Il progetto “Plus” Nasce la cooperativa Gulliver ... - Frontiera Lavoro
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Periodico di informazione e cultura dal carcere<br />
<strong>Il</strong> <strong>progetto</strong> <strong>“Plus”</strong><br />
Quando il fornaio è un detenuto<br />
<strong>Nasce</strong> <strong>la</strong> <strong>cooperativa</strong> <strong>Gulliver</strong><br />
Un’opportunità di <strong>la</strong>voro per i detenuti<br />
Ministero<br />
del <strong>Lavoro</strong><br />
Provincia<br />
di Terni<br />
Regione<br />
dell’Umbria<br />
Intervista al dott. Dell’Aira<br />
<strong>Il</strong> carcere di Terni come una grande azienda<br />
Comunità Europea<br />
Fondo Sociale Europeo<br />
Par<strong>la</strong> l’assessore Fabrizio Pacifi ci<br />
L’impegno del Comune di Terni<br />
a favore dei detenuti
Biglietto di presentazione<br />
di Luca Verdolini<br />
Nel<strong>la</strong> cassetta ordinata di mele belle e<br />
lucenti, le mele marce si notano subito. Sono<br />
diverse. Si buttano via prima che guastino<br />
le altre. Anche nel<strong>la</strong> vita, per qualcuno, ci<br />
sono le “mele marce”. Sono le persone che<br />
si “etichettano” come anormali, diverse.<br />
Hanno problemi, difficoltà. Sono scomode,<br />
dure, provocatorie. Ci chiedono a volte cose<br />
incomprensibili. Insomma, disturbano.<br />
Quando entriamo in contatto con loro,<br />
scatta <strong>la</strong> nostra difesa. Via, fuori, se ne<br />
vadano, come se fossero, appunto, “mele<br />
marce”. Pochissimi tentano di incontrare<br />
quel<strong>la</strong> persona che ha <strong>la</strong> sua vita, <strong>la</strong> sua<br />
storia, le sue necessità. Da sempre <strong>la</strong><br />
diversità non è accettata.<br />
Dovremmo incominciare ad imparare a<br />
conoscer<strong>la</strong>, ad accoglier<strong>la</strong> e a condividere<br />
le “diversità” degli altri con le nostre. Ci<br />
sentiremmo, tutti, più “normali”.<br />
Da tanti anni <strong>la</strong> nostra <strong>cooperativa</strong> si<br />
occupa e <strong>la</strong>vora tra le persone in disagio.<br />
Abbiamo imparato che per loro non servono<br />
gli interventi straordinari. Non sono sufficienti<br />
le risposte “tecniche”. Ma occorre avere,<br />
invece, <strong>la</strong> “strategia dell’attenzione”. Tutti<br />
i giorni. Nei fatti quotidiani e nei rapporti<br />
abituali. Solo essa ci permette di abbattere<br />
il muro dell’indifferenza, del<strong>la</strong> chiusura e del<br />
rifiuto.<br />
Viviamo su un treno che corre, e per<br />
correre sempre più velocemente butta giù<br />
dai carrozzoni i deboli, i non-normali, i<br />
diversi. Correre cosi è vita? E’ progresso? E’<br />
civiltà?<br />
Si dice “Le mele marce, vicino a quelle<br />
buone, le fanno marcire. Non è mai capitato<br />
il contrario”.<br />
Ma quelle sono mele. Le persone, per<br />
fortuna, non sono frutti da tenere in cassetta<br />
(o da buttare) come dal fruttivendolo. Chi<br />
sperimenta fatica, disagio o difficoltà non<br />
può essere allontanato dal<strong>la</strong> comunità<br />
sociale perché “guasto”, “marcio”.<br />
E tutto questo perché <strong>la</strong> vita di ogni persona<br />
ha un valore, dignità e senso sempre, al di<br />
là delle condizioni in cui ci si può trovare.<br />
La “fatica”, <strong>la</strong> sofferenza o l’errore di una<br />
persona non è mai un “problema” solo per<br />
chi lo vive. E’ anche provocazione, stimolo,<br />
denuncia e impegno per gli altri. Al<strong>la</strong><br />
responsabilità dell’individuo è sempre bene<br />
collegare anche <strong>la</strong> responsabilità di chi può<br />
e deve sostenere chi è più debole, chi sbaglia<br />
o chi cerca aiuto.<br />
Lo stiamo sperimentando nel nostro <strong>la</strong>voro<br />
quotidiano: basta che un gruppo di persone<br />
si coinvolga al fianco di quanti vivono in<br />
situazioni di difficoltà e succede l’inatteso.<br />
Si scopre che le persone che si pensavano<br />
essere solo “un disturbo” per <strong>la</strong> società,<br />
diventano “ricchezza”, per tutti.<br />
Questo “miracolo” può capitare ad<br />
ognuno di noi, se riusciamo ad abbattere<br />
il muro dell’indifferenza, se incominciamo,<br />
già da adesso, ad accogliere, a condividere<br />
e a sperimentare i piccoli-grandi gesti di<br />
solidarietà.<br />
<strong>Il</strong> carcere non è quel<strong>la</strong> pattumiera che<br />
tanta gente immagina. In un crogiuolo di<br />
tensione, di sgomento, di vuoto, di rabbia,<br />
di attesa, c’è anche un immenso potenziale<br />
umano - di <strong>la</strong>voro, di fantasia, di intelligenza<br />
– di cui bisogna tenere conto anche in senso<br />
utilitaristico.<br />
Un giorno queste persone <strong>la</strong>sceranno<br />
il carcere. E’ meglio accogliere cittadini<br />
recuperabili o relitti senza speranza? Le<br />
famose garanzie che tanta gente invoca<br />
passano anche per questo dilemma al quale<br />
una società organizzata dovrebbe saper<br />
rispondere nel<strong>la</strong> maniera più ovvia e più<br />
utile, senza coprirsi gli occhi.<br />
<strong>Il</strong> successo dei progetti di reinserimento<br />
che si realizzano in carcere è qualcosa di<br />
miracoloso che riaccende <strong>la</strong> voglia di vivere<br />
perché è il segno che si può rialzare <strong>la</strong><br />
testa, ritrovare una dignità, dimostrare al<strong>la</strong><br />
collettività che si è voltato pagina, che non<br />
si è stati in carcere a guardare il soffitto.<br />
Bisogna avere una speranza, ma che sia una<br />
speranza con delle basi, non fondata sul<br />
nul<strong>la</strong>. Quelle basi sono anzitutto <strong>la</strong> qualità<br />
del<strong>la</strong> struttura, che deve dare gli strumenti<br />
per crescere, crescere dentro. Al di là del<strong>la</strong><br />
detenzione, in tanti casi necessaria, tutta<br />
una serie di reati minori dovrebbe avere<br />
altri percorsi, che permettano al<strong>la</strong> persona<br />
questo salto in avanti.
Un Istituto<br />
tra i più funzionali<br />
e moderni<br />
Intervista al Dr. Francesco Dell’Aira,<br />
Direttore del<strong>la</strong> Casa circondariale<br />
di Terni.<br />
A cura di Emanue<strong>la</strong> Fortunati<br />
<strong>Il</strong> Dr. Francesco Dell’Aira, 54 anni,<br />
originario di Lecce, <strong>la</strong>ureato in Economia<br />
e Commercio, <strong>la</strong>vora nell’Amministrazione<br />
Penitenziaria da oltre trent’anni. Dopo<br />
aver ricoperto l’incarico di ragioniere, come<br />
il padre, prematuramente scomparso,<br />
è passato al<strong>la</strong> carica direttiva, dove ha<br />
maturato un’esperienza diversificata e<br />
caratterizzata da numerose missioni sia nel<strong>la</strong><br />
breve ma intensa direzione dell’Ospedale<br />
Psichiatrico Giudiziario di Reggio Emilia,<br />
sia in quel<strong>la</strong> ventennale presso <strong>la</strong> Casa di<br />
reclusione di Spoleto. Dal 1997 è Direttore<br />
del<strong>la</strong> Casa circondariale di Terni.<br />
Dr. Dell’Aira, può descriverci l’istituto<br />
di Terni?<br />
L’istituto di Terni è costituito da più sezioni<br />
perché vari sono i circuiti penitenziari qui<br />
esistenti; abbiamo una sezione per detenuti<br />
“comuni”, di media-bassa sicurezza così<br />
definita, costituita da 150 celle singole,<br />
utilizzate attualmente per contenere<br />
due detenuti, anziché uno per motivi di<br />
sovraffol<strong>la</strong>mento. Abbiamo una sezione per<br />
detenuti cosiddetti “protetti”; sono detenuti<br />
che vengono tolti dal circuito comune,<br />
pur essendo detenuti comuni come tipo di<br />
tipologia di azione criminale, ma che avendo<br />
effettuato reati di partico<strong>la</strong>re intolleranza<br />
agli altri detenuti vengono tenuti da essi<br />
separati. Poi abbiamo una sezione a custodia<br />
attenuata; una sezione nel<strong>la</strong> quale vengono<br />
alloggiati soltanto i detenuti <strong>la</strong>voranti per <strong>la</strong><br />
manutenzione del fabbricato, detenuti che<br />
già si muovono normalmente all’interno<br />
dell’istituto per motivi di <strong>la</strong>voro; vengono<br />
tenuti con una più b<strong>la</strong>nda custodia e<br />
soprattutto c’è una maggiore apertura nelle<br />
cosiddette attività di socializzazione, perché<br />
i detenuti stanno con le celle aperte fino<br />
alle otto di sera. Poi abbiamo <strong>la</strong> sezione dei<br />
“41 bis”, che è quel<strong>la</strong> dove sono alloggiati i<br />
detenuti condannati per i reati di cui all’art.<br />
4 bis dell’OP. All’esterno poi abbiamo una<br />
sezione per detenuti “semiliberi” o in “art.<br />
21” che sarebbero comunque detenuti che,<br />
per finalità <strong>la</strong>vorative, escono <strong>la</strong> mattina<br />
normalmente dall’istituto per andare a<br />
svolgere attività <strong>la</strong>vorativa all’esterno,<br />
retribuita quindi da datori di <strong>la</strong>voro privati,<br />
non dall’amministrazione, e rientrano<br />
normalmente <strong>la</strong> sera; in questa fascia di<br />
tempo possono dedicarsi ad altre attività.<br />
La sezione semiliberi accoglie mediamente<br />
intorno ai 15 detenuti; <strong>la</strong> sezione 41 bis<br />
Periodico di informazione e cultura dal carcere <strong>Gulliver</strong><br />
mediamente sui 25 detenuti; quel<strong>la</strong> a<br />
custodia attenuata mediamente tra i 12/13<br />
detenuti; <strong>la</strong> sezione protetta mediamente<br />
15 detenuti, per un totale complessivo,<br />
compresi anche i comuni, che al momento va<br />
intorno alle 350/360 unità di detenuti. Circa<br />
300 sono i cosiddetti detenuti “comuni”.<br />
L’istituto è stato aperto nel 1991, è un<br />
istituto abbastanza nuovo seppure medio/<br />
piccolo come tipologia costruttiva. Infatti<br />
l’edificio principale occupa una picco<strong>la</strong><br />
parte dell’intera superficie e ci sono molti<br />
spazi verdi all’interno e all’esterno del muro<br />
di cinta (che è l’anello che separa <strong>la</strong> zona<br />
detentiva vera e propria dal<strong>la</strong> zona dei<br />
servizi, quindi dall’esterno). <strong>Il</strong> muro di cinta<br />
ha lunghezza di circa un chilometro ed è<br />
vigi<strong>la</strong>to dal servizio di custodia che utilizza<br />
<strong>la</strong> parte superiore del muro per camminarci<br />
1 |
<strong>Gulliver</strong> Periodico di informazione e cultura dal carcere<br />
sopra ed avere delle zone protette.<br />
Per quanto riguarda le attività presenti<br />
in questo istituto che fanno parte delle<br />
cosiddette attività trattamentali abbiamo <strong>la</strong><br />
scuo<strong>la</strong>, quindi l’attività culturale in senso<br />
proprio, dal<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> dell’obbligo e le scuole<br />
medie e medie superiori, alle formazioni<br />
professionali; poi l’attività <strong>la</strong>vorativa che è<br />
quel<strong>la</strong> sul<strong>la</strong> quale stiamo <strong>la</strong>vorando anche<br />
con questo <strong>progetto</strong> e <strong>la</strong> religione. Per<br />
quanto attiene al<strong>la</strong> religione (che non è<br />
un aspetto da sottovalutare, perché tutto<br />
il nuovo OP e tutta l’evoluzione che e ha<br />
avuto l’ambito penitenziario, custodialistico<br />
dell’esecuzione penale si basa su teorie<br />
che derivano dal<strong>la</strong> cultura religiosa<br />
vera e propria) essa è elemento cardine<br />
dell’organizzazione degli istituti penitenziari.<br />
Si pensi che fino a pochi anni fa, prima del<strong>la</strong><br />
riforma del<strong>la</strong> polizia penitenziaria, erano le<br />
suore a gestire le sezioni femminili, quindi<br />
<strong>la</strong> presenza del<strong>la</strong> chiesa era fondamentale;<br />
ecco perché nell’ordinamento del ’75<br />
uno dei tre elementi del trattamento è <strong>la</strong><br />
religione. Oggi però abbiamo <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione<br />
detenuta che, almeno per quanto riguarda<br />
Terni, è del 50% extracomunitaria quindi<br />
con confessioni religiose diverse da quel<strong>la</strong><br />
cattolica. Ciò non toglie che esista una<br />
Chiesa di culto cattolico, mentre , c’è poca o<br />
nessuna permanenza da parte di sacerdoti di<br />
altri culti; c’è soltanto un testimone di geova<br />
che ha due o tre detenuti con i quali par<strong>la</strong>,<br />
mentre nessuno per le religioni musulmane.<br />
Non è stato mai presente né qui, né in altre<br />
precedenti esperienze. In effetti pare che<br />
questo tipo di religione non condivida le<br />
scelte delinquenziali di coloro che stanno<br />
qui; tutto sommato ai detenuti viene<br />
garantito, come il rego<strong>la</strong>mento prevede, il<br />
rispetto di quello che sono le loro regole di<br />
comportamento re<strong>la</strong>tive al culto; viene quindi<br />
consentito certamente di pregare, ma anche,<br />
per quanto riguarda il partico<strong>la</strong>re periodo del<br />
ramadan, viene tute<strong>la</strong>to con <strong>la</strong> distribuzione<br />
del vitto in fasce orarie diverse perché essi<br />
possono mangiare soltanto prima dell’alba e<br />
dopo il tramonto.<br />
Per quanto invece attiene tutte le attività<br />
che ruotano intorno al<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> ci sono<br />
ovviamente scuole, corsi di formazione<br />
professionale, ma anche corsi che noi<br />
chiamiamo per le attività di tempo libero.<br />
Sono dei semi corsi professionali, nel<br />
senso che fanno sì che i detenuti imparino<br />
qualcosa, e sono moltissimi; vanno dal corso<br />
| 2<br />
di ceramica, con il contributo del<strong>la</strong> Croce<br />
Rossa, al corso di animazione teatrale,<br />
al<strong>la</strong> decorazione su vetro, al<strong>la</strong> decorazione<br />
su pareti. Quest’anno, per <strong>la</strong> prima volta,<br />
iniziamo un corso di fotografia e, a margine,<br />
facciamo delle manifestazioni cosiddette<br />
culturali quali <strong>la</strong> lettura di un libro, <strong>la</strong><br />
proiezione di un film con commento, delle<br />
conversazioni di carattere culturale tenute<br />
da due professori universitari; abbiamo<br />
inoltre un’altra associazione di volontariato<br />
che vorrebbe fare delle conversazioni sui<br />
problemi dell’ecologia. Cerchiamo quindi<br />
di sfaccettare quanto più ci è possibile gli<br />
interventi per interessare il maggior numero<br />
di persone sottraendole all’inedia, perché il<br />
vero problema del carcere è proprio questo:<br />
l’inedia. Lo stesso aspetto delinquenziale<br />
all’interno degli istituti, per tacito accordo<br />
tra le parti, non viene sviluppato; non ci<br />
sono azioni violente normalmente all’interno<br />
delle carceri almeno là dove un minimo di<br />
controllo, chiamiamolo sociale, oltre che di<br />
sicurezza viene effettuato.<br />
Quali sono i principali problemi<br />
del<strong>la</strong> Casa Circondariale di Terni e le<br />
difficoltà di attuazione dei principi<br />
dell’Ordinamento Penitenziario?<br />
Le difficoltà sono dovute all’organizzazione<br />
di questa amministrazione perché c’è<br />
disparità di trattamento tra il personale. <strong>Il</strong><br />
personale che <strong>la</strong>vora nell’amministrazione<br />
è molto diversificato; c’è una parte che fa<br />
riferimento al contratto collettivo nazionale<br />
dei ministeriali, quindi personale di natura<br />
amministrativa; poi abbiamo del personale<br />
del comparto sicurezza che sono <strong>la</strong> polizia<br />
penitenziaria e poi abbiamo molto personale<br />
a convenzione e molti volontari. Quindi<br />
mettere insieme esigenze e connotazioni<br />
culturali, oltre che normative e giuridiche<br />
diverse, non è facile. Quindi un personale non<br />
omogeneo, che comunque deve coesistere,<br />
convivere, entrare in rapporto sinergico,e<br />
questo non sempre può avvenire, o può<br />
avvenire soltanto in isole felici, cioè là dove<br />
si riesce ad interloquire tra le persone; là<br />
dove si creano dei muri è difficile che questo<br />
avvenga. L’altro problema è un problema<br />
culturale. Sebbene l’OP abbia stabilito un<br />
orientamento verso il trattamento, quindi<br />
verso discipline più sociali e più socializzanti,<br />
non sempre questo si può realizzare, quando<br />
per esempio, in riferimento al<strong>la</strong> polizia<br />
penitenziaria, <strong>la</strong> preparazione culturale e<br />
professionale è invece sfaccettata su altre<br />
direttrici. Stessa cosa dicasi per quanto attiene<br />
all’altro personale dei ruoli amministrativi<br />
che ha una sensibilità riferita al trattamento<br />
diversa; mi riferisco a tutta l’attività<br />
amministrativa o di segreteria che è avulsa<br />
dal<strong>la</strong> realtà penitenziaria; è un personale di<br />
sostegno che consente al<strong>la</strong> struttura di vivere<br />
ma non partecipa direttamente alle attività.<br />
<strong>Il</strong> ragioniere potrebbe tranquil<strong>la</strong>mente stare<br />
a <strong>la</strong>vorare da un’altra parte che non qua<br />
dentro; si coinvolge se lui vuole coinvolgersi.<br />
Poi abbiamo il personale a convenzione,<br />
in partico<strong>la</strong>re gli psicologi, o comunque<br />
esperti, i medici, gli specialisti, etc… Questa<br />
categoria è legata da un rapporto un po’<br />
sui generis. In effetti non è un rapporto<br />
dipendente bensì è a tempo determinato; va<br />
da sé che il coinvolgimento non avviene o,<br />
quanto meno, non può avvenire al 100%,<br />
ma è legato ad altre dinamiche.<br />
Insieme quindi a questo problema<br />
chiamiamolo culturale, oggi si inserisce un<br />
problema di carattere amministrativo: i
fondi sono sempre stati più ridotti per una<br />
serie di motivi che sono legati comunque<br />
al<strong>la</strong> politica nazionale e questo fa sì che, per<br />
esempio, per quanto riguarda lo sviluppo<br />
dell’attività <strong>la</strong>vorativa, questo abbia avuto<br />
un netto ridimensionamento, e in molti<br />
istituti addirittura le attività <strong>la</strong>vorative sono<br />
state del tutto soppresse, perché ci sono<br />
responsabilità di carattere personale del<br />
direttore riferite al<strong>la</strong> struttura. <strong>Il</strong> d. lgs. 626/94<br />
prevede che tutte le attività siano fatte in<br />
termini di sicurezza. Tra l’altro qui dentro<br />
nul<strong>la</strong> può sfuggire, quindi non è pensabile<br />
fare una cosa rischiando perché sono troppe<br />
le figure coinvolte e in modo istituzionale.<br />
Ecco perché l’amministrazione in qualche<br />
modo, negli ultimissimi tempi, ha tentato<br />
un’apertura verso l’esterno. Voi siete un<br />
esempio di questo; quindi il coinvolgimento<br />
di cooperative sociali, per far sì che le attività<br />
produttive vere e proprie siano svolte sia<br />
all’interno che all’esterno degli istituti ma<br />
sotto una gestione amministrativo/contabile<br />
effettuata da altri e non dall’amministrazione.<br />
Ovviamente questo non è il solo problema! È<br />
importante anche trovare le sinergie giuste<br />
perché quando si par<strong>la</strong> di trattamento,<br />
sebbene esso sia il cardine intorno a cui tutto<br />
deve girare, è un concetto abbastanza <strong>la</strong>bile,<br />
ognuno cioè lo interpreta in un certo modo.<br />
Ho partecipato ad un convegno del<strong>la</strong> Croce<br />
Rossa come re<strong>la</strong>tore e una cosa che si diceva<br />
era proprio questo: le realtà penitenziarie<br />
sono realtà assolutamente atipiche l’una<br />
dall’altra; non si ritrova <strong>la</strong> riproduzione del<strong>la</strong><br />
stessa realtà in più istituti perché più che<br />
in altre amministrazioni qui chi è che fa <strong>la</strong><br />
differenza è <strong>la</strong> persona, non il ruolo. Questo<br />
è uno degli errori fondamentali di questa<br />
amministrazione: non si può giocare tutto sul<strong>la</strong><br />
persona, si deve giocare sul ruolo. Intendo<br />
dire che il direttore deve fare il direttore nello<br />
stesso modo sia che stia a Caltanisetta sia<br />
che stia a Torino e così via. Invece questo<br />
non avviene per una distribuzione strana del<br />
personale e per tanti motivi.<br />
A quando <strong>la</strong> risoluzione di queste<br />
problematiche?<br />
Purtroppo non c’è una risoluzione a<br />
breve termine; c’è una risoluzione di lungo<br />
termine, e <strong>la</strong> soluzione di lungo termine<br />
sarà sempre più lontana perché, <strong>la</strong>vorando<br />
continuamente questo Stato sull’emergenza,<br />
difficilmente questo settore potrà mai essere<br />
talmente all’attenzione da poterlo equilibrare<br />
con tutte le altre esigenze del<strong>la</strong> società<br />
nazionale. E’ un settore naturalmente, sia<br />
per i numeri, sia per <strong>la</strong> qualità delle persone,<br />
trascurato, e quindi difficilmente noi ci<br />
metteremo in pari con le altre organizzazioni<br />
dello Stato; si pensi che, per quanto attiene<br />
le forze di polizia, in questo caso <strong>la</strong> polizia<br />
penitenziaria, loro vanno avanti (scusate <strong>la</strong><br />
frase) perché sono agganciati alle altre forze<br />
di polizia. La categoria dei direttori, che si sta<br />
facendo una battaglia per conto suo, se <strong>la</strong> sta<br />
facendo da anni e non si vede mai il risultato;<br />
e in un mondo come questo che è frenetico,<br />
dove le cose cambiano di minuto in minuto,<br />
dove c’è una evoluzione anche culturale<br />
costante, già avere una velocità leggermente<br />
inferiore ti porta ad una differenziazione<br />
notevolissima nel tempo. Noi continuiamo<br />
a fare le corse utilizzando una macchina<br />
di cinquant’anni fa; non potremo mai<br />
vincere, né raggiungere gli altri concorrenti<br />
perché <strong>la</strong> nostra macchina è troppo lenta<br />
ed è strutturata tecnologicamente in modo<br />
diverso da quelle odierne. Un esempio:<br />
Periodico di informazione e cultura dal carcere <strong>Gulliver</strong><br />
l’informatizzazione. Noi ancora continuiamo<br />
a fare le registrazioni a mano; si consideri<br />
che tutti i detenuti che dal<strong>la</strong> cel<strong>la</strong> si<br />
muovono nel<strong>la</strong> sezione o fuori dal<strong>la</strong> sezione<br />
vengono annotati su un registro a mano. E’<br />
impensabile fare una cosa del genere anche<br />
perché il 50% dei soggetti sono detenuti di<br />
origine extracomunitaria e i nomi vengono<br />
quindi registrati per altro in modo errato. Ci<br />
sono quindi anche delle difficoltà obiettive di<br />
natura organizzativa. Comunque io ritengo<br />
che non sia necessario dare più attenzione<br />
a questo settore, ma è doveroso che gli si<br />
dia <strong>la</strong> stessa attenzione che si da a tutti i<br />
settori. Chiaramente se vogliamo par<strong>la</strong>re di<br />
trattamento il livello qualitativo di attenzione<br />
deve essere diverso da un livello quantitativo.<br />
Quando si par<strong>la</strong> di trattamento non si ha a<br />
che fare con i numeri: uno più uno può fare<br />
due o può fare cinquanta o può fare zero!<br />
Inoltre <strong>la</strong> qualità dell’intervento non dipende<br />
solo dai risultati ma dell’impegno, da quanto<br />
si riesce a stimo<strong>la</strong>re nell’altro; le variabili sono<br />
troppe e troppo grandi per poterle misurare.<br />
L’attenzione quindi va ricalibrata, anche in<br />
termini trattamentali. Nel 1975 per esempio<br />
si ipotizzava <strong>la</strong> risocializzazione riferita<br />
al detenuto italiano, residente nel luogo<br />
ove esisteva l’istituto penitenziario o nel<strong>la</strong><br />
regione, quindi tutta l’attività cosiddetta di<br />
reinserimento era finalizzata ad un percorso<br />
breve. <strong>Il</strong> detenuto ternano, detenuto a Terni,<br />
va reinserito nel contesto sociale ternano;<br />
ma il detenuto di Palermo inserito a Terni<br />
dove lo andiamo ad inserire? Qual è <strong>la</strong><br />
cultura siciliana rispetto a quel<strong>la</strong> terzana?<br />
Quali sono i metri di misura, i parametri<br />
che noi possiamo utilizzare? Cosa dire poi<br />
dei detenuti extracomunitari? In questo<br />
caso non riusciamo molte volte nemmeno<br />
ad intervenire. Quindi anche rispetto alle<br />
forme di comunicazione abbiamo oggi<br />
delle difficoltà rispetto al ’75; ecco perché è<br />
necessario che l’ordinamento vada ritarato<br />
in qualche modo. Va ritarato perché diversa<br />
è <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione detenuta, perché sono<br />
cambiati anche gli attori, perché <strong>la</strong> polizia<br />
penitenziaria non è più corpo militare, quindi<br />
anche gli atteggiamenti sono cambiati.<br />
D’altronde in trent’anni ne cambiano di cose<br />
in un mondo che va veloce.<br />
Quali sono le sue opinioni in generale<br />
sul trattamento, considerando l’attuale<br />
carenza di personale, educatori in<br />
primo luogo?<br />
3 |
<strong>Gulliver</strong> Periodico di informazione e cultura dal carcere<br />
Io ritengo che <strong>la</strong> carenza di personale è<br />
l’alibi dietro il quale tutti si trincerano; in<br />
effetti c’è carenza di personale, però io<br />
sono convinto che in una struttura privata<br />
una persona ti fa quello che nel pubblico<br />
si fa con cinque; non perché i cinque sono<br />
meno bravi dell’uno ma perché c’è una<br />
snellezza organizzativa diversa e c’è anche<br />
una motivazione diversa ad è chiaro che i<br />
flussi motivazionali cambiano tra pubblico<br />
e privato; il privato non consentirebbe al<br />
dipendente di non fare nul<strong>la</strong>; lo andrebbe<br />
ad individuare, come premierebbe quello<br />
che rende di più. Ecco questo sistema qui<br />
non esiste: c’è un appiattimento, e questo<br />
già depone a favore del fatto che non ci si<br />
può trincerare dietro alcun alibi. C’è una<br />
carenza di altro tipo che definirei carenza<br />
di feeling fra le persone. <strong>Il</strong> numero tutto<br />
sommato sarebbe sufficiente, considerato<br />
che abbiamo 220/230 dipendenti per<br />
gestire 350 detenuti. E’ impensabile che<br />
un privato farebbe <strong>la</strong> stessa cosa. Allora<br />
bisogna cambiare le regole, aggiornarle,<br />
ma più che altro rimotivare il personale,<br />
perché oggi è un po’ poco motivato nel<strong>la</strong><br />
generalità, proprio perché mancano tutte<br />
le nuove forme di gestione del personale.<br />
Quindi il numero non è assolutamente<br />
insufficiente ma lo è <strong>la</strong> qualità che è scarsa<br />
in motivazione, preparazione, strategie<br />
e quant’altro secondo le attuali forme di<br />
| 4<br />
gestione del personale.<br />
Come incidono i problemi di<br />
sovraffol<strong>la</strong>mento nello svolgimento di<br />
attività interne?<br />
In genere se si <strong>la</strong>vora in emergenza i<br />
risultati sono emergenziali; se si <strong>la</strong>vora nei<br />
lunghi tempi le cose possono funzionare.<br />
Se io posso assicurare un’attività formativa,<br />
<strong>la</strong>vorativa o culturale soltanto al 20%<br />
dei detenuti, è chiaro che <strong>la</strong> gran parte<br />
dei detenuti non partecipano a questa<br />
azione positiva, migliorativa, anzi è proprio<br />
il contrario, cioè <strong>la</strong> maggior parte non<br />
partecipa, non col<strong>la</strong>bora, si limita ad andare<br />
in palestra o al campo sportivo e con quello<br />
hanno risolto <strong>la</strong> loro giornata.<br />
<strong>Il</strong> sovraffol<strong>la</strong>mento è quindi in re<strong>la</strong>zione<br />
al<strong>la</strong> qualità dell’approccio che si può avere<br />
con <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione detenuta. Inoltre il<br />
vivere in due estranei, con atteggiamenti,<br />
comportamenti, provenienza, cultura e<br />
quant’altro diversi nel<strong>la</strong> stessa cel<strong>la</strong> in pochi<br />
metri quadrati (sono circa 8/9 metri quadrati)<br />
non è facile, non sarebbe facile per nessuna<br />
persona nemmeno di cultura onesta. Ma <strong>la</strong><br />
coabitazione non ha solo molti contro, ma<br />
anche qualche aspetto positivo. Non si può<br />
sottovalutare il controllo sociale che ciascun<br />
detenuto esercita sull’altro: il detenuto che<br />
si vuole autolesionare è ben diverso che lo<br />
faccia in presenza di un altro detenuto; il<br />
detenuto che vuole far<strong>la</strong> finita, ha comunque<br />
un sostegno per quanto b<strong>la</strong>ndo, o forse<br />
sprovveduto del compagno di cel<strong>la</strong>.<br />
Può illustrarci i progetti futuri re<strong>la</strong>tivi<br />
al<strong>la</strong> nascita di attività imprenditoriali<br />
interne al<strong>la</strong> struttura penitenziaria?<br />
Questa iniziativa mi ha interessato molto<br />
perché, come forse si è intuito dal discorso<br />
che ho appena fatto, sono convinto che le<br />
potenzialità di queste istituzioni, come quel<strong>la</strong><br />
carceraria, andrebbero più dettagliatamente<br />
sviluppate. Noi qui non teniamo volumi; non<br />
è una biblioteca in cui ci sono i libri e se uno<br />
li vuole consultare se li va a prendere. Qui<br />
sono tutti libri con le gambe, con <strong>la</strong> testa e<br />
con le braccia, quindi bisogna fare in modo<br />
di rendere viva questa loro permanenza e<br />
questo è il nostro vero obiettivo, <strong>la</strong> nostra<br />
vera attività. Non solo render<strong>la</strong> interessante<br />
ma anche produttiva. E’ inutile avere una<br />
forza <strong>la</strong>voro e non impiegar<strong>la</strong>. Quello che noi<br />
stiamo cercando di fare è mettere in pratica<br />
questo elementare concetto economico:<br />
cercare di sfruttare le molteplici e diversificate<br />
qualità per un risultato economicamente<br />
valutabile; e tutto ciò non sottovalutando il<br />
raggiungimento di uno scopo che noi abbiamo<br />
come istituzionale, cioè <strong>la</strong> risocializzazione,<br />
ma dando parimenti rilievo all’aspetto<br />
economico. È inutile tenere le persone a<br />
vegetare quando possono essere impiegate<br />
in un’attività produttiva. Io, a differenza<br />
dei miei colleghi <strong>la</strong>ureati in giurisprudenza,<br />
provengo da studi economici, quindi sono<br />
per formazione orientato verso un approccio<br />
di questo tipo anche perché colgo <strong>la</strong> loro<br />
espressione di soddisfazione quando sono<br />
coinvolti in momenti di produzione. Questo<br />
aspetto mi da riprova di quanto possa il<br />
<strong>la</strong>voro dare ad un individuo in termini di<br />
motivazione e soddisfazione.Quindi anche<br />
da questa constatazione il mio entusiasmo,<br />
<strong>la</strong> mia voglia di <strong>la</strong>vorare ad un <strong>progetto</strong> che<br />
ci porterà lontano; non so dire dove. Ogni<br />
traguardo è il punto di partenza per un’altra<br />
sfida. Quindi non mi sento di fare pronostici<br />
nè so dove riusciremo ad arrivare; dipenderà<br />
poi dall’impegno e dal<strong>la</strong> volontà di ognuno.<br />
Sicuramente si cercherà di evitare errori fatti<br />
in passato e si cercheranno soluzioni nuove!<br />
Vuole sottolineare qualcosa, vuol<br />
dare un messaggio al<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione<br />
detenuta?<br />
Credo che chi semina vento raccoglie<br />
tempesta! Così come <strong>la</strong> violenza genera<br />
<strong>la</strong> violenza, l’impegno genera impegno.<br />
Ognuno ha nelle proprie mani il proprio<br />
destino. Io esorto a pensare a questo, quindi<br />
a riprogettare ognuno il proprio percorso<br />
anche da qui, per non arrivare impreparati,<br />
anche se in situazioni di partico<strong>la</strong>re difficoltà<br />
è molto difficile. Ma nei detenuti che sono<br />
inseriti nei corsi, anche nelle giornate<br />
dedicate all’inaugurazione dei corsi stessi,<br />
ho visto tanta motivazione e voglia di fare,<br />
di impegnarsi… come dicevo impegno<br />
genera impegno. Quindi non è importante<br />
solo seminare. È importante anche ciò che<br />
si semina…e qui sta il difficile! Quando si<br />
seminano piante non infestanti esse hanno<br />
bisogno di più cure, di più attenzioni, non<br />
si può seminare e basta: il percorso è più<br />
impegnativo, ma sicuramente ci porta<br />
anche verso traguardi molto più positivi<br />
e di soddisfazione proprio perché seguiti,<br />
ragionati, voluti.<br />
Certo non è facile, ma noi per questo<br />
dobbiamo <strong>la</strong>vorare.
Un’iso<strong>la</strong> felice<br />
Incontro con Giuseppe Donato,<br />
direttore del carcere di Orvieto<br />
Ad Orvieto l’espressione “ti mando a<br />
San Pietro” ha il significato intimidatorio<br />
di “ti mando nel carcere del<strong>la</strong> città”. Ma<br />
il vecchio convento seicentesco di Via<br />
Roma che ospita <strong>la</strong> Casa di reclusione,<br />
un edificio inserito nel tessuto urbano del<br />
centro storico, oggi conserva ben poco del<strong>la</strong><br />
cupa minaccia espressa dall’antico modo<br />
di dire.Da anni, infatti, l’istituto è oggetto<br />
di continui e diremmo quasi affettuosi<br />
interventi conservativi, apparendo sempre<br />
più una costruzione che all’esterno non<br />
mostra lo stile di una Casa di pena.<br />
E questo vale ancora di più per l’interno,<br />
dove le attività <strong>la</strong>vorative danno l’idea<br />
piuttosto di una fabbrica in cui si svolge<br />
un’ intensa operosità e dove quasi tutti gli<br />
ambienti, dagli uffici agli spazi aperti, hanno<br />
in bel<strong>la</strong> mostra i manufatti, realizzati dai<br />
detenuti: vasi e piatti in ceramica, mosaici,<br />
artistiche realizzazioni in ferro, mobili e<br />
tessuti. Del<strong>la</strong> gestione di quest’istituto<br />
si dichiara partico<strong>la</strong>rmente orgoglioso il<br />
direttore Giuseppe Donato. Sposato, con<br />
due figli, 53 anni ben portati, originario del<strong>la</strong><br />
Ca<strong>la</strong>bria, ma vissuto quasi sempre a Roma,<br />
il dottor Donato, nell’Amministrazione<br />
penitenziaria dal 1977, dopo aver maturato<br />
Spazi vivibili<br />
e recentemente<br />
restaurati,<br />
numerose attività<br />
<strong>la</strong>vorative<br />
e ricreative<br />
fanno dell’istituto<br />
di Orvieto<br />
uno dei più<br />
funzionali e<br />
moderni.<br />
importanti esperienze a Rebibbia, a Rovigo<br />
e a Civitavecchia, da circa quindici anni<br />
è stato chiamato a dirigere <strong>la</strong> Casa di<br />
reclusione di Orvieto. Del suo impegno<br />
quotidiano così ci par<strong>la</strong>, mentre ci fa<br />
visitare i vari ambienti rinnovati e mostra<br />
con evidente soddisfazione le opere dei<br />
detenuti. « Appena arrivato - racconta - il<br />
mio primo impegno è stato proprio quello<br />
di rendere più idoneo l’istituto dal punto<br />
di vista architettonico. Sul vecchio ceppo<br />
seicentesco del convento dedicato al principe<br />
degli Apostoli, c’era già stata una prima,<br />
importante, ristrutturazione nel 1936, con<br />
<strong>la</strong> costruzione dei padiglioni detentivi e <strong>la</strong><br />
creazione di altri ambienti, come <strong>la</strong> direzione,<br />
realizzata all’esterno per motivi di sicurezza.<br />
Da quando io sono qui abbiamo provveduto<br />
ad almeno un centinaio di <strong>la</strong>vori di restauro,<br />
rimodernando l’istituto e rendendolo<br />
abbastanza funzionale e moderno. Non<br />
solo. <strong>Il</strong> nostro impegno conservativo, per i<br />
pregevoli aspetti architettonici dell’antico<br />
edificio, si è al<strong>la</strong>rgato anche a quelle parti<br />
non ancora fruibili, ma che vogliamo aprire<br />
all’esterno, come ad esempio il rifugio<br />
antiaereo, utilizzato durante gli anni del<strong>la</strong><br />
seconda guerra mondiale. Oggi credo che<br />
Periodico di informazione e cultura dal carcere <strong>Gulliver</strong><br />
l’istituto da me diretto sia tra i pochissimi<br />
in Italia a possedere un teatro, un cinema<br />
e ad aver dotato le stanze dei ristretti di<br />
docce con acqua calda, secondo le recenti<br />
normative».<br />
Quanti sono i detenuti ad Orvieto?<br />
«L’istituto, solo maschile, ha un unico<br />
reparto detentivo, ed attualmente ha circa<br />
130 persone, rispetto ad una capienza<br />
ottimale di 111. Sono tutti ospitati in celle<br />
multiple molto ampie che raggiungono<br />
anche le dimensioni di 70 metri quadri, come<br />
<strong>la</strong> numero 23. I detenuti scontano pene che<br />
vanno dai cinque anni in su, mentre quelli in<br />
attesa di giudizio rappresentano solo il 5-6%<br />
del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione carceraria».<br />
Quando è venuto a dirigere l’istituto<br />
una quindicina di anni fa, quali sono<br />
5 |
stati i primi problemi che ha dovuto<br />
affrontare?<br />
«Innanzitutto, ripeto, i problemi edilizi, il<br />
fabbricato era abbastanza fatiscente, ed ha<br />
avuto bisogno di tantissime ristrutturazioni.<br />
In questi anni abbiamo potuto ottenere buoni<br />
risultati grazie al<strong>la</strong> ottima col<strong>la</strong>borazione del<br />
nucleo territoriale delle Opere Pubbliche e<br />
con il forte impegno dell’ufficio ragioneria.<br />
Possiamo dire che quasi ogni angolo<br />
dell’istituto è stato ristrutturato. Dalle zone<br />
destinate alle <strong>la</strong>vorazioni, al teatro, nostro<br />
vero fiore all’occhiello, che ha bisogno<br />
solo delle ultime rifiniture e dove abbiamo<br />
avuto l’onore di ricevere in visita qualche<br />
anno fa anche Sua Santità Giovanni Paolo<br />
II. Abbiamo restaurato anche <strong>la</strong> chiesa,<br />
grazie ad un architetto di Firenze, che si è<br />
offerto gratuitamente per il <strong>progetto</strong>. Sono,<br />
infatti, quanto mai convinto che spazi idonei<br />
siano assolutamente necessari alle attività<br />
trattamentali e di recupero dei detenuti. Non<br />
sarà un caso, e di questo sono partico<strong>la</strong>rmente<br />
lieto, se ogni mese almeno un paio di persone<br />
sceglie il mio istituto per costituirsi».<br />
Dal punto di vista del personale,<br />
quante persone coordina tra civili e<br />
militari?<br />
«Va detto innanzitutto che noi abbiamo<br />
gravi carenze nel personale di custodia,<br />
che attualmente è di 65 unità, mentre per<br />
il personale educativo possiamo ritenerci<br />
soddisfatti. Possiamo contare, infatti, su<br />
tre educatori, un sanitario incaricato e<br />
uno a parcel<strong>la</strong>, mentre ci serviamo a turno<br />
di altri specialisti, come il cardiologo, il<br />
dentista, eccetera. Per gli interventi chirurgici<br />
impegniamo le strutture esterne dell’Azienda<br />
Sanitaria Locale».<br />
Quale è <strong>la</strong> provenienza dei detenuti?<br />
«Un terzo circa sono del<strong>la</strong> zona, che<br />
va dall’alto Lazio, al<strong>la</strong> bassa Toscana e<br />
all’Umbria. Noi abbiamo prevalentemente<br />
persone dell’alto Lazio e bassa Toscana,<br />
perché abbiamo assorbito i detenuti<br />
del carcere dismesso di Montepulciano,<br />
quindi ospitiamo anche numerosi ex<br />
tossicodipendenti del basso Senese. Poi<br />
abbiamo tantissimi stranieri, che oscil<strong>la</strong>no<br />
intorno al 40-45%, per lo più di provenienza<br />
del nord Africa e dei Paesi dell’ex Jugos<strong>la</strong>via.<br />
Per quanto riguarda l’età, <strong>la</strong> loro media è sui<br />
40 anni ».<br />
| 6<br />
Come sono i rapporti con <strong>la</strong> città?<br />
«Io e i miei col<strong>la</strong>boratori abbiamo sempre<br />
concepito i rapporti tra carcere e città come<br />
un ponte sul quale cerchiamo di far transitare<br />
i detenuti per aiutarli a trovare una soluzione<br />
di <strong>la</strong>voro e un definitivo reinserimento nel<strong>la</strong><br />
società civile. Ci siamo riusciti in qualche<br />
caso: quattro o cinque. Un numero che può<br />
sembrare esiguo, ma che per noi rappresenta<br />
un grande traguardo. Certamente per ogni<br />
caso ci sono voluti anni e anni di <strong>la</strong>voro.<br />
E non è stato facile, perché non solo noi<br />
dobbiamo supplire alle mancanze del<strong>la</strong><br />
società, ma anche ai problemi interni del<br />
nostro istituto. In effetti <strong>la</strong> sfida di riuscire<br />
a realizzare il loro reinserimento sociale è<br />
molto impegnativa. Alcuni di loro sono oggi<br />
perfettamente reinseriti e fanno ormai parte<br />
del<strong>la</strong> città. Uno di questi, si è sposato, ha<br />
dei figli ed è a capo operaio di una grande<br />
impresa di costruzione di oggetti metallici. <strong>Il</strong><br />
datore di <strong>la</strong>voro, che nei primi tempi aveva<br />
qualche complessità, venendomi a trovare di<br />
recente, mi ha confessato che è un operaio<br />
bravissimo e gli è ormai indispensabile.<br />
Altri due sono stabilmente e proficuamente<br />
impegnati nell’edilizia».<br />
Quali sono i <strong>la</strong>vori svolti dai detenuti<br />
all’interno dell’istituto?<br />
«<strong>Il</strong> nostro è un istituto manufatturiero,<br />
abbiamo un’officina meccanica, per <strong>la</strong><br />
<strong>la</strong>vorazione dei metalli, dagli armadi ai letti,<br />
per adesso finalizzata solo alle esigenza<br />
interne, anche se cominciamo a proiettarci<br />
sul mercato esterno, specie per quanto<br />
riguarda gli oggetti di alto artigianato,<br />
alcuni dei quali fanno bel<strong>la</strong> mostra nel cortile<br />
d’ingresso dell’istituto come una imponente<br />
aqui<strong>la</strong> predatrice e <strong>la</strong> riproduzione di un<br />
carro da guerra egiziano. Abbiamo anche<br />
una grande falegnameria, con tutte le più<br />
moderne attrezzature, da fare invidia alle<br />
grandi industrie del nord. Produciamo armadi,<br />
comodini, mobili assemb<strong>la</strong>ti. Per adesso <strong>la</strong><br />
produzione è per le esigenze interne, ma<br />
saremo tra breve in grado di soddisfare anche<br />
richieste esterne. Poi abbiamo tessitoria e una<br />
sartoria. La tessitoria produce asciugamani,<br />
lenzuo<strong>la</strong>, oggetti per <strong>la</strong> casa. Purtroppo<br />
non abbiamo molti detenuti impegnati nel<br />
settore manufatturiero, a causa del<strong>la</strong> scarsità<br />
dei capi d’arte. Adesso stiamo risolvendo il<br />
problema, grazie all’aiuto del Ministero, con<br />
<strong>la</strong> ripresa del<strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione di due persone.<br />
<strong>Il</strong> nostro obbiettivo è portare <strong>la</strong> produzione<br />
manufatturiera ad un livello alto. Un’altra<br />
cosa importante è il <strong>progetto</strong> che abbiamo<br />
in animo di realizzare una comunità agrico<strong>la</strong>.<br />
Abbiamo sig<strong>la</strong>to un’intesa con il sindaco di un<br />
paese vicino, dove c’è <strong>la</strong> disponibilità di otto<br />
ettari di terreno, per l’allevamento di animali<br />
domestici e per l’agricoltura, compreso un<br />
piccolo oliveto. Per realizzare il <strong>progetto</strong><br />
contiamo su finanziamenti dell’Unione<br />
europea e del<strong>la</strong> Caritas e, ovviamente, su un<br />
aiuto del nostro Ministero. In questo modo<br />
contiamo di dare <strong>la</strong>voro a dieci-quindici<br />
persone. Tra i progetti che stiamo avviando<br />
voglio, infine, ricordare anche un corso di<br />
pizzaioli, per far si che all’interno dell’istituto<br />
si possa cucinare e consumare <strong>la</strong> pizza. Un<br />
alimento poco costoso ed apprezzzato da<br />
tutti».<br />
Qual è il contributo dei volontari in<br />
questo istituto?<br />
«Possiamo contare su un grande numero
di volontari, che vengono dal<strong>la</strong> Toscana e<br />
dell’Orvietano. Molti, circa una decina, sono<br />
del<strong>la</strong> Caritas. Ci coadiuvano nel tempo libero,<br />
nell’organizzazione degli spettacoli teatrali,<br />
ma soprattutto nei piccoli servizi ai detenuti<br />
e nell’assistenza nei loro bisogni materiali,<br />
con piccole somme di denaro, biancheria,<br />
regali per Natale e in occasione delle altre<br />
festività».<br />
I detenuti possono svolgere anche<br />
attività sportive o ricreative?<br />
«Per queste abbiamo un campo di calcetto,<br />
un campo da tennis, una palestra, uno spazio<br />
polifunzionale con biliardino, ping pong,<br />
tutto in spazi abbastanza <strong>la</strong>rghi. Un nostro<br />
grande orgoglio è il teatro, con 120 posti a<br />
sedere e realizzato in forma ottocentesca, è<br />
diventato il vanto del<strong>la</strong> stessa città di Orvieto,<br />
perché quando era chiuso il vecchio teatro<br />
cittadino, gli spettacoli erano rappresentati<br />
qui nel nostro teatro. Mi preme ricordare<br />
che il primo intervento edilizio, dopo <strong>la</strong> mia<br />
venuta, una quindicina di anni fa, l’ho fatto<br />
proprio per restaurare il teatro. Disponiamo,<br />
poi, anche di un locale per il cinema, in cui<br />
bisettimalmente sono proiettate pellicole<br />
recenti».<br />
Quali sono le problematiche su<br />
cui è maggiormente impegnato attualmente?<br />
«<strong>Il</strong> problema più urgente è assicurare <strong>la</strong>voro<br />
per tutti i detenuti, e dare loro <strong>la</strong> possibilità di<br />
acquisire una buona professionalità così che,<br />
una volta scontata <strong>la</strong> pena, possano avere una<br />
minima possibilità di <strong>la</strong>voro. Per far questo<br />
è necessario coinvolgere tutti gli operatori<br />
a qualsiasi livello, polizia penitenziaria<br />
educatori, area sanitaria, ragionieri, <strong>la</strong>vorando<br />
tutti assieme per dare un forte<br />
contributo in sintonia con il Dipartimento<br />
del<strong>la</strong> Amministrazione penitenziaria. Non<br />
è un caso se adesso siamo impegnati nel<br />
<strong>progetto</strong> per <strong>la</strong> realizzazione di uno spazio<br />
all’aperto, collegato con <strong>la</strong> sa<strong>la</strong> colloquio,<br />
dotato di gazebo e adorno di alberi e fontane,<br />
nel quale i detenuti possano incontrare i loro<br />
familiari. Sarà un ulteriore passo avanti per<br />
rendere più umana e proficua <strong>la</strong> permanenza<br />
delle persone che si trovano a dover vivere un<br />
periodo di detenzione ».<br />
Periodico di informazione e cultura dal carcere <strong>Gulliver</strong><br />
Due educatrici<br />
ai confi ni del<strong>la</strong> vita<br />
Intervista<br />
al<strong>la</strong> Dr.ssa Gabriel<strong>la</strong> Simonetti<br />
e al<strong>la</strong> Dr.ssa Pao<strong>la</strong> Bernardoni<br />
A cura di Emanue<strong>la</strong> Fortunati e Sara Bizzarri<br />
Per capire sempre meglio <strong>la</strong> vita del carcere abbiamo conversato con due educatori<br />
penitenziari, <strong>la</strong> Dr.ssa Gabriel<strong>la</strong> Simonetti, responsabile dell’Area trattamentale presso <strong>la</strong><br />
Casa circondariale di Terni, e <strong>la</strong> Dr.ssa Pao<strong>la</strong> Bernardoni, responsabile dell’Area educativa<br />
presso <strong>la</strong> Casa di reclusione di Orvieto.<br />
Gli educatori penitenziari dipendono dal Ministero del<strong>la</strong> Giustizia. Seguono i detenuti, si<br />
occupano dei loro bisogni, convivono con i loro piccoli problemi o grandi drammi, portano<br />
avanti una “osservazione scientifica del<strong>la</strong> personalità” in vista del<strong>la</strong> possibile concessione<br />
di misure alternative al carcere: il sì o il no spetta poi al Magistrato di Sorveglianza, dopo<br />
una re<strong>la</strong>zione al<strong>la</strong> quale concorrono anche un criminologo, uno psicologo, un assistente<br />
sociale e via di seguito.<br />
“La figura professionale dell’ Educatore - dice <strong>la</strong> Dr.ssa Simonetti - nell’organico<br />
dell’Amministrazione Penitenziaria viene istituita con <strong>la</strong> Legge n. 354 del 1975<br />
(Ordinamento Penitenziario), che introduce inoltre <strong>la</strong> figura dell’ Assistente Sociale.<br />
Con questa legge il detenuto diviene soggetto portatore dei diritti riconosciuti dal<strong>la</strong><br />
Costituzione, e del diritto al trattamento.<br />
L’educatore è un operatore che svolge le sue competenze nell’area Educativa o del<br />
Trattamento: nello specifico si occupa dell’osservazione del comportamento del<strong>la</strong> persona<br />
detenuta in esecuzione di pena e del<strong>la</strong> sua disponibilità a partecipare al<strong>la</strong> vita dell’istituto<br />
penitenziario ed a fruire delle opportunità trattamentali offerte.<br />
L’educatore attiva, nei riguardi delle persone detenute imputate , interventi atti a<br />
sostenere gli interessi umani , culturali e professionali.<br />
Imposta ed attua , in autonomia metodologica e tecnica, i diversi interventi educativi,<br />
secondo precise finalità.<br />
In tale prospettiva l’educatore progetta, organizza, e segue nel loro svolgimento<br />
tutte le iniziative sco<strong>la</strong>stiche, di formazione professionale, <strong>la</strong>vorative, culturali, religiose,<br />
sportive, ricreative e di realizzazione del<strong>la</strong> personalità dei detenuti.<br />
Su indirizzo generale del Direttore dell’istituto, mantiene i contatti con tutte le realtà<br />
esterne (Enti locali, ASL, Centro per l’Impiego, Associazioni di volontariato, Comunità<br />
terapeutiche, Dirigenza dell’ Istituto IPSIA, ecc.), nell’apertura ad ogni opportunità<br />
offerta dal contesto sociale in cui l’istituto è collocato, e nel<strong>la</strong> prospettiva del miglior<br />
<strong>la</strong>voro di rete.<br />
Inoltre, l’educatore favorisce e supporta il miglior funzionamento delle commissioni e<br />
delle re<strong>la</strong>tive rappresentanze dei detenuti (è componente del<strong>la</strong> Commissione per <strong>la</strong> scelta<br />
dei volumi del<strong>la</strong> biblioteca, di quel<strong>la</strong> per le attività culturali sportive e ricreative, e del<strong>la</strong><br />
Commissione per <strong>la</strong> stesura del Rego<strong>la</strong>mento interno dell’Istituto penitenziario).<br />
E’ componente del Consiglio di Disciplina.<br />
Altro importante compito dell’educatore è quello del coordinamento dell’attività degli<br />
Assistenti Volontari.<br />
In integrazione con le altre figure professionali dell’ Equipe di Osservazione e Trattamento<br />
(Presidente il Direttore dell’ Istituto, componenti il Comandante del<strong>la</strong> Polizia<br />
Penitenziaria, l’Assistente Sociale, l’ Esperto Psicologo o Criminologo) ed all’occorrenza<br />
7 |
<strong>Gulliver</strong> Periodico di informazione e cultura dal carcere<br />
al<strong>la</strong>rgata al contributo del Cappel<strong>la</strong>no, del<br />
Sanitario ecc., l’educatore cura l’osservazione<br />
del<strong>la</strong> personalità del detenuto e redige il<br />
programma di trattamento individualizzato,<br />
nel quale confluiscono gli interventi<br />
professionali di tutti gli operatori indicati”.<br />
Dr.ssa Bernardoni, può descriverci<br />
l’istituto di Orvieto?<br />
“L’Istituto di Orvieto, collocato nel centro<br />
storico del<strong>la</strong> città, è un antico convento<br />
seicentesco ristrutturato e riadattato durante<br />
il Fascismo a struttura penitenziaria, con il<br />
nome di Istituto di riadattamento sociale.<br />
Per anni è stato oggetto di continui interventi<br />
conservativi che hanno reso l’edificio abbastanza<br />
funzionale e moderno.<br />
E’ una Casa di Reclusione, ossia un carcere<br />
dove sono ristretti quei detenuti che stanno<br />
espiando una condanna ormai definitiva,<br />
perché hanno già subito tutti e tre i gradi<br />
di giudizio.<br />
A Orvieto non si può par<strong>la</strong>re di<br />
sovraffol<strong>la</strong>mento vero e proprio in quanto<br />
<strong>la</strong> recettività prevista è di 136 unità mentre<br />
<strong>la</strong> presenza media si aggira tra le 135/140<br />
unità.<br />
Ospita prevalentemente detenuti provenienti<br />
dalle regioni centro-meridionali del<strong>la</strong><br />
peniso<strong>la</strong>.<br />
Gli Umbri risultano meno di un terzo<br />
del totale, mentre <strong>la</strong> percentuale degli<br />
extra-comunitari, perlopiù marocchini, tunisini<br />
e provenienti dall’ex Jugos<strong>la</strong>via, si<br />
attesta intorno al 35%. Quasi <strong>la</strong> metà dei<br />
presenti ha fatto uso in passato di sostanze<br />
stupefacenti.<br />
La partico<strong>la</strong>re conformazione dell’Istituto<br />
dotato di ampi spazi, soprattutto esterni,<br />
l’adeguato rapporto tra numero dei ristretti<br />
e operatori penitenziari, sono elementi<br />
che favoriscono lo svolgimento delle<br />
attività trattamentali (<strong>la</strong>voro, studio, corsi<br />
professionali, sport, attività ricreative) in<br />
modo abbastanza diffuso e omogeneo”.<br />
Quali sono le principali attività<br />
che vengono svolte nell’Istituto di<br />
Orvieto?<br />
“<strong>Il</strong> nostro è un istituto manifatturiero cioè<br />
dotato di officine, (meccanica e tessitoria)<br />
e <strong>la</strong>vorazioni (falegnameria). La produzione<br />
per ora è finalizzata alle esigenze interne<br />
(Amministrazione Penitenziaria) ma speriamo<br />
in futuro di essere in grado di proiettarci sul<br />
libero mercato. Vi <strong>la</strong>vorano circa 20 detenuti<br />
| 8<br />
ed altrettanti sono impegnati in <strong>la</strong>vori di<br />
servizio interno. Al<strong>la</strong> luce di questi numeri<br />
appare chiaro che le opportunità di offerta di<br />
<strong>la</strong>voro qualificato sono insufficienti rispetto<br />
al<strong>la</strong> richiesta e che soltanto l’integrazione<br />
del carcere nel territorio potrà modificare<br />
l’attuale situazione.<br />
Da tempo si è impegnati in un’attività di<br />
sensibilizzazione del<strong>la</strong> comunità esterna,<br />
finalizzata a favorire l’inserimento <strong>la</strong>vorativo<br />
dei detenuti nel<strong>la</strong> società libera. Nel corso<br />
del 2004 è stato possibile inserire all’esterno<br />
7 detenuti, 3 dei quali sono stati assunti da<br />
cooperative sociali con borse <strong>la</strong>voro. Nel<br />
Novembre 2003 è stata sottoscritta una<br />
convenzione con il Centro Per l’Impiego del<strong>la</strong><br />
Provincia di Terni per sostenere l’occupazione<br />
delle così dette “fasce deboli”, di cui i<br />
soggetti reclusi fanno parte. A seguito di ciò<br />
è stato aperto uno sportello di orientamento<br />
al <strong>la</strong>voro tramite il quale tutti i detenuti<br />
italiani e stranieri con rego<strong>la</strong>re permesso di<br />
soggiorno, potranno iscriversi nel<strong>la</strong> banca<br />
dati dei Centri per l’Impiego e fruire di<br />
tutti quei servizi utili a promuovere <strong>la</strong> loro<br />
formazione e occupazione.<br />
Per quanto riguarda i corsi sco<strong>la</strong>stici,<br />
attualmente sono attivi il corso di scuo<strong>la</strong><br />
media e il corso di prima alfabetizzazione<br />
per italiani e stranieri mentre è ancora<br />
in via di definizione l’organizzazione del<br />
primo biennio di scuo<strong>la</strong> media superiore.<br />
Nel settore del<strong>la</strong> formazione professionale<br />
è presente il corso di qualificazione per
panettieri pasticceri, che dovrebbe prevedere<br />
anche l’inserimento di alcuni partecipanti in<br />
aziende di settore, attraverso lo strumento<br />
delle borse <strong>la</strong>voro.<br />
Grazie al<strong>la</strong> presenza e al<strong>la</strong> disponibilità dei<br />
volontari, cattolici e <strong>la</strong>ici, è stato possibile<br />
attuare numerose iniziative prevalentemente<br />
di carattere culturale ricreativo e sportivo,<br />
ma non solo.<br />
Attualmente sono attivi il <strong>la</strong>boratorio<br />
teatrale, il cineforum, il canto corale,<br />
<strong>la</strong> preparazione atletica, lo sportello<br />
di segretariato sociale per detenuti<br />
tossicodipendenti, lo sportello di orientamento<br />
al <strong>la</strong>voro, <strong>la</strong> catechesi e il corso di<br />
storia delle religioni”.<br />
Anche nel<strong>la</strong> Casa circondariale di Terni<br />
sono molteplici le attività che si organizzano:<br />
“a Terni – racconta <strong>la</strong> Dr.ssa Simonetti –<br />
sono numerosissime le attività organizzate<br />
nell’istituto, aperte al<strong>la</strong> partecipazione di<br />
tutti i detenuti interessati.<br />
Oltre a quelle sco<strong>la</strong>stiche e <strong>la</strong>vorative, che<br />
impegnano circa 100 detenuti, si organizzano<br />
corsi di formazione professionale, in<br />
partico<strong>la</strong>re per “Tecnico Ortoflorofrutticolo”<br />
e per “Panettiere” entrambi gestiti dal<strong>la</strong><br />
<strong>cooperativa</strong> sociale <strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong> che<br />
tendono ad ottimizzare le risorse e a dare<br />
risultati anche economici oltre che <strong>la</strong>vorativi.<br />
Con il contributo delle associazioni di<br />
volontariato si realizzano attività di <strong>la</strong>vorazione<br />
del<strong>la</strong> ceramica, animazione teatrale,<br />
decorazione delle pareti, pittura su vetro,<br />
fotografia, informatica di base, conversazione<br />
in lingua francese, disegno e pittura. Si<br />
tengono periodicamente spettacoli musicali,<br />
e partite di calcio con esterni”<br />
Come valutate i corsi di formazione<br />
attivati da <strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong> all’interno<br />
dei vostri istituti?<br />
“Li valutiamo molto positivamente. I<br />
partecipanti seguono con impegno ed<br />
interesse i corsi che hanno fornito loro le<br />
giuste competenze e l’esercizio pratico<br />
necessario all’apprendimento di una professione<br />
molto richiesta sul mercato del<br />
<strong>la</strong>voro. E’ molto importante, infatti, il<br />
collegamento con il tessuto produttivo del<br />
territorio. Facciamo un grande sforzo per le<br />
attività trattamentali, ma poi il risultato si<br />
annul<strong>la</strong> nel momento in cui il detenuto esce<br />
ed è espulso dal contesto sociale. Fare un<br />
corso professionale, senza poi utilizzare <strong>la</strong><br />
professionalità acquisita, è un inutile spreco<br />
di risorse. Gli interventi formativi avviati<br />
all’interno degli istituti di pena di Terni<br />
ed Orvieto, il <strong>progetto</strong> <strong>“Plus”</strong> e i progetti<br />
“Agrico<strong>la</strong> Terni” e “Corso per Pizzaiolo<br />
Orvieto” si pongono, invece, un duplice<br />
scopo: trasferire competenze professionali ai<br />
detenuti e dare loro opportunità <strong>la</strong>vorative<br />
all’esterno, anche attraverso l’utilizzo delle<br />
borse di <strong>la</strong>voro”.<br />
Nelle carceri umbre c’è una forte<br />
componente di stranieri; come credete<br />
sia possibile continuare a par<strong>la</strong>re di<br />
reinserimento anche per loro?<br />
“No, non credo sia possibile - dice <strong>la</strong><br />
Dr.ssa Bernardoni - perché non è possibile<br />
reinserire persone che per legge, al termine<br />
Periodico di informazione e cultura dal carcere <strong>Gulliver</strong><br />
del<strong>la</strong> pena, devono essere espulse dallo<br />
Stato Italiano. L’unica strada percorribile<br />
è quel<strong>la</strong> dell’offerta formativa spendibile<br />
anche nel loro Paese. Ma se dal loro Paese<br />
si sono allontanati perché privi di risorse,<br />
basterà un attestato di qualifica a modificare<br />
<strong>la</strong> situazione oppure saranno costretti di<br />
nuovo al<strong>la</strong> c<strong>la</strong>ndestinità e di conseguenza ai<br />
reati?”.<br />
“Nell’istituto penitenziario di Terni –<br />
aggiunge <strong>la</strong> dr.ssa Simonetti - <strong>la</strong> presenza<br />
dei detenuti stranieri, nel<strong>la</strong> quasi totalità<br />
extracomunitari, è molto forte, e supera <strong>la</strong><br />
metà del totale.<br />
Nei loro riguardi <strong>la</strong> Direzione attiva tutti<br />
gli interventi specifici sopraindicati, ed offre<br />
comunque <strong>la</strong> possibilità di fruire di tutte le<br />
opportunità trattamentali.<br />
Successivamente al<strong>la</strong> legge Bossi-Fini<br />
è oggettivamente divenuto più difficile<br />
il reinserimento di questa categoria di<br />
detenuti, che nel<strong>la</strong> quasi totalità sono<br />
sprovvisti di permesso di soggiorno, e spesso<br />
di documenti, e sono nel nostro Paese<br />
c<strong>la</strong>ndestinamente.<br />
Alcuni detenuti, affidabili e conosciuti per<br />
le positive prove offerte in questo istituto,<br />
sono indirizzati al <strong>la</strong>voro all’esterno presso<br />
cooperative sociali, anche se al termine del<strong>la</strong><br />
pena saranno presumibilmente espulsi.<br />
L’indirizzo del<strong>la</strong> direzione è quello di<br />
offrire comunque possibilità ed opportunità<br />
formative, <strong>la</strong>vorative e culturali ai detenuti<br />
stranieri extracomunitari; l’acquisizione di<br />
competenze rimane nel bagaglio di crescita<br />
personale di ciascuno, e potrà essere spesa<br />
nel Paese di origine”.<br />
Quale messaggio inviare al<strong>la</strong><br />
popo<strong>la</strong>zione detenuta dei vostri<br />
istituti?<br />
“È molto difficile rispondere ad una<br />
domanda di questo genere senza assumere<br />
toni viatici. Comunque ci provo io (dr.ssa<br />
Bernardoni, n.d.r.): per prima cosa vorrei<br />
dire loro che ho scelto <strong>la</strong> mia professione<br />
perché tutto ciò che è umano mi interessa<br />
e che l’interesse e <strong>la</strong> comprensione del<strong>la</strong><br />
storia personale sono al<strong>la</strong> base di ogni<br />
scelta e/o decisione professionale; poi vorrei<br />
aggiungere, e questo vale per tutti, che <strong>la</strong><br />
vita è una difficile scommessa, sta a noi<br />
riuscire a vincer<strong>la</strong>. ‘Io, speriamo che me <strong>la</strong><br />
cavo’”.<br />
9 |
<strong>Gulliver</strong> Periodico di informazione e cultura dal carcere<br />
La biblioteca<br />
di Franco Pierini<br />
E’ stata fatta su espressa volontà del<br />
nostro direttore dott. Dell’Aira, con <strong>la</strong> sua<br />
volontà sempre presente nell’attuare ciò che<br />
a noi detenuti ci può consentire un migliore<br />
adattamento in un posto restrittivo, e nello<br />
stesso tempo, presente nei nostri problemi<br />
più urgenti.<br />
Con l’operosità di detenuti, muratori,<br />
elettricisti, decoratori, falegnami è venuto<br />
fuori questo angolo che ti fa sentire al di<br />
fuori dell’ambiente.<br />
Punto non solo per <strong>la</strong> custodia dei libri,<br />
ma anche luogo per far vedere le opere<br />
realizzate in ceramica e in legno oppure in<br />
qual si voglia materiale, fatto manualmente<br />
da alcuni di noi; centro di incontri fra detenuti<br />
e visitatori, centro di presentazione dei corsi<br />
e ricevimento attestati.<br />
Per quanto riguarda i volumi vi è un<br />
buon assortimento; su 90 c<strong>la</strong>ssificazioni<br />
si raggiungono i 3000 volumi; il tutto<br />
ovviamente di epoche diverse, usando una<br />
c<strong>la</strong>ssificazione decimale con metodo Dewey,<br />
facilmente gestibile e adattissimo a questo<br />
tipo di biblioteca.<br />
I volumi sono donati da enti privati e<br />
pubblici, da singoli e detenuti ritenendo<br />
opportuno ingrandire con le loro donazioni<br />
<strong>la</strong> possibilità di scelta; inoltre abbiamo<br />
una significativa scelta di libri in lingua<br />
(specialmente inglese, francese, spagnolo,<br />
| 10<br />
turco e rumeno).<br />
<strong>Il</strong> tutto ovviamente condotto e desiderato<br />
dal Dott. Dell’Aira, nostro direttore, che<br />
ha seguito tutti i <strong>la</strong>vori per far si che<br />
anche questa casa circondariale avesse<br />
una biblioteca degna per il fabbisogno di<br />
coloro che intendono apprendere e farsi<br />
una propria cultura, è una persona attenta<br />
alle problematiche di noi detenuti. Basta<br />
osservare quanti corsi di specializzazione e<br />
reinserimento vengono fatti in questa Casa<br />
Circondariale seppur con pochi finanziamenti;<br />
del resto lo si vede nelle ragioni dei vari corsi<br />
che di anno in anno si qualificano sempre<br />
di più attirando maggiormente coloro che<br />
intendono rifarsi un futuro e reinserirsi in<br />
una società non ancora pronta mentalmente<br />
per questa categoria di nuovi <strong>la</strong>voratori.<br />
Pertanto questa è un’iso<strong>la</strong> del Carcere,<br />
ove esistono libri che in ogni caso e in ogni<br />
senso quando li leggi ti portano fuori dalle<br />
mura in cui sei ristretto con ricordi, sogni e<br />
speranze.<br />
E devo dire che prima di svolgere questa<br />
mansione non mi immaginavo affatto che<br />
all’interno di un carcere si potesse leggere<br />
tanto ed apprezzare talune sfumature<br />
derivanti dal<strong>la</strong> lettura di poesie, saggi o fatti<br />
storici come viene effettivamente percepito<br />
qui.
Verso un servizio<br />
sempre migliore<br />
Intervista al Vice Comandante<br />
del<strong>la</strong> Casa circondariale di Terni<br />
A cura di Emanue<strong>la</strong> Fortunati<br />
<strong>Il</strong> successo e i buoni risultati raggiunti dai<br />
progetti di reinserimento sociale dei detenuti<br />
attuati all’interno degli istituti di pena sono<br />
possibili grazie all’impegno e al<strong>la</strong> disponibilità<br />
degli agenti di Polizia Penitenziaria che, oltre<br />
alle alte qualità professionali, dimostrano<br />
una forte tensione morale e umana. Del<br />
ruolo e delle funzioni che svolge <strong>la</strong> Polizia<br />
Penitenziaria parliamo con l’Ispettore Capo<br />
Stefano Cicogna, Vice Comandante presso<br />
<strong>la</strong> Casa circondariale di Terni.<br />
“La polizia penitenziaria - dichiara<br />
l’Ispettore Cicogna - nata già nel 1990,<br />
quando c’è stata <strong>la</strong> trasformazione in agenti<br />
di custodia corpo militare a corpo civile,<br />
appunto con l’istituzione del corpo di Polizia<br />
Penitenziaria, assicura l’ordine e <strong>la</strong> sicurezza<br />
all’interno degli istituti e chiaramente<br />
garantisce l’esecuzione dei provvedimenti.<br />
L’aspetto più innovativo del<strong>la</strong> riforma è<br />
quello che, oltre ad avere un ruolo civile,<br />
come impiegato civile dello Stato e come<br />
facente parte di un corpo che riguarda<br />
e garantisce anche l’ordine pubblico, <strong>la</strong><br />
Polizia Penitenziaria ha assunto proprio<br />
come compito istituzionale il ruolo specifico<br />
di partecipare al trattamento rieducativo<br />
dei detenuti. Questi sono principalmente<br />
i compiti istituzionali, oltre all’assunzione<br />
delle traduzioni e dei piantonamenti, che<br />
una volta erano assoggettati all’esecuzione<br />
dei carabinieri. La Polizia Penitenziaria<br />
chiaramente è un corpo di polizia; fa parte<br />
dei cinque corpi di polizia, con tutte le<br />
attività connesse al di fuori dei compiti<br />
specifici istituzionali. Quindi: attività di<br />
polizia giudiziaria, in special modo, attività<br />
investigativa all’interno degli istituti,<br />
<strong>la</strong>ddove esistano dei procedimenti penali che<br />
riguardano soggetti ristretti, e talune volte<br />
anche indagini che si estendono all’esterno<br />
perché poi, in effetti, vengono coinvolti<br />
soggetti che non necessariamente si trovano<br />
all’interno del<strong>la</strong> struttura.<br />
Quali sono le principali difficoltà<br />
Periodico di informazione e cultura dal carcere <strong>Gulliver</strong><br />
che <strong>la</strong> Polizia Penitenziaria incontra in<br />
questo Istituto?<br />
Re<strong>la</strong>tivamente ai compiti istituzionali<br />
del<strong>la</strong> Polizia Penitenziaria in questo istituto,<br />
come in gran parte degli altri istituti, le<br />
maggiori difficoltà sono riconducibili al<strong>la</strong><br />
carenza dell’organico perché in effetti<br />
avere un personale ridotto induce ad un<br />
servizio meno curato perché molte cose<br />
devono essere trascurate per dare spazio<br />
alle cose, per priorità, più importanti. Per<br />
questo motivo a volte si può constatare<br />
una trascuratezza di altri aspetti parimenti<br />
importanti che però non hanno <strong>la</strong> priorità<br />
rispetto ai servizi che garantiscono <strong>la</strong><br />
sicurezza dell’istituto, aspetto primo che <strong>la</strong><br />
Polizia Penitenziaria, che fa parte dell’Area<br />
Sicurezza, è tenuta a garantire. La risoluzione<br />
possibile è un’assegnazione di ulteriore<br />
personale in questa sede, affinché possa<br />
aiutare le altre attività e anche garantire i<br />
diritti dei <strong>la</strong>voratori, perché poi comunque,<br />
una carenza di personale, purtroppo va a<br />
precludere anche alcuni diritti dei <strong>la</strong>voratori,<br />
oppure ne ritarda <strong>la</strong> fruizione, tipo il riposo<br />
settimanale, oppure le ferie.<br />
In questo Istituto, per garantire<br />
l’effettuazione dei vari corsi, sco<strong>la</strong>stici<br />
e formativi, siamo riusciti anche grazie<br />
all’impegno del Direttore, a costruire un<br />
reparto dove abbiamo concentrato varie<br />
attività in modo che avessimo un risparmio<br />
delle risorse umane; infatti con una unità<br />
riusciamo a garantire tutti i corsi sco<strong>la</strong>stici e<br />
anche altri corsi formativi che, se diversamente<br />
posizionati logisticamente, avrebbero avuto<br />
sicuramente necessità di un’unità di Polizia<br />
11 |
Penitenziaria addetta a quel controllo.<br />
Inoltre qui a Terni abbiamo <strong>la</strong>vorato<br />
molto per il sistema del<strong>la</strong> graduatoria per<br />
l’immissione al <strong>la</strong>voro, che rappresenta per<br />
i detenuti <strong>la</strong> principale esigenza perché gli<br />
consente di acquistare le sigarette, per<br />
chi fuma o di comprarsi generi alimentari<br />
di proprio gradimento, cose che, in un<br />
certo senso, danno anche più dignità al<br />
detenuto stesso. Suddetta graduatoria<br />
infatti rispecchia molto <strong>la</strong> fonte normativa<br />
e quindi garantisce, anche a soggetti con<br />
situazioni di partico<strong>la</strong>re difficoltà, di avere<br />
un’attività <strong>la</strong>vorativa; purtroppo non è<br />
possibile garantire il <strong>la</strong>voro a tutti anche se,<br />
con un partico<strong>la</strong>re sistema di occupazione,<br />
riusciamo a far <strong>la</strong>vorare circa 100 unità al<br />
mese. Ci sono dei posti fissi e altri sono a<br />
rotazione; complessivamente ci sono circa<br />
100 detenuti impegnati in attività <strong>la</strong>vorative,<br />
realtà questa che non è sicuramente presente<br />
in tutti gli altri istituti penitenziari. Questa<br />
partico<strong>la</strong>re modalità di occupazione però<br />
non si coniuga molto bene con il discorso<br />
delle attività formative In effetti ci sono<br />
detenuti che vorrebbero avere, ed è loro<br />
diritto, sia <strong>la</strong> possibilità di frequentare corsi<br />
che essere impegnati in attività <strong>la</strong>vorative;<br />
però, a seconda dell’attività <strong>la</strong>vorativa che<br />
vanno a svolgere, hanno poi <strong>la</strong> reclusione<br />
obbligata dell’attività formativa.<br />
Come si pone <strong>la</strong> Polizia Penitenziaria<br />
rispetto alle attività formative e<br />
<strong>la</strong>vorative che si svolgono in questo<br />
istituto e in partico<strong>la</strong>re in riferimento<br />
ai progetti che segue <strong>la</strong> <strong>cooperativa</strong><br />
sociale <strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong>?<br />
La Polizia Penitenziaria cerca sempre di<br />
dare il suo massimo contributo così come <strong>la</strong><br />
legge gli conferisce per quanto riguarda <strong>la</strong><br />
partecipazione attiva al trattamento; poiché<br />
l’attività formativa/<strong>la</strong>vorativa è da ritenersi<br />
comunque una attività trattamentale, il<br />
contributo del<strong>la</strong> Polizia Penitenziaria è di<br />
massima col<strong>la</strong>borazione; certo, le nostre<br />
difficoltà, come già abbiamo accennato, non<br />
ci permettono, alle volte, di dare il nostro<br />
contributo così come lo vorremmo dare;<br />
però possiamo comunque rappresentare<br />
e confermare che c’è tutta <strong>la</strong> volontà di<br />
garantire l’esecuzione e l’effettuazione<br />
di tutte le attività formative e <strong>la</strong>vorative,<br />
propr0io perché riescono a creare una<br />
atmosfera più serena sia all’interno del<br />
penitenziario, sia nei detenuti che vivono in<br />
esso. Questo è un bene per tutti gli addetti ai<br />
<strong>la</strong>vori e per tutte le aree, non solo per quel<strong>la</strong><br />
del<strong>la</strong> sicurezza ma anche per <strong>la</strong> sanitaria<br />
ad esempio, che potrebbe essere chiamata<br />
in causa <strong>la</strong>ddove venisse a mancare questa<br />
serenità.<br />
Inoltre il dare <strong>la</strong> possibilità ad un soggetto<br />
che non ha mai avuto esperienze <strong>la</strong>vorative a<br />
causa del suo comportamento deviante che<br />
lo ha portato a vivere sempre realtà diverse,<br />
quindi il dare l’opportunità di svolgere<br />
un’attività che domani, una volta dimesso<br />
da quest’istituto, potrebbe anche aiutarlo<br />
nel<strong>la</strong> realtà esterna, è comunque per noi un<br />
segno di civiltà e da senso anche al<strong>la</strong> nostra<br />
attività..<br />
Inoltre io vorrei sottolineare l’impegno<br />
di tutti quanti gli operatori del<strong>la</strong> Casa<br />
Circondariale, sia del personale del<strong>la</strong> Polizia<br />
Penitenziaria, sia del personale appartenente<br />
alle altre aree, oltre alle figure che operano<br />
all’interno di questo istituto, compreso il<br />
volontariato. E’ un impegno, almeno a me<br />
sembra, che <strong>la</strong>scia molto spazio ai detenuti<br />
affinché trascorrano questa fase detentiva in<br />
modo costruttivo, anziché trascorrere le ore<br />
di esecuzione di pena, in modo passivo e<br />
del tutto negativo, anche se non è possibile<br />
per tutti i 300 circa detenuti che occupano<br />
questa struttura. Un impegno che garantisce<br />
l’attuazione di quel principio che ha ispirato<br />
l’ordinamento penitenziario e cioè l’art 27<br />
del<strong>la</strong> nostra Costituzione: <strong>la</strong> pena “deve<br />
tendere al<strong>la</strong> rieducazione e al reinserimento<br />
sociale”.
<strong>Il</strong> reinserimento<br />
è un problema<br />
che riguarda tutti<br />
A colloquio con l’Assessore<br />
al Comune di Terni Fabrizio Pacifi ci<br />
A cura di Sara Bizzarri<br />
L’Assessore Fabrizio Pacifici, 44 anni, una<br />
<strong>la</strong>urea in “Cooperazione Internazionale per<br />
lo Sviluppo e <strong>la</strong> Pace” conseguita presso <strong>la</strong><br />
Facoltà di Scienze Politiche dell’Università<br />
degli Studi di Perugia, è da sempre sensibile<br />
alle problematiche del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione<br />
detenuta ed è partico<strong>la</strong>rmente impegnato<br />
nel tentativo di creare una rete di sostegno<br />
per i detenuti.<br />
Socio fondatore e Presidente dell’associazione<br />
“Aiutiamoli a vivere” (che promuove<br />
l’accoglienza ai bambini vittime di Chernobyl,<br />
l’adozione a distanza di studenti universitari<br />
bielorussi, l’adozione definitiva di minori,<br />
aiuti umanitari a orfanotrofi e ospedali<br />
bielorussi) e dell’associazione “Terni per<br />
Terni anch’io” (acquisizione strumenti per<br />
Ospedale Terni), dal 1999 è assessore al<br />
Comune di Terni con deleghe alle Politiche<br />
Sociali, Sanità, Servizi di competenza statale,<br />
Gemel<strong>la</strong>ggi.<br />
Assessore Pacifici, il <strong>la</strong>voro è<br />
considerato un elemento fondante<br />
sia dell’ordinamento penitenziario<br />
che dal<strong>la</strong> Carta Costituzionale che<br />
evidenziano <strong>la</strong> funzione del<strong>la</strong> pena<br />
non solo in termini afflittivi ma<br />
soprattutto quale reale occasione di<br />
recupero del detenuto. In che modo<br />
<strong>la</strong> provincia di Terni pensa di attuare<br />
questo principio?<br />
“Come Comune di Terni abbiamo pensato<br />
di promuovere esperienze pilota che cerchino<br />
di dare ai ragazzi detenuti un minimo di<br />
formazione professionale, in modo tale<br />
che una volta scontata <strong>la</strong> pena, abbiano <strong>la</strong><br />
possibilità di tornare a far parte del<strong>la</strong> società<br />
civile con inserimenti <strong>la</strong>vorativi mirati.<br />
Periodico di informazione e cultura dal carcere <strong>Gulliver</strong><br />
L’esperienza che all’interno degli istituti di<br />
pena stiamo cercando di fare credo che sia<br />
un’esperienza importante a livello nazionale,<br />
cioè il recupero di professionalità che si sono<br />
perse come per esempio quel<strong>la</strong> di panettiere.<br />
<strong>Il</strong> <strong>progetto</strong>, mirato all’insegnamento ai<br />
detenuti delle tecniche di panificazione e<br />
pasticceria portato avanti in col<strong>la</strong>borazione<br />
con <strong>la</strong> <strong>cooperativa</strong> sociale <strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong><br />
nasce dal<strong>la</strong> individuazione all’interno del<strong>la</strong><br />
nostra provincia del<strong>la</strong> necessità di avere<br />
professionalità di questo tipo; cosicché nel<br />
momento in cui i detenuti usciranno dal<br />
carcere, le aziende avranno <strong>la</strong> possibilità di<br />
trovare persone preparate allo svolgimento<br />
di questo tipo di mestiere.<br />
Così come abbiamo cercato di attivare<br />
tutte quelle sinergie nel campo<br />
dell’associazionismo e del volontariato che<br />
sono presenti in carcere, grazie anche al<br />
Direttore che si è reso immediatamente<br />
disponibile a fare questo tipo di esperienze.<br />
Grazie a questa rete cerchiamo di dare delle<br />
risposte ai detenuti che escono dal carcere e<br />
vogliono cercare <strong>la</strong>voro”<br />
Come si può sensibilizzare l’opinione<br />
pubblica rispetto al problema del<br />
<strong>la</strong>voro da offrire ai detenuti?<br />
“Qualche anno fa incontrammo una<br />
forte resistenza nei primi momenti in cui<br />
si cominciava a par<strong>la</strong>re di reinserimento<br />
all’interno del<strong>la</strong> società di ex detenuti;<br />
ricordo benissimo di aver avuto numerose<br />
proteste più che altro legate al sentimento<br />
di paura che nasceva nel momento in cui si<br />
veniva a sapere che questi ragazzi venivano<br />
13 |
<strong>Gulliver</strong> Periodico di informazione e cultura dal carcere<br />
reinseriti all’interno di quel quartiere o<br />
contesto; invece ora abbiamo notato che<br />
attuando concretamente diverse esperienze<br />
per far si che i cittadini in prima persona<br />
partecipino attivamente al reinserimento,<br />
debbo dire che non c’è più nessuna tensione,<br />
anzi abbiamo riscontrato un gradimento<br />
di queste iniziative attuate dal Comune, di<br />
concerto con <strong>la</strong> Direzione del carcere, per cui<br />
credo che sia questa <strong>la</strong> direzione giusta per<br />
creare quel<strong>la</strong> cultura del reinserimento degli<br />
ex detenuti che hanno a pieno titolo il diritto<br />
e <strong>la</strong> possibilità di reinserirsi.<br />
Secondo lei cosa si potrebbe fare<br />
per dare ai detenuti <strong>la</strong> possibilità di un<br />
<strong>la</strong>voro vero?<br />
Credo che quello che stiamo facendo vada<br />
nel<strong>la</strong> direzione giusta: lo stiamo vivendo<br />
e toccando con mano; il fatto che ci sia <strong>la</strong><br />
partecipazione delle professionalità esterne<br />
che entra in carcere per formare i detenuti;<br />
per esempio, per quello che riguarda <strong>la</strong><br />
panetteria, ci sono i panettieri esterni che<br />
vanno ad insegnare in carcere questo tipo di<br />
mestiere; per non par<strong>la</strong>re poi anche del settore<br />
dell’agricoltura, nel fare gli orti, nell’insegnare<br />
loro anche <strong>la</strong> pratica dell’agricoltura; è ovvio<br />
| 14<br />
che poi noi avremo <strong>la</strong> possibilità da fare degli<br />
inserimenti <strong>la</strong>vorativi all’interno di aziende<br />
agricole del territorio; per cui anche questo<br />
settore va implementato, perché vediamo<br />
che c’è una spinta al recupero del detenuto<br />
ma anche una crescita culturale del nostro<br />
tessuto cittadino.<br />
Cosa pensa del<strong>la</strong> possibilità di<br />
esaltare professionalità esistenti<br />
all’interno dell’istituto penitenziario<br />
prevedendo <strong>la</strong> figura del detenuto/<br />
insegnante partico<strong>la</strong>rmente qualificato<br />
e preparato?<br />
E’ assolutamente importante anche perché<br />
per chi fa questo tipo di attività c’è non<br />
solo <strong>la</strong> possibilità come per tutti di uscire e<br />
avere una formazione specifica ma anche<br />
di utilizzare questo tempo nel miglior modo<br />
possibile e contemporaneamente evitare<br />
tensioni e conflitti; soprattutto <strong>la</strong>ddove si<br />
presentino forme di detenzione molto lunghe<br />
che <strong>la</strong>sciano spazio al<strong>la</strong> formazione di questi<br />
detenuti; ma è importante anche che ci sia<br />
una rotazione interna di questa figura per<br />
cercare di costruire un “circolo virtuoso”,<br />
evitando quindi conflitti e proteste che spesso<br />
scaturiscono non soltanto dal sovraffol<strong>la</strong>mento<br />
dei detenuti ma anche per le lunghe attese, le<br />
inattività, il non fare niente.<br />
Un suo messaggio al<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione<br />
detenuta di Terni.<br />
Faccio volentieri un saluto innanzitutto a<br />
tutto il personale dei nostri penitenziari per<br />
l’attenzione e lo spirito di abnegazione con<br />
il quale si dedicano a queste attività che per<br />
noi sono importantissime; allo stesso modo<br />
saluto i detenuti che ho conosciuto, anche<br />
perché periodicamente mi reco all’interno del<br />
carcere per fare attività di volontariato e dare<br />
il mio contributo insegnando determinate<br />
questioni di carattere sociologico; per cui<br />
saluto tutti visto il rapporto che si è creato<br />
con l’intero tessuto cittadino; poi non<br />
dimentichiamo che ogni qual volta ci sono<br />
delle iniziative che vengono organizzate<br />
all’interno del carcere, spettacoli teatrali<br />
o musicali, i detenuti possono constatare<br />
<strong>la</strong> presenza di tutti noi e loro sono<br />
assolutamente contenti di sentirsi vicino al<strong>la</strong><br />
città.<br />
<strong>Il</strong> miglior messaggio che possiamo dare<br />
a tutti loro, <strong>la</strong> miglior speranza è quel<strong>la</strong> di<br />
dirgli che si può sbagliare ma si può sempre<br />
ricominciare.
Le aziende<br />
aprono ai detenuti:<br />
impenditori<br />
a scuo<strong>la</strong> di carcere<br />
Intervista ad Andrea Fora,<br />
presidente di <strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong><br />
Orientamento al <strong>la</strong>voro, formazione<br />
professionale, progetti di inclusione socio<strong>la</strong>vorativa<br />
per detenuti e borse <strong>la</strong>voro di<br />
reinserimento per persone in affidamento in<br />
prova al servizio sociale. Sono le principali<br />
attività di <strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong>, <strong>cooperativa</strong><br />
sociale di Perugia specializzata nelle politiche<br />
attive per il <strong>la</strong>voro a favore delle fasce deboli.<br />
Andrea Fora, presidente di <strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong><br />
e Presidente di Confcooperative umbria ci<br />
racconta le loro iniziative.<br />
Come e quando è nata <strong>la</strong> <strong>cooperativa</strong><br />
<strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong>, per iniziativa di chi e<br />
con quali obiettivi?<br />
La Cooperativa Sociale <strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong><br />
si è costituita nel 2001 a Perugia da un<br />
percorso di promozione di nuove cooperative<br />
sociali promosso dal<strong>la</strong> <strong>cooperativa</strong> sociale<br />
Nuova Dimensione.<br />
L’area politiche del <strong>la</strong>voro per le fasce<br />
deboli (da subito identificata come<br />
<strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong>) si era strutturata in Nuova<br />
Dimensione nel 1995 per contribuire a<br />
fronteggiare il sempre più diffuso rischio di<br />
emarginazione dal mercato del <strong>la</strong>voro delle<br />
fasce più deboli del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione.<br />
Nell’arco degli anni 1995-2000 Nuova<br />
Dimensione si è accreditata come una delle<br />
strutture a livello regionale e nazionale<br />
maggiormente specializzate nell’offerta<br />
di servizi di politiche attive del <strong>la</strong>voro per<br />
le fasce deboli, fino a diventare una delle<br />
esperienze di riferimento a livello nazionale<br />
per <strong>la</strong> progettazione e <strong>la</strong> diffusione del<br />
settore politiche del <strong>la</strong>voro del Consorzio<br />
Nazionale delle Cooperative Sociali Gino<br />
Mattarelli.<br />
Nel 2001 Nuova Dimensione ha<br />
“compiuto” venti anni di attività. In<br />
quest’occasione è stato promosso il percorso<br />
di spin off , che con il contributo di tutti i<br />
soci <strong>la</strong>voratori operanti nell’originaria<br />
area politiche del <strong>la</strong>voro, ha permesso <strong>la</strong><br />
costituzione il 12 dicembre 2001 del<strong>la</strong><br />
<strong>cooperativa</strong> sociale <strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong>.<br />
L’obiettivo generale del<strong>la</strong> <strong>cooperativa</strong> si<br />
identifica nel<strong>la</strong> strutturazione di un sistema di<br />
servizi integrati volti a definire una strategia<br />
di “Global Service” all’interno delle politiche<br />
attive del <strong>la</strong>voro per fasce deboli.<br />
Di quali attività vi occupate sia<br />
dentro che fuori gli istituti di pena?<br />
<strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong>, a partire dal 1999,<br />
opera all’interno del<strong>la</strong> Casa circondariale di<br />
Perugia, <strong>la</strong> Casa circondariale di Terni e <strong>la</strong><br />
Casa di reclusione di Orvieto, mediante <strong>la</strong><br />
gestione di sportelli di orientamento al <strong>la</strong>voro,<br />
corsi di formazione professionale e progetti<br />
di inclusione socio <strong>la</strong>vorativa per detenuti e<br />
detenute. Dal 2002 gestisce,attraverso una<br />
convenzione con il Centro di Servizio Sociale<br />
per Adulti di Perugia, le borse <strong>la</strong>voro di<br />
reinserimento per soggetti in affidamento in<br />
prova al servizio sociale.<br />
Più in generale <strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong> è<br />
specializzata nel<strong>la</strong> progettazione e gestione di<br />
attività di orientamento, accompagnamento<br />
al <strong>la</strong>voro ed inserimento <strong>la</strong>vorativo per<br />
persone disoccupate (in cerca di prima<br />
occupazione, che cercano un nuovo <strong>la</strong>voro,<br />
Periodico di informazione e cultura dal carcere <strong>Gulliver</strong><br />
che vogliono cambiare <strong>la</strong>voro), per studenti<br />
e per persone svantaggiate sul mercato del<br />
<strong>la</strong>voro (es. disabili, ex tossicodipendenti,<br />
extracomunitari, giovani che hanno<br />
abbandonato <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>, donne, ecc.).<br />
A questo scopo svolgiamo servizi di:<br />
Orientamento sco<strong>la</strong>stico<br />
Orientamento professionale<br />
Orientamento informativo<br />
Accompagnamento al <strong>la</strong>voro per fasce<br />
deboli<br />
Formazione professionale<br />
Collocamento privato<br />
Servizi alle imprese<br />
Ad oggi <strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong> è <strong>la</strong> prima<br />
<strong>cooperativa</strong> sociale umbra specializzata<br />
nelle politiche attive per il <strong>la</strong>voro a favore<br />
delle fasce deboli.<br />
Ci parli del <strong>progetto</strong> <strong>“Plus”</strong>, in che<br />
cosa consiste esattamente?<br />
<strong>Il</strong> <strong>progetto</strong> <strong>“Plus”</strong> viene realizzato<br />
all’interno del<strong>la</strong> Casa circondariale di Terni e<br />
del<strong>la</strong> Casa di reclusione di Orvieto, grazie ad<br />
un finanziamento del<strong>la</strong> Provincia di Terni.<br />
L’obiettivo dell’intervento è quello di<br />
favorire il reinserimento nel<strong>la</strong> società libera<br />
tramite un <strong>la</strong>voro esterno, e al tempo stesso<br />
contribuire a una crescita culturale e civile<br />
rispetto alle problematiche del<strong>la</strong> detenzione,<br />
in una regione come l’Umbria che ha<br />
potenzialità sufficientemente valide per<br />
poter strutturare risposte significative nel<strong>la</strong><br />
lotta al<strong>la</strong> marginalità.<br />
<strong>Il</strong> <strong>progetto</strong> <strong>“Plus”</strong> è uno strumento:<br />
consentirà ai detenuti dei due istituti di<br />
pena di progettare percorsi personalizzati<br />
15 |
<strong>Gulliver</strong> Periodico di informazione e cultura dal carcere<br />
di reinserimento <strong>la</strong>vorativo, valorizzando il<br />
vissuto personale, le potenzialità e le risorse<br />
spesso minacciate da una istituzione come<br />
quel<strong>la</strong> carceraria che risulta ancora oggi<br />
per lo più fondata sull’equazione culturale<br />
carcere uguale pena, reclusione.<br />
L’intervento proposto sta provando a<br />
rompere il muro dell’indifferenza, affiancando<br />
il detenuto nel suo percorso di reinserimento<br />
e nello stesso tempo sensibilizzando il<br />
territorio, <strong>la</strong> società e soprattutto il tessuto<br />
produttivo sul fatto che molto spesso ciò che<br />
un detenuto chiede a un datore di <strong>la</strong>voro è<br />
solo <strong>la</strong> possibilità di essere messo al<strong>la</strong> prova,<br />
per verificare sul campo quello che davvero<br />
vale. Possibilità che oggi viene ancora troppo<br />
spesso negata.<br />
<strong>Il</strong> <strong>progetto</strong> prevede un’artico<strong>la</strong>zione<br />
del<strong>la</strong> proposta strutturata in un’attività<br />
di orientamento d’au<strong>la</strong> (n. 80 ore) con<br />
l’obiettivo di rafforzare quel<strong>la</strong> serie di<br />
competenze minimali indispensabili per <strong>la</strong><br />
persona al momento del suo ingresso nel<br />
mondo del <strong>la</strong>voro. Successivamente è stato<br />
organizzato un <strong>la</strong>boratorio professionale per<br />
<strong>la</strong> figura di “Panificatore” del<strong>la</strong> durata di<br />
360 ore.<br />
Quante sono le persone coinvolte?<br />
<strong>Il</strong> <strong>progetto</strong> prevede il coinvolgimento<br />
complessivo di trenta detenuti ristretti<br />
presso gli istituti di pena di Terni e Orvieto<br />
che vengono selezionati attraverso uno<br />
specifico sportello di orientamento, presente<br />
nei giorni feriali all’interno del<strong>la</strong> struttura<br />
penitenziaria.<br />
Lo sportello in qualità di soggetto attivo<br />
nell’erogazione di servizi finalizza <strong>la</strong> sua<br />
attività in un approccio di sistema rispetto<br />
| 16<br />
al reinserimento socio-<strong>la</strong>vorativo, fungendo<br />
anche da catalizzatore e distributore di<br />
informazioni.<br />
Lo Sportello ha <strong>la</strong> funzione di fornire<br />
supporti informativi ed orientativi ai detenuti<br />
finalizzati all’inserimento <strong>la</strong>vorativo e di<br />
procedere al<strong>la</strong> selezione dei partecipanti<br />
all’attività formativa insieme all’equipe<br />
tecnico scientifica composta dal<strong>la</strong> Direzione,<br />
dagli educatori, dagli assistenti sociali e dagli<br />
agenti di polizia penitenziaria.<br />
Come avverrà <strong>la</strong> loro formazione e<br />
quali possibilità ci sono che possano<br />
trovare un’occupazione al termine<br />
del<strong>la</strong> preparazione?<br />
<strong>Il</strong> corso di formazione per “Panificatore”<br />
è artico<strong>la</strong>to in diversi moduli formativi<br />
finalizzati all’apprendimento dei principi<br />
e delle tecniche del<strong>la</strong> panificazione e del<strong>la</strong><br />
produzione di prodotti da forno. Gli obiettivi<br />
formativi sono rivolti all’acquisizione delle<br />
competenze professionali e ad un ampio<br />
processo di promozione e valorizzazione<br />
globale dell’individuo da spendere nel<strong>la</strong> fase<br />
di inserimento <strong>la</strong>vorativo.<br />
Al termine dell’attività formativa è<br />
prevista l’attivazione di dieci borse di <strong>la</strong>voro,<br />
del<strong>la</strong> durata di due mesi, presso le aziende<br />
del territorio, che saranno utilizzate quale<br />
strumento di reinserimento <strong>la</strong>vorativo. A<br />
questo proposito è stata di fondamentale<br />
importanza ai fini del successo del<strong>la</strong> proposta<br />
progettuale l’analisi del contesto economico,<br />
attuata dall’operatore del<strong>la</strong> mediazione<br />
aziendale che avuto il compito di contattare<br />
e informare le aziende circa le opportunità<br />
del <strong>progetto</strong>.<br />
<strong>Il</strong> territorio del<strong>la</strong> provincia di Terni,<br />
rappresenta una importante realtà dal
punto di vista economico, in quanto <strong>la</strong><br />
struttura imprenditoriale , è rappresentata<br />
sia da aziende private che da un importante<br />
contesto cooperativistico, è composta<br />
soprattutto da piccole e medie imprese, le<br />
quali hanno negli anni attuato continue<br />
politiche di sviluppo. Negli ultimi anni <strong>la</strong><br />
domanda di <strong>la</strong>voro, dello specifico settore<br />
del<strong>la</strong> panificazione, non è stata soddisfatta<br />
dall’offerta, creando disequilibri soprattutto<br />
verso tipologie di <strong>la</strong>voro a basso valore<br />
aggiunto.<br />
L’intervento progettuale ha previsto uno<br />
studio di fattibilità di creazione di impresa<br />
che è approdato al<strong>la</strong> costituzione di una<br />
<strong>cooperativa</strong> di tipo B all’interno del<strong>la</strong> Casa<br />
circondariale di Terni per <strong>la</strong> produzione<br />
di pane e prodotti da forno, prevedendo<br />
l’assunzione di n. 5 detenuti fra coloro che<br />
hanno partecipato alle attività formative.<br />
Attualmente si sta procedendo al<strong>la</strong> messa<br />
a norma dei locali individuati come idonei<br />
per l’attività di panificazione e nei prossimi<br />
mesi del 2005 è previsto l’avviamento delle<br />
<strong>la</strong>vorazioni interne.<br />
Se avete già contattato le imprese<br />
del<strong>la</strong> zona, quanta disponibilità avete<br />
trovato da parte loro all’assunzione?<br />
Partner del <strong>progetto</strong> sono le associazioni<br />
di categoria del territorio, Confartigianato e<br />
CNA, con le quali si è avviata un’azione di<br />
sensibilizzazione e rilevazione dei fabbisogni<br />
occupazionali delle aziende aderenti le<br />
quali hanno manifestato notevole interesse<br />
verso il <strong>progetto</strong> e l’eventuale inserimento<br />
<strong>la</strong>vorativo dei detenuti formati.<br />
Inoltre, al fine di facilitare <strong>la</strong> reciproca<br />
conoscenza tra il mondo delle imprese e<br />
<strong>la</strong> realtà carceraria, il <strong>progetto</strong> ha previsto<br />
un ciclo di incontri a carattere seminariale<br />
rivolti ad imprenditori su tematiche quali<br />
<strong>la</strong> legis<strong>la</strong>zione vigente sull’occupazione di<br />
soggetti detenuti, <strong>la</strong> normativa riguardante<br />
le misure alternative al<strong>la</strong> detenzione, le<br />
opportunità legate all’assunzione di soggetti<br />
detenuti ed ex detenuti, l’acquisizione delle<br />
tecniche di comunicazione e di re<strong>la</strong>zione in<br />
situazioni di svantaggio.<br />
Quali altri progetti di recupero<br />
sociale e di reinserimento <strong>la</strong>vorativo<br />
avete realizzato negli anni e con quale<br />
percentuale di “successo”?<br />
<strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong> ha iniziato a <strong>la</strong>vorare<br />
all’interno del carcere attraverso <strong>la</strong> gestione<br />
delle attività del <strong>progetto</strong> Occupazione<br />
Integra “Social Bet - Percorsi di reinserimento<br />
sociale per detenuti”, realizzato all’interno<br />
del<strong>la</strong> Casa circondariale di Perugia, sezione<br />
maschile e femminile.<br />
<strong>Il</strong> <strong>progetto</strong>, composto di una molteplicità di<br />
azioni, ha previsto tra l’altro: lo svolgimento<br />
di un corso di orientamento al <strong>la</strong>voro da 120<br />
ore rivolto a detenuti, detenute e detenuti<br />
e l’attuazione di n. 24 borse di <strong>la</strong>voro per<br />
altrettanti detenuti.<br />
La valutazione del suddetto <strong>progetto</strong> è<br />
stata molto soddisfacente, soprattutto in<br />
considerazione dell’impegno profuso nelle<br />
predisposizione e realizzazione dei percorsi<br />
personalizzati di reinserimento socio<strong>la</strong>vorativo.<br />
Periodico di informazione e cultura dal carcere <strong>Gulliver</strong><br />
<strong>Il</strong> risultato più tangibile e immediato del<br />
<strong>progetto</strong> “Social Bet” è stata l’altissima<br />
percentuale di allievi assunti al termine<br />
del<strong>la</strong> borsa <strong>la</strong>voro (oltre il 90%), dei quali<br />
quasi tutti all’interno delle imprese ospitanti.<br />
E’ grazie a questo ottimo risultato e al<br />
sistema innovativo sperimentato e diffuso<br />
sul tessuto penitenziario umbro che il<br />
<strong>progetto</strong> “SOCIAL BET” è stato riconosciuto<br />
come - buona pratica - prima dall’ISFOL<br />
nell’ambito del<strong>la</strong> valutazione delle iniziative<br />
Occupazione realizzate con il contributo<br />
del FSE 1996-1999, e poi dal Ministero del<br />
<strong>Lavoro</strong> e del<strong>la</strong> Previdenza Sociale che ne<br />
ha approvato il trasferimento sul territorio<br />
di Firenze tramite l’intervento denominato<br />
“Percorsi di Transizione - Orientamento per<br />
17 |
<strong>Gulliver</strong> Periodico di informazione e cultura dal carcere<br />
Reinserimento Sociale e <strong>la</strong>vorativo nell’Area<br />
Penitenziaria” attuato da <strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong><br />
e finanziato ai sensi delle azioni di sistema<br />
TRASFERIMENTO BUONE PRATICHE P.O.N.<br />
Azioni di Sistema Obiettivo 3 IT 053 PO<br />
007 Quadro Comunitario di Sostegno OB. 3<br />
2000/2006 con D.D. n. 427/III/200.<br />
Grazie al <strong>progetto</strong> “Trasferimento buone<br />
pratiche”, <strong>la</strong> <strong>cooperativa</strong> sociale <strong>Frontiera</strong><br />
<strong>Lavoro</strong> sta sperimentando un servizio di<br />
accoglienza ed orientamento professionale e<br />
<strong>la</strong>vorativo attivato presso gli Istituti di Pena<br />
di Terni e di Orvieto, in grado di offrire i<br />
seguenti servizi:<br />
1. accoglienza<br />
2. motivazione ed orientamento; consulenza<br />
individuale<br />
| 18<br />
3. ricerca ed attivazione delle risorse <strong>la</strong>vorative<br />
territoriali e collegamento ed<br />
integrazione con altre agenzie formative<br />
(agenzie interinali, centri per l’impiego,<br />
agenzie private di intermediazione<br />
domanda/offerta, …)<br />
Tale sperimentazione è stata ca<strong>la</strong>ta<br />
all’interno di un protocollo di intesa stipu<strong>la</strong>to<br />
tra <strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong> e <strong>la</strong> Provincia di Terni,<br />
volto a sperimentare azioni innovative<br />
rivolte a detenuti di accoglienza, verifica di<br />
attitudini e competenze e progettazione<br />
di percorsi individualizzati finalizzati a<br />
promuovere l’inserimento e l’integrazione<br />
<strong>la</strong>vorativa delle persone detenute nel mondo<br />
del <strong>la</strong>voro attraverso servizi di sostegno<br />
e orientamento mirato. Tale tipologia di<br />
servizio ed il coinvolgimento attivo del<strong>la</strong><br />
Provincia di Terni sono previste nel <strong>progetto</strong><br />
“Percorsi di Transizione - Orientamento per<br />
Reinserimento Sociale e <strong>la</strong>vorativo nell’Area<br />
Penitenziaria”, con l’obiettivo di realizzare<br />
forme integrate di servizi e proporre/<br />
monitorare un sistema di utilizzo strategico<br />
delle risorse ed integrato.<br />
Inoltre, <strong>la</strong> <strong>cooperativa</strong> <strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong><br />
gestisce il <strong>progetto</strong> “Orizzonti”, promosso<br />
dal Centro di Servizio Sociale per Adulti di<br />
Perugia, che prevede l’attivazione di borse<br />
<strong>la</strong>voro per soggetti in esecuzione penale<br />
esterna. Nei primi tre anni di attività sono<br />
state attivate 10 borse <strong>la</strong>voro del<strong>la</strong> durata di<br />
sei mesi, cinque delle quali si sono trasformate<br />
in assunzioni a tempo indeterminato.<br />
Lavorando in carcere, con quali<br />
difficoltà vi dovete confrontare?<br />
Noi abbiamo <strong>la</strong> fortuna di <strong>la</strong>vorare in istituti<br />
ben organizzati nei quali abbiamo instaurato<br />
un proficuo rapporto di col<strong>la</strong>borazione con<br />
le Direzioni e con il personale. La principale<br />
difficoltà consiste nell’impossibilità di<br />
conciliare i tempi del mondo del <strong>la</strong>voro con<br />
quelli di un’istituzione totale come quel<strong>la</strong><br />
carceraria; a volte <strong>la</strong> necessità di soddisfare le<br />
richieste di personale delle aziende si scontra<br />
con i tempi dell’istituzione penitenziaria che,<br />
spesso, vanificano l’inserimento <strong>la</strong>vorativo.<br />
Concluda con ciò che ritiene di dover<br />
comunicare ai nostri lettori.<br />
I diversi risultati concreti che abbiamo<br />
conseguito nel<strong>la</strong> gestione di progetti di<br />
inclusione socio<strong>la</strong>vorativa, testimoniano<br />
che i processi di reinserimento sociale<br />
funzionano. E’ evidente che per favorire<br />
l’integrazione reale nel<strong>la</strong> comunità locale di<br />
soggetti in condizione di marginalità occorre<br />
sensibilizzare il territorio, valorizzare <strong>la</strong> cultura<br />
dell’accoglienza, promuovere l’accettazione<br />
delle diversità. Solo così si previene il rischio<br />
di ricadute in comportamenti devianti e si<br />
garantisce, nel lungo periodo, <strong>la</strong> sicurezza<br />
delle città. Troppo spesso, purtroppo, <strong>la</strong><br />
persona che ha terminato di scontare <strong>la</strong><br />
propria pena, torna a vivere in condizioni<br />
di disagio. Dobbiamo riuscire a costruire un<br />
sistema che consenta loro di cambiare vita<br />
per sempre attuando una politica sociale<br />
complessiva.
Un’esperienza<br />
chiamata Plus<br />
A cura di Emanue<strong>la</strong> Fortunati<br />
Docente di Orientamento<br />
del Progetto <strong>“Plus”</strong><br />
Cosa posso scrivere a testimonianza<br />
del contributo che sto apportando al<br />
<strong>progetto</strong> <strong>“Plus”</strong>? Mi sono occupata dello<br />
Sportello <strong>la</strong>voro, un servizio che si è rivolto<br />
all’intera popo<strong>la</strong>zione detenuta del<strong>la</strong> Casa<br />
circondariale di Terni ed è stato artico<strong>la</strong>to<br />
in colloqui di orientamento. Tali colloqui<br />
hanno avuto l’obiettivo di raccogliere dati<br />
per favorire <strong>la</strong> comprensione e <strong>la</strong> specifica<br />
identificazione dei bisogni e delle reali<br />
capacità e competenze dei soggetti in<br />
regime detentivo interessati a partecipare<br />
alle attività formative del presente <strong>progetto</strong>.<br />
Al momento mi sto occupando del<strong>la</strong> prima<br />
fase del corso di formazione per “panettiere<br />
e pasticcere”, attraverso il modulo di<br />
orientamento.<br />
Cosa posso scrivere, cosa posso dire per<br />
non risultare scontata e patetica? Non è<br />
facile… ma l’unica cosa che posso fare è<br />
par<strong>la</strong>re di loro, dei 15 ragazzi che insieme<br />
a me hanno intrapreso quest’avventura,<br />
partita con un corso di formazione che<br />
si concluderà con <strong>la</strong> costituzione di una<br />
<strong>cooperativa</strong> di tipo B di cui loro saranno gli<br />
effettivi responsabili.<br />
Stiamo ragionando, ci stiamo mettendo<br />
in discussione, stiamo cercando di pensare<br />
al nostro futuro…. Passaggio obbligato, ma<br />
facile per nessuno. Noi ci stiamo provando,<br />
e lo stiamo facendo in un carcere! Ci<br />
stiamo riprendendo <strong>la</strong> nostra vita, <strong>la</strong> stiamo<br />
riprogettando; <strong>la</strong> stiamo ripensando. Certo,<br />
tra mille dubbi, mille paure, mille incertezze…<br />
perché il vero scoglio sappiamo di incontrarlo<br />
nel momento più atteso, più desiderato ma<br />
anche più temuto… non sappiamo cosa ci<br />
aspetta, se ci sarà un’effettiva possibilità<br />
di reinserimento nel<strong>la</strong> società libera, ma<br />
in fondo al cuore c’è <strong>la</strong> speranza forte di<br />
farce<strong>la</strong>, <strong>la</strong> fiducia sincera in un <strong>progetto</strong><br />
che sta rendendo meno nebuloso il nostro<br />
domani. Perché sto usando il plurale? <strong>Il</strong><br />
primo obiettivo che ci siamo dati con i ragazzi<br />
è stato proprio quello di creare un gruppo<br />
unito di persone che si sentissero insieme,<br />
che condividessero le gioie e le difficoltà di<br />
un percorso complesso, costituito soprattutto<br />
da salite ma insieme più facili da sca<strong>la</strong>re.<br />
Non lo è stato e non è tutt’ora facile: vuol<br />
dire mettersi in gioco fino in fondo, superare<br />
ruoli e formalità che molte volte difendono<br />
Periodico di informazione e cultura dal carcere <strong>Gulliver</strong><br />
e tute<strong>la</strong>no, ma che indubbiamente separano;<br />
noi invece crediamo che <strong>la</strong> nostra forza stia<br />
proprio qui: nel “… gettare via <strong>la</strong> maschera”<br />
(espressione usata da un corsista), nel fidarsi<br />
e affidarsi all’altro e nel costruire insieme.<br />
E’ solo sentendoci parte fondamentale di<br />
un <strong>progetto</strong> che ci impegneremo affinché<br />
funzioni, affinché le tante difficoltà<br />
vengano superate. Scegliere…. un termine<br />
bellissimo, un termine di ricchezza infinita,<br />
scegliere… si può scegliere in un’istituzione<br />
totale!? Potremmo scegliere di farce<strong>la</strong>. Solo<br />
scegliendo di farce<strong>la</strong> senza prendere in giro<br />
né gli altri né noi stessi che funzioneremo<br />
come persone. Scegliere di passare dall’altra<br />
parte del fiume, scegliere <strong>la</strong> serenità, <strong>la</strong><br />
correttezza, <strong>la</strong> gioia e <strong>la</strong> difficoltà del<br />
quotidiano; scegliere e <strong>la</strong>vorare per questo,<br />
mettersi in discussione per questo, soffrire<br />
per questo. E qual è <strong>la</strong> grande soddisfazione<br />
che io ho in questo momento? L’impegno,<br />
<strong>la</strong> volontà, <strong>la</strong> voglia di farce<strong>la</strong> testimoniate<br />
dall’entusiasmo, <strong>la</strong> partecipazione e<br />
dall’atteggiamento col<strong>la</strong>borativo dei 15<br />
ragazzi che sono il motore di questo<br />
<strong>progetto</strong>.<br />
19 |
<strong>Gulliver</strong> Periodico di informazione e cultura dal carcere<br />
Quando il fornaio<br />
è un detenuto<br />
Anche in carcere<br />
può nascere un’impresa<br />
A cura di Luca Verdolini<br />
Coordinatore del Progetto <strong>“Plus”</strong><br />
Biscotti, tozzetti, panini e pizze. La vita<br />
nel<strong>la</strong> Casa circondariale di Terni è fatta<br />
anche di piccole dolcezze e pane fragrante.<br />
Da qualche mese quindici detenuti si sono<br />
trasformati in panettieri grazie al <strong>progetto</strong><br />
<strong>“Plus”</strong>, finanziato dal<strong>la</strong> Provincia di Terni e<br />
gestito dal<strong>la</strong> <strong>cooperativa</strong> sociale “<strong>Frontiera</strong><br />
<strong>Lavoro</strong>” di Perugia. Fino al prossimo mese<br />
di marzo i quindici allievi saranno impegnati<br />
nelle attività formative, coadiuvati e diretti<br />
dal docente <strong>Il</strong>vo Vitaloni per <strong>la</strong> parte di<br />
panetteria e dal docente Luciano Tini per <strong>la</strong><br />
parte di pasticceria.<br />
Durante questa fase gli allievi, costantemente<br />
seguiti dai due maestri d’arte,<br />
hanno acquisito competenze e sperimentato<br />
tecniche di <strong>la</strong>vorazione nel settore del<strong>la</strong><br />
panetteria e nell’arte dolciaria.<br />
<strong>Il</strong> <strong>progetto</strong> ha previsto inoltre, uno<br />
spazio operativo, condotto insieme al<strong>la</strong><br />
Confartigianato di Terni, al fine di svolgere<br />
un’azione di promozione e sostegno al<br />
Nel<strong>la</strong> foto i soci fondatori<br />
del<strong>la</strong> <strong>cooperativa</strong> <strong>Gulliver</strong><br />
| 20<br />
modello di impresa delle cooperative di<br />
tipo ‘B’, predisponendo piani d’impresa<br />
e di business p<strong>la</strong>n per <strong>la</strong> creazione di<br />
un’impresa <strong>cooperativa</strong> all’interno del<strong>la</strong><br />
Casa circondariale di Terni.<br />
Nello scorso mese di settembre è stata<br />
<strong>Il</strong> <strong>progetto</strong> <strong>“Plus”</strong>,<br />
un qualificato Corso<br />
di formazione<br />
per “Panettiere<br />
e Pasticcere”.<br />
costituita <strong>la</strong> <strong>cooperativa</strong> sociale “<strong>Gulliver</strong>”<br />
che si occuperà dell’inserimento <strong>la</strong>vorativo<br />
dei detenuti commercializzazione del pane e<br />
dei prodotti da forno.<br />
Si prevede che nel<strong>la</strong> fase di avvio il<br />
<strong>la</strong>boratorio ogni mattina sfornerà circa 400<br />
chili di pane che quotidianamente saranno<br />
distribuiti per il vitto del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione<br />
reclusa di Terni e di Spoleto, del<strong>la</strong> mensa di<br />
servizio del personale di Polizia Penitenziaria,<br />
ai locali spaccio di detenuti e personale e ad<br />
alcuni esercizi commerciali esterni.<br />
Nel<strong>la</strong> <strong>cooperativa</strong> saranno impegnati<br />
cinque detenuti, un panettiere esterno, un<br />
coordinatore e un addetto commerciale.<br />
<strong>Il</strong> <strong>la</strong>boratorio, in via di allestimento, occupa<br />
circa 180 metri quadrati, dotato di un forno<br />
elettrico e di tutte le attrezzature necessarie,<br />
nasce come <strong>progetto</strong> di rieducazione e<br />
reinserimento <strong>la</strong>vorativo, ma sarà una vera e<br />
propria aziende in continua crescita.<br />
<strong>Il</strong> panificio costituirà un valido esempio<br />
d’integrazione, secondo <strong>la</strong> già consolidata<br />
politica penitenziaria di apertura all’esterno<br />
e di valorizzazione del <strong>la</strong>voro, ancor più<br />
significativo in questo periodo di crisi nel<br />
mercato occupazionale.<br />
L’attenzione principale dell’equipe di <strong>la</strong>voro<br />
sarà rivolta al<strong>la</strong> creazione di un ambiente<br />
sereno e stimo<strong>la</strong>nte, dove le persone<br />
detenute possano trovare una possibilità di<br />
riscatto e crescita. I neopanettieri verranno<br />
retribuiti in base alle ore effettuate, oltre<br />
ad avere l’opportunità di apprendere una<br />
professione che sarà loro utile dopo aver<br />
scontato il periodo di reclusione per trovare<br />
un impiego.<br />
Si tratta di un processo lento, ma se ci<br />
riusciamo sarà un cambiamento epocale.<br />
Allora il carcere diventerà quello che molti<br />
di noi hanno sempre immaginato.<br />
Dentro e fuori.
Uno sguardo<br />
da vicino<br />
A cura di Sara Bizzarri<br />
Tutor del Progetto <strong>“Plus”</strong><br />
Lavorare con <strong>la</strong> Cooperativa <strong>Frontiera</strong><br />
<strong>Lavoro</strong> mi ha permesso di conoscere una<br />
realtà di cui prima possedevo una percezione<br />
piuttosto vaga: <strong>la</strong> vita all’interno di un istituto<br />
penitenziario.<br />
Non ero mai entrata in carcere e dopo <strong>la</strong><br />
prima volta ho cominciato a pensare a come<br />
alcune realtà apparentemente lontane dal<br />
nostro vissuto quotidiano, siano più vicine di<br />
quanto si immagini; di come non si tratti di<br />
un “qualcos’altro” troppo distante.<br />
Quando non conosciamo bene qualcosa<br />
tendiamo subito a distaccarcene, a porci<br />
al di là di questo qualcosa attraverso un<br />
“allontanamento” anche mentale, cercan-<br />
dogli una sistemazione “comoda” all’interno<br />
del nostro schema di riferimento.<br />
Forse è vero, e sinceramente anche molto<br />
triste, sapere che solo se hai <strong>la</strong> possibilità<br />
di conoscere o vivere una situazione<br />
concreta sei disposto a cambiare idea e a<br />
mettere in discussione le t}e convinzioni ma<br />
entrando in carcere ho proprio cominciato<br />
a pensare a questo, soprattutto cercando,<br />
per quanto possibile, di mettermi nei panni<br />
di alcuni detenuti che ho avuto il piacere<br />
di conoscere; a pensare come avrei voluto<br />
essere considerata da chi “sta fuori”.<br />
Sicuramente non con un atteggiamento<br />
pietistico o compassionevole che presuppone<br />
già un elevazione di tipo moralistico al di<br />
sopra di me stessa ed inevitabilmente anche<br />
un giudizio; credo che una persona possa<br />
giudicare le proprie azioni solo confrontandosi<br />
con se stesso e non con quello che dicono<br />
gli altri, in un confronto intimo e personale<br />
che esclude tutto il resto; anche il carcere,<br />
che per chi non ha i mezzi è vissuto in un<br />
modo, per chi ce l’ha è sicuramente un altro<br />
carcere.<br />
Le persone con cui <strong>la</strong>voro fanno parte<br />
sicuramente del<strong>la</strong> prima realtà e sono<br />
contenta di contribuire a creare delle<br />
opportunità concrete attraverso le azioni che<br />
con <strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong> stiamo costruendo,<br />
utili ed importanti soprattutto per chi quel<br />
confronto con se stesso lo ha già fatto.<br />
Periodico di informazione e cultura dal carcere <strong>Gulliver</strong><br />
Ciao mondo!<br />
di Massimo Balsamo<br />
Ciao Mondo! Sono un tuo vecchio<br />
inquilino, rammenti Massimo?<br />
Ci siamo incontrati in un tempo che fu!<br />
E dietro di esso si è <strong>la</strong>sciato tutte le mie<br />
inconscienze, facendo fronte ad un cammino<br />
sottile, come <strong>la</strong> <strong>la</strong>ma di una spada, che<br />
ha <strong>la</strong>sciato nel mio animo una ferita che è<br />
dura da accettare. E’ veramente dura dover<br />
ammettere i propri errori, e dover dire quel<strong>la</strong><br />
frase semplice, ma pesante “ho sbagliato<br />
tutto”. Aver costruito i propri sogni su basi<br />
fragili e vedersi un muro attorno, è <strong>la</strong> cosa<br />
più dura che esiste.<br />
Ma sono sicuro, che tu Mondo sia sempre<br />
lo stesso, con <strong>la</strong> tua fretta, <strong>la</strong> tua routine, e<br />
<strong>la</strong> tua solita “corsa al denaro”.<br />
Per me ora è tempo di rivincita, è tempo<br />
di riprendermi <strong>la</strong> mia vita, i miei affetti e <strong>la</strong><br />
mia libertà. Cosa posso dirti caro mondo:<br />
ora il vecchio Massimo filosofeggia in un<br />
mondo epico…che vuole spendere appieno<br />
<strong>la</strong> propria libertà. Al di qua del muro il mio<br />
tempo non è stato sprecato, tu mi chiederai<br />
se sono cambiato, vero?<br />
IO posso solo dirti: lo sapremo insieme! <strong>Il</strong><br />
destino duro che sia lo affronteremo insieme<br />
con un altro spirito e con <strong>la</strong> certezza che <strong>la</strong><br />
mia libertà sia inattaccabile!<br />
Arrivederci Mondo…ci sentiamo presto,<br />
<strong>la</strong> mia strada è ancora lunga ma ho buone<br />
scarpe.<br />
21 |
<strong>Gulliver</strong> Periodico di informazione e cultura dal carcere<br />
Scusa<br />
Pensiero<br />
profondo d’amore<br />
Pensiero<br />
di Fioravante Lapenna<br />
“Caro papà, ti scrivo queste poche righe<br />
con <strong>la</strong> disperazione ed il dolore dentro di<br />
me, e con le <strong>la</strong>crime agli occhi perché<br />
vorrei riuscire a farti arrivare questo mio<br />
sentimento profondo che nasce dal mio<br />
cuore e che si chiama AMORE; amore per<br />
un papà meraviglioso, serio ed onesto. Io,<br />
<strong>la</strong> tua famiglia, lo grido ai quattro venti e<br />
vorrei che tutti potessero sentirlo.<br />
Ti scrivo per dirti quanto sei stato<br />
importante per <strong>la</strong> tua famiglia, quante<br />
soddisfazioni e gioie infinite hai saputo<br />
distribuire a tutti coloro che ti sono stati<br />
vicino.<br />
Pur avendoti amato con intensità nel<br />
periodo del<strong>la</strong> tua e nostra vita, oggi mi<br />
accorgo che niente era rispetto al bene<br />
e all’amore che solo questa disgrazia<br />
ha potuto provare, e il mio dolore più<br />
grande è che forse non sono riuscito a<br />
dimostrartelo come avrei voluto.<br />
Sei stato un padre perfetto, una parte<br />
importantissima di me se n’è andata,<br />
nessuno più potrà farti ritornare, ma sappi<br />
che fino a quando io vivrò tu rimarrai<br />
sempre nel mio cuore, vivendo sempre nei<br />
miei ricordi come un papà meraviglioso<br />
come veramente lo sei stato.<br />
Se potrai da dove ti trovi, allungarmi<br />
una mano ed accompagnarmi lungo il<br />
percorso del<strong>la</strong> vita che ancora rimane da<br />
percorrere fino a portarmi da te, quando<br />
verrà quel giorno, quando arriverò al<br />
confine del<strong>la</strong> vita.<br />
Sei stato una Angelo sul<strong>la</strong> Terra, e lo<br />
sarai anche in paradiso, con le tue ali fai in<br />
modo di proteggere ed aiutare tutti coloro<br />
che ti hanno voluto bene.<br />
Papà scusami se non ti ho detto: “Ti<br />
voglio bene”, ma giuro che te ne volevo.<br />
Papà, continua ad essermi vicino e vedrai<br />
che non ti deluderò.<br />
Papà perdonami se ti ho fatto soffrire.”<br />
| 22<br />
di Raffaele Venezia<br />
Mi trovo seduto dietro un banco, come<br />
uno sco<strong>la</strong>retto alle medie, studiando<br />
il terreno e le piante, a me fino a ieri<br />
sconosciute; leggendo e ascoltando<br />
di una pianta; ed il pensiero me <strong>la</strong> fa<br />
paragonare al<strong>la</strong> vita, a come <strong>la</strong> vita ha<br />
bisogno di tante cose per poter fiorire<br />
e dare il suo frutto; approfondendo<br />
si capisce che ci vuole tanto affinché<br />
una pianta di qualsiasi genere abbia<br />
<strong>la</strong> luce, l’aria, l’acqua, il sole e che ha<br />
bisogno anche del<strong>la</strong> notte. E pensando<br />
ad un fiore, ad una rosa per esempio,<br />
<strong>la</strong> paragono a me e a lei oggi lontano<br />
da me; a come potrei fiorire senza il<br />
suo calore; siamo un unico fiore per ora<br />
fermati dal tempo, ma lo stesso tempo<br />
e l’amore un giorno permetterà che<br />
questa mia rosa fiorirà con tutti i suoi<br />
petali vellutati e profumati e ricomincerà<br />
a sorridere al<strong>la</strong> vita, al<strong>la</strong> nostra vita,<br />
cara, carissima!! <strong>Il</strong> mio studio, <strong>la</strong> mia<br />
lontananza, <strong>la</strong> mia solitudine, il mio<br />
pensare non mi permetterà più di<br />
sbagliare e di abbandonarti a te stessa;<br />
ti porterò sempre con me fino a quel<br />
giorno per poterti rivedere, rifiorire e<br />
paragonarti indubbiamente al<strong>la</strong> rosa<br />
più bel<strong>la</strong>, più profumata e unica che io<br />
abbia mai visto…<br />
Sei e resterai tu! Ti amo Emilia!!!<br />
di Amin<br />
Le albe ed i tramonti<br />
non ci appaiono più<br />
con gli stessi<br />
splendidi colori.<br />
Un uomo<br />
non sara’ mai<br />
abbastanza ricco,<br />
una donna<br />
non sara’ mai<br />
abbastanza bel<strong>la</strong>,<br />
e tutto cio’<br />
che facciamo<br />
non ci rendera’ mai<br />
abbstanza felici.<br />
Possiamo essere ricchi<br />
di cio’ che doniamo ai poveri<br />
delle nostre ricchezze<br />
che per egoismo<br />
non concediamo<br />
a nessuno.
<strong>Il</strong> buio… <strong>la</strong> luce<br />
di Fioravante Lapenna<br />
Vorrei che <strong>la</strong> vita iniziasse a farmi sentire<br />
tutte quelle piccole e grandi cose meravigliose<br />
che credo mi abbia sempre voluto negare,<br />
che mi aiuti a credere in quello che ho e in<br />
quello che posso costruire.<br />
A volte mi sento molto triste, ma non ho<br />
altro da fare che starmene zitto e buono a<br />
meditare sul<strong>la</strong> mia vita. Mi rendo conto che<br />
qui, sono maturato, sono cresciuto (non in<br />
altezza).<br />
E’ stata una scuo<strong>la</strong> dura, ma ho imparato<br />
un mucchio di cose su di me, perché vedi,<br />
non basta saper fare quattrini; <strong>la</strong> vita è<br />
molto più ricca e molto più semplice di tutto<br />
questo…. O può esserlo.<br />
In uno strano modo, adesso <strong>la</strong> mia vita è<br />
piena, eppure come è vuoto senza le persone<br />
care. Tante volte mi domando: “perché non<br />
ci hai pensato prima?” ; risposte potrei<br />
darne tante, ma vorrei riuscire a dare quel<strong>la</strong><br />
giusta. A volte, penso che non c’è più niente<br />
da attendere con ansia o con piacere nel<br />
futuro per me.<br />
Quanti giorni belli diventati cenere,<br />
scomparsi, spariti… il mio futuro non lo<br />
conosco ma di sicuro non mi priverò mai più<br />
delle persone care. <strong>Il</strong> mondo cambia e dovrò<br />
fare uno sforzo anch’io per stargli dietro. I<br />
sentimenti positivi riempiono il cuore e non<br />
si possono cancel<strong>la</strong>re. Nei momenti peggiori<br />
quello che mi sostiene sono proprio i bei<br />
ricordi e l’affetto per le persone più care.<br />
Sto attraversando un momento difficile.<br />
I miei mi stanno aiutando a superare i<br />
“tradimenti” di chi mi sarebbe dovuto stare<br />
vicino (non parlo d’amore).<br />
Queste situazioni mi portano ad essere<br />
tradito di nuovo. Non si può dosare l’amore<br />
se si ama e che <strong>la</strong> persona che ami se lo<br />
merita o no il tuo amore, poco importa; <strong>la</strong><br />
si ama lo stesso. Proprio perché forse non è<br />
perfetto e perché tradirà il tuo amore, perché<br />
non conosce l’amore e quando lo riceve lo<br />
respinge e ne ha paura. Mi accorgo? Non mi<br />
accorgo di niente.<br />
Questa è <strong>la</strong> verità. Mi succede quel che<br />
succede anche oggi. Voglio affrontare tutti i<br />
miei ricordi dolorosi senza emozioni, ma non<br />
posso, non ci riesco.<br />
A tutto quanto non si attribuisce un<br />
destino maligno; se ci sottovalutiamo, tutto<br />
ci sembra impossibile e inaccettabile. Noi<br />
siamo solo granellini che accompagnano<br />
un mistero. Capire forse è impossibile, ma<br />
tentare di capire senza dare a noi stessi<br />
troppa importanza, è fondamentale.<br />
A volte penso al mio sistema di vita<br />
(errato) al terrore di non vedere vie d’uscita,<br />
di dover vivere sempre così: poi <strong>la</strong> speranza<br />
che non deve mancare mai; poi di nuovo <strong>la</strong><br />
delusione e così via, l’abitudine. Perché ci si<br />
abitua a tutto, credimi; <strong>la</strong> paura, <strong>la</strong> speranza,<br />
<strong>la</strong> paura……. E l’abitudine a tutto. Ma ho<br />
trovato un segreto per farce<strong>la</strong>, il problema è<br />
affrontare il tempo che non passa mai; un<br />
giorno è pesante, una settimana ti sembra<br />
insopportabile, un mese sfibrante, un anno<br />
impensabile, tanti anni potrebbero mandarti<br />
al manicomio. <strong>Il</strong> mio avversario è il tempo,<br />
devo neutralizzarlo, batterlo, impedirgli di<br />
piegarmi.<br />
E’ l’unico modo per andare avanti, per<br />
il resto si vedrà quando sarò fuori. Per fare<br />
questo si fa con <strong>la</strong> mente fantasie, ricordi,<br />
sogni, progetti, emozioni: con tutto questo<br />
si batte il tempo. <strong>Il</strong> corpo può diventare<br />
schiavo, <strong>la</strong> mente è libera, non si arrende<br />
Periodico di informazione e cultura dal carcere <strong>Gulliver</strong><br />
<strong>la</strong> mente. E’ sempre utile del passato….<br />
Guardando le cose a distanza si possono<br />
scoprire connessioni, verità, significati che ci<br />
sfuggivano.<br />
Dico sempre: le radici del passato sono il<br />
trampolino per il futuro, il che significa che<br />
il più delle volte è proprio nel nostro vissuto<br />
che possiamo trovare le risposte ad alcuni<br />
problemi; <strong>la</strong> via d’uscita da situazioni di<br />
difficoltà che <strong>la</strong> vita ci propone. Ho perso<br />
le persone a me più care e mi sono detto:<br />
“non farò più correre le cose, ho capito che<br />
bisogna affrontarle, snoccio<strong>la</strong>rle, sviscerarle,<br />
capirle.”<br />
Se le cose che amiamo ci vengono portate<br />
via, l’unico modo per continuare a vivere<br />
è non smettere mai di amarle. Non avevo<br />
capito che non basta trovare l’amore, perché<br />
anche una volta trovato non sopravvive da<br />
solo. Bisogna averne cura altrimenti tu parti,<br />
lei parte e all’improvviso si scopre con dolore<br />
che non ci si ritrova più.<br />
Ci vuole coraggio a mostrare i sentimenti,<br />
e chi non lo fa toglie qualcosa a chi le vuole<br />
veramente bene e anche a se stessi. Mi rendo<br />
conto che il dolore è dentro di me, ovunque<br />
io sia, ovunque io sarò.<br />
23 |
<strong>Gulliver</strong> Periodico di informazione e cultura dal carcere<br />
<strong>Il</strong> mio pensiero<br />
di Fioravante Lapenna<br />
Cari Amici,<br />
premetto che non sono un giornalista, ma<br />
solo uno dei tanti che da anni è entrato nel<br />
circuito penitenziario. La mia vuole essere<br />
solo una testimonianza e non certo <strong>la</strong> pretesa<br />
di sensibilizzare tutti voi, ma se soltanto uno<br />
si avvicinerà a questo mondo, allora le mie<br />
parole non saranno state inutili e <strong>la</strong> speranza<br />
che nutro troverà un riscontro.<br />
Sono un ex tossicodipendente, pregiudicato<br />
per vari reati; ho 42 anni e a tutt’oggi<br />
ho scontato circa 18 anni di detenzione<br />
e quando penso a tutti questi anni vissuti<br />
oziando, recito il mea culpa. Ma il mio<br />
pensiero va oltre e mi domando se <strong>la</strong> società<br />
non avesse potuto in qualche modo fornire<br />
gli strumenti necessari a me e a tanti altri<br />
nelle mie stesse condizioni per evitare ciò<br />
che poi è accaduto.<br />
Ormai per quanto mi riguarda vivere nel<br />
bene o nel male sarà esclusivamente per<br />
mia scelta, ma penso al ragazzo che viene<br />
arrestato per <strong>la</strong> prima volta e capita accanto<br />
ad adulti che magari hanno fatto del crimine<br />
<strong>la</strong> loro professione. Poi il giudice lo rimette<br />
in libertà: bel<strong>la</strong> paro<strong>la</strong>!! Non sarà più libero<br />
perché <strong>la</strong> sua vita sarà ancora legata al<strong>la</strong><br />
strada ed inevitabilmente come il sottoscritto<br />
finirà per far parte del circuito fino a quando<br />
forse, si renderà conto che ha buttato via gli<br />
anni migliori del<strong>la</strong> sua vita, vivrà il fallimento<br />
del<strong>la</strong> propria esistenza e dovrà fare i conti<br />
con <strong>la</strong> propria coscienza per il male che ha<br />
fatto agli altri.<br />
Tutto questo si potrebbe evitare se il<br />
carcere non fosse soprattutto <strong>la</strong> “scuo<strong>la</strong> del<br />
crimine”. Sono tanti coloro che in carcere<br />
| 24<br />
LA VIA DEL RITORNO<br />
di A. Habli<br />
Quanti uomini partono un giorno senza<br />
luce, per un viaggio al<strong>la</strong> ricerca del<strong>la</strong><br />
terrena felicità, e del benessere che non<br />
hanno mai conosciuto?<br />
Per tanti è un viaggio di so<strong>la</strong> andata.<br />
La coscienza smarrita non riesce più a<br />
suggerire a costoro <strong>la</strong> via che porta a quel<strong>la</strong><br />
non hanno più nessuno e sono abbandonati<br />
a se stessi; vagano senza una meta, senza<br />
obiettivi, senza futuro perché non c’è<br />
nessuno che crede in loro. Siamo considerati<br />
delle pratiche, dei numeri, dei rifiuti da<br />
tenere ad ogni costo nel contenitore per non<br />
far sentire <strong>la</strong> puzza che emaniamo. Altro non<br />
siamo che il prodotto di una società che in<br />
fondo non funziona.<br />
A mio avviso nessuno dovrebbe passare<br />
giornate oziando; tutti dovrebbero <strong>la</strong>vorare<br />
e allo stesso tempo studiare. Un po’ come si<br />
fa nelle comunità di recupero. Io ho avuto <strong>la</strong><br />
società civile dal<strong>la</strong> quale si sono allontanati<br />
per vivere nei ghetti carcerari e sociali<br />
dell’emarginazione e dell’abbandono.<br />
La pretesa di quanti vedono nel<br />
trattamento carcerario un mezzo di<br />
“rieducazione” contrasta con <strong>la</strong> realtà che<br />
vivono coloro che ci abitano e ci <strong>la</strong>vorano.<br />
Tutti ritengono, che il mezzo più idoneo<br />
al reinserimento del condannato sia il<br />
<strong>la</strong>voro da svolgere in pena alternativa<br />
fortuna di avere contatti con una di queste e<br />
ho imparato più cose in un anno lì che tutti<br />
questi anni in carcere. E non mi riferisco solo<br />
a cose pratiche; ma parlo anche di valori quali<br />
i rapporti interpersonali, <strong>la</strong> fede, l’umiltà,<br />
<strong>la</strong> solidarietà. Tutte cose che <strong>la</strong> strada, <strong>la</strong><br />
droga, <strong>la</strong> delinquenza soffocano.<br />
In questi ultimi anni molte cose sono<br />
cambiate, ma sempre poche rispetto a quelle<br />
che si dovrebbero fare, perché il carcere non<br />
resti solo un luogo dove espiare <strong>la</strong> propria<br />
colpa. Non siamo bestie e rec<strong>la</strong>miamo che<br />
sia data l’opportunità di recuperare quelle<br />
dignità che perdiamo una volta varcato il<br />
portone d’ingresso.<br />
E’ giusto pagare i propri errori; ma <strong>la</strong> pena<br />
come le critiche devono essere costruttive<br />
altrimenti non servono a niente.<br />
(affidamenti in prova al servizio sociale,<br />
semi-libertà, art. 21) e dopo l’espiazione<br />
del<strong>la</strong> pena.<br />
A parte il fatto che il <strong>la</strong>voro in carcere è un<br />
mezzo non vivere in ozio e per sostentarsi<br />
senza pesare sulle famiglie….<br />
I fautori di questa soluzione tacciono che<br />
in questo paese di disoccupati, un detenuto<br />
per trovare <strong>la</strong>voro deve affidarsi ai familiari,<br />
agli amici, agli amici degli amici, raramente
Ricominciare<br />
di Fioravente Lapenna<br />
La fine di un amore fa stare male… Ma<br />
può essere un’opportunità di crescita!<br />
Certo, molti fallimenti matrimoniali a<br />
cui oggi assistiamo, sono il frutto del<strong>la</strong><br />
superficialità con cui nascono tante storie<br />
d’amore, incapaci di resistere al profi<strong>la</strong>rsi<br />
del primo ostacolo. Ed è fuori dubbio che<br />
le separazioni possano servire a capire e<br />
ricostruire <strong>la</strong> propria identità.<br />
Molti scoprono proprio da separati, nuove<br />
forze, nuove risorse cui non avrebbero potuto<br />
attingere se fossero rimasti imprigionati<br />
in una re<strong>la</strong>zione insoddisfacente, tuttavia,<br />
a qualche assistente sociale volontario di<br />
buona volontà, altrimenti può scontare<br />
tutta <strong>la</strong> sua pena dentro il carcere, senza<br />
poter accedere ai benefici di legge per<br />
mancanza del requisito fondamentale, il<br />
<strong>la</strong>voro appunto.<br />
E’ poi il <strong>la</strong>voro rieduca?<br />
Se restiamo fermi al<strong>la</strong> leggenda<br />
dell’uomo che “sbaglia”, perché vive nel<strong>la</strong><br />
povertà, possiamo fingere di crederlo; se<br />
questa facilità nel metabolizzare <strong>la</strong> fine di<br />
una storia, preoccupa.<br />
Non sto dicendo che dopo <strong>la</strong> fine di un<br />
amore sarebbe meglio trascorrere <strong>la</strong> serata in<br />
casa tra divano e telecomando, in solitudine,<br />
covando rancore o trasformando l’ex in una<br />
sorta di tiro a segno.<br />
Quello che voglio dire è che, è molto<br />
pericoloso precedere mettendo le esperienze<br />
dolorose di una vita tra parentesi, ricominciare<br />
da zero, cancel<strong>la</strong>re il passato.<br />
Per mia esperienza, ho sempre pensato<br />
che il passato sia una parte del<strong>la</strong> nostra<br />
storia.<br />
invece ci atteniamo al<strong>la</strong> realtà, sappiamo<br />
che uomini che hanno inseguito e rischiato<br />
e pagato per un sogno di ricchezza,<br />
difficilmente torneranno ad accontentarsi<br />
di uno stipendio atto a garantire una vita<br />
dignitosa, ma non certo bril<strong>la</strong>nte.<br />
La via del ritorno, esiste, non per tutti, ma<br />
certamente per tanti…E una via che qui a<br />
Terni, è segnata da tre pietre, tre persone,<br />
che si sono incrociate per ridisegnare un<br />
Periodico di informazione e cultura dal carcere <strong>Gulliver</strong><br />
Che il “punto a capo” non faccia crescere<br />
una persona…. <strong>la</strong> vita è fatta di virgole.<br />
E nel caso di una separazione, <strong>la</strong> virgo<strong>la</strong> è<br />
il momento dell’e<strong>la</strong>borazione del “dubbio”.<br />
La fine di una re<strong>la</strong>zione importante, sia<br />
che ci si <strong>la</strong>sci, sia che si venga <strong>la</strong>sciati, è<br />
sicuramente una delle esperienze emotive più<br />
dolorose. E’ una ferita narcisistica, è come<br />
dire prendere consapevolezza di un’utopia<br />
impossibile, quel<strong>la</strong> dell’amore eterno.<br />
In realtà chiudere una re<strong>la</strong>zione può invece<br />
significare ritrovarsi.<br />
Nell’amore non esiste <strong>la</strong> “POLITICA<br />
CORRETTA” c’è anche l’urlo, <strong>la</strong> <strong>la</strong>crima, <strong>la</strong><br />
rabbia, il rancore. Più daremo sfogo al<strong>la</strong> nostra<br />
sofferenza, più <strong>la</strong> supereremo. L’importante<br />
è non farsi prendere dall’angoscia di aver<br />
sbagliato tutto, o peggio dal<strong>la</strong> fretta di<br />
trovare subito un nuovo partner.<br />
Ricominciare dopo una separazione<br />
non vuol dire ricominciare da zero, ma<br />
ricominciare con l’esperienza di quel<strong>la</strong> storia<br />
in più, significa trovare spazio e tempo per<br />
guardarsi dentro.<br />
Per capire cosa vogliamo e da cosa ci<br />
separiamo, in che cosa ci siamo illusi, perché<br />
abbiamo scelto un partner proprio così….<br />
Ci viene data un’opportunità unica,<br />
solo se siamo capaci di questa analisi,<br />
potremo trasformare <strong>la</strong> fine di una storia,<br />
in un momento di crescita, e costruire un<br />
domani, un rapporto nuovo e di maggiore<br />
soddisfazione.<br />
In caso contrario, precipiteremo in storie<br />
ripetitive, nelle sabbie mobili di un rapporto<br />
ancora insoddisfacente.<br />
Quello che segue sarà allora un periodo di<br />
riaffermazione dell’io, di quel<strong>la</strong> parte di noi<br />
che è rimasta soffocata nel<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione.<br />
Forse qualcosa di diverso dal solito può<br />
servire a ricostruire <strong>la</strong> propria identità.<br />
E’ importante però capire da che cosa ci<br />
separiamo e che cosa realmente vogliamo.<br />
nuovo cammino, un nuovo cammino che<br />
parte dal detenuto e che si incentra sul<br />
<strong>la</strong>voro. Perché il detenuto vede proprio<br />
nel <strong>la</strong>voro <strong>la</strong> possibilità di riscattarsi e di<br />
risarcire moralmente tutti gli onesti che in<br />
lui credono ancora.<br />
…Sarà possibile ritrovare <strong>la</strong> luce?…<br />
Sarà possibile ritrovare nel<strong>la</strong> luce <strong>la</strong><br />
via del ritorno, del futuro, del cuore e<br />
dell’onestà?…<br />
25 |
<strong>Gulliver</strong> Periodico di informazione e cultura dal carcere<br />
<strong>Il</strong> buon raccolto<br />
dei detenuti<br />
<strong>Il</strong> <strong>progetto</strong> “Agrico<strong>la</strong> Terni”<br />
nel<strong>la</strong> Casa circondariale di Terni.<br />
Tra i corsi di formazione professionale<br />
che si svolgono all’interno del<strong>la</strong> Casa<br />
circondariale di Terni, uno tra i più seguiti è<br />
il corso per “Tecnico Ortoflorofrutticolo” al<br />
quale partecipano 15 detenuti.<br />
<strong>Il</strong> <strong>progetto</strong>, del<strong>la</strong> durata di 160 ore, è<br />
finanziato dal<strong>la</strong> Provincia di Terni ed è<br />
realizzato in convenzione con <strong>la</strong> Facoltà di<br />
Agraria dell’Università di Perugia che ha<br />
messo a disposizione propri docenti e propri<br />
tecnici per lo svolgimento dei moduli didattici<br />
previsti dal corso di formazione.<br />
L’intervento si pone l’obiettivo di formare,<br />
sia teoricamente che praticamente, gli allievi<br />
coinvolti con l’idea che <strong>la</strong> preparazione<br />
ricevuta possa rappresentare uno strumento<br />
di reinserimento nel complesso e difficile<br />
mondo del <strong>la</strong>voro, che comunque cerca<br />
braccia esperte e qualificate.<br />
La richiesta di manodopera in questo<br />
settore del resto è tanta in quanto manca<br />
personale al quale affidare <strong>la</strong>vori nel settore<br />
agricolo. Si tratta di <strong>la</strong>vori che molti italiani<br />
non vogliono più fare, ed è difficoltoso<br />
trovare anche personale straniero per <strong>la</strong><br />
raccolta di ortaggi e frutta.<br />
Potrebbero, quindi, essere proprio i<br />
detenuti, una volta qualificati, ad effettuare<br />
molti di quei <strong>la</strong>vori dove il mercato <strong>la</strong>menta <strong>la</strong><br />
mancanza di manodopera. Proprio questa è<br />
<strong>la</strong> scommessa del <strong>progetto</strong> “Agrico<strong>la</strong> Terni”:<br />
riuscire a sperimentare un meccanismo che<br />
dia una possibilità concreta alle persone ora<br />
detenute di poter <strong>la</strong>vorare in questo settore.<br />
L’obiettivo finale è proprio quello di facilitare,<br />
attraverso <strong>la</strong> trasmissione di competenze, il<br />
reinserimento nel mondo del <strong>la</strong>voro.<br />
Dal mese di settembre i docenti universitari<br />
del<strong>la</strong> Facoltà di Agraria, affiancati dal Dr.<br />
Daniele Sidio tecnico agrario del Dipartimento<br />
dell’Amministrazione Penitenziaria, si<br />
alterneranno nello svolgimento dei sei<br />
moduli previsti dal corso: idraulica agraria,<br />
| 26<br />
botanica generale, coltivazioni erbacee,<br />
coltivazioni arboree, patologia vegetale,<br />
economico estimativo.<br />
Al termine dei diversi moduli, poi, gli allievi<br />
sosterranno l’esame di qualifica professionale<br />
davanti ad una apposita commissione.<br />
“I ragazzi – dice un docente – seguono<br />
le nostre lezioni con molta attenzione<br />
ed interesse. La partecipazione è buona,<br />
l’impegno è costante. Le difficoltà maggiori<br />
sono rappresentate dagli stati d’animo delle<br />
persone che, a causa di eventi personali<br />
e giudiziari, si ripercuotono anche sul<br />
corso. Purtroppo il carcere crea delle forti<br />
tensioni emotive ed è difficile scaricarle<br />
o far finta che non esistano. Incide poi<br />
sullo stato di attenzione anche il livello<br />
di sco<strong>la</strong>rizzazione che a volte può essere<br />
un limite all’apprendimento. Ma <strong>la</strong> buona<br />
volontà c’è sicuramente. Aggiungerei che per<br />
alcuni degli allievi, poi, queste attività sono<br />
lontane, nel senso che si tratta di persone<br />
che, in alcuni casi, non ha mai avuto un<br />
rapporto diretto con il mondo agricolo”.<br />
Per gli allievi l’uscita per lo svolgimento<br />
delle attività pratiche del corso rappresenta<br />
un motivo per sentirsi veramente attivi<br />
per qualche ora. La possibilità di sentire<br />
gli odori del<strong>la</strong> natura, odori che evocano<br />
antichi ricordi, rappresenta un motivo<br />
per distoglierli un momento dai problemi<br />
quotidiani del<strong>la</strong> carcerazione. E intanto<br />
imparano un mestiere. “Io non avevo<br />
nessuna esperienza di agricoltura - ammette<br />
uno degli allievi - anche se provengo da un<br />
Paese in cui l’agricoltura è molto sviluppata.<br />
Quando ho saputo che c’era in programma<br />
un corso di orticoltura mi sono subito<br />
iscritto perché volevo conoscere <strong>la</strong> materia.<br />
<strong>Il</strong> corso è diviso in due parti: <strong>la</strong> teoria, che<br />
si svolge in au<strong>la</strong>, e l’attività pratica che<br />
per noi è un momento molto bello perché<br />
siamo a contatto diretto con <strong>la</strong> natura. Mi<br />
piacerebbe molto, a seguito di questo corso,<br />
trovare <strong>la</strong>voro nel campo agricolo. Un effetto<br />
positivo il <strong>progetto</strong> con me lo ha comunque<br />
già ottenuto: un’attenzione partico<strong>la</strong>re da<br />
parte mia alle bellezze del<strong>la</strong> natura”.
Progetto<br />
“Orizzonti”,<br />
un opportunita’<br />
di reinserimento.<br />
Una strategia locale, in favore dell’integrazione<br />
sociale e <strong>la</strong>vorativa di soggetti in<br />
esecuzione penale esterna, che chiama in<br />
causa non solo le dinamiche del <strong>la</strong>voro, ma<br />
anche ambiti istituzionali diversi, elementi<br />
culturali ed ideologici. Con il <strong>progetto</strong><br />
“Orizzonti: percorsi di inserimento socio<br />
<strong>la</strong>vorativo per cittadini in esecuzione penale<br />
esterna” promosso dal Centro di Servizio<br />
Sociale per Adulti di Perugia e gestito da<br />
<strong>Frontiera</strong> <strong>Lavoro</strong> <strong>cooperativa</strong> sociale, è<br />
nata un’opportunità in più per chi si trova<br />
nel<strong>la</strong> delicata fase di passaggio tra mondo<br />
carcerario e società civile. <strong>Il</strong> <strong>progetto</strong>, giunto<br />
al suo quarto anno di attuazione, ha visto<br />
Promosso dal Centro di Servizio Sociale<br />
per Adulti di Perugia.<br />
protagoniste quindici persone in affidamento<br />
in prova al servizio sociale del Ministero<br />
del<strong>la</strong> Giustizia, impegnate attraverso un<br />
tirocinio formativo del<strong>la</strong> durata di sei mesi<br />
presso aziende del territorio perugino. I<br />
Periodico di informazione e cultura dal carcere <strong>Gulliver</strong><br />
partecipanti, dopo un breve percorso di<br />
orientamento al <strong>la</strong>voro, che è servito ad<br />
individuare <strong>la</strong> meta <strong>la</strong>vorativa ideale per<br />
ciascuno di loro, sono stati inseriti in regime<br />
di borsa <strong>la</strong>voro all’interno di diverse attività<br />
produttive e commerciali dove hanno potuto<br />
sperimentare in maniera diretta le condizioni<br />
<strong>la</strong>vorative reali ed i ritmi di produzione di<br />
un’azienda.<br />
Tale esperienza è da ritenersi anche un<br />
momento molto importante per <strong>la</strong> crescita e<br />
<strong>la</strong> maturazione personale e per <strong>la</strong> conoscenza<br />
delle proprie capacità di re<strong>la</strong>zione con il<br />
mondo esterno.<br />
<strong>Il</strong> percorso di orientamento al <strong>la</strong>voro,<br />
strutturato in colloqui individuali con<br />
un operatore dell’equipe del <strong>progetto</strong>,<br />
ha l’obiettivo di aiutare <strong>la</strong> persona<br />
nel<strong>la</strong> definizione delle proprie risorse e<br />
competenze, utilizzando specifici strumenti<br />
di analisi. Successivamente l’inserimento<br />
<strong>la</strong>vorativo in azienda è costantemente<br />
monitorato attraverso visite periodiche sul<br />
luogo di <strong>la</strong>voro e colloqui di verifica con i<br />
tirocinanti .<br />
“<strong>Il</strong> valore aggiunto di tale iniziativa<br />
rispetto ad analoghe esperienze attuate in<br />
passato - dichiara <strong>la</strong> Dr.ssa Maria Biondo<br />
del Centro di Servizio Sociale per Adulti di<br />
Perugia - sta nell’importanza attribuita al<strong>la</strong><br />
fase di orientamento e quindi agli aspetti di<br />
valorizzazione delle attitudini, competenze<br />
e aspettative dei partecipanti, determinante<br />
sia sotto il profilo del<strong>la</strong> motivazione di<br />
questi ultimi che del<strong>la</strong> scelta delle imprese<br />
ospitanti. <strong>Il</strong> <strong>progetto</strong> inoltre non è finalizzato<br />
solo al<strong>la</strong> realizzazione di valide esperienze<br />
formative: ha come obiettivo quello di creare<br />
concrete opportunità di <strong>la</strong>voro e non a caso<br />
le imprese vengono selezionate anche in<br />
base all’effettivo fabbisogno di personale<br />
e al<strong>la</strong> significatività, essenziale al fine del<strong>la</strong><br />
spendibilità del<strong>la</strong> professionalità acquisita,<br />
del settore produttivo nel quale risultano<br />
inserite”.<br />
<strong>Il</strong> <strong>la</strong>voro, insieme alle attività formative,<br />
rappresenta infatti un efficace strumento<br />
educativo e gli ottimi risultati già conseguiti<br />
dal <strong>progetto</strong> “Orizzonti”, con il 50% delle<br />
borse <strong>la</strong>voro trasformate in occupazione<br />
stabile al termine del periodo di tirocinio,<br />
testimoniano come i processi di reinserimento<br />
sociale dei soggetti in esecuzione penale<br />
esterna funzionino.<br />
27 |
<strong>Gulliver</strong> Periodico di informazione e cultura dal carcere<br />
L’angolo del<strong>la</strong> poesia<br />
| 28<br />
Grazie<br />
Grazie a te<br />
vedo…..<br />
Sempre grazie a te<br />
ho il piacere di esistere.<br />
Tu m’hai dato<br />
il mio io ….<br />
Tu hai voluto<br />
<strong>la</strong> mia vita.<br />
Ed ora…….<br />
É venuto il momento<br />
che io devo<br />
dire a te ancora ….<br />
Grazie mamma<br />
Luca C.<br />
Ho visto<br />
Ho visto le profondita’ del mare<br />
Ho visto un infinita’ di stelle nel<br />
cielo<br />
Ho visto i colori dell’iride<br />
splendere<br />
Ma tutto questo e’ niente da<br />
quando<br />
ho visto te.<br />
Marku Gazmir<br />
In Te<br />
<strong>Il</strong> mio cuor…<br />
Si gonfia per te<br />
come le zolle di terrra<br />
in primavera<br />
I miei occhi…<br />
sembrano nuovi,<br />
tutto quello che vedono<br />
e’ come per <strong>la</strong> prima volta,<br />
gli aspetti piu’ umili<br />
e consunti….<br />
mi inteneriscono e mi danno gioia<br />
In te mi <strong>la</strong>vo<br />
come dentro l’acqua,<br />
dove scordi tutto<br />
di te stesso…<br />
La miseria mia<br />
<strong>la</strong>scio dietro di me,<br />
come un serpente <strong>la</strong> sua<br />
vecchia pelle<br />
Marku<br />
<strong>Il</strong>lusioni<br />
Vorrei ritornar al passato e alle<br />
mie illusioni…….<br />
Trovarti di nuovo tanto<br />
vicina…….<br />
Stringendo le tue mani,<br />
sentendo<br />
<strong>la</strong> tua voce e ricordando le cose<br />
che dicevano…….<br />
Oggi vorrei che……… tu mi<br />
apparissi!<br />
Anche solo per un istante…………<br />
e con me , sorriderai e piangerai.<br />
Se ti trovassi qui, penso che tutto<br />
cambierebbe<br />
e che <strong>la</strong> felicita<br />
finalmente……………<br />
ritornera!<br />
Jaime Badran<br />
L’albero<br />
Da molto tempo i miei occhi<br />
solo buio vedevano.<br />
Ma negli ultimi tempi una<br />
finestra si e’aperta e<br />
tra le sbarre del<strong>la</strong> mia cel<strong>la</strong><br />
un po’ di luce entra.<br />
I miei occhi un albero<br />
da lontano guardano,<br />
nei suoi rami una colomba che<br />
trapassa <strong>la</strong> luce<br />
oltre il buio arriva,<br />
che lì i suoi simili cura.<br />
Tutte le mattine che mi sveglio<br />
e lo guardo, io spero<br />
che un temporale non lo trascini
e lo porti via….<br />
Sali Souci<br />
La vetta<br />
Ci si arrampica sul<strong>la</strong> vetta<br />
del<strong>la</strong> vita<br />
consapevoli di un nostro arrivo,<br />
pensierosi di un percorso<br />
duro da fare,<br />
felici perché si prova senza<br />
rinunciare,<br />
e <strong>la</strong> giovane età porta sogni<br />
difficili da scordare.<br />
Per questo ogni vetta conquistata<br />
è l’inizio di una nuova sfida<br />
che ci rende vivi fino in fondo<br />
continuando nuovamente a<br />
sognare.<br />
Masel<strong>la</strong> Matteo Alessandro<br />
La pace<br />
<strong>Il</strong> mondo intero, direi l’umanità,<br />
avrebbe bisogno di più<br />
tranquillità.<br />
Ma spesse volte guerre o<br />
rivoluzione<br />
intaccano questa o quel<strong>la</strong><br />
nazione.<br />
Soprusi, torti ai popoli affamati,<br />
fa sì che questa gente viene<br />
abbandonata<br />
odio, intrighi e tanti tradimenti<br />
si abbattono molte volte sul<strong>la</strong><br />
gente.<br />
Perché non deve esserci più pace,<br />
che ognuno sul<strong>la</strong> terra sia felice<br />
perché dobbiamo sempre odiare<br />
quando con un cenno si potrebbe<br />
amare.<br />
<strong>Il</strong> sogno di una pace duratura<br />
e un po’ di volontà non fosse<br />
un’avventura<br />
diciamoci per sempre un po’ di<br />
verità:<br />
<strong>la</strong> pace è <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> più bel<strong>la</strong> che<br />
ci stà!<br />
Benanbdal<strong>la</strong> Ji<strong>la</strong>ssi<br />
Libertà<br />
Tra questi obblighi,<br />
quanto ti ho voluta….<br />
Cercata… Disperatamente…<br />
Giacevi in una parte di me…<br />
Compagna ti ho ritrovata…<br />
Quanto mi sei mancata….<br />
Luca C.<br />
Energia<br />
Questa sera, nonostante tu sia…<br />
Mi hai permesso di accumu<strong>la</strong>re…<br />
Energia…<br />
Non smetterò mai, … Tanto lo<br />
sai…<br />
Finché tu me lo permetterai!<br />
Per sempre… Quest’occhio<br />
custodirò,<br />
per poi tramandare, a chi saprà…<br />
Accumu<strong>la</strong>re.<br />
Luca c.<br />
Periodico di informazione e cultura dal carcere <strong>Gulliver</strong><br />
Limiti e confini<br />
Comincio questo mio scritto,<br />
neanche io so’ il perché, forse<br />
per iso<strong>la</strong>rmi da tutto ciò che<br />
mi circonda; sbarre, cancelli<br />
e il rumore dell’acqua che nel<br />
<strong>la</strong>vandino cade, pensieri e paure<br />
che … “mi assalgono”, eppure qui<br />
dovrei essere al “sicuro”, ma così<br />
non è.<br />
Non esistono dentro me: “porte<br />
o cancelli” che posso chiudere a<br />
mio piacimento, e non ne voglio<br />
nemmeno costruire… Forse non<br />
ne avrei il tempo, o forse mi<br />
piace troppo vivere emozioni<br />
forti…. Che partono dai piedi e ti<br />
arrivano al<strong>la</strong> testa, senza <strong>la</strong>sciarti<br />
un secondo per mettere a fuoco,<br />
o forse… Sono troppo attaccato a<br />
questa… Vita mia, che sbagliata<br />
o giusta sia stata… Al<strong>la</strong> fine è<br />
quel<strong>la</strong> che ho scelta.<br />
Come pensar di cogliere… Rosse<br />
rose da un cespuglio…. Senza<br />
pungersi.<br />
Luca C.<br />
29 |
<strong>Gulliver</strong> Periodico di informazione e cultura dal carcere<br />
| 30<br />
Mio nonno<br />
A volte vedo lui<br />
a volte vedo il posto<br />
sento ancora schiamazzi<br />
odore di pesce e legna che brucia<br />
In fondo all’orizzonte<br />
<strong>la</strong> vecchia montagna ci saluta<br />
e nel<strong>la</strong> mia semplicità<br />
un vecchio ormai stanco<br />
torna a rivedere <strong>la</strong> luce.<br />
Benabdal<strong>la</strong> Ji<strong>la</strong>ssi<br />
Mutar<br />
Udito il canto<br />
dell’allodo<strong>la</strong> all’aurora…<br />
<strong>Il</strong> nuovo giorno<br />
e’ gia’ iniziato.<br />
Qual nuovo evento<br />
portera’ l’iniziato giorno?<br />
Prima del tramontar del sole…<br />
Dubito che….<br />
Mutar possan le cose<br />
dubito che…<br />
L’amor mio possa mutar<br />
Luca C.<br />
“Pensieri d’amore”<br />
Con te è stato uno splendido<br />
viaggio,<br />
su una nave tutta nostra dove<br />
amore era amare<br />
e odio non era mai;<br />
con te tutto era bello, anche<br />
poche ore di libertà<br />
da una prigione;<br />
con te ho imparato a conoscere i<br />
battiti del cuore<br />
il cambiare delle stagioni, lo<br />
scoppio di risate inutili<br />
e vedevo tutte le sfumature del<br />
verde<br />
quando ti stringevo le mani.<br />
Con te ho imparato a soffrire in<br />
silenzio,<br />
nel buio d’una cel<strong>la</strong>,<br />
ad assistere con forzata<br />
impotenza<br />
al<strong>la</strong> tua distruzione al<strong>la</strong> fine<br />
d’una storia<br />
ora ti penso, con <strong>la</strong><br />
consapevolezza<br />
che non potrò mai rivederti<br />
e chiedo alle forze divine di darti<br />
ciò che <strong>la</strong> vita ti ha tolto e se puoi<br />
sentire,<br />
picco<strong>la</strong>, sappi che in un angolo del<br />
mio cuore<br />
nei miei reconditi pensieri<br />
c’è sempre posto per te.<br />
un sorriso. Un bacio<br />
Rezart<br />
Perche’<br />
Perche quando s’alza il sole<br />
e l’aurora da’ <strong>la</strong> luce<br />
io vedo solo te…<br />
Perche quando il momento<br />
d’esser s’avvicina<br />
io titubante penso…<br />
Solo a te.<br />
Perche …. Perche quando io<br />
solo nel<strong>la</strong> nebbia,<br />
io ed ancor io….<br />
Vago al<strong>la</strong> ricerca di te!<br />
Qual magia d’amor e’?<br />
Luca C.<br />
Pensiero<br />
Le albe ed i tramonti non ci<br />
appaiono piu’ con gli stessi<br />
splendidi colori.<br />
Un uomo non sara’ mai<br />
abbastanza ricco, una donna<br />
non sara’ mai abbastanza bel<strong>la</strong>, e<br />
tutto cio’ che<br />
facciamo non ci rendera’ mai<br />
abbstanza felici.<br />
Possiamo essere ricchi di cio’ che<br />
doniamo ai poveri<br />
delle nostre ricchezze che per<br />
egoismo non concediamo<br />
a nessuno.<br />
Amin
Periodico di informazione e cultura dal carcere <strong>Gulliver</strong><br />
Vedo, prevedo, stravedo… A cura di Fioravante Lapenna<br />
ARIETE<br />
(21 MARZO – 20 APRILE)<br />
Anno proficuo. La luna nuova in Ariete è di<br />
buon auspicio per cause benefiche e altro.<br />
Nel<strong>la</strong> vita affettiva, grandi gratificazioni in<br />
occasione di qualche beneficio. Periodo un<br />
po’ no per i nati di Marzo.<br />
Un Consiglio: Attenti ai furti.<br />
TORO<br />
(21 APRILE – 21 MAGGIO)<br />
Anno generoso: il Sole entrerà nel Vostro<br />
segno seguito dal<strong>la</strong> Luna nuova.<br />
Periodo proficuo e tanti cambiamenti.<br />
Con il partner intensa affinità, calda e<br />
passionale.<br />
Per i single incontro fatale!<br />
Un Consiglio: Occhio alle truffe.<br />
GEMELLI<br />
(22 MAGGIO – 21 GIUGNO)<br />
Anno molto mosso. Venere e Marte fanno<br />
sentire <strong>la</strong> tua voglia di libertà; ma vivrete<br />
intensamente tante novità.<br />
Giove e Plutone faranno emergere tanti<br />
problemi legali: <strong>la</strong> luna vi renderà inquieti;<br />
Prudenza con gli agenti.<br />
Un Consiglio: Attenti: <strong>la</strong> tua auto è<br />
taroccata.<br />
CANCRO<br />
(22 GIUGNO – 22 LUGLIO)<br />
Anno positivo: le cose andranno bene.<br />
Ad ogni modo sarà necessario tanta<br />
pazienza e ottimismo.<br />
No al patteggiamento, si al dibattimento;<br />
solo così potrai uscirne a testa alta.<br />
Un Consiglio: Al tuo legale non dare soldi<br />
se prima non ti risolve i problemi.<br />
LEONE<br />
(23 LUGLIO – 22 AGOSTO)<br />
Anno indaffarato, molte cose da sbrigare,<br />
molto denaro per i legali (peccato).<br />
In amore sarete in forma anche se siete<br />
condizionati dall’orgoglio.<br />
Vi sono buone prospettive per i benefici ma<br />
par<strong>la</strong>ne con l’educatrice.<br />
Un Consiglio: attenti al<strong>la</strong> salute, carcerite<br />
cronica.<br />
VERGINE<br />
(23 AGOSTO – 22 SETTEMBRE)<br />
Anno inquieto ma ricco di emozioni;<br />
si prospettano viaggi, magari tribunale o<br />
nuovo carcere.<br />
Ma uranio contrario sollecita rinnovamenti<br />
ai quali dovrete adattarvi.<br />
Marte e Plutone avversi vi causeranno<br />
difficoltà.<br />
Un Consiglio: par<strong>la</strong>ne con <strong>la</strong> psicologa.<br />
31 |
<strong>Gulliver</strong> Periodico di informazione e cultura dal carcere<br />
BILANCIA<br />
(23 SETEMBRE – 22 OTTOBRE)<br />
Anna vivace a causa del<strong>la</strong> luna nuova,<br />
Mercurio e Saturno.<br />
Dovrete far fronte a problemi familiari e<br />
legali. Nei problemi giudiziari non tutto va<br />
come vorreste.<br />
Vivi più le tue giornate in saletta con gli<br />
amici. Hai bisogno di affetto.<br />
Un Consiglio: fai <strong>la</strong> domandina.<br />
SCORPIONE<br />
(23 OTTOBRE – 21 NOVEMBRE)<br />
Anno concreto, vi occuperete di cose<br />
pratiche: l’assistente sociale, l’ispettore, il<br />
sacerdote.<br />
Gli astri che contano sono propizi come il<br />
Magistrato di Sorveglianza.<br />
Buone prospettive anche per <strong>la</strong> vita<br />
affettiva.<br />
Nuovi incontri, magari col parroco.<br />
| 32<br />
SAGITTARIO<br />
(22 NOVEMBRE – 21 DICEMBRE)<br />
Anno agitato: Giove e Urano dissonanti<br />
richiederanno caute<strong>la</strong> nelle istanze e nei<br />
ricorsi.<br />
Se sei triste guardati <strong>la</strong> stel<strong>la</strong> più luminosa<br />
e chiedile.<br />
Quello che desideri: prima o poi l’avrai, ma<br />
dipende solo da te.<br />
Buone in arrivo.<br />
Salute: acciacchi di carcerite.<br />
CAPRICORNO<br />
(22 DICEMBRE – 21 GENNAIO)<br />
Anno positivo; avrai tante occasioni<br />
fortunate per realizzare i tuoi progetti.<br />
Evita problemi con il partner.<br />
Se sei sottotono riposa di più anche se c’è<br />
<strong>la</strong> battitura, dopo rimettiti a letto.<br />
Un Consiglio: fatti una camomil<strong>la</strong> così ti<br />
passano i bollori.<br />
ACQUARIO<br />
(22 GENNAIO – 19 FEBBARAIO)<br />
Anno sereno: l’amore è in primo piano; con<br />
il partner.<br />
Un’evasione romantica riaccenderà il tuo<br />
desiderio.<br />
Periodo pieno di novità se hai presentato<br />
permessi o ricorsi; si risolveranno per il<br />
meglio.<br />
Un consiglio: occhio allo scippo.<br />
PESCI<br />
(20 FEBBRAIO – 20 MARZO)<br />
Anno frenetico; vi saranno varie insicurezze,<br />
ma dal<strong>la</strong> tua parte c’è chi ti aiuterà con<br />
intuito e ocu<strong>la</strong>tezza.<br />
Avrete <strong>la</strong> luna storta, consigliati con il tuo<br />
concellino.<br />
Un Consiglio: non <strong>la</strong>sciare sigarette in giro.
<strong>Il</strong> Mastro Pasticcere<br />
Luciano Tini Brunozzi<br />
Reallizzato con il contributo di:<br />
Provincia di Terni<br />
Progetto “Plus:<br />
formazione e occupazione<br />
dentro e fuori dal carcere”<br />
Codice TR 03.03.21.002<br />
Regione Umbria<br />
Legge Regionale n. 18/1990<br />
Un ringraziamento partico<strong>la</strong>re al<strong>la</strong><br />
Direzione del<strong>la</strong> Casa circondariale di Terni,<br />
al<strong>la</strong> Direzione del<strong>la</strong> Casa di Reclusione<br />
di Orvieto, agli educatori, agli assistenti<br />
sociali, agli agenti di Polizia Penitenziaria e<br />
a tutto il personale degli istituti di pena di<br />
Terni e di Orvieto che hanno reso possibile<br />
<strong>la</strong> realizzazione del <strong>progetto</strong> <strong>“Plus”</strong>.<br />
Ministero<br />
del <strong>Lavoro</strong><br />
Si ringrazia per <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione<br />
Coordinamento di redazione:<br />
Luca Verdolini, Emanue<strong>la</strong> Fortunati,<br />
Sara Bizzarri, Laura Ramistel<strong>la</strong>.<br />
Redazione:<br />
Massimo Balsamo, Badran Jaime, Ji<strong>la</strong>ssi<br />
Benabdal<strong>la</strong>, Giuseppe Visco, Qata Rezart,<br />
Luca Corbel<strong>la</strong>, Mario Dico<strong>la</strong>donato, Matteo<br />
Masel<strong>la</strong>, Fioravante Lapenna, Sing Kuldep,<br />
Marku Gazmir, Ardian Ostrovica, Iordache<br />
Fainarea, Suci Sali, Abli Hamine.<br />
Provincia<br />
di Terni<br />
dal 1944<br />
FORNO A LEGNA<br />
di Grilli C<strong>la</strong>udio & C. s.n.c.<br />
Regione<br />
dell’Umbria<br />
ANTICO FORNO<br />
di <strong>Il</strong>vo Vitaloni<br />
Via Campo di Marte, 28/b<br />
06124 Perugia<br />
Tel. 075 5002458<br />
Fax 075 5156543<br />
frontiera<strong>la</strong>voro@frontiera<strong>la</strong>voro.it<br />
www.frontiera<strong>la</strong>voro.it<br />
Comunità Europea<br />
Fondo Sociale Europeo
Stampa: Graphic Masters Perugia