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Un modello bayesiano di tipo Fisher-Lange per la determinazione ...

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<strong>Un</strong> <strong>modello</strong> <strong>bayesiano</strong> <strong>di</strong> <strong>tipo</strong> <strong>Fisher</strong>-<strong>Lange</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>determinazione</strong> del rischio <strong>di</strong><br />

riservazione <strong>di</strong> una Compagnia Danni<br />

Forte Salvatore – Salvatore.Forte@uniroma1.it<br />

Ialenti Matteo – Matteo.Ialenti@uniroma1.it<br />

Pirra Marco – MPirra@luiss.it<br />

Il progetto comunitario Solvency II e il progetto Insurance Contracts, avviato dall'International<br />

Accounting Standard Board, hanno tra gli obiettivi prefissati l’introduzione <strong>di</strong> nuove regole<br />

prudenziali poste a presi<strong>di</strong>o del<strong>la</strong> stabilità delle imprese <strong>di</strong> assicurazione e <strong>la</strong> definizione <strong>di</strong> specifici<br />

principi sulle leggi <strong>di</strong> contabilizzazione e valutazione dei contratti assicurativi, in un’ottica <strong>di</strong><br />

maggiore trasparenza e comparabilità a livello internazionale.<br />

Nel presente stu<strong>di</strong>o viene proposto un <strong>modello</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> valutazione del rischio <strong>di</strong> riservazione <strong>di</strong> una<br />

compagnia <strong>di</strong> assicurazioni che esercita <strong>la</strong> propria attività nei rami danni: il <strong>modello</strong> descritto<br />

risponde alle più recenti <strong>di</strong>sposizioni contabili internazionali e ai requisiti <strong>di</strong> valutazione previsti<br />

dal<strong>la</strong> proposta <strong>di</strong> <strong>di</strong>rettiva del<strong>la</strong> Comunità Europea in tema <strong>di</strong> solvibilità delle compagnie <strong>di</strong><br />

assicurazione del 26 Febbraio 2008.<br />

Il rischio <strong>di</strong> riservazione, legato al<strong>la</strong> quantificazione <strong>di</strong> riserve tecniche non sufficienti rispetto agli<br />

impegni assunti verso assicurati (e danneggiati) si origina da due fonti <strong>di</strong>stinte: da un <strong>la</strong>to il valore<br />

assoluto del<strong>la</strong> riserva può risultare errato a causa <strong>di</strong> procedure inadeguate nel<strong>la</strong> stima; dall’altro <strong>la</strong>to<br />

il valore del<strong>la</strong> riserva, stante <strong>la</strong> natura stocastica delle liquidazioni future dei sinistri, può oscil<strong>la</strong>re<br />

intorno al valore me<strong>di</strong>o.<br />

Il capitale da detenere a fronte <strong>di</strong> tale rischio, anche noto come Reserve Risk Capital (RRC), deve<br />

essere determinato in base alle <strong>di</strong>sposizioni del<strong>la</strong> <strong>di</strong>rettiva utilizzando metodologie Value-at-Risk in<br />

modo da contenere <strong>la</strong> probabilità <strong>di</strong> rovina su un orizzonte temporale annuale ad un valore pari a<br />

0,5% e può essere stimato utilizzando sia attraverso un approccio standard <strong>di</strong> mercato (ad esempio<br />

<strong>la</strong> formu<strong>la</strong> proposta nel QIS4) sia attraverso uno specifico <strong>modello</strong> interno. E’ bene ricordare che il<br />

RRC dovrebbe considerare i rischi nell’orizzonte temporale definito e le conseguenze finanziarie <strong>di</strong><br />

questi <strong>per</strong> tutto il <strong>per</strong>iodo <strong>di</strong> smontamento del<strong>la</strong> riserva sinistri.<br />

Nel<strong>la</strong> bozza del<strong>la</strong> Direttiva sul<strong>la</strong> Solvency II vengono inoltre recepiti alcuni dei concetti al<strong>la</strong> base<br />

dei nuovi principi contabili internazionali (IAS), che hanno lo scopo <strong>di</strong> rendere comparabili gli<br />

importi iscritti nei bi<strong>la</strong>nci delle <strong>di</strong>verse compagnie <strong>di</strong> assicurazione all’interno dell’<strong>Un</strong>ione Europea.<br />

Tali principi introducono un nuovo concetto car<strong>di</strong>ne in base al quale devono essere valutate tutte le<br />

poste <strong>di</strong> bi<strong>la</strong>ncio, il “Fair Value”, da intendersi come valore <strong>di</strong> mercato. Per quanto concerne le<br />

passività tecniche assicurative, dato che non esiste un mercato <strong>di</strong> riferimento da cui desumerne il<br />

valore, gli organismi <strong>di</strong> riferimento si stanno orientando sul<strong>la</strong> <strong>determinazione</strong> del “Fair Value”<br />

come valore <strong>di</strong> uscita, vale a <strong>di</strong>re quell’importo che un assicuratore si aspetterebbe <strong>di</strong> pagare al<strong>la</strong><br />

data <strong>di</strong> valutazione <strong>per</strong> il trasferimento <strong>di</strong> obblighi e <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> un contratto ad un terzo soggetto<br />

economico. Seguendo questa impostazione il valore delle riserve tecniche, ivi comprese le riserve<br />

sinistri, oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o in questo <strong>la</strong>voro, devono essere uguali al<strong>la</strong> somma <strong>di</strong> una Best Estimate<br />

(BE) e <strong>di</strong> un Risk Margin (RM). La Best Estimate riflette le aspettative non <strong>di</strong>storte delle<br />

obbligazioni contrattuali al<strong>la</strong> data <strong>di</strong> bi<strong>la</strong>ncio ed è determinata in maniera prospettiva: rappresenta<br />

infatti il valore attuale atteso <strong>di</strong> tutti i flussi <strong>di</strong> cassa rilevanti futuri del contratto, valore attuale da<br />

calco<strong>la</strong>rsi attraverso una struttura <strong>di</strong> tassi privi <strong>di</strong> rischio. Il Risk Margin deve essere determinato in<br />

maniera tale che il suo valore sommato a quello del<strong>la</strong> Best Estimate risulti equivalente all’importo<br />

che un assicuratore si aspetterebbe <strong>di</strong> pagare o <strong>di</strong> ricevere al<strong>la</strong> data <strong>di</strong> valutazione <strong>per</strong> il<br />

trasferimento <strong>di</strong> obblighi e <strong>di</strong>ritti derivanti dal contratto assicurativo. Il Risk Margin può essere<br />

quin<strong>di</strong> interpretato come un importo da aggiungere al valore atteso <strong>per</strong> fare fronte al<strong>la</strong> aleatorietà<br />

del<strong>la</strong> passività.


Nell’ambito dei <strong>di</strong>versi meto<strong>di</strong> proposti in letteratura attuariale <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>determinazione</strong> del Risk<br />

Margin, gli organismi internazionali si stanno orientando sul<strong>la</strong> metodologia nota con il nome “Cost<br />

of Capital Method”. Secondo tale approccio il margine <strong>per</strong> il rischio viene determinato sul<strong>la</strong> base<br />

del costo <strong>di</strong> detenzione del capitale necessario <strong>per</strong> fare fronte alle obbligazioni. In altre parole al<br />

fine <strong>di</strong> determinare il risk margin si devono stimare i futuri reserve risk capital re<strong>la</strong>tivi agli impegni<br />

in essere al momento del<strong>la</strong> valutazione. Fissata una determinata aliquota re<strong>la</strong>tiva al costo del<br />

capitale (CoC) si attualizzano tali costi all’istante <strong>di</strong> valutazione utilizzando una serie <strong>di</strong> tassi privi<br />

<strong>di</strong> rischio (i). La somma dei costi <strong>di</strong> detenzione attualizzati è pari al margine <strong>per</strong> il rischio:<br />

n RRCt ⋅CoC<br />

RM 0 =<br />

(1)<br />

t+<br />

1<br />

t=<br />

0 1+<br />

i<br />

( )<br />

Nel presente <strong>la</strong>voro viene considerata una proposta alternativa <strong>di</strong> calcolo del RM [3] ricadente<br />

nell’approccio del costo del capitale che si basa sulle seguenti formule utilizzate <strong>per</strong> stimare i<br />

requisiti <strong>di</strong> capitale:<br />

99,5%<br />

RRC = VaR R − BE − RM<br />

(2)<br />

99,5%<br />

dove VaR ( R ) e ( )<br />

0<br />

( )<br />

0 0 0 0<br />

( t )<br />

( )<br />

BE<br />

cv R<br />

= ⋅ ⋅ + (3)<br />

t<br />

RRCt RRC0 max 1;ln 1<br />

BE0 cv R0<br />

cv R rappresentano rispettivamente il <strong>per</strong>centile al 99,5% e il coefficiente <strong>di</strong><br />

0<br />

variazione del<strong>la</strong> variabile aleatoria riserva sinistri al tempo 0.<br />

Combinando insieme le (1), (2) e (3) si ottiene <strong>la</strong> proposta finale <strong>per</strong> calco<strong>la</strong>re il RM. La stima del<br />

RM attraverso questa variante presenta <strong>di</strong>versi vantaggi tra cui l’eliminazione del problema del<br />

doppio conteggio e <strong>la</strong> considerazione dell’effettiva variabilità futura del<strong>la</strong> riserva sinistri (si veda<br />

[3]).<br />

Al fine <strong>di</strong> stimare le grandezze oggetto <strong>di</strong> interesse, vale a <strong>di</strong>re <strong>la</strong> BE, il RM e il RRC viene<br />

proposta nel presente <strong>la</strong>voro un’estensione al caso stocastico <strong>di</strong> uno dei meto<strong>di</strong> deterministici<br />

maggiormente utilizzari nel<strong>la</strong> pratica attuariale italiana: il <strong>Fisher</strong> – <strong>Lange</strong>. Tale metodologia ricade<br />

nel<strong>la</strong> cosiddetta c<strong>la</strong>sse degli “average cost c<strong>la</strong>im method” in quanto consente <strong>di</strong> determinare i<br />

pagamenti futuri, e <strong>di</strong> conseguenza <strong>la</strong> riserva sinistri, come prodotto tra <strong>la</strong> stima del numero <strong>di</strong><br />

sinistri pagati in futuro ed il costo me<strong>di</strong>o corrispondente, opportunamente corretto <strong>per</strong> tener conto<br />

degli effetti dell’inf<strong>la</strong>zione (sia esogena che endogena). Nel <strong>modello</strong> vengono ipotizzate delle<br />

opportune <strong>di</strong>stribuzioni <strong>di</strong> probabilità <strong>per</strong> le aliquote dei sinistri con seguito, le velocità <strong>di</strong><br />

liquidazione e i costi me<strong>di</strong>; inoltre nell’implementazione del<strong>la</strong> metodologia si è deciso <strong>di</strong> seguire <strong>la</strong><br />

via dell’inferenza bayesiana sfruttando altresì le tecniche simu<strong>la</strong>tive Monte Carlo Markov Chain <strong>per</strong><br />

<strong>la</strong> stima delle <strong>di</strong>stribuzioni a posteriori dei parametri del <strong>modello</strong> e <strong>per</strong> <strong>la</strong> costruzione del<strong>la</strong><br />

<strong>di</strong>struzione pre<strong>di</strong>ttiva.<br />

La scelta delle metodologie bayesiane è dovuta ai numerosi vantaggi [6] che esse presentano<br />

rispetto ai meto<strong>di</strong> stocastici standard (quali ad esempio l’Over Dis<strong>per</strong>sed Poisson Bootstrap, il<br />

Chain Ladder Distribution Free), che le stanno portando tra l’altro ad una <strong>di</strong>ffusione sempre più<br />

grande. In partico<strong>la</strong>re i meto<strong>di</strong> Bayesiani consentono <strong>di</strong> incorporare le informazioni note a priori<br />

tipiche del<strong>la</strong> singo<strong>la</strong> Compagnia, l’es<strong>per</strong>ienza <strong>di</strong> professionalità es<strong>per</strong>te, quali ad esempio gli attuari,<br />

in maniera naturale, oltre ad essere caratterizzati da un’elevata flessibilità nel<strong>la</strong> costruzione dei<br />

modelli.<br />

La scelta del <strong>Fisher</strong>-<strong>Lange</strong> è dovuta al<strong>la</strong> volontà <strong>di</strong> estendere al caso stocastico tutti i vantaggi che il<br />

metodo, nel<strong>la</strong> versione deterministica, presenta rispetto ad esempio al metodo Chain-Ladder. Il<br />

<strong>Fisher</strong>-<strong>Lange</strong> consente infatti <strong>di</strong> rappresentare in maniera esplicita le politiche <strong>di</strong> liquidazione<br />

(attraverso <strong>la</strong> velocità <strong>di</strong> liquidazione) e <strong>di</strong> riservazione (attraverso le <strong>per</strong>centuali dei sinistri chiusi<br />

senza seguito e dei sinistri ria<strong>per</strong>ti) del<strong>la</strong> singo<strong>la</strong> Compagnia. Permette altresì <strong>di</strong> considerare e <strong>di</strong><br />

trattare separatamente eventuali avvenimenti anomali che caratterizzano una partico<strong>la</strong>re<br />

generazione o un partico<strong>la</strong>re anno <strong>di</strong> calendario. Consente infine <strong>di</strong> modellizzare il costo me<strong>di</strong>o dei<br />

sinistri e l’inf<strong>la</strong>zione futura autonomamente e in<strong>di</strong>pendentemente rispetto al numero dei sinistri.


A conclusione del <strong>la</strong>voro sono riportate <strong>di</strong>verse esemplificazioni numeriche che hanno lo scopo <strong>di</strong><br />

confrontare in termini <strong>di</strong> BE,RM e RRC i risultati che si ottengono attraverso <strong>la</strong> metodologia<br />

proposta, con quelli che si raggiungono con modelli stocastici già presenti in letteratura (quali<br />

l’Over Dis<strong>per</strong>sed Poisson Bootstrap e il Chain Ladder Bayesiano) nonché con quelli calco<strong>la</strong>ti<br />

usando le formule standard proposte nel QIS4.<br />

Riferimenti principali<br />

[1] CEIOPS QIS4, “Technical Specifications”, Marzo 2008.<br />

[2] Eng<strong>la</strong>nd P.D and Verrall R. J. (1999). “Analytic and bootstrap estimates of pre<strong>di</strong>ction errors<br />

in c<strong>la</strong>ims reserving”. Insurance, Mathematics and Economics, 25, 281-293.<br />

[3] Forte S., Ialenti M., Pirra M, (2008). “A reserve risk model for a non life insurance<br />

company” . International Conference MAF 2008, Venezia 26-28 Marzo 2008.<br />

[4] IAA, “Measurement of liabilities for insurance contracts: current estimates and risk margin”.<br />

Marzo 2008.<br />

[5] Scollnik D. P. M. (2004). Bayesian Reserving Models Inspired by Chain Ladder methods<br />

and implemented using WINBUGS. ARCH.<br />

[6] Verrall, Richard J., "Obtaining Pre<strong>di</strong>ctive Distributions for Reserves Which Incorporate<br />

Ex<strong>per</strong>t Opinion". Variance, 2007.

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