TRIBUNALE DI BUSTO ARSIZIO - Tgcom
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<strong>TRIBUNALE</strong> <strong>DI</strong> <strong>BUSTO</strong> <strong>ARSIZIO</strong><br />
Sezione Giudice per le indagini preliminari<br />
_____________________________________________________________________________________________________________<br />
N. _______ R.G.N.R.<br />
N. _______ R.G.G.I.P.<br />
OR<strong>DI</strong>NANZA A SEGUITO <strong>DI</strong> U<strong>DI</strong>ENZA<br />
<strong>DI</strong> CONVALIDA DELL’ARRESTO e <strong>DI</strong><br />
CUSTO<strong>DI</strong>A CAUTELARE<br />
- art. 391- 272 e segg. 285 c.p.p.<br />
IL GIU<strong>DI</strong>CE PER LE INDAGINI PRELIMINARI<br />
nel procedimento penale sopra indicato,<br />
all’esito dell’udienza di convalida dell’arresto di<br />
GANOUNI Saadallah Ben Abdel Hamid n. Tunisia il 11.02.1968,<br />
residente a Ceriano Laghetto via Primo Maggio 11 attualmente detenuto<br />
per questa causa presso la Casa Circondariale di Busto Arsizio (VA)<br />
Difensore di ufficio avv. Carlo Alberto Cova<br />
0 s s e r v a<br />
Sulla richiesta di convalida dell’arresto in flagranza e fermo e d’applicazione<br />
della misura coercitiva della custodia cautelare in carcere formulata dal PM in<br />
data 22 febbraio 2011 ( depositata in pari data alle ore 14,00 ) per i<br />
seguenti reati:<br />
1) delitto p. e p. dagli artt. 624, 625 nr. 7) c.p. perché al fine di trarne un profitto per sé<br />
o per altri, dopo essersi introdotto all’interno dell’autovettura targata DR*915*BT di<br />
proprietà di CASTELLI Mauro, parcheggiata con le chiavi di accensione all’interno del<br />
cruscotto lungo la strada di via per Cerro si impossessava della predetta autovettura<br />
sottraendola in tal modo alla persona offesa che la deteneva<br />
Con l’aggravante di aver commesso il fatto su cose esposte per consuetudine alla<br />
pubblica fede<br />
Commesso in Rescaldina in data 21.02.2010 tra le ore 10.10 e le ore 10.30<br />
2)l delitto p. e p. dall’art. 635 comma 2 n. 3) c.p. per avere distrutto, deteriorato o reso<br />
comunque in tutto od in parte inutilizzabile l’ingresso del gate nr. 14 dell’Aeroporto<br />
internazionale di Malpensa – atti consistiti nell’infrangere con un SUV targato<br />
DR*915*BT la prima vetrata della porta d’ingresso del gate 14)
<strong>TRIBUNALE</strong> <strong>DI</strong> <strong>BUSTO</strong><strong>ARSIZIO</strong><br />
Sezione Giudice per le indagini preliminari<br />
Con l’aggravante di aver commesso il fatto su cose destinate a pubblico servizio e<br />
pubblica utilità<br />
Commesso in Malpensa in data 21.02.2010 alle ore 11.06<br />
3) delitto p. e p. dall’art. 337 c.p. perché usava violenza e minaccia per opporsi agli<br />
Agenti SCIARRILLO Giovanni, PALMIERI Marco Omodio e del Sovr. FACCHETTI Giuseppe,<br />
i quali tentavano di procedere all’identificazione ed arresto del prevenuto per il delitto di<br />
danneggiamento sopra contestato<br />
Nella specie: innanzi al tentativo degli operanti di bloccare il prevenuto, questi brandiva<br />
loro contro un coltello con lama lunga circa 16 cm profferendo ad alta voce parole in<br />
lingua araba ponendo in essere la condotta descritta e contestata sub capo 4) nonché<br />
mettendo a repentaglio l’incolumità dei viaggiatori in quel momento presenti presso<br />
l’area check-in dell’aeroporto di Malpensa.<br />
Commesso in Malpensa in data 21.02.2010 alle ore 11.06<br />
4) delitto p. e p. dagli artt. 61, comma 1° nr. 1 e 56 – 575 c.p. per aver posto in essere<br />
atti idonei diretti in modo non equivoco a cagionare la morte degli Agenti SCIARRILLO<br />
Giovanni, PALMIERI Marco Omodio e del Sovr. FACCHETTI Giuseppe.<br />
Nella specie, atti consistiti nel tentare di colpire con un coltello della lunghezza di 27 cm<br />
(con lama lunga 16 cm) i sopra indicati Agenti di Polizia Giudiziaria intenti a bloccare la<br />
sua condotta<br />
Con l’aggravante di aver agito per futili motivi<br />
Commesso in Malpensa in data 21.02.2010 alle ore 11.06<br />
Esclusivamente per una completa contestazione<br />
5) delitto p. e p. dall'art. 4 legge nr. 110/1975 perchè, senza giustificato motivo, portava<br />
fuori della propria abitazione utilizzandolo per la condotta sopra descritta e contestata,,<br />
un coltello della lunghezza di 27 cm (con lama lunga 16 cm), oggetto chiaramente<br />
utilizzabile per le circostanze di tempo e luogo per l'offesa alla persona.<br />
In Malpensa in data 21.02.2010 alle ore 11.06<br />
Sussistevano gravi indizi per procedere all’arresto in flagranza in questione stante la<br />
condotta posta in essere dall’indagato che a bordo del Suv targato DR*915*BT che<br />
aveva sottratto poco prima a Rescaldina si lanciava a tutta velocità contro la vetrata<br />
della uscita n. 14 del Terminal 1 dell’aeroporto della Malpensa e cercava<br />
ulteriormente di sfondare la protezione in cemento antiterrorismo riuscendovi solo<br />
in parte . Quindi dopo essere sceso dal mezzo , impugnando un coltello di grosse<br />
dimensioni e con lama di cm 16 , urlando frasi incomprensibili in lingua araba ,<br />
affrontava l’agente Sciarrillo scagliandosi contro di lui con il chiaro intento di<br />
accoltellarlo nonostante questi con la pistola di ordinanza gli intimasse di arrendersi.<br />
La grossa concentrazione di passeggeri e il panico creato impedivano all’agente di<br />
utilizzare la pistola mentre gli altri agenti intervenuti erano ugualmente fatti<br />
bersaglio dell’indagato che impediva loro di bloccarlo utilizzando al loro indirizzo il<br />
coltello .<br />
L’indagato lanciava quindi il suo coltello all’indirizzo dei poliziotti mentre il<br />
sovraintendente Facchetti esplodeva un colpo al piede del primo per fermarlo<br />
cosichè il coltello andava a conficcarsi nel banco del check –in n. 501 .<br />
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Il giudice per le indagini preliminari<br />
dott. Nicoletta Guerrero<br />
foglio nr. 2
<strong>TRIBUNALE</strong> <strong>DI</strong> <strong>BUSTO</strong><strong>ARSIZIO</strong><br />
Sezione Giudice per le indagini preliminari<br />
In sede di interrogatorio l’indagato ha dichiarato :<br />
Io mia moglie e i miei figli siamo partiti da Ceriano Laghetto a piedi diretti a Malpensa<br />
Siamo partiti dopo la preghiera all’alba . Forse siamo arrivati fino a Castellanza e due<br />
persone a bordo di un furgone bianco ci hanno detto che non potevamo stare a piedi<br />
sull’autostrada e quindi siamo usciti . Quando siamo usciti dopo circa 5 o 10 minuti<br />
abbiamo visto due macchine fuori strada e ho detto a mia moglie che l’unica cosa era<br />
rubare una macchina per arrivare alla Malpensa .<br />
Ho detto a mia moglie che se eravamo fortunati la macchina nera aveva la porta<br />
aperta e così saremmo arrivati a Malpensa e infatti il mio pensiero è stato esaudito<br />
probabilmente da Allah e infatti c’erano le chiavi .<br />
Siamo saliti tutti con calma , ci siamo chiusi dentro e siamo partiti tranquilli .<br />
Lì vicino c’era il proprietario che forse stava tagliando la legna e quando siamo partiti<br />
dallo specchietto ho visto che ci inseguivano<br />
Ci siamo messi a cantare per la felicità perché il nostro obbiettivo era raggiungere la<br />
Malpensa per scappare via dall’Italia .<br />
Adr mia moglie era d’accordissimo anche se è italiana<br />
Adr volevo fare esattamente quello che ho fatto e cioè spaccare il vetro dell’entrata ,<br />
conoscevo i luoghi perché quando vado a Tunisi passo di lì .<br />
Adr io ero davanti e mia moglie e il miei figli dietro e quindi non avevo paura che si<br />
facessero male .<br />
Adr volevo attirare l’attenzione e quindi non potevo semplicemente entrare a piedi .<br />
Una volta sfondato il vetro sono sceso dalla macchina<br />
Adr mia moglie non sapeva niente di tutto quello che io avevo deciso di fare, forse lei<br />
credeva che io avrei comprato i biglietti.<br />
Adr mia moglie mi rispetta e mi ascolta e io prendo le decisioni in famiglia .<br />
Adr mia moglie non ha fiatato e non ha urlato, i bambini sì hanno urlato .<br />
Io sono sceso con il coltello che avevo fatto io al lavoro<br />
Adr per forza dovevo portare il coltello per difendere la mia famiglia dato il lungo tratto<br />
di strada che dovevamo percorrere<br />
Adr poiché il poliziotto impugnava contro di me la pistola io lo rincorrevo con il coltello<br />
ma non volevo colpirlo .<br />
Adr se avessi voluto colpire qualcuno avrei preso un civile , non uno armato .<br />
Adr io a Tunisi ero un poliziotto ma non sono entrato nella polizia . il poliziotto ha avuto<br />
ragione di sparare . secondo me avrebbe dovuto prima sparare due colpi in aria e poi<br />
spararmi al piede .<br />
Adr volevo attirare la attenzione , volevo andare via di qui perché c’è tanta gente che<br />
mi vuole ammazzare .<br />
Adr ho lasciato a casa la macchina, ho lasciato accesa la luce in casa e sono passato<br />
dalla porta posteriore perché volevo far finta di essere a casa e far credere a quelli che<br />
mi vogliono ammazzare che sono a casa .<br />
La prima volta non volevo colpire col coltello come ho già detto ma quando mi sono reso<br />
conto che il poliziotto mi voleva sparare ho lanciato il coltello per colpirlo<br />
Adr ho fatto io quel coltello del colore della mia squadra di calcio rosso , giallo e nero.<br />
Adr in arabo ho parlato ad Allah dicendo “ Dio è grande “ e gli ho chiesto ad aiutarmi<br />
per conoscere la verità e di sapere chi voleva ammazzarmi con l’influenza suina .<br />
Adr ho messo in face book la foto di un bambino morto per l’influenza suina .<br />
Adr ho preso le foto e sono andato a Solaro in un call center e un marocchino mi ha<br />
aiutato .<br />
Adr ho bruciato il mio computer perché è contro Dio e l’ho bruciato<br />
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Il giudice per le indagini preliminari<br />
dott. Nicoletta Guerrero<br />
foglio nr. 3
<strong>TRIBUNALE</strong> <strong>DI</strong> <strong>BUSTO</strong><strong>ARSIZIO</strong><br />
Sezione Giudice per le indagini preliminari<br />
Adr mia moglie era contentissima che io avessi bruciato il computer<br />
Adr ho conosciuto mia moglie in una ditta di Bovisio Masciago e sono sposato dal<br />
2003<br />
Adr a volte quando sono arrabbiato la picchio, ma mica sempre .<br />
Adr ho fatto quello che ho fatto per scappare e per evitare che ci contaminasse la<br />
influenza suina<br />
Ad del PM : ho fatto io i lividi a mia moglie che voleva fare il contrario di quello che<br />
volevano gli angeli<br />
Ho picchiato mia moglie con il ferro del camino .<br />
Adr non gridava, accettava , anzi il giorno dopo mi ha detto grazie<br />
Adr io l’ho perdonata<br />
Adr mia moglie mi voleva lasciare per gelosia e io l’ho convinta con le botte che non<br />
avevo altre donne<br />
Il PM mostra la cartellina rossa con i vari documenti e appunti<br />
Nel n. 18 dice di avere ammazzato qualcuno parla ella famiglia Rizzi e Cagnetta<br />
Adr la famiglia Cagnetta di Cesano Maderno aveva fatto soffrire mia moglie per il velo<br />
chiamandola talebana . io prendevo in giro il padre e gli impedivo di uscire<br />
La famiglia Rizzi è quella di Ceriano Laghetto dalla quale io avevo comprato la casa<br />
per 142.000,00 euro , li ho pagati e loro non volevano andare via e io allora sono<br />
entrato con la forza .<br />
Adr di queste cose parlo solo con gli angeli e solo loro mi dicono cosa devo fare<br />
Adr la missione che volevo fare era la pace con tutti e la felicità e la giustizia e il<br />
diritto delle donne e dei bambini .<br />
Adr la partenza per la Tunisia era al terminal 1 ed è per questo che ho scelto il T1<br />
Ad della difesa da Ceriano Laghertto a Castellanza sono andato per strada normale<br />
passando da Saronno e arrivando all’Auchan<br />
Adr non sono mai entrato in autostrada<br />
Adr cantavo ad Allah una canzone religiosa<br />
Il giudice dà atto che l’indagato canta tutta la canzone<br />
Adr volevo partire ed è per questo che ho attirato la attenzione<br />
Adr erano i vicini di casa che ce l’avevano con me anche se non abbiamo mai<br />
litigato<br />
Adr non sono mai stato ricoverato all’ospedale . sono stato curato solo per l’asma.<br />
Adr mi sentivo diverso e pulito , sentivo che stavo scappando dalle cattiverie e dalle<br />
gelosie .<br />
Adr non bevo e non mi drogo.<br />
A questo punto il PM mostra il video del giorno dei fatti<br />
Dichiara: quando sono sceso dalla macchina avevo già il pugnale alzato e ho inseguito<br />
gli addetti ai bagagli per proteggere mia moglie e i miei figli che stavano entrando<br />
Ammette di avere corso per un minuto lungo il terminal 1 inseguito dai poliziotti prima<br />
dello sparo e che i poliziotti hanno corso parallelamente a lui<br />
Il Giudice dà atto che tra l’ingresso e lo sparo trascorre sulla base del video 1<br />
minuto urlando “ Allah Akbar “ .<br />
Ad del PM perché abbia portato la cartellina rossa con sé dichiara perché è troppo<br />
importante perché ci sono 99 nomi di Allah e poi c’erano i consigli degli angeli che<br />
io avrei potuto dimenticare .<br />
Appaiono allo stato corrette tutte le imputazioni formulate dal Pubblico Ministero sulla<br />
base degli accertamenti effettuati dagli upg e dai riscontri oggettivi di cui alla nota<br />
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Il giudice per le indagini preliminari<br />
dott. Nicoletta Guerrero<br />
foglio nr. 4
<strong>TRIBUNALE</strong> <strong>DI</strong> <strong>BUSTO</strong><strong>ARSIZIO</strong><br />
Sezione Giudice per le indagini preliminari<br />
della Polizia di frontiera del 21 febbraio 2011 da intendersi qui integralmente<br />
richiamato .<br />
Non sussiste la flagranza per il reato di furto in carenza del presupposto<br />
dell’inseguimento e della consapevolezza della sottrazione , ma l’arresto è stato<br />
legittimamente eseguito in ordine ai reati di danneggiamento aggravato contestato<br />
al capo 2) , al reato di resistenza insito in tutta la complessiva condotta tenuta<br />
dall’indagato al fine di contrapporsi agli agenti della Polizia che lo volevano<br />
bloccare e identificare di cui al capo 3)<br />
Integra i presupposti del reato di tentato omicidio di cui al capo 4) infine la<br />
reiterata condotta tenuta dall’indagato all’indirizzo degli agenti con il chiaro<br />
intento di colpirli con il lungo coltello in suo possesso e in ultimo il lancio dello<br />
stesso che per le sue caratteristiche ( si trattava evidentemente di coltello con<br />
caratteristiche del tipo bilanciato ) andava a conficcarsi nel bancone del check in<br />
e che solo grazie alla tempestiva reazione dei poliziotti che riuscivano a schivarlo<br />
non li attingeva in parti vitali .<br />
Lo stesso indagato nel corso del lungo interrogatorio ha ammesso di avere lanciato il<br />
coltello contro il poliziotto puntava l’arma contro di lui per colpirlo ,.<br />
E’ costante la giurisprudenza nel ritenere che : “ Nel delitto di tentato omicidio, pur<br />
avendo valenza concorrente i due profili dell'intenzione dell'agente e dell'idoneità degli<br />
atti, quest'ultimo prevale rispetto a un'intenzione del soggetto agente solo in parte<br />
denunciata, concorrendo alla configurazione del tentativo soprattutto criteri di natura<br />
oggettiva, come la natura del mezzo usato, la parte del corpo attinta e la gravità delle<br />
lesioni inferte. “ ( cfr. Cass. 16 giugno 2010 n. 24808 )<br />
Nella specie l’elemento soggettivo desumibile dalla condotta tenuta dal Ganouni è<br />
sicuramente la volontà omicida ( cfr. Cass. 17 gennaio 2005 n. 6168 che ha<br />
ritenuto che “ Il dolo alternativo è contraddistinto dal fatto che il soggetto attivo<br />
prevede e vuole alternativamente, con scelta sostanzialmente equipollente, l'uno o l'altro<br />
degli eventi (nella specie morte o grave ferimento della vittima) ricollegabili alla sua<br />
condotta, con la conseguenza che esso ha natura di dolo diretto ed è compatibile con il<br />
tentativo.(In applicazione di questo principio la S.C. ha ritenuto correttamente motivata<br />
l'ordinanza del giudice del riesame - confermativa della misura cautelare degli arresti<br />
domiciliari in relazione al reato di tentato omicidio - la quale aveva ritenuto la sussistenza<br />
della volontà omicida evidenziando che la condotta dell'indagato, che aveva tentato di<br />
accoltellare al petto la vittima, era idonea a cagionare la morte del ragazzo e la volontà<br />
era alternativamente intesa a determinare tale evento o alternativamente un evento di<br />
gravi lesioni)<br />
Del resto il reato di resistenza a pubblico ufficiale assorbe soltanto quel minimo di<br />
violenza necessario per impedire al pubblico ufficiale il compimento di un atto del suo<br />
ufficio, mentre l'omicidio, travalicando detto limite, attenta direttamente alla vita od<br />
all'incolumità del soggetto passivo; i due reati possono concorrere, stante la diversità dei<br />
beni giuridici tutelati e le differenze qualitative e quantitative della violenza esercitata<br />
contro il pubblico ufficiale. ( cfr. Cass. 26 settembre 2007 n. 38620 e Cass. 9 gennaio<br />
2004 n. 9607 ) .<br />
La polizia giudiziaria ha posto l’indagato a disposizione del pubblico ministero e lo ha<br />
condotto nella casa circondariale del luogo entro le 24 ore come previsto dall’art.386,<br />
commi 3, 4 e 7, c.p.p. e il pubblico ministero, non dovendo ordinare la liberazione ai<br />
sensi dell’art.389 c.p.p., ha ritualmente richiesto la convalida al giudice competente entro<br />
le 48 ore come previsto dall’art.390, commi 1 e 3, c.p.p.<br />
La difesa si è rimessa sulla convalida dell’arresto<br />
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Il giudice per le indagini preliminari<br />
dott. Nicoletta Guerrero<br />
foglio nr. 5
<strong>TRIBUNALE</strong> <strong>DI</strong> <strong>BUSTO</strong><strong>ARSIZIO</strong><br />
Sezione Giudice per le indagini preliminari<br />
Deve, pertanto, procedersi alla convalida ai sensi dell’art.391, commi 3 e 7, c.p.p. del<br />
reato contestato al capo 2), al capo 3) e al capo 4 ) , mentre non può essere<br />
convalidato il reato di cui al capo 1) in assenza del presupposto della flagranza .<br />
SULLA RICHIESTA D’APPLICAZIONE DELLA CUSTO<strong>DI</strong>A CAUTELARE IN CARCERE<br />
Il pubblico ministero ha chiesto l’emissione d’ordinanza applicativa della custodia<br />
cautelare in carcere per i reati contestati ai capi 1),2),3) e 4) .<br />
La difesa ha chiesto : la applicazione della misura prevista dall’art 286 cpp alla<br />
stregua delle condizioni dell’indagato sulla base delle emergenze istruttorie in fase<br />
di dichiarazioni<br />
Quanto alla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza è sufficiente rinviare a quanto si è<br />
detto con riguardo alla richiesta di convalida.<br />
Anche in relazione al furto non sussistono dubbi che la autovettura sia stata sottratta<br />
dall’indagato circa mezz’ora prima dei fatti a Rescaldina ove il predetto ha ammesso<br />
di essersi recato a piedi da Ceriano Laghetto ed ha confermato di essere impossessato<br />
del mezzo fortunosamente rinvenuto aperto e con le chiavi inserite .<br />
La qualificazione giuridica dei fatti operata dal pubblico ministero appare, allo stato,<br />
corretta e gli elementi raccolti, sono sufficienti a integrare gli indizi di tutti i<br />
reati contestati .<br />
Le dichiarazioni rese dall’indagato pur deliranti in vari punti non sono sufficienti a<br />
mutare il quadro indiziario sopra descritto e sono tuttavia sufficienti a concretizzare<br />
tutti i presupposti dei reati contestati ivi compreso il tentato omicidio sotto il profilo<br />
della volontà di colpire il poliziotto soprattutto nell’ultima fase del lancio del coltello.<br />
Quanto alle esigenze cautelari, deve ritenersi, anzi tutto, la sussistenza di quelle previste<br />
dall’art. 274, lett. b) e c), c.p.p..<br />
- in caso di rimessione in libertà, vi è concreto pericolo di fuga che chi è stato<br />
arrestato, vista la gravità dei fatti-reato oggetto di cui trattasi e la relativa pena<br />
potenzialmente irroganda (certamente non contenibile entro i limiti della<br />
sospensione condizionale);<br />
- vi è il concreto pericolo, per specifiche modalità e circostanze del fatto e per la<br />
personalità di chi è sottoposto ad indagini che chi è stato arrestato, se rimesso in<br />
libertà, possa commettere altri gravi delitti della stessa specie di quello per cui si<br />
procede anche in considerazione dei precedenti specifici ancorchè risalenti nel<br />
tempo .<br />
Natura e grado delle descritte esigenze cautelari impongono, dunque, di ritenere idonea,<br />
proporzionata all’entità del fatto ed alla sanzione che si ritiene possa essere irrogata la<br />
richiesta misura coercitiva della custodia cautelare in carcere, apparendo inadeguata<br />
ogni altra misura - anche quella degli arresti domiciliari che non appaiono idonei ad<br />
evitare la reiterazione in reati della stessa specie , soprattutto in considerazione della<br />
condotta tenuta nei confronti della moglie che ha ammesso di aver picchiato con<br />
l’utilizzo delle mole del camino per indurla alla ragione e a condividere i suoi<br />
pensieri .<br />
Non sussistono allo stato i presupposti sufficienti alla applicazione della misura<br />
invocata dal difensore nonostante il tenore di alcune dichiarazioni rese<br />
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Il giudice per le indagini preliminari<br />
dott. Nicoletta Guerrero<br />
foglio nr. 6
<strong>TRIBUNALE</strong> <strong>DI</strong> <strong>BUSTO</strong><strong>ARSIZIO</strong><br />
Sezione Giudice per le indagini preliminari<br />
Stante la gravità dei fatti contestati è comunque esclusa allo stato la concessione<br />
della sospensione condizionale della pena .<br />
Visto l’art. 391 c.p.p.<br />
P. Q. M.<br />
c o n v a l i d a<br />
l’arresto di<br />
• GANOUNI Saadallah Ben Abdel Hamid<br />
per i reati contestati in rubrica ai capi 2), 3) e 4) .<br />
non convalida l’arresto per i reati sub 1)<br />
Visti gli artt. 291 e segg. Cpp<br />
o r d i n a<br />
che Il predetto rimanga in stato di custodia cautelare in carcere per i reati<br />
contestati ai capi 1), 2), 3) e 4) .<br />
d i s p o n e<br />
che il presente provvedimento sia notificato all’indagato e al suo difensore, nonché<br />
consegnato in copia alla Direzione della casa circondariale e comunicato al pubblico<br />
ministero.<br />
Manda alla Cancelleria per gli adempimenti di competenza<br />
Così deciso in Busto Arsizio il 23 febbraio 2011 ore 16,55<br />
IL GIU<strong>DI</strong>CE PER LE INDAGINI PRELIMINARI<br />
dott. Nicoletta Guerrero<br />
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Il giudice per le indagini preliminari<br />
dott. Nicoletta Guerrero<br />
foglio nr. 7