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Una classe di soluzioni autosimili per fluidi con gravita

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A mamma


In<strong>di</strong>ce<br />

Introduzione III<br />

1 Equazioni della fluido<strong>di</strong>mamica 1<br />

1.1 Equazione <strong>di</strong> <strong>con</strong>tinuità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2<br />

1.2 Se<strong>con</strong>da legge <strong>di</strong> Newton <strong>per</strong> un fluido . . . . . . . . . . . . . 3<br />

1.3 Equazione <strong>di</strong> stato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5<br />

1.4 Equazione della massa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5<br />

2 Equazioni <strong>autosimili</strong> 7<br />

2.1 Definizione <strong>di</strong> <strong>soluzioni</strong> <strong>autosimili</strong> . . . . . . . . . . . . . . . . 8<br />

2.2 Il sistema generale in λ ...................... 9<br />

2.2.1 A<strong>di</strong>mensionalizzazione dell’equazione <strong>di</strong> <strong>con</strong>tinuità . . 10<br />

2.2.2 A<strong>di</strong>mensionalizzazione dell’equazione <strong>di</strong> Newton . . . 11<br />

2.2.3 A<strong>di</strong>mensionalizzazione dell’equazione <strong>di</strong> stato . . . . . 12<br />

2.2.4 A<strong>di</strong>mensionalizzazione dell’equazione della massa . . . 14<br />

2.3 Nell’ipotesi <strong>di</strong> pressione nulla (P = 0) . . . . . . . . . . . . . 16<br />

3 <strong>Una</strong> soluzione particolare 19<br />

4 Soluzioni ”fredde” 21<br />

4.1 Cambio <strong>di</strong> variabile ln λ = ξ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22<br />

4.2 Punti critici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23<br />

4.3 Soluzione vicino al punto critico P0 . . . . . . . . . . . . . . . 24<br />

4.3.1 Linearizzazione attorno P0 . . . . . . . . . . . . . . . . 24<br />

4.3.2 Risoluzione dell’equazione lineare . . . . . . . . . . . . 25<br />

4.4 Soluzioni qualitativa nel piano delle fasi . . . . . . . . . . . . 27<br />

4.5 Come separare le <strong>di</strong>pendenze . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29<br />

Conclusioni 33<br />

A Soluzioni <strong>autosimili</strong> <strong>per</strong> un pendolo semplice 35<br />

Bibliografia 39<br />

I


Introduzione<br />

La fluido<strong>di</strong>namica è molto importante in numerosi problemi <strong>di</strong> carattere<br />

astrofisico. Le stelle sono composte da gas auto<strong>gravita</strong>nte in equilibrio<br />

idrostatico, <strong>per</strong> il loro stu<strong>di</strong>o è quin<strong>di</strong> in<strong>di</strong>spensabile l’utilizzo della fluido<strong>di</strong>namica.<br />

All’interno <strong>di</strong> una galassia le stelle si comportano in modo simile<br />

ad un fluido, la cui <strong>di</strong>namica ci dà informazioni sulla formazione e sull’evoluzione<br />

delle galassie stesse.<br />

In questa tesi si descrive brevemente una famiglia <strong>di</strong> <strong>soluzioni</strong> <strong>di</strong> fluido<strong>di</strong>namica<br />

che possono essere ottenute <strong>con</strong> una tecnica specifica che va sotto<br />

il nome <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> <strong>autosimili</strong>. Oggetti astrofisici in certe regioni o in certe<br />

fasi evolutive possono essere descritti da tali <strong>soluzioni</strong>. Di questo tipo sono<br />

le <strong>soluzioni</strong> <strong>di</strong> un gas in accrescimento. In particolar modo hanno caratteristiche<br />

<strong>autosimili</strong> accrescimento <strong>di</strong> Bon<strong>di</strong> nelle regioni centrali, <strong>di</strong>schi <strong>di</strong><br />

accrescimento, ADAF, accrescimento su buchi neri.<br />

Un’altra <strong>classe</strong> <strong>di</strong> oggetti che è possibile descrivere <strong>con</strong> questi meto<strong>di</strong> sono<br />

le esplosioni forti. Per le su<strong>per</strong>novae è possibile risolvere il problema sfruttando<br />

l’autosimilarità, almeno in una fase dell’esplosione.<br />

Stelle molto luminose e giovani (del tipo O-B) <strong>per</strong>dono materiale, che va a<br />

formare un vento stellare. Anche in questo caso l’andamento della soluzione<br />

si può vedere essere <strong>di</strong> tipo autosimile. La stessa cosa vale <strong>per</strong> le stelle <strong>di</strong><br />

Wolf-Rayet, così come <strong>per</strong> i cosìdetti ”stellar bubble” (che sono delle ”bolle”<br />

<strong>di</strong> materia, ovvero delle <strong>con</strong>centrazioni <strong>di</strong> gas attorno alla stella che sta espellendo<br />

gas).<br />

Altri esempi <strong>di</strong> applicazione delle <strong>soluzioni</strong> <strong>autosimili</strong> sono le strutture <strong>di</strong><br />

equilibrio auto<strong>gravita</strong>nte. Si in<strong>di</strong>vidua un rapporto <strong>di</strong> scala, che è ciò che<br />

caratterizza questo metodo, sia nel caso <strong>di</strong> una sfera isoterma auto<strong>gravita</strong>nte,<br />

il cui andamento del raggio è proporzionale a 1<br />

, che nel caso <strong>di</strong> tori<br />

r2 auto<strong>gravita</strong>nti.<br />

Ovviamente ci sono i collassi <strong>gravita</strong>zionali, una cui soluzione è stata presa<br />

in esame in questa trattazione.<br />

Generalmente le equazioni che descrivono questi modelli fisici sono equazioni<br />

<strong>di</strong>fferenziali alle derivate parziali (PDE, Partial Differential Equation),<br />

che <strong>di</strong>pendono dalla posizione e dal tempo. La loro risoluzione è molto<br />

complicata e spesso è praticamente impossibile trovare <strong>soluzioni</strong> analitiche<br />

III


esplicite. Per risolverle si può procedere numericamente oppure si analizzano<br />

dei casi particolari più semplici. Ovvero si stu<strong>di</strong>ano dei modelli molto<br />

speciali, estremamente idealizzati (e molto lontani dalla realtà fisica) dei<br />

quali si riesce a trovare completamente le <strong>soluzioni</strong>, proprio <strong>per</strong> la loro semplicità.<br />

Queste <strong>soluzioni</strong> possono rappresentare i casi limite del problema, e<br />

si rivelano spesso in<strong>di</strong>spensabili <strong>per</strong> ”capire” la situazione fisica originaria.<br />

Nei meto<strong>di</strong> <strong>autosimili</strong> le equazioni alle derivate parziali si trasformano in<br />

equazioni <strong>di</strong>fferenziali or<strong>di</strong>narie (ODE, Or<strong>di</strong>nary Differential Equation), il<br />

che ovviamente facilita <strong>di</strong> molto il loro stu<strong>di</strong>o. Inoltre, le <strong>soluzioni</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi<br />

problemi astrofisici sono spesso ben riprodotte da <strong>soluzioni</strong> <strong>autosimili</strong> <strong>di</strong><br />

qualche problema più semplice ad essi associato. Il comportamento dei flui<strong>di</strong><br />

<strong>autosimili</strong> <strong>per</strong>mette <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are in dettaglio le <strong>soluzioni</strong>, senza incorrere<br />

in problemi numerici e ci fornisce una <strong>classe</strong> <strong>di</strong> <strong>soluzioni</strong> stazionarie <strong>per</strong> i<br />

problemi auto<strong>gravita</strong>nti.<br />

In questa tesi viene <strong>di</strong>scussa una possibile applicazione dei meto<strong>di</strong> <strong>autosimili</strong>.<br />

Si <strong>con</strong>sidera il moto <strong>di</strong> un gas auto<strong>gravita</strong>nte, politropico, non viscoso,<br />

a simmetria sferica, e vengono riottenute e <strong>di</strong>scusse alcune <strong>soluzioni</strong> classificate<br />

da Pen (1994) [5]. Inoltre viene risolto il problema nel caso particolare<br />

<strong>di</strong> pressione nulla. Fisicamente questa soluzione può rappresentare un alone<br />

<strong>di</strong> materia oscura. Infatti la materia oscura, come tale, non interagisce elettromagneticamente,<br />

quin<strong>di</strong> non esiste termo<strong>di</strong>namica che possa descrivere il<br />

gas. Si può così <strong>con</strong>siderare questo fluido come un gas senza pressione, che<br />

sente la sola forza <strong>gravita</strong>zionale.<br />

Nel primo capitolo vengono illustrate e derivate le equazioni della fluido<strong>di</strong>namica,<br />

che verranno poi utilizzate <strong>per</strong> descrivere il moto del gas. Si procede<br />

mostrando l’applicazione del metodo autosimile e la relativa a<strong>di</strong>mensionalizzazione<br />

del sistema che è necessaria <strong>per</strong> l’utilizzo <strong>di</strong> questo metodo (capitolo<br />

2). Si ottiene così un sistema <strong>di</strong> ODE, <strong>di</strong> cui si trova una soluzione particolare<br />

(capitolo 3), <strong>con</strong>siderando la variabile a<strong>di</strong>mensionale costante.<br />

Nel capitolo 4 si risolve il problema nel caso <strong>di</strong> pressione nulla. Grazie ad un<br />

nuovo cambio <strong>di</strong> variabile si ottiene un sistema autonomo, <strong>di</strong> cui si trovano i<br />

punti critici. Si linearizza il sistema attorno ad un particolare punto critico,<br />

trovando gli andamenti della funzione nei suoi intorni. Infine viene fornito<br />

un grafico qualitativo delle <strong>soluzioni</strong> del problema.


Capitolo 1<br />

Equazioni della<br />

fluido<strong>di</strong>mamica<br />

In questo capitolo vengono derivate le equazioni della fluido<strong>di</strong>namica che<br />

sono necessarie <strong>per</strong> la descrizione <strong>di</strong> un fluido. Otterremo quin<strong>di</strong> le quattro<br />

equazioni, che rappresentano il moto <strong>di</strong> un fluido barotropico, non viscoso,<br />

soggetto a gravità e in <strong>con</strong>figurazione <strong>di</strong> simmetria sferica.<br />

1


6 CAPITOLO 1. EQUAZIONI DELLA FLUIDODIMAMICA


Capitolo 2<br />

Equazioni <strong>autosimili</strong><br />

In questo capitolo si introduce il <strong>con</strong>cetto <strong>di</strong> <strong>soluzioni</strong> <strong>autosimili</strong> e come è<br />

possibile utilizzarlo nello stu<strong>di</strong>o del fluido preso in esame. Viene in<strong>di</strong>viduata<br />

una nuova variabile in<strong>di</strong>pendente λ a<strong>di</strong>mensionale, che ridurrà il sistema<br />

ottenuto nel capitolo 1 in un nuovo sistema <strong>di</strong> equazioni <strong>di</strong>fferenziali non<br />

più alle derivate parziali, ma or<strong>di</strong>narie.<br />

Inoltre nell’ultima sezione si <strong>con</strong>sidera come varia la situazione generale<br />

nell’ipotesi <strong>di</strong> pressione nulla (P = 0), soluzione che varrà <strong>di</strong>scussa in<br />

dettaglio nel capitolo 4.<br />

7


18 CAPITOLO 2. EQUAZIONI AUTOSIMILI


Capitolo 3<br />

<strong>Una</strong> soluzione particolare<br />

In questo capitolo si analizza una soluzione particolare del sistema <strong>di</strong> equazioni<br />

nel parametro λ (equazioni che descrivono il moto del fluido <strong>con</strong>siderato),<br />

derivate nel capitolo precedente. Si cercano dei punti in cui la variabile<br />

in<strong>di</strong>pendente a<strong>di</strong>mensionale λ resti costante, ovvero si pongono le derivate<br />

rispetto a λ nulle.<br />

19


20 CAPITOLO 3. UNA SOLUZIONE PARTICOLARE<br />

Soluzione costante in λ<br />

Si cercano dei punti critici ponendo le derivate rispetto a λ nulle [2]. Questi<br />

sono dei punti in cui le variabili a<strong>di</strong>mensionali non <strong>di</strong>pendono da λ. Cioè si<br />

trovano delle <strong>soluzioni</strong> stazionarie (rispetto a λ). Considerando le relazioni<br />

2.2, che rappresentano le variabili fisiche del problema, si nota che, anche<br />

nel caso <strong>di</strong> λ costante, rimane la <strong>di</strong>pendenza da raggio e tempo. Quin<strong>di</strong><br />

queste <strong>soluzioni</strong> sono costanti in λ, ma il sistema fisico non è stazionario,<br />

infatti evolve. Queste <strong>soluzioni</strong> stazionarie sono importanti anche <strong>per</strong>chè<br />

spesso rappresentano le <strong>con</strong><strong>di</strong>zioni al <strong>con</strong>torno della soluzione generale.<br />

Con le derivate nulle il sistema <strong>di</strong> equazioni 2.16 <strong>di</strong>venta<br />

⎧<br />

⎪⎨<br />

⎪⎩<br />

2 − 3V =0<br />

V (V − 1) = − 2P<br />

Ω<br />

4 − 2γ − 2V =0<br />

M =<br />

3Ω(V − δ)<br />

2 − 3δ<br />

− 2M<br />

9<br />

, (3.1)<br />

<strong>con</strong> semplici passaggi algebrici si trova che la soluzione del sistema è data<br />

da ⎧⎪<br />

V =<br />

⎨<br />

⎪⎩<br />

2<br />

3<br />

(1 − Ω)Ω<br />

P =<br />

9<br />

γ = 4<br />

3<br />

2 3Ω( 3 − δ)<br />

M =<br />

2 − 3δ<br />

. (3.2)<br />

Si nota che P =<br />

(1 − Ω)Ω<br />

9<br />

è una famiglia <strong>di</strong> <strong>soluzioni</strong> <strong>per</strong> γ = 4<br />

3 .<br />

Nel caso particolare <strong>di</strong> Ω = 1 e quin<strong>di</strong> P = 0 si possono scrivere le equazioni<br />

<strong>con</strong> <strong>di</strong>mensioni, che rappresentano il sistema fisico, partendo da queste<br />

appena trovate, che invece sono a<strong>di</strong>mensionali. Il sistema che si ottiene<br />

è ⎧⎪ ⎨<br />

v =<br />

⎪⎩<br />

2 r<br />

3 t<br />

ρ = 1<br />

6πGt2 p =0<br />

m = 2 r<br />

9<br />

3<br />

Gt2 . (3.3)<br />

Osserviamo che il raggio ha un moto rettilineo uniforme ra<strong>di</strong>ale, che possiamo<br />

interpretare come un sistema in espansione non soggetto a forze. La<br />

densità <strong>di</strong>pende solo dal tempo e non dalla posizione.


Capitolo 4<br />

Soluzioni ”fredde”<br />

In questo capitolo ci si propone <strong>di</strong> trovare una soluzione <strong>per</strong> un fluido senza<br />

pressione. Fisicamente questa soluzione può rappresentare un alone <strong>di</strong><br />

materia oscura. Infatti la materia oscura non interagisce elettromagneticamente,<br />

quin<strong>di</strong> non esiste termo<strong>di</strong>namica che possa descrivere il gas. Si può<br />

così <strong>con</strong>siderare questo fluido come un gas senza pressione, che sente la sola<br />

forza <strong>gravita</strong>zionale.<br />

Si <strong>con</strong>sidera il sistema a<strong>di</strong>mensionale nella variabile λ (ricavato nel capitolo<br />

2) <strong>con</strong> la <strong>con</strong><strong>di</strong>zione <strong>di</strong> pressione nulla. Nella sezione 4.1, grazie ad<br />

un semplice cambio <strong>di</strong> variabili, è possibile ridurre ciascuna relazione del<br />

sistema preso in esame in un’equazione <strong>di</strong>fferenziale autonoma, dove non<br />

compare esplicitamente la variabile in<strong>di</strong>pendente λ.<br />

<strong>Una</strong> volta in<strong>di</strong>viduati i punti critici dello stesso sistema non lineare (sezione<br />

4.2), si effettua un’analisi locale vicino al punto critico P0, cioè si linearizzano<br />

le equazioni <strong>con</strong>siderate attorno alla posizione critica ottenendo degli<br />

andamenti esponenziali (sezione 4.3). Per <strong>con</strong>cludere nella sezione 4.4 si<br />

mettono insieme tutti i risultati ottenuti, ossia i punti critici e gli andamenti<br />

delle equazioni attorno ad essi, e si fornisce un grafico qualitativo della<br />

soluzione del sistema non lineare.<br />

Nell’ultima sezione si <strong>di</strong>mostra come si possono separare le variabili del<br />

sistema autonomo ottenuto nella sezione 4.1.<br />

21


28 CAPITOLO 4. SOLUZIONI ”FREDDE”<br />

Si osserva che sono proprio questi gli andamenti asintotici attorno al punto<br />

critico P0 nel piano Ω − V .<br />

Inoltre, il fatto che gli autovalori (ricavati nella sottosezione 4.3.2) siano<br />

reali e <strong>con</strong> segno opposto ci <strong>per</strong>mette <strong>di</strong> classificare P0 come punto critico<br />

i<strong>per</strong>bolico (o punto a sella). I relativi autovettori (ve<strong>di</strong> 4.3.2) possono essere<br />

interpretati come delle tangenti asintotiche alla traiettoria verso il punto P0.<br />

Grazie a queste osservazioni, siamo in grado <strong>di</strong> tracciare un grafico qualitativo<br />

della soluzione generale. Infatti sappiamo che anche la soluzione del<br />

sistema non lineare tocca i punti critici ed inoltre <strong>con</strong>osciamo gli andamenti<br />

attorno a P0.<br />

Figura 4.1: Soluzione fredda <strong>per</strong> δ = 4<br />

5


4.5. COME SEPARARE LE DIPENDENZE 29<br />

Figura 4.2: Soluzione fredda <strong>per</strong> δ = − 1<br />

2<br />

Le frecce in<strong>di</strong>cano la <strong>di</strong>rezione delle ξ crescenti e vengono determinate<br />

grazie agli autovettori, che come già detto ci in<strong>di</strong>cano le <strong>di</strong>rezioni tangenti<br />

alle traiettorie asintotiche.<br />

Come si può vedere, le due figure corrispondono a δ <strong>di</strong>versi; comunque<br />

possiamo notare che in tutti e due i casi le <strong>soluzioni</strong> <strong>di</strong>vidono lo spazio in<br />

quattro regioni.<br />

Nella regioni I densità e velocità tendono a zero <strong>per</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>stanze dal<br />

centro, infatti le frecce in<strong>di</strong>cano le ξ crescenti, quin<strong>di</strong> raggi r crescenti.<br />

La regione II è caratterizzata da velocità sempre positive, si va da un valore<br />

pari a δ al centro fino ad annullarsi a gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>stanze.<br />

Nella regione III la materia è costretta in un guscio <strong>di</strong> spessore finito.<br />

Nella regione IV il gas freddo è limitato in una sfera in espansione <strong>con</strong> raggio<br />

finito ma massa infinita.<br />

4.5 Come separare le <strong>di</strong>pendenze<br />

Nella sezione precedente si è risolto il sistema <strong>di</strong> equazioni 4.1 e sono state<br />

graficate le <strong>soluzioni</strong> solo qualitativamente. Un altro metodo <strong>per</strong> risolvere<br />

il sistema potrebbe essere quello <strong>di</strong> separare le variabili <strong>per</strong> poi integrare<br />

<strong>con</strong> meto<strong>di</strong> numerici ogni singola equazione. A questo scopo è <strong>per</strong>ò necessario<br />

ri<strong>con</strong>dursi ad una forma <strong>di</strong>versa delle equazioni. Qui <strong>di</strong> seguito viene<br />

illustrato un metodo <strong>per</strong> separare le variabili.


4.5. COME SEPARARE LE DIPENDENZE 31<br />

Con opportune semplificazioni si ha<br />

(2δV − δ − V 2 ) ˙ V − (V − δ) 2 ¨ V + V (2 − 3V )(1 − V ) − V (1 − V ) ˙ V<br />

si raccolgono i ternini in ˙ V<br />

−(2 − 3V )(V − δ) ¨ V +(V − δ) ˙ V 2 =0,<br />

(V − δ) 2 ¨ V − (2δV − δ − V 2 + V − V 2 +2V − 2δ − 3V 2 +3δV ) ˙ V<br />

e svolgendo qualche <strong>con</strong>to<br />

+(V − δ) ˙ V 2 + V (2 − 3V )(1 − V )=0<br />

(V − δ) 2 ¨ V + (5V (V − δ) + 3(V − δ)) ˙ V +(V − δ) ˙ V 2 + V (2 − 3V )(1 − V )=0<br />

arriviamo a <strong>di</strong>mostrare quanto affermato, ossia<br />

(V − δ) 2 ¨ V +(V − δ)(5V + 3) ˙ V +(V − δ) ˙ V 2 + V (2 − 3V )(1 − V )=0.


32 CAPITOLO 4. SOLUZIONI ”FREDDE”


andamento autosimile <strong>per</strong> ogni <strong>di</strong>stanza r dal centro dell’oggetto. Ma è<br />

evidente dalla simulazione che, <strong>per</strong> r ∼ r0, tale andamento non viene rispettato.<br />

Sembra quin<strong>di</strong> importante sottolineare il fatto che forse la proprietà<br />

più ”misteriosa” dei profili 4.13 non è tanto la lora presunta ”universalità”,<br />

quanto la ragione fisica <strong>per</strong> la quale il sistema, ad una determinata fase<br />

del suo collasso ”decida” <strong>di</strong> rom<strong>per</strong>e la sua omologia e cambiare pendenza<br />

nel profilo <strong>di</strong> densità. Il problema non è nelle zone centrali, ma nella regione<br />

in cui la densità inizia a non esser più descritta da una <strong>con</strong>figurazione<br />

autosimile, ossia nelle regioni interme<strong>di</strong>e.<br />

Questo particolare profilo <strong>di</strong> densità non è del tutto anomalo. Infatti<br />

anche modelli <strong>di</strong> galassie sferiche e bulges (sferoi<strong>di</strong>) prevedono un profilo<br />

<strong>di</strong> densità simile. In un suo lavoro, Hernquist (1990) [7] presenta una relazione<br />

<strong>per</strong> la densità <strong>di</strong> massa in galassie sferiche descritte dalla Legge de<br />

Vaucouleurs (1948) [8]; in particolar modo trova il seguente profilo <strong>di</strong> densità<br />

ρ(r) ∝<br />

1<br />

. (4.14)<br />

r(r + r0) 3<br />

Si nota che i due profili <strong>di</strong> densità (4.13 e 4.14) hanno circa lo stesso andamento.<br />

Ricordando che il primo vale <strong>per</strong> aloni <strong>di</strong> materia oscura e il se<strong>con</strong>do<br />

<strong>per</strong> la massa ”normale”, si può <strong>con</strong>cludere che il loro comportamento sotto<br />

l’influenza della forza <strong>di</strong> gravità è circa lo stesso.


Appen<strong>di</strong>ce A<br />

Soluzioni <strong>autosimili</strong> <strong>per</strong> un<br />

pendolo semplice<br />

Il pendolo semplice è un problema <strong>di</strong> fisica classica che possiamo anche affrontare<br />

<strong>con</strong> i meto<strong>di</strong> <strong>autosimili</strong> (gli stessi che sono stati utilizzati in questa<br />

trattazione <strong>per</strong> risolvere un problema <strong>di</strong> fluido<strong>di</strong>namica). Il metodo autosimile<br />

è utilizzabile quando è possibile ottenere una riduzione del numero<br />

<strong>di</strong> argomenti nelle funzioni incognite, prendendo in <strong>con</strong>siderazione solo certe<br />

combinazioni della variabili che hanno maggior significato. Si ripropone<br />

qui <strong>di</strong> seguito la <strong>di</strong>scussione sul problema come esposta da Sedov (1959,<br />

Similarity and Dimentional Methods) [4].<br />

Figura A.1: Rappresentazione schematica del pendolo semplice<br />

35


Bibliografia<br />

[1] Landau, L.D. & Lifshitz E.M., 1959, Fluid Mechanics (Institute of<br />

Theoretical Physics, USSR Academy of Sciences, Moscow)<br />

[2] Bender, C.M. Orzag, S.A. 1978, Advanced Mathematical Methods for<br />

Scientists and Engeneers (International Student E<strong>di</strong>tion)<br />

[3] Donato & A. Greco, A.M. 1987, Meto<strong>di</strong> qualitativi <strong>per</strong> onde non lineari<br />

(Quaderni del <strong>con</strong>siglio nazionale delle ricerche, Gruppo Nazionale <strong>di</strong><br />

Fisica Matematica)<br />

[4] Sedov, A. 1959, Similarity and Dimentional Methods in Mechanics<br />

(New York: Academic)<br />

[5] Pen, U. 1994, The Astrophisical Journal, A general class of self-similar<br />

self-<strong>gravita</strong>ting fluids, 429:759-763<br />

[6] Navarro,J.F. & Frenk,C.S. & White, S.D.M. 1994, MNRAS, 267,L1<br />

[7] Hernquist, L. 1990, The astrophysical Journal, An analytical model for<br />

spherical galaxies and bulges, 356:359-364<br />

[8] de Vaucouleurs, G. 1948, Ann. d’Ap., 11, 247<br />

39


Ringraziamenti<br />

Il primo pensiero va ai miei genitori! Sono loro che mi sostengono ..e<strong>con</strong>omicamente,<br />

ma soprattutto emotivamente. Grazie <strong>per</strong> le assidue telefonate, che<br />

ries<strong>con</strong>o sempre a riportarmi fra quelle belle colline <strong>di</strong> casa.<br />

Un ringraziamento tutto speciale alla mia sorellona, Giulia <strong>per</strong> le chiacchierate<br />

e le serate passate insieme. Grazie.. <strong>per</strong>chè sempre più riesci a<br />

stimolarmi in nuovi viaggi e nuove avventure <strong>con</strong> quella infinita voglia <strong>di</strong><br />

fare. Grazie <strong>per</strong> i mille favori, che sto accumulando da tempo, senza mai<br />

riuscire a ricambiare ...e un grosso ”In bocca al lupo” <strong>per</strong> la tua prossima<br />

laurea!<br />

Ovviamente un grazie a Luigi. Per troppe cose.. Il computer, <strong>per</strong> iniziare,<br />

senza il quale non sarei mai riuscita a scrivere questa tesi; il supporto<br />

tecnico <strong>per</strong> l’installazione e <strong>per</strong> mo<strong>di</strong>ficare quelle maledette figure! E non<br />

ultimo, grazie <strong>per</strong> il <strong>con</strong>tinuo incoraggiamento, <strong>per</strong>chè forse cre<strong>di</strong> in me più<br />

<strong>di</strong> quanto io stessa riesca a fare.<br />

Ora come non ringraziare le mie ”amiche del cuore”, Veronica e Lucia,<br />

<strong>con</strong> cui sto <strong>con</strong><strong>di</strong>videndo anche questa es<strong>per</strong>ienza. Grazie <strong>per</strong> aver <strong>per</strong>messo<br />

che questa laurea non fosse solo una s<strong>per</strong>anza; <strong>per</strong> aver lottato <strong>con</strong> me <strong>con</strong>tro<br />

tutti quelli che impe<strong>di</strong>vano che ciò succedesse e <strong>con</strong>tro quell’infinita serie <strong>di</strong><br />

pratiche burocratiche (<strong>di</strong> cui nessuno sa mai niente!).<br />

Grazie Vè! Per tutte le giornate rinchiuse in biblioteca a stu<strong>di</strong>are e <strong>per</strong> la<br />

tua infinita pazienza nel spiegarmi ciò che non capisco. Perchè sei così..<br />

gentile e sempre <strong>di</strong>sponibile.<br />

Grazie Lu! Per la tua innata simpatia, <strong>per</strong>chè <strong>con</strong> te è impossibile non<br />

<strong>di</strong>vertirsi; <strong>per</strong> tutte quelle serate passate insieme, quando nessun’altro ha<br />

voglia <strong>di</strong> uscire e <strong>per</strong> quelle passate a <strong>con</strong>solare il mio umore nero. Perchè<br />

mi hai fatto scoprire il mondo del trekking ..e vedrai, ce la faremo prima o<br />

poi ad attaversare l’Italia a pie<strong>di</strong>!<br />

Un grazie a Rossy <strong>per</strong> averci aiutate <strong>con</strong> scadenze e formalità. Senza <strong>di</strong> te<br />

non ce la potevamo fare!<br />

Ultimi, ma non <strong>di</strong> importanza, i miei amici <strong>di</strong> sempre.. Andrea, Giacomo<br />

e Maddalena. Mi ricordate che la vita non è solo stu<strong>di</strong>o e università, ma<br />

bisogna anche <strong>di</strong>vertirsi. Per le sera passate semplicemente a parlare <strong>di</strong><br />

tutto, dalla politica ai problemi <strong>di</strong> cuore. Grazie, <strong>per</strong>chè voi ci siete sempre<br />

nonostante la lontananza!<br />

41

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