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Memorie infrante - Torna indietro

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Omega<br />

<strong>Memorie</strong> <strong>infrante</strong><br />

Quale stupenda sensazione era la visione del giorno…<br />

Era arrivata da poco l’alba ed io ero nella stanza più alta della nupraptor’s retreat, completamente esposto<br />

alla luce solare. Mi distesi a terra a guardare il sole e potei sentire il suo calore passare per il mio effimero<br />

corpo. Scorsi in lontananza alcuni uccelli volare verso dei nidi negli alberi e nutrire i propri piccoli.<br />

- quanto tempo che non vedevo il sole di Nosgoth…<br />

Rimasi lì alcuni minuti completamente rilassato, prima di percepire il pilastro del tempo che cominciava a<br />

chiamarmi. Non avevo però intenzione di rispondere. Volevo gustare quel momento ancora alcuni istanti.<br />

Mi alzai e sentii il vento che passava tra i miei capelli e mi spettinava. Scesi con calma dalla rupe, senza<br />

badare al crescente richiamo del pilastro.<br />

- Omega… proprio tu meglio di chiunque altro, come tessitore del tempo, dovresti sapere che non bisogna<br />

ritardare ai richiami dei pilastri…<br />

era Soul, il mio superiore, Guardiano del pilastro della morte. L’ultima volta in cui avevo agito assieme a lui<br />

aveva ucciso mia sorella Katrin.<br />

- Non è nulla di importante, come al solito. È solo una vibrazione che percepiamo, non significa davvero<br />

nulla…<br />

- La tua nuova resistenza ti ha forse dato alla testa? Sei un vampiro ricorda, non essere così attaccato a<br />

sciocche sensazioni che hanno i viventi…<br />

Alzai la mano e comincia a camminare verso l’uscita della cattedrale. Non mi andava di ascoltare Soul in<br />

questo momento. Non poteva capirmi. Io non avevo ancora accettato il mio stato di vampiro, né il bisogno<br />

di nutrirmi a spese di altre creature.<br />

Trasformandomi in lupo arrivai ai pilastri in poco tempo e andai ad osservare quei strani aggeggi di roccia<br />

che erano così importanti per l’equilibrio di Nosgoth… o era l’equilibrio così importante per quei pilastri?<br />

Mah, in fondo non aveva molta importanza.<br />

Mi avvicinai lentamente e con la mano sfiorai il pilastro del Tempo. Il tocco fu diverso dal solito e potei<br />

percepire delle immagini che si unirono nella mia mente per formare una sorta di visione. In quel periodo, in<br />

cui tutti avevano il libero arbitrio, il mio potere di previsione del tempo era ridotto al minimo e potevo<br />

scorgere solamente frammenti di informazione futura.<br />

Vidi morte e distruzione abbattersi nelle città di quella regione. Tutte le case erano in fiamme e non era<br />

opera di un debole vampiro come Vae, ma di qualcosa di molto più forte. Scorsi solamente fiamme e<br />

macerie. Uomini e donne urlavano, mentre strani suoni di spade roteanti tuonavano nell’aria. Tutto si fece<br />

nero all’improvviso e vidi solamente un’ultima cosa: una spada davvero familiare che si trovava a terra<br />

incrociata con un’altra molto simile.<br />

Venni scagliato all’<strong>indietro</strong> a causa della potenza di quella rivelazione… Sembrava così vero… Potevo quasi<br />

sentire il penetrante calore delle fiamme.<br />

Dovevo avvertire Soul.<br />

Ritornai <strong>indietro</strong> il più presto possibile e trovai il potente vampiro che parlava con Respen su discorsi a me<br />

sconosciuti. Appena mi vide arrivare se ne andò rapidamente, come se non volesse farmi ascoltare. Non ci<br />

feci molto caso e incominciai a parlare:<br />

- Soul… credo… mio fratello sia tornato… ho avuto una visione… molte città della regione erano in fiamme e<br />

per ultima cosa ho visto la mia spada a terra, incrociata con quella di mio fratello… non so esattamente cosa<br />

significhi, ma erano entrambe macchiate di sangue.<br />

Rimase pensieroso alcuni secondi, poi parlò con voce severa.<br />

- Le tue visioni non sono affare di importanza rilevante... per ora. Ti lascio il potere che è tuo di diritto; guida<br />

alcuni Vampiri verso le tue risposte. Non sarò certo io ad ostacolarti.<br />

- che cosa??<br />

Non rispose. E girandosi si incamminò per seguire Respen.


- Dannazione soul! Prima mi impedisci di andare a cercare Katrin e poi non ti interessa assolutamente di<br />

questa mia visione! Mi spieghi cosa ci faccio qui allora???Rispondi!<br />

Si bloccò all’improvviso e voltandosi parlò ancora<br />

- e sentiamo… dove vorresti andarla a cercare? Se non ricordi è morta… per mia mano…<br />

provai un leggero moto di odio, ma mi trattenni.<br />

- La cercherei nel tempo!<br />

Mi guardò con uno sguardo quasi disgustato<br />

- Sei pazzo Omega… sai quante cose cambierebbero se tu lo dovessi fare?<br />

- si, lo so… ma non posso restare inerme di fronte a quella specie di sogno… - dissi abbassando lo sguardo.<br />

- Katrin non c’entra nulla, ma per impedirti di fare una stupidaggine non potrai usare nessuna camera<br />

tessitrice del tempo fino a mio nuovo ordine… Ora mettiti al lavoro e scopri che sta succedendo. Come ti ho<br />

detto potrai mandare alcuni tuoi compagni in missione.<br />

Restai in silenzio alcuni istanti, poi risposi: - Sissignore…<br />

Omega<br />

Dopo varie ricerche riuscii a scoprire che la spada di mio fratello era un artefatto potentissimo, e, dopo più<br />

attenti approfondimenti , scoprii che racchiude la sua stessa anima. che poteva facilmente essere risvegliata<br />

da un qualsiasi Demone. Probabilmente un sopravvissuto della mia famiglia avrebbe trovato il suo corpo e la<br />

sua lama, per poi risvegliarlo. Non sapevo quando questo sarebbe accaduto, perciò dovevo sbrigarmi. Corsi<br />

verso la sala grande della cattedrale, quando sentii che nel mondo dei demoni si sarebbe verificato un<br />

evento storico… Presi i primi vampiri che erano lì pronti e li mandai in missione, pensando: "katrin avrà<br />

nascostola spada a casa prima di andare ad atendermi alla caverna dell'oracolo..."<br />

KainHeartless<br />

Katrin non era una stupida. Naturalmente avrà chiuso la mia villa con un sigillo magico, oltre che fisico, che<br />

dovrà essere tolto. Recupera la pergamena di Kalisto dai meandri delle miniere vicino a Willendorf. Non so<br />

cosa ti attenda, ma la potenza di un demone spinto dalla volontà di salvare qualcuno non deve essere<br />

sottovalutata. Ovviamente Katrin avrà protetto la pergamena con trappole e qualche creatura dalla natura<br />

sconosciuta. Non so altro di utile.<br />

Riporta la pergamena alla villa e leggi le sue rune davanti al portone che dovrebbe finalmente perdere tutta<br />

la sua difesa.<br />

-<br />

Il bene di Katrin e il male della sua parte demoniaca sono il segreto per aprire il blocco fisico del cancello. La<br />

serratura è composta da 2 chiavi, una impregnata della forza benigna, e l’altra impregnata della forza<br />

demoniaca.<br />

Sillich<br />

Il freddo gelo della neve purifica le anime corrotte.<br />

la prima delle 2 si trova al Bastione di Malek, dove le gelide profondità nascondono ancora antichi segreti.<br />

Nessuna informazione ci è stata data se qualcuno ha rimesso piede lì dopo il passaggio di Kain. Comunque<br />

la chiave si trova lì da qualche parte. Non so di preciso dove.<br />

Attenzione, i macchinari-trappola per la produzione di soldati di ferro potrebbero essere ancora attivi.<br />

DanteSD<br />

Il fuoco, pericolo mortale per noi vampiri cela antichi malefici.<br />

la seconda invece si trova nel Dark Eden, nel castello che è stato costruito dai guardiani dell’energia e della<br />

dimensione. Quel luogo ricorda molto L’inferno. Fa in fretta e recupera la chiave. Fatti strada fino alla torre<br />

più alta e lì troverai ad attenderti la chiave, oltre che innumerevoli pericoli…


Pazienta Keija...<br />

DANTE<br />

MISSIONE: LA CHIAVE NEL DARK EDEN<br />

Era un giorno come tanti, mi godevo gli ultimi spiragli di sole, vagando nei miei ricordi. Un senso di caldo e<br />

di dolcezza attraversava il mio viso mentre il sole scompariva nell'orizzonte. Mi ritenevo molto più fortunato<br />

di tutti gli altri vampiri perchè almeno io potevo ancora godere di queste futili cose che oramai la maggior<br />

parte di loro nemmeno si ricordava più.<br />

Appena il sole scomparve ritornai a casa,alla nuprator, dove vidi Omega che parlava con soul ed era molto<br />

preoccupato, sembrava avesse bisogno di aiuto, cosi mi feci avanti e gli chiesi se potevo aiutarlo.<br />

Lui fu felice e sembrava avesse davvero bisogno di aiuto,in quel momento arrivarono Sillich e KainH. ed<br />

Omega ci raccontò di sua sorella e di un villaggio che era stato distrutto e protetto da una barriera magica.<br />

Diede gli ordini agli altri, che non ascoltai e mi concentrai su quello che aveva in serbo per me :<br />

Omega "il fuoco, pericolo mortale per noi vampiri cela antichi malefici.la seconda chiave si trova nel dark<br />

eden, nel castello che è stato costruito dai guaridani della dimensione e dell'energia.Quel luogo ricorda<br />

molto l'inferno. fai in fretta a recuperare la chiave.Fatti strada fino alla torre piu' alta e li troverai ad attenderti<br />

la chiave,oltre ke innumerevoli pericoli."<br />

D"mmm...mi sembra interessante...Vado!"<br />

Detto ciò presi la mia nuova spada, risvegliata in una antica fucina dentro il tempio di Soul, che egli stesso da<br />

lui che mi regalò. Non conoscevo i suoi antichi poteri ma mi piaceva molto come arma.<br />

Prima di andarmene presi con me una specie di borraccia riempita con del sangue...dovevo andare in un<br />

posto malefico e credevo di non incontrarte creature umanoidi per sfamarmi, mi piaceva molto essere di<br />

aiuto ad un vampiro come Omega...che insieme a me amava ancora l'umanità e non gli piaceva eragire<br />

morte e orrore dovunque andasse....avevamo molto cose in comune.<br />

Alle primi luci dell'alba parti' verso EST. L'aria era fresca e il celo limpido, il paesaggio era ricoperto di alberi e<br />

cespugli, era bellissimo, ma ben presto cambiò.<br />

Gli alberi cominciarono a saprire e il celo si fece cupo e tuonante, questo era il segno che mi avvicinavo<br />

sempre più nel Dark Eden.<br />

Arrivai ad un tratto ai piedi di un vulcano in eruzione, la terra tremava e a stento riuscivo a camminare senza<br />

cadere. Salii per un bel pezzo quando difronte a me vidi uno spettacolo orripilante: una vastissima landa<br />

desolata ricoperta di lava con qualche strada ancora intantatta. L'aria era irrespirabile, se fossi stato un<br />

umano sarei morto per mancanza di ossigeno.<br />

Prima di avventurarmi guardai alle mie spalle il vulcano, sembrava eruttasse 24 ore su 24 per 365 giorni<br />

l'anno.<br />

D"Bene la cosa comincia a farsi interessante!"<br />

Scesi nella immensa landa, si alzo' una nebbia provocata dalla lava incandescente che mi oscurava la vista e<br />

non mi permetteva di muovermi a mio agio.<br />

Camminavo abbassandomi mi che potevo, perchè zampilli di lava si alzavano in volo continuamente e dei<br />

massi, lanciati dall'eruzione facevano alzare delle vere e propie onde gigantesche di lava che seppellivano i<br />

pochi passaggi ancora praticabili.<br />

Mentre camminavo cercando di capire dove ero e dove dovevo andare sentii un ruggito di una creatura non<br />

molto distante da me. Non vedendo nulla,cercai di nascondermi dietro una roccia li vicino.<br />

Mano mano il ruggito si avvicinava e mi accorsi che non era solo 1 ma erano quache centinaio di creature<br />

nere che impugnavano mannaie gigantesche e portavano qualcosa sulle spalle...che a prima vista..si fa per<br />

dire...sembravano umani.<br />

"quasi quasi li seguo..forse mi condurranno al castello"pensai "ma meglio satre a distanza" L'unico problema<br />

era che per colpa della nebbia, del fetore e del caldo quasi insopportabile era difficilissimo seguirli senza<br />

perderli di vista.


Per fortuna che quei esseri non smettevano di urlare e di imprecare quindi riuscivo sempre a capire dove<br />

erano piu' o meno. Dopo qualche minuto di inseguimento senti un respiro alle spalle, mi girai di scatto e<br />

riuscii a malapena a schivare un fendente di una di quelle creature<br />

"Lurido figlio di una cagna finirai in padella con gli altri cani rognosi!!"<br />

D"F-Figlio di una CAGNA?....................NON NOMINARE NEMMENO MIA MADRE VERME!" schivai di nuovo il<br />

suo fendente, lo presi per la gola e gli afferrai il braccio dove teneva impugnata la spada in modo che non<br />

potesse colpirmi<br />

D"Voglio propio vedere quanto se saporito...i vermi a rosto non mi sono mai piaciuti....addio" lo buttai nella<br />

lava che in un attimo se lo divorò senza lasciare traccia di lui.<br />

Questa fu una buona occasione per vedere chi era il mio nemico: Erano di pelle grigia, quasi nera, aveva<br />

lunghe orecchie e una bocca da far vomitare il piu' duro di stomaco, avevano una dentatura strana,<br />

sembravano avessero denti verdi e pieni di sporcizia,affilati e lughi che spuntavano fuori dalla bocca, ma<br />

erano di piccola statura, quindi non rappresentavano un grande problema, almeno da soli.<br />

Il gruppo si stava sempre di piu' allontando "DAnnazzione, sto perdendo troppo tempo" mi misi a correre<br />

per cercare di recuperarli, quando ad un tratto sentii cedere il terreno sotto di me. Caddi , fui fortunato a<br />

girarmi di scatto e infilzare i miei artigli nel terreno ancora solido per rimanere aggrappato a soli pochi metri<br />

dalla lava..<br />

"La situazione si sta facendo bollente", i miei pantoloni e scarpe stavano andando a fuoco<br />

"Devo sbrigarmi o qui ci resto abbrustolito" . Infilzai anche gli artigli dell'altra mano e feci la verticale, che mi<br />

riporto' in salvo. Spensi freneticamente le fiamme e vidi sconsolato che la strada davanti a me era distrutta.<br />

Un maledetto masso, scagliato da una nuova eruzione aveva istrutto la strada e ora tra me e il gruppetto<br />

c'era molta distanza.<br />

"......cazzo......ora come faccio...." Notai dopo poco che il mazzo era al centro del baratro che piano piano si<br />

sgretolava "ehm....uhm...o la va....O LA VA!!!!" feci un salto verso il masso e subito dopo saltai verso la strada<br />

opposta, ma il macigno si sretolò al mio contatto e non riuscii a darmiuna grande spinta, e per fortuna riuscii<br />

ad aggrapparmi al bordo. Salii un po in affanno "*anf* *anf* se qui fuori è cosi....cosa sarà la dentro....non<br />

vedo l'ora di scoprirlo!"<br />

Ricominciai a correre fino a quando rividi il gruppetto di quella spece di orchi, piano piano la nebbia spari e<br />

finalmente vidi il tetro castello,.<br />

Era immenso e nero come la notte, aveva solo un entrata protetta da innumerevoli guardie gigantesche.Le<br />

mura esterne erano alte una 20ina di metri e a occhio e croce erano larghe una decina.Il castello aveva molte<br />

torri, ed ognuna di esse aveva scheletri impalati di ogni genere di creatura, ma ce una torre diversa...era larga<br />

almeno il triplo delle altre e alta il doppio, sicuramente si nascondeva li la chiave che mi serviva.<br />

Rimasi a fissare l'immenso castello...era praticamente inespugnabile era circondato da un fiume di lava e<br />

come detto prima c'era solo un entrata.....come entrare dunque....<br />

Vidi il gruppetto di piccoli orchi entrare con dei cadaveri umani.. mi venne un idea...era pericolosa e<br />

rischiossissima....ma non potevo fare altimenti...Nascosi la mia borraccia in bocca e mi presentai davanti alle<br />

immense guardie.<br />

parlai con una voce goffa in quanto nascondevo la borraccia "Ehi, foi due...fatevi afanti o afete paula di me!".<br />

Era una trappola stupida che con mio grande stupore funzionò. Le guardia armate di gigantesche lance e<br />

protette da un'armatura spessissima si avviarono verso di me imprecando e maledicendomi in ogni modo.<br />

Era ora di sguainare la mia Alasthor e non vedevo l'ora di vedere la sua potenza. Squainai la mia spada<br />

bellissima quanto letale, aveva il manico demoniaco con una faccia di un drago nero dalla cui bocca usciva la<br />

lama impregnata di elettricità...stupenda...adoravo quella spada e fui molto onorato di riceverla da Soul.<br />

Stranamente però le altre guardie e sentinelle rimasero a vedere lo scontro senza intervenire...forse erano<br />

convinti che mi avrebbero ucciso.<br />

Comunque inziò lo scontro. io saltai e lanciai un energy bolt alla prima delle guardie e la colpi' in pieno<br />

petto, ma con grande stupore vidi l'armatura del bestione diventare rossa e mi riscagliò il mio energy bolt<br />

che mi prese sul petto e mi scaglio qualhe emtro <strong>indietro</strong>.<br />

D"Auch....ma...ma come è possibile..."mi rialzai velocemente e mi scagliai verso di loro corpo a corpo, evitai<br />

un colpo e contrattacai dandogli un fendente nel petto con tutta la mia forza, ma la mia spada non riuscì<br />

nemmeno a scalfire la sua armatura.....rimasi di stucco "merda!"il gigante mi diede un pugno che mi scaglio a<br />

terra<br />

"AHAHUAHAAH StOlto InsignIFICANTE esSerE" mi rialzai ma venni trafitto dalla sua lancia in pieno petto,


passandomi da parte a parte..<br />

"Ah..uhhh"con le ultime forze afferrai la lancia per cercare di spezzarla ma l'altra guardia mi infilzò a sua<br />

volta.Rimasi in fin di vita senza un briciolo di forza.<br />

Loro mi caricarono sulle loro spalle e mi portarono dentro il castello, mi consegnaoro a degli orchetti piu'<br />

piccoli che mi trascinarono da qualche parte..<br />

Non riuscii a capire cosa succedeva, ma sentivo solo tirarmi e ogni tanto mrdermi.<br />

D'untratto qulla agonia finì. Aprii gli occhi e da quel poco che vedevo capii che mi trovavo dentro una cella.Il<br />

mio piano aveva funzionato, ero dentro il castello e visto che non c'era nessuno con i denti succhiai tutto il<br />

sangue dentro la borraccia che mi guarì le ferite ma non la stanchezza, dopo poco mi addormentai.<br />

Venni svegliato qualche ore dopo da dei strilli, sembrava una voce umana. Mi alzai di scatto e vidi che<br />

acanto alla mia cella ce n'era una piena di giovani ragazze che avevano più o meno 19-20 anni. Notai che<br />

uno di quei orchi ne prese una a caso, gli strappò i vestiti e la violentò, per poi ributtarla in cella. Accanto alla<br />

loro c'era una cella di uomini, ce n'erano pochi in realtà e la maggior parte erano morti, mutilati.<br />

Aspettai che il bastardo uscisse dalla stanza e mi alzai in piedi, mi avvicinai alle sbarre<br />

D"Scusatemi....mi chiamo Dante....ehm...uhm...ma...c-cosa è successo qua" era molto a disaglio perchè la<br />

maggior parte delle ragazze erano completamente nude e non ero abituato a quella situazione<br />

F(fanciulle)"Non hai visto??"piangendo"Quei bastardi hanno assalito il nostro villaggio a est di qui , in mezzo<br />

alla foresta....le donne e gli anziani li usano come schiavi....gli uomini vengono, torturati e mangiati....e..e<br />

noi....veniamo....ogni giorno violentate e picchiate..."<br />

D"Dio....che inferno....devo trovare un modo di uscire di qui...."<br />

F"E' impossibile ci sono tantissime guardie...e mille trappole, i pochi che sono fuggiti dalle guardie sono<br />

morti dentro questo castello e non per mano delle guardie!"<br />

D"Le guardie...non vi preoccupate per loro...ditemi se conoscete un uscita"<br />

F" una uscita ci sarebbe...ci hanno portato da li..perchè se passavamo vicino alla lava morivamo per l'assenza<br />

di ossigeno....ehi...ma tu come hai fatto?ti hanno portato qui che sanguinavi e avevi due ferite mortali.."<br />

D"bhe vedi....io....io sono un vampiro"<br />

F"!!!!!!"<br />

Rimasero stupite e indietreggiarono, come se ad un tratto vedevano in me un demone piu' pericoloso degli<br />

orchi. Ci rimasi davvero male...mi sentivo un mostro anche se non avevo fatto nulla di male.<br />

D"Non preoccupatevi...non sono qui per farvi del male...vorrei fuggire ed aiutarvi a fuggire anche a voi"<br />

F"Taci, non ci fidiamo di te, non sei diverso dai mostri che ci fanno del male ogni singolo dannato giorno,<br />

vattene mostro!!"<br />

Questa poi fu come una cortellata al cuore...indietreggiai e mi sedetti a terra in un angolo....<br />

Dopo poco entrarono due guardie, vennero verso di me "Fra poco tocca a te ratto schifoso....essendo un<br />

vampiro non invecchi col passare degli anni..haahha ci sarà da divertirsi con te ahahah, non vedo l'ora!"<br />

D" fate ciò che volete" risposi con un filo di voce...non mi importava piu' nulla di me....e forse dopo qualche<br />

anno di tortura mi avrebbero ucciso...finalmente.<br />

Però prima di aprirte la mia cella andarono versa quella delle fanciulle e presero 2 di loro, le picchiarono e le<br />

legarono sulla parete, stavano per violentarle...<br />

D" Lasciatele stare...."<br />

O(orco)"cosa hai detto babbeo?"<br />

D"Ti ho detto di lasciarle stare prima che ti strappi la tua lingua biforcuta...VERME!"<br />

l'altro orco sentendo il discorso violentava ancora piu' ferocemente la fanciulla per provarmi....<br />

Ero in un angoletto oscuro e dove prima si vedevano solo i miei occhi azzuri, ora si vedevano 2 occhi<br />

infernali, rossi come le fiamme dell'inferno. Mi alzai di scatto<br />

D" Vi avevo avvertiti!!!"<br />

Lanciai un energy bolt alla porta della cella che si staccò. il primo orco impugnò una spada e mi tiro' tre<br />

fendenti che evitai facilmente, al quarto fendente gli bloccati il polso, lo strinsi cosi tanto che lasciò cadere la<br />

spada. La raccolsi "E' ora di morire..." lo infilzai per cinque volte dallo sterno fino all'inguine. L'altro prese un<br />

coltello e si fece scudo della ragazza<br />

O"Fai un passo e le taglio la gola"<br />

D"Facciamo cosi...lascia stare la ragazza e ti prometto una morte veloce ed indolore....uccidila e mi implorerai<br />

di ucciderti prima che sia giunta la tua ora!"<br />

O"Ahah....ma davvero!?"


D"Stai scherzando con il fuoco...." Feci due passi avanti<br />

O"Ti ho detto di fermarmi o uccido la ragazza!!!"<br />

D"Tskè...sono un vampiro...non me ne frega nulla di quella sguattrina, io la vedo solo come un bel<br />

bocconcino, quindi se la uccidi o no..non ha valore per me"<br />

Detto questo feci altri 2 passi e arrivai ad un metro dalla ragazza<br />

O"Ho detto <strong>indietro</strong> pezzente!!!"<br />

Appena fini' di parlare con una mossa fulminea gli afferrai il braccio, gli tolsi il pugnale e lo lanciai contro il<br />

muro."Ti avevo promesso una morte veloce....non mi hai ascoltato....peggio per te!"<br />

Appena si rialzò gli andai sotto e lo presi per il collo per soffocarlo, ma poco prima di farlo svenire lasciai la<br />

presa, lo alzai di peso e lo scagliai ancora contro il muro.<br />

Stavolta si rialzò e cercò di tirarmi un pugno, lo bloccai prontamente e gli spezzai di netto il braccio. Ero<br />

troppo infuriato per trattenermi dal mio istinto demoniaco.<br />

O "AAAAAAAAAAHHHHHHH!!!!!"<br />

D"Si...urla di dolore...ahhh". Era caduto in ginocchio dolorante e ne approfittai per cecargli l'occhio sinistro<br />

con uno dei miei artigli... "Non mi sembra che ti stai divertendo...invece era divertente quando VIOLENTAVI<br />

QUELLE RAGAZZE!?" preso da un altro schizzo di ira gli lanciai un energy bolt sul petto che lo fece volare per<br />

tre metri...<br />

O"oohh grandissimo figlio di put..."<br />

D"Altro errore..." conficcai di nuovo i miei artigli su di lui, questa volte sulle gambe e cominciai a lacerargliele<br />

fino ad arrivare allo stinco, per poi prendere la spada caduta li vicino e tagliarli il braccio sano...<br />

O"Basta ti pregooooo.....non voglio iu' soffrire.....ti supplico"<br />

D"Cosa ti avevo detto...ora mi supplichi di ucciderti....ma non è ancora finita!"<br />

Infilzai molto lentamente la spada nella pancia dell'orco che mori con atroci sofferenze...Mi alzai, liberai le<br />

due ragazze<br />

D"Sono l'unica persona di cui ptete fidarvi...ditemi dove si trovano le ari che vengono sottratte ai prigionieri"<br />

F"non lo sappiamo di preciso, ma sono al piano superiore..qui siamo nei sotterranei"<br />

D"Bene...grazie...tornate in cella, se viene qualche orco a cercarmi dite che sono fuggito cosi vi lascieranno in<br />

pace e torneranno a cercarmi.."appena avrò capito dove è l'uscita verrò a liberarvi......"mentre me ne andavo<br />

"Scusate per l'atroce settacolo di poco fa...".<br />

Uscii dai sotteranei, le stanse successive erano umide e scure...come il resto del castello del resto, andando<br />

un pò piu' avanti sentii due orchi che parlvano, mi appicicai al muro per sentire cosa dicevano<br />

O1"hai visto che spada!!E' quella del vampiro...hahah bellissima...ma cosa voleva fare quel pazzo!"<br />

O2"non mi importa porta quell'aggeggio nel deposito e MUOVITI TOPO DI FOGNA!"<br />

Restando nell'ombra seguii l'orco con la mia spada. Alla fine entrò nel deposito e buttò la mia spada in un<br />

cesto e si mise a sistemare della roba.<br />

Presi la mia spada non facendo rumore, mi avvicinai alle spalle dell'orco e gli sussarai "Ti piace la mia<br />

spada..ora assaggerrai quanto è letale" mentre dicvevo questo misi una mano sulla sua bocca e infilzai la<br />

spada nella schiena del tipo tapassandolo e facendo fuoriuscire la lama dallo sterno.<br />

Finalmanete avevo di nuovo la mia bella spadina.Andai un po in giro per quel piano e mi accorsi che ad un<br />

punto c'erano 4 diramazioni...una era grandissima e sicuramente mi portava alla chiave..ma io dovevo<br />

cercare un uscita sicura per le ragazze....presi la prima.<br />

Dopo una lunga discesa mi portò in un posto stranissimo, c'erano un centinaio di orchi in torno ad un tavolo<br />

con un umano nel mezzo...<br />

D"Forse è meglio cambiare strada..."<br />

Mi appiatti' contro il muro e risalii la scalinata.Scelsi allora la seconda diramazione, mi portava propio al<br />

cancello di cui avevo bisogno. Era un cancello molto alto con un lungo ponte che arrivava dall'altra parte<br />

della dark end, saltando completamente la lava...L'unico problema e' che c'erano le due guardie che mi<br />

avevano sconfitto prima.<br />

Dovevo liberarmi di loro per proseguire. Mi fece vedere...questa vota notai che la loro armatura era molto<br />

sottile intorno al collo...erano grossi e lenti...non dovevo avere problemi ad infilzarli li.."Piu' sono grossi e piu'<br />

fanno il botto grande!" mi lanciai contro di loro, cercarono di infilzarmi facendomi restare a qualche metro<br />

da loro,ma all'ennesimo colpo feci un salto verso uno di loro, roteando su me stesso. Con la punta della<br />

spada riuscii a penentrare nel collo dell'orco che cadde a terra morto.<br />

"E 1!"


O"BaSTarDo ti UcCiDo!"<br />

Afferrai in fretta la lancia di quell'altro, era pesantissima ma con quell'affare avrei sicuramente trapassato<br />

l'armatura spessa di quel coso.<br />

Egli mi tiro' un colpo, io mi abbassai caricai un colpo e lo infilzai all'altezza dell'addome, ferendolo a morte.<br />

"E questa è fatta....ora devo tornare a prenderle!"<br />

<strong>Torna</strong>i <strong>indietro</strong> piu' veloce che potevo...ben presto le altre guardie si sarebbero accorte della mancanza dei<br />

due bestioni.<br />

<strong>Torna</strong>to dalle ragazze aprii la cella "Mi spiace non posso darvi dei vestiti, ora correte piu' che potete!"<br />

Loro mi seguirono in silenzio, dopo poco arrivammo al cancello, lo aprii e le feci passare...una di loro, quella<br />

con cui avevo parlato prima si giro' verso di me vedendomi fermo<br />

F"Ma tu che fai non vieni?"<br />

D"No ho un compito da svolgere"<br />

F"Non fare lo stupido vieni via da questo posto!"<br />

D"eh..vorrei ma non posso...correte, mettetevi in salvo...corri senza voltarti!"<br />

F"Prima di andare volevo chiederti scusa per quello che ti ho detto prima...sei diverso dagli altri vampiri...."<br />

D"non preoccuparti...ora vai...e buona fortuna!"<br />

F"credo che servirà piu' a te che a me...Gazie..." detto questo si voltò e corse via.<br />

Quel grazie risuonò come il sole in una giornata di pioggia e mi diede il coraggio di tornare la dentro. Però<br />

mentre stavo rientrando sentì un urlo impetuoso "SONO SCAPPATIIIIIII I PRGIONIERI SONO SCAPPATIIIIIII<br />

TROVATELI E UCCIDETELIIIIIIIIIIIII"<br />

D"Merda..devo sbrigarmi!"<br />

Mentre correvo sentivo migliaglia di di boati che correvano su e giu per il castello, urlando e imprecando.<br />

<strong>Torna</strong>i alla stanza della diramazioni e presi quella piu' grande, sali per 3 4 piani senza incontrare nessuno poi<br />

al quinto piano trovai difronte a me una 20ina di guardie gigante come quelle all'entrata del castello...subito<br />

dopo da dietro sbucarono una decina di piccoli orchi.<br />

Ero in trappola, sguainai la mia spada e cominciai a guardarmi intorno...non potevo fuggire..ero<br />

circondato....d'untratto un piccoletto tiro' una leva e *Stock* il pavimento sotto di me si aprì. Caddi per un<br />

centinaio di metri prima di cadera in una fanghiglia.Mi gurdai intorno. Era una stanza senza porte, senza<br />

finestre cxon sui muri tutti spuntoni con dei scheletri attaccati..c'erano state dele battaglie qui in<br />

passato.Guardando in alto notai una lunga e spessa corda che arrivava fino alla cima della torre, dove forse si<br />

nascondeva la chiave.<br />

Stavo per salire sulla corda, quando dietro di me percepii una presenza. Mi girai dis catto ma nulla, vidi solo<br />

il movimento delle onde dell'acqua...mi girai piu' volte su me stesso. Cominciavo ad innervosirmi "Chi<br />

diavolo sei!! fatti vedere!!"<br />

dall'acqua uscì una creatura immensa, sembrava metà uomo metà pesce con delle enormi squame che<br />

ricoprivano tutto il suo corpo..<br />

D"Forse era meglio che stavo zitto..."<br />

Squainai subito Alasthor e tirai qualche fendente, ma le scaglie erano talmente spesse che la spada riusciva a<br />

malapena scarfirle. mi diede un pugno nello stomaco cn una potenza e valocità tale che non capii bene cosa<br />

mi fosse venuto a dosso, sapevo solo che mi trovato a terra..dolorante...<br />

D"Ma tutti oggi dovevano venire fuori..tutti troppo resistenti..dannazione!" Stavo per immergere anche la<br />

spada in acqua , quando mi ricordai che era "elettrica"<br />

D"eheh...Vediamo se questo ti scalfisce!!!" Con un salto felino staltai sulla corda e da li gettai la spada<br />

nell'acqua.<br />

L'intera stanza sembrava un fuoco d'artificio e lo spettacolo era anche molto bello...inutile dire che il mostro<br />

era finito a rosto. Per non rischiare mi levai la mia giacca e me l'arrotolai intorno agli artigli, per non<br />

prendere anche io la scossa. cosi recuperai la mia spada e cominciai a salire sulla corda.<br />

Arrivato in cima mi accolse uno spettacolo stupendo. Quella stanza, al contrario dell'intero castello era<br />

illuminatissima, decorata con pitture d'oro e argento su tutte le parete, al centro c'era una colonna dove<br />

sopra di essa c'era la chiave, la chiave che tanto avevo cercato per Omega, circondato da una sfera liquida.<br />

Stavo per toccare la sfera quando mi venne in mente una frase che diceva sempre l'anziano del mio<br />

villaggio...."figliuolo non toccare mai per primo un liquido se non ne conosci la sua funzione"...Mi venne un<br />

immenso dubbio...ora che ci pensavo era logico che quella sfera fosse stata li per proteggere la chiave da<br />

qualunque intruso...


"Come faccio ora...mi serve...una...CAVIA!". Propio in quel momento passò una guardia davanti alla porta, io<br />

feci rumore per farmi scoprire e la guardia entrò<br />

G"CoMe FAtto tU aD ArrIvArE QuI"<br />

D"semplice..diciamo che mi sono arrampicato...ora prendero' la chiave e me ne andro' nello stesso modo da<br />

cui sono venuto"<br />

G"NoN ti farO prenere la chiave.."<br />

D" E questo chi lo dice...so che quella chiave ha dei grandi poteri...col solo toccarla diventeresti potentissimo<br />

e potresti governare su tutto il mondo...mha..se non ti interessa..la prendo io"FEci finta di prendere la chiave<br />

ma l'orco mi fermò<br />

G"AsPeTta...DicI la VerIta' DeMoNe?"<br />

D"Ti sembro uno che scherza?ora mi sono stancato visto chenon ti interessa la prendo io!!"<br />

Avvicinai la mano alla sfera, ma l'orco per paura che le mie parole fosero vere afferro' la chiave immergendo<br />

le mani nel liquido..<br />

G"AhAhaH..CreDEvI Di fArMeLa..Ahahaah...AAAAAAAAAHHHHH"<br />

Dopo qualche istante il liquido cominciò a consumarlo piano piano,l'orco lanciò la chiave aterra ma<br />

stranamente il liquido continuava a corroderlo, alla fine mori in un mucchio di cenere...<br />

D"GRandi e stupidi...i miei preferiti!"<br />

Presi la chiave e la misi in tasca. dopo poco il pavimento cominciò a tremare"Devo andarmene e alla svelta!"<br />

Mi affacciai alla finestra della torre Era alta circa 200M..era una follia buttarsi da li.."Dannazione devo fare le<br />

scale!" cominciai a correre giu per lle scale fino ad arrivare alla zona della ramificazione..da li tornai <strong>indietro</strong>,<br />

uscii per il cancello dal quale ero entrato.<br />

D"Meno male..non mi ha visto nessuno." Appena fini di dire cosi mi girai verso il castello e vidi centinaglia di<br />

arceri che scoccavano verso di me e un altro centinaio di orchetti che correvano sempre verso di me.<br />

O"UCCIDETELO UCCIDETELO UCCIDETELOOOOOOOOOOOOOOOOOOO"<br />

D"Merda..."<br />

Corsi il piu' velocemente che potevo per portarmi fuori al raggio delle frecce, che invece di prendere me,<br />

uccisero parecchi orchetti..Non riuscivo a distanziarmi gli orchetti e arrivai nel puno in cui il sasso aveva<br />

distrutto il passaggio...<br />

D"Dio...non ci voleva!"mi girai, difronte a me c'erano una 40ina di orchetti infuriati ,armati di mannaie<br />

asce,picche e altro ancora....stavolta ero davvero nei guai..<br />

Si avvcinavano sempre piu' con passo lento, imprecandomi contro. Mi venne alla fine un idea...mi girai verso<br />

il barato, presi una piccola rincorsa e spiccai il salto piu' lungo cheruscii a fare , mentre stavo ricadendo<br />

ruotai verso gli orchi e sparai dalle mani 2 energy bolt uccisi 2 guardie e nello stesso tempo, la potenza mi<br />

scaglio ancora piu' in alto facendomi cadere propio dall'altra parte.<br />

Felice per averli fregati, mi girai verso di loro<br />

D"SE dovete uccidere qualcuno fatelo, ma fatelo SUBITO...idioti..AHAH" Mi girai e cominciai a correre in<br />

quell'inferno di lava e nebbia, vagabondai per diverse ora prima di riuscire a vedere di nuovo quel<br />

vulcano...che era come lo avevo lasciato...in eruzione.<br />

Scalai di nuovo quella montagna e mi girai di nuovo a guardare quello splendido e allo stesso tempo<br />

orripelante scenario infernale.<br />

Mi rigirai e in un paio d'ore tornai alla Nuprator, dove rividi omega, lo chiamai<br />

D" Ecco qui la chiave...è stato un piacere aituarti...se hai ancora bisogno di me...fammi un fischio, sai dove<br />

trovarmi"<br />

Consegnai la chiave a Omega e me ne andai ad osservare il tramonto....<br />

Missione compiuta<br />

SOUL<br />

Dante guadagna: Alasthor +1<br />

... nuovo potenziamento x la spada, no?


SILLICH<br />

Sentite le parole di Omega chinai leggermente il capo e mi diressi verso il maniero di Malek.<br />

La strada non era molto affollata…non vidi nessuno per le vie che conducevano alle antiche rovine del<br />

palazzo dell’antico guardiano del conflitto.<br />

Giunto al maniero lo trovai molto più ben conservato di quanto non mi aspettassi. Notai una stranezza: la<br />

porta di quel loco era aperta…..che fosse rimasta così dal passaggio di Kain? O forse qualche vagabondo<br />

aveva usato codesto loco come riparo in queste gelide lande? L’unico modo per scoprirlo era di entrare e<br />

studiare il loco.<br />

Dopo pochi passi rammentai il monito di Omega e prestai attenzione a dove mettevo i piedi…non avrei mai<br />

voluto far scattare qualche trappola involontariamente.<br />

Notai alcune mattonelle rialzate rispetto alle altre, poteva trattarsi solamente di qualche segno del tempo o<br />

di un assestamento territoriale….ma poteva essere anche il meccanismo per attivare qualche trappola. Prestai<br />

attenzione nel non calpestarne alcuna.<br />

Superato il corridoio mi trovai in un cortiletto interno e vidi chiaramente le tre vie che mi venivano<br />

proposte…quella dritta portava certamente alla torre centrale, quella sinistra sopra le mura in fine quella a<br />

destra che probabilmente portava alle segrete.<br />

Ripensai alle parole di Omega ma non mi fidai di andare subito alle segrete, forse era meglio guardare prima<br />

nel mastio, forse la chiave che cercavo poteva essere stata messa lì.<br />

Decisi quindi di proseguire per la diritta via e superato un arco a sesto acuto mi trovai davanti ad un’enorme<br />

scala a chiocciola che saliva vorticosamente.<br />

Quasi tutte le stanze che incontrai erano vuote o mezze distrutte indi non persi il mio tempo a cercare in<br />

quei luoghi. Finita la scala mi trovai in quella che doveva essere stata la biblioteca. Era tutto ricoperto da uno<br />

spesso strato di polvere. Qualcosa non mi tornava….la stanza non presentava vie d’uscita e io avevo<br />

chiaramente visto delle finestre sulla guglia della torre…indi mi portai sulla finestra e tenendomi con una<br />

mano ad essa mi sporsi per vedere vidi altre finestre che confermavano i miei dubbi…ci doveva essere un<br />

passaggio segreto.<br />

Mi misi attentamente a studiare il loco per trovare l’interruttore che avrebbe attivato il meccanismo che mi<br />

avrebbe aperto le porte.<br />

Notai uno strano simbolo tra una libreria e un'altra mi avvicina per osservarlo meglio. Tolsi la polvere per<br />

vederci più chiaro e scoprii che il simbolo era formato di due cerchi che potevano essere ruotati. Lo feci in<br />

modo tale che i segmenti combaciassero e con mio grande stupore scoprii di aver formato il simbolo di uno<br />

dei pilastri per la precisione quello della natura. Mi posiziona in mezzo ad altre due librerie e trovai un altro<br />

emblema dei pilastri in versione puzzle. Ottenni l’emblema del pilastro della morte. Vedendolo mi scappo<br />

una lieve risata, quando questo maniero fu eretto il pilastro della morte era protetto dal grande Mortanius<br />

ora il protettore del pilastro era il signore che servivo. Ad uno ad uno formai tutti gli emblemi dei pilastri<br />

dell’equilibrio, mente, tempo, strati, energia e dimensione. Ne mancava uno….quello del conflitto di cui era<br />

protettore Malek…..dove diavolo era?!<br />

Lo cercai in lungo e in largo senza trovare la soluzione. Di colpo inciampai in qualcosa e caddi come un<br />

sacco di patate, una volta rialzatomi notai una piccola sporgenza sul tappeto. Sollevatolo vidi una maniglia e<br />

mi accorsi che lì c’era il simbolo del conflitto. Trascinando il grosso disco di pietra per la maniglia fino a<br />

formare il simbolo. Non successe niente….imprecai e tirai un calcio sullo stemma del pilastro che oggi è<br />

protetto da Kain88. Sentii un “click” e vidi la libreria centrale spostarsi mostrando una larga scala che<br />

permetteva di salire più in alto.<br />

Una volta percorsa mi ritrovai in quella che sembrava la stanza da letto di Malek.<br />

Rimasi stupito nel guardare le decorazioni della stanza, armature Saraphan con sotto scritto il nome del<br />

possessore….più che dalle armature rimasi stupito per i nomi dei possessori: Melchiah, Zephon, Rahab,<br />

Dumah, Turel e Raziel.<br />

I cinque luogotenenti di Kain e il padre dei mietitori…Malek era rimasto talmente legato a loro da conservare<br />

le armature? O forse avevano solo il significato di: “Voi siete caduti mentre io sono ancora vivo”… sapevo che<br />

queste domande non avrebbero avuto risposta.<br />

Incominciai a cercare la chiave…questo insieme alle segrete sembra il posto più adatto ove nasconderla.<br />

Niente. La chiave non c’era, indi decisi di cercare nelle armature.<br />

Di nuovo la mia supposizione si rivelò errata.


Un altro particolare attirò la mia attenzione, mancava la lancia all’armatura di Turel. Perché? Che qualcuno<br />

l’avesse razziata per rivendere? Ma soprattutto chi poteva averla presa?<br />

Mentre questi dubbi apparvero alla mia mente diedi un’occhiata fuori dalla finestra e mi accorsi che aveva<br />

iniziato a nevicare. Imprecai. “Con questa neve non posso uscire in alcun modo, rischio di squagliarmi…..”<br />

pensai.<br />

Di colpo vidi una strana sconnessione tra i mattoni del muro….era netta, pulita, innaturale. Mi misi a studiarla<br />

con attenzione. Non c’erano dubbi, lì si celava un altro passaggio segreto che probabilmente mi avrebbe<br />

portato verso il mio obiettivo. Mi misi ad ispezionare minimamente ogni mattone della parete per cercare se<br />

ve ne era uno che servisse per attivare il passaggio.<br />

Non trovai alcun mattone che pareva attivare il passaggio ma vidi uno stupendo candelabro attaccato al<br />

muro. Pensai che non poteva essere così banale ma tentai…..il candelabro girò e aprì il passaggio. Una<br />

leggera risata si fece spazio tra le mie zanne. Osservai cosa vi fosse dietro il passaggio: una lunga e stretta<br />

scala a chiocciola ma la visione crepuscolare mi permetteva di vedere solo le prime due spire. Strinsi gli occhi<br />

e mi concentrai sulla vista, dopo una frazione di secondo le mie pupille divennero bianche e io potevo<br />

vedere a grande distanza anche nel buio più tetro. La scala mi parve molto lunga. Decisi che avrei dovuto<br />

percorrerla.<br />

Sembrava quasi fosse infinita e da qualche secondo percepivo anche un grande calore. Finalmente la scala<br />

finì e iniziò un lungo corridoio. Dopo non molti metri girai ad una curva ed improvviso un’accecante luce mi<br />

colpi in faccia. Chiusi gli occhi e tornai al modo di vedere degli esseri umani. Ora la luce non era più<br />

accecante anzi quasi fioca ma per i miei occhi ipersensibili alla luce era sembrata come il sole a mezzo<br />

giorno. Uscii dal corridoio e scoprii cosa generava quella tenue luce….magma.<br />

Quello dove ero arrivato doveva essere il più profondo anfratto delle segrete dove un tempo venivano<br />

prodotti i guerrieri di ferro.<br />

La sala nella quale mi trovavo aveva un magni fico forziere decorato al centro. Sguainai Kaarma e tagliai il<br />

lucchetto…e trovai una stupenda chiave anch’essa splendidamente decorata.<br />

Sulla chiave spiccava una K incisa.<br />

S: -Bingo!-<br />

Avendo trovato ciò che cercavo mi voltai e mi girai verso il corridoio che mi aveva portato in quel loco.<br />

Giunto a pochi passi da quello lo vidi chiudersi davanti ai miei occhi e sentii una voce proveniente dalle mie<br />

spalle<br />

L: - Mi dispiace ma non lascerai questo loco…almeno non vivo-<br />

Mi girai e vidi un umano di grosse dimensioni in fondo alla stanza. Ad occhio sarà stato 2m di altezza per<br />

minimo 100kg di muscoli.<br />

S: - Allora suppongo che uscirò da questo loco immediatamente-<br />

Feci un largo sorriso e mostrai le lunghe zanne vampiriche. Poi aprii la bocca e con la lingua mi accarezzai la<br />

fredda protesi argentea.<br />

L: - Un vampiro…che sorpresa! Quindi un figlio della notte ha violato il mio nascondiglio-<br />

Notai la lancia di Turel nella sua mano destra.<br />

S: - Volete abbattermi con l’arma di uno dei luogotenenti del grande Kain? Penso che l’arma di un generale<br />

Saraphan sia adatta ad abbattere un vampiro.-<br />

L: - No…non sarò io ad abbattervi…ghghghghgh….saranno i guerrieri creati da questi macchinari-<br />

Solo in quel momento mi accorsi di essere nella sala dove venivano prodotti i guerrieri di ferro.<br />

L’umano si diresse verso una leva e la tirò. Gli enormi macchinari emisero un boato ed incominciarono a<br />

mettersi in moto.<br />

Un’armatura vuota veniva trainata da un rullo trasportatore poi venne colpita da uno strano raggio di luce<br />

azzurra e incominciò a muoversi.<br />

L’armatura scese dal macchinario e mi si scagliò contro.<br />

Con grande velocità estrassi Kaarma per prepararmi allo scontro. I suoi colpi erano lenti e goffi ma la sua<br />

difesa mi parve impenetrabile….fendenti, sgualembri, montanti, tondi….tutti inutili…quelle armature parevano<br />

indistruttibili.<br />

Continuai ad infuriare i miei attacchi ma nulla pareva aver effetto. L’ira incominciò a farsi strada nel mio<br />

sangue e Kaarma reagì di conseguenza. Un’aura blu incominciò ad aleggiare intorno alla lama. Feci un<br />

mezzo passo <strong>indietro</strong> con la gamba sinistra per essere più stabile e con una leggera torsione del busto<br />

caricai l’affondo. Il mio braccio destro scattò come una molla e colpì il torace del soldato. Un anima blu uscì


dal corpo di quello e rimase trafitta dalla lama. Lentamente essa si dissolse nel nulla e l’armatura cade<br />

facendo un fastidioso rumore di pentolame.<br />

Osservai l’umano che mi guardò esterrefatto e con sguardo terrificato. Tirò la leva che ormai deteriorata dal<br />

tempo si spezzo di netto….il macchinario sembrò impazzire e incominciò a sputare soldati di ferro a<br />

ripetizione.<br />

Il misero umano incominciò a correre. Facendomi strada tra i soldati creati in continuazione dalla macchina<br />

incominciai l’inseguimento. Dopo alcune svolte lo persi di vista quindi mi girai e mi trovai di fronte ad un<br />

orda di guerrieri.<br />

Mi feci strada nuovamente tra di loro: la prima cosa da fare era distruggere la macchina o per lo meno<br />

bloccarla in modo tale da fermare la produzione.<br />

Con Kaarma ben salda in mano mi scaglia contro le cinghie che permettevano alla macchina di funzionare.<br />

Con un taglio netto la macchina smise di produrre soldati ma gli ingranaggi continuavano a girare sempre<br />

più veloci finché il macchinario non esplose andando in mille pezzi. Un bullone mi colpì di striscio alla testa<br />

facendomi sanguinare. Molte parti della macchina colpirono i soldati facendoli cadere per terra e nei casi più<br />

fortunati nel magma. Notai con felicità che una volta a terra i soldati non riuscivano a rialzarsi indi lasciai<br />

quelli caduti a terra per occuparmi prima di quelli che erano ancora in piedi.<br />

Occhio e croce erano circa 10. Scattai in avanti per eliminarli uno a uno. Mi accorsi che la produzione in<br />

grandi quantità aveva creato delle imperfezioni nelle armature, sorrisi….facendo passare la mia lama in quelle<br />

non avrei avuto problema a distruggerli rapidamente.<br />

Il primo aveva un’imperfezione tra l’elmo e la gorgiera, facendo sfilare Kaarma in quella la sua anima venne<br />

distrutta.<br />

Uno ad uno furono tutti fuori combattimento, indi diedi il colpo di grazia a quelli sdraiati per terra.<br />

Ora potevo uscire dal maniero per portare la chiave a Omega ma prima avrei eliminato quel lurido sorcio di<br />

un umano.<br />

Percorsi la strada che si protraeva davanti a me facendo attenzione ad ogni angolo, ogni insenatura dove un<br />

bestione di quelle dimensioni avrebbe potuto nascondersi.<br />

Dopo un poco vidi un ombra che pareva umana avvicinarsi e mi nascosi in dietro un anglo.<br />

Lo vidi passare avanti a me e gli diedi il tempo di avanzare per circa un metro, poi lo seguii con passo felpato<br />

e lo afferrai saldamente portando il filo della lama aderente alla gola e con voce soave gli dissi:<br />

S: -Sorpresa!-<br />

L: -Cos…come diavolo hai fatto a sopravvivere vampiro?-<br />

S: -Noi figli della notte siamo molto più longevi di voi poveri umani…..spero che tu abbia ben in mente la<br />

luce del sole…perché non la vedrai più-<br />

L: -No! Aspetta poss….-<br />

Non gli feci finire la frase facendo scorrere la mia miglior amica sulla sua gola. Fatto ciò mi nutrii del suo<br />

nettare vitale.<br />

Proseguii per la via che stavo risalendo fino a trovarmi al crocevia che avevo trovato antecedentemente e<br />

così uscii dal maniero.<br />

<strong>Torna</strong>i da Omega e gli porsi la chiave.<br />

S: - Cercavi questa no?-<br />

SOUL<br />

Sillich Guadagna:<br />

Energy Bolt<br />

Sanctuary<br />

Repel Lv.1


KAINH<br />

Lasciai pensieroso il covo di noi vampiri e mi incamminai per quel lungo tragitto che avrei dovuto fare per<br />

raggiungere i dintorni di Willendorf. Era un lungo viaggio e avrei dovuto attraversare mezza Nosgoth per<br />

raggiungere la meta, ma questo non mi preoccupava più di tanto, era il meno. Mentre camminavo già verso<br />

Vasserbunde scrutavo la mappa di Nosgoth, che era ormai sempre con me, studiando il percorso da fare :<br />

vedevo,mio malgrado, che dovevo attraversare nuovamente la foresta di Termogent. L'idea non mi andava<br />

troppo a genio, ma se così dovevo agire, l'avrei fatto comunque.<br />

Oltrepassai Vasserbunde, illuminata dalle tenui luci delle torce sparse lungo la strada principale.<br />

Era notte fonda e le finestre erano tutte sbarrate, così come le porte delle case ; la luna era piena e<br />

quell'atmosfera, unica, della paura di Nosgoth mi infondeva vigore e leggerezza di spirito. Amavo quei<br />

momenti, anche se dalla mia dipartita non avevo mai più visto la luce del sole, am solo quella della splendida<br />

luna. A dire il vero, nella mia mente volevo poter rivedere il sole e il giorno...<br />

Passai quel villaggio e quindi mi inoltrai nella fitta Foresta di Termogent : dovevo passarci in mezzo e<br />

tagliarla di netto per raggiungere più in fretta le miniere di Willendorf, soprattutto se avevo una sola notte a<br />

disposizione per arrivarci custodito dalle tenebre. Non aveva importanza se di giorno svolgevo la missione,<br />

tanto ero coperto dal buio delle miniere dove il sole non entrava nemmeno per miracolo.<br />

Accelerai il passo fino a correre, disagiato da tutti quegli alberi nella notte, che potevano nascondere crudeli<br />

assassini : non avevo paura del buio, ma di quello che esso poteva nascondere. La vista era ormai abituata<br />

alle tenebre e non avevo il rischio di schiacciarmi il muso contro un tronco. La luna piena mi aiutava<br />

moltissimo in quella traversata, ma dovetti fermarmi, esausto dall'ininterrotta corsaì ; mi fermai su di una<br />

piccola collinetta e mi misi su di un ramo d'albero. Mi guardai attorno e vidi uno spettacolo cui i miei occhi<br />

gioirono : vidi la Villa di Vorador, illuminata maestosamente dalla luna piena, che rimaneva solitaria e morta<br />

nella notte.<br />

Ero quindi arrivato a metà strada in meno tempo di quanto me ne aspettassi.<br />

La magione era cupa e oscura, niente si muoveva nella notte, la luce delle torce dentro quella casa erano<br />

solo un lontano ricordo. Solo nella nostra incursione per prendere l'armatura del caos, la villa si animò.<br />

Scesi dalla pianta e cominciai di nuovo a camminare a lunghi passi verso est, mettendomi a correre ogni<br />

tanto fra gli alberi verdi, ma ad un punto la via si fece più stretta e gli alberi più fitti e soffocanti ; il che mi<br />

rallentò e ci misi almeno un'altra ora per uscire finalmente dalla boscaglia.<br />

Con mio sommo orrore mi accorsi di essermi tenuto troppo ad est invece di volgermi obliquamente anche<br />

verso sud, per cui mi trovai non moltissimo distante dalla cattedrale di Avernus.<br />

Quel luogo non mi era sgradito,e la cattedrale era uno degli edifici più belli e maestosi dell'intera Nosgoth,<br />

anche se non era come me la ricordavo ai tempi in cui ero in vita.<br />

Scorsi, da lontano, un'accozzaglia di Seraphan, che, grazie all'intrusione recente di Respen, avevano<br />

aumentato i crani che facevano la guardia. Mi chiedevo come era possibile che così tanti umani erano ancora<br />

su Nosogth e molti di quelli erano diventati Seraphan...Dannazione, proprio non capivano che erano tutto<br />

tranne che santi. Tuttavia mi rincuorò il fatto che Nosgoth non fosse sulla via dell'estinzione della razza<br />

umana, anzi, tutt'altro.<br />

Corsi velocemente verso sud, costeggiando i limiti della foresta , veloce come il vento per paura di essere<br />

scorto da quei maledetti, non tanto perchè li temevo, ma perchè l'oscurità stava quasi scemando per far<br />

posto al sole.<br />

Passarono almeo altri dieci minuti di lesta corsa prima che riuscii ad intravedere le miniere di Willendorf. Mi<br />

fermai a scrutare velocemente la mappa e mi accorsi che dopotutto era stato meglio volgere ad est, poichè<br />

avrei dovuto attraversare Willendorf e alcuni villaggi,e avrebbero potuto rallentarmi parecchio.<br />

Smisi di correre, e senza accorgermene arrivai alle miniere, dove senza esitare entrai lasciadomi alle spalle il<br />

sole nascente.<br />

Giusto in tempo.<br />

L'oscurità si avvolse attorno ai miei occhi, gradualmente,man mano che andavo sempre più nella caverna, ma<br />

ben presto la vista si abituò al buio<br />

Dovevo stare all'erta e misi, per quanto potevo, tutti i miei sensi in allarme.<br />

Omega mi aveva avvertito : potevano esserci parecchie trappole nascoste e creature pronte a porre fine,<br />

un'altra volta, alla mia esistenza.<br />

Dovevo far modo che non accadesse e stare molto attento a dove mettevo i piedi e il naso.


Camminai dritto davanti a me lungo l'oscuro tunnel,e a lungo andare arrivai in una sala ampia che dava , al<br />

centro su un precipizio che portava al livello inferiore della miniera. Ci si poteva arrivare tramite delle banali<br />

scale di legno.<br />

Scesi una scala ma questa mi portò al secondo livello, mentre quello alla fine era probabilmente il quarto o il<br />

quinto.<br />

Il silenzio e l'oscurità regnavano, anche se di tanto in tanto vi erano delle piccole e fioche torce che<br />

illuminavano molto poco.<br />

Mi chiedevo dove fosse custodita la pergamena, anche se molto probabilmente era custodita al livello più<br />

basso e inaccessibile, o perlomeno poco visibile ; per cui decisi di iniziare a cercare dal fondo. Le mie<br />

percezioni erano tese, ma tuttavia tutta questa calma e immobilità iniziava a stufarmi, per cui scesi in fretta<br />

fino al terzo livello poi saltai fino a quarto senza usare la scala e quindi atterrai al piano più basso senza<br />

troppi problemi.<br />

Con odiosa sorpresa mi accorsi che tutt'intorno a me c'erano parecchi corridoi che portavano chissà dove ; in<br />

totale erano 5.<br />

"Fortunato come sono" pensai " quella in cui c'è la pergamena sarà l'ultima che visito. Dannazione!"<br />

Infilai dritto davanti a me e percorsi il corridoio buio e oscuro : tutt'attorno al corridoio vi erano delle nicchie<br />

cui non capii il loro reale scopo.<br />

Comunque, arrivai al fondo del corridoio e varcai una porta di legno marcio che si aprì senza il minimo<br />

rumore.<br />

Vidi che era giacevano delle brande disfatte e, su di una delle ossa che avevano forma vagamente umana ;<br />

non riuscivo a comprendere sia lo scheletro e sia le brande, poichè se vi erano qui significava che un tempo i<br />

minatori erano talmente folli o sfortunati da dormire quaggiù..<br />

Improvvisamente ,la porta dietro di me si chiuse e una lastra di massiccio granito venne su dal terreno,<br />

isolandomi ed intrappolandomi in quella sala.<br />

Dannazione! Ecco svelato il mistero dello scheletro.<br />

Tentai di sfondare a pugni la lastra, ma il granito non aveva intenzione di cedere e sembrava guardarmi<br />

ridendo per prendermi in giro.<br />

Al che tirai fuori Frost dal fodero, alquanto nervoso e la appoggiai per qualche minuto sulla lastra : il blocco<br />

diventò completamente ghiacciato el giro di quel lasso di tempo.<br />

Presi un po di rincorsa e mi lanciai a piedi uniti contro quel muro e piantai bene i talloni contro la superficie,<br />

che seppur sembrasse resistente andò in frantumi<br />

"Ridi adesso, maledetto!" pensai verso quella cosa che nemmeno viveva<br />

Uscii dalla stanza e mi incamminai verso il centro della sala principale da cui ero arrivato.<br />

"Allora se quella era protetta da una trappola, tutte le altre sono così" pensai<br />

"la sorella di Omega era o è astuta,d'altro canto ero stato avvertito"<br />

E a pensarci bene non avevo nemmeno esplorato quella specie di dormitorio comune, quindi tornai sui miei<br />

passi e diedi uno sguardo alla stanza, ma niente di particolare giaceva, a parte cenciosi stracci e picconi<br />

marci.<br />

<strong>Torna</strong>i ancora al centro e decisi di guardare in tutte le stanze, ma prima di entrare avrei provato ad intuire ,<br />

vedendo il luogo, se potesse esserci o meno la pergamena.<br />

Allora mi avvicinai ad un tunnel e lo percorsi per quei cento metri che mi separavano dalla stanza, poi scrutai<br />

all'interno della sala : niente di interessante, pareva la mensa dei minatori.<br />

Mi allontanai, poi inforcai un altro antro e camminai fino allla soglia : guardai e anche qui niente di<br />

interessante, sembrava un deposito di picconi e cianfrusaglie che estraevano dalla miniera, di scarso rilievo.<br />

La quarta sala che visitai, era ancor di più cenciosa e noiosa delle tutte : non vi giaceva assolutamente niente,<br />

se non qualche ragno negli angoli.<br />

Nell'ultima ci dovrebbe essere stata per forza la benedetta pergamena. Andai fino in fondo alla galleria e vidi<br />

che effettivamente qualcosa di interessante c'era : nella stanza c'era una scrivania d'ebano, e dietro di essa<br />

una poltrona rivolta con la schiena verso di chi entrava. Mi misi all'erta della trappola che sarebbe scattata ed<br />

entrai lestamente,ed appena misi piede all'interno della sala, alle mie spalle salì la familiare lastra di granito.<br />

Ma quello fu il meno : davanti a me vidi dei bagliori tutti allineati orizzontalmente e d'improvviso mi vidi<br />

scagliare contro sfere infuocate, energy bolt e chissà cos'altro. Ma ebbi l'istinto e la fortuna di proteggermi<br />

con il repel, che deviò tutti i flussi magici diretti a me.Ma non era tutto lì. Con orrore vidi che un paletto di<br />

feroo appuntito era scagliato a velocità immane contro di me,e nel tentativo di schivarlo mi trafisse


ugualmente. Inizialmente sentti dolore, poi lentamente mi rimossi il paletto che si era conficcato poco sotto<br />

il polmone destro.<br />

Quel luogo era indubbiamente sotto influenza magica e tutto ciò mi alterava la mente in maniera stupida e<br />

primordiale<br />

"Per la barba di re Ottmar!" pensai "qui qualcuno mi vuole male!"<br />

"Già!" disse una fredda voce da dietro la poltrona, che con un suono di pietra che sfrega contro il terreno si<br />

rivolse verso di me.<br />

Sopra di essa vi era accoccolato una figura incappucciata con gli occhi freddi e gelidi. Senza esitare estrassi<br />

dal fodero Frost e mi misi in posizione di guardia, nonostante continuavano a piombarmi addosso forme<br />

magiche che schivavo col repel.<br />

"Che io possa marcire in questa fetida miniera se fra mezz'ora sono ancora qui" pensai<br />

Avanzai verso la figura incappucciata, ma quando fui a meno di un metro da lui esso mutò, trasformandosi in<br />

un gigantesco,arterioso, nonchè cornuto demone<br />

Inutile dire che lo scrittoio che giaceva prima ora era in frantumi per terra<br />

"Cosa stai cercando qui?" disse<br />

La sua voce non era la stessa voce fredda di prima<br />

"Una dannata pergamena demone! Sai mica dov'è?" chiesi nervoso<br />

"Una pergamena? Non sarebbe meglio che tu salvassi la tua vita invece di cercare una misera e assurda<br />

pergamena?"<br />

"Non sono fatti tuoi" dissi<br />

Ciò distolse la nostra conversazione e mi lanciai all'attacco, ma vidi solo un'avambraccio e un polso<br />

schiacciare il mio muso e farmi conseguentemente volare a terra ; sangue scendeva giù dal naso e dalla<br />

faccia<br />

"Dannazione!Dannazione e ancora dannazione!" urlai mentre il bestio rideva come un pazzo.<br />

Sembrava che in quella miniera tutto rideva alle mie spalle<br />

Urlai una serie di blasfeme bestemmie contro il dio anziano conosciuto come l'elder e questo fece divertire<br />

ancora di più il demone.<br />

Caricai frontalmente la bestai e poi devia lateralmente colpendolo sul fianco : il demone urlò di dolore<br />

mentre il ghiaccio si diffondeva lungo lo squarcio.<br />

"Niente male, piccola creatura" disse il demone con una smorfia di dolore<br />

Egli era chinato a terra, allora mi avvicinai a lui e misi la mano davanti al suo volto, poi scagliai un energy<br />

bolt , che gli sfigurò quella faccia arteriosa che si trovava attaccata al collo.<br />

Cadde a terra in stato di incoscienza, e lo diedi per morto ma appena volta ile spalle, sentii qualcosa<br />

conficcarsi nella spalla destra e poi un ghigno malefico. Il demone aveva fatto finta e io come uno stupido<br />

tonto ci ero cascato. Appena staccò la coda appuntita mi voltai e mozzai un lembo, ghiacciando<br />

temporaneamente la coda e conseguentemente facendoglio perderre l'equilibrio. Allora non ci cascai più e<br />

lo trafissi definitivamente con la lama gelida.<br />

Quell'essere era stupido : rideva mentre moriva. Per essere certo lo decapitai.<br />

Mi misi a cercare quella dannata pergamena tra i resti marci della scrivania, ma la fortuna mi rispose soltanto<br />

"picche"<br />

Cercai cautamente in tutte le sale,rischiando di venire trafitto, carbonizzato e maciullato, ma infine trovai la<br />

cartapecora : era nascosta in un arrugginito e cencioso pentolone enorme situato nella sala mensa, l'ultimo<br />

dei posti cui avrei pensato alla collocazione di una cosa così importante. Tuttavia era veramente poco<br />

intuibile.<br />

Appena la trovai evocai il Sanctuary e mi ritrovai alla cattedrale del sangue


OMEGA<br />

Finalmente.<br />

DanteSD e Sillich arrivarono tempestivamente a riportarmi le chiavi dell’enorme cancello che bloccava<br />

l’accesso alla villa, così ora potevo trovare La spada di mio fratello e forse sigillare la sua anima per sempre.<br />

Sospirai socchiudendo gli occhi, non percependo assolutamente gli influssi positivi che ricordavo vagamente<br />

da quando ancora ero umano. L’odore dell’aria lo percepivo ancora comunque, e sentivo un profondo odore<br />

di odio e disperazione, come se fossero state 2 persone lì davanti a me. Quei sentimenti, così permeati fin<br />

dentro le mura della casa mi facevano addirittura sentire fuori luogo. Aprii gli occhi, quando un tuono<br />

illuminò vagamente la casa in cui vivevo. Era una enorme villa in pieno stile ottocentesco, sfarzosa come<br />

poche si potevano ancora scorgere in quel mondo decadente; possedeva però uno strano senso di<br />

abbandono; beh, per forza, nessuno viveva più lì dalla mia morte, o almeno poco dopo. Mia sorella aveva<br />

distrutto quasi ogni flebile legame che mi faceva ricordare che una volta ero un mezzo demone, lasciando<br />

tutta la fama di portatrice di sventure della casa bagnata nel sangue degli ex-inquilini. Ancora potevo sentire<br />

le voci dei contadini delle città vicine che mi criticavano appena in vista, dicendo che provenivo direttamente<br />

dall’inferno.<br />

- Omega, credo che tra poco inizierà a piovere, faremmo meglio a muoverci! – disse DanteSD che mi aveva<br />

accompagnato fin lì.<br />

- Avete ragione, è ora di entrare… - sussurrai io mantenendo lo sguardo fisso sull’immagine passata che<br />

possedevo della casa.<br />

Feci qualche passo in avanti e lentamente vidi in quale desolazione fosse ora l’edificio. Le colonne che<br />

sostenevano tutta la passeggiata al primo piano erano infestate da piante ed alcune erano cadute sotto il<br />

peso del Tempo.<br />

- Hey Omega! Hai dimenticato questa! – era KainHeartless, che portava la pergamena di Kalisto,<br />

indispensabile per sciogliere quel potente incanto che era stato lanciato sulle 2 serrature. Ringraziai e<br />

aprendola con una mano iniziai a leggerla, portando l’altra mano appoggiata ai 2 fori per le chiavi.<br />

Recitai tutto l’arcano rito e con una piccola esplosione di luce azzurra si rivelarono le 2 reali serrature. Estrassi<br />

le chiavi e le inserii, quindi attesi qualche istante, per vedere se succedeva qualcosa. Ma attesi invano.<br />

- ma che diav… - imprecai io alzando lo sguardo verso la sconfinata altezza del portone.<br />

Mi voltai verso i 4 vampiri che mi avevano accompagnato e gli consigliai di provare a spingere le 2 ante. Si<br />

precipitarono e spingemmo con tutte le nostre forse, finalmente aprendo quel dannato ostacolo.<br />

- A volte rimpiango il teletrasporto demoniaco – sussurrai facendo un mezzo sorriso, felice di aver finalmente<br />

liberato il passaggio.<br />

- Forza andiamo!<br />

Cominciai a correre verso la porta d’ingresso e la buttai giù con un singolo calcio ben piazzato. Varcai la<br />

soglia, quando uno strano senso di spostamento mi bloccò dopo un passo.<br />

- che diavolo hai eh vecchiaccio? – esclamò Keija con la sua solita arroganza<br />

- non posso proseguire io. Dovrà farlo uno di voi…<br />

Mi voltai verso l’esterno quando vidi una vampira che finora non avevo mai incontrato, nemmeno alla<br />

cattedrale. Tuttavia sapevo chi era. Radriel, la vampira mezzo-drago.<br />

- posso pensarci io!<br />

La guardai e attesi alcuni istanti, meditando se davvero potevo mandare una vampira così giovane nella mia<br />

casa. Molti altri vampiri sarebbero stati disponibili, ma sentivo di potermi fidare di lei.<br />

- d’accordo Radriel, il tuo obiettivo è di recuperare la spada di mio fratello…<br />

Radriel<br />

Come ho già detto la spada di mio fratello sta per essere ritrovata, o probabilmente qualcuno lo ha già fatto.<br />

entra nella mia vecchia villa e cerca la spada che mia sorella dovrebbe aver nascosto da qualche parte.<br />

Ricorda che la mia ex-casa ha molti piani interrati, circa una mezza dozzina e che nonostante sia disabitata<br />

potresti trovare chi nelle mie previsioni stava cercandol’artefatto. Attenzione.


RADRIEL<br />

Non sapevo perché io volli essere la volontaria di quell’impresa, ma volevo affrontare e acquistare maggiore<br />

esperienza nella mia non-vita. Avevo l’opportunità di sfruttare le mie nuove capacità e aiutare un vampiro in<br />

cerca di verità sul suo passato.<br />

Osservai per un pò i vampiri, e dopo essermi avvicinata ad Omega gli dissi:<br />

-Stai tranquillo…avrai presto la spada di tuo fratello.<br />

Omega mi fece un cenno con la testa, e dopo, senza dir altro, mi addentrai nell’oscurità dell’interno della<br />

casa che mi ospitava.<br />

C’era molto buio, tutto pareva essere dominato dalla vegetazione. Le pareti che si chiudevano a rettangolo<br />

erano ricoperte di crepe e di piante arrampicanti. Al centro della sala ci stavano delle scale molto grandi e<br />

ampie con una ringhiera di ferro, ora rivestito di piante e dalla ruggine, che portava ad un piano superiore<br />

ospitato da tre porte(due erano spalancate mentre una mostrava solo una fessura della stanza successiva).<br />

Alzai il viso per guardare cosa ci fosse sopra di me, e vidi una volta in vetro con dei pezzi mancanti in<br />

numerose parti, lasciando penetrare quel poco di luce lunare che a malapena si riusciva a notare a causa<br />

della folta vegetazione.<br />

Mi guardai intorno, cercando di camminare con attenzione, raggiunsi le porte che si trovavano al piano<br />

superiore. Osservai la porta centrale, che spalancata mostrava la stanza successiva. Mi addentrai e ritrovai<br />

davanti a pochi metri da me un muro, poi mi accorsi che dopo essermi avvicinata ad essa c’erano due<br />

corridoi uno a destra e l’altro a sinistra che dopo sei metri cambiavano direzione.<br />

Ritornai <strong>indietro</strong> per vedere che cosa nascondevano le altre 2 porte. Era rimasta la porta spalancata e quella<br />

ancora socchiusa. La mia curiosità mi portò su quella mezza aperta, e con la mano appoggiata sul legno<br />

della porta, spinsi, ma rimasi stupita che la porta non si mosse. Usai più forza nella spinta, ma la porta pareva<br />

starsene immobile. Allora presi la rincorsa e con una spallata aprì finalmente la porta e capì che dietro di essa<br />

c’era un grande masso di pietra(doveva provenire dal tetto sprofondato giù dal pavimento). La stanza era<br />

quadrata e in quel momento si poteva vedere bene la camera dalla piena luce che penetrava dalla luna. La<br />

stanza era anch’essa dominata dalla vegetazione. Vidi davanti a me un’altra porta(chiusa), e mentre mi ci<br />

avvicinavo, il pavimento sprofondò in un piano sotterraneo. Afferrai una liana con la mano destra, mentre<br />

vidi sotto di me una colonna di polvere levarsi verso l’alto. Sarebbe stato comodo usare le ali da drago per<br />

poter levare tutta la polvere e vedere che cosa presentasse la stanza(anche se…mi dovevo aspettare ammassi<br />

di pietre dopo l’accaduto), ma dovevo assolutamente risparmiare la mutazione, dovevo usarla solamente in<br />

casi di emergenza.<br />

Dopo un po’ vidi spuntare una piattaforma rotonda in mezzo alla polvere. Feci muovere la liana per la spinta<br />

del salto, e così facendo atterrai sulla piattaforma.<br />

Dopo che la polvere se ne andò, calai grazie a delle radici che salivano a giro a giro sulla colonna e dopo<br />

aver finalmente appoggiato piede per terra, vidi con splendore un’enorme sala con colonne schierate tutte in<br />

fila. C’era molto buio. Camminando alla cieca nella sala, pensavo ancora a dove poteva essere la spada, era<br />

come cercare un ago su un pagliaio…la casa era grande, ma dovevo essere in una stanza importante in quel<br />

momento, non credo fosse stata usata una sala immensa per farci una cucina.<br />

Dopo un po’ la mia vista si abituò al buio e scossi da lontano una leggera luce che dava riflesso al<br />

pavimento. Notai ,infatti , che c’era fatto a posta un buco sulla parete proveniente da fuori.<br />

Mi ci avvicinai cautamente, ero molto vicina all’indicazione che mi lasciava la luce e passando la mano per<br />

levare di mezzo la polvere notai un simbolo, non sapevo che cosa mi volesse dire e neppure che cosa<br />

rappresentasse.<br />

Bussai sul pavimento e sentì la differenza tra quello del simbolo e quello senza.<br />

Infatti il pavimento senza simbolo era pieno mentre dove c’era il simbolo c’era il vuoto. Poteva esserci la<br />

spada all’interno? Poteva essere così facile?<br />

In quel momento sentì muoversi veloce qualcosa lasciando lo spostamento un suono d’eco.<br />

-E questa?<br />

Dissi sotto voce tra me e me.<br />

Come sospettavo. La sorella di Omega aveva lasciato qualcuno sorvegliare qualcosa, e forse in questi casi la<br />

spada del fratello.<br />

In posizione di difesa attesi che fosse lui a cercarmi.<br />

-Dai, vieni fuori…fatti vedere…che cosa sei e perché sei qua.


Dissi sempre sotto voce.<br />

….<br />

Solamente il silenzio regnava in quel momento e nessuna immagine sbucava fuori, neppure un singolo<br />

movimento si sentiva risuonare.<br />

Mi distrai dal rombo di un tuono che illuminava tutta la stanza, e in quel preciso momento sbucò fuori la<br />

creatura prendendomi in pieno e buttandomi a terra. Era una creatura che non riuscivo a descriverla… era un<br />

demone dalla forma incredibile…assomigliava ad un cane nero(alto 2m e lungo 3m), aveva delle zampe<br />

sottili e una coda che finiva con un osso ricurvo, molto appuntito. Aveva delle grandi e appuntite orecchie<br />

come quello di un pipistrello. Mostrava ai suoi fianchi le costole e gli occhi erano di un blu splendente.<br />

Mentre l’avevo addosso, lui mi ringhiava mostrando i suoi denti aguzzi e si poteva notare bene del sangue<br />

fresco lasciato tra i denti.<br />

-Calma cane rognoso! Vedo che hai dato un caloroso benvenuto a qualcuno, hai del sangue fresco nella tua<br />

splendente dentatura, cuccioletto.<br />

Tirò un morso dritto verso la mia faccia, mentre gli sferrai un potente calcio al suo stomaco, e quando schivai<br />

il morso del demone subito mi misi a correre in mezzo alle colonne per nascondermi. Sentivo il canedemone<br />

uggiolare.<br />

-Che c’è cagnolino, ti sei fatto male?<br />

Il demone ringhiò un’altra volta e corse subito verso la mia posizione, non capivo perché mi trovava sempre,<br />

doveva avere qualcosa che percepiva ogni mio nascondiglio.<br />

-Ah! Tu giochi sporco, maledetto cane!<br />

In quel momento il demone mi era vicino e quando esso fece per attaccarmi, feci un salto laterale per<br />

schivare. La creatura riuscì a distruggere la colonna facendo rimbombare l’urto per tutta la stanza.<br />

Il cane-demone si mise sdraiato per terra e con le zampe si strofinava le orecchie per il frastuono.<br />

-Ah! Ora ho capito perché mi trovavi sempre quando mi nascondevo, bestiaccia! Non sopporti il rumore<br />

forte, eh? Bene… penso di aver trovato il tuo punto debole…e anche il modo!<br />

Dopo quel frastuono, il demone si mise di nuovo alla mia ricerca. Mi ero come al solito nascosta tra una<br />

colonna nella speranza di dover riuscire nuovamente ad ingannare il cane. Sentivo i suoi passi venire verso di<br />

me, ma rimasi sorpresa che quella volta mi prese a sorpresa, praticamente su un altro lato della colonna.<br />

Era come sentire 20 lame trafiggerti il corpo mentre con una zampa e l’altra cercava di dovermi spezzare. Il<br />

dolore era enorme e l’unica cosa che mi venne in mente in quel momento, era di dovermi trasformare.<br />

Con la fronte che mi sudava e il mio corpo quasi per spezzarsi, la trasformazione fece fermare tutto.<br />

La bestia si allontanò ed io mi rialzai guardandolo con gli occhi rossi incrociati con quelli blu della creatura.<br />

Ci sono stati pochi secondi per essermi tramutata del tutto.<br />

Il demone mi guardò spaventato, ero decisamente più grande di lui, ma pareva non arrendersi.<br />

Avevo poco tempo per la fine della trasformazione, quindi dovevo finire l’incontro tutto d’un colpo.<br />

Sapevo che il demone non sopportava il suono forte, quindi in quel momento ruggì facendolo impazzire, e<br />

senza perdere tempo reagì subito mordendogli il collo per strozzarlo.<br />

Dopo qualche secondo, il cane-demone morì.<br />

Con i pochi secondi che mi erano rimasti per la fine della mutazione, potetti solo fare ritorno nella<br />

pavimentazione misteriosa.<br />

Con un colpo d’ali feci volare tutta la polvere che si trovava nel raggio di luce che illuminava per terra. Poi<br />

con un colpo di coda ruppi la parte della pavimentazione che mi interessava, e come prevedevo, li si trovava<br />

un baule molto lungo.<br />

In quel momento la mia forma draconica svanì, e potevo solo prendere il baule che si trovava di fronte a me.<br />

Era un pò pesante, ma riuscì cautamente a portarlo fuori.<br />

Il baule era in legno con rifiniture in oro, ma c’era una cosa che non quadrava.<br />

Al centro, al posto di una serratura, c’era una forma romboide che rientrava verso l’interno. Forse si doveva<br />

inserire un oggetto di quella dimensione per aprire il baule e vedere il misterioso contenuto.<br />

In quel momento lascia stare tutto per andare in cerca del pezzo mancante.<br />

Dovevo fare il giro di quella stanza per vedere se ci potevano essere indizi della chiave, ma invano non trovai<br />

nulla.<br />

Il baule era ancora lì, come se aspettasse solo di essere aperta.<br />

Avevo il sangue che mi pulsava forte per la tensione mentre guardavo il baule, avevo forse di fronte a me la<br />

spada…solo che per esserne sicuri si doveva aprire con una chiave.


Ero sfinita. Avevo fatto un doloroso incontro con un demone e come se non bastasse, adesso dovevo pure<br />

cercare la chiave!<br />

-E brava Katrin…non solo hai addestrato un demone per te, ma sei riuscita anche a complicarmi la vita.<br />

Volevo appoggiarmi su un muro per riposare un po’.<br />

Così facendo rimasi di stucco perché caddi all’<strong>indietro</strong> e notai di aver scoperto una camera segreta.<br />

Mi rialzai, e solo in quel momento scoprì di essere in una stanza di piccole dimensioni e quadrata. Per terra<br />

vidi un cadavere di un uomo lacerato e morso ovunque, sicuramente era stato ucciso da poco perché sentivo<br />

,toccando il sangue del cadavere, essere ancora caldo.<br />

Notai dietro di lui uno zaino da esplorazione, e frugando all’interno, notai un pacco di carta contenente un<br />

oggetto all’interno, accanto ad essa ci stava una mappa disegnata a matita. Osservandola notai che nel<br />

disegno c’era la figura della casa e un punto segnato con una x sulla destra della carta.<br />

Il punto era segnato su quella che sembrava una grotta con un portale.<br />

Posai la mappa e presi in mano quel pacchetto che si trovava all’interno dello zaino.<br />

Tolsi la carta e con un salto di gioia notai che quello che disperatamente stavo a cercare l’avevo finalmente<br />

tra le mie mani!<br />

Era la chiave per aprire il baule, ma non capivo perché giunse alle mani di quel umano.<br />

Frugai ancora nello zaino e capì che doveva essere uno studioso appassionato della leggenda della spada.<br />

Ero rimasta impressionata dai tanti fogli di carta che trovai, erano tutte ricerche sulla leggenda. Ma la cosa<br />

che mi impressionò di più era che l’uomo riuscì ad individuare pure il luogo e il posto preciso dove la spada<br />

giaceva.<br />

Peccato che non seppe che ci fosse il demone-cane, la spada sarebbe stata sicuramente tra le sue mani.<br />

Dunque senza perdere altro tempo presi la chiave romboide e correndo per la stanza andai dove la luce<br />

colpiva ancora il baule immobile dove l’avevo lasciato.<br />

Ero molto eccitata, e quando ricomposi l’oggetto nella parte desiderata…ecco che si aprì una fessura<br />

facendone uscire una leggera luce. Cautamente la aprì e vidi la spada avvolta da un fodero di velluto nero.<br />

Una fascia in cuoio permetteva di portare la spada a tracolla. Misi la spada dietro alle mie spalle a tracolla e<br />

dopo aver lasciai un lungo sospiro, incominciai a camminare per la stanza in cerca dell’uscita.<br />

Frenai il passo dal pensiero di dover percorrere la stessa strada che presi precedentemente in maniera di non<br />

perdersi nella casa, e quindi risalì sulla colonna arrampicandomi sulle piante ed essendo già sopra il capitello<br />

mezzo distrutto, feci un salto per afferrare una liana e poi salendo a mano a mano fino a raggiungere la<br />

stanza della pavimentazione sprofondata. Ero arrivata al livello d’altezza della porta che conduceva alla sala<br />

principale, con un doppio salto afferrai il manico e spostando la porta con una spinta al muro con una<br />

pedata, mi volsi verso l’altra facciata della porta e con un saltello riuscì ad essere nella sala principale.<br />

Scesi le scale, e scossi da lontano una figura che attendeva il mio arrivo.<br />

Mi accorsi che era Omega. Essendo in quel momento stremata e tutta sudata, corsi verso di lui per porre fine<br />

a quell'impresa.<br />

Ero quasi uscita dal portone quando inaspettatamente sentì una botta d’aria tentarmi di rimanere all’interno<br />

della casa. Doveva essere un’ incantesimo di protezione lasciato da Katrin che consentiva alla spada di non<br />

essere portata fuori dall’edificio.<br />

Pur avendo poche energie, cercai di oppormi all’incantesimo, infine che scelta avevo.<br />

Omega, pur sopportando quello strano spostamento che egli sentiva, mi soccorse in aiuto afferrando il mio<br />

braccio destro tirandolo verso di lui.<br />

Insieme riuscimmo ad abbattere l’incantesimo e con una spinta rotolammo per qualche metro per terra tutti<br />

e due esausti.<br />

Ero ancora lì per terra con gli occhi chiusi mentre sentivo accanto a me Omega gridare<br />

-Radriel? Che cosa ti succede, alzati! Radriel!<br />

Dopo un po’ mi rialzai e in ginocchio con una mano presi la spada dietro la schiena e mentre alzavo il volto<br />

per guardare Omega dissi<br />

-Ecco…c-come promesso…t-ti ho portato la spada.. di tuo f-fratello…e adesso…-mentre porgevo davanti a lui<br />

la spada- ..adesso questa appartiene a te, e ti porgo questa nelle tue mani.<br />

Mi alzai da terra con fatica e come,appunto, avevo promesso porsi nelle sue mani la spada a lui tanto<br />

desiderata.


OMEGA<br />

Fantastico… meglio di così non poteva assolutamente andare! Dannazione…<br />

Mi diressi verso le mie stanze alla nupraptor’s retreat, poco dopo il disastro causato dagli eventi del destino.<br />

Tra le mani avevo il velluto nero che avvolgeva la spada di mio fratello, ma non pensavo ad altro che ai nuovi<br />

terrificanti poteri di AzureWrath. Ha, quale ironia, il furore celeste ora era celeste davvero. Il furore potevo<br />

mettercelo benissimo io se capitava. Arrivato alla camera tolsi il fodero ed iniziai ad esaminare la spada. La<br />

prima cosa che notai però non fu nulla di metallico o simile. Furono le mie mani, ora davvero mani e non<br />

artigli. Erano davvero molto pallide ma potevo quasi sentire un debole tepore, come se fossi realmente in<br />

vita. Ma lo ero davvero? Ero un vampiro vivo??<br />

Oddio. Mi sembrava quasi di essere un paradosso vivente. Ero pure divenuto una minaccia per tutta nosgoth,<br />

oltre naturalmente che per tutti i miei amici e compagni protettori dell’equilibrio. Avevo davvero scelto il<br />

bene distruggendo l’anima di mia sorella? Se in quello stato avrei perso il controllo a causa dell’ira o motivi<br />

simili, ogni forma vivente non perfettamente buona o non vivente sarebbe stata sradicata dalla storia passata<br />

presente e futura, come se non fosse mai esistita.<br />

Scossi la testa e diedi un pugno al muro, per cercare di non pensarci.<br />

- La mia forza vampirica è sicuramente rimasta… – sussurrai vedendo il cratere che avevo causato sulla<br />

parete.<br />

Notai anche di essermi ferito leggermente alle nocche e alle dita, ma il sangue gocciolante scomparve in<br />

pochi secondi cicatrizzando istantaneamente la ferita. D’accordo, ora ero calmo. Ripresi in mano la spada<br />

caduta a terra e iniziai a esaminare l’enorme elsa dorata, con fregi di colore argento e rame. Il pomolo<br />

sembrava assente e nel posto in cui solitamente si trovava si potevano notare 7 divisioni… che significava??<br />

Dovevo informarmi su come diavolo sigillare quel potere assurdo dell’anima di mio fratello, dovevo farlo<br />

anche per riuscire a trovare qualcosa per riportare <strong>indietro</strong> nella storia katrin…<br />

- katrin… - sussurrai lasciando su un tavolo la spada<br />

avevo davvero fatto bene ad ucciderla? Anzi no, ucciderla è riduttivo. Distruggerla completamente<br />

espellendola dalla storia?? Mi ero avvicinato certo a quello che avevo sempre desiderato, l’essere angelico,<br />

ma….<br />

- credo di essermene avvicinato troppo. – dissi estraendo la lama ormai cristallina AzureWrath. Il sol vederla<br />

mi dava un senso di pace, ma allo stesso tempo una specie di furia contro tutto quello che era malvagio. Fin<br />

lì tutto ok, ma il problema era che la lama considerava malvagio pure un qualsiasi vampiro o mietitore.<br />

Sentivo anche una strana sensazione, che mi portava ad avvicinarmi ancora alla spada di mio fratello e<br />

distruggerla. Non dovevo assolutamente farlo. Forse era l’ultima speranza che avevo.<br />

Rinfoderai la spada runica e afferrando l’altra lama mi diressi in biblioteca. Dovevo scoprire.<br />

La appoggiai lì da qualche parte, avvolta ancora nel fodero nero e mi misi a cercare su decine e decine di<br />

libri, per forse 3 o 4 ore, senza rimetterne a posto nemmeno uno. Trovai solo informazioni legate al male<br />

superiore, alle anime di demone e ai peccati capitali.<br />

- Peccati capitali??<br />

Ma certo… era così ovvio! I 7 pezzi del pomolo mancante rappresentavano i 7 peccati capitali. Ma a che<br />

sarebbe servito ricomporre quell’artefatto??<br />

Ripresi la ricerca, però stavolta direttamente sui peccati capitali. Trovai diverse ubicazioni riferite a luoghi in<br />

cui questi peccati riscontravano maggior cadenza, ma nulla che riguardava il sigillo di anime con quelle<br />

pietre, nemmeno altri effetti. Tutto era avvolto nell’ombra.<br />

Iniziai a rimettere a posto ogni cosa e poi mi diressi da Radriel, per chiederle qualche informazione su cosa<br />

avesse trovato oltre alla spada.<br />

Mi raccontò di aver trovato un cadavere di un umano, con moltissime informazioni su le leggende attorno<br />

alla spada… insomma, dovevo dirigermi a casa mia e cercare da solo quelle informazioni. Uscii di corsa,<br />

dirigendomi verso quella che una volta definivo “Casa”<br />

Quando arrivai i cancelli erano ancora aperti, così come lo era la porta d’entrata. Mi avvicinai ma non avvertii<br />

nessuna sensazione di spostamento… che fosse anche quella una difesa di katrin contro di me? Poteva<br />

essere. Cercai a lungo nelle camere e trovai però tutto quello che Radriel aveva detto, e anche di più. Era<br />

tuttoquello che mi serviva:<br />

le 7 piccole gemme ottenute dalla concentrazione dei peccati capitali cristallizzati servivano per rendere la<br />

spada tanto forte per poter contenere l’anima di un enorme demone. Probabilmente allora non era qualcuno


che liberava l’anima, ma semplicemente era questione di tempo…<br />

Dovevamo far presto! Corsi a più non posso verso la cattedrale e appena lì richiamai 7 vampiri, in modo da<br />

poterli mandare nei 7 luoghi che avevo trovato nella precedente ricerca.<br />

SOUL<br />

KainHeartless guadagna<br />

Sanctuary (ora c'è)<br />

Lighting (sei il primo a riceverlo, complimenti)<br />

Radriel guadagna<br />

Sanctuary (ce l'hanno tutti )<br />

:Energy Bolt: Energy Bolt (estremamente utile in tutte le Missioni)<br />

Bat Form (nel tuo caso ha un'altro effetto. Controlla nel Topic "Spells and Abilities").<br />

OMEGA<br />

Fui felice di vedere quante persone risposero alla mia chiamata. Non esitai oltre però ed iniziai a spiegare<br />

dove si trovavano i peccati cristallizzati. Era strano oltretutto che i loro influssi si fossero sviluppati da così<br />

poco tempo, come se avessero atteso questo momento proprio per essere ritrovati. Non possedevo però<br />

altre informazioni, non conoscevo nemmeno se le pietre erano in mano a qualcuno oppure semplicemente<br />

erano in anfratti rocciosi come normali cristalli. Avvertii tutti subito che i cristalli emanavano la loro aura in<br />

lungo e in largo e loro, come vampiri, non ne sarebbero rimasti immuni.<br />

Il primo fu Sillich, e lui toccò il recupero della pietra dell’invidia,<br />

Allora sillich, devi recuperare il cristallo verde dell’invidia, che si trova nella città di stahlberg [poco a sud<br />

della ex-fortezza di William il giusto, detto la nemesi] in cui i suoi influssi stanno facendo si che molti dei<br />

cittadini irritati di avere qualcosa in meno rispetto ad altri trancino completamente le relazioni sociali,<br />

provocando una specie di aura di tensione attorno alla città. Non sarai molto bene accetto e fai attenzione.<br />

LDR: 3<br />

Il secondo fu Lositogio’ che sembrava il più adatto alla ricerca del cristallo rosso dell’ira<br />

Ok lositogio’, tu dovrai recuperare il cristallo nella città uschtenheim, in cui l’influenza del cristallo sta<br />

creando risse dopo risse in ogni angolo della città. Stanne fuori per quanto possibile e trova il cristallo in cui<br />

le risse si fanno più cruente.<br />

LDR 3<br />

Vidi pure il vampiro lupo keija, tornato da poco, che come al solito cercava di raggranellare qualche soldo<br />

qua e là… quale peccato migliore di….<br />

Il terzo vampiro che mandai fu keija, a ricercare il peccato che meglio gli riusciva… l’avarizia.<br />

Keija, tu dovrai cercare il cristallo giallo dell’avarizia nella città commericiale di meridian. Abituato come sei a<br />

prendere soldi non avrai nessun problema nemmeno a trovare il cristallo… e non credo tu abbia problemi sul<br />

pianori subire l’influenza dei poteri del peccato. Vai e colpisci, semplicemente.<br />

LDR 2<br />

Il quarto fu DanteSD, che dovette recuperare l’imbarazzante cristallo porpora della lussuria<br />

Dante, dovrei cercare nella enorme città ad est di willendorf, in cui puoi ben immaginare cosa sta


accadendo… fatti strada senza cedere alle tentazioni verso il luogo in cui tutto ti sembra abbia origine.<br />

LDR 2<br />

I vampiri finirono presto e oramai non sapevo più chi mandare per recuperare i rimanenti 3 cristalli, quando<br />

all’improvviso sentii una mano toccarmi alla spalla: era soul. Mi voltai rapidamente:<br />

- si? Hai bisogno di me? – dissi con un tono tranquillo<br />

- no, credo sia tutto l’opposto. Sei tu che hai bisogno di me se non erro. – rispose il potente guardiano del<br />

pilastro della morte<br />

- si, ma… vuoi davvero che ti affidi questo incarico? Posso sempre andarci io a recuperare le 3 rimanenti… -<br />

continuai<br />

- tu devi rimanere qui alla cattedrale, a radunare i pezzi che sovente ti riporteranno i vampiri a cui hai<br />

assegnato il recupero. –<br />

- ma mi mancano ugualmente 2 persone… . sussurrai abbassando al testa<br />

Sentii una strana sensazione e voltandomi vidi 2 mietitori, il loro master supremo Respen, guardiano del<br />

pilastro della mente ed altair, una mietitrice alata che conoscevo bene per la sua spietatezza contro gli<br />

umani. Sapevo bene anche, che respen la limitava molto, e questo era un bene. Almeno nella mia opinione.<br />

- ho saputo che siete in mancanza di forze di azione, per questo ho pensato di darvi una mano! – disse<br />

l’importante mietitore.<br />

- ma respen! Io non so se… ….e lei? – dissi indicando la riluttante altair<br />

- non avevo niente da fare e siccome avevo voglia di spaccare un po’ di teste sono venuta da queste parti! –<br />

disse lei con il solito tono<br />

- spero non ti scateni troppo… - dissi quasi arrendendomi nell’assegnare loro le missioni.<br />

- rimangono Superbia, Accidia e Gola. Gli altri sono stati già assegnati. – proseguii<br />

Soul, credo che quello più adatto a te sia proprio la superbia. Non conosco esattamente gli effetti di quella<br />

pietra, ma nei libri si dice sia uno dei peccati più terribili, poiché è l’unico che non si può sconfiggere in<br />

maniera convenzionale. Comunque, si narra che si possa trovare nella città di zieghsthurl, poco a sud dei<br />

pilastri. Per informazione, il colore è l’arancione, ma non saprei dirti altro.<br />

LDR 3<br />

Respen invece, recupererai il cristallo blu dell’accidia nella città di wasserbunde, qui vicino alla cattedrale del<br />

sangue. In quella cittadina nessuno sta più lavorando da alcuni giorni e ciò crea problemi di vario genere<br />

come puoi ben capire… non si riesce nemmeno a distinguere chi sia il più colpito dal cristallo e dovrai<br />

procedere probabilmente per tentativi.<br />

LDR 3<br />

Altair, tu dovrai recuperare il cristallo a coorhagen, dove si sta attuando una caccia spietata nelle foreste<br />

vicine, pur di colmare il loro apparente appetito. I cristallo potrebbe essere stato trasportato nelle foreste,<br />

oppure essere stato lasciato in mano il signorotto locale. Purtroppo non so dirti altro, tranne forse, trattieni<br />

la tua furia!<br />

LDR2<br />

DANTE<br />

Dopo Che omega mi affido' la missione tornai nella cattedrale. Presi Alasthor e la saldai bene alle mie spalle.<br />

Poi mi misi in viaggio, verso la grande citta' di Willendorf. Secondo gli ordini dovevo cercare una pietra color<br />

porpora, la pietra della Lussuria. -Propio a me doveva capitare questa pietra?- pensai - Si certo con la fortuna<br />

che ho propio a me poteva capitare...- Scacciai per il momento i miei pensieri e mi concentrai sul viaggio.<br />

Dalla Nuprator andai verso Sud est , costeggiai la casa di Vorador, dopodichè andai a sud. Dopo una decina<br />

di ore di viaggio si vedeva in lontananza la grande città. In quella città stavano succedendo cose strane per<br />

colpa della pietra che con il suo influsso soggiocava le deboli menti degli umani rendedoli schiavi della sua


potenza. Annulando ogni lucidità e infondendo un sentimento incontrollato di Sesso. Gia, la Lussuria, una<br />

ricerca irrequieta che spesso ci porta a sentire il vuoto dietro le cose, e a sentire che la vita non trova un suo<br />

compimento. E così ad una avventura erotica ne segue un'altra, un'altra e un'altra ancora. Si cerca<br />

l'assoluto… ma si rimane inevitabilmente delusi.<br />

Poi capita che la sessualità tradizionale non basti più e così si cerca la novità, una pratica erotica trasgressiva.<br />

Questo era quello che mi aspettava, gente senza piu' il controllo, con una sola ragione di vita.... Avanzai<br />

verso le porte della città e stranamente non c'erano guardie ai cancelli, entrai. Rimasi a dir poco scioccato<br />

dell'orrendo spettacolo che mi si paro' davanti : donne, uomini e bambini che si esibavano nudi di fronte a<br />

una folla che li acclamava e che si spogliava a loro volta, gente che faceva l'amore sui tetti, sui balconi, altri a<br />

pochi centimetri della fine del tetto. Sembrava che il piacere non era causato solo dall'amore, ma anche dalla<br />

senzazione di provare qualcosa di estremo..e una volta superata questa "prova" ne provavano un altra - Alla<br />

fine li porterà tutti alla morte....devo sbrigarmi a trovare quella dannata pietra-. Cercai una via piu' buia delle<br />

altre per non farmi notare e la imboccai. Mentre camminavo calpestai qualcosa, due corpi di un uomo e una<br />

donna nudi,morti e ancora avvinghiati. Notai che avevano gambe e bracica rotte, uno dei due aveva il cranio<br />

spappolato al suolo...Guardai in alto, forse erano caduti mentre cercavano di trovare una nuova sensazione.<br />

-Stolti!- strinsi i pugni. Ero un vampiro, la morte degli umani non doveva causarmi dolore...eppure non era<br />

cosi. Io non ero un vero vampiro...ero mezzo vampiro e la mia parte umana si faceva a gran voce. A<br />

differenza di alcuni vampiri che pensavano che i sentimenti umani non servivano a nulla, io pensavo a tutto<br />

l'opposto. L'amore, la passione, il dolore, la rabbia...ero fondamentali....senza di essi saremo solo dei corpi<br />

vuoti che si muovono. Mi inginocchiai, coprii i due corpi con un telo e proseguii. La città era immensa dvevo<br />

cercare la pietra...ma come...potevo entrare in ogni edificio ma ci avrei messo settimane per girarla tutta e<br />

non avevo tutto questo tempo. Quindi cercai un posto rialzato per vedere meglio la cità. Mi arrampicai fino<br />

ad una torre di guardia , situata a qualche metro dalle mura. Arrivai in cima e mi guardai attentamente<br />

intorno. A quell'altezza tutto sembrava normale, tranne per il fato che al centro della citta' era ammassata<br />

piu' gente. Feci un salto dal detto della torre e rientrai in strada. Camminavo a passo veloce e piu' mi avvicina<br />

e piu' i gemiti delle persone si facevano forti. Arrivai alla piazza centrale e mi nascosi dietro un angolo per<br />

non farmi vedere ma a permettere a me di vedere cosa succedeva. Un monaco, cosi mi sembrava, stava al<br />

centro della piazza e iincitava la gente a trovare una senzaione di goduria, -Piu' andate vicino alla morte e<br />

piu' vi sentirete vivi!- diceva alla folla. Sbarrai gli occhi incredulo...un monaco...che diceva queste cose...qui<br />

c'era sotto qualcosa! Mentre pensavo a come muovermi senti un leggero tocco sulla spalla. Mi girai di scatto<br />

e notai che era una ragazza...avra' avuto si e no 20 anni. -Chi sei?- domandai -So chi sei te invece..- disse in<br />

tono sensuale - Sei un Vampiro....- -No ti sbag..- cercai di controbattere ma lei mi meise un dito sulle labbra<br />

-Stchhh...non l'ho mai fatto con un vampiro- Sgranai gli occhi e sulla mia faccia si distinguevano almeno 50<br />

tonalità di rosso. La ragazza comincio a toccarmi e mi comincio a baciare sul collo. Guardai in basso e fissai il<br />

suo collo. non avevo Sete ma qualcosa ribolliva in me, cercai di trattenermi ma alla fine esplosi. Afferai la<br />

giovane donna e gli diedi un morso sul collo con tutta la forza, cominciando a succhiare il suo sangue. Ero<br />

avido di sangue, come non lo ero mai stato prima, strinsi la ragazza cosi forte che sentivo le sue ossa<br />

sgretolarsi, eppure continuavo a succhiare. La udii vagamente urlare. Stava godendo....ma stava morendo<br />

nello stesso istante. Lasciai andare la ragazza che cadde a terra senza un lamento. Ritornai in me stesso,<br />

avevo gli occhi rossi , sangue che colava ancora dalla bocca. Notai i suoi occhi e rimasi pietrificato Erano<br />

spalacanti non per il dolore, ma perchè aveva raggiunto un altro stadio erotico. Io stesso mi ero lasciato<br />

soggiocare da quella pietra. Io, un vampiro.....sicuramente era stata la parte umana a prendere il sopravvento<br />

su di me in quel momento. - Cosa ho fatto.....- mi inginocchiai - Ho ucciso un innocente....senza averne il<br />

bisogno.....NOOOOOOOOOOO!- urlai tenendo stretta la ragazza senza vita tra le braccia -Sono diventato un<br />

mostro......- non volevo diventare un vampiro senza anima che reputava gli umani solo carne da macello, non<br />

lo volevo assolutamente eppure mi ero sfmato, ero diventato un demone, maledizione ero diventato un<br />

DEMONE!. Mi alzai in collera con me stesso e con quella maledettissima pietra . Presi la ragazza tra le braccia<br />

e la posai delicatamente su un letto dentro una casa abbandonata. Mi avvicinai al suo orecchio e con gli<br />

occhi colmi di lacrime sussurai -Perdonami....- . Serrai le mascelle e tornai fuori deciso piu' che mai a<br />

terminare questa faccenda. Per non rischiare questa volta presi un lungo mantello con cappuccio e me lo<br />

legai al collo. Il capuccio in modo che non potevano vedermi la faccia, si notavano soltanto due occhi<br />

ghiaccio che risplendevano in quel buio totale. Usci e tornai alla piazza, dove il monaco aveva appena finito<br />

di parlare, di sparare cazzate enormi sulla morte e sul sesso, di come queste due cose dovevano essere unite.<br />

Lo maledii piu' volte e giurai a me stesso di ucciderlo. Il monaco poi entro dentro una immensa cattedrale a


pochi metri dalla piazza. Fissai la cattedrale...mi era sfuggita prima, eppure emanava un colore porpora molto<br />

familiare....non è possibile pensai...La pietra della lussuria situata in un posto santo e di castita' come una<br />

cattedrale....invece è possibile pensai...a nessuno sarebbe potuto venire in mente che quel luogo era il fulcro<br />

di tutti i disastri che stavano avvenendo in questa città. Venni interrotto da delle urla di piacere, mi girai per<br />

vedere. La gente che fino a pochi minuti fa era calma ora sembrava indemoniata, tutti cercavano il piacere,<br />

persino dei bambini, che avevano avuto poco piu' di undici anni erano al centro di quella immensa orgia..e<br />

nel vedere quei bambini ridotti cosi istintivamente appoggiai la ano sull' elsa di Alasthor. -No.....non è colpa<br />

loro....- guardai la cattedrale -Devo entrare in quella cattedrale e portare via quella maledettissima pietra!-.<br />

Mi incamminai verso la cattedrale scansando e stordendo la gente che provava ad avvicinarsi. Entrai,<br />

spalancando con furia le porte che sbatterono contro il muro e si richiusero alle mie spalle. Mi guardai<br />

velocemente attorno, non sembrava una chiesa, bensi' un rifugio di una setta, c'erano attrezzi che servivano<br />

per le torture, vicino all'altere con della gente morta sopra, avevano una strana espessione sul viso, non di<br />

dolore o paura....ma di piacere....Strinsi i pugni... Vidi poi un monaco incapucciato che mi si avvicinò e piu' si<br />

avvicinava e piu' sentivo il desiderio di ucciderlo in un modo talmente crudele che gli sarebbe passata la<br />

voglia di assecondare quella pietra. -Salve oh giovane errante, sei venuto anche tu per provare il vero<br />

piacere?- -E quale sarebbe il vero piacere vecchio- dissi cercando di soffocare la mia rabbia, dovevo tirare<br />

fuori qualche informazioni sulla pietra. -Il vero piacere...Si raggiunge soltanto con l'ausulio della morte, solo<br />

pochi attimi prima di morire potri dire di aver goduto.- Non ci vidi piu' dalla rabbia, d'untratto afferrai il<br />

monaco per la gola, lo staccai da terra e gli infilzai la lama nello stomaco. Non presi nessun punto vitale, lo<br />

feci di proposito, volevo che morisse dissanguato, in prede a sofferenze allucinanti. - Dimmi<br />

ora....vecchio.....non è questo il piacere che cerchi? non è questo il vero senso dell'erotico??ora stai<br />

morendo...dimmi come ti senti. ti senti VIVO?!- Il vecchio non rispose, cercava di strisciare via, cercava di<br />

salvarsi, e aveva una faccia distrutta dalla sofferenza e dalla consapevolezza della morte imminente. -Ora<br />

capisci cosa hai provacato agli altri.....muori da cane..sai ti si addice moltissimo- Avanzai calpestandolo come<br />

se non ci fosse e mi addentrai nella cattedrale. dopo aver fatto pochi passi incrociai un altro monaco. Questo<br />

fu fortunato perchè mi servivano informazioni. Lo afferrai per la gola -Sentimi bene brutto bastardo sto<br />

cercando una pietra, una pietra porpora che sta qui sulla cattedrale, e dall'espressione del tuo volto ho<br />

capito che sai dove è....dimmelo!- il monaco sembrava impaurito - tu non puoi prenderla!! nessuno puo', non<br />

puoi avvicinarti!! e poi portandola via faresti cadere le tenebre su questa citta!- lo guardai perplesso - Le<br />

tenebre sono gia scese con il mio arrivo...dimmi dove è o farai la fine del tuo compagno- . Cominciò a<br />

smanacciare, sembrava un pazzo....o semplicemente lo era, ma a differenza degli altri, loro servivano la<br />

pietra, non ne erano schiavi, la veneravano come un Dio. Dopo avergli dato qualche schiaffo riusci' a fargli<br />

dire dove era la pietra. Era situata sotto le cantine della Cattedrale in un luogo "sacro" secondo lui... lo lasciai<br />

in vita per pieta' e mi incamminai. Dopo aver fatto qualche passo il monaco mi balzo alle spalle con un<br />

pugnale, cercando di uccidermi. Urlava e diceva che non dovevo toccare la pietra . con una mossa<br />

abbastanza veloce mi scrollai di dosso l'impacciato monaco che cadde a terra. si rialzo' e mi tiro' un fendente<br />

con il lungo pugnale, io mi abbassai schivandolo e gli infilzai i miei artigli nell'addome. Cadde a terra<br />

borbottando qulcosa sulla pietra. Lo lasciai morire dissanguato anche a lui. Non mi erano mai piaciuti i<br />

monaci, bravi, casti e religiosi all'apparenza , ma demoniaci in realtà. Entrai infine nelle cantine. Erano buie e<br />

c'era un'umidita' che penetrava le ossa, per fortuna ero un vampiro e non mi preoccupavo minimante del<br />

freddo. Infine trovai la pietra. Era postra su un altare di granito bianco ed umanava sempre la solita luce<br />

porpora che cominciavo ad odiare. Incautamente allungai la mano per prenderla. a pochi centimetri dalla<br />

pietra, intorno a me, cominciarono a fluttuare delle immagini, il mio primo bacio a Shalia, mio padre che la<br />

violentava, bambini di questa città che venivano seviziati. Era uno spettacolo orrendo. Era la volontà della<br />

pietra, si stava prottegendo da me. Entrava nel piu' intimo dell'anima e tirava fuori tutti i ricordi che avresti<br />

preferito dimenticare. Era insopportabile, portava alla pazzia. poi mi ritrovai davanti dinuovo la ragazza che<br />

avevo ucciso e mi diceva di seguirla..cercai di fare qualche resistenza, ma alla fine la seguii. Feci qualche<br />

passo poi lei si fermo' di scatto e ontinuava a dirmi di raggiungerla. Qualcosa non andava , era una trappola<br />

lo sapevo. Strinsi gli occhi con violenza e dopo qualche attimo li riapri', le visioni erano scomparse e io mi<br />

trovavo sul ciglio di una buca, dove alla fine c'era una grossa pozzanghera di acido. <strong>Torna</strong>i a qualche passo<br />

dalla pietra. Questa volta sapevo cosa dovevo fare.Dovevo nascondere il mio cuore. Mi chiusi in me steso,<br />

portando i miei ricordi in una parte della mia mente sconosciuta anche a me stesso, ma che grazie alla vista<br />

di qualcuno familiare potevano riaffiorare i ricordi. Cosi ora ero vuoto. La pietra non poteva nulla e senza<br />

sapere il perchè l'avevo presa e la tenevo stretta. Non sapevo piu' quale era il mio obiettivo, ma una voce


nelle testa diceva che dovevo andare nella Nuprator. Usci' dalla citta' correndo come un pazzo e non mi<br />

fermai mai finchè non arrivai difronte alla cattedrale dei vampiri. Li rividi Omega, un buon amico, alla sua<br />

vista i ricordi, che avevo accuratamente nascosto per proteggermi dalla pietra tornarono a galla, facendomi<br />

ricordare tutto. Lottai ora pero' per non farmi soggiogare di nuovo dalla pietra e la consegnai ad omega in<br />

modo che la mettessa sulla spada del fratello. Una volta consegnata la pietra dissi a omega che andavo a<br />

riposarmi e se avesse avuto bisogno di me basatva chiedermelo. Andai in un posto isolato, a pensare e<br />

ripensare alla ragazza che avevo ucciso...il mio senso di colpa non mi dava pace.<br />

SOUL<br />

Sheer entrò nella stanza di Dante. Il Vampiro non si dava pace.<br />

"Il Negromante è estremamente soddisfatto del tuo lavoro", disse lei.<br />

"Come fa a sapere ciò che ho fatto?"<br />

"Lui ti ha visto, e stà tornando"<br />

La Vampira sorrise, mentre una lacrima cadde dal volto del Demone.<br />

"Tu almeno puoi piangere..."<br />

"Io ho ucciso! Non dovevo!"<br />

"Vae lo fa più spesso, e neppure lui deve. Anche Soul uccide insensatamente, pur essendo il primo ad<br />

ammetterlo, sà che quello è il suo ruolo! Ora riposa, non riceverai premi stavolta, solo per la tua estrema<br />

abilità. La soddisfazione di Soul è grande, ma riteniamo che tu debba ancora imparare a combattere i tuoi<br />

ricordi. Hai dato prova della tua grande mente, resistendo alla pietra! La tua strada porterà ad un bivio anche<br />

te..."<br />

Sheer uscì, lasciando Dante ai suoi pensieri.<br />

Nessun premio, stavolta<br />

DANTE<br />

Sheer mi aveva detto di riposare...come potevo riposare avendo un'innocente fanciulla sulla coscienza...la<br />

mia anima, la mia dannata anima non mi lasciava riposo.<br />

- Di a Omega che se gli servo sono sempre qui....- dissi con un filo di voce e lentamente, sempre<br />

incapucciato, andai a fare due passi....<br />

SOUL<br />

Smontai da cavallo a Zieghsthurl; era una fresca mattinata. Il sole stava sorgendo, ed i primi raggi solari<br />

inebriavano il mio corpo gelato. Lui era al mio fianco. Mi chiesi come mai avesse deciso di portare anche me<br />

in questa Missione; Omega stesso aveva parlato di un livello di difficoltà non elevatissimo per un dio. Che<br />

potevo fare io, in una situazione come quella?<br />

Varcammo insieme le porte della città, alla ricerca di qualche risonanza magica. Soul era piuttosto confuso,<br />

lo vedevo chiaramente. ‘Non è una creatura solita a mostrare le sue debolezze, ma sono certa che anche lui<br />

ha i suoi punti deboli. Eppure, perché ha portato con sé la Mietitrice d’Anime, mentre il Cerchio è mobilitato<br />

all’Abisso? Perché mi ha armato con Xynay? In passato non l’avrebbe mai fatto, eppur proprio ora che la sua<br />

arma ha raggiunto la sua massima potenza ha deciso di inaugurare il nuovo bagno di sangue della spada<br />

forgiata da Vorador con le mie mani. Non capisco… ’, pensai.<br />

“Come mai avanzi in quel modo? Quasi mi sembri intimorita da ciò che ci aspetta.”, chiese Soul.<br />

“No, sono calmissima!”, mentii.<br />

Avanzammo ancora. I primi lavoratori stavano uscendo di casa; l’odore del pane avvolgeva le anguste vie di<br />

Zieghsthurl, accompagnato dai rintocchi degli zoccoli. C’era una strana atmosfera di quiete lungo quel


orgo, quasi surreale. L’effetto della pietra doveva ancora sconvolgere quelle vite, pensai. Non potei non<br />

notare un’enorme cartellone affisso alla porta del negozio di alimenti. L’appariscente scritta “Vampiri<br />

Assassini!”, cerchiava la figura di un Vampiro simile a Vorador con una spada in mano e la testa mozzata di<br />

un bambino di pochi mesi. Pensai alle reazioni che una mente infantile potrebbe avere di fronte ad un<br />

dipinto così truce. Mi voltai verso Soul, che azzardò un commento.<br />

“Anche se morissimo tutti noi Vampiri, inizierebbe una crociata contro i topi, poi contro i cani, poi contro gli<br />

alberi. Pur di guadagnare potere e sentirsi superiore agli altri l’umanità è per sua natura portata a crearsi<br />

nemici anche quando non ce ne sono. Anch’io ero così, appena divenni un Vampiro.”<br />

“Siete convinto di aver perso tutta la vostra umanità, padre?”<br />

“No. Ma sono a buon punto. Anche la cortesia è una forma espressiva tipicamente umana. Ad ogni modo,<br />

meglio preservare quel minimo d’umanità che basta per renderci creature pensanti, piuttosto che<br />

trasformarci in bestie assetate di sangue. Siamo comunque esseri dotati della ragione. L’immortalità è<br />

davvero straniante, te ne sarai accorta anche tu.”<br />

“Certo. Capisco che Voi abbiate le vostre ragioni per odiare l’umanità, eppure non la rifiutate del tutto.”<br />

“Esatto. Perché ti ostini a darmi del Voi?”<br />

“Soul, è un chiaro segno di rispetto. Mi avete generato e mi avete sfamata!”<br />

“Fossi in te darei a quel vecchiaccio che hai di fianco del bastardo. Dopo una vita di sofferenze ti ho riportata<br />

qui, in questa terra di dolore, facendoti soffrire ancora, per una futile volontà, più sessuale e fisica che una<br />

necessità vera e propria.”<br />

“Mi avete risvegliata per donarmi il vostro amore. Per me è ben diverso. Mi avete accudita, con voi ho<br />

imparato a combattere!”<br />

“Sei la mia figlia prediletta. Come potrei lasciarti andare? Ormai mi ci sono affezionato a te!”, disse,<br />

baciandomi teneramente la testa.<br />

Non era così cattivo come mostrava agli altri. In vita, gli uomini sfogavano la loro rabbia, la loro ansia, il loro<br />

spirito represso su di me. Soul era diverso. La sua rabbia la sfogava in battaglia, il suo odio lo mostrava al<br />

suo nemico, la sua furia la bruciava sulla lama della sua antica spada. Con me c’era spazio per ciò che egli<br />

non poteva mostrare agli altri, e non era un’ira repressa, poiché lui era l’Ultimo Essere a dover reprimere ogni<br />

suo desiderio. Lui poteva fare tutto. Con me, lui mostrava la sua gentilezza, ciò che non voleva mostrare agli<br />

altri, pur potendolo. Anche per questo lo amavo. Mi strinsi al suo petto, mentre lanciava un incantesimo<br />

acido contro l’insegna Sarafan appena commentata con un ghigno malefico e divertito.<br />

Eravamo avvolti in mantelli neri come la notte appena svanita, occultati agli occhi degli uomini, camuffati<br />

come due raminghi. Devo ammettere che era davvero insolito vedere Soul divertirsi in una simile condizione.<br />

Gli ordini di Omega, i dibattiti con Respen, l’insolenza di Vae e l’abilità di Dante. Solo ricordi di un mondo<br />

lontano nel profondo dei suoi occhi. Sorrisi, mentre una palla di fuoco fatuo, invisibile agli uomini esplodeva<br />

proprio sotto i piedi di un fabbro. Questo saltò, facendo cadere tutte le sue ferrose opere e rotolandosi<br />

rovinosamente a terra. Una trave metallica avrebbe decretato la sua fine, se il castatore dell’incantesimo non<br />

l’avesse spostata con la telecinesi. Soul si stava davvero divertendo. Ed io ero felice.<br />

“Ah!”, mi disse, “hai visto quel bambino? Penso sia la prima volta che vede un gelato fluttuare! Non l’ha<br />

neppure ripreso, è semplicemente fuggito via! I genitori non danno proprio il buon esempio in fatto di<br />

coraggio, eh?”<br />

“Soul, non temete la pietra che siamo venuti a cercare?”<br />

“Beh, da quel che sembra sono io ad esserne vittima”, disse, ironico, “e mi sto divertendo non poco. Se tutti<br />

gli altri si divertissero come me, allora ammazzerei Omega pur di mantenere queste pietre!”<br />

Sapevo che stava scherzando. Non era di certo il tipo da farsi corrompere da una pietruzza affine alla sua<br />

stessa perversione. Sapeva benissimo di essere un grande peccatore di superbia, e ne gioiva persino. Scossi<br />

la testa e mi guardai intorno, sperando che nessun Sarafan fosse nelle vicinanze. Eppur, non fui fortunata.<br />

Proprio in quel momento, una guarda accorse e si avvicinò a me. Abbassai il cappuccio e mi schiarii la voce.<br />

“Salve bella signora”, disse. Non sapeva di certo la mia età effettiva.<br />

“Salve!”, risposi con tono gentile.<br />

“Ha intrapreso un viaggio da sola fin qui?”<br />

“No, lei è con me!”, gridò Soul con aria truce.<br />

“Portate con voi armi? Devo controllare, toglietevi il mantello e lasciatemi setacciare le vostre vesti. Stanno<br />

accadendo cose strane in questi ultimi giorni. Cose oscure ed inaspettate. Non sono Vampiri, non sono vivi e<br />

sono anche parecchio stupidi.”


“Zombie?”, chiesi.<br />

“Si, li chiamano così i miei superiori. Vengono dal cimitero quei bastardi ammazzapersone!”<br />

Mi chiesi cosa avessero a che fare degli Zombie con una pietra arancione, soprattutto mi interrogavo circa<br />

l’interazione tra Zombie e superbia. Non poteva essercene alcuna. Soul sembrava di certo più sicuro di me.<br />

“Ascolti”, disse il Negromante, “siamo qui in pace, viaggiamo in incognito. La prego, lo faccia per una buona<br />

causa. Portiamo con noi una sola arma!”. Soul estrasse la Mietitrice d’Anime. La spada brillava nelle sue mani,<br />

mentre la guardia Sarafan estrasse la sua ascia.<br />

“Che fa? Ha paura?”, scherzò Soul.<br />

“Questa è un’arma Vampirica!”, gridò la guardia. “La getti a terra!”<br />

“Non si preoccupi, è una semplice arma meccanica. L’ha inventata uno scienziato del Nord e ci ha convinti<br />

affinché la mostrassimo ad un nostro parente, un mercante che abita qui a Zieghsthurl. Se ha illuso una<br />

mente brillante come la sua, che ha superato le ardue prove di iniziazione per diventare un Sarafan, beh,<br />

allora è davvero un’arma di ottima fattura!”<br />

La guardia arrossì, dicendo che aveva guadagnato il posto da poco e che non era molto esperto in fatto di<br />

armi magiche. Aggiunse che i libri sull’argomento sono preclusi ai giovani, quindi non avrebbe comunque<br />

potuto ottenere informazioni per riconoscere armi magiche o meccaniche.<br />

Il Negromante salutò la guardia, che fece altrettanto. Strinsi forte il braccio di Soul, che ghignò:<br />

“Se le guardie avessero un po’ più di cervello, ora Vae sarebbe solo il ricordo di una pioggerella prima di una<br />

tempestosa apocalisse urbana…”<br />

Iniziavo a calmarmi. Non saprei descrivere le emozioni di quei momenti. Erano attimi felici, del tutto estranei<br />

ad una Missione comune. Nessun nemico, nessuna preoccupazione, nessun peso, nessun fardello. Sapevo<br />

solo di esser lì, sapevo solo di non esser sola, sapevo che Soul era con me, e questo mi rendeva felice. Non<br />

aveva ancora dato prove di forza fisica o magica, non aveva mostrato la sua ira divina. Era un uomo in mezzo<br />

agli uomini, come se il suo lato vampirico fosse svanito tra una risata ed una battuta.<br />

“Avete qualche idea circa l’ubicazione della pietra?”, chiesi.<br />

“Certo. So esattamente dove si trova. Omega è stato davvero stupido, stavolta.”<br />

“Cosa intendi?”<br />

“Fregata!”, disse scherzosamente.<br />

“Intendi che non ne sai nulla?”, chiesi dubbiosa.<br />

“No. Hai detto ‘intendi ’, non ‘intendete ’, ora è sparito quel plurale maestatis dalla tua lingua? Dammi del tu<br />

come fanno Omega e gli altri”, sussurrò, facendomi l’occhiolino.<br />

“… e la pietra?”, chiesi di nuovo.<br />

Il volto di Soul tornò serio. Quel momento era chiaramente un segno della fine dei giochi. Il Negromante era<br />

finalmente entrato in Missione. ‘Eccitante ’, pensai, ‘sono secoli che non lo osservo combattere. Che stavolta<br />

sia quella buona? ’, mi illusi. La Mietitrice fremeva, eppure non veniva ascoltata. Non sembrava che Soul<br />

fosse intenzionato ad impugnarla.<br />

D’un tratto, si voltò verso la piazza della città. Non saprei dire se pensassi ad un qualche influsso magico, di<br />

certo io non ne percepivo. Lo vidi camminare sempre più rapidamente, come un uomo che accetta un<br />

destino rivelato e già scritto; ma Soul non era rassegnato, non leggevo alcun timore nella sua camminata<br />

sicura e svelta. La piazza si era svegliata da poco tra bancarelle e venditori d’ogni genere, da carne e frutta a<br />

strumenti per la casa. Seguii l’oltrepassare la piazza del Negromante. Avevo capito dove era diretto: al<br />

cimitero. Ivi avevo avuto quelle strane visioni, quelle che ci portarono alla scoperta di Seinochor e della<br />

Dimensione Parallela. Eppur, qualcosa mi diceva che non c’erano punti in comune, nessun nesso logico tra i<br />

miei sogni e quella Missione. Mi sbagliavo.<br />

Rapidamente ci trovammo di fronte all’enorme portale nero del cimitero.<br />

Soul osservò la struttura, le bare ed i simboli funebri. Sembrava si sentisse a casa.<br />

“Molti filosofi umani pensano che questa vita sia un sogno. Che ne pensi, Sheer?”, mi chiese.<br />

Rimasi parecchio colpita dalla domanda. Non aveva alcun significato, in quel contesto. Forse voleva<br />

mostrarmi i suoi dubbi, eppur non sembrava avesse rivolto la domanda in maniera dubbiosa. Sembrava<br />

volesse semplicemente testare le mie abilità linguistiche e mentali. Presa un po’ alla sprovvista, azzardai una<br />

risposta.<br />

“Io? Beh, per quel che ne so preferisco vivere, non interessandomi a domande simili. Mi porterebbero<br />

all’autodistruzione mentale.”<br />

“Esatto. Anche se fosse tutta una farsa, tanto vale combattere per vedere i nostri burattini recitare nel


migliore dei modi. Finche abbiamo la certezza chiamata libero arbitrio, possiamo considerarci dei. Sempre.”<br />

“La penso anch’io così. Ma questo che c’entra?”<br />

“Il burattinaio conosce perfettamente i burattini. Eppure il libero arbitrio lo infastidisce. A volte vorrebbe<br />

anche distruggere l’intero teatrino, pur di non vedere le sue opere recitare a modo loro.”, non compresi al<br />

momento la sua frase, eppur sapevo che avrei capito in fretta. Gli altri Vampiri lo avrebbero scoperto poco<br />

tempo dopo.<br />

“Soul, che dici?”<br />

“Omega lesse. Per questo lui sa che la pietra si trova qui. Per questo ho portato la Mietitrice. ‘Si narra ’, aveva<br />

detto il Guardiano del Tempo. Eppure quel libro dove la vicenda è narrata lo conosco molto bene.”<br />

Non chiesi altro. Avrei certamente aumentato il caos che avevo in mente, e di certo i dati che<br />

intenzionalmente mi stava offrendo, non sarebbero mai stati abbastanza per arrivare alla conclusione del<br />

mistero. Scendemmo una lunga scalinata nera, oltrepassammo il mausoleo di Kain senza degnarlo d’uno<br />

sguardo. Era troppo lugubre e dimenticato per meritare un commento di Soul. Spesso si era confrontato con<br />

Kain, nei suoi sogni. Ed era sempre vincente.<br />

Il Negromante apprezzava l’antico Vampiro conquistatore, ma la sua reputazione stava calando col passare<br />

dei millenni. Erano passati diecimila anni, e Soul iniziava a pensare che Kain non fosse più stato capace di<br />

tornare alla sua epoca. Kain era il colpevole della corruzione dei Pilastri, Kain non li aveva mai sanati,<br />

tornando <strong>indietro</strong>. L’assenza non era contemplata tra le ragioni che mio padre soleva perdonare. La figura<br />

dipinta nella cripta era quasi svanita del tutto, la muratura cadeva a pezzi, i ragni avevano prolificato oltre<br />

ogni misura. Quella era la beffa per un eroe assente. La discesa continuò, oltre un muro materiale<br />

all’apparenza, ectoplasmatico all’atto. Lo oltrepassammo senza incontrare difficoltà, trovandoci di fronte ad<br />

un’enorme bianco portale chiuso.<br />

Soul estrasse la Mietitrice, questa vibrò.<br />

Il portale mutò di forma, al bianco prese posto un’immagine sul lato destro, ed una sul sinistro. Al centro, per<br />

dividere l’immagine e le due ante della porta, un bassorilievo raffigurante la Mietitrice d’Anime. Quella spada<br />

aveva ancora molti misteri da scoprire a Nosgoth.<br />

Osservai la nuova forma che il portale aveva appena acquisito.<br />

A destra una scena leggendaria: il Vampiro Raziel gettato nell’Abisso, con l’agonia scritta sul suo volto<br />

sfigurato. Kain in piedi con un dito puntato, simboleggiante il suo truce e superbo ordine. La tragicità<br />

prendeva il posto dell’epicità, tramite una tecnica raffigurativa che badava più all’espressione dei volti,<br />

volutamente sproporzionati e leggermente ingranditi. Ma non era il cardine destro ad incutermi timore.<br />

Sul lato sinistro, il bassorilievo raffigurava un Vampiro pieno di energie, incatenato. Era di bell’aspetto, e<br />

fissava l’osservatore con l’aria di uno che vorrebbe scardinare le catene insieme al muro che lo tiene legato.<br />

La parete, tuttavia, sembrava disegnata con colori strani. Non erano mattoni né legno a tener ferma la figura<br />

muscolosa.<br />

“Adamantio.”, disse Soul con aria decisa, “… il libro che ha letto Omega l’ho scritto io. Quelle che lui reputa<br />

leggende, sono semplicemente… il mio passato. Fui io stesso a creare quella pietra. Oltre tutto, conobbi suo<br />

fratello e mi scontrai con lui in battaglia.”<br />

“Vincesti?”<br />

“No. Era al mio livello. E non avevo ancora incontrato Omega.”<br />

“Pensi che sia più forte persino del Guardiano del Tempo?”<br />

“Se ora fosse qui, lo saprei. Ora ammira!”<br />

Soul toccò la porta con la Mietitrice, e questa iniziò ad aprirsi. Poi, solo stupore invase la mia mente e la mia<br />

vista: un Vampiro vestito di brandelli, magro come non avesse pelle e debole. Era stremato, di certo non<br />

avrebbe avuto neppur la forza per parlare. Eppure, la sua anima era ancora all’interno del suo corpo. Era vivo.<br />

“Che ne pensi del trattamento che ho riservato a tuo fratello, Sheer? Anche lui è mio figlio.”<br />

“Cosa?”, chiesi spaventata.<br />

“Quell’idiota di Vae non potrà mai commettere atrocità pari alle mie. Guarda la sua fronte.”<br />

Una pietra arancione brillava in maniera innaturale. Sembrava incastonata nel suo stesso teschio, e forse lo<br />

era. La figura era orribile a vedersi. Quella pietra. Si trattava sicuramente di ciò che Omega cercava.<br />

“Come vedi, la superbia della pietra non è altro che una rappresentazione della mia. La mia stessa superbia,<br />

quella contro la quale combatto tutti i giorni. Ammira la mia benevolenza. Questa creatura sta soffrendo da<br />

oltre ottomila anni. Ed è ancora abbastanza viva da patire la sete di sangue…”<br />

“Come hai potuto!”, gridai. Una rossa lacrima bagnò il mio volto depresso, alla vista di tutta quella


sofferenza. “Sei un mostro! Neppure il demonio meriterebbe una simile punizione! Che ha fatto?”<br />

“Nulla.”<br />

Trasalii. Rispose con una calma mostruosa. Speravo sempre di più che stesse scherzando, ma sapevo<br />

benissimo che non era come pensavo. Avrei voluto estrarre Xynay e ferirlo mortalmente, ma il mio amore per<br />

lui mi teneva ferma. Proprio quel sentimento che lui non credeva esistesse.<br />

Intanto, la creatura straziata alzò lentamente il capo:<br />

“Mio Signore… è soddisfatto di me, ora? Pensa che io debba esser libero da queste atroci sofferenze?”<br />

“Si.”, rispose Soul. “Ma prima una domanda: Se io dico Seinochor…”<br />

“La tua fine, cane bastardo!”, gridò, saltando l’essere, “morirai con gli angeli e tutti quelli che ti porti dietro. Il<br />

tuo sangue sarà mescolato con quello delle vacche e verrà bevuto dal burattinaio di questo mondo, o da<br />

quello dell’altro!”<br />

“Se dovessi credere che ci sono burattinai dappertutto, allora li avrei già uccisi o avrei preferito muovere la<br />

Mietitrice contro me stesso.”<br />

“Non capisci! Quella troia che ti porti dietro! Il tuo pene è soddisfatto dei suoi servigi? No, vecchio<br />

impotente! Sarai schiacciato da colui che è morto ma non lo è!”<br />

Sentii allora una gelida mano toccarmi la spalla. Estrassi Xynay e la volsi contro la creatura. Al semplice<br />

contatto, questa venne disintegrata. Era uno Zombie. Erano molti.<br />

“Sheer!”, gridò Soul, “Azurewrath è in grado di espellere dal Tempo, mentre Xynay è padrona della non vita e<br />

della magia. La decale acquisisce l’elemento che io scelgo per la spada, ed ora questo è il Sacro. Al semplice<br />

contatto con la lama, quegli Zombie si squaglieranno! È l’effetto della Decale. Tutto può essere distrutto!”<br />

Attaccai rapidamente un’orda di non morti. Di loro non ci fu più nessuna traccia in pochi istanti. Ne<br />

arrivavano sempre di più, li falciavo, ne nascevano altri, li trucidavo ma le creature continuavano a<br />

tormentarmi. Il mare di cadaveri rendeva difficili i movimenti. Ne uccisi dieci, poi trenta, poi cento. Ero<br />

disperata. Mi voltai verso Soul:<br />

“Questo è ciò che volevi? La dimostrazione della potenza della tua spada?”, dissi, piantando Xynay sul<br />

terreno.<br />

“No. Volevo la prova tangibile dell’esistenza di un sentimento che porta le persone ad andare via di senno,<br />

agendo contro la propria volontà pur di mostrarsi fedeli alla persona amata. Dovevo essere io quello da<br />

abbattere.”<br />

“Soul…”<br />

Non sapevo che fare, eppure mi sentivo estremamente potente. La mia mano si librava mentre danzavo sulle<br />

creature che avevano raggiunto la morte ultima, colpendo i nemici in scioltezza. Mi fermai di nuovo a<br />

contemplare il campo di battaglia. Soul sembrava avere un colloquio col mostro, che si dimenava e gridava,<br />

mentre osservava la mia lotta. Vidi il Guardiano della Morte puntare il dito verso di me, e continuare a<br />

discutere, osservando quel Vampiro scheletrico. Fu allora che mi sentii avvolta da un caldo tepore mistico.<br />

Sentivo l’energia di Soul dentro di me: non potevo deluderlo. La mia rabbia verso quella sofferenza inflitta<br />

iniziava a svanire, come se avessi conosciuto già le cause che avevano portato mio padre a commettere un<br />

simile crimine. Tesi le braccia, aprii i palmi delle mani e pronunciai un incantesimo in una lingua a me ancora<br />

ignota. Le creature si fermarono.<br />

“<strong>Torna</strong>te nelle vostre tombe!”, gridai con quel delicato filo di voce che era rimasto in me.<br />

Gli Zombie obbedirono, allontanandosi in massa e dirigendosi lentamente verso il luogo da me designato<br />

per loro. Confusa, mi inginocchiai a terra ed osservai di nuovo l’operato di Soul.<br />

Il Negromante estrasse la Mietitrice d’Anime, puntandola al collo del Vampiro:<br />

“Ammira la potenza di colei che è sempre stata per forza di cose, inevitabilmente superiore a te. Sei stato di<br />

nuovo battuto, Caul. Questa volta ho l’impressione che non rivedrò il tuo corpo scheletrico! Ah, dimenticavo:<br />

quella pietra appartiene a me!”, la Mietitrice vibrò.<br />

“Te la cedo volentieri, Signore Vae Porcis!”<br />

La sua testa esplose, mentre la sua anima veniva assorbita dalla lama. Lo spirito di Raziel era sazio. Il Vampiro<br />

raccolse la sfera arancione e le catene, cadute a terra. Sorrise, mentre la porta si chiudeva. Mi voltai di scatto,<br />

per evitare di rimanere chiusa dentro, quando mi sentii fermata. Soul mi stava trattenendo.<br />

“ Light!”, gridò.<br />

La porta si chiuse.<br />

“Soul, che succede?”, dissi, gettandomi sulle sue braccia.<br />

“Trovi riposo proprio qui? Allora ti fidi davvero di me.”


“La fiducia è altro. Questo è un sentimento di gran lunga superiore. Non ti ho dimostrato…”<br />

“ssst”, disse, tappandomi la bocca con la sua fredda mano. “Queste catene sono state create da Hylden.<br />

Servono per paralizzare un corpo per sempre, mantenendolo in vita. Senza sangue, quel Vampiro continuava<br />

a vivere, soffrendo la fame. Si chiamano Catene dell’Anima e sono estremamente utili quando si deve punire<br />

qualcuno. L’anima non esce dal corpo della creatura morta, che quindi resta sempre viva. Sarebbe un<br />

supplizio anche per un mietitore, la cui anima resterebbe inesorabilmente legata al mondo fisico, incapace di<br />

lasciarlo. E l’unica chiave è la morte per mezzo della Mietitrice, che elimina la prigionia delle corde, attirando<br />

a sé l’anima del morto. Gli Hylden speravano che la prigionia fosse eterna, invece, la Mietitrice si è ritrovata<br />

utile anche per questo scopo. Coi secoli, le Catene si persero, fino ad essere obliate del tutto. Fu allora che<br />

Caul, mio figlio Vampiro, le ritrovò. Era convinto che con esse avrebbe potuto imprigionare il suo rivale, pur<br />

di guadagnarsi tutti i miei favori. Sfortunatamente, quel rivale non si trovava tra noi, allora impegnati nella<br />

conquista di Nosgoth.”<br />

“Parli dell’epoca in cui Respen ti fermò, vero?”<br />

“Si. Io ed il mio esercito raggiungemmo i Pilastri, e Respen mi fermò. La battaglia durò…”<br />

“…trentatre giorni.”, dissi. Conoscevo benissimo quella storia.<br />

“Esatto. Durante quelle eterne ore Caul cercò il mio Vampiro prediletto, il mio figlio più potente. Lo trovò in<br />

una collina, a sud della Nupraptor’s Retreat, in un paesino chiamato Obus, ora distrutto da un assedio.”<br />

Strinsi forte il Negromante. Era terribile anche solo l’idea che si stava materializzando nella mia mente.<br />

“La storia la puoi terminare tranquillamente tu. L’adamantio si crea facilmente, poiché sono le catene stesse a<br />

generarlo. Il portale lo creai in seguito, appena recuperata la Mietitrice d’Anime da Teleb, in quell’antica lotta<br />

al fianco di Respen, in cui Xynay trafisse il nemico. <strong>Torna</strong>ndo <strong>indietro</strong>, dopo la lotta dei trentatre giorni, ero<br />

irato terribilmente per il primo confronto con Respen e per la mia rinuncia alla conquista assoluta. Poi, ho<br />

scoperto…”<br />

“… che il tuo guerriero più forte voleva uccidermi, vero?”<br />

“Si. Decisi allora di punirlo. Questo è il mio atto di superbia, avvenuto proprio qui. Questa pietra l’ho creata<br />

io, sentendomi giudice della vita e dell’eterna sofferenza di un altro peccatore. Ma siamo tutti peccatori qui.<br />

La mia furia mi portò a punirlo esageratamente. Ottomila anni sono un’eternità. Dolore superiore a quello<br />

che patì Raziel.”<br />

“Ed ora l’hai liberato. La tua anima è in pace?”<br />

“No. Lui è vivo. E lo sarà ancora a lungo, se non ci sbrighiamo.”<br />

Soul distrusse il portale con un incantesimo. L’aveva creato lui, di certo sapeva come distruggerlo con facilità.<br />

Compresi allora la frase che mi disse qualche ora prima, infine avevo riassemblato un enorme pezzo di Verità<br />

attorno ai miei incubi. Ci dirigemmo verso la Cattedrale del Sangue trasformandoci in stormo. Era finalmente<br />

finita un’avventura magica.<br />

Il sole brillava alto a Nosgoth, ed io ero finalmente capace di riesumare i cadaveri. Prima mio padre, poi io. Io<br />

ero la sua Prima Discendente, la sua forza più giovane, il suo sangue più puro. Io possedevo i poteri del<br />

Negromante, in maniera semidivina. Mi ero fatta sorpassare dall’odio di Caul, eppur lui era più debole di me.<br />

Anche se incapace di riesumare i morti, ero riuscita a fermare i suoi Zombie con facilità, ed ora potevo farli<br />

tornare in vita. Era fantastica anche solo l’idea.<br />

Posando Xynay sul trono, vidi di sfuggita Soul correre verso le camere di Omega per decretare la Missione<br />

compiuta.<br />

Un giorno con lui mi aveva insegnato più di una vita. Ero più forte e più sicura del mio potere.<br />

Eppur, un dubbio atroce ancora colpiva la mia mente: Soul aveva punito Caul per il suo amore per me, per<br />

salvarmi da ciò che sarebbe accaduto a me. All’epoca la Mietitrice non era conosciuta; avrei dovuto soffrire<br />

per l’eternità con quelle catene, negli oscuri piani di Caul. Ma Soul mi ha salvata. Può davvero questo esser<br />

considerato un atto di superbia? Per quanto gravosa, una punizione ad un’anima impura poteva davvero<br />

esser considerata ‘peccato ’? Quella pietra era davvero lì per l’atto sconsiderato del Negromante, o per un<br />

motivo più tetro e lontano, volutamente tenutomi ignoto? Di che aveva discusso Soul, mentre io dimostravo<br />

la mia agilità e la mia forza a Caul contro gli Zombie?<br />

Osservando il risplendere di Xynay a contatto coi raggi solari, mi figurai in mente la magnificenza del mio<br />

Signore nelle epoche passate, irrilevante rispetto a quella odierna, ma di certo più curiosa ed avventuriera, di<br />

fronte ai mille misteri di Nosgoth, che credeva ingenuamente di scoprire con estrema facilità. Era quello<br />

spirito che sovente mi mostrava, era quella voglia di non recitar sempre la parte del ‘vecchio saggio


onnisciente ’ che tanto amava , quella voglia di rendermi partecipe dei suoi pensieri nei momenti difficili,<br />

quel suo spirito agli altri nascosto che mi portava e lo portava a rivelazioni continue. Ed era anche per quello,<br />

che lo amavo.<br />

Sheer<br />

SILLICH<br />

Silente e serio come sempre feci un cenno d’assenso col capo. Mentre stavo per uscire dalla stanza mi girai<br />

verso Omega e dissi:<br />

S: -Mi ci vorranno tre giorni per arrivare fin la….mentre per il ritorno farò buon uso del sanctuary-<br />

Detto ciò uscii dalla cattedrale e mi misi sulla strada.<br />

Vidi anche Respen prendere la mia stessa via d'altronde la città che doveva raggiungere si trovava sulla mia<br />

strada. Non avevo motivo di intrattenere una conversazione ma come ben sapevo se avesse avuto bisogno<br />

di contattarmi non avrebbe aspettato due volte a violare la mia mente coi suoi poteri. Trovatomi davanti alla<br />

sua meta vidi sin da subito i disastrosi effetti del cristallo, gente in giro a far niente. Ad ogni modo, la cosa<br />

non m’interessava e tirai dritto per la mia strada.<br />

Dopo poco mi trovai sulle sponde del Lake of Dead, mi soffermai a guardarne le sponde. Per la prima volta<br />

dopo circa 30 anni di vita da vampiro mi mancò l’acqua…..non lontano da queste sponde si trovava il loco<br />

che ospitava le grotte dove si trovava il rifugio del clan Kushan dove ero cresciuto e dove divenni vampiro.<br />

La notte purtroppo non era più giovane e l’alba si avvicinava tragicamente. Decisi di tornare a casa e di<br />

passare la notte lì. Una stranissima sensazione di nostalgia mi pervase vedendo l’arrugginito cancello della<br />

casata…per ben 25 anni la mia mente aveva fatto tabula rasa di tutti i miei ricordi e questa era la prima volta<br />

che avevo occasione di onorare i caduti della folle crociata di Gabriel. Prima di perdere la memoria venivo<br />

qua una volta alla settimana. Superai il cancello e mi diressi verso la sala magna, lì dove una volta si<br />

sedevano a discutere sugli incarichi gli anziani del Consilio del clan d’assassini vampiri Kushan ora vi erano<br />

solo le croci per segnare dove li avevo sepolti. I membri minori del clan erano stati seppelliti nelle loro stanze<br />

ma non mi recai da loro, poiché a lungo mi soffermai davanti alla croce di legno con sopra inciso “Maccius”<br />

ripensando ai duri allenamenti e ai grandi onori che mi aveva dato il mio mentore. Poi mi diressi verso la mia<br />

stanza dove avrei cercato un vago riposo.<br />

Mi sdraiai sul mio letto subito dopo averlo ripulito dalla polvere. Letto….una parola grossa, in fondo era una<br />

semplice branda ma sicuramente più comoda della dura pietra. Dopo poco mi addormentai, il sonno non fu<br />

molto tranquillo e sognai per tutto il giorno le vicende del mio passato nel clan e della mia rivalità con<br />

Gabriel. Quando mi svegliai pensai che era parecchio che non sognavo Gabriel….fino a quando non persi la<br />

memoria lo sognavo praticamente tutti i giorni. Strinsi la zanna che portavo al collo ripensando a quello<br />

scontro.<br />

Mi diressi verso l’uscita della “ragnatela” sotterranea e notai che il sole non era ancora calato indi mi sedetti<br />

nella stanza centrale sul trono del capo clan che, essendo l’unico sopravvissuto, mi spettava di diritto.<br />

Contemplai gli opachi e impolverati arazzi che un tempo mostravano la potenza e la ricchezza del mio clan.<br />

Appena il sole calò, uscii dal mio rifugio per dirigermi verso la mia tappa seguente: Ushtenheim, lì avrei<br />

riposato per un’altra intera giornata per poi arrivare a Stahlberg.<br />

Entrai nella Termogent Forest nella quale mi stupii di trovare una così inquietante tranquillità, di solito le<br />

foreste di Nosgoth erano piene di banditi e assassini ponti a tutto per quei pochi denari che ti portavi<br />

appresso. Invece, niente neanche un bandito…iniziai ad attraversare la foresta per giungere ad Ushtenheim e<br />

se sul mio tragitto non trovavo qualche relitto della società avrei dovuto dissetare la mia insaziabile<br />

maledizione con qualche cittadino.<br />

Fortunatamente per gli abitanti d’Ushtenheim vidi una banda di gente poco raccomandabile intorno ad un<br />

falò. “Quattro reietti….la società dovrebbe ringraziarmi per il mio lavoro di pulizia…” pensai e sguainata<br />

Kaarma mi appiattii fra i cespugli e mi avvicinai con passo felpato. Uno di loro era seduto di spalle proprio<br />

davanti al cespuglio che stavo attraversando.<br />

B1: - Ieri all’osteria d’Ushtenheim ho sentito delle strane storie a proposito di quello che sta succedendo


nelle città di Nosgoth, pare che la gente stia impazzendo!-<br />

B2: -Secondo me e tutta colpa di quei vampiri e di quelli mietitori. Devono essersi messi a fare strani<br />

esperimenti su noi poveri umani-<br />

B3: - Peccato che nessuno sia mai riuscito a sterminarli, quei maledetti credono di essere i padroni di<br />

Nosgoth solo perché sono immortali!-<br />

Presi da terra un sasso e cercando di fare il minimo rumore possibile lo scagliai verso il lato simmetricamente<br />

opposto a quello nel quale mi trovavo. I quattro si girarono in quella direzione e in quel momento afferrai<br />

quello che mi dava le spalle mettendogli una mano sulla bocca e mentre lo sbattevo a terra gli accarezzai la<br />

giugulare col filo della lama di Kaarma, uccidendolo. Fatto ciò mi allontanai spostandomi in un’altra<br />

direzione.<br />

B1: -Dove è finito Shar?-<br />

B2: -Che ne so!-<br />

B3: -Qua sta succedendo qualcosa di strano….-<br />

B1: -Dividiamoci!-<br />

Ognuno di loro si diresse in una direzione differente per cercare il loro compagno. Mi portai alle spalle del<br />

terzo e gli mozzai la testa con un solo fendente. Quindi mi portai nella direzione del terzo per porre fine alla<br />

sua inutile esistenza. Giuntogli silenziosamente alle sue spalle feci in modo tale che il suo capo rotolasse giù<br />

dal collo.<br />

Ne rimaneva solo uno che da quello che avevo sentito prima poteva sapere qualcosa a proposito della<br />

situazione a Stahlberg.<br />

Mi arrampicai su un albero e aspettando che tornasse <strong>indietro</strong> rinfoderai Kaarma. Appena lo vidi arrivare<br />

presi lo slancio e gli saltai addosso. Con la mano sinistra gli afferrai il colletto della camicia mentre sulla<br />

destra sguainavo gli artigli. Fu molto divertente vedere l’espressione terrorizzata del bandito quando si trovò<br />

per terra con un vampiro addosso.<br />

B1: -Khall, Ahirman è qui mi vuole uccidere!!!!-<br />

S: -Mi dispiace ma i tuoi amici non ti possono sentire, poiché sono già morti-<br />

B1: -Cosa vuoi vampiro? Nutrirti del mio sangue? Quello dei miei compagni non ti è bastato?-<br />

S: -Voglio delle informazioni. Se mi risponderai ti lascerò andare. Dimmi cosa sai della situazione a<br />

Stahlberg?-<br />

B1: -So che la gente ha incominciato a scannarsi l’un l’altra per motivi apparentemente stupidi. E come se<br />

invidiassero ogni più piccola cosa che gli altri posseggono. Ora lasciami andare ti ho detto tutto quello che<br />

so!-<br />

S: -Certo ora ti lascerò andare….all’inferno!-<br />

I suoi occhi si sgranarono e i miei artigli gli perforarono la gola. La conversazione era stata alquanto inutile<br />

poiché le informazioni che avevo ricevuto erano le facilmente intuibili conseguenze dell’effetto dei cristalli.<br />

Prima di lasciare il luogo mi nutrii del sangue dei quattro, fatto ciò ripresi il mio cammino attraverso la<br />

foresta.<br />

Presto arrivai ad Ushtenheim la città anticamente sottomessa al grande Janos Audron e da lungo libera dal<br />

vampiro Primarca dai maledetti Saraphan. Dovevo trovare o una locanda o un luogo buoi per nascondermi<br />

dal sole anche se non sarebbe stata una cosa facile poiché nella città era rimasto l’antico odio per la mia<br />

gloriosa razza.<br />

K: -Aiuto qualcuno mi salvi!!!-<br />

P: -Donna non porterai la follia che dilaga nella tua città anche in questa!!-<br />

Tre popolani inseguivano una ragazza indifesa che scappava a grande velocità, mi nascosi in un vicolo ed<br />

estrassi la sinuosa lama di Kaarma. Appena la ragazza mi passò davanti saltai fuori e trucidai i malcapitati.<br />

Dal dialogo forse la damigella proveniva dalla mia destinazione e mi avrebbe potuto dare spiegazioni<br />

migliori di quelle di quello stupido reietto della società che avevo incontrato nella foresta.<br />

K: -Grazie mi avete salvata messere! Il mio nome è Katia, come posso sdebitarmi?-<br />

S: -Da dove provieni?-<br />

K: - Stahlberg-<br />

Mi girai verso di lei rivelandole la mia natura. I suoi occhi si riempirono di terrore mentre io rinfoderavo<br />

Kaarma.<br />

S: -Non aver paura, non ti farò del male. Il mio nome è Sillich e vorrei chiederti qualcosa sulla follia che<br />

pervade la tua città. Ma prima dobbiamo trovare una locanda, presto sorgerà il sole. Dammi il tuo


mantello…..per favore-<br />

Quella parola fu uno sforzo immane per una creatura abituata a prendere le cose anziché chiederle.<br />

Lei mi diede il mantello e io mi ammantai celando la mia natura.<br />

S: -Seguimi-<br />

Ci fermammo davanti ad una locanda. Le feci segno di entrare. Un oste di quelli che stanno svegli tutta la<br />

notte in attesa di clienti era al bancone. Mi avvicinai ad egli per parlare.<br />

S: -Io e la mia consorte abbiamo bisogno di una stanza per tutta la giornata. Abbiamo viaggiato molto siamo<br />

stanchi-<br />

L’oste mi squadro, prese una chiave e la mise sul bancone<br />

O: -Sono venti monete a giorno, pagamento anticipato-<br />

Misi un sacco di monete che avevo preso ai banditi e lo misi sul bancone e afferrai la chiave.<br />

S: -Tenete il resto ma nessuno, e ripeto nessuno deve entrare durante il giorno-<br />

L’oste guardò nel sacchetto ed annui e mi fece segno di salire per la scala a destra. Feci segno a Katia di<br />

seguirmi ed andammo nella stanza. Chiusi le serrande in modo che nessun raggio solare potesse filtrare<br />

durante il giorno e mi tolsi il mantello. Sedutomi sul letto la guardai mentre si sedeva su una grezza sedia di<br />

legno.<br />

S: -A parte i cittadini che si scannano per invidie stupide sai dirmi qualcosa di più? Per esempio da dove ha<br />

incominciato a diffondersi la follia?-<br />

K: -Dal castello di un ricco mercante che quasi governa la città-<br />

S: - Bene domani mi porterai lì-<br />

K: -Cosa? Io sto scappando da quella città! Praticamente tutte le donne mi vogliono scannare per la mia<br />

bellezza!-<br />

La scrutai, effettivamente era veramente bella. Un corpo sinuoso e ben proporzionato molti umani sani si<br />

sarebbero scannati per lei.<br />

S: -Stai tranquilla ti proteggerò io, se hai sonno puoi coricarti qua di fianco a me. Non hai nulla da temere-<br />

In un primo momento non era molto sicura delle mie parole, ma poi si fece coraggio e si coricò di fianco a<br />

me.<br />

K: - Promettilo che mi proteggerai!-<br />

S: - Certo io mantengo sempre la parola data ma tu prometti che non aprirai per alcun motivo porte o<br />

finestre finché non sarò sveglio!-<br />

Lei annuì, ed io mio girai nel letto dandole le spalle il mio orologio interiore mi avrebbe fatto svegliare solo<br />

quando il sole fosse calato a meno che qualche incubo mi avesse fatto svegliare di soprassalto.<br />

La giornata passò tranquilla e quando tranquillamente mi svegliai la trovai abbracciata a me che ancora<br />

dormiva. Mi alzai e mi sgranchii il collo, dopo di che mi girai e la svegliai.<br />

S: -Alzati è il momento di partire-<br />

Mi allontanai da lei per indossare il mantello, mi serviva per uscire dalla città. Mi misi in un angolo cieco della<br />

porta.<br />

S: -Apri la porta e dimmi se è caduta la notte-<br />

Aprì e mi annuì. Mi alzai e uscii dalla stanza fino ad arrivare alla porta della locanda, feci un cenno di saluto<br />

all’oste ed uscii.<br />

Percorremmo tutta la città sino ad arrivare al di fuori di essa indi mi girai e aprii la bocca per proferir verbo.<br />

S: -Fino alla città ci so arrivare poi mi dovrai guidare fino al castello.-<br />

Lei annuì e prendemmo la strada per la città.<br />

Passammo vicino alle rovine dell’Avernus Chatidral, bruciata durante la salita al potere del giovane Kain.<br />

Dopo averla superata ed aver attraversato un breve tratto di foresta arrivammo alle Plains of Blood. Non ero<br />

mai venuto in questa parte di Nosgoth e questa enorme distesa di niente mi stupiva.<br />

K: -Non hai mai visto le Plains of Blood?-<br />

S: -No-<br />

Ripresi immediatamente il cammino, non avevo tempo da perdere stupendomi, ero in missione e dovevo<br />

comportarmi come tutti gli assassini che devono compiere il proprio lavoro. Incominciai a farmi domande sul<br />

destino di Katia dopo la missione cosa avrei fatto? L’avrei lasciata in vita? L’avrei portata alla cattedrale? Alla<br />

seconda domanda ebbi subito chiara la risposta: no. Avrei usato il sanctuary per tornare….ma gli effetti della<br />

pietra probabilmente non sarebbero svaniti subito…..avrei dovuto abbandonarla al suo destino?<br />

Probabilmente sì ma avrei pensato al dafarsi solamente dopo essere entrato in possesso della pietra.


Tra un pensiero e l’altro mi accorsi che eravamo arrivati. Sentivo grida provenire da qualsiasi direzione.<br />

Probabilmente erano le grida dei cittadini che si scannavano a vicenda.<br />

S: -Dimmi la strada per arrivare al maniero così potrai scappar via da questo loco che ti spaventa tanto-<br />

K: -Ti accompagnerò ad un passaggio segreto-<br />

Quindi incominciò a correre lungo le mura della cittadina. Incominciai ad inseguirla fino a giungere ad una<br />

piccola botola di legno.<br />

K: -Di qua-<br />

Aprì la botola ed entrò. Non sembrava spaventata forse sapeva che quel passaggio segreto non avrebbe<br />

rischiato nulla.<br />

Notai uno strano fiore e mi diressi verso di quello, arrivato di fronte lo riconobbi era “Necatoris Lunae”. Lo<br />

colsi poiché mi sarebbe potuto essere utile.<br />

K: -Sbrigati! Che aspetti!-<br />

Entrai nella botola che chiusi accuratamente alle mie spalle. Lungo tutto il corridoio sotterraneo vi erano<br />

delle grate che davano sulla strada. Lo spettacolo che vidi era orripilante cadaveri lungo tutte le vie….mi<br />

venne quasi da star male. Comunque la mia fame cresceva sempre di più quindi con la pochissima telecinesi<br />

che possedevo feci fuoriuscire il sangue da alcuni cadaveri saziandomi.<br />

Mi girai verso Katia e notai che aveva una borraccia alla cintola.<br />

S: - C’è dell’acqua lì?-<br />

K: -Sì, perché?-<br />

S: -Dammela!-<br />

K: -Hai sete? Credevo che i vampiri si nutrissero di solo sangue e che fossero allergici all’acqua-<br />

S: -Infatti, mi serve per un altro motivo-<br />

Aprii la borraccia e vi feci calare il nettare del fiore dentro tappandola subito-<br />

S: - La linfa di questo fiore a contatto con l’acqua genera una cortina fumogena altamente tossica, se sei nei<br />

guai apri la borraccia, lanciala e scappa.-<br />

Lei annuì, e incominciò a guidarmi per i tortuosi cunicoli del sottopassaggio. In quei luoghi persi la<br />

cognizione del tempo tanto che non saprei dire se il viaggio fosse durato pochi minuti od ore. Arrivammo<br />

davanti ad una porta di legno.<br />

La fissai e vidi il terrore nuovamente nei suoi occhi il terrore, aveva paura di superare quella porta.<br />

S: -Stai tranquilla ora proseguirò da solo. Sei libera di andare dove vuoi-<br />

Le resi il mantello ed aprii il portone ed entrai nel maniero.<br />

Quasi mi stupii nel vedere i corridoi vuoti e neppure una guardia, eppure vi erano ricchezze inestimabili.<br />

Svoltai un angolo e i miei quesiti trovarono risposta, guardie morte da ogni parte….probabilmente si erano<br />

scannate a vicenda a causa degli effetti del cristallo.<br />

Un’altra cosa colpii la mia attenzione era la totale assenza di finestre nella reggia….un dubbio incominciò a<br />

sorgere nella mia mente….conoscevo una sola razza che non sopportava la luce solare…..<br />

Giunsi davanti alla porta che portava alla sala principale e notai una cosa che mi fece quasi spaventare….lo<br />

stemma dei Kushan! Perché diavolo era su quella porta! Io ero l’unico Kushan sopravvissuto!<br />

In quel momento mi venne in mente una cosa che avevo completamente rimosso….Carl…non avevo trovato<br />

il suo cadavere nella “tana”….era sopravvissuto anch’egli?<br />

Aprii violentemente la porta e lo vidi lì sul trono che guardava ridacchiando la verde pietra dell’invidia.<br />

S-C: -Tu?!-<br />

S: - Credevo fossi morto come tutti gli altri!-<br />

C: - Anch’io! Si vede che Gabriel non ha fatto poi così bene il suo lavoro di pulizia razziale….-<br />

S: - Che cosa intendi?-<br />

C: -Che vi ho venduti al vostro peggior nemico per diventare ricco e potente-<br />

S: -Tu! Viscido essere! Hai venduto i nostri fratelli! Hai venduto il nostro mentore!-<br />

C: -Sì e allora?-<br />

S: -Ora ritroverai Maccius e Gabriel all’inferno!…ma un dubbio mi sorge…come mai Gabriel ti ha lasciato in<br />

vita e ha accettato le tue informazioni?-<br />

C: - Come non poteva è la domanda corretta….in fondo ero sempre suo fratello-<br />

Questa nozione giunse nuova….quindi Gabriel non ci odiava solo per lo sterminio della sua famiglia ma<br />

anche per la trasformazione di suo fratello!<br />

Una strana sensazione si fece largo tra le mie pallide viscere….doveva essere l’effetto di quel dannato


cristallo….incominciavo ad invidiare Carl per tutte le doti che aveva in più di me….<br />

C: - Sai ti ho sempre invidiato eri il preferito di Maccius -<br />

Detto ciò si alzò in piedi e notai che era disarmato, con un fluido gesto si levò la casacca e il mantello<br />

S: - Anch’io ho sempre invidiato la tua abilità nel combattimento corpo a corpo….questa è l’occasione buona<br />

per dimostrarti che sono il migliore…senza armi e senza artigli come ai vecchi tempi? –<br />

C: - D’accordo –<br />

Appoggia Kaarma per terra e mi preparai allo scontro. Portai il piede sinistro leggermente arretrato rispetto<br />

al destro, piegai leggermente le ginocchia, strinsi i pugni e portai il destro avanzato col gomito all’altezza<br />

dell’anca e il sinistro appoggiato sopra all’ombelico.<br />

Lui si scagliò verso di me e cercò di colpirmi con un pugno che partito dall’anca cercava di arrivare al mio<br />

petto, Con un colpo dall’alto verso il basso impattai la mia ulna col suo radio parando il colpo, unii le gambe,<br />

mi sedetti sul vuoto e scagliai il mio pugno sinistro sul suo addome facendo strisciare il mio pugno sul<br />

braccio destro. L’infame volò via appena colpito e io gli corsi dietro, appena atterrò scagliai un montante col<br />

pugno destro che il bastardo parò contrattaccando con un pugno nei denti. Ero troppo vicino per parare il<br />

bolide che mi colpii in pieno. Con un rapido movimento il traditore cercò di colpirmi con le mani di taglio ai<br />

due lati del collo, indi bloccai le sue braccia sotto le mie ascelle e contemporaneamente mi apprestavo a<br />

colpirlo coni i pugni nel costato e con la testa sul setto nasale.<br />

I miei colpi andarono a segno quindi senza mollarlo portai i miei palmi su i suoi gomiti e lo sollevai nel<br />

tentativo di spezzargli le braccia ma quello preso lo slancio <strong>indietro</strong> si caricò e stampò la suola della sua<br />

scarpa sul mio pallido petto liberandosi.<br />

“E’ il momento di mettere fine allo scontro” pensai, indi mi gettai verso di lui e parai il suo pugno con<br />

entrambe le mani, poi bloccai il suo piede anteriore con il mio sinistro e lo colpii fortemente sul petto<br />

facendogli perdere l’equilibrio all’<strong>indietro</strong>. Mentre cadeva sguainai gli artigli e penetrando la sua cassa<br />

toracica gridai a squarciagola il motto del clan:<br />

S: - Vigor Mortis !!!!!!!-<br />

Strappatogli il cuore dal petto gridai nuovamente:<br />

S: - Sono l’ultimo!!!!!!-<br />

Ripresi fiato e mi nutrii del suo sangue, dopo di che raccolsi la verde pietra dell’invidia e la strinsi nel pugno,<br />

mi concentrai sulla cattedrale e il sanctuary fece il resto.<br />

Diedi ad Omega la pietra.<br />

S: - Spero che ne farai buon uso…non puoi conoscere i sacrifici che ha causato-<br />

Indi mi misi in un anglo attendendo il ritorno degli altri……<br />

SOUL<br />

Sillich guadagna: Nightcrowler<br />

ALTAIR<br />

"Che... Che cosa? Io credevo di dover uccidere mooooolti umani, non di doverli salvare! Respen!"<br />

Continuai a guardarlo per parecchi secondi con un espressione mista di fastidio e delusione, borbottando<br />

parole senza senso.<br />

"Beh, il tuo compito è di salvare le creature della foresta riportando l'equilibrio. Mi sembra un compito<br />

adatto a te. Non è ammazzando tutti gli umani che si otterrà lo scopo" Rispose.<br />

"umpf... Farò del mio meglio, ma non prometto nulla a nessuno." Detto questo voltai le spalle ai guardiani e<br />

mi diressi fieramente nella zona più alta del Nupraptor's Retreat.<br />

"Credi che ci possiamo fidare?" sospirò Omega, guardando Respen.<br />

"Probabilmente si. Di solito quando dice di non promettere nulla mantiene sempre la parola che non ha<br />

dato."<br />

Saltai giù dalla torre più alta della cattedrale e partii subito per Coorhagen: sarei arrivata sul posto in meno


di mezz'ora.<br />

Durante il viaggio cercai di pensare a come adempiere al mio compito. Erano letteralmente secoli che non<br />

entravo in una città umana e il solo pensiero di doverlo fare mi ripugnava.<br />

Continuai a volare prendendo sempre più quota. Volevo cogliere una veduta aerea della zona in modo da<br />

pensare a qualche strategia, evitando però di farmi notare.<br />

La foresta era solcata da larghi sentieri, percorsi da uomini a cavallo e mute di cani. a mano a mano che la<br />

città si avvicinava, apparivano sempre più frequenti carrozze e carovane. Probabilmente trasportavano<br />

selvaggina e altro cibo in città.<br />

Molti carri erano carichi di legname: certo che doveva servirne di legna per cucinare tutta quella roba...<br />

I miei pensieri però vennero interrotti presto: la foresta finì bruscamente, aprendosi e lasciando spazio ad<br />

una distesa di ceppi abbattuti di recente. Iniziai a ribollire di rabbia: visioni di quel tipo erano il mio punto<br />

debole e mi facevano sempre perdere la testa. Cercai di mantenere la calma e guardai dritto davanti a me,<br />

verso il centro della città. Da quell'altezza si vedeva poco, ma mi sembrava di scorgere qualcosa di strano. Le<br />

baracche alla periferia della città, abitate dai più poveri, sembravano in condizioni peggiori del normale. Il<br />

centro della città invece era molto affollato: tutte le piazze erano sede di raduni e mercati e ricchi banchetti<br />

erano organizzati in tutte le ville dei nobili.<br />

Mi concentrai maggiormente sulla villa più prestigiosa della città. Anche lì stavano apparentemente<br />

preparando una festa.<br />

Iniziai volare sulla città in cerchio, mantenendo la quota attuale di 700 metri e osservando bene ogni cosa,<br />

anche la più banale.<br />

La mia attenzione però era principalmente rivolta alla villa del signore locale. Era infatti difficile che la pietra<br />

della gola fosse nella foresta. Se qualche umano l'avesse dovuta trovare, l'avrebbe sicuramente venduta a<br />

qualche riccone. E visto che la foresta era ormai ridotta a un colabrodo, era improbabile che nessuno l'avesse<br />

già notata.<br />

L'attività alla villa era di ordinaria festa umana. Gente che mangiava e che beveva. Molti erano a terra,<br />

probabilmente ubriachi. Sarebbe parso tutto normale se non per le montagne di carne e alcolici che<br />

traboccavano da ogni tavolo.<br />

Rimasi a controllare la situazione per parecchio tempo, ma purtroppo la mia permanenza nel regno<br />

materiale era limitata e fui costretta a prepararmi per una ricarica.<br />

Passai subito al regno spettrale e planai fuori dalla città. Raggiunsi l'ormai lontano limite della foresta e<br />

atterrai vicino ad un portale.<br />

Divorai un paio di anime, soprappensiero, dopodichè tornai nel regno materiale.<br />

Se volevo prendere quella pietra dovevo entrare in città e indagare... Strinsi gli artigli a pugno fin quasi a<br />

farmi male...<br />

Dannazione, io odio gli umani! Solo vederli da lontano mi da la nausea. Per me era più facile uccidere un<br />

demone che mettere un piede all'interno delle mura di una città senza fare una strage.<br />

Purtroppo però dovevo trattenermi. Il Dio dell'Aquila non mi avrebbe mai restituito i miei poteri se non<br />

eseguivo gli ordini e quindi dovevo restare tranquilla.<br />

Mi arrampicai su un albero, vicino ad uno dei sentieri principali, e aspettai la notte, tornando allo Spectral di<br />

tanto in tanto.<br />

Dovevo entrare in città senza farmi riconoscere: per questo avevo bisogno di rubare un mantello adatto a<br />

nascondere le mie ali. Se poi trovavo anche qualche buona arma non sarebbe stato un male: sicuramente in<br />

città non avrei potuto usare la mietitrice senza dare nell'occhio.<br />

La cosa più intelligente da fare era quindi assaltare una carovana e sperare di trovare ciò che mi serviva.<br />

Ormai il sole era tramontato e la caccia degli umani era finita. L'occasione adatta non si fece attendere: una<br />

lunga fila di carri sfilò davanti a me, scortata da diversi cavalieri nobili armati di balestra e spade di varia<br />

lunghezza.<br />

Certo che questi umani si divertivano con poco.<br />

Dalla cima dell'albero vedevo molto bene tutta la carovana. Era l'ultima, all'orizzonte dominava soltanto il<br />

buio.<br />

Il mio piano era di separare un paio di carri dal gruppo per poi attaccarli in tutta tranquillità. Attesi quindi il<br />

passaggio delle ultime due unità e lanciai furtivamente due deboli colpi telecinetici al cavallo che trainava la<br />

penultima carrozza.


Questo si impennò subito sbuffando e fermandosi.<br />

Il conducente si innervosì e iniziò a imprecare, agitando la frusta e strattonando le redini. Anche quello<br />

dietro si mise a bestemmiare, perchè era bloccato e non aveva spazio per superare.<br />

Due cavalieri tornarono <strong>indietro</strong>, urlando "Che c'è?"<br />

"I cavalli si sono piantati! HAA! Stupide bestie!"<br />

Uno dei cacciatori tentò di smuovere il cavallo afferrandolo per il morso ma quello non aveva nessuna<br />

intenzione di avanzare.<br />

Lanciai un nuovo colpo telecinetico al cavallo e questo nitrì e si impennò di nuovo, disarcionando il cavaliere<br />

che tentava di tenergli la testa.<br />

L'animale indietreggiò, urtando il cavallo dietro che si impennò a sua volta. Dopodichè entrambe le bestie si<br />

girarono danneggiando le carrozze contro gli alberi ai lati del sentiero e presero a correre nella direzione<br />

opposta alla città.<br />

I due cavalieri inseguirono i cavalli imbizzarriti nel vano tentativo di calmarli.<br />

Saltai giù dall'albero, protetta dall'oscurità, e inseguii a mia volta i due carri.<br />

Il primo cavallo si fermò dopo quasi mezzo chilometro di corsa, incastrandosi tra due tronchi, mentre l'altro<br />

finì addosso alla prima carrozza e fu costretto a fermarsi, sbattendo nervosamente gli zoccoli a terra e<br />

sbavando. In conducenti continuavano a bestemmiare, mente i cavalieri si davano da fare per riportare le<br />

carrozze nella giusta direzione.<br />

Atterrai silenziosamente alle loro spalle e lentamente evocai la mietitrice.<br />

sparai un colpo telecinetico al primo cavaliere, che cadde da cavallo privo di sensi.<br />

Il secondo si voltò verso di me, ma io mi nascosi subito dietro il primo carro e quindi non vide nulla.<br />

camminai furtivamente lungo tutto il perimetro del carro, mentre il secondo cacciatore stava controllando lo<br />

stato del suo compagno.<br />

Arrivai di fianco al conducente dell'ultima carrozza, che stava ancora bestemmiando.<br />

Gli saprai un altro colpo telecinetico, cercando vagamente di non ammazzarlo.<br />

Il cavaliere lo sentì cadere e si girò spaventato verso di me, brandendo la spada.<br />

Proseguii verso la prima carrozza, nascondendomi dietro il cavallo della seconda, mentre il cavaliere si<br />

avvicinava guardingo.<br />

Arrivai alle spalle dell'ultimo conducente e feci per afferrarlo alla gola.<br />

"Attento Garan! Qualcuno o qualcosa ci sta attaccando!" Urlò il cavaliere da dietro.<br />

A quelle parole l'uomo si voltò di scatto, spostandosi e accorgendosi della mia presenza.<br />

Imprecai e gli mollai un pugno in faccia, mentre l'altro stava sopraggiungendo al galoppo.<br />

Afferrai l'uomo alla gola e succhiai parte della sua anima. Così facendo sarebbe stato buono per un pezzo.<br />

Nel frattempo il cavaliere mi raggiunse, e scoccò due frecce dalla sua balestra.<br />

Mi difesi alzando il braccio sinistro.<br />

I dardi si conficcarono nel mio avambraccio.<br />

"Ehi" dissi a denti stretti "non sprecare le MIE munizioni!"<br />

Detto ciò mi avventai rapidamente sul malcapitato, sferrandogli un calcio in faccia e gettandolo a terra.<br />

Lo immobilizzai facilmente, mi strappai le frecce e succhiai parte della sua anima, rigenerandomi.<br />

"Tsk, che caccole." borbottai, afferrando la sua balestra, le restanti frecce e la sua spada, allontanandomi.<br />

Agganciai la balestra e la sacca con le frecce alla cintura, mentre fissai la spada alla schiena con una cinghia<br />

di cuoio.<br />

Liberai il cavallo del primo carro, che era rimasto incastrato tra gli alberi. Dopodichè entrai nella carrozza.<br />

C'erano le carcasse di 6 cervi e 10 cinghiali. Guardai meglio tra le varie cianfrusaglie ma trovai solo un grosso<br />

coltello da caccia che raccolsi e infilai alla cintura.<br />

Dovevo trovare un mantello...<br />

Uscii dal primo carro e corsi verso il secondo.<br />

Appena misi un piede sul retro sentii un ringhio e un grosso cane mi aggredì.<br />

Lo respinsi con un pugno e indietreggiai di 10 metri.<br />

Altri cani sbucarono dalla carrozza, ringhiando abbaiando forsennatamente.<br />

Una muta di cani da caccia... Speravo solo che nessuno li sentisse.<br />

Tre di loro tentarono di aggredirmi, puntando alla mia gola. Evocai la mietitrice e li uccisi colpendoli al volo<br />

con un fendente. I restanti cani scapparono impauriti nella foresta.<br />

Riassorbii la mietitrice, guardando le bestie che si allontanavano correndo con la coda tra le gambe.


"Vi insegno io chi comanda qui!" borbottai.<br />

Mentre ero distratta sentii il rumore dello scocco di una freccia. Non feci in tempo a schivarla e mi colpì in<br />

pieno petto.<br />

Il primo cavaliere che avevo colpito si era svegliato.<br />

"Ti ho beccato, mostro" sussurrò, mentre tentava di rialzarsi da terra.<br />

Io mi limitai a ringhiare, scagliando un potente colpo telecinetico che uccise l'uomo all'istante.<br />

"Per tua sfortuna non temo l'impalazione" dissi stringendo i denti e togliendomi la freccia "avresti fatto<br />

meglio a startene a cuccia."<br />

Detto questo frugai il suo corpo e presi tutti i soldi che aveva. Avrebbero potuto servire.<br />

Divorai la sua anima ed entrai nel carro in cui erano rinchiusi i cani. C'era una grossa gabbia che si era aperta<br />

con i sobbalzi della carrozza. In fondo erano accatastati una decina di lepri, 3 cervi e un cesto traboccante di<br />

tartufi.<br />

Con mia grande soddisfazione vidi in un angolo alcuni mantelli che venivano usati probabilmente per<br />

ripararsi dalla pioggia durante le battute di caccia. Ne raccolsi uno di colore scuro e lo indossai: era perfetto.<br />

Uscii in fretta dal carro, corsi fino al cavallo che nel frattempo si era calmato e lo guidai fino a condurlo nella<br />

giusta direzione. dopodichè salii sul carro, afferrai le redini e mi diressi con calma verso la città.<br />

Non avrei avuto troppi problemi a superare gli eventuali posti di blocco: ero solamente un carro un po'<br />

ritardatario. Inoltre l'oscurità, il mantello e il cappuccio nascondevano bene le mie ali e il mio aspetto.<br />

Le porte della città erano davanti a me, controllate da due guardie armate di lancia e balestra. Mi avvicinai<br />

con disinvoltura, lanciando il cavallo a passo lento ma costante.<br />

"Alt!" urlò una guardia "Sei in ritardo. Qual'è la ragione?"<br />

"Lupi signore." risposi "Hanno sentito odore di sangue e hanno attaccato il cavallo. Per fortuna non abbiamo<br />

perso la cacciagione"<br />

Uno degli uomini camminò nervosamente dietro il carro, borbottò qualcosa e tornò vicino a me.<br />

"Il carro è pieno di sangue. Che fine hanno fatto i cani?"<br />

"Sono stati i lupi, signore -.-+... La gabbia si è aperta e i cani hanno attaccato i lupi... purtroppo la muta si è<br />

dispersa e siamo fuggiti. Non potevamo perdere il carico per colpa di qualche cane."<br />

Detto ciò, afferrai quattro grossi tartufi e li distribuii alle guardie "questo è un omaggio per voi, signori. Per<br />

quanto riguarda il sangue, la prossima volta che caricheremo delle bestie faremo più attenzione a non<br />

sporcare il telo."<br />

"Ah, grazie." esclamò sorridendo "Puoi passare"<br />

i due uomini si spostarono, aprirono i cancelli e passai. Certo che corrompere gli umani con il cibo era<br />

davvero facile...<br />

Avanzai per qualche centinaio di metri lungo la via principale della città, dopodichè svoltai in un vicolo<br />

stretto e privo di illuminazione.<br />

Fermai il cavallo e scesi dalla carrozza.<br />

Iniziai dunque a girare per la città. Il mio compito era di indagare per capire dove era tenuta la pietra della<br />

gola.<br />

Nonostante l'ora tarda, le strade erano disgustosamente piene di gente... e tutti si ingozzavano. Non c'era<br />

nessuno che non stesse masticando: chi beveva, chi mangiava, tutti avevano la bocca piena. E ai lati delle<br />

strade era pieno di schifosi umani che vomitavano.<br />

Oh, jeeze! qualcuno mi trattenga dall'ammazzare tutti!<br />

Mentre tentavo di non guardare l'orrendo spettacolo, un gruppo di soldati pesantemente armati si diresse<br />

verso l'uscita della città.<br />

Camminai fino alla piazza centrale, anteriore alla villa del nobile locale.<br />

Lì c'era un'enorme ammasso di umani: un uomo stava incitando la folla urlando cose che non riuscivo a<br />

capire.<br />

"...Non possiamo permettere che succedano cose del genere!"<br />

"Nooo!"<br />

"...Dobbiamo estirpare i parassiti della nostra città!"<br />

"Siii!"<br />

Mi schiaffeggiai la fronte, con un'espressione rassegnata.<br />

"...Il reato più grave va punito con la morte! E in questa città nulla è più grave di rubare del cibo!"


"A morte i ladri! A morte!"<br />

Non riuscii a vedere nulla, la folla era troppo ammassata e non potevo volare o arrampicarmi senza dare<br />

nell'occhio.<br />

Sentii il rumore di almeno 7 ghigliottine che scattavano.<br />

Un urlo inferocito salì dalla folla mentre le teste cadevano a terra con un tonfo sordo.<br />

Mi appoggiai ad un muro e aspettai la fine della cerimonia, divorando tutte le loro anime. Tsk, mi toglievano<br />

pure la soddisfazione di uccidere questi luridi scimmioni pelati.<br />

Ci volle più di mezz'ora prima che la gente si levasse dai piedi.<br />

Riuscii a vedere le guardie mentre portavano via i cadaveri: erano tre donne, due bambini e 2 uomini.<br />

Dall'abbigliamento era evidente che si trattava di mendicanti poveri. Beh, meglio così. Anime gratis.<br />

Entrai in una locanda vicina: era il posto migliore per raccogliere informazioni.<br />

Lì c'era il disastro: appena entrai mi travolse un'ondata di puzza d'alcol che mi fece quasi tossire.<br />

un grosso umano si girò verso di me, avvicinò il suo grugno fetente alla mia faccia fortunatamente coperta<br />

dal cappuccio e urlò:<br />

"AH AH! Un nano storpio! Hai sbagliato città per mendicare, oh si! ti taglieranno la tes..."<br />

Gli calpestai un piede con tutta la mia forza, tenendolo bloccato e prima ancora che potesse urlare alzai la<br />

balestra facendo uscire la punta dal mantello e gliela appoggiai al mento.<br />

"storpio a chi?" sussurrai con una voce gelida senza nemmeno guardarlo. "Stammi lontano, pezzente o sarai<br />

buono solo per nutrire vermi"<br />

Detto questo sollevai il piede, liberandolo.<br />

L'uomo cadde a terra rantolando, tenendosi il piede sanguinolento con entrambe le mani.<br />

I suoi compagni risero fragorosamente.<br />

Avanzai fino a raggiungere il locandiere, afferrai un paio di monete d'oro e le appoggiai al bancone.<br />

Anche il locandiere era mezzo ubriaco, e questo era un bene perchè avrebbe cantato più facilmente.<br />

"Ehi, tu." lo chiamai<br />

"Non servo gli stranieri" rispose. Poi vide le due monete e sgranò gli occhi "oh... mi dica"<br />

"Vedi queste quattro monete d'oro? Se rispondi alle mie domande saranno tue."<br />

"Io vedo solo due monete"<br />

Borbottai qualcosa tra i denti, speravo fosse più ubriaco... probabilmente ormai si era abituato all'alcol...<br />

"Per ora sono due, ma se sarò soddisfatto delle tue risposte, diventeranno quattro"<br />

"Chieda pure ciò che desidera"<br />

"Cerco una gemma. So che in questa città è stata portata una pietra preziosa dagli strani poteri. Voglio<br />

sapere chi l'ha portata e dov'è."<br />

L'uomo impallidì<br />

"Mi dispiace, signore, ma in questa città giungono molto spesso pietre di vari tipi e dimensioni. Non so quale<br />

cercate""<br />

Sbattei con uno scatto la mano sul banco, afferrando le due monete d'oro e l'uomo intravide per un attimo i<br />

miei tre artigli. Sbiancò ulteriormente.<br />

"Sicuro? Io credo che tu abbia paura di parlare. Ma forse dovresti avere PIU' paura a NON parlare" sibilai,<br />

alzando la voce solo sulle ultime tre parole.<br />

"Va bene"<br />

Il locandiere mi fece cenno di seguirlo. Lo seguii fino a raggiungere il magazzino sul retro.<br />

"Qui è un posto più adatto a parlare"<br />

"Allora parla, non ho tempo da perdere"<br />

"E' successo parecchio tempo fa. Un mercante ha portato in città una strana pietra gialla, molto bella. Il<br />

signore locale l'ha comprata subito. Diceva che gli serviva per adornare un quadro del suo castello. Sai, il<br />

nostro Signore si diletta nell'adornare il suo castello con quadri d'oro, argento e pietre preziose."<br />

"si tratta bene eh?"<br />

"la pietra in questione è diversa da tutte le altre... non tanto per le dimensioni ma per le leggende che la<br />

riguardano..."<br />

l'uomo tacque per parecchi secondi, poi continuò.<br />

"...Girano voci secondo cui la gemma emette una forte luce quando determinate persone si avvicinano. Altri<br />

dicono che la pietra riesce a possedere le menti degli umani più deboli. Stranieri che sono entrati in questa<br />

città si sono venduti la casa in cibi, alcolici e droghe. Naturalmente queste sono solo voci prive di


fondamento che girano spesso nella mia locanda..."<br />

"E dove si trova questa pietra?" lo interruppi<br />

"E' nella villa del Signore, oltre la piazza. Vi pre..."<br />

"Ho capito! Ma in quale stanza?"<br />

"Non so, non sono mai entrato in quella villa."<br />

"Nessuna voce a riguardo?"<br />

"La collezione di quadri dovrebbe essere al piano superiore, esposta in una grande stanza lussuosa... Vi<br />

prego, non dite a nessuno che vi ho dato queste informazioni"<br />

"Io non dico mai nulla, faccio solo domande." risposi, girandomi di spalle e allontanandomi.<br />

"Ma voi chi... cosa siete?"<br />

"Se vuoi vivere è meglio che ti tenga la curiosità" Detto questo uscii dalla porta sul retro lanciandogli le<br />

quattro monete d'oro.<br />

Mi avviai verso la villa, camminando ai lati della piazza in modo da evitare più gente possibile. Non fu<br />

difficile, anche perchè gli umani mi rimanevano istintivamente lontani: le ali nascoste sotto il mantello<br />

rendevano la mia sagoma simile a quella di un mendicante deforme.<br />

La villa era dritta davanti a me: il giardino enorme, con alte siepi rendeva difficile vedere la situazione oltre i<br />

cancelli. Fortunatamente avevo già sorvolato la zona e avevo visto praticamente tutto quello che mi serviva<br />

dall'alto, prima di entrare in città.<br />

Continuai ad avvicinarmi rimanendo nell'ombra: avrei dovuto completare la missione prima dell'alba.<br />

Sarebbe stato difficile nascondere la mia identità in pieno sole.<br />

Improvvisamente smisi di pensare: qualcosa mi bloccò il mantello, facendomi quasi inciampare. Mi voltai di<br />

scatto, tenendo una mano sull'elsa della spada.<br />

"Guarda un po' chi si rivede" quattro uomini piuttosto muscolosi e mezzi ubriachi uscirono da un vicolo<br />

laterale. Uno di loro teneva bloccato il mio mantello a terra con la punta di una spada. Altri due stavano<br />

mangiando ciò che sembrava un cosciotto di cinghiale a testa.<br />

"sei tu quel nanetto deforme che ha rotto il piede al nostro amico?"<br />

"ma lo sai che sei veramente uno scassaballe?" ringhiai<br />

"come hai detto?" urlò l'uomo, togliendo la spada da terra e puntandomela alla gola.<br />

"ho detto che sei uno scassaballe, sei sordo?"<br />

Detto questo l'uomo tentò di infilzarmi, ma io fui più rapida e afferrai la punta della lama con gli artigli della<br />

mano sinistra. Con la destra afferrai il coltello da caccia, tenendolo nascosto sotto il mantello.<br />

Con un movimento rotatorio del braccio sinistro portai la spada vicino a me, e quando l'uomo fu alla mia<br />

portata, lo sgozzai rapidamente con il coltello.<br />

Agii così velocemente che i suoi compagni non ebbero neppure il tempo di intervenire.<br />

"No! Ha ammazzato Maros! Bastardo!"<br />

I tre uomini restanti si avventarono su di me, armati di coltelli.<br />

Li schivai facilmente, nonostante il mantello rendesse più impacciati i miei movimenti.<br />

Saltai dietro di loro e ne pugnalai uno alla nuca. Mollai il coltello ed estrassi poi la spada che avevo rubato<br />

precedentemente al cavaliere.<br />

I due uomini restanti si voltarono verso di me. Il primo tentò di accoltellarmi, ma con un rapido movimento<br />

della spada gli mozzai il braccio prima e poi la testa. L'ultimo tentò di fuggire, ma lo freddai subito con un<br />

colpo telecinetico.<br />

Divorai le loro anime e mi avviai alla villa.<br />

Mi guardai attorno attentamente, dopodichè iniziai a scalare le mura esterne conficcando bene gli artigli<br />

sulla pietra porosa. Arrivata in cima sbirciai il giardino sottostante: c'erano tre guardiani che pattugliavano la<br />

zona esterna. Si vedevano bene perchè portavano con se una lanterna. Il portone principale aveva due<br />

guardie mentre le porte secondarie erano sorvegliate da un solo uomo.<br />

I piani superiori e i terrazzi non erano controllati, evidentemente perchè nessuno li poteva raggiungere dal<br />

basso. Ma dall'alto erano una perfetta piattaforma di atterraggio.<br />

Slegai il mantello e liberai finalmente le ali che mi si erano intirizzite. Aspettai che le guardie guardassero<br />

altrove e saltai, volando fin sopra il tetto della villa.<br />

Atterrai silenziosamente sopra una finestra e cercai di guardare dentro mettendomi a testa in giù. Dentro


non c'era nessuno e non era neppure molto illuminato. Scesi aggrappandomi al davanzale e tentai di aprirla,<br />

ma purtroppo era chiusa dall'interno.<br />

Provai ad aprire la serratura con la telecinesi, ma la mia tecnica non era ancora sufficientemente affinata.<br />

Non potevo sfondare la finestra o mi avrebbero scoperto. Mi guardai attorno: decisi di lasciare perdere<br />

l'attico e volai verso un ampio terrazzo al secondo piano, a sud. Chiusi le ali e mi diressi cautamente verso la<br />

porta. Provai ad aprirla, ma anche questa era chiusa dall'interno.<br />

Stavo pensando a cosa fare quando, attraverso il vetro, vidi l'ombra di qualcuno che passava.<br />

A quel punto bussai debolmente e mi nascosi dietro alla porta.<br />

La serratura si aprì e un uomo si affacciò per vedere cosa ci fosse. Non persi tempo e lo stordii con un pugno<br />

sulla nuca, dopodichè gli tappai la bocca con una mano e lo trascinai fuori.<br />

Planai fin sul tetto di una casa vicina, tenendo l'uomo immobilizzato con un braccio attorno al collo. Una<br />

volta atterrata, controllai di non essere stata vista e sussurrai:<br />

"Se urli ti ammazzo nel modo più atroce possibile. Adesso ti farò una domanda, se risponderai potrai vedere<br />

l'alba di domani. ascoltami bene: voglio sapere dove il tuo padrone tiene la sua collezione di quadri e di<br />

pietre preziose..."<br />

Tolsi lentamente la mano, rafforzando la stretta sul collo.<br />

"Ossignore... ossignore..." sussurrò l'uomo<br />

"Parla!" ringhiai a denti stretti, dandogli uno strattone.<br />

"si...sisisi, ma ti-ti prego non ammazzarmi... è al centro del s-secondo piano."<br />

"voglio la strada più breve!"<br />

"Si, e-entrando dalla finestra di p-prima, esci dalla stanza e vai lungo il corridoio, i-il po-portone grande al<br />

centro..."<br />

"Guardie?"<br />

"D-di solito due fuori dalla porta e tre d-dentro"<br />

"Grazie, è stato un piacere"<br />

Divorai parte della sua anima, mettendolo a tappeto per un bel pezzo, e lo lasciai sul tetto.<br />

Mi liberai del mantello e delle armi, se il piano che avevo in mente funzionava non ne avrei più avuto<br />

bisogno.<br />

<strong>Torna</strong>i di nuovo in terrazzo ed entrai.<br />

Delle urla provenienti da fuori mi bloccarono "Cadaveri sulla strada a sud della foresta!"<br />

Cadaveri? Io ne avevo ucciso solo uno!<br />

"Allarme! qualcuno ha rubato la carrozza di Simor! Garan e gli altri sono stati sbranati dai vampiri!"<br />

Ah... ... questo non l'avevo previsto...<br />

Rimasi a fissare fuori con un aria un po' stupida, mentre vedevo le guardie che uscivano dal giardino della<br />

villa per setacciare la città, a caccia dell'intruso.<br />

Questo era un bene perchè avrei avuto meno umani armati tra i piedi.<br />

Speravo solo che tutto quel baccano non svegliasse prematuramente il tipo che avevo appena lasciato sul<br />

tetto. Se lo avessi ammazzato forse sarebbe stato meglio...<br />

La stanza era piuttosto piccola e scarsamente illuminata. Avanzai verso l'unica porta e sbucai in un ampio e<br />

lussuoso corridoio. Sbirciai oltre la parete: le due guardie erano in allarme e stavano camminando<br />

nervosamente davanti al portone indicato dall'uomo di prima. Dopo qualche secondo scomparvero giù da<br />

una rampa di scale, presumo... non vedevo molto bene dalla mia posizione.<br />

<strong>Torna</strong>i <strong>indietro</strong> e con un colpo telecinetico al massimo della mia potenza sfondai la parete della piccola<br />

stanza, sbucando in un lussuoso atrio con la volta a cupola.<br />

Effettivamente da lì partiva una rampa di scale che andava verso l'alto, alla cui sommità vi era la stanza dei<br />

quadri.<br />

Caddi al centro della stanza e mentre le guardie sopraggiungevano lanciai immediatamente il glifo di fuoco,<br />

incendiando la stanza.<br />

Il diversivo era stato creato.<br />

Prima di essere vista, passai al Regno Spettrale e me ne andai in tutta tranquillità.<br />

<strong>Torna</strong>i sulla stanzetta di prima, uscii dalla villa attraverso la porta aperta, trovando un portale comodo<br />

comodo al centro del tetto.<br />

<strong>Torna</strong>i al Regno Materiale e rientrai nuovamente alla villa.


Vidi la porta della stanza dei quadri aprirsi, e le tre guardie uscirono per tentare di domare l'incendio.<br />

Senza più nessuno tra i piedi, fu un gioco da ragazzi arrivare al mio obiettivo. La stanza era molto grande e<br />

preziose cornici mettevano in risalto la bellezza di ancor più lussuosi quadri.<br />

Vi erano gemme di tutti i tipi, ma una colpì la mia attenzione: il quadro era al centro della stanza, enorme, e<br />

ritraeva probabilmente il padrone di casa.<br />

Una pietra gialla adornava la cornice: provai a sfiorarla e questa si illuminò.<br />

La staccai con forza, uscii di corsa dalla stanza, mentre le guardie mi davano ancora le spalle e volai<br />

rapidamente alla cattedrale.<br />

Missione Compiuta!<br />

RESPEN<br />

Quando vidi tornare anche Soul alla Cattedrale del Sangue, mi decisi a partire. Non sapevo bene come poter<br />

gestire l’incarico di Omega.<br />

Dante aveva recuperato la pietra della lussuria, Sillich l’invidia e Soul la pietra della superbia, da lui stesso<br />

creata millenni fa. Il nostro scontro ai Pilastri, durante l’epoca in cui egli aveva tentato di conquistare l’intera<br />

Nosgoth, era ancora ben vivo nella memoria di entrambi. Adesso si definiva un dio, con tutto il potere e le<br />

abilità che aveva guadagnato col passare del tempo.<br />

Personalmente non amavo definirmi un dio, sebbene la nostra potenza fosse equiparabile. Mi limitavo a fare<br />

del mio meglio per sostenere Nosgoth, ed il potere che mi era stato concesso non era che un mezzo per<br />

raggiungere uno scopo. Non ero geloso della mia posizione. Non tanto, almeno.<br />

Il tempo di formulare un pensiero e mi ritrovai a Wasserbunde. Beh, decisamente il teletrasporto era<br />

comodo. Le mura della città erano deserte, nessuna guardia sugli spalti, nessun carro per le strade, nessun<br />

contadino nei campi. Non c’era anima viva fuori dalla città e il silenzio più totale proveniva dall’interno delle<br />

mura.<br />

Volai sulla cinta e osservai: c’era gente in città, ma era seduta per strada, apatica e inerme. Stavano tutti<br />

fermi, a fissare il vuoto, come in trance.<br />

La città sembrava abbandonata, ma non per la mancanza di persone, piuttosto per il fatto che nessuno si<br />

occupava dell’approvvigionamento, dello smaltimento rifiuti, di fare la guardia alle porte, di lavorare.<br />

Creai una debole illusione che mi camuffasse agli occhi degli abitanti di Wasserbunde, in modo da poter<br />

girare liberamente per le strade.<br />

“Procedere per tentativi” non era di certo la mia tattica preferita, ma se non c’era altro modo…<br />

Camminando per le vie vidi gente seduta o sdraiata per terra, con la testa ciondolante. Non stavano facendo<br />

assolutamente niente. Stavano lì a vegetare.<br />

Entrai in una casetta, per rendermi meglio conto della situazione, e vidi un uomo sdraiato su un letto.<br />

Sembrava dormire, ma aveva gli occhi aperti. Sul tavolo, una modesta cena, intatta e fredda. L’uomo era<br />

magro, sporco, emanava un odore ripugnante. Era morto d’inedia; non aveva trovato la forza e la volontà di<br />

alzarsi dal letto per mangiare.<br />

Gli chiusi gli occhi e uscii dalla casa.<br />

Ecco a cosa portava l’accidia elevata al massimo grado: la morte. Dovevo trovare in fretta la pietra blu, per<br />

non rischiare la vita di tutti quegli umani.<br />

Arrivai al centro della città, dove gente abbandonata a se stessa stava sparsa ovunque: qualcuno era già<br />

morto.<br />

Che inutile spreco di vite! Come ci si poteva lasciar andare in quel modo?<br />

Vagai senza una meta precisa, fino a quando raggiunsi un edificio che emanava una debole luce bluastra.<br />

Senza dubbio era quello il luogo in cui si trovava la pietra dell’accidia. Sembrava un forte, ma le guardie<br />

all’esterno se ne stavano immancabilmente sdraiate per strada; mi lasciarono arrivare al portone senza il<br />

minimo sforzo, semplicemente camminai in mezzo a loro.<br />

Il portone era massiccio, di metallo grigio, senza serrature o maniglie. Provai a spingerlo ma non si mosse.<br />

Era chiuso dall’interno, forse con una sbarra.<br />

La mietitrice d’aria non sarebbe servita, in questo caso.


“Come apro questo portone?” chiesi ad una delle guardie.<br />

“Non lo so, non m’interessa… lasciami in pace” mi rispose.<br />

Non avrei ricevuto alcun aiuto da queste persone.<br />

Incurante dell’illusione che avevo creato per nascondere le mie vere sembianze, spiegai le ali e volai sul tetto<br />

del forte: con un paio di colpi di Mietitrice mi feci largo ed entrai.<br />

Anche qui non c’era anima viva. La desolazione del luogo accentuava una strana sensazione d’impotenza. Mi<br />

pareva impossibile, ma il cristallo iniziava a fare effetto anche su di me? Le mie difese mentali mi stavano<br />

tradendo? Non lo ritenevo probabile. Era strano che qualche effetto mentale potesse attuarsi, d’altronde io…<br />

Mi osservai incredulo: mi ero seduto a riflettere!<br />

Forse il cristallo mi influenzava, anche se in maniera minore rispetto agli umani. Mi rialzai in fretta, e iniziai a<br />

percorrere i piani del forte, alla ricerca del cristallo, cercando di restare concentrato sul mio obiettivo. C’era<br />

almeno un lato positivo in tutto questo: non avrei incontrato resistenza.<br />

Fu facile infatti raggiungere di nuovo il piano terra, perché chiunque incontrassi era sdraiato, inerme o<br />

morto.<br />

Arrivai senza problemi nella sala centrale, una stanza rettangolare molto ampia, sostenuta da colonne e<br />

archi. Al centro torreggiava una gigantesca figura quarzosa blu, che emanava un potere oscuro. Aveva le<br />

fattezze di una donna, o quantomeno ci assomigliava, ma sembrava ricoperta di scaglie di cristallo.<br />

Improvvisamente la verità mi folgorò con la sua disarmante semplicità: quell’essere ERA il cristallo.<br />

“Dunque sei tu la responsabile di tutto questo…”, dissi avvicinandomi.<br />

“Ah, ma guarda un po’ chi si rivede, il mietitore…”, rispose la figura. Chi era questo essere? Sembrava avermi<br />

già visto. Di sicuro io non ricordavo una tale aberrazione.<br />

“Cosa sei, creatura?” gridai.<br />

“Che strano, non ti ricordi di me? In effetti sono un po’ cambiata dall’ultima volta che ci siamo incontrati…”<br />

“Di cosa stai parlando? – mi avvicinai di qualche passo – Io ti vedo adesso per la prima volta! Ma sta’ sicura<br />

che questa sarà anche l’ultima!”<br />

“Ma davvero? Forse faresti meglio a scavare nella memoria, piccolo sorcio blu…” disse la creatura con tono<br />

sprezzante.<br />

Fu il modo in cui mi chiamò. Quello mi fece ricordare. Molti anni prima avevo combattuto contro una<br />

demonessa che aveva tentato di rubarmi l’anima. All’epoca vagavo per Nosgoth lottando come potevo per<br />

mantenere l’equilibrio, e m’ero imbattuto in questa creatura di nome Larkhala che aveva rubato le anime di<br />

vari governanti per guadagnare potere. Allora era molto simile a una donna umana, non aveva il corpo a<br />

scaglie quarzose. Ero riuscito a scacciarla via, ma a quanto pareva ora era tornata in azione.<br />

“Dì un po’, dove sei stata tutto questo tempo? – le dissi beffardo – Sembra che la cura non ti abbia<br />

giovato…”<br />

“Che tu sia dannato, Mietitore! A causa tua ho perso tutto! Mi ripagherai di ciò che mi hai fatto!” urlò<br />

Larkhala, correndo verso di me.<br />

Ovviamente non rimasi fermo a guardare. Evocando la mietitrice d’aria, la mia preferita, mi spostai di lato,<br />

ferendola al fianco.<br />

“Aaaargh! Maledetto! Ti farò pentire anche di questo!” urlò Larkhala, voltandosi di scatto e cercando di<br />

colpirmi con gli artigli.<br />

Evitai con facilità anche questo secondo attacco, saltai verso l’alto e atterrai dietro di lei, aprendo le ali.<br />

“Sei troppo lenta, demonessa!” urlai.<br />

“Lo vedremo. Sai, i miei poteri sono cresciuti dall’ultima volta che ci siamo incontrati. Ti conviene arrenderti<br />

subito!”, rispose Larkhala.<br />

Non attesi un istante di più: mi teletrasportai vicino a lei, allungai il braccio e la sollevai da terra, tenendola<br />

per il collo.<br />

“Osserva, stolta! Allora, che ne dici? Anche io non sono più quello di una volta, non ti pare?”, dissi,<br />

muovendo piano la Mietitrice vicino al suo viso.<br />

Per tutta risposta mi tirò un calcio così forte da farmi lasciare la presa. Mentre me ne stavo a tossire per il<br />

dolore, Larkhala corse verso il portone d’ingresso principale, sollevò la sbarra e usci fuori.<br />

Traslai la mia materia all’esterno giusto in tempo per vederla con le braccia alzate verso l’alto gridare:<br />

“Ammira il mio potere e piangi, Mietitore!”<br />

Una luce chiara si alzò dai corpi delle persone che sdraiate stavano all’esterno del forte e si concentrò tra le<br />

mani di Larkhala, ingrandendosi sempre più.


“Che c’è, hai perso la tua baldanza?”, mi chiese.<br />

Non riuscivo a capire. Improvvisamente una forza ignota e atavica mi spingeva a lasciar perdere ogni cosa, a<br />

sdraiarmi lì dov’ero e fregarmene di tutto.<br />

“Ah ah ah! – rise la demonessa – Hai visto? Ti senti mancare la volontà, non è vero? È inutile che cerchi di<br />

combattermi, adesso!”<br />

La voglia di continuare mi stava abbandonando. Semplicemente non volevo fare più niente.<br />

Sentii un forte dolore alla testa, nel momento in cui il Pilastro della Mente brillò. Mi aveva riportato alla<br />

realtà. Scossi la testa e rialzai il capo, fissando la demonessa.<br />

“L’accidia che il tuo nuovo stato provocava in me è svanita, Larkhala. Arrenditi subito e dammi il cristallo, e ti<br />

lascerò viva. Non su Nosgoth, ma almeno viva…”<br />

“Povero illuso… credi di spaventarmi? Sono io la più forte!”, urlò lei.<br />

“Perché sprechi con tanto ardore la possibilità che ti sto offrendo? Non lo vedi? La tua influenza su di me è<br />

nulla, ormai. Rassegnati!”, dissi.<br />

“No, mai! Mi hai fermata una volta, non succederà di nuovo!”<br />

E dopo aver detto questo, mi scagliò contro la sfera che teneva tra le mani, prodotta dell’energia estratta dai<br />

corpi presenti nella piazza.<br />

Non mi spostati per evitarla, troppi umani sarebbero potuti soccombere se mi fossi scansato. Evocai invece<br />

la mietitrice mettendomi in posizione difensiva, e quando il colpo arrivò lo feci impattare sulla lama<br />

fantasma, deviandolo verso il cielo. L’urto mi aveva spostato di qualche metro, ma niente che non potessi<br />

recuperare.<br />

Col teletrasporto fui subito di fronte a Larkhala e la attaccai senza pietà, lei schivò qualche colpo, ma ben<br />

presto le ferite iniziarono a farsi sentire anche su quel suo corpo quarzoso. Rallentò. Non che fosse un razzo,<br />

prima, ma la cosa divenne ancora più semplice.<br />

Alla fine, allo stremo delle forze, Larkhala si tirò in piedi, alzò di nuovo le braccia verso l’alto e provò ad<br />

estrarre dai corpi umani dell’altra energia. La lasciai fare, avevo in mente un piano.<br />

“A…Adesso ti f…farò… ti farò… ved…ere io…”, biascicò.<br />

Non credevo che sarebbe riuscita a fare grandi cose.<br />

Raccolse una debole sfera di energia tra le mani, e me la lanciò contro. La deviai senza problemi.<br />

Tuttavia non m’ero accorto che Larkhala s’era avvicinata a un uomo disteso per terra, l’aveva sollevato di<br />

peso sopra la testa e me lo stava lanciando contro. Il poveretto volò sopra la piazza, in silenzio, e si schiantò<br />

contro un muro, esalando il suo ultimo, debole, pigro respiro.<br />

Osservai sgomento Larkhala, che con un ghigno sarcastico raccoglieva da terra una giovane donna dicendo:<br />

“Sembra che la vita di questi umani ti stia a cuore, mietitore… vediamo se sei abbastanza veloce!”<br />

La demonessa scagliò la donna in aria, saltò e cercò di trafiggerla coi suoi artigli.<br />

Arrivai tra Larkhala e la sua fragile vittima in tempo perché non la colpisse, ma la donna era ormai a pochi<br />

centimetri da terra.<br />

Passai allo Spectral. Il tempo si fermò, permettendomi di pensare. Se ci fosse stato un portale nelle vicinanze<br />

avrei potuto impedire che la donna si sfracellasse al suolo: tuttavia di portali non v’era l’ombra.<br />

Iniziai ad arrabbiarmi. Avevo già perso praticamente due vite umane. E non era nel mio stile. Avevo sempre<br />

cercato di proteggere gli umani, per quanto m’era stato possibile. La rabbia crebbe.<br />

Trovai un portale poco distante; mentre vedevo il mondo ruotare e tornare ad avere dei contorni definiti<br />

sentii il tonfo sordo del corpo che cadeva.<br />

“Adesso basta!”, gridai.<br />

Arrivai di fianco a Larkhala proprio mentre raccoglieva un altro uomo, e le infilai la mietitrice spettrale nel<br />

fianco destro con tutta la forza che avevo in corpo; la demonessa urlò di dolore e lasciò andare la preda,<br />

girandosi di scatto. Tentò di colpirmi ma mi smaterializzai per comparirle dietro, infilzandola di nuovo.<br />

“Maledetta tu sia nei secoli, Larkhala! Di te non resterà nemmeno il ricordo!”, gridai, agitando la mietitrice.<br />

Lei tentò di schivare, ma con un altro teletrasporto le apparvi davanti, mozzandole definitivamente la testa.<br />

Il corpo quarzoso si dissolse, lasciando solo un piccolo frammento blu.<br />

Lo raccolsi.<br />

Prima di tornare alla Cattedrale del Sangue scrissi sul portone del forte:<br />

Alcune vite sono spirate a causa mia. Io sono in debito con tutti voi, ora. Mi rifarò vivo, e vi aiuterò quando ne<br />

avrete ancora bisogno. Respen


LOSI<br />

In precedenza ho avuto a che fare con qualcosa che metteva un freno a molte azioni, la Paura, ora ho a che<br />

fare con qualcosa che dà via libera a tutte le azioni, l’Ira. Ritornato nella Cattedrale del Sangue dopo aver<br />

compiuto quel massacro di massa per uccidere tutti quei golem, volevo aiutare Omega a ritrovare un<br />

cristallo della sua spada, il Cristallo dell’Ira. Assegnatami la missione, mi equipaggiai di Rayne’s Blades e<br />

HeadCutter e partii in direzione di Uschtenheim. Attraversai Wasserbounde usando il Mist per non essere<br />

visto e quindi per non trasformarmi, attraversai una piccola parte di foresta, mi mantenei vicino la riva del<br />

Lake of Dead e tagliai per la Termogent Forest, incontrando ogni tanto qualche facile e fastidiosa preda.<br />

Trovai anche qualche bandito ucciso e senza sangue, di sicuro opera di qualcuno di noi. Dopo tutta quella<br />

camminata, arrivai a Uschtenheim che era ricoperta da una debole aura rossa di cui capii subito la fonte. Mi<br />

addentrai e vidi che anche a quella ora la gente era sveglia e nella parte più periferica della città, dove mi<br />

trovavo io, la gente aveva solo una espressione arrabbiata ma riusciva ancora a controllarsi; più verso il<br />

centro, bastavano degli sguardi per far nascere risse, così andai proprio al centro della città dove si sentivano<br />

grida e rumori di ferraglie varie. Quando arrivai, c’era tantissima gente in un’orgia di violenza: sangue e<br />

cadaveri per terra, uomini, donne e bambini che commettevano atrocità senza capire cosa facessero, tutto a<br />

causa del Cristallo che in loro faceva nascere una insensata Ira. Sentii che il Cristallo stava influenzando<br />

anche me, ma riuscivo ancora a controllarmi perché ne ho fatto largo uso in precedenza dell’Ira. La cosa<br />

strana era che, sebbene mi trovassi al centro, la gente non aveva paura dell’armatura perché era troppo<br />

impegnata a malmenarsi con altri. Non sapevo da dove cominciare a cercare, anche se sapevo che ero vicino<br />

al Cristallo perché lì le risse si facevano più frequenti, quando improvvisamente sentii una lunga risata<br />

provenire dal sottosuolo. Non so perché, ma quella risata suscitò in me una smisurata Ira: emanai anche io<br />

un’aura rossa, gli occhi ribollivano di sangue e nella bocca sentivo sapore di sangue. Non seppi più<br />

controllarmi, estrassi le Rayne’s Blades e iniziai a uccidere tutti quelli che si trovavano davanti a me.<br />

Volteggiando più volte su me stesso a braccia aperte, riuscii a uccidere varie persone grazie anche alle<br />

Rayne’s Blades che si erano caricate completamente dell’elemento Aria e così lo liberai generando una forte<br />

folata di vento intorno a me che divise tutti quelli che stavano combattendo fra loro. La gente quasi si<br />

ridestò, come se il potere del Cristallo fosse svanito e cercarono la fonte di quella folata di vento. Mi videro e<br />

iniziarono a provare Paura e sentii che poco a poco mi stavo trasformando. Il terreno emanò varie scosse di<br />

terremoto, per poi sfondarsi a una decina di metri da me. Ne uscì un demone che aveva il Cristallo dell’Ira<br />

incastonato nella parte sinistra del petto. Il demone era alto circa 2.5 metri ed era infuocato proprio come i<br />

fuochi interiori dell’Ira. Per aspettare che finissi la trasformazione, dissi:<br />

“Dammi il Cristallo che porti nel petto se non vuoi morire!”<br />

Egli rispose:<br />

“Se ti darò il Cristallo morirò lo stesso, quindi preferisco difenderlo”<br />

“Perché ultimamente state scatenando i 7 peccati capitali?”<br />

“Perché voi ci state cercando. Siamo esistiti da sempre, abbiamo controllato sempre in modo equilibrato i 7<br />

peccati e non vogliamo finire nelle vostre mani. Ogni Cristallo ha il suo modo di difendersi da chi conosce la<br />

nostra esistenza, c’è chi controlla le menti, chi si mostra come me.”<br />

“E se ti uccidessi?”<br />

“Non lo farai! E poi il cristallo è indistruttibile, continuerà ad avere influenza, solo che non lo controllerò più<br />

io.”<br />

“L’importante è questo, MUORI!”<br />

La trasformazione era completata ( ), il sangue cadeva dal cielo copiosamente, infastidendo il demone di<br />

fuoco. Allargai entrambe le braccia e da pochi umani estrassi tutto il loro sangue, poi lo plasmai creando uno<br />

spadone che dovetti tenere con entrambe le “mani” e iniziammo lo scontro. Lui si batteva solo con le mani,<br />

io con la “spada”, ma la situazione continuava ad essere di parità, così fece un balzo <strong>indietro</strong> e dalle sue mani<br />

cominciò a far uscire delle meteoriti infuocate. Con le prime mi limitai a evitarle, poi quando divenne più<br />

veloce, cercai di frantumarle con la spada. Il demone si fermò, poi congiunse i pollici delle mani e da lì poco<br />

a poco si formò un meteorite molto più grande che mi scagliò contro e quando fu abbastanza vicino a me,<br />

congiunsi anche io le mani e con la telecinesi riuscii a fermare il meteorite a qualche centimetro dal mio<br />

petto. Lo tenni ancora per qualche secondo fermo vicino a me per caricare un altro colpo d telecinesi e<br />

rimandarlo <strong>indietro</strong>. La velocità con cui lo rimandai era assai più elevata rispetto a quella con cui il demone<br />

mi aveva cercato di colpire, infatti riuscii a staccargli il braccio destro. Cominciai a sentirmi strano, più debole,


poi con un dolore lancinante capii che la trasformazione era finita e stavo tornando vampiro. Finita la<br />

trasformazione mi rialzai barcollando leggermente e il demone disse:<br />

“Ah ora sei tornato un insignificante vampiro, sarà uno scherzo ucciderti!”<br />

“Non ne sarei così sicuro”<br />

Così iniziai a correre verso di lui pronto a colpire con la Headcutter ma a pochi centimetri dal demone, col<br />

suo braccio sinistro caldissimo mi colpì lateralmente scaraventandomi a circa quindici metri da lui, su un<br />

muro, dove per terra erano accasciati gli umani che feci volare prima. Mi rialzai appoggiandomi sulla<br />

Headcutter e di nuovo corsi verso di lui, quando fui abbastanza vicino, saltai tenendo con entrambe le mani<br />

l’ascione pronto a sferrare un potente colpo dall’alto verso il basso, ma come prima col braccio sinistro mi<br />

scaraventò sul muro opposto a quello di prima. Il colpo mi rese confuso e debole, così da seduto, allungai il<br />

braccio e diressi verso la mia bocca il sangue di un umana poco distante da me, distesa per terra esausta. Mi<br />

rialzai e pensai “Forse aveva ragione, così sarà uno scherzo uccidermi, non devo farmi prendere dall’ira” così<br />

espirai lentamente tutta l’aria che avevo dentro, cercai di calmarmi e corsi di nuovo verso di lui, ma stavolta a<br />

circa 5 metri da lui caricai un Energy Bolt che indirizzai al suo volto che il demone coprì con la mano sinistra,<br />

così balzai sul suo petto facendolo cadere per terra e con gli artigli cercai di strappargli la sua fonte di vita, il<br />

Cristallo dell’Ira. Cercò di staccarmi da lui con la mano che gli era rimasta ma con la telecinesi riuscii a tenerla<br />

ferma per il tempo necessario per strappargli il Cristallo, il quale compito fu più arduo a causa del calore che<br />

emanava il demone. Quando glielo staccai, emanò un urlo fortissimo e man mano si ridusse a una pietra<br />

incandescente e svanì l’aura rossa intorno alla città e alla gente. Finalmente presi il Cristallo, rimasi<br />

inginocchiato a terra ancora per qualche secondo per ammirarlo poi mi rialzai e cominciai a correre più che<br />

potevo verso la cattedrale dato che il potere della pietra era ancora al massimo, avrei dovuto aspettare<br />

ancora ma la gente avrebbe ricominciato a uccidersi. <strong>Torna</strong>to alla Cattedrale, consegnai la pietra a Omega e<br />

dissi “Per questa molte nostre fonti di vita sono state sprecate, non era nelle mie intenzioni.”<br />

KEIJA<br />

http://lokforum.forumfree.it/?t=2824021&st=225#entry43393533<br />

“MERIDIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAN!!!!!!!!MERIDIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAN!!!!!!!!!!!!!!!!!<br />

……………………………………………………………………………………………………………………………….<br />

Ti priverò completamente di ogni tua forma di ricchezza:dalle monete più infime alle banconote maggiori,dai<br />

fondi di bottiglia ai gioielli più rari,dalle baracche in rovina alle ville immense…Tutto ciò sarà mio!La mia fame<br />

di ricchezza non si placherà con qualche misero spicciolo!!!!.....Ah e naturalmente prenderò anche quella<br />

pietra dal colore dell’oro.” Partì di corsa dalla Cattedrale del Sangue sottoforma di Lupo cosicché il viaggio<br />

sarebbe stato rapido:Wasserbunde era la prima città che dovevo attraversare e qui era influente il potere<br />

dell’accidia;visto che passavo di li mi sarei occupato volentieri di distruggere quel luogo fino a che non fosse<br />

spuntata fuori la pietra locale,ma sapevo che il suddetto compito era affidato a una creatura al di fuori delle<br />

mie capacità,purtroppo ero cosciente dei miei limiti contro alcuni individui e ne soffrivo terribilmente…<br />

comunque per non farmi plagiare da quello spirito peccaminoso aumentai il passo,sapevo che se mi sarei<br />

fermato ne le mie zampe ne il resto del corpo si sarebbe destato facilmente e sarei rimasto in quel luogo<br />

fino al completo oblio perciò non fermandomi nemmeno per un attimo attraversai quella città con la rapidità<br />

di un ombra fugace dissipata alla vista del Sole. Ora risolto il problema Accidia dovevo occuparmi di arrivare<br />

al mio obbiettivo passando attraverso i boschi e successivamente nell’area vicino ai Pilastri e al cimitero:Nei<br />

primi sicuramente avrei trovato qualcosa da mangiare e nei secondi,mi sarei semplicemente dovuto limitare<br />

a stare lontano dalla città a Sud incline alla più suprema Superbia. Schivavo gli alberi di quella zona con<br />

noncuranza,avevo ormai memorizzato quella parte di Nosgoth e non c’era molto che poteva stupirmi…<br />

c’erano sempre le stesse cose:Qualche Dumahim qui,un po’ di Melchiahim li,degli sgozzamenti sparsi a<br />

casaccio e qualche gemito o urlo che ogni tanto spezzavano l’apparente silenzio della notte…la solita<br />

tranquillità notturna in poche parole,ma c’era un qualcosa che faceva l’eccezione; c’erano degli uomini sulla<br />

riva del lago di Nachtholm,degli uomini in carne e ossa,vivi e che facevano qualcosa di strano con degli<br />

strumenti altrettanto strani,tra cui dei grossi sacchi che proteggevano gelosamente tenendoli legati al<br />

collo;mi incuriosì e domandai gentilmente a uno di questi cosa stavano facendo:<br />

K:”EHI TU!Si può sapere cosa maledizione fate a quest’ora della notte!??!?!!?Se cercate le prostitute sono<br />

dalla parte opposta!!!”Poi quasi sussurrando aggiunsi:”Imbecilli umanoidi che non siete altro mi fate schifo!!!


Non sapete nemmeno dove si riuniscono le donne dai facili costumi!!!!Feccia della terra dovrei darvi in pasto<br />

ai Melchiahim!!!!”<br />

?:”AAAAAAAAAAAH!!!!NIENTE NIENTE NIENTE!!!Ma che prostitute!!!!CHE DICI!?!?”<br />

Qualcosa gli cadde dalle mani,l’aveva appena raccolto,era un qualcosa di molto rilucente che brillava<br />

nonostante la poca luce fornita dalla Luna…ERA ORO!!!<br />

K:BRUTTO VECCHIACCIO BASTARDO!!!!State cercando l’oro nel lago?!Anzi no!Avete trovato l’oro nel lago!!!…<br />

Quel sacco ne è pieno?!...DAMMELO SUBITO!!!Prendo tutto io!!!!<br />

?:NO!NO!NO!E NO!!Questo è mio!Ho rischiato la vita per prenderlo e ci ho messo tutta la not…<br />

K:“ENERGY BOLT!!!Che fai urli eh vecchiaccio?!?Cosi impari a fare il taccagno con me eheheh,ora devo solo<br />

allungare le mani e prend……………………PORCO MELCHIAH BALLERINO!!!Ora come caxxo faccio a prendere la<br />

sacca?Il cadavere è nell’acqua,merda!!!......…HMMMM…Dei Rahabim…si stanno avvicinando al corpo del<br />

taccagno,tsk guarda che fortuna che ha avuto!L’ho salvato da una morte peggiore!Ma ora pensiamo all’oro.<br />

EHI TU Vampiro con i braccioli sbrigati a venire qui su!Ecco da bravo afferra il cadavere con la tua<br />

boccaccia…non far cadere la sacca…avvicinati a me…ecco e ora….SPLATCH…..Non è giusto sporco sempre gli<br />

artigli con un misero Vampiro,ma almeno stavolta mi tocca un premio;niente male il cocktail di sangue<br />

umano e Rahabim…ora vediamo la merce...Il vecchiaccio ha fatto proprio un buon lavoro,ha riempito la sacca<br />

per ben…”<br />

Fu allora che tre o forse sei colpi telecinetici mi colpirono,trapassando in pieno la sacca che stavo<br />

esaminando: la squarciarono completamente scaraventandomi contro tutte le gemme dorate contenute in<br />

essa:come dardi infuocati i frammenti d’oro penetrarono nel mio corpo,essendo ancora intrisi dell’acqua del<br />

lago riuscirono a penetrare nella mia carne immortale con facilità iniettandosi nel petto,nelle braccia e alcuni<br />

perfino nel viso…<br />

K:”PORCO TUREL,DUMAH,ZEPHON,MELCHIAH,MA SOPRATTUTTO RAHAB!!!!!PESCI MERDOSI TROPPO<br />

CRESCIUTI!Giuro che ora vi staccò ogni branchia,pinna o quello che è!L’oro io lo uso per arricchirmi non per<br />

farmi bello!!!”<br />

Gli umani che stavano raccogliendo l’oro alla vista dei vampiri scapparono,o sarebbe meglio dire che si<br />

limitarono a provarci:era difficile per loro riuscire a respirare sott’acqua e resistere agli attacchi<br />

telecinetici,vennero sterminati facilmente. Ora i Vampiri volevano gustare della carne simile alla loro,della<br />

carne divina ancora non corrotta dall’inesorabile passare del tempo…ovviamente se non l’avete capito sto<br />

parlando della MIA!!!!Io naturalmente smaniavo dalla voglia di farli fuori,ma il mio spirito era placato<br />

dall’acqua,esso sapeva bene che gli era nociva:Più di una volta gli aveva cagionato dolenti ferite che<br />

svanivano difficilmente,ma nonostante tutto…ERO TROPPO INCAXXATO!!!Sbraitavo,ringhiavo e mi<br />

contorcevo dalla rabbia di non poter far nulla,di dovermi solo limitare a respingere gli attacchi telecinetici<br />

con degli Stun o altri attacchi mentre nel frattempo le pepite bruciavano nel mio corpo;ma a quel punto un<br />

Rahabim,troppo risoluto o forse semplicemente deficiente,saltò fuori dall’acqua nel tentativo di strapparmi<br />

via un braccio e io cogliendo al volo l’occasione lo afferrai per la gola iniettandogli i miei artigli cosi in fondo<br />

alla carne che a un certo punto trovai l’osso del collo…stavo per ucciderlo,ma ebbi un idea migliore:testare i<br />

miei artigli al gusto di Control Mind!!!<br />

K:”BWAHAHAHAHAH ORA VAI BRUTTO SCHERZO DELLA NATURA VA E UCCIDI I TUOI FRATELLI!!!HMMM…<br />

ma aspetta un attimo…come si fa!??!?!qui ci vorrebbe un telecomando o un controller, è difficile controllarlo<br />

per bene…vediamo…no cosi incomincia a urinare…non va bene…(ma poi fa a comando pure questo?Bah)…<br />

cosi si mette una gamba dietro la testa…cosi invece apre e chiude la bocca…cosi!!!Ecco ho trovato il<br />

pulsante(cioè il modo)di fargli sputare schifezze telecinetiche!!!Ora VAAAAAAAAAIIIIIIIIIIIIIIIIII<br />

RAHABIM,scelgo te!!!!”Fu cosi che per la prima volta usai quella tecnica finora sconosciuta e anche se<br />

all’inizio non fu facile usarla,col passare del tempo imparai a usare quei cadaveri meglio di quanto loro stessi<br />

sapessero fare”SIIIII BRAVO ORA USA AZIONEEEEEE,ATTACCO RAPIDOOOOO E ORAAAAAA IPER-RAGGIO<br />

cioè ATTACCO TELECINETICOOOOOO!!!”Riuscì a trucidare quel piccolo gruppo di Rahabim manovrando un<br />

loro elemento….”BWHAAHHAHAHAHAHAH brutti bastardi ora avete capito con chi avevate a che fare EH!??!<br />

E ORA TU RAHABIM(Rahabim guadagna 2666 punti exp...RAHABIM SALE DI LIVELLO!!!RAHABIM IMPARA<br />

“USO DEL CERVELLO” insegnare “USO DEL CERVELLO a Rahabim??!?ok basta XD )…HMMM vediamo per<br />

far fuori te devo inventarmi qualcosa di terribile…HMMMM…OK TROVATO!!!Vieni qua!!!!EHI CHE STAI<br />

FACENDO?!?TI DEVO AMMAZZARE IO!!!...ah vero,uffa me l’ero scordato,dopo cinque minuti rimangono<br />

secchi…pazienza.”Finito quel disdicevole incontro bevvi un po’ di sangue da qualche cadavere li attorno e<br />

incoscientemente chiusi le ferite,incastrando in esse le gemme d’oro…”Maledizione non me ne va bene


una!!!GRRR ora le pepite sono incastonate nella mia carne quasi fossero dei nei!!!GRRRRRR merda!!!”Mi<br />

convinsi a estrarle,ma a un attimo prima “dell’operazione” pensai alle conseguenze:Il sangue sarebbe fluito<br />

via dal mio corpo a fiumi se avrei estratto una sola di quelle pietre perciò ripensandoci bene decisi che<br />

stavano bene li dov’erano. Ora ero nelle vicinanze dei Pilastri e per non farmi influenzare dal peccato<br />

emanato dalla città di Ziegsturhl passai dalla strada più montuosa e più vicina al lago delle lacrime…stavolta<br />

non volevo problemi perciò attraversai questa zona con una rapidità cosi sconcertante che sorprese anche<br />

me. Ma proprio quando stavo per lasciarmi alle spalle quel lago e indirizzarmi verso il cimitero e quindi<br />

Meridian,non potei fare a meno che girarmi e ammirare cotanta bellezza:Il lago era immenso,di uno strano<br />

colore zaffiro che non faceva ben capire dove finivano le acque e dove iniziava il cielo,limpido anche esso,il<br />

vento accarezzava dolcemente la sua superficie creando delle piccole onde che andavano a scontrarsi l’una<br />

contro l’altra…ma d’un tratto quella leggera brezza, si tramutò in un vento gelido che trapassa le ossa e il<br />

cielo divenne cupo mostrandomi il confine che prima non vedevo,quello tra sogno e realtà…”Il cielo e il mare<br />

non sono mai un tutt’uno Keija o almeno non per sempre”Queste erano le parole che si scandivano sempre<br />

più nella mia mente. ”Bleah che fregatura,il tempo qui è troppo mutevole…Non puoi dare nemmeno un<br />

occhiata che subito anche il cielo ti si mette contro.”Cosi un po’ irato per quel cambiamento di tempo cosi<br />

repentino mi diressi verso la zona a Ovest del cimitero,Meridian;anche se questa zona di Nosgoth mi era<br />

sconosciuta,lo spettacolo non era certo diverso:La corruzione ancora regnava sulla maggior parte delle terre<br />

e questa non faceva certo eccezione,la progenie di Kain infestava ogni luogo come meglio poteva…ma non<br />

me ne fregava niente,avrei completato il mio compito e basta!Mi resi conto che quando non pensi a niente<br />

cammini più veloce difatti l’arrivo a Meridian fu rapido…e devastante. Arrivato alle porte della città uno<br />

spettacolo tanto meraviglioso quanto stravagante mi abbagliò:L’Avarizia era riuscita a soggiogare lo spirito<br />

di ogni umano presente che muovendosi sottoforma di folla,quasi fosse parte di un unico,grande ed<br />

efficiente corpo che si muove in sincronia con tutte le sue membra,accumulava un impressionante numero di<br />

ricchezze preziose,tutto ciò che luccicava finiva nelle sporche mani di quegli esseri soggiogati,fino a creare<br />

vere e proprie montagne d’oro che raggiungevano perfino l’altezza delle abitazioni li attorno. In una sola<br />

parola:IL PARADISO!!!!Quel luogo non poteva che essere il più adatto per me e la mia seconda principale<br />

sete!!!Ma c’era un problema…la concorrenza;difatti come già detto ogni abitante del villaggio,assecondando<br />

l’Avarizia manifestata dalla pietra,rubava e accumulava ricchezze infinite strappando via,se necessario,le mani<br />

che osavano toccare “il proprio tes(sss)oro”. La tentazione però per un tipo come era troppa,non ero in<br />

grado di stare semplicemente in una città rigogliosa di ricchezze standomene a cercare un'unica infima<br />

insignificante pietruzza dorata…non era proprio da me perciò correndo all’impazzata,attraversando in un<br />

attimo borghi disastrati e magioni immensi,arrivai verso il centro della città più precisamente verso la “torre<br />

d’oro” più alta;iniziai a gridare a squarciagola,come ero solito fare:<br />

“Brutti Stupidi e IGNOBILI UMANI!!!!!Come osate DEPRAVARE le vostre STESSE ricchezze?!?!Non dovreste<br />

piuttosto pensare a coalizzarvi contro gli attacchi esterni?!?!Come me ad esempio!!!!”<br />

Dopo tali parole fui bersagliato dagli sguardi dei cittadini,sguardi pieni di quel sentimento che li possedeva…<br />

difatti incoscientemente non avevo previsto che il mio attuale aspetto avrebbe potuto stuzzicare<br />

“leggermente” la loro momentanea smania. Fu cosi che mi ritrovai circondato da un orda di umani che<br />

volevano strappare via dal mio corpo quei frammenti d’oro che si erano stanziati in me senza essere<br />

propriamente richiesti. Ed io cosa stavo facendo per scampare dai guai?!!??!MI RIEMPIVO LE TASCHE<br />

OWIAMENTE…purtroppo quando si è ossessionati da qualcosa,o ancora peggio da qualcuno,il mondo<br />

esterno non esiste,viviamo soltanto per ciò che ci ammalia senza renderci conto dei pericoli che ci<br />

attanagliano sempre più,fino a che non ne veniamo morsi…<br />

“Oro,oro,oro,orooo!!!Quelle sono delle vere pepite!!!!!!Devono essere mie.”<br />

“Assolutamente no!!!Entreranno nella mia personale collezione!!!”<br />

Questi due stupidi umani stavano litigando tra loro per decidere il possesso dei miei personalissimi<br />

“nei”,come il resto della folla d’altronde,ma anche se ormai sentivo il loro fiato sul collo,il mio unico<br />

movimento era quello che partiva dalla torretta d’oro alle tasche(ormai sull’orlo di esplodere)…ma tra tanti<br />

litigiosi c’era anche qualcuno…particolare:un uomo grande e grosso almeno il doppio della media tanto che<br />

la sua ombra ricopriva 9 dei suoi simili,completamente ricoperto da un armatura dorata fin dai gambali sin<br />

all’elmo,decorata finemente nei bordi con dell’argento,armato nella mano destra di un ascia a bipenne<br />

ancora più grande di lui forgiata con quello che sembrava del puro diamante e infine nella mano sinistra per<br />

finire in bellezza teneva ben saldo uno strano ordigno somigliante ad un cannone;quest’ultimo era fatto di<br />

acciaio con impugnatura in legno massiccio,ma non per questo meno decorato. Avvenne troppo


velocemente perché potessi capire cosa fosse,ma riuscì lo stesso a percepire dietro di me un enorme<br />

quantità di calore e subito dopo una moltitudine di urli interrotti al culmine della sofferenza;si era creata una<br />

scia libera fra me e quell’ammasso di oggetti preziosi,fu cosi che iniziò a parlare con una voce talmente rauca<br />

e cavernosa che mi parve di udire un maiale grugnire e non un umano proferire parola:<br />

?:“TU!!!Chi sei piccolo uomo?!Come osi portare dell’oro sul corpo come solo a me è concesso?!<br />

K:”AAAAAAAH MA CHI è STATO QUEST’IDIOTA!??!?!!?Come si può scambiare un fondo di bottiglia del<br />

genere per un gioiello!??!!?TSK mera immondezza!!!!”<br />

Non sentendo nemmeno le parola di quello sconosciuto presi quel gioiello falso che trovai nel mucchio e lo<br />

gettai alle mie spalle prendendo proprio nel grugno quella sorta di porcellino d’india troppo cresciuto…<br />

facendolo infuriare terribilmente. Io,ingenuo,lo ignoravo,ma non volontariamente…il fatto era che ero troppo<br />

preso dal prendere più cose potessi,tanto che ormai il mio mantello,quegli stracci assimilabili al nome<br />

pantaloni e perfino gli stivali erano zeppi di materiali preziosi,ma io continuavo imperterrito nella mia<br />

sfrenata raccolta senza fondo,finché il maiale imbottito non fece nuovamente riprendere aria alla bocca:<br />

P:“OSI perfino ignorare e prendere gioco ME!?!?! Il grande Picgard!!!Bastardo per questo tuo peccato meriti…<br />

la Vivente Morte!!!”<br />

A quel punto non avendo più luogo dove mettere i preziosi mi voltai cercando con lo sguardo una sorta di<br />

sacca,otre,cesta o corpo da sviscerare e riempire nel modo più opportuno,ma l’unica cosa che trovai fu una<br />

bocca d’acciaio che sputava fuoco proprio contro di me!!!!!Era la strana arma di quel tizio!!!!!Non era altro<br />

che un rudimentale lanciafiamme e…IO POVERA ANIMA INNOCENTE MI RITROVAVO CIRCONDATO DA UNA<br />

BOLGIA DI FIAMME DANZANTI?!!?!?!?Il perché ancora non me lo spiego,fatto sta che venni ricoperto vivo dal<br />

fuoco umano…ardente e mortale mi costrinse a gettarmi nella mia passione più sfrenata,nel cuore<br />

dell’Avarizia stessa:Mi gettai a capofitto in quella torre d’oro che avevo alle spalle nella speranza che il fuoco<br />

si estinguesse. Il fuoco si estinse,ma mi ritrovai come ai serpenti in una nuova pelle(Voi sapete mica se i Lupi<br />

fanno la muta?No,perché io non ne ho idea…ma credo di si…boh….fine commento fuori luogo):Ormai la mia<br />

cara e vecchia pelle “umana” era completamente bruciata,al suo posto trovai l’oro a ricoprirmi,le pepite si<br />

erano sciolte e si erano espanse nel mio corpo,le monete e gli altri oggetti preziosi non avevano fatto una<br />

fine migliore,tutti diluiti nella mia carne più esterna come una vera e propria pelle nuova. Il dolore per quel<br />

cambiamento certo non era poco,ma almeno ero vivo(ed avevo un look più “brillante” del solito ),anche se<br />

qualcuno credeva il contrario:<br />

P:”Avete visto?!?!Questa è la sorte che tocca ad ognuno di voi che osa contrariare la mia nobiltà!!!Ora IO il<br />

Grande Picgard nomino tutte queste ricchezze MIE!!!!!BWAHAHHAHAHAH”<br />

Azionò quel suo Lanciafiamme in modo da creare un cerchio fiammante intorno a se,bruciando vivo qualche<br />

uomo e facendone indietreggiare qualche altro,ma fu a quel punto che la più ardita ira cieca mi colpì:<br />

K:”NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!QUESTO NON L’ACCETTO!!!!”<br />

Con un balzo dettatomi dalla Furia balzai fuori dal cumulo d’oro e corsi contro quell’essere immondo per poi<br />

prendere un umano a caso nella mischia e usarlo come mazza da Baseball contro la caviglia sinistra della<br />

bisteccona formato famiglia,lui cadde a terra con un gran tonfo e l’umano morì sul colpo(causa testa<br />

spappolata),gli spalmai per bene in viso il mio stivale n. 44 spaccandogli qualche dente e dissi furibondo:<br />

K:”POSSO ACCETTARE TUTTO:CHE TU VENGA QUI E BRUCI VIVI TUTTI QUEGLI ESSERI INUTILI CHE VUOI!!!!<br />

CHE MI DISTRAI MENTRE MI RIFORNISCO DI MATERIE PREZIOSE CHE DOVREBBERO Già ESSERE NELLE MIE<br />

TASCHE!!!!!CHE ARDI VIVO ANCHE ME E CHE RECLAMI TUTTE LE RICCHEZZE CIRCOSTANTI TUE”aggiunsi<br />

sottovoce”anche se in quest’ultima parte è presente un po’ di riluttanza comunque”…”TUTTO Ciò NON è<br />

NIENTE!!!!NIEEEEEEEENTEEEEEEEEE SE PARAGONATO A QUESTA TUA ULTIMA AZIONE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!<br />

P:”C-cosa avrei fatto?”disse con un filo di voce.<br />

K:TU!!!!!!!!!!!!!”Mister Viscido-parassita-sono-troppo-grosso-e-stupido-per-pensare”HAI OSATO RUBARMI LA<br />

RISATAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!ESSA è<br />

SACRA,non può essere usata da un comune mortale come te,meriti di soffrire le pene più dolorose…<br />

Caricai un Energy Bolt nel mio pugno destro e quando stavo per farlo esplodere contro il macigno<br />

lardoso,mi ritrovai con quello stesso braccio separato dalle altre membra…quel lurido figlio di una cagna<br />

poco raccomandabile con rapida mossa mi aveva tranciato via il braccio destro:mostrava fiero un sorriso,con<br />

l’ascia sporca del mio sangue,pieno di se e della sua azione repentina. Il Sangue usciva a fiotti dalla mia<br />

spalla e il maiale in scatola nel frattempo si alzava pronto per usare di nuovo quella sua arma troppo ornata<br />

per essere usata in una battaglia…ero leggermente sorpreso di quella sua reazione:pensavo fosse il semplice<br />

pallone gonfiato con qualche arma di troppo,invece era un imbecille suicida che non sapeva chi aveva di


fronte!!!!Mi strinsi a terra appena in tempo per evitare quel suo nuovo attacco orizzontale e giusto che c’ero<br />

afferrai con i denti il mio braccio mancante(si muoveva ancora quasi fosse la coda di una lucertola),gonfio di<br />

rabbia mi tramutai il Lupo e mi gettai contro all’eretico corazzato in un turbinio blu,conseguenza degli<br />

Energy Bolter che fuoriuscivano più che mai dalle mie tre zampe:Sfondai l’armatura in pieno petto e feci un<br />

buco grande e grosso a quel tizio,troppo cresciuto,scaraventandolo a terra…avevo fatto in modo che la sua<br />

fragile vita non si infrangesse,ancora per poco sia chiaro. Agonizzante nella sua fossa di sangue incominciò a<br />

lagnare come un lattante in fasce…ora la sua voce tanto profonda era diventata un semplice ricordo;sputai il<br />

mio braccio a terra e volsi a destra e sinistra occhiatacce che fecero indietreggiare la folla tremante che si<br />

teneva ben alla larga dal cerchio di fuoco creato dall’omaccione dorato:<br />

K:”BWAHHAHAHAHAHAHAHAHAH Vedi arredo-da-bagno-con-forma-inusuale cosa succede agli imbecilli<br />

come te che non conoscono chi hanno di fronte!??!Non fanno altro che guadagnarsi un ultima unzione al<br />

sapore di sangue appena in tempo per mondarsi dalla loro sozza ignoranza. Ma mi dispiace per te,oggi ho<br />

voglia di fare spettacolo e tu fungerai da aiutante…lo sgozzamento sarà ciò che più bramerai…”<br />

Quel maledetto sacco di carne umana aveva osato mozzarmi un braccio,non potevo di certo concedergli<br />

rapida morte;il mio ghigno non si assentò di certo in quella occasione,stanziandosi nel mio volto era<br />

presagio di qualcosa poco salutare per lo stomaco(c’è un doppio senso che capirete solo fra poco): Conficcai<br />

gli artigli del mio braccio sinistro nella enorme spalla sinistra dell’essere con una forza inaudita,penetrandogli<br />

nuovamente quell’insulsa armatura,che scoprì essere più fragile di quanto credessi…difatti seppur la fattura<br />

fosse ottima era presente l’enorme difetto della eccessiva sottilezza,era un’armatura creata per essere messa<br />

in una bacheca non su carni umane. Egli si dimenava piangente e io grondante di riso(alquanto fuori<br />

luogo)allargavo la ferita lentamente fino a farla arrivare all’avambraccio…li le vene spezzate diedero il meglio<br />

di loro strappandosi in una apoteosi di sangue…vedevo il volto di quell’odioso umano contorcersi per il<br />

dolore…estrassi di tutta fretta la mia “mano”,vedendo che ormai stava esalando i suoi ultimi respiri e gli<br />

squarciai le gambe con rapida mossa…sentivo le sue ossa spezzarsi facilmente al tocco degli Energy Bolter…<br />

le sue urla strazianti echeggiavano per l’intera la città,ma venivano ugualmente superate dalla mia fragorosa<br />

risata che finì di essere sommessa e di sottofondo per fungere da colonna portante a quel mio piccolo<br />

spettacolo…ormai sul volto della mia vittima era dipinta la morte cosi finì l’opera nella maniera che più<br />

preferivo…lo infilzai con gli Energy Bolter,sguainati al limite delle mie capacità,nel nuovo foro pettorale che<br />

gli avevo aperto qualche minuto fa e prima ancora che potesse gemere qualche banalità afferrai lo stomaco<br />

all’interno del suo corpo con un semplice movimento del polso verso il basso e sollevai maestosamente il<br />

tutto verso il cranio…da qui cervella e budella vennero sputati via,insieme alla vita dell’essere inutile. Ero<br />

intriso del sangue della mia nuova opera d’arte moderna,circondato dalle sue viscere, abbagliato dalla<br />

sfavillio dell’oro illuminato dalle danzanti fiamme e immerso negli sguardi dei cittadini di Meridian…Dire che<br />

fossero sconvolti era completa euforia…potevo fare solo una cosa…prendere tutto ciò che potevo e scappare<br />

il più velocemente possibile dalla città prima che tutti si risvegliassero da quello stato di apparente<br />

incoscienza:<br />

K:”Ok allora se Io faccio cosi questo si piega cosi e se faccio in quest’altro modo invece si piega cosi…ok<br />

inizia la missione cesta umana!!!!”<br />

Piegai il cadavere di quello schifoso-copia-risate-a-tradimento in modo tale da ridurlo a una sorta di sacca,lo<br />

riempì di tutto ciò che mi era più vicino e infilzandolo con l’ascia bipenne lo resi più maneggevole da<br />

trasportare…fracassai per bene quella sua strana arma sputa fuoco e con il mio braccio in bocca e l’oro sulle<br />

spalle mi feci largo tra le fiamme che ormai si erano dissipate correndo il più velocemente possibile verso la<br />

Cattedrale. Mi girai un attimo e vidi la folla rianimarsi e seguirmi più inferocita che mai,a quel punto nella<br />

mia memoria si destò il vero scopo della missione!!!!!!!!!DOVEVO PRENDERE LA PIETRA<br />

DELL’AVARIZIAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!Me l’ero scordato e ora di certo mi sarebbe risultato<br />

difficile recuperarla…Come cacchio l’avrei spiegato ad Omega?!?!?!?!Quello era capace di eliminarmi dalla<br />

Storia per questa mia piccola,insignificante,infima,irrilevante inerzia…<br />

K:“MALEDETTO UMANO IN SCATOLAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA….è tutta colpa sua!!!!! È tutta<br />

colpa sua se non ho preso la pietraaaaaaaaaa!!!!!Io la stavo cercando(si come no),ma lui mi ha distratto…Sigh<br />

ora come maledizione faccio!!!!!!!!!!!Quegli stupidi umani mi sono alle calcagna di conseguenza non posso<br />

cercare la pietra in un momento come questo…”<br />

Cittadini-uniti-per-fin-comune:”LADROOOOOOOOOOOO,restituiscici le nostre ricchezze!!!!!!!!!Se non ti fermi<br />

subito ti strapperemo via dal petto quella pepita!!!!!!!!!!!<br />

K:”Pepita?!?!Ma se tutte le pepite si sono sciolte?!?Ehi vi manca qualche punto di vista a voi eh!??!!”


C-U-P-F-C:”LADRO E PURE CECO!!!!!!!!!!Ne hai una conficcata proprio nel petto…e noi la strapperemo<br />

avidamente!!!!!!WUAAHAHAHAHHAHAHAHHAHAHAHAH<br />

K:”EEEEEEEEEEEEEEH?!??!?! È vero!!!!!!!!!Allora per non essersi sciolta come le altre questa pietra deve essere<br />

speciale….MA SIIIIIIIIIIIII!!!!Deve sicuramente essere la Pietra dell’Avarizia!!!!!!!!Per essere rimasta intatta al<br />

fuoco di quell’arma deve essere per forza questa!!!!!!!Che fortuna si è appicicata al mio corpo quando mi<br />

sono tuffato nell’oroooooooooooooooooooooooo….YAHOOOOOOOOOOOO,grazie cittadini uniti al fine di<br />

scannarmi siete riusciti ad evitarmi la cancellazione cronoplastica………….AH dimenticavo COMPLIMENTI PER<br />

LA RISATA,mantenete sempre quella!!!!!!!!!BWAHHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH”<br />

Cosi mentre una folla inferocita mi inseguiva tornai a gambe levate e zeppo di cose preziose alla<br />

Cattedrale,arrivando come al solito per ultimo,ma almeno portasi seco ciò che era necessario….<br />

MISSIONE COMPIUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA<br />

OMEGA<br />

Un paio di giorni dopo che avevo mandato i miei compagni vampirici riuscii finalmente a recuperare 6 su 7<br />

dei cristalli sui peccati capitali. Li osservai, tra le mie mani, mentre pensavo a Katrin e Dizzy. Era strano come<br />

tutte le persone a cui tenevo, a cui volevo bene venissero irrimediabilmente uccise, per poi cercare<br />

disperatamente in ogni modo di salvarle, ancora. Eppure non riuscivo, c’era sempre qualcosa che mi<br />

impediva di procedere. A dire il vero non sapevo nemmeno se loro volessero essere salvate, forse stavo<br />

facendo tutto questo per un pensiero egoistico, solo per non sentirmi in colpa, non per realmente volere la<br />

loro salvezza. Sospirai, lentamente, per cercare di provare almeno in parte una sensazione di vita, ed<br />

effettivamente sentii l’aria fresca della sera entrare nei miei polmoni, però null’altro.<br />

Osservai ancora una volta i 6 cristalli e pensai di iniziare il rituale dell’unione, per riunire la spada e i 7<br />

frammenti, quando percepii un terribile pericolo che si sarebbe abbattuto su nosgoth rapidamente, sarebbe<br />

accaduto in un’ora, forse 2.<br />

Keija arrivò alla cattedrale, portandomi l’ultimo oggetto di cui avevo bisogno, la pietra dell’avidità, e proprio<br />

quando toccai la pietra avvertii che ciò che temevo si era già messo in moto. Orde di demoni si sarebbero<br />

precipitate alla nupraptor’s Retreat, per riuscire in qualche modo a fermare il mio rituale e quindi sigillare per<br />

sempre mio fratello in quella spada.<br />

Chiamai rapidamente più Vampiri e Mietitori possibili e cercai di mandarli in modo da difendere le città che<br />

sarebbero state rase al suolo durante l’attacco dei demoni e per proteggere la nostra cattedrale, che sarebbe<br />

stata attaccata in meno di una mezz’ora.<br />

Tutti avrebbero dovuto recarsi negli appositi luoghi in meno di mezz’ora e dovranno reggere agli attacchi<br />

per almeno un’ora, e cioè la durata del rituale. Finito il quale, la forza evocata scaccerà ogni nemico<br />

demoniaco.<br />

IrRaziel<br />

Avrai il compito di difendere la città di Steinchenchroe dagli attacchi provenienti da sud-est, fa attenzione,<br />

percepisco un numero incredibile di demoni, potrebbe essere una missione rischiosa.<br />

Rimani al di fuori delle mura ed evita che i demoni entrino in città. Ho bisogno che i mondi delle anime e dei<br />

vivi restino la maggior parte del tempo stabili, quindi non ci dovranno essere morti tra gli umani!<br />

LDR: 4<br />

Keija e Lositogio’[missione semi cooperativa]<br />

Dovrete difendere la città di coorhagen dagli attacchi provenienti da Nord. Questa non è proprio una<br />

missione in coppia, ma deciderete voi 2 cosa fare. La città è dotata di un antichissimo sistema di difesa<br />

Saraphan, e per questo servono una lancia e una spada per aprire la porta segreta che si trova sotto alla<br />

stessa terra, nascosta in una delle case più vecchie di quella città. Come ho detto prima, il mondo dell’aldilà<br />

deve essere stabile, perciò non uccidetele, o se proprio dovete farlo, cercate di uccidere le 2 guardie in<br />

sincronia, altrimenti il mio rituale rischia di fallire!. Dovrete sbrigarvi a fare questo, poiché i Demoni si<br />

preparano ad attaccare quella città, raderla al suolo e infine arrivare fino a qui. Mentre uno quindi andrà ad<br />

attivare il meccanismo, uno dovrà difendere la città dall’esterno, a nord e resistere almeno fino a che il<br />

meccanismo non verrà attivato.


LDR: 3<br />

Reev<br />

Da Ovest, nuovi demoni terreni vengono per attaccare direttamente la nostra cattedrale! Questi nuovi<br />

demoni con la forza della terra sono estremamente pericolosi: con la loro forza possono addirittura aprire in<br />

2 la terra! I normali golem affrontati precedentemente sono decisamente più forti, però qui la loro forza<br />

maggiore si basa sulla quantità. Saranno una decina forse, ma anche di più, non so quanto potente sia il<br />

richiamo di questa spada. Anche tu dovrai resistere un’ora, poi se necessario, fuggi via.<br />

LDR: 5<br />

Liquid_Snake<br />

Anche da Sud dei nuovi demoni tentano l’assalto. Demoni anfibi con il potere di dominare e richiamare le<br />

acque, pericolosi quanto i terreni in acqua, forse meno sulla terra. Anche i tuoi poteri sono basati su<br />

quell’elemento a quanto ne so. Sarà sicuramente una dura battaglia. Come nella missione precedente, non<br />

so che numero possa averne richiamato la spada.<br />

LDR: 4<br />

Altair<br />

Rimarrai alla cattedrale, sono certo che uno dei luogotenenti di mio fratello eviterà ogni controllo degli altri<br />

nostri compagni e arriverà direttamente qui. Se lo sconfiggerai è probabile che nessun’altro luogotenente<br />

arriverà qui per attaccarci, vista la tua potenza. Se non dovessi farcela, resisti un’ora, anche se allora, è<br />

addirittura probabile che qualche altro comandante arrivi per controllare.<br />

LDR: 5<br />

Quando fui solo sentii Sheer vicino a me e mi voltai verso di lei, con uno sguardo preoccupato.<br />

- hai bisogno anche di me Omega? - chiese lei.<br />

- no, per ora non credo, non ora almeno... però... c'è qualcosa nel tempo... come una piccola piega... Grandi<br />

disgrazie si abbatteranno su Nosgoth, presto. Spero che compiendo questo rituale almeno possa attutire<br />

questi cattivi presentimenti.<br />

Rimasi in silenzio alcuni istanti poi prendenndo le 7 pietre e la spada iniziai il Rituale<br />

IRRAZIEL<br />

IrRaziel era pronto per svolgere il suo compito, ed avrebbe cercato di eseguirlo nel migliore dei modi, per<br />

dar prova del suo valore.<br />

Però il vampiro Sayan sapeva che la sua missione era assai rischiosa... avrebbe dovuto affrontare un gran<br />

numero di demoni, e non avendone ancora mai incontrati, non sapeva bene a cosa andava incontro.<br />

Dunque, molto rapidamente IrRaziel partì dalla Cattedrale, si reca alla città di Steinchenchroe e si posiziona<br />

fuori dalle mura, come gli era stato detto di fare, per impedire che degli umani morissero.<br />

"Devo trattenere quei demoni per un'ora! Però, se riesco ad annientarli tutti, sarebbe una bella<br />

dimostrazione di forza!", pensò IrRaziel fra sè, qualche istante prima di arrivare a destinazione.<br />

"Ma devo fare attenzione affinchè nessun umano perda la vita, perchè altrimenti Omega potrebbe avere dei<br />

gravi problemi con il suo rituale. Ma non fallirò: non lo deluderò!" continuava IrRaziel, pensando.<br />

IrRaziel, giunto a destinazione, nota che non c'è ancora nulla in vista, e ne approfitta per concentrarsi e per<br />

prepararsi allo scontro... ma ad un tratto vede una gran nuvola di fumo alzarsi dal terreno: erano i demoni<br />

che arrivavano!!!<br />

IrRaziel era pronto!<br />

Prima di utilizzare la sua arma segreta, la trasformazione in Super Sayan, però, avrebbe testato la potenza di<br />

quegli esseri immondi.<br />

Nel frattempo, prima che arrivassero, IrRaziel si toglie il mantello rosso dalla spalla.<br />

Poco tempo dopo i demoni erano lì, dinnanzi a IrRaziel, il quale rimase assai stupito nel vedere quanto


fossero orribili, e soprattutto numerosi!<br />

Dinnanzi al vampiro Sayan, infatti, c'erano tra i venti ed i trenta demoni, ma forse erano anche più di trenta!<br />

Allora, facendosi spazio tra gli altri demoni si presenta davanti ad IrRaziel un demone che sembra essere<br />

molto più potente degli altri ed indossa una mantello nero, a differenza degli altri che non indossavano<br />

nulla. Inoltre questo demone era rosso, a differenza di tutti gli altri che erano marroni o grigi. Poi questo<br />

demone-capo cominciò a parlare al vampiro, dicendo "Togliti dai piedi, stupido ignorante!".<br />

IrRaziel, sentendosi offeso, già comincia a perdere il controllo, ma riesce a mantenere il controllo "Come,<br />

prego?" risponde a tono il vampiro.<br />

"Mi stai facendo perdere fin troppo tempo: te lo dico un'ultima volta, vampiro. Vattene! E non osare mai più<br />

prendermi in giro!" continua il demone.<br />

IrRaziel infuriato replica "Senti, bello, tanto per cominciare tu non parli a me con quel tono. E poi io non me<br />

ne andrò da qui, finchè non avrò vinto. Io sono IrRaziel, il vampiro Sayan, e sarò l'ultimo vampiro che vedrai<br />

nella tua vita: è una promessa! E un'altra cosa: "stupido ignorante" lo dici a tuo padre, o al tuo creatore, o a<br />

chi vuoi, ma di certo non lo dici a me, stolto!".<br />

Il demone allora scoppia a ridere, ma poi ad un tratto, si fa serio e si lancia contro IrRaziel, che prontamente<br />

si sposta per evitare l'attacco.<br />

"Oh oh, vedo che sei veloce. Ci vorrà un bel pò per toglierti di mezzo.... allora facciamo così... visto che mi hai<br />

provocato" il demone-capo si volta verso gli altri demoni e dice "Dieci rimangano con me, così torturiamo<br />

per bene questo vampiro che si fa tanto valoroso, mentre tutti gli altri si rechino nella città e facciano molto<br />

velocemente strage degli umani; dopodicchè proseguano per la cattedrale.... noi vi raggiungeremo più tardi".<br />

Subito dieci demoni si avvicinarono al capo, mentre gli altri si stavano già avviandosi verso la città.<br />

Poi il demone-capo si volta di nuovo verso IrRaziel e dice "Ora abbiamo tutto il tempo che vuoi per<br />

combattere, non ho più fretta! Infatti basterà che muoiano molti umani affinchè il rituale fallisca! Ah ah ah..<br />

che credevi, che non fossimo informati???".<br />

Per IrRaziel la situazione era diventata critica fin dall'inizio! I demoni sapevano, in qualche modo, che<br />

sterminando molti umani, il rituale sarebbe fallito!! Come avrebbe fermato gli oltre venti demoni che stavano<br />

per entrare nella città, mentre doveva tener testa agli altri dieci più il capo che lo affrontavano???".<br />

Subito IrRaziel ricorse alla trasformazione in Super Sayan e fu costretto a lanciare una Kamehameha<br />

potentissima contro il gruppo di demoni che si stava recando in città.... quelli colpiti in pieno rimasero uccisi,<br />

mentre quelli colpiti "di striscio" erano solo leggermente feriti, mentre tutti gli altri erano rimasti storditi per<br />

l'esplosione avvenuta vicino a loro, ma si sarebbero ripresi subito.<br />

Il capo dei demoni rimase stupito e purtroppo per IrRaziel far infuriare quel demone avrebbe portato molti<br />

guai. Difatti il demone comincio a gridare, mentre la sua massa muscolare aumentava, e mentre gli altri dieci<br />

demoni si stavano lanciando all'attacco!<br />

IrRaziel allora ingaggiò lo scontro contro i dieci demoni, e grazie alla trasformazione in Super Sayan riusciva<br />

a parare i loro colpi, ma non era in grado di contrattaccare.... e in più IrRaziel sapeva che avrebbe dovuto<br />

sbrigarsi, perchè doveva occuparsi anche degli altri demoni, quelli che si dovevano recare in città, e che col<br />

passare del tempo si riprendevano!<br />

Ma la situazione era critica: contro dieci demoni che lo attaccavano contemporaneamente, IrRaziel poteva<br />

fare ben poco, e in quegli istanti, il demone-capo si stava potenziando ulteriormente!<br />

IrRaziel doveva muoversi e con un gran salto si allontanò dai dieci che lo attaccavano. Avendo qualche<br />

istante per pensare, realizzò che sarebbe stato meglio occuparsi prima di tutto dei demoni che dovevano<br />

recarsi nella città.<br />

Dunque corse verso quei demoni che ormai si erano ripresi quasi del tutto e cominciò ad attaccarli uno ad<br />

uno...<br />

Ma IrRaziel non immaginava che i demoni avevessero anche dei poteri: quelli che stava affrontando lui,<br />

infatti, riuscivano a dare delle scosse elettriche potentissime al povero malcapitato. E il loro capo, invece,<br />

riusciva ad usare il potere del fuoco!<br />

Ma il vampiro non sapeva nulla di tutto questo!! Perchè era troppo orgoglioso e fiero, per chiedere a<br />

qualcuno informazioni sul nemico che avrebbe dovuto affrontare; pensava che sarebbe stato più utile<br />

apprendere "sul campo".<br />

Difatti, non appena IrRaziel si lancia sul primo demone che si trova vicino, che ormai si ero ripreso del tutto,<br />

si becca una potente scossa elettrica che lo lancia <strong>indietro</strong>. Infatti il demone, vedendo che stava per essere<br />

attaccato dal nemico, si getta a terra lancia della sabbia in faccia al vampiro, il quale accecato, viene afferrato


e di seguito folgorato.<br />

IrRaziel resta stupito, sia perchè era stato colto di sorpresa sia perchè aveva "assaggiato" il potere dei<br />

demoni, ma si rialza subito: doveva sbrigarsi!<br />

Allora incrementa al massimo il suo potere e si lancia su quel maledetto demone che gli aveva dato la<br />

scossa, che, con una buona dose di calci, ginocchiate e gomitate di IrRaziel perisce.<br />

Morto uno IrRaziel si occupa del successivo, uccidendolo, ma guardandosi intorno, vede se ne erano rialzati<br />

una quindicina, ma qualcuno era anche zoppo. E purtroppo erano arrivati anche gli altri dieci di prima. E<br />

come ciliegina sulla torta, il demone-capo aveva finito il suo processo di potenziamento ed era pronto per<br />

combattere anche lui.<br />

IrRaziel, sentendosi messo con le spalle al muro, decide di fare nuovamente uso della sua arma più micidiale,<br />

la Kamehameha.<br />

Infatti lancia il colpo energetico verso i dieci che lo stavano inseguendo, che erano radunati tutti in gruppo.<br />

Quelli che stavano davanti, in testa al gruppo, avendo visto che IrRaziel stava per attaccare, fecero in tempo<br />

a spostarsi, ma quelli dietro, non videro nulla, se non un'onda energetica arrivargli in faccia, e finirono<br />

completamente polverizzati.<br />

Quindi di dieci inseguitori ne rimanevano solo sei.<br />

IrRaziel approfittò della distrazione dei sei inseguitori per far fuori altri due demoni che dovevano recarsi in<br />

città.<br />

Però la fatica cominciaca a farsi sentire da IrRaziel, che non avrebbe rifiutato del sangue.<br />

Ormai i demoni si erano rialzati tutti, ma a terra ne rimaneva qualcuno ferito e qualcun'altro mutilato<br />

agonizzanti.<br />

Quindi per IrRaziel il lavoro era ben lontano dall'essere finito e in più si stava avvicinando, lentamente il<br />

demone-capo.<br />

Allora IrRaziel, con scatto fulmineo si lancia in mezzo a quei quindici vivi e comincia a tirare calci e pugni a<br />

tutti, in maniera frenteica e caotica, colpendoli più o meno tutti....<br />

Finito di fare ciò, IrRaziel aveva il fiatone e non riusciva quasi a reggersi in piedi, ma provò piacere nel notare,<br />

quando si voltò, che in piedi ne erano rimasti solo sette, di quelli che dovevano recarsi nella città.<br />

Il demone-capo ormai era arrivato vicino ad IrRaziel, si voltò verso i demoni che dovevano andare in città e<br />

disse a loro "non perdete tempo, voi sette che siete rimasti: correte verso la città e uccidete quanti più umani<br />

possibile. A noi basta fare questo per vincere! Ah ah ah ah..." .<br />

Allora quei sei demoni cominciarono a correre, ma non erano veloci, perchè alcuni erano feriti per<br />

l'esplosione della Kamehameha iniziale e altri erano stati colpiti da IrRaziel.<br />

Così il vampiro stava per lanciarsi all'attacco dei quei sei, ma il demone-capo, si lanciò su di lui e lo afferrò,<br />

dicendo "ah, no mio caro, tu non vai da nessuna parte. Adesso mi farai un pò divertire.... ti colpirò fino a<br />

ridurti all'immobilità e poi ti farò torturare da quei sei lì, che dovevano aiutarmi a distruggerti. eh eh eh, un<br />

bel programma, no?".<br />

IrRaziel, cercando di liberarsi dalla presa del potente demone rispose "hai capito male, bello!" e facendo finta<br />

di star per tirare una gomitata allo stomaco col braccio sinistro, diede una gomitata di potenza incredibile<br />

col braccio destro in faccia al demone-capo.<br />

Così, corse più veloce che poteva verso i sette che si stvano recando verso la città, ma il demone-capo, che si<br />

era ripreso subito, lo inseguiva, ed era più veloce di lui, tanto che lo raggiunse quasi subito.<br />

Allora, quando il demone-capo gli era qualche metro <strong>indietro</strong>, IrRaziel si voltò e lanciò una onda energetica<br />

(=Kamehameha) direttamente in faccia al suo avversario, che si trovava a meno di due metri di distanza.<br />

Il demone-capo cadde a terra, immobile.<br />

Allora IrRaziel riprese la sua corsa verso quelli che si stavano recando in città e li raggiunse quando ormai le<br />

mura della città erano a meno di dieci metri.<br />

Allora IrRaziel ingaggiò un o scontro con quei sette; sebbene tutti fossero più o meno feriti, IrRaziel era quasi<br />

sfinito a causa principalmente del gran numero di onde energetiche che aveva lanciato nel corso dello<br />

scontro.<br />

Ma era ugualmente in vantaggio.<br />

Nel frattempo gli altri sei demoni erano accorsi per soccorrere il loro capo, che giaceva ancora immobile al<br />

suolo, dopo aver ricevuto l'onda energetica in faccia.<br />

Mentre IrRaziel stava, piano piano eliminando tutti i demoni che dovevano entrare in città, evitanto calci,<br />

pugni e soprattutto scosse elettriche, e dando lui, calci e pugni molto potenti e ben assestati, il demone-


capo cominciava a riprendersi, soccorso e animato dagli altri sei.<br />

Rimanevano solo due dei sette demoni che IrRaziel stava affrontando, ma quelli erano più forti degli altri, e<br />

purtroppo per il vampiro erano anche in condizioni migliori.<br />

Cosa avrebbe dato IrRaziel per un pò di sangue in quel momento!! Ma invece doveva continuare a lottare.<br />

L'ora non era ancora passata, ma non mancava molto: probabilmente erano già passati 40 minuti, circa.<br />

IrRaziel era pronto per vedersela con quei due, ma all'improvviso si apre il portone della città ed esce un<br />

carretto, con sopra due uomini.<br />

I demoni ridono e istantaneamente si lanciano sul carretto per far fuori quei due uomini, ma IrRaziel,<br />

gridando "NO!!!!" e intimando agli umani di rientrare all'interno della città comincia ad inseguirli.<br />

Ma i demoni erano più veloci di IrRaziel, perchè erano animati dalla voglia della vittoria, che era ad un passo!<br />

E per l'ennesima volta dovette ricorrere alla sua arma più potente!<br />

Lanciò l'onda energetica verso i due demoni che stavano per andare ad uccidere quei due umani e li colpì in<br />

pieno.<br />

Gli umani, terrorizzati, scesero dal carretto e ritornarono, correndo più velocemente possibile, all'interno<br />

della città, richiudendo il portone alle loro spalle.<br />

L'ultima onda energetica lanciata da IrRaziel era piuttosto debole di potenza, e infatti i due demoni erano<br />

gravemente feriti, ma ancora vivi.<br />

IrRaziel, sfinito, cade a terra, ma poi si rialza, e vede che erano rimasti ancora quei sei demoni, che in quel<br />

momento stavano facendo di tutto per rianimare il loro capo.<br />

Intanto si stavano pure rialzando qualche altro demone, colpito dalla Kamehameha iniziale, ma per lo più<br />

erano mutilati.<br />

Per IrRaziel sembrava non finissero mai.<br />

In quel momento IrRaziel aveva qualche secondo di pace per pensare al da farsi.<br />

Con la poca energia che gli restava, non poteva far molto ormai: l'unica cosa che poteva fare era giocare<br />

d'astuzia, e di certo ad IrRaziel questa qualità non mancava.<br />

Si guardò intorno e vide che c'era un edificio abbandonato e in rovina poco distante da lì. E gli venne l'idea.<br />

Prima di attuare questo piano, però, IrRaziel dette il colpo di grazie ai due demoni che volevano uccidere gli<br />

umani del carretto, e, avvicinandosi camminando ai demoni mutilati che si erano rialzati, dette il colpo di<br />

grazia anche a quelli, sebbene riuscirono a schivare qualche colpo, dando qualche problema al vampio.<br />

E rimanevano, infine quei sei demoni, che, pensando al loro capo, avevano del tutto ignrato IrRaziel,<br />

pensando magari che era stato ucciso dagli altri loro sette compagni.<br />

Dunque IrRaziel si avvicinò di soppiatto a quei sei, che stavano intorno al demone-capo, e con le due braccia,<br />

trapassò due di loro, uccidendoli quasi istantaneamente.<br />

Di conseguenza gli altri quattro si voltarono e IrRaziel, con un calcio scagliato con tutta la potenza fracassò la<br />

testa di una altro demone.<br />

Gli altri tre allora si prepararono per combattere. Lo scontro era davvero impari: IrRaziel, quasi sfinito, contro<br />

tre demoni in condizioni ottime.<br />

IrRaziel si stava stancando sempre di più, ed a breve non sarebbe più stato in grado di mantenere la<br />

trasformazione in Super Sayan.<br />

Così IrRaziel cominciò a mettere in pratica il piano che aveva ideato prima; cominciò a correre verso l'edificio<br />

abbandonato e i tre demoni, ovviamente, avevano cominciato a inseguirlo.<br />

IrRaziel entrò nell'edificio, privo di porte e di finestre, diede rapidamente un'occhiata e salì sulle scale, per<br />

arrivare al piano superiore, e anche qui diede uno sguardo, per capire com'era l'ambiente.<br />

L'edificio era fatto interamente di pietra, le cose di legno non c'erano più e le finestre erano molto ampie.<br />

I tre demoni erano arrivati ed avevano circondato IrRaziel, nel grande stanzone del primo piano dell'edificio<br />

abbandonato.<br />

"Ah ah ah, ora ti faremo pagare tutto quello che hai fatto! Hai colpito il nostro capo, hai sterminato decine di<br />

nostri compagni: è arrivato il momento della vendetta. Come pensi di cavartela ora? Ti elimineremo subito e<br />

poi ci recheremo nella città: forse siamo ancora in tempo per interrompere il rituale!".<br />

IrRaziel non rispose, perchè non riteneva degni quegli orrendi esseri, di ascoltare la sua voce. E non avrebbe<br />

sprecato parole per parlare con loro.<br />

I demoni erano pronti per l'attacco; IrRaziel era molto deluso, perchè l'unica cosa che poteva fare era fargli<br />

perdere tempo: sapeva che non avrebbe potuto eliminarli, e così giocò a schivare i colpi degli avversari, e se<br />

qualcuno stava per scendere al piano terra dalle scale, IrRaziel lo colpiva e gli impediva di scendere; così


avrebbe potuto tenere la situazione sotto controllo per molto tempo, abbastanza affinchè il rituale fosse<br />

completato.<br />

Ma in un istante IrRaziel si sentì distrutto e sconfitto: il demone-capo, che giaceva al suolo, si era rialzato e<br />

stava correndo ad una velocità impressionante verso le mura della città, pronto per entrare e per fare strage<br />

di umani.<br />

IrRaziel aveva capito che era stato sconfitto, ma non si diede ancora per vinto: si mise in piedi sulla finestra e<br />

con tutta la forza del suo corpo, face partire l'onda energetica più potente che avesse mai lanciato in tutta la<br />

sua esistenza.<br />

Partita l'onda energetica dalle mani di IrRaziel, questa era velocissima e in pochi istanti raggiunse il demonecapo,<br />

che venne colpito in pieno, perchè stando di spalle, non aveva visto che cosa gli stesse arrivando<br />

addosso.<br />

Il demone-capo cadde nuovamente al suolo, fumante e nel luogo dell'esplosione si creò una voragine di<br />

dimensioni eccezionali.<br />

Tanta la potenza nel lancio dell'onda energetica, che l'edificio, già diroccato e pericolante, crollò.<br />

I tre demoni che erano dentro rimasero uccisi, schiacciati dal peso delle macerie dei due piani superiori<br />

dell'edificio, ed IrRaziel, che si trovava in piedi sulla finestra, cadde all'esterno, quindi non fu schiacciato dalle<br />

macerie.<br />

IrRaziel non era più in grado di mantenere la trasformazione in Super Sayan e tornò al suo stato normale.<br />

Tanto lo sforzo richiesto per quell'ultima onda energetica, IrRaziel era completamente senza energie: sfinito.<br />

Ormai non riusciva a muovere nemmeno un muscolo, ma la cosa che lo preoccupava di più, era se il<br />

demone-capo fosse morto o no.<br />

Il vampiro cercava di muoversi, di rialzarsi, ma non riusciva a muovere neanche un braccio e gli si stava<br />

cominciando ad annebbiare anche la vista.<br />

Ormai stava cedendo: se non fosse stato aiutato da qualcuno, sarebbe morto lì, incapace di muoversi.<br />

Il disonore e la vergogna cominciavano a pervadere IrRaziel, che non ci stava a morire, a farsi sconfiggere.<br />

Il senso di sconfitta, però, divenne concreto quando vide il demone-capo rialzarsi da terra, e addirittura si<br />

ripuliva il mantello nero (anzi, i brandelli del mantello) che indossava.<br />

Il demone-capo, allora, con passo molto svelto si incamminò verso IrRaziel, che giaceva sull'erba che<br />

circondava l'edificio, e che inoltre, aveva attutito la sua caduta.<br />

Ormai l'ora era passata e i demoni non potevano fare più niente: sarebbe stato perfettamente inutile ora fare<br />

strage di umani.<br />

Arrivato da IrRaziel, il demone-capo prende il vampiro per collo e gli dice "Maledetto! Ce l'hai fatta! Sei<br />

riuscito a impedirci di svolgere la nostra missione. Ma ne è valsa la pena: la tua vita per quello stupido<br />

rituale?"<br />

IrRaziel non aveva energia sufficiente nemmeno per parlare, soprattutto perchè era stato afferrato per il<br />

collo.<br />

"Guardati! Guarda come sei ridotto! Non riesci nemmeno a parlare!! Ora io ti ucciderò. Ma prima voglio<br />

vedere se c'è qualche altri demone vivo. Lo spettacolo della tua morte dobbiamo godercelo in tanti, non<br />

devo vedere solo io! Ah ah ah"<br />

IrRaziel non riusciva quasi più nemmeno a pensare e la vista lo aveva quasi abbandonato ormai.<br />

Il demone-capo stava guardando i corpi dei suoi demoni, e cercava qualcuno in vita, ma non aveva ancora<br />

trovato nessuno vivo, tutti morti, e qualche corpo era dilaniato.<br />

Poco dopo i due umani che precedentemente erano usciti col carretto aprirono il portone delle mura della<br />

città e fecero capolino, per vedere se fosse tutto finito. Quando videro che al suolo giacevano solo corpi<br />

senza vita, si fecero coraggio ed uscirono fuori.<br />

Non notarono il demone-capo, perchè, oltre ad essere molto lontano, questo era spesso chinato, per<br />

accertarsi della morte dei suoi demoni. Inoltre il sole stava cominciando a tramontare, ormai.<br />

Così il primo umano decise di rientrare il carretto in città, mentre il secondo si vvio molto cautamente ed in<br />

silenzio verso l'edificio che era crollato; infatti quell'edificio era di sua proprietà ed essendo molto furioso,<br />

voleva vedere cosa fosse successo (quanto sono stupidi e materialisti gli umani!).<br />

Arrivato, camminando con attenzione e cautamente, in prossimità dell'edificio, l'umano restò pietrificato per<br />

la paura per aver visto IrRaziel, il vampiro. Ma subito si tranquillizzò, notando che era senza vita (secondo<br />

lui).<br />

Infatti, IrRaziel, vedendo avvicinarsi lo stolto umano, assunse uno sguardo spento fingendo di aver perso la


vita (o meglio la non-vita); il vampiro attendeva soltanto che l'umano fosse sufficientemente vicino per....<br />

L'umano allora cominciò a girovagare nei pressi dell'edificio imprecando contro quegli esseri che gli avevano<br />

distrutto la proprietà; arrivato in prossimità di IrRaziel, che continuava a fingersi morto, si fermò e si avvicinò<br />

al vampiro, che ovviamente credeve ormai morto.<br />

"Vi siete divertiti a distruggere la mia proprietà, eh?" disse l'umano ad IrRaziel. Così l'umano cominciò a tirare<br />

sassate ad IrRaziel, che credeva cadavere.<br />

L'umano si stava avvicinando per sputare su IrRaziel, aveva già la saliva pronta in bocca, ma il demone-capo,<br />

per caso, si voltò verso la sua direzione e vide l'umano in prossimità del vampiro!<br />

Così il demone-capo gridò con un tono da far spavetare anche il più coraggioso degli umani<br />

"NOOOOOO!!!!!!!!!!"; l'umano si voltò terrorizzato verso il demone-capo, che non aveva ancora visto, perchè<br />

intento a guardare i danni subiti dalla sua proprietà.<br />

IrRaziel approfittò della distrazione dell'umano e con un balzo fulmineo, ZAC! morse la sua vittima e ne<br />

succhiò il sangue.<br />

Ora IrRaziel si era ripreso, e per questo il demone-capo gridò: perchè sapeva che se quell'umano avrebbe<br />

permesso al suo nemico di riprendersi.<br />

Il vampiro si rialza e con un sorriso spavaldo si ritrasforma in Super Sayan, guardando in faccia il demonecapo,<br />

che era piuttosto distante. Poi si volta verso l'umano, ormai morto, che gli aveva involontariamente<br />

salvato la vita e gli dice "Scusa amico, sono stato costretto. Ma comunque grazie. Bè, come si dice... "morte<br />

tua, vita mea" o qualcosa di simile...".<br />

Poi si rivolge al suo acerrimo nemico "Ehi, bello! Stai ancora cercando qualche superstite? Ne hai trovati? Mi<br />

pare di no! Ehi, io faccio bene il mio lavoro!".<br />

Questa volta il demone era piuttosto spaventato, perchè la situazione si era capovolta: lui era abbastanza<br />

stanco mentre IrRaziel aveva molta più energia di lui.<br />

"Vampiro, tu mi costringi ad usare tutti i miei poteri, al 100%. Non ti conviene farlo. Non l'ho mai fatto<br />

ancora in vita mia. E la mia vita è lunga!" risponde il demone-capo.<br />

"Quello stolto umano! Ma perchè non si è fatto gli affari propri!" continuò il demone-capo, tra sè e sè.<br />

Intanto l'umano che aveva rientrato il carretto in città vide quello che succedeva e capì che il suo amico era<br />

morto (non assistette alla sua morte), così, diede l'allarme, chiamando i Sarafan, che erano già in allerta,<br />

perchè avevano sentito le ripetute esplosioni delle onde energetiche di IrRaziel, ma non sapevano di cosa si<br />

trattasse.<br />

L'umano disse loro cosa stesse succedendo ed essi uscirono dalle mura della città.<br />

IrRaziel fu molto irritato nel vedere i Sarafan arrivare e gli venne un'idea eccezionale: avrebbe preso due<br />

piccioni con una fava.<br />

Infatti IrRaziel non si era dimenticato dell'odio profondo che nutriva verso i Sarafan.<br />

La sua missione era completa, e si sarebbe preso anche una bella rivincita.<br />

Forte della sua energia maggiore, mentre i Sarafan corerndo si recavano verso i due superstiti, IrRaziel si<br />

lanciò verso il demone-capo per attaccarlo.<br />

E i due ingaggiarono uno scontro.... quando i Sarafan erano ad un centinaio di metri dai due, IrRaziel diede<br />

un colpo con tutta la forza al suo avversario, che cadde a terra, poi, IrRaziel lo colpì con la massima potenza<br />

ancora una volta e si dileguò molto rapidamente.<br />

I Sarafan allorà cominciarono a lottare contro il demone-capo.... decine di Sarafan cadevano, ma altri ne<br />

arrivavano da dentro la città.... e ogni tnato la spada dei Sarafan colpiva e feriva il demone.<br />

E IrRaziel si godeva lo spettacolo seduto su un'albero piuttosto lontano e nascosto tra le foglie....<br />

"Ah, questo si mi piace! Ho avuto un doppio premio per questa missione.... e penso di essermelo proprio<br />

meritato questo premio extra!" Oensò IrRaziel tra sè e sè....<br />

Alla fine il demone-capo era ancora in piedi e non arrivavano più Sarafan, che ormai avevano rinunciato.<br />

IrRaziel pensò ad alta voce "Cosa cosa?? Cosa è questa cosa? Non va bene questo!", e allora scese dall'albero<br />

e si recò, molto cautamente alle spalle del demone.<br />

Arrivato alle spalle del suo avversario IrRaziel sente cosa dice il demone "Dannazione! Che avversario quel<br />

vampiro. Io solitamente non ho onore e non apprezzo il nemico, ma questa volta devo proprio<br />

riconoscerglielo. Bah, al diavolo! Ora me vado e la prossima volta che lo affronterò, non sarò così<br />

superficiale.".<br />

IrRaziel resta indifferente e sferra un calcio con tutta la forza al braccio destro del demone, che si stacca<br />

addirittua e il busto anche si fracassa.


Il demone cade al suolo per l'ennesima volta (e questa volta sarà l'ultima).<br />

"Demone, non ti ho potuto affrontare direttamente, ma alla fine ho vinto lo stesso. Sei stato un avversario<br />

piuttosto valido, comunque. Addio".<br />

Dopo aver proferito queste parole IrRaziel si allontana dal suo avversario, ormai incapace di reagire, si volta e<br />

si prepara a scagliare l'ultima onda energetica della giornata, con la quale firmerà la sua vittoria completa.<br />

Il demone vede cosa sta per succedere e grida "No, ti prego! Non farlo, no!!!! Posso autarti! Posso rivelarti<br />

alcune cose!"<br />

Ma IrRaziel, sordo alle sue parole, scaglia una onda energetica potentissima (giusto per essere certo che non<br />

rimanga traccia di quel vile demone), che colpisce in pieno il malcapitato, di cui non rimane traccia.<br />

Anche buona parte dei corpi dei Sarafan viene disintegrata dal colpo finale di IrRaziel.<br />

Quel demone aveva fatto una strage tra le fila dei Sarafan! Ne aveva uccisi almeno una trentina.<br />

IrRaziel era soddisfattissimo. In seguito raccoglie e indossa il suo mantello rosso.<br />

"Qui ora non ho più niente da fare!" tuona IrRaziel. Quindi si reca alla Cattedrale, molto soddisfatto.<br />

E come sempre era contento di aver dimostrato, una volta ancora quale fosse il suo potere, che battaglia<br />

dopo battaglia andava incrementandosi!<br />

IrRaziel ambiva a raggiungere una posizione importante: non si accontentava della sua posizione attuale, ma<br />

sapeva che avrebbe dovuto aspettare e svolgere molte altre missioni, prima di aquistare importanza.<br />

SOUL<br />

IrRaziel guadagna:<br />

Energia Sferica (Genkidama): Con questa poderosa tecnica il Sayan è capace di inglobare una modesta<br />

quantità di energia, donata dalla terra e da tutta la materia vivente attorno al vampiro. Il colpo, tuttavia,<br />

necessita di una determinata quantità di tempo per esser caricato, ed il tempo impiegato è proporzionale<br />

alla potenza della tecnica.<br />

ALTAIR<br />

"Non c'è mai un attimo di pausa, eh?" sussurrai a denti stretti mentre Omega organizzava il nostro<br />

contrattacco.<br />

Prima orge di golem, adesso orge di demoni: non avevo un attimo di tempo per rilassarmi difendendo il mio<br />

elemento dalla minaccia degli umani che subito si prospettava una minaccia ben più seccante. Beh, tanto<br />

meglio: non avrei corso il rischio di perdere l'allenamento.<br />

In realtà ero preoccupata: il mio corpo portava ancora i segni della Mietitrice Materiale purificata e anche se<br />

il mio potere non era affatto diminuito la mia resistenza nel Regno Materiale era quasi dimezzata. Prima o<br />

poi sarei tornata come prima ma ci voleva tempo, tempo che a quanto pare le circostanze non volevano<br />

concedermi.<br />

Mi avvicinai al balcone della Cattedrale, osservai per qualche secondo il lago e la foresta sottostante.<br />

"Io esco. Cercherò di intercettare i luogotenenti prima che si avvicinino troppo. La foresta saprà dirmi di<br />

preciso la loro posizione, cosa che non potrò sapere se rimango qui." dopodichè alzai lo sguardo verso la<br />

Vampira:<br />

"Sheer, se dovessero arrivare più di due luogotenenti potrei non riuscire a tenerli a bada tutti... tieniti pronta"<br />

Sheer non disse nulla ma sorrise in modo rassicurante.<br />

<strong>Torna</strong>i di nuovo a guardare fuori, aprii le ali e spiccai il volo.<br />

Iniziai a sorvolare i dintorni della Nupraptor's Retreat, restando a bassa quota e cercando di concentrarmi il<br />

più possibile per individuare gli eventuali pericoli che potevano minacciare Nosgoth.<br />

Nel giro di un quarto d'ora iniziai a percepire minacce provenienti da Nord e da Sud e pochi minuti dopo<br />

eravamo chiaramente circondati. Non mi allontanai dalla Cattedrale: mi fidavo dei miei compagni ma sapevo<br />

che i demoni più forti sarebbero in qualche modo riusciti a sfondare.<br />

Il tempo passava ma non percepivo nulla di vicino. Le presenze malvagie erano molteplici ma sembrava


fossero ferme ad una distanza considerevole e questo mi rendeva molto nervosa. O i Vampiri e i Mietitori<br />

stavano facendo un ottimo lavoro o c'era qualcosa che non andava affatto bene.<br />

Continuai a volare in cerchio attorno alle montagne della Nupraptor's Retreat, tenendo tutti i sensi in allerta.<br />

All'improvviso percepii qualcosa di diverso, qualcosa che si era separato dal gruppo e si stava avvicinando<br />

alla Cattedrale ad altissima velocità.<br />

Cambiai subito rotta e virai verso Sud, preparandomi ad intercettarlo. Qualunque cosa fosse non mi piaceva<br />

affatto, era troppo rapido e la sua aura si distingueva bene da quella degli altri demoni. Aveva sfondato le<br />

nostre difese senza nemmeno rallentare, non era per niente normale.<br />

Continuai a volare tenendo gli occhi puntati sulla foresta sotto di me: ormai era molto vicino e avrei dovuto<br />

iniziare a vederlo. Purtroppo però non vidi assolutamente nulla di strano, la foresta sotto di me sembrava<br />

calma come sempre. La presenza ostile era vicinissima, mi pareva quasi di averla davanti... per poi percepirla<br />

alle mie spalle.<br />

"Ma che cazz.." Rallentai di colpo il mio volo e mi guardai istintivamente alle spalle. Continuai a non vedere<br />

nulla, poi mi venne un idea. Imprecai mentre alzavo lo sguardo al cielo: vidi soltanto una piccola scia dorata,<br />

luminosa quasi quanto una stella che si dirigeva alla Cattedrale.<br />

Come potevo essere così stupida? Mi aspettavo un attacco da terra e non avevo minimamente pensato alla<br />

possibilità che i luogotenenti potessero volare.<br />

Invertii bruscamente la direzione di volo, creai una corrente ascensionale per alzarmi di quota e iniziai ad<br />

inseguire il nemico.<br />

Ci volle più tempo del previsto per raggiungerlo, rimasi stupita dalla sua rapidità ma appena fu alla mia<br />

portata evocai la mietitrice e portando entrambe le mani in avanti lo bloccai bruscamente con la telecinesi e<br />

lo trascinai verso la punta della mia lama, pronta ad infilzarlo ancora prima di averlo visto in faccia.<br />

Tutto si svolse così in fretta che stentai a capire: vidi solo una nuvola di scintille sia spettrali che materiali,<br />

mentre le nostre due lame si scontravano.<br />

Rimasi un po' stordita sia dal contraccolpo che dai fatti. Il demone aveva risposto al mio attacco alle spalle<br />

parando la mia mietitrice con la sua spada. Quel mostro doveva essere davvero potente per poter reagire<br />

alla paralisi che comporta la telecinesi... oppure ero io che avevo sbagliato qualcosa nel preparare il colpo.<br />

Speravo che l'ipotesi esatta fosse la seconda ma dentro di me sapevo di trovarmi davanti a un nemico molto<br />

pericoloso.<br />

"Certo che hai davvero un modo elegante di presentarti"<br />

Il demone mi guardò con uno sguardo disinteressato, come se io rappresentassi più una seccatura che un<br />

vero nemico.<br />

Appoggiò la sua lama sulla spalla destra, mentre con la sinistra si lisciava i lunghi capelli argentei, vibrando<br />

delicatamente le ali trasparenti con un leggero ronzio.<br />

Iniziai istintivamente ad innervosirmi: la sua faccia era quella di uno che amava sfottere ed era la categoria di<br />

nemici che più odiavo.<br />

"Non credevo che i *demoni* badassero tanto al galateo..." risposi, fendendo l'aria con poderose frullate,<br />

ponendo un tono particolarmente dispregiativo sulla parola 'demone'.<br />

Il nemico mi guardò annoiato, sbuffò e si mise in posizione di attacco.<br />

Era un demone piuttosto basso rispetto agli altri della sua stessa stirpe che avevo visto fino a quel momento.<br />

Non era particolarmente muscoloso e questo mi portò a dedurre che avesse rinunciato alla potenza per<br />

sviluppare la velocità.<br />

Con questo si spiegherebbe la sua capacità di sfoderare la spada e parare il mio colpo in meno di un quarto<br />

di secondo. I suoi capelli erano lunghi e bianchi, con una sfumatura azzurra che li rendeva simili all'argento.<br />

Due grosse corna simili a quelle di un ariete gli crescevano sulla fronte, mentre quattro ali di libellula gli<br />

permettevano di volare molto agilmente rendendolo probabilmente avvantaggiato rispetto a me nei duelli<br />

aerei. Avrei dovuto fare attenzione anche alla sua lunga coda, armata di lame e spine sulla punta, come<br />

quella dei dragoni.<br />

Mi gettai sul nemico brandendo la mietitrice di terra. Avevo intenzione di fare una mezza finta, in modo da<br />

studiarmi bene la velocità del demone. Come immaginavo il mio colpo venne schivato senza problemi. Gli<br />

bastò un semplice scatto verso l'alto, dopodichè con una capriola si portò alle mie spalle puntando la sua<br />

lama sul mio collo. Ruotai rapidamente le ali e contrattaccai mollandogli un calcio rovesciato sul mento. Lui<br />

venne sbalzato all'<strong>indietro</strong> e compì un giro su se stesso, imprimendo forza alla coda e colpendomi di striscio<br />

allo stomaco


"eh eh... prevedibile" affermai mentre il demone si massaggiava il mento sorridendo con soddisfazione.<br />

Mi osservò per qualche secondo senza dire nulla, dopodichè iniziò a spostarsi lateralmente, apprestandosi a<br />

riprendere il suo volo verso la Cattedrale<br />

Con uno scatto mi posi davanti a lui.<br />

"Ehi, dove vorresti andare?" Ringhiai<br />

"Scusa ma avrei un appuntamento con una certa persona..."<br />

"Mi dispiace per te, ma prima dovrai liberarti della seccatura che hai qui davanti" affermai con un sorriso<br />

pieno di sfida, indicandomi con il pollice.<br />

Il demone assunse un'espressione stizzita:<br />

"Avrei una certa fretta ma non importa: sistemerò questa seccatura in un attimo"<br />

"Provaci allora e non sprecare fiato" affermai, mettendomi in posizione di attacco.<br />

Il demone rimase fermo per un secondo, poi con uno scatto fulmineo si scagliò su di me a spada tratta.<br />

Arrivatomi davanti, si spostò lateralmente a sinistra con una tale rapidità che a stento lo vidi. Mi aspettavo<br />

una finta da parte sua, ma l'eseguì così velocemente che non ebbi il tempo di spostare la mietitrice a difesa.<br />

Fui costretta a parare il colpo con il braccio sinistro: alcune scintille schizzarono dalla lama quando questa<br />

impattò con i miei artigli.<br />

Mi resi conto che le mie preoccupazioni non erano poi così fondate, la lama era leggera e non riuscì a<br />

ferirmi. Penetrò nella mia mano per meno di un centimetro: sorrisi mentre bloccavo con gli artigli la spada<br />

del nemico, ignorando il sangue che iniziava ad uscire dalla ferita al braccio sinistro, mentre con il destro<br />

presi lo slancio per piantare la mia mietitrice di Terra sullo stomaco dell'avversario.<br />

L'espressione del demone si fece seria per la prima volta. Non poté evitare il colpo senza lasciare la spada<br />

ma riuscì comunque a spostarsi a sufficienza da ridurre al minimo i danni.<br />

La mietitrice affondò sul nemico, provocandogli un lungo ma superficiale taglio sul petto.<br />

Non fu più possibile mantenere il volo in quelle condizioni e iniziai a perdere quota per prima, trascinandomi<br />

dietro l'avversario che non poté farci nulla.<br />

Continuai a tenere saldamente la spada del demone mentre tentavo un secondo attacco ma venni interrotta<br />

dalla sua coda che sibilò minacciosamente vicino alla mia testa e la sua estremità tagliente si conficcò nella<br />

mia ala sinistra.<br />

Strinsi i denti dal dolore cambiando tattica e andando a colpire con forza l'elsa della spada demoniaca<br />

tentando così di disarmare il nemico.<br />

Il demone non aveva nessuna intenzione di lasciare la spada, ma stavolta avrebbe dovuto scegliere se<br />

mollare la presa o perdere le mani.<br />

Appena la mia mietitrice arrivò a 10 centimetri di distanza dalla spada avversaria, questa si illuminò<br />

improvvisamente di una luce accecante e una potente onda d'urto si sprigionò da essa.<br />

Venni colpita in pieno e precipitai nella foresta sottostante. Colpii il suolo con forza, abbattendo un paio di<br />

alberi nella caduta e rompendomi qualche costola.<br />

Imprecai.<br />

Cercai di rialzarmi in fretta, anche se era più facile a dirsi che a farsi. Il colpo del demone mi aveva stordita e<br />

accecata e non riuscivo a vedere nulla. Qualcosa però mi disse di spostarmi da quella posizione e di farlo il<br />

più rapidamente possibile. Rotolai verso sinistra mentre lentamente ricominciavo a vedere qualcosa: sentii<br />

solo un tonfo e un leggero spostamento d'aria mentre il demone conficcava la sua spada a terra, pochi<br />

centimetri più in là dalla mia faccia.<br />

Senza nemmeno rialzarmi, caricai rapidamente un colpo telecinetico e lo lanciai prima che l'avversario<br />

staccasse la spada dal terreno. Come immaginavo venne per poco schivato, il demone saltò e vibrando le ali<br />

con un fastidioso ronzio si scagliò nuovamente verso di me a spada tratta.<br />

Con una capriola all'<strong>indietro</strong> mi rialzai e appena fu abbastanza vicino da non poter fuggire dal mio raggio<br />

d'azione, lanciai due onde d'urto in rapida successione.<br />

Il demone non si aspettava questo attacco, tentò di schivare ma la prima onda lo colpì alle gambe,<br />

sbalzandolo in avanti e la seconda lo colpì in pieno.<br />

Senza dargli tregua lo raggiunsi con due battiti d'ala e cercai di trafiggerlo mentre era ancora a terra.<br />

Purtroppo, nonostante il mio precedente attacco, colpii solo il suolo, mentre il demone, agilmente, era già<br />

balzato dietro di me. La sua coda era già sopra la mia testa, pronta a colpirmi con una velocità<br />

impressionante.<br />

Non riuscii a vederla, mentre schioccando come una frusta si apprestava a colpirmi: mi limitai ad alzare la


mietitrice, nel vago tentativo di contrattaccare. Nella migliore delle ipotesi ci saremmo colpiti a vicenda.<br />

Mi ero quasi rassegnata ad incassare quando, inaspettatamente, il mio colpo andò a segno: vidi chiaramente<br />

la lama affondare nella sottile coda del demone, tranciandola di netto. Purtroppo ciò non cambiò la<br />

traiettoria della sua punta affilata, che mi colpì comunque piuttosto malamente alla spalla sinistra.<br />

Fortunatamente ebbi la prontezza di spostare la testa di lato, se non l'avessi fatto sarei probabilmente finita<br />

nel Regno Spettrale.<br />

Indietreggiai di qualche passo, mentre mi toglievo la coda del demone di dosso, respirando affannosamente.<br />

Anche il demone non se la cavava meglio e si rotolò a terra, in preda al dolore, spargendo sangue sull'erba.<br />

Avrei dovuto cercare di approfittare della situazione ma l'ala sinistra mi faceva un male pazzesco e la ferita<br />

mi aveva fatto perdere molta della mia agilità. Caricai quindi un colpo telecinetico, mantenendo la<br />

concentrazione per colpirlo con più forza possibile.<br />

Purtroppo anche questa volta il colpo andò a vuoto. Il demone schivò con apparente agilità il proiettile,<br />

saltando di nuovo in alto. Rimase librato in aria per un attimo, puntò verso di me la sua spada che iniziò ad<br />

illuminarsi di una strana luce bianca.<br />

Maledizione, non gliel'avrei lasciato fare di nuovo. Alzai entrambe le braccia e aprii le mani verso di lui,<br />

cercando di resistere al dolore concentrando tutta la mia forza nella telecinesi.<br />

Questa volta non andò male: il nemico venne paralizzato subito e forzatamente lo trascinai verso di me,<br />

stringendo i pugni e urlando rabbiosamente. Appena fu alla mia portata evocai il glifo del fuoco.<br />

"Prova a schivare questo!" ringhiai mentre il corpo del nemico veniva avvolto dalle fiamme.<br />

Il demone non poté farci nulla e crollò a terra, rotolando e cercando di spegnere le fiamme che lo stavano<br />

lentamente consumando.<br />

Anch'io crollai a terra, in ginocchio, ansimando profondamente. Mi appoggiai a terra con la mano sinistra,<br />

avevo usato troppa potenza in un lasso di tempo troppo breve. Il sangue mi colava dalla ferita all'ala e alla<br />

spalla sinistra e questo non migliorava di certo le cose.<br />

Portai la mano destra al petto mentre con gli occhi socchiusi tentavo di recuperare almeno quel tanto che<br />

bastava per dare al demone il colpo di grazia.<br />

Sangue...<br />

Mi guardai la mano con un espressione un po' stupida... La ferita della Mietitrice Materiale si era aperta di<br />

nuovo. Mi rialzai a fatica, tossendo sangue. Anche il demone si rialzò: i suoi indumenti erano bruciati e anche<br />

le sue ali ormai erano inutilizzabili.<br />

"Tu..." sibilò "Tu non sai contro chi ti stai mettendo" Il demone si avvicinava lentamente mentre pronunciava<br />

quelle parole.<br />

Dopo un paio di tentativi andati a vuoto riuscii ad evocare la Mietitrice di Terra e mi preparai all'attacco.<br />

Purtroppo però non riuscii più a mantenere la mia forma fisica, il mio corpo si dissolse e raggiunsi il Regno<br />

Spettrale.<br />

Stupido Regno spettrale... Divorai in fretta le anime che c'erano, e recuperai almeno un po' di energie<br />

appena in tempo. Un fulmine nero squarciò il cielo e il demone comparve alle mie spalle.<br />

Me lo aspettavo.<br />

Non mi diede un attimo di tregua: corse verso di me a spada tratta, mentre mi preparavo a parare il suo<br />

attacco.<br />

Il demone fece un'altra finta buttandosi a terra e tentando un affondo dal basso verso il mio stomaco.<br />

Saltai appena in tempo per evitare il colpo, mantenendo a malapena l'equilibrio. Contrattaccai con un onda<br />

d'urto verso il basso, colpendo il bersaglio.<br />

Il mio attacco non gli causò molti danni, ma riuscì a sbilanciarlo quel tanto che bastava per renderlo<br />

vulnerabile al mio successivo attacco telecinetico.<br />

Il demone venne sbattuto a terra ma si rialzò subito con una capriola. Atterrai malamente poco più in là.<br />

Era interessante che la spada demoniaca potesse essere usata anche nello Spectral ma non avevo tempo per<br />

pensarci, dovevo assolutamente concludere la lotta.<br />

A quel punto non vidi più il nemico. Non mi sembrava fosse tornato al Material ma lo persi stupidamente di<br />

vista.<br />

Non potevo cercare di individuarlo percependo gli spostamenti d'aria perchè nello Spectral l'aria non si<br />

muove, né si muove la polvere a terra. Cercai di invocare il potere del Pilastro della Natura per individuare il<br />

nemico ma lo sentivo ancora poco in quella dimensione.


All'improvviso mi sentii afferrare al collo da dietro.<br />

"No!" esclamai con un urlo strozzato.<br />

Non mi aspettavo quella mossa, e da quella posizione i miei movimenti erano limitati.<br />

"Adesso, visto che ci tieni tanto ti ucciderò anche qui, così potremo raggiungere la Cattedrale dei Vampiri<br />

senza *seccature*"<br />

"Po...Potremo?"<br />

"Già, credi forse che sia venuto qui per divertirmi? C'era solo bisogno di qualcuno che facesse da esca,<br />

stavolta è toccato a me"<br />

Continuavo a non capire, quelle parole mi avevano tolto la voglia di combattere.<br />

Il demone mi infilò la sua lama nella schiena, lentamente, gustandosi pienamente la scena mentre trattenevo<br />

a stento un urlo di dolore. Iniziò a ridere sommessamente.<br />

"Altri demoni hanno sfondato le difese e si stanno dirigendo alla Cattedrale procedendo nello spectral e voi<br />

ci siete cascati. Probabilmente alcuni saranno già arrivati."<br />

Il demone sfilò la spada e mi sbatté a terra.<br />

"Spiacente, Guardiano! Missione fallita"<br />

A quelle parole il demone si apprestò a darmi il colpo di grazia. Stava forse dicendo la verità? O le sue parole<br />

erano solo un attacco psicologico privo di fondamenti? Qualunque fosse la realtà dei fatti non potevo<br />

perdere... Non potevo credere di aver combattuto inutilmente, di avere solo perso tempo compromettendo<br />

così il Rito. Mietitori e vampiri avrebbero rischiato di essere uccisi invano e tutto per colpa della mia mancata<br />

lungimiranza. Non potevo permetterlo. Non potevo soprattutto permettere che uno sporco demone osasse<br />

spedirmi nella Sala delle Impronte dopo essere sopravvissuta alla Mietitrice Materiale, né potevo sopportare<br />

la vergogna di una simile sconfitta in un momento così delicato.<br />

Il demone pose la sua spada perpendicolare al terreno e puntandomi la gola tentò di decapitarmi. Mi girai di<br />

fianco e la spada tagliò solo alcuni dei miei capelli.<br />

Con una smorfia stizzita il demone estrasse la spada dal terreno.<br />

"Vuoi morire una volta per tutte?" detto ciò sollevò un piede e mi colpì al torace, facendomi sputare sangue<br />

e tenendomi bloccata. Si apprestò quindi ad un altro colpo ma io avevo già sollevato il braccio destro e gli<br />

sparai in faccia una raffica di proiettili telecinetici. Lo feci capitombolare all'<strong>indietro</strong>, mentre approfittavo<br />

della situazione per divorare qualche anima e rigenerarmi il più possibile.<br />

Una leggera brezza iniziò a vorticare attorno a me. Il nemico ne rimase quasi sconvolto dato che non si era<br />

mai visto un fenomeno simile nel Regno Spettrale.<br />

"Idiota, non sono un vampiro, puoi colpirmi dove ti pare, anche al cuore, ma potrò sempre rigenerarmi. Se<br />

vuoi davvero uccidermi mi devi distruggere e non te lo lascerò fare volentieri, né te lo lascerà fare il mio<br />

Pilastro, temo!"<br />

A quelle parole mi scagliai di nuovo sul nemico. Lo colpii con tutta la mia forza ma lui alzò la spada in difesa.<br />

La sua lama però cedette, andando in frantumi. Non aspettavo altro: lo colpii di nuovo, con rabbia mentre il<br />

suo corpo iniziava a ricoprirsi di profonde ferite. La Potenza dell'Orso mi permetteva di infliggere dei colpi<br />

terribilmente potenti mantenendo invariata la velocità.<br />

Dopo la mia serie di fendenti il demone cadde a terra. Senza attendere un secondo di troppo mi scagliai su<br />

di lui [urlante e sbavante NdAquila] e con un colpo deciso lo decapitai.<br />

Attesi per alcuni secondi respirando a fatica, mentre l'anima demoniaca usciva riluttante dal corpo,<br />

dopodichè potei consumarla senza ulteriori intoppi.<br />

Mi rigenerai istantaneamente, dopodichè saltai e mi lanciai in un volo disperato verso la Cattedrale, tentando<br />

di raggiungere i demoni che minacciavano così da vicino l'Alleanza.<br />

OMEGA<br />

Stavo eseguendo il rituale, abbastanza rapidamente, al centro della cattedrale del sague, uno strano simbolo,<br />

simile ad una stella a 7 punte, con sulla punta ognuno dei 7 peccati capitali. Saette e lingue di fiamme si<br />

liberavano da questi, illuminando sempre più quella runa iscritta sul pavimento con il mio sangue dorato. io<br />

mi torvavo al centro, recitando la formula del rituale, letta da un libro sostenuto con la mano sinistrta, e la<br />

spada tenuta con la mano destra. Procedeva tutto perfettamente, però, in realtà, altair percepivo che si stava


muovendo a gran velocità vero la cattedrale. Mi distrassi qualche istante per controllare meglio grazie ai miei<br />

poteri di percezione, ma proprio in quei momenti dei tuoni fuggirono dal cerchio magico che avevo creato,<br />

distruggedno alcune colonne lì vicino. Mi riconcentrai subito, ma oramai avevo sentito il motivo per cui Altair<br />

si stava mobilitando così rapidamente.<br />

Senza perdere la concentrazione mi fermai dal parlare, dicendo:<br />

- Sheer! siamo nei guai, non avevo previsto che i Demoni potessero usare anche il piano spettrale dei<br />

mietitori, non ci avevo nemmeno pensato. Ora però qualcosa... una fonte di potere demoniaco di incredibile<br />

forza si sta avvicinando.<br />

Sheer<br />

Sembra una unica fonte, ma potrei sbagliarmi, la sua forza comunque sembra tale addirittura da competere<br />

con la tua. Ciò non è affatto un bene, unito al fatto che può usare il piano spettrale per spostarsi. Resta il<br />

fatto che non può colpirmi mentre è in quella forma, perciò questo può darti la possibilità di vincere. Rimane<br />

un unico problema. Sento già la spada fremere al pensiero oltre che di distruggere quella forza maligna,<br />

anche al pensiero di vendetta. Cerca di non farlo avvicinare nel cerchio magico, altrimenti la mia essenza<br />

andrebbe a contatto alla sua e non so se riuscirei a resistere a lungo. Questo sombolo porta anche con se<br />

una barriera, ma nemmeno lei resisterà a lungo al furore del Demone. Spero tu te la possa cavare<br />

tranquillamente.<br />

LDR: 5<br />

REEV<br />

E quindi, eccomi qui, ai piedi della Retreat.<br />

E ancora mi chiedevo… cosa ci faccio qui? Perché ora mi ero messo ad aiutare i vampiri?<br />

Altair avrebbe sicuramente detto che lo faccio “perché sono irrimediabilmente buono”…<br />

Eppure…<br />

Eppure io non ho niente da spartire con i vampiri…<br />

Il motivo era un altro… c’era qualcosa che mi spingeva a farlo… quell’Omega…<br />

…<br />

Già…l’avevo incontrato solo una volta prima di allora… se non sbaglio, durante la campagna contro Menor…<br />

ma fin dalla prima volta in cui lo vidi mi aveva data un’impressione diversa da tutti gli altri vampiri… e<br />

inoltre…<br />

Inoltre c’era quella stranissima sensazione… come se io e lui avremmo già dovuto incontrarci… come se il filo<br />

del suo destino un tempo fosse legato al mio…<br />

…<br />

Tirai un sospiro profondo… -devo sbrigarmi!- dissi, avanzando verso Ovest.<br />

Megalith Throw!<br />

Ero abbastanza lontano, quando vidi i demoni in lontananza. Dieci, circa<br />

Staccai il vessillo Razielim che portavo alla gamba e me lo legai nel modo in cui erano soliti portarli i<br />

mietitori. Sarebbe stata una dura lotta…<br />

Arrivati a distanza, mi misi in piedi, come con l’intenzione di non farli passare.<br />

- Spostati, pulce!– disse uno.<br />

- Lasciaci passare! Vattene!- urlò un altro…<br />

- ma andiamo… - dissi seccato io, evocando la mietitrice – ma vi pare davvero che mi sposto ora? Voi<br />

ragazzoni siete troppo ingenui…<br />

Corsi contro uno di loro abbastanza velocemente da permettergli di reagire. Mi fermai poco prima del


aggio d’azione del successivo pugno, che quindi usai come appoggio per saltare sulla sua spalla e dargli un<br />

calcio dietro la nuca, dandomi la spinta per saltare e mi ritrovai in verticale sopra quello dietro di lui, che si<br />

beccò un proiettile cinetico in pieno volto. Atterrai e subito corsi verso un altro, appoggiando un piede sul<br />

suo petto, eseguendo un sommersault, colpendolo sotto il mento con un calcio. Atterrai poco distante, ma<br />

sentì la terra fremere. Mi scostai appena prima che una stalagmite venisse fuori dal terreno. Afferrai<br />

l’estremità mentre questa ancora fuoriusciva e questa mi diede la spinta per saltare verso un terzo demone e<br />

attaccarlo con la mietitrice.<br />

Ma prima che me ne accorgessi, fui afferrato per il collo.<br />

Ero incredulo… ma come…<br />

- Non rompere e muori – mi fu detto.<br />

E quindi il demone mi spezzò il collo. Caddi, sparendo, scivolando dal mio vessillo…<br />

Aprii gli occhi.<br />

Spectral.<br />

Velocemente portai le mani alla gola. Intatta…<br />

Fortunatamente il mio spirito non poteva essere danneggiato… Assorbii anime più velocemente possibile,<br />

quindi cercai un portale. Ne vidi uno in lontananza, nella direzione opposta alla cattedrale del sangue..<br />

- dannazione! – dissi correndo.<br />

I demoni si erano allontanati un bel pò. – Ehi! – urlavo da lontano – Io sono ancora qui! –<br />

- Bene, e vedi di rimanerci – rispose uno, senza neanche voltarsi.<br />

Il demone continuò a camminare per qualche passo, andando a urtare contro il nulla… osservò meglio… era<br />

una sorta di parete dai riflessi violacei… il muro del suono è una figata…<br />

- Beh, pare che abbia argomenti molto convincen… eh? .<br />

Una massa di terra avanzava verso di me come un’onda, lanciata da uno dei demoni. Venni investito in<br />

pieno.<br />

Restai a terra per un po’, finché uno dei demoni non mi sollevò per il collo. Mi guardava con uno sguardo<br />

adirato<br />

- Non ostacolarci...<br />

Mi aggrappai al suo braccio e da quella posizione gli tirai un calcio sulla mascella.<br />

Riuscii così a liberarmi da quella situazione e corsi verso un altro. Prontamente evitai un pugno gettandomi a<br />

terra, e quindi lo colpii dal basso con la mietitrice.<br />

Velocemente cambiai di nuovo obbiettivo, ma vidi un demone da lontano sbattere violentemente la mano<br />

sul terreno. E senza che avessi tempo di accorgermene, la terra “esplose”. Rocce di varia foggia volarono<br />

come sputate dalla terra, sbalzandomi via. Mi rialzai abbastanza velocemente da vedere un successivo<br />

demone infilare le mani nel terreno e quindi sollevare una gigantesca roccia, portandola sopra la sua testa.<br />

- ehi… c-che scherzi sono…? N-non vorrà mica… -<br />

Si, lo fece. Lanciò la pietra, e evitai di restarne schiacciato per un soffio. Ciò non toglie che urtai<br />

violentemente, cadendo di nuovo a terra.<br />

Non ebbi tempo di capire cosa fosse successo, che di nuovo fui afferrato per un braccio e sbattuto in giro.<br />

Venni lanciato via, urlante per il dolore al braccio sinistro, slogato, forse rotto.<br />

Tossii , sputando sangue… - maledetti… - dissi rialzandomi. Mi tenevo il braccio sinistro, stringendolo per il<br />

dolore. I demoni si voltarono, e continuarono a camminare in direzione della cattedrale. Tirai dei colpi<br />

cinetici a quello più <strong>indietro</strong>, seccato. Si voltò lentamente, abbastanza lentamente che ormai ero sotto di lui.<br />

Onda d’urto!<br />

Venne violentemente sbalzato all’<strong>indietro</strong>, urtando i suoi compagni. Feci affidamento alle forze rimaste e gli<br />

saltai addosso, gettandolo a terra e impalandolo con la mietitrice.<br />

Un urlo, poi il silenzio.<br />

Ne avevo ucciso uno. Ansimavo mentre tutti gli altri si disponevano lentamente a cerchio attorno a me…<br />

Mi guardai attorno… senza sapere chi attaccare, evocai il glifo del fuoco, generando un vortice di fiamme che<br />

colpì tutti indifferentemente. Sono tutti uguali, dannazione!<br />

Mi lanciai contro quello davanti a me, ancora avvolto dalle fiamme, ma a metà strada durante la corsa caddi.<br />

Niente, ero troppo debole… cercai di alzare la testa… e vidi quello che avevo intenzione di attaccare fare uno<br />

strano gesto dal basso verso l’altro.


Pochi istanti dopo venni trafitto da una stalagmite spuntata sotto il mio ventre. Di nuovo sputai sangue. Ero<br />

troppo debole per urlare di dolore.<br />

Pochi secondi dopo, e la pietra magica si dissolse, mentre cadevo a terra, morto.<br />

<strong>Torna</strong>i al material. Per la fretta non mi curai neanche completamente. Mi tenevo lo stomaco per il dolore…<br />

I demoni si erano allontanati parecchio dal portale… Corsi n direzione della cattedrale. Durante il tragitto vidi<br />

per terra il mio vessillo, cadutomi prima. Lo recuperai in corsa e me lo legai di nuovo al collo.<br />

Finalmente raggiunsi i demoni. Camminavano dritti davanti a loro, on si erano accorti di me. Io neanche mi<br />

fermai, continuai la corsa, evocai la Mietitrice e saltai sulla schiena del primo che mi capitò a tiro,<br />

trapassandolo. Il demone si agitò, cercando di scrollarmi di dosso. Non l’avevo colpito in nessun punto<br />

vitale… Alla fine l’intervento dei suoi compagni mi fece cadere. Aprii gli occhi e mi ritrovai disteso sulla<br />

schiena col demone di prima che voleva colpirmi violentemente con entrambi i pugni congiunti.<br />

“Maledizione!” dissi, portando le mani in avanti ed evocando il muro del suono. Sia per la forza dell’attacco,<br />

sia per la mia debolezza fisica e mentale, però, lo scudo sembrava debole. Le onde sonore erano in<br />

agitazione, e sembrava potesse sparire da un momento all’altro. Mi slanciai all’<strong>indietro</strong> poco prima che la<br />

barriera si frantumasse. In ginocchio, da dove mi trovavo, vidi la terra spaccarsi, e la crepa viaggiava ad alta<br />

velocità verso di me. Mi lancia di lato ancora una volta, ma sentii ancora la terra tremare. Un’ulteriore slancio<br />

Mi fece evitare per un soffiala punta di una stalagmite… Solo il vessillo Razielim era stato trafitto dalla pietra,<br />

e ora si trovava lì dove avrei dovuto esserci io… “pare non debba portare quella bandiera oggi” commentai,<br />

affannato.<br />

Di certo avrei potuto evitare quel commento. Venni violentemente colpito alle spalle da un pugno che mi<br />

fece ruzzolare per qualche metro. Imprecai, cercando di riprendere equilibrio. Atterrai, mi ripresi dalla<br />

rotazione e sparai un’onda d’urto verso il demone che mi aveva colpito. Un veloce slancio e in pochi secondi<br />

mi ritrovai vicino a lui che ancora volava. Un potente fendente dal basso verso l’alto e lanciai il demone in<br />

aria, quindi con un colpo cinetico lo spedii ancora più in alto. Salto, fino a raggiungerlo e lo colpisco con un<br />

potente colpo rotatorio di mietitrice, ributtandolo a terra. Dalla mia posizione sopraelevata lanciai un’onda<br />

d’urto, facendolo sprofondare qualche centimetro nel terreno. Caddi, portando la mietitrice in avanti,<br />

trafiggendo il demone nel petto. Si agitò per un po’, prima di morire. Affannato, non mi accorsi di una grossa<br />

pietra lanciatami contro che impattò su di me, frantumandosi per la forza. Ero a terra. Il braccio destro era<br />

andato.<br />

Fui sollevato per i capelli da uno dei demoni, che mi guardava con uno sguardo deciso.<br />

Sguardo che improvvisamente mutò, e si voltò verso la cattedrale, cos come fecero gli altri…<br />

Un sorriso… il demone sorrise, quindi mi lanciò via, scoppiando in una risata. Riuscii appena ad alzare la<br />

testa, dolorante, solo per vederlo svanire in un vortice di sabbia, insieme agli altri...<br />

- m-missione… compiuta…?<br />

LIQUID<br />

Ambienti<br />

Mi bastarono una quindicina di minuti per raggiungere una posizione decente. A sud della cattedrale l’acqua<br />

scorreva in tanti corsi, deviati dai numerosi detriti che il tempo aveva depositato. Uno di questi<br />

rappresentava una via ideale per raggiungere la base dei vampiri, soprattutto per esseri acquatici. E poi il<br />

guardiano del tempo ne era sicuro, li percepiva, sarebbero arrivati da là.<br />

Da molto stavo seduto su una sponda rocciosa molto alta. Sotto di me c’era un’ampia spiaggia, una distesa<br />

di pietre ed erbaccie che crescievano nonostante la poca fertilità del terreno. Forse era la vicinanza con<br />

l’acqua a permettergli di crescere in quel modo.<br />

Lanciavo continuamente sassi in acqua, per far passare il tempo, e… volevo anche attirare la loro attenzione…<br />

L’ambiente era molto tranquillo, e ciò non mi preoccupava. Alzai lo sguardo verso la Nupraptor’s Retreat. Il<br />

grosso teschio gettava lo sguardo su tutta la vallata, ogni volta mi stupivo di quella meraviglia architettonica.<br />

Ero stato poche volte in quella zona, e ne ero rimasto sempre impressionato. Di certo non avrei lasciato che<br />

nessun malintenzionato si avvicinasse all’edificio, fossero demoni o non… avevo infatti accettato l’incarico


senza far problemi.<br />

Non sapevo cosa volessero, e non mi interessava, un guardiano cercava aiuto e difesa e questo mi bastava.<br />

Riportai lo sguardo sul fiume, giusto in tempo per vedere il primo nemico arrivare.<br />

L’acqua si mosse vicino alla riva, mentre uno dei demoni ne usci gocciolante. Si guardò intorno per<br />

ispezionare la zona.<br />

Assomigliava molto ad un grosso insetto, sei zampe, il corpo di color verde-marrone squamato, due lunghe<br />

antenne fuoriuscivano dal capo e finivano a toccare le zampe posteriori. Sotto i suoi due grossi occhi neri e<br />

sporgenti, le fauci del demone si riaprivano e richiudevano. Più a lato c’erano dei grossi tagli, che pensai<br />

fossero delle gigantesche branchie. Aveva un aspetto decisamente orribile e non sembrava nemmeno<br />

possedere troppa forza, perché tutto il corpo, in particolare le zampe, era molto esile. Nessun arma e<br />

nessuna parte del corpo accuminata, sembrava un innoquo e tranquillo insetto, se non fosse stato per i<br />

gorgheggi mostruosi che lanciava. Sembrava infatti soffrire parecchio.<br />

Il mostro vomitò acqua, mentre le branchie si richiudevano e si mise a respirare affanosamente, ma in pochi<br />

secondi acquisì un ritmo respiratorio più tranquillo, abituandosi completamente all’ambiente esterno.<br />

Lanciò sguardi a destra e sinistra e annusò l’aria. Io stavo piuttosto in alto e rimasi ad osservare, aspettando il<br />

momento propizio per attaccare. Infatti dovevo ancora capire dove fossero gli altri, lui non era di certo da<br />

solo. Il demone fece qualche passo in avanti senza mai alzare lo sguardo e guardare verso la mia posizione.<br />

Si muoveva con cautela, calibrando ogni passo e stando attento pure al suono delle piante che a causa del<br />

vento sfregavano sulle rocce.<br />

Un strano verso dietro di me mi colse di sorpresa, mi voltai, sicurissimo che fosse qualcosa di molto vicino.<br />

Ma non vidi nulla, la piccola radura erbosa alle mie spalle era completamente vuota. Passai rapidamente gli<br />

occhi dappertutto, ma niente. Non c’era nessuno. Eppure ero sicuro non fosse stata una mia impressione.<br />

Riportai lo sguardo verso la spiaggia. Vuota anche quella. Il demone era scomparso senza lasciare una<br />

minima traccia. Guardai in acqua, niente nemmeno li. Cominciai a preoccuparmi. Era logico che fossi caduto<br />

in una trappola.<br />

Qualcosa alle mie spalle mi colpì con molta violenza. Volai al di là del ciglio precipitando per sette o otto<br />

metri e mi schiantai di schiena contro il terreno roccioso dell spiaggia. Rimasi a fissare in alto, ma nessuno si<br />

sporse dalla scogliera. Al volo mi rialzai ed intorno a me non potevo vedere nulla. L’insetto esploratore s’era<br />

volatilizzato, e qualcun altro dall’alto di sconosciuto giocava a farmi arrabiare.<br />

“Che siano davvero così veloci? Dannazione non capisco…”<br />

La faccenda mi puzzava. Sentii un forte boato vero l’alto, alzai lo sguardo e vidi una piccola luce nel cielo.<br />

Pochi istanti dopo riconobbi la figura di Altair svolazzare rapida in quella zona attorno a qualcosa che non<br />

riuscivo a riconoscere. Un demone probabilmente.<br />

“Un’attacco aereo? E chi se l’aspettava?” sorrisi.<br />

Una fitta mi colpì alla gamba. Per riflesso balzai in avanti e atterrai qualche metro più in là. Diedi un’occhiata<br />

alla gamba, ricoperta di sangue. Un taglio poco profondo mi aveva reciso la pelle, e io ancora non capivo da<br />

dove provenissero quei colpi. Rimasi qualche secondo ad aspettare ed a pensare.<br />

“Ma certo…” non ero stupido, e non volevo che quei demoni lo pensassero di me. Mi misi ad ascoltare i<br />

suoni intorno a me. Distolsi l’attenzione dai suoni dell’ambiente, dalle onde alle mie spalle, al sibilo del<br />

leggero vento. Sentivo qualcosa. Passi, rumore di passi, leggeri ma pungenti, che sbattevano contro le roccie.<br />

Ero sicuro di non sbagliare, qualcuno si stava avvicinando davanti a me. Porta in alto il braccio evocando la<br />

lama spettrale, mentre questa tagliò come burro la zampa dell’insetto che pian piano comparì ritornando<br />

visibile, e cadde in una pozza di sangue verde.<br />

-Invisibilità? Spero non sia il tuo unico trucco…- l’insetto tornò quindi visibile. Urlò di dolore aprendo le sue<br />

orrende fauci e gettando bava sul terreno sotto di lui. Mi voltai e con un fendente rotante gli staccai la testa.<br />

Altro sangue verde e gelatinoso colò a terra, e il mostro crollò ormai morto. Seguirono secondi di silenzio.<br />

Alzai la testa e cercai altri nemici. Non potevo credere che mi reputassero cosi stupido.<br />

-Avanti… fatevi sotto… so di che pasta son fatti i demoni… questa era solo un’esca giusto?- dissi sapendo che<br />

qualcuno era li ad ascoltarmi.<br />

Qualcuno davanti a me battè le mani. Ascoltai i battiti delle mani attentamente per trovare la posizione<br />

dell’avversario. Il rumore però sembrava spostarsi, ogni volta proveniva da una direzione diversa.<br />

-Complimenti al nostro amico…- davanti a me comparve uno degli spettatori che fino a quel momento<br />

erano rimasti ad osservare nascosti dalla loro invisibilità. Erano sicuramente demoni, la pelle bluastra e un<br />

corpo umanoide. Le mani erano palmate, la faccia ricordava vagamente quella di un pesce, ma


essenzialmente l’aspetto era molto simile a quello umano. Sotto i polsi notai immediatamente dei grossi<br />

pungiglioni, riuscivo a intravedere dei fori in quegli uncini ossei, pensai che probabilmente attraverso quelli<br />

erano in grado di iniettare veleno.<br />

Un altro comparve sopra la scogliera, uno alle mie spalle e un quarto alla mia destra insieme ad un altro di<br />

quegli insetti. Nell’acqua del fiume percepii dei movimenti, almeno due ci nuotavano dentro.<br />

-Quindi hanno mandato solo un misero combattente per fermarci, non ci crederete davvero così deboli…-<br />

continuò il demone di fronte a me.<br />

-Ho imparato a non sottovalutare il nemico… ma ho anche imparato a non sottovalutare me stesso…- dissi<br />

io, mentre intorno a me piccole scariche elettriche si diffusero nell’aria. In un attimo sprigionai l’energia<br />

elettrica del mio scudo, balzai all’<strong>indietro</strong> evitando il demone alle mie spalle e mi tuffai in acqua. L’energia<br />

elettrica si diffuse nell’acqua ionizzandola. Individuai velocemente la coppia di nuotatori, e ne notai un terzo<br />

più lontano.<br />

Nuotai verso i due, e più mi avvicinavo e più questi soffrivano del’energia sprigionata dallo scudo. Cio’ non<br />

impedi a loro, anche se un po sofferenti, di reagire all’attacco. Tentarono di colpirmi ma vennero respinti<br />

dalla mia protezione. Mi precipitai contro di loro e ne colpii uno nello stomaco con un colpo telecinetico che<br />

lo fece sbattere contro il fondale. Il terzo arrivò in soccorso degli altri ed in quel momento il mio scudo si<br />

spense. Mi tirò un pugno in pancia e io risposi con un fendente ben calcolato. Ma ne l’acqua la mia agilità<br />

andava a farsi benedire.<br />

Schivò molto facilmente il mio colpo e ne rispose con un secondo pugno. Questo mi buttò verso l’altro, che<br />

già era concentrato per usare una tecnica che non dimenticherò mai. Tutt’intorno l’acqua iniziò a vorticare<br />

formando un mulinello intorno a me. Le correnti scorrevano sempre più veloci fino a che non si creò una<br />

vera tromba d’acqua, che mi portò fuori dalla superfice del fiume. Mi sollevò per una decina di metri per poi<br />

sbattermi contro la spiaggia con una forza assurda. Alla faccia della mia manipolazione…<br />

Ancora a terra intontito, tentai di richiamare le forze per rialzarmi, ma non feci in tempo a provarci che uno<br />

dei demoni aveva appoggiato un piede su di me tenendomi bloccato.<br />

-Non pensare di poterci battere nel nostro ambiente naturale…- disse, poi fece un cenno agli altri che<br />

tornarono invisibili. –Questo tizio non ci è nemmeno d’impiccio, non serve perdere tempo con lui. Veloci!<br />

Dirigetevi verso la cattedrale.-<br />

Li sentii camminare, più che altro sentivo le vibrazioni del terreno. Anche quelli in acqua uscirono.<br />

-A mai più rivederci- Il demone tolse il piede dalla mia schiena e ci piantò uno dei suoi aculei, a quel punto la<br />

vista si annebbiò e tutto fu di nuovo blu, ero al regno spettrale.<br />

Non persi tempo. Conoscevo la posizione del portale, avevo ispezionato la zona appena arrivato.<br />

Sopra il fiume un paio di anime volteggiavano nell’aria, le assorbii, poi più lontano uno sluagh solitario mi<br />

osservava timoroso dietro una roccia. Lo raggiunsi e lo colpii un paio di volte per poi sfamarmi pure del suo<br />

spirito.<br />

Scalai velocemente la scogliera e raggiunsi il portale.<br />

“Ora ho un bel problema…”<br />

Calcolando le distanze e la velocità con cui un demone qualsiasi solitamente si muoveva, mi resi conto che<br />

non avevo molto tempo, massimo una decina di minuti e avrebbero raggiunto il guardiano intento nel suo<br />

rituale. Ed in più dovevo localizzare dei demoni invisibili.<br />

Planai giù dalla scogliera e velocemente raggiunsi la boscaglia che stava tra la cattedrale ed il fiume. Saltai di<br />

albero in albero alla disperata ricerca di qualche indizio che mi potesse aiutare nel localizzare la sua<br />

posizione. E qualcosa trovai…<br />

Mi lanciai giù per vedere meglio. Osservai il terreno con uno sguardo compiaciuto.<br />

“E’ ridicolo…”<br />

Nella terra era molto aciutta e compatta vidi delle piccole buchette disposte su più linee, ognuna piena di<br />

fanghiglia. Sorrisi. I demoni non si erano curati di nascondere le proprie traccie e anzi… avevano lasciato<br />

orme che nemmeno uno stupido non avrebbe notato.<br />

Di corsa mi portai avanti, senguendo le tracce.<br />

Dopo un centinaio di metri le orme finirono. Il tracciato si interrompeva di colpo e ciò significava che<br />

sicuramente si erano accorti di me.<br />

Intorno a me non vidi nessuno. Naturalmente. Mi concentrai di nuovo sui suoni. Dalla mia destra<br />

provenivano suoni di uno scontro lontano, ma non mi interessava in quel momento. Qualcosa mosse del


fogliame alle mie spalle, girai rapidamente il capo per controllare ma vidi niente.<br />

Con un verso orripilante qualcosa da davanti mi piombò addosso.<br />

Caddi a terra di schiena, Sentivo un peso sul torace ma non vedevo nulla. Poi feci più attenzione. Le<br />

immagini davanti a me si fecero strane, la luce sembrava quasi deviata.<br />

“Luce deviata? Vuoi vedere che… è acqua…”<br />

Il nemico si fece visibile. Mi ritrovai sul collo il fiato di un altro di quegli insetti. Rapidamente Trapassò con le<br />

sue zampe centrali le mie braccia, conficcando gli artigli nel terreno. Con le posteriori fece la stessa cosa<br />

sulle mie gambe. Ero bloccato. Tentai di liberarmi ma la sue presa era fortissima. Come se non bastasse iniziò<br />

a far uscire un liquido dalla sua bocca. Lentamente questo colò sul mio torace e piano piano iniziò a<br />

corrodermelo. “Dannazione… acido…” Evocai la mietitrice per tentare di colpirlo col solo movimento del<br />

polso, ma non ci arrivai. Urlai per il dolore e la rabbia e tentai di raggiungerlo e colpirlo con la testa, ma fu<br />

inutile. In un’attimo di lucidità mentale però ebbi un’idea. Sorrisi a fatica per il dolore.<br />

-Idiota… tieniti ben stretto…- evocai il glifo della forza.<br />

L’energia si sprigionò sul corpo dell’insetto, mentre le zampe rimanevano ancor bene ancorate al terreno. Il<br />

risultato fu che non avendo sfogo, l’onda d’urto fece letteralmente esplodere il suo corpo e schizzi di sangue<br />

verde partirono in ogni direzione. Qualcosa andò a sbattere contro un’albero vicino. Si rivelò uno dei demoni<br />

che era stato li ad osservare lo spettacolo ed ora ne era rimasto vittima. Un altro rotolò via nella direzione<br />

opposta, lasciando una lunga striscia di fango nel terreno.<br />

Mi liberai facilmente delle zampe che mi intrappolavano, mi rialzai dolorante ma ancora in forze.<br />

Corsi verso il demone contro l’albero, questo rapidamente si rialzò, tentai un’affondo con la mietitrice, ma lui<br />

schivò spostandosi sulla mia sinistra. Subito usai gli artigli estraibili, e lo trafissi, senza lasciarli il tempo di<br />

capire cosa fosse successo. Tolsi la mano e diedi il colpo di grazia con un fendente di mietitrice che lo tagliò<br />

a metà. Assorbii la sua anima e le ferite si rimarginarono.<br />

Portai l’attenzione sul secondo nemico, ancora a terra. Saltai verso di lui, pronto a colpirlo, ma davanti a me<br />

comparve un terzo avversario che mi afferrò per il collò e mi sbattè al suolo.<br />

Mi rialzai e tentai un fendente verticale, lui balzò schivandolo e ripartendo all’attacco. Tentò di colpirmi in<br />

viso con il suo aculeo, mi abbassai e scattai in avanti trafiggiendolo nell’addome con la mietitrice.<br />

Il demone alle sue spalle si era rialzato, puntai la mietirice verso di lui trascinandomi il suo compagno, sparai<br />

un paio di colpi telecinetici che lo fecero volare lontano.<br />

Intanto il demone trafitto tornò invisibile. Stavolta riuscii a percepire la sua forma, si scansò a destra, mentre<br />

la mia lama spettrale fendeva della pura e semplice acqua.<br />

Pochi attimi dopo ricomparve al mio fianco, con la ferita del tutto rimarginata. Esegui un fendente rotante,<br />

ma lui si abbassò schivandolo, e nel rialzarsi levò un piede, colpendomi nelle costole con un potente calcio.<br />

Non caddi, ma scivolai sul terreno per qualche metro. Tentai di ripartire all’attacco, ma l’altro demone mi<br />

afferrò ad una gamba e mi fece cadere. Andai a sbattere la faccia nel fango.<br />

Mi rigirai rimanendo a terra. Dai rami sopra di me vidi precipitare un quarto demone. Col suo artiglio puntò<br />

verso di me. Mi scansai appena in tempo, atterrò di peso pochi centimetri più in la. Mi rialzai al volo mentre<br />

uno degli altri due mi colpì di striscio con l’aculeo. Inarcai la schiena per il dolore, ma fui costretto a<br />

ricompormi subito, perché fui di nuovo sotto attacco.<br />

Schivavo a casaccio i colpi di tutti e tre i demoni. Finchè uno di questi diventò invisibile proprio quando mi<br />

stava di fronte. Impulsivamente, ignorando gli altri, alzai una mano verso di lui. Comandai all’acqua che<br />

componeva la sua metà destra di spargersi a terra. E cosi fece. Metà del suo corpo esplose, mentre l’altra<br />

metà ritornò visibile e si afflosciò a terra, mentre l’anima uscì all’aria aperta.<br />

Gli altri due demoni rimasero immobili. E coloro che fino ad ora erano assenti fecero la loro apparizione. Uno<br />

comparve su un’albero, uno alle mie spalle, e di fronte a me si manifestò il più loquace di tutti, quello che mi<br />

aveva mandato allo spectral, lo riconobbi perché la sua mano era ancora sporca del mio sangue. Tutti<br />

rimasero a fissarmi sorpresi. Dissi qualcosa per spezzare la tensione.<br />

-Devo dire che è ingegnoso… il vostro corpo diventa d’acqua e così ne sfruttate la trasparenza… peccato che<br />

vi siate imbattuti in un nemico che ha un rapporto particolare con l’acqua…-<br />

-Non darti troppe arie…- rispose il demone davanti a me –devo dire però… che questa è una situazione<br />

inaspettata. Quel potere non è certo una cosa diffusa tra gli esseri… comuni… mi domando come tu possa<br />

averlo ottenuto…-<br />

-Ciò di cui dovresti davvero preoccuparti non è come io abbia questo potere, ma come io lo sfrutterò per<br />

ammazzarvi appena tenterete di nascondervi nella vostra invisibilità…- ribattei io a quel punto. Ero certo di


avere la vittoria in pugno.<br />

-Sono dispiaciuto di infrangere le tue speranze… se sei riuscito ad ammazzare il nostro compagno è stato<br />

solo per il fatto che l’hai colto di sorpresa. Siamo in grado, una volta trasformati, di mantenere molto più<br />

compatta la nostra essenza, ci basta solo… concentrarci un po di più…- detto questo alzò il braccio e tutti<br />

sparirono di nuovo.<br />

Vedevo ancora l’essere stare in piedi davanti a me. Mi concentrai e tentai di comandare l’acqua che lo<br />

componeva. Sentivo il mio potere reagire, ma non ebbe nessun effetto. Solo un spreco delle mie energie.<br />

Non bleffavano.<br />

Scattai in avanti e subito un altro demone mi apparì di fronte tirandomi un pugno in faccia. Un pugno molto<br />

potente. Caddi e scivolai per molti metri andando a sbattere contro una roccia.<br />

Il demone non perse tempo e mi saltò addosso. Portai le ginocchia al petto e poi distesi le gambe<br />

colpendolo al petto, buttandolo <strong>indietro</strong>.<br />

Mi rialzai velocemente e sparai qualche colpo telecinetico. Questi lo fecero rotolare più lontano, fino ad una<br />

grossa buca in cui cadde dentro. Mi avvicinai alla buca per continuare all’attacco, ma appena ci guardai<br />

dentro, la trovai vuota. Da lontano, faticavo a vedere i corpi d’acqua, doveva essersi mosso quando io stavo<br />

ancora a molti metri da lui.<br />

Infatti mi attaccò alle spalle. Ruotai instintivamente e evocai la mietrice che lo perforò prima che potesse<br />

toccarmi. Con un brusco movimento del braccio verso l’alto gli aprii il petto.<br />

Divorai la sua anima per ecuperare parte delle energie.<br />

Attorno a me rimase il silenzio. Mi ero stancato di cercare continuamente di localizzare il nemico. Osservai<br />

l’ambiente circostante. Nessun movimento, nessun rumore. Guardai di nuovo verso la cattedrale, molto<br />

vicina a dove mi trovavo. L’atmosfera era tranquilla, non avvertivo nessun pericolo da quelle parti, almeno,<br />

dall’esterno l’impressione era quella. Diedi un’occhiata al sentiero che portava la. Imprecai.<br />

Per la seconda volta ero stato ignorato e abbandonato. Odiavo essere preso in giro. Mi lanciai<br />

all’inseguimento e mentre camminavo feci dei piccoli conti. Ne mancavano ancora quattro, a dire il vero, io<br />

ne avevo visti in totale sette, sperai non ce ne fossero di più.<br />

Li raggiunsi velocemente, ormai mancavano un centinaio di metri alla cattedrale. Stavolta, non s’erano<br />

nemmeno preoccupati di un mio possibile “terzo” attacco.<br />

Mi appoggiai contro un tronco, mi diedi lo slancio per atterrare su un ramo piuttosto alto, e da li mi gettai su<br />

uno dei quattro.<br />

Poggiai i piedi sulle sue spalle pronto a a perforargli la testa con un mio artiglio. Ma questo si smaterializzò.<br />

Caddi a terra, attraversando il suo corpo inconsistente. Non persi tempo, e richiamai una seconda volta lo<br />

scudo di fulmini. Questo colpii in pieno il corpo acqueo del demone e l’elttricità ci mise poco a diffondersi<br />

attraverso esso. Intellingentemente, il demone tornò normale, ma questo creo un forte scoppio che eliminò il<br />

mio scudo e fece volare lui contro un albero. Seppur fossi molto lontano, potei sentire la sua spina dorsale<br />

spaccarsi. La sua anima fu libera.<br />

Il demone loquace era già scomparso mentre gli altri due si prepararono a ostacolarmi. Mi si lanciarono<br />

addosso e mi bastò saltare per evitarli e trovarmi alle loro spalle. Riportai lo sguardo verso i due, già intenti a<br />

concentrarsi per una tecnica mai vista prima. Vidi un paio di alberi alle loro spalle essiccarsi mentre tutta<br />

l’acqua che contenevano fuoriuscì dalla corteccia e fluttò in aria.<br />

Sotto i rapidi gesti delle loro dita essa mi colpì piu volte. Veniva scaricata con la forza dei colpi telecinetici di<br />

noi mietitori. Ne presi una ventina mentre cercai di nascondermi dietro ad un tronco.<br />

Portai una mano ad una spalla. Si era slogata, con un movimento brusco risistemai l’osso, gemendo per il<br />

forte dolore.<br />

Mi sporsi per sparare una raffica di colpi telecinetici. Ognuno di essi sfiorò i demoni, senza colpirli, e<br />

andarono a schiantarsi contro le basi degli alberi alle loro spalle. Mi derisero, e io risposi a loro con un<br />

sorriso, mentre i due alberi stavano cadendo proprio sopra di loro.<br />

Si accorsero degli scricchiolii ma ormai era troppo tardi. Uno di loro rimase sotto a quella che prima era una<br />

folta chioma ed ora era solo un cespuglio di rami secchi che lo trafissero più di una volta. L’anima sbucò<br />

fuori dai rovi e la divorai davanti allo sguardo spaventato del suo amico, che era rimasto solo ferito.<br />

Qualche passo verso di lui, e passò subito alla difensiva. Dopo qualche secondo mi attaccò con un gancio.<br />

Inditreggiai un passo schivandolo e tentai pure io un’attacco, ma fui preso di sopresa, e con l’aculeo dell’altra<br />

mano il demone mi trafisse il braccio.


Non era veleno quello che iniettavo, lo realizzai solo in quel momento. A dire il vero quegli artigli non<br />

iniettavano nulla, aspiravano.<br />

“Mi sta succhiando il sangue? Ma cosa…”<br />

Gli tirai un calcio nello stomaco ma non mollò la presa. Alzai la mietitrice su di lui, ma fu più rapido e<br />

agganciò anche il braccio destro con il secondo aculeo. Le forze se ne andavano lentamente insieme al mio<br />

sangue. Mi appoggiai dunque con i piedi sul suo petto e cominciai a tirare corti e rapidi calci che lo<br />

intontirono. Poi facendo forza su entrambi le gambe riuscii a spingermi <strong>indietro</strong>, staccandomi dalla sua<br />

morsa. Immediatamente si trasformò in acqua. Avevo già in mente cosa fare.<br />

Mi avvicinai a lui velocemente e lo trapassai letteralmente. Una volta al suo interno sprigionai il glifo della<br />

forza.<br />

“Concentrati e resisti a questo se riesci…”<br />

Il suo corpo esplose in milioni di schizzi, mi sfamai della sua anima e l’ultimo demone fece di nuovo la sua<br />

comparsa.<br />

-Sei davvero una spina del fianco… meglio che ti elimini definitivamente, subito, prima che il rituale finisca-<br />

disse il demone mentre assumeva una posizione da combattimento corpo a corpo.-Perché credi che tu<br />

possa riuscire dove i tuoi… amici… hanno fallito?-<br />

-Gli altri? Degli idioti mandati solo per farmi da supporto… se vuoi davvero saperlo, io da solo basto ed<br />

avanzo per l’attacco… non credere che io sia come loro…-<br />

-Dimostramelo!- urlai per incitarlo al combattimento. Evocai la mietitrice e passai all’attacco. Schivò tutti i<br />

miei fendenti. Mi abbassai per evitare i suoi pugni e allungai una gamba verso di lui per farlo cadere con uno<br />

sgambetto. Lui saltò e riatterrò sopra la mia gamba, avvolse i suoi piedi attorno ad essa come se fosse un<br />

rapace, e si sollevò in aria trascinandomi con se. Volava.Lo osservai meglio. Alle sue spalle effettivamente<br />

c’erano due grosse ali. Come avevo potuto non notarle fino a quel momento? Raggiunta una certa altezza<br />

mi mollò. Precipitai su i rami irti di un albero che mi riempirono di lividi. Mi aggrappai alla corteccia e mi issai<br />

per raggiungere l’avversario che intanto era aterrato li vicino.Quando gli fui davanti, tentò un gancio, bloccai<br />

con un braccio il suo attacco, ma dalla parte opposta qualcosa di bluastro e molto grande mi centrò in<br />

pieno, e mi scaraventò via.Il colpo mi aveva devastato. Mi rialzai zoppicante, mi appoggiai ad una pianta per<br />

sostenermi. -Cosa?- sputai sangue –Riusci a rendere invisibile solo alcune… parti del tuo corpo?- Non ebbi<br />

risposta. Osservai il demone mentre la mia vista si appannava. Si avvicinò lentamente a me, non tentai<br />

nemmeno di reagire. Mi infilzò ancora con quello stupido pungiglione. Lentamente caddi di nuovo nel regno<br />

spettrale.<br />

-Hai deciso di combattermi fino in fondo…- riuscii a divorare un paio di anime e il mio nemico mi aveva gia<br />

raggiunto nello spectral. Ora potevo vederlo nella sua forma completa, capii perché era decisamente più<br />

forte degli altri, e soprattutto capii perché si riteneva diverso dagli altri.<br />

All’altezza dei reni si attaccavano altre due braccia, mentre dietro, sulla schiena 4 strane ali di una forma che<br />

non avevo mai visto. Pure la faccia era leggermente diversa e la corporatura era decisamente aumentata.<br />

Rimasi allibito, per tutto quel tempo aveva sfruttato la sua abilità solo su poche parti del corpo, per<br />

nascondere la sua vera forma e rendersi simile agli altri.<br />

-Già… se riesco ad eliminarti qua non mi sarai più di fastidio- ribattè lui<br />

-A quanto pare qua non puoi nasconderti… molte delle leggi fisiche e magiche qui dentro non funzionano…<br />

non pensare di potermi battere… nel mio ambiente naturale…- caricai un colpo telecinetico mentre finivo di<br />

parlare. Questo si scagliò contro di lui, ma non essendo impregnato d’aria non ebbe molto effetto. Si limitò a<br />

pararlo col braccio. Scattai in avanti e ingaggiai un duello armato con la lama spettrale. Scansò un paio di<br />

colpi poi lo colpii ad un braccio provocandogli un profondo taglio. Reagì immediatamente bloccandomi<br />

entrambe le braccia e tirandomi un forte pugno con l’arto rimasto libero ed ancora sano, sollevandomi da<br />

terra. Feci forza e mi liberai dalla presa.<br />

Volò e tentò quindi di colpirmi dall’alto, mi abbassai per schivare e preso il suo braccio lo scaraventai a terra.<br />

Infilai i miei artigli nel suo petto, ma non ci misi abbastanza forza e non riuscii ad aprire una ferita profonda,<br />

rialzai le braccia facendo partire schizzi di sangue che si dissolsero nell’aria. Il demone urlò e mi afferrò una<br />

gamba per farmi cadere.<br />

Gli tirai un calcio in faccia e mi allontanai, osservandolo mentre si rialzava a fatica.<br />

-Ora me la paghi!- gridò mentre correndo cercava di assaltarmi.<br />

“Ora…”


Lo colsi di sorpresa, una capriola in avanti e un’affondo con la mietirtice. Lo perforai da parte a parte. Lo<br />

fissai negli occhi mentre ansimava per la fatica e per il dolore. Ma il suo supplizio sarebbe finito presto.<br />

-Non ho visto in te questa gran differenza rispetto agli altri- dissi per schernirlo<br />

-E’… non è… non è ancora finita!- con un urlo straziante mi colpì ripetutamente e velocemente con tutte le<br />

braccia, il fatto che avevo ancora la mia mietitrice nel suo petto non mi aiuto di certo nel pararli. Gli ultimi<br />

colpi mi buttarono <strong>indietro</strong>, facendomi staccare da lui.<br />

Provai a muovermi ma non ci riuscii. Molte delle ossa, quasi tutte erano fratturate. Mi afflosciai al suolo<br />

incapace di qualsiasi movimento.<br />

A passi lenti il demone si avvicinò a me. Gli mancava poco da vivere eppure tentò ancora di mettermi k.o. Lo<br />

spectral stava rimarginando lentamente le mie ferite. E il demone non si diede per vinto.<br />

Con uno dei suoi aculei mi perforò il collo. Pian piano sentii le forze mancarmi. Non potevo permetterlo, non<br />

adesso. Con un’ultimo sforzo sollevai il braccio destro e tranciai il braccio al mostro. Questo, ormai allo<br />

stremo, cadde, mentre il suo corpo si dissolveva, trasformandosi in una grossa sfera luminosa che si mise a<br />

svolazzare sopra di me. Ma qualcosa non andava.<br />

Il braccio, ancora conficcato nel mio collo, stava ancora risucchiando la mia energia vitale. Tentai<br />

nuovamente di muovermi, ma non ci fu nulla da fare. Non riuscii nemmeno ad risucchiare l’anima di quel<br />

demone. Almeno avevo compiuto il mio compito, lo speravo… speravo non ce ne fossero altri in giro…<br />

lentamente mi lasciai andare, stavolta nessun altra dimensione mi aspettava, solo il nero assoluto…<br />

SOUL<br />

Amore?<br />

La nera non vita porta ogni creatura alla sterilità mentale, all’oblio dei sensi, all’ottenebramento totale della<br />

ragione, alla morte dei sentimenti, al crollo anche della più massiccia ed imponente passione, alla fine di quel<br />

senso della vita, di quella via divina che chiamiamo umanità. Passioni, senso del dovere, rispetto, compassione,<br />

gioia, dolcezza, felicità, amore… tutti futili sentimenti, sottigliezze contro le quali solo e soltanto coloro i quali<br />

hanno il diritto di morire possono scontrarsi.<br />

Soul ha vissuto millenni di sofferenze, ha osservato infimi ed epocali sogni nascere e svanire, ha vissuto una<br />

non vita piena di cicatrici e ferite. Come poteva esser rimasto qualcosa di così remoto e lontano come la<br />

passione nella sua oscura ed antica figura? Era davvero l’amore ad averlo spinto a tanto? Caul, figlio vampiro<br />

del Negromante, il più forte e potente dei suoi uomini era stato dannato all’oblio delle catene e del dolore<br />

eterno, solo per preservare la mia incolumità. Questa non mi sembra affatto un’azione degna di un folle privo<br />

d’umanità. Soul era sempre descritto dagli uomini e dagli immortali più folli e corrotti come una creatura<br />

schiva e solitaria, un potente mago sul culmine della rivelazione finale, il più potente dei vampiri ed il più<br />

saggio tra i sapienti. La sua forza era illimitata ed eterna, a detta di costoro, ed il suo potere magico poteva<br />

piegare qualsiasi cosa al suo volere. Secondo le più accreditate leggende, la sua umiltà era stata spazzata via<br />

da tempo ormai immemore. Una figura tenebrosa, oscura ed imperscrutabile.<br />

Eppure, qualcosa ardeva ancora in lui. Lo capivo quando mi stringeva tra le sue gelide braccia: una fiamma<br />

lontana, radicata e profonda, eterna quanto la sua non vita, immortale come le sue carni. La sua fiducia in me<br />

era incrollabile, e più d’una volta aveva posposto i suoi sogni di conquista al mio bene ed alla mia felicità.<br />

Sembrava che mi considerasse un prolungamento di se stesso, la sua ultima speranza, il suo desiderio di<br />

restare aggrappato all’umanità che avrebbe altrimenti perduto col passare dei millenni. La mia presenza lo<br />

riportava <strong>indietro</strong>, in ere in cui anche in lui poteva ardere la passione effimera di un mortale, l’amore che<br />

infiamma, brucia e svanisce solo con la morte. Chi non può più morire non può capire queste mie riflessioni.<br />

Eppur sembra ancora ieri quando lo conobbi, umano tra gli uomini, mortale tra i mortali, guerriero tra i<br />

guerrieri. La mia vita da immortale, a differenza della sua, è stata piena di soddisfazione e sentimento; in ogni<br />

situazione il mio dio redentore mi proteggeva e sorreggeva sulle sue vecchie spalle tutte le mie difficoltà.


Neppure un’eternità potrebbe bastare per ringraziarlo di tutto.<br />

Si… Soul ha deciso. Sulle sue spalle ora grava il destino di Nosgoth, egli è il fulcro del dolore d’ogni creatura<br />

vivente ed immortale. Egli ci sorregge, egli ci aiuta, egli ci ripara dal dolore, dal male e dalle ferite. Come<br />

possono dunque gli altri giudicare un atteggiamento così nobile? Come può rispettare gli uomini, se questi<br />

bestemmiano il nero angelo che sostiene le loro stesse futili vite sigillando col suo sacro sangue nero le loro<br />

limitate esistenze? La saggezza lo ha portato ad ignorarli, a cibarsi di loro senza rancore, non per rifiuto della<br />

vita, ma per la sola speranza di vedere i loro figli crescere puri ed incorrotti: una chimera che solo il più umano<br />

tra i sapienti potrebbe accettare. Il Negromante ha sempre saputo qual’era il suo ruolo, e l’ha sempre rispettato<br />

e compiuto senza errori, impeccabilmente, salvando Nosgoth innumerevoli volte. Non devono odiarlo!<br />

Dovremmo amarlo e rispettarlo tutti noi, e pregarlo come il dio che davvero è e sarà sempre, per noi!<br />

Rispettato da tutte le creature pure di Nosgoth, detestato da quei moribondi ammassi di carne e feci, chiamati<br />

sarafan e da quegli altri, ancor più corrotti e bastardi di pelle e d’anima; la progenie dei figli di Kain… quale<br />

orribile destino. Se davvero un giorno fossimo tutti puri come Soul desidera da millenni…<br />

Sheer chiuse il suo diario. Era invero il settantasettesimo tomo che aveva scritto nella sua non vita, il<br />

settantottesimo se considerato quello che scrisse quando era una giovane donna in un mondo morente,<br />

nell’epoca in cui Kain raggiunse l’apogeo della sua corruzione, rinato come vampiro per mano dell’antico<br />

guardiano della morte, negromante umano predecessore del Negromante Soul: Mortanius. Sollevate le iridi<br />

all’enorme libreria della sua stanza, la vampira scosse la testa. La sua voce sibilò lettere cristalline: “Soul…<br />

dove sei? La tua magia è così debole rispetto alla rinascita mortale d’una mortale, Dizzy? Il paradosso della<br />

vita è davvero così insostenibile ed oscuro anche per la tua onniscienza?”<br />

Nessun suono corse a risposta delle sue parole, solo gli echi ossessionanti del silenzio.<br />

La ragazza si alzò in piedi, pose la sedia sotto alla scrivania marmorea, appoggiò il tomo nella libreria e si<br />

allontanò dalla stanza, badando bene di chiudere la lignea porta che sigillava le sue stanze all’interno del<br />

vecchio rifugio di Nupraptor.<br />

Il potere di Omega, dalle alte mura della cattedrale, come un turbine infuocato in un labirinto nero,<br />

raggiunse il candido corpo di Sheer. Ella strinse le sue esili braccia al petto, chinando lievemente il capo.<br />

Mosse il dito indice della mano destra formando un semicerchio sul suo labbro inferiore, per poi passarlo tra<br />

i suoi candidi denti; lisci e vigorosi come il bianco avorio. La sua mano si spostava da destra a sinistra,<br />

lentamente, mentre l’indice accarezzava gli invincibili canini. Sapeva quel che doveva fare: il grido di Omega<br />

aveva un significato chiaro e limpido, come la luna piena in una notte orfana di nuvole: un demone era ormai<br />

alle porte della Cattedrale del Sangue; una creatura estremamente pericolosa si stava avvicinando. Il suo<br />

corpo etereo viaggiava per il piano parallelo a quello materiale. Come un Mietitore d’Anime astuto ed abile,<br />

la creatura volteggiava per il regno delle anime, mentre il silenzio copriva i suoi rapidi passi. Imponente la<br />

figura si muoveva senza indugi per quelle terre parallele, popolate da grida disumane e da voci eteree,<br />

mentre Sheer esitava sulla scalinata che l’avrebbe portata in cima alla Cattedrale, nel piano più alto, ove<br />

Omega stava eseguendo un potente rituale.<br />

La ragazza aveva paura. Era la prima volta che doveva svolgere un compito così arduo, senza l’aiuto del<br />

Negromante. Il nemico le era forse addirittura superiore in potenza. Quanto pareva lontana quella dorata<br />

epoca in cui poteva concedersi ogni vizio, in cui era sempre protetta e difesa da una forza impercettibile e<br />

divina. Dopo una vita di dolore, dalla rinascita del Negromante a quei giorni, Sheer aveva vissuto in un<br />

mondo fin troppo gestibile e vivibile; ma ora Soul era lontano ed irraggiungibile. Un misto di paura e senso<br />

di debolezza le congelò il cuore.<br />

D’un tratto, un’idea le balenò in mente. Una speranza lucente le si poneva davanti come una nera porta che<br />

conduce ad un mondo dorato e splendente. Ormai decisa e sicura, con rapidi balzi e saltelli Sheer salì le


scale. Indossava una leggera cotta di maglia plumbea che le rivestiva la parte superiore del corpo, ricoperta<br />

da una lunga tunica nera che mostrava senza timore, all’altezza della schiena, il simbolo del Negromante e<br />

del suo clan. Al collo portava una piccola catenella dorata, priva di ornamenti e gioielli. Le sue iridi infuocate<br />

scintillavano per l’austera costruzione come due rubini nelle tenebre, e come due fiamme nel buio salivano<br />

verso il cielo. La circolare scalinata portò la vampira fino ai piani più alti, ed ivi Omega stava eseguendo uno<br />

dei rituali più complessi della storia di Nosgoth. “Guardiano del Tempo!”, esclamò con tono pacato Sheer,<br />

quasi a voler mostrare con imbarazzo il suo ritardo, maturato in pochi attimi d’esitazione. Omega non badò<br />

alle sue parole, e disse, con tono calmo e concentrato: “Il nemico è sempre più vicino. Lo sento. Sarà qui in<br />

pochi attimi, preparati!”.<br />

Sheer scosse la testa, mentre il suo volto si illuminava di gioia: “Non avevo pensato ad un fatto, Signore. Il<br />

Rifugio di Nupraptor, ove ci troviamo, è in costante contatto con il Guardiano della Mente, erede di<br />

Nupraptor stesso: Respen. Non possiamo tentare un piano d’emergenza, chiamando rinforzi grazie all’eterno<br />

confluire di onde mentali che irradiano questo posto? Basterebbe un incantesimo di comunicazione mentale,<br />

in fondo!”. Le sue sincere parole vennero respinte dalle mura spoglie della stanza, rimbombando diverse<br />

volte. Poi, silenzio.<br />

Un’ombra nera avvolse le due figure presenti in quell’alta stanza, in cima alla Cattedrale, all’altezza della<br />

cavità cerebrale del teschio. Un tintinnante rumore di vetri rotti provenienti dall’occhio sinistro della struttura<br />

si insinuò pesantemente nelle orecchie di Sheer, che si voltò di scatto.<br />

“Sheer, bestiolina del Negromante e Omega, schiavetto tempo, impegnato in piccolo rituale. Avete fallito,<br />

luridi succhiasangue! Mi spiace, ma i vostri trucchetti sono calcolati precisi; il potere mentale che sta qui di<br />

solito funziona non. No, no, no, no funziona, povere bestiacce!”; era una voce contorta, irata e gracchiante,<br />

quella che si era appena presentata ai due.<br />

Dalle ombre della notte, il demone si mostrò nel suo vero aspetto: il suo corpo era nero come una notte<br />

senza luna, possente come le minacciose nuvole prima d’un temporale, irradiato da continue scariche<br />

elettriche che gli percorrevano la mostruosa corporatura: due possenti gambe si piantavano a terra come<br />

antichi alberi dalle eterne radici, e le sue ramose braccia, più esili e lunghe, si stendevano longilinee verso<br />

Sheer. Da come si esprimeva non pareva una creatura dotata di un’elevata intelligenza, e la ragione restava<br />

aggrappata al suo senno come una foglia autunnale al ramo, in un’ultima disperata resistenza contro<br />

l’impetuoso vento del nord.<br />

La vampira fissò inorridita il suo rivale. Omega, alle sue spalle, pareva essere caduto in uno stato di trance,<br />

sospeso tra il piano materiale e quello magico. Se solo avesse contemplato per qualche istante il demone in<br />

quella stanza, la sua ira angelica l’avrebbe costretto a fallire il rituale, abbandonando la sua forma umana.<br />

Caricato un incantesimo con la mano destra, la figlia di Soul restò in attesa del nemico, che ricominciò a<br />

parlare; il suo volto rifletteva i fuochi accesi nella stanza, metallico ed oscuro, ed il suo sguardo dorato si<br />

spostò verso Omega: “Non mi resta tempo tanto. Sbrigarmi! Ordini sono chiari!”.<br />

Il mostro caricò il Guardiano del Tempo, mentre Sheer allungava il braccio destro e scagliava un potente<br />

incantesimo ad impatto. Il mostro venne violentemente colpito, ed il suo sangue demoniaco bagnò il<br />

pavimento della Cattedrale con un breve e compatto schizzo. Rivoltosi verso Sheer, la bestia iniziò a caricarsi<br />

con scoppiettii d’energia, per poi scaricare il potere sulla vampira sotto forma d’un fulmine violaceo.<br />

Impotente di fronte ad una mossa così rapida, la figlia del Negromante cadde, rotolando rovinosamente a<br />

terra. Dalle piastre della cotta di maglia, iniziò a sgorgare del sangue, il sangue della figlia d’un dio, che<br />

lentamente iniziava a modificare l’aspetto della tunica; una macchia via via sempre più evidente andava<br />

espandendosi per le sue vesti, mentre l’immagine che andava apparendo dinanzi al demone ridente pareva<br />

mostrare le debolezze della ragazza di fronte alla tenacia e alla furia del nemico.<br />

La creatura ghignò, mentre pregustava una vittoria fin troppo rapida. Le sue orride fauci ora visibili


lasciavano scivolare rozzamente della bava sul pavimento, mentre il suo contorto corpo si avvicinava<br />

scomposto e grezzo al Guardiano del Tempo, ancora silente ed imperturbabile. Il rituale stava per fallire, e<br />

Sheer doveva impedirlo con ogni mezzo a sua disposizione. A terra, sanguinante, osservò quasi impotente la<br />

scena. Nella sua mente vorticavano infiniti pensieri, eppur la speranza ardeva ancora. Ogni istante per lei era<br />

un vantaggio, ogni secondo era un passo verso la vittoria.<br />

Rialzatasi in piedi, si accarezzò il ventre, per poi portare la mano dinanzi ai suoi occhi: sangue.<br />

Un odio crescente si impadronì della vampira; la sua anima era ancorata ad un profondo ed inscindibile<br />

senso del dovere, un legame eterno col Negromante e coi suoi alleati. Non poteva deludere Omega. Un<br />

incantesimo venne caricato allora da entrambe le mani: due sfere nere brillarono, seguite da un ronzio; un<br />

altro incantesimo di Kain: dopo l’incantesimo d’impatto, ora Sheer stava preparando l’incantesimo<br />

paralizzante per antonomasia, un potere che poteva congelare nel tempo qualsiasi figura dinanzi a lei. Il<br />

demone, accortosi del potere magico crescente alle sue spalle, si voltò di scatto: “Che fa, stupida? Non brava<br />

combattere!”.<br />

Un breve istante, ed una piccola sfera, alla velocità d’un dardo, raggiunse il nemico in scintillii dorati. Il<br />

demone pareva esser stato legato alla contorta rete del tempo, come un debole insetto nell’occulta tela di<br />

un ragno famelico. Il suo corpo era immobile, eppure ancora imponente e rigido.<br />

“Ora chissà se ce la farai a liberarti. Il tempo passa, non è tempo per demoni questo. Solo la morte<br />

accompagnerà le vostre esistenze corrotte, separandole completamente da questo ricettacolo del dolore che<br />

chiamiamo esistenza. Avete dato fin troppi problemi agli uomini e agli dèi!”.<br />

Tic. Tic. Tic.<br />

Il rumore del sangue scandiva il lento passare del tempo. Non poteva resistere ancora per molto, ferita<br />

com’era; una fitta atroce fece contorcere Sheer, che in quegli attimi d’agonia crescente si gettò rapidamente<br />

in un angolo della stanza, ed infilò le dita negli occhi di un nero teschio incastonato tra le fredde mura. Dalla<br />

sua orrida dentatura iniziò a scivolare del sangue, che come una piccola cascata, confluì limpido e chiaro<br />

verso il pavimento. La Cattedrale del Sangue era piena di segreti, e di certo costituiva un luogo quasi<br />

inespugnabile per i nemici secolari dei vampiri. La guerriera si dissetò, mentre osservava le sue ferite<br />

rimarginarsi lentamente. Estratte le dita dalle oscure cavità il sangue smise di fuoriuscire dal teschio.<br />

Il demone alle spalle della donna, tuttavia, aveva inevitabilmente iniziato a muoversi, di nuovo.<br />

Senza badare a lei, aveva caricato il suo corpo fino all’inverosimile, ed aveva iniziato una breve corsa verso<br />

Omega. Le sue ramose braccia mutarono forma, diventando verdi lame fulminanti, mentre le sue fauci si<br />

facevano sempre più disgustose.<br />

Non sarebbe mai intervenuta in tempo; in qualche istante le lame avrebbero impattato il corpo di Omega,<br />

ferendolo gravemente e terminando irrimediabilmente il rituale. Che quell’azione egoistica, che la volontà di<br />

recuperare le forze limitando il dolore della ferita avesse compromesso l’intera missione? Sheer restò<br />

immobile, osservando gli eventi protrarsi sotto il suo sguardo incredulo.<br />

La lama fendette l’aria, il respiro della vampira si interruppe per pochi attimi, mentre uno, due, tre schizzi di<br />

sangue dorato sgorgarono dal corpo del Sacro Guardiano del Tempo. Omega cadde esanime a terra, senza<br />

neppure il tempo di reagire. Con una rapidità tremenda, il cadavere dell’epico Guardiano iniziò un orribile<br />

processo di decomposizione. Le sue carni incorrotte bruciarono, il suo corpo si stava mutando in cenere<br />

comune. Il demone sorrise rabbioso, osservando la modesta fine di un dio: “Fritto cadavere per sempre!<br />

Rituale terminato! Vinto! Vittoria! Guai vinti, gloria vincitori!”<br />

D’un tratto, le fiamme della Cattedrale intera si accesero all’unisono.<br />

L’enorme rifugio di Nupraptor splendeva nella tetra notte di Nosgoth, come fosse tornato il sole in una notte<br />

fin troppo eterna.


Un sorriso lunare apparve allora sul volto della vampira: “Vae Victis. La tua follia e la tua mancanza di<br />

razionalità ti hanno portato alla più tremenda delle disdette. Come ben saprai, questo rifugio è davvero<br />

impregnato di onde mentali. Nupraptor era il miglior illusionista di Nosgoth; fino a poco tempo fa lo è stato<br />

Kaldas. Anche un mago di terz’ordine potrebbe sfruttare l’enorme potere di questo luogo. Soul, Omega e<br />

Respen, ti dicono nulla?”<br />

Il mostro assunse un’espressione bestialmente stupita, il leone si era fatto scappare la preda proprio mentre<br />

era convinto di averla a portata d’artigli.<br />

“Omega ha appena terminato il rituale, giù, nell’atrio. L’enorme potere magico sprigionato è stato indirizzato<br />

in questa stanza, ed è stata imbastita un’illusione perfetta. È bastato il potere del Guardiano del Tempo per<br />

confondere la tua debole mente. Eppure l’idea è stata mia… in fondo.”<br />

La creatura infernale pareva aver perso il suo naturale vigore. Ora restava immobile, silente, mentre il potere<br />

che alimentava il suo corpo immortale pareva lasciarlo lentamente. La verità gli era stata presentata con<br />

troppa crudeltà. La figlia di Soul continuò: “Ci aspettavamo che qualcuno eludesse l’alacre controllo di tutti<br />

gli altri membri dell’Alleanza impegnati in questa missione, vampiri e mietitori: Reev, Altair, Keija... Sapevamo<br />

che il vostro esercito era superiore a qualsiasi nostro tentativo, ed eravamo ben consci che le scarse<br />

possibilità che non arrivaste qui erano quasi nulle. Abbiamo protetto il portone principale con dei Gargoyles,<br />

lasciando come unica e silente via d’entrata la parte superiore del rifugio, ove abbiamo convogliato l’aura<br />

magica del rituale. Tattica. Ora la tua viscida pelle sarà maciullata dalle terribili fauci dell’inferno. La morte<br />

laverà via il tuo sangue, e la tua anima verrà divorata dai famelici sciacalli del mondo sotterraneo. La tua<br />

missione è fallita, il rituale và consumandoti lentamente. Buona fortuna, ammasso di carni in cancrena!”<br />

Il viso prima potente e vigoroso del mostro sembrò farsi più piccolo. Non aveva neppur la forza di reagire, e<br />

la tagliente lingua della figlia del Negromante lo rendeva sempre più insicuro. Il rituale era terminato, il<br />

potere demoniaco stava svanendo. Come vittima di un terribile cancro, l’orrido corpo del mostro iniziò a<br />

decadere.<br />

Nella mente di Sheer iniziarono a ripetersi antiche formule negromantiche. Chiuse gli occhi, ed un cimitero<br />

apparve alla sua vista. Anime si innalzavano verso il cielo in canti funebri. L’incantesimo definitivo si stava<br />

ricreando nelle sue bianche mani. Un’irradiante aura del colore degli spettri e delle brume notturne si formò.<br />

Il dardo mortale che distrugge l’anima era pronto. Senza timore, la vampira terminò l’attacco.<br />

Come una vetrata in seguito ad un potente urto, il cadavere del demone implose in centinaia di frammenti di<br />

varie dimensioni. L’anima che li teneva insieme era ormai stata eliminata per l’eternità. La figlia di Soul sorrise<br />

alle stelle, mentre la cattedrale del Sangue, dorata e magnifica, illuminata fin nei più oscuri meandri, si<br />

apprestava ad un nuovo inno di vittoria.<br />

Oggi ho avuto davvero paura di non farcela. Il tempo era la sola chiave che mi avrebbe consentito di aprire<br />

l’agognato portale della vittoria. Sono riuscita a sconfiggere il mio nemico, eppur ho molto temuto. Non ero di<br />

certo al suo livello; è stata la nostra sagace strategia a fare la differenza. Forse è anche per questo che Soul mi<br />

ha aiutato lungo questi eterni millenni, per mostrarmi questa piccola verità. Non è mai stata la sua presenza a<br />

salvarmi, non è mai stata la sua semplice presenza a proteggermi. L’affetto che lega ogni membro<br />

dell’Alleanza, formale o personale che sia, ci rende superiori a qualsiasi nemico. Le nostre singole debolezze<br />

vengono annullate quando siamo insieme e compensiamo i nostri difetti. Forse neppure il Negromante può<br />

fare tutto da solo, e neppure il Mentalista o il Tessitore del Tempo. Ora mi sono chiare le motivazioni, così<br />

lampanti e lucenti, per le quali l’Alleanza è stata creata. Discendenti di Raziel e Kain, insieme, legati da una<br />

scintillante utopia: cancellare la corruzione da Nosgoth. Soul, spero che tu abbia modo di ascoltare, al tuo<br />

ritorno, l’avventura che mi ha vista protagonista…<br />

Qui termino il settantottesimo libro, a pochi giorni dalla morte di Kaldas, ove ho rinchiuso per l’eternità le mie


memorie. Che questo incantesimo renda le pagine immortali, monde dalla loro fragilità del bruciante scorrere<br />

del tempo.<br />

LOSI<br />

*Keija*<br />

Provocare il Rosso ultimamente era uno dei miei passatempi preferiti e scappare dalle sue reazioni lo era<br />

ancora di più…comunque…passando dalla città vidi la taverna a cui varie volte avevo fatto visita e con<br />

riluttanza andai avanti,una visita dal vecchio oste non mi sarebbe dispiaciuta,ma ora avevo qualche cliente<br />

che aspettava la sua sepoltura espressa,ragion per cui non potevo arrivare in ritardo.<br />

…Arrivai alla soglia della città,li orde di demoni si apprestavano ad oltrepassare il confine del fiabesco irreale<br />

per poter fare accesso al crudele mondo degli uomini,qui o li…non so a quale regno sono più vicino…si<br />

giudica non per la forza posseduta bensì per un criterio che essi chiamano legge,deformata visione della<br />

giustizia. Come reagiscono perciò i demoni?Uccidono e si cibano delle carni di queste stolte creature: è forse<br />

questa la soluzione?<br />

Non so darmi risposta,e in alcuni istanti mi sembra d’impazzire e di dimenticare perfino a cosa sto cercando<br />

risposta...<br />

Quella feccia esiliata da Nosgoth si era nuovamente fatta viva e noi avevamo,come al solito,il dovere di<br />

rispedirla in quel loro schifoso regno demoniaco…la parte paradossalmente divertente la possiamo trovare<br />

nelle mie ultime riflessioni in cui,come consuetudine,concludevo che in fin dei conti non ero poi cosi diverso<br />

da un demone; l’unica via di fuga dai miei pensieri era far sgorgare la vita di chi mi si parava di fronte per un<br />

ultima volta. Per questo non chiesi cortesemente al mio caro compagno d’armi di fare affrontare a me la<br />

minaccia proveniente da Nord. Mi lanciai direttamente ad’esorcizzare di persona la mia stessa essenza. Ora<br />

eccomi li con creature delle più diverse forme a ringhiare e urlare contro la mia figura;stanno per<br />

scagliarsi,ma io con voce solenne e sguardo basso li fermo:<br />

“Perché vi angustiate tanto della mia presenza?Non ho poi obbiettivi molto diversi dai vostri,sapete?Anche io<br />

come voi sono assuefatto dal dolore altrui,non tollero che il mio nome sia ignorato,sono a mio agio solo fra<br />

le grida e i sentieri bui.<br />

Perché dunque non vi alleate a me?”<br />

Si alzò un muro di risa alle spalle delle mia proposta…che non tardai a smorzare. Caricai uno di quei demoni<br />

con l’Ammazzadraghi trapassandolo da parte a parte,lo issai verso il cielo e lasciai che il sangue cadesse su<br />

di me come una leggera pioggia primaverile;osservai il suo corpo infernale contorcersi per poi specchiarmi<br />

nei suoi occhi ancora vivi e pieni di rabbia,solo per un attimo mi vidi riflesso in quegli occhi…solo per un<br />

attimo…perché a quello successivo gli avevo già strappato via ciò che aveva osato mostrare il mio viso.<br />

“Vedo dunque che la tua forza non è certo inferiore alla nostra e la tua umanità sembra non essere più in<br />

questo regno,quindi perché vietarti l’accesso a questa compagnia di creature ultraterrene. Entra pure fra le<br />

mie schiere.”<br />

Questo è ciò che mi disse il grande demone del fuoco a capo di quel piccolo esercito.<br />

In quel momento il caro serpente solido versione vampira mi sussurrò:<br />

L: “ Lupastro, penso di aver trovato le chiavi! ”<br />

K: “ Trovare è diverso da prendere! Sussurrami quando le avrai prese!”<br />

L: “ Ma come? Non eri entusiasta di combattere? Da come parli non sembra che ti stia divertendo…”<br />

Rantolai una manciata di parole poco ortodosse e cercando di non riprendere il mio assillo ignorai le ulteriori


parole.<br />

Il demone rimase in attesa di una mia risposta,assunsi uno sguardo truce e sillabando per bene ogni parola<br />

dissi:<br />

“Forse non mi sono spiegato bene. Quando ho detto che noi siamo simili intendevo che le nostre anime,se<br />

esistono ancora,hanno una sfumatura affine…siamo conformi…o detto alla mia maniera:potreste ben stare<br />

sotto il mio comando”<br />

“ahahah…ora esageri con le tue ambizioni Vampiro,se io riesco a tenere a bada tutti questi demoni ci sarà un<br />

motivo,no?La mia forza è superiore alla norma,sono temuto anche fra gli immort…”<br />

“STA ZITTO SCHIFOSISSIMO ESSERE CORNUTO!!!”<br />

Con una stoccata orizzontale gli staccai via la testa e con un Energy Bolt gliela polverizzai mentre il resto del<br />

corpo si accasciava a terra.<br />

“Ora voi siete il MIO esercito!!!Perciò niente commenti e fate tutto ciò che io vi ordino,ci siamo capiti?!”<br />

“ALL’ATTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAACCO”<br />

“Maledetti demoni del *BEEP* perché non riuscite a capire che è meglio sottostare nella speranza di ribellarsi<br />

che ribellarsi e morire?!??!?!”<br />

Avevo ucciso il loro capo,ma rimaneva ancora un intero esercito da tenere a bada,e ciò non sarebbe stato<br />

facile neanche per me;feci a fette i primi demoni che mi vennero incontro,qualche demone velenoso e un<br />

paio del tipo elettrico…poi però mi feci prendere dalla follia del combattimento e commisi un grave<br />

errore:castai un Repel su me stesso e mi lanciai in prima persona nel vivo dell’ammasso. Li feci volare via<br />

teste,arti e anime.<br />

“BWAHAHAHAHAH ora cosa mi rispondete eh?!?!?Volete ancora giocare a fare gli anarchici e aggredire chi<br />

sta più in alto di voi!?!?!?Rassegnatevi Il Lupo Regna!!!”<br />

…ma in realtà… Mentre loro attaccavano uno scudo impenetrabile(e temporaneo) io in parte riprendevo il<br />

senno e incominciavo a cercare una soluzione sul come poter uscire da una situazione del genere;circondato<br />

da un’intera schiera di demoni inferociti e provocati in modo forse esagerato…<br />

Un altro sussurro del mio compagno d’armi mi diede un secondo di lucidità,forse se si sbrigava potevo<br />

venire qui nelle retrovie a darmi una zampa:<br />

L: “Keija mi hanno scoperto! Cerco di fare subito!”<br />

K: “Muoviti!!!”<br />

Macchè,anche lui era nelle feci come a me,maledizione di solito tendevo a non far mai affidamento su<br />

nessuno,nemmeno sulle armi…ma ultimamente i miei ideali erano sempre più intorpiditi dai molteplici fattori<br />

esterni…avevo ancora qualche secondo e di certo non l’avrei speso utilizzando il cervello,d’altronde non era<br />

da me.<br />

Urlando a gran voce tali vaneggiamenti speravo di rendere l’idea del folle che compiange gli altri…invece di<br />

se stesso.<br />

“Sangue sangue sangue<br />

A te ti sbudello e a te ti spezzo le braccia<br />

Auuuuuuuuh quello laggiù langue<br />

A me la sua anima,non ce n’è più traccia<br />

Giro completo con l’Ammazzadraghi<br />

Tutti giù morti per terra.<br />

Tu ancora vivo,sei il mio capezzale per gli aghi<br />

Se non lo faccio io,la mia Lama vi afferra!!!”<br />

Da qui in poi solo qualche parola di Lositogiò è certa:<br />

L: “ Ehi cel’ho fatta, puoi scappare!”


K: “ V-Vieni…”<br />

L: “Ehi tutto bene?”<br />

Poi i ricordi si fanno vaghi,si amalgamano con l’immaginazione e quindi degli elementi si stagliano nella mia<br />

mente:<br />

il sangue sfumarmi nel proprio colore,<br />

il fango sozzarmi(*)nella sua corruttibilità,<br />

le urla assordarmi per poi perdersi nel nulla,<br />

il dolore sembra non essere capace di porsi una fine<br />

…<br />

…<br />

…<br />

nel mio volto<br />

un sorriso senza fine.<br />

La mia mente era limpida e impregnata al contempo,avevo raggiunto ciò che volevo,fare l’ecatombe delle<br />

cosiddette creature malvagie mi permetteva la tenera illusione di poter credere nelle tanto agognate parole<br />

che mi prestavo a pronunziare:<br />

“Io non sono come voi…Io sono diverso.”<br />

L’aria era satura del caos non ancora cintosi,io spiritualmente assente e fisicamente sommerso da vari<br />

cadaveri ed esseri ancora assetati di giustizia. Poi ad un tratto il cielo m’innalzò…ero dunque morto?Perchè<br />

dunque andavo su?Il mio posto dopo questa esistenza non dovrebbe trovarsi al di sotto dei vermi?Tra le<br />

fiamme e la dannazione,ecco già m’intravedo li…Oppure mi aspetta il nulla…La peggiore sorte.<br />

Con le ultime forze quindi alzo lo sguardo per contemplare la creatura che seco mi ha trascinato via dal<br />

fango della terra,mi domando se sarà una creatura angelica o un demonio dalle terribili ali e infine ammiro le<br />

sue corna:<br />

“Per fortuna è un diavolo,mi sarei annoiato nelle terre sacre”<br />

“Diavolo a chi?Maledetto Lupo chiama la gente col proprio nome”<br />

*questo verbo è una mia peculiare prerogativa<br />

*Lositogiò*<br />

Dopo aver consegnato il Cristallo dell’Ira al Guardiano del Tempo, io e gli altri membri del Cerchio<br />

aspettammo Keija, che non tardò ad arrivare con il Cristallo dell’Avidità. Quando il Guardiano prese l’ultima<br />

pietra, notammo la sua espressione preoccupata e afflitta, infatti tempestivamente ci diede nuovi compiti da<br />

svolgere. Io capitai per la seconda volta col lupastro, che non tardò a fare le sue battute, anche in un<br />

momento simile:<br />

K: “Toh, di nuovo con pel di carota.”<br />

L: “Non ho i capelli rossi e durante la trasformazione sono fiamme, non capelli .”<br />

K: “Uh, allora la prossima volta che organizzerò un falò chiamerò te!”<br />

Caricai un Energy Bolt e lo tenni nella mano, poi dissi:


L: “Vuoi che il falò lo faccia col tuo posteriore?”<br />

K: “Prendimi allora! Chi arriva ultimo è un pel di carota!”<br />

Si trasformò in lupo e corse verso Coorhagen, io lo insegui con l’Energy Bolt ancora in mano, mirando alla<br />

coda, finché non lo persi.<br />

L: “Per sua fortuna è un lupo ”<br />

Mi diressi correndo verso Coorhagen, avevamo poco tempo prima che i demoni ci sopraffacessero, non<br />

dovevo perderne altro.<br />

A una ventina di metri da Coorhagen, sentii una voce nella mia testa:<br />

K: “Ha-ha! Sei arrivato ultimo quindi avevo ragione io!”<br />

L: “Anche col Sussurro devi infastidire? Pensa a combattere!”<br />

K: “Almeno io mi diverto, e non sai quanto!”<br />

L: “Allora non distrarmi, tu devi far casini, io non me ne posso permettere in questa missione. Zitto ora .”<br />

Entrai a Coorhagen e ricordai le famose parole di Kain:<br />

L: “La più raffinata città di Nosgoth, ricca di vanità e presunzione”<br />

Da Nord si sentivano le “melodie” della battaglia che stava avendo luogo alle porte della città, Keija si stava<br />

di sicuro divertendo. Era notte e la gente che aveva ripopolato Coorhagen dormiva per fortuna, altrimenti mi<br />

sarei trasformato. Girai tra le strade della città, cercandomi di farmi venire in mente un’idea di dove fossero<br />

le “chiavi” del sistema di difesa quando due voci interruppero il mio pensare:<br />

Saraphan 1: “Ehi tu!”<br />

Mi voltai e vidi due Saraphan in posizione di attacco.<br />

L: “Questa non ci voleva… “il mondo dell’aldilà deve essere stabile” ”<br />

S1: “La tua armatura e la tua stazza non sono normali, chi sei?!”<br />

Mostrai i canini con un ghigno cattivo.<br />

S2: “E’ un vampiro, uccidiamolo!!!”<br />

Non estrassi armi dato che non potevo ucciderli così cercai di affrontarli a mani nude. Entrambi corsero in<br />

parallelo con le lance verso di me e quando furono vicini saltai in verticale poi, ricadendo, mi distesi, posi<br />

entrambe le mani sulle lance che tenevano ancora dritte, aprii le gambe e con entrambe colpii le loro teste,<br />

coperte da elmi, che sbatterono fra di loro, stordendoli. Diedi un’occhiata dalla parte in cui i due Saraphan<br />

erano venuti e mi accorsi che era una casa diversa dalle altre…aveva un qualcosa di sospetto…quasi qualcosa<br />

che mi respingesse, probabilmente era quello il covo dei Saraphan. Entrai e in apparenza, era una casa come<br />

le altre, ma sentivo ancora quella sensazione di “rifiuto” verso di me. La esplorai meglio e vidi delle scale che


portavano ad un piano sotterraneo così scesi e mi ritrovai in un ambiente molto più vasto, illuminato solo da<br />

candele, con piedistalli che reggevano libri aperti, dipinti qua e là sulla mura, portoni e ogni tanto qualche<br />

Saraphan che passava che per fortuna non mi scorse dato che ero ancora nell’oscurità delle scale. Mi<br />

trasformai in Nebbia e cercai di trovare la fonte di ciò che mi faceva provare la sensazione di repulsione,<br />

forse era stata creata una barriera anti-vampiro per proteggere le “chiavi” del meccanismo di difesa.<br />

Avanzando, arrivai in un atrio con alcuni Saraphan sparsi, non in atteggiamento di guardia; mi avvicinai ad un<br />

portone e lo aprii di qualche centimetro, lo spazio che bastava per entrare dato che ero coperto di<br />

Nebbia,però la porta scricchiolò appena e ciò destò sospetto nei Saraphan:<br />

S3: “Ehi, cos’è stato?”<br />

S4: “Quella porta si è aperta leggermente…sarà vento…”<br />

S5: “Stolto, non abbiamo finestre sottoterra!”<br />

S3: “Controlliamo, qualcuno forse ha aperto il portone da dietro!”<br />

Sentendo ciò, mi avvicinai ad un angolo e, una volta che i Saraphan erano dentro, aspettai che se ne<br />

andassero, non volevo rischiare muovendomi.<br />

S4: “Visto? Non era niente…”<br />

S5: “Mah, non mi convince, torniamo nell’atrio ma stiamo all’erta, non ho un bel presentimento.”<br />

Avevo esaurito il mana per rimanere trasformato in Nebbia, per fortuna era finito dopo che le guardie se ne<br />

fossero andate! La stanza in cui mi trovavo era piccola e vuota poi però scorsi un’altra scala che subito presi<br />

e scendendo mi accorsi che stranamente facevo fatica a causa della sensazione di repulsione, capii da dove<br />

veniva: In fondo al corridoio del piano in cui ero arrivato, c’era una barriera verde e dietro due guardie, una<br />

con una lancia, l’altra con una spada...entrambe scintillanti. Se quelle guardie erano così protette e quelle<br />

armi erano così stranamente scintillanti, significava che quelle erano le chiavi!<br />

L: “ Lupastro, penso di aver trovato le chiavi! ”<br />

K: “ Trovare è diverso da prendere! Sussurrami quando le avrai prese!”<br />

L: “ Ma come? Non eri entusiasta di combattere? Da come parli non sembra che ti stia divertendo…”<br />

Ma non rispose, probabilmente era in difficoltà, ma non diedi peso a ciò, mi concentrai di più sul come fare<br />

per prendere le “chiavi”. Trovato il modo, rimanendo vicino alla scala per non essere visto, guardai la guardia<br />

che impugnava la lancia, misi le mani sulle mie tempie e usai il Control Mind. Per la prima volta mi infilai in<br />

un corpo altrui. Aspettai qualche secondo prima di ambientarmi in quel nuovo corpo poi impugnai per bene<br />

la lancia e corsi verso l’altro Saraphan puntando la lancia al suo cuore. Il Saraphan venne colto di sorpresa e,<br />

un attimo prima di infilzarlo, smisi di controllare la mente del saraphan con la lancia. Entrambi morirono in<br />

sincronia, uno per l’essere stato trapassato, l’altro per il collasso avuto dopo che finii di controllare la sua<br />

mente.<br />

L: “Spero che li abbia uccisi davvero in sincronia, non vorrei aver influenzato negativamente l’incantesimo di<br />

Omega…ma che…?”<br />

*Nel frattempo nell’atrio*


S1: “Siamo stati attaccati, c’è un vampiro qui!!!”<br />

S5: “L’avevo detto io che non avevo un bel presentimento! Controlliamo nella stanza di prima!!! …Oh no!”<br />

S4: “L’allarme!!!”<br />

*<strong>Torna</strong>ndo a Losi*<br />

L: “Keija mi hanno scoperto! Cerco di fare subito!”<br />

K: “Muoviti!!!”<br />

La barriera era sparita, presi la lancia e la spada e risalii le scale, ma trovai vari Saraphan che volevano<br />

attaccarmi.<br />

L: “Dovreste attivare voi le difese dato che la vostra città è sotto attacco!!!”<br />

Così, dato che nel frattempo avevo recuperato mana, mi ritrasformai in Nebbia e passai in mezzo a loro e<br />

una volta uscito, tornai normale e corsi fino a che non trovai altri due Saraphan:<br />

S6: “ Ti aspettavamo, non andrai mai al meccanismo!”<br />

L: “ Ah così è lì dentro? Ricorda, il silenzio è oro! ”<br />

Saltai addosso ai due con le braccia aperte e li colpii con gli avambracci in volto, stordendo anche loro.<br />

Sfondai la porta della casa, che in effetti era vecchia come Omega aveva detto, ma dentro non c’era niente.<br />

Le armi che impugnavo sembravano attratte dal pavimento, che dalla vecchiaia scricchiolava e in alcuni punti<br />

era anche ceduto. Capii da cosa erano attratte le armi così caricai un salto su me stesso e sfondai il<br />

pavimento, cadendo nel piano inferiore. C’era una luce verde nella stanza che proveniva dal meccanismo,<br />

che era una semisfera collegata ad alcuni tubi, anche loro verdi, e aveva due buchi, uno a destra e uno a<br />

sinistra. Mi avvicinai e le armi mi scapparono dalla mano, andandosi a posizionare nelle loro fessure. I tubi si<br />

illuminarono e capii che avevo attivato il meccanismo di difesa.<br />

L: “ Ehi cel’ho fatta, puoi scappare!”<br />

K: “ V-Vieni…”<br />

L: “Ehi tutto bene?”<br />

Ma di nuovo non ebbi risposta…ciò mi fece preoccupare. Era di certo una testa calda, ma era anche un<br />

“collaboratore” del ripristino dell’Equilibrio. Balzai al piano superiore e uscii fuori, ma trovai una brutta<br />

sorpresa: tutti i Saraphan mi aspettavano con le frecce pronte ad essere scoccate, le lance puntate e anche<br />

pronti a castare magie. Non potevo toccare il mondo dell’aldilà e non avevo via di scampo, però la missione<br />

era stata completata, il problema ora era uscire di lì. Dalle comunicazioni avute con Keija era anche lui nei<br />

guai, quindi la missione era quasi completata. Avevo ancora un barlume di speranza, per entrambi: da tutte<br />

quelle grida e dal trambusto, molti umani accorsero dove i Saraphan mi stavano aspettando e quando mi<br />

videro, l’armatura ebbe l’effetto sperato su di loro. Piegandomi su me stesso, cominciai a trasformarmi ma<br />

nel frattempo nessuno mi attaccava a causa del troppo stupore. Quando guadagnai abbastanza Paura, la mia<br />

trasformazione era completa. Emisi un grido che fece indietreggiare tutti, poi alcuni Saraphan guaritori<br />

gridarono


“ALL’ATTACCO!!!”<br />

ma nessuno attaccava così mi alzai in volo diretto alle mura nord della città per vedere Keija in che<br />

condizioni fosse, dato che l’incantesimo non era stato ancora completato, quando fui colpito da varie frecce<br />

infuocate. Anche se facevano leggermente male, continuai il mio volo e, una volta arrivato dove Keija stava<br />

combattendo, vidi alcuni demoni che si erano quasi ammassati su un punto comune, ma non c’era traccia<br />

del vampiro. Altri demoni invece cercavano di entrare in città ma non ci riuscirono dato che ora le difese<br />

erano state attivate. Capii che Keija era lì sotto, speravo che fosse ancora vivo, così scagliai un forte colpo di<br />

telecinesi sui demoni ammassati e scoprii Keija ancora vivo, che a malapena riusciva a contrastare gli<br />

attacchi. Mi gettai su di lui e lo coprii con le ali poi, una volta uccisi facilmente alcuni demoni ,che mi si<br />

buttavano addosso, semplicemente staccando le loro teste o altri arti, presi Keija e volai nella foresta lì vicino<br />

finchè la trasformazione non finii, infatti l’atterraggio fu brusco data l’assenza di ali verso la fine<br />

dell’atterraggio.<br />

K: “Dovresti imparare ad atterrare…ah, finalmente ho visto i capelli di carota, mi sento realizzato coff coff…e<br />

dovresti anche imparare a fare presto”<br />

L: “ …vabbè, comunque ho ucciso due guardie, penso in sincronia, non vorrei che ora tornando Omega si<br />

arrabbi…andiamo”<br />

E così tornammo alla Cattedrale, molto più lentamente rispetto all’andata date le condizioni di Keija.<br />

MISSIONE COMPIUTA<br />

OMEGA<br />

Rivelazioni<br />

Il rituale terminò con ondate di terribile potere che si liberavano dalla spada. Tutta la recitazione era<br />

terminata, la spada ora aveva una gemma dei colori dell’arcobaleno incastonata nell’elsa.<br />

Caddi a terra ansimando pesantemente, tutto il mio corpo stava fumando per l’eccesso di energia scatenato<br />

nel rituale. Il simbolo tracciato col mio sangue era bruciato ed ora ne rimaneva solamente una traccia nera.<br />

Io ne ero ancora al centro, coricato, che con la testa piegata a destra, osservavo la spada di mio fratello,<br />

rovente come appena battuta, trepidante e furente, ma fortunatamente ferma. Dovevo aver avuto successo,<br />

finalmente, mio fratello era sigillato nella spada per l’eternità. Ancora dei piccoli particolari mi incuriosivano,<br />

ma non era importante.<br />

Mi misi a ridere beatamente, stavo benissimo, avevo finalmente distrutto e sigillato ogni legame con la mia<br />

vita da demone, mi rimaneva solo dire a soul che era finita, e avrebbe potuto chiamare lo spirito di mio<br />

fratello per potergli estrarre qualche informazione per portare <strong>indietro</strong> mia sorella…<br />

- m-mia sorella… - sussurrai lentamente e con poco più di un filo di voce. Stavo pensando a lei, eppure non<br />

ricordavo né il suo viso, né il suo nome. A malapena ricordavo che avevo una sorella. I ricordi stavano<br />

sparendo. L’effetto di AzureWrath probabilmente.<br />

No! Non potevo permettermi di dimenticare una persona così importante per me. Mi rialzai rapidamente,


dovevo annotare da qualche parte la sua esistenza, o avrei fatto tutto questo per niente! D’accordo, sigillare<br />

mio fratello era importante, ma salvare “lei” era più importante.<br />

Sentii Sheer scendere le scale, e percepii Altair rientrare, pochi minuti prima di Reev, Keija, Lositogio’ e<br />

IrRaziel. Erano tutti abbastanza rilassati, tranne Altair, ovviamente. Mi incamminai verso la mia stanza,<br />

sforzandomi con ogni mezzo di ricordare, ma niente. Non badai ai mietitori e ai vampiri che mi videro e mi<br />

chiesero qualcosa, me ne andai semplicemente. Afferrai la spada con un pezzo del mio mantello e sparii<br />

dietro una porta.<br />

Seduto su una scrivania, con un libro davanti e una penna in mano iniziai a scrivere qualcosa riguardante<br />

l’avere una sorella, ma proprio quando stavo per lasciare la scia d’inchiostro nero, la penna si ruppe,<br />

macchiando il foglio di carta. Lo stracciai e ne presi un altro, ma niente, accadeva sempre qualcosa che mi<br />

impediva di scrivere di “lei”. Gettai via qualunque cosa, anche il tavolo, ero furente, era colpa mia, che<br />

diavolo mi era saltato in testa di uccidere mia sorella?? Gettai via anche la spada di mio fratello, oramai<br />

fredda, forse troppo fredda, ma non ci feci caso. Dovevo calmarmi, e spiegare un po’ la situazione a coloro<br />

che mi avevano aiutato non era male come idea. Era un modo come un altro per calmarmi.<br />

Arrivai nell’atrio, e lì si trovavano tutti, ansiosi di sapere come era andata, tutti meno liquid, non capivo, gli<br />

era successo qualcosa? Mi guardarono tutti<br />

- Liquid non è ancora tornato vedo… sono passate ore, sapete qualcosa? – dissi io avvicinandomi al<br />

gruppetto.<br />

- Sembra che sia finito oltre il regno spettrale, quei demoni erano troppo anche per lui. – sussurrò Reev<br />

- Oltre?? Che significa?? – Non capivo esattamente, forse era un problema dovuto al mio disinteresse<br />

completo per i Mietitori.<br />

Mi feci spiegare brevemente, poi iniziai a parlare io.<br />

- Sembra che sia finita, la mia previsione si è rivelata sbagliata e quindi tutto dovrebbe essersi risolto per il<br />

meglio. Le 7 pietre sono fuse oramai in una sola e quella nuova gemma si è incastonata nella lama,<br />

sigillandola per l’eternità. I demoni che se ne sono andati si sono salvati, gli altri che non sono fuggiti in una<br />

area spropositata sono stati assorbiti e sigillati anch’essi nella spada, che è divenuta estremamente<br />

pericolosa. La terrò io dunque, la custodirò io, dato che non penso nemmeno si possa distruggere… -<br />

Fu un istante, ma sentii un tuffo al cuore, un dolore atroce che mi fece inginocchiare e quasi urlare. Afferrai<br />

con la mano la mia veste, e Sheer si avvicinò preoccupata:<br />

- Omega??<br />

- Sto bene… - mentivo, il dolore era sempre più forte. – solo… avverti soul che ora può comunicare con lo<br />

spirito di mio fratello per… argh… - appoggiai una mano a terra per sostenermi. AzureWrath, nel fodero<br />

brillava con forza, vibrava, e ciò fece indietreggiare tutti di alcuni passi. Sheer rimase ferma e chiese:<br />

- che cosa doveva fare soul? Non ricordo.. è come se tutto fosse annebbiato… dovevamo parlare con…<br />

- Katrin, ovviamente. –<br />

Spalancai gli occhi e la bocca tremando. Quella voce. Quella terribile voce. Sentivo la paura, la disperazione<br />

crescere in me, tutto ciò che mi faceva credere di essere inutile. Ciò che realmente ero. Avevo fatto tutto per<br />

niente. Anzi, avevo fatto qualcosa, certo, avevo risvegliato dalla sua prigione uno dei demoni più potenti di<br />

quest’epoca.<br />

- Eddai, Omega, perché non saluti il tuo fratellino?<br />

Mi alzai, capendo perché il dolore era così forte. Vidi tutti quanti leggermente scioccati, probabilmente<br />

anche delusi da me, che avevo fallito. Forse potevano addirittura pensare che io fossi un traditore, che avevo<br />

fatto tutto questo per doppio giochismo… Mi voltai verso di lui. Aveva una lunga veste nera, con fregi


d’argento e platino. Una spada al fianco, rinfoderata, la sua spada, quella che lo aveva sigillato per così tanto<br />

tempo. “Maschera d’argento di sogni infranti” la spada che mi aveva ucciso e maledetto allo stesso tempo,<br />

condannandomi al vampirismo.<br />

- Enedihel… - sussurrai io, socchiudendo gli occhi.<br />

- Bene, vedo che ti ricordi ancora il mio nome, nonostante siano passati… quanti anni? Troppi credo, e la<br />

maledizione ci sta mettendo troppi anni a corromperti, saranno passati mille anni oramai. Come sei stato in<br />

tutto questo tempo? Bene immagino, e sembra che tu non abbia apprezzato il mio regalo… -<br />

Dovevo mantenere la calma, c’erano troppe persone in quell’atrio, e una volta perso il controllo, non avrei<br />

nemmeno potuto decidere il mio bersaglio. Quasi non stavo ascoltando<br />

- Uff… scontroso come al solito, dovresti almeno abbracciarmi no? Dire che sei felice di rivedermi… -<br />

- Non crederlo nemmeno per un istante… - dissi io riaprendo gli occhi e osservandolo. Aveva un sorriso<br />

stampato in volto orribile, di pura vittoria.<br />

- Si si ok, lo prendo come un “bentornato” – si stiracchiò un po’ e poi si sedette su una sedia iniziando a<br />

osservare i presenti. Altair stava tremando dalla rabbia, avrebbe attaccato immediatamente, se avesse<br />

potuto, ma la antica tecnica di mio fratello, la paralisi impediva a chiunque di muovere le gambe o le braccia.<br />

Tutti erano come pietrificati, meno io stesso. Conoscevo la tecnica e sapevo più o meno come evitarla.<br />

- immagino tu sia curioso di sapere perché il rituale è riuscito così bene vero? Talmente bene che mi ha<br />

addirittura rafforzato! – attaccarlo ora non sarebbe servito. Avrei dovuto portarlo all’esterno, in modo da<br />

potermi liberare e distruggerlo una volta per tutte.<br />

- ammetto di essere curioso. – e mi sedetti vicino a lui, afferrando un'altra sedia. Apposta per mostrargli che<br />

io ero in grado di muovermi comunque. Mi batté alcune volte le mani poi disse:<br />

- complimenti, ma ora lascia che ti spieghi allora. Pria che ti uccidessi, ma dopo del nostro primo litigio in cui<br />

ti ho ferito quasi a morte, la tua maledetta sorellina ha avuto un piccolo scatto d’ira e ha deciso che mi<br />

avrebbe impedito di nuocerti nuovamente. Era solo una sciocca però, e non poteva niente contro il mio<br />

potere, tuttavia distrusse tutta la nostra famiglia, causando un secondo terribile incendio, decisamente<br />

peggiore di quello in cui lei perse la propria umanità e assorbì le essenze di tutti per evitare che ritornassero.<br />

Io rimasi fuori ed evitai la distruzione, non avrebbe avuto altre possibilità contro di me. Ti uccisi allora,<br />

condannando per puro divertimento. Tua sorella scoperto questo si recò alla caverna dell’oracolo e ti attese<br />

per un migliaio di anni. Io rimasi tranquillo per quel periodo, tuttavia alcuni secoli dopo una strana Katrin<br />

vampira con una clessidra al collo tornò e con dei terribili poteri prima mi sigillò nella mia stessa spada<br />

rompendone la gemma che conteneva i 7 peccati capitali, che vennero nuovamente cristallizzati e separati.<br />

Fu una sciocca, nell’istante in cui impugnò la spada sfruttai io stesso i poteri delle sabbie del tempo e<br />

modificai tutti i libri che parlavano di “Maschera d’argento” in modo che in futuro tu credendo di sigillarmi<br />

per sempre, mi avresti liberato rendendo integra nuovamente la mia spada. Mi bloccò nella stessa casa dove<br />

avevamo vissuto fino a che degli idioti non trovarono l’arma provocandoti quella visione. Fu divertente<br />

sapere che presto sarei tornato proprio per opera tua! I miei luogotenenti, ancora fedeli, uccisero quegli<br />

uomini e progettarono tutto l’attacco, in modo da costringerti a fare il rituale più in fretta possibile. Tutto è<br />

stato preparato con il tuo aiuto inconsapevole e quello di tua sorella ovviamente, finalmente però è morta e<br />

cancellata dal fiume della storia… - parlò Enedihel<br />

No, si sbagliava e ora me ne rendevo contro, se lei fosse stata cancellata dalla storia, questa si sarebbe<br />

rimodellata per adattarsi e non sarebbe stato assolutamente possibile ricordarsi di lei. Questo significava che<br />

in quei istanti in cui la uccidevo, i poteri di AzureWrath non erano ancora effettivi, e hanno funzionato solo in<br />

parte.<br />

- strano, eppure credevo che anche lei avesse gradito il mio dono… forse sono proprio io a non essere in<br />

grado di fare regali – disse, mettendosi a ridere.


Regalo? Di cosa parlava? Il dono riferito a me era il vampirismo, ma Katrin era stata resa vampira da Soul…<br />

questo significava…<br />

- non ci sei ancora arrivato? Tua sorella, ha perso l’umanità a causa mia, sono stato io a causare il primo<br />

incendio e mandare dei demoni per prenderla! È stato un errore, certo, ora sono l’unico rimasto, ma la tua<br />

attuale rabbia vale tutte le vite perse!!! HAHAHAHAHAH!!!<br />

Fu un istante, per un brevissimo istante risucii a usare nuovamente il potere mentale di quell’area e trasportai<br />

via all’esterno tutti coloro all’interno della nupraptor’s Retreat, poi, le candide ali si fecero largo nella mia<br />

schiena, aprendosi violentemente, in un’ondata di energia, che distrusse dei muri dietro di me.<br />

Semplicemente volendolo evocai AzureWrath e mi scagliai verso mio fratello, urlando di rabbia. Lui estrasse<br />

la sua lama e ridendo come non mai si difese dal mio attacco. Le spade stridevano al contatto mentre<br />

Azurewrath assumeva la forma “omega” saltai leggermente <strong>indietro</strong> e puntando la mano in avanti scagliai<br />

una potentissima ondata di energia sacra che distrusse un’ala della nupraptor’s retreat e scaraventò via<br />

Enedihel. Lo inseguii, ali spiegate, mentre anche lui assumeva la sua forma demoniaca assestandosi in volo,<br />

proprio sopra una città. Lo attaccai nuovamente, con tutto l’impeto che possedevo, la rabbia, tutto il furore<br />

accumulato in qui tempi si liberò permettendomi di attaccare ad una velocità semplicemente assurda,<br />

eppure, non lo colpivo. Lui rideva, e parava ogni mio colpo. Incantesimi divini venivano deviati verso il paese<br />

con degli incantesimi infernali, e senza rendermene contro, la città al di sotto di noi stava bruciando…<br />

Vidi morte e distruzione abbattersi nelle città di quella regione. Tutte le case erano in fiamme e non<br />

era opera di un debole vampiro come Vae, ma di qualcosa di molto più forte. Scorsi solamente<br />

fiamme e macerie. Uomini e donne urlavano, mentre strani suoni di spade roteanti tuonavano<br />

nell’aria.<br />

Il duello continuò, ancora per un’intera ora, ma non riuscivo a colpirlo, il suo potere era così immenso che<br />

non potevo nulla nemmeno con la mia forma Angelica.<br />

- le anime di tutti i demoni uccisi, tutti quei demoni che si sono avvicinati durante il rituale sono state<br />

assorbite da me, rendendomi invincibile!! Ora avrò la mia vendetta, patetico angelo traditore! – e con un<br />

tremendo fendente, scagliato quasi alla velocità del suono venni colpito e scagliato al suolo.<br />

Tutto si fece nero all’improvviso e vidi solamente un’ultima cosa: una spada davvero familiare che si<br />

trovava a terra incrociata con un’altra molto simile.<br />

Aprii gli occhi che ero schiantato a terra, ancora in forma angelica. Avevo completamente finito le energie.<br />

Ero così stanco che non potevo muovere un muscolo. Il mio sangue dorato giaceva lungo tutto il cratere che<br />

avevo causato cadendo. Alla mia destra, AzureWrath, e Maschera d’Argento erano incrociate a terra, ferme.<br />

Che cosa avevo fatto, non avevo fatto nulla per impedire che la visione divenisse realtà, ero stato io l’artefice<br />

di tutta quella distruzione. Mio fratello si chinò e prese la sua spada<br />

Guardandomi con disprezzo. Si avvicinò, e mi strappò le ali, mentre io urlavo dal dolore, non potendo fare<br />

altro.<br />

- Soffrirai, e morirai, rapidamente, come è successo a tutta la mia famiglia, non voglio più nemmeno<br />

considerarla nostra. Anzi no, ho cambiato idea, ora tornerò alla mia vera casa, per poi osservare come ti<br />

distruggerai sapendo che tutto questo è colpa tua. Si, farò così. - E con un colpo di spada squarciò l’aria,<br />

creando una breccia dimensionale verso la sua reale casa.<br />

Mi lasciò lì, mentre perdevo la forma angelica. Fu un dolore atroce, le ali staccate vennero rimpiazzate da<br />

pezzi di carne provenienti dal mio corpo, rendendomi completamente martoriato. Quasi un cadavere. Rimasi


lì, soffrendo per ore, vedendo la città bruciare. Mi ripresi la mattina, quando le mia abilità di rigenerazione mi<br />

salvarono dalla fine. La città era rasa al suolo.<br />

Sapevo dove stava andando, ma non capivo come potevo fare per batterlo. Non potevo pensare ad altro che<br />

alla vendetta. Alla sua distruzione, fargli pagare tutto quello che aveva causato a Katrin. Avrei cercato un<br />

modo per fare breccia nel suo potere, ma per farlo avrei avuto ancora bisogno di alleati. Chissà chi avrebbe<br />

voluto ancora aiutarmi dopo quello che avevo fatto.<br />

OMEGA<br />

Arrivai davanti allo squarcio con ben 8 persone dietro di me. Feci cenno agli altri di proseguire. Entrarono<br />

tutti, ma quando Xado fece per muovere un passo alzai il braccio e lo bloccai. Chiese il motivo, ma io non<br />

risposi subito e feci per entrare, ma mi fermai a meno di un passo.<br />

- Sei coraggioso giovane Mietitore, ma il coraggio spesso non è sufficiente, soprattutto qui dentro, la tua<br />

attuale forza non è sufficiente, nemmeno per competere con i nemici che attendono me e gli altri. Non<br />

prenderla come una offesa, ma solo come un invito a divenire più abile e potente, solo allora potrò sfruttare<br />

efficacemente il tuo aiuto, che comunque accetto, solo lo terrò da parte per un momento in cui mi servirà<br />

davvero. Addio quindi, fino al nostro prossimo incontro. – Dissi così, percepivo nell’aria che probabilmente<br />

non sarei mai riuscito a tornare.<br />

Oltrepassato il portale mi si presentò davanti una paesaggio completamente morto e grigio, con venti<br />

fortissimi che spazzavano la roccia viva. Uno sottile strato d’erba si stagliava davanti ai nostri occhi, ma era<br />

anch’esso grigio, morto, privo di ogni anima. Alzando lo sguardo si poteva scorgere una pianura, poi un<br />

mare, un oceano forse.<br />

Per ora ci trovavamo in una strada sembrava, in mezzo ad un deserto di terra battuta, una strada di<br />

mattonelle, che portava avanti, dove dovevamo andare tutti quanti. Ricordavo quel posto, lo avevo visto, in<br />

qualche mio sogno, da giovane, Era quello che mio fratello definiva “casa” e quello che chiunque altro<br />

avrebbe definito “Inferno” Proseguimmo tutti quanti verso l’Oceano, tenendoci stretti i nostri vestiti e<br />

mantelli, che venivano spazzati dal poderoso vento misto a sabbia. Azurewrath brillava pacatamente,<br />

faticosamente, e anche io non mi sentivo molto bene, come se le energie mi venissero prosciugate sempre<br />

più ad ogni istante. Piccole sfere di luce azzurra mi circondavano, circa 7 in tutto, che si allontanavano e<br />

ritornavano, come per portarmi via sempre più piccole parti di energie. Tuttavia non mi sentivo stanco, forse<br />

stavano rubando la mia parte angelica, senza la quale non avrei mai potuto battere mio fratello, ora capivo.<br />

Dal suo ritorno, tutto questo rituale si era riattivato, e piano piano mi stava prosciugando vie le energie.<br />

Tutto si faceva più chiaro. 7 Sfere, provenienti dai sette sigilli di quest’area.<br />

Proseguimmo ancora, fino ad arrivare ad una scogliera, e vedemmo uno spettacolo non da tutti i giorni: una<br />

serie di enormi catene legava alla scogliera una altrettanto enorme cattedrale nera, con uno stile simile al<br />

gotico. Guardai dietro e vidi i miei 7 compagni. Li osservai un attimo, poi pensai:<br />

- non si torna <strong>indietro</strong> dopo questa catena…- ma tutti risposero al mio sguardo con un cenno di assenso e<br />

salii sulla catena abbastanza stabile. Arrivammo presto in quella Cattedrale e lì riconobbi che era fatta a<br />

immagine e somiglianza della mia vecchia casa. Era quasi completamente buio, ma potevo distinguere<br />

abbastanza bene ciò che mi si trovava di fronte. Che sia stata questa costruita a immagine di casa, o casa a<br />

immagine di questa, sapevo dove si trovavano i sigilli e che cosa avrebbe atteso chiunque avesse tentato di<br />

aprirli.


- Sembra che dovrete tutti combattere contro dei demoni dagli incredibili poteri, per distruggere dei sigilli<br />

che mi impediscono di liberare la mia reale forza. Questi sigilli sono dei piccoli cilindri di cristallo alti quindici<br />

centimetri e spessi cinque Sarà dura, e ve lo chiedo come un favore personale, non strafate. Per voi mietitori,<br />

non so nemmeno se ci sono portali in questa dimensione, e forse è per questo che i vostri corpi non<br />

sembrano così fragili come lo sono nel nomale regno materiale di Nosgoth. Questa sembra una dimensione<br />

a metà tra il piano spettrale e materiale. Potrebbe anche causare a tutti delle disfunzioni dei propri poteri a<br />

quanto ne so, e i poteri dei pilastri sono estremamente deboli. Vi accompagnerò ora uno ad uno ai sigilli, e<br />

mentre voi combatterete, io mi dirigerò e combatterò contro mio fratello. Non posso attendere oltre, se<br />

fallissimo il mio potere sarebbe troppo scarso, quindi devo sbrigarmi ad andare. Anche voi, più velocemente<br />

romperete il sigillo più rapidamente io potrò efficacemente combattere contro Enedihel. Ora però… -<br />

All’entrata indicai un lungo corridio a destra e guardai SoulB, mentre una brezza di puro gelo si sentiva<br />

provenire da quella porta in lontananza<br />

SoulB<br />

Alla fine di quel corridoio, ti attenderà Belial, uno dei più famosi e antichi demoni, dalla forma di una<br />

stupenda ragazza dai lunghi capelli rossi, avvolta da un’armatura costruita completamente in ghiaccio. L’area<br />

in cui combatterete è un piccolo santuario, una stanza tonda con una lapide raffigurante una giovane donna<br />

al centro. Belial era, anzi, è un demone del gelo più pungente, e sa controllare anche il gelo in ogni sua<br />

forma, potresti quindi incontrare sul tuo cammino delle creature di ghiaccio controllate da lui. Fa attenzione.<br />

LDR: 5<br />

Proseguii quindi, con il mio seguito meno una persona.<br />

Arrivai davanti ad una enorme sala da pranzo, priva di porta per essere chiusa. Guardai dentro, e percepii un<br />

enorme potere demoniaco. Alla fine della lunghissima camera, sopra al camino, si trovava il sigillo. A<br />

capotavola, davanti al focolare, Asmodeus. Guardai Liquid e tentai di fare un sorriso, mentre questo si<br />

dirigeva nella stanza.<br />

Liquid Snake<br />

Asmodeus, il principe delle fiamme eterne, sfrutterà contro di te ogni singola goccia di calore della stanza.<br />

Ha l’aspetto di un giovane uomo elegante, di buona educazione e sangue nobile. Come per Belial, il fuoco è<br />

come se fosse se stesso, perciò potrebbe mandarti contro stormi di creature infuocate, però incredibilmente<br />

deboli al tuo glifo d’acqua. Potrà essere la tua salvezza, però l’unica acqua che potrai trovare sarà quella nei<br />

bicchieri della tavola.<br />

LDR: 4.5<br />

Andammo avanti ancora, per alcuni minuti, fino ad arrivare davanti alla porta di una fantastica stanza da<br />

ballo, enorme, ricordo che a volte si faticava quasi vedere da un capo all’altro. E specchi, era adornata di<br />

specchi ovunque, il pavimento era di un marmo sublime e anch’esso rispecchiava colui che osava calpestarlo.<br />

Diedi un’occhiata ad Altair. Lei non avrebbe avuto pietà per colei che si celava dentro quella camera.<br />

Altair<br />

Baal, adora… assumere la forma di una piccola bambina, di si e no 12 anni, una bambina con poteri


semplicemente assurdi. Manipola le sensazioni di colui che si trova davanti, e potrebbe addirittura cercare di<br />

farti provare pietà. I suoi poteri sono immensi, e potrebbe riuscirci, ma se riconoscerai chi è la reale te stessa,<br />

potrai risvegliarti da quelle terribili illusioni. Quando ti vedrà resistere, evocherà l’essere che tu ritieni più<br />

importante e ti costringerà a sconfiggerlo. Se sopporterai anche il peso di quella perdita, potrei sconfiggerlo<br />

facilmente, i suoi poteri, legati all’aria non sono così forti.<br />

LDR: 5.5<br />

La osservai entrare, spavalda e decisa come al solito. La conoscevo, era risaputa la sua freddezza contro le<br />

sensazioni morali, perciò speravo che in qualche modo resistesse agli inganni. Proseguii, fino ad arrivare<br />

all’esterno, al centro di quella cattedrale. Uno sconfinato labirinto grigio e tetro di siepi morte e pietrificate.<br />

Al centro, Mephisto, il padrone dell’Odio. Respen sembrava turbato, probabilmente percepiva l’infinito<br />

potere di quella creatura. Attesi qualche attimo, chiudendo gli occhi, e sentii il Mietitore supremo<br />

comprendere e addentrarsi.<br />

Respen<br />

Mephisto ti attenderà al centro del labirinto, guardiano del sigillo. I suoi poteri, sono simili ai tuoi, basati<br />

sull’influenza psicologica e il dominio mentale, ma quando tutto questo non funziona, la sua arte di<br />

combattimento con la spada si rivela elegante e sopraffina, oltre che mortale ovviamente. Tenterà in ogni<br />

modo di farti cadere preda dell’odio, odio che andrà a dirigersi verso coloro che tu cerchi di proteggere con<br />

tutte le tue forze. So che sei antico e potente, ma la sua esperienza, potrebbe eguagliare la tua, o addirittura<br />

riuscire ad influenzarti. Spero ciò non accada assolutamente. Lo riconoscerai facilmente, si mostrerà nella<br />

forma di un uomo giovane, con l’aspetto semplicemente superbo e di pura innocenza.<br />

LDR: 5<br />

Ero sicuro che Respen ce l’avrebbe fatta, ma sapevo anche che avrebbe finalmente conosciuto la paura.<br />

Temevo questo, ma non potevo evitarlo, era l’unico che poteva reggere il confronto con una tale essere.<br />

Passammo nell’ala nord della cattedrale e indicai delle scale guardando Lositogio’ Avrebbe confrontato una<br />

antica divinità draconica, un drago come tanti, antico come pochi. Tiamath. La paura ancestrale del fuoco,<br />

reggerà a tutto questo? Chi avrà più paura, il drago o il vampiro?<br />

Lositogio’<br />

Il fantastico balcone di casa mia, guardando dai suoi bordi si poteva scorgere tutto l’oceano. Enorme, a volte<br />

facevamo delle feste incredibilmente sfarzose, però ora lì ci sono solo rovine. E dovrai anche sfruttarle per<br />

difenderti. Il possente drago non cederà mai il sigillo che difende. Le abilità che ti dona la tua armatura, sono<br />

potenti, ed estremamente pericolose, ma sparai affrontarle? Dovrai affrontere le tue paure, poiché quel<br />

drago, oltre ad essere incredibilmente potente, richiamerà la tua peggior paura, per tentare di distruggerti. Io<br />

non ti conosco, perciò non so quale possa essere, ma spero che tu possa sopportarla e vincerla.<br />

LDR: 5.5<br />

Iniziò a salire le scale, mentre io rimanevo fermo a guardare il vampiro salire e aprire la porta. Mi auguravo la<br />

sua vittoria, nonostante non condividessi le sue idee. Mancavano Soul e Reev.<br />

Proseguendo, arrivammo nei pressi di un cimitero. Sorrisi a Soul per un istante, poi ritornai serio. La morte,


contro, la stessa morte, non sarebbe stato facile, nemmeno per lui. Astaroth, il boia infernale. La sua ascia<br />

aveva ucciso e distrutto milioni di esseri umani, e ora gocciolava permanentemente di vita.<br />

Soul<br />

Terribile è la sua forza, orribili le sue parole, sconfinati i suoi poteri negromantici. Antico quanto i miei ricordi<br />

mi permettono, sarà molto più che una sfida per te questo. I vostri poteri sono identici, e si annulleranno a<br />

vicenda. La sua forza è controbilanciata dalla sua lentezza, la sua mole e i grezzi muscoli non gli permettono<br />

agili movimenti, come per te vengono impediti dalla tua antichità. Seppellisci a fondo i tuoi ricordi più cari,<br />

potrebbe rievocarli per distrarti e coglierti in fallo, per poi modificarli e ucciderti sul piano morale, anche se<br />

so che sono certo che saprai trovare il modo di distruggerlo.<br />

LDR: 5<br />

Era quasi finita, mancava Reev, che avrebbe trovato il suo nemico alla fontana in mezzo al giardino di rose.<br />

Arrivammo poche decine di passi prima, quando la mia volontà vacillò alcuni istanti. Colei che avrebbe<br />

incontrato… Sarebbe stato in credo di vincerla? Non avevo scelta, dovevo fidarmi di lui.<br />

Reev<br />

Tsukiyomi, una ragazza il cui sguardo seduce all’istante, si manifesta con il corpo di una donna con la<br />

bellezza di una dea. È un Angelo caduto, ma ha conservato un paio di piccole ali sulla schiena e una aureola<br />

di luce sopra la testa. Ha dei capelli corti castano chiaro e avrà sempre un comportamento gentile. Fa<br />

attenzione, conosco il tuo animo nobile, ma non farti ingannare per quanto possibile. Cercherà di baciarti per<br />

poi evocare tutti i ricordi spiacevoli della tua vita passata, e sarai costretto ad affrontarli tutti, anche quelli<br />

che volevi dimenticare. Cerca se puoi di non fissarla mai negli occhi direttamente per più di qualche<br />

secondo, altrimenti…<br />

- ok ok, - disse Reev, addentrandosi in quel giardino che più assomigliava ad una foresta.<br />

Altrimenti, vedresti il suo dolce e sincero sguardo pieno di solitudine e rimpianto.<br />

LDR: 5.5<br />

Erano tutti stati mandati verso i propri sigilli. Rimaneva solo una cosa da fare. Estrassi AzureWrath<br />

avvicinandomi piano piano al portone che dava alla sala grande della cattedrale, la sala del trono, la sala<br />

dove avrei trovato mio fratello, però all’improvviso, ricordai una frase, che mi aveva detto il mio maestro.<br />

- il nostro potere, ci è stato dato unicamente allo scopo di proteggere qualcuno. Grazie ad esso riusciamo a<br />

percepire e manipolare le correnti del vento, ma lo facciamo a vantaggio di una sola persona in tutta la vita,<br />

una persona speciale che viene per questo accuratamente scelta, e a scegliere questa persona che dovremo<br />

proteggere siamo solo ed unicamente noi. E quando più sincero sarà il tuo desiderio di difenderla, tanto più<br />

forte sarà il vento che saprai creare –<br />

Avevo capito ora… Non avrei mai potuto vincere senza qualcuno a cui offrire il mio potere.<br />

Spalancai la porta. Sospirando.


REEV<br />

La ragazza sedeva sul bordo della fontana. Guardava a terra. Guardava il vuoto.<br />

Ruppe quella sua posa solo quando mi avvicinai. Si voltò verso di me, senza tuttavia alzare la testa.<br />

Qualche attimo di silenzio…<br />

- Reev… - disse, calma… - ti chiami così, giusto?<br />

Restai un po’ sorpreso, ma non mi scomposi più di tanto…mi avevano avvertito di eventuali strani poteri…<br />

restai immobile…<br />

Lentamente si alzò, e iniziò a camminare verso di me. Si muoveva con calma, quasi con incertezza. E d’un<br />

tratto vidi cadere una lacrima dal suo viso…<br />

Lacrime…<br />

Chiudevo gli occhi, ma non riuscivo a trattenere le lacrime…<br />

Lì, in ginocchio, davanti quel portale… confinato… in questo mondo…<br />

Riaprii gli occhi, come svegliandomi da un incubo. Mi trovavo ancora in quel giardino, non avevo mosso un<br />

solo passo… Eppure…<br />

- Prigioniero…in un mondo che rifiuti… dici così di solito, no?<br />

Era a pochi passi da me. Sguardo ancora rivolto verso terra. Stesso tono di voce…<br />

- deve essere stata dura… abbandonare tutto…<br />

Era il periodo dei nuovi arrivi, al garden. Io e Jin giravamo per la hall, e io osservavo distrattamente quella<br />

marea di gente... talmente distrattamente da non accorgermi di una ragazza davanti a me, che feci cadere a<br />

terra...<br />

- Ah! Scusami!<br />

La aiutai a rialzarsi. Doveva avere circa un anno meno di noi e aveva dei capelli rossi che scendevano fino alle<br />

spalle.<br />

Abbassai la testa in segno di dispiacere.<br />

- m-mi dispiace... davv...<br />

- Reev, la smetti? Ti rendi ridicolo...<br />

- Ehi! Cerco solo di mostrare un po’ d’educazione.<br />

La ragazza sorrise...<br />

- no, non fa niente... ero distratta...<br />

Sembrava che le avevamo messo allegria...<br />

- Mi chiamo Xado. Forse mi potete aiutare...<br />

- dì pure...<br />

- non è che mi fareste vedere dov’è che devo chiedere per la divisa?<br />

- Certo. – Risposi.<br />

- ... e se non vi disturbo mi fate fare un giro del garden? Mi ci perdo qui dentro...<br />

- Ma sicuro! – disse Jin.<br />

- G-grazie!<br />

- Xado… Jin… - dissi con un velo di malinconia…<br />

- Amici… - disse la ragazza… - amici… che hai perso per sempre…<br />

Una lacrima scendeva sul mio volto, mentre ascoltavo incredulo le sue parole…


- c-cosa vuoi… cosa vuoi da me…<br />

E senza neanche sapere perché, corsi. Corsi via da quell’angelo…<br />

La corsa mi condusse dinanzi un altare in rovina, circondato da quattro colonne semidistrutte…<br />

E vicino l’altare, di nuovo lei… Era di spalle, in ginocchio… sembrava stringere qualcosa tra le braccia… e alzò<br />

la testa al cielo…<br />

- il cielo…<br />

Trasalii. Il cielo… il cielo era rosso… un forte rosso sangue…<br />

Pioggia… la pioggia scendeva pesantemente dal cielo… Mi trovavo in un terreno erboso, poco distante un<br />

bosco, ed oltre il bosco, una città in fiamme…<br />

E nel cielo rosso si distingueva il contorno di un essere gigantesco… una Weapon…<br />

Erano anni che cercavo disperatamente di dimenticare quella scena…<br />

Una donna uscì dal bosco, correndo, stringendo qualcosa tra le braccia.<br />

Cadde rovinosamente. Anzi, caddero. Ebbi modo di notare che portava con se un bambino. Riuscii a vederli<br />

entrambi in volto…<br />

- m… mamma… - balbettai, con sguardo incredulo…<br />

Quel ragazzino continuava ad implorare a sua madre di aprire gli occhi… solo in quel momento mi accorsi<br />

che era sanguinante…<br />

Rimasi lì, incapace di muovermi. Le lacrime si confondevano con la pioggia che continuava a scendere<br />

copiosa…<br />

- MAMMA! – urlai finalmente, tendendo la mano verso i due…<br />

- è inutile… - Tsukiyomi mi interruppe, comparsa alla mia destra. – questo non è altro che un ricordo…<br />

Ma a volte i ricordi possono fare più male di qualunque spada…<br />

Mi voltai bruscamente verso di lei, volevo urlarle qualcosa, ma l’illusione svanì. Mi ritrovai di nuovo in quel<br />

giardino, asciutto. Solo le lacrime bagnavano ancora il mio volto…<br />

Ero in una nuova area del giardino… davanti a me una costruzione in rovina… e poco distante la vidi, di<br />

spalle, mentre raccoglieva delle calendule…<br />

- P-perché… - ripetei ancora… Lei chinò la testa…<br />

Chiusi gli occhi per via delle lacrime… quando li riaprii mi ritrovai in una terra martoriata…<br />

Sporadici fili d’erba interrompevano vaste superfici di terra distrutta… In lontananza vidi la risposta…<br />

Weapon… ben più di una…<br />

Quella… quella terra era… Gaia?<br />

- Oh… n-non è… possib…<br />

Restai sconvolto nel vedere una costruzione in rovina che si ergeva nelle vicinanze…<br />

- quello… quello è…<br />

- questa sembra essere la tua più grande paura, vero? – disse Tsukiyomi… neanche mi voltai a guardarla…<br />

- quello è… il mio Garden… - dissi incredulo - ma cosa…<br />

- tuttavia… non tutto è stato già deciso…<br />

Rosso…<br />

Di nuovo quel cielo rosso sangue… tuttavia…<br />

Quella che bruciava, lì, davanti a me, quella città non era il mio paese natale…


Quella città… era… Cadelia…<br />

- Perché… perché Cadelia? Eppure… non ho nessun ricordo particolare legato a questa città… né tanto meno<br />

a questa città… in fiamme…<br />

Un kuito alla mia sinistra mi fece voltare… Ero io… avevo una forma umana, e dietro la schiena una spada… e<br />

a fianco me un chocobo dorato…<br />

E l’espressione sul mio volto non mi piaceva per niente…<br />

Lasciai lì il chocobo e cominciai a correre verso la città…<br />

- Aspetta! – gridai. Non ché quel riflesso della mia anima non potesse sentirmi…<br />

Lo seguii mentre correva per le strade in fiamme della città mercantile… Sembrava… sembrava che cercasse<br />

qualcuno… Da lontano lo vidi dirigersi deciso verso una piazza… come se avesse visto qualcosa…<br />

E quando lo raggiunsi non potevo credere ai miei occhi… Jin e Xado… per terra… anneriti dal fumo e falle<br />

fiamme…<br />

Io… noi… li vedemmo morire davanti ai nostri occhi…<br />

- n-non è… vero… non è vero… - balbettavo…<br />

Mi voltai, sicuro di trovarla dietro di me…<br />

- Non è vero! Non è mai accaduto niente del genere! Io… io non ho mai vissuto questa orrenda situazione!<br />

- Ricordi passati… ricordi futuri… ricordi propri… ricordi altrui… cose del genere non contano in questa<br />

dimensione… E la presenza di quell’uomo… ha gettato nel caos queste già deboli leggi…<br />

- c-cosa vuoi dire… ? io… io rifiuto di…<br />

Fece qualche passo verso di me. Istintivamente aprii gli artigli… come per difendermi…<br />

Ma improvvisamente mi bloccai… guardai la mia mano. E inorridii.<br />

La mia mano… i miei artigli… grondavano sangue…<br />

Mi portai le mani alla testa… immagini si accavallavano nella mia mente… immagini orribili…<br />

Dolore… sterminio… sangue… quei “ricordi” sembravano rappresentare solo morte… un’orrenda carneficina…<br />

Sangue…<br />

Sangue…<br />

Sangue…<br />

Tutto quel sangue…<br />

Ero stato io.. a versare tutto quel sangue?<br />

A volte sembrava di riuscire a vedermi, in alcune di queste immagini… ero io… eppure… le mie fattezze…<br />

quelle fattezze non erano le mie…quelle erano le fattezze… di un demone…<br />

Sangue…<br />

Sangue… troppo sangue…<br />

Non riuscivo a sopportare quelle visioni… né riuscivo a sopportare l’idea di esserne la causa… poi…<br />

Le immagini si fermarono… una sala… una sala di un castello… notte… pioggia… accanto a me, due<br />

bambine… due bambine… che avrei dovuto proteggere… eppure… eppure loro erano lì… in una pozza di<br />

sangue… quelle persone che avrei dovuto proteggere…<br />

Poi… poi di nuovo io… in quello stesso castello… in quella stessa forma mostruosa… io… e una persona… una<br />

persona importante… io…<br />

Io stavo uccidendo quella persona!<br />

- NO! – urlai<br />

Aprii gli occhi… ero di nuovo nel giardino… davanti la fontana… Tsukiyomi di fronte a me…<br />

- non…non è… p-possibile… - continuavo a ripetere…


Lentamente la ragazza riprese ad avanzare… Arrivò fino a me… mentre io… io ero come immobilizzato…<br />

- Perché… perché.. – non riuscivo a chiederle altro, se non questo… - perché…<br />

Era davanti a me, immobile… anche con la testa china, vidi il suo volto bagnato anch’esso dalle lacrime…<br />

Alzò la testa… lentamente alzò la testa…e potei vederla negli occhi… potei vedere il suo sguardo… triste e<br />

insicuro…<br />

Strinse le braccia intorno al mio collo… continuando a guardarmi negli occhi, disse – …mi dispiace… -<br />

Quindi… mi baciò…<br />

Una ragazza…<br />

Una ragazza… dai capelli rossi.<br />

Quella ragazza…<br />

Io quella ragazza…non so perché… non conosco neanche il suo nome ma…<br />

Io.. io sento che quella ragazza…<br />

Quella ragazza per me è importante…<br />

Immagini di quella ragazza continuavano a riaffiorarmi in mente… ricordi… velocemente, per poi sparire…<br />

Pioggia…<br />

Ero in una città… una città sotto attacco… una città semidistrutta…<br />

La pioggia scendeva pesante dal cielo… Davanti a me… c’ero io… indossavo una lunga tunica blu… e al mio<br />

fianco… quella ragazza…<br />

Mostri… tutt’intorno, mostri… combattevo abilmente, cercando di difenderla… cercando di difendere quella<br />

ragazza…<br />

Eppure…<br />

Eppure nonostante i miei sforzi…<br />

Eppure… quella ragazza… vidi quella ragazza venire ferita a morte…<br />

- KYLIEEEEEEEE!!!!! – gridai, tendendo la mano verso di lei… - Kylie, no!!<br />

La ragazza cadde a terra, mentre i sangue che copioso fluiva si andava mescolando con la pioggia… L’altro<br />

Reev corse verso di lei…la prese tra le braccia… pianse...<br />

Ero stravolto… non sapevo più cosa pensare… cosa dire… cosa fare…<br />

Non riuscivo a fare altro che restare lì… fermo… sotto a pioggia… a sillabare quel nome… Kylie…<br />

- nella tua vita sembra quasi esserci solo tristezza… solo dolore…<br />

- per…ché… perché tu…<br />

Rimase in silenzio…<br />

- smettila… smettila ti prego…<br />

Mi voltai verso di lei, afferrandola violentemente per le spalle,urlandole<br />

- SMETTILA!!!<br />

Tsukiyomi aprì gli occhi. Le stringevo con forza le spalle, fino a farle male, cercando di allontanarla da me…<br />

Lentamente sciolse quell’abbraccio e indietreggiò… il suo sguardo era diverso da prima… ora era come…<br />

sorpresa… confusa… meravigliata di vedermi così… così distrutto…<br />

- smettila… - continuavo a ripetere sottovoce… - smettila… ti prego…<br />

La lasciai, e lei indietreggiò ancora di qualche passo, senza togliermi gli occhi di dosso… quindi si voltò, a<br />

guardare le sue ali, ma io neanche me ne accorsi… continuavo a guardare a terra… in lacrime…


- Perché?<br />

La ragazza rivolse di nuovo il suo sguardo verso di me<br />

- Perché… una persona all’apparenza tanto pura… perché… perché dovrebbe agire in questo modo? Perché…<br />

hai…<br />

Tsukiyomi indietreggiò, fino ad arrivare al ciglio della fontana, sedendosi.<br />

- Io… io sono stata tentata… io… sono rimasta qui… da sola… per secoli…<br />

La ascoltai, in silenzio, senza nemmeno guardarla…<br />

- Un errore… un solo errore… fui tentata, e per quel solo errore… fui condannata in questa prigione… sola… -<br />

Tsukiyomi parlava, mentre lacrime scendevano sul suo viso… - poi…<br />

poi sei arrivato tu…<br />

Di nuovo silenzio…<br />

- anche se dici così… anche se dici così… se tutto questo è vero… se anche così fosse…. Io….<br />

…io non posso perdonarti…<br />

Tsukiyomi chinò la testa, con un volto di chi si aspettava di ricevere una risposta del genere…<br />

- è perchè… io non merito perdono… prima… non ho agito per costrizione di qualcuno… o perché mi era<br />

stato imposto… è stata… una mia scelta… io… io ho deciso di agire così… e questa – disse, voltandosi<br />

leggermente di lato, in modo che potessi vedere le sue ali – questa ne è la conseguenza…<br />

Sussultai nel vederle. Le sue piume… le sue piume erano… annerite. Macchie nere sulla superficie delle<br />

piume, che si spandevano lentamente.<br />

- L-le… le tue…<br />

- io… sono stata corrotta…<br />

- Tsu… Tsukiyomi…<br />

Si piegò sulle ginocchia, coprendosi il viso con le mani…<br />

Silenzio. Ancora una volta…<br />

- quelle… quelle visioni… quei fatti orribili… erano soltanto illusioni, g-giusto?<br />

Tsukiyomi sollevò la testa, guardandomi. Chiuse gli occhi e scosse la testa lentamente.<br />

- mi dispiace… io posso davvero far rivivere i ricordi delle persone… ed è altrettanto vero che in questa<br />

dimensione non contano le normali leggi che tu conosci… e come ho detto prima, la presenza di quell’uomo<br />

qui, il suo rapporto col tempo, getta ancora di più nel caos questa situazione – sospirò – Quelli che hai visto<br />

purtroppo non sono che ricordi futuri…<br />

- c-capisco… - dissi, ormai senza speranze…<br />

- …q-quell’uomo? – esclamai, poco dopo - Omega… già… Omega… e gli altri… la mia missione… mi era stata<br />

affidata una missione… e io l’ho deluso… ma a questo punto… a questo punto che importanza ha…<br />

Tsukiyomi ascoltò in silenzio…<br />

- T-tutto ciò è stato colpa mia… e per quanto possa dispiacermi, non merito perdono… tuttavia… - disse<br />

alzandosi – tuttavia posso dirti come distruggere il sigillo.<br />

- Eh? Tu…<br />

- si… non basterà per farti sentire meglio… tuttavia se c’è qualcosa che posso fare…<br />

- e… dov’è?


Tsukiyomi chinò la testa, rassegnata… - d-dentro… di me…<br />

- Eh!? C-che vuol dire “dentro di te”?<br />

- Il sigillo… è d-dentro il mio corpo… in pratica, il sigillo sono io… per romperlo dovrai… uccidermi…<br />

Fece un respiro profondo… poi, con gli occhi chiusi, continuava a parlare… - avanti… in fondo m-me lo<br />

merito… non opporrò alcuna resistenza e…<br />

- NOOOOOO!!<br />

Aprì gli occhi, sorpresa, quasi spaventata dal mio urlo improvviso… - c-cosa… cosa vorrebbe dire… che devo<br />

uc-ucciderti!?<br />

- Reev…<br />

Respiravo velocemente, guardavo con orrore le mie mani… - Ho visto Jin e Xado morire… ho visto Kylie<br />

morire… ho visto centinaia di persone morire, per causa mia! Queste mani… questi artigli… io li ho visti<br />

grondare sangue!<br />

Basta sangue… basta morti!<br />

- R-reev…<br />

- BASTA!!<br />

Detto questo, caddi a terra, in ginocchio, incapace di reggere oltre… - io non posso… io non posso… -<br />

continuavo a ripetermi – io non posso uccidere ancora…. Io… io…<br />

Mi coprii il viso con le mani.<br />

Restai lì per terra, mentre continuavo a ripetere quelle frasi. Finché…<br />

…finché non la sentii abbracciarmi.<br />

La stessa sensazione di prima… una sensazione di calore… di sicurezza… proprio come si converrebbe ad un<br />

angelo… sua veste candida era morbida, come la sua pelle…<br />

- Mi dispiace – sussurrò ancora una volta, all’orecchio, con voce dolce – io volevo solo trovare sollievo dalla<br />

mia prigionia… purtroppo sembra che il tuo destino… sia persino peggiore del mio… mi dispiace… di avertelo<br />

mostrato…<br />

Singhiozzai. Quasi senza nemmeno sapere perché sollevai le mie braccia e la abbracciai a mia volta…<br />

- I…io…<br />

- Scusami, Reev… scusami se per colpa del mio egoismo, ti sei ritrovato in questa situazione… mi dispiace…<br />

- Io…<br />

- Lascia questo luogo di prigionia… t-tu che puoi… questa…<br />

- Tsukiyomi…<br />

- …questa è la mia condanna…<br />

- aspetta… Tsuki…<br />

- Addio Reev… perdonami…<br />

- Tsukiyomi!!<br />

Lentamente aprii gli occhi…<br />

Anime.<br />

Un gran numero di anime volava nella zona. Sollevai lo sguardo, e vidi i resti della città, distrutta nel<br />

combattimento tra Omega ed Enedihel, poco prima.<br />

- spectral… - sussurrai… - questo significa che…


Chinai la testa, sospirando… solo allora mi accorsi di avere qualcosa in mano…<br />

Una piuma… una piccola piuma grigia…<br />

Extra<br />

- contro… di lui?<br />

- si - rispose, parlando nella mia mente<br />

- eppure… io…<br />

- cosa fai? Esiti? Non sei felice? Finalmente potrai sfogarti con qualcuno.<br />

- … felice… come posso essere anche minimamente felice… in questo luogo? – dissi, immobile, senza<br />

neanche alzare lo sguardo da terra…<br />

- Sai quanto io sia rammaricato di tenerti rinchiusa qui. Tuttavia hai commesso un peccato troppo grande, e,<br />

volente o nolente, io devo…<br />

- …b-bugiardo… - lo interruppi… - tu mi tentasti in quel peccato con l’unico scopo di rinchiudermi qui…<br />

Scoppiò in una risata di scherno… - Bene, allora vedila così… dopo secoli di prigionia, potrai finalmente avere<br />

SOUL<br />

l’occasione di sfogarti con qualcuno. Ti piace l’idea?<br />

Rimasi in silenzio, mentre una lacrima scendeva sul mio viso…<br />

Riprese così a ridere sadicamente. La sua opprimente voce sparì non appena fu abbastanza vicino…<br />

- R-Reev… ti chiami così, giusto?<br />

Prima parte della mia Missione. Questo è un antipasto per mostrare che fine ha fatto Vasserbünde a pezzi<br />

dopo la battaglia dei fratelli che l'ha parzialmente distrutta. Il testo è breve perchè una bambina non scrive<br />

molto.<br />

In questo modo, la mia missione partirà dall'entrata nell'altra dimensione, e comunque così sapete ciò che<br />

ho fatto prima... da un altro punto di vista<br />

Sperimentazioni narrative: ON<br />

---


Caro Papà,<br />

Quando leggerai la mia letterina forse non sarò qui a casa, ma sarò a lavorare con la mamma. Dicono che<br />

dobbiamomolibi mobilitarci tutti. Mobilitarci è una bella parola, non credi? Me l’anno imparata stamattina<br />

con la mamma.<br />

Oggi è stata una giornata strana. C’erano grosse nuvole, ma non stava per piovere, lo diceva anche il nonno.<br />

Comunque io ero fuori a giocare con la Margherita , la Valentina ed il figlio del panettiere. Era un gioco<br />

divertente, dovevamo passarci la palla senza farla cadere, e senza farla prendere a quello che faceva il lupo.<br />

Se la prendeva il lupo o cadeva, l’ultimo che l’aveva toccata diventava lupo. Sono state giornate orribili, molti<br />

amici sono morti, oggi per la prima volta mi sono divertita di nuovo. Mentre giocavamo, molti uomini che<br />

non conoscevamo nessuno, ci anno gridato Fuggite. A me non mi importava, ma avevo paura, e sono<br />

scappata dalla piazza, che giocavamo li. Di botto si sono fermati tutti, e cera un mostro che stava ferendo coi<br />

suoi artigli aguzzi un giovane ragazzo. In pochi minuti eravamo circondati da mostri, l’intera città era piena di<br />

creature dai denti appuntiti e con delle lunghe bracia, che tiravano grosse palle magiche. Le chiamavano<br />

Trurelim, ed in tanti ci hanno combatuto contro. Io piangevo, è stato brutto da vedere. Altre persone morte,<br />

altri mostri cattivi, altro fuoco. Pensavo a te, che potevi ucciderli tutti con la tua spada e strappargli quei<br />

dentacci affamati.<br />

Poi è successa una altra cosa ancora più strana. C’era un uomo, tutto vestito di nero, che passeggiava con<br />

calma. Non gli ho visto la faccia, alevo avevo le lacrime negli occhi e vedevo male. Quest’uomo col mantello<br />

nero ha iniziato a lanciare magie verdi e azzurre contro i Trurelim, e li uccideva ogni volta. Tanti di quei<br />

mostri li hanno attaccato, ma la sua spada arcobaleno li uccideva tutti, cambiando sempre colore. Sentivo<br />

qualche uomo che gridava e diceva che era un eroe del passato tornato per aiutare la nostra città già tutta<br />

rotta e bruciata.<br />

In pochi istani istanti, l’eroe ha sconfitto tutti i mostri ed ha salvato molti di noi. Anche io forse sarei stata<br />

mangiata. Dopo aver vinto, ha parlato a tutti noi insieme, ed ha detto a tutti che il Neromante aiutava al<br />

nostro villaggio se non stavamo coi sarafan e gli giuravamo di esser fedeli all’alleanza. Tutti anno accettato<br />

contenti, ed il Neromante, penso che si chiamava così, ha chiamato con una magia un uomo brutto e<br />

rattrappito coi suoi cavalli scheletrici. Avevamo tutti paura, ma in quei carri c’erano polli, mucche e semi da<br />

usare per ricominciare a vivere e ricostruire la nostra città distrutta in pochi attimi. I mostri cattivi erano<br />

venuti perchè la città era debile, e non c'era il sole e non pioveva, ha detto il Neromante.<br />

Poi l’eroe è sparito, facendo giurare a tutti noi che eravamo lì.<br />

Quando tornerai, dice la mamma, ti chiederanno di smettere i tuoi affari coi sarafan. Ti daranno un giorno<br />

per pensarci, tu devi dire di si. Se dici di no ti mandano via, e io non voglio stare senza di te.<br />

Ti piace come ho imparato a scrivere? A scuola mi stanno insegnando tanto, anche se molti bambini non ci<br />

sono più.<br />

Ciao, ci rivediamo stasera!<br />

Lucia


SOUL<br />

Un passo impattò il vuoto.<br />

Una lunga serie di geometrie metafisiche, cerchi concentrici iridescenti, perfetti ed oggettivi nella loro<br />

semplice essenza, una via illusoria da percorrere andava prostrandosi dinanzi allo sguardo disinteressato del<br />

vecchio Negromante. Troppo sovente la sua attenzione s’era abbandonata alla contemplazione d’un simile<br />

prodigio: il passaggio fisico e spirituale da Nosgoth ad un altro piano dimensionale. Stavolta, tuttavia, non<br />

l’attendevano scoperte silenziose o semplici avventure in mondi bizzarri, nessun segreto oscuro da scoprire<br />

in mondi paralleli, nessuna nuova Seinochor. Durante quel passaggio, invero di breve estensione temporale,<br />

ma così sentito dai cuori e dalle anime dei presenti, Vampiri e Mietitori, il pensiero dell’antico mago era<br />

rivolto ad Omega. Lo attendeva un duello all’apparenza insuperabile. Il pensiero d’aiutare l’amico non fece in<br />

tempo ad apparire tra le sue riflessioni, che subito fu rigettato: l’onore di Omega l’avrebbe di certo costretto<br />

a rifiutare anche una così sincera richiesta. Continuando a fissare il vuoto, il Negromante attese il termine di<br />

quella breve frazione d’eternità. La perfezione era stata oltrepassata, da qui in poi solo follia e dolore.<br />

Un paesaggio dipinto con depressa passione da un pittore impazzito si presentò poi ai loro occhi, appena<br />

giunsero in quella grigia dimensione. Tinte sfumate di sussurranti colori smorti sibilavano sollevate dallo<br />

sferzante vento. Grigie pianure, grigie valli, un oscuro specchio d’acqua depresso e terso, deboli fili d’erba<br />

spezzati dall’impetuoso vento, defunti resti d’alberi antichi, forse mai vissuti, forse generati già morti, non<br />

nati tra le braccia d’una dimensione inanimata.<br />

Tutti marciavano attenti, ammirando con disgusto ogni dettaglio della via pavimentata ch’avevano scelto di<br />

percorrere. Il Guardiano del Tempo, l’Arcangelo Omega, guidava il manipolo di guerrieri oltre le insalubri<br />

pianure, verso l’enorme oceano dai contorni sottili che giaceva sullo sfondo, immobile. Un granuloso strato<br />

di sabbie vorticò e squarciò il cielo mai terso, sollevando i mantelli e le vesti della compagnia d’eroi al<br />

servizio del potente Tessitore del Tempo.<br />

Silenzio.<br />

Solo il vento ed il rumore dei pesanti passi sul sentiero allontanavano i ricordi di quei prodi dalle loro menti,<br />

concentrate e tese. Nessuno proferiva parola alcuna, nessuno sguardo ne incrociava un altro, nessuna<br />

comunicazione spezzava quella lunga marcia, come se i membri dell’Alleanza si trovassero lontani tra loro,<br />

come se un muro invisibile separasse le loro espressioni, le interazioni tra quelle decedute anime in missione.<br />

Si presentarono allora sette sfere azzurre, che roteando per l’aere malsana raggiunsero Omega. Il Guardiano<br />

non impedì il loro avvicinamento, né mostrò segni o volontà d’opporsi. Quei concentrati d’energie cosmiche<br />

riflettevano il loro colore marino l’una nell’altra; un colore acceso e vivo, famelico. Quelle sfere maledette<br />

iniziarono ad orbitare attorno al Guardiano del Tempo, e con fasci elettrici ne sigillarono le capacità,<br />

iniziando a divorarne i poteri. I presenti non potevano fare altro che osservare, mentre Omega avanzava con<br />

quel fardello che continuava il suo convulso roteare, quasi a volergli ricordare in eterno la memoria di quel<br />

peso.<br />

Il Negromante scosse la testa, colpito da quei comportamenti di rassegnazione, non tanto dissimili da quelli<br />

d’un martire. Negli occhi celati d’ognuno appariva ora un senso di debolezza e terrore, un’impotenza<br />

crescente in una terra ignota. Forse non sarebbero più tornati nelle loro terre natali, forse non avrebbero più<br />

rivisto la corrotta Nosgoth, madre ed assassina dei prodi guerrieri erranti sulle ali degli spazi. E tutto questo<br />

per un solo scopo, tutto questo rischio per una sola finalità, aiutare un potente amico in difficoltà; aiutare<br />

Omega il Grande, ormai deciso nel perseguire l’epico obiettivo: fermare suo fratello Enedihel. L’oceano si<br />

faceva sempre più vicino, il silenzio era stato sostituito dal ronzare elettrico degli azzurri sigilli, croce sulle<br />

spalle d’una creatura afflitta. Dolore per il Tempo, dolore per i suoi seguaci, dolore per i suoi compagni.<br />

Nell’immaginario comune si è soliti figurare un oceano come uno specchio d’acqua dalle enormi estensioni<br />

geografiche. Giunti a riva, la compagnia s’accorse come nulla fosse comune in quelle terre. L’acqua si


ifiutava di riflettere le figure che in lei si specchiavano, eccezion fatta per il cielo opaco, dal quale ne ricavava<br />

la grigia tinta.<br />

Sull’acqua, tuttavia, il più grande spettacolo architettonico attendeva i membri dell’Alleanza che avevano<br />

appena raggiunto quei lidi: un’enorme catena corrosa e consunta dalla depressione locale congiungeva le<br />

acuminate rocce ad un’enorme costruzione gotica costruita in mezzo all’oceano. Nere come la cecità degli<br />

ipocriti, quelle mura svettavano stagliandosi sprezzanti contro gli alti cieli, quasi bestemmiando l’empireo<br />

vuoto che le circondava, sfidando ogni regola e misura, distorcendo gli spazi ed ostentando superiorità<br />

divina al sacro cielo, pronto a partorire nuove lacrime infantili. Enormi torri si erigevano come Pilastri,<br />

sorreggendo lo stesso cielo succube e vittima di quella tetra magnificenza. Epico antro di sapere e<br />

conoscenza, ivi erano racchiuse leggende perdute, verità celate alla sacra vista degli dèi, sepolte nelle<br />

profondità d’uno sconfinato scrigno nero. Il perimetro delle mura seguiva direzioni regolari e perfette,<br />

scandito da torri ai lati e al centro, costruzioni insolite in una cattedrale, eppur inserite in quel contesto<br />

blasfemo con una folle coerenza umanamente irraggiungibile. Finalmente, Omega si rivolse ai presenti, con<br />

un tono soffocato, evidentemente succube del doloroso orbitare azzurro: “Questa cattedrale potrei<br />

chiamarla ‘casa’, esattamente come voi vi riconoscete figli delle Cattedrali dell’Anima e del Sangue, unite<br />

nell’Alleanza. Possiamo camminare lungo questa solida catena e raggiungere la mia oscura dimora, ma<br />

sappiate che oltrepassate queste catene ferree non potrete più tornare <strong>indietro</strong>…”<br />

Un cenno d’assenso da parte di tutti, e la catena fu valicata da rapidi passi, senza che questa tentasse<br />

d’oscillare. Per misteriose cause neppure le più banali leggi formulate dall’empiriche scienze umane venivano<br />

rispettate da quell’edificio.<br />

L’enorme portone attendeva i visitatori indesiderati, già semiaperto al loro arrivo. Le due ante, nere come<br />

l’intera struttura, mostravano avide e superbe ricche decorazioni in oro, raffiguranti le scene più disparate,<br />

disconnesse tra loro con una follia artistica senza eguali: naufragi, cacciate infernali, suicidi d’eroi, blasfemie<br />

in terre sacre, infanticidi, parricidi, guerre senza fine, depravazioni e stupri, fiamme demoniache sulle civiltà<br />

umane, caos nei campi e schiavitù nelle città, pestilenze, sacrifici, pianti e grida, tristezze e sofferenze,<br />

speranze distrutte, angeli caduti, vendette divine, creature divoratrici d’uomini, abissi senza fine, mutilazioni,<br />

morte. Tutta l’opera giocava allegramente sul contrasto tra il marmo nero e l’oro intarsiato con violenza su<br />

quella dura materia. La mano destra del Guardiano del Tempo si posò sull’uscio, seguita da un sospiro,<br />

mentre la marmorea porta s’aprì, pesante come il cielo, sospinta da una forza mistica. Ricordi, mentre un<br />

lento incedere portava la compagnia all’interno.<br />

La mancanza di enormi vetrate nelle prime stanze rendeva il cammino più complesso, con grande sforzo<br />

ognuno seguiva le spalle dell’altro e ricavava la sua via, lungo i primi corridoi, impossessati da un buio<br />

infernale. Omega seguiva il suo istinto, o forse già conosceva l’esatta ubicazione d’ogni stanza e corridoio. Le<br />

sfere continuavano a circondarlo generando un alone bluastro, facile era seguire i suoi passi, nitidi come la<br />

luce, chiari come le parole che pronunziò: “Sembra che dovrete tutti combattere contro dei demoni dagli<br />

incredibili poteri, per distruggere dei sigilli che mi impediscono di liberare la mia reale forza. Questi sigilli<br />

sono dei piccoli cilindri di cristallo alti quindici centimetri e spessi cinque. Sarà dura per voi, e ve lo chiedo<br />

come un favore personale: non esagerate. Per voi Mietitori, non so nemmeno se ci sono portali in questa<br />

dimensione, e forse è per questo che i vostri corpi non sembrano così fragili come lo sono nel nomale regno<br />

materiale di Nosgoth. Questa sembra una dimensione a metà tra il piano spettrale e materiale. Potrebbe<br />

anche causare a tutti delle disfunzioni dei poteri a quanto ne so, e i poteri dei pilastri sono estremamente<br />

deboli.”.<br />

I Mietitori ebbero un sussulto, i Vampiri sembravano ancora più stupiti.<br />

Il Guardiano del Tempo, tuttavia, non badò alle loro reazioni, continuando il suo fluente discorso pacato: “Vi<br />

accompagnerò ora uno ad uno ai sigilli, e mentre voi sarete persi nelle vostre battaglie, io mi dirigerò avanti


e combatterò contro mio fratello. Non posso attendere oltre, se fallissimo il mio potere sarebbe troppo<br />

infimo, quindi devo sbrigarmi ad andare. Anche voi, più velocemente romperete il sigillo più rapidamente io<br />

potrò efficacemente combattere contro Enedihel. Ora però…”<br />

Il dito indice si fissò sul primo corridoio sulla destra, solenne come un addio, fraterno come un sorriso.<br />

Quello era il percorso che conduceva al primo demone, al primo duello da sostenere per distruggere il sigillo<br />

e terminare la passione del Tessitore del Tempo, spezzando uno dei sette incantesimi azzurri. Fu designato<br />

per quel triste incarico un Mietitore, che senza indugi avanzò lungo la via.<br />

Il percorso proseguì lungo corridoi dalle tinte inespressive, privi di decorazioni o fregi particolari, asettici,<br />

anche nella loro imponenza. Omega aprì un paio di porte, entrando infine in una sala da pranzo. Finalmente<br />

la stanza mostrava decorazioni d’ogni genere, dipinti regali d’umani, di demoni e dèi, mistici trofei e lucenti<br />

candele. Una luce quasi accecante, tanto che le viste d’ogni prode sembrò non farcela per pochi istanti.<br />

Dolore contro le iridi cieche, ormai solite alle tenebre della dimensione in cui si trovavano. In fondo alla<br />

tavolata lignea sedeva un potente demone, sovrastato da un sigillo. Asmodeus, principe delle fiamme eterne.<br />

Era fin troppo noto al Negromante e al Tessitore, famoso per i suoi modi regali e per il suo spirito<br />

passionale. Il Mietitore padrone delle acque decise di intraprendere il duello, mentre gli altri oltrepassavano<br />

anche quella sala, solenni. I primi rumori della battaglia già echeggiavano per i corridoi della vecchia dimora<br />

di Omega.<br />

Pochi minuti, e quei cacofonici suoni erano sostituiti da un canto infantile. Sembrava la voce d’una bambina,<br />

ormai stereotipato simbolo di possessione demoniaca ed arcana follia per le menti degli uomini adulti. Una<br />

gigantesca sala da ballo, circondata da specchi di elevatissima qualità rendeva l’acustica più opprimente,<br />

riflessa lungo le pareti marmoree. Il pavimento stesso rispecchiava le figure passanti. Un demone si<br />

nascondeva in quel microcosmo d’eterne riflessioni che si dipanavano lungo le sconfinate pareti speculari,<br />

riflessi su riflessi. Il demone Baal adorava assumere la forma di una puella di giovane età, impietosendo i suoi<br />

rivali e mutando costantemente identità, cercando di confondere corpi ed anime d’ogni suo nemico. La<br />

Guardiana della Natura, Altair, fu scelta per quel compito, ormai solita a disprezzare ogni forma d’umanità in<br />

favore dell’elemento naturale che aveva scelto di proteggere per l’eternità.<br />

Sembravano esser passate diverse ore da quando quella struttura demoniaca era stata violata dai membri<br />

dell’Alleanza, e già avevano avuto luogo diverse dipartite. Nessuno dei sigilli, tuttavia, era ancora stato<br />

eliminato. Che il tempo stesso fosse stato accuratamente distorto dai contorti geni dei servi di Enedihel? Gli<br />

immortali rimasti ancora, raggiunsero il centro del castello: un labirinto arboreo.<br />

“Banale.”, commentò il Negromante, altezzoso e tetro come di suo solito, avvolto da un mantello notturno. Il<br />

suo compagno d’antiche avventure, Respen, signore della Cattedrale dell’Anima e Guardiano della Mente,<br />

decise di addentrarsi per quelle intricate vie, in cerca del suo nemico, Mephisto. La sua energia cosmica,<br />

oscura ed impenetrabile era percepibile anche dall’esterno del verde susseguirsi di percorsi.<br />

Passando lungo un corridoio sotterraneo, evitando quindi il labirinto, la compagnia ormai decimata<br />

raggiunse la fatidica ala nord. La prima scalinata circolare appariva ai loro occhi infinita, forse una torre, forse<br />

una semplice follia architettonica. Secondo le parole di Omega doveva portare ad un balcone, enorme come<br />

tutto il resto, dimora dell’antica divinità draconica oscura Tiamath. Un altro duello per uno dei vampiri più<br />

fedeli al Negromante.<br />

Erano rimasti così solo Omega, Soul e Reev.<br />

“Immagino che tu sappia dove dovrai combattere e chi dovrai affrontare, vero Soul?”, chiese Omega al<br />

Guardiano della Morte, al Negromante, Signore della Cattedrale del Sangue, Vampiro puro figlio di Vorador,<br />

portatore della leggendaria spada Xynay e custode della lama vampirica di Kain: la Mietitrice d’Anime.<br />

“Credo che tu stia sopravvalutando la mia onniscienza.”<br />

“La tua conoscenza artistica ha sorpreso i saggi mortali ed immortali, immaginavo che avresti studiato e


contemplato questa strana costruzione architettonica, ricavando l’ubicazione del cimitero, oltre quel<br />

passaggio. Seguimi…”.<br />

Il Negromante scosse il capo, sorridendo, mentre i suoi antichi canini riflettevano le tenebre. Nei suoi occhi<br />

di rubino brillava la sofferenza dei Guardiano del tempo. Nulla proferì in risposta, quasi non avesse nulla da<br />

aggiungere. Ancora l’ennesimo corridoio asettico ed oscuro, poi una ricca porta del colore del sangue fresco,<br />

che celava oltre le sue ante una sconfinata distesa di lapidi. Con un cenno del capo, senza tuttavia ostentare<br />

timore alcuno, il Negromante si congedò, lasciando Omega e Reev ai loro destini.<br />

Continua…<br />

SOULBanisher<br />

-=[ La regina dei Ghiacci ]=-<br />

Avevo completamente perso il controllo. Dall’ultima volta che mi ero lasciato andare a Forsaken, l’influenza<br />

che esercitava su di me era diventata molto più pressante. Mi ritrovai a seguire il corteo di mietitori e vampiri<br />

attraverso lo stretto squarcio dimensionale: un forte vento mi colpiva con veemenza il volto, facendo<br />

sventolare le mie vesti, attorno a me solo un paesaggio morto e silenzioso.<br />

Risalimmo le grosse catene che conducevano all’imponente cattedrale sospesa nell’aria: l’energia che<br />

sprigionava era fortissima, l’atmosfera che creava era pesante oltre ogni limite. Entrammo attraverso il<br />

grande portone di spesso ferro nero che introduceva nella struttura.<br />

Lo strano vampiro che conduceva il corteo si fermò, si girò verso di me (ancora una volta indietreggiai a<br />

causa di quello strano senso di repulsione) e mi indicò una porta sulla destra rispetto all’entrata principale,<br />

mentre con voce solenne diceva: “Alla fine di quel corridoio, ti attenderà Belial, uno dei più famosi e antichi<br />

demoni, dalla forma di una stupenda ragazza dai lunghi capelli rossi, avvolta da un’armatura costruita<br />

completamente in ghiaccio. L’area in cui combatterete è un piccolo santuario, una stanza tonda con una lapide<br />

raffigurante una giovane donna al centro. Belial era, anzi, è un demone del gelo più pungente, e sa controllare<br />

anche il gelo in ogni sua forma, potresti quindi incontrare sul tuo cammino delle creature di ghiaccio<br />

controllate da lui. Fa attenzione.”<br />

Feci cenno col capo e mi separai dal gruppo, mentre, spinto da quella forza oscura che mi possedeva,<br />

camminavo verso la porta indicata. Mano a mano che mi avvicinavo, sentivo la temperatura abbassarsi<br />

violentemente finchè non notai la presenza di uno spesso strato di ghiaccio che usciva da sotto la porta e si<br />

stendeva per qualche metro all’interno del salone principale: la porta che conduceva alla creatura che avevo<br />

il compito di uccidere aveva gli stipiti congelati e dei ghiaccioli pendevano dalle maniglie. Provai ad aprirla,<br />

ma niente, era bloccata: presi la rincorsa e caricai una spallata, scardinandola ed entrando violentemente in<br />

quel corridoio completamente ghiacciato che portava al santuario. Scivolai e finii schiena a terra: il soffitto<br />

del corridoio era pieno di ghiaccioli che vibravano pericolosamente, qualcuno si staccò e a lui fecero seguito<br />

tutti gli altri. Affondai gli artigli nel ghiaccio e feci leva sul braccio destro cercando di uscire fuori dal<br />

corridoio: con uno scatto uscii rovinosamente dalla stanza ghiacciata venendo però inchiodato al pavimento<br />

da una di quelle mortali lame di ghiaccio, che mi aveva trafitto una gamba. La staccai digrignando i denti per<br />

trattenere il dolore mentre un po’ del mio sangue blu schizzava fuori in uno zampillo, macchiando il<br />

pavimento.


Rientrai più cautamente (specialmente perchè avevo una gamba dolorante), sul soffitto non vi erano più<br />

tracce di stalattiti o simili. Avanzai lentamente lungo la parete del corridoio per evitare di perdere<br />

nuovamente l’equilibrio: non era assolutamente piacevole cadere in quel modo, contando il fatto che ora ero<br />

un cavaliere.<br />

Continuavo ad avanzare a quel modo, quando percepii dei sussurri nell’aria: attorno a me degli involucri di<br />

ghiaccio cominciarono ad uscire dal pavimento e dai muri, rivelando, una volta aperti, delle tozze creature<br />

spinate.<br />

“Debole creatura, torna <strong>indietro</strong> finchè sei in tempo, oltrepassato questo corridoio solo la morte ti attende. La<br />

nostra signora non sarà così clemente da darti addirittura la possibilità di scegliere se fuggire o meno”<br />

“Non mi interessano i vostri consigli, stupide marionette. La mia missione è una e di certo non mi farò<br />

convincere così facilmente a lasciar perdere. Dovrete trovare degli argomenti più convincenti” ed estrassi la<br />

mietitrice, mettendomi in posizione di combattimento.<br />

Le creaturine, 5 in tutto, si misero a ghignare mentre, chiusesi a palla, cominciavano a rimbalzare sul posto.<br />

Avevo già intuito quale fosse il loro stile di attacco e ciò non era assolutamente rassicurante dato che in<br />

quella particolare forma potevano anche difendersi senza problemi dai miei attacchi e lo spazio stretto<br />

rendeva ancora più veloci e imprevedibili i loro attacchi. La prima creaturina si lanciò verso di me, la evitai<br />

scivolando di lato, mentre la seconda era già partita verso di me alla velocità di un proiettile: appoggiai una<br />

gamba al muro e mi spinsi via evitando così anche la seconda, mentre con la mietitrice deviavo<br />

faticosamente la terza palla. La quarta mi colpì il braccio sinistro. Mentre mi tenevo con la mano destra la<br />

ferità, la quinta mi arrivò sulla schiena sbattendomi contro la parete e facendomi successivamente cadere a<br />

terra. Il dolore era sempre più insopportabile, ma non avrei ceduto così facilmente.<br />

Mi rialzai faticosamente da terra saltando ancora per evitare un altro attacco, mentre già sentivo un sibilo<br />

nell’aria che indicava che le altre 4 bestioline non avrebbero tardato ad arrivare. Una fitta alla testa e<br />

nuovamente tutto si tinse di rosso, la reaver ardeva violentemente: girandomi in aria, caricai tutto il peso sul<br />

braccio a cui la mia mietitrice era legata e andai a colpo sicuro sul guscio spinato di uno di quei piccoli<br />

demoni: le schegge di ghiaccio penetrarono nella mia carne, ma ormai il dolore era relativo considerato che<br />

avevo completamente abbracciato la furia. L’essere venne spinto via contro un'altra di quelle creature,<br />

provocando un impatto mortale per entrambi, che esplosero in mille pezzi. Le loro anime apparvero e<br />

cominciarono a fluttuare nell’aria. Mentre continuavo a muovermi per evitare gli assalti dei 3 demoni di<br />

ghiaccio rimanenti, attirai a me le anime grazie al nuovo potere che avevo acquisito in seguito all’ultima<br />

battaglia. Come immaginavo quegli ammassi di materia congelata non avevano altro che una piccola<br />

porzione di anima, incapace di ripristinare tutte quelle mie ferite: le mie condizioni non erano al 100% però<br />

almeno ora riuscivo a muovermi un po’ più agilmente...la gamba non mi faceva più male. Mi rotolai a terra<br />

evitando così altri attacchi, scattai in direzione del muro, feci leva con entrambe le gambe e mi spinsi<br />

nuovamente <strong>indietro</strong> venendo colpito dalle schegge del muro, che si frantumava a causa dell’impatto della<br />

creatura contro la parete. L’assalto della seconda creatura mi colpì dritto in pancia scaraventandomi qualche<br />

metro più in là.<br />

Le 3 creaturine continuavano a ghignare mentre io mi rialzavo sputando sangue. “Ora basta biascicai, il<br />

dolore era forte, ma la rabbia lo era ancora di più. Vidi la mietitrice diventare rossa anch’essa, mentre<br />

correndo mi avventavo sulle creature scagliandogli contro una serie di colpi telecinetici, deviandone la<br />

direzione dei rimbalzi. Arrivai alla prima di quelle creature, affondai gli artigli nel ghiaccio che le componeva<br />

e cominciai a correre in direzione della seconda, che mi stava già volando contro alla velocità di un proiettile:<br />

mi feci scudo usando il corpo del mostro che avevo in mano, l’impatto fu violentissimo e mi fece scivolare<br />

per qualche metro <strong>indietro</strong>, mentre tentavo disperatamente di fare attrito con i miei artigli per terra e non<br />

perdere l’equilibrio. Entrambi i mostri erano morti nell’impatto e l’ultimo di loro adesso sembrava molto


meno spavaldo rispetto a prima. Mangiai altre due deboli anime e corsi verso l’ultimo nemico, che si chiuse<br />

in difesa: lo presi, lo riaprii e gli affondai la mietitrice in occhi, sparando poi una serie di colpi cinetici e<br />

lanciandolo contro una parete, mandandolo in frantumi. Divorai l’ultima, debole anima.<br />

Proseguii all’interno del corridoio senza incontrare, fortunatamente, altri intoppi: la temperatura era sempre<br />

più bassa, ormai sotto lo zero.<br />

Arrivai finalmente alla fine del corridoio e, come già il vampiro mi aveva detto, mi ritrovai in una piccola<br />

stanza circolare di quello che all’apparenza sembrava un santuario: tutto attorno, lungo le pareti, vi erano<br />

delle fontanelle, che creavano delle piccole cascate ormai completamente ghiacciate. Una debole luce<br />

azzurra illuminava tutta la stanza e un foro al centro del soffitto proiettava un raggio di luce bianca su quella<br />

che pareva essere a tutti gli effetti una lapide, attorno la quale erano posizionate grandi statue di ghiaccio<br />

rappresentanti angeli e guerrieri inginocchiati, rivolti verso il centro della stanza, in atteggiamento di<br />

riverenza. Mi avvicinai per guardare meglio la figura di donna raffigurata sopra quella lastra di ghiaccio<br />

(notai solo ora che il mio mantello era ormai completamente irrigidito dalla temperatura proibitiva di quel<br />

posto e così anche i miei muscoli cominciavano a risentirne). Una crepa percorse la lapide che si spaccò, un<br />

getto d’acqua gelata ne uscì fuori, cristallizzandosi subito dopo.<br />

Mi ero già allontanato da quel getto, quando vidi apparire sopra ad esso una donna svestita, dai lunghi<br />

capelli rossi, la pelle candida come la neve, le labbra blu, due occhi azzurri della stessa tonalità dell’eterno<br />

ghiaccio che dominava quel santuario: era Belial.<br />

Il demone del gelo era finalmente apparso al mio cospetto e ora mi guardava dall’alto di quella sorta di<br />

trono con aria di superiorità, per niente turbato dalla mia presenza. Mi squadrò per qualche minuto, notai<br />

anche una punta di sorpresa nei suoi occhi quando parve scoprire cosa in realtà aveva appena fatto irruzione<br />

nel suo territorio “Ecco il primo sgradito ospite che sta per essere espulso da questa realtà” cominciò, la sua<br />

voce era sensuale e aveva un non so chè di pericoloso in essa, la sentivo riecheggiare sinistramente nella mia<br />

mente “sei..."particolare", mietitore, la tua anima non sembra essere la sola a usufruire del tuo corpo. Vediamo<br />

un po’ di conoscere anche l’altro tuo lato…”<br />

I suoi occhi si infiammarono, mentre la mia testa era percorsa da dolori lancinanti: conoscevo quella<br />

sensazione, mi aveva accompagnato per tutto il viaggio da Nosgoth fino a questo regno, Forsaken mi aveva<br />

spinto a venire qua… per combattere? Mi ritrovai nuovamente bloccato nella mia mente, mentre da mero<br />

spettatore guardavo all’esterno ciò che accadeva tra il mio ospite e la donna.<br />

Chinai il capo al cospetto in segno di rispetto per tale bellezza, mentre essa parlava “Sai bene che entrando<br />

in questo luogo e insieme a un corteo di quel calibro sei considerato un nemico e pertanto dovrei eliminarti…”<br />

“Ma, mia signora, io sono venuto in cerca di protezione, non morte. Lei ora conosce la mia storia e forse può<br />

provare a capire quello che provo, mi aiuti a eliminare questo essere e poi troveremo una soluzione per<br />

recuperare la mia vera forma”<br />

Non credevo a ciò che stava succedendo: quel bastardo mi aveva trascinato qua dentro solo per potersi<br />

sbarazzare di me, ma non glielo avrei lasciato fare, non senza aver combattuto.<br />

Con uno sforzo sovrumano riuscii a muovere all’<strong>indietro</strong> il mio corpo appena un attimo prima che Belial<br />

potesse toccarmi: in quel momento sentii una fitta alla testa così forte da farmi credere che la mia testa<br />

sarebbe esplosa a momenti in tanti piccoli pezzettini.<br />

Nella mia testa era iniziata una battaglia durissima fra me e il mio alter ego, nella quale non erano gli artigli<br />

o le spade le armi impiegate, ma le parole e le urla che si mescolavano in un vortice caotico di rumore così<br />

forte da annientare qualsiasi altra sensazione, il tutto nella frazione di qualche secondo, che a me<br />

sembrarono interminabili secoli di dura e sanguinosa lotta.<br />

Con un tonfo caddi tramortito a terra, aprii gli occhi, scorsi brevemente l’ambiente circostante e infine mi


alzai.<br />

Il demone era rimasto un po’ contrariato dall’improvvisa interruzione del discorso tra lui e la mia “altra”<br />

personalità, ma si limitò a sollevare le spalle e a dire fra sé e sé, ma in modo tale che potessi sentire (anche<br />

se il bersaglio della critica non ero senz’altro io) “Se non sei nemmeno in grado di opporti alla volontà di un<br />

così debole essere quale un mietitore della sua portata, non ci saresti di alcun aiuto nella nostra armata”<br />

alzando poi il braccio sinistro e schioccando le dita.<br />

La terra tremò, mentre le statue (4 in tutto) attorno a dove inizialmente vi era collocata la lapide del demone,<br />

mossero prima il capo verso di me, dopodichè si alzarono lentamente da terra, brandendo chi una spada di<br />

ghiaccio, chi un lungo e affilato tridente.<br />

Belial dal canto suo si era già preparata per la battaglia evocando attorno a se una spessa armatura di<br />

ghiaccio che le copriva il busto, il bacino, la parte inferiore delle gambe e gli avambracci, l’arma che brandiva<br />

era invece un lungo e affilato fioretto ovviamente anch’esso completamente composto di ghiaccio.<br />

“Sai bene di non avere speranze contro di me piccolo mostriciattolo, ma oggi mi sento particolarmente<br />

disposta e non ti uccidere subito. Voglio divertirmi un po’…Engarde!”<br />

Detto questo, mi puntò contro l’estremità della sua spada e ordinò ai suoi golem di attaccarmi.<br />

“Golem…sempre golem…” ripetei fra me e me, mentre evocavo la reaver di Tenebra e mi preparavo per<br />

l’ennesimo scontro: ero stremato dalla lotta precedente contro quegli ammassi di materia che avevo<br />

incontrato nel corridoio e soprattutto dal recente scontro psicologico contro Forsaken, non avevo una<br />

minima idea su quanto sarei potuto durare, ma speravo almeno di riuscire ad uccidere i golem e mangiarne<br />

l’anima che Belial usava per dargli vita.<br />

2 golem a forma di guerriero mi corsero incontro con la spada alta sopra la loro testa pronti per sferrare il<br />

colpo: aggirai il primo, nascondendomi dietro di lui e istigando l’altro golem ad attaccarmi usando dei colpi<br />

telecinetici. Questi, chiaramente, non si fece troppi problemi e vibrò il colpo che però andò a finire sull’altro<br />

guerriero: prima dell’impatto saltai giù e attaccai con la reaver entrambi, prima di allontanarmi nuovamente<br />

in attesa di un’altra loro mossa.<br />

Feci un rapido resoconto della situazione, ma mi ricordai troppo tardi della presenza degli altri 2 golem a<br />

forma di angelo, poiché uno già mi aveva colpito col suo tridente facendomi rotolare più volte prima di finire<br />

schiantato contro una parete della stanza.<br />

Provai a rialzarmi, ma il dolore lancinante al braccio destro mi destabilizzò, facendomi cadere nuovamente a<br />

terra: era rotto. Sentii i passi pesanti delle sculture di ghiaccio dirigersi verso la mia posizione, alchè mi alzai<br />

malamente e cominciai a correre per evitare i loro attacchi: decisi di riutilizzare la strategia precedentemente<br />

adottata per indebolire i golem.<br />

Continuai a puntare su questo sistema saltando da una statua all’altra, attirando verso di me gli avversari con<br />

dei deboli colpi telecinetici in grado di sortire gli effetti di una puntura di ape o poco meno: il dolore<br />

provocato dalla frattura del braccio era così forte da negarmi la possibilità di concentrarmi abbastanza per<br />

poter scagliare sia attacchi con gli artigli (visto che la reaver era fuori uso) sia con la telecinesi.<br />

Finalmente la prima scultura cadde e un piccolo nucleo irradiante una flebile luce, usci da quell’involucro<br />

ghiacciato: esso venne subito attratto verso di me e me ne cibai avidamente, anche se con l’energia da esso<br />

fornitami riuscii solo a curarmi parzialmente il braccio. Non avevo ancora acquistato piena sensibilità del<br />

braccio, però almeno adesso il dolore non era così insopportabile da non farmi nemmeno concentrare.<br />

I 3 stupidi ammassi di ghiaccio rimanenti mostravano già alcuni cenni di cedimento, così decisi di<br />

“accelerare” il processo cominciando ad attaccarli e sempre cercando di tenerli uniti affinché ogni attacco<br />

potesse andare a colpire solamente altro ghiaccio, meglio se poi quel ghiaccio apparteneva al corpo di uno<br />

di loro stessi.


La battaglia non sembrava troppo difficile, sebbene fosse lunga date le pessime condizioni del mio corpo,<br />

ma non avevo molto tempo di chiedermi il perché, dato che dovevo continuamente stare all’erta per<br />

eventuali attacchi.<br />

Schivai di poco il tridente di uno dei 2 angeli, vi saltai sopra e corsi su per il manico fino a raggiungere il<br />

volto della statua, spiccai un salto e mi lanciai a piedi uniti sulla testa della scultura, facendola cadere al suolo<br />

e frantumandola: mi cibai della sua debole essenza vitale e mi scagliai immediatamente sugli altri 2 golem,<br />

scalando letteralmente il corpo dell’ultimo guerriero rimasto fino ad arrivare a colpire ripetutamente la testa,<br />

affondando gli artigli in essa e staccandola via a forza con un paio di strattoni, dopodiché mi lanciai dal<br />

corpo della scultura ormai in decomposizione verso l’ultima rimasta, fermando il colpo della sua arma con la<br />

testa del golem appena distrutto e infilando la reaver negli occhi della scultura angelica che accecata<br />

cominciò a menare fendenti a destra e a manca.<br />

Mi allontanai e indebolii l’avversario sparando dei colpi telecinetici in direzione delle gambe della statua,<br />

finchè non cominciai a percepire dei segni di cedimento e mi lanciai verso l’angelo a reaver sguainata nella<br />

speranza di abbatterla con il prossimo attacco.<br />

Evitai i suoi colpi, che seppure imprecisi non erano meno letali e con una paio di fendenti della mia spada<br />

simbiotica feci cadere quell’enorme ammasso congelato, dopodiché lo finii affondando la reaver in quello<br />

che era ormai un blocco di ghiaccio impotente steso al suolo.<br />

Non appena ebbi finito con l’ultimo golem sentii come l’aria muoversi attorno a me, alchè mi misi subito in<br />

posizione di difesa in attesa che succedesse qualcosa: Belial che fino ad allora era rimasta a guardare, era<br />

finalmente scesa in campo e questo non so quanto fosse un bene per me data la mia stanchezza.<br />

Era davanti a me, maestosa e allo stesso tempo terrorizzante, il suo corpo candido e così apparentemente<br />

fragile, ora avvolto da una spessa armatura di ghiaccio, i suoi occhi freddi al cui contatto il sangue nelle vene<br />

rallentava.<br />

Non disse nulla, ma estrasse la spada, si mise in posizione di combattimento e sparì: quando la rividi era già<br />

maledettamente vicina e non potei fare niente se non provare ad incassare il colpo con il minore numero di<br />

danni. Mi parai con la reaver, ma l’impatto mi fece volare via. Mi rialzai qualche metro più in la: il sangue<br />

scorreva da più fori che mi si erano aperti nel braccio con cui avevo parato il colpo.<br />

Non ebbi nemmeno il tempo di guardarmi attorno che Belial era già di fronte a me pronta ad affondare il<br />

suo stocco nella mia carne: cercai di evitare l’attacco piegandomi all’<strong>indietro</strong>, ma dovetti farlo così<br />

velocemente da non riuscire a mantenere l’equilibrio.<br />

Il demone arrivò come un falco sopra di me, pronto a finirmi, ma riuscii ad evitare l’ennesimo assalto<br />

rotolando di lato, poi mi alzai e lanciai verso di lei un colpo telecinetico che si dissolse contro la sua armatura<br />

come se nulla fosse.<br />

Era un avversario troppo grande per le mie capacità, ma non mi sarei arreso facilmente: caricai Belial e<br />

ingaggiammo uno scontro spada contro spada, i suoi colpi erano veloci e precisi e faticavo a starle dietro sia<br />

per parare che per contrattaccare.<br />

Uno dei miei colpi sembrò andare a segno verso il volto del demone che però evitò con uno spostamento<br />

fulmineo del capo provocando solo un impercettibile graffio.<br />

Al solo pensare che il suo volto potesse essere sfregiato per sempre, Belial si caricò di una collera<br />

incontrollabile ed esplose in un attacco furioso, che mi prese in pieno senza che io mi potessi difendere o mi<br />

potessi rendere conto di qualcosa: mi ritrovai steso a terra, la vista annebbiata e il sangue tutto attorno a me<br />

che scorreva copiosamente…stavo morendo.<br />

Alzai faticosamente la testa e vidi Belial sparire in direzione della lapide, mentre tutto attorno cominciava ad<br />

allontanarsi da me…Non dovevo morire! Anche se in quel luogo mi ci aveva condotto il mio alter-ego, la<br />

causa per combattere quell’essere era giusta! Dovevo aiutare quello strano vampiro…


Quando mi risvegliai mi ritrovai nello spectral di Nosgoth, le anime mi fluttuavano attorno in una danza di<br />

luce, mentre mi rialzavo e me ne cibavo per ripristinare le energie.<br />

Ero stato sconfitto, del portale non vi era più traccia, dentro di me provavo rabbia e vergogna per non essere<br />

stato in grado di adempiere a quel compito sebbene al di fuori della mia portata: avevo tradito la fiducia di<br />

quel vampiro e dei miei compagni, non mi restava altro che sperare in una seconda possibilità…se mai ce ne<br />

fosse stata un’altra...se mai me l’avessero concessa…<br />

…un grido di rabbia si perse nel silenzio di quel regno…<br />

SOUL<br />

Solo le malefiche presenze di quella sinistra struttura abitata da blasfemi demoni potevano conoscere le sorti<br />

del Guardiano del Tempo e del Mietitore Reev. Ormai il Negromante era lontano; immobile, silente<br />

nell’attenta contemplazione d’un nero cimitero morto.<br />

Nella più profonda solitudine, circondato da cieche nubi di nebbia, Soul si sentiva paradossalmente a suo<br />

agio. Uno spettacolo così inquietante non poteva tangere l’antico animo del più grande Vampiro di Nosgoth:<br />

un Dio immerso nelle tenebre d’una dimensione ostile.<br />

Il perimetro del cimitero era avvolto dalle più impenetrabili mura, più occulte ed imprevedibili d’ogni sagace<br />

piano difensivo umano. Nessuna vista avrebbe potuto scorgere il limitare di quel luogo, e nessuna memoria,<br />

umana o vampirica, avrebbe potuto ricordare il percorso da intraprendere per uscire da quell’enorme<br />

pianura. Omega stesso avrebbe sfruttato il suo demoniaco intelletto per ritrovare la corretta via, pochi istanti<br />

più tardi.<br />

Il terriccio umido dell’uggiosa distesa lapidea emanava insalubri vapori, contribuendo all’offuscamento<br />

cromatico delle figure ivi rappresentate. Alti fumi si sollevavano in una mistica ascesa, fino alle scontrose<br />

nubi scure che troneggiavano svettanti sul nero giardino, infestato di ricordi nebulosi e convulsi. Voci. Grida<br />

silenti echeggiavano e si scontravano contro le tombe imprecando i nomi dei loro assassini, che in vita<br />

avevano negato a quelle anime un’esistenza compiuta. Il Negromante si sentì parzialmente stordito da quel<br />

turbinio di sussurri, tali da costringerlo ad inginocchiarsi. Forse avrebbe scoperto a chi appartenevano quelle<br />

voci.<br />

La lapide era scarna e grezza, una pietra monolitica incisa con uno scalpello, all’apparenza semplice, forse<br />

appartenente ad un servo. Una spada lignea era stata accuratamente posata accanto alla fossa, un giocattolo<br />

per piccoli infanti, piccoli esserini sognanti, ancora felici possessori della speranza di poter diventare grandi<br />

eroi. Decisamente colpito da quell’oggetto così familiare, Soul osservò le povere incisioni sulla tomba.<br />

“Bomik, allevatore d’infanti maledetti”, lesse a bassa voce, un po’ perplesso. L’epitaffio continuava con una<br />

citazione del defunto:<br />

Ho intenzione di lasciarti alla tua storia. La mia parte in questo copione cosmico orfano d’ogni libera scelta<br />

sta per terminare, le pagine a me dedicate sono sempre meno. Diventerai un ramingo.<br />

Al solo scontrarsi con una verità simile, l’antico Vampiro tremò. Quelle erano le parole d’un uomo, colui che<br />

lo allevò quando ancora era un comune umano. Erano passati forse più di dieci secoli dalla morte del grande<br />

Bomik. Il Negromante lo ricordava come un uomo alto e forte, avvolto da una lunga barba marrone e


circondato da tanti, tanti capelli ricci del colore delle noci, che gli scendevano fino alla cintola. Nonostante<br />

l’altezza e la forza, non era affatto di bell’aspetto. Un nasone rosso era stampato sul suo faccione unto, e due<br />

grosse orecchie lobate gli consentivano di sentire anche quel che non era detto. Solitamente si vestiva con<br />

un paio di pantaloni grigi e macchiati, che non cambiava mai; sopra la camicia sporca indossava una pesante<br />

cotta di metallo, che secondo le sue storie gli era stata regalata da una bella fanciulla che volava su di un<br />

drago bianco. Il suo corpo diventava sempre più grosso e sgraziato di anno in anno, in seguito alle grosse<br />

abbuffate che si faceva con le carni che cacciava e portava a casa. Questo fino al Torneo, in cui abbandono il<br />

giovane Soul al suo destino.<br />

“Ah… Bomik. Non ti ho dimenticato…”<br />

Decisamente seccato il Vampiro si alzò e gridò alla nebbia:<br />

“Se davvero credi di sconvolgermi facendo tornare il mio passato dalle nere torri in cui è rinchiuso, nella mia<br />

anima, t’illudi. So che ora mi mostrerai la lapide di Sheer, quella di Omega, e chissà, forse poi quella di<br />

Respen. Non sarò io ad osservarle, né cadrò nei tuoi folli tranelli. Mi deludi, pensavo che avresti recitato<br />

meglio la tua parte. Mostrati, Astaroth, Demone della Morte! Mostrami la tua falce e le tue possenti membra,<br />

lasciami temere la tua presenza, senza futili tentativi di confondermi! Sono troppo saggio per aver timore<br />

dell’ombra che mi segue!”<br />

Neppure il vento degnò il Negromante d’una risposta. Era dunque ancora solo, immerso nelle piatte nebbie<br />

del grande cimitero.<br />

Una luce sfocata iniziò allora a brillare pallidamente, come una piccola fiammella, poco distante. Ivi sembrava<br />

rannicchiata un’avvizzita creatura maligna, ricurva su se stessa, che sembrava riposare impunemente con una<br />

spalla scheletrica appoggiata all’ennesima tomba. Soul sorrise, sguainando i suoi canini vampirici.<br />

L’essere si alzò, finalmente, mostrandosi grande e possente, consunto da millenni di combattimenti e<br />

putrefatto da eoni di necrofagia. Forte come la malattia, puntuale come la sventura, letale come la morte:<br />

Astaroth aprì gli occhi, e fu rosso.<br />

“Negromante, Voi venite per liberare il Grande Omega?”, chiese costui. L’odio e la furia non permeavano<br />

affatto le sue parole, sembrava decisamente stanco, il suo tono era affannato e pacato.<br />

“Tu saresti il Demone che m’è stato assegnato, immonda bestia? Molto bene… sarò pietosamente veloce!”,<br />

ringhiò il Vampiro.<br />

“Non c’è fretta quando non siamo noi a soffrire, non c’è volontà quando l’obiettivo non ci è raggiungibile.<br />

Siamo solo pedine marginali. Uccidetemi pure, il cristallo lo troverete in quella bara laggiù!”, disse, indicando<br />

una tomba scoperchiata, dalla quale fuoriusciva un vorticare di luci azzurre, “Voi mi distruggete, distruggete<br />

il cristallo, Omega distrugge il suo passato e la storia ha termine. L’ indubbio finale che preferisco.”<br />

“Perché ti ostini a rispettarmi, verme, il tuo ruolo in questa storia non è lo stesso di tutti loro? Tutti i Demoni<br />

posti a protezione dei cristalli vanno eliminati per ripristinare l’antico potere del Guardiano del Tempo. Se<br />

vuoi posso risparmiarti, ma in cambio devi lasciarmi distruggere il cristallo…”<br />

“E così farò!”, disse improvvisamente la bestia, fissando l’ubicazione della pietra magica.<br />

Il Negromante avanzò verso il cristallo che giaceva all’interno di un vecchio sarcofago marmoreo, circondato<br />

da lumi aurei e riflessi argentei. Astaroth restava in piedi ad osservare. Quando il vampiro raggiunse il<br />

cristallo, lo distrusse con un rapido incantesimo.<br />

Soul aveva già vinto.<br />

“Perfetto…” asserì Astaroth.<br />

“Perché mi hai lasciato portare a termine la missione? Perché non mi hai fermato?”<br />

“La vostra irrazionalità mi colpisce, Guardiano. I nostri poteri qui sono alla pari, non volevo chiaramente<br />

mettervi in difficoltà. Mi fido di voi. Quanto sospettate che durerebbe, un nostro duello?”<br />

“Xynay contro la tua falce? La morte contro la morte? La magia contro la magia? Sono identità prive di


estensione. Immagino che potremmo combattere per millenni.”<br />

“Come sospettavo. La nostra battaglia sarà solo accessoria: ad Omega l’ardua responsabilità. Se vincerà, il<br />

nostro duello finirà senza un vincitore: voi ve ne andrete ed io vi lascerò andare. Se il Guardiano del Tempo<br />

perderà, verremo entrambi uccisi da Enedihel; io per alto tradimento, Voi come Nemico Ultimo dei Demoni.”<br />

“Non capisco cosa possa guadagnare una creatura corrotta come te da un simile destino.”<br />

“In ogni caso, Vampiro, io non perderò. Non avrei perso in ogni caso. Non avrei vinto in ogni caso. Accettate<br />

dunque la mia sfida?”<br />

“Non mi aspettavo una simile nobiltà d’animo in un Demone. Eppur, non vedo alternative…”<br />

Il cimitero prese vita.<br />

LOSI (EVILGIO)<br />

MISSIONE SINTETIZZATA<br />

Mentre m’incamminavo verso il balcone cominciai a dubitare di poter avere successo. Conoscevo lei mie<br />

paure, specialmente “quella”. Se aggiunta ad un drago pronto a far di tutto per non permettere che il sigillo<br />

fosse distrutto allora le probabilità di vittoria toccano lo zero. Mi preoccupavo anche per gli altri e per l’esito<br />

dello scontro tra Omega e il fratello dato che, sentendo anche le missioni degli altri, non erano meno difficili<br />

della mia. Arrivato sul balcone, il drago si girò di scatto verso di me ed emise un grido di battaglia. Estrassi<br />

l’Headcutter ed aspettai la sua prima mossa. Questa non tardò ad arrivare infatti cacciò del fuoco dalla<br />

bocca, diretto verso di me, pronto ad abbrustolirmi. Rotolai velocemente verso sinistra, riparandomi dietro<br />

alcune macerie, ma poco dopo sentii un forte dolore al mento e mi ritrovai qualche metro più dietro. Il<br />

peggio si era avverato. La mia paura aveva preso vita. Colei che ancora dubito che sia esistita davvero o che<br />

sia solo frutto del mio subconscio. Colei che nel sogno seminava paura, morte e distruzione. Colei che mi<br />

aveva fatto dubitare sul mio passato: la creatura multiforme del sogno. Con la schiena per terra, indietreggiai<br />

con mani e piedi ma sparì di nuovo. Un altro colpo da dietro mi scaraventò in avanti. Decisi di affrontare la<br />

mia paura più grande, immaginaria o reale che fosse, dato che il drago l’aveva materializzata e quindi poteva<br />

far davvero male. Assunse una forma visibile mentre eravamo faccia a faccia: si trasformò in me!<br />

Mi riconobbi dall’armatura, dalle armi e dai capelli che vidi nel sogno, dato che, essendo vampiro, non ho<br />

mai potuto specchiarmi dal giorno che diventai così (o almeno così ricordo). Vedermi in faccia mi lasciò<br />

sorpreso e ciò mi distolse dalla battaglia. Ci pensò il mio alter ego a “risvegliarmi” con un piccolo colpo di<br />

telecinesi in faccia. Mi avventai verso di lui impugnando l’Headcutter e cominciammo a scambiarci colpi. A<br />

volte si trasformava in altre creature per qualche frazione di secondo per avere vantaggio data la situazione<br />

di parità. Con un forte colpo di telecinesì mi scaraventò <strong>indietro</strong> per avere tempo di compiere l’ennesima<br />

trasformazione: la trasformazione nella mia versione demoniaca. Poteva, dato che non gli servivano umani<br />

che abbiano paura per trasformarsi. Io, avendo sangue nel corpo, potevo essere manipolato fisicamente dal<br />

mio alter ego. Volle giocare con me così, manipolandomi, mi alzò da terra e mi portò all’altezza della bocca<br />

del drago; questo, con un soffio non troppo violento, riscaldò la mia armatura, quasi inutile senza umani,<br />

bruciando poco a poco la mia carne. Non dovevo pensare al mio alter ego ma al drago, la cosa più<br />

importante era portare a termine la missione, non la mia vita. Mentre la mia carne veniva poco a poco<br />

logorata, congiunsi velocemente le mani tenendo stese le braccia sopra il capo e, capendo le mie intenzioni,<br />

prima di pronunciare il nome dell’incantesimo il demone mi bloccò di nuovo ed estrasse il mio cuore dal<br />

petto, sfondando anche l’armatura, e lo rimise apposto, aprendo una grossa ferita, poi mi elevò di nuovo e


mi fece di nuovo abbrustolire dal drago in maniera più forte e infine mi lasciò cadere. Con ormai pezzi di<br />

carne mancanti, altri che si stavano logorando, mi rialzai allo stremo delle forze e deciso congiunsi di nuovo<br />

le mani e gridai:<br />

“INSPIRE HATE!”<br />

e caddi a terra. Il drago e la mia paura si scontrarono. Diventai cieco a causa delle ustioni e del progressivo<br />

dissanguamento così non potei vedere la battaglia ma cercavo di resistere, più vivevo più la mia paura<br />

continuava a vivere, combattendo contro il drago. In quei momenti prima della morte l’unica speranza che<br />

avevo era la vittoria della mia paura sul drago però, perdendo i sensi, non potei capire chi fosse stato il<br />

vincitore…dopo un po’ tutto cessò: la morte sopraggiunse.<br />

MISSIONE FALLITA?<br />

RESPEN<br />

Oppressione. Unica sensazione all’ingresso nel labirinto pietrificato. Passi lievi, pesanti sussurri, litanie di liscia<br />

lava, nella mente. Rumorosa violenza del suo cammino sul sentiero.<br />

Peso. Grave zavorra nell’intimo riserbo. Barriera all’antico eterno vigore d’un tempo.<br />

Riscatto. Sussulto di spasmo senziente. Rigogliosa energia di volontà sbocciata.<br />

Conflitto. Caos metafisico, ostile contesa d’anime. Disputa d’odio, essenza e acciaio.<br />

Stallo. Parità potenziale e attuale. Immota sintesi di bilanciamento.<br />

Ricordo. Oscure ombre su limpidi secoli d’aiuto. Corruzione e depravazione, dubbio e timore.<br />

Qualche passo tra le siepi gli fece render conto che quella che stava per affrontare era una delle sfide più<br />

rischiose che gli fosse capitata. Fu subito investito da una sensazione di schiacciante oppressione, come se si<br />

fosse intrufolato sotto un pesante, oscuro manto che sembrava ricoprire l’intero labirinto. Ogni singolo suo<br />

passo sul selciato produceva un rimbombo tale da scuotere le siepi. Si sentiva circondare da caotiche voci<br />

che frastornavano i suoi sensi, cantando e ripetendo cupe, vili litanie sconnesse che ricoprivano la sua<br />

essenza come un fiume di morbida, letale lava.<br />

Ogni passo un tonfo rimbombante. Ogni momento sussurri smembrati.<br />

Le foglie dell’interminabile siepe sembravano spostarsi e seguirlo durante il cammino.<br />

Cadde. Su un ginocchio. Un peso, una zavorra ineffabile lo bloccava a terra, ancora molto lontano dal centro<br />

del labirinto. I sibilanti sussurri si fecero audaci, prendendo quasi corpo sopra e davanti a lui in un turbinio di<br />

voci urlanti.<br />

Una forza invisibile, un peso lo costringeva a restare piegato, inerme, in balia delle voci. Come un animale da<br />

soma sovraccarico non riesce a muovere un passo e si accascia, seppur frustato, così egli era imbrigliato a<br />

terra, gravato dalla pesantezza che opprimeva il suo petto, sintesi della gravità dell’opprimente cielo forzato<br />

a bloccare lui, barriera alla sua vecchia energia.<br />

Cosa stava accadendo?<br />

Si sentiva in trappola. Aveva penetrato neanche metà del labirinto, e già era fermo, la sua volontà adombrata<br />

dai mille sussurri urlanti.<br />

Passò del tempo – quanto, non seppe – in cui rimase a lottare contro le grida silenziose che soffocavano la


sua mente. Il Pilastro non gli garantiva alcun aiuto.<br />

Poi, all’ennesimo mormorio corporeo che penetrava la sua mente, qualcosa scattò. Uno spasmo di<br />

sopravvivenza, un sussulto scosse i suoi sensi, il suo corpo, la sua anima, il suo intero essere. I suoi occhi,<br />

spenti, brillarono del riscatto e della forza di volontà che l’istinto aveva fatto rinascere. La sua energia<br />

rinacque, mettendo radici nel valore e sbocciando alta nella convinzione.<br />

Poggiò una mano a terra. Sentì il freddo del sentiero. Riprese conoscenza. Si rialzò, evocando la Mietitrice.<br />

Sorrise, amaramente, osservandola. Era una visione rassicurante.<br />

Rinvigorito dopo la lotta psicologica che lo aveva spossato, proseguì il cammino, fino ad arrivare al centro<br />

del labirinto di siepi.<br />

Lì lo vide. Mephisto, giovane e innocente, abiti neri e rossi, spada sguainata, sguardo fermo, aria superba.<br />

Si stava allenando, eseguendo figure con la spada contro nemici invisibili. Senza distogliere la<br />

concentrazione dalla sua attività, disse:<br />

«Eccoti qui, dunque. Devo riconoscerti una certa ammirazione. Sarai un avversario interessante.»<br />

«Anch’io ammetto di essermi stupito – rispose egli avvicinandosi – sei molto abile.»<br />

«Ti ringrazio» disse, inchinandosi. Poi, risollevatosi, lo puntò con la spada: «Non ti lascerò passare.»<br />

«Lo immaginavo. Ho qui un’amica che desidera fare la tua conoscenza!» disse il Guardiano evocando la<br />

Reaver d’aria che gli guizzò attorno al braccio, dilatandosi completamente.<br />

Una manifestazione fisica della loro essenza si estese dai loro corpi, come un’aura, circondandoli. Le loro<br />

intelligenze scesero in campo a disputarsi il controllo su quello scontro sostanziale.<br />

Per tutta la durata del combattimento furono invisibili. L’unica cosa che tradiva la loro effettiva presenza in<br />

quel luogo era la scia luminosa delle loro aure, che quasi non riuscivano a tenere il passo del teletrasporto di<br />

cui entrambi facevano largo uso.<br />

«Questo duello è inutile» disse il Mentalista ad un certo punto, fermandosi.<br />

«Non ha alcuna importanza. Non ho l’obiettivo di sconfiggerti. Mi basta non farti arrivare al cristallo!»<br />

rispose Mephisto.<br />

Già, il cristallo. Si trovava poco distante, su una bassa colonna. A portata di telecinesi, volendo. O meglio,<br />

potendo. Mephisto si metteva sempre in mezzo, bloccando i suoi tentativi di romperlo dalla lunga distanza<br />

come dalla breve.<br />

Leggeva la sua mente così come egli leggeva quella del demone; a quei livelli era inutile pensare qualcosa e<br />

agire diversamente: entrambi erano in grado di individuare le esatte intenzioni dell’altro, seppur celate sotto<br />

strati di pensieri fuorvianti e fasulli – un duello impossibile.<br />

Le loro essenze cozzavano una contro l’altra ad ogni minimo, impercettibile moto dell’animo, generando una<br />

pioggia di scintille. Erano in stallo.<br />

Poi il duello prese una piega favorevole in favore del Guardiano. La Reaver d’aria si caricò del suo attacco<br />

speciale e quando egli lo scaricò su Mephisto il demone fu alzato in aria e sbattuto violentemente a terra,<br />

rimanendo stordito per qualche millesimo di secondo. Fu sufficiente per permettere al Mentalista di<br />

distruggere il cristallo con un colpo di spada.<br />

Un’onda circolare si sprigionò dall’impatto, modificando tutto il luogo circostante.<br />

Si ritrovò ad osservare una scena di molti secoli prima, una scena in cui un giovane Respen aiutava un<br />

neonato governo di Nosgoth a non soccombere sotto le forze nemiche che volevano opprimerlo. Da quella<br />

posizione privilegiata riuscì a scorgere tutti i retroscena delle sue azioni, le conseguenze della sua scelta di<br />

aiutare i popoli umani di Nosgoth. Vide intere nazioni allearsi ai Saraphan, vide le genti che aveva aiutato<br />

tramare nell’ombra contro l’Alleanza, osservò i popoli cadere nella corruzione e nella depravazione causate


dai governi che egli aveva sostenuto e legittimato.<br />

La visione fu schiacciante. Fu assalito dai dubbi. Tutto ciò che aveva compiuto nel passato era stato dunque<br />

un colossale errore? Le sue azioni, così a lungo ponderate, avevano causato più male che bene?<br />

Un pensiero lo assalì mentre si dirigeva lento fuori dal labirinto di siepi: “Tutto… tutto quanto… chissà…<br />

verità? … menzogna?<br />

E temo…”<br />

LIQUID<br />

Le Ultime Parole di un Demone<br />

“E si arriva alla fase che hai architettato con così tanto ardore e fatica e che per uno scherzo del destino si è<br />

rivoltata contro di te… divertente non credi? Voglio solo divertirmi un po…<br />

Nemmeno tu puoi contrastare il potere del sigillo… già… forse… questo… è il mio destino…<br />

No… non credo… è solo una mia scelta…<br />

Che sia io stesso ad avere il controllo delle mie azioni o che queste siano influenzate da altro non me ne<br />

importa più…<br />

Quello che davvero importa… sono cosciente di ciò che faccio e so per certo che ogni mio ricordo si unirà e<br />

svanirà al maestoso fiume del tempo come lacrime sotto la pioggia…<br />

Per questo ho deciso di servire fino in fondo il mio signore… per questo ho deciso di tradire il mio signore…<br />

Ho aperto gli occhi secoli fa… forse millenni… ho aperto gli occhi…<br />

Tu non uscirai da questa stanza… questa sala della morte sarà la tua prigione o la tua tomba… tutto dipende<br />

da cosa questo sigillo mi permetterà di fare…”<br />

Il Sigillo dell' Immortalità<br />

-Quindi… è questo che è accaduto…-<br />

-Esatto. La sua abilità nel presettare ogni cosa per controllare gli eventi a suo favore ha ingannato tutti, perfino<br />

colui che di tempo e di eventi dovrebbe intendersene molto.-<br />

-Voglio tornare là, voglio dare ancora una mano.-<br />

-Non sarò certo io a fermarti, torna pure a prestare servigio ad Omega, anche se non penso che sia solo questo<br />

a spingerti di nuovo a combattere…-<br />

-Sinceramente… nutro un certo desiderio di vendetta…-<br />

-Lo so, ricordati che posso leggerti come un libro aperto… ma sta attento, quello che hai passato era solamente<br />

un’assaggio di ciò che probabilmente succederà d’ora in poi-<br />

-Farò attenzione-<br />

-E ricorda… non sei in buone condizioni fisiche. La tua anima appena rigenerata non è ancora in grado di<br />

mantenere una forma materiale stabile. Ti servirà molta concentrazione, finchè starai fermo, sarai in grado di<br />

mantenere il tuo corpo, ma se dovrai combattere… sprigiona solo metà delle tue abilità e della tua forza e ti<br />

dissolverai in pochi secondi…-<br />

-Per quanto resterò in questa condizione?-<br />

-Non posso dirtelo, dipende da troppi fattori, diciamo pure che la durata complessiva cambia da mietitore a


mietitore, quel che ti resta da fare è sperare che tu riesca a riprenderti il più in fretta possibile…-<br />

“In pochi secondi…” le parole di Respen erano più che chiare. Il mio ritorno alla non vita mi aveva reso molto<br />

debole, per fortuna solo temporaneamente. Con un corpo fragile come cristallo, camminavo verso l’immensa<br />

tavolata di marmo che occupava il centro della stanza, lasciandomi alle spalle Omega, mentre molte delle<br />

sue parole si perdevano nel vuoto. Ero troppo concentrato nel mantenermi integro per poter ascoltare i suoi<br />

consigli…<br />

Non dico di essermi comportato da vero stupido, ma sicuramente ho seguito fino in fondo la mia<br />

testardaggine e un orgoglio che nemmeno io so bene dove si fondi. Ora, col senno di poi, me ne accorgo<br />

benissimo… e ciò ha influenzato molto la mia decisione finale…<br />

Non dissi niente a nessuno della mia condizione, feci di tutto per non destare sospetti, spinto dal profondo<br />

desiderio di poter tornare subito a rompere qualche ossa… anche se un comportamento simile non mi si<br />

addiceva proprio…<br />

La stanza era arredata nobilmente, i mobili di legno lucido e pregiato riflettevano la debole luce del grosso<br />

camino che illuminava il tutto. Non mancavano gli oggetti in oro e metalli preziosi, anch’essi luccicanti e<br />

splendenti. L’atmosfera creata dalla luce del fuoco non faceva di certo pensare ad un luogo preparato per<br />

accogliere un nemico… anzi… tutto era predisposto per accogliere i migliori ospiti e nel migliore dei modi… e<br />

da un grosso orologio a pendolo posto su uno dei lati laterali del salone proveniva l’incessante e secco<br />

tichettio delle sue lancette.<br />

La grossa tavola era ricolma di piatti e bevande, un banchetto preparato con grazia e con gusto. Tutta quella<br />

nobiltà iniziava ad infastidirmi.<br />

Il custode del sigillo era rimasto a fissarmi in silenzio, scuotendo il liquido rosso cupo contenuto nell calice di<br />

cristallo nella sua mano sinistra. Era seduto al capo più lontano del tavolo, di fronte al camino. Quando capì<br />

di avere la mia totale attenzione indicò uno dei bicchieri del grosso banchetto ed iniziò a parlare.<br />

-Vuole favorire?- portò alle labbra il bicchiere e bevve<br />

-Immagino che quello sia sangue… penso di aver tutt’altri gusti…- risposi io<br />

-Sangue? Non sono di certo come uno dei vostri rozzi vampiri. Ciò che le offro è del vino, nettare degli dei…-<br />

lo indicò ancora per invitarmi a bere, ma non avendo risposta da parte mia si alzò e porto in alto il suo calice<br />

–Un brindisi- urlò a quel punto –al tentativo di far cadere dal trono il mio signore e ai soldati che servono la<br />

bontà fatta a persona…- poi si riappoggiò sulla sedia e con un gesto della mano mi invitò a sedermi.<br />

-Non sono certo qui per una visita di cortesia…- feci io –Dimmi dove si trova il sigillo e vedrò di non farti<br />

troppo male…- evocai la mietitrice e la puntai verso il demone. La vista mi si annebbiò, ma non me ne<br />

preoccupai troppo.<br />

-Che giovane coraggioso… non sa che prima di un duello e bene che i contendenti siano riposati e ben<br />

nutriti?-<br />

Risposi con un colpo telecinetico che andò a colpire il suo bicchiere che esplose schizzando il contenuto<br />

tutt’intorno.<br />

-Coraggioso e alquanto maleducato… se hai tanta fretta possiamo iniziare subito…-<br />

Puntai il sigillo alle sue spalle, lui continuò a parlare.<br />

-Ah… e dimentica ciò che ti hanno detto su di me… il controllo del fuoco… è solo uno dei miei poteri<br />

minori…- schioccò le dita.<br />

Nero. Tutto si fece nero, mi ritrovai sommerso nel buio piu’ totale. Nessun rumore, cercai di muovermi<br />

invano. Non sentivo piu’ nulla, la mia mente era completamente isolata, non riuscivo nemmeno a percepire il


mio corpo, per quell’istante… non ricordai nemmeno chi fossi…<br />

E sinceramente mi sentivo bene in quello stato… nessun pensiero, nessuna preoccupazione, nessuna<br />

aspettattiva, solo io e quello stato di benessere che quel vuoto mi procurava, l’ascesi completa…<br />

Ma per mia sfortuna… durò solo un’istante… con forte senso di nausea mi ritrovai di nuovo nella sala da<br />

pranzo, mentre riassorbivo velocemente tutti i miei ricordi come una spugna. La testa mi dolse e anche lo<br />

stomaco, il braccio destro mi bruciava. Mi inginocchiai a terra e sputai sangue che sentivo provenire dalle<br />

viscere piu’ profonde.<br />

Piu’ in la riecheggiavano le risate del demone, che si divertiva mentre io sopportavo le pene dell’inferno…<br />

sapevo benissimo cosa mi aveva disgustato a tal punto… rivivere la mia stessa vita…<br />

Mi rimisi in piedi, persi l’equilibrio e caddi di nuovo. Notai il braccio ferito, uno squarcio si era aperto per<br />

tutta la lunghezza dell’arto…<br />

“Non posso permettermi di perdere la concentrazione o finisco male…”<br />

Alla mia destra comparve dal nulla un’anima, potevo sentire quanta energia emanava anche a qualche metro<br />

di distanza.<br />

“Quel demone…. Vuole giocare con me?”<br />

-Su nutriti- disse lui mentre sorseggiò altro vino da un nuovo bicchiere –La pratica di prima ha consumato<br />

troppo le tue energie… non sarebbe onesto per me cominciare con un simile vantaggio…-<br />

“Ha smesso di darmi del lei…”<br />

La divorai e questa mi ristabili’ completamente. Al volo mi rimisi in piedi.<br />

Il sigillo era sparito, mancava dalla sua posizione originale. Con quella mossa, quel demone aveva potuto<br />

tranquillamente nascondere il sigillo, sfruttando la mia totale disattenzione.<br />

-Molto gentile- ironizzai<br />

-Una prima fase del nostro piccolo gioco…-<br />

-Gioco? Gioco!?- urlai come un pazzo, ribaltai il grosso tavolo, e tutte le bevande e vivande si riversarono a<br />

terra. – Non prendermi in giro!- Gli saltai addosso e lo atterrai, bloccandolo.<br />

Alzai un braccio e usando gli artigli estraibili gliene ficcai uno in gola. Il sangue bluastro comincioò ad uscire<br />

dalla ferita, e colò sul pavimento.<br />

“Sangue blu? Che cosa…”<br />

Chiusi gli occhi e gli riaprii immediatamente. Il demone aveva cambiato forma, la sua pelle era blu, i suoi<br />

occhi bianchi e luminosi in cui potevo leggere una tristezza che mi era famigliare.<br />

-Che… diavolo… ma…- Qualcosa mi trafisse la gola, le parole mi si strozzarono, avrei voluto urlare ma non<br />

riuscii a farlo…<br />

“Quello… sono io?”<br />

Fu come risvegliarsi da un sogno inquieto. Aprii gli occhi, ero in piedi, il gigantesco tavolo era ancora in piedi<br />

e il demone stava ancora sorseggiando il suo vino.<br />

Il mio stesso braccio, ricurvo verso di me, terminava con l’artiglio conficcato nel mio collo. Vittima di<br />

un’illusione, mi ero automutilato.<br />

Tolsi l’artiglio dalla ferita troppo bruscamente, e questa si aprì ancora di più. Non riuscivo a parlare ne a<br />

sfogare tutta la rabbia che avevo in corpo. Persi di nuovo l’equilibrio, portai in avanti un piede, ma appena lo<br />

appoggiai la gamba si spezzò. Mi accasciai di fianco.<br />

Lui non disse nulla ma intuii subito, un’altra anima volteggiava per la stanza. Raccolsi le ultime energie per<br />

assorbirla e ritornai in forze.


“Mi sta trattando come un burattino… dannato…”<br />

Questa volta mi sollevai con più calma, avevo capito la lezione, lui era più di quello che voleva mostrare.<br />

Riappoggiò il bicchiere sul tavolo.<br />

-Come stavo dicendo… ho nascosto per bene una piccola sfera che per l’occasione rappresenta il potere del<br />

sigillo. Sta a te trovarla. Sarà divertente, metteremo alla prova le tue abilità in tutti i sensi. Stai al gioco e<br />

tutto andrà per il meglio.- spiegò.<br />

Il mio sguardo lasciava capire che non aveva per niente la mia fiducia.<br />

-Che tu ci creda o no- continuò –abbiamo un obiettivo in comune… anch’io come vuoi non sopporto più la<br />

presenza del mio signore per i miei buoni motivi… sono disposto ad aiutarvi, ma sono un demone… dovrò<br />

pure divertirmi ogni tanto…- e scoppiò di nuovo a ridere alzando il capo e portando una mano alla fronte.<br />

-Non credo ad una singola parola…- dissi io con una voce fredda e aggressiva.<br />

Concluse la risata e rimase in silenzio. L’orologio cominciò a suonare. I rintocchi cupi trasformarono<br />

l’atmosfera da calorosa a lugubre, nulla si modificò, ma avvertii questo cambio nell’aria, la tensione che si<br />

creò in quell’istante. Anche la temperatura si era abbassata.<br />

L’orologio finì di suonare e calò il silenzio.<br />

Non smise di fissarmi con i suoi occhi fiduciosi, io abbassai gli occhi per nascondere quanto fossi confuso.<br />

Che manipolasse quella dimensione o che manipolasse la mia mente, costante rimaneva il suo netto<br />

vantaggio su di me. Eppure era palese che non aveva la minima intenzione di concludere. Si divertiva ad<br />

osservarmi e a trattarmi come un giocattolo.<br />

Ma io non mi divertivo ad assecondarlo.<br />

Qualcosa gorgogliò vicino all’orologio, volsi gli occhi in quella direzione. La dove stava il vecchio orologio<br />

vicino alla parete ora c’era un grosso palo di legno con una cima molto spessa legata ad esso, la parete era<br />

scomparse, il che mi permetteva di vedere la lunga distesa di sabbia che ora sostituiva il freddo pavimento in<br />

marmo del salone.<br />

Pochi metri più avanti le onde di un grosso lago scivolavano sulla sabbia. In lontananza, proprio al centro del<br />

lago potevo scorgere una cittadina. Conoscevo quel posto.<br />

-Nachtholm…- del demone non c’era più traccia.<br />

Scorsi più in la una piccola capanna in legno. Mi avvicinai, sapevo chi abitava in quella catapecchia.<br />

Uno dei compiti più banali che avessi ricevuto, ma di cui conservo un vivissimo ricordo… già, forse perché<br />

per la prima volta riuscii in qualche modo a… provare gioia… solo ora me ne accorgo, ma questo piccolo<br />

particolare non mi farà certo cambiare idea…<br />

Sapevo… conoscevo chi abitava in quella catapecchia. L’avevo conosciuta prima di stanare quel gruppo di<br />

rahabim, avevo imparato a conoscierla meglio mentre insieme cercavamo quel libro di cui Respen aveva così<br />

bisogno…<br />

Ed infatti la trovai la… Synemi… l’unica umana a cui mi affezionai nella mia non vita da mietitore. E quel<br />

demone tentò di giocare bene le sue carte… quel demone…<br />

Vidi la ragazza in uno stato pietoso, non vi era un lembo di pelle senza lividi. I vestiti strappati, era quasi<br />

nuda. Incatenata, piangeva e implorava il mio nome.<br />

Mi portai di fronte a lei, mi rivolse uno sguardo dolce e pieno di gratitudine, inquinato dalle lacrime di<br />

dolore e sofferenza. Rividi di nuovo quel viso esattamente uguale a come era rimasto impresso nella mia<br />

mente.<br />

In quel momento mi accorsi di un secondo uomo… era legato ad un albero, si contorceva per cercare di<br />

liberarsi, forse temeva per il destino della ragazza, ma in quel contesto non me ne preoccupai<br />

minimamente… anche se il suo sguardo disperato mi stupì alquanto.<br />

E sanguinava, spingeva talmente tanto contro quelle corde legate cosi saldamente che si ferì da solo.


Conoscevo quell’ostinazione…<br />

Porsi la mia mano destra a Synemi, la afferrò e la portò al suo viso. Sorrise ancora e si strofino contro i miei<br />

artigli. Restai zitto a fissarla ed iniziai ad odiare sul serio quel demone.<br />

Il suo giocare com me e con i miei ricordi era per me un’enorme offesa.<br />

-Non sei cresciuta per niente…- sussurrai e…<br />

Se l’avessi saputo prima…<br />

Semplicemente…. Evocai la mietitrice, la lama che naque dalla mia mano andò a penetrare nella spalla della<br />

ragazza, ed arrivò ad attraversarla completamente. Ritirai il braccio e affondai di nuovo, facendo scivolare<br />

una seconda volta l’arma nella sua carne, e il suo corpo cadde ormai morto.<br />

L’uomo smise di agitarsi, ormai rassegnato.<br />

Il corpo della ragazza prese fuoco e pochi secondi dopo si polverizzò con un boato.<br />

Alzai lo sguardo verso il capanno e poi di nuovo verso l’individuo legato. Ora sembrava parlare, ma era solo,<br />

parlava da solo e gemeva disperato, come un pazzo rassegnato alla suo stato e che vedeva la sua fine<br />

avvicinarsi.<br />

-Mi ritengo offeso, credi che illusioni da 4 soldi bastino per ingannarmi? Per favore…- dissi sapendo di essere<br />

ascoltato.<br />

Come previsto, il demone si presentò davanti a me, di nuovo quel bicchiere in mano.<br />

-So quello che faccio…-disse, poi, soridendo, scomparve di nuovo, insieme a quel falso scenario.<br />

Mi rimaterializzai nella sala da pranzo, o meglio, la sala da pranzo si rimaterializzò intorno a me, non è forse<br />

così?<br />

Lo stomaco mi dolse e vibrò, senti pure qualcosa muoversi al suo interno, ipotizzai un altro dei suoi stupidi<br />

trucchetti. Tutto infatti era mirato a farmi perdere la concentrazione, lui sapeva benissimo del mio piccolo<br />

problema.<br />

In quel frangente il demone non si mostrò.<br />

Le porte alle mie spalle si spalancarono. Voleva che uscissi. <strong>Torna</strong>i alla gigantesca entrata del palazzo. Il<br />

maestoso e cupo salone era sommerso dalla nebbia. Le porte per gli altri sigilli eran tutte ben chiuse. Il buio<br />

e la foschia non lasciavano intravedere nulla.<br />

Nulla… tranne una figura, debolmente illuminata. Più con esattezza, era la figura stessa ad emettere quella<br />

debole luce.<br />

La sua sagoma mostrava chiaramente un paio di ali piumate. Ed una spada nel fodero appeso alla sua cinta…<br />

avrei dovuto temere quella spada, ma non lo feci…<br />

Mi avvicinai spavaldo e cosciente del fatto che le mie condizioni fossero migliorate. Infatti riuscivo più<br />

facilmente a mantenere il mio corpo integro, e avrei potuto di certo concedermi più liberta nel<br />

combattimento.<br />

-Omega…- pronunciai il suo nome sorridendo, immaginando cosa mi fosse aspettato. Lui non emise un<br />

suono ma lentamente estrasse la sua lama e la impugnò saldamente con due mani.<br />

Accennò un passo in avanti ma fu costretto a interrompere la sua avanzata. In quel preciso momento mi ero<br />

lanciato su di lui con la mietitrice sguainata.<br />

Scivolai sul fianco della potente arma del guardiano, ed alzai un pugno verso il torace di quest’ultimo.<br />

Sotto la mia mano sentii le sue ossa da umano frantumarsi. Poggiai un piede su di lui e mi slanciai in alto<br />

colpendolo ripetutamente con proiettili telecinetici che lo buttarono al suolo.<br />

Fui subito di nuovo su di lui, alzai la mietitrice e lo trafissi.<br />

“Che… cosa…”<br />

Nonostante la mietitrice l’avesse attraversato, non riuscì a ferirlo, si comportava come se il suo nemico fosse<br />

del tutto incorporeo, più sottile della leggera sostanza che componeva le stesse anime.


Eppure, pugni e aria avevano fatto il loro dovere, solo la lama spettrale risultava incapace di affrontare il<br />

fantoccio di Omega.<br />

Rapidamente e senza ce me ne potesi rendere conto scaglio contro di me un potente incantesimo di fuoco.<br />

L’esplosione fu tale che mi schiantai contro una parete lontana almeno una ventina di metri. Parte del muro<br />

crollò e alcune delle armi che ne facevano da decorazione caddero al suolo.<br />

Una in particolare si poggiò sulle mie gambe. La lunga impugnatura in argento, con scolpite le spire di un<br />

lungo serpente che la ricoprivano in tutta la sua lunghezza e dalla testa del rettile usciva una lama ricurva…<br />

“Una falce…”<br />

Mi rimisi in piedi fissando la brutta copia del guardiano del tempo. Avevo gia sperimentato quanto fosse<br />

debole agli attacchi fisici, nonostante la lama spettrale non potesse scolpirlo.<br />

-Omega avrebbe già potuto distruggermi prima dell’inizio di questo combattimento… Vedo che non ti sei<br />

dato un gran da fare con questa illusione… forse perché nella mia memoria non riesci a trovare una<br />

dimostrazione della vera forza del guardiano?- gridai. L’eco rispose con una risata soffusa del demone.<br />

Ruotai l’arma portando la lama in basso.<br />

Il mio nemico tentò di sopraffarmi con un rapido movimento, che i miei occhi non riuscirono a seguire. Si<br />

spostò alle mie spalle ed urlò mentre con forza tentava un fendente dritto sul mio collo.<br />

Il gemito mi allarmò e come riflesso incondizionato mi abbassai evitando il colpo ed evocai subito un glifo<br />

della forza che scagliò l’avversario anch’esso contro il muro. Imediatamente protesi il braccio verso di lui e<br />

lanciai la falce che ruotando raggiunse il suo bersaglio e lo perforò nel torace.<br />

Mi rimisi in piedi con un debole equilibrio. Su tutto il mio corpo si erano aperte ferite di ogni genere. Avevo<br />

esagerato con l’utilizzo di energie e il mio corpo ancora ne risentiva.<br />

Il finto Omega si riprese immediatamente, si liberò facilmente dell’arma conficcata nel suo petto e la gettò<br />

lontano avvicinandosi verso di me.<br />

Incosciamente mi avvicinai verso di lui cercando di colpirlo a mani nude, ma stavolta l’essere si rivelò più<br />

preparato. Evitava abilmente ogni mio colpo, senza staccare il suo sguardo dal mio. Ciò mi fece rabbia.<br />

Aumentai la furia dei miei colpi, e lui aumentò la sua velocità ulteriormente. Sorrise.<br />

Senza un apparente motivo, prese fuoco. Ma non volli finire di attaccare. Chiusi gli occhi per la forte luce e<br />

quando gli riaprii mi ritrovai davanti ancora lui, spento delle fiamme che un’attimo prima lo divoravano.<br />

Il suo sguardo era diverso, non più sicuro e quasi inanimato, ma semplicemente incredulo di ciò che vedeva.<br />

Continuai con la mia sfuriata, le mie ferite si aprivano sempre più e sangue blu schizzava in tutte le direzioni.<br />

Continuò ad evitare i miei attacchi. E Parlò.<br />

-Fermati Mietitore! Fermo! Sei sotto l’effetto di un’illusione! Io non sono un tuo nemico!- intuivo che<br />

qualcosa non andava ma non smisi di tirare pugni. Il guardiano li parò tutto con una mano e io ne soffrii. La<br />

sua espressione era più seria ora e non si limitò a difendersi.<br />

Dal suo dito sprigionò un’energia incredibile che catapultò dall’altra parte della stanza il mio corpo.<br />

Mi risollevai e dondolante cercai di focalizzare la vista annebiata su di lui. In quel momento dubitai ma…<br />

temevo di essere ancora sotto effetto di illusioni e così attaccai ancora.<br />

Non potevo muovermi e mi raggiunse lui con la calma di un dio. Non appena fu a qualche passo evocai due<br />

glifi della forza. Questi si sprigionarono su di lui senza effetti, rimase immobile a guardarmi soffrire. Evocai<br />

pure il glifo dell’acqua pur sapendo che non avrebbe scaturito nessun effetto. Ero disperato… come poteva…<br />

come poteva quel demone generare così tanta rabbia dentro di me? Questo mi chiedevo… e solo ora ho una<br />

risposta certa… In quel momento, l’unico demone presente… ero io…


Persi i sensi e mi afflosciai…su un tavolo…<br />

Quando riaprii gli occhi un grosso frutto rosso stava davanti alla mia bocca.<br />

Tentai di muovermi ma non ci riuscii.<br />

Tentai di parlare ma non ci riuscii.<br />

Tentai di ricordare e non ci riuscii.<br />

C’ero solo io e quel grosso frutto rosso. E poi sentii anche quella presenza spirituale vorticare sopra di me.<br />

“Un’anima…”<br />

Riusci a spalancare le fauci per attirare a me la povera anima. Mi nutrii e le forze ritornarono pian piano,<br />

insieme ai ricordi di tutta una vita.<br />

Di nuovo mi prese una forte fitta all’addome e una devastante emicrania, gemetti e tossii.<br />

Alzai il capo. Mi ritrovavo ancora nella grande sala da pranzo. Ero rimasto seduto e privo di sensi, col capo<br />

appoggiato sopra la tavolata.<br />

Dall’altra parte mi attendeva ancora quel demone, con un calice in mano.<br />

Lo guardai disgustato.<br />

-Divertito?- disse lui soddisfatto.<br />

-Mi stai solo annoiando…- sussurrai io.<br />

-Vedo che la tua rivalità nei miei confronti è diminuita… bene bene… ne sono felice-<br />

Sorseggiò il suo vino e lo assaporò con talmente gusto da farmi schifo. Poi continuò…<br />

-Ti avevo detto che non avevo intenzioni ostili, avevo solo voglia di giocare un po…-<br />

Non tentai nemmeno di arrabbiarmi. Poggiai una mano alla fronte, sperando mi portasse sollievo dal forte<br />

dolore alla testa che i discorsi quel demone non facevano altro che peggiorare.<br />

-Senti…- dissi – ho realizzato appieno quanto tu sia… superiore… superiore alle mie capacità…ma l’hai detto<br />

anche tu prima… tu ci vuoi aiutare giusto? Allora… perché non mi mostri come annullare quel dannato sigillo<br />

e la facciamo finita?- ormai mi ero arreso all’evidenza.<br />

-Non posso.- rispose – Mi hai appena dimostrato di non esserne degno…-<br />

Di nuovo fui infastidito dalla sua arroganza.<br />

-Che vorresti dire?-<br />

-Per quanto tu possa pensare il contrario, l’unico mostro fra noi due sei proprio tu, mietitore…- per la prima<br />

volta si fece serio, sorseggiò altro vino in attesa di una mia reazione.<br />

-Che sciocchezze dici?-<br />

-Capirai…-<br />

-Per favore basta…. Dimmi dove si trova quel sigillo!-<br />

-Te l’ho detto, l’ho nascosto… sta a te trovarlo. Purtroppo per te… si trova in un luogo in cui temi di<br />

guardare…-<br />

-Finiscila con questi giochetti… se si trova in questa sala, lo troverò subito…- ribaltai nuovamente il tavolo.<br />

Poi mi lancia come un dannato verso l’orologio buttandolo a terra.<br />

-Calma… te l’ho detto… non avrai mai il coraggio di guardare dentro il nascondiglio… non hai mai avuto il<br />

coraggio…-<br />

Mi calmai e mi appoggiai al muro a braccia incrociate, riflettendo su tutto ciò che era successo.<br />

Rividi nella mia mente tutte le illusioni del demone e le analizzai, cercando dei punti in comune… o degli<br />

elementi che potessero ricondurmi al sigillo… non mi venne in mente nulla…<br />

-Pensaci bene… hai la costante abitudine di analizzare ogni fattore esterno, ma ogni volta dimentichi di<br />

valutare ciò che è più importante…- le sue parole apprensive non mi rincuoravano…


“Un momento… io dimentico una cosa importante… io… dimentico… io… già… io…”<br />

-Non capisci? Ogni volta assisti agli eventi della tua stessa vita dall’esterno… non ti curi minimamente di<br />

quello che hai den…- si interruppe bruscamente.<br />

Non so esattamente cosa mi aveva portato a fare un gesto simile senza pensarci più di tanto.<br />

Con la mia stessa mano destra mi lacerai l’addome. Afferrai saldamente la sfera luminosa che stava al suo<br />

interno e la estrassi trionfante e soddisfoatto del gesto.<br />

-Me stesso… me… stesso… è questo…- faticavo a parlare per il forte dolore – è questo che intendevi? Vedi…<br />

ti sbagliavi… non… mi è mancato… il coraggio…- mi inginocchiai e fissai la sfera luminosa del sigillo.<br />

-Coraggioso…- disse lui. Sollevai come un trofeo l’arteffato e tentai di sorridere. Mi bastava distruggerlo e<br />

tutto si sarebbe concluso. Cosi speravo…<br />

-Missione… missione… compiuta…- dissi trattenendo i gemiti per il dolore.<br />

-Sei davvero sicuro… Mietitore?- il demone sorseggiò dell’altro vino e posò il bicciere sul tavolo, si alzò e mi<br />

raggiunse. Piegò le ginocchia per vedermi meglio in faccia.<br />

-Io dico che la tua missione è appena cominciata…-<br />

Continua...<br />

ALTAIR<br />

“mamma!”<br />

“Oh, mio Dio...”<br />

“Ehilà Altair, mi hai chiamato?”<br />

“NO. Ma mi chiedo per quale dannato motivo mi hai trasportato in questa dimensione in cui non ci sono<br />

esseri inferiori da mangiare. Che ne so, umani per esempio.”<br />

“mamma!”<br />

“Lo scoprirai presto, il momento è quasi giunto”<br />

“Spero bene, se continuo così mi verranno dei complessi...”<br />

“mamma! Ho fame!”<br />

“Zitto piccolo sgorbio viscido... Merda e ora cosa faccio?”<br />

“eh?<br />

“Puoi mangiarlo no?”<br />

“NO!”<br />

“Come no? Ci hai messo due ore per fuggire dalle ire del Branco con quelle uova e...”<br />

“E ora sparisci stupido Dio Aquila che non ti ho interpellato!”<br />

“mamma! Ho fame!”<br />

“D’OH!”<br />

Scrollai la testa cercando di scacciare quei ricordi... mi resi conto di essermi bloccata pochi metri oltre<br />

l’ingresso. Il grande portone di marmo decorato da sottili venature rosa era ormai chiuso. Percepii subito che<br />

nell’aria c’era qualcosa che non andava, era una forza tremenda che sembrava penetrare direttamente nel<br />

cervello riportando alla luce i pensieri meno opportuni...<br />

Cercai di non pensarci troppo e di rimanere concentrata.<br />

La stanza era veramente enorme, non avrei avuto grossi problemi a spiccare qualche volo se si fosse reso<br />

necessario. Il pavimento era bianchissimo e lucido come ghiaccio. Riusciva a riflettere praticamente tutto,


esattamente come il soffitto, dando così l’impressione di camminare nel vuoto.<br />

Sussultai alla vista di un movimento improvviso dietro di me ma notai che si trattava solo della mia<br />

immagine riflessa nel primo degli innumerevoli specchi sparsi per tutta la sala. Ancora pochi passi e avrei<br />

iniziato a riflettermi su tutte le pareti, in quelle condizioni sarebbe stato impossibile combattere usando solo<br />

la vista...<br />

Procedevo lentamente tenendo le ali leggermente aperte, prestando attenzione ad ogni suono, ad ogni<br />

oggetto e ad ogni minimo spostamento d’aria.<br />

Avanzai per un tempo che mi parve non finire più finchè non sentii una breve risata. Era la risata innocente<br />

tipica di un bambino ma in quella stanza appariva quasi agghiacciante.<br />

Mi fermai al centro della sala, aprendo lentamente le ali. Altre risate echeggiarono mentre mi guardavo<br />

intorno mantenendo una calma quasi innaturale. Era impossibile capire la direzione da cui proveniva il<br />

suono, le lisce pareti sgombre da qualunque tipo di arredo fungevano da cassa di risonanza. Il demone<br />

doveva essere fermo, nella sala non percepivo il benché minimo spostamento d’aria. Sapevo però che<br />

doveva essere molto vicino.<br />

Improvvisamente vidi qualcosa muoversi riflesso su uno specchio alla mia destra. Tutti gli altri specchi<br />

mostrarono la stessa immagine sfuggente, ripetuta centinaia di volte. Non riuscii a capire nulla sulla<br />

posizione del nemico ma percepii qualcosa di minaccioso molto vicino… Appena tornai a guardare di fronte<br />

a me lo vidi: era a meno di venti metri.<br />

Strinsi i pugni, senza muovermi dalla mia posizione. Come diavolo aveva fatto ad avvicinarsi così tanto a me<br />

senza che lo percepissi?<br />

“Ciao!”<br />

Aveva le sembianze di una bambina umana, gli occhi verde smeraldo e i capelli lunghi e color argento.<br />

Sorrideva in modo sincero, quasi puro. Indossava un grembiule scolastico bianco e azzurro e teneva in<br />

braccio un grosso orsacchiotto un po’ rattoppato. Non sembrava affatto un demone ma ciò non mi creò<br />

problemi. Non sarebbe stata né la prima, né l’ultima bambina ad aver trovato la morte per mano mia.<br />

“Giochiamo?”<br />

“Certamente, spero solo che ti piaccia il mio modo di giocare” risposi stringendo i denti. Distesi<br />

completamente le ali e mi portai in posizione di attacco, evocando la mietitrice. La bambina continuava a<br />

sorridere, guardandomi come se non capisse le mie reali intenzioni.<br />

Balzai in alto, tenendo la lama con entrambe le mani e cercando di imprimere su di essa più forza possibile.<br />

“Altair!”<br />

“T...Teraz... *cough*”<br />

“Altair, io... credevo che fossi...”<br />

“eh.. eh.. morta? C-ci vuole... ben altro*urgh*”<br />

“Però... non riuscivo più a sentire il tuo...”<br />

“Lasciala riposare piccolo Terazed”<br />

“Madre-Anziana... ”<br />

“M... Madre... n-non rimproverarlo... de... desidero c-che rimanga... qui”<br />

“Bene, se così che vuoi... Terazed, mi raccomando. Non deve muoversi finché il processo non è del tutto<br />

compiuto”<br />

Quando affondai la lama il demone era scomparso. Alcune schegge schizzarono in aria dal marmo scalfito.<br />

Mi guardai intorno nervosamente ma di lei non c’era traccia.<br />

Era successo di nuovo, ancora una volta fu come se avessi perso conoscenza per qualche attimo. Vecchi


icordi riaffiorarono nella mia mente, nitidi come non mai.<br />

Il giorno in cui ricevetti il Dono... avevo rimosso quell’esperienza dalla mia mente, ed ora...<br />

Mi guardai nervosamente attorno, il nemico mi sembrava debole, troppo debole. I suoi poteri mentali pareva<br />

volessero solo distrarmi, togliermi concentrazione, indurmi a commettere un errore...<br />

O studiarmi...<br />

Dovevo trovare il sigillo in fretta, mi infastidiva ammetterlo ma mi sentivo a disagio. Il demone non sembrava<br />

volermi affrontare ma avevo l’impressione che stesse prendendo tempo. Ma prendere tempo per fare cosa?<br />

Sicuramente nulla che potessi definire piacevole.<br />

Avanzai ancora verso la metà posteriore della grande sala. Era ben illuminata da globi di spettrale luce viola,<br />

la quale veniva riflessa e moltiplicata dagli innumerevoli specchi.<br />

Non c’erano arredi e nessun nascondiglio a parte le colonne portanti, lussuose tende appese qua e là e<br />

alcuni tavoli posizionati vicino all’ingresso.<br />

Ormai ero arrivata sulla parete opposta della stanza. Non c’era nulla...<br />

Un singhiozzo... e ancora una volta la bambina apparve davanti a me...<br />

“perchè sei cattiva con me?” Era in ginocchio e piangeva, un pianto silenzioso e innocente.<br />

“Senti...” il mio tono era molto seccato “non sono qui per fare la maestra dell’asilo. Dimmi dov’è il sigillo o<br />

dovrò fartelo sputare con le maniere forti.”<br />

“io... non ho fatto niente”<br />

“Te lo ripeto per l’ultima volta: DOV’E’ IL SIGILLO!”<br />

“... volevo solo giocare”<br />

Con uno scatto fulmineo balzai in avanti afferrandole la gola con la mano sinistra e estraendo la mietitrice.<br />

Non ebbe nemmeno il tempo di urlare.<br />

“Rispondi!” minacciai puntandole contro la mietitrice e caricando un colpo telecinetico.<br />

“NO!”<br />

“Altair vattene!”<br />

“BASTARDIII!”<br />

“il varco è quasi chiuso, devi andartene”<br />

“non me ne andrò MAI senza di te! Non...”<br />

“ALTAIR STANNO ARRIVANDO!”<br />

“Lo so Terazed, li tengo a bada io”<br />

“Vi prego, dovete uscire di qui. Non potrò tenere aperto il varco ancora per molto...”<br />

“Hanno... hanno già ucciso i nostri fratelli, non posso, non posso sacrificare anche te. Preferirei morire...”<br />

“Attenti, credo che stiano per attaccare”<br />

“BARRIERA!”<br />

“Dannazione! sono anche dietr... *urgh*”<br />

“ALTAIR! ALTAIR RISPONDI!”<br />

“A-Altair...”<br />

Sbarrai gli occhi... non poteva essere vero. Li chiusi per qualche attimo e li riaprii ma la visione era sempre la<br />

stessa.<br />

“Ihn...”<br />

Mollai subito la presa dalla sua gola e ritirai la mietitrice, indietreggiando scompostamente.


Non poteva essere lui... era un’allucinazione... Doveva essere un’allucinazione...<br />

“Altair... perchè?” Mi guardava con uno sguardo profondamente triste, lo sguardo di chi è stato tradito dalla<br />

persona in cui aveva riposto tutta la sua fiducia<br />

“Io...” non sapevo cosa rispondere, non sapevo nemmeno se rispondere o meno... Sapevo che non era reale,<br />

Ihn era morto decine di anni prima del mio arrivo a nosgoth, ucciso assieme ad Ararì, ai Tupi e alla loro<br />

foresta.<br />

“...Perchè mi hai abbandonato?”<br />

“Io... non volevo...”<br />

“Sei fuggita lasciandomi combattere solo contro un esercito...”<br />

“Io... ho provato... ma... ero debole... non sono riuscita a...”<br />

Dannazione, perchè lui? Perchè proprio lui? Caddi in ginocchio stringendo i pugni sul pavimento.<br />

“Tu mi hai condannato a morte...”<br />

Era colpa mia... solo colpa mia... Non ero nel pieno delle forze ma volli ingaggiare ugualmente lo scontro con<br />

gli umani... e per colpa del mio orgoglio i Tupi sono stati sterminati e Ihn... ha perso la vita per salvare me...<br />

“Aquila....” Mai come in quel momento avrei voluto sentire la sua voce, ma non riuscivo a percepire la sua<br />

presenza, neppure lontanamente.<br />

Chiusi gli occhi, tentando di trattenere le lacrime. Sapevo che non era vero. Mi rendevo perfettamente conto<br />

che si trattava solo di un illusione e che il demone si stava divertendo con i miei sentimenti, ma in fondo io...<br />

Io volevo illudermi...<br />

Però...<br />

Però non è giusto... non potevo... non potevo lasciarmi sconfiggere da un inganno di cui io ero consapevole.<br />

Nessuno lo avrebbe approvato, né Terazed, né Ihn. Non potevo permettere che qualcuno infangasse i miei<br />

ricordi.<br />

Non potevo...<br />

“S... Smettila...” Sussurrai, rialzandomi lentamente<br />

“SMETTILA!...” Urlai di nuovo, lanciando un’onda d’urto verso il demone “DI CONTAMINARE I MIEI RICORDI!”<br />

Il demone venne investito dal mio colpo che però non ebbe nessun effetto. Non avevo lanciato con tutta la<br />

mia potenza, non ci riuscivo. Ero dilaniata da due forze, la prima mi diceva di distruggere tutto ciò che si<br />

muoveva in quella stanza infernale, la seconda mi impediva di fare del male ad un mio fratello...<br />

“Dannazione... è falso... è tutto falso... devo... devo cercare di non pensare... non posso venire sconfitta così,<br />

come un’imbecille”<br />

Caricai un paio di colpi telecinetici e li lanciai senza esitare ulteriormente.<br />

“*cough*... che... che è successo?”<br />

“...”<br />

“Dov’è Ihn?”<br />

“...”<br />

“T..Terazed... Dov’è Ihn!”<br />

“mi dispiace...”<br />

“no...”<br />

“eri ferita, rischiavi di morire... non c’erano altre possibilità”<br />

“NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!”<br />

Di nuovo, non potevo fare nulla per evitarlo. Altri ricordi emersero, cancellando il presente per qualche<br />

decimo di secondo. Il tempo sufficiente per permettere al demone di scomparire nuovamente.


Evocai la mietitrice.<br />

“DOVE SEI MALEDETTO!” Stavo iniziando a perdere il controllo, rabbia e disperazione si mescolarono in un<br />

vortice tumultuoso che lasciò poco spazio alla ragione<br />

“ESCI SE HAI CORAGGIO, DANNATO VIGLIACCO!”<br />

Rimasi ad ascoltare in silenzio, ansimando leggermente.<br />

La risposta fu un ringhio minaccioso alle mie spalle.<br />

Iniziai a voltarmi lentamente, sapevo già cosa avrei visto... ma stavolta non mi sarei lasciata incantare dallo<br />

stesso trucco. Non DOVEVO lasciarmi incantare....<br />

Terazed era lì, dritto davanti a me. Mi guardava con una rabbia profonda, gli occhi iniettati di sangue e gli<br />

artigli estratti che sbattevano nervosamente a terra.<br />

“Stupido demone, con questi trucchetti non fai alto che rendermi furiosa.... “ Così dicendo gli puntai contro<br />

la mietitrice “...Dimmi dov’è il sigillo o giuro che morirai tra atroci sofferenze!”<br />

Una piccola risata giocosa mi giunse da dietro le spalle. Mi girai di scatto.<br />

“Il sigillo ce l’hai proprio davanti ai tuoi occhi” La bambina sorrideva beatamente mentre pronunciava con<br />

calma la frase “se vuoi distruggere il sigillo devi distruggere il tuo amichetto<br />

A quelle parole provai un tuffo al cuore... non poteva essere vero... quello era sicuramente un trucco...<br />

Terazed è un semidio, non può assolutamente essere manipolato da un demone così insulso... Però... però<br />

non potevo esserne certa...<br />

“no... non posso crederci...”<br />

Mi rivolsi di nuovo verso Terazed e deglutii, abbassando leggermente la mietitrice. Indietreggiai lentamente,<br />

avvicinandomi alla bambina ma tenendo gli occhi puntati sul mio vecchio compagno.<br />

“Tu... maledetto mostro... hai ucciso Altair!” quelle furono le prime parole di Terazed<br />

“che... che cosa?” rimasi spiazzata da quell’affermazione<br />

Continuavo a tenere la mietitrice puntata in avanti, leggermente verso il basso e arretravo.<br />

Mi tremavano le gambe ma quella era la mia prima e ultima occasione per avere la certezza che tutto ciò che<br />

stava accadendo non era altro che un’illusione.<br />

Arrivata ad una distanza sufficiente dalla bambina, con un movimento fulmineo impressi alla spada una<br />

rotazione di 180 gradi, dal basso verso l’alto. Usai tutta la mia forza, con un colpo del genere miravo a<br />

decapitare il nemico, facendola così finita una volta per tutte.<br />

“salvami…”<br />

“non voglio morire…”<br />

“liberaci…”<br />

“ti prego…”<br />

“io…”<br />

“vattene!”<br />

“ho paura…”<br />

“buio…”<br />

“non lasciarci…”<br />

“riesci a capirmi?”<br />

“mamma!”<br />

“uccidimi…”<br />

“dolore…”<br />

“non…”<br />

“sto morendo…”


“cosa ho fatto di male?”<br />

“uccidimi… ti scongiuro…”<br />

“non permettere… che accada…”<br />

“devo fuggire…”<br />

“aiuto…”<br />

“non posso… non ci riesco… io…”<br />

“papà! Dove sei!”<br />

“perché sono qui?”<br />

“orrore…”<br />

“non capisco…”<br />

“io… sono inutile…”<br />

Mi ritrovai in ginocchio, ansimando convulsamente. Ero rimasta completamente disorientata da quell’ultima<br />

visione e persi il senso del tempo. Tutte quelle sensazioni che si accavallavano una sull’altra mi stavano<br />

facendo impazzire.<br />

Alzai lo sguardo, stancamente, per vedere solamente la coda di Terazed sbattermi dritta in faccia.<br />

Feci un volo di quasi venti metri cadendo rovinosamente a terra, ai piedi del demone che rise di nuovo,<br />

stingendo a se il suo orsacchiotto di pezza.<br />

Mi rialzai dolorosamente, sputando sangue.<br />

“T-Terazed... sono io... Altair”<br />

“BALLE! Hai sconfinato, bella”<br />

“non riesco a capire....”<br />

“Prova a capire questo allora !” Una sfera luminosa accecante iniziò a formarsi nelle sue fauci e in un attimo<br />

la lanciò su di me.<br />

“oh, merda...” Conoscevo quella tecnica, la usavo sempre prima di perdere i miei poteri. La Manipolazione<br />

della Materia, tecnica definitiva.<br />

Era troppo veloce per schivare. Alzai un braccio tentando di difendermi ma il colpo mi esplose addosso<br />

senza che potessi reagire.<br />

Venni sbattuta sulla parete in una nuvola di piume bianche. L’urto mi spezzò il braccio e la spalla destra.<br />

Caddi a terra, sanguinante. Mi stupii di essere ancora viva, Terazed doveva avere caricato poco il colpo.<br />

“Ti farò tornare nell’universo da cui sei venuta... ma ci tornerai nella dimensione dei morti!” Si avvicinò<br />

lentamente a me e mi colpì di nuovo con la sua coda.<br />

Colpii di nuovo la parete, che si incrinò con l’urto. Sentii altre ossa spezzarsi mentre scivolavo a terra<br />

esanime.<br />

Non avevo più la forza di reagire... non sapevo più cosa pensare, cosa provare. Non riuscivo più a capire<br />

dov’ero, cos’ero. Desideravo solo la mia foresta e i miei amici ma mi sarei accontentata anche semplicemente<br />

del Regno Spettrale.<br />

“Terazed... mi... mi dispiace...”<br />

Chiusi gli occhi aspettando la morte. Non m’importava più nulla né di me stessa né di Nosgoth, volevo solo<br />

che tutto finisse. Sentii i suoi denti chiudersi sulla mia gola, facendomi scivolare lentamente nel regno<br />

spettrale...<br />

Mission failed


LIQUID<br />

Ed ecco la seconda parte... ma... c'e' un piccolo problema....<br />

uhm...<br />

non e' l'ultima, lol...<br />

Mi scuso se in questa parte di missione ho fatto agire personaggi di altri senza permesso, ma a fine missione<br />

si puo' capire perchè mi sono permesso di farlo...<br />

Uhm... il codice che c'e' qui sotto stona... ma è l'unico modo che ho trovato per poter mantenere le scritte in<br />

mezzo alla pagina e non tutte ad inizio riga...<br />

sul file word funzionava, qua me le porta tutte automaticamente ad inizio riga >_><br />

here we go... -21 ore...<br />

Impotenza<br />

“Dannato…”<br />

-…qui…-<br />

“Per favore…”<br />

“Non prolungare…”<br />

“Smettila….”<br />

“Per favore…”<br />

“…le mie sofferenze…”<br />

“Che questa volta sia la fine…”<br />

“Voglio…”<br />

“Voglio finirla…”<br />

“Finiamola qui…”<br />

“Una volta per tutte…”<br />

Non so se il mio sussurro fu sentito, ma di scuro il demone lesse ogni mio pensiero.<br />

Si… come un libro aperto…<br />

E si divertiva… si divertiva ad osservarmi come un bambino si diverte con un insetto appena catturato. Non<br />

importava quanto quell’insetto soffrisse… no… non importava… il vile non ci pensava…<br />

Forse… quella sensazione…<br />

Avevo capito… non ero solo completamente nelle sue mani…<br />

Quella sensazione…<br />

Ero… appartenevo… completamente a tutta quella serie di eventi…<br />

Si… quella sensazione…<br />

Quella serie di eventi… che hanno circondato la mia vita… questo…<br />

Quella sensazione…<br />

Questo… non è libero arbitrio…<br />

La sensazione di non possedere me stesso…<br />

Mi ha condotto verso la più importante delle mie decisioni…


Già…<br />

E quel demone… quel demone… sai di chi parlo no? eheheh… quel demone… forse tu saprai<br />

confermarmelo… quel demone… già sapeva di quanto io mi sentissi in conflitto con me stesso… nemmeno io<br />

prima ne ero a conoscenza… ma lui lo sapeva… si lui sapeva… e consenziente o per puro caso… lui mi ha<br />

aiutato… sto impazzendo… quella sensazione… mi ha condotto verso la pazzia… ma non mi sono mai<br />

divertito cosi tanto… ora… ho davvero la possibilità di mettere la parola fine…<br />

………<br />

Meglio che mi dia una calmata…<br />

Feccia<br />

Già… Venne il momento del mio risveglio. Stringevo ancora fra le mani quella sfera luminescente che per<br />

tutto quel tempo era rimasta nel mio addome.<br />

La faccia serena e divertita di quel demone mandava un messaggio chiaro. Voleva ancora giocare… lo<br />

odiavo…<br />

Per la seconda volta, come un vero idiota mi ero automutilato… tutto per il suo divertimento.<br />

-Dannato…- sussurai, non so per quante volte.<br />

Lui tenne il suo sorriso stampato sul volto.<br />

Mi rubò la sfera dalle mani ed io caddi a terra ormai privo di forze… rassegnato… ma sicuro che il mio dolore<br />

sarebbe continuato…<br />

-Voi… mietitori e vampiri puri di Nosgoth… avete ricevuto un grande dono…- disse. Parlava molto<br />

lentamente scandendo ogni parola. Continuò.<br />

-Non parlo della grande forza di cui siete dotati… o le vostre abilità… voi detenete l’arma più forte… il libero<br />

arbitrio… eppure… tu sei il perfetto esempio di come non tutti riescano a sfruttare appieno questo potere…<br />

anzi…-<br />

Mi afferrò al collo sollevandomi da terra. Generò una forte enrgia che rivestì il mio corpo. Le ferite<br />

nuovamente si rimarginarono e lentamente recuperai le forze.<br />

Fui subito libero dalla sua presa e fui invitato dal demone stesso a sedermi. Obbedii.<br />

-Non penso di aver più la forza per sorbirmi una predica…- dissi io. Le sue parole non mi preoccupavano<br />

affatto. Chiaramente… non avevo ancora la mente abbastanza aperta per poterle comprenderle appieno.<br />

-Sappi comunque… che non ho intenzione di lasciare libero uno sprovveduto come te con un potere cosi<br />

immenso…- rispose lui. Mi sorpese quella sua affermazione.<br />

-Non capisco perché la vicenda ti stia tanto a cuore…- mi rassegnai… il dialogo col demone era l’unica<br />

soluzione. Gli scontri diretti erano inutili, e poi… avevo già elaborato un via di fuga… e lui l’aveva già<br />

perpecita – in fondo… sei rilegato a questo brandello di dimensione… che te ne importa di ciò che accade<br />

fuori…-<br />

-Mi importa… e ti ripeto… io vi voglio aiutare… e soprattutto… ti voglio aiutare!- teneva ancora stretto in<br />

mano la piccola sfera e la faceva volteggiare mentre discorreva con me.<br />

-Le torture che ho subito fino ad ora… non penso mi siano state molto d’aiuto…- mi lamentai.<br />

Udite quelle parole, il suo viso si illuminò. Portò avanti la sfera e domandò:<br />

-Sai che cos’è questo?-<br />

-Di sicuro non è il sigillo che stavo cercando…-<br />

-Posso assicurarti che questo è effettivamente un sigillo… sai, il ruolo che mi è stato affidato, mi conferisce<br />

una serie di poteri praticamente illimitati all’interno del mio “brandello” di dimensione, come l’hai definito tu.<br />

Posso perfino rendere asratto ciò che è concreto e concreto ciò che è astratto- Era talmente preso dalle sue<br />

spiegazioni che non si accorse neppure di aver urtato con un gomito una delle bottiglie di vino che si<br />

frantumò al suolo.<br />

-Cerchi di impressionarmi?- ironizzai.<br />

-Analizza i pochi ricordi che ti rimangono della tua vita da vampiro… non t’è mai capitato di notare quanto la<br />

tua personalità sia cambiata una volta che sei divenuto mietitore?-


Annui con il capo e mi rattristai riportando alla mente la cosa. Della vita da umano non ho il minimo ricordo,<br />

ma quelle poche ore in cui fui vampiro sono rimaste ben impresse nella mia mente.<br />

Ricordo bene quell’ardore e desiderio dentro di me che mi rendeva… più cosciente delle mie azioni, ma che<br />

al contempo generava in me una grande tristezza e insoddisfazione.<br />

Ciò sparì letteralmente il giorno della mia rinascita da mietitore.<br />

- Il momento in cui hai ricevuto il libero arbitrio, il tuo spirito ne fa un uso errato da quel giorno…- osservò<br />

quasi commosso la piccola sfera e poi la appoggiò sul tavolo davanti a se.<br />

-Ho capito…- mi alzai e feci alcuni passi verso il grosso orologio -… qui non concluderò mai niente… per quel<br />

che mi riguarda, questa missione è fallita…- mi appoggia al vecchio arnese ed evocai la cara e vecchia lama<br />

spettrale.<br />

-Ti avverto… te ne puoi andare… ma io non ho ancora finito con te…- Disse.<br />

Io portai una mano sopra la nuca e mi afferrai i capelli.<br />

-Non me ne importa più nulla…- commentai e lasciai che la lama passasse sotto la mia testa. Mi decapitai. Io<br />

miei occhi trasmettevano un messaggio chiaro a sfrontato al mio nemico: “Curami ora”…<br />

Per qualche secondo riusci a vedere, vidi ancora lo sguardo soddisfatto di quel maledetto, mentre osservava<br />

il mio corpo dissolversi pian piano e pregustando il suo geniale e non troppo folle piano per piegare la mia<br />

volontà. Ero stato manipolato ancora, e forse per la prima volta volli ad assecondarlo…<br />

Quanto mi era famigliare quella sensazione, il mio essere in bilico tra la vita e la morte che lentamente si<br />

spostava verso un luogo più sicuro e dove la mia anima poteva trovare un riposo temporaneo dalle fatiche e<br />

dai dolori della vita materiale. La mia seconda patria, il regno spettrale.<br />

Tutto divenne distorto, la solita atmosfera bluastra mi avvolgeva e per quella volta lo spostamento fu più<br />

lungo. Fui costretto ad abbandonare i mobili di quella sala nobile e ben arredata, i muri si deformarono e i<br />

loro spigoli si diressero tutti verso un punto infinitamente lontano, posto dove stava il caminetto acceso.<br />

Viaggiai per qualche secondo verso il grande salone dell’entrata, poi passai il portale, sbucai fra le nuvole<br />

che ricoprivano il cielo della città distrutta dallo scontro fra i due titani, precipitando nel vuoto, mentre il<br />

terreno sotto di me si faceva sempre più vicino.<br />

Rallentai nell’ultimo tratto, mentre attraversavo i folti rami degli alberi che in quel regno apparivano morti e<br />

spogli. Quando arrivò il momento di apoggiarmi delicatamente a terra, chiusi gli occhi, per darmi al sonno<br />

più profondo.<br />

Nuovamente raggiunsi la sensazione di ascesi che avevo provato momenti prima. Ma c’era qualcosa di<br />

diverso e rinnovato, ero stato privato di un’ulteriore peso, e ciò mi rendeva ancora più felice.<br />

Felice di non esistere… quella sensazione… non esistere…<br />

Prova a pensare a cosa può portare secoli e secoli di sofferenza e sensi di colpa ad una mente che conserva<br />

ancora la fragilità umana. Questo è ed è sempre stato il mio problema principale, questo mio dualismo,<br />

questa mia incompletezza, che puo essere derivata davvero da un’uso incorretto dei miei poteri, o può<br />

essere un riflesso dell’incompletezza nella mia breve e passata vita da vampiro.<br />

Se davvero ho il libero arbitrio, perché sono andato a scegliermi un destino che non posso reggere? Quanto<br />

autolesionista sono stato in tutti questi anni? E per quanto ho chiuso gli occhi, incurante di ciò che volevo<br />

veramente? La mia unica libera scelta è stata di rifiutare il libero arbitrio, questo è certo…<br />

Tutte le cose, benevole o maligne che siano, devono finire… l’immortalità è solo una presa in giro…<br />

E perciò finì anche la mia seconda ascesi.<br />

Di nuovo risfogliai pagina per pagina i ricordi di più di una vita, non soffrii come nella prima, ma stavolta<br />

vomitai. In quel momento non mi curai del fatto che i mietitori non mangiano cibi solidi e che quindi non li<br />

possono nemmeno rimettere.<br />

Non avevo ancora aperto gli occhi ma ripresi a sentire. Mi incantai nel sentire il dolce canto degli uccelli e il<br />

fruscio del vento che attraversava le chiome dei numerosi alberi li intorno.<br />

Ero ancora cieco. Mi inginocchiai e mi chinai per vomitare una seconda volta.<br />

A quel punto mi resi conto della stranezza.<br />

Cercai di aprire gli occhi, ma la luce era troppo forte.


“Perché… perché non mi trovo nel regno spettrale?”<br />

Gattonai qualche metro più in la. Sentivo che in quella direzione c’era dell’acqua. Per ora era il mio unico<br />

punto di riferimento. Tentai nuovamente di guardarmi attorno, ma gli occhi mi dolsero e rinunciai.<br />

Continuai ad avanzare verso la fonte d’acqua.<br />

Poggiai la mano su un sasso appuntito, per un riflesso incondizionato, piegai il braccio e persi<br />

compleatamente l’equilibrio sbattendo il mento a terra e ferendomi.<br />

Da tempo non provavo un dolore del genere. Urlai e mi lagnai.<br />

Il miei urli non fuoriuscirono cupi e rochi come al solito, ma la mia voce mi parve molto più acuta.<br />

Il sangue mi stava colando su tutto il torace ma non potevo vederlo, i miei occhi erano ancora incapaci di<br />

reggere la luce.<br />

Tremai e nel contempo sperai… sperai che tutto andasse per il meglio. La ferita mi terrorizzava, temevo<br />

veramente per la mia vita. Non me ne capacitavo, eppure quella sesazione era così intensa, naturale e<br />

incontrollabile che non fui in grado di resistergli.<br />

Rimasi immobile qualche minuto, ansimando e tremando, mentre la ferita piano piano si cicatrizzava.<br />

Mi feci quindi forza, e ripresi la mia avanzata. Ora l’acqua la potevo udire. Tenevo gli occhi mezzi aperti e<br />

qualcosa riuscii ad intravedere, il verde degli alberi, il marrone dei loro tronchi e l’azzurro limpido dell’acqua<br />

di un grande lago che si confondeva con lo stesso colore acceso del cielo.<br />

Arrivai alla riva. In ginocchio, mi sciacquai la faccia e passai delicatamente l’acqua sulla ferita. Con più energia<br />

invece sfregai i miei occhi, sperando di ridargli un po di vita.<br />

E questi in effetti risposero alla freschezza dell’acqua. Si spalancarono completamente anche se con molta<br />

fatica, per farmi godere della vista di quel grande lago con la cittadella la centro.<br />

-Di nuovo…-<br />

“Nachtolm…”<br />

Osservai scrupolasomaente l’ambiente in cui mi trovavo.<br />

Riconobbi il posto. Stavo esattamente sulla riva opposta alla vecchia capanna di Synemi.<br />

Poggiai una mano sul terriccio umido della piccola spiaggia in cui mi ritrovavo.<br />

La guardai. Un brivido mi attrversò tutto il corpo. Sentii freddo, ma la mia fronte prese a sudare.<br />

Tentai di dire qualcosa…. di pensare a qualcosa che potesse spiegare come… la mia mano… non fosse più<br />

come prima.<br />

Era deforme… i tre grossi artigli non c’erano più. La mano era completamente piatta, spessa forse un paio di<br />

centimetri e terminava con 5 sottili escrescenze. Erano scheletriche e di un colore che ricordava il pallidume<br />

dei cadaveri.<br />

Scrutai l’altra mano. Identica.<br />

Una vasta coltre di peli si estendeva su tutti e due gli arti che erano dello stesso rosa pallido delle mani e<br />

continuava fino al busto e allo stomaco.<br />

Il sangue che colava sul mio torace era rosso, talmente acceso da darmi ribrezzo.<br />

Il corpo era continuamente colpito da forti spasmi muscolari per la forte tensione e lo shock.<br />

Subito con le mie nuove mani tastai i denti. I canini erano cortissimi, la dentatura piatta e molto debole.<br />

L’ossatura tutto sommato era più levigata e simmetrica rispetto a quella di un mietitore.<br />

Il panico passò… e io cominciai a comprendere ciò che mi era successo. Il riflesso del mio viso nell’acqua mi<br />

aiutò a trarre le dovute conclusioni in fretta.<br />

Ero un uomo… un umano…<br />

Da secoli ero mietitore, trovai quindi mostruoso il cambio radicale che il mio corpo aveva subito.<br />

Scartai l’ipotesi di un illusione. Quelle sensazioni che ora provavo erano talmente chiare e cristalline, non<br />

potevano mentire sulla loro reale essenza.<br />

E sapevo… di non essere più in quella sua dimensione bugiarda. Nessun demone, forte che sia, puo<br />

interrompere il glifo delo spostamento di noi mietitori. Per la prima volta ebbi la sicurezza che tutto ciò che<br />

mi circondava era reale, e non frutto di un macrabo incantesimo mentale.<br />

Nonostante la fame e la perdita di sangue, mi sentivo in forze. Non ci misi molto a rialzarmi ed a camminare<br />

correttamente, anche se la sensibilità su tutto il corpo era ben diversa da prima. Indossavo ancora i miei<br />

vestiti.


Tentai inutilmente di far comparire dalla mano sinistra la lama spettrale, la fedele compagna di tutte le<br />

vicende che ho raccontato fino ad ora. Nulla. Non percepii nemmeno la sua presenza e ne fui dispiaciuto. Per<br />

un mietitore, la mietitrice spettrale diventa una alleata fidata, non poter usufruirne mi rattristava. Una parte<br />

di me era venuta a mancare, e non sapevo nemmeno a chi poter indirizzare la mia vendetta.<br />

Era chiaro che quella strana sfera uscita dal mio ventre era la chiave del mistero.<br />

Osservai la boscaglia li vicino. Il sole mi stava cuocendo e l’ombra dei folti alberi era cosi invitante che non<br />

seppi trattenermi dal nascondermi sotto di essi.<br />

Mi comportavo come uno stupido umano…<br />

Ma mi piaceva…<br />

Sentivo il bisogno di riflettere e riordinare tutti gli elementi che avevano portato me a quella assurda<br />

situazione e intanto mi venne voglia di inoltrarmi ancora di più. Si, adorai quel silenzio molto più di quanto<br />

avessi fatto prima. E la brezza leggera sulla pelle era alquanto piacevole e rilassante…<br />

Capisco perché gli umani temono tanto la morte… da morti queste sensazioni e questi piaceri banali<br />

svaniscono nel nulla. Ma penso che tu non abbia mai potuto godere di cose simili…<br />

La cosa migliore da fare, pensai fu di contattare Respen. Da umano, i contatti mentali con il mio signore<br />

erano interrotti, e sicuramente la mia mente in quel momento si confondeva tra le tante menti umane di<br />

nosgoth, e ciò mi rendeva difficile da individuare persino per i suoi immensi poteri.<br />

C’era inoltre la possibilità che non fosse ancora tornato dalla fortezza del fratello del guardiano del tempo.<br />

Eppure lui era l’unico che avesse potuto aiutare in qualche modo.<br />

Nel frattempo, la passeggiato mi rallegrava molto e mi aiutava a scaricare il peso dei miei ricordi più<br />

prossimi, trovavo la foresta amorevole, con la sua armonia di suoni, luci e odori. Il sole stava calando ed io mi<br />

sentivo sempre più stanco. Delicatamente mi coricai sotto un’albero e mi addormentai.<br />

La mattina dopo fui svegliato di soprassalto da un gruppo di individui, sembravano boscaioli. Correvano<br />

all’impazzata e gridavano terrorizzati, mi passarono vicino senza nemmeno notarmi, uno lasciò cadere una<br />

piccola accetta, proprio di fronte a me.<br />

Ne arrivarono altri gridando:<br />

-E’ ancora lei!!!- - E’ quell’arpia!!!- -Ci vuole divorare!!!-<br />

Rimasi seduto e continuai ad osservare la scena, per avere conferma che “l’arpia” fosse davvero in questi<br />

boschi, come era solita fare. Se lei si trovava a Nosgoth, molto probabilmente questo valeva pure per<br />

Respen. E fece la sua venuta.<br />

Saltando da un’albero all’altro, si avvicinò alla mia posizione e con un’ultimo breve volo raggiunse l’abero di<br />

fronte a me. Portò le mani alla bocca per improvvisare un piccolo cono e poi si mise ad urlare.<br />

-Quante volte vi ho detto di non farvi vedere in questa foresta!! Costruitevi le vostre case col fango se<br />

proprio avete bisogno di un posto dove stare!!-<br />

-Altair!- la chiamai. Nell’udire il suo nome si voltò verso di me. Mi scrutò quasi allibita, poi volse gli occhi<br />

verso l’utinsile abbandonato dal boscaiolo. Rimanendo aggrappata al grosso ramo su cui stava appoggiata si<br />

lasciò cadere con tutto il corpo e si ritrovò appesa a testa in giù, fissandomi ancora più intensamente. Dopo<br />

qualche secondo riprese a parlare.<br />

-Non so come tu conosca il mio nome… ma sei uno di quei luridi boscaioli…-<br />

-Ascoltami Altair- spiegai – mi devi aiutare… è successo tutto cosi in fretta che non so dove cominciare… devi<br />

portarmi da…- spalancai gli ochhi quando lei senza pensarci due volte si gettò sull’accetta e la afferrò con<br />

entrambe le mani. Picchiettò il manico un paio di volte sull’altra mano e fece scrocchiare il collo. Si portò<br />

quindi a pochi centimetri da me bloccandomi ogni via di fuga.<br />

-Ora ti mostro cosa significa essere accettati…- sorrise malvagiamente e alzo la piccola scure su di me.<br />

Urlai e mi scansai su un lato, mentre il filò dell’arma sfiorò il mio torace umano.<br />

Gattonai per sfuggire ad Altair e mi rifugiai dietro una roccia. Ero completamente terrorizzato e nel panico.<br />

La sentii ripartire all’attacco, cercai di evocare velocemente un glifo della forza, ma non successe nulla. Avevo<br />

perso completamente ogni potere.<br />

Mi feci coraggio e spuntai dalla roccia urlando a squarciagola:<br />

-Ferma Altair!!! Sono io!! Sono Liquid!!- e si fermò.<br />

Per qualche secondo calò il silenzio, Altair mi fissava ancora più incredula di prima mentre io con gli occhi<br />

cercavo di rafforzare la sincerità della mia affermazione. Non lasciò la sua arma, ma incrociò le braccia.<br />

-Liquid?-


-Si sono io…- mi rialzai e mi avvicinai a lei.<br />

-Che diavolo ti è successo…- chiese lei con un tono preoccupato che non mi convinceva. Decisi comunque di<br />

spiegarle l’accaduto, avevo bisogno urgente di un passaggio.<br />

-E’ successo tutto per colpa di quel… AAAHH!- urlai ancora e mi rigettai a terra.<br />

Mentre parlavò tentò ancora di accettarmi. Scoppiò in una fragorosa risata e mi puntò di nuovo con gli occhi<br />

assetati di sangue.<br />

-Liquid sarà stupido, ma non così tanto da trasformarsi in un umano, quindi… fammi il piacere… e lasciati<br />

massacrare senza lagne…-<br />

-Ti posso giurare! Sono Liquid! E’ stato il guardiano del sigillo! Nella fortezza!!!-<br />

Di nuovo ebbi la sua attenzione. La vidi dubbiosa sul da farsi. Gettò l’arma lontano e mi afferrò per il collo<br />

sollevandomi da terra.<br />

-E chi mi dice che tu non vuoi fregarmi e salvarti le penne?- disse.<br />

-L’unica ad avere le penne qui sei tu…- ironizzai.<br />

-In quanto alle battute scarse ci assomigli molto…- chinò la testa penseriosa, poi il viso si illuminò e continuò<br />

a parlare –C’è solo un modo per avere una conferma certa…-<br />

Prese il volò e strinse ancora più forte il mio collo per sostenermi durante il volo. Faticavo a respirare, ma ero<br />

sicuro ormai che non mi avrebbe lasciato morire.<br />

Il volo fu breve e fummo presto sulla riva del lago. Atterrò bruscamente e mi lanciò con forza a terra<br />

indicando poi l’acqua.<br />

-Se sei veramente Liquid, allora sai già cosa fare…- evocò poi la mietitrice –Altrimenti…-<br />

Sghignazzò desiderosa di trasformarmi in carne morta.<br />

La mia abilità di manipolare l’acqua… in quel piccolo villaggio a sud est dei pilastri di Nosgoth avevo<br />

scoperto come nella mia vita passata da umano, di cui ho pochissimi ricordi, ero riuscito ad ottenere un<br />

potere tanto grande, cosi grande da contrastare la naturale debolezza all’acqua dei vampiri. Quell’artefatto<br />

cosi potente, sconosciuto a tutti, e che il destino mi ha fatto incontrare…<br />

Essendo un’abilità non derivante dal mio essere mietitore era logico che nelle mie attuali condizioni potessi<br />

ancora usufruirne.<br />

Concentrai tutte le miei energie, impostai la traiettoria con rapidi movimenti delle mani ed ecco che un<br />

momento dopo una piccola quantità d’acqua si alzò dalla superfice del lago. La feci fluttuare per pochi<br />

secondi verso la riva, ma lo sforzo era troppo enorme, e il mio corpo non resse un simile stress. Mollai la<br />

presa e fui subito privo di sensi.<br />

Passarono ore, giorni, mesi o solo pochi minuti… non lo so… e poco importa…<br />

Ciò non è nulla di fronte all’immortalità… forse è per questo che mi odio… forse…<br />

Fattostà… ora posso finalmente sistemare questo mio doloroso inconveniente… è inutile… il tuo sguardo<br />

confuso e tutto ciò che mi stai dicendo… è totalmente inutile… ora più che mai so quel che faccio… come<br />

quell’istante in cui posi fine alla mia vita umana suicidandomi… non lo ricordo affatto, ma ne sono<br />

sicurissimo… questa è stata la mia fine… o meglio… dovrei dire… l’inizio…<br />

L’inizio di quel lungo cammino che mi ha portato dritto dritto alla sofferenza da cui io cercavo di scappare…<br />

mi sbagliavo… io non sto impazzendo… sono e sono sempre stato pazzo… potrei ridere… perché ti assicuro…<br />

tutto ciò è davvero divertente… ma non ne ho voglia… libero arbitrio… molto banalmente… io scelgo… tu<br />

muori…<br />

Ora ascoltami bene perché qui viene il bello…<br />

Fui svegliato bruscamente da delle grida vicine.<br />

-Se non fosse stato per me tu gli saresti già saltato addosso con quelle tue chiappe da lupo!-<br />

-Come potevo saperlo! Se non comunichi le cose agli altri…-<br />

-L'unico modo di comunicare con te sono i cazzotti-<br />

-Ok, ora datevi una calmata voi due… la situazione è seria…-<br />

-E Respen stranamaente sembra sparito…-<br />

Ero coricato a terra, ancora vicino al lago. Intorno a me stavano Altair, Reev, Fahnir e il vampiro Keija… Mi<br />

rimisi in piedi mentre tutti gli altri ad occhi spalancati aspettavano che io dicessi qualcosa, che spiegasse<br />

anche minimamente ciò che era successo. Ero ancora stordito e non mi andava di tuffarmi in discorsi troppo


complicati.<br />

-Che succede? Quanto ho dormito?- chiesi a voce bassa.<br />

-Pochi minuti…- Rispose Altair. A quel punto mi chiesi come tutti loro potessero essere accorsi li in poco<br />

tempo.<br />

-Stavamo tutti nei paraggi…- disse invece Fahnir, quasi per voler rispondere ai miei pensieri a cui non avevo<br />

ancora dato voce.<br />

-E che ci facevate tutti qua?- chiesi curioso.<br />

-A questo non sappiamo risponderti…- stavolta parlò Keija.<br />

“Come? Non sanno rispondermi?” non seppi che pensare in quel momento… non mi aspettavo una risposta<br />

simile.<br />

Avevo conosciuto molti vampiri e mietitori ma solo con alcuni avevo stretto un rapporto particolare… e di<br />

sicuro con Altair, Reev e Fahnir avevo vissuto i momenti migliori. Ricordo ancora battaglie contro i vampiri<br />

corrotti, demoni… fianco a fianco… eravamo riuscita ad attivare una delle forgie della mietitrice d’anime…<br />

Con Keija avevo fatto coppia solo una volta ma ho ancora impresso il suo comportamento particolare e<br />

molto… molto strano…<br />

Ma di tutto questo ho già raccontato, no?<br />

-Che significa? Non sapete perché siete qui?- fui titubante nel chiederlo, forse perché temevo di ricevere una<br />

risposta peggiore.<br />

-Cambiando discorso…- fece subito Altair – dobbiamo trovare il modo di rimetterti a posto! Non avrai deciso<br />

di rimanere cosi per sempre…-<br />

-Respen sembra sparito… è scomparso proprio nel momento in cui Altair ti ha trovato… abbiamo provato a<br />

contattarlo telepaticamente, ma non riceviamo risposta…- continò Reev.<br />

-Il pilastro in che condizioni è?- Pensai subito a quello, di sicuro il pilastro avrebbe potuto chiarire qualcosa<br />

sull’assenza del guardiano…<br />

-Non lo sappiamo…- risposero all’unisono tutti e quattro immediatamente senza pensarci.<br />

-Ehi… che diavolo vi sta succedendo?- esclamai e sorrisi. Era chiaro che qualcosa non andava. In realtà tutto<br />

non andava in quel momento, io ero umano, tutti si comportavano in un modo molto strano, Respen era<br />

sparito e… stranamente… che tra l’altro… ora che ci penso… tanto strano non lo era… io in quel momento…<br />

ero felice…<br />

tsk…. umani…<br />

Ed ecco che il vero gioco ebbe inizio.…<br />

-Tranquilli, ci penso io al vostro Liquid…- una quinta voce intervenne alle mie spalle. Mi voltai.<br />

“Una capanna di legno… mi sono spostato… ci siamo spostati… siamo dall’altra parte del lago… un paio di<br />

minuti? Impossibile… non credo che Altair possa aver attraversato tutto il lago in quel poco tempo…<br />

soprattutto caricata del mio peso morto… che diavolo…. che strano… forse è meglio così… almeno adesso<br />

posso vederla… in carne ed ossa…”<br />

Ero talmente… accecato da quello stupido senso di felicità che non mi accorsi che attorno a me circolava<br />

l’inferno…<br />

E cosi… mi ritrovavo una seconda volta nello scenario della capanna in riva al lago, potevo vedere ancora<br />

Synemi nel suo splendore, mentre sorrideva e stringeva tra le braccia il libro di suo padre.<br />

-Gli studi di mio padre saranno davvero utili!- saltellò verso di noi e riprese a parlare –Anchio ti preferivo<br />

come eri prima Liquid…-<br />

-Tu la devi smetter di intrufolarti in affari che non ti riguardano…- la rimproverai con fare quasi paterno.<br />

Ed ecco che si scatenò in me l’illusione più grande di cui ogni uomo, prima o poi cade vittime. Osservando i<br />

suoi occhi che mi parserò cosi dolci e sorridenti, i soui movimenti leggeri e armonici, la sua parlantina<br />

vivace… io me ne innamorai.<br />

Mentre ora… non ho a cuore più nulla… voglio solo essere lasciato in pace, lasciato in pace da tutti questi<br />

sciocchi sentimenti…


Eheh… eheheh…. Ahahahahah! Si... tutto progettato divinamente...<br />

Quale momento più propizio per entrare in scena? Quando io, cullato dall’amore, non riuscivo a vedere al di<br />

la di quel lago… Nosgoth non esisteva più, i pilastri non esistevano più, Omega non esisteva più… il mio<br />

lavoro era finito, niente più da difendere, nessuno a cui poter offrire aiuto… ero più cieco di quanto lo fossi<br />

prima di aprire gli occhi…<br />

Dalla boscaglia, ormai sepolta nell’oscurità, grossi spiriti infuocati fuoriuscirono. Synemi urlò ed io feci lo<br />

stesso. Guardai alle miei spalle, i mietitori ed il vampiro erano svaniti nel nulla. Non avevo man forte e da<br />

umano non potevo fare molto.<br />

Provai a manipolare dell’acqua ma invano, ogni singolo essere mi fu subito addosso, cercai invano di<br />

resistere ma il fuoco prese a divorare il mio corpo… non volli morire… desiderai follemente di non morire… e<br />

fui accontentato.<br />

Ripresi i sensi…<br />

Non bruciavo…<br />

Ma…<br />

“Sono legato… che succede?” furono i miei primi pensieri, prima di concepire davanti a quale spettacolo mi<br />

stessi trovando. Ero stato legato con una corada lunga e stretta ad un tronco di albero.<br />

Davanti a me… una capanna… una piccolo lago… la cittadella in mezzo all’acqua…<br />

E la ragazza… la ragazza quasi totalmente denudata ed in fin di vita che invocava il mio nome…<br />

-NOO! Non puoi farmi questo!!! Bastardo!!!- gridai sperando di essere sentito dal demone.<br />

Ed ecco che il demone fece la sua comparsa…<br />

-Sei solo feccia!!! Feccia!!! Svegliati e smettila con questi tuoi assurdi comportamenti!! Smettila!!!-<br />

Pelle blu…<br />

-Fermati!!! Smettila!!!-<br />

Sangue blu…<br />

-Non puoi farlo!!!! FERMATI!!!-<br />

… e queli occhi bianchi e luminosi in cui potevo leggere una tristezza che mi era familiare…<br />

Il mietitore avanzò verso la sua preda indifesa…<br />

LIQUID<br />

Dualismi<br />

E gridavo… gridavo…<br />

Voce buttata al vento…<br />

Ricordavo benissimo quanto fosse muto quell’uomo legato all’albero, nonostante lo spreco di energia con<br />

cui cercava di richiamare il mietitore…<br />

Intanto mi avvicinavo alla mia vittima, l’illusione che tanto amavo…<br />

E che tanto temevo…<br />

Gridavo…<br />

Non ascoltavo…<br />

E camminavo…<br />

Le corde erano strette… avrei voluto fermarlo…<br />

E avrei voluto che fosse stato zitto…<br />

Ma avrei voluto che mi avesse parlato ogni tanto…<br />

Lasciami fare il mio lavoro…<br />

Lasciami amare…


No…<br />

No…<br />

Sei tu quello sbagliato… chi volevo prendere in giro…<br />

Due affondi… nel cuore della ragazza… nel mio cuore…<br />

Eppure…<br />

Io ho mirato al tuo collo, demone…<br />

Tu hai mirato al mio animo…<br />

Il Risveglio<br />

Poetico, no?<br />

Apprezzo molto che tu abbia ancora voglia di ascoltare… sai… la fine della mia storia è vicina… quindi<br />

pazienta ancora un po, abbiamo quasi terminato… questa assurda storia è giunta al termine, con un lieto<br />

fine, almeno per me…<br />

Vedi… l’abilità con cui il mio nemico era riuscito ad incastrarmi ed a fare in modo che io provassi ribrezzo e<br />

rancore per me stesso fu impeccabile. Si… impeccabile… era riuscito a farmi aprire gli occhi… costringermi<br />

nel considerare me stesso feccia della peggior specie… feccia… la definizione di idiota non mi garba più…<br />

direi che feccia si addice proprio…<br />

Nella mia nuova condizione, io odiavo Liquid, dal profondo del mio animo, non avrei mai voluto essere stato<br />

un mietitore. Ma non si può sfuggire a destini così crudeli, ma semplicemente, ci si può porre fine.<br />

Scontrarsi… combattere… e sconfiggere la propia immortalità per raggiungere questo scopo… la fine… a ciò<br />

voglio arrivare…<br />

Un potere simile… posso esserne pur degno… ma non voglio averci più a che fare… e… pensandoci bene… io<br />

non sono più un mietitore effettivamente… sono cambiato… in meno di un secondo, sono cambiato…<br />

Il corpo della ragazza non sparì. Le fiamme… non si accesero sulla sua pelle… il suo cadavere non si<br />

polverizzò… la spiaggia non divenne per incanto una sala da pranzo ben arredata… non potevo sentire<br />

l’odioso tichettio del vecchio orologio… no…<br />

Il mietitore al contrario prese fuoco… in un forte bagliore si polverizzò e sparì dalla mia vista, superbo e<br />

fidcioso del suo fare da eroe…<br />

Mi apoggiai sulle corde sfinito…<br />

Sono passate solo poche ore da quei terribili momenti ma i miei ricordi sono alquanto annebbiati.<br />

Come se, per quella sola volta, la mia mente fosse stata in grado di cancellare tutte le memorie relative a<br />

quel terrificante scenario che era quasi riuscito ad abbattere in un solo colpo la mia sanità mentale… beh…<br />

non che fosse necessario salvare la mia psiche da feccia… non ce n’era bisogno…<br />

E di nuovo comparve lui…<br />

Esibiva ancora quella sua… la mia sfera… come un trofeo. Sorrise compiaciuto nel vedermi cosi distrutto e<br />

volle in quel momento espormi il suo discorso conclusivo.<br />

-Ci rivediamo, mietitore…- disse – piaciuto la magnifica messa in scena? Spero sia stata di tuo gradimento…-<br />

osservò ancora la sfera, avido di poter proseguire con la sua mossa successiva.<br />

-Che cosa vuoi da me?- sussurrai<br />

-Aiutare no?- rispose.<br />

-Ti odio…-<br />

-Si… è normale… non sei abituato a questa esplosione di sentimenti, li stai sfogando a destra e a manca<br />

senza controllo… non è divertente?- per qualche secondo non risposi. Lui alzò le spalle e fece una smorfia.<br />

Abbassai il capo e sussurrai ancora.<br />

-Che cosa vuoi da me?-<br />

-Questo sigillo- spiegò – è ciò che bloccava ogni tuo libero sentimento… credi davvero che i sentimenti<br />

siano prerogativa degli umani? Sei tu quello sbagliato…- mi voltò le spalle, alzò lo sguardo e rise per poi


ivoltarsi verso di me ed indicarmi avvicinando la sfera.<br />

-Non capisci? Hai sempre scelto di porre un sigillo al tuo stesso essere per sfuggire a quella sofferenza che<br />

ne menneno tu sai da dove proviene e che non hai mai potuto sopportare, ne in una vita ne in un’altra. Ma<br />

come vedi… - mi mostrò più da vicino la sfera e notai per la prima volta grosse crepe che percorrevano tutta<br />

la sua superfice – come puoi vedere ormai è danneggiato, le pulsioni del tuo io sono state talmente forti da<br />

danneggiare il sigillo dall’interno. Non durerai a lungo…-<br />

Qualcosa si fece sentire nella mia testa… una volontà… un desiderio… mi sentivo attratto da quella nobile<br />

sala da pranzo. Improvvisamente qualcosa cominciò a chiamarmi, ad invocarmi… io dovevo tornare la… il<br />

sigillo… il sigillo della mia missione… il sigillo che bloccava i poteri di Omega… era ancora la e mi stava<br />

chiamando… implorava il mio nome… e il demone sorrise…<br />

-Lo senti? Molto presto lo potrai raggiungere… ora posso lasciarti libero… non deludermi… ma prima, ti<br />

restituisco questa.-<br />

Lentamente riinfilò la sfera luminosa nel mio torace e io potei risentire sulla mia anima il peso della mia<br />

oppressione, che mi avrebbe seguito per l’eternità. Ne soffri… ma non troppo…<br />

-Ed ora… puoi risvegliarti!- urlò<br />

-Risvegliarmi? Che significa?- non ebbi risposta.<br />

-Che significa!- esclamai a quel punto. Il demone ristampò quel suo stupido sorriso in faccia.<br />

-Ehi… Liquid…- disse con molta calma –Liquid! Svegliati! Che ti succede! Liquid!-<br />

E sparì dalla mia vista… o meglio… tutto sparì dalla mia vista… di nuovo fui circondato dal nero più assoluto.<br />

Ma non durò molto. Bastò riaprire gli occhi, come sempre. Respen era davanti a me, mi teneva per le spalle e<br />

mi scuoteva.<br />

-Liquid! Che ti succede all’improvviso! Svegliati! Liquid! –<br />

L'Illusione di una Vita<br />

-Svegliati Liquid!-<br />

-Finalmente…- disse poi quando si accorse che avevo ripreso i sensi.<br />

-Dove mi trovo?- sussurrai…<br />

-Non ricordi? Sei alla cattedrale dell’anima! Ho perso i contatti con te, la tua mente s’è svuotata<br />

all’improvviso, per qualche secondo ai perso i sensi… ora sembra tornato tutto normale… credo sia un effetto<br />

collaterale del tuo imminente ritorno dalla sala delle impronte-<br />

Diedi una rapida occhiata alla mia mano, era da mietitore, come al solito, non me ne stupii.<br />

Il mio corpo era pieno di lividi, avevo di nuovo perso la concentrazione e ne avevo subito le conseguenze.<br />

-Che cosa ci faccio qui…-<br />

-Strano… davvero strano… tutto ciò è troppo pericoloso… sicuro di voler ancora andare ad aiutare il<br />

guardiano del tempo?- chiese a quel punto<br />

Sobbalzai. Che senso aveva quella domanda dopo tutto quello che avevo passato? Peccato che nulla ormai<br />

avesse più un senso…<br />

-Che vuol dire? Io sono…- ed in quell’istante trasalii. Avrei voluto dire qualcosa, raccontare qualcosa… ma la<br />

mia mente era completamente vuota. Sapevo che era successo qualcosa prima o durante quello strano<br />

svenimento, ma non ricordavo cosa… non riuscivo a ricordare… restavano solo quei sentimenti di rancore e<br />

odio e quell insostenibile desiderio di raggiungere quella sala da pranzo che nemmeno conoscevo… i miei<br />

ricordi… si fermavano al discorso avuto con Respen prima della mia partenza…<br />

Portai le mani alla faccia, tenevo la bocca aperta aspettando che le parole potessero fuoriuscire ma nulla. Mi<br />

trovavo ancora alla cattedrale dell’anima, non ero partito per nessuna dimensione straniera. Ma l’avrei fatto<br />

di li a poco.<br />

E ancora una volta mi voglio congratulare con il piano davvero ingegnoso. Cancellare dalla mia mente, o<br />

meglio, rimuovere temporaneamente tutti i ricordi riguardo quella mia assurda illusione. Ecco come poter<br />

fregare persino i poteri straordinari del guardiano della mente Respen.<br />

E agire ancora prima che io avessi raggiunto il vostro mondo… gli scacchi erano stati giocati da una mano<br />

esperta, che premeditava il suo grande piano forse da millenni.<br />

Ma era comunque tutto un’azzardo… e coi giochi d’azzardo si rischia tutto… troppo oserei dire.


Pensai e ripensai a tutto ciò che poteva essere successo, mentre Respen leggeva tutti i miei strani pensieri in<br />

silenzio. Come da un sogno di cui non si ha più memoria, ma che al pensiero vengono rievocate le<br />

sensazioni provate, io mi ero risvegliato da quel torpore momentaneo conservando tutti gli stati d’animo che<br />

attraversavano la mia mente senza un minimo controllo. E rimaneva quell’assurdo desiderio di arrivare al<br />

sigillo.<br />

“Sigillo? Che sigillo dannazione!?” mi chiesi.<br />

-Penseremo dopo a cosa ti è effettivamente successo… sento che la tua voglia di tornare a combattere è<br />

cresciuta… perciò ti lascio andare, ma fai attenzione- disse a quel punto.<br />

Ringraziai e rifiutai la sua proposta di essere teletrasportato fino al luogo della missione. Qualcosa mi diceva<br />

di stare lontano da Respen, una sorta di precauzione. Lui avvertì questo ma lo ignorò.<br />

Quindi mi avviai verso il mio destino…<br />

Correvo da molto, ormai avevo già superato di qualche chilometro le acque di Nachtholm. Davanti a me si<br />

ergevano delle colonne di fumo provenienti dal luogo dello scontro.<br />

Respen mi aveva informato sull'accaduto, avevo compreso quanto l'impegno di tutti era stato sprecato e come<br />

il guardiano del tempo era stato abilmente ingannato.<br />

Fui colto da una grande rabbia. Ripensai anche alle numerose vittime, colpevoli solo di vivere in una zona dove<br />

è avvenuto un duello troppo grande e troppo pericoloso, persino per degli spettatori involontari. Meditai sulla<br />

questione durante tutto il viaggio, meditai si... ma la decisione l'avevo comunque già presa mentre stavo<br />

ancora alla cattedrale dell'anima, prima di partire.<br />

"E' vero... c'è stata una strage, ma è anche vero che simili scontri portano sempre con se gravi danni... Anche se<br />

le mani che hanno generato quelle numerosi morti non appartengono solo al cattivo della situazione, ma<br />

anche ad Omega... non posso certo ignorare che Omega agiva nel giusto , come ha sempre fatto, e che di<br />

sicuro non aveva la minima intenzione di spargere sangue innocente. E' stato solo vittima di un'inganno...<br />

questo basta per convincermi ad aiutarlo... non penso proprio che un'avvenimento del genere possa cambiare<br />

l'ottima reputazione del guardiano, so che non è il caso di pensare una cosa del genere ma... gli incidenti<br />

capitano...”<br />

“Ma c’è di più… questa sensazione… non riesco a togliermela dalla testa… devo raggiungere quel dannato<br />

posto, ma non ne conosco il motivo… perché?"<br />

Continuai il mio cammino verso la cattedrale del sangue, sperando di arrivare in tempo ed di essere riaccettato<br />

come combattente.<br />

E fui riaccettato. Varcammo tutti il portale. Automaticamente, senza chiedermi il motivo, mi posizionai<br />

davanti all’ingresso della gigantesca sala da pranzo.<br />

Omega iniziò il suo discorso. Camminai verso il salone e lo ignorai completamente. Non volli nemmeno<br />

pensare alla mia manifestazione materiale.<br />

Più avanzavo, più sfuggivo ai poteri di Respen, più ricordi recuperavo.<br />

Il mio corpo cominciò a decomporsi, mi avvicinai alla sedia più vicina<br />

Schioccai gli artigli e quetsa si spostò, permettendomi di sedercimi sopra.<br />

Rimasi a fissare il demone e non accennai ad abbassare lo sguardo. Come al solito lui sorrideva.<br />

Dal mio corpo si staccavano continuamente brandelli di carne e pelle.<br />

Il Demone alzò il bicchiere pieno di vino.<br />

-Vuole favorire?- Ormai era deciso. Avrei accettato…<br />

-Accetto- risposi.<br />

-Perfetto…- disse – ora il sigillo è completamente tuo. Vieni… vieni pure qua-<br />

Il mio corpo riprese vita, le ferite si riempirono e si rimarginarono. Il difetto mi aveva abbandonato per<br />

sempre. Mi sollevai dalla sedia.<br />

Camminai di fianco al grande tavolo con passi lenti e decisi. Raggiunsi l’altro capo della stanza.<br />

Libero Arbitrio


Il trono mi stava aspettando. Asmodeus si sollevò da esso per lasciarme spazio a me.<br />

Mi appoggiai. Strinsi i braccioli e mi distesi sullo schienale per sentire quanto fosse di mio gradimento.<br />

Sollevai i piedi e li buttai sul tavolo facendo cadere piatti, bottiglie e bicchieri.<br />

La grande sala quindi si trasformò. Il grande tavolo venne liberato da tutte immondizie che lo ricoprivano.<br />

Le mura divennero completamente blu, anche l’atmosfera si fece nebbiosa e bluastra, il camino alle mie<br />

spalle sparì, dando spazio ad un’enorme fontana.<br />

L’orologio riprese a ticchettare.<br />

Con un semplice gesto della mano, portai il sigillo verso di me. Lo osservai e quindi lo strinsi nel pugno.<br />

-Bene… divertiti nel tuo nuovo ruolo di guardiano del sigillo… io purtroppo ti devo lasciare…-<br />

E il demone si incamminò verso l’uscita, fiducioso ormai di avere piede libero. Ma io… ora sapevo la verità… a<br />

quel punto… non l’avrei più lasciato andare…<br />

Eheheheh… quanto stupido sei stato… stupido stupido… e poi ricordi?<br />

Ti feci quel piccolo discorsetto…<br />

-Fermo- schioccai di nuovo gli artigli. Un grosso portone serrò completamente l’uscita della sala.Ti fermasti,<br />

e ti voltasti, e per la prima volta lessi il terrore nei tuoi occhi.<br />

-Non è possibile…- dissi – Non è davvero possibile- Tentai un picoola risatina ironica, ma poi non seppi<br />

resistere e mi gettai in una fragorosa risata.<br />

-Cosa succede?- dicesti cercando di tornare in te.<br />

-Scusami…- continuai – spiegami una cosa… tu elabori un piano cosi complesso e inespugnabile per<br />

intrappolare me e concedere a te la libertà… e dimentichi questi ultimi dieci secondi? Davvero… dimmi che<br />

non sei stato cosi folle da non tenere in considerazione il tempo che avresti impiegato ad attraversare la<br />

stanza una volta libero…-<br />

-Ti sbagli- eri molto titubante – Tutto questo è per il tuo bene… ti ho offerto la possibilità di sfruttare al<br />

massimo la tua immortalità senza rimorsi e cosi mi ringrazi? E poi, volendo… puoi ancora ribellarti al volere<br />

del sigillo e distruggerlo, per aiutare il tuo signore…- E tremavi. Era palese che non tutto stava andando<br />

come avevi pensato.<br />

-Sono folle… ma non sono stupido… sapevo quali erano i tuoi obiettivi e lo sapevi pure tu… ma ora mi<br />

accorgo di una cosa alquanto importante…- dissi.<br />

-Senti… posso aiutare Omega nella su battaglia, se mi lasci usc…-<br />

-Tu non hai interesse neel’aiutare nell’uno nell’altro fratello… desideravi solo essere libero.<br />

I poteri di un guardiano… si limitano solo al brandello di dimensione in cui si ritrova, mentre tu… tu hai agito<br />

sulla mia mente mentre io mi trovavo in tutt’altra dimensione… Comincio a pensare che tu sia più di quanto<br />

tu voglia far credere e che non a caso sei stato messo a sorvegliare uno dei sigilli. Sei stato rinchiuso qui,<br />

come un cane legato, in modo che tu non potessi fare troppi danni in giro, non è cosi?-<br />

-Ti sbagli- cercasti ancora di difendersi, ma inutilmente.<br />

-Gli unici bersagli a cui potevi mirare erano i poveri imbecilli con l’intenzione di attentare al sigillo, giusto?-<br />

-No, stai errando, ti giuro!- i tuoi occhi ti tradivano, senza più difese.<br />

-Il requisito necessario per diventare guardiano… essere feccia… mi hai costretto a convincermi di quando<br />

fossi inferiore a te moralmente, cosi da traviare il mio libero arbitrio e decidere cosi di prendere il tuo posto…<br />

sbaglio?-<br />

-Ti dico che…- ti interruppi subito.<br />

-Mi dispiace…- Dalle pareti 4 vortici d’acqua afferrarono i tuoi 4 arti bloccandoti completamente mentre tu<br />

imploravi pietà, una pietà che ormai avevi completamente cancellato dal mio animo.<br />

-Sappi comunque… che non ho intenzione di lasciare libero uno sprovveduto come te con un potere cosi<br />

immenso…- copiai le tue parole testualmente, forse volevo che tu provassi ciò che io avevo provato… ma tu<br />

eri già demone, non avrebbe funzionato…<br />

A quel punto citai delle parole in tono molto teatrale e gesticolando parecchio, nonostante la serietà dei<br />

concetti che volevo esprimere… ma… ero un demone… dovevo pure divertirmi in qualche modo…<br />

-E si arriva alla fase che hai architettato con così tanto ardore e fatica e che per uno scherzo del destino si è<br />

rivoltata contro di te… divertente non credi? Voglio solo divertirmi un po…<br />

Nemmeno tu puoi contrastare il potere del sigillo… già… forse… questo… è il mio destino…<br />

No… non credo… è solo una mia scelta…


Che sia io stesso ad avere il controllo delle mie azioni o che queste siano influenzate da altro non me ne<br />

importa più…<br />

Quello che davvero importa… sono cosciente di ciò che faccio e so per certo che ogni mio ricordo si unirà e<br />

svanirà al maestoso fiume del tempo come lacrime sotto la pioggia…<br />

Per questo ho deciso di servire fino in fondo il mio signore… per questo ho deciso di tradire il mio signore…<br />

Ho aperto gli occhi secoli fa… forse millenni… ho aperto gli occhi…<br />

Tu non uscirai da questa stanza… questa sala della morte sarà la tua prigione o la tua tomba… tutto dipende<br />

da cosa questo sigillo mi permetterà di fare…-<br />

Missione Finale<br />

E qui si conclude la mia storia… piaciuta?<br />

Lasciami andare!<br />

Non ancora… c’è un motivo se ti ho intrappolato qui, Asmodeus, e ti ho narrato una dopo l’altra tutte le mie<br />

vicende, dall’inizio alla fine.<br />

Avrei potuto benissimo trasmettere i miei ricordi nella tua testa, ma ciò sarebbe stato… inumano…<br />

Senti invece quanto è stato “diverso” questo nostro comunicare?<br />

Uno dei piaceri che ti sei perso nella tua vita unicamente demoniaca.<br />

Non puoi fermarmi! Ti posso ammazzare all’istante…<br />

Non credo… ora come ora… essendo guardiano di questo sigillo che stringo in mano… i miei poteri superano<br />

leggermente le tue innate capacità… Mi dispiace… ma come dicevo prima… a giocare d’azzardo si rischia<br />

tutto… troppo…<br />

Se solo tu ti fossi fatto i tuoi affari!<br />

Se solo TU ti fossi fatto i tuoi affari… ora non saremo in questa situazione… ma d’altro canto… io ti devo solo<br />

ringraziare. Mi hai fornito la possibilità di liberarmi di questo grosso peso… l’immortalità… che sciocchezza…<br />

non oso immaginare cosa avrebbe potuto essere la mia vita fra migliaia di anni… Ma a volte il fato ci da una<br />

mano, giusto?<br />

Che vuoi farne di me?<br />

Finirti presumo… insieme a questo mondo… insieme alla mia vita…<br />

Non essere sciocco, sei un mietitore, sei immortale!<br />

Non più ormai… penso di essermi trasformato… ora sono un Demone a tutti gli effetti… e che io sappia i<br />

Demoni da morti non vanno mica al regno spettrale, Eheheheh<br />

Bastardo!<br />

E’ finita amico… rassegnati… questo… sigillo… oh… guarda… si è rotto… questo significa che la missione è<br />

compiuta no?<br />

…………..<br />

Ora… è giunto il momento… opererò con il mio ultimo potere da guardiano… Di pure addio a… uhm… tutto…<br />

Che vuoi fare!! Fermati!!<br />

Come guardiano ho un certo potere su questo “brandello” di dimensione… basterà volere che questo<br />

collassi… per poter dire addio a tutto ciò che c’è dentro no? Divertente…


Non puoi Farlo!!<br />

Si che posso! Ed ormai è troppo tardi… siamo giunti al termine, le pareti stanno per crollare, il soffitto sta per<br />

crollare, lo spazio sta per estinguersi… non preoccuparti.. non farà male…<br />

Dico Addio a questa vita o all’altra, dico Addio a Nosgoth e dico Addio a tutti… Dico addio a te Asmodeus e<br />

dico addio a Liquid… già… eheheheheh…<br />

E’ finita…<br />

Finalmente…<br />

Posso finire…<br />

[MISSIONE COMPIUTA]<br />

[THE END]<br />

OMEGA<br />

Sospirai, socchiudendo gli occhi, mentre folate di vento mi scompigliavano i capelli. Vento? no. Potere, era il<br />

potere di Enedihel.<br />

- Salute a te. In questo istante, in cui per noi tutto inizia, per altri è tutto finito. I tuoi cavalieri hanno svolto i<br />

loro compiti, o meglio hanno tentato. - sussurro' dal suo trono, mentre i brillanti capelli verdi smeraldo<br />

brillavano come di luce propria.<br />

- il tempo qui non conta quindi... - sussurrai a mia volta, ancora non aprendo gli occhi.<br />

- corretto. qui è il MIO regno, il regno dei demoni, non certo di un Angelo. -<br />

Non risposi. Ero attento a ciò che mi circondava, e ammisi che non sentivo affatto il fluire del tempo attorno<br />

a me. Non importava, il mio cuore mi diceva che non avrei avuto bisogno dei poteri del pilastro, avrei<br />

sfruttato i poteri derivanti da me, dalla mia rabbia, dalla mia... Purezza...<br />

- Ma non indugiamo oltre fratellino, Bene e Male devono scontrarsi ancora una volta... Ma prima di estrarre<br />

la spada, pensa a chi di noi è dalla parte del bene, e chi dalla parte del male. -<br />

Non avrei induguato. Certo, non lo avrei fatto. Avevo un conto in sospeso da milleni contro di lui, ed ora,<br />

finalmente era la resa dei conti.<br />

- Non indugerò. - sussurrai, aprendo gli occhi, e vedendo un'aura dorata che si stava iniziando a sprigionare<br />

dal mio corpo.<br />

- Solamente uno si salverà da questo scontro. Ma non saremo nè io, nè te. - Urlò ridendo, mentre per noi,<br />

tutto iniziava.<br />

OMEGA<br />

<strong>Memorie</strong> Infrante<br />

Dopo aver accompagnato tutti alle rispettive locazioni dei cristalli, io tornai <strong>indietro</strong>, <strong>indietro</strong>, e ancora<br />

<strong>indietro</strong>, fino a raggiungere il portone d'entrata, dopo la quale avrei potuto andarmene.<br />

Scappare?<br />

No di certo. Non sarebbe stato da me. Abbandonare tutti i miei compagni delle cattedrali, che mi avevano<br />

offerto così cordialmente il loro aiuto... Certo, ed ora stavano combattendo per... me. Avrei dovuto farlo da<br />

solo probabilmente, ne avrei avuto la capacità pero? ed il coraggio soprattutto, il coraggio di affrontare<br />

persone... anzi no, Demoni che conoscevo fin da piccolo e per quanto mi avevano trattato male e picchiato,<br />

mi avevano sempre protetto. Ora, speravo che fossero sotto il giogo di mio fratello e che in questo modo<br />

avrei potuto liberarli.


Era solo questo?<br />

No di certo. Non sarebbe stato da me. Avevo un fuoco dentro che ardeva, alimentato da lividi che ancora<br />

portavo in corpo. Protetto, ha, quale sciocchezza, volevano solo tenermi dalla loro parte, e come demoni<br />

facevano solo ciò che erano in grado di fare. Avrei avuto la mia vendetta su quegli esseri impuri...<br />

Era la spada che parlava, o erano davvero miei pensieri di vendetta?<br />

Rimasi fermo lunghissimi istanti davanti quel portone, quando mi decisi ad aprirlo. venni colto da<br />

potentissime folate di vento, un vento che aveva un che di marcio, malefico. Potere, certo, quello era il<br />

potere di Enedihel.<br />

- Salute a te. In questo istante, in cui per noi tutto inizia, per altri è tutto finito. I tuoi cavalieri hanno svolto i<br />

loro compiti, o meglio hanno tentato. - sussurro' dal suo trono, mentre i brillanti capelli verdi smeraldo<br />

brillavano come di luce propria.<br />

- il tempo qui non conta quindi... - sussurrai a mia volta, ancora non aprendo gli occhi.<br />

- corretto. qui è il MIO regno, il regno dei demoni, non certo di un Angelo. -<br />

Non risposi. Ero attento a ciò che mi circondava, e ammisi che non sentivo affatto il fluire del tempo attorno<br />

a me. Non importava, il mio cuore mi diceva che non avrei avuto bisogno dei poteri del pilastro, avrei<br />

sfruttato i poteri derivanti da me, dalla mia rabbia, dalla mia... Purezza...<br />

- Ma non indugiamo oltre fratellino, Bene e Male devono scontrarsi ancora una volta... Ma prima di estrarre<br />

la spada, pensa a chi di noi è dalla parte del bene, e chi dalla parte del male. -<br />

Non avrei induguato. Certo, non lo avrei fatto. Avevo un conto in sospeso da milleni contro di lui, ed ora,<br />

finalmente era la resa dei conti.<br />

- Non indugerò. - sussurrai, aprendo gli occhi, e vedendo un'aura dorata che si stava iniziando a sprigionare<br />

dal mio corpo.<br />

- Solamente uno si salverà da questo scontro. Ma non saremo nè io, nè te. - Urlò ridendo, mentre per noi,<br />

tutto iniziava.<br />

Stavo lentamente perdendo me stesso, sentivo sensazioni di benessere, piacere crescere, come se stessi<br />

abbandonando il mio corpo e ne ottenessi un'altro. Stavo pensando solo ad una cosa, distruggere tutte le<br />

persone che sussistevano ancora in quella dimensione. Demoni? Vampiri? Mietitori? andava tutto bene.<br />

Lìimportante era distrugere ciò che mi si parava davanti.<br />

Sorrisi, sentendo le ali che mi perforavano la schiena. Iniziai a sentirmi strappare via il corpo, e come mi<br />

avevano detto, iniziai a vedere dall'esterno il combattimento tra l'angelo, ed il demone, che aveva anche lui<br />

aperto le sue nere ali. Le 2 spade a confronto emanavano aure opposte, contrastanti, eppure identiche. le<br />

forze confrapposte, così estreme, alla fine si toccavano.<br />

Sentii un dolore lancinante allo stomaco, ma nè io nè il mio avversario eravamo feriti, solo, mi sermbrava<br />

come se mi avessero arpionato e mi stessero strappando via a forza da quel combattimento. Ma io volevo<br />

vedere... volevo vedere il sangue corrotto del demone scorrere sulla spada, e la sua carne consumata dagli<br />

incantesimi divini.<br />

Nulla da fare, tutto si fece nero all'improvviso. e poi di nuovo chiaro, un chiarore di una lanterna. Ero in un<br />

giardino, e mio fratello, in vesti completamente diverse stava davanti a me osservandomi pacificamente.<br />

Eravamo entrambi in forma umana, se così potevamo definirla.<br />

- Sapevo che avresti abbandonato te stesso, così l'ho fatto anche io. E' un piacere parlare con te<br />

tranquillamente. -


Andai per afferrare la mia spada, toccandomi pero' solamente il fianco.<br />

- Quella... non serve qui, l'hai lasciata al tuo corpo divino.<br />

Corpo divino? cosa significava? l'overdrive?<br />

- dove mi trovo? e perchè mi trovo qui??? io... io volevo... - sussurrai stringendo i pugni. Ero arrabbiato? o<br />

non lo ero? non percepivo emozioni violente, era solo vuoto quindi quello che provavo, il vuoto colmato dal<br />

desiderio di distruzione della mia forma angelica... Mi ero già così tanto abituato ad esso che ne sentivo la<br />

mancanza?<br />

- bella domanda, cosa volevi tu da me? all'inizio sigillarmi, ma poi? - rispose, voltandosi di spalle e inziando a<br />

camminare tra quegli alberi di bambu.<br />

- dovevo epurare il mondo dalla tua presenza... - dissi, arrendendomi al vuoto dentro di me. E rilassandomi<br />

iniziai a camminare dietro di lui.<br />

- buon proposito, come quello di epurarlo dalla tua, di presenza, del resto... - stava dicendo il vero, avevo<br />

pensato di porre fine anche alla mia esistenza.<br />

- perchè stiamo parlando qui?? camminiamo?? non c'è spazio alle parole tra me e te! l'unica cosa da fare è<br />

combattere e decidere!<br />

- ha! e cosa credi di stare facendo? qui noi parliamo, e in un altro dove noi combattiamo. Ma non ti<br />

preoccupare, sei in netto svantaggio, dei 7 sigilli che ti avevo imposto solamente 3 sono stati rotti, gli altri<br />

sono intatti, e ti prendono il potere per poi rigenerare il mio. Quindi, se hai una possibilità di vincere, è<br />

proprio qui, dove i nostri poteri sono nulli. - Respiro' a fondo, come per sentire il profumo di alcuni fiori lì<br />

attorno, poi continuò - Tuttavia, tu eccedi nella violenza, sei stato talmente dominato dalla tua idea di "bene"<br />

che ora non ne puoi fare a meno, della stessa violenza che essa comporta. Se il bene ed il male sono su una<br />

linea, ma più ci si allontana dall'equilibrio più si dice che gli estremi si tocchino. si forma quindi un circolo<br />

no?<br />

Parlava, parlava, continuava a parlare, lo ascoltavo, erano discorsi sensati, li condividevo quasi... ma...<br />

- dove vuoi arrivare? - dissi con impazienza<br />

- Dove voglio arrivare mi chiedi... se davvero lo volessi sapere, mi ascolteresti fino in fondo, e non mi<br />

interromperesti. Dove è finito L'Omega che conoscevo? la calma, la pace, la purezza, erano queste le virtu'<br />

che ti avevano assegnato alla nascita. ma portarle addirittura<br />

all'aggressività alla violenza e alla corruzione, ci vuole tutta la forza di una persona...<br />

non mi sentivo a mio agio, era come se non volessi sentire, se temessi che stesse dicendo il vero... Stavo...<br />

Dubitando di essere sul giusto?<br />

- T-ti prego... continua il discorso che stavi facendo prima...<br />

- dissi con insicurezza, mentre continuavamo a camminare.<br />

- hmpf... stavo dicendo, che le estremità addirittura di congiungono, per generare quindi una circonferenza,<br />

non è corretto? cosa impedisce quindi ad un essere di pura luce irrompere nelle più fitte tenebre? è la cieca<br />

convinzione di essere nel giusto che lo porta a questo, Omega.<br />

Mi faceva male la testa... io... ero quindi malvagio? per quanto non volessi credergli, le sue parole erano<br />

corrette, si, le condividevo, le condividevo... con-condividevo il fatto che io ero oramai dalla parte delle<br />

tenebre?<br />

- Guarda, osserva bene cosa accade al nostro combattimento.<br />

Eravamo arrivati ad una pozza d'acqua e si poteva intravedere quella battaglia tra un essere dalle ali bianche<br />

e quello dalle ali nere. Il cuore, il cuore che non mi duoleva da così tanto tempo si strinse così forte da farmi<br />

male. Guardando bene, ero io ad avere le ali nere, macchiate di sangue causato dalle ferite, e invece Enedihel<br />

aveva le ali bianche, prive anche di lividi.<br />

Caddi in ginocchio. afferrandomi la testa, ed urlai. La mia cieca convinzione mi aveva portato ad una assurda<br />

vendetta verso ciò che in realltà poteva servire nel mondo per conservare l'equilibrio. Dovevo imprigionare<br />

mio fratello perchè in quel modo avrei potuto salvare mia sorella, non lo avevo improgionato per poter dire<br />

di averlo ucciso una volta per tutte.<br />

- Osserva questo, ora - con un gesto della mano di mio fratello le piccole onde di incresparono e mostrarono<br />

un'altra immagine, il combattimento tra me e lui fuori dalla cattedrale. I morti della citta... Enedihel schivava<br />

solamente i miei colpi all'inizio, ed io tentavo di colpirlo, non importava cosa mi trovassi davanti... tutti quei<br />

morti, erano stati causa mia... Perchè? perchè tutto questo? non avevo scelto il bene?<br />

- potrai pure avere scelto il bene, ma non hai mai avuto niente a cui indirizzare i tuoi sforzi. Nosgoth? non<br />

conta, nessuno mai proteggerà con un ardore tale della semplice terra. La tua forza quindi, si è diretta


nell'unica parte in cui aveva possibilità, la distruzione. -<br />

- Perchè...? che.. cosa è Azurewtah allora?? -<br />

- quella? è una spada, semplice, non ha nulla di particolare, ed il necromante quando de l'ha riforgiata, lo<br />

sapeva. GLi unici poteri di cui è dotata qeull'arma derivano dal tuo cuore. L'abilità di distruggere i nemici<br />

dalla storia è solo l'immagine dirompente del tuo odio verso tutto, un tale odio che vorrebbe che quel<br />

qualcosa non fosse mai esistita. -<br />

- è... tutta colpa mia... miravo così tanto all'equilibrio, quando in realtà miravo solo... -<br />

- ha, vero, molte delle cose accadute hanno ricevuto interferenza da te e tua sorella, ma serve<br />

preoccuparsene ora? sono accadute, e non puoi farci niente. -<br />

- io... potrei... - ero ancora in ginocchio, a terra, con le mani sulle ginocchia, che osservavo sempre le stesse<br />

immagini, di me che uccidevo tutte quelle persone innocenti.<br />

- si, indubiamente potresti, ma non credi che dovresti prendere la responsabilità delle tue azioni? Potrai<br />

sembrare giovane, un ragazzo di diciottanni forse, anche meno, ma hai vissuto per molti secoli, forse dovresti<br />

iniziare a crescere. -<br />

- io non sono un bambino... - sussurrai<br />

- Ma ti comporti come uno di essi. Che cosa credi, perchè la famiglia abbia fatto tutte quelle azioni verso di<br />

te? già quando eri realmente piccolo avevi degli obiettivi, e con quegli obiettivi saresti divenuto un essere<br />

tanto oscuro che persino le ombre si sarebbero allontanate da te. Ti avremmo fermato, ostacolandoti la<br />

strada portandoti sulla strada delle tenebre immediatamente, così che ci fossi rimasto, senza percorrere<br />

l'intero circolo, e diventare l'Omega che giace nel tuo nome. -<br />

- ma... avete fallito... -<br />

- si, a malincuore ammetto che forse avevamo sottovalutato la tua forza di credere... -<br />

- se solo me lo aveste detto prima... io... avrei... -<br />

- avresti fatto che cosa? cambiato? non dire stupidaggini, avresti tentato, ma non ci saresti riuscito, perchè<br />

avresti valutato le nostre parole come semplice vento. -<br />

il vento... il vento che avevo sentito allora, appena entrato... era... il sentore del mio potere? non di mio<br />

fratello? un Vento potente certo, ma di odore morto, poichè privo di senso. Ora... Capivo.<br />

Rimasi in silenzio mentre allungai la mano verso l'acqua, che si increspo' ancora e mostro i 2 contendenti<br />

oramai sul finire del combattimento, L'essere dalle ali nere era oramai sopraffatto e giaceva a terra, con<br />

un'ala tagliata via.<br />

- è ora, mi sembra. ora che entrambi espiamo le nostre colpe. - sussurro' Enedihel mettendomi una mano<br />

sulla spalla.<br />

- che... cosa? non sono destinato a morire?!? - mi alzai di scatto, disgustato.<br />

- Non sei destinato a niente, sei solo tu che hai scelto questa strada, e quindi l'hai percorsa fino in fondo.<br />

Questo, è il capolinea, tutto, inizia da qui ora, nuove strade partiranno, e tu, dovrai compiere molte altre<br />

scelte, come se usare i tuoi poteri per la distruzione, o se finalmente troverai qualcuno da proteggere. -<br />

Iniziai a urlare la mia collera, che si fondeva con la calma di mio fratello. Non ero davvero più io, da quel che<br />

ricordavo... ci eravamo scambiati i ruoli. cercai di colpirlo, ma era inutile. Il corpo si fece pesante, o almeno,<br />

quella "cosa" che comandavo come un burattino in quel momento. e caddi, alzando solo leggermente la<br />

testa.<br />

- io non... sbagliero' ancora... - dissi, provando come un sentimento di speranza nel mio cuore, e avvertendo<br />

ciò che sarebbe accaduto dì li a poco. O meglio, solo una parte. Non avrei mai immaginato tutto... questo...<br />

Mi ritrovai nel corpo dolorante, un'ala mi era stata staccata e le forze per rimenere in quella forma, oramai<br />

più non c'erano. Cosa avrei dovuto fare? continuare? arrendermi? sentivo spasmi da tutte le parti, ogni<br />

singolo muscolo del mio corpo tendeva verso mio fratello, che attendeva, in forma demoniaca, innanzi a me.<br />

Non volevo, ma non avevo scelta, non avevo la forza per contrastare la volontà della spada...<br />

- non ti ho insegnato niente vedo. Ma non ti preoccupare, imparerai, tutto, di nuovo... -<br />

E si avvicinò ancora di più puntandomi la spada nel mezzo del torace. Sentivo tutto il peso di quella spada<br />

sul mio cuore, che ancora tentava di battere per distruggere.<br />

- Tutto, inizia da qui. - sussurrò un ultima volta Enedihel, prima di trafiggermi completamente il cuore.<br />

Il dolore, era forte, ma la sentivo anche come un essere sollevato. Essere sollevato perchè non potevo più<br />

nuocere alla gente che tentava di aiutarmi. ma all'improvviso, successe tutto, come era stato come<br />

profetizzato da mio fratello. il suo corpo, il potente corpo demoniaco di Enedihel iniziò a sparire tra luci<br />

bianche, che passavano attraverso la sua spada e penetravano nel mio corpo tramite esssa. Urlai, urlai come


più non potevo, dolore, dolore immenso, impossibile nemmeno da immaginare. Ma continuò, il corpo si<br />

sfaldò rapidamente e così come la spada, tutto, stava entrando dentro di me. Urlai un "noo" poco prima che<br />

l'ultimo frammento entrasse dentro di me, poi il dolore fu all'apice. svenni, morii. non lo so.<br />

Una lacrima... un rumore di un cristallo che si rompe. Una eterna sofferenza.<br />

Omega rinvenì all'interno di quel salone spoglio, grigio, costruito in scuri mattoni. Erano le segrete del<br />

castello, Catene penzolavano qua e là, strumenti di tortura giacevano qua e là. Il suo corpo fumava, come se<br />

fosse stato un vecchio vampiro esposto alla luce del sole, ma non c'era sole, e non era un vampiro. Teneva la<br />

spada in mano, ma non la guardò, non gli interessava, o forse non si era reso conto di essere sveglio, era<br />

inginocchiato, semplicemente, ad osservare il vuoto, i vestiti lacerati.<br />

Una porta si aprì; Soul e Respen aprirono questa, e videro Omega al centro delle segrete... profondamente<br />

cambiato. Era coperto di ferite, ma il sangue era rosso, normale sangue, la sua carnagione quindi era rosea,<br />

come un normale umano; ma niente, niente al mondo avrebbe potuto farlo passare per un'umano ora. 2<br />

enormi ali, erano spuntate dietro la sua schiena, una enorme ala bianca piumata, candida, il sol vederla<br />

metteva pace, ed un'altra nera, quasi ossea, come quella di un pipistrello. La membrana era nera come la<br />

pece, ed incuteva timore al primo sguardo.<br />

- Omega...???? - sussurrarono il mietitore ed il vampiro millenari.<br />

- Omega? si, questo è il mio nome... il nome che mi è stato dato... ma... le mie memorie... - sussurrò l'essere<br />

inginocchiato, stringendo la spada e osservandone il cristallo incastonato - credo di potere dire che sono<br />

<strong>infrante</strong>, come questo cristallo. Scusatemi, ma non ricordo altro, o creature. -<br />

La dimensione iniziò a collassare dopo qualche istante, e senza che nessuno facesse niente, che sia stato<br />

mietitore, che sia stato vampiro, si ritrovarono fuori del portale, mentre questo si chiudeva pacatamente.<br />

8 erano entrati, 7, solamente erano usciti.<br />

Omega non fece nulla, non reagì, osservò solo un pendaglio che ora possedeva, una strana croce in cristallo


azzurro, che possedeva riflessi bianchi e neri, in base a dove si guardasse. Rimase ad osservarla, mentre tutti<br />

si riprendevano, ed il portale si chiuse definitivamente e per sempre cancellando ogni demone che era<br />

rimasto all'interno.

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