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I <strong>parametri</strong> <strong>agrometeorologici</strong><br />

e gli strumenti di misura<br />

seconda parte (precipitazioni,<br />

evapotraspirazione, vento)<br />

Simone Orlandini<br />

Dipartimento di Scienze delle Produzioni Vegetali, del Suolo<br />

e dell’Ambiente Agroforestale - Università di Firenze


Precipitazioni<br />

o Le precipitazione possono essere classificate in relazione allo stato<br />

fisico dell'acqua ed alle dimensioni delle singole particelle in: rugiada,<br />

brina, pioviggine, pioggia, neve, nevischio, grandine e nebbia.<br />

o Le precipitazioni sono la conseguenza della presenza di nubi, che a loro<br />

volta dipendono dalla circolazione generale dell’atmosfera e<br />

dall'interazione delle masse d’aria con la superficie della terra e con<br />

quella del mare. La loro distribuzione durante l’anno è funzione della<br />

zona climatica e varia grandemente da una regione all’altra. Anche la<br />

variazione tra un anno e l’altro, per uno stesso periodo (variabilità<br />

interannuale), può essere assai marcata.<br />

o Oltre al valore cumulato di pioggia, per un ogni singolo evento, si può<br />

anche misurare l’intensità, che viene espressa in mm h-1. Nei riepiloghi<br />

giornalieri si riporta il solo valore totale, mentre nei riepiloghi mensili,<br />

oltre al valore totale, si riporta anche il numero di giorni nei quali si è<br />

verificata la pioggia.<br />

o Importante considerare anche la frequenza, la durata ed i tempi di<br />

ritorno che permettono di quantificare la probabilità che un certo<br />

evento si ripeta nel tempo in una data località.


Classificazione<br />

delle<br />

precipitazioni


Caratteristiche delle piogge: la quantità<br />

o Si esprime in millimetri di acqua caduta nell’intervallo di<br />

tempo pari alla durata dell’evento.<br />

o In media cadono su tutta la terra 1.000 mm di acqua,<br />

ma vi sono zone dove si raggiungono i 12.000 mm ed<br />

altre dove non piove mai.<br />

o In Italia varia da 2.500-3.000 mm nelle Alpi orientali e<br />

nelle Apuane, a meno di 500 mm nel Tavoliere pugliese,<br />

nelle coste sud-occidentali della Sicilia ed in provincia<br />

di Cagliari.<br />

o La quantità consente solo una stima grossolana delle<br />

potenzialità agricole di una area, in quanto altri<br />

<strong>parametri</strong> influiscono sulla sua capacità di soddisfare le<br />

esigenze evapotraspirative della coltura.


Caratteristiche delle piogge: l’intensità<br />

o E’ espressa in quantità nell’unità di tempo (mm h -1 ).<br />

o Ha grande importanza in idrologia per la previsione<br />

delle piene e nel campo della conservazione del suolo in<br />

quanto il fenomeno del ruscellamento in collina o del<br />

ristagno in pianura si verificano quando l’intensità è<br />

superiore alla velocità di infiltrazione nel terreno.<br />

o Le piogge intense hanno quindi una efficacia molto<br />

limitata e possono provocare gravi danni alla<br />

conservazione del suolo ed anche alle colture (asfissia<br />

radicale, etc.)<br />

o Dall’intensità dipende l’erosività, cioè la capacità di una<br />

pioggia di provocare erosione.<br />

o La maggiore efficacia si ha con piogge di leggera<br />

intensità, attorno ai 2 mm h -1


Distribuzione stagionale delle<br />

precipitazioni


Regime<br />

pluviometrico in<br />

Italia<br />

1<br />

3<br />

5<br />

2<br />

4


La pioggia utile<br />

o La determinazione della pioggia utile presenta<br />

numerose difficoltà legate al fatto che l'efficacia<br />

dell'evento piovoso varia in funzione:<br />

o della quantità di acqua precipitata<br />

o della sua intensità<br />

o delle caratteristiche del terreno<br />

o Nel quaderno FAO n. 25 sono riportati diversi metodi<br />

empirici, formule e relazioni semi-empiriche ed<br />

empiriche per la stima delle piogge efficaci.


La misura<br />

o La pioggia viene misurata in millimetri, che esrpimono lo<br />

spessore che raggiungerebbe l’acqua caduta se si<br />

depositasse su di una superficie piana, impermeabile e<br />

senza evaporazione.<br />

o Si ottiene quindi una misura unidimensionale, non riferita a<br />

nessuna unità di superficie.<br />

o Si precisa che:<br />

1 mm di pioggia corrisponde a 1 l m-2 ed a 10 m3 ha-1


Pluviometro Totalizzatore<br />

o E’ costituito da un<br />

contenitore (che può<br />

avere forma e<br />

dimensioni variabili)<br />

con una bocca tarata<br />

o Sulle pareti è<br />

segnata una scala per<br />

la lettura diretta<br />

della quantità di<br />

pioggia caduta<br />

o In altri tipi insieme<br />

al contenitore è<br />

fornito un recipiente<br />

graduato in cui<br />

versare l’acqua<br />

raccolta


• Il contenitore può<br />

avere dimensioni<br />

variabili<br />

• Il sistema di<br />

raccolta è simile a<br />

quello del<br />

pluviografo<br />

• Il sensore è un<br />

piccolo interruttore<br />

magnetico che a ogni<br />

movimento delle<br />

vaschette invia un<br />

impulso al sistema di<br />

acquisizione<br />

Pluviometro


La grandine<br />

o La grandine è considerare una idrometeora<br />

estremamente dannosa. Apporta infatti pochissima<br />

acqua al terreno, provocando al contempo ingenti danni<br />

a seguito dell’impatto del chicco con la vegetazione.<br />

o E’ particolarmente frequente nei mesi primaverili<br />

estivi, quando può compromettere completamente la<br />

produzione.<br />

o E’ il risultato della condensazione di acqua negli elevati<br />

strati dell’atmosfera con temperature di molti gradi<br />

sotto lo zero, attorno a nuclei di condensazione<br />

generalmente costituti da pulviscolo atmosferico. Ogni<br />

granulo può permettere la formazione di un chicco di<br />

grandine che sotto l’azione della forza di gravità cade<br />

al suolo.<br />

o Un elevato numero di nuclei permette la formazione di<br />

molti chicchi di piccole dimensioni che non determinano<br />

danni alla vegetazione


La grandine<br />

o La grandine è considerare una idrometeora estremamente<br />

dannosa. Apporta infatti pochissima acqua al terreno,<br />

provocando al contempo ingenti danni a seguito<br />

dell’impatto del chicco con la vegetazione.<br />

o E’ particolarmente frequente nei mesi primaverili estivi,<br />

quando può compromettere completamente la produzione.<br />

o E’ il risultato della condensazione di acqua negli elevati<br />

strati dell’atmosfera con temperature di molti gradi sotto<br />

lo zero, attorno a nuclei di condensazione generalmente<br />

costituti da pulviscolo atmosferico. Ogni granulo può<br />

permettere la formazione di un chicco di grandine che<br />

sotto l’azione della forza di gravità cade al suolo.<br />

o Un elevato numero di nuclei permette la formazione di<br />

molti chicchi di piccole dimensioni che non determinano<br />

danni alla vegetazione


Evaporazione ed evapotraspirazione<br />

o L’evaporazione consiste nel passaggio dell’acqua dallo stato liquido allo<br />

stato di vapore. In natura l'entità di tale fenomeno dipende dalle<br />

condizioni fisiche dell’ambiente (radiazione, temperatura, umidità, vento) e<br />

dalla disponibilità d'acqua, che può essere a "pelo libero" (mari, laghi, fiumi<br />

ecc.) o trattenuta in mezzo poroso (terreno e superfici varie).<br />

o La traspirazione consiste nel passaggio dell’acqua contenuta negli<br />

organismi (piante ed animali) dallo stato liquido allo stato di vapore. Tale<br />

processo è regolato sia dalle condizioni dell’atmosfera sia da una serie di<br />

meccanismi biologici (apertura-chiusura di stomi, pori cutanei, etc) che<br />

tendono a mantenere gli organismi nelle condizioni migliori di idratazione.<br />

o L’evapotraspirazione (ET) è l’effetto cumulato dell'evaporazione dalla<br />

superficie bagnata, terreno e foglie, e della traspirazione d'acqua dalle<br />

piante presenti su tale terreno.


Evaporazione ed evapotraspirazione (cont.)<br />

o Quando ci si riferisce ad una superficie coperta da una coltura od in<br />

genere da vegetazione sarebbe estremamente difficile distinguere le<br />

due componenti ed il fenomeno viene considerato nel suo insieme.<br />

o Sia l’evaporazione che la traspirazione sono funzione della quantità<br />

d'energia che arriva alla superficie (radiazione solare), delle condizioni<br />

dell’atmosfera (temperatura, umidità dell’aria , vento) e della<br />

disponibilità d'acqua. L'ET segue l’andamento della radiazione solare e<br />

della temperatura, sia nel corso del giorno che durante l'arco<br />

dell'anno.<br />

o L’evapotraspirazione è una componente essenziale del bilancio idrico e<br />

viene utilizzata in combinazione con le precipitazioni per la<br />

programmazione dell'irrigazione delle colture agrarie. A livello di<br />

bacino l'ETR è impiegata per calcolare la perdita d'acqua, per stimare<br />

le portate dei corsi d’acqua, per la progettazione dei bacini artificiali.<br />

Nei modelli di produzione delle colture agrarie è impiegata come<br />

elemento di base per il calcolo dei rendimenti.


Evapotraspirazione potenziale<br />

o L'evapotrapirazione potenziale (ETP) rappresenta la quantità d'acqua<br />

dispersa nell'atmosfera da una superficie di riferimento, quando l'acqua<br />

non costituisce un fattore limitante. Ne consegue che le sole variabili<br />

considerate sono quelle atmosferiche e, pertanto, può essere utilizzata<br />

come indice ambientale.<br />

o Per la stima della ETP possono essere applicate numerose formule a<br />

partire dai dati meteorologici di comune reperibilità Tali formule possono<br />

avere sia carattere empirico, che essere basate sul processo fisico della<br />

evapotraspirazione.<br />

o Nella pratica, poiché la misura diretta della ET è assai complessa, si<br />

ricorre al calcolo giornaliero della ETP e, con l’applicazione di coefficienti<br />

che tengano conto del tipo di coltura, si stima l'ETP delle colture<br />

ETP coltura = ETP riferimento X Kc<br />

o L’obiettivo dell’irrigazione è quindi quello di apportare acqua affinché i<br />

valori di ETP coltura ed ETR siano uguali, evitando così alla coltura di<br />

incorrere in periodi di stress idrico.


I periodi in<br />

cui la<br />

quantità di<br />

pioggia è<br />

uguale o<br />

superiore<br />

all’ETP sono<br />

considerati<br />

periodi<br />

umidi,<br />

mentre gli<br />

altri periodi<br />

di deficit<br />

idrico.<br />

Stagione di crescita<br />

La FAO definisce periodo utile per la crescita quello durante il quale<br />

le piogge sono uguali o superiori a 0.5 ETP. Si tratta di un sistema<br />

valido nei climi tropicali, quando la crescita non è mai limitata dalle<br />

basse temperature.


Valori di ETP


ETP della coltura<br />

o L’ETP rappresenta in definitiva la domanda evaporativa<br />

dell’atmosfera. Nelle reali condizioni di campo la situazione è<br />

diversa da quella standard di riferimento e quindi i valori di<br />

ETP devono essere raccordati con quelli della coltura<br />

analizzata.<br />

o Si utilizzano allora i coefficienti colturali (Kc) che<br />

moltiplicati per (ETPo) forniscono i valori di ETP della<br />

coltura (ETPc)<br />

ETPc=ETPo x Kc<br />

o I valori di ETPc rappresentano i fabbisogni idrici della<br />

coltura e permettono di calcolare l’ET di punta, su cui è<br />

necessario effettuare i calcoli delle portate irrigue per<br />

evitare che si possano verificare insufficienze.


Relazione fra ETPo ed ETPc<br />

o Le differenze fra le<br />

colture sono<br />

prevalentemente<br />

dovute ad una maggiore<br />

resistenza alla<br />

traspirazione,<br />

conseguente, ad<br />

esempio, ad una<br />

chiusura degli stomi<br />

durante il giorno<br />

(ananas) od alla<br />

presenza di cera sulle<br />

foglie (agrumi).


o Stadio iniziale: comprende la<br />

geminazione, l’emergenza ed il<br />

primo sviluppo fogliare, con il<br />

terreno quasi del tutto scoperto<br />

di vegetazione (0.3).<br />

o Stadio di copertura: il rapido<br />

sviluppo fogliare porta al<br />

ricoprimento quasi completo del<br />

terreno (fra 0.3 ed 1).<br />

o Stadio di pieno sviluppo: la<br />

copertura vegetale è al suo<br />

massimo (>1).<br />

o Stadio di maturazione: inizia con<br />

la formazione dei semi e dei frutti<br />

e con la senescenza del fogliame e<br />

progredisce fino alla maturazione<br />

piena (fra 1 e 0.3-0.5).<br />

Valori di Kc


La misura<br />

o Evaporazione, traspirazione ed evapotraspirazione si<br />

misurano su base oraria (mm h-1) o su base giornaliera<br />

(mm d-1).<br />

o Per la misura dell'evaporazione si usano l’evaporimetro<br />

o la vasca evaporimetrica,<br />

o L’evapotraspirazione viene misurata con il lisimetro.<br />

Data la laboriosità ed il costo dello strumento, l’ET è<br />

spesso calcolata a partire dall'ETP, per la quale è<br />

necessario conoscere variabili agrometeorologiche<br />

standard.


Fattori influenti<br />

o L’ET è un passaggio di stato e dipende dai seguenti fattori:<br />

o Energetico, consistente nella disponibilità di energia per<br />

il processo evaporativo<br />

o Aerodinamico, relativo alla rimozione del vapore acqueo<br />

dalle superfici evaporanti<br />

o Oltre a questi fattori climatici generali, devono poi essere<br />

aggiunti fattori che considerano le condizioni del terreno e<br />

della vegetazione.<br />

o Per cercare di descrivere l’ET in modo standardizzato, è<br />

stata quindi introdotta l’evapotraspirazione potenziale (ETP)<br />

che descrive al meglio i rapporti pianta-clima-atmosfera.


o I metodi seguenti sono stati modificati dalla FAO per<br />

calcolare la ETP sulla base di medie su un periodo di 10-<br />

30 giorni. Il valore ottenuto rappresenta la media<br />

giornaliera di quel periodo.


Evaporimetro di classe A pan<br />

• La vasca di classe “A”<br />

americana è costituita da un<br />

cilindro in acciaio galvanizzato<br />

di 25,4 cm di profondità e di<br />

120.7 cm di diametro e 0.8 cm<br />

di spessore<br />

• Il livello dell’acqua è misurato<br />

tramite una sonda collegata a<br />

un galleggiante, situata in un<br />

pozzetto di calma per<br />

diminuire l’effetto<br />

dell’increspatura superficiale<br />

dovuta al vento


Lisimetro


Vento<br />

o Il vento è prodotto dallo spostamento di una massa d’aria. Tale<br />

spostamento è determinato, sia alla scala della circolazione generale<br />

dell’atmosfera sia a scala locale, da differenze di pressione<br />

dell’atmosfera, che componendosi con il moto terrestre e con l’attrito<br />

delle superfici danno luogo al vento.<br />

o Il vento è una componente importante dei fenomeni meteorologici e la sua<br />

distribuzione nel corso dell’anno segue degli schemi relativamente<br />

ripetitivi, che rappresentano la circolazione generale dell’atmosfera.<br />

o Nei riepiloghi giornalieri, il vento è indicato mediante il valore medio della<br />

velocità (m s-1) o come vento sfilato (km), corrispondente alla distanza che<br />

avrebbe percorso nel giorno una massa d’aria avente uguale velocità.<br />

o Importante anche la conoscenza della direzione di provenienza, che può<br />

essere espressa in termini di frequenza, considerando ad esempio una<br />

misura ogni tre ore (8 misure il giorno). In questo caso la misura viene<br />

espressa in gradi on in base la quadrante di provenienza (N, NE, SO).


Rapporti con le colture<br />

o I principali effetti sulle colture sono: aumento della<br />

evapotraspirazione, aumento del ricambio della CO2,<br />

impollinazione e disseminazione, alterazioni<br />

morfologiche, allettamento, stroncamento e<br />

sradicamento, trasporto di sali, abrasione. Importante<br />

anche il ruolo nella erosione eolica.<br />

o Per la difesa dal vento si utilizzano i frangivento che<br />

hanno lo scopo di proteggere interi appezzamenti o<br />

comprensori intercettando le masse d’aria e deviandole<br />

verso l’alto.


La misura<br />

o Il vento è descritto da due componenti: l’intensità, che<br />

si misura in metri al secondo o in nodi (1 nodo=0.514 m<br />

s-1) e la direzione, che si esprime in gradi ed indica la<br />

direzione di provenienza, posto il nord geografico<br />

uguale a zero e il sud pari a 180°. Per indicare la<br />

direzione del vento si usa quella di provenienza delle<br />

masse d’aria.<br />

o L’intensità del vento si misura con l’anemometro e la<br />

direzione con il gonioanemometro (anemoscopio o<br />

banderuola).


La velocità del vento – anemometro<br />

o Si basa sulla rotazione di coppe o eliche che<br />

raggiungono l’equilibrio cinetico con l’aria circostante<br />

o Può essere costruito in alluminio o in plastica<br />

o Due diversi tipi di trasduzione possono essere<br />

impiegati: analogici o digitali<br />

o Nel primo il moto è trasmesso a una bobina che produce<br />

una tensione elettrica proporzionale alla velocità<br />

o Nel secondo un dispositivo ottico o magnetico rileva il<br />

numero di giri compiuti


a coppe a mulinello


La direzione del vento<br />

Gonioanemometro o Anemoscopio<br />

o E’ costituito da un sensore che viene<br />

orientato nella direzione in cui si<br />

muove la massa d’aria e da un<br />

sistema di trasduzione<br />

o Il sensore è costituito da una<br />

banderuola, di varia foggia, ad asse<br />

di rotazione verticale<br />

o Il sistema di trasduzione è<br />

normalmente costituito da un<br />

potenziometro, ovvero una<br />

resistenza il cui valore dipende dalla<br />

posizione di un cursore, collegato<br />

all’albero della banderuola, che si<br />

muove lungo i contatti elettrici


Anemometro a filo caldo<br />

o E’ un trasduttore termico capace di<br />

rilevare la velocità del flusso<br />

tramite una variazione di<br />

temperatura, utilizzando un filo<br />

riscaldato.<br />

o Il trasduttore tipico è composto da<br />

un filo di tungsteno o Platino<br />

o Il filo è mantenuto a temperatura<br />

costante. Il circuito produce una<br />

corrente elettrica che varia in<br />

funzione della velocità del vento, per<br />

mantenere una temperatura<br />

costante del trasduttore (150°C o<br />

125°C)<br />

o Se la velocità del vento aumenta, il<br />

tasso di raffreddamento del filo<br />

aumenta proporzionalmente. Così la<br />

corrente di riscaldamento dovrà<br />

aumentare per mantenere la<br />

temperatura al livello desiderato


o Si basa sulla modifica delle<br />

proprietà delle onde acustiche,<br />

emesse da una trasmittente, in<br />

relazione al moto dell’aria<br />

o Una parte ricevente analizza<br />

questa modifica e la converte<br />

in un valore di velocità del<br />

vento<br />

o Esiste la versione<br />

bidimensionale e<br />

tridimensionale<br />

Anemometro Sonico


Rappresentazione polare del vento


Scala di<br />

Beaufort


Effetti del vento sulle piante (I)<br />

o Aumento della evapotraspirazione. In aria ferma l’evaporazione è un<br />

fenomeno di semplice diffusione, mentre se l’aria è in movimento il<br />

processo viene fortemente accentuato in quanto vengono rimossi gli<br />

strati di aria umida che altrimenti tenderebbero ad accumularsi sulle<br />

superfici evaporanti.<br />

o Inoltre il vento, deformando le foglie, causa alternate contrazioni ed<br />

espansioni degli spazi intercellulari ed in particolare delle camere<br />

sottostomatiche forzando il ricambio dell’aria interna con quella esterna<br />

più secca. Si accentua così la traspirazione.<br />

o Venti caldi invernali possono determinare l’appassimento dei boschi di<br />

montagna. Lo scirocco è il responsabile della stretta dei cereali. Venti<br />

caldi e secchi possono devitalizzare foglie, germogli ed anche il polline.<br />

o Le piante arboree sono più esposte al vento e quindi deve essere scelta<br />

opportunamente la loro ubicazione, l’orientamento dei filari, i sistemi di<br />

allevamento, etc.


Effetti del vento sulle piante (II)<br />

o Aumento della evaporazione. Analogamente all’effetto precedente, il<br />

vento accelera la maturazione e l’essiccamento dei semi, l’essiccamento<br />

dell’erba durate la fienagione, il prosciugamento superficiale del<br />

terreno, etc.<br />

o Aumento del ricambio della CO2. Con lo stesso meccanismo sopra<br />

descritto, il vento favorisce il ricambio della CO 2 sia entro il mesofillo<br />

che all’interno della canopy, con vantaggi per la fotosintesi.<br />

o Impollinazione e disseminazione. I movimenti d’aria assicurano il<br />

trasporto, su un raggio più o meno lungo, del polline, assicurando<br />

l’impollinazione, e dei semi, assicurando la disseminazione.<br />

o Alterazioni morfologiche. Le piante che si accrescono sotto l’influenza<br />

di venti secchi non raggiungono mai un grado di turgidità tale da far<br />

espandere lo loro cellule fino alla dimensione normale. Gli organi<br />

risultano così ridotti, anche senza essere deformati. Lungo le coste od<br />

in alta montagna la dimensione degli alberi è ridotta. In caso di venti<br />

dominanti costanti, i tronchi risultano asimmetrici, per la formazione di<br />

legno di compressione con anelli più sviluppati nella parte sottovento. La<br />

chioma assume la forma a bandiera.


Tipica chioma a bandiera


Effetti del vento sulle piante (III)<br />

o Allettamento. Fenomeno dannoso causato del vento su<br />

piante erbacce, consistente nel coricamento degli steli<br />

per piegatura o per allentamento delle radici.<br />

o Stroncamento e sradicamento. Importante anche negli<br />

alberi ed in certe piante erbacee; caduta di fiori.<br />

o Trasporto di sali. Venti provenienti dal mare e che<br />

trasportano particelle di cloruro di sodio sono molto<br />

frequenti in Italia e provocano gravi danni alla<br />

vegetazione data la forte tossicità del sale.<br />

o Abrasione. Quando il vento trasporta particelle di<br />

ghiaccio o di sabbia esercita una potente azione<br />

abrasiva. Le cortecce possono essere abrase,<br />

soprattutto pochi centimetri sopra il suolo.


Non<br />

efficace<br />

Efficace<br />

Strutture dei frangivento

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