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Il progetto “Plus” Nasce la cooperativa Gulliver ... - Frontiera Lavoro

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Periodico di informazione e cultura dal carcere<br />

<strong>Il</strong> <strong>progetto</strong> <strong>“Plus”</strong><br />

Quando il fornaio è un detenuto<br />

<strong>Nasce</strong> <strong>la</strong> <strong>cooperativa</strong> <strong>Gulliver</strong><br />

Un’opportunità di <strong>la</strong>voro per i detenuti<br />

Ministero<br />

del <strong>Lavoro</strong><br />

Provincia<br />

di Terni<br />

Regione<br />

dell’Umbria<br />

Intervista al dott. Dell’Aira<br />

<strong>Il</strong> carcere di Terni come una grande azienda<br />

Comunità Europea<br />

Fondo Sociale Europeo<br />

Par<strong>la</strong> l’assessore Fabrizio Pacifi ci<br />

L’impegno del Comune di Terni<br />

a favore dei detenuti


Biglietto di presentazione<br />

di Luca Verdolini<br />

Nel<strong>la</strong> cassetta ordinata di mele belle e<br />

lucenti, le mele marce si notano subito. Sono<br />

diverse. Si buttano via prima che guastino<br />

le altre. Anche nel<strong>la</strong> vita, per qualcuno, ci<br />

sono le “mele marce”. Sono le persone che<br />

si “etichettano” come anormali, diverse.<br />

Hanno problemi, difficoltà. Sono scomode,<br />

dure, provocatorie. Ci chiedono a volte cose<br />

incomprensibili. Insomma, disturbano.<br />

Quando entriamo in contatto con loro,<br />

scatta <strong>la</strong> nostra difesa. Via, fuori, se ne<br />

vadano, come se fossero, appunto, “mele<br />

marce”. Pochissimi tentano di incontrare<br />

quel<strong>la</strong> persona che ha <strong>la</strong> sua vita, <strong>la</strong> sua<br />

storia, le sue necessità. Da sempre <strong>la</strong><br />

diversità non è accettata.<br />

Dovremmo incominciare ad imparare a<br />

conoscer<strong>la</strong>, ad accoglier<strong>la</strong> e a condividere<br />

le “diversità” degli altri con le nostre. Ci<br />

sentiremmo, tutti, più “normali”.<br />

Da tanti anni <strong>la</strong> nostra <strong>cooperativa</strong> si<br />

occupa e <strong>la</strong>vora tra le persone in disagio.<br />

Abbiamo imparato che per loro non servono<br />

gli interventi straordinari. Non sono sufficienti<br />

le risposte “tecniche”. Ma occorre avere,<br />

invece, <strong>la</strong> “strategia dell’attenzione”. Tutti<br />

i giorni. Nei fatti quotidiani e nei rapporti<br />

abituali. Solo essa ci permette di abbattere<br />

il muro dell’indifferenza, del<strong>la</strong> chiusura e del<br />

rifiuto.<br />

Viviamo su un treno che corre, e per<br />

correre sempre più velocemente butta giù<br />

dai carrozzoni i deboli, i non-normali, i<br />

diversi. Correre cosi è vita? E’ progresso? E’<br />

civiltà?<br />

Si dice “Le mele marce, vicino a quelle<br />

buone, le fanno marcire. Non è mai capitato<br />

il contrario”.<br />

Ma quelle sono mele. Le persone, per<br />

fortuna, non sono frutti da tenere in cassetta<br />

(o da buttare) come dal fruttivendolo. Chi<br />

sperimenta fatica, disagio o difficoltà non<br />

può essere allontanato dal<strong>la</strong> comunità<br />

sociale perché “guasto”, “marcio”.<br />

E tutto questo perché <strong>la</strong> vita di ogni persona<br />

ha un valore, dignità e senso sempre, al di<br />

là delle condizioni in cui ci si può trovare.<br />

La “fatica”, <strong>la</strong> sofferenza o l’errore di una<br />

persona non è mai un “problema” solo per<br />

chi lo vive. E’ anche provocazione, stimolo,<br />

denuncia e impegno per gli altri. Al<strong>la</strong><br />

responsabilità dell’individuo è sempre bene<br />

collegare anche <strong>la</strong> responsabilità di chi può<br />

e deve sostenere chi è più debole, chi sbaglia<br />

o chi cerca aiuto.<br />

Lo stiamo sperimentando nel nostro <strong>la</strong>voro<br />

quotidiano: basta che un gruppo di persone<br />

si coinvolga al fianco di quanti vivono in<br />

situazioni di difficoltà e succede l’inatteso.<br />

Si scopre che le persone che si pensavano<br />

essere solo “un disturbo” per <strong>la</strong> società,<br />

diventano “ricchezza”, per tutti.<br />

Questo “miracolo” può capitare ad<br />

ognuno di noi, se riusciamo ad abbattere<br />

il muro dell’indifferenza, se incominciamo,<br />

già da adesso, ad accogliere, a condividere<br />

e a sperimentare i piccoli-grandi gesti di<br />

solidarietà.<br />

<strong>Il</strong> carcere non è quel<strong>la</strong> pattumiera che<br />

tanta gente immagina. In un crogiuolo di<br />

tensione, di sgomento, di vuoto, di rabbia,<br />

di attesa, c’è anche un immenso potenziale<br />

umano - di <strong>la</strong>voro, di fantasia, di intelligenza<br />

– di cui bisogna tenere conto anche in senso<br />

utilitaristico.<br />

Un giorno queste persone <strong>la</strong>sceranno<br />

il carcere. E’ meglio accogliere cittadini<br />

recuperabili o relitti senza speranza? Le<br />

famose garanzie che tanta gente invoca<br />

passano anche per questo dilemma al quale<br />

una società organizzata dovrebbe saper<br />

rispondere nel<strong>la</strong> maniera più ovvia e più<br />

utile, senza coprirsi gli occhi.<br />

<strong>Il</strong> successo dei progetti di reinserimento<br />

che si realizzano in carcere è qualcosa di<br />

miracoloso che riaccende <strong>la</strong> voglia di vivere<br />

perché è il segno che si può rialzare <strong>la</strong><br />

testa, ritrovare una dignità, dimostrare al<strong>la</strong><br />

collettività che si è voltato pagina, che non<br />

si è stati in carcere a guardare il soffitto.<br />

Bisogna avere una speranza, ma che sia una<br />

speranza con delle basi, non fondata sul<br />

nul<strong>la</strong>. Quelle basi sono anzitutto <strong>la</strong> qualità<br />

del<strong>la</strong> struttura, che deve dare gli strumenti<br />

per crescere, crescere dentro. Al di là del<strong>la</strong><br />

detenzione, in tanti casi necessaria, tutta<br />

una serie di reati minori dovrebbe avere<br />

altri percorsi, che permettano al<strong>la</strong> persona<br />

questo salto in avanti.


Un Istituto<br />

tra i più funzionali<br />

e moderni<br />

Intervista al Dr. Francesco Dell’Aira,<br />

Direttore del<strong>la</strong> Casa circondariale<br />

di Terni.<br />

A cura di Emanue<strong>la</strong> Fortunati<br />

<strong>Il</strong> Dr. Francesco Dell’Aira, 54 anni,<br />

originario di Lecce, <strong>la</strong>ureato in Economia<br />

e Commercio, <strong>la</strong>vora nell’Amministrazione<br />

Penitenziaria da oltre trent’anni. Dopo<br />

aver ricoperto l’incarico di ragioniere, come<br />

il padre, prematuramente scomparso,<br />

è passato al<strong>la</strong> carica direttiva, dove ha<br />

maturato un’esperienza diversificata e<br />

caratterizzata da numerose missioni sia nel<strong>la</strong><br />

breve ma intensa direzione dell’Ospedale<br />

Psichiatrico Giudiziario di Reggio Emilia,<br />

sia in quel<strong>la</strong> ventennale presso <strong>la</strong> Casa di<br />

reclusione di Spoleto. Dal 1997 è Direttore<br />

del<strong>la</strong> Casa circondariale di Terni.<br />

Dr. Dell’Aira, può descriverci l’istituto<br />

di Terni?<br />

L’istituto di Terni è costituito da più sezioni<br />

perché vari sono i circuiti penitenziari qui<br />

esistenti; abbiamo una sezione per detenuti<br />

“comuni”, di media-bassa sicurezza così<br />

definita, costituita da 150 celle singole,<br />

utilizzate attualmente per contenere<br />

due detenuti, anziché uno per motivi di<br />

sovraffol<strong>la</strong>mento. Abbiamo una sezione per<br />

detenuti cosiddetti “protetti”; sono detenuti<br />

che vengono tolti dal circuito comune,<br />

pur essendo detenuti comuni come tipo di<br />

tipologia di azione criminale, ma che avendo<br />

effettuato reati di partico<strong>la</strong>re intolleranza<br />

agli altri detenuti vengono tenuti da essi<br />

separati. Poi abbiamo una sezione a custodia<br />

attenuata; una sezione nel<strong>la</strong> quale vengono<br />

alloggiati soltanto i detenuti <strong>la</strong>voranti per <strong>la</strong><br />

manutenzione del fabbricato, detenuti che<br />

già si muovono normalmente all’interno<br />

dell’istituto per motivi di <strong>la</strong>voro; vengono<br />

tenuti con una più b<strong>la</strong>nda custodia e<br />

soprattutto c’è una maggiore apertura nelle<br />

cosiddette attività di socializzazione, perché<br />

i detenuti stanno con le celle aperte fino<br />

alle otto di sera. Poi abbiamo <strong>la</strong> sezione dei<br />

“41 bis”, che è quel<strong>la</strong> dove sono alloggiati i<br />

detenuti condannati per i reati di cui all’art.<br />

4 bis dell’OP. All’esterno poi abbiamo una<br />

sezione per detenuti “semiliberi” o in “art.<br />

21” che sarebbero comunque detenuti che,<br />

per finalità <strong>la</strong>vorative, escono <strong>la</strong> mattina<br />

normalmente dall’istituto per andare a<br />

svolgere attività <strong>la</strong>vorativa all’esterno,<br />

retribuita quindi da datori di <strong>la</strong>voro privati,<br />

non dall’amministrazione, e rientrano<br />

normalmente <strong>la</strong> sera; in questa fascia di<br />

tempo possono dedicarsi ad altre attività.<br />

La sezione semiliberi accoglie mediamente<br />

intorno ai 15 detenuti; <strong>la</strong> sezione 41 bis<br />

Periodico di informazione e cultura dal carcere <strong>Gulliver</strong><br />

mediamente sui 25 detenuti; quel<strong>la</strong> a<br />

custodia attenuata mediamente tra i 12/13<br />

detenuti; <strong>la</strong> sezione protetta mediamente<br />

15 detenuti, per un totale complessivo,<br />

compresi anche i comuni, che al momento va<br />

intorno alle 350/360 unità di detenuti. Circa<br />

300 sono i cosiddetti detenuti “comuni”.<br />

L’istituto è stato aperto nel 1991, è un<br />

istituto abbastanza nuovo seppure medio/<br />

piccolo come tipologia costruttiva. Infatti<br />

l’edificio principale occupa una picco<strong>la</strong><br />

parte dell’intera superficie e ci sono molti<br />

spazi verdi all’interno e all’esterno del muro<br />

di cinta (che è l’anello che separa <strong>la</strong> zona<br />

detentiva vera e propria dal<strong>la</strong> zona dei<br />

servizi, quindi dall’esterno). <strong>Il</strong> muro di cinta<br />

ha lunghezza di circa un chilometro ed è<br />

vigi<strong>la</strong>to dal servizio di custodia che utilizza<br />

<strong>la</strong> parte superiore del muro per camminarci<br />

1 |


<strong>Gulliver</strong> Periodico di informazione e cultura dal carcere<br />

sopra ed avere delle zone protette.<br />

Per quanto riguarda le attività presenti<br />

in questo istituto che fanno parte delle<br />

cosiddette attività trattamentali abbiamo <strong>la</strong><br />

scuo<strong>la</strong>, quindi l’attività culturale in senso<br />

proprio, dal<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> dell’obbligo e le scuole<br />

medie e medie superiori, alle formazioni<br />

professionali; poi l’attività <strong>la</strong>vorativa che è<br />

quel<strong>la</strong> sul<strong>la</strong> quale stiamo <strong>la</strong>vorando anche<br />

con questo <strong>progetto</strong> e <strong>la</strong> religione. Per<br />

quanto attiene al<strong>la</strong> religione (che non è<br />

un aspetto da sottovalutare, perché tutto<br />

il nuovo OP e tutta l’evoluzione che e ha<br />

avuto l’ambito penitenziario, custodialistico<br />

dell’esecuzione penale si basa su teorie<br />

che derivano dal<strong>la</strong> cultura religiosa<br />

vera e propria) essa è elemento cardine<br />

dell’organizzazione degli istituti penitenziari.<br />

Si pensi che fino a pochi anni fa, prima del<strong>la</strong><br />

riforma del<strong>la</strong> polizia penitenziaria, erano le<br />

suore a gestire le sezioni femminili, quindi<br />

<strong>la</strong> presenza del<strong>la</strong> chiesa era fondamentale;<br />

ecco perché nell’ordinamento del ’75<br />

uno dei tre elementi del trattamento è <strong>la</strong><br />

religione. Oggi però abbiamo <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione<br />

detenuta che, almeno per quanto riguarda<br />

Terni, è del 50% extracomunitaria quindi<br />

con confessioni religiose diverse da quel<strong>la</strong><br />

cattolica. Ciò non toglie che esista una<br />

Chiesa di culto cattolico, mentre , c’è poca o<br />

nessuna permanenza da parte di sacerdoti di<br />

altri culti; c’è soltanto un testimone di geova<br />

che ha due o tre detenuti con i quali par<strong>la</strong>,<br />

mentre nessuno per le religioni musulmane.<br />

Non è stato mai presente né qui, né in altre<br />

precedenti esperienze. In effetti pare che<br />

questo tipo di religione non condivida le<br />

scelte delinquenziali di coloro che stanno<br />

qui; tutto sommato ai detenuti viene<br />

garantito, come il rego<strong>la</strong>mento prevede, il<br />

rispetto di quello che sono le loro regole di<br />

comportamento re<strong>la</strong>tive al culto; viene quindi<br />

consentito certamente di pregare, ma anche,<br />

per quanto riguarda il partico<strong>la</strong>re periodo del<br />

ramadan, viene tute<strong>la</strong>to con <strong>la</strong> distribuzione<br />

del vitto in fasce orarie diverse perché essi<br />

possono mangiare soltanto prima dell’alba e<br />

dopo il tramonto.<br />

Per quanto invece attiene tutte le attività<br />

che ruotano intorno al<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> ci sono<br />

ovviamente scuole, corsi di formazione<br />

professionale, ma anche corsi che noi<br />

chiamiamo per le attività di tempo libero.<br />

Sono dei semi corsi professionali, nel<br />

senso che fanno sì che i detenuti imparino<br />

qualcosa, e sono moltissimi; vanno dal corso<br />

| 2<br />

di ceramica, con il contributo del<strong>la</strong> Croce<br />

Rossa, al corso di animazione teatrale,<br />

al<strong>la</strong> decorazione su vetro, al<strong>la</strong> decorazione<br />

su pareti. Quest’anno, per <strong>la</strong> prima volta,<br />

iniziamo un corso di fotografia e, a margine,<br />

facciamo delle manifestazioni cosiddette<br />

culturali quali <strong>la</strong> lettura di un libro, <strong>la</strong><br />

proiezione di un film con commento, delle<br />

conversazioni di carattere culturale tenute<br />

da due professori universitari; abbiamo<br />

inoltre un’altra associazione di volontariato<br />

che vorrebbe fare delle conversazioni sui<br />

problemi dell’ecologia. Cerchiamo quindi<br />

di sfaccettare quanto più ci è possibile gli<br />

interventi per interessare il maggior numero<br />

di persone sottraendole all’inedia, perché il<br />

vero problema del carcere è proprio questo:<br />

l’inedia. Lo stesso aspetto delinquenziale<br />

all’interno degli istituti, per tacito accordo<br />

tra le parti, non viene sviluppato; non ci<br />

sono azioni violente normalmente all’interno<br />

delle carceri almeno là dove un minimo di<br />

controllo, chiamiamolo sociale, oltre che di<br />

sicurezza viene effettuato.<br />

Quali sono i principali problemi<br />

del<strong>la</strong> Casa Circondariale di Terni e le<br />

difficoltà di attuazione dei principi<br />

dell’Ordinamento Penitenziario?<br />

Le difficoltà sono dovute all’organizzazione<br />

di questa amministrazione perché c’è<br />

disparità di trattamento tra il personale. <strong>Il</strong><br />

personale che <strong>la</strong>vora nell’amministrazione<br />

è molto diversificato; c’è una parte che fa<br />

riferimento al contratto collettivo nazionale<br />

dei ministeriali, quindi personale di natura<br />

amministrativa; poi abbiamo del personale<br />

del comparto sicurezza che sono <strong>la</strong> polizia<br />

penitenziaria e poi abbiamo molto personale<br />

a convenzione e molti volontari. Quindi<br />

mettere insieme esigenze e connotazioni<br />

culturali, oltre che normative e giuridiche<br />

diverse, non è facile. Quindi un personale non<br />

omogeneo, che comunque deve coesistere,<br />

convivere, entrare in rapporto sinergico,e<br />

questo non sempre può avvenire, o può<br />

avvenire soltanto in isole felici, cioè là dove<br />

si riesce ad interloquire tra le persone; là<br />

dove si creano dei muri è difficile che questo<br />

avvenga. L’altro problema è un problema<br />

culturale. Sebbene l’OP abbia stabilito un<br />

orientamento verso il trattamento, quindi<br />

verso discipline più sociali e più socializzanti,<br />

non sempre questo si può realizzare, quando<br />

per esempio, in riferimento al<strong>la</strong> polizia<br />

penitenziaria, <strong>la</strong> preparazione culturale e<br />

professionale è invece sfaccettata su altre<br />

direttrici. Stessa cosa dicasi per quanto attiene<br />

all’altro personale dei ruoli amministrativi<br />

che ha una sensibilità riferita al trattamento<br />

diversa; mi riferisco a tutta l’attività<br />

amministrativa o di segreteria che è avulsa<br />

dal<strong>la</strong> realtà penitenziaria; è un personale di<br />

sostegno che consente al<strong>la</strong> struttura di vivere<br />

ma non partecipa direttamente alle attività.<br />

<strong>Il</strong> ragioniere potrebbe tranquil<strong>la</strong>mente stare<br />

a <strong>la</strong>vorare da un’altra parte che non qua<br />

dentro; si coinvolge se lui vuole coinvolgersi.<br />

Poi abbiamo il personale a convenzione,<br />

in partico<strong>la</strong>re gli psicologi, o comunque<br />

esperti, i medici, gli specialisti, etc… Questa<br />

categoria è legata da un rapporto un po’<br />

sui generis. In effetti non è un rapporto<br />

dipendente bensì è a tempo determinato; va<br />

da sé che il coinvolgimento non avviene o,<br />

quanto meno, non può avvenire al 100%,<br />

ma è legato ad altre dinamiche.<br />

Insieme quindi a questo problema<br />

chiamiamolo culturale, oggi si inserisce un<br />

problema di carattere amministrativo: i


fondi sono sempre stati più ridotti per una<br />

serie di motivi che sono legati comunque<br />

al<strong>la</strong> politica nazionale e questo fa sì che, per<br />

esempio, per quanto riguarda lo sviluppo<br />

dell’attività <strong>la</strong>vorativa, questo abbia avuto<br />

un netto ridimensionamento, e in molti<br />

istituti addirittura le attività <strong>la</strong>vorative sono<br />

state del tutto soppresse, perché ci sono<br />

responsabilità di carattere personale del<br />

direttore riferite al<strong>la</strong> struttura. <strong>Il</strong> d. lgs. 626/94<br />

prevede che tutte le attività siano fatte in<br />

termini di sicurezza. Tra l’altro qui dentro<br />

nul<strong>la</strong> può sfuggire, quindi non è pensabile<br />

fare una cosa rischiando perché sono troppe<br />

le figure coinvolte e in modo istituzionale.<br />

Ecco perché l’amministrazione in qualche<br />

modo, negli ultimissimi tempi, ha tentato<br />

un’apertura verso l’esterno. Voi siete un<br />

esempio di questo; quindi il coinvolgimento<br />

di cooperative sociali, per far sì che le attività<br />

produttive vere e proprie siano svolte sia<br />

all’interno che all’esterno degli istituti ma<br />

sotto una gestione amministrativo/contabile<br />

effettuata da altri e non dall’amministrazione.<br />

Ovviamente questo non è il solo problema! È<br />

importante anche trovare le sinergie giuste<br />

perché quando si par<strong>la</strong> di trattamento,<br />

sebbene esso sia il cardine intorno a cui tutto<br />

deve girare, è un concetto abbastanza <strong>la</strong>bile,<br />

ognuno cioè lo interpreta in un certo modo.<br />

Ho partecipato ad un convegno del<strong>la</strong> Croce<br />

Rossa come re<strong>la</strong>tore e una cosa che si diceva<br />

era proprio questo: le realtà penitenziarie<br />

sono realtà assolutamente atipiche l’una<br />

dall’altra; non si ritrova <strong>la</strong> riproduzione del<strong>la</strong><br />

stessa realtà in più istituti perché più che<br />

in altre amministrazioni qui chi è che fa <strong>la</strong><br />

differenza è <strong>la</strong> persona, non il ruolo. Questo<br />

è uno degli errori fondamentali di questa<br />

amministrazione: non si può giocare tutto sul<strong>la</strong><br />

persona, si deve giocare sul ruolo. Intendo<br />

dire che il direttore deve fare il direttore nello<br />

stesso modo sia che stia a Caltanisetta sia<br />

che stia a Torino e così via. Invece questo<br />

non avviene per una distribuzione strana del<br />

personale e per tanti motivi.<br />

A quando <strong>la</strong> risoluzione di queste<br />

problematiche?<br />

Purtroppo non c’è una risoluzione a<br />

breve termine; c’è una risoluzione di lungo<br />

termine, e <strong>la</strong> soluzione di lungo termine<br />

sarà sempre più lontana perché, <strong>la</strong>vorando<br />

continuamente questo Stato sull’emergenza,<br />

difficilmente questo settore potrà mai essere<br />

talmente all’attenzione da poterlo equilibrare<br />

con tutte le altre esigenze del<strong>la</strong> società<br />

nazionale. E’ un settore naturalmente, sia<br />

per i numeri, sia per <strong>la</strong> qualità delle persone,<br />

trascurato, e quindi difficilmente noi ci<br />

metteremo in pari con le altre organizzazioni<br />

dello Stato; si pensi che, per quanto attiene<br />

le forze di polizia, in questo caso <strong>la</strong> polizia<br />

penitenziaria, loro vanno avanti (scusate <strong>la</strong><br />

frase) perché sono agganciati alle altre forze<br />

di polizia. La categoria dei direttori, che si sta<br />

facendo una battaglia per conto suo, se <strong>la</strong> sta<br />

facendo da anni e non si vede mai il risultato;<br />

e in un mondo come questo che è frenetico,<br />

dove le cose cambiano di minuto in minuto,<br />

dove c’è una evoluzione anche culturale<br />

costante, già avere una velocità leggermente<br />

inferiore ti porta ad una differenziazione<br />

notevolissima nel tempo. Noi continuiamo<br />

a fare le corse utilizzando una macchina<br />

di cinquant’anni fa; non potremo mai<br />

vincere, né raggiungere gli altri concorrenti<br />

perché <strong>la</strong> nostra macchina è troppo lenta<br />

ed è strutturata tecnologicamente in modo<br />

diverso da quelle odierne. Un esempio:<br />

Periodico di informazione e cultura dal carcere <strong>Gulliver</strong><br />

l’informatizzazione. Noi ancora continuiamo<br />

a fare le registrazioni a mano; si consideri<br />

che tutti i detenuti che dal<strong>la</strong> cel<strong>la</strong> si<br />

muovono nel<strong>la</strong> sezione o fuori dal<strong>la</strong> sezione<br />

vengono annotati su un registro a mano. E’<br />

impensabile fare una cosa del genere anche<br />

perché il 50% dei soggetti sono detenuti di<br />

origine extracomunitaria e i nomi vengono<br />

quindi registrati per altro in modo errato. Ci<br />

sono quindi anche delle difficoltà obiettive di<br />

natura organizzativa. Comunque io ritengo<br />

che non sia necessario dare più attenzione<br />

a questo settore, ma è doveroso che gli si<br />

dia <strong>la</strong> stessa attenzione che si da a tutti i<br />

settori. Chiaramente se vogliamo par<strong>la</strong>re di<br />

trattamento il livello qualitativo di attenzione<br />

deve essere diverso da un livello quantitativo.<br />

Quando si par<strong>la</strong> di trattamento non si ha a<br />

che fare con i numeri: uno più uno può fare<br />

due o può fare cinquanta o può fare zero!<br />

Inoltre <strong>la</strong> qualità dell’intervento non dipende<br />

solo dai risultati ma dell’impegno, da quanto<br />

si riesce a stimo<strong>la</strong>re nell’altro; le variabili sono<br />

troppe e troppo grandi per poterle misurare.<br />

L’attenzione quindi va ricalibrata, anche in<br />

termini trattamentali. Nel 1975 per esempio<br />

si ipotizzava <strong>la</strong> risocializzazione riferita<br />

al detenuto italiano, residente nel luogo<br />

ove esisteva l’istituto penitenziario o nel<strong>la</strong><br />

regione, quindi tutta l’attività cosiddetta di<br />

reinserimento era finalizzata ad un percorso<br />

breve. <strong>Il</strong> detenuto ternano, detenuto a Terni,<br />

va reinserito nel contesto sociale ternano;<br />

ma il detenuto di Palermo inserito a Terni<br />

dove lo andiamo ad inserire? Qual è <strong>la</strong><br />

cultura siciliana rispetto a quel<strong>la</strong> terzana?<br />

Quali sono i metri di misura, i parametri<br />

che noi possiamo utilizzare? Cosa dire poi<br />

dei detenuti extracomunitari? In questo<br />

caso non riusciamo molte volte nemmeno<br />

ad intervenire. Quindi anche rispetto alle<br />

forme di comunicazione abbiamo oggi<br />

delle difficoltà rispetto al ’75; ecco perché è<br />

necessario che l’ordinamento vada ritarato<br />

in qualche modo. Va ritarato perché diversa<br />

è <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione detenuta, perché sono<br />

cambiati anche gli attori, perché <strong>la</strong> polizia<br />

penitenziaria non è più corpo militare, quindi<br />

anche gli atteggiamenti sono cambiati.<br />

D’altronde in trent’anni ne cambiano di cose<br />

in un mondo che va veloce.<br />

Quali sono le sue opinioni in generale<br />

sul trattamento, considerando l’attuale<br />

carenza di personale, educatori in<br />

primo luogo?<br />

3 |


<strong>Gulliver</strong> Periodico di informazione e cultura dal carcere<br />

Io ritengo che <strong>la</strong> carenza di personale è<br />

l’alibi dietro il quale tutti si trincerano; in<br />

effetti c’è carenza di personale, però io<br />

sono convinto che in una struttura privata<br />

una persona ti fa quello che nel pubblico<br />

si fa con cinque; non perché i cinque sono<br />

meno bravi dell’uno ma perché c’è una<br />

snellezza organizzativa diversa e c’è anche<br />

una motivazione diversa ad è chiaro che i<br />

flussi motivazionali cambiano tra pubblico<br />

e privato; il privato non consentirebbe al<br />

dipendente di non fare nul<strong>la</strong>; lo andrebbe<br />

ad individuare, come premierebbe quello<br />

che rende di più. Ecco questo sistema qui<br />

non esiste: c’è un appiattimento, e questo<br />

già depone a favore del fatto che non ci si<br />

può trincerare dietro alcun alibi. C’è una<br />

carenza di altro tipo che definirei carenza<br />

di feeling fra le persone. <strong>Il</strong> numero tutto<br />

sommato sarebbe sufficiente, considerato<br />

che abbiamo 220/230 dipendenti per<br />

gestire 350 detenuti. E’ impensabile che<br />

un privato farebbe <strong>la</strong> stessa cosa. Allora<br />

bisogna cambiare le regole, aggiornarle,<br />

ma più che altro rimotivare il personale,<br />

perché oggi è un po’ poco motivato nel<strong>la</strong><br />

generalità, proprio perché mancano tutte<br />

le nuove forme di gestione del personale.<br />

Quindi il numero non è assolutamente<br />

insufficiente ma lo è <strong>la</strong> qualità che è scarsa<br />

in motivazione, preparazione, strategie<br />

e quant’altro secondo le attuali forme di<br />

| 4<br />

gestione del personale.<br />

Come incidono i problemi di<br />

sovraffol<strong>la</strong>mento nello svolgimento di<br />

attività interne?<br />

In genere se si <strong>la</strong>vora in emergenza i<br />

risultati sono emergenziali; se si <strong>la</strong>vora nei<br />

lunghi tempi le cose possono funzionare.<br />

Se io posso assicurare un’attività formativa,<br />

<strong>la</strong>vorativa o culturale soltanto al 20%<br />

dei detenuti, è chiaro che <strong>la</strong> gran parte<br />

dei detenuti non partecipano a questa<br />

azione positiva, migliorativa, anzi è proprio<br />

il contrario, cioè <strong>la</strong> maggior parte non<br />

partecipa, non col<strong>la</strong>bora, si limita ad andare<br />

in palestra o al campo sportivo e con quello<br />

hanno risolto <strong>la</strong> loro giornata.<br />

<strong>Il</strong> sovraffol<strong>la</strong>mento è quindi in re<strong>la</strong>zione<br />

al<strong>la</strong> qualità dell’approccio che si può avere<br />

con <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione detenuta. Inoltre il<br />

vivere in due estranei, con atteggiamenti,<br />

comportamenti, provenienza, cultura e<br />

quant’altro diversi nel<strong>la</strong> stessa cel<strong>la</strong> in pochi<br />

metri quadrati (sono circa 8/9 metri quadrati)<br />

non è facile, non sarebbe facile per nessuna<br />

persona nemmeno di cultura onesta. Ma <strong>la</strong><br />

coabitazione non ha solo molti contro, ma<br />

anche qualche aspetto positivo. Non si può<br />

sottovalutare il controllo sociale che ciascun<br />

detenuto esercita sull’altro: il detenuto che<br />

si vuole autolesionare è ben diverso che lo<br />

faccia in presenza di un altro detenuto; il<br />

detenuto che vuole far<strong>la</strong> finita, ha comunque<br />

un sostegno per quanto b<strong>la</strong>ndo, o forse<br />

sprovveduto del compagno di cel<strong>la</strong>.<br />

Può illustrarci i progetti futuri re<strong>la</strong>tivi<br />

al<strong>la</strong> nascita di attività imprenditoriali<br />

interne al<strong>la</strong> struttura penitenziaria?<br />

Questa iniziativa mi ha interessato molto<br />

perché, come forse si è intuito dal discorso<br />

che ho appena fatto, sono convinto che le<br />

potenzialità di queste istituzioni, come quel<strong>la</strong><br />

carceraria, andrebbero più dettagliatamente<br />

sviluppate. Noi qui non teniamo volumi; non<br />

è una biblioteca in cui ci sono i libri e se uno<br />

li vuole consultare se li va a prendere. Qui<br />

sono tutti libri con le gambe, con <strong>la</strong> testa e<br />

con le braccia, quindi bisogna fare in modo<br />

di rendere viva questa loro permanenza e<br />

questo è il nostro vero obiettivo, <strong>la</strong> nostra<br />

vera attività. Non solo render<strong>la</strong> interessante<br />

ma anche produttiva. E’ inutile avere una<br />

forza <strong>la</strong>voro e non impiegar<strong>la</strong>. Quello che noi<br />

stiamo cercando di fare è mettere in pratica<br />

questo elementare concetto economico:<br />

cercare di sfruttare le molteplici e diversificate<br />

qualità per un risultato economicamente<br />

valutabile; e tutto ciò non sottovalutando il<br />

raggiungimento di uno scopo che noi abbiamo<br />

come istituzionale, cioè <strong>la</strong> risocializzazione,<br />

ma dando parimenti rilievo all’aspetto<br />

economico. È inutile tenere le persone a<br />

vegetare quando possono essere impiegate<br />

in un’attività produttiva. Io, a differenza<br />

dei miei colleghi <strong>la</strong>ureati in giurisprudenza,<br />

provengo da studi economici, quindi sono<br />

per formazione orientato verso un approccio<br />

di questo tipo anche perché colgo <strong>la</strong> loro<br />

espressione di soddisfazione quando sono<br />

coinvolti in momenti di produzione. Questo<br />

aspetto mi da riprova di quanto possa il<br />

<strong>la</strong>voro dare ad un individuo in termini di<br />

motivazione e soddisfazione.Quindi anche<br />

da questa constatazione il mio entusiasmo,<br />

<strong>la</strong> mia voglia di <strong>la</strong>vorare ad un <strong>progetto</strong> che<br />

ci porterà lontano; non so dire dove. Ogni<br />

traguardo è il punto di partenza per un’altra<br />

sfida. Quindi non mi sento di fare pronostici<br />

nè so dove riusciremo ad arrivare; dipenderà<br />

poi dall’impegno e dal<strong>la</strong> volontà di ognuno.<br />

Sicuramente si cercherà di evitare errori fatti<br />

in passato e si cercheranno soluzioni nuove!<br />

Vuole sottolineare qualcosa, vuol<br />

dare un messaggio al<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione<br />

detenuta?<br />

Credo che chi semina vento raccoglie<br />

tempesta! Così come <strong>la</strong> violenza genera<br />

<strong>la</strong> violenza, l’impegno genera impegno.<br />

Ognuno ha nelle proprie mani il proprio<br />

destino. Io esorto a pensare a questo, quindi<br />

a riprogettare ognuno il proprio percorso<br />

anche da qui, per non arrivare impreparati,<br />

anche se in situazioni di partico<strong>la</strong>re difficoltà<br />

è molto difficile. Ma nei detenuti che sono<br />

inseriti nei corsi, anche nelle giornate<br />

dedicate all’inaugurazione dei corsi stessi,<br />

ho visto tanta motivazione e voglia di fare,<br />

di impegnarsi… come dicevo impegno<br />

genera impegno. Quindi non è importante<br />

solo seminare. È importante anche ciò che<br />

si semina…e qui sta il difficile! Quando si<br />

seminano piante non infestanti esse hanno<br />

bisogno di più cure, di più attenzioni, non<br />

si può seminare e basta: il percorso è più<br />

impegnativo, ma sicuramente ci porta<br />

anche verso traguardi molto più positivi<br />

e di soddisfazione proprio perché seguiti,<br />

ragionati, voluti.<br />

Certo non è facile, ma noi per questo<br />

dobbiamo <strong>la</strong>vorare.


Un’iso<strong>la</strong> felice<br />

Incontro con Giuseppe Donato,<br />

direttore del carcere di Orvieto<br />

Ad Orvieto l’espressione “ti mando a<br />

San Pietro” ha il significato intimidatorio<br />

di “ti mando nel carcere del<strong>la</strong> città”. Ma<br />

il vecchio convento seicentesco di Via<br />

Roma che ospita <strong>la</strong> Casa di reclusione,<br />

un edificio inserito nel tessuto urbano del<br />

centro storico, oggi conserva ben poco del<strong>la</strong><br />

cupa minaccia espressa dall’antico modo<br />

di dire.Da anni, infatti, l’istituto è oggetto<br />

di continui e diremmo quasi affettuosi<br />

interventi conservativi, apparendo sempre<br />

più una costruzione che all’esterno non<br />

mostra lo stile di una Casa di pena.<br />

E questo vale ancora di più per l’interno,<br />

dove le attività <strong>la</strong>vorative danno l’idea<br />

piuttosto di una fabbrica in cui si svolge<br />

un’ intensa operosità e dove quasi tutti gli<br />

ambienti, dagli uffici agli spazi aperti, hanno<br />

in bel<strong>la</strong> mostra i manufatti, realizzati dai<br />

detenuti: vasi e piatti in ceramica, mosaici,<br />

artistiche realizzazioni in ferro, mobili e<br />

tessuti. Del<strong>la</strong> gestione di quest’istituto<br />

si dichiara partico<strong>la</strong>rmente orgoglioso il<br />

direttore Giuseppe Donato. Sposato, con<br />

due figli, 53 anni ben portati, originario del<strong>la</strong><br />

Ca<strong>la</strong>bria, ma vissuto quasi sempre a Roma,<br />

il dottor Donato, nell’Amministrazione<br />

penitenziaria dal 1977, dopo aver maturato<br />

Spazi vivibili<br />

e recentemente<br />

restaurati,<br />

numerose attività<br />

<strong>la</strong>vorative<br />

e ricreative<br />

fanno dell’istituto<br />

di Orvieto<br />

uno dei più<br />

funzionali e<br />

moderni.<br />

importanti esperienze a Rebibbia, a Rovigo<br />

e a Civitavecchia, da circa quindici anni<br />

è stato chiamato a dirigere <strong>la</strong> Casa di<br />

reclusione di Orvieto. Del suo impegno<br />

quotidiano così ci par<strong>la</strong>, mentre ci fa<br />

visitare i vari ambienti rinnovati e mostra<br />

con evidente soddisfazione le opere dei<br />

detenuti. « Appena arrivato - racconta - il<br />

mio primo impegno è stato proprio quello<br />

di rendere più idoneo l’istituto dal punto<br />

di vista architettonico. Sul vecchio ceppo<br />

seicentesco del convento dedicato al principe<br />

degli Apostoli, c’era già stata una prima,<br />

importante, ristrutturazione nel 1936, con<br />

<strong>la</strong> costruzione dei padiglioni detentivi e <strong>la</strong><br />

creazione di altri ambienti, come <strong>la</strong> direzione,<br />

realizzata all’esterno per motivi di sicurezza.<br />

Da quando io sono qui abbiamo provveduto<br />

ad almeno un centinaio di <strong>la</strong>vori di restauro,<br />

rimodernando l’istituto e rendendolo<br />

abbastanza funzionale e moderno. Non<br />

solo. <strong>Il</strong> nostro impegno conservativo, per i<br />

pregevoli aspetti architettonici dell’antico<br />

edificio, si è al<strong>la</strong>rgato anche a quelle parti<br />

non ancora fruibili, ma che vogliamo aprire<br />

all’esterno, come ad esempio il rifugio<br />

antiaereo, utilizzato durante gli anni del<strong>la</strong><br />

seconda guerra mondiale. Oggi credo che<br />

Periodico di informazione e cultura dal carcere <strong>Gulliver</strong><br />

l’istituto da me diretto sia tra i pochissimi<br />

in Italia a possedere un teatro, un cinema<br />

e ad aver dotato le stanze dei ristretti di<br />

docce con acqua calda, secondo le recenti<br />

normative».<br />

Quanti sono i detenuti ad Orvieto?<br />

«L’istituto, solo maschile, ha un unico<br />

reparto detentivo, ed attualmente ha circa<br />

130 persone, rispetto ad una capienza<br />

ottimale di 111. Sono tutti ospitati in celle<br />

multiple molto ampie che raggiungono<br />

anche le dimensioni di 70 metri quadri, come<br />

<strong>la</strong> numero 23. I detenuti scontano pene che<br />

vanno dai cinque anni in su, mentre quelli in<br />

attesa di giudizio rappresentano solo il 5-6%<br />

del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione carceraria».<br />

Quando è venuto a dirigere l’istituto<br />

una quindicina di anni fa, quali sono<br />

5 |


stati i primi problemi che ha dovuto<br />

affrontare?<br />

«Innanzitutto, ripeto, i problemi edilizi, il<br />

fabbricato era abbastanza fatiscente, ed ha<br />

avuto bisogno di tantissime ristrutturazioni.<br />

In questi anni abbiamo potuto ottenere buoni<br />

risultati grazie al<strong>la</strong> ottima col<strong>la</strong>borazione del<br />

nucleo territoriale delle Opere Pubbliche e<br />

con il forte impegno dell’ufficio ragioneria.<br />

Possiamo dire che quasi ogni angolo<br />

dell’istituto è stato ristrutturato. Dalle zone<br />

destinate alle <strong>la</strong>vorazioni, al teatro, nostro<br />

vero fiore all’occhiello, che ha bisogno<br />

solo delle ultime rifiniture e dove abbiamo<br />

avuto l’onore di ricevere in visita qualche<br />

anno fa anche Sua Santità Giovanni Paolo<br />

II. Abbiamo restaurato anche <strong>la</strong> chiesa,<br />

grazie ad un architetto di Firenze, che si è<br />

offerto gratuitamente per il <strong>progetto</strong>. Sono,<br />

infatti, quanto mai convinto che spazi idonei<br />

siano assolutamente necessari alle attività<br />

trattamentali e di recupero dei detenuti. Non<br />

sarà un caso, e di questo sono partico<strong>la</strong>rmente<br />

lieto, se ogni mese almeno un paio di persone<br />

sceglie il mio istituto per costituirsi».<br />

Dal punto di vista del personale,<br />

quante persone coordina tra civili e<br />

militari?<br />

«Va detto innanzitutto che noi abbiamo<br />

gravi carenze nel personale di custodia,<br />

che attualmente è di 65 unità, mentre per<br />

il personale educativo possiamo ritenerci<br />

soddisfatti. Possiamo contare, infatti, su<br />

tre educatori, un sanitario incaricato e<br />

uno a parcel<strong>la</strong>, mentre ci serviamo a turno<br />

di altri specialisti, come il cardiologo, il<br />

dentista, eccetera. Per gli interventi chirurgici<br />

impegniamo le strutture esterne dell’Azienda<br />

Sanitaria Locale».<br />

Quale è <strong>la</strong> provenienza dei detenuti?<br />

«Un terzo circa sono del<strong>la</strong> zona, che<br />

va dall’alto Lazio, al<strong>la</strong> bassa Toscana e<br />

all’Umbria. Noi abbiamo prevalentemente<br />

persone dell’alto Lazio e bassa Toscana,<br />

perché abbiamo assorbito i detenuti<br />

del carcere dismesso di Montepulciano,<br />

quindi ospitiamo anche numerosi ex<br />

tossicodipendenti del basso Senese. Poi<br />

abbiamo tantissimi stranieri, che oscil<strong>la</strong>no<br />

intorno al 40-45%, per lo più di provenienza<br />

del nord Africa e dei Paesi dell’ex Jugos<strong>la</strong>via.<br />

Per quanto riguarda l’età, <strong>la</strong> loro media è sui<br />

40 anni ».<br />

| 6<br />

Come sono i rapporti con <strong>la</strong> città?<br />

«Io e i miei col<strong>la</strong>boratori abbiamo sempre<br />

concepito i rapporti tra carcere e città come<br />

un ponte sul quale cerchiamo di far transitare<br />

i detenuti per aiutarli a trovare una soluzione<br />

di <strong>la</strong>voro e un definitivo reinserimento nel<strong>la</strong><br />

società civile. Ci siamo riusciti in qualche<br />

caso: quattro o cinque. Un numero che può<br />

sembrare esiguo, ma che per noi rappresenta<br />

un grande traguardo. Certamente per ogni<br />

caso ci sono voluti anni e anni di <strong>la</strong>voro.<br />

E non è stato facile, perché non solo noi<br />

dobbiamo supplire alle mancanze del<strong>la</strong><br />

società, ma anche ai problemi interni del<br />

nostro istituto. In effetti <strong>la</strong> sfida di riuscire<br />

a realizzare il loro reinserimento sociale è<br />

molto impegnativa. Alcuni di loro sono oggi<br />

perfettamente reinseriti e fanno ormai parte<br />

del<strong>la</strong> città. Uno di questi, si è sposato, ha<br />

dei figli ed è a capo operaio di una grande<br />

impresa di costruzione di oggetti metallici. <strong>Il</strong><br />

datore di <strong>la</strong>voro, che nei primi tempi aveva<br />

qualche complessità, venendomi a trovare di<br />

recente, mi ha confessato che è un operaio<br />

bravissimo e gli è ormai indispensabile.<br />

Altri due sono stabilmente e proficuamente<br />

impegnati nell’edilizia».<br />

Quali sono i <strong>la</strong>vori svolti dai detenuti<br />

all’interno dell’istituto?<br />

«<strong>Il</strong> nostro è un istituto manufatturiero,<br />

abbiamo un’officina meccanica, per <strong>la</strong><br />

<strong>la</strong>vorazione dei metalli, dagli armadi ai letti,<br />

per adesso finalizzata solo alle esigenza<br />

interne, anche se cominciamo a proiettarci<br />

sul mercato esterno, specie per quanto<br />

riguarda gli oggetti di alto artigianato,<br />

alcuni dei quali fanno bel<strong>la</strong> mostra nel cortile<br />

d’ingresso dell’istituto come una imponente<br />

aqui<strong>la</strong> predatrice e <strong>la</strong> riproduzione di un<br />

carro da guerra egiziano. Abbiamo anche<br />

una grande falegnameria, con tutte le più<br />

moderne attrezzature, da fare invidia alle<br />

grandi industrie del nord. Produciamo armadi,<br />

comodini, mobili assemb<strong>la</strong>ti. Per adesso <strong>la</strong><br />

produzione è per le esigenze interne, ma<br />

saremo tra breve in grado di soddisfare anche<br />

richieste esterne. Poi abbiamo tessitoria e una<br />

sartoria. La tessitoria produce asciugamani,<br />

lenzuo<strong>la</strong>, oggetti per <strong>la</strong> casa. Purtroppo<br />

non abbiamo molti detenuti impegnati nel<br />

settore manufatturiero, a causa del<strong>la</strong> scarsità<br />

dei capi d’arte. Adesso stiamo risolvendo il<br />

problema, grazie all’aiuto del Ministero, con<br />

<strong>la</strong> ripresa del<strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione di due persone.<br />

<strong>Il</strong> nostro obbiettivo è portare <strong>la</strong> produzione<br />

manufatturiera ad un livello alto. Un’altra<br />

cosa importante è il <strong>progetto</strong> che abbiamo<br />

in animo di realizzare una comunità agrico<strong>la</strong>.<br />

Abbiamo sig<strong>la</strong>to un’intesa con il sindaco di un<br />

paese vicino, dove c’è <strong>la</strong> disponibilità di otto<br />

ettari di terreno, per l’allevamento di animali<br />

domestici e per l’agricoltura, compreso un<br />

piccolo oliveto. Per realizzare il <strong>progetto</strong><br />

contiamo su finanziamenti dell’Unione<br />

europea e del<strong>la</strong> Caritas e, ovviamente, su un<br />

aiuto del nostro Ministero. In questo modo<br />

contiamo di dare <strong>la</strong>voro a dieci-quindici<br />

persone. Tra i progetti che stiamo avviando<br />

voglio, infine, ricordare anche un corso di<br />

pizzaioli, per far si che all’interno dell’istituto<br />

si possa cucinare e consumare <strong>la</strong> pizza. Un<br />

alimento poco costoso ed apprezzzato da<br />

tutti».<br />

Qual è il contributo dei volontari in<br />

questo istituto?<br />

«Possiamo contare su un grande numero


di volontari, che vengono dal<strong>la</strong> Toscana e<br />

dell’Orvietano. Molti, circa una decina, sono<br />

del<strong>la</strong> Caritas. Ci coadiuvano nel tempo libero,<br />

nell’organizzazione degli spettacoli teatrali,<br />

ma soprattutto nei piccoli servizi ai detenuti<br />

e nell’assistenza nei loro bisogni materiali,<br />

con piccole somme di denaro, biancheria,<br />

regali per Natale e in occasione delle altre<br />

festività».<br />

I detenuti possono svolgere anche<br />

attività sportive o ricreative?<br />

«Per queste abbiamo un campo di calcetto,<br />

un campo da tennis, una palestra, uno spazio<br />

polifunzionale con biliardino, ping pong,<br />

tutto in spazi abbastanza <strong>la</strong>rghi. Un nostro<br />

grande orgoglio è il teatro, con 120 posti a<br />

sedere e realizzato in forma ottocentesca, è<br />

diventato il vanto del<strong>la</strong> stessa città di Orvieto,<br />

perché quando era chiuso il vecchio teatro<br />

cittadino, gli spettacoli erano rappresentati<br />

qui nel nostro teatro. Mi preme ricordare<br />

che il primo intervento edilizio, dopo <strong>la</strong> mia<br />

venuta, una quindicina di anni fa, l’ho fatto<br />

proprio per restaurare il teatro. Disponiamo,<br />

poi, anche di un locale per il cinema, in cui<br />

bisettimalmente sono proiettate pellicole<br />

recenti».<br />

Quali sono le problematiche su<br />

cui è maggiormente impegnato attualmente?<br />

«<strong>Il</strong> problema più urgente è assicurare <strong>la</strong>voro<br />

per tutti i detenuti, e dare loro <strong>la</strong> possibilità di<br />

acquisire una buona professionalità così che,<br />

una volta scontata <strong>la</strong> pena, possano avere una<br />

minima possibilità di <strong>la</strong>voro. Per far questo<br />

è necessario coinvolgere tutti gli operatori<br />

a qualsiasi livello, polizia penitenziaria<br />

educatori, area sanitaria, ragionieri, <strong>la</strong>vorando<br />

tutti assieme per dare un forte<br />

contributo in sintonia con il Dipartimento<br />

del<strong>la</strong> Amministrazione penitenziaria. Non<br />

è un caso se adesso siamo impegnati nel<br />

<strong>progetto</strong> per <strong>la</strong> realizzazione di uno spazio<br />

all’aperto, collegato con <strong>la</strong> sa<strong>la</strong> colloquio,<br />

dotato di gazebo e adorno di alberi e fontane,<br />

nel quale i detenuti possano incontrare i loro<br />

familiari. Sarà un ulteriore passo avanti per<br />

rendere più umana e proficua <strong>la</strong> permanenza<br />

delle persone che si trovano a dover vivere un<br />

periodo di detenzione ».<br />

Periodico di informazione e cultura dal carcere <strong>Gulliver</strong><br />

Due educatrici<br />

ai confi ni del<strong>la</strong> vita<br />

Intervista<br />

al<strong>la</strong> Dr.ssa Gabriel<strong>la</strong> Simonetti<br />

e al<strong>la</strong> Dr.ssa Pao<strong>la</strong> Bernardoni<br />

A cura di Emanue<strong>la</strong> Fortunati e Sara Bizzarri<br />

Per capire sempre meglio <strong>la</strong> vita del carcere abbiamo conversato con due educatori<br />

penitenziari, <strong>la</strong> Dr.ssa Gabriel<strong>la</strong> Simonetti, responsabile dell’Area trattamentale presso <strong>la</strong><br />

Casa circondariale di Terni, e <strong>la</strong> Dr.ssa Pao<strong>la</strong> Bernardoni, responsabile dell’Area educativa<br />

presso <strong>la</strong> Casa di reclusione di Orvieto.<br />

Gli educatori penitenziari dipendono dal Ministero del<strong>la</strong> Giustizia. Seguono i detenuti, si<br />

occupano dei loro bisogni, convivono con i loro piccoli problemi o grandi drammi, portano<br />

avanti una “osservazione scientifica del<strong>la</strong> personalità” in vista del<strong>la</strong> possibile concessione<br />

di misure alternative al carcere: il sì o il no spetta poi al Magistrato di Sorveglianza, dopo<br />

una re<strong>la</strong>zione al<strong>la</strong> quale concorrono anche un criminologo, uno psicologo, un assistente<br />

sociale e via di seguito.<br />

“La figura professionale dell’ Educatore - dice <strong>la</strong> Dr.ssa Simonetti - nell’organico<br />

dell’Amministrazione Penitenziaria viene istituita con <strong>la</strong> Legge n. 354 del 1975<br />

(Ordinamento Penitenziario), che introduce inoltre <strong>la</strong> figura dell’ Assistente Sociale.<br />

Con questa legge il detenuto diviene soggetto portatore dei diritti riconosciuti dal<strong>la</strong><br />

Costituzione, e del diritto al trattamento.<br />

L’educatore è un operatore che svolge le sue competenze nell’area Educativa o del<br />

Trattamento: nello specifico si occupa dell’osservazione del comportamento del<strong>la</strong> persona<br />

detenuta in esecuzione di pena e del<strong>la</strong> sua disponibilità a partecipare al<strong>la</strong> vita dell’istituto<br />

penitenziario ed a fruire delle opportunità trattamentali offerte.<br />

L’educatore attiva, nei riguardi delle persone detenute imputate , interventi atti a<br />

sostenere gli interessi umani , culturali e professionali.<br />

Imposta ed attua , in autonomia metodologica e tecnica, i diversi interventi educativi,<br />

secondo precise finalità.<br />

In tale prospettiva l’educatore progetta, organizza, e segue nel loro svolgimento<br />

tutte le iniziative sco<strong>la</strong>stiche, di formazione professionale, <strong>la</strong>vorative, culturali, religiose,<br />

sportive, ricreative e di realizzazione del<strong>la</strong> personalità dei detenuti.<br />

Su indirizzo generale del Direttore dell’istituto, mantiene i contatti con tutte le realtà<br />

esterne (Enti locali, ASL, Centro per l’Impiego, Associazioni di volontariato, Comunità<br />

terapeutiche, Dirigenza dell’ Istituto IPSIA, ecc.), nell’apertura ad ogni opportunità<br />

offerta dal contesto sociale in cui l’istituto è collocato, e nel<strong>la</strong> prospettiva del miglior<br />

<strong>la</strong>voro di rete.<br />

Inoltre, l’educatore favorisce e supporta il miglior funzionamento delle commissioni e<br />

delle re<strong>la</strong>tive rappresentanze dei detenuti (è componente del<strong>la</strong> Commissione per <strong>la</strong> scelta<br />

dei volumi del<strong>la</strong> biblioteca, di quel<strong>la</strong> per le attività culturali sportive e ricreative, e del<strong>la</strong><br />

Commissione per <strong>la</strong> stesura del Rego<strong>la</strong>mento interno dell’Istituto penitenziario).<br />

E’ componente del Consiglio di Disciplina.<br />

Altro importante compito dell’educatore è quello del coordinamento dell’attività degli<br />

Assistenti Volontari.<br />

In integrazione con le altre figure professionali dell’ Equipe di Osservazione e Trattamento<br />

(Presidente il Direttore dell’ Istituto, componenti il Comandante del<strong>la</strong> Polizia<br />

Penitenziaria, l’Assistente Sociale, l’ Esperto Psicologo o Criminologo) ed all’occorrenza<br />

7 |


<strong>Gulliver</strong> Periodico di informazione e cultura dal carcere<br />

al<strong>la</strong>rgata al contributo del Cappel<strong>la</strong>no, del<br />

Sanitario ecc., l’educatore cura l’osservazione<br />

del<strong>la</strong> personalità del detenuto e redige il<br />

programma di trattamento individualizzato,<br />

nel quale confluiscono gli interventi<br />

professionali di tutti gli operatori indicati”.<br />

Dr.ssa Bernardoni, può descriverci<br />

l’istituto di Orvieto?<br />

“L’Istituto di Orvieto, collocato nel centro<br />

storico del<strong>la</strong> città, è un antico convento<br />

seicentesco ristrutturato e riadattato durante<br />

il Fascismo a struttura penitenziaria, con il<br />

nome di Istituto di riadattamento sociale.<br />

Per anni è stato oggetto di continui interventi<br />

conservativi che hanno reso l’edificio abbastanza<br />

funzionale e moderno.<br />

E’ una Casa di Reclusione, ossia un carcere<br />

dove sono ristretti quei detenuti che stanno<br />

espiando una condanna ormai definitiva,<br />

perché hanno già subito tutti e tre i gradi<br />

di giudizio.<br />

A Orvieto non si può par<strong>la</strong>re di<br />

sovraffol<strong>la</strong>mento vero e proprio in quanto<br />

<strong>la</strong> recettività prevista è di 136 unità mentre<br />

<strong>la</strong> presenza media si aggira tra le 135/140<br />

unità.<br />

Ospita prevalentemente detenuti provenienti<br />

dalle regioni centro-meridionali del<strong>la</strong><br />

peniso<strong>la</strong>.<br />

Gli Umbri risultano meno di un terzo<br />

del totale, mentre <strong>la</strong> percentuale degli<br />

extra-comunitari, perlopiù marocchini, tunisini<br />

e provenienti dall’ex Jugos<strong>la</strong>via, si<br />

attesta intorno al 35%. Quasi <strong>la</strong> metà dei<br />

presenti ha fatto uso in passato di sostanze<br />

stupefacenti.<br />

La partico<strong>la</strong>re conformazione dell’Istituto<br />

dotato di ampi spazi, soprattutto esterni,<br />

l’adeguato rapporto tra numero dei ristretti<br />

e operatori penitenziari, sono elementi<br />

che favoriscono lo svolgimento delle<br />

attività trattamentali (<strong>la</strong>voro, studio, corsi<br />

professionali, sport, attività ricreative) in<br />

modo abbastanza diffuso e omogeneo”.<br />

Quali sono le principali attività<br />

che vengono svolte nell’Istituto di<br />

Orvieto?<br />

“<strong>Il</strong> nostro è un istituto manifatturiero cioè<br />

dotato di officine, (meccanica e tessitoria)<br />

e <strong>la</strong>vorazioni (falegnameria). La produzione<br />

per ora è finalizzata alle esigenze interne<br />

(Amministrazione Penitenziaria) ma speriamo<br />

in futuro di essere in grado di proiettarci sul<br />

libero mercato. Vi <strong>la</strong>vorano circa 20 detenuti<br />

| 8<br />

ed altrettanti sono impegnati in <strong>la</strong>vori di<br />

servizio interno. Al<strong>la</strong> luce di questi numeri<br />

appare chiaro che le opportunità di offerta di<br />

<strong>la</strong>voro qualificato sono insufficienti rispetto<br />

al<strong>la</strong> richiesta e che soltanto l’integrazione<br />

del carcere nel territorio potrà modificare<br />

l’attuale situazione.<br />

Da tempo si è impegnati in un’attività di<br />

sensibilizzazione del<strong>la</strong> comunità esterna,<br />

finalizzata a favorire l’inserimento <strong>la</strong>vorativo<br />

dei detenuti nel<strong>la</strong> società libera. Nel corso<br />

del 2004 è stato possibile inserire all’esterno<br />

7 detenuti, 3 dei quali sono stati assunti da<br />

cooperative sociali con borse <strong>la</strong>voro. Nel<br />

Novembre 2003 è stata sottoscritta una<br />

convenzione con il Centro Per l’Impiego del<strong>la</strong><br />

Provincia di Terni per sostenere l’occupazione<br />

delle così dette “fasce deboli”, di cui i<br />

soggetti reclusi fanno parte. A seguito di ciò<br />

è stato aperto uno sportello di orientamento<br />

al <strong>la</strong>voro tramite il quale tutti i detenuti<br />

italiani e stranieri con rego<strong>la</strong>re permesso di<br />

soggiorno, potranno iscriversi nel<strong>la</strong> banca<br />

dati dei Centri per l’Impiego e fruire di<br />

tutti quei servizi utili a promuovere <strong>la</strong> loro<br />

formazione e occupazione.<br />

Per quanto riguarda i corsi sco<strong>la</strong>stici,<br />

attualmente sono attivi il corso di scuo<strong>la</strong><br />

media e il corso di prima alfabetizzazione<br />

per italiani e stranieri mentre è ancora<br />

in via di definizione l’organizzazione del<br />

primo biennio di scuo<strong>la</strong> media superiore.<br />

Nel settore del<strong>la</strong> formazione professionale<br />

è presente il corso di qualificazione per


panettieri pasticceri, che dovrebbe prevedere<br />

anche l’inserimento di alcuni partecipanti in<br />

aziende di settore, attraverso lo strumento<br />

delle borse <strong>la</strong>voro.<br />

Grazie al<strong>la</strong> presenza e al<strong>la</strong> disponibilità dei<br />

volontari, cattolici e <strong>la</strong>ici, è stato possibile<br />

attuare numerose iniziative prevalentemente<br />

di carattere culturale ricreativo e sportivo,<br />

ma non solo.<br />

Attualmente sono attivi il <strong>la</strong>boratorio<br />

teatrale, il cineforum, il canto corale,<br />

<strong>la</strong> preparazione atletica, lo sportello<br />

di segretariato sociale per detenuti<br />

tossicodipendenti, lo sportello di orientamento<br />

al <strong>la</strong>voro, <strong>la</strong> catechesi e il corso di<br />

storia delle religioni”.<br />

Anche nel<strong>la</strong> Casa circondariale di Terni<br />

sono molteplici le attività che si organizzano:<br />

“a Terni – racconta <strong>la</strong> Dr.ssa Simonetti –<br />

sono numerosissime le attività organizzate<br />

nell’istituto, aperte al<strong>la</strong> partecipazione di<br />

tutti i detenuti interessati.<br />

Oltre a quelle sco<strong>la</strong>stiche e <strong>la</strong>vorative, che<br />

impegnano circa 100 detenuti, si organizzano<br />

corsi di formazione professionale, in<br />

partico<strong>la</strong>re per “Tecnico Ortoflorofrutticolo”<br />

e per “Panettiere” entrambi gestiti dal<strong>la</strong><br />

<strong>cooperativa</strong> sociale <strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong> che<br />

tendono ad ottimizzare le risorse e a dare<br />

risultati anche economici oltre che <strong>la</strong>vorativi.<br />

Con il contributo delle associazioni di<br />

volontariato si realizzano attività di <strong>la</strong>vorazione<br />

del<strong>la</strong> ceramica, animazione teatrale,<br />

decorazione delle pareti, pittura su vetro,<br />

fotografia, informatica di base, conversazione<br />

in lingua francese, disegno e pittura. Si<br />

tengono periodicamente spettacoli musicali,<br />

e partite di calcio con esterni”<br />

Come valutate i corsi di formazione<br />

attivati da <strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong> all’interno<br />

dei vostri istituti?<br />

“Li valutiamo molto positivamente. I<br />

partecipanti seguono con impegno ed<br />

interesse i corsi che hanno fornito loro le<br />

giuste competenze e l’esercizio pratico<br />

necessario all’apprendimento di una professione<br />

molto richiesta sul mercato del<br />

<strong>la</strong>voro. E’ molto importante, infatti, il<br />

collegamento con il tessuto produttivo del<br />

territorio. Facciamo un grande sforzo per le<br />

attività trattamentali, ma poi il risultato si<br />

annul<strong>la</strong> nel momento in cui il detenuto esce<br />

ed è espulso dal contesto sociale. Fare un<br />

corso professionale, senza poi utilizzare <strong>la</strong><br />

professionalità acquisita, è un inutile spreco<br />

di risorse. Gli interventi formativi avviati<br />

all’interno degli istituti di pena di Terni<br />

ed Orvieto, il <strong>progetto</strong> <strong>“Plus”</strong> e i progetti<br />

“Agrico<strong>la</strong> Terni” e “Corso per Pizzaiolo<br />

Orvieto” si pongono, invece, un duplice<br />

scopo: trasferire competenze professionali ai<br />

detenuti e dare loro opportunità <strong>la</strong>vorative<br />

all’esterno, anche attraverso l’utilizzo delle<br />

borse di <strong>la</strong>voro”.<br />

Nelle carceri umbre c’è una forte<br />

componente di stranieri; come credete<br />

sia possibile continuare a par<strong>la</strong>re di<br />

reinserimento anche per loro?<br />

“No, non credo sia possibile - dice <strong>la</strong><br />

Dr.ssa Bernardoni - perché non è possibile<br />

reinserire persone che per legge, al termine<br />

Periodico di informazione e cultura dal carcere <strong>Gulliver</strong><br />

del<strong>la</strong> pena, devono essere espulse dallo<br />

Stato Italiano. L’unica strada percorribile<br />

è quel<strong>la</strong> dell’offerta formativa spendibile<br />

anche nel loro Paese. Ma se dal loro Paese<br />

si sono allontanati perché privi di risorse,<br />

basterà un attestato di qualifica a modificare<br />

<strong>la</strong> situazione oppure saranno costretti di<br />

nuovo al<strong>la</strong> c<strong>la</strong>ndestinità e di conseguenza ai<br />

reati?”.<br />

“Nell’istituto penitenziario di Terni –<br />

aggiunge <strong>la</strong> dr.ssa Simonetti - <strong>la</strong> presenza<br />

dei detenuti stranieri, nel<strong>la</strong> quasi totalità<br />

extracomunitari, è molto forte, e supera <strong>la</strong><br />

metà del totale.<br />

Nei loro riguardi <strong>la</strong> Direzione attiva tutti<br />

gli interventi specifici sopraindicati, ed offre<br />

comunque <strong>la</strong> possibilità di fruire di tutte le<br />

opportunità trattamentali.<br />

Successivamente al<strong>la</strong> legge Bossi-Fini<br />

è oggettivamente divenuto più difficile<br />

il reinserimento di questa categoria di<br />

detenuti, che nel<strong>la</strong> quasi totalità sono<br />

sprovvisti di permesso di soggiorno, e spesso<br />

di documenti, e sono nel nostro Paese<br />

c<strong>la</strong>ndestinamente.<br />

Alcuni detenuti, affidabili e conosciuti per<br />

le positive prove offerte in questo istituto,<br />

sono indirizzati al <strong>la</strong>voro all’esterno presso<br />

cooperative sociali, anche se al termine del<strong>la</strong><br />

pena saranno presumibilmente espulsi.<br />

L’indirizzo del<strong>la</strong> direzione è quello di<br />

offrire comunque possibilità ed opportunità<br />

formative, <strong>la</strong>vorative e culturali ai detenuti<br />

stranieri extracomunitari; l’acquisizione di<br />

competenze rimane nel bagaglio di crescita<br />

personale di ciascuno, e potrà essere spesa<br />

nel Paese di origine”.<br />

Quale messaggio inviare al<strong>la</strong><br />

popo<strong>la</strong>zione detenuta dei vostri<br />

istituti?<br />

“È molto difficile rispondere ad una<br />

domanda di questo genere senza assumere<br />

toni viatici. Comunque ci provo io (dr.ssa<br />

Bernardoni, n.d.r.): per prima cosa vorrei<br />

dire loro che ho scelto <strong>la</strong> mia professione<br />

perché tutto ciò che è umano mi interessa<br />

e che l’interesse e <strong>la</strong> comprensione del<strong>la</strong><br />

storia personale sono al<strong>la</strong> base di ogni<br />

scelta e/o decisione professionale; poi vorrei<br />

aggiungere, e questo vale per tutti, che <strong>la</strong><br />

vita è una difficile scommessa, sta a noi<br />

riuscire a vincer<strong>la</strong>. ‘Io, speriamo che me <strong>la</strong><br />

cavo’”.<br />

9 |


<strong>Gulliver</strong> Periodico di informazione e cultura dal carcere<br />

La biblioteca<br />

di Franco Pierini<br />

E’ stata fatta su espressa volontà del<br />

nostro direttore dott. Dell’Aira, con <strong>la</strong> sua<br />

volontà sempre presente nell’attuare ciò che<br />

a noi detenuti ci può consentire un migliore<br />

adattamento in un posto restrittivo, e nello<br />

stesso tempo, presente nei nostri problemi<br />

più urgenti.<br />

Con l’operosità di detenuti, muratori,<br />

elettricisti, decoratori, falegnami è venuto<br />

fuori questo angolo che ti fa sentire al di<br />

fuori dell’ambiente.<br />

Punto non solo per <strong>la</strong> custodia dei libri,<br />

ma anche luogo per far vedere le opere<br />

realizzate in ceramica e in legno oppure in<br />

qual si voglia materiale, fatto manualmente<br />

da alcuni di noi; centro di incontri fra detenuti<br />

e visitatori, centro di presentazione dei corsi<br />

e ricevimento attestati.<br />

Per quanto riguarda i volumi vi è un<br />

buon assortimento; su 90 c<strong>la</strong>ssificazioni<br />

si raggiungono i 3000 volumi; il tutto<br />

ovviamente di epoche diverse, usando una<br />

c<strong>la</strong>ssificazione decimale con metodo Dewey,<br />

facilmente gestibile e adattissimo a questo<br />

tipo di biblioteca.<br />

I volumi sono donati da enti privati e<br />

pubblici, da singoli e detenuti ritenendo<br />

opportuno ingrandire con le loro donazioni<br />

<strong>la</strong> possibilità di scelta; inoltre abbiamo<br />

una significativa scelta di libri in lingua<br />

(specialmente inglese, francese, spagnolo,<br />

| 10<br />

turco e rumeno).<br />

<strong>Il</strong> tutto ovviamente condotto e desiderato<br />

dal Dott. Dell’Aira, nostro direttore, che<br />

ha seguito tutti i <strong>la</strong>vori per far si che<br />

anche questa casa circondariale avesse<br />

una biblioteca degna per il fabbisogno di<br />

coloro che intendono apprendere e farsi<br />

una propria cultura, è una persona attenta<br />

alle problematiche di noi detenuti. Basta<br />

osservare quanti corsi di specializzazione e<br />

reinserimento vengono fatti in questa Casa<br />

Circondariale seppur con pochi finanziamenti;<br />

del resto lo si vede nelle ragioni dei vari corsi<br />

che di anno in anno si qualificano sempre<br />

di più attirando maggiormente coloro che<br />

intendono rifarsi un futuro e reinserirsi in<br />

una società non ancora pronta mentalmente<br />

per questa categoria di nuovi <strong>la</strong>voratori.<br />

Pertanto questa è un’iso<strong>la</strong> del Carcere,<br />

ove esistono libri che in ogni caso e in ogni<br />

senso quando li leggi ti portano fuori dalle<br />

mura in cui sei ristretto con ricordi, sogni e<br />

speranze.<br />

E devo dire che prima di svolgere questa<br />

mansione non mi immaginavo affatto che<br />

all’interno di un carcere si potesse leggere<br />

tanto ed apprezzare talune sfumature<br />

derivanti dal<strong>la</strong> lettura di poesie, saggi o fatti<br />

storici come viene effettivamente percepito<br />

qui.


Verso un servizio<br />

sempre migliore<br />

Intervista al Vice Comandante<br />

del<strong>la</strong> Casa circondariale di Terni<br />

A cura di Emanue<strong>la</strong> Fortunati<br />

<strong>Il</strong> successo e i buoni risultati raggiunti dai<br />

progetti di reinserimento sociale dei detenuti<br />

attuati all’interno degli istituti di pena sono<br />

possibili grazie all’impegno e al<strong>la</strong> disponibilità<br />

degli agenti di Polizia Penitenziaria che, oltre<br />

alle alte qualità professionali, dimostrano<br />

una forte tensione morale e umana. Del<br />

ruolo e delle funzioni che svolge <strong>la</strong> Polizia<br />

Penitenziaria parliamo con l’Ispettore Capo<br />

Stefano Cicogna, Vice Comandante presso<br />

<strong>la</strong> Casa circondariale di Terni.<br />

“La polizia penitenziaria - dichiara<br />

l’Ispettore Cicogna - nata già nel 1990,<br />

quando c’è stata <strong>la</strong> trasformazione in agenti<br />

di custodia corpo militare a corpo civile,<br />

appunto con l’istituzione del corpo di Polizia<br />

Penitenziaria, assicura l’ordine e <strong>la</strong> sicurezza<br />

all’interno degli istituti e chiaramente<br />

garantisce l’esecuzione dei provvedimenti.<br />

L’aspetto più innovativo del<strong>la</strong> riforma è<br />

quello che, oltre ad avere un ruolo civile,<br />

come impiegato civile dello Stato e come<br />

facente parte di un corpo che riguarda<br />

e garantisce anche l’ordine pubblico, <strong>la</strong><br />

Polizia Penitenziaria ha assunto proprio<br />

come compito istituzionale il ruolo specifico<br />

di partecipare al trattamento rieducativo<br />

dei detenuti. Questi sono principalmente<br />

i compiti istituzionali, oltre all’assunzione<br />

delle traduzioni e dei piantonamenti, che<br />

una volta erano assoggettati all’esecuzione<br />

dei carabinieri. La Polizia Penitenziaria<br />

chiaramente è un corpo di polizia; fa parte<br />

dei cinque corpi di polizia, con tutte le<br />

attività connesse al di fuori dei compiti<br />

specifici istituzionali. Quindi: attività di<br />

polizia giudiziaria, in special modo, attività<br />

investigativa all’interno degli istituti,<br />

<strong>la</strong>ddove esistano dei procedimenti penali che<br />

riguardano soggetti ristretti, e talune volte<br />

anche indagini che si estendono all’esterno<br />

perché poi, in effetti, vengono coinvolti<br />

soggetti che non necessariamente si trovano<br />

all’interno del<strong>la</strong> struttura.<br />

Quali sono le principali difficoltà<br />

Periodico di informazione e cultura dal carcere <strong>Gulliver</strong><br />

che <strong>la</strong> Polizia Penitenziaria incontra in<br />

questo Istituto?<br />

Re<strong>la</strong>tivamente ai compiti istituzionali<br />

del<strong>la</strong> Polizia Penitenziaria in questo istituto,<br />

come in gran parte degli altri istituti, le<br />

maggiori difficoltà sono riconducibili al<strong>la</strong><br />

carenza dell’organico perché in effetti<br />

avere un personale ridotto induce ad un<br />

servizio meno curato perché molte cose<br />

devono essere trascurate per dare spazio<br />

alle cose, per priorità, più importanti. Per<br />

questo motivo a volte si può constatare<br />

una trascuratezza di altri aspetti parimenti<br />

importanti che però non hanno <strong>la</strong> priorità<br />

rispetto ai servizi che garantiscono <strong>la</strong><br />

sicurezza dell’istituto, aspetto primo che <strong>la</strong><br />

Polizia Penitenziaria, che fa parte dell’Area<br />

Sicurezza, è tenuta a garantire. La risoluzione<br />

possibile è un’assegnazione di ulteriore<br />

personale in questa sede, affinché possa<br />

aiutare le altre attività e anche garantire i<br />

diritti dei <strong>la</strong>voratori, perché poi comunque,<br />

una carenza di personale, purtroppo va a<br />

precludere anche alcuni diritti dei <strong>la</strong>voratori,<br />

oppure ne ritarda <strong>la</strong> fruizione, tipo il riposo<br />

settimanale, oppure le ferie.<br />

In questo Istituto, per garantire<br />

l’effettuazione dei vari corsi, sco<strong>la</strong>stici<br />

e formativi, siamo riusciti anche grazie<br />

all’impegno del Direttore, a costruire un<br />

reparto dove abbiamo concentrato varie<br />

attività in modo che avessimo un risparmio<br />

delle risorse umane; infatti con una unità<br />

riusciamo a garantire tutti i corsi sco<strong>la</strong>stici e<br />

anche altri corsi formativi che, se diversamente<br />

posizionati logisticamente, avrebbero avuto<br />

sicuramente necessità di un’unità di Polizia<br />

11 |


Penitenziaria addetta a quel controllo.<br />

Inoltre qui a Terni abbiamo <strong>la</strong>vorato<br />

molto per il sistema del<strong>la</strong> graduatoria per<br />

l’immissione al <strong>la</strong>voro, che rappresenta per<br />

i detenuti <strong>la</strong> principale esigenza perché gli<br />

consente di acquistare le sigarette, per<br />

chi fuma o di comprarsi generi alimentari<br />

di proprio gradimento, cose che, in un<br />

certo senso, danno anche più dignità al<br />

detenuto stesso. Suddetta graduatoria<br />

infatti rispecchia molto <strong>la</strong> fonte normativa<br />

e quindi garantisce, anche a soggetti con<br />

situazioni di partico<strong>la</strong>re difficoltà, di avere<br />

un’attività <strong>la</strong>vorativa; purtroppo non è<br />

possibile garantire il <strong>la</strong>voro a tutti anche se,<br />

con un partico<strong>la</strong>re sistema di occupazione,<br />

riusciamo a far <strong>la</strong>vorare circa 100 unità al<br />

mese. Ci sono dei posti fissi e altri sono a<br />

rotazione; complessivamente ci sono circa<br />

100 detenuti impegnati in attività <strong>la</strong>vorative,<br />

realtà questa che non è sicuramente presente<br />

in tutti gli altri istituti penitenziari. Questa<br />

partico<strong>la</strong>re modalità di occupazione però<br />

non si coniuga molto bene con il discorso<br />

delle attività formative In effetti ci sono<br />

detenuti che vorrebbero avere, ed è loro<br />

diritto, sia <strong>la</strong> possibilità di frequentare corsi<br />

che essere impegnati in attività <strong>la</strong>vorative;<br />

però, a seconda dell’attività <strong>la</strong>vorativa che<br />

vanno a svolgere, hanno poi <strong>la</strong> reclusione<br />

obbligata dell’attività formativa.<br />

Come si pone <strong>la</strong> Polizia Penitenziaria<br />

rispetto alle attività formative e<br />

<strong>la</strong>vorative che si svolgono in questo<br />

istituto e in partico<strong>la</strong>re in riferimento<br />

ai progetti che segue <strong>la</strong> <strong>cooperativa</strong><br />

sociale <strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong>?<br />

La Polizia Penitenziaria cerca sempre di<br />

dare il suo massimo contributo così come <strong>la</strong><br />

legge gli conferisce per quanto riguarda <strong>la</strong><br />

partecipazione attiva al trattamento; poiché<br />

l’attività formativa/<strong>la</strong>vorativa è da ritenersi<br />

comunque una attività trattamentale, il<br />

contributo del<strong>la</strong> Polizia Penitenziaria è di<br />

massima col<strong>la</strong>borazione; certo, le nostre<br />

difficoltà, come già abbiamo accennato, non<br />

ci permettono, alle volte, di dare il nostro<br />

contributo così come lo vorremmo dare;<br />

però possiamo comunque rappresentare<br />

e confermare che c’è tutta <strong>la</strong> volontà di<br />

garantire l’esecuzione e l’effettuazione<br />

di tutte le attività formative e <strong>la</strong>vorative,<br />

propr0io perché riescono a creare una<br />

atmosfera più serena sia all’interno del<br />

penitenziario, sia nei detenuti che vivono in<br />

esso. Questo è un bene per tutti gli addetti ai<br />

<strong>la</strong>vori e per tutte le aree, non solo per quel<strong>la</strong><br />

del<strong>la</strong> sicurezza ma anche per <strong>la</strong> sanitaria<br />

ad esempio, che potrebbe essere chiamata<br />

in causa <strong>la</strong>ddove venisse a mancare questa<br />

serenità.<br />

Inoltre il dare <strong>la</strong> possibilità ad un soggetto<br />

che non ha mai avuto esperienze <strong>la</strong>vorative a<br />

causa del suo comportamento deviante che<br />

lo ha portato a vivere sempre realtà diverse,<br />

quindi il dare l’opportunità di svolgere<br />

un’attività che domani, una volta dimesso<br />

da quest’istituto, potrebbe anche aiutarlo<br />

nel<strong>la</strong> realtà esterna, è comunque per noi un<br />

segno di civiltà e da senso anche al<strong>la</strong> nostra<br />

attività..<br />

Inoltre io vorrei sottolineare l’impegno<br />

di tutti quanti gli operatori del<strong>la</strong> Casa<br />

Circondariale, sia del personale del<strong>la</strong> Polizia<br />

Penitenziaria, sia del personale appartenente<br />

alle altre aree, oltre alle figure che operano<br />

all’interno di questo istituto, compreso il<br />

volontariato. E’ un impegno, almeno a me<br />

sembra, che <strong>la</strong>scia molto spazio ai detenuti<br />

affinché trascorrano questa fase detentiva in<br />

modo costruttivo, anziché trascorrere le ore<br />

di esecuzione di pena, in modo passivo e<br />

del tutto negativo, anche se non è possibile<br />

per tutti i 300 circa detenuti che occupano<br />

questa struttura. Un impegno che garantisce<br />

l’attuazione di quel principio che ha ispirato<br />

l’ordinamento penitenziario e cioè l’art 27<br />

del<strong>la</strong> nostra Costituzione: <strong>la</strong> pena “deve<br />

tendere al<strong>la</strong> rieducazione e al reinserimento<br />

sociale”.


<strong>Il</strong> reinserimento<br />

è un problema<br />

che riguarda tutti<br />

A colloquio con l’Assessore<br />

al Comune di Terni Fabrizio Pacifi ci<br />

A cura di Sara Bizzarri<br />

L’Assessore Fabrizio Pacifici, 44 anni, una<br />

<strong>la</strong>urea in “Cooperazione Internazionale per<br />

lo Sviluppo e <strong>la</strong> Pace” conseguita presso <strong>la</strong><br />

Facoltà di Scienze Politiche dell’Università<br />

degli Studi di Perugia, è da sempre sensibile<br />

alle problematiche del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione<br />

detenuta ed è partico<strong>la</strong>rmente impegnato<br />

nel tentativo di creare una rete di sostegno<br />

per i detenuti.<br />

Socio fondatore e Presidente dell’associazione<br />

“Aiutiamoli a vivere” (che promuove<br />

l’accoglienza ai bambini vittime di Chernobyl,<br />

l’adozione a distanza di studenti universitari<br />

bielorussi, l’adozione definitiva di minori,<br />

aiuti umanitari a orfanotrofi e ospedali<br />

bielorussi) e dell’associazione “Terni per<br />

Terni anch’io” (acquisizione strumenti per<br />

Ospedale Terni), dal 1999 è assessore al<br />

Comune di Terni con deleghe alle Politiche<br />

Sociali, Sanità, Servizi di competenza statale,<br />

Gemel<strong>la</strong>ggi.<br />

Assessore Pacifici, il <strong>la</strong>voro è<br />

considerato un elemento fondante<br />

sia dell’ordinamento penitenziario<br />

che dal<strong>la</strong> Carta Costituzionale che<br />

evidenziano <strong>la</strong> funzione del<strong>la</strong> pena<br />

non solo in termini afflittivi ma<br />

soprattutto quale reale occasione di<br />

recupero del detenuto. In che modo<br />

<strong>la</strong> provincia di Terni pensa di attuare<br />

questo principio?<br />

“Come Comune di Terni abbiamo pensato<br />

di promuovere esperienze pilota che cerchino<br />

di dare ai ragazzi detenuti un minimo di<br />

formazione professionale, in modo tale<br />

che una volta scontata <strong>la</strong> pena, abbiano <strong>la</strong><br />

possibilità di tornare a far parte del<strong>la</strong> società<br />

civile con inserimenti <strong>la</strong>vorativi mirati.<br />

Periodico di informazione e cultura dal carcere <strong>Gulliver</strong><br />

L’esperienza che all’interno degli istituti di<br />

pena stiamo cercando di fare credo che sia<br />

un’esperienza importante a livello nazionale,<br />

cioè il recupero di professionalità che si sono<br />

perse come per esempio quel<strong>la</strong> di panettiere.<br />

<strong>Il</strong> <strong>progetto</strong>, mirato all’insegnamento ai<br />

detenuti delle tecniche di panificazione e<br />

pasticceria portato avanti in col<strong>la</strong>borazione<br />

con <strong>la</strong> <strong>cooperativa</strong> sociale <strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong><br />

nasce dal<strong>la</strong> individuazione all’interno del<strong>la</strong><br />

nostra provincia del<strong>la</strong> necessità di avere<br />

professionalità di questo tipo; cosicché nel<br />

momento in cui i detenuti usciranno dal<br />

carcere, le aziende avranno <strong>la</strong> possibilità di<br />

trovare persone preparate allo svolgimento<br />

di questo tipo di mestiere.<br />

Così come abbiamo cercato di attivare<br />

tutte quelle sinergie nel campo<br />

dell’associazionismo e del volontariato che<br />

sono presenti in carcere, grazie anche al<br />

Direttore che si è reso immediatamente<br />

disponibile a fare questo tipo di esperienze.<br />

Grazie a questa rete cerchiamo di dare delle<br />

risposte ai detenuti che escono dal carcere e<br />

vogliono cercare <strong>la</strong>voro”<br />

Come si può sensibilizzare l’opinione<br />

pubblica rispetto al problema del<br />

<strong>la</strong>voro da offrire ai detenuti?<br />

“Qualche anno fa incontrammo una<br />

forte resistenza nei primi momenti in cui<br />

si cominciava a par<strong>la</strong>re di reinserimento<br />

all’interno del<strong>la</strong> società di ex detenuti;<br />

ricordo benissimo di aver avuto numerose<br />

proteste più che altro legate al sentimento<br />

di paura che nasceva nel momento in cui si<br />

veniva a sapere che questi ragazzi venivano<br />

13 |


<strong>Gulliver</strong> Periodico di informazione e cultura dal carcere<br />

reinseriti all’interno di quel quartiere o<br />

contesto; invece ora abbiamo notato che<br />

attuando concretamente diverse esperienze<br />

per far si che i cittadini in prima persona<br />

partecipino attivamente al reinserimento,<br />

debbo dire che non c’è più nessuna tensione,<br />

anzi abbiamo riscontrato un gradimento<br />

di queste iniziative attuate dal Comune, di<br />

concerto con <strong>la</strong> Direzione del carcere, per cui<br />

credo che sia questa <strong>la</strong> direzione giusta per<br />

creare quel<strong>la</strong> cultura del reinserimento degli<br />

ex detenuti che hanno a pieno titolo il diritto<br />

e <strong>la</strong> possibilità di reinserirsi.<br />

Secondo lei cosa si potrebbe fare<br />

per dare ai detenuti <strong>la</strong> possibilità di un<br />

<strong>la</strong>voro vero?<br />

Credo che quello che stiamo facendo vada<br />

nel<strong>la</strong> direzione giusta: lo stiamo vivendo<br />

e toccando con mano; il fatto che ci sia <strong>la</strong><br />

partecipazione delle professionalità esterne<br />

che entra in carcere per formare i detenuti;<br />

per esempio, per quello che riguarda <strong>la</strong><br />

panetteria, ci sono i panettieri esterni che<br />

vanno ad insegnare in carcere questo tipo di<br />

mestiere; per non par<strong>la</strong>re poi anche del settore<br />

dell’agricoltura, nel fare gli orti, nell’insegnare<br />

loro anche <strong>la</strong> pratica dell’agricoltura; è ovvio<br />

| 14<br />

che poi noi avremo <strong>la</strong> possibilità da fare degli<br />

inserimenti <strong>la</strong>vorativi all’interno di aziende<br />

agricole del territorio; per cui anche questo<br />

settore va implementato, perché vediamo<br />

che c’è una spinta al recupero del detenuto<br />

ma anche una crescita culturale del nostro<br />

tessuto cittadino.<br />

Cosa pensa del<strong>la</strong> possibilità di<br />

esaltare professionalità esistenti<br />

all’interno dell’istituto penitenziario<br />

prevedendo <strong>la</strong> figura del detenuto/<br />

insegnante partico<strong>la</strong>rmente qualificato<br />

e preparato?<br />

E’ assolutamente importante anche perché<br />

per chi fa questo tipo di attività c’è non<br />

solo <strong>la</strong> possibilità come per tutti di uscire e<br />

avere una formazione specifica ma anche<br />

di utilizzare questo tempo nel miglior modo<br />

possibile e contemporaneamente evitare<br />

tensioni e conflitti; soprattutto <strong>la</strong>ddove si<br />

presentino forme di detenzione molto lunghe<br />

che <strong>la</strong>sciano spazio al<strong>la</strong> formazione di questi<br />

detenuti; ma è importante anche che ci sia<br />

una rotazione interna di questa figura per<br />

cercare di costruire un “circolo virtuoso”,<br />

evitando quindi conflitti e proteste che spesso<br />

scaturiscono non soltanto dal sovraffol<strong>la</strong>mento<br />

dei detenuti ma anche per le lunghe attese, le<br />

inattività, il non fare niente.<br />

Un suo messaggio al<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione<br />

detenuta di Terni.<br />

Faccio volentieri un saluto innanzitutto a<br />

tutto il personale dei nostri penitenziari per<br />

l’attenzione e lo spirito di abnegazione con<br />

il quale si dedicano a queste attività che per<br />

noi sono importantissime; allo stesso modo<br />

saluto i detenuti che ho conosciuto, anche<br />

perché periodicamente mi reco all’interno del<br />

carcere per fare attività di volontariato e dare<br />

il mio contributo insegnando determinate<br />

questioni di carattere sociologico; per cui<br />

saluto tutti visto il rapporto che si è creato<br />

con l’intero tessuto cittadino; poi non<br />

dimentichiamo che ogni qual volta ci sono<br />

delle iniziative che vengono organizzate<br />

all’interno del carcere, spettacoli teatrali<br />

o musicali, i detenuti possono constatare<br />

<strong>la</strong> presenza di tutti noi e loro sono<br />

assolutamente contenti di sentirsi vicino al<strong>la</strong><br />

città.<br />

<strong>Il</strong> miglior messaggio che possiamo dare<br />

a tutti loro, <strong>la</strong> miglior speranza è quel<strong>la</strong> di<br />

dirgli che si può sbagliare ma si può sempre<br />

ricominciare.


Le aziende<br />

aprono ai detenuti:<br />

impenditori<br />

a scuo<strong>la</strong> di carcere<br />

Intervista ad Andrea Fora,<br />

presidente di <strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong><br />

Orientamento al <strong>la</strong>voro, formazione<br />

professionale, progetti di inclusione socio<strong>la</strong>vorativa<br />

per detenuti e borse <strong>la</strong>voro di<br />

reinserimento per persone in affidamento in<br />

prova al servizio sociale. Sono le principali<br />

attività di <strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong>, <strong>cooperativa</strong><br />

sociale di Perugia specializzata nelle politiche<br />

attive per il <strong>la</strong>voro a favore delle fasce deboli.<br />

Andrea Fora, presidente di <strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong><br />

e Presidente di Confcooperative umbria ci<br />

racconta le loro iniziative.<br />

Come e quando è nata <strong>la</strong> <strong>cooperativa</strong><br />

<strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong>, per iniziativa di chi e<br />

con quali obiettivi?<br />

La Cooperativa Sociale <strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong><br />

si è costituita nel 2001 a Perugia da un<br />

percorso di promozione di nuove cooperative<br />

sociali promosso dal<strong>la</strong> <strong>cooperativa</strong> sociale<br />

Nuova Dimensione.<br />

L’area politiche del <strong>la</strong>voro per le fasce<br />

deboli (da subito identificata come<br />

<strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong>) si era strutturata in Nuova<br />

Dimensione nel 1995 per contribuire a<br />

fronteggiare il sempre più diffuso rischio di<br />

emarginazione dal mercato del <strong>la</strong>voro delle<br />

fasce più deboli del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione.<br />

Nell’arco degli anni 1995-2000 Nuova<br />

Dimensione si è accreditata come una delle<br />

strutture a livello regionale e nazionale<br />

maggiormente specializzate nell’offerta<br />

di servizi di politiche attive del <strong>la</strong>voro per<br />

le fasce deboli, fino a diventare una delle<br />

esperienze di riferimento a livello nazionale<br />

per <strong>la</strong> progettazione e <strong>la</strong> diffusione del<br />

settore politiche del <strong>la</strong>voro del Consorzio<br />

Nazionale delle Cooperative Sociali Gino<br />

Mattarelli.<br />

Nel 2001 Nuova Dimensione ha<br />

“compiuto” venti anni di attività. In<br />

quest’occasione è stato promosso il percorso<br />

di spin off , che con il contributo di tutti i<br />

soci <strong>la</strong>voratori operanti nell’originaria<br />

area politiche del <strong>la</strong>voro, ha permesso <strong>la</strong><br />

costituzione il 12 dicembre 2001 del<strong>la</strong><br />

<strong>cooperativa</strong> sociale <strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong>.<br />

L’obiettivo generale del<strong>la</strong> <strong>cooperativa</strong> si<br />

identifica nel<strong>la</strong> strutturazione di un sistema di<br />

servizi integrati volti a definire una strategia<br />

di “Global Service” all’interno delle politiche<br />

attive del <strong>la</strong>voro per fasce deboli.<br />

Di quali attività vi occupate sia<br />

dentro che fuori gli istituti di pena?<br />

<strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong>, a partire dal 1999,<br />

opera all’interno del<strong>la</strong> Casa circondariale di<br />

Perugia, <strong>la</strong> Casa circondariale di Terni e <strong>la</strong><br />

Casa di reclusione di Orvieto, mediante <strong>la</strong><br />

gestione di sportelli di orientamento al <strong>la</strong>voro,<br />

corsi di formazione professionale e progetti<br />

di inclusione socio <strong>la</strong>vorativa per detenuti e<br />

detenute. Dal 2002 gestisce,attraverso una<br />

convenzione con il Centro di Servizio Sociale<br />

per Adulti di Perugia, le borse <strong>la</strong>voro di<br />

reinserimento per soggetti in affidamento in<br />

prova al servizio sociale.<br />

Più in generale <strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong> è<br />

specializzata nel<strong>la</strong> progettazione e gestione di<br />

attività di orientamento, accompagnamento<br />

al <strong>la</strong>voro ed inserimento <strong>la</strong>vorativo per<br />

persone disoccupate (in cerca di prima<br />

occupazione, che cercano un nuovo <strong>la</strong>voro,<br />

Periodico di informazione e cultura dal carcere <strong>Gulliver</strong><br />

che vogliono cambiare <strong>la</strong>voro), per studenti<br />

e per persone svantaggiate sul mercato del<br />

<strong>la</strong>voro (es. disabili, ex tossicodipendenti,<br />

extracomunitari, giovani che hanno<br />

abbandonato <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>, donne, ecc.).<br />

A questo scopo svolgiamo servizi di:<br />

Orientamento sco<strong>la</strong>stico<br />

Orientamento professionale<br />

Orientamento informativo<br />

Accompagnamento al <strong>la</strong>voro per fasce<br />

deboli<br />

Formazione professionale<br />

Collocamento privato<br />

Servizi alle imprese<br />

Ad oggi <strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong> è <strong>la</strong> prima<br />

<strong>cooperativa</strong> sociale umbra specializzata<br />

nelle politiche attive per il <strong>la</strong>voro a favore<br />

delle fasce deboli.<br />

Ci parli del <strong>progetto</strong> <strong>“Plus”</strong>, in che<br />

cosa consiste esattamente?<br />

<strong>Il</strong> <strong>progetto</strong> <strong>“Plus”</strong> viene realizzato<br />

all’interno del<strong>la</strong> Casa circondariale di Terni e<br />

del<strong>la</strong> Casa di reclusione di Orvieto, grazie ad<br />

un finanziamento del<strong>la</strong> Provincia di Terni.<br />

L’obiettivo dell’intervento è quello di<br />

favorire il reinserimento nel<strong>la</strong> società libera<br />

tramite un <strong>la</strong>voro esterno, e al tempo stesso<br />

contribuire a una crescita culturale e civile<br />

rispetto alle problematiche del<strong>la</strong> detenzione,<br />

in una regione come l’Umbria che ha<br />

potenzialità sufficientemente valide per<br />

poter strutturare risposte significative nel<strong>la</strong><br />

lotta al<strong>la</strong> marginalità.<br />

<strong>Il</strong> <strong>progetto</strong> <strong>“Plus”</strong> è uno strumento:<br />

consentirà ai detenuti dei due istituti di<br />

pena di progettare percorsi personalizzati<br />

15 |


<strong>Gulliver</strong> Periodico di informazione e cultura dal carcere<br />

di reinserimento <strong>la</strong>vorativo, valorizzando il<br />

vissuto personale, le potenzialità e le risorse<br />

spesso minacciate da una istituzione come<br />

quel<strong>la</strong> carceraria che risulta ancora oggi<br />

per lo più fondata sull’equazione culturale<br />

carcere uguale pena, reclusione.<br />

L’intervento proposto sta provando a<br />

rompere il muro dell’indifferenza, affiancando<br />

il detenuto nel suo percorso di reinserimento<br />

e nello stesso tempo sensibilizzando il<br />

territorio, <strong>la</strong> società e soprattutto il tessuto<br />

produttivo sul fatto che molto spesso ciò che<br />

un detenuto chiede a un datore di <strong>la</strong>voro è<br />

solo <strong>la</strong> possibilità di essere messo al<strong>la</strong> prova,<br />

per verificare sul campo quello che davvero<br />

vale. Possibilità che oggi viene ancora troppo<br />

spesso negata.<br />

<strong>Il</strong> <strong>progetto</strong> prevede un’artico<strong>la</strong>zione<br />

del<strong>la</strong> proposta strutturata in un’attività<br />

di orientamento d’au<strong>la</strong> (n. 80 ore) con<br />

l’obiettivo di rafforzare quel<strong>la</strong> serie di<br />

competenze minimali indispensabili per <strong>la</strong><br />

persona al momento del suo ingresso nel<br />

mondo del <strong>la</strong>voro. Successivamente è stato<br />

organizzato un <strong>la</strong>boratorio professionale per<br />

<strong>la</strong> figura di “Panificatore” del<strong>la</strong> durata di<br />

360 ore.<br />

Quante sono le persone coinvolte?<br />

<strong>Il</strong> <strong>progetto</strong> prevede il coinvolgimento<br />

complessivo di trenta detenuti ristretti<br />

presso gli istituti di pena di Terni e Orvieto<br />

che vengono selezionati attraverso uno<br />

specifico sportello di orientamento, presente<br />

nei giorni feriali all’interno del<strong>la</strong> struttura<br />

penitenziaria.<br />

Lo sportello in qualità di soggetto attivo<br />

nell’erogazione di servizi finalizza <strong>la</strong> sua<br />

attività in un approccio di sistema rispetto<br />

| 16<br />

al reinserimento socio-<strong>la</strong>vorativo, fungendo<br />

anche da catalizzatore e distributore di<br />

informazioni.<br />

Lo Sportello ha <strong>la</strong> funzione di fornire<br />

supporti informativi ed orientativi ai detenuti<br />

finalizzati all’inserimento <strong>la</strong>vorativo e di<br />

procedere al<strong>la</strong> selezione dei partecipanti<br />

all’attività formativa insieme all’equipe<br />

tecnico scientifica composta dal<strong>la</strong> Direzione,<br />

dagli educatori, dagli assistenti sociali e dagli<br />

agenti di polizia penitenziaria.<br />

Come avverrà <strong>la</strong> loro formazione e<br />

quali possibilità ci sono che possano<br />

trovare un’occupazione al termine<br />

del<strong>la</strong> preparazione?<br />

<strong>Il</strong> corso di formazione per “Panificatore”<br />

è artico<strong>la</strong>to in diversi moduli formativi<br />

finalizzati all’apprendimento dei principi<br />

e delle tecniche del<strong>la</strong> panificazione e del<strong>la</strong><br />

produzione di prodotti da forno. Gli obiettivi<br />

formativi sono rivolti all’acquisizione delle<br />

competenze professionali e ad un ampio<br />

processo di promozione e valorizzazione<br />

globale dell’individuo da spendere nel<strong>la</strong> fase<br />

di inserimento <strong>la</strong>vorativo.<br />

Al termine dell’attività formativa è<br />

prevista l’attivazione di dieci borse di <strong>la</strong>voro,<br />

del<strong>la</strong> durata di due mesi, presso le aziende<br />

del territorio, che saranno utilizzate quale<br />

strumento di reinserimento <strong>la</strong>vorativo. A<br />

questo proposito è stata di fondamentale<br />

importanza ai fini del successo del<strong>la</strong> proposta<br />

progettuale l’analisi del contesto economico,<br />

attuata dall’operatore del<strong>la</strong> mediazione<br />

aziendale che avuto il compito di contattare<br />

e informare le aziende circa le opportunità<br />

del <strong>progetto</strong>.<br />

<strong>Il</strong> territorio del<strong>la</strong> provincia di Terni,<br />

rappresenta una importante realtà dal


punto di vista economico, in quanto <strong>la</strong><br />

struttura imprenditoriale , è rappresentata<br />

sia da aziende private che da un importante<br />

contesto cooperativistico, è composta<br />

soprattutto da piccole e medie imprese, le<br />

quali hanno negli anni attuato continue<br />

politiche di sviluppo. Negli ultimi anni <strong>la</strong><br />

domanda di <strong>la</strong>voro, dello specifico settore<br />

del<strong>la</strong> panificazione, non è stata soddisfatta<br />

dall’offerta, creando disequilibri soprattutto<br />

verso tipologie di <strong>la</strong>voro a basso valore<br />

aggiunto.<br />

L’intervento progettuale ha previsto uno<br />

studio di fattibilità di creazione di impresa<br />

che è approdato al<strong>la</strong> costituzione di una<br />

<strong>cooperativa</strong> di tipo B all’interno del<strong>la</strong> Casa<br />

circondariale di Terni per <strong>la</strong> produzione<br />

di pane e prodotti da forno, prevedendo<br />

l’assunzione di n. 5 detenuti fra coloro che<br />

hanno partecipato alle attività formative.<br />

Attualmente si sta procedendo al<strong>la</strong> messa<br />

a norma dei locali individuati come idonei<br />

per l’attività di panificazione e nei prossimi<br />

mesi del 2005 è previsto l’avviamento delle<br />

<strong>la</strong>vorazioni interne.<br />

Se avete già contattato le imprese<br />

del<strong>la</strong> zona, quanta disponibilità avete<br />

trovato da parte loro all’assunzione?<br />

Partner del <strong>progetto</strong> sono le associazioni<br />

di categoria del territorio, Confartigianato e<br />

CNA, con le quali si è avviata un’azione di<br />

sensibilizzazione e rilevazione dei fabbisogni<br />

occupazionali delle aziende aderenti le<br />

quali hanno manifestato notevole interesse<br />

verso il <strong>progetto</strong> e l’eventuale inserimento<br />

<strong>la</strong>vorativo dei detenuti formati.<br />

Inoltre, al fine di facilitare <strong>la</strong> reciproca<br />

conoscenza tra il mondo delle imprese e<br />

<strong>la</strong> realtà carceraria, il <strong>progetto</strong> ha previsto<br />

un ciclo di incontri a carattere seminariale<br />

rivolti ad imprenditori su tematiche quali<br />

<strong>la</strong> legis<strong>la</strong>zione vigente sull’occupazione di<br />

soggetti detenuti, <strong>la</strong> normativa riguardante<br />

le misure alternative al<strong>la</strong> detenzione, le<br />

opportunità legate all’assunzione di soggetti<br />

detenuti ed ex detenuti, l’acquisizione delle<br />

tecniche di comunicazione e di re<strong>la</strong>zione in<br />

situazioni di svantaggio.<br />

Quali altri progetti di recupero<br />

sociale e di reinserimento <strong>la</strong>vorativo<br />

avete realizzato negli anni e con quale<br />

percentuale di “successo”?<br />

<strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong> ha iniziato a <strong>la</strong>vorare<br />

all’interno del carcere attraverso <strong>la</strong> gestione<br />

delle attività del <strong>progetto</strong> Occupazione<br />

Integra “Social Bet - Percorsi di reinserimento<br />

sociale per detenuti”, realizzato all’interno<br />

del<strong>la</strong> Casa circondariale di Perugia, sezione<br />

maschile e femminile.<br />

<strong>Il</strong> <strong>progetto</strong>, composto di una molteplicità di<br />

azioni, ha previsto tra l’altro: lo svolgimento<br />

di un corso di orientamento al <strong>la</strong>voro da 120<br />

ore rivolto a detenuti, detenute e detenuti<br />

e l’attuazione di n. 24 borse di <strong>la</strong>voro per<br />

altrettanti detenuti.<br />

La valutazione del suddetto <strong>progetto</strong> è<br />

stata molto soddisfacente, soprattutto in<br />

considerazione dell’impegno profuso nelle<br />

predisposizione e realizzazione dei percorsi<br />

personalizzati di reinserimento socio<strong>la</strong>vorativo.<br />

Periodico di informazione e cultura dal carcere <strong>Gulliver</strong><br />

<strong>Il</strong> risultato più tangibile e immediato del<br />

<strong>progetto</strong> “Social Bet” è stata l’altissima<br />

percentuale di allievi assunti al termine<br />

del<strong>la</strong> borsa <strong>la</strong>voro (oltre il 90%), dei quali<br />

quasi tutti all’interno delle imprese ospitanti.<br />

E’ grazie a questo ottimo risultato e al<br />

sistema innovativo sperimentato e diffuso<br />

sul tessuto penitenziario umbro che il<br />

<strong>progetto</strong> “SOCIAL BET” è stato riconosciuto<br />

come - buona pratica - prima dall’ISFOL<br />

nell’ambito del<strong>la</strong> valutazione delle iniziative<br />

Occupazione realizzate con il contributo<br />

del FSE 1996-1999, e poi dal Ministero del<br />

<strong>Lavoro</strong> e del<strong>la</strong> Previdenza Sociale che ne<br />

ha approvato il trasferimento sul territorio<br />

di Firenze tramite l’intervento denominato<br />

“Percorsi di Transizione - Orientamento per<br />

17 |


<strong>Gulliver</strong> Periodico di informazione e cultura dal carcere<br />

Reinserimento Sociale e <strong>la</strong>vorativo nell’Area<br />

Penitenziaria” attuato da <strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong><br />

e finanziato ai sensi delle azioni di sistema<br />

TRASFERIMENTO BUONE PRATICHE P.O.N.<br />

Azioni di Sistema Obiettivo 3 IT 053 PO<br />

007 Quadro Comunitario di Sostegno OB. 3<br />

2000/2006 con D.D. n. 427/III/200.<br />

Grazie al <strong>progetto</strong> “Trasferimento buone<br />

pratiche”, <strong>la</strong> <strong>cooperativa</strong> sociale <strong>Frontiera</strong><br />

<strong>Lavoro</strong> sta sperimentando un servizio di<br />

accoglienza ed orientamento professionale e<br />

<strong>la</strong>vorativo attivato presso gli Istituti di Pena<br />

di Terni e di Orvieto, in grado di offrire i<br />

seguenti servizi:<br />

1. accoglienza<br />

2. motivazione ed orientamento; consulenza<br />

individuale<br />

| 18<br />

3. ricerca ed attivazione delle risorse <strong>la</strong>vorative<br />

territoriali e collegamento ed<br />

integrazione con altre agenzie formative<br />

(agenzie interinali, centri per l’impiego,<br />

agenzie private di intermediazione<br />

domanda/offerta, …)<br />

Tale sperimentazione è stata ca<strong>la</strong>ta<br />

all’interno di un protocollo di intesa stipu<strong>la</strong>to<br />

tra <strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong> e <strong>la</strong> Provincia di Terni,<br />

volto a sperimentare azioni innovative<br />

rivolte a detenuti di accoglienza, verifica di<br />

attitudini e competenze e progettazione<br />

di percorsi individualizzati finalizzati a<br />

promuovere l’inserimento e l’integrazione<br />

<strong>la</strong>vorativa delle persone detenute nel mondo<br />

del <strong>la</strong>voro attraverso servizi di sostegno<br />

e orientamento mirato. Tale tipologia di<br />

servizio ed il coinvolgimento attivo del<strong>la</strong><br />

Provincia di Terni sono previste nel <strong>progetto</strong><br />

“Percorsi di Transizione - Orientamento per<br />

Reinserimento Sociale e <strong>la</strong>vorativo nell’Area<br />

Penitenziaria”, con l’obiettivo di realizzare<br />

forme integrate di servizi e proporre/<br />

monitorare un sistema di utilizzo strategico<br />

delle risorse ed integrato.<br />

Inoltre, <strong>la</strong> <strong>cooperativa</strong> <strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong><br />

gestisce il <strong>progetto</strong> “Orizzonti”, promosso<br />

dal Centro di Servizio Sociale per Adulti di<br />

Perugia, che prevede l’attivazione di borse<br />

<strong>la</strong>voro per soggetti in esecuzione penale<br />

esterna. Nei primi tre anni di attività sono<br />

state attivate 10 borse <strong>la</strong>voro del<strong>la</strong> durata di<br />

sei mesi, cinque delle quali si sono trasformate<br />

in assunzioni a tempo indeterminato.<br />

Lavorando in carcere, con quali<br />

difficoltà vi dovete confrontare?<br />

Noi abbiamo <strong>la</strong> fortuna di <strong>la</strong>vorare in istituti<br />

ben organizzati nei quali abbiamo instaurato<br />

un proficuo rapporto di col<strong>la</strong>borazione con<br />

le Direzioni e con il personale. La principale<br />

difficoltà consiste nell’impossibilità di<br />

conciliare i tempi del mondo del <strong>la</strong>voro con<br />

quelli di un’istituzione totale come quel<strong>la</strong><br />

carceraria; a volte <strong>la</strong> necessità di soddisfare le<br />

richieste di personale delle aziende si scontra<br />

con i tempi dell’istituzione penitenziaria che,<br />

spesso, vanificano l’inserimento <strong>la</strong>vorativo.<br />

Concluda con ciò che ritiene di dover<br />

comunicare ai nostri lettori.<br />

I diversi risultati concreti che abbiamo<br />

conseguito nel<strong>la</strong> gestione di progetti di<br />

inclusione socio<strong>la</strong>vorativa, testimoniano<br />

che i processi di reinserimento sociale<br />

funzionano. E’ evidente che per favorire<br />

l’integrazione reale nel<strong>la</strong> comunità locale di<br />

soggetti in condizione di marginalità occorre<br />

sensibilizzare il territorio, valorizzare <strong>la</strong> cultura<br />

dell’accoglienza, promuovere l’accettazione<br />

delle diversità. Solo così si previene il rischio<br />

di ricadute in comportamenti devianti e si<br />

garantisce, nel lungo periodo, <strong>la</strong> sicurezza<br />

delle città. Troppo spesso, purtroppo, <strong>la</strong><br />

persona che ha terminato di scontare <strong>la</strong><br />

propria pena, torna a vivere in condizioni<br />

di disagio. Dobbiamo riuscire a costruire un<br />

sistema che consenta loro di cambiare vita<br />

per sempre attuando una politica sociale<br />

complessiva.


Un’esperienza<br />

chiamata Plus<br />

A cura di Emanue<strong>la</strong> Fortunati<br />

Docente di Orientamento<br />

del Progetto <strong>“Plus”</strong><br />

Cosa posso scrivere a testimonianza<br />

del contributo che sto apportando al<br />

<strong>progetto</strong> <strong>“Plus”</strong>? Mi sono occupata dello<br />

Sportello <strong>la</strong>voro, un servizio che si è rivolto<br />

all’intera popo<strong>la</strong>zione detenuta del<strong>la</strong> Casa<br />

circondariale di Terni ed è stato artico<strong>la</strong>to<br />

in colloqui di orientamento. Tali colloqui<br />

hanno avuto l’obiettivo di raccogliere dati<br />

per favorire <strong>la</strong> comprensione e <strong>la</strong> specifica<br />

identificazione dei bisogni e delle reali<br />

capacità e competenze dei soggetti in<br />

regime detentivo interessati a partecipare<br />

alle attività formative del presente <strong>progetto</strong>.<br />

Al momento mi sto occupando del<strong>la</strong> prima<br />

fase del corso di formazione per “panettiere<br />

e pasticcere”, attraverso il modulo di<br />

orientamento.<br />

Cosa posso scrivere, cosa posso dire per<br />

non risultare scontata e patetica? Non è<br />

facile… ma l’unica cosa che posso fare è<br />

par<strong>la</strong>re di loro, dei 15 ragazzi che insieme<br />

a me hanno intrapreso quest’avventura,<br />

partita con un corso di formazione che<br />

si concluderà con <strong>la</strong> costituzione di una<br />

<strong>cooperativa</strong> di tipo B di cui loro saranno gli<br />

effettivi responsabili.<br />

Stiamo ragionando, ci stiamo mettendo<br />

in discussione, stiamo cercando di pensare<br />

al nostro futuro…. Passaggio obbligato, ma<br />

facile per nessuno. Noi ci stiamo provando,<br />

e lo stiamo facendo in un carcere! Ci<br />

stiamo riprendendo <strong>la</strong> nostra vita, <strong>la</strong> stiamo<br />

riprogettando; <strong>la</strong> stiamo ripensando. Certo,<br />

tra mille dubbi, mille paure, mille incertezze…<br />

perché il vero scoglio sappiamo di incontrarlo<br />

nel momento più atteso, più desiderato ma<br />

anche più temuto… non sappiamo cosa ci<br />

aspetta, se ci sarà un’effettiva possibilità<br />

di reinserimento nel<strong>la</strong> società libera, ma<br />

in fondo al cuore c’è <strong>la</strong> speranza forte di<br />

farce<strong>la</strong>, <strong>la</strong> fiducia sincera in un <strong>progetto</strong><br />

che sta rendendo meno nebuloso il nostro<br />

domani. Perché sto usando il plurale? <strong>Il</strong><br />

primo obiettivo che ci siamo dati con i ragazzi<br />

è stato proprio quello di creare un gruppo<br />

unito di persone che si sentissero insieme,<br />

che condividessero le gioie e le difficoltà di<br />

un percorso complesso, costituito soprattutto<br />

da salite ma insieme più facili da sca<strong>la</strong>re.<br />

Non lo è stato e non è tutt’ora facile: vuol<br />

dire mettersi in gioco fino in fondo, superare<br />

ruoli e formalità che molte volte difendono<br />

Periodico di informazione e cultura dal carcere <strong>Gulliver</strong><br />

e tute<strong>la</strong>no, ma che indubbiamente separano;<br />

noi invece crediamo che <strong>la</strong> nostra forza stia<br />

proprio qui: nel “… gettare via <strong>la</strong> maschera”<br />

(espressione usata da un corsista), nel fidarsi<br />

e affidarsi all’altro e nel costruire insieme.<br />

E’ solo sentendoci parte fondamentale di<br />

un <strong>progetto</strong> che ci impegneremo affinché<br />

funzioni, affinché le tante difficoltà<br />

vengano superate. Scegliere…. un termine<br />

bellissimo, un termine di ricchezza infinita,<br />

scegliere… si può scegliere in un’istituzione<br />

totale!? Potremmo scegliere di farce<strong>la</strong>. Solo<br />

scegliendo di farce<strong>la</strong> senza prendere in giro<br />

né gli altri né noi stessi che funzioneremo<br />

come persone. Scegliere di passare dall’altra<br />

parte del fiume, scegliere <strong>la</strong> serenità, <strong>la</strong><br />

correttezza, <strong>la</strong> gioia e <strong>la</strong> difficoltà del<br />

quotidiano; scegliere e <strong>la</strong>vorare per questo,<br />

mettersi in discussione per questo, soffrire<br />

per questo. E qual è <strong>la</strong> grande soddisfazione<br />

che io ho in questo momento? L’impegno,<br />

<strong>la</strong> volontà, <strong>la</strong> voglia di farce<strong>la</strong> testimoniate<br />

dall’entusiasmo, <strong>la</strong> partecipazione e<br />

dall’atteggiamento col<strong>la</strong>borativo dei 15<br />

ragazzi che sono il motore di questo<br />

<strong>progetto</strong>.<br />

19 |


<strong>Gulliver</strong> Periodico di informazione e cultura dal carcere<br />

Quando il fornaio<br />

è un detenuto<br />

Anche in carcere<br />

può nascere un’impresa<br />

A cura di Luca Verdolini<br />

Coordinatore del Progetto <strong>“Plus”</strong><br />

Biscotti, tozzetti, panini e pizze. La vita<br />

nel<strong>la</strong> Casa circondariale di Terni è fatta<br />

anche di piccole dolcezze e pane fragrante.<br />

Da qualche mese quindici detenuti si sono<br />

trasformati in panettieri grazie al <strong>progetto</strong><br />

<strong>“Plus”</strong>, finanziato dal<strong>la</strong> Provincia di Terni e<br />

gestito dal<strong>la</strong> <strong>cooperativa</strong> sociale “<strong>Frontiera</strong><br />

<strong>Lavoro</strong>” di Perugia. Fino al prossimo mese<br />

di marzo i quindici allievi saranno impegnati<br />

nelle attività formative, coadiuvati e diretti<br />

dal docente <strong>Il</strong>vo Vitaloni per <strong>la</strong> parte di<br />

panetteria e dal docente Luciano Tini per <strong>la</strong><br />

parte di pasticceria.<br />

Durante questa fase gli allievi, costantemente<br />

seguiti dai due maestri d’arte,<br />

hanno acquisito competenze e sperimentato<br />

tecniche di <strong>la</strong>vorazione nel settore del<strong>la</strong><br />

panetteria e nell’arte dolciaria.<br />

<strong>Il</strong> <strong>progetto</strong> ha previsto inoltre, uno<br />

spazio operativo, condotto insieme al<strong>la</strong><br />

Confartigianato di Terni, al fine di svolgere<br />

un’azione di promozione e sostegno al<br />

Nel<strong>la</strong> foto i soci fondatori<br />

del<strong>la</strong> <strong>cooperativa</strong> <strong>Gulliver</strong><br />

| 20<br />

modello di impresa delle cooperative di<br />

tipo ‘B’, predisponendo piani d’impresa<br />

e di business p<strong>la</strong>n per <strong>la</strong> creazione di<br />

un’impresa <strong>cooperativa</strong> all’interno del<strong>la</strong><br />

Casa circondariale di Terni.<br />

Nello scorso mese di settembre è stata<br />

<strong>Il</strong> <strong>progetto</strong> <strong>“Plus”</strong>,<br />

un qualificato Corso<br />

di formazione<br />

per “Panettiere<br />

e Pasticcere”.<br />

costituita <strong>la</strong> <strong>cooperativa</strong> sociale “<strong>Gulliver</strong>”<br />

che si occuperà dell’inserimento <strong>la</strong>vorativo<br />

dei detenuti commercializzazione del pane e<br />

dei prodotti da forno.<br />

Si prevede che nel<strong>la</strong> fase di avvio il<br />

<strong>la</strong>boratorio ogni mattina sfornerà circa 400<br />

chili di pane che quotidianamente saranno<br />

distribuiti per il vitto del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione<br />

reclusa di Terni e di Spoleto, del<strong>la</strong> mensa di<br />

servizio del personale di Polizia Penitenziaria,<br />

ai locali spaccio di detenuti e personale e ad<br />

alcuni esercizi commerciali esterni.<br />

Nel<strong>la</strong> <strong>cooperativa</strong> saranno impegnati<br />

cinque detenuti, un panettiere esterno, un<br />

coordinatore e un addetto commerciale.<br />

<strong>Il</strong> <strong>la</strong>boratorio, in via di allestimento, occupa<br />

circa 180 metri quadrati, dotato di un forno<br />

elettrico e di tutte le attrezzature necessarie,<br />

nasce come <strong>progetto</strong> di rieducazione e<br />

reinserimento <strong>la</strong>vorativo, ma sarà una vera e<br />

propria aziende in continua crescita.<br />

<strong>Il</strong> panificio costituirà un valido esempio<br />

d’integrazione, secondo <strong>la</strong> già consolidata<br />

politica penitenziaria di apertura all’esterno<br />

e di valorizzazione del <strong>la</strong>voro, ancor più<br />

significativo in questo periodo di crisi nel<br />

mercato occupazionale.<br />

L’attenzione principale dell’equipe di <strong>la</strong>voro<br />

sarà rivolta al<strong>la</strong> creazione di un ambiente<br />

sereno e stimo<strong>la</strong>nte, dove le persone<br />

detenute possano trovare una possibilità di<br />

riscatto e crescita. I neopanettieri verranno<br />

retribuiti in base alle ore effettuate, oltre<br />

ad avere l’opportunità di apprendere una<br />

professione che sarà loro utile dopo aver<br />

scontato il periodo di reclusione per trovare<br />

un impiego.<br />

Si tratta di un processo lento, ma se ci<br />

riusciamo sarà un cambiamento epocale.<br />

Allora il carcere diventerà quello che molti<br />

di noi hanno sempre immaginato.<br />

Dentro e fuori.


Uno sguardo<br />

da vicino<br />

A cura di Sara Bizzarri<br />

Tutor del Progetto <strong>“Plus”</strong><br />

Lavorare con <strong>la</strong> Cooperativa <strong>Frontiera</strong><br />

<strong>Lavoro</strong> mi ha permesso di conoscere una<br />

realtà di cui prima possedevo una percezione<br />

piuttosto vaga: <strong>la</strong> vita all’interno di un istituto<br />

penitenziario.<br />

Non ero mai entrata in carcere e dopo <strong>la</strong><br />

prima volta ho cominciato a pensare a come<br />

alcune realtà apparentemente lontane dal<br />

nostro vissuto quotidiano, siano più vicine di<br />

quanto si immagini; di come non si tratti di<br />

un “qualcos’altro” troppo distante.<br />

Quando non conosciamo bene qualcosa<br />

tendiamo subito a distaccarcene, a porci<br />

al di là di questo qualcosa attraverso un<br />

“allontanamento” anche mentale, cercan-<br />

dogli una sistemazione “comoda” all’interno<br />

del nostro schema di riferimento.<br />

Forse è vero, e sinceramente anche molto<br />

triste, sapere che solo se hai <strong>la</strong> possibilità<br />

di conoscere o vivere una situazione<br />

concreta sei disposto a cambiare idea e a<br />

mettere in discussione le t}e convinzioni ma<br />

entrando in carcere ho proprio cominciato<br />

a pensare a questo, soprattutto cercando,<br />

per quanto possibile, di mettermi nei panni<br />

di alcuni detenuti che ho avuto il piacere<br />

di conoscere; a pensare come avrei voluto<br />

essere considerata da chi “sta fuori”.<br />

Sicuramente non con un atteggiamento<br />

pietistico o compassionevole che presuppone<br />

già un elevazione di tipo moralistico al di<br />

sopra di me stessa ed inevitabilmente anche<br />

un giudizio; credo che una persona possa<br />

giudicare le proprie azioni solo confrontandosi<br />

con se stesso e non con quello che dicono<br />

gli altri, in un confronto intimo e personale<br />

che esclude tutto il resto; anche il carcere,<br />

che per chi non ha i mezzi è vissuto in un<br />

modo, per chi ce l’ha è sicuramente un altro<br />

carcere.<br />

Le persone con cui <strong>la</strong>voro fanno parte<br />

sicuramente del<strong>la</strong> prima realtà e sono<br />

contenta di contribuire a creare delle<br />

opportunità concrete attraverso le azioni che<br />

con <strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong> stiamo costruendo,<br />

utili ed importanti soprattutto per chi quel<br />

confronto con se stesso lo ha già fatto.<br />

Periodico di informazione e cultura dal carcere <strong>Gulliver</strong><br />

Ciao mondo!<br />

di Massimo Balsamo<br />

Ciao Mondo! Sono un tuo vecchio<br />

inquilino, rammenti Massimo?<br />

Ci siamo incontrati in un tempo che fu!<br />

E dietro di esso si è <strong>la</strong>sciato tutte le mie<br />

inconscienze, facendo fronte ad un cammino<br />

sottile, come <strong>la</strong> <strong>la</strong>ma di una spada, che<br />

ha <strong>la</strong>sciato nel mio animo una ferita che è<br />

dura da accettare. E’ veramente dura dover<br />

ammettere i propri errori, e dover dire quel<strong>la</strong><br />

frase semplice, ma pesante “ho sbagliato<br />

tutto”. Aver costruito i propri sogni su basi<br />

fragili e vedersi un muro attorno, è <strong>la</strong> cosa<br />

più dura che esiste.<br />

Ma sono sicuro, che tu Mondo sia sempre<br />

lo stesso, con <strong>la</strong> tua fretta, <strong>la</strong> tua routine, e<br />

<strong>la</strong> tua solita “corsa al denaro”.<br />

Per me ora è tempo di rivincita, è tempo<br />

di riprendermi <strong>la</strong> mia vita, i miei affetti e <strong>la</strong><br />

mia libertà. Cosa posso dirti caro mondo:<br />

ora il vecchio Massimo filosofeggia in un<br />

mondo epico…che vuole spendere appieno<br />

<strong>la</strong> propria libertà. Al di qua del muro il mio<br />

tempo non è stato sprecato, tu mi chiederai<br />

se sono cambiato, vero?<br />

IO posso solo dirti: lo sapremo insieme! <strong>Il</strong><br />

destino duro che sia lo affronteremo insieme<br />

con un altro spirito e con <strong>la</strong> certezza che <strong>la</strong><br />

mia libertà sia inattaccabile!<br />

Arrivederci Mondo…ci sentiamo presto,<br />

<strong>la</strong> mia strada è ancora lunga ma ho buone<br />

scarpe.<br />

21 |


<strong>Gulliver</strong> Periodico di informazione e cultura dal carcere<br />

Scusa<br />

Pensiero<br />

profondo d’amore<br />

Pensiero<br />

di Fioravante Lapenna<br />

“Caro papà, ti scrivo queste poche righe<br />

con <strong>la</strong> disperazione ed il dolore dentro di<br />

me, e con le <strong>la</strong>crime agli occhi perché<br />

vorrei riuscire a farti arrivare questo mio<br />

sentimento profondo che nasce dal mio<br />

cuore e che si chiama AMORE; amore per<br />

un papà meraviglioso, serio ed onesto. Io,<br />

<strong>la</strong> tua famiglia, lo grido ai quattro venti e<br />

vorrei che tutti potessero sentirlo.<br />

Ti scrivo per dirti quanto sei stato<br />

importante per <strong>la</strong> tua famiglia, quante<br />

soddisfazioni e gioie infinite hai saputo<br />

distribuire a tutti coloro che ti sono stati<br />

vicino.<br />

Pur avendoti amato con intensità nel<br />

periodo del<strong>la</strong> tua e nostra vita, oggi mi<br />

accorgo che niente era rispetto al bene<br />

e all’amore che solo questa disgrazia<br />

ha potuto provare, e il mio dolore più<br />

grande è che forse non sono riuscito a<br />

dimostrartelo come avrei voluto.<br />

Sei stato un padre perfetto, una parte<br />

importantissima di me se n’è andata,<br />

nessuno più potrà farti ritornare, ma sappi<br />

che fino a quando io vivrò tu rimarrai<br />

sempre nel mio cuore, vivendo sempre nei<br />

miei ricordi come un papà meraviglioso<br />

come veramente lo sei stato.<br />

Se potrai da dove ti trovi, allungarmi<br />

una mano ed accompagnarmi lungo il<br />

percorso del<strong>la</strong> vita che ancora rimane da<br />

percorrere fino a portarmi da te, quando<br />

verrà quel giorno, quando arriverò al<br />

confine del<strong>la</strong> vita.<br />

Sei stato una Angelo sul<strong>la</strong> Terra, e lo<br />

sarai anche in paradiso, con le tue ali fai in<br />

modo di proteggere ed aiutare tutti coloro<br />

che ti hanno voluto bene.<br />

Papà scusami se non ti ho detto: “Ti<br />

voglio bene”, ma giuro che te ne volevo.<br />

Papà, continua ad essermi vicino e vedrai<br />

che non ti deluderò.<br />

Papà perdonami se ti ho fatto soffrire.”<br />

| 22<br />

di Raffaele Venezia<br />

Mi trovo seduto dietro un banco, come<br />

uno sco<strong>la</strong>retto alle medie, studiando<br />

il terreno e le piante, a me fino a ieri<br />

sconosciute; leggendo e ascoltando<br />

di una pianta; ed il pensiero me <strong>la</strong> fa<br />

paragonare al<strong>la</strong> vita, a come <strong>la</strong> vita ha<br />

bisogno di tante cose per poter fiorire<br />

e dare il suo frutto; approfondendo<br />

si capisce che ci vuole tanto affinché<br />

una pianta di qualsiasi genere abbia<br />

<strong>la</strong> luce, l’aria, l’acqua, il sole e che ha<br />

bisogno anche del<strong>la</strong> notte. E pensando<br />

ad un fiore, ad una rosa per esempio,<br />

<strong>la</strong> paragono a me e a lei oggi lontano<br />

da me; a come potrei fiorire senza il<br />

suo calore; siamo un unico fiore per ora<br />

fermati dal tempo, ma lo stesso tempo<br />

e l’amore un giorno permetterà che<br />

questa mia rosa fiorirà con tutti i suoi<br />

petali vellutati e profumati e ricomincerà<br />

a sorridere al<strong>la</strong> vita, al<strong>la</strong> nostra vita,<br />

cara, carissima!! <strong>Il</strong> mio studio, <strong>la</strong> mia<br />

lontananza, <strong>la</strong> mia solitudine, il mio<br />

pensare non mi permetterà più di<br />

sbagliare e di abbandonarti a te stessa;<br />

ti porterò sempre con me fino a quel<br />

giorno per poterti rivedere, rifiorire e<br />

paragonarti indubbiamente al<strong>la</strong> rosa<br />

più bel<strong>la</strong>, più profumata e unica che io<br />

abbia mai visto…<br />

Sei e resterai tu! Ti amo Emilia!!!<br />

di Amin<br />

Le albe ed i tramonti<br />

non ci appaiono più<br />

con gli stessi<br />

splendidi colori.<br />

Un uomo<br />

non sara’ mai<br />

abbastanza ricco,<br />

una donna<br />

non sara’ mai<br />

abbastanza bel<strong>la</strong>,<br />

e tutto cio’<br />

che facciamo<br />

non ci rendera’ mai<br />

abbstanza felici.<br />

Possiamo essere ricchi<br />

di cio’ che doniamo ai poveri<br />

delle nostre ricchezze<br />

che per egoismo<br />

non concediamo<br />

a nessuno.


<strong>Il</strong> buio… <strong>la</strong> luce<br />

di Fioravante Lapenna<br />

Vorrei che <strong>la</strong> vita iniziasse a farmi sentire<br />

tutte quelle piccole e grandi cose meravigliose<br />

che credo mi abbia sempre voluto negare,<br />

che mi aiuti a credere in quello che ho e in<br />

quello che posso costruire.<br />

A volte mi sento molto triste, ma non ho<br />

altro da fare che starmene zitto e buono a<br />

meditare sul<strong>la</strong> mia vita. Mi rendo conto che<br />

qui, sono maturato, sono cresciuto (non in<br />

altezza).<br />

E’ stata una scuo<strong>la</strong> dura, ma ho imparato<br />

un mucchio di cose su di me, perché vedi,<br />

non basta saper fare quattrini; <strong>la</strong> vita è<br />

molto più ricca e molto più semplice di tutto<br />

questo…. O può esserlo.<br />

In uno strano modo, adesso <strong>la</strong> mia vita è<br />

piena, eppure come è vuoto senza le persone<br />

care. Tante volte mi domando: “perché non<br />

ci hai pensato prima?” ; risposte potrei<br />

darne tante, ma vorrei riuscire a dare quel<strong>la</strong><br />

giusta. A volte, penso che non c’è più niente<br />

da attendere con ansia o con piacere nel<br />

futuro per me.<br />

Quanti giorni belli diventati cenere,<br />

scomparsi, spariti… il mio futuro non lo<br />

conosco ma di sicuro non mi priverò mai più<br />

delle persone care. <strong>Il</strong> mondo cambia e dovrò<br />

fare uno sforzo anch’io per stargli dietro. I<br />

sentimenti positivi riempiono il cuore e non<br />

si possono cancel<strong>la</strong>re. Nei momenti peggiori<br />

quello che mi sostiene sono proprio i bei<br />

ricordi e l’affetto per le persone più care.<br />

Sto attraversando un momento difficile.<br />

I miei mi stanno aiutando a superare i<br />

“tradimenti” di chi mi sarebbe dovuto stare<br />

vicino (non parlo d’amore).<br />

Queste situazioni mi portano ad essere<br />

tradito di nuovo. Non si può dosare l’amore<br />

se si ama e che <strong>la</strong> persona che ami se lo<br />

merita o no il tuo amore, poco importa; <strong>la</strong><br />

si ama lo stesso. Proprio perché forse non è<br />

perfetto e perché tradirà il tuo amore, perché<br />

non conosce l’amore e quando lo riceve lo<br />

respinge e ne ha paura. Mi accorgo? Non mi<br />

accorgo di niente.<br />

Questa è <strong>la</strong> verità. Mi succede quel che<br />

succede anche oggi. Voglio affrontare tutti i<br />

miei ricordi dolorosi senza emozioni, ma non<br />

posso, non ci riesco.<br />

A tutto quanto non si attribuisce un<br />

destino maligno; se ci sottovalutiamo, tutto<br />

ci sembra impossibile e inaccettabile. Noi<br />

siamo solo granellini che accompagnano<br />

un mistero. Capire forse è impossibile, ma<br />

tentare di capire senza dare a noi stessi<br />

troppa importanza, è fondamentale.<br />

A volte penso al mio sistema di vita<br />

(errato) al terrore di non vedere vie d’uscita,<br />

di dover vivere sempre così: poi <strong>la</strong> speranza<br />

che non deve mancare mai; poi di nuovo <strong>la</strong><br />

delusione e così via, l’abitudine. Perché ci si<br />

abitua a tutto, credimi; <strong>la</strong> paura, <strong>la</strong> speranza,<br />

<strong>la</strong> paura……. E l’abitudine a tutto. Ma ho<br />

trovato un segreto per farce<strong>la</strong>, il problema è<br />

affrontare il tempo che non passa mai; un<br />

giorno è pesante, una settimana ti sembra<br />

insopportabile, un mese sfibrante, un anno<br />

impensabile, tanti anni potrebbero mandarti<br />

al manicomio. <strong>Il</strong> mio avversario è il tempo,<br />

devo neutralizzarlo, batterlo, impedirgli di<br />

piegarmi.<br />

E’ l’unico modo per andare avanti, per<br />

il resto si vedrà quando sarò fuori. Per fare<br />

questo si fa con <strong>la</strong> mente fantasie, ricordi,<br />

sogni, progetti, emozioni: con tutto questo<br />

si batte il tempo. <strong>Il</strong> corpo può diventare<br />

schiavo, <strong>la</strong> mente è libera, non si arrende<br />

Periodico di informazione e cultura dal carcere <strong>Gulliver</strong><br />

<strong>la</strong> mente. E’ sempre utile del passato….<br />

Guardando le cose a distanza si possono<br />

scoprire connessioni, verità, significati che ci<br />

sfuggivano.<br />

Dico sempre: le radici del passato sono il<br />

trampolino per il futuro, il che significa che<br />

il più delle volte è proprio nel nostro vissuto<br />

che possiamo trovare le risposte ad alcuni<br />

problemi; <strong>la</strong> via d’uscita da situazioni di<br />

difficoltà che <strong>la</strong> vita ci propone. Ho perso<br />

le persone a me più care e mi sono detto:<br />

“non farò più correre le cose, ho capito che<br />

bisogna affrontarle, snoccio<strong>la</strong>rle, sviscerarle,<br />

capirle.”<br />

Se le cose che amiamo ci vengono portate<br />

via, l’unico modo per continuare a vivere<br />

è non smettere mai di amarle. Non avevo<br />

capito che non basta trovare l’amore, perché<br />

anche una volta trovato non sopravvive da<br />

solo. Bisogna averne cura altrimenti tu parti,<br />

lei parte e all’improvviso si scopre con dolore<br />

che non ci si ritrova più.<br />

Ci vuole coraggio a mostrare i sentimenti,<br />

e chi non lo fa toglie qualcosa a chi le vuole<br />

veramente bene e anche a se stessi. Mi rendo<br />

conto che il dolore è dentro di me, ovunque<br />

io sia, ovunque io sarò.<br />

23 |


<strong>Gulliver</strong> Periodico di informazione e cultura dal carcere<br />

<strong>Il</strong> mio pensiero<br />

di Fioravante Lapenna<br />

Cari Amici,<br />

premetto che non sono un giornalista, ma<br />

solo uno dei tanti che da anni è entrato nel<br />

circuito penitenziario. La mia vuole essere<br />

solo una testimonianza e non certo <strong>la</strong> pretesa<br />

di sensibilizzare tutti voi, ma se soltanto uno<br />

si avvicinerà a questo mondo, allora le mie<br />

parole non saranno state inutili e <strong>la</strong> speranza<br />

che nutro troverà un riscontro.<br />

Sono un ex tossicodipendente, pregiudicato<br />

per vari reati; ho 42 anni e a tutt’oggi<br />

ho scontato circa 18 anni di detenzione<br />

e quando penso a tutti questi anni vissuti<br />

oziando, recito il mea culpa. Ma il mio<br />

pensiero va oltre e mi domando se <strong>la</strong> società<br />

non avesse potuto in qualche modo fornire<br />

gli strumenti necessari a me e a tanti altri<br />

nelle mie stesse condizioni per evitare ciò<br />

che poi è accaduto.<br />

Ormai per quanto mi riguarda vivere nel<br />

bene o nel male sarà esclusivamente per<br />

mia scelta, ma penso al ragazzo che viene<br />

arrestato per <strong>la</strong> prima volta e capita accanto<br />

ad adulti che magari hanno fatto del crimine<br />

<strong>la</strong> loro professione. Poi il giudice lo rimette<br />

in libertà: bel<strong>la</strong> paro<strong>la</strong>!! Non sarà più libero<br />

perché <strong>la</strong> sua vita sarà ancora legata al<strong>la</strong><br />

strada ed inevitabilmente come il sottoscritto<br />

finirà per far parte del circuito fino a quando<br />

forse, si renderà conto che ha buttato via gli<br />

anni migliori del<strong>la</strong> sua vita, vivrà il fallimento<br />

del<strong>la</strong> propria esistenza e dovrà fare i conti<br />

con <strong>la</strong> propria coscienza per il male che ha<br />

fatto agli altri.<br />

Tutto questo si potrebbe evitare se il<br />

carcere non fosse soprattutto <strong>la</strong> “scuo<strong>la</strong> del<br />

crimine”. Sono tanti coloro che in carcere<br />

| 24<br />

LA VIA DEL RITORNO<br />

di A. Habli<br />

Quanti uomini partono un giorno senza<br />

luce, per un viaggio al<strong>la</strong> ricerca del<strong>la</strong><br />

terrena felicità, e del benessere che non<br />

hanno mai conosciuto?<br />

Per tanti è un viaggio di so<strong>la</strong> andata.<br />

La coscienza smarrita non riesce più a<br />

suggerire a costoro <strong>la</strong> via che porta a quel<strong>la</strong><br />

non hanno più nessuno e sono abbandonati<br />

a se stessi; vagano senza una meta, senza<br />

obiettivi, senza futuro perché non c’è<br />

nessuno che crede in loro. Siamo considerati<br />

delle pratiche, dei numeri, dei rifiuti da<br />

tenere ad ogni costo nel contenitore per non<br />

far sentire <strong>la</strong> puzza che emaniamo. Altro non<br />

siamo che il prodotto di una società che in<br />

fondo non funziona.<br />

A mio avviso nessuno dovrebbe passare<br />

giornate oziando; tutti dovrebbero <strong>la</strong>vorare<br />

e allo stesso tempo studiare. Un po’ come si<br />

fa nelle comunità di recupero. Io ho avuto <strong>la</strong><br />

società civile dal<strong>la</strong> quale si sono allontanati<br />

per vivere nei ghetti carcerari e sociali<br />

dell’emarginazione e dell’abbandono.<br />

La pretesa di quanti vedono nel<br />

trattamento carcerario un mezzo di<br />

“rieducazione” contrasta con <strong>la</strong> realtà che<br />

vivono coloro che ci abitano e ci <strong>la</strong>vorano.<br />

Tutti ritengono, che il mezzo più idoneo<br />

al reinserimento del condannato sia il<br />

<strong>la</strong>voro da svolgere in pena alternativa<br />

fortuna di avere contatti con una di queste e<br />

ho imparato più cose in un anno lì che tutti<br />

questi anni in carcere. E non mi riferisco solo<br />

a cose pratiche; ma parlo anche di valori quali<br />

i rapporti interpersonali, <strong>la</strong> fede, l’umiltà,<br />

<strong>la</strong> solidarietà. Tutte cose che <strong>la</strong> strada, <strong>la</strong><br />

droga, <strong>la</strong> delinquenza soffocano.<br />

In questi ultimi anni molte cose sono<br />

cambiate, ma sempre poche rispetto a quelle<br />

che si dovrebbero fare, perché il carcere non<br />

resti solo un luogo dove espiare <strong>la</strong> propria<br />

colpa. Non siamo bestie e rec<strong>la</strong>miamo che<br />

sia data l’opportunità di recuperare quelle<br />

dignità che perdiamo una volta varcato il<br />

portone d’ingresso.<br />

E’ giusto pagare i propri errori; ma <strong>la</strong> pena<br />

come le critiche devono essere costruttive<br />

altrimenti non servono a niente.<br />

(affidamenti in prova al servizio sociale,<br />

semi-libertà, art. 21) e dopo l’espiazione<br />

del<strong>la</strong> pena.<br />

A parte il fatto che il <strong>la</strong>voro in carcere è un<br />

mezzo non vivere in ozio e per sostentarsi<br />

senza pesare sulle famiglie….<br />

I fautori di questa soluzione tacciono che<br />

in questo paese di disoccupati, un detenuto<br />

per trovare <strong>la</strong>voro deve affidarsi ai familiari,<br />

agli amici, agli amici degli amici, raramente


Ricominciare<br />

di Fioravente Lapenna<br />

La fine di un amore fa stare male… Ma<br />

può essere un’opportunità di crescita!<br />

Certo, molti fallimenti matrimoniali a<br />

cui oggi assistiamo, sono il frutto del<strong>la</strong><br />

superficialità con cui nascono tante storie<br />

d’amore, incapaci di resistere al profi<strong>la</strong>rsi<br />

del primo ostacolo. Ed è fuori dubbio che<br />

le separazioni possano servire a capire e<br />

ricostruire <strong>la</strong> propria identità.<br />

Molti scoprono proprio da separati, nuove<br />

forze, nuove risorse cui non avrebbero potuto<br />

attingere se fossero rimasti imprigionati<br />

in una re<strong>la</strong>zione insoddisfacente, tuttavia,<br />

a qualche assistente sociale volontario di<br />

buona volontà, altrimenti può scontare<br />

tutta <strong>la</strong> sua pena dentro il carcere, senza<br />

poter accedere ai benefici di legge per<br />

mancanza del requisito fondamentale, il<br />

<strong>la</strong>voro appunto.<br />

E’ poi il <strong>la</strong>voro rieduca?<br />

Se restiamo fermi al<strong>la</strong> leggenda<br />

dell’uomo che “sbaglia”, perché vive nel<strong>la</strong><br />

povertà, possiamo fingere di crederlo; se<br />

questa facilità nel metabolizzare <strong>la</strong> fine di<br />

una storia, preoccupa.<br />

Non sto dicendo che dopo <strong>la</strong> fine di un<br />

amore sarebbe meglio trascorrere <strong>la</strong> serata in<br />

casa tra divano e telecomando, in solitudine,<br />

covando rancore o trasformando l’ex in una<br />

sorta di tiro a segno.<br />

Quello che voglio dire è che, è molto<br />

pericoloso precedere mettendo le esperienze<br />

dolorose di una vita tra parentesi, ricominciare<br />

da zero, cancel<strong>la</strong>re il passato.<br />

Per mia esperienza, ho sempre pensato<br />

che il passato sia una parte del<strong>la</strong> nostra<br />

storia.<br />

invece ci atteniamo al<strong>la</strong> realtà, sappiamo<br />

che uomini che hanno inseguito e rischiato<br />

e pagato per un sogno di ricchezza,<br />

difficilmente torneranno ad accontentarsi<br />

di uno stipendio atto a garantire una vita<br />

dignitosa, ma non certo bril<strong>la</strong>nte.<br />

La via del ritorno, esiste, non per tutti, ma<br />

certamente per tanti…E una via che qui a<br />

Terni, è segnata da tre pietre, tre persone,<br />

che si sono incrociate per ridisegnare un<br />

Periodico di informazione e cultura dal carcere <strong>Gulliver</strong><br />

Che il “punto a capo” non faccia crescere<br />

una persona…. <strong>la</strong> vita è fatta di virgole.<br />

E nel caso di una separazione, <strong>la</strong> virgo<strong>la</strong> è<br />

il momento dell’e<strong>la</strong>borazione del “dubbio”.<br />

La fine di una re<strong>la</strong>zione importante, sia<br />

che ci si <strong>la</strong>sci, sia che si venga <strong>la</strong>sciati, è<br />

sicuramente una delle esperienze emotive più<br />

dolorose. E’ una ferita narcisistica, è come<br />

dire prendere consapevolezza di un’utopia<br />

impossibile, quel<strong>la</strong> dell’amore eterno.<br />

In realtà chiudere una re<strong>la</strong>zione può invece<br />

significare ritrovarsi.<br />

Nell’amore non esiste <strong>la</strong> “POLITICA<br />

CORRETTA” c’è anche l’urlo, <strong>la</strong> <strong>la</strong>crima, <strong>la</strong><br />

rabbia, il rancore. Più daremo sfogo al<strong>la</strong> nostra<br />

sofferenza, più <strong>la</strong> supereremo. L’importante<br />

è non farsi prendere dall’angoscia di aver<br />

sbagliato tutto, o peggio dal<strong>la</strong> fretta di<br />

trovare subito un nuovo partner.<br />

Ricominciare dopo una separazione<br />

non vuol dire ricominciare da zero, ma<br />

ricominciare con l’esperienza di quel<strong>la</strong> storia<br />

in più, significa trovare spazio e tempo per<br />

guardarsi dentro.<br />

Per capire cosa vogliamo e da cosa ci<br />

separiamo, in che cosa ci siamo illusi, perché<br />

abbiamo scelto un partner proprio così….<br />

Ci viene data un’opportunità unica,<br />

solo se siamo capaci di questa analisi,<br />

potremo trasformare <strong>la</strong> fine di una storia,<br />

in un momento di crescita, e costruire un<br />

domani, un rapporto nuovo e di maggiore<br />

soddisfazione.<br />

In caso contrario, precipiteremo in storie<br />

ripetitive, nelle sabbie mobili di un rapporto<br />

ancora insoddisfacente.<br />

Quello che segue sarà allora un periodo di<br />

riaffermazione dell’io, di quel<strong>la</strong> parte di noi<br />

che è rimasta soffocata nel<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione.<br />

Forse qualcosa di diverso dal solito può<br />

servire a ricostruire <strong>la</strong> propria identità.<br />

E’ importante però capire da che cosa ci<br />

separiamo e che cosa realmente vogliamo.<br />

nuovo cammino, un nuovo cammino che<br />

parte dal detenuto e che si incentra sul<br />

<strong>la</strong>voro. Perché il detenuto vede proprio<br />

nel <strong>la</strong>voro <strong>la</strong> possibilità di riscattarsi e di<br />

risarcire moralmente tutti gli onesti che in<br />

lui credono ancora.<br />

…Sarà possibile ritrovare <strong>la</strong> luce?…<br />

Sarà possibile ritrovare nel<strong>la</strong> luce <strong>la</strong><br />

via del ritorno, del futuro, del cuore e<br />

dell’onestà?…<br />

25 |


<strong>Gulliver</strong> Periodico di informazione e cultura dal carcere<br />

<strong>Il</strong> buon raccolto<br />

dei detenuti<br />

<strong>Il</strong> <strong>progetto</strong> “Agrico<strong>la</strong> Terni”<br />

nel<strong>la</strong> Casa circondariale di Terni.<br />

Tra i corsi di formazione professionale<br />

che si svolgono all’interno del<strong>la</strong> Casa<br />

circondariale di Terni, uno tra i più seguiti è<br />

il corso per “Tecnico Ortoflorofrutticolo” al<br />

quale partecipano 15 detenuti.<br />

<strong>Il</strong> <strong>progetto</strong>, del<strong>la</strong> durata di 160 ore, è<br />

finanziato dal<strong>la</strong> Provincia di Terni ed è<br />

realizzato in convenzione con <strong>la</strong> Facoltà di<br />

Agraria dell’Università di Perugia che ha<br />

messo a disposizione propri docenti e propri<br />

tecnici per lo svolgimento dei moduli didattici<br />

previsti dal corso di formazione.<br />

L’intervento si pone l’obiettivo di formare,<br />

sia teoricamente che praticamente, gli allievi<br />

coinvolti con l’idea che <strong>la</strong> preparazione<br />

ricevuta possa rappresentare uno strumento<br />

di reinserimento nel complesso e difficile<br />

mondo del <strong>la</strong>voro, che comunque cerca<br />

braccia esperte e qualificate.<br />

La richiesta di manodopera in questo<br />

settore del resto è tanta in quanto manca<br />

personale al quale affidare <strong>la</strong>vori nel settore<br />

agricolo. Si tratta di <strong>la</strong>vori che molti italiani<br />

non vogliono più fare, ed è difficoltoso<br />

trovare anche personale straniero per <strong>la</strong><br />

raccolta di ortaggi e frutta.<br />

Potrebbero, quindi, essere proprio i<br />

detenuti, una volta qualificati, ad effettuare<br />

molti di quei <strong>la</strong>vori dove il mercato <strong>la</strong>menta <strong>la</strong><br />

mancanza di manodopera. Proprio questa è<br />

<strong>la</strong> scommessa del <strong>progetto</strong> “Agrico<strong>la</strong> Terni”:<br />

riuscire a sperimentare un meccanismo che<br />

dia una possibilità concreta alle persone ora<br />

detenute di poter <strong>la</strong>vorare in questo settore.<br />

L’obiettivo finale è proprio quello di facilitare,<br />

attraverso <strong>la</strong> trasmissione di competenze, il<br />

reinserimento nel mondo del <strong>la</strong>voro.<br />

Dal mese di settembre i docenti universitari<br />

del<strong>la</strong> Facoltà di Agraria, affiancati dal Dr.<br />

Daniele Sidio tecnico agrario del Dipartimento<br />

dell’Amministrazione Penitenziaria, si<br />

alterneranno nello svolgimento dei sei<br />

moduli previsti dal corso: idraulica agraria,<br />

| 26<br />

botanica generale, coltivazioni erbacee,<br />

coltivazioni arboree, patologia vegetale,<br />

economico estimativo.<br />

Al termine dei diversi moduli, poi, gli allievi<br />

sosterranno l’esame di qualifica professionale<br />

davanti ad una apposita commissione.<br />

“I ragazzi – dice un docente – seguono<br />

le nostre lezioni con molta attenzione<br />

ed interesse. La partecipazione è buona,<br />

l’impegno è costante. Le difficoltà maggiori<br />

sono rappresentate dagli stati d’animo delle<br />

persone che, a causa di eventi personali<br />

e giudiziari, si ripercuotono anche sul<br />

corso. Purtroppo il carcere crea delle forti<br />

tensioni emotive ed è difficile scaricarle<br />

o far finta che non esistano. Incide poi<br />

sullo stato di attenzione anche il livello<br />

di sco<strong>la</strong>rizzazione che a volte può essere<br />

un limite all’apprendimento. Ma <strong>la</strong> buona<br />

volontà c’è sicuramente. Aggiungerei che per<br />

alcuni degli allievi, poi, queste attività sono<br />

lontane, nel senso che si tratta di persone<br />

che, in alcuni casi, non ha mai avuto un<br />

rapporto diretto con il mondo agricolo”.<br />

Per gli allievi l’uscita per lo svolgimento<br />

delle attività pratiche del corso rappresenta<br />

un motivo per sentirsi veramente attivi<br />

per qualche ora. La possibilità di sentire<br />

gli odori del<strong>la</strong> natura, odori che evocano<br />

antichi ricordi, rappresenta un motivo<br />

per distoglierli un momento dai problemi<br />

quotidiani del<strong>la</strong> carcerazione. E intanto<br />

imparano un mestiere. “Io non avevo<br />

nessuna esperienza di agricoltura - ammette<br />

uno degli allievi - anche se provengo da un<br />

Paese in cui l’agricoltura è molto sviluppata.<br />

Quando ho saputo che c’era in programma<br />

un corso di orticoltura mi sono subito<br />

iscritto perché volevo conoscere <strong>la</strong> materia.<br />

<strong>Il</strong> corso è diviso in due parti: <strong>la</strong> teoria, che<br />

si svolge in au<strong>la</strong>, e l’attività pratica che<br />

per noi è un momento molto bello perché<br />

siamo a contatto diretto con <strong>la</strong> natura. Mi<br />

piacerebbe molto, a seguito di questo corso,<br />

trovare <strong>la</strong>voro nel campo agricolo. Un effetto<br />

positivo il <strong>progetto</strong> con me lo ha comunque<br />

già ottenuto: un’attenzione partico<strong>la</strong>re da<br />

parte mia alle bellezze del<strong>la</strong> natura”.


Progetto<br />

“Orizzonti”,<br />

un opportunita’<br />

di reinserimento.<br />

Una strategia locale, in favore dell’integrazione<br />

sociale e <strong>la</strong>vorativa di soggetti in<br />

esecuzione penale esterna, che chiama in<br />

causa non solo le dinamiche del <strong>la</strong>voro, ma<br />

anche ambiti istituzionali diversi, elementi<br />

culturali ed ideologici. Con il <strong>progetto</strong><br />

“Orizzonti: percorsi di inserimento socio<br />

<strong>la</strong>vorativo per cittadini in esecuzione penale<br />

esterna” promosso dal Centro di Servizio<br />

Sociale per Adulti di Perugia e gestito da<br />

<strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong> <strong>cooperativa</strong> sociale, è<br />

nata un’opportunità in più per chi si trova<br />

nel<strong>la</strong> delicata fase di passaggio tra mondo<br />

carcerario e società civile. <strong>Il</strong> <strong>progetto</strong>, giunto<br />

al suo quarto anno di attuazione, ha visto<br />

Promosso dal Centro di Servizio Sociale<br />

per Adulti di Perugia.<br />

protagoniste quindici persone in affidamento<br />

in prova al servizio sociale del Ministero<br />

del<strong>la</strong> Giustizia, impegnate attraverso un<br />

tirocinio formativo del<strong>la</strong> durata di sei mesi<br />

presso aziende del territorio perugino. I<br />

Periodico di informazione e cultura dal carcere <strong>Gulliver</strong><br />

partecipanti, dopo un breve percorso di<br />

orientamento al <strong>la</strong>voro, che è servito ad<br />

individuare <strong>la</strong> meta <strong>la</strong>vorativa ideale per<br />

ciascuno di loro, sono stati inseriti in regime<br />

di borsa <strong>la</strong>voro all’interno di diverse attività<br />

produttive e commerciali dove hanno potuto<br />

sperimentare in maniera diretta le condizioni<br />

<strong>la</strong>vorative reali ed i ritmi di produzione di<br />

un’azienda.<br />

Tale esperienza è da ritenersi anche un<br />

momento molto importante per <strong>la</strong> crescita e<br />

<strong>la</strong> maturazione personale e per <strong>la</strong> conoscenza<br />

delle proprie capacità di re<strong>la</strong>zione con il<br />

mondo esterno.<br />

<strong>Il</strong> percorso di orientamento al <strong>la</strong>voro,<br />

strutturato in colloqui individuali con<br />

un operatore dell’equipe del <strong>progetto</strong>,<br />

ha l’obiettivo di aiutare <strong>la</strong> persona<br />

nel<strong>la</strong> definizione delle proprie risorse e<br />

competenze, utilizzando specifici strumenti<br />

di analisi. Successivamente l’inserimento<br />

<strong>la</strong>vorativo in azienda è costantemente<br />

monitorato attraverso visite periodiche sul<br />

luogo di <strong>la</strong>voro e colloqui di verifica con i<br />

tirocinanti .<br />

“<strong>Il</strong> valore aggiunto di tale iniziativa<br />

rispetto ad analoghe esperienze attuate in<br />

passato - dichiara <strong>la</strong> Dr.ssa Maria Biondo<br />

del Centro di Servizio Sociale per Adulti di<br />

Perugia - sta nell’importanza attribuita al<strong>la</strong><br />

fase di orientamento e quindi agli aspetti di<br />

valorizzazione delle attitudini, competenze<br />

e aspettative dei partecipanti, determinante<br />

sia sotto il profilo del<strong>la</strong> motivazione di<br />

questi ultimi che del<strong>la</strong> scelta delle imprese<br />

ospitanti. <strong>Il</strong> <strong>progetto</strong> inoltre non è finalizzato<br />

solo al<strong>la</strong> realizzazione di valide esperienze<br />

formative: ha come obiettivo quello di creare<br />

concrete opportunità di <strong>la</strong>voro e non a caso<br />

le imprese vengono selezionate anche in<br />

base all’effettivo fabbisogno di personale<br />

e al<strong>la</strong> significatività, essenziale al fine del<strong>la</strong><br />

spendibilità del<strong>la</strong> professionalità acquisita,<br />

del settore produttivo nel quale risultano<br />

inserite”.<br />

<strong>Il</strong> <strong>la</strong>voro, insieme alle attività formative,<br />

rappresenta infatti un efficace strumento<br />

educativo e gli ottimi risultati già conseguiti<br />

dal <strong>progetto</strong> “Orizzonti”, con il 50% delle<br />

borse <strong>la</strong>voro trasformate in occupazione<br />

stabile al termine del periodo di tirocinio,<br />

testimoniano come i processi di reinserimento<br />

sociale dei soggetti in esecuzione penale<br />

esterna funzionino.<br />

27 |


<strong>Gulliver</strong> Periodico di informazione e cultura dal carcere<br />

L’angolo del<strong>la</strong> poesia<br />

| 28<br />

Grazie<br />

Grazie a te<br />

vedo…..<br />

Sempre grazie a te<br />

ho il piacere di esistere.<br />

Tu m’hai dato<br />

il mio io ….<br />

Tu hai voluto<br />

<strong>la</strong> mia vita.<br />

Ed ora…….<br />

É venuto il momento<br />

che io devo<br />

dire a te ancora ….<br />

Grazie mamma<br />

Luca C.<br />

Ho visto<br />

Ho visto le profondita’ del mare<br />

Ho visto un infinita’ di stelle nel<br />

cielo<br />

Ho visto i colori dell’iride<br />

splendere<br />

Ma tutto questo e’ niente da<br />

quando<br />

ho visto te.<br />

Marku Gazmir<br />

In Te<br />

<strong>Il</strong> mio cuor…<br />

Si gonfia per te<br />

come le zolle di terrra<br />

in primavera<br />

I miei occhi…<br />

sembrano nuovi,<br />

tutto quello che vedono<br />

e’ come per <strong>la</strong> prima volta,<br />

gli aspetti piu’ umili<br />

e consunti….<br />

mi inteneriscono e mi danno gioia<br />

In te mi <strong>la</strong>vo<br />

come dentro l’acqua,<br />

dove scordi tutto<br />

di te stesso…<br />

La miseria mia<br />

<strong>la</strong>scio dietro di me,<br />

come un serpente <strong>la</strong> sua<br />

vecchia pelle<br />

Marku<br />

<strong>Il</strong>lusioni<br />

Vorrei ritornar al passato e alle<br />

mie illusioni…….<br />

Trovarti di nuovo tanto<br />

vicina…….<br />

Stringendo le tue mani,<br />

sentendo<br />

<strong>la</strong> tua voce e ricordando le cose<br />

che dicevano…….<br />

Oggi vorrei che……… tu mi<br />

apparissi!<br />

Anche solo per un istante…………<br />

e con me , sorriderai e piangerai.<br />

Se ti trovassi qui, penso che tutto<br />

cambierebbe<br />

e che <strong>la</strong> felicita<br />

finalmente……………<br />

ritornera!<br />

Jaime Badran<br />

L’albero<br />

Da molto tempo i miei occhi<br />

solo buio vedevano.<br />

Ma negli ultimi tempi una<br />

finestra si e’aperta e<br />

tra le sbarre del<strong>la</strong> mia cel<strong>la</strong><br />

un po’ di luce entra.<br />

I miei occhi un albero<br />

da lontano guardano,<br />

nei suoi rami una colomba che<br />

trapassa <strong>la</strong> luce<br />

oltre il buio arriva,<br />

che lì i suoi simili cura.<br />

Tutte le mattine che mi sveglio<br />

e lo guardo, io spero<br />

che un temporale non lo trascini


e lo porti via….<br />

Sali Souci<br />

La vetta<br />

Ci si arrampica sul<strong>la</strong> vetta<br />

del<strong>la</strong> vita<br />

consapevoli di un nostro arrivo,<br />

pensierosi di un percorso<br />

duro da fare,<br />

felici perché si prova senza<br />

rinunciare,<br />

e <strong>la</strong> giovane età porta sogni<br />

difficili da scordare.<br />

Per questo ogni vetta conquistata<br />

è l’inizio di una nuova sfida<br />

che ci rende vivi fino in fondo<br />

continuando nuovamente a<br />

sognare.<br />

Masel<strong>la</strong> Matteo Alessandro<br />

La pace<br />

<strong>Il</strong> mondo intero, direi l’umanità,<br />

avrebbe bisogno di più<br />

tranquillità.<br />

Ma spesse volte guerre o<br />

rivoluzione<br />

intaccano questa o quel<strong>la</strong><br />

nazione.<br />

Soprusi, torti ai popoli affamati,<br />

fa sì che questa gente viene<br />

abbandonata<br />

odio, intrighi e tanti tradimenti<br />

si abbattono molte volte sul<strong>la</strong><br />

gente.<br />

Perché non deve esserci più pace,<br />

che ognuno sul<strong>la</strong> terra sia felice<br />

perché dobbiamo sempre odiare<br />

quando con un cenno si potrebbe<br />

amare.<br />

<strong>Il</strong> sogno di una pace duratura<br />

e un po’ di volontà non fosse<br />

un’avventura<br />

diciamoci per sempre un po’ di<br />

verità:<br />

<strong>la</strong> pace è <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> più bel<strong>la</strong> che<br />

ci stà!<br />

Benanbdal<strong>la</strong> Ji<strong>la</strong>ssi<br />

Libertà<br />

Tra questi obblighi,<br />

quanto ti ho voluta….<br />

Cercata… Disperatamente…<br />

Giacevi in una parte di me…<br />

Compagna ti ho ritrovata…<br />

Quanto mi sei mancata….<br />

Luca C.<br />

Energia<br />

Questa sera, nonostante tu sia…<br />

Mi hai permesso di accumu<strong>la</strong>re…<br />

Energia…<br />

Non smetterò mai, … Tanto lo<br />

sai…<br />

Finché tu me lo permetterai!<br />

Per sempre… Quest’occhio<br />

custodirò,<br />

per poi tramandare, a chi saprà…<br />

Accumu<strong>la</strong>re.<br />

Luca c.<br />

Periodico di informazione e cultura dal carcere <strong>Gulliver</strong><br />

Limiti e confini<br />

Comincio questo mio scritto,<br />

neanche io so’ il perché, forse<br />

per iso<strong>la</strong>rmi da tutto ciò che<br />

mi circonda; sbarre, cancelli<br />

e il rumore dell’acqua che nel<br />

<strong>la</strong>vandino cade, pensieri e paure<br />

che … “mi assalgono”, eppure qui<br />

dovrei essere al “sicuro”, ma così<br />

non è.<br />

Non esistono dentro me: “porte<br />

o cancelli” che posso chiudere a<br />

mio piacimento, e non ne voglio<br />

nemmeno costruire… Forse non<br />

ne avrei il tempo, o forse mi<br />

piace troppo vivere emozioni<br />

forti…. Che partono dai piedi e ti<br />

arrivano al<strong>la</strong> testa, senza <strong>la</strong>sciarti<br />

un secondo per mettere a fuoco,<br />

o forse… Sono troppo attaccato a<br />

questa… Vita mia, che sbagliata<br />

o giusta sia stata… Al<strong>la</strong> fine è<br />

quel<strong>la</strong> che ho scelta.<br />

Come pensar di cogliere… Rosse<br />

rose da un cespuglio…. Senza<br />

pungersi.<br />

Luca C.<br />

29 |


<strong>Gulliver</strong> Periodico di informazione e cultura dal carcere<br />

| 30<br />

Mio nonno<br />

A volte vedo lui<br />

a volte vedo il posto<br />

sento ancora schiamazzi<br />

odore di pesce e legna che brucia<br />

In fondo all’orizzonte<br />

<strong>la</strong> vecchia montagna ci saluta<br />

e nel<strong>la</strong> mia semplicità<br />

un vecchio ormai stanco<br />

torna a rivedere <strong>la</strong> luce.<br />

Benabdal<strong>la</strong> Ji<strong>la</strong>ssi<br />

Mutar<br />

Udito il canto<br />

dell’allodo<strong>la</strong> all’aurora…<br />

<strong>Il</strong> nuovo giorno<br />

e’ gia’ iniziato.<br />

Qual nuovo evento<br />

portera’ l’iniziato giorno?<br />

Prima del tramontar del sole…<br />

Dubito che….<br />

Mutar possan le cose<br />

dubito che…<br />

L’amor mio possa mutar<br />

Luca C.<br />

“Pensieri d’amore”<br />

Con te è stato uno splendido<br />

viaggio,<br />

su una nave tutta nostra dove<br />

amore era amare<br />

e odio non era mai;<br />

con te tutto era bello, anche<br />

poche ore di libertà<br />

da una prigione;<br />

con te ho imparato a conoscere i<br />

battiti del cuore<br />

il cambiare delle stagioni, lo<br />

scoppio di risate inutili<br />

e vedevo tutte le sfumature del<br />

verde<br />

quando ti stringevo le mani.<br />

Con te ho imparato a soffrire in<br />

silenzio,<br />

nel buio d’una cel<strong>la</strong>,<br />

ad assistere con forzata<br />

impotenza<br />

al<strong>la</strong> tua distruzione al<strong>la</strong> fine<br />

d’una storia<br />

ora ti penso, con <strong>la</strong><br />

consapevolezza<br />

che non potrò mai rivederti<br />

e chiedo alle forze divine di darti<br />

ciò che <strong>la</strong> vita ti ha tolto e se puoi<br />

sentire,<br />

picco<strong>la</strong>, sappi che in un angolo del<br />

mio cuore<br />

nei miei reconditi pensieri<br />

c’è sempre posto per te.<br />

un sorriso. Un bacio<br />

Rezart<br />

Perche’<br />

Perche quando s’alza il sole<br />

e l’aurora da’ <strong>la</strong> luce<br />

io vedo solo te…<br />

Perche quando il momento<br />

d’esser s’avvicina<br />

io titubante penso…<br />

Solo a te.<br />

Perche …. Perche quando io<br />

solo nel<strong>la</strong> nebbia,<br />

io ed ancor io….<br />

Vago al<strong>la</strong> ricerca di te!<br />

Qual magia d’amor e’?<br />

Luca C.<br />

Pensiero<br />

Le albe ed i tramonti non ci<br />

appaiono piu’ con gli stessi<br />

splendidi colori.<br />

Un uomo non sara’ mai<br />

abbastanza ricco, una donna<br />

non sara’ mai abbastanza bel<strong>la</strong>, e<br />

tutto cio’ che<br />

facciamo non ci rendera’ mai<br />

abbstanza felici.<br />

Possiamo essere ricchi di cio’ che<br />

doniamo ai poveri<br />

delle nostre ricchezze che per<br />

egoismo non concediamo<br />

a nessuno.<br />

Amin


Periodico di informazione e cultura dal carcere <strong>Gulliver</strong><br />

Vedo, prevedo, stravedo… A cura di Fioravante Lapenna<br />

ARIETE<br />

(21 MARZO – 20 APRILE)<br />

Anno proficuo. La luna nuova in Ariete è di<br />

buon auspicio per cause benefiche e altro.<br />

Nel<strong>la</strong> vita affettiva, grandi gratificazioni in<br />

occasione di qualche beneficio. Periodo un<br />

po’ no per i nati di Marzo.<br />

Un Consiglio: Attenti ai furti.<br />

TORO<br />

(21 APRILE – 21 MAGGIO)<br />

Anno generoso: il Sole entrerà nel Vostro<br />

segno seguito dal<strong>la</strong> Luna nuova.<br />

Periodo proficuo e tanti cambiamenti.<br />

Con il partner intensa affinità, calda e<br />

passionale.<br />

Per i single incontro fatale!<br />

Un Consiglio: Occhio alle truffe.<br />

GEMELLI<br />

(22 MAGGIO – 21 GIUGNO)<br />

Anno molto mosso. Venere e Marte fanno<br />

sentire <strong>la</strong> tua voglia di libertà; ma vivrete<br />

intensamente tante novità.<br />

Giove e Plutone faranno emergere tanti<br />

problemi legali: <strong>la</strong> luna vi renderà inquieti;<br />

Prudenza con gli agenti.<br />

Un Consiglio: Attenti: <strong>la</strong> tua auto è<br />

taroccata.<br />

CANCRO<br />

(22 GIUGNO – 22 LUGLIO)<br />

Anno positivo: le cose andranno bene.<br />

Ad ogni modo sarà necessario tanta<br />

pazienza e ottimismo.<br />

No al patteggiamento, si al dibattimento;<br />

solo così potrai uscirne a testa alta.<br />

Un Consiglio: Al tuo legale non dare soldi<br />

se prima non ti risolve i problemi.<br />

LEONE<br />

(23 LUGLIO – 22 AGOSTO)<br />

Anno indaffarato, molte cose da sbrigare,<br />

molto denaro per i legali (peccato).<br />

In amore sarete in forma anche se siete<br />

condizionati dall’orgoglio.<br />

Vi sono buone prospettive per i benefici ma<br />

par<strong>la</strong>ne con l’educatrice.<br />

Un Consiglio: attenti al<strong>la</strong> salute, carcerite<br />

cronica.<br />

VERGINE<br />

(23 AGOSTO – 22 SETTEMBRE)<br />

Anno inquieto ma ricco di emozioni;<br />

si prospettano viaggi, magari tribunale o<br />

nuovo carcere.<br />

Ma uranio contrario sollecita rinnovamenti<br />

ai quali dovrete adattarvi.<br />

Marte e Plutone avversi vi causeranno<br />

difficoltà.<br />

Un Consiglio: par<strong>la</strong>ne con <strong>la</strong> psicologa.<br />

31 |


<strong>Gulliver</strong> Periodico di informazione e cultura dal carcere<br />

BILANCIA<br />

(23 SETEMBRE – 22 OTTOBRE)<br />

Anna vivace a causa del<strong>la</strong> luna nuova,<br />

Mercurio e Saturno.<br />

Dovrete far fronte a problemi familiari e<br />

legali. Nei problemi giudiziari non tutto va<br />

come vorreste.<br />

Vivi più le tue giornate in saletta con gli<br />

amici. Hai bisogno di affetto.<br />

Un Consiglio: fai <strong>la</strong> domandina.<br />

SCORPIONE<br />

(23 OTTOBRE – 21 NOVEMBRE)<br />

Anno concreto, vi occuperete di cose<br />

pratiche: l’assistente sociale, l’ispettore, il<br />

sacerdote.<br />

Gli astri che contano sono propizi come il<br />

Magistrato di Sorveglianza.<br />

Buone prospettive anche per <strong>la</strong> vita<br />

affettiva.<br />

Nuovi incontri, magari col parroco.<br />

| 32<br />

SAGITTARIO<br />

(22 NOVEMBRE – 21 DICEMBRE)<br />

Anno agitato: Giove e Urano dissonanti<br />

richiederanno caute<strong>la</strong> nelle istanze e nei<br />

ricorsi.<br />

Se sei triste guardati <strong>la</strong> stel<strong>la</strong> più luminosa<br />

e chiedile.<br />

Quello che desideri: prima o poi l’avrai, ma<br />

dipende solo da te.<br />

Buone in arrivo.<br />

Salute: acciacchi di carcerite.<br />

CAPRICORNO<br />

(22 DICEMBRE – 21 GENNAIO)<br />

Anno positivo; avrai tante occasioni<br />

fortunate per realizzare i tuoi progetti.<br />

Evita problemi con il partner.<br />

Se sei sottotono riposa di più anche se c’è<br />

<strong>la</strong> battitura, dopo rimettiti a letto.<br />

Un Consiglio: fatti una camomil<strong>la</strong> così ti<br />

passano i bollori.<br />

ACQUARIO<br />

(22 GENNAIO – 19 FEBBARAIO)<br />

Anno sereno: l’amore è in primo piano; con<br />

il partner.<br />

Un’evasione romantica riaccenderà il tuo<br />

desiderio.<br />

Periodo pieno di novità se hai presentato<br />

permessi o ricorsi; si risolveranno per il<br />

meglio.<br />

Un consiglio: occhio allo scippo.<br />

PESCI<br />

(20 FEBBRAIO – 20 MARZO)<br />

Anno frenetico; vi saranno varie insicurezze,<br />

ma dal<strong>la</strong> tua parte c’è chi ti aiuterà con<br />

intuito e ocu<strong>la</strong>tezza.<br />

Avrete <strong>la</strong> luna storta, consigliati con il tuo<br />

concellino.<br />

Un Consiglio: non <strong>la</strong>sciare sigarette in giro.


<strong>Il</strong> Mastro Pasticcere<br />

Luciano Tini Brunozzi<br />

Reallizzato con il contributo di:<br />

Provincia di Terni<br />

Progetto “Plus:<br />

formazione e occupazione<br />

dentro e fuori dal carcere”<br />

Codice TR 03.03.21.002<br />

Regione Umbria<br />

Legge Regionale n. 18/1990<br />

Un ringraziamento partico<strong>la</strong>re al<strong>la</strong><br />

Direzione del<strong>la</strong> Casa circondariale di Terni,<br />

al<strong>la</strong> Direzione del<strong>la</strong> Casa di Reclusione<br />

di Orvieto, agli educatori, agli assistenti<br />

sociali, agli agenti di Polizia Penitenziaria e<br />

a tutto il personale degli istituti di pena di<br />

Terni e di Orvieto che hanno reso possibile<br />

<strong>la</strong> realizzazione del <strong>progetto</strong> <strong>“Plus”</strong>.<br />

Ministero<br />

del <strong>Lavoro</strong><br />

Si ringrazia per <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione<br />

Coordinamento di redazione:<br />

Luca Verdolini, Emanue<strong>la</strong> Fortunati,<br />

Sara Bizzarri, Laura Ramistel<strong>la</strong>.<br />

Redazione:<br />

Massimo Balsamo, Badran Jaime, Ji<strong>la</strong>ssi<br />

Benabdal<strong>la</strong>, Giuseppe Visco, Qata Rezart,<br />

Luca Corbel<strong>la</strong>, Mario Dico<strong>la</strong>donato, Matteo<br />

Masel<strong>la</strong>, Fioravante Lapenna, Sing Kuldep,<br />

Marku Gazmir, Ardian Ostrovica, Iordache<br />

Fainarea, Suci Sali, Abli Hamine.<br />

Provincia<br />

di Terni<br />

dal 1944<br />

FORNO A LEGNA<br />

di Grilli C<strong>la</strong>udio & C. s.n.c.<br />

Regione<br />

dell’Umbria<br />

ANTICO FORNO<br />

di <strong>Il</strong>vo Vitaloni<br />

Via Campo di Marte, 28/b<br />

06124 Perugia<br />

Tel. 075 5002458<br />

Fax 075 5156543<br />

frontiera<strong>la</strong>voro@frontiera<strong>la</strong>voro.it<br />

www.frontiera<strong>la</strong>voro.it<br />

Comunità Europea<br />

Fondo Sociale Europeo


Stampa: Graphic Masters Perugia

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