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Liceo Artistico Statale<br />
“Maffeo Olivieri”<br />
Corso Matteotti, 8 - 25122 <strong>Brescia</strong><br />
uno, due e tre, il numero che non c’è !<br />
conigli, curve e altre faccende<br />
dove si nasconde la matematica<br />
Pannelli didattici del prof. Eros Pedrini<br />
Dal 24 Aprile al 24 Maggio 2012<br />
presso il Liceo Artistico Statale Olivieri<br />
<strong>Mostra</strong> a cura del Dipartimento d’Architettura<br />
Coordinatore prof. Enzo Puglisi
MOSTRA SULLA SEZIONE AUREA<br />
DOCUMENTO PRODOTTO E CONCESSO DALLA BIBLIOTECA<br />
QUERINIANA DI BRESCIA<br />
Tratto da: Quiriniana, ottobre 2011, <strong>Brescia</strong>, Biblioteca Queriniana<br />
A cura di: di Antonio De Gennaro e Stefano Grigolato<br />
e liberamente interpretato per uso didattico<br />
conigli, curve e altre faccende<br />
dove si nasconde la matematica<br />
Pannelli illustrativi di Eros Pedrini<br />
<strong>Mostra</strong> a cura di Santuzza Mille, Eros Pedrini,<br />
Franco Rovetta, Stefano Grigolato.<br />
Dal 24 Aprile al 24 Maggio 2012<br />
presso il Liceo Artistico Statale Olivieri<br />
<strong>Mostra</strong> a cura del Dipartimento d’Architettura<br />
Coordinatore prof. Enzo Puglisi
Quando l’arte dà i numeri:<br />
gli artisti e la “divina proporzione”<br />
di Stefano Grigolato.<br />
Tra gli argomenti più affascinanti e controversi di storia e teoria dell’arte c’è senz’altro quello relativo<br />
all’utilizzo, consapevole o meno, del rapporto o <strong>sez</strong>ione <strong>aurea</strong>. Cercare di ricostruire il complesso e<br />
articolato dibattito in materia è senz’altro impresa superiore alle nostre povere competenze: non resta<br />
che procedere per accenni e suggestioni che si spera possano risvegliare l’interesse del lettore.<br />
La <strong>sez</strong>ione <strong>aurea</strong> è il rapporto tra due lunghezze diseguali, delle quali la maggiore è medio<br />
proporzionale tra la minore e la somma delle due. Lo stesso rapporto esiste anche tra la lunghezza<br />
minore e la loro differenza. Tale rapporto vale approssimativamente 1,6180339887. L’evidenza visiva di<br />
un disegno è però molto più chiarificatrice dell’espressione verbale.<br />
Generalmente la <strong>sez</strong>ione <strong>aurea</strong> viene giudicata un rapporto esteticamente gratificante e pare che<br />
effettivamente a livello percettivo gli esseri umani le attribuiscano una certa preferenza rispetto ad altri<br />
rapporti proporzionali. La <strong>sez</strong>ione <strong>aurea</strong> è pertanto un rapporto misterioso che si trova in natura e anche<br />
nel mondo dell’arte: presuppone un’arcana complicità tra le scienze dello spirito e quelle naturali e<br />
matematiche, tra l’imprevedibile alchimia della creazione umana e i modi meravigliosi con cui la natura<br />
sviluppa le infiorescenze, il guscio di una conchiglia, financo il corno di rinoceronte di daliniana memoria.<br />
Insomma la musica e l’astronomia, i solidi platonici e i frattali di Mandelbrot e tante altre realtà, siano<br />
naturali o frutto della mente umana, sono misteriosamente affratellate dal fatto di contenere tutte il<br />
rapporto aureo. Probabilmente i primi a studiare le proprietà sorprendenti del rapporto aureo furono i<br />
Pitagorici, ma non si può escludere che civiltà precedenti a quella greca ne fossero a conoscenza: tra le<br />
prime figure geometriche ad appassionare i filosofi greci è quella del pentagramma o stella a cinque<br />
punte: che contiene molte rette, che intersecantesi generano pluralità di rapporti aurei. Come già<br />
accennato, anche i solidi geometrici detti platonici contengono rapporti aurei.<br />
La <strong>sez</strong>ione <strong>aurea</strong> sarebbe stata utilizzata insieme ad altri rapporti armonici, durante le civiltà antiche, il<br />
medioevo e il Rinascimento fino ai giorni nostri, sia in architettura che nelle altre arti figurative: le<br />
piramidi, il Partenone, il teatro di Epidauro e moltissimi altri monumenti conterrebbero il rapporto aureo.<br />
Compiamo un salto epocale (in pratica saltando di palo in frasca con elegante disinvoltura e accennando<br />
appena a Leonardo Fibonacci (1170 ca.-1240 ca.) con la sua famosa serie numerica anch’essa<br />
imparentata al numero aureo) e andiamo al Rinascimento: di fondamentale importanza<br />
sono gli studi del frate Luca Pacioli, autore del De Divina proportione dato alle stampe nel 1509. Qui le<br />
sorprendenti proprietà del rapporto aureo sono ampiamente analizzate; il testo è corredato dai disegni<br />
dei solidi platonici attribuiti a Leonardo da Vinci. Entrambi dunque conoscono bene le proprietà<br />
matematiche ed estetiche del rapporto aureo, che sarebbero già state utilizzate da artisti come Giotto,<br />
Botticelli e Piero della Francesca. Secondo molti autori le opere pittoriche, tra le quali la Gioconda, di<br />
Leonardo sono costruite tenendone conto a livello compositivo, ma la questione è molto controversa.
Tra i fautori dell’utilizzo sistematico del rapporto aureo in arte va annoverato lo scrittore rumeno Matila<br />
Ghyka (1881-1965), autore di parecchi testi sull’argomento, tra cui Esthétique des proportions dans la<br />
nature et dans les arts del 1927 e The Geometry of Art and Life del 1946. Le sue conclusioni sono<br />
peraltro oggetto di discordanti valutazioni da parte degli studiosi. Lo stesso vale per un altro importante<br />
testo, del pittore e teorico d’arte Charles Bouleau, Charpentes: la geometrie secrète des peintres del<br />
1963. Ricordiamo anche Mathematics di David Bergamini, del 1965, orientato su conclusioni analoghe.<br />
Per questi studiosi l’utilizzo in arte della <strong>sez</strong>ione <strong>aurea</strong> è evidente. Non tutti però sono d’accordo e i testi<br />
citati sono stati sottoposti a critiche anche decise: La <strong>sez</strong>ione <strong>aurea</strong>, edito nel 2003, di Mario Livio,<br />
ridimensiona l’utilizzo, perlomeno consapevole, della “divina proporzione” in ambito artistico, e si<br />
concede anche qualche considerazione ironica a riguardo.<br />
Invece molti artisti della fine del sec. XIX e del pieno secolo XX, dotati di un robusto retroterra teorico,<br />
utilizzarono consapevolmente la <strong>sez</strong>ione <strong>aurea</strong> nelle loro creazioni: è il caso del pittore<br />
postimpressionista Paul Sérusier (1864-1927), o di Pierre Puvis de Chavannes (1824-1898), pittore<br />
simbolista ma molto attento all’armonia compositiva. Anche la scuola di arte sacra che prende il nome<br />
dal monastero benedettino di Beuron utilizzò il rapporto aureo. Ispirati al rapporto aureo furono alcuni<br />
artisti di scuola cubista, Juan Gris (1887-1927) e Jacques Lipchitz (1891-1973).<br />
Anche Gino Severini (1883-1966), dopo l’esperienza futurista e il susseguente “ritorno all’ordine”, si<br />
interessò al rapporto aureo che applicò nelle sue opere: citiamo la sua raccolta di saggi Dal cubismo al<br />
classicismo e altri saggi sulla divina proporzione e sul numero d’oro, raccolta di saggi pubblicata nel<br />
1972. Infine ricordiamo il genio bizzarro e surrealista di Salvador Dalì (1904-1989), che ne fece largo uso<br />
nelle opere dalla maturità, ad esempio nella sua Ultima cena, dove incombe sul cenacolo un gigantesco<br />
dodecaedro.
Qualcuno ha voluto vedere la “divina proporzione” operante anche in altri ambiti artistici, quali la<br />
letteratura (l’Eneide di Virgilio sarebbe strutturata per capitoli di diversa lunghezza in rapporto aureo) e<br />
più verosilmente nella composizione musicale: le opere di Bach, Debussy, Ravel, Bartok e Schubert,<br />
Mozart sarebbero in parte strutturate sul numero aureo.<br />
Cercando di concludere, non ci resta che considerare come la creatività umana sia difficilmente<br />
imbrigliabile in norme, meno che mai puramente geometrico-matematiche: compito dell’artista è di<br />
interpretare la realtà come non è mai stato fatto prima, di approfondire le regole per poterle poi<br />
infrangere con migliore consapevolezza.
Il tarlo<br />
di Eros Pedrini.<br />
Succede più o meno così.<br />
Per un sacco di tempo te ne vai in giro e non accade nulla di speciale: una casa è una casa, un cane è<br />
un cane, un albero è un albero. Le nuvole sono nient’altro che nuvole, un fiore è un fiore e un suono<br />
resta sempre e solo un suono. E può non accadere mai niente di più. Gli informatici lo chiamano “bug”:<br />
un vermetto invisibile che si insinua nel programma del tuo modo di pensare o di vedere le cose. Una<br />
casa è una casa, un cane è un cane, un albero è un albero …ma come si dispongono i suoi rami e<br />
le foglie? Le nuvole sono nient’altro che nuvole, un fiore è un fiore e un suono è un suono … ma che<br />
relazione c’è tra una nota e l’altra? Daccapo. Una casa è una casa, un cane è un cane e le nuvole<br />
sono nient’altro che nuvole. Eppure, come il frutto di un messaggio subliminale, inizi ad elaborare un<br />
legame fra un tatuaggio Maori, il pastorale del vescovo e i frattali di Mandelbrot. Non c’è antivirus che<br />
possa mettere fine, purtroppo, alla contaminazione. Il mondo apre sempre più le sue porte e, se te ne<br />
rendi conto, ci sei già dentro.<br />
Allora l’elenco si allunga a dismisura: il “Lanzon” di Chavin de Huantar si lega all’ansa di un cratere<br />
etrusco, al mosaico absidale di San Clemente in Roma, al Tempio della Madonna della Salute di<br />
Venezia, a un vaso cretese in stile Kamarès, la “Notte stellata” di van Gogh all’”Abbraccio” di Klimt, lo<br />
“pschunt” – la corona dei faraoni egizi – al crinoide Saccocoma, una ceramica Mochica a un petroglifo di<br />
Nazca, una chiocciola e migliaia di altri suoi amici gasteropodi al gioco dell’oca …<br />
A questo punto sei preso dal ritmo, ma vorresti frenare, prender tempo, capire meglio. Ricordi, quando<br />
da bambino camminavi sul marciapiede evitando di calpestare le righe delle pietre? All’inizio più difficile,<br />
ti obbligava a variare improvvisamente il ritmo dei passi, poi via via sempre più spedito. Infine un fare<br />
quasi automatico, un’abitudine, anzi, un vizio; non ne potevi fare a meno. Appunto, un vizio. E riparte la<br />
lista.
… la voluta di un capitello ionico e il disco di Festo, il Festival di Genadria e l’Expo88 di Seoul, la<br />
mitologia Dogon e la lamina di Magliano, la tela dell’Epeira crociata e l’impugnatura di una spada dell’età<br />
del bronzo, il copricapo di un idolo Chimu e una fibula, il carapace del Carcinus Maenas L. con il<br />
serpente indù che sostiene la terra, i kudurru babilonesi con una ziggurat mesopotamica, un’ammonite,<br />
una cornucopia, un millepiedi in difesa, il “Modulor” di Le Corbusier, l’uomo vitruviano di Leonardo, la<br />
colonna Traiana, un violino, alcuni graptoliti siluriani, galassie, nebulose, Asimov, la traccia di una<br />
particella carica in un sincrotrone, il vortice di un tornado, il nautilus, l’apparato succhiatore di un insetto,<br />
il Doctor Faust e il suo pentagono regolare, Euclide, Pitagora, Bernoulli, Luca Pacioli, una felce, un<br />
girasole, una pigna, un cavolo, l’intera struttura di un tempio greco, la grande piramide di Cheope, l’Arco<br />
di Costantino, il Pantheon, la cattedrale di Notre-Dame, Leon Battista Alberti, Brunelleschi, Palladio, la<br />
“Scuola di Atene” di Raffaello e Kandinsky, Klee, Mondrian, Severini, Dalì, e Debussy con Strawinsky,<br />
Bartok, Stockhausen, Nono e le 33 variazioni su un tema di Diabelli” di Beethoven …<br />
Tutto quello che incontri lo misuri, ormai inconsapevolmente, “a vista”, e decidi se ci sta oppure<br />
no, se aggiungerlo o meno alla lista che si allunga all’infinito. Già, un vizio, un maledetto vizio. Ma è<br />
davvero difficile smettere, il tarlo lavora. Se tagli a metà una mela lo ritrovi, se prendi in mano un libro lo<br />
cerchi, se ti capita di mangiare il coniglio pensi a Fibonacci. Sì, proprio lui, con la sua successione<br />
numerica, la <strong>sez</strong>ione <strong>aurea</strong>, le spirali e tutto il resto.<br />
(phi)
Cenni di bibliografia “<strong>aurea</strong>”<br />
a cura di Santuzza Mille.<br />
Per quanti volessero compiere un approfondimento sul tema della Sezione <strong>aurea</strong> e i numeri di<br />
Fibonacci, ecco di seguito alcune indicazioni bibliografiche. Alcuni testi divulgativi, altri più tecnici,<br />
possono dare risposta alla curiosità di ognuno, esplicitando i diversi contesti ove appaiono la <strong>sez</strong>ione<br />
<strong>aurea</strong> e la successione di Fibonacci. Giochi matematici del Medioevo, i conigli di Fibonacci e altri rompicapi<br />
liberamente tratti dal Liber Abaci, a cura di Nando Geronimi, Milano, B. Mondadori, 2006. Selezione di giochi<br />
matematici compiuta fra i molteplici problemi contenuti nell’opera Liber Abaci di Leonardo Pisano, noto come<br />
Fibonacci.<br />
Le Corbusier<br />
Il modulor: saggio su una misura armonica su scala umana universalmente applicabile all'architettura e alla<br />
meccanica, Milano, Mazzotta, 1974.Le Corbusier sviluppò il Modulor all'interno della lunga tradizione di Vitruvio,<br />
l'uomo vitruviano di Leonardo da Vinci, i lavori di Leon Battista Alberti, e altri tentativi di trovare proporzioni<br />
geometriche e matematiche relative al corpo umano e usare queste conoscenze per migliorare sia l'estetica che la<br />
funzionalità dell'architettura. Il sistema è basato sulle misure umane, la doppia unità, la sequenza di Fibonacci e la<br />
<strong>sez</strong>ione <strong>aurea</strong>.<br />
Leonardo:<br />
l' Uomo vitruviano fra arte e scienza, a cura di Annalisa Perissa Torrini, Venezi, Marsilio, 2009. + 1DVD.Catalogo<br />
della mostra dedicata ad uno dei più celebri disegni di Leonardo, l’Uomo vitruviano, che rappresenta uno studio di<br />
proporzioni del corpo umano, inserito nel cerchio e nel quadrato, secondo i canoni dell’architetto romano Vitruvio.<br />
Livio, Mario<br />
La <strong>sez</strong>ione <strong>aurea</strong>: storia di un numero e di un mistero che dura da trentamila anni, Milano, Rizzoli, 2007.In questo<br />
libro vengono illustrati i miti e la realtà della <strong>sez</strong>ione <strong>aurea</strong> e mostrato il rapporto tra il mondo fisico, le creazioni<br />
artistiche e la limpida bellezza dei numeri.<br />
Manna, Filippo<br />
Le chiavi magiche dell'universo, Napoli, Liguori, 1988 Il significato di immagini del macro e microcosmo<br />
assunto presso varie civiltà nel corso dei secoli. Ricco apparato iconografico con tavole fuori testo.<br />
Pacioli, Luca<br />
De divina proporzione, introduzione di Augusto Marinoni, Milano, Silvana, 1982.Riproduzione facsimilare del codice<br />
scritto da Luca Pacioli, con 60 disegni leonardeschi, conservato alla biblioteca Ambrosiana di Milano.
Posamentier, Alfred S.<br />
I (favolosi) numeri di Fibonacci, Firenze, Emmebi, 2011. Il testo presenta lo sviluppo dei numeri di Fibonacci, le<br />
innumerevoli situazioni dove essi compaiono e le applicazioni nei diversi campi.<br />
Sala, Nicoletta<br />
Viaggio matematico nell'arte e nell' architettura, Milano, Angeli, 2003. La matematica non come disciplina a sé<br />
stante ma in reciprocità con la natura, l’arte e l’architettura. Il testo ne analizza gli aspetti interdisciplinari.<br />
Scimone, Aldo<br />
La <strong>sez</strong>ione <strong>aurea</strong>, storia culturale di un leitmotiv della matematica, Sigma, 1997. Un itinerario storico per una<br />
comprensione delle essenziali aree del pensiero matematico.<br />
Severini, Gino<br />
Dal cubismo al classicismo e altri saggi sulla divina proporzione e sul numero d' oro, a cura di Piero Pacini,<br />
Firenze, Marchi & Bertolli, 1972. Ristampa dell’introvabile Du Cubisme au Classicisme, di Gino Severini, testo<br />
che aveva avviato il discorso sulle relazioni tra opera d’- arte e numero, tra numero e musica, tra musica e colore.<br />
La <strong>sez</strong>ione <strong>aurea</strong>,<br />
il linguaggio matematico della bellezza, Milano, RBA Italia, 2011. Il primo volume di una lunga serie della nuova<br />
collana Il mondo matematico, a scopo divulgativo.<br />
Snijders, C. J.<br />
La <strong>sez</strong>ione <strong>aurea</strong>: arte, natura, matematica, architettura e musica, Padova, Muzzio, 1993 Sono esaminati i diversi<br />
contesti nei quali appaiono la <strong>sez</strong>ione <strong>aurea</strong> e la successione di Fibonacci, fornendo qualche esempio<br />
Bouleau, Charles<br />
La geometria segreta dei pittori, Milano, Electa, copyr. 1988 Un’analisi rigorosa che mette in luce le geometrie<br />
segrete che stanno alla base delle opere pittoriche, che per gli artisti, in ogni tempo, sono state alcune delle<br />
componenti essenziali della bellezza.<br />
La Divina Proporzione si ritrova in un gran numero di brani musicali di compositori che, vissuti in epoche<br />
diverse, sono stati sensibili, volutamente o inconsapevolmente, all’armonia della <strong>sez</strong>ione <strong>aurea</strong>.<br />
Classica:<br />
Beethoven, Ludwig Van Variazioni sopra un walzer di Diabelli. pf. Op. 120<br />
Bartok, Bela Music for strings, percusiion and celesta Sz 106<br />
Debussy, Claude Reflets dans l' eau : no. 1, from Images<br />
Debussy, Claude La mer.<br />
Debussy, Claude Estampes. pf. Jardins sous la pluie. Arr.<br />
Mozart, Wolfgang Amadeus Sonata in c K 279 (pianoforte n. 1)<br />
Moderna:<br />
Deep Purple Child in time, in: Deep Purple in rock<br />
Genesis Firth of fifth, in: Selling England by the pound<br />
Stockhausen, Karlheinz Klavierstucke IX<br />
Xenakis, Iannis Metastaseis