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La Chiave della Teosofia.pdf - Antigua Tau

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nemici e di fare il bene a quelli che vi odiano. Non è certo il “mite profeta di Nazareth” che<br />

v’insegnò a pregare vostro “Padre” per ammazzare e concedervi la vittoria sui nemici.<br />

Questo è il motivo per cui respingiamo ciò che chiamate “preghiere”.<br />

INT. Ma come spiega il fatto universale che tutte le nazioni e tutti i popoli hanno pregato e<br />

adorato un Dio o degli dèi? Alcuni hanno adorato e propiziato diavoli e spiriti dannosi, ma<br />

questo non fa che provare l ’ universalità <strong>della</strong> fede nell’efficacia <strong>della</strong> preghiera.<br />

TEO. Questo è spiegato ancora con il fatto che la preghiera ha parecchi altri significati oltre<br />

quello attribuitole dai cristiani. Essa significa non solo una supplica o petizione, ma nei<br />

tempi antichi aveva molto più il significato di un’invocazione e di un incantesimo. Il mantra,<br />

o la preghiera ritmicamente cantata degli indù, ha precisamente tale significato, poiché<br />

i brahmini si ritengono superiori ai comuni deva o “dèi”. Una preghiera può essere un appello<br />

o un incantesimo per una maledizione; per una maledizione (come nel caso di due eserciti<br />

che pregano simultaneamente per la reciproca distruzione) come pure per una benedizione.<br />

E dato che gli individui, nella loro grande maggioranza, sono intensamente egoisti<br />

e pregano soltanto per se stessi, chiedendo che sia dato loro il “pane quotidiano” invece di<br />

lavorare per averlo, e implorando Dio di non indurli “in tentazione”, ma di liberarli (soltanto<br />

i postulanti) dal male, il risultato è che tale preghiera, come ora è intesa, è doppiamente<br />

perniciosa: a) uccide nell’uomo la fiducia in se stesso; b) sviluppa in lui un egoismo e un<br />

egotismo ancora più feroci di quelli di cui è già fornito per natura. Ripeto che noi crediamo<br />

nella “comunione” e nella simultanea azione all’unisono con il nostro “Padre nel segreto”;<br />

e, in rari momenti di beatitudine estatica, nell’unione <strong>della</strong> nostra anima superiore con<br />

l’essenza universale, attratta, com ’ è, verso la sua origine e verso il suo centro; uno stato<br />

chiamato durante la vita Samadhi, e dopo la morte Nirvana. Rifiutiamo di pregare degli esseri<br />

creati e finiti, cioè dèi, santi, angeli, ecc., poiché consideriamo questo idolatria. Non<br />

possiamo pregare l ’ ASSOLUTO per le ragioni spiegate prima, quindi cerchiamo di sostituire<br />

l’inutile e infruttuosa preghiera con azioni meritorie e benefiche.<br />

INT. I cristiani chiamerebbero ciò orgoglio e bestemmia. Hanno torto?<br />

TEO. Completamente. Al contrario, sono loro che dimostrano un satanico orgoglio credendo<br />

che l ’ Assoluto o l’Infinito, anche se ci fosse una cosa tale come la possibilità di qualche relazione<br />

tra l’incondizionato e il condizionato, si fermi ad ascoltare qualsiasi sciocca o egoistica<br />

preghiera. E sono pure loro che virtualmente bestemmiano, insegnando che un Dio<br />

onnisciente e onnipresente ha bisogno di preghiere articolate per sapere quello che deve fare!<br />

Questo — inteso esotericamente — è corroborato sia da Buddha che da Gesù. Il primo<br />

dice: “Non ricorrete agli dèi impotenti, non pregate! Ma piuttosto, agite; perché l ’ oscurità<br />

non può dare la luce. Non chiedete nulla al silenzio, perché non può né parlare né udire”. E<br />

l’altro, Gesù, raccomanda: “Qualsiasi cosa chiederete in mio nome (quello del Christos), la<br />

farò”. Naturalmente questa citazione, se presa nel suo senso letterale, va contro il nostro<br />

ragionamento. Ma se l’accettiamo esotericamente, nella piena conoscenza del significato<br />

del termine, “Christos”, che per noi rappresenta Atma-Buddhi-Manas, il SÉ, essa significa<br />

questo: l’unico Dio che dobbiamo riconoscere e pregare, o meglio, con cui dobbiamo agire<br />

all’unisono, è lo Spirito di Dio di cui il nostro corpo è il tempio, e nel quale dimora.<br />

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