Scarica e diffondi l'articolo di Dario Dongo - Patrizia Toia
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FINESTRA<br />
SULL’EUROPA<br />
Le novità del regolamento UE<br />
sull’informazione<br />
al consumatore<br />
I l<br />
regolamento UE 1169/2011 sull’informazione<br />
al consumatore sui prodotti alimentari è<br />
stato pubblicato sulla G.U.U.E. L. 304 del 22 novembre<br />
2011<br />
Riportiamo, a seguire, le principali novità del<br />
provve<strong>di</strong>mento:<br />
• Campo <strong>di</strong> applicazione – Il regolamento si applica<br />
a tutti i prodotti destinati al consumatore<br />
finale, ivi compresi quelli somministrati<br />
dalle collettività (ad esempio, ristoranti, mense,<br />
ospedali, catering) e quelli destinati alle<br />
collettività. Sono altresì comprese le ven<strong>di</strong>te a<br />
<strong>di</strong>stanza.<br />
Restano da definire le specifiche modalità con<br />
cui i ristoratori e i pubblici esercenti, oltre ai titolari<br />
<strong>di</strong> mense e catering, dovranno offrire le<br />
informazioni ai consumatori finali.<br />
Gli Stati membri potranno decidere quali informazioni<br />
saranno obbligatorie nella ven<strong>di</strong>ta<br />
<strong>di</strong> alimenti sfusi e dei cosiddetti preincartati, e<br />
con quali modalità esse debbano venire fornite.<br />
Viene perciò mantenuta una grave asimmetria<br />
informativa tra gli alimenti preconfezionati<br />
dal produttore, soggetti a un’ampia<br />
serie <strong>di</strong> notizie obbligatorie in etichetta, e<br />
quelli preconfezionati dal <strong>di</strong>stributore, <strong>di</strong> fatto<br />
esenti dalla gran parte <strong>di</strong> tali notizie (con<br />
l’unica eccezione della citazione degli allergeni,<br />
sempre e comunque obbligatoria).<br />
Le bevande alcoliche (>1,2% vol.) rimangono<br />
Le novità in materia <strong>di</strong> igiene,<br />
sicurezza e controlli alimentari<br />
che giungono dal Parlamento<br />
e dalla Commissione europea.<br />
a cura <strong>di</strong> <strong>Dario</strong> <strong>Dongo</strong><br />
Responsabile Politiche europee e regolative<br />
<strong>di</strong> Federalimentare<br />
esentate dagli obblighi <strong>di</strong> in<strong>di</strong>cazione degli<br />
ingre<strong>di</strong>enti e <strong>di</strong> informazioni nutrizionali.<br />
• Legislazione concorrente – Le istituzioni comunitarie<br />
non hanno escluso, come era invece<br />
essenziale e prioritario, il rischio che gli<br />
Stati membri aggiungano prescrizioni nazionali<br />
alle norme comuni.<br />
Al contrario, il regolamento prevede che gli<br />
Stati membri possano imporre “ulteriori in<strong>di</strong>cazioni<br />
obbligatorie per tipi o categorie specifiche<br />
<strong>di</strong> alimenti per almeno uno dei seguenti<br />
motivi:<br />
– protezione della salute pubblica;<br />
– protezione dei consumatori;<br />
– prevenzione delle fro<strong>di</strong>;<br />
– protezione dei <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> proprietà industriale<br />
e commerciale, delle in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong><br />
provenienza, delle denominazioni d’origine<br />
controllata e repressione della concorrenza<br />
sleale.<br />
I legislatori nazionali potranno anche introdurre<br />
ulteriori prescrizioni sull’in<strong>di</strong>cazione<br />
d’origine o provenienza <strong>di</strong> taluni alimenti,<br />
quando esista “un nesso comprovato tra talune<br />
qualità dell’alimento e la sua origine o<br />
provenienza”.<br />
• Responsabilità degli operatori – Chi appone il<br />
proprio nome o ragione sociale o marchio<br />
sull’alimento destinato al consumatore finale<br />
– sia esso il produttore o il ven<strong>di</strong>tore – è responsabile<br />
della completezza e veri<strong>di</strong>cità delle<br />
informazioni riportate in etichetta. Per i<br />
ALIMENTI&BEVANDE Anno XIII - 11/12 - Nov-Dic 2011<br />
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finestra sull’Europa<br />
prodotti in arrivo da Paesi extra-UE, il responsabile<br />
è l’importatore.<br />
• Informazioni obbligatorie in etichetta – In<br />
aggiunta alle notizie tuttora previste come<br />
obbligatorie per la generalità dei prodotti,<br />
si aggiungono essenzialmente le in<strong>di</strong>cazioni<br />
nutrizionali e quelle relative all’origine in<br />
particolare. Nello stesso campo visivo devono<br />
riportarsi la denominazione <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta,<br />
la quantità netta e ove del caso il titolo alcolometrico<br />
(non più anche, come sinora, il<br />
termine <strong>di</strong> durabilità).<br />
La denominazione <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta deve venire<br />
accompagnata dalla <strong>di</strong>citura “scongelato”,<br />
se l’alimento è stato congelato o surgelato<br />
prima della ven<strong>di</strong>ta e viene venduto scongelato.<br />
Fatti salvi i casi <strong>di</strong> scongelamento <strong>di</strong><br />
singoli ingre<strong>di</strong>enti, <strong>di</strong> prodotti nei quali<br />
Intervista all’on. <strong>Patrizia</strong> <strong>Toia</strong>, Parlamento europeo<br />
l’abbattimento <strong>di</strong> temperatura costituisca<br />
una fase <strong>di</strong> processo tecnologicamente necessaria,<br />
<strong>di</strong> alimenti per i quali lo scongelamento<br />
non comporta conseguenze negative<br />
in termini <strong>di</strong> sicurezza e qualità.<br />
Se un ingre<strong>di</strong>ente normalmente utilizzato (ad<br />
esempio, latte nel formaggio) o naturalmente<br />
presente nel prodotto è sostituito da altro<br />
ingre<strong>di</strong>ente (ad esempio, fibre vegetali), l’ingre<strong>di</strong>ente<br />
sostitutivo deve essere in<strong>di</strong>cato accanto<br />
alla denominazione <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta, in caratteri<br />
<strong>di</strong> altezza non inferiore al 75% <strong>di</strong><br />
quella del nome del prodotto.<br />
• Leggibilità – Il regolamento chiarisce che alla<br />
leggibilità delle informazioni in etichetta contribuiscono<br />
<strong>di</strong>versi fattori, tra cui “le <strong>di</strong>mensioni<br />
del carattere, la spaziatura tra lettere e<br />
righe, lo spessore, il tipo <strong>di</strong> colore, la propor-<br />
• Onorevole, il 20 giugno scorso, la Commissione europea ha proposto al Parlamento e al Consiglio<br />
<strong>di</strong> abrogare la <strong>di</strong>rettiva-quadro 2009/39/CE relativa ai prodotti alimentari destinati ad<br />
un’alimentazione particolare. Ci può spiegare il perché?<br />
Oggi le etichette apposte sopra ai prodotti sono l’unico strumento attraverso cui il consumatore può verificarne<br />
il contenuto e l’idoneità rispetto alle proprie esigenze. Secondo la Commissione europea, però, l’etichettatura<br />
degli alimenti <strong>di</strong>etetici è carente poiché non consente l’imme<strong>di</strong>ata comprensione da parte del consumatore della<br />
composizione del prodotto e, quin<strong>di</strong>, della compatibilità dello stesso con il proprio fisico.<br />
Ciò sarebbe dovuto, secondo la Commissione, alle <strong>di</strong>vergenze tra le normative nazionali in vigore. Il che arrecherebbe<br />
ostacolo alla libera circolazione dei prodotti,<br />
alterando le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> concorrenza tra gli<br />
operatori dei <strong>di</strong>versi Paesi membri, con<br />
conseguenze negative sul funzionamento del<br />
mercato interno.<br />
Per la Commissione è quin<strong>di</strong> necessario<br />
ravvicinare le legislazioni dei Paesi membri<br />
dell’Unione europea in materia <strong>di</strong> alimentazione<br />
particolare e ciò presuppone l’elaborazione <strong>di</strong><br />
una definizione comune per questo settore, la<br />
determinazione <strong>di</strong> misure atte ad assicurare la<br />
<strong>di</strong>fesa del consumatore contro le fro<strong>di</strong> relative<br />
alla natura dei prodotti e la fissazione delle<br />
norme cui deve sod<strong>di</strong>sfare l’etichettatura dei<br />
prodotti in questione.<br />
Ecco perché la Commissione, attraverso il<br />
commissario alla Salute, John Dalli, ha proposto<br />
ai Paesi membri <strong>di</strong> rivedere totalmente la vecchia<br />
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zione tra larghezza e altezza delle lettere, la<br />
superficie del materiale nonché il contrasto<br />
significativo tra scritta e sfondo”.<br />
L’altezza minima dei caratteri delle informazioni<br />
obbligatorie in etichetta è fissata in 1,2<br />
mm (altezza me<strong>di</strong>a, riferita alla lettera “x”<br />
minuscola). Per le confezioni più piccole (la<br />
cui superficie più ampia è inferiore a 80 cm 2 )<br />
l’altezza minima dei caratteri sarà invece <strong>di</strong><br />
0,9 mm.<br />
Inoltre, “le informazioni obbligatorie sugli<br />
alimenti sono apposte in un punto evidente<br />
in modo da essere facilmente visibili,<br />
chiaramente leggibili ed eventualmente indelebili.<br />
Nessun’altra in<strong>di</strong>cazione o immagine<br />
o nessun altro elemento suscettibile <strong>di</strong><br />
interferire deve nascondere, oscurare o separare<br />
tali informazioni o <strong>di</strong>stogliere da esse<br />
l’attenzione”.<br />
finestra sull’Europa<br />
• Ingre<strong>di</strong>enti:<br />
– Allergeni – Si dovrà ripetere il nome dell’allergene<br />
ogni qualvolta esso sia presente<br />
in più ingre<strong>di</strong>enti e coa<strong>di</strong>uvanti tecnologici<br />
impiegati nella preparazione dell’alimento.<br />
Fatti salvi i “casi in cui la denominazione<br />
dell’alimento fa chiaramente riferimento<br />
alla sostanza o al prodotto in<br />
questione”.<br />
Nella lista degli ingre<strong>di</strong>enti, gli allergeni<br />
dovranno venire messi in risalto utilizzando<br />
un carattere, uno stile o uno sfondo<br />
<strong>di</strong>fferente.<br />
– Oli e grassi – Per oli e grassi vegetali, viene<br />
introdotto l’obbligo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>care la natura<br />
degli oli e grassi specificamente utilizzati,<br />
in or<strong>di</strong>ne decrescente <strong>di</strong> peso. Qualora<br />
si tratti <strong>di</strong> miscele, è ammessa la <strong>di</strong>citura<br />
“in proporzione variabile” in alternati-<br />
normativa per favorire i consumatori nella scelta dei prodotti e offrendo loro informazioni più chiare e precise.<br />
Secondo Dalli, inoltre, l’abolizione delle regole generali sui cibi <strong>di</strong>etetici che sono <strong>di</strong>venute superflue o confuse<br />
contribuirà a una competizione leale sul mercato tra prodotti simili, consentendo così anche alle piccole e me<strong>di</strong>e<br />
imprese, finora penalizzate, un accesso al mercato più semplice e, allo stesso tempo, un maggiore supporto<br />
all’innovazione. Senza <strong>di</strong>menticare che una normativa più chiara, inoltre, faciliterebbe anche il compito degli<br />
ispettori che vigilano sulla corretta etichettatura degli alimenti.<br />
• Eppure, la proposta <strong>di</strong> riforma ha dato luogo a vivaci polemiche.<br />
Ci può spiegare?<br />
È proprio così. Nonostante i buoni propositi, la proposta della Commissione rischia <strong>di</strong> penalizzare alcune categorie<br />
vulnerabili <strong>di</strong> consumatori. Se da un lato, infatti, sono mantenuti i presi<strong>di</strong> a garanzia <strong>di</strong> lattanti, bambini piccoli<br />
e <strong>di</strong> alcuni malati, si perdono <strong>di</strong> vista le esigenze <strong>di</strong> protezione dei celiaci. I quali abbisognano <strong>di</strong> prodotti <strong>di</strong>etetici<br />
garantiti senza glutine, sino ad oggi sottoposti al regime <strong>di</strong> tutela dei prodotti destinati ad un’alimentazione<br />
particolare. In pratica, il progetto <strong>di</strong> riforma “declasserebbe” gli alimenti senza glutine dalla categoria dei prodotti<br />
<strong>di</strong>etetici a quella degli alimenti d’uso corrente con un semplice richiamo, in etichetta, alla <strong>di</strong>citura “senza glutine”.<br />
Ma ciò non è affatto sufficiente a tutelare questo ampio segmento dei consumatori europei per i quali gli alimenti<br />
senza glutine sono veri e propri “salva-vita” e hanno perciò bisogno <strong>di</strong> potersi affidare a regole severe sui requisiti<br />
<strong>di</strong> produzione e sui controlli che, in questo modo, andrebbero a <strong>di</strong>sperdersi.<br />
• Le preoccupazioni dell’Associazione Italiana per la Celiachia<br />
appaiono dunque ben fondate.<br />
Certo! E v’è dell’altro: bisogna considerare anche il grave impatto che la proposta <strong>di</strong> riforma europea avrebbe<br />
nel nostro Paese. Il nuovo regolamento porterebbe all’abrogazione del d.lgs. 111/1992 (che recepisce le <strong>di</strong>rettive<br />
europee sui prodotti <strong>di</strong>etetici) e con esso verrebbe meno anche il Registro Nazionale dei prodotti <strong>di</strong>etetici senza<br />
glutine, che elenca i prodotti erogabili dal Sistema sanitario nazionale ai celiaci. È urgente un ripensamento sulla<br />
proposta della Commissione europea, per garantire la massima tutela a tutte le categorie <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni.<br />
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finestra sull’Europa<br />
va all’or<strong>di</strong>ne decrescente. Per i grassi <strong>di</strong><br />
origine animale sarà possibile in<strong>di</strong>care la<br />
specie da cui essi derivano.<br />
– Acqua e ingre<strong>di</strong>enti volatili aggiunti – Dovranno<br />
venire in<strong>di</strong>cati solo nell’ipotesi in<br />
cui la loro presenza nel prodotto finito –<br />
vale a <strong>di</strong>re, la <strong>di</strong>fferenza tra il peso totale<br />
del prodotto e il peso degli ingre<strong>di</strong>enti <strong>di</strong>versi<br />
da acqua e ingre<strong>di</strong>enti volatili – è superiore<br />
al 5%. Dovranno venire sempre<br />
citati, quando aggiunti alla carne, alle<br />
preparazioni <strong>di</strong> carne, ai prodotti della pesca<br />
non processati e ai molluschi bivalvi<br />
non processati.<br />
– Caffeina – Le bevande <strong>di</strong>verse da tè, caffè<br />
e dai drink a base <strong>di</strong> tè e caffè con un tenore<br />
<strong>di</strong> caffeina maggiore <strong>di</strong> 150 mg/l dovranno<br />
riportare nello stesso campo visivo<br />
del loro nome – oltre all’in<strong>di</strong>cazione “Tenore<br />
elevato <strong>di</strong> caffeina”, già introdotta<br />
nel 2002 – l’avvertenza “Non raccomandato<br />
per bambini e donne in gravidanza o<br />
nel periodo <strong>di</strong> allattamento”.<br />
Gli alimenti soli<strong>di</strong> a cui venga aggiunta<br />
caffeina a scopo non aromatizzante, ma<br />
fisiologico (ad esempio, integratori alimentari)<br />
dovranno riportare, anche in<br />
questo caso nello stesso campo visivo<br />
del nome del prodotto: “Contiene caffeina.<br />
Non raccomandato per bambini e<br />
donne in gravidanza”.<br />
– Peso netto – Laddove un prodotto ali-<br />
mentare sia stato glassato (come nel caso<br />
<strong>di</strong> alcuni surgelati), il peso deve venire in<strong>di</strong>cato<br />
al netto della glassatura.<br />
– Termine minimo <strong>di</strong> conservazione – La<br />
Commissione potrà adottare regole più<br />
precise sulle modalità da utilizzare per<br />
in<strong>di</strong>care il termine minimo <strong>di</strong> conservazione<br />
(“da consumarsi preferibilmente<br />
entro …”).<br />
– Data <strong>di</strong> scadenza – La data <strong>di</strong> scadenza<br />
(“da consumarsi entro …”) dovrà venire<br />
riportata su ogni porzione in<strong>di</strong>viduale preconfezionata.<br />
Non più soltanto, come sinora,<br />
sull’imballo esterno che contenga<br />
più imballi singoli.<br />
– Data <strong>di</strong> congelamento – Viene introdotto<br />
l’obbligo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>care la data del primo<br />
congelamento, giorno/mese/anno, per le<br />
carni e preparazioni <strong>di</strong> carni, nonché i<br />
prodotti ittici non processati.<br />
– Origine e provenienza – L’in<strong>di</strong>cazione dell’origine<br />
del prodotto (vale a <strong>di</strong>re, il luogo<br />
ove esso ha subito l’ultima trasformazione<br />
sostanziale) o del luogo <strong>di</strong> provenienza<br />
rimane obbligatoria nel caso in cui la sua<br />
omissione risulti in grado <strong>di</strong> indurre in errore<br />
il consumatore (ad esempio, una<br />
mozzarella fabbricata in Germania e venduta<br />
in Italia). Anche “se le informazioni<br />
che accompagnano l’alimento o contenute<br />
nell’etichetta nel loro insieme potrebbero<br />
altrimenti far pensare che l’alimento<br />
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abbia un <strong>di</strong>fferente Paese d’origine o luogo<br />
<strong>di</strong> provenienza”. Queste le novità:<br />
- Origine o provenienza del prodotto <strong>di</strong>versa<br />
da quella dell’ingre<strong>di</strong>ente primario<br />
– Qualora l’origine o la provenienza<br />
del prodotto venga in<strong>di</strong>cata, ed essa<br />
sia <strong>di</strong>versa da quella dell’ingre<strong>di</strong>ente<br />
primario (>50%, o l’ingre<strong>di</strong>ente caratterizzante),<br />
dovrà citarsi anche quest’ultima,<br />
o comunque si dovrà precisare<br />
la sua non coincidenza con l’origine<br />
del prodotto.<br />
- Origine delle carni – Viene introdotto<br />
l’obbligo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>care la provenienza<br />
delle carni fresche e congelate delle<br />
specie suina, ovina, caprina e <strong>di</strong> pollame<br />
vendute tal quali, con le modalità<br />
che la Commissione andrà a precisare<br />
entro due anni dall’entrata in vigore<br />
del regolamento.<br />
- Origine <strong>di</strong> altre categorie <strong>di</strong> prodotti<br />
– Entro tre anni dall’entrata in vigore<br />
del regolamento la Commissione dovrà<br />
eseguire una valutazione d’impatto<br />
in merito all’eventuale estensione<br />
dell’obbligo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>care l’origine<br />
ai seguenti prodotti: carni <strong>di</strong>verse<br />
da quelle già soggette a tale obbligo,<br />
latte, latte utilizzato come ingre<strong>di</strong>ente<br />
<strong>di</strong> prodotti lattiero-caseari, prodotti<br />
non trasformati, prodotti mono-ingre<strong>di</strong>ente,<br />
ingre<strong>di</strong>enti utilizzati<br />
in quota superiore al 50%, carne<br />
usata come ingre<strong>di</strong>ente <strong>di</strong> altri prodotti.<br />
- Informazione nutrizionale – Tutti i<br />
prodotti alimentari preconfezionati,<br />
fatte salve rare eccezioni, dovranno<br />
riportare in un unico campo visivo sul<br />
retro dell’etichetta una tabella nutrizionale<br />
con i valori <strong>di</strong> energia<br />
(kcal/kj), grassi, aci<strong>di</strong> grassi saturi,<br />
carboidrati, zuccheri, proteine e sale.<br />
I valori andranno riferiti a 100g/ml ed<br />
eventualmente, su base volontaria,<br />
alla porzione. La Commissione adotterà<br />
regole sulle porzioni, per alcune<br />
categorie <strong>di</strong> alimenti, e potrà adottare<br />
regole sulle tolleranze relative alle<br />
<strong>di</strong>chiarazioni nutrizionali.<br />
finestra sull’Europa<br />
Su base volontaria è ammesso ripetere<br />
sul campo visivo principale:<br />
- il valore energetico (kcal), riferito a<br />
100g/ml ed eventualmente anche<br />
alla porzione;<br />
- le quantità <strong>di</strong> grassi, aci<strong>di</strong> grassi saturi,<br />
zucchero e sale. In quest’ultimo<br />
caso sarà possibile riferirsi alla<br />
sola porzione, fatto salvo l’obbligo<br />
<strong>di</strong> ripetere il valore energetico <strong>di</strong><br />
100 g/ml <strong>di</strong> prodotto.<br />
Anche attraverso i cosiddetti “Reference<br />
Intakes” (o GDA’s, Guideline<br />
Daily Amounts, quantità giornaliere<br />
in<strong>di</strong>cative), che esprimono in<br />
termini percentuali il contributo <strong>di</strong><br />
una porzione <strong>di</strong> alimento rispetto<br />
ai fabbisogni me<strong>di</strong> quoti<strong>di</strong>ani. Con<br />
dovere <strong>di</strong> precisare che “i valori si<br />
riferiscono a un adulto me<strong>di</strong>o<br />
(8400kJ/2000kcal)”.<br />
Quanto agli aci<strong>di</strong> grassi trans, entro<br />
tre anni dall’entrata in vigore<br />
del regolamento la Commissione<br />
svilupperà un rapporto sulla possibile<br />
previsione obbligatoria degli<br />
aci<strong>di</strong> grassi trans nella tabella nutrizionale.<br />
La loro in<strong>di</strong>cazione rimane<br />
frattanto vietata.<br />
– Controlli – Il regolamento affida agli Stati<br />
membri la responsabilità <strong>di</strong> gestire i controlli<br />
ufficiali sull’informazione al consumatore<br />
relativa ai prodotti alimentari,<br />
“conformemente alle <strong>di</strong>sposizioni del regolamento<br />
CE 882/2004”.<br />
– Tempi – Il regolamento è entrato in vigore il<br />
12 <strong>di</strong>cembre 2011 e le nuove regole saranno<br />
applicate nei tre anni che seguiranno<br />
(cinque anni per quanto riguarda le informazioni<br />
nutrizionali).<br />
Tutti i prodotti etichettati in conformità alle regole<br />
previgenti sino alla data <strong>di</strong> applicazione del<br />
regolamento potranno venire commercializzati<br />
sino all’esaurimento delle scorte. Adeguati perio<strong>di</strong><br />
transitori (“salvo nei casi debitamente motivati”),<br />
oltre alla possibilità <strong>di</strong> esaurire le scorte<br />
<strong>di</strong> prodotti immessi sul mercato prima della scadenza<br />
del periodo transitorio, dovranno venire<br />
garantiti in ogni ipotesi <strong>di</strong> riforma.<br />
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