Relazione tecnica AVOLA - Comune di Avola
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1 PREMESSA<br />
La redazione del presente progetto Preliminare è propedeutico e<br />
pianificatorio <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> propedeutici che si ritengono<br />
necessari per la corretta identificazione fisico-climatica dei luoghi<br />
interessati dall’infrastrutturazione.<br />
Il presente stu<strong>di</strong>o affronta gli aspetti legati alla determinazione del<br />
clima d’onda del paraggio, sia al largo che sottocosta ed alla<br />
determinazione dei principali effetti dello stesso sia sullo stato<br />
morfologico attuale che sulle ipotesi <strong>di</strong> intervento per la realizzazione<br />
delle opere costiere, e quin<strong>di</strong> per l’ottimizzazione delle stesse.<br />
L’impostazione metodologica che si è seguita per la redazione dello<br />
stu<strong>di</strong>o Idraulico Marittimo ha visto i seguenti passaggi fondamentali, in<br />
attinenza a quanto sopradetto:<br />
. riconoscimento ed in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> tutte le finalità <strong>di</strong> interesse<br />
dell’Amministrazione;<br />
. in<strong>di</strong>viduazione delle basi dati <strong>di</strong>sponibili e compatibili, raccolta,<br />
confronto, validazione ed elaborazione dei dati in funzione delle<br />
con<strong>di</strong>zioni al contorno del problema;<br />
. applicazioni numeriche <strong>di</strong> appositi modelli matematici con le<br />
<strong>di</strong>stinte finalità occorrenti;<br />
. analisi delle risultanze e post-processione delle stesse;<br />
. e<strong>di</strong>ting finale delle elaborazioni.<br />
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2 IDENTIFICAZIONE FISICO-CLIMATICA DEL SITO<br />
Si dovranno effettuare una serie <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> specialistici e rilievi al fine<br />
<strong>di</strong> concorrere alla identificazione più corretta possibile delle realtà fisica<br />
del sito.<br />
stu<strong>di</strong>:<br />
Si deve quin<strong>di</strong> fare riferimento, secondo le occorrenze, ai seguenti<br />
- Rilievo Batimetrico Stu<strong>di</strong>o Geologico;<br />
- Stu<strong>di</strong>o Idraulico-Marittimo;<br />
- Stu<strong>di</strong>o Sismologico;<br />
- Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Prefattibilità Ambientale<br />
2.1 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO DEL PARAGGIO<br />
L’area <strong>di</strong> interesse ricade all’interno della tavoletta denominata “<strong>AVOLA</strong>” in<br />
scala 1:25.000, e<strong>di</strong>ta dall’I.G.M.I. (Istituto Geografico Militare Italiano).<br />
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2.2 CONSIDERAZIONI CLIMATOLOGICHE<br />
I dati climatologici maggiormente affidabili per autorevolezza della<br />
fonte e per lunghezza della serie storica delle letture sono quelli<br />
dell’Aereonautica Militare, raccolti ed elaborati dal C.N.M.C.A..<br />
Il termine CLINO, acronimo del termine inglese CLimate NOrmals, è<br />
un’elaborazione statistica su base trentennale (es. trentennio 1961 –<br />
1990) per le variabili meteorologiche monitorate dalle stazioni al suolo.<br />
Il range temporale standard <strong>di</strong> riferimento è stato scelto<br />
dall’Organizzazione Meteorologica Mon<strong>di</strong>ale.<br />
Sono riportati i valori me<strong>di</strong> mensili pluriennali (tipicamente:<br />
trentennio standard 61-90) <strong>di</strong> alcune variabili meteorologiche. Per ogni<br />
stazione vengono fornite due tabelle. Nella prima, ogni riga e' costituita,<br />
nell'or<strong>di</strong>ne, da:<br />
(gra<strong>di</strong> °C)<br />
(gra<strong>di</strong> °C)<br />
(gra<strong>di</strong> °C)<br />
°C)<br />
(gra<strong>di</strong> °C)<br />
(gra<strong>di</strong> °C)<br />
- mm = mese<br />
- Tx1d = me<strong>di</strong>a della temperatura massima della prima decade<br />
- Tx2d = me<strong>di</strong>a della temperatura massima della seconda decade<br />
- Tx3d = me<strong>di</strong>a della temperatura massima della terza decade<br />
- Tx-m = me<strong>di</strong>a della temparatura massima dell'intero mese (gra<strong>di</strong><br />
- Tn1d = me<strong>di</strong>a della temperatura minima della prima decade<br />
- Tn2d = me<strong>di</strong>a della temperatura minima della seconda decade<br />
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(gra<strong>di</strong> °C)<br />
°C)<br />
- Tn3d = me<strong>di</strong>a della temperatura minima della terza decade<br />
- Tn-m = me<strong>di</strong>a della temperatura minima dell'intero mese (gra<strong>di</strong><br />
- Tx>S = numero me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> giorni al mese con temperatura<br />
massima superiore o uguale a S °C (conteggio)<br />
- TnS = numero me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> ore al giorno con temperatura<br />
superiore ouguale a S °C (in ore)<br />
-OT
- Q4 = quarto quintile della precipitazione cumulata mensile (mm)<br />
- Rmax = massimo della precipitazione cumulata mensile (mm)<br />
- Sol = me<strong>di</strong>a della durata giornaliera del soleggiamento (ore)<br />
- Rdz = me<strong>di</strong>a della ra<strong>di</strong>azione globale (in decimi <strong>di</strong> MJ/mq)<br />
I dati <strong>di</strong> soleggiamento e della ra<strong>di</strong>azione sono relativi alle stazioni della<br />
rete piranometrica.<br />
Si precisa che i valori Q1, Q2, Q3 e Q4 in<strong>di</strong>cano i valori <strong>di</strong> precipitazione<br />
cumulata mensile che non viene superata, rispettivamente, nel 20%,<br />
40%, 60% e 80% dei casi.<br />
Per il paraggio in stu<strong>di</strong>o sono stati stu<strong>di</strong>ati, in questa prima fase<br />
preliminare, i dati della stazione <strong>di</strong> Palermo – Ustica, tenendo nel debito<br />
conto la assoluta evenienza <strong>di</strong> integrare tali dati con le elaborazioni <strong>di</strong><br />
altre stazioni più prossime al paraggio sotto esame.<br />
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2.3 CLIMA ANEMOLOGICO LOCALE<br />
Per il sito <strong>di</strong> <strong>AVOLA</strong> non esistono rilievi <strong>di</strong> serie storiche <strong>di</strong> dati<br />
anemometrici sufficientemente lunghe ed affidabili.<br />
Si è preferito quin<strong>di</strong> confrontare e rivolgersi alle serie storiche del servizio<br />
mareografico dell’APAT, ed alle elaborazioni da questo effettuate per<br />
l’anemometro posizionato in corrispondenza della stazione mareografica <strong>di</strong><br />
Porto Empedocle , da ritenersi per lo meno significativo per rilievi nel campo <strong>di</strong><br />
venti interessanti il sito in oggetto. Nella Figura 2-3 sono schematizzati i risultati<br />
delle elaborazioni.<br />
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Figura 2-3Distribuzione polare <strong>di</strong> frequenza dei dati <strong>di</strong> vento registrati<br />
nella stazione <strong>di</strong> Porto Empedocle<br />
La lettura dei dati porta alle considerazioni che seguono:<br />
i venti regnanti sono quelli provenienti dal III quadrante, in<br />
particolare le <strong>di</strong>rezioni con maggiore frequenza <strong>di</strong> acca<strong>di</strong>mento nel<br />
periodo <strong>di</strong> osservazione (2008) sono 135°N - 187°N.<br />
. i venti dominanti sono quelli provenienti dal IV quadrante;<br />
. la <strong>di</strong>stribuzione delle tempeste <strong>di</strong> vento segue una tendenza<br />
bimodale (greco-libeccio) assolutamente confermata sia nella<br />
<strong>di</strong>stribuzione giornaliera che stagionale;<br />
2.4 MAREA<br />
Per le valutazioni delle escursioni <strong>di</strong> marea nel paraggio in stu<strong>di</strong>o<br />
risulta verosimile per la vicinanza utilizzare i dati registrati dal<br />
mareografo <strong>di</strong> Palermo.<br />
Dalla elaborazione <strong>di</strong> tali, <strong>di</strong> cui si riporta <strong>di</strong> seguito un estratto (cfr.<br />
Figura .2-4), si ricava che l’escursione massima <strong>di</strong> marea è <strong>di</strong> circa 85 cm.<br />
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Figura .2-4 Rilevamenti mareografici condotti nella stazione <strong>di</strong> Palermo<br />
3 FONTI DI DATI METEOMARINI A DISPOSIZIONE<br />
In linea estremamente sintetica gli stu<strong>di</strong> idraulici marittimi si<br />
possono svolgere sia con metodo <strong>di</strong>retto che con meto<strong>di</strong> in<strong>di</strong>retti.<br />
Il metodo <strong>di</strong>retto è quello dell’analisi statistica <strong>di</strong> serie storiche <strong>di</strong><br />
dati ondametrici locali che rispondano a determinati requisiti scientifici.<br />
Tuttavia molto frequentemente i siti da analizzare non sono<br />
imme<strong>di</strong>atamente interessati da letture ondametriche locali affidabili.<br />
Ci si affida quin<strong>di</strong> spesso a meto<strong>di</strong> in<strong>di</strong>retti, con i quali si prendono<br />
in considerazione le principali cause della formazione delle onde marine<br />
(vento, pressioni atmosferiche, etc.) e, tramite la elaborazione <strong>di</strong> queste<br />
cause, a mezzo <strong>di</strong> opportuni modelli matematici che simulino la realtà<br />
fisica, si determina una verosimile formazione ondosa.<br />
A seguito della finalità dello stu<strong>di</strong>o ecco che occorre effettuare una<br />
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icognizione delle base dati eventualmente <strong>di</strong>sponibili ed affidabili e<br />
“ricostruire”, nel rispetto della fisica <strong>di</strong> generazione del clima d’onda in<br />
un paraggio, la base dei dati da analizzare.<br />
3.1 POSSIBILI DATI DA ELABORARE<br />
L’acquisizione <strong>di</strong> rilevamenti strumentali <strong>di</strong>retti, eseguiti all’interno<br />
del campo d’onda, è un’esigenza molto importante per una conoscenza<br />
accurata e completa delle con<strong>di</strong>zioni meteomarine <strong>di</strong> un paraggio.<br />
In Italia non mancano misure ondametriche costiere, a partire dalle<br />
prime boe ondametriche varate dall’ENEL nel 1974-76, ma esse non<br />
sono mai state uniformemente <strong>di</strong>stribuite, sia nello spazio che nel<br />
tempo, e soprattutto sono state poste e gestite da una moltitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong><br />
Enti che hanno lavorato in modo non preor<strong>di</strong>nato e non coor<strong>di</strong>nato.<br />
Sulla scorta <strong>di</strong> quanto accade da tempo in altri Paesi (in testa gli<br />
Stati Uniti, in Me<strong>di</strong>terraneo la Spagna e la Francia), anche in Italia dal<br />
1989 esiste una Rete Ondametrica Nazionale (RON) gestita inizialmente<br />
dal “Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale” ed oggi dall’APAT<br />
“Agenzia per la protezione dell’Ambiente e per i servizi tecnici” che<br />
controlla una rete <strong>di</strong> 14 boe accelerometriche <strong>di</strong>rezionali telecontrollate<br />
del tipo TRIAXIS cui dati sono registrati e raccolti con frequenza minima<br />
trioraria. (cfr. Figura -3-1)<br />
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Figura -3-1 Rete Ondametrica Nazionale (2002)<br />
Tutte le boe sono dotate <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> posizionamento GPS con<br />
trasmissione satellitare della posizione via Inmarsat D+; tale sistema<br />
consente il controllo continuo della posizione delle boe ed attiva un<br />
sistema <strong>di</strong> allarme nel caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>sormeggio, dando la possibilità <strong>di</strong><br />
recuperare la boa stessa.<br />
I dati vengono acquisiti per perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> 30’ ogni tre ore con intervalli<br />
inferiori in caso <strong>di</strong> mareggiate più gravose; dalle misurazioni effettuate si<br />
ricavano:<br />
Hs, altezza d’onda significativa spettrale;<br />
Tp, periodo <strong>di</strong> picco;<br />
Tm, periodo me<strong>di</strong>o;<br />
Dm, <strong>di</strong>rezione me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> propagazione;<br />
ed i seguenti parametri spettrali per banda <strong>di</strong> frequenza:<br />
densità <strong>di</strong> energia;<br />
<strong>di</strong>rezione me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> propagazione;<br />
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<strong>di</strong>spersione <strong>di</strong>rezionale (spread);<br />
asimmetria (skewness);<br />
curtosi.<br />
L’alto grado <strong>di</strong> affidabilità del sistema consente l’uso <strong>di</strong> un<br />
patrimonio informativo, ancora non completamente sviluppato ai fini<br />
scientifici, che certamente deve essere tenuto in opportuno conto per le<br />
elaborazioni relative all’ingegneria costiera.<br />
Infine si evidenzia che le registrazioni puntuali <strong>di</strong> cui è possibile<br />
<strong>di</strong>sporre sono strumento in<strong>di</strong>spensabile per la ricostruzione <strong>di</strong><br />
mareggiate particolari e gravose e per la calibrazione dei modelli<br />
matematici utilizzati per la determinazione <strong>di</strong> onde al largo con meto<strong>di</strong><br />
in<strong>di</strong>retti.<br />
Un cenno è doveroso per i sistemi <strong>di</strong> rilevamento satellitare. In<br />
Europa, per esempio, alcuni Enti, tra cui il “Satellite Observing Systems<br />
Ltd.UK”, forniscono rilevamenti satellitari (vento al suolo, onde,<br />
temperature, etc.) i cui dati, provenienti da tre satelliti, l’”US Navy<br />
GEOSAT”, il “France/NASA TOPEX”, e l’“ESA ERS-1”, vengono analizzati<br />
e validati numericamente in modo molto sofisticato, tra cui anche il<br />
nostro paese.<br />
Infine si accenna al fatto che esistono <strong>di</strong>verse banche dati a<br />
in<strong>di</strong>rizzo oceanografico e meteorologico, in grado <strong>di</strong> fornire dati ed<br />
elaborazioni <strong>di</strong> grandezze meteomarine anche in tempo reale.<br />
I Paesi ove ciò è ad un alto livello <strong>di</strong> sviluppo e che detengono il<br />
merito per una ottima <strong>di</strong>vulgazione delle informazioni, Sono gli U.S.A. e,<br />
in Europa, la Spagna.<br />
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3.1.1 BASE DATI ONDAMETRICI<br />
La rete RON non ha una boa in prossimità al campo <strong>di</strong> generazione<br />
del moto ondoso <strong>di</strong> nostro interesse per il paraggio in esame, la più<br />
prossima come meglio desumibile dalla Figura -3-1 è la boa <strong>di</strong> Cetraro e<br />
la Boa <strong>di</strong> Porto Empedocle, queste non sono state prese in<br />
considerazione per i seguenti motivi:<br />
- il periodo <strong>di</strong> registrazione è troppo breve per una analisi statistica<br />
significativa;<br />
- per le <strong>di</strong>rezioni del II e III quadrante le <strong>di</strong>stanze <strong>di</strong> mare libero<br />
della boa <strong>di</strong> Cetraro non sono paragonabili a quelle del paraggio in<br />
stu<strong>di</strong>o e si rischierebbe la sottostima dei parametri ondosi per quelle<br />
<strong>di</strong>rezioni.<br />
Quin<strong>di</strong> è stata esaminata la serie <strong>di</strong> dati del “Wind and Wave Atlas<br />
of the Me<strong>di</strong>terranean” che è un progetto condotto dal 1999 al 2004 da sei<br />
istituti situati in Francia, Italia e Grecia.<br />
L’atlante fornisce parametri statistici <strong>di</strong> vento e <strong>di</strong> mare su precisi<br />
punti <strong>di</strong> una griglia la cui maglia ha lato <strong>di</strong> 1° sia in latitu<strong>di</strong>ne che in<br />
longitu<strong>di</strong>ne.<br />
L’analisi condotta è su un periodo <strong>di</strong> 10 anni.<br />
I risultati delle analisi statistiche, per ogni punto della griglia, sono<br />
rappresentati sia sotto forma grafica che sotto forma tabellare.<br />
Per la redazione dell’Atlas sono stati utilizzati:<br />
-dati misurati da boe ondametriche o piattaforme;<br />
-dati da satellite;<br />
-modelli metereologici ed ondametrici<br />
Il progetto Atlas dunque è stato calibrato con i dati sopra riportati<br />
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in possesso dalle Nazioni partecipanti e ricopre con un elevato dettaglio<br />
tutto il mare Me<strong>di</strong>terraneo. Per un approfon<strong>di</strong>mento sulle tecniche <strong>di</strong><br />
calibrazione e <strong>di</strong> validazione dei modelli e dei dati utilizzati si rimanda a<br />
“Scientific Report RTP 10.10.<br />
4 CLIMA ONDOSO A LARGO DEL PARAGGIO<br />
Il regime anemometrico lungo un paraggio costiero rappresenta un<br />
parametro importante sia per la progettazione <strong>di</strong> opere marittime, in<br />
quanto influisce sull’0rientamento e delle banchine <strong>di</strong> ormeggio, sulle<br />
manovre <strong>di</strong> accesso alle imboccature portuali, sulle azioni che gravano<br />
sulle strutture portuali e sulla <strong>di</strong>namica delle navi all’ormeggio, oltre che<br />
per l’evoluzione delle dune costiere (erosione eolica). Inoltre in alcuni<br />
casi può risultare importante per la ricostruzione, attraverso modelli<br />
matematici, del moto ondoso.<br />
Il clima anemometrico <strong>di</strong> una data località é sensibilmente<br />
influenzato dalle caratteristiche orografiche e dalle <strong>di</strong>scontinuità<br />
termiche tra suolo e mare.<br />
Ciò risulta confermato dalla circostanza che osservazioni<br />
anemometriche relative a stazioni meteorologiche vicine, in alcuni casi<br />
possono dar luogo ad in<strong>di</strong>cazioni apparentemente contrastanti.<br />
I risultati delle analisi <strong>di</strong> seguito esposte assumono quin<strong>di</strong> valore<br />
sicuramente atten<strong>di</strong>bile dell’area locale, della stazione <strong>di</strong> misura, una<br />
loro estensione ad aree geografiche più estese comporta<br />
necessariamente valutazioni accurate.<br />
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4.1 VERIFICA DI ADATTABILITA’ DEI DATI DEL PUNTO<br />
DI GRIGLIA ATLAS<br />
Per l’identificazione del clima d’onda al largo, l’attenzione è stata<br />
rivolta dunque ai dati del punto <strong>di</strong> griglia dell’ATLAS<br />
Si è quin<strong>di</strong> proceduto alla verifica se quanto questi dati potessero<br />
essere utili per il fine in questione e se rappresentassero appieno<br />
l’esposizione meteo-marina del paraggio.<br />
In caso contrario si dovrà procedere ad un adattamento dei dati con<br />
la loro modellazione ed estrapolazioni con appositi modelli <strong>di</strong><br />
trasposizione.<br />
La formazione dell’onda al largo, come è noto, <strong>di</strong>pende dal vento<br />
spirante (<strong>di</strong>rezione, intensità e durata) e dalla lunghezza <strong>di</strong> mare libero<br />
(fetch) su cui tale vento spira; è stato quin<strong>di</strong> preliminarmente ricavato il<br />
cosiddetto “settore <strong>di</strong> traversia” del paraggio.<br />
Il punto <strong>di</strong> griglia dell’ATLAS considerato si trova a Nord del<br />
Paraggio in esame dall’esame delle relative posizioni si nota una<br />
similarità ed analogia in termini <strong>di</strong> morfologia ed orientamento dei due<br />
paraggi. Si nota che le <strong>di</strong>stanze <strong>di</strong> mare libero, <strong>di</strong>rezione per <strong>di</strong>rezione,<br />
sono pressochè coincidenti.<br />
4.2 BASE DATI ONDAMETRICI<br />
Nella tabella seguente sono rappresentate il numero <strong>di</strong> registrazioni<br />
sul periodo <strong>di</strong> osservazione preso in esame dal progetto ATLAS (10 anni).<br />
Per ogni <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> provenienza considerata (24 <strong>di</strong>rezioni) è riportata la<br />
frequenza annua <strong>di</strong> apparizione <strong>di</strong> ciascuna classe <strong>di</strong> altezza d’onda.<br />
Dall’esame dei dati si evidenzia che:<br />
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- i mari regnanti e dominati sono quelli provenienti dal IV<br />
quadrante, in particolare la <strong>di</strong>rezione con maggiore frequenza <strong>di</strong><br />
acca<strong>di</strong>mento nel periodo <strong>di</strong> osservazione è 270°N, con onde che possono<br />
aver raggiunto la massima altezza 6 m, con una certa significatività<br />
anche per le <strong>di</strong>rezioni <strong>di</strong> 285°N, 300°N, tali <strong>di</strong>rezioni si sottolinea che<br />
non ricadono nel settore sotteso dal paraggio in stu<strong>di</strong>o<br />
- il moto ondoso a largo proveniente dal settore compreso tra 0°N e<br />
90°N ha una bassa intensità in termini <strong>di</strong> altezze d’onda raggiunte;<br />
- la frequenza massima assoluta, per fissata <strong>di</strong>rezione e<br />
fissata altezza d’onda, si è avuta per venti con <strong>di</strong>rezione 300°N e altezza<br />
d’onda 0,25 m
stata effettuata al fine <strong>di</strong> evitare problematiche <strong>di</strong> carattere fisico-<br />
ambientale che potrebbero incombere a causa della <strong>di</strong>somogeneità tra le<br />
sabbie presenti in situ e quelle oggetto <strong>di</strong> ripascimento.<br />
E’ importante sottolineare che tale intervento non potrà<br />
considerarsi definitivo nella sua totalità; si stima infatti che il solo 40%<br />
delle sabbie verrà trattenuta dalle barriere oggetto dell’ intervento ed in<br />
questa fase si valuta preliminarmente, che il tempo in cui verranno<br />
perse le sabbie restanti è pari a 10 anni.<br />
Le elaborazioni fisico-matematiche delle opere in progetto, facente<br />
parte delle fasi successive della progettazione, permetteranno <strong>di</strong><br />
analizzare con maggiore dettaglio e <strong>di</strong> avere quin<strong>di</strong> dei dati certi in seno<br />
alle per<strong>di</strong>te percentuali del ripascimento in oggetto e la reale tempistica<br />
in cui tale processo accadrà.<br />
L’erosione, come sottolineato nella relazione illustrativa,<br />
determinata dall’anomalia del trasporto lungo costa, causata dalle opere<br />
infrastrutturali a mare e dalla mancata manutenzione dei corsi d’acqua<br />
a terra, verrà semplicemente mitigata dalle opere in progetto.<br />
E’ quin<strong>di</strong> chiaro che debbano essere programmate ulteriori misure<br />
al fine <strong>di</strong> ripristinare il corretto e naturale trasporto lungo costa, e<br />
queste sono <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne generale e riguardano tutti i comuni dell’intera<br />
Unità fisiografica n. 7; esempi <strong>di</strong> tale programmazione potrebbero<br />
essere: il Bypass (passaggi puntali ) nelle infrastrutture marittime quali<br />
porti e darsene e la manutenzione dei corsi d’acqua nell’entroterra con<br />
l’eliminazione dei manufatti che intrappolano la sabbia lungo gli stessi.<br />
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INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO CLASSICI IN PARETE<br />
Interventi <strong>di</strong> tipo attivo<br />
Disgaggi e demolizioni<br />
Disgaggio <strong>di</strong> alcuni elementi lapidei con lo scopo <strong>di</strong> rimuovere<br />
manualmente con leve o martinetti idraulici, quegli elementi instabili<br />
completamente isolati dall'ammasso roccioso ed in equilibrio precario,<br />
aventi volume non superiore a 1.5 m3.Inoltre, per quei blocchi instabili,<br />
aventi <strong>di</strong>mensioni maggiori e la cui asportazione non innesca fenomeni<br />
<strong>di</strong> instabilità, si consiglia la demolizione me<strong>di</strong>ante l'uso <strong>di</strong> malte<br />
espansive, che hanno la proprietà <strong>di</strong> <strong>di</strong>sgregare in tutta sicurezza la<br />
roccia senza produrre rumore, vibrazioni, lancio <strong>di</strong> detriti.<br />
Imbragature e chiodature<br />
Tale tipologia <strong>di</strong> interventi, definiti <strong>di</strong> tipo "attivo" sono in<strong>di</strong>cati per<br />
migliorare le caratteristiche geomeccaniche dell'ammasso roccioso<br />
attraverso un contenimento puntuale che per mezzo dell'applicazione <strong>di</strong><br />
forze ne aumentano la stabilità.<br />
Nello specifico si prevedono sistemi <strong>di</strong> imbragature e sistemi <strong>di</strong><br />
chiodature. Le imbragature sono previste per il consolidamento dei<br />
singoli blocchi <strong>di</strong>sarticolati <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni variabili.<br />
Le chiodature invece sono previste per vincolare in modo puntuale i<br />
blocchi instabili, aventi <strong>di</strong>mensioni variabili tra 5.00 e 6.00 mc, allo<br />
strato <strong>di</strong> roccia compatta tramite la realizzazione <strong>di</strong> chio<strong>di</strong> costituiti da<br />
barre in acciaio tipo dywidag.<br />
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Consolidamento con pannelli in fune in aderenza<br />
L'intervento <strong>di</strong> consolidamento attivo ha come obiettivo quello <strong>di</strong><br />
ostacolare i fenomeni <strong>di</strong> degradazione superficiale. Si prevede, quin<strong>di</strong>, il<br />
rivestimento <strong>di</strong> porzione della parete tramite pannelli composti da un<br />
doppio strato <strong>di</strong> rete atto a trattenere l'eventuale <strong>di</strong>stacco <strong>di</strong> elementi<br />
rocciosi.<br />
Interventi <strong>di</strong> tipo passivo<br />
La funzione degli interventi passivi, come già detto prima, è quella<br />
<strong>di</strong> intercettare, deviare o arrestare i massi in movimento.Gli interventi <strong>di</strong><br />
tipo passivo possono essere rappresentai dalle barriere paramassi<br />
ancorate al suolo idonee a proteggere l'intera zona a valle del costone<br />
roccioso.A seconda delle caratteristiche topografiche e geologiche del<br />
versante, delle proprietà geomeccaniche dei blocchi instabili e dei<br />
risultati ottenuti dai calcoli traettografici, sarà possibile definire <strong>di</strong>verse<br />
tipologie <strong>di</strong> barriere con <strong>di</strong>verso assorbimento <strong>di</strong> energia elastica per<br />
<strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> materiali e per <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> altezze o inclinazioni<br />
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ANALISI STATISTICA DEGLI EVENTI ESTREMI<br />
Il primo passo effettuato è stato quello <strong>di</strong> identificare le mareggiate<br />
per i settori provenienza del moto ondoso in esame ricadenti nel II e III<br />
quadrante (90°N, 120°N, 150°N, 270°N, 300°N).<br />
La definizione delle mareggiate permette <strong>di</strong> realizzare un campione<br />
<strong>di</strong> dati della popolazione delle registrazioni ondametriche del punto <strong>di</strong><br />
griglia Atlas che permette <strong>di</strong> semplificare l’“inferenza statistica” applicata<br />
alla serie ondametrica.<br />
In quanto ottenere l’ “inferenza statistica” risulterebbe complicata<br />
dalla <strong>di</strong>pendenza <strong>di</strong>rezionale dei dati e dalla loro relazione con il regime<br />
meteorologico del paraggio in cui essi sono misurati. Inoltre si dovrebbe<br />
considerare la forte <strong>di</strong>pendenza statistica tra i dati osservati in<br />
con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> tempesta, quando le variazioni temporali dei parametri<br />
ondosi sono lenti.<br />
In particolare, da parte <strong>di</strong> alcuni autori (cfr. Atlante delle Onde dei<br />
Mari Italiani – APAT Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i<br />
servizi Tecnici), si considera come mareggiata la successione temporale<br />
degli stati <strong>di</strong> mare caratterizzati da:<br />
-persistenza dell’altezza d’onda soprasoglia <strong>di</strong> 0,5 m maggiore <strong>di</strong> 12<br />
ore consecutive;<br />
-attenuazione dell’altezza d’onda sotto la soglia <strong>di</strong> 0,5 m per meno<br />
<strong>di</strong> 6 ore consecutive;<br />
-appartenenza della <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> provenienza ad un determinato<br />
settore angolare (±15° rispetto alla <strong>di</strong>rezione iniziale).<br />
La mareggiata viene identificata assegnandole i valori <strong>di</strong> altezza<br />
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d’onda, periodo e <strong>di</strong>rezione corrispondenti al culmine d’intensità della<br />
successione <strong>di</strong> stati <strong>di</strong> mare.<br />
Per rendere il campione <strong>di</strong> mareggiate in<strong>di</strong>pendente anche<br />
omogeneo, si è proceduto a vagliarlo ulteriormente con il meto<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
durata parziale soprasoglia. Sono stati quin<strong>di</strong> analizzati i valori superiori<br />
ad una seconda soglia <strong>di</strong> altezza d’onda posta pari a 1,0 m.<br />
I dati così vagliati sono stati rappresentati me<strong>di</strong>ante un’appropriata<br />
legge <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> probabilità degli eventi estremi (legge <strong>di</strong><br />
Gumbel):<br />
⎛H −B ⎛<br />
F(H S ≤H ) =e −e − ⎛ A ⎛<br />
dove A e B sono parametri <strong>di</strong> forma che <strong>di</strong>pendono rispettivamente<br />
dal sito in esame e dalla scala del campione analizzato.<br />
Per la determinazione dei parametri e quin<strong>di</strong> la determinazione<br />
della probabilità <strong>di</strong> non superamento <strong>di</strong> ciascun elemento campionario<br />
si procede facendo coincidere la probabilità <strong>di</strong> non superamento <strong>di</strong> un<br />
valore d’altezza con la corrispondente frequenza campionaria <strong>di</strong> non<br />
superamento. In tal modo si supera il problema dell’indeterminatezza.<br />
Una formulazione per la determinazione della frequenza <strong>di</strong> non<br />
superamento è quella <strong>di</strong> or<strong>di</strong>nare in senso decrescente il campione<br />
d’altezza d’onda.<br />
L’altezza <strong>di</strong> picco alla generica m-esima posizione nel campione<br />
or<strong>di</strong>nato è in<strong>di</strong>cata come Hm in cui H 1 e HN sono il massimo ed il<br />
minimo valore registrato. Successivamente si calcola per ciascun<br />
elemento della serie or<strong>di</strong>nata la frequenza <strong>di</strong> non superamento data da<br />
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m − 0,44<br />
Fm = 1−<br />
N + 0,12<br />
Poiché il campione <strong>di</strong> dati utilizzato è del tipo censurato in quanto<br />
sono stati vagliati soltanto i dati al <strong>di</strong> sopra della soglia <strong>di</strong> 1,0 m. La<br />
numerosità da utilizzare nella formula della posizione non è quella del<br />
campione censurato (N), ma quella dell’originale insieme campionario<br />
omogeneo ed in<strong>di</strong>pendente (NT).<br />
Determinata la posizione <strong>di</strong> tutti i valori <strong>di</strong> altezza d’onda al picco<br />
sulla carta della probabilità sono stati determinati i coefficienti della<br />
<strong>di</strong>stribuzione me<strong>di</strong>ante una regressione lineare del tipo:<br />
H sm =Ay m +B m=1,2…..N<br />
dove:<br />
y m =−ln[−ln F(H s ≤ H sm )]<br />
Ricavati i parametri della retta A e B e poiché:<br />
1<br />
Ritorno.<br />
F(H s ≤ H sm ) = 1− Tr<br />
è possibile ricavare le altezze d’onda per funzione del Tempo <strong>di</strong><br />
CONCLUSIONI<br />
Sono stati quin<strong>di</strong> ottenuti i parametri ondosi estremi a largo del<br />
paraggio in stu<strong>di</strong>o per fissata <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> provenienza.<br />
Tale analisi è stata effettuata su base annuale, <strong>di</strong> seguito si riporta<br />
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la tabella riassuntiva.<br />
Nella successiva Tabella -4-1 sono mostrate le altezze d’onda<br />
significativa ed i relativi perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> picco per i <strong>di</strong>versi valori del tempo <strong>di</strong><br />
ritorno considerati.<br />
I perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> picco corrispondenti alle altezze d’onda significativa a<br />
largo sono stati determinate con la nota formulazione:<br />
Tp=4.85*Hs0.5<br />
<strong>di</strong>rettamente <strong>di</strong>scendente dalle formule per la determinazione <strong>di</strong><br />
Tr<br />
(anni)<br />
300° Hs (m)<br />
Tp(s)<br />
300°<br />
Hs (m)<br />
Tp(s) 330° Hs<br />
(m)<br />
0°<br />
Tp(s)<br />
Hs (m)<br />
Tp(s) 30°<br />
2 4.1 9.8 6.2 12.1 4 9.7 3.9 9.6 3.6 9.2<br />
3 4.3 10.0 6.5 12.4 4.3 10.1 4.2 9.9 3.9 9.6<br />
5 4.5 10.3 6.9 12.7 4.8 10.6 5 10.8 4.4 10.2<br />
10 4.9 10.7 7.5 13.3 5.3 11.2 5.6 11.5 4.9 10.7<br />
20 5.3 11.1 7.9 13.6 6 11.9 6.3 12.2 5.3 11.2<br />
50 5.7 11.6 9 14.6 6.5 12.4 6.9 12.7 6.2 12.1<br />
100 6.1 12.0 10.68 15.8 9.2 14.7 9.7 15.1 9.8 15.2<br />
Tabella -4-1 Eventi estremi per fissato<br />
Tr e <strong>di</strong>rezione a largo del paraggio in<br />
stu<strong>di</strong>o<br />
onde in acque profonde su mari completamente sviluppati.<br />
TRASFORMAZIONE DEL CLIMA D’ONDA VERSO RIVA<br />
LA RIFRAZIONE E LO SHOALING<br />
Con l’avvicinarsi verso riva le onde subiscono una trasformazione<br />
dovuta principalmente:<br />
- alla orografia e al tipo <strong>di</strong> fondale;<br />
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- all’azione della marea;<br />
- alla presenza <strong>di</strong> vento,<br />
- all’azione delle correnti,<br />
- all’interazione con le infrastrutture presenti.<br />
Un’interpretazione semplice ed efficace dei fenomeni del primo tipo<br />
è fornita dalla teoria delle onde <strong>di</strong> piccola altezza, secondo la quale<br />
un’onda <strong>di</strong> oscillazione <strong>di</strong> periodo costante che avanza dal largo verso la<br />
riva, inizia a risentire del fondale sottostante ad una profon<strong>di</strong>tà h che si<br />
ritiene pari a 0,5 volte la lunghezza d’onda L; l’ ”avvertimento” da parte<br />
dell’onda della presenza del fondale ha degli effetti <strong>di</strong>retti sulla celerità<br />
con la quale l’onda si propaga (relazione <strong>di</strong> Airy); in pratica, un<br />
medesimo fronte <strong>di</strong> un’onda monocromatica sarà caratterizzato da punti<br />
con celerità <strong>di</strong>versa in relazione ai fondali ad esso sottostanti;<br />
conseguenza ne è che il fronte dell’onda avanzerà con celerità <strong>di</strong>verse nei<br />
suoi punti subendo una rotazione progressiva man mano che si<br />
approssima alla riva, tendendo a <strong>di</strong>sporsi parallelamente alla batimetria<br />
del fondale (rifrazione). Altra importante conseguenza dell’arrivo<br />
dell’onda nella zona <strong>di</strong> transizione è <strong>di</strong> carattere energetico: ammettendo<br />
che l’energia non si trasmetta in <strong>di</strong>rezione trasversale al fronte dell’onda,<br />
può <strong>di</strong>mostrarsi con semplici passaggi matematici, che la morfologia del<br />
paraggio ha effetti <strong>di</strong>retti sulla concentrazione o sulla <strong>di</strong>spersione<br />
dell’energia, con conseguente aumento<br />
o <strong>di</strong>minuzione dell’altezza dell’onda (shoaling) 1 .<br />
Un approccio più completo per lo stu<strong>di</strong>o della trasformazione<br />
dell’onda nel suo moto verso riva, deve necessariamente tenere conto nel<br />
contempo del fenomeno del frangimento e della conseguente<br />
<strong>di</strong>ssipazione energetica ad esso associata. Il frangimento si verifica<br />
allorquando vengono raggiunte precise con<strong>di</strong>zioni fisiche (generalmente<br />
espresse in termini <strong>di</strong> ripi<strong>di</strong>tà dell’onda) o a seguito dell’interazione<br />
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dell’onda con strutture <strong>di</strong> protezione. L’in<strong>di</strong>viduazione delle zone in cui<br />
avviene il frangimento risulta determinante per comprendere l’effettiva<br />
operatività e sicurezza del bacino in concomitanza <strong>di</strong> eventi<br />
particolarmente gravosi.<br />
1 Quest’ultima affermazione <strong>di</strong>scende <strong>di</strong>rettamente dalla relazione<br />
fornita dalla teoria delle onde <strong>di</strong> piccola altezza, che lega l’energia per<br />
unità <strong>di</strong> larghezza del fronte d’onda con<br />
l’altezza dell’onda: E = ρgH<br />
MODELLO MATEMATICO UTILIZZATO<br />
GENERALITÀ SUL MODELLO<br />
Lo stu<strong>di</strong>o dei fenomeni legati alla trasformazione del clima d’onda<br />
verso riva è stato affrontato per mezzo del modello matematico STWAVE,<br />
modello stazionario spettrale alle <strong>di</strong>fferenze finite proposto da J. McKee<br />
Smith, D. T. Resio e A. K. Zundel. Lo scopo del modello è pre<strong>di</strong>re<br />
quantitativamente il cambiamento dei parametri dell’onda (altezza<br />
d’onda, periodo, <strong>di</strong>rezione, e forma spettrale) tra il largo e la zona<br />
sottocosta.<br />
STWAVE simula la rifrazione e lo shoaling indotti dalla variazione<br />
della profon<strong>di</strong>tà del fondale, il frangimento a cui è sottoposta l’onda in<br />
particolari con<strong>di</strong>zioni fisiche e il fenomeno della <strong>di</strong>ffrazione<br />
(trasferimento <strong>di</strong> energia in <strong>di</strong>rezione trasversale rispetto alla cresta<br />
dell’onda); il modello è in grado <strong>di</strong> considerare la presenza <strong>di</strong> correnti e<br />
l’apporto energetico costituito dalla presenza del vento. L’input delle<br />
caratteristiche del moto ondoso incidente è costituito da uno spettro<br />
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8<br />
2 L<br />
24
energetico <strong>di</strong> tipo bi<strong>di</strong>mensionale.<br />
Lo spettro è una rappresentazione statistica del campo d’onda;<br />
concettualmente può essere pensato come una sovrapposizione <strong>di</strong> più<br />
onde monocromatiche <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso periodo e <strong>di</strong>rezione; lo spettro<br />
rappresenta la <strong>di</strong>stribuzione dell’energia associata al moto ondoso come<br />
funzione della frequenza (spettro mono<strong>di</strong>mensionale) o come funzione<br />
della frequenza e della <strong>di</strong>rezione (spettro bi<strong>di</strong>mensionale); in<br />
quest’ultimo caso esso può essere decritto da una funzione da R 2 in R,<br />
ovvero da una superficie z=f(x,y), in cui x e y rappresentano<br />
rispettivamente le frequenze e le <strong>di</strong>rezioni, mentre z rappresenta la<br />
densità <strong>di</strong> energia.<br />
Le ipotesi del modello sono:<br />
.<br />
.<br />
.<br />
fondo con dolce pendenza e riflessione dell’onda<br />
trascurabile;<br />
con<strong>di</strong>zione dell’onda incidente costante su tutto il<br />
confine al largo del<br />
dominio <strong>di</strong> calcolo;<br />
stato stazionario delle onde, delle correnti e dei<br />
venti;<br />
. rifrazione e shoaling lineari;<br />
corrente costante per tutta l’altezza della colonna<br />
.<br />
d’acqua;<br />
. attrito al fondo e fenomeni riflessivi trascurabili.<br />
L’ultima ipotesi comporta la necessità <strong>di</strong> ricorrere ad un ulteriore<br />
modello <strong>di</strong> calcolo per lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> dettaglio dell’agitazione interna del<br />
bacino portuale ma fornisce un'ottima risposta per la valutazione delle<br />
caratteristiche delle onde <strong>di</strong> progetto in corrispondenza delle opere<br />
marittime.<br />
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SIMULAZIONE NUMERICHE ESEGUITE<br />
Il modello <strong>di</strong> calcolo verrà utilizzato nelle fasi successive della<br />
progettazione per analizzare la trasformazione subita dalle onde nel loro<br />
procedere dal largo verso riva ed, in particolare, per in<strong>di</strong>viduare le fasce<br />
<strong>di</strong> frangimento.<br />
Saranno oggetto <strong>di</strong> elaborazione le onde estreme risultate dalle<br />
considerazioni svolte nel capitolo precedente; in particolare saranno<br />
considerate le <strong>di</strong>rezioni più opportune, le onde relative ai tempi <strong>di</strong><br />
ritorno <strong>di</strong> 2, 5, 10, 20, 50, 70 e 100 anni. Verranno stu<strong>di</strong>ate la<br />
con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> Fatto e la con<strong>di</strong>zione delle opere in progetto.<br />
ANALISI DEI LIVELLI IDRICI<br />
I livelli idrici del sito, ovvero le profon<strong>di</strong>tà dei fondali in un<br />
determinato momento nel paraggio in esame, possono avere un ruolo<br />
determinante nell’attività <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e <strong>di</strong> analisi marittimistica dei siti e<br />
delle strutture.<br />
Tali livelli infatti, influenzando la meccanica delle onde che si<br />
propagano, possono determinare con<strong>di</strong>zioni più o meno gravose rispetto<br />
a quelle riferite al livello me<strong>di</strong>o del mare, che, se non prese in opportuna<br />
considerazione, possono portare a risultati falsati ed erronei.<br />
Valga pensare al fenomeno del frangimento, certamente connesso,<br />
tra l’altro alla profon<strong>di</strong>tà del fondale su cui l’onda evolve. Considerazioni<br />
superficiali sui livelli idrici effettivamente verificabili possono portare ad<br />
onde frangenti sottostimate, con gravi conseguenze sul calcolo<br />
strutturale delle opere, come è avvenuto in una cospicua casistica.<br />
Deve considerarsi che i livelli idrici effettivi in un sito sono<br />
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con<strong>di</strong>zionati essenzialmente da:<br />
livello <strong>di</strong> marea<br />
storm surge, ovvero dalla combinazione <strong>di</strong> effetti meteoclimatici<br />
connessi alla tempesta, tra cui l’elevazione da gra<strong>di</strong>ente <strong>di</strong> pressione, dal<br />
wind stress e dal wave setup;<br />
La combinazione degli effetti delle suddette componenti è una<br />
caratteristica peculiare dei luoghi e <strong>di</strong>fferente tempesta per tempesta,<br />
per cui, ai fini <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, l’unica previsione fattibile prende le mosse da<br />
considerazioni <strong>di</strong> tipo statistico e con tecniche basate sulla life-cicle<br />
analysis.<br />
Considerando che per ogni tempesta vi sarà una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong><br />
mo<strong>di</strong>ficazione del livello idrico, dettata dalla presenza <strong>di</strong> un certo storm<br />
surge e del livello <strong>di</strong> marea insistente in quel dato istante, per le<br />
calcolazioni ingegneristiche occorrerà definire quale con<strong>di</strong>zione è più<br />
utile prendere in considerazione per il tipo <strong>di</strong> analisi in questione.<br />
MAREE<br />
Le maree possono avere una influenza notevolissima sulle<br />
escursioni dei livelli idrici che in alcuni casi possono raggiungere <strong>di</strong>versi<br />
metri.<br />
Nelle coste della Sicilia il fenomeno, è in genere significativo,<br />
presentando generalmente escursioni inferiori al metro.<br />
Anche per questa grandezza è in genere <strong>di</strong>fficile la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong><br />
dati imme<strong>di</strong>atamente locali per perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> tempo sufficientemente lunghi<br />
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per una analisi completa. Vieppiù che nel caso delle maree la<br />
configurazione orografica del sito riveste un ruolo determinante<br />
nell’elevazione locale del livello idrico.<br />
Ci si affida quin<strong>di</strong> a:<br />
. misure mareografiche in siti vicini a quello in esame;<br />
. analisi numeriche con modelli <strong>di</strong> calcolo che descrivano, con le<br />
dovute semplificazioni la fisica del fenomeno;<br />
⎛osservazioni in situ, importanti e spesso determinanti ai fini<br />
dell’in<strong>di</strong>viduazione corretta delle possibili escursioni massime e minime.<br />
Nel caso in esame si è fatto riferimento alla serie storica dei dati<br />
della Rete Mareografica Nazionale (RMN), relativamente al mareografo<br />
ubicato all’interno del Porto Catania .<br />
Deve intanto segnalarsi che i dati sulla escursione dei livelli idrici,<br />
come letti da un mareografo, sono strettamente <strong>di</strong>pendenti dalle<br />
con<strong>di</strong>zioni orografiche del sito ove il mareografo è installato<br />
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(verosimilmente all’interno <strong>di</strong> porti) ed includono la componente <strong>di</strong> tipo<br />
climatico atmosferica, già denominata storm surge.<br />
Valutazioni analitiche effettuate tramite l’ausilio <strong>di</strong> apposito<br />
modello matematico portano a valori <strong>di</strong> escursione complessiva per sola<br />
marea prossimi ai 60 cm.<br />
ELEVAZIONE PER VENTO<br />
L’azione del vento radente sugli specchi idrici comporta una leggera<br />
inclinazione degli stessi, montante nel verso della velocità dello stesso.<br />
In bacini chiusi, <strong>di</strong> semplice forma con <strong>di</strong>mensioni comparabili è stato<br />
stimato che l’innalzamento del livello idrico rispetto al lmm può essere<br />
fornito<br />
dalla 2<br />
:<br />
Sw = U 2<br />
F/(404.41 d)<br />
Con:<br />
⎛Sw(m), innalzamento del livello rispetto al lmm<br />
. U(m/s), velocità del vento<br />
. F(km), fetch<br />
. d(m), profon<strong>di</strong>tà me<strong>di</strong>a dei fondali sul fetch Per il caso in esame,<br />
da una analisi degli eventi che possono verificarsi in combinazione<br />
statistica con gli altri fattori, si considera:<br />
velocità del vento (m/s) = 8 Fetch (km) = 1600 profon<strong>di</strong>tà<br />
me<strong>di</strong>a (m) = 600 coefficiente = 404,4<br />
Sw wind setup (m) = 0,42<br />
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ELEVAZIONE PER GRADIENTI DI PRESSIONE ATMOSFERICA<br />
L’elevazione prodotta dalle variazioni <strong>di</strong> pressione atmosferica<br />
dovute ad una tempesta sono state oggetto <strong>di</strong> rilevamenti sul campo da<br />
parte del CERC. Valori riferiti al livello idrico per la pressione<br />
atmosferica <strong>di</strong> 1013 millibars possono ricavarsi da CECW-EH EM 1110-<br />
2-1414.<br />
Dai grafici suddetti, considerando un valore <strong>di</strong> centro tempesta<br />
possibile pari a 1000 millibar si ottiene una elevazione pari a,<br />
Sp = 0.13 m.<br />
ELEVAZIONE PER ONDE (WAVE SETUP)<br />
Dovendo determinare lo storm surge al fine delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />
progetto, si utilizza l’onda determinata con periodo <strong>di</strong> ritorno <strong>di</strong> 100<br />
anni. Hs = 7,1 m Tp = 12,9 s<br />
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30
L 0 ) -1/5<br />
FRANGIMENTO, Komar e Gaughan, 1973 Ω b = H b /H 0 = 0,56 (H' 0 /<br />
determinare Hb e dB, noto il resto<br />
Onda al<br />
largo non<br />
rifratta<br />
=<br />
g =<br />
H'0<br />
T =<br />
12,9<br />
9,81<br />
L 0 = 259,818 γ b = 0,92211<br />
Ω b = H b /H 0 Ω b = 1,15046<br />
7,1 m,<br />
tg α=<br />
b =<br />
H b (m) = 8,16824 d b (m) = 8,85818<br />
a =<br />
DETERMINAZIONE DEL WAVE SETUP<br />
1/2 '2<br />
Swave = 0.15 db − g ( H 0<br />
bb<br />
−19m 1.56<br />
a =43.75(1− e )b = −19.5m<br />
3<br />
)<br />
/2<br />
T<br />
cosα= Hb db<br />
64π a d H<br />
b −<br />
2<br />
g<br />
T<br />
1 + e d b , profon<strong>di</strong>tà al frangimento (m) = 8,85<br />
0,033<br />
20,5501<br />
1,02494<br />
g , accelerazione <strong>di</strong> gravità (m/s 2<br />
) = 9,81 H' 0 , altezza<br />
d'onda al largo non rifratta (m) = 7,1 T (s), periodo = 12,9<br />
α , angolo <strong>di</strong> incidenza della cresta d'onda = 0<br />
S wave (m)=0,94<br />
Ulteriori autori (Goda, 1985) hanno stimato il wave setup pari al<br />
massimo a 0.15H’0 , limite rispettato nel caso in questione.<br />
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31
CONCLUSIONI<br />
Si è determinato in una prima analisi preliminare che<br />
l’escursione <strong>di</strong> marea complessiva per il sito in questione possa essere<br />
pari a 50 cm c.ca.<br />
Relativamente allo storm surge, dalle analisi effettuate, essendo<br />
verosimile per i casi estremi la composizione lineare dei fattori,<br />
composizione che a rigore andrebbe trattata con considerazioni <strong>di</strong> tipo<br />
probabilistico sulla occorrenza contemporanea, si ottiene:<br />
STORM SURGE S ss<br />
Sss = Swave + Swind + Sp= 0,94 + 0,42 + 0,13 = 1,49 m<br />
Si ritiene tale valore decisamente cautelativo per le situazioni<br />
effettivamente riscontrabili sui luoghi, utile ai soli fini del<br />
<strong>di</strong>mensionamento delle opere; si ritiene comunque necessario un<br />
approfon<strong>di</strong>mento al fine della determinazione essenziale per la<br />
progettazione definitiva e quin<strong>di</strong> esecutiva.<br />
CONSIDERAZIONI SULLA DINAMICA COSTIERA<br />
Qualsiasi intervento antropico costiero, sia esso ra<strong>di</strong>cato o radente<br />
la linea <strong>di</strong> riva, comporta una manomissione ed uno squilibrio<br />
dell’idro<strong>di</strong>namica costiera precedente.<br />
Ciò si esplicita in una serie <strong>di</strong> effetti ambientali concatenati ed<br />
inter<strong>di</strong>pendenti, il più delle volte a caratteristica evolvente in funzione<br />
della facilità, o meno, <strong>di</strong> raggiungere un nuovo equilibrio idro<strong>di</strong>namico.<br />
Dal punto <strong>di</strong> vista ingegneristico, devono essere compiuti tutti gli<br />
sforzi possibili ai fini <strong>di</strong>:<br />
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Via Fontana Vecchia, 9, Taormina (ME)<br />
Via Vagliasin<strong>di</strong> 9, sc. C , Catania<br />
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. prevedere con la maggiore esattezza possibile gli effetti provocati<br />
dall’opera;<br />
. attuare tutti i possibili rime<strong>di</strong> ai fini della mitigazione degli impatti<br />
e dell’esclusione degli effetti inattesi, non proficui se non dannosi.<br />
In una unità fisiografica 3 , il regime <strong>di</strong> trasporto solido in prossimità<br />
della costa determina, ove ne occorrano le con<strong>di</strong>zioni ed in concorso con<br />
altri fattori, le caratteristiche della linea <strong>di</strong> riva. Ciò soprattutto quando<br />
sia presente una componente superficiale <strong>di</strong> detrito alluvionale poco<br />
coeso.<br />
La <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> solido in sospensione che partecipi al naturale<br />
scambio con la fascia litoranea <strong>di</strong>pende dai rifornimenti che avvengono<br />
all’interno dell’unità fisiografica.<br />
Il regime idrologico dei fiumi e dei torrenti, e quin<strong>di</strong> il regime <strong>di</strong><br />
trasporto solido degli stessi è anch’esso componente fondamentale<br />
dell’argomento in questione.<br />
Le variazioni indotte sia sul vettore idraulico marittimo che sul<br />
regime dell’apporto solido fluviale, comportano conseguenze che possono<br />
essere più o meno accentuate in funzione delle molte variabili ambientali<br />
in gioco. Lo squilibrio ingenerato può evolvere o in un nuovo equilibrio o<br />
in un transitorio, anche molto lungo, dove il sistema litoraneo cercherà<br />
un nuovo assetto a seguito <strong>di</strong> notevoli cambiamenti morfologici.<br />
Questi ultimi casi includono i purtroppo noti e frequenti fenomeni<br />
<strong>di</strong> erosione o <strong>di</strong> accrescimento (interrimento) <strong>di</strong> carattere patologico.<br />
La finalità del presente stu<strong>di</strong>o è quin<strong>di</strong> quella <strong>di</strong> investigare quali<br />
conseguenze comporti la realizzazione delle opere in progetto sulla linea<br />
<strong>di</strong> riva interessata.<br />
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