cc.<br />

(4), CVIII.<br />

Rara edizione di questo testo, il più famoso manuale per inquisitori.<br />

Il Malleus Maleficarum (c.d. Martello delle streghe)<br />

fu redatto nel 1486, e pubblicato per la prima volta nel 1487,<br />

allo scopo di soddisfare l’urgenza di reprimere l’eresia e la<br />

stregoneria, secondo la volontà espressa da Papa Innocenzo<br />

VIII attraverso la bolla ‘Summis desiderantes affectibus’ del<br />

1484, che conferiva esplicitamente agli stessi autori il mandato<br />

di procedere con rigorosa fermezza nei confronti delle<br />

streghe: “ … E anche se i nostri diletti figli, Heinrich Kramer<br />

110<br />

e Johann Sprenger [...] sono stati delegati <strong>com</strong>e inquisitori<br />

con lettera apostolica [...] decretiamo che ai suddetti inquisitori<br />

venga data potestà di giuste reprensione, incarcerazione e punizione di chiunque, senza permesso e senza limitazione”.<br />

La prima parte del libro affronta la discussione sull’origine della stregoneria ed in particolare sulla natura femminile che,<br />

secondo gli autori, per intrinseca debolezza sarebbe predisposta a cedere alle tentazioni di Satana. L’ultima parte si occupa di<br />

41


fornire istruzioni pratiche sulla cattura, il processo, la detenzione e l’eliminazione delle streghe, fornendo indicazioni su <strong>com</strong>e<br />

evitare che le autorità siano soggette alla stregoneria, e dedicando ampio spazio all’illustrazione di tecniche di estorsione<br />

delle confessioni e alla pratica della tortura durante gli interrogatori. Quarta edizione, molto rara <strong>com</strong>e tutte le edizioni incunabole.<br />

HC 9244; BMC I, 298; Goff I-167; Klebs 926.4. Caillet<br />

III, 10329 (ma tarda ediz. 1519).<br />

111<br />

112<br />

111) STEUCO, AGOSTINO - De perenni philosophia libri X.<br />

Opus immensa [...] iam denuo in lucem editum [...]. Basileae,<br />

per Nicolaum Bryling et Sebastianum Francken, anno 1542.<br />

4to (cm 22), affascinante legatura coeva di area svizzera o tedesca<br />

in pelle marrone riccamente impressa a secco con cornici ai<br />

piatti raffig. piccole immagini di santi, e datata “1564”, all’interno<br />

del piatto nota ms. d’appartenenza pure datata 1564, ed<br />

ex-libris di bibl. monastica tedesca; bellissimo esemplare puro<br />

(qq. lieviss. brunit., cuffia super. consumata). Marca al front. e in<br />

fine, pp. (24), 723, (3).<br />

Seconda edizione (la prima nel 1540) di quest’importante opera.<br />

Agostino Steuco (1497-1548), dotto ebraista e studioso di<br />

altre lingue antiche, fu anche un grande appassionato di studi<br />

antiquari, soprattutto legati alla storia di Roma; fu nominato da<br />

Paolo III bibliotecario della collezione di stampe e manoscritti<br />

del Vaticano, carica che ricopr“ fino alla morte. Tra i suoi scritti,<br />

quasi tutti improntati a una difesa strenua della Chiesa Cattolica<br />

contro i pensatori riformati, emerge con decisione proprio<br />

il ‘De perenni philosophia’, dove tenta di dimostrare <strong>com</strong>e<br />

molte delle idee esposte da filosofi, poeti e saggi dell’antichità<br />

fossero sostanzialmente in armonia con le dottrine della Chiesa.<br />

L’intento polemico qui solo marginale, ma si pu˜ leggere in<br />

filigrana la volontà di fornire anche su questo fronte degli argomenti<br />

in grado di contrastare le tesi sostenute in quel periodo<br />

da molti umanisti vicini alla Riforma. Lo Steuco fu molto influenzato<br />

dall’Umanesimo, in particolare dal Pomponazzi, suo<br />

maestro a Bologna, e dagli scritti dei filosofi platonici, <strong>com</strong>e<br />

Pico della Mirandola e Marsilio Ficino, con cui condivideva<br />

l’idea che filosofia e teologia provenissero da un’unica fonte.<br />

Adams S-1843.<br />

112) STELLUTI, FRANCESCO - Persio tradotto in verso<br />

sciolto da Francesco Stelluti [...].<br />

In Roma, appresso Gia<strong>com</strong>o mascardi, 1630.<br />

4to (cm 20), leg. ottocentesca in mezza pelle, dorso riccamente<br />

ornato, piatti ricop. da carta marmorizz., tagli rossi. Lievi bruniture<br />

per la qual. della carta, un alone intermittente all’angolo<br />

infer. di vv. cc., frontespizio foderato (lievem rifilato al marg.<br />

infer.), rinforzi all’angolo di 2 cc., senza perdite. Doppio exlibris<br />

ed etichetta del legatore. Bel frontespizio allegorico inc.<br />

in rame da Greuter con l’emblema dei Lincei, ritratto inciso in<br />

rame a p. pag. di Persius, pp. (24), 218, (20, manca l’ultima che è<br />

bianca). Nel testo 6 illustr. incise, tra cui quella famosa raffig. le<br />

api (che peraltro sono l’emblema di papa Barberini, dedicatario<br />

dell’opera.<br />

Prima edizione di quest’opera che con le sue incisioni rappresenta<br />

il “primo esempio di anatomia scientifica degli insetti”.<br />

La tavola che raffigura l’ape inserita nella seconda parte del<br />

libro è disegnata sulla base di un ingrandimento di circa venti<br />

volte dell’animale al microscopio. Francesco Stelluti fu uno dei<br />

quattro fondatori dell’Accademia dei Lincei, della quale fu Procuratore<br />

Generale nel 1612. Assisté pazientemente il Principe<br />

Cesi, dedicandosi a ricerche di carattere naturalistico. Garrison<br />

& Morton 159; Well<strong>com</strong>e 4917; Nissen ZBI, 3988; Krivatsy<br />

8806; Cole Library 403; Gamba 2053.<br />

42


113) STRINGA, GIOVANNI - La Chiesa di San Marco [...] descritta brevemente da Giovanni Stringa, dove si può leggere<br />

et intendere: la edificatione, la forma, l’architettura, [...] le indulgenze, le reliquie, [...] il governo, l’ordine de’ ministri,<br />

con infinite altre cose notabili, et degne da intendersi. [INSIEME A:] Vita di S. Marco Evangelista [...] opera [...]<br />

riveduta et corretta, et del quarto libro [...] ampliata. [...] In Venetia, per Francesco Rampazetto, 1610.<br />

8vo (cm 15.5), decorativa legatura settecentesca in p. pelle alle armi, con piatti decorati in oro (consumato nella parte inferiore,<br />

visibile solo l’impressione), con simboli (gallo su monte e mezzaluna, spiga e stella) ripetuti negli s<strong>com</strong>parti del dorso),<br />

risguardi in carta decorata, bell’esemplare genuino. Piccolo leone di S. Marco ai frontesp., cc. 88; (12), 100.<br />

Prima edizione di questa sorta di guida alla chiesa di San Marco di Venezia, <strong>com</strong>posta dal suo Canonico Giovanni Stringa.<br />

Lo Stringa era un esperto di arte e cose veneziane, e aveva già riveduto nel 1604 la splendida guida della città di Francesco<br />

Sansovino (intitolata “Venezia descritta”), documentando una straordinaria continuità tra i documenti artistici del passato e<br />

la vita presente. A corredo, un edizione ampliata delle biografia di san Marco, sempre dello Stringa. Cicogna 4611; UCBA II,<br />

1942; non in Catal. Vinciana e Cicognara.<br />

114) STROZZI, GIOVAMBATTISTA DI LORENZO - Orazioni et altre prose [...] all’em.mo e rev.mo sig. card. Barberino.<br />

Roma, Lodovico Grignani, 1635.<br />

4to (cm 26.5), attraente legatura originale (forse orig. intesa per dono o dedica) in pergamena floscia interamente decorata in<br />

oro ai piatti, tagli dorati, ottimo esemplare pulito e con ampi margini. Al centro dei piatti lo spazio destinato ad accogliere le<br />

armi del dedicatario rimasto ‘bianco’, anche se la ricchezza dell’impianto della legatura fa supporre che orig. questa copia fosse<br />

stata approntata per essere donata (mancanza dell’unghia del piatto superiore, ben restaur. con pergam.). Magnifico frontespizio<br />

allegorico inciso in rame in stile barocco, con putti e stemma del cardinal Barberini, dedicatario dell’opera, pp. (8), 219, (1).<br />

Prima edizione di questa raccolta di discorsi e prose di Giovanbattista Strozzi, dedicata al cardinal Barberini, parente di<br />

papa Urbano VIII. Quella degli Strozzi fu una delle pi influenti e ricche famiglie di Firenze, che si distinse per i banchieri e gli<br />

uomini di finanza, i politici e i condottieri. Giovanbattista, reggente dell’Accademia Fiorentina, animatore e membro di rango<br />

dell’Accademia Alterata, scrittore, “opinionista”, e organizzatore di cultura sommo, fu uno dei personaggi di maggior spicco<br />

nel panorama culturale della Firenze tardo-cinquecentesca. Le “Orazioni”, qui presentate in rara edizione originale, offrono<br />

uno spaccato significativo della cultura d’inizio secolo. L’idea stessa di Accademia viene <strong>com</strong>pletamente rivisitata e ampliata:<br />

non pi luogo chiuso e autoreferenziale, ma centro di discussione e di vivace scambio intellettuale, fucina di una nuova visione<br />

del mondo, obbligata dai grandi mutamenti storici in atto. Cat. Vinciana 3721; Graesse VI, 512; Razzolini p. 329; F. Nardi,<br />

Letture in Accademia. Esempi cinque-seicenteschi, pp. 116 ss.; B. Weinberg, Argomenti di discussione letteraria nell’Accademia<br />

degli Alterati (1570-1600), in “Giornale Storico della Letteratura Italiana”, CXXXI, 1954, pp. 175-94.<br />

115) TASSO, TORQUATO - La Gerusalemme Liberata. Figurata<br />

da Bernardo Castello. Con le Annotazioni di Scipion<br />

Gentili, e di Giulio Gustavini, et li argomenti di Oratio Ariosti.<br />

Genova, Giuseppe Pavoni ad istanza di Bernardo Castello,<br />

1617.<br />

Folio (cm 29.5), solida legatura coeva in pelle maculata, dorso<br />

a nervi con tassello e fregi in oro agli s<strong>com</strong>parti, tagli spruzzati,<br />

risguardi in carta decorata, bell’esemplare genuino, con ex-libris<br />

inciso di Nicolas Joseph Foucault. (lievi macchiette, piccoli aloni<br />

al margine infer. delle prime cc.). bellissimo doppio frontespizio<br />

allegorico inciso in rame, cc. 8 nn. (<strong>com</strong>presi i due tit. inc.), pp.<br />

256 (per il testo della Gerusalemme), 72 (per le Annotazioni) e<br />

36 num. + 4 nn. (per i “Luoghi i quali il Tasso nella sua Gerusalemme<br />

ha presi, et imitati da poeti”) e 20 tavole incise in rame.<br />

Celebre edizione, la seconda illustrata, adorna di un antiporta<br />

figurato con al centro il ritratto del Duca Carlo Emanuele di<br />

Savoia ed ai lati Marte e Pallade, ed un ulteriore frontespizio,<br />

con il ritratto del Tasso e piccola veduta del porto di Genova in<br />

elegante bordura architettonica ed ovviamente le 20 splendide<br />

tavole a piena pagina n.t. finemente incise da Agostino Carracci<br />

e da Gia<strong>com</strong>o Franco dai disegni di Bernardo Castello: esse<br />

illustrano gli episodi più salienti del Poema e sono racchiuse<br />

da belle cornici tutte diverse tra loro; l’Argomento di ciascun<br />

Canto ed i capilettera sono istoriati in xilografia. Le illustrazioni<br />

del Castello per questa edizione 1617 sono leggermente diverse<br />

da quelle del medesimo artista nell’edizione del 1590, ma sempre<br />

belle e decorative. Guidi, Ann. pp. 19-20: “Edizione bella e<br />

magnifica”; Olschki, Choix, XII, 18727: “Edition estimée et recherchée<br />

pour les jolies figures”; Racc. Tassiana n. 198; Gamba,<br />

n. 948 (note).<br />

43<br />

115


116) TASSO, TORQUATO - Aminta favola boschereccia .. ora alla sua vera lezione ridotta.<br />

Crisopoli (Parma), impresso co’ caratteri Bodoniani, 1789.<br />

4to (cm 30), bellissima legatura coeva da amatore in marocchino verde (di Christian Kalthoeber), con inquadratura dorata dei<br />

piatti, dorso a nervi decorato in oro con doppi titoli, dentelles dorate all’interno dei piatti, tagli dorati, risguardi in carta decorata.<br />

All’interno freschissimo esemplare. Custodito entro scatola di cartone. Piccolo ritratto del tasso inciso in tondo al frontespizio,<br />

cc. prelim. (6), pp. 14, 1 c. nn., pp. 142, 1 c. bianca. Manca apparentemente la bianca all’inizio (ci sono 2 cc. bianche ma<br />

non pertinenti, forse) e la carta infine con l’Avviso di Bodoni, che <strong>com</strong>e spiega Brooks non si trova in tutti gli esemplari.<br />

Prima edizione bodoniana, ed una delle più celebri edizioni di Bodoni, tirata in 100 esemplari, in una attraente legatura da<br />

collezione di Christian Kalthoeber, uno dei più abili legatori inglesi del tempo. È la seconda opera a recare la dizione “impressa<br />

con tipi bodoniani”... Brooks 379; De Lama II, 54; Giani Saggio p. 15; Gamba 958.<br />

117<br />

117) TASSONI, ALESSANDRO - La secchia rapita [...] colle dichiarazioni<br />

di Gaspare Salviani [...] e le annotazioni di Giannandrea<br />

Barotti [...] e la vita del poeta <strong>com</strong>posta da Lodovico<br />

Antonio Muratori [...].<br />

In Modena, per Bartolommeo Soliani Stamp. Ducale, 1744.<br />

4to (cm 27.5), legatura novecentesca in mezzo marocchino bleu a<br />

fascia larga, con ampi angoli, dorso a nervi decor. in oro, custodito<br />

entro custodia in cartone, fresco esemplare in barbe. Occhietto, antiporta<br />

allegorica incisa dallo Zucchi su disegno di Francesco Villani,<br />

front. con titolo in rosso e nero e vignetta inc., ritratto dell’A. all’ultima<br />

c. preliminare (inciso da Bartolomeo Bonvicini), testatine<br />

e finaletti incisi e 12 belle incisioni in rame a p. pag. f.t. all’inizio di<br />

ogni canto (inc. da Bolzoni, Zucchi e altri); 1 tabella a stampa con<br />

la genealogia della famiglia Tassoni, e 4 tavv. in rame ripiegate f.t.<br />

(il carroccio di Modena; il territorio modenese; carta geogr. della<br />

Romagna; riproduzione di un autografo del Tassoni), in fine una<br />

tavola xilogr. raffig. il campanile di Modena. Pp. (LX), 92, 489, (3).<br />

Le belle tavole sono incise Fr. Zucchi, Andr. Bolzoni, Mantarelli,<br />

Bart. Bonvicini, Ant. Zuliani, Gius. Benedetti, su disegni di Fr. Zugni,<br />

Giac. Zoboli, Dom. Maria Fratta e Pietro Gradici.<br />

Editio maior (ne uscì anche una in 8vo nello stesso anno) della<br />

più bella edizione illustrata del capolavoro di Alessandro Tassoni.<br />

Puliatti I, 128. Gamba, 2097: “Stimatissima edizione”; Piantanida:<br />

“Edizione assai pregiata per contenuto e veste tipografica, da<br />

tutti definita <strong>com</strong>e la migliore edizione della Secchia”; Quadrio<br />

VI, 726.<br />

118) TEMANZA, TOMMASO - Vita di Jacopo Sansovino fiorentino scultore et architetto chiarissimo [...].<br />

In Venezia, Presso Gia<strong>com</strong>o Storti, 1752.<br />

4to gr. (cm 30), cartoncino alla rustica coevo, lieve fiorit. al front., pulito, genuino esemplare con ampi margini, in barbe. Fregio<br />

xil. al front., bel ritratto del Sansovino inciso da Pietro Monaco su disegno di Arrighetti da un dipinto di Tiziano, capilettera<br />

ornati in xilografia. Pp. (12), 59, (1 di errata).<br />

Prima edizione e prima delle opere monografiche del Temanza dedicate agli artisti. Morazzoni p. 257; UCBA II, 1969; non<br />

in Cicognara<br />

119) TOLETUS, FRANCISCUS - Commentaria una cum quaestionibus in octo libros Aristotelis De Physica auscultatione.<br />

Item, in lib. Arist. De generatione et corruptione [...] expurgata. [insieme a:] Commentaria in universam Aristotelis<br />

Logicam [...] [insieme a:] Commentaria [...] in tres libros Aristotelis De anima.<br />

Coloniae Agrippinae, apud haeredes Arnoldi Birckmanni, 1576-1579.<br />

4to (cm 22), 3 opere in 2 voll. in bella leg. originale in pelle con piatti inquadrati da cornice, ferri angolari a giglio e fleuron<br />

dorato centrale, dorso a nervi con bel tit. manoscritto su tassello in carta, tagli verdi, residui di laccetti di chiusura in seta ai<br />

piatti, bellissimo set in genuina condizione con firma coeva d’appartenenza (qq. lieve brunitura). Marca ai front., testo su due<br />

colonne. Cc. (4), 339, (13); pp. (8), 454, (10); cc. (4), 179, (1).<br />

Seconda edizione delle prime due opere e prima edizione del <strong>com</strong>mento al “De anima” aristotelico del cardinale spagnolo<br />

Francesco De Toledo (1533-1596). Toledo aveva studiato nella famosa Università di Salamanca, prima di aderire all’Ordine<br />

dei Gesuiti nel 1558. In seguito si trasfer“ presso il Collegio Romano, la nuova università gesuitica. Dal 1559 insegn˜ filosofia,<br />

metafisica e teologia, divenendo subito un professore di chiara fama grazie soprattutto alla sua chiarezza espositiva e alle<br />

sue interpretazioni. La sua carriera viene interrotta nel 1569 per la nomina a predicatore pontificio e pi tardi a teologo della<br />

Sacra Penitenziaria. Comp“ numerose missioni diplomatiche (tra cui quella presso Enrico IV di Francia nel 1581) e nel 1589<br />

fu nominato membro della <strong>com</strong>missione per la revisione della “Vulgata”, dando un contributo di primo piano nella redazione<br />

44


della cosiddetta Bibbia sisto-clementina. Nel 1593 fu ordinato cardinale, divenendo cos“ il primo cardinale gesuita della storia.<br />

Soprannominato “prodigium ingenii” per i suoi numerosi scritti, Toledo fu famoso per le sue opere esegetiche intorno agli<br />

scritti aristotelici, uscite separatamente tra il 1560 e il 1576 e qui riunite in unico volume. Adams T-769 e T-775.<br />

120) (Incunabolo) TOMMASO D’AQUINO - Prima pars secunde<br />

partis summe theologiae. (Explicit:) Venetiis impressa per Andream<br />

de Torresanis de Asula ... 1483. (Legato con, dello stesso<br />

Aut.:) Tertia pars summe sancti Thome de Aquino. Additiones.<br />

… Impresse Venetiis ... Bernardini de Tridino de Monteferrato<br />

anno salutis ... 1486.<br />

Folio (cm 32), affascinante legatura tedesca originale in pelle rosso<br />

scuro su assi di legno impressa a secco con doppia cornice ai piatti,<br />

croce centrale e decorazione negli interspazi con molteplici ferri a<br />

foglia d’edera, rombi e margherite (modeste spellature ma legatura<br />

perfettamente “leggibile”. Conservati i ganci ed i fermagli originali,<br />

anch’essi incisi a motivi floreali, al centro del bordo superiore del<br />

piatto inferiore è presente una spaccatura simmetrica dai lati, profonda<br />

2 cm e larga 5 mm con incavo inferiore arrotondato, che indica<br />

la presumibile rimozione della catenella che teneva in volume legato<br />

al pluteo (banco da consultazione) di una antica biblioteca monastica.<br />

Si sottolinea la notevole rarità di incunaboli aventi le caratteristiche<br />

qui sopra riportate, pressoché immutate nel corso dei secoli.<br />

All’interno dal dorso fuoriescono due ampie strisce membranacee<br />

da un manoscritto del XIV secolo, usate <strong>com</strong>e bandelle di rinforzo<br />

nella legatura. Esemplare genuino, marginoso e di straordinaria freschezza,<br />

impresso su carta greve (appena qq. lieve alone marginale<br />

a poche carte).<br />

(Torresano): testo impresso su doppia colonna in carattere gotico,<br />

120<br />

spazi per lettere capitali, marca impressa in rosso del Torresano in<br />

fine. Carte non num. 203 (di 204), manca la prima carta che è bianca<br />

(presente l’ultima bianca). Renouard 284.1, Hain-Copinger 1449 (+ Add.); BMC V, IGI 9582; 306; Polain (B) 3750; Goff T-205.<br />

(Tridinus): 2 parti con fascicolazione separata, testo impresso su doppia colonna in carattere gotico, carte non num. 132 (prima<br />

bianca originale presente), segnatura a8 - p8, q6 - r6 ; carte non num. 96 + 2 (per la Tabula), segn. aa8 - mm8 + 2 carte senza<br />

segnatura.<br />

Hain-Copinger 1470; BMC V, 364; IGI 9602; Goff T-222; Polain 3759; Pellechet 1060.<br />

121) (Chiromanzia) TRICASSO da MANTOVA (CE-<br />

RESARA, PARIDE, 1466-1532) - Expositione del<br />

Tricasso mantuano sopra il Cocle al illustrissimo<br />

signore Federico Gonzaga marchese mantuano.<br />

(In fine:) Venezia, Marchio Sessa, 18 aprile 1531.<br />

8vo (cm 15), pergamena antica rimontata, qq. lieve<br />

alone, l’angolo inferiore ds. della c. 48 restaurato con<br />

lesione di poche lettere, peraltro buon esemplare. Bel<br />

frontespizio con titolo entro cornice xilografica, caratt.<br />

corsivo, marca del Sessa al verso dell’ultima carta, cc.<br />

num. 224, con le celebri xilografie raffig. le mani.<br />

Seconda edizione molto rara, presente solo in 4 bibl.<br />

italiane secondo Edit16, essendo la prima ediz. del<br />

1525 (solo 1 copia alla Bibl. naz. di Fi) praticamente<br />

introvabile sul mercato. L’opera di chiromanzia del<br />

Tricasso (alias Paride Ceresara) si propone <strong>com</strong>e una<br />

rivisitazione degli scritti di Bartolomeo della Rocca<br />

(detto Cocles), a cui si ispirava. Il Cocles aveva<br />

pubblicato nel 1504 a Bologna un’opera intitolata<br />

121<br />

“Chyromantie ac physonomie Anastasis”, con il sostegno<br />

e l’approvazione del noto professore Alessandro Achillini. Tricasso segue le orme del maestro, sovrapponendo alla<br />

chiromanzia l’astrologia (ogni parte della mano collegata a un pianeta e quindi risente dei suoi influssi: le dita Mercurio,<br />

Sole, Saturno e Giove; Marte il centro della mano; Venere il rigonfiamento del palmo ecc.). Non in Adams, BMC STC It.<br />

p. 188 (sotto Cocles) cita la 1¡ ed. del 1525 e quella successiva del 1538, ma non questa; Caillet III, 10830 e Bibl. Magica<br />

Casanatense cit. l’ed. 1538.<br />

45


122) TRISSINO, GIOVAN GIORGIO (1478-1550) - La Italia liberata dai Gotthi.<br />

Stampata in Roma per Valerio e Luigi Dorici [...], 1547-1548.<br />

8vo (cm 15), tre parti in unico volume in leg. coeva in perg. seicentesca con tit. al dorso entro tassello, tagli colorati a spruzzo,<br />

internamente pulito e ben conservato. Front. con titolo entro cornice architettonica xil., 1 tav. f.t. tra le pp. 112 e 113 della prima<br />

parte (castramentazione), 1 tav. xil. ripiegata f.t. alla fine del secondo tomo (mappa di Roma), marca tip. alla fine di ogni parte.<br />

Cc. (8), 175, (1 b. orig.); 181, (5 di cui 1 b. orig.); 184, (4, di cui l’ultima bianca originale)<br />

Prima edizione del poema del Trissino, uscito in tre tomi tra il 1547 e il 1548. L’opera consta di 27 libri in endecasillabi<br />

sciolti che narrano la guerra dell’imperatore Giustiniano contro gli Ostrogoti, secondo le notizie ricavate soprattutto da Procopio<br />

di Cesarea. L’intento del Trissino era di riportare in auge i modelli classici dell’Eneide e dell’Iliade, rimanendo nello<br />

schema aristotelico. Nella dedica iniziale all’imperatore Carlo V l’autore spiega la sua idea di creazione di un poema fondato<br />

sull’unità di azione e sulla ricerca del decoro nei <strong>com</strong>portamenti dei personaggi. Dal punto di vista grafico, l’opera si rende<br />

particolarmente importante poiché riflette il progetto di riforma auspicato dal Trissino, che prevedeva l’impiego delle vocali<br />

greche in luogo delle corrispondenti latine aperte (omega per o lunga ecc.); i caratteri vennero fusi da Lodovico degli Arrighi<br />

e forniti dal Trissino stesso allo stampatore. Questa è una delle rare copie originali contenente ancora tutti i passi in seguito<br />

soppressi dall’Aut. a causa della loro ostilità nei confronti della Chiesa. Adams T-954; Gamba 1713; Tinto, Origini del corsivo<br />

p. 130-131; BMC STC It. p. 681.<br />

123) VACANI, CAMILLO - Storia delle campagne e degli assedi degl’italiani in Ispagna, dal MDCCCVIII al MDCC-<br />

CXIII corredata di plani e carte topografiche.<br />

Milano, dall’Imperiale Regia Stamperia, 1823.<br />

Folio (cm 37.5 x 27 il testo e 52 x 70 per l’atlante), 3 volumi di testo e un volume in folio atlantico tutti in rilegatura originale<br />

in stile ‘Bodoni’ in cartone giallo-arancio con titoli a stampa su etichette al dorso (indice delle tavole appl. al centro del piatto<br />

anteriore nell’atlante), freschissimi esemplari candidi e a pieni margini, con barbe. Vol. I: Cc. prelim. 4 (di cui 1 bianca orig.),<br />

pp. 308, cc. 2 di cui 1 bianca in fine. Vol. II: Cc. prelim. 6 (di cui 1 bianca orig.), pp. 355. Vol. III: Cc. prelim. 6 (di cui 1 bianca<br />

orig.), pp. 342, 1 carta nn. in fine (verso bianca). L’atlante contiene una grande mappa della Catalogna e 15 belle mappe o<br />

vedute, incise da Bordiga e Antonini su dis. di Vacani, ognuna protetta da carta velina. L’atlante contiene: 1) Carta generale<br />

delle Espagne (cm 78 x 53). II) Carta militare della Catalogna (cm 76 x 56). III) Carta dei contorni di Barcelona (cm 40 x 57.5).<br />

IV) Carta dei contorni di Tarragona (cm 40 x 57). V) Carta dei contorni di Sagunto (cm 39.5 x 56.5). VI) Carta dei contorni di<br />

Valenza (cm 39.5 x 57). VII) Piano della fortezza di Rosas (cm 39.5 x 56). VIII) Piano della città di Zaragoza (cm 39.5) IX)<br />

Piano della città di Gerona (cm 41 x 58.5). X) Piano del forte di Hostalrich (cm 40 x 57.5). XI) Piano degli attacchi di St. Feliu<br />

de Quixols en Catalogna, di Palamos, di Piano di Tosa, di Piano di Bagur (cm 39.5 x 57.5). XII) Piano della città di Tortosa<br />

(cm 40.5 x 57.5). XIII) Piano della città di Tarragona (cm 40 x 56.5). XIV) Piano della fortezza di Figueras (cm 39.5 x 56.5)<br />

XVI) Piano della città di Bilbao (cm 39.5 x 56.5). XVI) Piano di Lerida in Catalogna, Piano di Burgos in Castiglia, Piano di<br />

Peniscola nel Reg. de Valenza, Piano di Castro sull’Oceano Cantabrico. (cm 39.5 x 56).<br />

Prima edizione di quest’importante opera storica sulle guerre napoleoniche. Palau 346628.<br />

124) VAIRO, LEONARDO - De fascino libri tres, in quibus omnes fascine species, & causae optima method describuntur<br />

[...] necnon contra praestigias, imposturas, allusionesque daemonum, cautiones & amulet praescribuntur [...]<br />

Venetiis apud Aldum, 1589.<br />

8vo (cm 16), pergamena settecentesca con dorso a nervetti e titolo, tagli spruzzati, buon es. Timbro di duplicato di bibl. e timbretto<br />

di collez. privata al front., ritaglio di vecchio catalogo (in francese) all’int. del piatto, alc. iniziali colorate poster. Marca<br />

aldina al front., pp. (16), 375 (malnum., in realtà 275), (45 nn.) con in fine il catalogo ‘Libri di stampa d’Aldo, che si trovano<br />

al presente’.<br />

Prima e unica edizione aldina di questa curiosa opera di magia, piuttosto rara, considerata tra i pi significativi trattati di<br />

demonologia. Viene considerata l’edizione pi importante, anche se quella originale la precede di sei anni (Parisiis, Apud Nicolaum<br />

Chesneau, 1583). Vairo, vescovo di Pozzuoli, definiva la fascinazione <strong>com</strong>e una forza magica, una qualità perniciosa<br />

frutto di un patto diabolico fra i demoni e l’uomo (e per questo presenta una serie di amuleti e riti per scongiurare l’illusione<br />

diabolica). Secondo gli antichi, la fascinazione era dovuta a una sorta di fluido proveniente dal corpo del fascinatore, o, <strong>com</strong>e<br />

diceva Marsilio Ficino, un vapore o uno spirito che pu˜ “contagiare” la persona che si trova vicina. Di particolare interesse<br />

anche il Catalogo delle edizioni aldine - cio di quanto all’epoca disponibile presso la stamperia - qui edito nelle ultime 2 carte.<br />

Caillet 1094, “very rare treatise”; Guaita 1111; Thorndike VI, 528 & 545, “Fascino denotes withcraft rather than fascination<br />

... In the last chapter Vairo tratts of safeguards and amulets against the impostures and illusions of the demons ...”; Brunet<br />

V, 1029; Renouard, Annales 242.8; Ahmanson-Murphy 67; Caillet III, 10965, “Traité fort rare”; manca alla Bibl. Magica<br />

Casanatense.<br />

125) VALERIUS MAXIMUS - Exempla Qvatvor Et Viginti nvper inventa ante capvt de ominibvs.<br />

Venetiis, In aedibus Aldi et Andreae soceri, mense Octobri 1514.<br />

8vo (cm 16.5), legatura originale veneziana in marocchino bruno, abilmente restaurata e rimontata, dorso a nervi ben rifatto<br />

in stile; piatti impressi a secco con cornici e ferri arabescati, un po’ consumati ma ancora leggibili, tagli colorati; nel<br />

<strong>com</strong>plesso copia pulita e con ottimi margini. Marca aldina al front. ed in fine, cc. 216, la 6° carta bianca orig. supplita da<br />

un’altra al tempo.<br />

46


Seconda edizione aldina dei “Facta et dicta memorabilia”, raccolta<br />

di aneddoti pubblicata per la prima volta da Aldo nel 1502 (dopo<br />

molte preced. ediz. incunabole). Renouard p. 69.9; Adams V-92.<br />

126) VASARI, GIORGIO - Vite de più eccellenti pittori, scultori ed<br />

architetti … Edizione arricchita di note oltre quelle dell’edizione<br />

illustrata di Roma. (Tomo primo, secondo … settimo). Livorno,<br />

per Marco Coltellini (e poi Firenze, Stecchi e Pagani), 1767-72.<br />

4to (cm 23.5), sette volumi di in cartone originale rivestito da carta<br />

marmorizzata, titoli ms. su etichette in carta ai dorsi, esemplare genuino<br />

in barbe (qualche lieve fioritura). Tutti i frontespizi in rosso<br />

e nero con vignetta centrale incisa, bei capolettera, testate e finalini<br />

incisi. Alle pagine preliminari del volume I sono i ritratti di Vasari<br />

e Pietro Leopoldo di Toscana, tre tavole ripiegate al settimo volume<br />

con opere di Michelangelo e 154 ritratti incisi in rame degli artisti<br />

descritti, circa pp. 3.500 <strong>com</strong>plessive.<br />

Pregiata edizione di questa che può considerarsi la ‘Bibbia’ della<br />

Storia dell’Arte. Schlosser, La Letteratura Artistica, p. 334: “Pochi<br />

anni separano la quinta edizione da questa, che è la più preziosa<br />

tra quelle antiche. Uscì in sette volumi, con incisioni in rame, fra<br />

gli anni 1676 e 1772 ... il Bottari prestò il suo aiuto e aggiunse<br />

parecchie note ... “. UCBA II, 2037.<br />

127) VECELLIO, CESARE - Habiti antichi et moderni di tutto<br />

il mondo di nuovo accresciuto di molte figure.<br />

Venezia, appresso i Sessa, 1598.<br />

8vo gr. (cm 17.5), elegante legatura moderna in marocchino marrone,<br />

dorso a nervi con titoli in oro, tagli dorati, bell’esemplare pulito<br />

e ben conservato, da collezione. Titolo entro cornice xilografica,<br />

cc. (56), 507 (1 b. orig.), marca tipografica al verso della penultima<br />

carta. L’opera è magnificamente illustrata da 507 belle xilografie<br />

raffiguranti uomini e donne di vari popoli e nazioni, appartenenti<br />

a vari ceti e classi (ad es. le cortigiane veneziane), tutti ritratti nei<br />

loro abiti e costumi caratteristici. Seconda edizione con un corredo<br />

di illustrazioni molto ampliato rispetto alla prima (del 1590), che<br />

contiene 420 xilografie, meno della presente. I disegni dei costumi<br />

sono opera del pittore Cesare Vecellio (Cadore, 1530 - Venezia,<br />

1606) ed incisi in legno da Cristoforo Guerra. Colas II, 2977; Cicognara<br />

311; Lipperheide 22; Sabin 98732; Olschki, Choix, 257.<br />

128) VESALIUS, ANDREAS - Icones Anatomicae.<br />

Munich, Bremer Presse, 1934.<br />

Folio grande (cm 55 x 38), legatura editoriale con piatti in tela e<br />

dorso in pelle, candido esemplare in barbe. Cc. nn. 114, pp XIII,<br />

(3). Edizione limitata in 615 esemplari di cui il presente è il num.<br />

LXII delle CII copie stampate colle sole tavole (senza testo interfoliato)<br />

destinate al merc. europeo, dato che la maggior parte degli<br />

esemplari fu destinata all’America, poiché l’Università di New<br />

York aveva <strong>com</strong>missionato questa edizione.<br />

Sono qui ristampate su carta a mano di ottima qualità i frontespizi<br />

della prima e seconda edizione (1543 - 1555) della “Fabrica”<br />

e delle Epitome, ed un buon numero (227) delle matrici in legno<br />

usate per le illustrazioni xilografiche, che all’epoca si trovavano<br />

nella biblioteca di Monaco di Baviera e furono poi distrutte dai<br />

bombardamenti nel 1944. Le illustr. mancanti furono riprodotte fotograficamente.<br />

Cushing VI.A.-16. Die Bremer Presse 39.<br />

129) VESLING, JOHANN - Syntagma anatomicum, <strong>com</strong>mentario<br />

atque appendice ex veterum, recentiorum .. observationibus,<br />

illustratum & auctum a Gerardo Leon. Blasio … editio<br />

secunda … Amsterdam, apud Joannem Janssonium, 1666.<br />

47<br />

127<br />

128


4to (cm 22.5), affascinante legatura coeva in pelle di scrofa<br />

du assicelle di legno, impressa a secco con cornici concentriche,<br />

ganci e fermagli conservati e funzionanti, bell’esemplare<br />

genuino. Bella antiporta allegorica incisa col<br />

ritr. dell’Aut., pp. (32), 558, (16), con 52 tavv. anatomiche<br />

inc. a piena pag. n.t.<br />

Quinta edizione (la quarta illustr. poiché la 1° ed. del 1641<br />

è senza ill.) dell’opera più importante di Vesling, a cui si<br />

deve la scoperta del tronco <strong>com</strong>une dei vasi lattei e linfatici,<br />

dei vasi lattei del mesenterio ed i linfatici dello stomaco. La<br />

pres. ediz. contiene interessanti contributi di Gaspare Asellio,<br />

Thomas Bartholin, Lorenzo Bellini, Reinier de Graaf,<br />

M. Malpighi, J. H. Paulli, O. Rudbeck, Fred. Ruysch, Nicolaus<br />

Steno e Thomas Willis. L’Aut. (1598-1649), nato a<br />

Minden in Vestfalia, studiò medicina a Leida e Bologna, e<br />

dopo aver trascorso alcuni anni in Egitto ed in Palestina<br />

divenne professore di anatomia a Padova nel 1632, oltre<br />

che rettore dell’Orto Botanico Patavino. Il ‘Syntagma’ è<br />

uno dei trattati di anatomia più stimati del suo tempo, con<br />

tavole anatomiche tra le più corrette fino ad allora pubblicate,<br />

secondo Choulant-Frank. Krivatsy 12331.<br />

130) VITRUVIUS, M. P. - Les Dix Livres d’Architecture<br />

de Vitruve corrigez et traduits nouvellement en francois<br />

... A Paris, chez Jean-Baptiste Coignard, 1673.<br />

In folio (cm 43), solida leg. coeva in pelle marrone con dorso<br />

a nervi (abilm. restaurato) decorato in oro agli s<strong>com</strong>parti,<br />

buon esemplare marginoso (alone intermittente al margine<br />

superiore, più visibile nella seconda metà del vol.).<br />

Ex-libris. Splendida antiporta figurata incisa in rame, belle<br />

129<br />

testate e capilettera incisi, pp. (18), 354, (16) con 65 accurate<br />

incisioni in rame a piena pagina, e 87 xilografie n.t. Seconda edizione corretta del Vitruvio di Perrault (la prima nel 1673),<br />

forse la migliore ediz. del secolo XVII, e testo di futuro riferimento. Wiebenson, Architectural theory and practice from Alberti<br />

to Ledoux: “... this is the first authoritative translation and well-annotated <strong>com</strong>mentary of Vitruvius; it became a standard<br />

work throughout Europe until the mid-nineteenth century. Fowler 418 (nota all’ed. 1673); Cicognara 730 “... tra le vitruviane<br />

versioni, e <strong>com</strong>menti, tiene a buon diritto uno dei primi luoghi”.<br />

131) ZABAGLIA NICOLA (1664-1750) - Castelli e Ponti con alcune ingegnose pratiche e con la descrizione del trasporto<br />

dell’Obelisco vaticano. Roma, Pagliarini, 1743.<br />

Folio (cm 48.5), pergamena coeva con tassello al dorso, genuino esemplare (bruniture e fioriture per la qualità della carta).<br />

Doppio frontespizio (in italiano e latino) con vign. inc., ritratto dell’Aut. a piena pagina inc. da Girolamo Rossi da un disegno<br />

di Pier Leone Ghezzi, <strong>com</strong>pl. cc. 5, 42 cc. di testo (montate <strong>com</strong>e 21 ff. doppi) e 54 grandi tavole incise in rame di cui 4 a<br />

doppia pagina.<br />

Prima edizione della più importante opera di ingegneria civile del secolo XVIII. Nicola Zabaglia nel 1691 entra <strong>com</strong>e manovale<br />

alla Fabbrica di San Pietro ed in breve tempo, grazie ad una notevole capacità nella invenzione di macchine e di speciali<br />

ponteggi per la costruzione di edifici, assume la carica di ingegnere. In questo libro, con l’aiuto di Giovanni Bottari e di Lelio<br />

Cosatto, illustra i suoi progetti e riporta in fine la descrizione del trasporto dell’Obelisco vaticano eseguito da Domenico<br />

Fontana. Le 54 tavole fuori testo sono incise dai migliori artisti del tempo <strong>com</strong>e Giuseppe Vasi, Alessandro Specchi e Francesco<br />

Duflos da disegni di Francesco Rostagni, Carlo Fontana e Pietro Leone Ghezzi e raffigurano le macchine e le invenzioni<br />

dell’autore. Comolli II, 304-308. Cicognara 968. Berlin Katalog 2755. Riccardi II, 632.<br />

132) ZAMBONI, GIUSEPPE - L’elettromotore perpetuo. Verona, Tipogr. Erede Merlo, 1820-22.<br />

8vo (cm 23), 2 volumi in brossura originale editoriale con titoli a stampa (dorsi lacunosi), esemplare assolutamente genuino,<br />

a pieni margini con barbe. Pp. 298, (2); pp. XVI, 361, 1 di errata e 2 bianche, con numerose figure nel testo in xilografia e 15<br />

tav.f.t.<br />

Prima edizione. Giuseppe Zamboni nacque a Verona il 1 giugno 1776 e ivi morì il 25 luglio 1846. Fu professore di fisica al<br />

liceo di Verona e socio di varie accademie italiane e straniere, fra cui l’Accademia di Monaco, l’Accademia dei Quaranta<br />

e l’Istituto Lombardo-Veneto. Si occupò soprattutto di questioni connesse con l’elettricità e particolarmente delle cosiddette<br />

“pile a secco”, intorno a cui fervevano allora infinite discussioni. Dopo la più celebre pila di Alessandro Volta (1799), anche<br />

la pila dello Zamboni costituita da una successione alternata di fogli di carta argentata e dorata, è tuttora citata nei testi che<br />

trattano la storia dell’elettrodinamica. Ronalds 553; Wheeler 775; Ekelöf 816.<br />

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