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opere provvisionali.pdf - Ordine degli Ingegneri di Forli - Cesena

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TECNICHE, TECNOLOGIE E RISCHI<br />

PER LA SICUREZZA NEI CANTIERI<br />

Opere <strong>provvisionali</strong> e<br />

consolidamenti durate gli scavi<br />

<strong>Or<strong>di</strong>ne</strong> <strong>Ingegneri</strong> <strong>di</strong> Forlì e <strong>Cesena</strong><br />

8 novembre 2011<br />

Dr. Fabiano Urbinati Libero Professionista - Rimini


Dott. F. Urbinati TECNICHE, TECNOLOGIE E RISCHI<br />

PER LA SICUREZZA NEI CANTIERI<br />

PREMESSA<br />

08/11/2011<br />

In generale, quando si deve realizzare uno scavo, sulla scorta <strong>di</strong> tutte le in<strong>di</strong>cazioni preliminari,<br />

quali indagine geologica e verifica <strong>di</strong> stabilità dei fronti, ecc, occorre prima verificare se<br />

necessitano <strong>opere</strong> <strong>di</strong> sostegno.<br />

Quando si effettua uno sbancamento (o scavo a cielo aperto) <strong>di</strong> larghezza superiore rispetto<br />

all’altezza, in materiali a comportamento granulare, il sistema <strong>di</strong> protezione è necessario solo se<br />

l’inclinazione della parete dello scavo è maggiore dell’angolo <strong>di</strong> attrito interno del terreno, o se si<br />

supera l’altezza critica in materiali coesivi.<br />

Nel caso <strong>di</strong> scavi a sezione obbligata, in cui la profon<strong>di</strong>tà è maggiore della larghezza, occorre<br />

necessariamente armare lo scavo per evitare crolli e franamenti delle pareti.<br />

Fanno eccezione i casi in cui lo scavo non raggiunge la profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> 1 metro, o quando esso è<br />

realizzato in roccia ed il tecnico competente ritiene non verificabile un crollo delle pareti <strong>di</strong> scavo.<br />

TIPOLOGIA DI OPERA PROVVISIONALE<br />

Esiste una grande varietà <strong>di</strong> strutture utilizzate per sostenere il terreno e/o l’acqua sia per lavori<br />

temporanei che per <strong>opere</strong> definitive.<br />

In questa sede esamineremo brevemente gli usuali criteri <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensionamento, progettazione e<br />

verifica geotecnica <strong>di</strong>:<br />

1. <strong>opere</strong> <strong>di</strong> sostegno a gravità (muri, gabbionate, crib walls) e in cemento armato (muri a<br />

mensola, muri a contrafforti e speroni);<br />

2. terra armata;<br />

3. paratie (palancole e <strong>di</strong>aframmi);<br />

4. strutture <strong>di</strong> sostegno <strong>di</strong> scavi e trincee.<br />

La principale <strong>di</strong>fferenza fra i muri (<strong>di</strong> ogni tipo) e le paratie, consiste nel meccanismo <strong>di</strong><br />

trasmissione, attraverso l’opera <strong>di</strong> sostegno, della spinta esercitata dal terreno sostenuto al terreno<br />

<strong>di</strong> fondazione.<br />

Nel primo caso la trasmissione avviene attraverso la struttura <strong>di</strong> fondazione dell’opera <strong>di</strong> sostegno.<br />

Nel secondo caso essa è assicurata dal prolungamento della parete nel terreno <strong>di</strong> fondazione, e<br />

dal sistema equilibrato <strong>di</strong> spinte e contro spinte che viene a determinarsi.<br />

Un’altra importante <strong>di</strong>fferenza consiste nel fatto che il terreno sostenuto dai muri è <strong>di</strong> riporto,<br />

mentre il terreno sostenuto dalle paratie è spesso il terreno naturale.<br />

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Inoltre i muri <strong>di</strong> sostegno sono in genere <strong>opere</strong> definitive, mentre le paratie, e specialmente le<br />

palancole, sono spesso <strong>opere</strong> <strong>provvisionali</strong>.<br />

Muri <strong>di</strong> sostegno<br />

I muri <strong>di</strong> sostegno hanno lo scopo <strong>di</strong> prevenire lo smottamento <strong>di</strong> pen<strong>di</strong>i naturali ripi<strong>di</strong> o <strong>di</strong><br />

assicurare la stabilità <strong>di</strong> pen<strong>di</strong>i artificiali sagomati con pendenze superiori alla pendenza <strong>di</strong><br />

equilibrio naturale. Da questo punto <strong>di</strong> vista si <strong>di</strong>stinguono in:<br />

- muri <strong>di</strong> sostegno in sterro o <strong>di</strong> controripa, che consentono <strong>di</strong> formare una piattaforma a<br />

valle,<br />

- muri <strong>di</strong> sostegno in rilevato o <strong>di</strong> sottoscarpa, che consentono <strong>di</strong> formare una piattaforma a<br />

monte.<br />

In entrambi i casi, occorre prima procedere ad uno sbancamento, per liberare lo spazio ove<br />

costruire il muro, poi costruire il muro propriamente detto, e infine porre in opera il terreno <strong>di</strong><br />

riempimento a tergo con le eventuali <strong>opere</strong> <strong>di</strong> drenaggio.<br />

La realizzazione <strong>di</strong> un muro <strong>di</strong> sostegno mo<strong>di</strong>fica le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> equilibrio generale del pen<strong>di</strong>o, e<br />

tali mo<strong>di</strong>fiche possono condurre ad una instabilità generale o localizzata.<br />

Nel caso dei muri in sterro, può determinarsi la rottura localizzata del ripido pen<strong>di</strong>o a monte che si<br />

crea con i lavori <strong>di</strong> sbancamento preliminari.<br />

Per limitare tale rischio è opportuno prevedere una realizzazione per brevi tratti.<br />

Nel caso dei muri in rilevato può esservi il rischio <strong>di</strong> una rottura generale profonda o superficiale<br />

del pen<strong>di</strong>o dovuta al sovraccarico costituito dal peso del terreno <strong>di</strong> riporto messo in opera<br />

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Rotture <strong>di</strong> pen<strong>di</strong>o conseguenti alla realizzazione <strong>di</strong> un muro <strong>di</strong> sostegno: profonda (a) e superficiale (b)<br />

Per limitare l’influenza sulla spinta del terreno naturale in sito <strong>di</strong>etro il muro ed il suo riempimento, il<br />

pen<strong>di</strong>o che si realizza con lo sbancamento deve avere debole pendenza.<br />

Per ridurre, e possibilmente eliminare, la spinta esercitata dall’acqua è necessario prevedere un<br />

efficace sistema <strong>di</strong> drenaggio <strong>di</strong>etro l’opera <strong>di</strong> sostegno.<br />

I sistemi <strong>di</strong> drenaggio più utilizzati sono i seguenti (solitamente realizzati entrambi<br />

contestualmente):<br />

- fori <strong>di</strong> drenaggio, <strong>di</strong> 10÷15 cm <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro e interasse 2÷4 m, muniti <strong>di</strong> rete reps o <strong>di</strong> filtro,<br />

<strong>di</strong>sposti a quinconce su tutta l’altezza del muro, con maggiore densità nella parte inferiore;<br />

- materiali drenanti messi in opera <strong>di</strong>etro il muro, sia verticalmente a contatto <strong>di</strong>retto con la<br />

parete, sia come tappeti drenanti messi in opera sul pen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> terreno naturale prima del<br />

riempimento, in modo da abbattere la superficie <strong>di</strong> falda.<br />

Le acque <strong>di</strong> drenaggio che attraversano il muro possono essere convogliate in una canaletta al<br />

piede ed allontanate.<br />

In casi particolarmente <strong>di</strong>fficili (es versante con piccoli problemi <strong>di</strong> stabilità) può essere necessario<br />

il drenaggio del pen<strong>di</strong>o a monte con un sistema <strong>di</strong> dreni sub-orizzontali.<br />

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Il sistema drenante può essere ulteriormente migliorato con l’inerbimento del pen<strong>di</strong>o, che riduce<br />

l’acqua <strong>di</strong> infiltrazione, e con la messa in opera <strong>di</strong> opportune specie vegetali a ra<strong>di</strong>ci profonde che,<br />

per suzione, riducono il contenuto in acqua del terreno e rallentano la velocità dell’acqua <strong>di</strong><br />

scorrimento superficiale limitando lì erosione superficiale .<br />

Gabbionate<br />

Le gabbionate sono particolari muri <strong>di</strong> sostegno a gravità.<br />

Le gabbionate sono costituite da elementi in<strong>di</strong>pendenti (gabbioni), affiancati e appoggiati l’uno<br />

sull’altro.<br />

I gabbioni sono parallelepipe<strong>di</strong> <strong>di</strong> rete metallica, <strong>di</strong> norma <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni 1x1x2 m, riempiti in sito <strong>di</strong><br />

pietrame, ciottoli e ghiaia pulita.<br />

La costruzione e la messa in opera delle gabbionate è semplice e rapida.<br />

Un’opera <strong>di</strong> sostegno in gabbioni ha il vantaggio <strong>di</strong> essere molto flessibile, adattandosi senza<br />

danno a movimenti verticali e orizzontali, e molto permeabile.<br />

Tali caratteristiche rendono le gabbionate particolarmente utili per la stabilizzazione dei pen<strong>di</strong>i in<br />

frana e per le <strong>opere</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa dall’erosione delle sponde dei corsi d’acqua e delle coste.<br />

L’economia della struttura <strong>di</strong>pende dal costo <strong>di</strong> approvvigionamento del materiale <strong>di</strong> riempimento.<br />

Terra armata<br />

La terra armata è un materiale composito che deriva dall’associazione <strong>di</strong> terreno e <strong>di</strong> armature.<br />

L’attrito fra terreno e armature limita le deformazioni orizzontali dell’ammasso e conferisce al<br />

terreno una sorta <strong>di</strong> “coesione”.<br />

Un paramento verticale sulla faccia esterna dell’ammasso sostiene il terreno, che altrimenti<br />

scorrerebbe tra le armature.<br />

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Esso ha solo funzione <strong>di</strong> sostegno locale del terreno, ma non interviene nella stabilità generale<br />

dell’ammasso.<br />

I materiali costituenti la terra armata sono:<br />

il terreno, che deve essere caratterizzato da un coefficiente d’attrito con le armature<br />

generalmente non inferiore a 0,35.<br />

A tal fine devono essere esclusi i terreni argillosi (con percentuale <strong>di</strong> fine superiore al<br />

15%) e quelli organici, ed occorre verificare che non vi siano agenti aggressivi per le<br />

armature e/o per le pareti.<br />

Il terreno è messo in opera per strati orizzontali successivi compattati <strong>di</strong> spessore<br />

dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> 30 cm;<br />

le armature, che devono essere flessibili, resistenti a trazione, con elevato coefficiente<br />

d’attrito e non corro<strong>di</strong>bili.<br />

Spesso consistono in strisce d’acciaio, galvanizzato o inossidabile, o <strong>di</strong> lega d’alluminio, <strong>di</strong><br />

larghezza compresa tra 4 e 12 cm.<br />

Sono anche utilizzate, come armature, le geogriglie estruse in HDPE.<br />

Le armature sono poste perpen<strong>di</strong>colari ed agganciate al paramento, e <strong>di</strong>sposte<br />

orizzontalmente sullo strato <strong>di</strong> terreno compattato in opera;<br />

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il paramento verticale, che costituisce la parte a vista del muro, e deve potersi adattare<br />

alle deformazioni dell’ammasso.<br />

A tal fine sono utilizzati profilati metallici d’acciaio galvanizzato o d’alluminio, a sezione<br />

sottile <strong>di</strong> forma semi ellittica, o bullonati fra loro e con le armature, oppure pannelli<br />

prefabbricati <strong>di</strong> calcestruzzo, <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni 1,5 x 1,5 m, incernierati l’uno con l’altro, in modo<br />

da poter subire senza danno sensibili movimenti.<br />

Più frequentemente vengono utilizzati casseri in rete elettro-saldata e geogriglie, con<br />

inerbimento del paramento stesso, al fine <strong>di</strong> ridurre l’impatto visivo e ambientale dell’opera.<br />

È stato sperimentalmente verificato che lo sforzo <strong>di</strong> trazione nelle armature presenta un massimo<br />

in prossimità del paramento esterno, e che è possibile in<strong>di</strong>viduare due zone:<br />

la zona attiva, prossima al paramento, in cui le tensioni tangenziali sono <strong>di</strong>rette verso il<br />

paramento e il terreno tende a trascinare le armature;<br />

la zona resistente, più <strong>di</strong>stante dal paramento e maggiormente estesa, in cui le tensioni<br />

tangenziali sono <strong>di</strong>rette verso l’interno ed il terreno tende a trattenere le armature.<br />

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La terra armata è utilizzata non solo come opera <strong>di</strong> sostegno ma anche per la stabilizzazione dei<br />

pen<strong>di</strong>i in frana, per la realizzazione <strong>di</strong> rilevati e argini, etc..<br />

Le <strong>opere</strong> in terra armata, che possono anche raggiungere altezze elevate, sono caratterizzateda<br />

una grande deformabilità e sono quin<strong>di</strong> idonee a sopportare senza danno ce<strong>di</strong>menti assoluti e<br />

<strong>di</strong>fferenziali.<br />

Paratie<br />

Le paratie sono pareti verticali parzialmente o interamente immerse nel terreno, che possono<br />

avere funzione idraulica, <strong>di</strong> sostegno del terreno, <strong>di</strong> fondazione profonda, o mista.<br />

In questo paragrafo ci occuperemo <strong>di</strong> paratie con funzione <strong>di</strong> sostegno del terreno.<br />

Le paratie con funzione <strong>di</strong> sostegno del terreno sono pareti verticali immorsate nel terreno, con<br />

quota <strong>di</strong>versa ai due lati della parete.<br />

Tale <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quota può essere dovuta ad uno scavo o ad un riporto.<br />

Nel primo caso la struttura è interamente a contatto con terreno naturale, nel secondo caso il<br />

terreno <strong>di</strong> fondazione è naturale e quello sostenuto è <strong>di</strong> riporto.<br />

Il meccanismo <strong>di</strong> funzionamento delle paratie si basa sul fatto che l’intensità della pressione mutua<br />

<strong>di</strong> contatto fra la parete e il terreno <strong>di</strong>pende dal movimento della parete, e quin<strong>di</strong> dalle conseguenti<br />

deformazioni del terreno.<br />

In con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> equilibrio, le azioni orizzontali, a monte e a valle della struttura, hanno risultante <strong>di</strong><br />

eguale intensità, verso opposto, e stessa retta d’azione.<br />

Nella risultante vanno comprese le eventuali forze concentrate trasmesse da vincoli, come tiranti <strong>di</strong><br />

ancoraggio o puntoni.<br />

I movimenti e la deformazione della parete, e <strong>di</strong> conseguenza le tensioni orizzontali mutue,<br />

<strong>di</strong>pendono dalla rigidezza relativa della struttura, e dovrebbero essere determinati me<strong>di</strong>ante<br />

un’analisi <strong>di</strong> interazione terreno-struttura.<br />

Tuttavia, nella progettazione corrente, si utilizzano meto<strong>di</strong> all’equilibrio limite, ipotizzando note le<br />

<strong>di</strong>stribuzioni <strong>di</strong> pressione.<br />

Nel termine paratie si comprendono le palancole e i <strong>di</strong>aframmi, strutture che possono <strong>di</strong>fferire<br />

molto fra loro sia come materiale costituente, sia come tecnica <strong>di</strong> messa in opera, sia come<br />

geometria, ma che hanno in comune il meccanismo <strong>di</strong> funzionamento.<br />

Le palancole sono strutture permanenti o provvisorie, messe in opera a percussione o a vibroinfissione,<br />

con battipalo.<br />

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Possono essere <strong>di</strong> legno (in <strong>di</strong>suso ma possono incontrarsi nei lavori <strong>di</strong> restauro), <strong>di</strong> cemento<br />

armato (usate solo per altezze modeste a causa del peso e delle <strong>di</strong>mensioni), o più<br />

frequentemente d’acciaio.<br />

Le palancole d’acciaio hanno resistenza elevata, peso ridotto, possono essere facilmente<br />

trasportate e movimentate in opera, possono essere rimosse, recuperate e riutilizzate, hanno<br />

elevata durabilità anche sotto falda, e possono essere facilmente collegate fra loro, in orizzontale,<br />

per saldatura.<br />

In figura sono riportate le sezioni tipo delle palancole in acciaio NKSP, e gli schemi <strong>di</strong><br />

accoppiamento.<br />

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I <strong>di</strong>aframmi utilizzati come <strong>opere</strong> <strong>di</strong> sostegno delle terre sono pareti in c.a. realizzate con pali<br />

accostati, pali intersecantisi o con pannelli, che possono raggiungere elevate profon<strong>di</strong>tà.<br />

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L’uso dei <strong>di</strong>aframmi consente <strong>di</strong> ridurre al minimo i volumi <strong>di</strong> scavo e le aree <strong>di</strong> lavoro, per cui sono<br />

spesso impiegati in ambiente urbano.<br />

Per limitare la flessibilità della struttura sono spesso vincolati al terreno con tiranti <strong>di</strong> ancoraggio,<br />

anche a più livelli, o con puntelli provvisori, che sono poi sostituiti, nella loro funzione, dai solai<br />

della struttura definitiva.<br />

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Talvolta, per aumentarne la rigidezza flessionale, i <strong>di</strong>aframmi sono ottenuti accostando elementi<br />

con sezione a T o ad H.<br />

Più raramente sono precompressi in opera.<br />

I <strong>di</strong>aframmi a pali secanti sono composti da pali trivellati <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro φ compreso tra 60 e 80 cm, e<br />

interasse i tra 50 e 60 cm.<br />

Sono prima realizzati i pali pari (o <strong>di</strong>spari), non armati, e successivamente i pali <strong>di</strong>spari (o pari) che<br />

intersecano i pali già gettati e sono dotati <strong>di</strong> armatura metallica.<br />

I <strong>di</strong>aframmi <strong>di</strong> pali sono un ripiego rispetto ai <strong>di</strong>aframmi a pannelli, giustificato talvolta da ragioni <strong>di</strong><br />

costo, sia perché hanno spessore variabile e non buona <strong>di</strong>sposizione delle armature, sia perché a<br />

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causa <strong>degli</strong> errori <strong>di</strong> verticalità nella messa in opera, alcuni pali possono svergolare dalla parete<br />

rendendola meno resistente e più permeabile.<br />

I <strong>di</strong>aframmi lineari sono costituiti da pannelli le cui <strong>di</strong>mensioni usuali sono: spessore S<br />

compreso tra 50 e 120 cm, lunghezza L compresa tra 200 e 600 cm.<br />

Le fasi esecutive per la realizzazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>aframmi a pannelli lineari sono:<br />

1. scavo dei pannelli pari (o <strong>di</strong>spari) a sezione obbligata in profon<strong>di</strong>tà con benna mordente<br />

e/o con idrofresa, previa stabilizzazione delle pareti con fango bentonitico;<br />

2. posa in opera della gabbia <strong>di</strong> armatura preassemblata e <strong>di</strong> eventuali casseri recuperabili<br />

per la formazione <strong>di</strong> giunti;<br />

3. getto del calcestruzzo nello scavo, dal basso verso l’alto (sistema contractor), che si<br />

sostituisce al fango bentonitico:<br />

4. ripetizione delle operazioni per i pannelli <strong>di</strong>spari (o pari).<br />

I <strong>di</strong>aframmi <strong>di</strong> micropali sono anch’essi un<br />

ripiego rispetto ai <strong>di</strong>aframmi a pannelli,<br />

giustificato talvolta da ragioni <strong>di</strong> costo e <strong>di</strong><br />

spazi ristretti (la macchina per micropalo<br />

riesce a lavorare in ambienti ristretti – alcuni<br />

metri), sia perché hanno spessore variabile,<br />

sia perché la struttura stessa non è<br />

<strong>di</strong>mensionata a resistere alla spinta laterale<br />

del terreno.<br />

In alcune situazioni il sovra<strong>di</strong>mensionamento<br />

dell’armatura e l’uso <strong>di</strong> travi ripartitrici<br />

accoppiate all’uso <strong>di</strong> tiranti sub orizzontali<br />

permette la realizzazione <strong>di</strong> scavi <strong>di</strong> notevoli<br />

<strong>di</strong>mensioni; in ogni caso l’uso <strong>di</strong> paratie <strong>di</strong><br />

micropali si deve limitare ad interventi <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>mensioni contenute – poche decine <strong>di</strong> metri<br />

– e profon<strong>di</strong>tà limitate a pochi metri.<br />

Il micropalo, con riferimento all'ingegneria civile, è un palo <strong>di</strong> fondazione avente <strong>di</strong>mensioni<br />

comprese tra 90 ed 300 mm <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro e lunghezze variabili da 2 fino a 50 metri.<br />

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Benché il <strong>di</strong>ametro del micropalo rispetto alle fondazioni profonde <strong>di</strong> me<strong>di</strong>o (da 300 a 800 mm) e<br />

grande <strong>di</strong>ametro (oltre 800 mm) sia inferiore, esso viene utilizzato ampiamente poiché svolge le<br />

medesime funzioni ed ha un comportamento meccanico alquanto similare, con le limitazioni<br />

in<strong>di</strong>cate in precedenza.<br />

Le molteplici applicazioni <strong>di</strong> questa fondazione in<strong>di</strong>retta, fanno si che venga utilizzata e richiesta in<br />

svariate situazioni:<br />

per il consolidamento <strong>di</strong> fondazioni <strong>di</strong>rette insufficienti per capacità portante a sostenere la<br />

sovrastruttura;<br />

per il ripristino e/o riparazione <strong>di</strong> fondazioni danneggiate da agenti fisico-chimici esterni<br />

(ce<strong>di</strong>menti <strong>di</strong>fferenziali, erosione al piede <strong>di</strong> pile <strong>di</strong> ponti),<br />

per il consolidamento <strong>di</strong> terreni prima dell'esecuzione delle fondazioni <strong>di</strong>rette;<br />

per la realizzazione <strong>di</strong> ancoraggi / tiranti (applicazioni su barriere paramassi, tiranti per il<br />

contrasto al ribaltamento <strong>di</strong> paratie).<br />

Applicazioni <strong>di</strong>fferenti del micropalo ma molto utilizzate in ambiente urbano viste le modeste<br />

<strong>di</strong>mensioni delle attrezzature necessarie alla loro realizzazione, le ritroviamo nelle paratie e/o<br />

<strong>di</strong>aframmi definite "berlinesi".<br />

Queste paratie sono costituite da una serie <strong>di</strong> micropali <strong>di</strong> opportuna lunghezza <strong>di</strong>sposti lungo una<br />

linea retta (o a maglia sfalsata detta "quinconce"), realizzati ad interassi variabili (da 30 fino a 70<br />

cm) in funzione delle caratteristiche dei terreni e delle altezze <strong>di</strong> scavo.<br />

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Consentono inoltre il sostegno del fronte <strong>di</strong> scavo potendo operare in sicurezza (operai) e<br />

salvaguardando le proprietà altrui.<br />

Sono soluzioni analoghe, ma alternative, ai <strong>di</strong>aframmi in calcestruzzo, alle palancole metalliche, ai<br />

<strong>di</strong>aframmi jet-grouting, alle paratie in prefabbricati cac.<br />

Le berlinesi sono molto utilizzate in ambiente urbano perché durante la loro realizzazione e la<br />

perforazione dei micropali:<br />

non si inducono vibrazioni nel terreno (infissione delle palancole),<br />

non si utilizzano bentoniti per il sostegno del foro (<strong>di</strong>aframmi in c.a.),<br />

non si inquina acusticamente (battipalo per <strong>di</strong>aframmi prefabbricati cac).<br />

Generalmente i micropali vengono realizzati "in opera" (non sono prefabbricati), con attrezzature<br />

anche <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni ridotte (sonde oleo<strong>di</strong>namiche, perforatrici) che ne consentono anche<br />

l'esecuzione all'interno <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici.<br />

Per i cantieri all'aperto e con ampi spazi si utilizzano perforatrici <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni notevoli e del peso<br />

fino a 300 quintali.<br />

L'evoluzione della tecnologia ha permesso la nascita <strong>di</strong> nuovi brevetti, oggi un micropalo molto<br />

apprezzato è il micropalo prefabbricato in cemento armato centrifugato, dai ridotti tempi <strong>di</strong><br />

esecuzione.<br />

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Fasi esecutive<br />

Le fasi esecutive del micropalo possono essere così schematizzate:<br />

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posizionamento dell'attrezzatura sul punto <strong>di</strong> perforazione e verifica dei parametri<br />

progettuali richiesti (posizione, verticalità,...);<br />

esecuzione del foro (con utensili quali martelli fondo-foro, eliche, tricono, trilama, tubo<br />

forma, aventi <strong>di</strong>ametri variabili e con tecnologie <strong>di</strong> perforazione <strong>di</strong>fferenti in funzione delle<br />

caratteristiche dei terreni);<br />

posa in opera dell'armatura metallica (tubo metallico, gabbia metallica, profilo metallico,<br />

vetroresina,...)<br />

getto della miscela cementizia (calcestruzzo ad alto dosaggio <strong>di</strong> cemento), miscele<br />

costituite da acqua/cemento e/o bentonite)<br />

Tiranti <strong>di</strong> ancoraggio<br />

I tiranti <strong>di</strong> ancoraggio delle palancole e dei <strong>di</strong>aframmi sono costituiti da tre elementi funzionali:<br />

la testata, la parte libera e la fondazione, bulbo o piastra <strong>di</strong> ancoraggio.<br />

L’armatura è <strong>di</strong> acciaio armonico, e viene <strong>di</strong> norma presollecitata.<br />

Il bulbo <strong>di</strong> ancoraggio è realizzato me<strong>di</strong>ante iniezione <strong>di</strong> malta cementizia.<br />

Esso deve essere posto ad una <strong>di</strong>stanza dalla parete tale da non interferire con la superficie <strong>di</strong><br />

scorrimento potenziale, ovvero deve essere esterno al cuneo <strong>di</strong> spinta attiva.<br />

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Armature, contrafforti e puntelli<br />

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Le pareti verticali possono essere costituite da tavole <strong>di</strong> legno, o da palancole metalliche o anche<br />

da <strong>di</strong>aframmi in c.a., e, a seconda della tipologia, possono essere messe in opera prima dello<br />

scavo e raggiungere profon<strong>di</strong>tà maggiori del fondo scavo, oppure via via che procede lo scavo<br />

Quando la collocazione dello scavo o la sua profon<strong>di</strong>tà non consentono <strong>di</strong> realizzare le pareti<br />

secondo l’angolo d’attrito interno del terreno, o si supera l’altezza critica caratteristica del<br />

materiale, è necessario armare lo scavo.<br />

L’armatura deve essere tale da resistere alle sollecitazioni indotte da:<br />

• pressione del terreno;<br />

• strutture a<strong>di</strong>acenti;<br />

• carichi ad<strong>di</strong>zionali e vibrazioni (attrezzature, traffico veicolare, materiale <strong>di</strong> stoccaggio,<br />

ecc.).<br />

Le strutture <strong>di</strong> sostegno devono essere installate a <strong>di</strong>retto contatto con la facciata dello scavo e,<br />

ove necessario, deve essere inserito del materiale <strong>di</strong> rincalzo tra la facciata dello scavo e<br />

l’armatura, per garantire la continuità del contrasto.<br />

Le armature dello scavo possono essere realizzate con elementi in legno o in metallo.<br />

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Se si utilizzano puntelli <strong>di</strong> acciaio <strong>di</strong>sposti perpen<strong>di</strong>colarmente ai montanti o ai pannelli in legno,<br />

occorre sempre verificare la compatibilità del carico trasmesso dall’acciaio al legno stesso.<br />

Nella pre<strong>di</strong>sposizione <strong>degli</strong> elementi delle armature in legno occorre seguire precisi meto<strong>di</strong> per la<br />

scelta delle loro caratteristiche geometriche, nonché opportune procedure, al fine <strong>di</strong> rendere sicure<br />

le <strong>opere</strong> <strong>di</strong> contrasto.<br />

A questo proposito si utilizzano apposite tabelle tecniche, riferite alle con<strong>di</strong>zioni e al tipo <strong>di</strong> terreno<br />

nonché alla profon<strong>di</strong>tà e larghezza dello scavo, che forniscono le <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> traverse, montanti,<br />

puntoni, pannelli in legno.<br />

I puntelli possono essere in legno, in acciaio (tubolari, profilati o travi reticolari) o in c.a.<br />

Poiché i vincoli costituiti dai puntoni impe<strong>di</strong>scono, o comunque limitano molto, il movimento della<br />

parete, non sono vali<strong>di</strong> i <strong>di</strong>agrammi <strong>di</strong> pressione utilizzati per altre <strong>opere</strong> <strong>di</strong> sostegno e si utilizzano<br />

i <strong>di</strong>agrammi <strong>di</strong> pressione semplificati, ottenuti in modo empirico dai valori misurati dello sforzo<br />

normale nei puntoni <strong>di</strong> strutture <strong>di</strong>verse, <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>mensioni, e in <strong>di</strong>versi terreni (Terzaghi e Peck,<br />

1967).<br />

La scelta del tipo <strong>di</strong> armatura da <strong>di</strong>sporre nello scavo e del materiale da utilizzare <strong>di</strong>pende<br />

sostanzialmente dalla natura del terreno, dal contesto ambientale e dal tipo <strong>di</strong> scavo da eseguire.<br />

L’armatura deve comunque rispettare sempre le seguenti tre con<strong>di</strong>zioni:<br />

1. essere realizzata in modo da evitare il rischio <strong>di</strong> seppellimento:<br />

in un terreno incoerente la procedura dovrà consentire <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre armature parziali tali da<br />

permettere <strong>di</strong> raggiungere in sicurezza la profon<strong>di</strong>tà richiesta nel terreno;<br />

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in un terreno dotato <strong>di</strong> coesione, in cui lo scavo può essere realizzato in avanzamento<br />

continuo fino alla profon<strong>di</strong>tà desiderata, la procedura dovrà prevedere la collocazione <strong>di</strong><br />

una gabbia <strong>di</strong> protezione prima che i lavoratori addetti accedano allo scavo.<br />

2. essere sufficientemente resistente da opporsi, senza deformarsi o rompersi, alla<br />

pressione esercitata dal terreno sulle pareti dello scavo;<br />

3. essere realizzata in modo da poter sopportare, senza deformarsi, anche carichi<br />

asimmetrici ed accidentali del terreno.<br />

Il rispetto <strong>di</strong> queste con<strong>di</strong>zioni è finalizzato a rendere tutti gli elementi dell’armatura (pannelli,<br />

montanti, puntoni) un modulo unitario simile ad una gabbia <strong>di</strong> sicurezza.<br />

Si devono comunque evitare tutte quelle procedure non sicure, allorché la pressione del terreno<br />

che si sviluppa in <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong>versa rispetto ai puntoni può provocare pericolosi franamenti.<br />

L’uscita dallo scavo deve essere effettuata tramite una o più scale poste ad una <strong>di</strong>stanza<br />

opportuna dalla zona <strong>di</strong> lavoro, che tenga conto <strong>degli</strong> ostacoli e <strong>degli</strong> ingombri presenti in trincea e<br />

comunque durante il montaggio/smontaggio dell’armatura, ad una <strong>di</strong>stanza non superiore a 3 m<br />

dalla zona <strong>di</strong> lavoro.<br />

La protezione dello scavo a cielo aperto, in presenza <strong>di</strong> pareti verticali, deve essere effettuata con<br />

sistemi <strong>di</strong> armatura e <strong>di</strong> puntellazione delle stesse con elementi <strong>di</strong> sostegno realizzati in legno o in<br />

acciaio.<br />

L’utilizzo <strong>di</strong> sistemi metallici prefabbricati modulari e testati secondo normativa tecnica, consente<br />

vantaggi maggiori rispetto a quelli realizzati in legno in cantiere che si concretizzano in: facilità <strong>di</strong><br />

posa, recupero dopo posa, profili <strong>di</strong> notevole inerzia, <strong>di</strong>fferenti forme geometriche, moduli <strong>di</strong><br />

larghezza <strong>di</strong>versa, scelta delle caratteristiche <strong>di</strong> resistenza in base alla <strong>di</strong>stanza del puntello <strong>di</strong><br />

base e della larghezza interna <strong>di</strong> puntellazione, ambienti <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa natura con o senza presenza <strong>di</strong><br />

acqua.<br />

Esaminiamo ora le <strong>di</strong>verse tipologie <strong>di</strong> armatura <strong>degli</strong> scavi che si possono realizzare.<br />

Armatura per scavi in terreni coerenti<br />

Nella esecuzione <strong>di</strong> scavi in terreni coerenti si possono presentare due casi:<br />

- terreni con sufficiente coesione (?).<br />

- terreni con buona coesione.<br />

Nel primo caso, quando lo scavo non è realizzabile in sicurezza fino alla profon<strong>di</strong>tà voluta, si<br />

procede parzialmente con lo scavo fino a 80/120 cm, si <strong>di</strong>spone l’armatura e si continua<br />

successivamente in maniera analoga fino alla profon<strong>di</strong>tà richiesta.<br />

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Nel secondo caso, è sufficiente installare dei pannelli <strong>di</strong> legno, contro le pareti dello scavo, <strong>di</strong><br />

altezza tale da sbordare il ciglio, da fissare poi a dei puntoni <strong>di</strong> legno provvisori: successivamente<br />

è consentito, agli addetti la <strong>di</strong>scesa in trincea ed il posizionamento <strong>degli</strong> elementi <strong>di</strong> contrasto<br />

definitivi.<br />

L’installazione dell’armatura <strong>di</strong> protezione, deve essere effettuata dall’alto verso il basso, i puntoni<br />

posti in basso vanno collocati ad una <strong>di</strong>stanza massima <strong>di</strong> 20 cm dal fondo dello scavo ed i<br />

successivi secondo quanto previsto dal progetto.<br />

In caso <strong>di</strong> utilizzo <strong>di</strong> un pannello <strong>di</strong> legno o <strong>di</strong> acciaio tra armatura e parete, il puntone deve essere<br />

collocato sull'elemento verticale che lo sostiene e non <strong>di</strong>rettamente sul pannello.<br />

Con questa tipologia <strong>di</strong> armatura è necessario installare almeno due puntoni per ogni coppia <strong>di</strong><br />

montanti verticali: dopo aver installato il primo puntone in alto, si può procedere alla sistemazione<br />

del secondo puntone posto in basso.<br />

Armatura per scavi in terreni granulari<br />

Quando sono presenti:<br />

terreni in cui non è possibile scavare senza possibili ce<strong>di</strong>menti o<br />

scavi in zone urbane ove si deve evitare qualsiasi depressione nel terreno;<br />

è necessario utilizzare una procedura specifica detta “armatura a marciavanti”; essa prevede:<br />

lo scavo per circa 80 cm con le pareti verticali aventi una leggera inclinazione verso<br />

l’esterno dello scavo;<br />

- l’infissione nel terreno delle armature;<br />

- l’installazione <strong>di</strong> puntoni <strong>di</strong> contrasto;<br />

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- il proseguimento dello scavo secondo le modalità precedenti realizzando un secondo<br />

modulo <strong>di</strong> armatura con la stessa inclinazione <strong>di</strong> quella precedente fino alla profon<strong>di</strong>tà<br />

richiesta.<br />

Con tale metodologia si possono effettuare scavi relativamente profon<strong>di</strong> e la realizzazione deve<br />

essere eseguita a regola d’arte con attrezzature de<strong>di</strong>cate e personale specializzato.<br />

Rimozione dell’armatura<br />

La rimozione dell'armatura deve tenere conto <strong>di</strong> quanto segue:<br />

il <strong>di</strong>sarmo deve procedere dal basso verso l'alto;<br />

la procedura <strong>di</strong> rimozione deve in<strong>di</strong>care sequenze ed accorgimenti tali da proteggere<br />

sempre il lavoratore che si trova dentro lo scavo;<br />

quando viene rilevata una pressione del terreno sul sistema <strong>di</strong> protezione dello scavo,<br />

prima si deve procedere con il riempimento dello scavo e successivamente con la<br />

rimozione dei puntoni e dei montanti;<br />

il <strong>di</strong>sarmo deve essere effettuato possibilmente con gli stessi addetti che hanno installato<br />

l’armatura, per poter verificare, rispetto alla fase <strong>di</strong> installazione, se sono sopraggiunte<br />

nuove con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> rischio.<br />

Sistemi <strong>di</strong> sostegno e contrasto per scavi realizzati completamente con componenti<br />

prefabbricati<br />

Sistemi <strong>di</strong> puntellazione per scavi<br />

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I sistemi <strong>di</strong> puntellazione per scavi devono assicurare la stabilità delle pareti verticali e sono<br />

composti da <strong>di</strong>versi componenti prefabbricati assemblati fra loro che creano un sostegno blindato<br />

dello scavo.<br />

I componenti strutturali principali formano un modulo e comprendono i seguenti elementi, uniti in<br />

maniera opportuna da formare le tipologie in<strong>di</strong>cate; pannelli, componenti <strong>di</strong> sostegno (puntelli fissi<br />

e regolabili, barre <strong>di</strong> prolunga, telai <strong>di</strong> sostegno), armature pannello, rotaie <strong>di</strong> scorrimento,<br />

collegamenti dei puntelli con i pannelli o le rotaie <strong>di</strong> scorrimento, combinazioni integrate <strong>di</strong><br />

armature/pannelli.<br />

Un sistema <strong>di</strong> puntellazione per scavi consiste in un assemblaggio <strong>di</strong> più moduli.<br />

La protezione dello scavo lungo tutta la profon<strong>di</strong>tà prevede l’assemblaggio uno sopra l’altro <strong>di</strong> un<br />

modulo detto “insieme <strong>di</strong> base” ed un modulo detto “insieme superiore”.<br />

“L’insieme <strong>di</strong> base” è l’insieme <strong>di</strong> componenti <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> puntellazione supportato ai bor<strong>di</strong><br />

collocato in uno scavo prima <strong>di</strong> tutti gli altri insiemi.<br />

“L’insieme superiore” è l’insieme <strong>di</strong> componenti <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> puntellazione supportato al centro<br />

o ai bor<strong>di</strong> da utilizzare al <strong>di</strong> sopra del modulo <strong>di</strong> base o <strong>di</strong> un altro modulo superiore per supportare<br />

scavi più profon<strong>di</strong>.<br />

Il blindaggio dello scavo avente <strong>di</strong>fferente larghezza (<strong>di</strong>stanza fra i lati dello scavo) è effettuato con<br />

puntelli regolabili in modo continuo o in modo incrementale.<br />

La realizzazione della protezione lungo il tracciato dello scavo è attuata collegando in orizzontale<br />

uno o più moduli.<br />

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Sistemi <strong>di</strong> sostegno e contrasto me<strong>di</strong>ante infissione <strong>di</strong> palancole prefabbricate<br />

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La palancola è un elemento in acciaio, <strong>di</strong> opportuno profilo, provvisto <strong>di</strong> incastri (guida metallica o<br />

gargame) maschio-femmina che, collegati fra loro ed infissi nel terreno, formano un pannello<br />

continuo resistente alla spinta laterale del terreno.<br />

I profili delle palancole si <strong>di</strong>stinguono in sezione ad U ed a Z, la loro lunghezza varia a secondo dei<br />

produttori e per gli utilizzi abituali può arrivare fino a 12 m circa.<br />

Alcuni sistemi <strong>di</strong> palancole (palancolato) sono costituiti dall’unione <strong>di</strong> palancole inserite in un<br />

cassero porta palancole – o cordolo guida similmente alla realizzazione delle paratie - che ha il<br />

duplice scopo <strong>di</strong> contrasto e guida dentro cui far passare le palandole stesse ed è provvisto <strong>di</strong> un<br />

elemento <strong>di</strong> regolazione.<br />

Tale sistema viene utilizzato in scavi attraversati da sottoservizi e, consente con un opportuno<br />

posizionamento <strong>di</strong> una o più palancole, <strong>di</strong> attraversarli senza interromperli e senza indebolire il<br />

blindaggio.<br />

Modalità <strong>di</strong> installazione dei sistemi <strong>di</strong> sostegno e contrasto<br />

I sistemi <strong>di</strong> sostegno e contrasto devono essere installati secondo le istruzioni fornite dal<br />

fabbricante e vengono messi in opera a seconda della tipologia che può essere:<br />

con cassoni;<br />

per infissione.<br />

L’installazione <strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong> blindaggio con cassoni avviene per:<br />

metodo <strong>di</strong> “taglio e spinta verso il basso” <strong>di</strong> sistemi con bor<strong>di</strong> <strong>di</strong> taglio;<br />

metodo <strong>di</strong> “posa”.<br />

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Nel metodo <strong>di</strong> “taglio e spinta verso il basso” il cassone è installato mentre si scava, spingendo<br />

ciascun pannello verso il basso utilizzando la benna dell’escavatore: pannelli sono così spinti<br />

alternativamente su ogni montante angolare.<br />

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Nel metodo <strong>di</strong> “posa” si esegue prima lo scavo delle <strong>di</strong>mensioni in pianta del cassone e poi lo si<br />

posa verticalmente nello scavo.<br />

L’installazione <strong>di</strong> sistemi per “infissione” nel terreno prevede l’utilizzo <strong>di</strong> speciali macchine che si<br />

<strong>di</strong>stinguono per il sistema <strong>di</strong> azione:<br />

sistema a battipalo;<br />

sistema a vibrazione;<br />

sistema statico o a pressione idraulica.<br />

Il sistema a battipalo è composto da una mazza cadente, che agisce in caduta libera o accelerata<br />

da un motore e viene sollevata e fatta cadere sulla palancola per batterla nel terreno.<br />

Il sistema a vibrazione può essere a vibroinfissione o a vibroinfissione a colpi:<br />

nel sistema a vibro infissione una testa vibrante, appesa ad un autogrù a fune o sul<br />

braccio <strong>di</strong> un escavatore idraulico, afferra con una pinza idraulica la palancola e la mette in<br />

vibrazione.<br />

Le vibrazioni, trasmesse dalla testa vibrante alla palancola, sono trasferite a sua volta nel<br />

terreno che si sgretola e permette alla stessa <strong>di</strong> scendere nel terreno per peso proprio.<br />

Similmente nella fase <strong>di</strong> estrazione le vibrazioni vincono l'attrito laterale del terreno attorno<br />

alla la palancola che viene estratta con l’autogrù o con l’escavatore.<br />

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nel sistema a vibro infissione e colpi un vibro infissore agisce sulla palancola come un<br />

martello idraulico assestando ad altissima frequenza colpi ascendenti e <strong>di</strong>scendenti<br />

vincendo cosi l'attrito del terreno.<br />

Con tale sistema si limita sia la propagazione delle vibrazioni in <strong>di</strong>rezione orizzontale che il<br />

fenomeno <strong>di</strong> risonanza in fase d'avvio ed in fase d'arresto, riducendo il pericolo <strong>di</strong> danno al<br />

gruista ed alla gru.<br />

Il sistema statico o a pressione idraulica è composto da un braccio meccanico che afferra la<br />

palancola e la spinge per un tratto nel terreno me<strong>di</strong>ante pressione; in aggiunta a ciò l’infissione<br />

avviene anche sfruttando il peso dell'attrezzatura stessa e la resistenza all'estrazione delle<br />

palancole precedentemente infisse su cui si fa leva.<br />

Uno volte installate, queste macchine operano senza gru, ed utilizzano la forza <strong>di</strong> reazione delle<br />

palancole già infisse. Queste macchine possono essere utilizzate anche per costruzioni circolari,<br />

se necessario.<br />

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L'assenza <strong>di</strong> vibrazione consente l'applicazione del palancolato anche a <strong>di</strong>stanza ridotta da<br />

strutture esistenti eliminando il rischio <strong>di</strong> danni collaterali per ce<strong>di</strong>menti o altri danni che le<br />

vibrazioni possono provocare.<br />

Sistema <strong>di</strong> puntellazione per scavi con blindaggio <strong>di</strong> testata tramite palancole<br />

Il sistema <strong>di</strong> blindaggio <strong>di</strong> testata tramite palancole (Figure 29, 30) si utilizza quando non è<br />

possibile impiegare pannelli <strong>di</strong> blindaggio a testata standard.<br />

Le palancole, posizionate in testata, non devono essere smontate dal sistema a <strong>di</strong>stanziali, poiché<br />

devono trasferire il carico dovuto allo sterro alle travi trasversali allungabili, inserite nelle rotaie<br />

tramite adattatori.<br />

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L'utilizzo del blindaggio <strong>di</strong> testata con palancole è consigliato per gli scavi a pressione, in quanto le<br />

palancole servono come superficie <strong>di</strong> appoggio dello spingitubo e consentono l'apertura per il<br />

passaggio del tubo.<br />

Spingitubo<br />

Lo spingi tubo è una tecnologia no <strong>di</strong>g consistente in una trivellazione orizzontale controllata con<br />

successiva infissione <strong>di</strong> tubi (controtubo).<br />

Come tutte le tecnologie no <strong>di</strong>g permette la posa in opera <strong>di</strong> condotte interrate senza eseguire<br />

scavi a cielo aperto.<br />

È utilizzata frequentemente per attraversamenti trasversali <strong>di</strong> strade statali, linee ferroviarie, piste<br />

d'aeroporto e anche per l'attraversamento <strong>di</strong> piccoli corso d'acqua.<br />

Una volta realizzato l'attraversamento, (che normalmente viene completato con due pozzetti in<br />

calcestruzzo armato, uno <strong>di</strong> monte e l'altro <strong>di</strong> valle, in corrispondenza delle estremità del<br />

controtubo), all'interno del controtubo viene infilata la condotta interrata.<br />

Prima <strong>di</strong> effettuare l'attraversamento con la tecnologia delle spingi tubo viene realizzata, ad una<br />

adeguata <strong>di</strong>stanza dall'opera da attraversare, una cameretta <strong>di</strong> spinta delle <strong>di</strong>mensioni in pianta<br />

adeguate alle <strong>di</strong>mensioni del tubo da infiggere e una profon<strong>di</strong>tà variabile in funzione della quota<br />

dell'attraversamento.<br />

Quando il controtubo viene realizzato con tubazioni in acciaio, dalla <strong>di</strong>rettrice inferiore del tubo alla<br />

platea <strong>di</strong> fondo della cameretta sono necessari circa 60 cm per poter saldare le tubazioni stesse<br />

man mano che vengono spinte all'interno della trivellazione.<br />

Nel caso <strong>di</strong> manufatti in calcestruzzo armato ( es. tubazioni) dalla <strong>di</strong>rettrice inferiore del tubo alla<br />

platea <strong>di</strong> fondo sono necessari circa 40 cm.<br />

Realizzata la cameretta <strong>di</strong> spinta, in essa si posiziona l’attrezzatura <strong>di</strong> spinta, costituita da:<br />

martinetti idraulici<br />

scudo <strong>di</strong> testata completo <strong>di</strong> attrezzi per lo scavo sul fronte e pistoncini <strong>di</strong>rezionali,<br />

laser autolivellante per il controllo planoaltimetrico del fronte <strong>di</strong> scavo.<br />

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Si procede quin<strong>di</strong> alla spinta dello scudo e delle tubazioni in c.a. o <strong>di</strong> quelle in acciaio saldate fra<br />

loro man mano che si procede con lo scavo sul fronte.<br />

<strong>opere</strong> <strong>provvisionali</strong>.doc pag 29

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