Diapositiva 1 - Progea
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la comunicazione umana<br />
in sociologia<br />
le relazioni umane<br />
riflette due paradigmi fondamentali:<br />
il “paradigma relazionale” ed<br />
il “paradigma di ostilità”<br />
vennero definiti “Human Relations” gli<br />
studi condotti negli Stati Uniti da<br />
esponenti della Scuola di Harvard e in<br />
particolare da Elton George Mayo sugli<br />
effetti dei rapporti tra direzione aziendale<br />
e lavoratori sulla produttività e<br />
sull’armonia nell’ambiente di lavoro<br />
in senso generale sono l’espressione<br />
che indica l’insieme dei rapporti tra<br />
individui all’interno di un gruppo, come<br />
ad esempio la famiglia, la classe<br />
scolastica, i colleghi di lavoro ecc.<br />
da essi ne derivano due qualità<br />
relazioni affettive o professionali<br />
completamente diverse di relazione<br />
rapporti verticali e orizzontali<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
possiamo dire<br />
ad una osservazione<br />
in modo molto semplice, che conosciamo<br />
due tipi di relazione:<br />
1. quella che, tutto sommato, funziona<br />
2. quella che, tutto sommato, non funziona<br />
2. la comunicazione si inceppa: c’è qualche<br />
forma di disagio, i messaggi non passano<br />
e la sensazione è che non c’è un contatto<br />
soddisfacente tra gli interlocutori;<br />
spesso in tale evenienza si percepisce<br />
come una sorta di distanza, un “muro”<br />
che ci divide dai nostri interlocutori;<br />
questa distanza è poi accompagnata da<br />
un vissuto di insoddisfazione che lascia<br />
“l’amaro in bocca”<br />
neanche troppo attenta, quando comunichiamo<br />
possiamo trovarci in due situazioni<br />
completamente diverse:<br />
1. la relazione è fluida, la comunicazione scorre, gli<br />
interlocutori scambiano efficacemente ed i<br />
messaggi passano, tutto sommato, precisi;<br />
in questo caso l’incontro è soddisfacente,<br />
è piacevole, c’è la sensazione che lo scambio è<br />
stato nutriente: più o meno profondo o intenso,<br />
ma, di fatto, positivo<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat
il viraggio inizia nella nostra mente,<br />
il “viraggio” oo”<br />
nelle nostre relazioni<br />
nel senso che avviene,<br />
primariamente, come cambio della<br />
è è è un processo molto preciso reciso che<br />
passiamo spesso da un tipo di relazione<br />
all’altra e<br />
percezione dell’altro<br />
descrive il passaggio da una forma<br />
il cambio di percezione dell’altro<br />
avviene sempre nella situazione ne in in<br />
funzionale di comunicazione alla forma<br />
cui compare un problema<br />
disfunzionale<br />
quando entriamo nella forma<br />
disfunzionale il rischio è quello che la<br />
distanza che si può creare tra gli<br />
interlocutori , “il muro”, accresca sempre<br />
più fino a mettere in crisi la relazione<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
ma lo sappiamo tutti<br />
fintanto che nella<br />
comunicazione<br />
proviamo ad individuare<br />
un persona con la quale le<br />
relazioni funzionano<br />
nelle relazioni, molto spesso, andiamo<br />
incontro a situazioni problematiche,<br />
che si presentano fisiologicamente;<br />
in tali evenienze avviene una<br />
“perturbazione”: lo stato d’animo non<br />
è più nell’area del benessere, ma vive<br />
un disagio<br />
tutto scorre fluidamente, la percezione<br />
dell’altro rimane positiva:<br />
1. buono, bravo, solare, una cara persona, se<br />
può ti dà anche il cuore, positivo, …<br />
2. educato, preparato, in gamba,<br />
competente, tosto, un signore, una<br />
persona per bene, …<br />
3. sano, un giusto, forte, un figo, un<br />
regolare, un grande, una bella persona, …<br />
come giudicate questa persona?<br />
…………<br />
…………<br />
…………<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat
come giudichiamo una<br />
persona nel momento in<br />
cui le relazioni con lei non<br />
funzionano?<br />
se io e mia moglie stiamo<br />
cercando casa<br />
può essere, che dopo un certo tempo passato in<br />
vano alla ricerca,<br />
magari dopo che qualcuno un giorno mi ha detto<br />
che vede spesso mia moglie da sua madre,<br />
io mi convinca che lei non è proprio così<br />
impegnata nella ricerca<br />
e alla prima tensione, legata al fatto che non<br />
troviamo casa, io le rinfacci di non essere<br />
pienamente impegnata<br />
conclusione: non ho casa e ho creato una<br />
tensione con mia moglie (la guerra tra poveri)<br />
il rischio di viraggio<br />
cioè, nel momento in cui non riconosciamo la<br />
situazione problematica per quella che è, iniziamo<br />
a farne una questione personale e qualcuno<br />
diventa il colpevole del disagio che proviamo<br />
…………<br />
…………<br />
…………<br />
…………<br />
può essere l’altro o chi per lui, ma anche noi<br />
stessi o la circostanza<br />
più frequentemente diamo la colpa all’altro<br />
(meccanismo di difesa inadeguato: la proiezione)<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
di conseguenza<br />
di conseguenza g<br />
la comunicazione non potrà che prendere<br />
una fisionomia ben precisa<br />
se lo si tratta come un “cattivo” lo stile<br />
sarà:<br />
1. difensivo o punitivo: lo attacco e poi lo<br />
contrattacco, lo punisco, lo “smonto”, gli<br />
abbassiamo le ali, lo offendo, mi difendo o<br />
lo evito, ….<br />
scatta il cambio di percezione:<br />
la comunicazione non potrà che prendere<br />
una fisionomia ben precisa<br />
se lo si tratta come un “maleducato” lo<br />
stile sarà:<br />
2. correttivo: lui è maleducato o un<br />
ignorante! e gli dico io come deve<br />
comportarsi, gli insegno io le buone<br />
maniere, lo educo io!, lo riprendo, gli<br />
insegno a stare al mondo, gli do una<br />
regolata o lo ignoro, ….<br />
l’altro non è più un essere umano<br />
degno di rispetto, ma diventa:<br />
1. un cattivo i in i senso lato: l t uno str…, t un<br />
menefreghista, uno che ti frega, un<br />
opportunista, un egoista, un bastardo, …<br />
2. un maleducato: un incivile, uno che non ha<br />
buone maniere, un ignorante, cafone, …<br />
3. un malato: non capisce, uno che non è a<br />
posto, una isterica, un pazzo, uno che è<br />
fuori, una testa di …<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat
tratto dallo spettacolo:<br />
se qualcuno<br />
zelig<br />
nella relazione si ponesse con voi partendo da<br />
una posizione difensiva o cercando di<br />
for emergency<br />
redarguirvi oppure correggendovi oppure<br />
trattandovi come se foste deficienti o peggio<br />
ancora ignorandovi: voi vi arrabbiate e così, da<br />
un primo viraggio dell’altro, voi risponderete<br />
di conseguenza g<br />
la comunicazione non potrà che prendere<br />
una fisionomia ben precisa<br />
se lo si tratta come un “malato” lo stile<br />
sarà:<br />
3. terapeutico: poverino non è tanto a posto,<br />
non c’è con la testa, lo “curo” o lo perdono<br />
perché non capisce, lo sopporto o lo ignoro<br />
ovvero “io non parlo con i pazzi”, ….<br />
con la vostra ostilità e quindi rispondete …..<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
questo passaggio da una<br />
comunicazione assertiva<br />
funzionale<br />
queste attitudini<br />
ad una comunicazione non assertiva disfunzionale,<br />
avviene sempre nel momento in cui una situazione<br />
problematica si presenta nella relazione e invece<br />
di essere riconosciuta come tale, come evenienza<br />
fisiologica, ed essere gestita in modo efficace,<br />
apre la strada ad una questione personale che<br />
porta la comunicazione su un piano di ostilità e, al<br />
tempo stesso, porta a non occuparsi più del<br />
problema (che quindi rimane irrisolto), ma ad<br />
occuparsi dell’identità o del carattere dell’altro<br />
influenzano inevitabilmente la<br />
comunicazione e aprono la strada ad<br />
un atteggiamento di ostilità che è<br />
responsabile di un allontanamento tra<br />
gli interlocutori e del muro che<br />
progressivamente, in forme diverse,<br />
può danneggiare la relazione<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
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13/02/2013 Dott. Roberto Biancat
comunicazione<br />
disfunzionale non<br />
assertiva<br />
comunicazione<br />
funzionale assertiva<br />
il contro-viraggio<br />
in sintesi<br />
paradigma relazionale paradigma di ostilità<br />
non è facile, perché quando una persona è in<br />
l’altro va bene è un “essere l’altro non va bene: “è cattivo,<br />
umano” buono, educato o sano maleducato o malato”<br />
fiducia e apertura sospetto e chiusura<br />
ostilità, al di là della causa, sospetto che non<br />
riuscirà ad essere facilmente oggettivo, ci vorrà<br />
del tempo, chiarezza reciproca, mai perdere di<br />
attenti all’identità dell’altro<br />
vista l’obiettivo e la soluzione e forse si potrà<br />
atteggiamento difensivo o<br />
punitivo o correttivo o<br />
terapeutico o emarginante nei<br />
confronti dell’altro<br />
viraggio<br />
attenti ai fatti della vita e<br />
risolutivi verso i problemi<br />
atteggiamento costruttivo e<br />
propositivo nei confronti della<br />
situazione condivisa con l’altro<br />
riacquistare una percezione sana dell’altro<br />
situazione fluida<br />
comparsa di situazione problematica<br />
perturbazione dello stato d’animo<br />
giudizio nei confronti dell’altro<br />
cambio di percezione dell’altro<br />
comunicazione ostile verso l’altro<br />
risposta ostile dell’altro<br />
comunicazione ostile tra entrambi<br />
possibile soluzione o degenerazione: e:<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
analizziamo tre chiavi di<br />
lettura<br />
il viraggio avviene inoltre<br />
attraverso le quali diventa possibile<br />
riconoscere quali sono le situazioni<br />
problematiche nelle quali si rischia di<br />
ma quali sono le<br />
situazioni di disagio<br />
che facilmente causano le<br />
alterazioni tra le<br />
relazioni?<br />
scivolare facilmente in un paradigma<br />
quando esiste una terza persona che<br />
fa il “gioco della terza parte” ovvero<br />
mette zizzania o riporta ad una<br />
persona, con dovizia di particolari, le<br />
maldicenze che ha sentito dire su di lei<br />
da un’altra persona<br />
di ostilità prerogativa del viraggio<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat
è certo che chi non ha un ruolo<br />
non può mettersi in relazione<br />
1° chiave di lettura<br />
“la natura del rapporto” o<br />
“ruolo degli interlocutori”<br />
LA NATURA DEL RAPPORTO<br />
O RUOLO DEGLI<br />
INTERLOCUTORI<br />
nella vita, nei diversi ruoli assunti, si passa<br />
tra una relazione all’altra<br />
nelle relazioni bisogna conoscere il proprio<br />
ruolo e capire il ruolo altrui cercando il<br />
giusto equilibrio fra i vari tipi di relazioni e di<br />
potere<br />
un rapporto mal impostato diventa<br />
PROBLEMI CON<br />
GLI ALTRI<br />
disfunzionale non tanto perché viene<br />
LE MOTIVAZIONI CHE<br />
SPINGONO ALLA RELAZIONE<br />
IN RAPPORTO<br />
AL VALORE DELL’ALTRO<br />
fatto qualcosa di errato, quanto perché<br />
il nostro ruolo non è dato da ciò che noi<br />
pensiamo di essere, ma da ciò che gli altri<br />
pensano che noi siamo<br />
è fondato su premesse scorrette<br />
LA STRUTTURA DEL PROBLEMA:<br />
I FOTOGRAMMI<br />
O ANALISI DEGLI EPISODI<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
il ruolo<br />
la società può essere<br />
considerata come:<br />
ruolo<br />
indica le modalità ideali con cui<br />
adempiere alle aspettative inerenti a<br />
una certa posizione sociale<br />
tali modalità sono ritenute meritevoli<br />
di essere imitate sulla base dei valori<br />
comunemente accettati in un certo<br />
sistema sociale<br />
un insieme strutturato di posizioni<br />
sociali, in cui gli individui cooperano,<br />
competono allo scopo di conseguire gli<br />
interessi del proprio gruppo di<br />
riferimento: il benessere della società<br />
nel suo complesso<br />
o entrano in conflitto: allo scopo di<br />
conseguire i propri interessi a scapito<br />
13/02/2013 degli de altri Dott. Roberto Biancat<br />
in sociologia: modello di<br />
comportamento affettivo o<br />
professionale attribuito e atteso dalla<br />
società a un individuo che ricopre una<br />
determinata posizione sociale o status<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat
se non ci si comporta in modo<br />
adeguato al ruolo che si occupa<br />
analizzando le caratteristiche<br />
molti studi<br />
subentra uno squilibrio, che può anche<br />
stare “in piedi”<br />
esempio: il Sindaco diventa socio d’affari<br />
con il capogruppo dell’opposizione<br />
che differenziano i migliori dai mediocri si<br />
evidenziano:<br />
1. sensibilità interpersonale alle altre culture<br />
2. atteggiamento positivo nei confronti degli<br />
altri<br />
3. capacità di riconoscere rapidamente i ruoli<br />
altrui e le relazioni di potere<br />
hanno dimostrato che i tradizionali test di<br />
attitudine allo studio e di cultura scolastica,<br />
così come i titoli e gli attestati scolastici:<br />
1. non predicono l’attitudine al lavoro o il<br />
successo nella vita dello studente<br />
– salta però la fiducia dell’elettorato di una<br />
fazione e dell’altra<br />
2. sono spesso viziati da pregiudizi nei<br />
confronti delle minoranze, donne, ceti<br />
meno abbienti, brutti, …<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
se non ci si comporta in modo<br />
adeguato al ruolo che si occupa<br />
se non ci si comporta in modo<br />
adeguato al ruolo che si occupa<br />
se non ci si comporta in modo<br />
adeguato al ruolo che si occupa<br />
subentra uno squilibrio, che può anche<br />
stare “in piedi”<br />
subentra uno squilibrio, che può anche<br />
stare “in piedi”<br />
subentra uno squilibrio, che può anche<br />
stare “in piedi”<br />
esempio: l’infermiera che fa l’OSS nella<br />
relazione con un medico “padre-padrone”<br />
esempio: la moglie fa da mamma al<br />
marito e a lui piace e sta bene<br />
esempio: una carica istituzionale<br />
approfitta della propria posizione per<br />
arricchire i propri familiari<br />
– salta però il rapporto assistenziale di alta<br />
qualità atteso dal cliente e, se può, il cliente<br />
migra verso altre realtà assistenziali<br />
– salta però il rapporto sessuale che altrimenti<br />
diventerebbe incestuoso<br />
– salta però la fiducia del popolo, sia della<br />
fazione che lo ha sostenuto e sia dell’altra<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat
il tipo di relazione cambia<br />
col cambiare del ruolo<br />
con ogni persona<br />
se non ci si comporta in modo<br />
adeguato al ruolo che si occupa<br />
esempi:<br />
c’è un tipo di relazione in rapporto ai<br />
subentra uno squilibrio, che può anche<br />
stare “in piedi”<br />
la segretaria del capo diviene la sua<br />
amante<br />
tutte le storie in cui la collega o la<br />
collaboratrice diventa amante facendo<br />
saltare i rapporti naturali legati ai ruoli<br />
per cui sono stati assunti entrambi<br />
ruoli giocati da entrambi gli<br />
interlocutori: siamo amici o sei il mio<br />
capo? sono infermiere o il tuo<br />
esempio: l’infermiera che,<br />
prepotentemente, fa il capo con i colleghi,<br />
senza master e investitura formale<br />
cameriere? sono moglie o badante?<br />
– salta il rapporto di collaborazione, di<br />
solidarietà, di automutuoaiuto, ….<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
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intuitivamente sappiamo che<br />
esistono relazioni differenti<br />
tra loro<br />
l’impostazione ha, quindi, a<br />
le relazioni tra gli esseri<br />
umani sono qualcosa di<br />
molto complesso p<br />
ma non abbiamo chiarezza sulle<br />
specifiche differenze;<br />
quando un rapporto inizia, pensiamo che<br />
magicamente andrà tutto bene, salvo<br />
poi pensare che, se qualcosa non<br />
funziona, è sicuramente colpa dell’altro<br />
che vedere con le premesse<br />
di fondo che edef definiscono def la<br />
qualità di un rapporto<br />
e aldilà degli episodi e delle azioni che<br />
determinano il destino di una<br />
relazione, esiste qualcosa che si può<br />
chiamare “impostazione del rapporto”,<br />
che si riferisce alle dinamiche e ai<br />
principi che caratterizzano da subito<br />
un rapporto<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat
proprio come l’artigiano<br />
che lavora sul tornio<br />
la conseguenza di un<br />
rapporto mal impostato<br />
in realtà<br />
se il pezzo viene impostato male, il lavoro<br />
finale non sarà perfettamente riuscito e non<br />
è quella in base alla quale tutto ciò<br />
che succede nella relazione non<br />
perché la persona ha lavorato male o ha<br />
funziona, non tanto perché è stato<br />
fatto qualcosa di scorretto, quanto<br />
usato utensili sbagliati<br />
perché la premessa è scorretta<br />
esistono problematiche e disagi<br />
assolutamente naturali e fisiologici<br />
nelle relazioni, ma, accanto a queste,<br />
esistono problematiche e disagi che<br />
derivano da una scarsa conoscenza<br />
dei meccanismi relazionali e da una<br />
mancanza di strumenti comunicativi<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
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parlare di “tipi” di<br />
rapporto di relazione<br />
quando assumiamo il<br />
ruolo che ci compete<br />
scopriamo di essere<br />
incrollabili<br />
e se rispettiamo il ruolo<br />
altrui comprendiamo<br />
l’armonia delle relazioni<br />
questo è il motivo per cui<br />
è importante una buona<br />
impostazione del rapporto<br />
implica toccare dei tasti delicati perché<br />
si tratta di riconoscere che esistono delle<br />
differenze e sappiamo che nella nostra<br />
società e nella nostra cultura attuale le<br />
differenze non sono molto accettate<br />
anzi si può dire che stiamo assistendo<br />
ad un graduale e generalizzato processo<br />
di annullamento delle differenze<br />
perché condiziona inevitabilmente tutto<br />
ciò che segue!<br />
la giusta impostazione da il colore di<br />
fondo ad una relazione, per cui tutto ciò<br />
che avviene all’interno di quella relazione<br />
prenderà colore e calore<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
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a seconda del tipo di<br />
relazione posso<br />
insegnare o imparare<br />
le differenze quindi vanno<br />
rivalutate e valorizzate<br />
la similitudine nelle<br />
relazioni crea confusione<br />
la chiarezza sulle differenze è di<br />
fondamentale importanza<br />
perché nelle relazioni si forma come una sorta<br />
di corrente elettrica, che scorre bene se ci sono<br />
due poli ben differenziati, come il polo positivo<br />
e il polo negativo: differenze di potenziale<br />
questo è il motivo per cui queste situazioni<br />
relazionali sono, di fatto, un’opportunità per<br />
poter far crescere alcuni lati dell’individuo<br />
le relazioni sono una palestra di vita, di<br />
sviluppo, di appartenenza, stima ed<br />
autorealizzazione<br />
il rischio della similitudine nelle relazioni è che<br />
si viene a perdere “il flusso di corrente” tra i<br />
due poli con una inevitabile conseguenza<br />
negativa sulla relazione stessa<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
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13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
sulla base di questo<br />
criterio<br />
il primo grande criterio<br />
analizziamo tre grandi<br />
possiamo evidenziare nziare i quattro tt o tipi tipi ti i di d<br />
rapporti:<br />
due verticali (fondati sulla “differenza”) e due<br />
orizzontali (fondati su “l’uguaglianza”)<br />
è quello che considera la parità o la<br />
disparità di potere<br />
criteri per differenziare i<br />
i rapporti verticali sono quei rapporti in cui io e<br />
l’altro non siamo alla pari, esiste una posizione<br />
di superiorità ed una di inferiorità<br />
i rapporti orizzontali sono quelli in cui esiste<br />
una parità di forze, cioè quelli in cui io e l’altro<br />
siamo praticamente alla pari<br />
parità di potere<br />
rapporti<br />
rapporti<br />
disparità di potere<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
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oggi in questo contesto<br />
“superiorità ed inferiorità”<br />
superiorità ed inferiorità<br />
tratto dal film:<br />
we were soldiers<br />
sono intese come grado di: appartenenza<br />
ad un gruppo, competenze, livello di<br />
saggezza, grado di maturità ed esperienza,<br />
livello di responsabilità, posizione sociale,<br />
controllo, ecc.<br />
da questo punto di vista in certe relazioni<br />
non siamo alla pari: genitore e figlio o<br />
medico e ammalato, capo e collaboratore<br />
sono due termini molto delicati poiché<br />
spesso questi termini vengono usati per<br />
formulare dei giudizi sulla persona:<br />
“sono meglio di te” “sei meglio di me”<br />
anzi probabilmente è proprio la<br />
connotazione di giudizio che ha portato<br />
pian piano ad una sorta di rifiuto di<br />
questi termini e quindi all’appiattimento<br />
di cui si parlava prima<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
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certamente esiste la persona<br />
che fa abuso del proprio potere<br />
questo non significa che un<br />
medico è superiore<br />
all’ammalato<br />
diventando da “funzionale<br />
all’organizzazione, alla famiglia, alla<br />
società” a “funzionale a sé stessi a<br />
scapito degli altri”<br />
ma che esiste una differenza in ordine<br />
di conoscenza, capacità esperienza,<br />
che se non viene riconosciuta, in<br />
moltissimi casi, quel tipo di relazione<br />
non funzionerà bene<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
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quattro tipi di relazioni a<br />
seconda che considero la<br />
parità o la disparità di forze<br />
i rapporti orizzontali sono<br />
due<br />
i rapporti verticali sono<br />
due<br />
io e l’altro siamo simmetrici, alla pari:<br />
1. in una posizione di complementarietà con<br />
l’altro, cioè abbiamo un bisogno reciproco per<br />
fare delle cose assieme<br />
2. in una posizione di uguaglianza, cioè ci sono io<br />
e l’altro, possiamo scambiare delle cose,<br />
possiamo condividere, possiamo anche fare<br />
delle cose insieme, ma non c’è un obiettivo che<br />
rende dipendenti l’un l’altro: c’è una grande<br />
libertà senza vincoli reciproci<br />
posso relazionarmi con qualcuno:<br />
quattro dinamiche completamente<br />
1. che sta in una posizione di<br />
diverse<br />
superiorità<br />
2. o che sta in una posizione di<br />
quattro colori di fondo nei rapporti<br />
inferiorità<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
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le 5 variabili<br />
del potere<br />
1. che potere funzionale<br />
esprime nel proprio ruolo?<br />
2. come è percepito dalla<br />
gente e dagli altri<br />
professionisti sanitari?<br />
che ruolo ha l’infermiere<br />
nella società,<br />
nell’organizzazione sanitaria<br />
e nella struttura operativa<br />
in cui esercita<br />
la professione?<br />
e come entra in relazione<br />
con gli altri ruoli?<br />
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il potere infatti<br />
il potere si divide in due<br />
categorie<br />
consiste nel soddisfare i desideri di<br />
altre persone, dire si o no, renderle<br />
felici (potere positivo)<br />
oppure nel soddisfare i nostri desideri<br />
sopraffando gli altri e renderli infelici<br />
(potere negativo)<br />
1. il potere guidato dalla morale<br />
altruistica<br />
“ CU’ PECURA SI FA,<br />
LUPU S’A MANCIA“<br />
1. il potere guidato dalla amorale<br />
egoistico/opportunistica<br />
tutti perciò lo cerchiamo<br />
• ipocrisia: simulazione di buoni sentimenti e intenzioni<br />
lodevoli, allo scopo di ingannare qualcuno;<br />
• falsità, doppiezza.<br />
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un intellettuale dell’epoca<br />
anche nell’amore?<br />
Nietzche<br />
diceva di aver sposato sua<br />
moglie quando fu sicuro<br />
si!<br />
di non esserne più<br />
innamorato<br />
secondo Nietzche e moltissimi altri,<br />
come Rousseau, Sartre, Girard, perché<br />
innamorarsi significa dipendere<br />
dall’altro ovvero diventarne succube<br />
loro dicono: “la gente deve averne<br />
paura, se ne deve difendere”<br />
sostiene che alla base di ogni azione<br />
c’è la volontà di potenza negativa<br />
Hegel ci dice che ciascuno vuole<br />
essere il signore e rendere l’altro servo<br />
secondo questi filosofi la vita è sempre<br />
e soltanto lotta di predominio<br />
fra nazioni, fra classi, fra partiti, fra<br />
imprese, fra individui, …<br />
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come questo possa avvenire è il<br />
mistero dell’innamoramento<br />
ma esiste anche il vero<br />
innamoramento in cui due<br />
individui, incontrandosi, rinascono<br />
io sono sempre stato convinto<br />
che questa tesi è sbagliata<br />
l’uno per l’altro in piena<br />
solo chi respira e comprende questo<br />
mistero può comprendere come<br />
dall’innamoramento possa nascere non<br />
solo una coppia stabile, ma come siano<br />
possibili altre formazioni sociali che non<br />
hanno bisogno di un nemico, di guerra, di<br />
sopraffazione e di lotta per esistere<br />
reciprocità? p<br />
in cui ciascuno diventa al tempo stesso il<br />
padrone e il servo dell’amato?<br />
in cui entrambi si fondono fisicamente e<br />
spiritualmente, edificando insieme un<br />
progetto comune di vita?<br />
certamente so che molti uomini<br />
vogliono e lottano per il potere volto a<br />
sopraffare l’altro<br />
so benissimo che la volontà di dominio<br />
si insinua anche nell’erotismo e<br />
nell’amore<br />
si! 13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
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il cuore di molti movimenti,<br />
gruppi politici, religiosi,<br />
sindacali, economici, sportivi<br />
e professionali è fatto da<br />
persone che si “aiutano”<br />
reciprocamente, che sono<br />
pronte a contribuire l’una per<br />
l’altra e per la loro comunità<br />
che cos’è la morale<br />
altruistica?<br />
è agire razionalmente secondo il bene altrui<br />
un mistero che è<br />
conosciuto da tutte le<br />
persone guidate dalla<br />
morale altruistica<br />
il bene altrui è la spinta primaria e stabilisce<br />
il fine<br />
la ragione assicura che questo fine venga<br />
realizzato<br />
non basta provare sentimenti positivi<br />
occorre agire effettivamente per l’altro, per<br />
realizzare il suo bene<br />
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13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat
non dovete resistere<br />
se la capissimo meglio<br />
la morale altruistica:<br />
questa forza “amorosa”<br />
al potere altrui,<br />
se ne conoscessimo meglio i meccanismi<br />
ma conquistare il vostro<br />
se la rispettassimo di più<br />
potere, perché ciò a cui<br />
resistiamo persiste:<br />
se non la confondessimo con i sentimenti<br />
di dominio<br />
sapremmo costruire istituzioni più giuste,<br />
famiglie più forti, e avere vita più<br />
intensa, più armoniosa, più pulita<br />
“sviluppa le tue eccellenze”<br />
che sembra così meschina agli occhi<br />
dei filosofi della potenza negativa è, in<br />
realtà, l’unica vera risorsa che ci aiuta<br />
a vivere, che ci consente di riposare<br />
sereni, di avere fiducia in qualcuno in<br />
una società dove molto è definito dalla<br />
lotta, dall’inganno e dalla<br />
sopraffazione<br />
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le 5 variabili del potere<br />
tratto dal film:<br />
“the segret”<br />
obbedienza<br />
la forza<br />
il controllo<br />
interiorizzazione<br />
l’utilità sociale o la posizione<br />
la competenza<br />
identificazione<br />
la leadership<br />
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13/02/2013 Dott. Roberto Biancat 13/02/2013 Dott. Roberto Biancat
fai conoscere:<br />
il tuo valore<br />
i tuoi risultati<br />
il tuo sapere<br />
il rispetto dell’ambiente<br />
i tuoi valori<br />
3° l’utilità sociale<br />
consuetudini oovvero<br />
la posizione eeee<br />
risposta:<br />
interiorizzazione<br />
dei valori,<br />
principi, modelli,<br />
metodi, regole,<br />
usi,<br />
risposta: ascolto,<br />
condizionamento,<br />
obbedienza,<br />
imitazione, rispetto<br />
2° il controllo<br />
risposta:<br />
interiorizzazione<br />
dei valori,<br />
principi, modelli,<br />
metodi, regole,<br />
usi,<br />
1° la forza:<br />
tre sottovariabili<br />
risposta: ascolto,<br />
condizionamento,<br />
obbedienza,<br />
imitazione, rispetto<br />
consuetudini<br />
azione che h induce e mantiene la conformità della<br />
è il posto che una persona occupa nella<br />
condotta delle persone a dei modelli<br />
gruppo:<br />
di lavoro<br />
professionale<br />
sindacale<br />
politico<br />
volontariato<br />
culturale<br />
………..<br />
rapporti con:<br />
• enti locali<br />
• stato<br />
• territorio<br />
• parrocchie<br />
• media<br />
• stakeholders<br />
1. la forza fisica ed economica<br />
struttura sociale, secondo il giudizio e la<br />
•conoscenze specifiche<br />
teoriche e pratiche<br />
•l.g.,procedure e<br />
protocolli<br />
•risultati attesi<br />
•uso di strum. di<br />
control.,<br />
documentazione di<br />
lavoro<br />
•acquisti presidi per<br />
assistenza<br />
•carichi di lavoro<br />
•costi dell’assistenza<br />
•delibere aziendali<br />
•…<br />
2. la forza che deriva dai gruppi di appartenenza<br />
strumento per regolare o comandare<br />
valutazione dell’istituzione e della società<br />
sulla base della conoscenza del sistema<br />
o dagli influenti (stakeholders)<br />
vigilanza implicante una competenza eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee eeeeee eeeeeeeeeeeeeee e<br />
3. la forza di farsi rispettare, ascoltare<br />
non è quello che pensi di essere, ma è<br />
una responsabilità elevata<br />
e di convincere<br />
quello che gli altri pensano tu sia<br />
•riconoscimento aziendale<br />
e sociale<br />
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obbligazione dell’uso dei<br />
mezzi<br />
identificazione:<br />
col gruppo<br />
etimo di competenza<br />
competenze professionali<br />
4° la competenza<br />
risposta:<br />
interiorizzazione<br />
dei valori,<br />
principi, modelli,<br />
metodi, regole,<br />
usi,<br />
consuetudini<br />
dal latino cum pétere, sembra volgere<br />
lo sguardo a fuori, cosa l’individuo<br />
possiede per “competere”<br />
adeguatamente nell’ambiente<br />
conoscenze:<br />
– padronanza mentale, formale, di per sé astratta dell’operatività profess.<br />
– cultura generale: storica, politica, scientifica, religiosa, etica, tecnica, …<br />
abilità:<br />
– di base: comuni a più competenze (lingue straniere, computer, sicurezza<br />
– tecnico-operative: specifiche di un contesto professionale, identificano<br />
– trasversali: abilità generali come saper raccogliere e leggere le<br />
informazioni, diagnosticare, relazionarsi, affrontare/decidere, valutare<br />
comportamenti organizzativi:<br />
– capacità di interagire positivamente con contesti sociali e lavorativi;<br />
sapersi muovere e orientandosi armonicamente nel lavoro, nei sistemi<br />
la realtà à non vive di teoria, ma di eccezioni<br />
competenza è un aspetto personale che<br />
conduce a piena capacità di orientarsi nelle<br />
eccezioni<br />
la capacità di dare risposte al cliente,<br />
committente, utente è supportata dal sapere la<br />
propria materia e dal saperla fare, anche se<br />
può succedere che chi sa e sa fare sia<br />
incompetente se manca il saper esser essere ss sssere<br />
re<br />
•gestire l’eccezionalità<br />
•raggiungere gli obiettivi<br />
•risolvere i problemi<br />
•soddisfare i bisogni<br />
•gestire le relazioni in modo funzionale<br />
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L’empowerment è:<br />
L’empowerment è:<br />
personalmente intendo la<br />
competenza<br />
co pete a<br />
2. un processo di ampliamento<br />
(attraverso il miglior uso delle proprie<br />
risorse attuali e potenziali acquisibili)<br />
delle possibilità che il soggetto può<br />
praticare e rendere operative<br />
1. un processo che mira a favorire<br />
l’acquisizione di potere, cioè<br />
accrescere la possibilità dei singoli e<br />
dei gruppi di controllare attivamente<br />
la propria vita<br />
prima ancora che un valore per<br />
competere, un valore che mi fa sentire<br />
personalmente abile, capace nella vita,<br />
e dunque empowered, nel senso di<br />
sentirmi io stesso potente in un<br />
contesto anziché impotente<br />
Bruscaglioni, 1994<br />
Rappaport, 1981<br />
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13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
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concetti chiave<br />
L’empowerment è:<br />
L’empowerment è:<br />
Si traduce in comportamento<br />
osservabile e sistematicamente<br />
ripetibile<br />
Patrimonio di saperi<br />
nel campo disciplinare<br />
d’interesse<br />
Spinte ad agire che<br />
dirigono ed orientano il<br />
comportamento<br />
Conoscenze<br />
Motivazioni<br />
4. sia il processo che il risultato:<br />
acquisire potere nel senso di capacità,<br />
possibilità, attitudine, forza, successo<br />
Competenza<br />
3. un processo attraverso il quale<br />
l’individuo comprende che gli<br />
obiettivi/risultati che persegue<br />
dipendono dalle strategie che attiva<br />
per raggiungerli<br />
Attitudini<br />
Abilità/capacità<br />
Il sistema di convinzioni e<br />
credenze che ciascun soggetto ha<br />
Atteggiamenti<br />
Deriva dalla combinazione<br />
di conoscenze teoriche,<br />
abilità, attitudini e motivazioni.<br />
Predisposizioni, fattori<br />
di personalità, tratti<br />
Dotazione personale<br />
che permette di<br />
eseguire con successo<br />
una data prestazione<br />
Mechanic, 1991<br />
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2. tratti<br />
1. le motivazioni<br />
caratteristiche psicofisiche:<br />
– una generale disposizione a comportarsi o<br />
a reagire in un determinato modo di<br />
fronte ad una situazione o informazione<br />
– modelli di pensiero<br />
– la creatività<br />
– l’originalità<br />
–…<br />
spingono, guidano e selezionano il<br />
comportamento tramite azioni verso<br />
determinati obiettivi: soddisfare<br />
bisogni personali<br />
sono spinte interiori che normalmente<br />
inducono una persona ad agire con<br />
perseveranza<br />
cinque caratteristiche<br />
creano la base<br />
della competenza<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
la creatività<br />
la psicologia considera<br />
componenti del pensiero creativo<br />
creatività<br />
in quanto capacità di tipo inventivo,<br />
svolge una funzione importante<br />
nell'evoluzione individuale, nel<br />
progresso della società e nella<br />
stessa autoconservazione del<br />
genere umano<br />
l'originalità (vedere cose o relazioni in modo<br />
nuovo), la flessibilità (usare gli oggetti in modo<br />
inconsueto ma plausibile), la sensibilità<br />
(riconoscere problemi e legami fino ad allora<br />
ignorati), la fluidità (capacità di distaccarsi da<br />
schemi di pensiero consueti) e l'anticonformismo<br />
(pensare e agire in contrasto con le norme sociali<br />
più diffuse, pur mantenendo un sufficiente<br />
adattamento alla vita sociale)<br />
lego®<br />
capacità di elaborare:<br />
– le informazioni dell'ambiente<br />
– i contenuti mentali attinti attraverso<br />
l'introspezione<br />
– i prodotti dell'attività immaginativa e<br />
fantastica, in modo da creare qualcosa di<br />
nuovo e uscire da schemi comportamentali e<br />
di pensiero tradizionali (i copioni)<br />
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5. skill<br />
4. conoscenza di discipline o<br />
argomenti specifici<br />
3. immagine di sé<br />
capacità di eseguire un determinato<br />
compito fisico, intellettivo o una<br />
performance<br />
capacità di elaborare conoscenze e<br />
informazioni per la soluzione di un<br />
problema<br />
valori<br />
il bene/il male<br />
atteggiamenti<br />
fiducia in sé, concetto di sé<br />
ideale di sé<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
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“… da un grande potere<br />
derivano<br />
grandi respons-abilità ..”<br />
5° la leadership<br />
la capacità e gli skills<br />
identificazione:<br />
col gruppo<br />
la potenza di attrazione di un singolo o di<br />
un gruppo sugli altri in modo spontaneo<br />
Machiavelli sosteneva che gli altri ti<br />
(L’Uomo Ragno, 1962)<br />
seguono solo se sei in grado di soddisfare<br />
loro uno o più bisogni<br />
tendono ad essere caratteristiche<br />
osservabili e relativamente superficiali<br />
l’immagine di se, i tratti, i valori, gli<br />
atteggiamenti ovvero i modelli di<br />
pensiero e le motivazioni sono<br />
sommerse, cioè nascoste nell’intimo<br />
della persona<br />
•rispetto delle risorse<br />
umane<br />
•assertività<br />
il leader è altruista<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat
quando scelgo un<br />
rapporto<br />
il secondo grande criterio<br />
spesso succede che inevitabilmente ci si accolla<br />
il rapporto con tutta una serie di persone che<br />
sono connesse con la persona che abbiamo<br />
scelto, ma che non abbiamo scelto e non ci<br />
interessano direttamente<br />
esiste una netta differenza tra il stare in<br />
relazione con qualcuno che abbiamo scelto<br />
oppure stare in relazione con qualcuno che non<br />
abbiamo scelto: la suocera, gli amici del marito,<br />
i colleghi, i collaboratori, il capo, ……<br />
è determinato dal fatto che il<br />
rapporto è:<br />
cosa sia questo potere non<br />
lo so,<br />
so solo che esiste<br />
1. scelto<br />
scelti<br />
2. acquisito<br />
rapporti<br />
Bell, Alexander Graham<br />
(Edimburgo 1847 - Baddeck, Canada 1922),<br />
inventore statunitense di origine scozzese<br />
acquisiti<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
se volete che un manager<br />
lavori per voi<br />
… se il manager<br />
uno dei più grandi errori<br />
dategli gli strumenti giusti<br />
e gli strumenti più importanti per un<br />
manager sono le persone che lavorano<br />
per lui<br />
non ha scelto i suoi collaboratori, e se<br />
loro non hanno scelto lui, è possibile<br />
che nascono diverse problematiche<br />
il rischio aumenta, in particolar modo,<br />
là dove ad una persona nominata capo<br />
formale vengano affidati come<br />
collaboratori quelle persone che per<br />
anni sono stati i suoi colleghi<br />
dei consigli d’amministrazione, dei<br />
politici o di qualsiasi società di ricerca<br />
del personale è selezionare un<br />
manager e poi accollargli uno staff non<br />
di sua scelta<br />
con ciò non voglio mettere in<br />
discussione la qualità dello staff, ma<br />
….<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat 13/02/2013 Dott. Roberto Biancat
se siete responsabili delle<br />
assunzioni<br />
fare il manager<br />
e, se state considerando<br />
non mettetevi nei guai per cercare di attrarre i dirigenti<br />
più dotati solo per poi renderli completamente inutili<br />
affibbiando loro uno staff che non vogliono e/o viceversa<br />
lasciate liberi i vostri manager di scegliere i loro<br />
collaboratori principali e, in maniera sistematica,<br />
assumete, prima con un incarico, le persone che loro vi<br />
indicheranno per rimpiazzare quelli che, mano a mano,<br />
se ne vanno<br />
oltre tutto, in questo modo, non vi daranno mai la colpa<br />
dei loro insuccessi per avergli affibbiato degli incapaci<br />
è già abbastanza difficile senza lo<br />
svantaggio aggiuntivo di collaboratori<br />
“inadeguati”: le forze esterne schierate<br />
contro di voi sono già abbastanza temibili<br />
l’ultima cosa di cui avete bisogno è uno<br />
staff di “infedeli”<br />
alcuni dei quali, sicuramente, penseranno<br />
che al vostro posto avrebbero potuto<br />
esserci loro<br />
di accettare una posizione manageriale,<br />
una delle vostre richieste preliminari<br />
dovrebbe essere il diritto di scegliere i<br />
vostri diretti collaboratori, almeno in parte<br />
se i vostri superiori non ci tengono<br />
abbastanza agli obiettivi e a voi, non<br />
concedendovi questa possibilità, allora<br />
probabilmente il gioco non vale la candela<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013<br />
Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
é accertato!<br />
scegliere<br />
i propri collaboratori<br />
non è facile …<br />
ciò non significa che le<br />
se pensano a voi per una<br />
posizione manageriale<br />
persone scelte, nel<br />
tempo, si dimostrano<br />
essere sempre giuste<br />
dovete fare di tutto per garantirvi il<br />
successo futuro, che diventerà poi il<br />
trampolino per ulteriori incarichi, quindi<br />
non mettete a repentaglio la vostra<br />
reputazione e le opportunità future<br />
acconsentendo di accettare una carica in<br />
cui dovrete conservare tutti i collaboratori<br />
che già esistono<br />
perché potrebbe non funzionare<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat 13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 13/02/20113 Dott. Roberto Biancat
approfittate<br />
della possibilità di insegnare in aula e<br />
sul campo per cogliere, tra gli<br />
studenti, chi ha le potenzialità e le<br />
qualità per diventare un vostro ottimo<br />
collaboratore<br />
… ma sceglierli<br />
per gli altri<br />
è ancora peggio!<br />
il Cristo ne ha scelti dodici<br />
e, malgrado ciò, uno lo ha<br />
tradito mortalmente e<br />
comunque, anche tra i<br />
migliori, uno lo ha tradito<br />
tre volte prima del canto<br />
del gallo<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
esistono due grandi<br />
ambiti<br />
il terzo grande criterio<br />
capita spesso girando per<br />
le Aziende Sanitarie<br />
Freud diceva che l’individuo si può<br />
considerare sano quando impara a<br />
fare due cose:<br />
1. lavorare: il contesto del lavoro è<br />
tecnico, funzionale e sociale<br />
2. amare: è il contesto degli affetti<br />
nasce dal contesto ovvero dall’ambito<br />
della relazione<br />
affettivi<br />
rapporti<br />
professionali<br />
di trovare “capi” incapaci e scadenti<br />
professionalmente che si attorniano di<br />
collaboratori minus mentis e se ereditano un<br />
bravo professionista, fanno di tutto per<br />
spegnerlo, perché ciò che conta è la loro<br />
fragile supremazia, non la qualità del servizio<br />
e al contrario, i grandi capi e validi<br />
professionisti, si attorniano se possono, solo<br />
di validi collaboratori<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
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13/02/2013 Dott. Roberto Biancat
i rapporti affettivi<br />
affetti e lavoro sono due<br />
mondi a sé<br />
affetti e lavoro sono due<br />
mondi a sé<br />
genitori<br />
superiorità<br />
io<br />
fratelli<br />
uguaglianza<br />
partner<br />
complementarietà<br />
spesso una confusione di fondo tra questi<br />
due ambiti fa nascere molte difficoltà<br />
affetti e professione sono due ambiti<br />
troppo diversi per rischiare di confonderli<br />
la diversità consiste essenzialmente nel<br />
fatto che sono regolati da leggi e principi<br />
a volte simili, ma non uguali, oppure<br />
completamente diversi<br />
due sfere diverse che a volte si intersecano sia a<br />
casa che sul posto di lavoro<br />
la sfera professionale è contrattuale: ti do e tu<br />
mi dai, cioè si sta con l’altro per un motivo<br />
la sfera affettiva: stai con l’altro perché è lui e<br />
stai bene con lui, la vita diventa brillante ed<br />
eccitante e degna di essere vissuta perché lui è<br />
entrato nella tua vita<br />
figli<br />
inferiorità<br />
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13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
l’affettività non può<br />
essere commercializzata<br />
le relazioni affettive<br />
i rapporti professionali<br />
superiori<br />
superiorità<br />
il principio che regola di fondo questo tipo di<br />
rapporto è:<br />
la legge della gratuità<br />
una prestazione può essere comprata, non<br />
l’entusiasmo<br />
è impossibile usare l’affetto in modo<br />
strumentale<br />
non è possibile pretendere l’amore di qualcuno<br />
per il fatto che abbiamo fatto qualcosa<br />
sono quelle in cui l’elemento in primo<br />
piano è la persona in quanto tale:<br />
incontro l’altro per come è lui come<br />
persona<br />
è la persona in sé che mi porta a volere<br />
una relazione con lui<br />
in questo senso è l’aspetto affettivo in<br />
primo piano<br />
colleghi<br />
io<br />
clienti<br />
complementarietà<br />
uguaglianza<br />
collaboratori<br />
inferiorità<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat
il dramma delle relazioni<br />
affettive umane è un<br />
problema di:<br />
non riconoscere questo principio<br />
porta p alla pprostituzione<br />
affetto e amore sono solo una<br />
libera scelta non merce di scambio<br />
non certezza, nessuna garanzia e<br />
nessun diritto sull’altro<br />
fenomeno molto frequente nelle nostre<br />
relazioni più di quello che comunemente<br />
si pensa<br />
affermare che i rapporti affettivi sono<br />
regolati dalla legge della gratuità non<br />
significa sostenere l’idea che tali rapporti<br />
non siano soggetti a determinate regole<br />
e principi, altrimenti si potrebbe pensare<br />
che il mio comportamento non ha nessun<br />
effetto sui sentimenti dell’altro<br />
non è possibile pretendere l’amore di<br />
qualcuno per il fatto che abbiamo fatto<br />
qualcosa: “io ti ho aiutato sempre e<br />
quindi devi volermi bene …..”<br />
non è possibile chiedere qualcosa sulla<br />
base dell’affettività: “siccome sono tuo<br />
amico tu devi aiutarmi …..”<br />
un padre mantiene cento figli<br />
e cento figli non mantengono un padre<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
certamente posso fare il meglio<br />
il punto è:<br />
esistono dei principi<br />
affinché l’altro mi voglia bene, ma<br />
il miglior comportamento non mi rende<br />
esiste un confine oltre al quale non ho<br />
alcun potere e certezza<br />
sicuro e non mi da la garanzia che<br />
l’altro mi vorrà bene<br />
questo deriva dal fatto che l’altro è un<br />
soggetto unico e irripetibile con la sua<br />
libertà di scelta, proprio come me<br />
il voler bene a qualcuno non mi da<br />
alcun diritto<br />
che descrivono il buon funzionamento di<br />
una relazione: tutto il comportamento<br />
etico e/o morale è ciò che rende<br />
possibile la costruzione di una relazione<br />
sempre più profonda e soddisfacente<br />
così come esistono comportamenti che<br />
descrivono il pessimo funzionamento di<br />
una relazione<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat
elazioni affettive<br />
la relazione genitoriale<br />
la legge della gratuità<br />
cercare la certezza, la<br />
garanzia e sentirsi nel diritto<br />
è la relazione con qualcuno che<br />
occupa una posizione di inferiorità, ad<br />
esempio con i figli<br />
sono io ad essere punto di riferimento<br />
per l’altro<br />
occupo quella che si può chiamare<br />
posizione genitoriale<br />
è bellissima e ci porta a riconoscere<br />
profondamente che i rapporti umani<br />
sono una scommessa continua: se non<br />
investiamo e non cerchiamo di fare il<br />
meglio è molto probabile che falliremo,<br />
tutte le nostre azioni devono partire dal<br />
rispetto della libertà di scelta dell’altro<br />
nei confronti dell’altro ci porta a volere<br />
che l’altro sia un oggetto in nostro<br />
potere, cosa che crea la premessa a<br />
tutta la comunicazione non assertiva<br />
tutta la comunicazione non assertiva<br />
nasce dal tentativo e desiderio di<br />
controllo sull’altro<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
con quali strumenti?<br />
e quando usarli?<br />
portare i figli<br />
all’autonomia<br />
che obiettivo hanno i<br />
genitori?<br />
la “cordialità”<br />
dirigere:<br />
– ascolto<br />
– comprensione<br />
– vicinanza<br />
– incoraggiamento<br />
– valorizzazione<br />
– premio<br />
– formazione<br />
–…<br />
la “guida” gestire:<br />
– potere direttivo<br />
– potere di controllo<br />
– potere disciplinare<br />
per farsi da soli un loro nido, una loro<br />
famiglia, una loro vita<br />
l’essere esperti<br />
– addestrare addestrar a re<br />
13/02/2013 Dott. Roberto Biancat<br />
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