diaconi 58 - Diocesi di Roma
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In questo numero, numero,<br />
fra l’altro: l’altro:<br />
L’Iniziazione ’Iniziazione Cristiana<br />
Tutto utto <strong>di</strong>pende dalla<br />
Visione isione <strong>di</strong> Chiesa<br />
Don Andrea Andrea<br />
Santoro, Santoro,<br />
dopo<br />
sei anni, un martir martire<br />
e <strong>di</strong> oggi<br />
Diaconi<br />
Foglio Notizie del Diaconato della <strong>Diocesi</strong> <strong>di</strong> <strong>Roma</strong><br />
www. www.<br />
vicariatusurbis.org/<strong>di</strong>aconatus<br />
marzo marzo<br />
2012 n.<strong>58</strong><br />
formazione informazione corresponsabilità
Diaconi e<strong>di</strong>toriale<br />
- 2 -<br />
Mons. Nicola Filippi<br />
Perché ogni uomo scopra l'amore del Padre<br />
In questo anno pastorale, la nostra <strong>Diocesi</strong>, impegnata a far maturare una maggiore<br />
appartenenza ecclesiale da cui scaturisca un'adeguata corresponsabilità<br />
pastorale, ha declinato questo tema riflettendo sulla gioia <strong>di</strong> generare alla fede.<br />
La fede è la sconvolgente esperienza che deriva dall'incontro con Gesù Risorto,<br />
nostro contemporaneo, che ancora oggi ci raggiunge nella vita attraverso i sacramenti,<br />
la parola <strong>di</strong> Dio, la vita della comunità e ci consente <strong>di</strong> toccare con mano -<br />
il biblico "conoscere" il suo amore - senza limiti. Sperimentando l'Amore, quello<br />
vero, l'uomo non vi rimane insensibile ma anzi ne è potentemente attratto, si consegna<br />
ad esso ed inizia a vivere la propria esistenza come risposta a questo immenso<br />
dono che supera ogni nostro merito.<br />
È per questo che nell'omelia della Celebrazione Eucaristia celebrata insieme con i<br />
nuovi Car<strong>di</strong>nali, Papa Benedetto XVI, spiegando il complesso scultoreo della<br />
Cattedra del Bernini posto nell'abside della Basilica <strong>di</strong> San Pietro, ha detto: "l'amore<br />
poggia sulla fede".<br />
Se questo è il <strong>di</strong>namismo della vita cristiana, il <strong>di</strong>acono è chiamato a viverlo in<br />
maniera esemplare, affinchè gli uomini e le donne, guardando a lui e alla sua esistenza,<br />
riscoprano la carità, che si esprime nel dono gratuito <strong>di</strong> se stesso, come la<br />
modalità con la quale leggere la vita <strong>di</strong> tutti i giorni, a cominciare da quella familiare<br />
per giungere a quella professionale e non ultima quella ecclesiale.<br />
In questa prospettiva la Quaresima è un tempo favorevole per verificare la qualità<br />
della nostra fede, per accertarci in che misura abbiamo incontrato Cristo e se egli<br />
sia davvero la ragione della nostra vita. La conversione alla quale siamo chiamati<br />
non consiste tanto in un nuovo modo <strong>di</strong> agire, quanto invece in una nuova e più<br />
profonda relazione con Lui, nella riscoperta profonda della paternità <strong>di</strong> Dio e del<br />
conseguente nostro essere figli, da cui scaturisce il servizio. E la paternità <strong>di</strong> Dio<br />
trova la sua massima espressione nel perdono e nell'accoglienza incon<strong>di</strong>zionata<br />
che Dio ci riserva ogni volta che bussiamo alla sua porta per tornare a vivere nell'intimità<br />
della sua casa. Se non si vive il sacramento della Riconciliazione non si<br />
può essere figlio, e <strong>di</strong> conseguenza neanche <strong>di</strong>acono.<br />
Infatti, la testimonianza della carità che il <strong>di</strong>acono, sostenuto, incoraggiato e<br />
accompagnato dalla famiglia è chiamato a offrire ad ogni uomo, non nasce da uno<br />
sforzo della volontà ma da un cuore che ha ricevuto da Dio la grazia <strong>di</strong> essere stato<br />
raggiunto dalla gioia profonda <strong>di</strong> aver riconosciuto in Gesù e nell'osservanza dei<br />
suoi comandamenti la verità del proprio essere e della propria vita.<br />
Sia, dunque, la Quaresima tempo favorevole per una riscoperta profonda della<br />
nostra identità e <strong>di</strong> un ministero che, nato dall'amore <strong>di</strong> Dio per noi, ha come fine<br />
<strong>di</strong> condurre gli uomini a scoprire l'amore del Padre per ciascuno <strong>di</strong> noi.
Diaconi formazione<br />
L’INIZIAZIONE CRISTIANA<br />
Don Andrea Lonardo ha animato <strong>di</strong>versi incontri finalizzati a sostenere le Parrocchie nel<br />
loro compito <strong>di</strong> verifica dell'iniziazione cristiana, in vista del Convegno <strong>di</strong>ocesano <strong>di</strong><br />
giugno. Una traccia molto suggestiva e documentata dei suoi interventi è ora <strong>di</strong>sponibile sul<br />
nostro sito e alla sua consultazione invitiamo i nostri lettori per trarne criteri e spunti per una<br />
impostazione più motivata e coinvolgente della trasmissione della fede alle nuove generazioni.<br />
Qui ci limitiamo, per motivi <strong>di</strong> spazio, a qualche cenno, con il solo scopo <strong>di</strong> accendere la<br />
vostra curiosità e avviare una riflessione su itinerari formativi per nulla scontati.<br />
A partire dalla <strong>di</strong>fficoltà che tanti battezzati incontrano nel confessare la propria<br />
fede: quali gli ostacoli? È un problema <strong>di</strong> scarsa formazione? O <strong>di</strong> adeguamento alla<br />
mentalità dominante che vuole la religione relegata al privato? O <strong>di</strong> superficialità nel<br />
presupporre la fede piuttosto che nel proporla? O infine <strong>di</strong> scarsa consapevolezza<br />
che la fede deve essere continuamente ripensata e rivissuta, quin<strong>di</strong> testimoniata, per<br />
restare viva?<br />
Poi c'è il <strong>di</strong>scorso sui quattro elementi fondamentali dell'iniziazione cristiana.<br />
Ricordate quali sono? Se non li avete ben chiari … andateveli a rivedere, per riconsiderarne<br />
le motivazioni e le profonde interrelazioni. Questo vi eviterà, ad esempio,<br />
<strong>di</strong> avallare percorsi formativi monocor<strong>di</strong>, tutti sbilanciati sull'insegnamento della<br />
dottrina (come se si trattasse d'andare a scuola), perché il cristianesimo non è un pacchetto<br />
<strong>di</strong> cose da imparare. Deve al contrario emergere la semplicità ultima della<br />
fede (il kerigma) e al tempo stesso la sua ricchezza e la sua capacità <strong>di</strong> dare risposte<br />
vere, e non <strong>di</strong> comodo, alle domande esistenziali.<br />
E come si può <strong>di</strong>ventare cristiani se non si è messi in grado <strong>di</strong> pregare da cristiani?<br />
Ricordate quando Giovanni Paolo II invitò le parrocchie a <strong>di</strong>ventare scuole <strong>di</strong> preghiera?<br />
Ma, passati <strong>di</strong>eci anni, non mi sembra che siano stati fatti passi in questa <strong>di</strong>rezione. E dove<br />
si può apprendere lo "stile <strong>di</strong> vita" cristiano se non nella Chiesa? "Non può avere Dio per<br />
Padre chi non ha la Chiesa per madre" (San Cipriano).<br />
D: Quale impostazione la <strong>Diocesi</strong> intende dare a questa verifica sulla Iniziazione<br />
Cristiana?<br />
Il primo punto è stato enunciato molto bene ed in maniera chiara dal Papa e dal Car<strong>di</strong>nale,<br />
è la "questio fidei": dobbiamo proporre la fede in modo tale che risulti interessantissima,<br />
meravigliosa e bella. Questo vuol <strong>di</strong>re già fare metà del rinnovamento della catechesi. E'<br />
un compito che spetta anche ai <strong><strong>di</strong>aconi</strong>, ovviamente, come a tutte le parrocchie e comunità<br />
che devono mostrare oggi a tutti, adulti, bambini, ragazzi, giovani ed a persone <strong>di</strong> altre reli-<br />
segue a pag. 4 <br />
mons. Andrea Lonardo <strong>di</strong>rettore<br />
dell'Ufficio Catechistico<br />
- 3 -
Diaconi formazione<br />
- 4 -<br />
segue da pag. 3<br />
gioni che essere cristiano è vero, è buono ed è bello. Citavo negli incontri un testo molto<br />
bello <strong>di</strong> mons. Padovese, il vescovo morto martire in Turchia, lui <strong>di</strong>ceva: "alla chiesa <strong>di</strong> oggi<br />
manca la convinzione <strong>di</strong> poter guadagnare nuovi cristiani", cioè persone che non sono cristiane<br />
o che lo sono all'acqua <strong>di</strong> rose possano <strong>di</strong>ventare cristiane e <strong>di</strong>ventarlo con tanta<br />
gioia e questa implica due atteggiamenti <strong>di</strong> fondo: l'accoglienza ovvero il desiderio <strong>di</strong> superare<br />
subito l'atteggiamento antagonistico, <strong>di</strong> critica e contemporaneamente la proposta, la<br />
persona deve capire subito che la fede è bella.<br />
Il primo annunzio non è fuori dalla catechesi. Il problema è come possa avvenire che preparandosi<br />
al battesimo e poi celebrando il sacramento stesso, chi si accosta per la prima<br />
volta alla fede cristiana si manifesti entusiasta tanto da esclamare: "è bellissimo il battesimo".<br />
Faccio un esempio che prendo da un grande liturgista francese: " io posso garantire<br />
che quando alla fine della celebrazione <strong>di</strong> un battesimo un papà o una mamma mi <strong>di</strong>cono<br />
"è stato bello" non intende semplicemente che sono venute bene le foto o altro ma "siamo<br />
entrati <strong>di</strong> più nel mistero <strong>di</strong> Dio": questo è il potere del sacramento dovuto all'intervento<br />
della grazia e del segno sensibile. Quin<strong>di</strong> è anche attraverso il sacramento che si riceve<br />
l'annuncio, non solo nel cammino <strong>di</strong> preparazione. Questa è la prospettiva che sta emergendo.<br />
Tutto il resto lo lasciamo alla vostra lettura su www. vicariatusurbis.org/<strong>di</strong>aconatus<br />
Giovedì scorso, 1° marzo, si è<br />
tenuto il primo dei "Dialoghi in<br />
Cattedrale" <strong>di</strong> quest'anno, che avranno<br />
come filo conduttore il tema dell'educazione.<br />
Dopo il<br />
DIALOGHI IALOGHI IN<br />
CATTEDRALE<br />
TTEDRALE<br />
saluto del<br />
Car<strong>di</strong>nal<br />
vicario<br />
Agostino<br />
Vallini,<br />
hanno preso la parola Eugenia<br />
Scabini, docente <strong>di</strong> psicologia<br />
all'Università cattolica del Sacro<br />
Cuore, e il gesuita padre Marko Ivan<br />
Rupnik, docente presso la Pontificia<br />
Università Gregoriana. Al centro<br />
delle loro relazioni "L'amore coniu-<br />
gale sorgente dell'azione educativa<br />
per le nuove generazioni".<br />
Il prossimo "<strong>di</strong>alogo" si terrà giovedì<br />
15 marzo, sempre in San Giovanni<br />
in Laterano alle 19.30, sul tema<br />
"Educare alla vita eterna: utopia o<br />
profezia?", a cura del giornalista e<br />
me<strong>di</strong>co Joaquin Navarro-Valls, a<br />
lungo <strong>di</strong>rettore della Sala Stampa<br />
della Santa Sede, e del filosofo<br />
Remo Bodei, dell'Università <strong>di</strong> Pisa.<br />
L'ultimo si terrà giovedì 29 marzo,<br />
con l'Arcivescovo <strong>di</strong> Firenze<br />
Car<strong>di</strong>nale Giuseppe Betori e lo psichiatra<br />
e scrittore Vittorino Andreoli,<br />
che parleranno de "La proposta educativa<br />
<strong>di</strong> fronte al problema del<br />
male".
Diaconi formazione<br />
Come passare da una catechesi finalizzata ai sacramenti dell'iniziazione cristiana ad una<br />
formazione cristiana per la vita? Questo è il tema centrale della verifica pastorale che<br />
vede impegnata tutta la <strong>Diocesi</strong> in vista del Convegno <strong>di</strong> giugno. E noi <strong><strong>di</strong>aconi</strong>, per la nostra<br />
responsabilità <strong>di</strong> ministri or<strong>di</strong>nari del battesimo, siamo chiamati a prestare particolare attenzione<br />
all'invito del Papa nell'omelia dei Vespri <strong>di</strong> fine anno: "il cammino battesimale […],<br />
oltre a favorire la consapevole e degna preparazione alla<br />
celebrazione del Sacramento, ponga adeguata attenzione<br />
agli anni imme<strong>di</strong>atamente successivi al Battesimo, con<br />
appositi itinerari …"<br />
Sappiamo bene che non è affatto facile stabilire un contatto<br />
duraturo con i genitori dei bimbi che battezziamo, ma non<br />
possiamo considerare insormontabile questa <strong>di</strong>fficoltà: ci<br />
CREATIVITÀ REATIVITÀ<br />
PAST ASTORALE ORALE<br />
vuole creatività pastorale e, se parliamo fra <strong>di</strong> noi prendendo spunto dalle nostre esperienze,<br />
vedremo che la fantasia non manca.<br />
Nella nostra parrocchia invitiamo tutti i battezzati dell'anno precedente alla festa della Vita<br />
e c'è per loro, alla messa, una speciale bene<strong>di</strong>zione, con allegria e commozione.<br />
Da noi le coppie che vanno a trovare le famiglie per la catechesi battesimale hanno il compito<br />
<strong>di</strong> riprender contatto per consegnare un'immagine sacra da appendere nella stanza dei<br />
bimbi e, dopo un anno, un libretto <strong>di</strong> preghiere in famiglia (bene<strong>di</strong>zione dei pasti, ecc.) e<br />
l'anno successivo <strong>di</strong> portare i figli ad una festa (il carnevale dei bambini) e dopo ancora <strong>di</strong><br />
partecipare a un pellegrinaggio al Divino Amore, oppure <strong>di</strong> andare insieme, per Natale, a<br />
visitare i presepi <strong>di</strong> <strong>Roma</strong>, oppure …<br />
Noi proponiamo <strong>di</strong> contribuire a un'opera <strong>di</strong> carità, in occasione del sacramento che i figli<br />
vanno a ricevere, per fondare su basi solide la loro crescita spirituale. E se l'opera prosegue<br />
nel tempo (ad esempio una missione) è essa stessa l'opportunità per raccontare come si evolve<br />
nel tempo.<br />
Noi invece coinvolgiamo i bambini del catechismo in una sacra rappresentazione o a Natale<br />
o a Pasqua o anche per illustrare qualche episo<strong>di</strong>o della vita <strong>di</strong> Gesù (una parabola o un<br />
miracolo). E in questo, vedrete, che più ancora dei bambini si lasciano coinvolgere i genitori.<br />
Per noi l'obiettivo principale è <strong>di</strong> comporre e sostenere un gruppo <strong>di</strong> giovani famiglie in un<br />
clima <strong>di</strong> amicizia, parlando dei problemi che incontrano nella relazione coniugale o nell'educazione<br />
dei figli, ma sempre in una prospettiva <strong>di</strong> crescita vocazionale.<br />
Noi abbiamo organizzato il "salotto delle mamme", in modo che, quando ci lasciano i figli<br />
per il catechismo, piuttosto che aspettare in auto, abbiano la possibilità <strong>di</strong> incontrarsi, conoscersi<br />
e leggere il Vangelo della domenica successiva.<br />
Alle famiglie più assidue noi proponiamo <strong>di</strong> invitare in casa loro amici per dar vita a un<br />
gruppo <strong>di</strong> ascolto del Vangelo con il metodo della lectio <strong>di</strong>vina.<br />
Insomma, come vedete, fantasia e creatività pastorale non mancano.<br />
<strong>di</strong>ac. Giuseppe Colona<br />
- 5 -
Diaconi con<strong>di</strong>visione<br />
- 6 -<br />
Intervista a mons. Pietro Sigurani parroco della Natività <strong>di</strong> N.S.G.C.<br />
Don Pietro perché cinque <strong><strong>di</strong>aconi</strong> nella tua parrocchia?<br />
Prima <strong>di</strong> tutto voglio <strong>di</strong>re che è un'esperienza convalidata qui da venticinque anni, proprio quasi dall'inizio<br />
del <strong>di</strong>aconato permanente in <strong>di</strong>ocesi. É chiaro, quin<strong>di</strong>, che il <strong>di</strong>aconato ha sempre avuto un<br />
suo spazio all'interno della parrocchia. Il <strong>di</strong>aconato permanente è <strong>di</strong>re "SI" ad una vocazione come<br />
per la vocazione sacerdotale, la vocazione<br />
al matrimonio, ecc. Le vocazioni al <strong>di</strong>aconato<br />
nascono se una parrocchia prevede<br />
TUTTO UTT DIPENDE DALLA<br />
VISIONE ISIONE DI CHIESA HIESA<br />
uno spazio <strong>di</strong>aconale. Nascendo le vocazioni<br />
<strong>di</strong>aconali lo spazio si allarga sempre <strong>di</strong><br />
più, perché il ministero <strong>di</strong>aconale non è<br />
un riempitivo. Si innesca un circuito<br />
virtuoso. Questo a me<br />
sembra molto importante. Se la parrocchia attualizza nel quartiere il mistero della<br />
Chiesa, e non solo l'organizzazione, appare il Ministero Or<strong>di</strong>nato che poi genera la ministerialità.<br />
Per questo io ritengo che il <strong>di</strong>aconato sia necessario in ogni parrocchia affinché<br />
sia tutta ministeriale. Noi siamo abituati alla struttura parroco e vice parroco, finalizzata<br />
alle tante cose "da fare" ma non è questa l'idea della Chiesa mistero. Se noi pensiamo<br />
che la parrocchia sia solo un fatto organizzativo allora dobbiamo anche <strong>di</strong>re che siccome<br />
ci sono tanti abitanti c'è bisogno <strong>di</strong> tanti preti ma non è così. C'è bisogno che emergano<br />
i <strong>di</strong>versi ministeri.<br />
Quanto c'entra in questo il fatto che il <strong>di</strong>acono non celebra messa e non confessa?<br />
Il ministero del <strong>di</strong>acono ha altri campi, io penso che il presbitero abbia accorpato in sé tutti i ministeri<br />
e questo è male. Ma già questo è nella successione dei vari gra<strong>di</strong>ni per arrivare al presbiterato:<br />
prima c'è l'ammissione agli or<strong>di</strong>ni, poi ci sono gli or<strong>di</strong>ni minori, accolitato, lettorato, poi c'è il <strong>di</strong>aconato<br />
e poi c'è il presbiterato e il presbiterato accorpa tutto. Questa, io credo, sia una prassi venuta<br />
molto dopo. Il <strong>di</strong>acono ha una sua fisionomia e il prete non deve essere <strong>di</strong>acono per essere prete, "è<br />
prete", è presbitero, così il vescovo "è vescovo". Per questo ci vuole una visione teologica <strong>di</strong>versa, ci<br />
vuole un rinnovamento teologico. Il <strong>di</strong>acono ha il suo spazio e se un presbitero lo occupa fa, chiamiamola<br />
così, "un'invasione <strong>di</strong> campo". Quale è lo spazio del <strong>di</strong>acono? Lo spazio del <strong>di</strong>acono non è<br />
fare il prete, perché c'è anche questa tentazione per alcuni <strong><strong>di</strong>aconi</strong>.<br />
Lo spazio <strong>di</strong>aconale è fondamentalmente lo spazio <strong>di</strong> una pre<strong>di</strong>cazione che attualizzi la vita vissuta,<br />
in un'assemblea liturgica che è formata da sposati, da persone che lavorano in varie professioni, da<br />
persone che insegnano ecc. Non dovrebbe essere come la pre<strong>di</strong>cazione del presbitero. Il presbitero ha<br />
la <strong>di</strong>mensione, il ruolo, il tipo <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>cazione sua propria, anche il <strong>di</strong>acono ha una propria <strong>di</strong>mensione<br />
specifica. Così, ad esempio, l'essere <strong>di</strong>acono non solo in chiesa, non solo in parrocchia, ma l'essere<br />
<strong>di</strong>acono nei luoghi <strong>di</strong> vita, dove si vive regolarmente, così anche un <strong>di</strong>acono sposato non può non<br />
avere l'ambito <strong>di</strong> una pastorale familiare con la preparazione delle coppie, col visitare le famiglie che<br />
chiedono il battesimo per i propri figli, con il <strong>di</strong>alogare con le famiglie che si riavvicinano alla chiesa<br />
e che magari non hanno celebrato il sacramento del matrimonio e portarle piano piano a celebrarlo,<br />
è uno spazio proprio del <strong>di</strong>acono. Il presbitero ha altri compiti. Così anche lo spazio della carità,<br />
lo spazio dell'amministrazione della parrocchia, dei beni della comunità, questo è uno spazio <strong>di</strong>aconale.<br />
Allora <strong>di</strong>ce: il prete che fa? Qui non si tratta <strong>di</strong> fare o non fare, non è questo il problema, il<br />
problema è come fare. Non si tratta <strong>di</strong> <strong>di</strong>re: ma se pre<strong>di</strong>ca un <strong>di</strong>acono il prete allora che fa? Il <strong>di</strong>a-<br />
Parrocchia della
Diaconi con<strong>di</strong>visione<br />
cono deve pre<strong>di</strong>care con una sua sensibilità, il presbitero è chiamato ad annunciare la Parola con la sensibilità<br />
<strong>di</strong> colui che presiede. Qui non si tratta <strong>di</strong> <strong>di</strong>vidersi i compiti. Questo modo <strong>di</strong> vedere le cose è ridurre<br />
la Chiesa a un'organizzazione, ma "la Chiesa è Mistero".<br />
Lo Spirito multiforme che il <strong>di</strong>acono, il presbitero e il vescovo hanno ricevuto me<strong>di</strong>ante l'imposizione delle<br />
mani li ha resi adatti a svolgere il ministero per il quale sono stati scelti e chiamati.<br />
Ritorno su un punto che ritengo importante e molto esplicativo: la pre<strong>di</strong>cazione. Un conto è la pre<strong>di</strong>cazione<br />
<strong>di</strong> un <strong>di</strong>acono e un conto è la pre<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> un presbitero, <strong>di</strong> un vescovo o del Papa.<br />
Questo è un problema serio. Se ognuno dà lo specifico del ministero che ha ricevuto dallo Spirito<br />
non ci sono invasioni <strong>di</strong> campo.<br />
Cosa cre<strong>di</strong> pensino i parrocchiani dei <strong><strong>di</strong>aconi</strong> e del <strong>di</strong>aconato in generale?<br />
Nella mia esperienza <strong>di</strong> oltre 25 anni <strong>di</strong> <strong>di</strong>aconato in parrocchia credo che nessun parrocchiano<br />
pensi che i <strong><strong>di</strong>aconi</strong> siano preti. Sono <strong><strong>di</strong>aconi</strong> e non c'è stata mai un'invasione <strong>di</strong> campo, mai da<br />
parte dei presbiteri un <strong>di</strong>re: allora a che cosa serviamo? Per questo è necessario creare un tipo <strong>di</strong><br />
parrocchia, come <strong>di</strong>ceva il Concilio Vaticano II, tutta ministeriale, con ministeri sia or<strong>di</strong>nati sia<br />
non or<strong>di</strong>nati.<br />
Anche nei ministeri non or<strong>di</strong>nati c'è un altro grosso problema, quello delle donne che sono ministre<br />
"<strong>di</strong> fatto", esercitano il lettorato, il servizio ai poveri, il portare l'eucaristia ai malati.<br />
Ministeri non riconosciuti ufficialmente. Sono problemi seri e <strong>di</strong>fficili. Il fatto fondamentale,<br />
torno a ripetere, è che concetto abbiamo <strong>di</strong> Chiesa nel territorio: se la Chiesa è solo un fatto<br />
organizzativo, amministrativo <strong>di</strong> tipo "laicale" è un conto ma se, invece, deve esprimere il mistero<br />
della Chiesa universale allora l'organizzazione dovrebbe essere <strong>di</strong> tipo<br />
sacramentale, ed è proprio questo ciò che manca.<br />
Come possono le mogli dei <strong><strong>di</strong>aconi</strong> essere <strong>di</strong> supporto ai loro mariti o,<br />
atività <strong>di</strong> N.S.G.C.<br />
comunque, partecipare del loro sacramento in quanto unica carne in<br />
Cristo?<br />
Nella domanda hai dato già la risposta.<br />
Io in questo potrei portare degli esempi molto concreti, <strong>di</strong> come a poco a poco le<br />
mogli dei <strong><strong>di</strong>aconi</strong> hanno accettato il <strong>di</strong>aconato dei mariti e si sono inserite in questo<br />
<strong>di</strong>aconato. Inizialmente c'era una paura quasi che il loro rapporto matrimoniale<br />
venisse svilito. In alcune delle mogli ho visto questo, ma poi man mano che il<br />
marito ha vissuto il suo <strong>di</strong>aconato hanno constatato come questo sia stata una cosa<br />
grande per la famiglia. In fondo il sacramento del matrimonio è stato rinsaldato da<br />
questa nuova effusione dello Spirito Santo e siccome, <strong>di</strong>ce la Scrittura, i due saranno<br />
una sola carne, questo Spirito <strong>di</strong> <strong><strong>di</strong>aconi</strong>a effuso sul marito passa anche sulla Mons. Pietro Sigurani<br />
Parroco della Natività <strong>di</strong> NSGC<br />
moglie. Altro <strong>di</strong>scorso è per i figli e ha senso che ci sia una <strong>di</strong>versità perché i due<br />
sono una sola carne, i figli, pur nascendo da questa comunione d'amore e carnale sono destinati a una<br />
loro vita in<strong>di</strong>pendente.<br />
Io vedo che tutte le mogli dei <strong><strong>di</strong>aconi</strong> vivono la <strong><strong>di</strong>aconi</strong>a del marito con serenità, con gioia, senza strafare.<br />
Un'altra cosa bella che noto, e che mi piace, è che i <strong><strong>di</strong>aconi</strong> non vivono mai il loro <strong>di</strong>aconato come un<br />
qualcosa che li mette sopra agli altri, restano nella loro laicità nonostante il sacramento. Nessuno dei cinque<br />
<strong><strong>di</strong>aconi</strong> si è sentito superiore agli altri.<br />
Questo è il nostro servizio, sentirci uguali con un dono particolare per servire gli altri, "dono per servire<br />
non per primeggiare".<br />
Questo lo posso <strong>di</strong>re, io credo che i <strong><strong>di</strong>aconi</strong> della nostra parrocchia sentano che ci sono grossi spazi per<br />
esercitare il loro ministero, per esercitare il sacramento dell'or<strong>di</strong>ne nel grado che è stato dato loro. Tutto<br />
il presbiterio, non solo il parroco, ha grossa stima per i <strong><strong>di</strong>aconi</strong> e anche una grossa riconoscenza.<br />
Tutto, riba<strong>di</strong>sco, <strong>di</strong>pende dalla visione <strong>di</strong> Chiesa.<br />
Diac. Silvano Ar<strong>di</strong>ti - 7 -
Diaconi cultura<br />
- 8 -<br />
Uno straor<strong>di</strong>nario carteggio tra un cristiano e una non credente<br />
Donzelli E<strong>di</strong>tore ha pubblicato Il loro sguardo buca le nostre ombre (221 pag., 16<br />
euro, prefazione del card. Ravasi), corrispondenza tra Jean Vanier, fondatore<br />
dell'Arca (130 comunità <strong>di</strong> <strong>di</strong>sabili e non, nei cinque continenti) e Julia Kristeva,<br />
semiologa, esponente <strong>di</strong> spicco della corrente strutturalista francese.<br />
Tutto nasce da un incontro a colazione nella sede originaria dell'Arca in Francia,<br />
nel giorno precedente la prima lettera. Kristeva ha un figlio colpito da una malattia<br />
neurologica e ne parla con Vanier.<br />
Nasce un <strong>di</strong>alogo sulla sofferenza, che si allarga, su vari piani, a tutto quello che<br />
avvolge le nostre esistenze. Due gran<strong>di</strong> menti, ma anche due gran<strong>di</strong> cuori che si<br />
confrontano, scandagliando con finezza e analisi<br />
l'epoca moderna. I lettori sono invitati a navigare<br />
LA FORZA ORZA DELLA<br />
VULNERABILITÀ ULNERABILITÀ<br />
in questo mare magnum agitato, quello della vulnerabilità<br />
e delle sue conseguenze, ma pieno <strong>di</strong><br />
epifanie.<br />
Kristeva rimanda al saggio <strong>di</strong> Nancy Eisland The<br />
Disabled God del 1994 e ne parla. E Vanier rico-<br />
nosce in Dio vulnerabile e angosciato sulla croce, l'evento che lui ha incontrato e<br />
che gli ha cambiato la vita, "Dio potente che <strong>di</strong>viene impotente per raggiungerci<br />
nella nostra povertà umana".<br />
Il libro è come un abbraccio <strong>di</strong> due universi <strong>di</strong> pensiero che si incontrano su un sentiero<br />
<strong>di</strong> montagna. Un appello perchè quanti oggi vivono, anche se vulnerabili, non<br />
siano schiacciati dal commercio e dalla rivalità, ma camminino insieme verso una<br />
liberazione del cuore e un nuovo umanesimo, terreno d'incontro tra cristiani e non.<br />
"Sono felice <strong>di</strong> vivere una nuova tappa - scrive nell'ultima lettera Vanier - che mi<br />
porterà fino alla più grande debolezza. Spero che non subirò questa tappa finale,<br />
ma che l'accoglierò con la stessa gioia che provo in questo momento".<br />
<strong>di</strong>ac. Girolamo Furio
Diaconi cultura<br />
o penso che la Chiesa dovrebbe anche oggi aprire una sorta <strong>di</strong> "Cortile dei Gentili" dove gli<br />
"Iuomini possano in una qualche maniera agganciarsi a Dio". Era il Natale 2009 quando<br />
Benedetto XVI ha comunicato questa sua intuizione, proponendo un luogo <strong>di</strong> incontro che ricorda<br />
quello a<strong>di</strong>acente al Tempio <strong>di</strong> Gerusalemme, aperto a tutti coloro, anche pagani, che si rivolgevano<br />
a sacerdoti e scribi per<br />
conoscere meglio la religione<br />
IL CORTILE ORTILE<br />
DEI<br />
GENTILI ENTILI<br />
<strong>di</strong> Israele. Serve infatti uno<br />
spazio <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo, continua il<br />
Papa, "con coloro ai quali Dio<br />
è sconosciuto e tuttavia non<br />
vorrebbero rimanere semplicemente<br />
senza Dio, ma alme-<br />
no avvicinarlo come Sconosciuto". Torna alla mente l'esperienza <strong>di</strong> san Paolo ad Atene, quando<br />
prese le mosse da un'ara con l'iscrizione "Al Dio Ignoto" per proclamare: "Quello che voi adorate<br />
senza conoscere, io ve lo annunzio".<br />
Questo spazio <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo credenti-atei ha il fine <strong>di</strong> rimettere seriamente al centro la domanda su<br />
Dio, che rischia <strong>di</strong> essere ignorata o banalizzata, come avviene in certi salotti televisivi (alla<br />
Piergiorgio O<strong>di</strong>fred<strong>di</strong>, Margherita Hack, Piero Angela, Umberto Veronesi, ecc.), nei quali i credenti<br />
passano per creduloni e gli atei esibiscono con dogmatica certezza il loro non credere. Molti<br />
sono invece quelli che vivono il dramma dell'incredulità e rispondere alle loro domande, che partono<br />
dalla ricerca <strong>di</strong> senso per la vita umana, rafforzerebbe anche le ragioni del credere.<br />
Occorre prendere in considerazione, partendo da Dio, alle tante domande sull'uomo che altrimenti<br />
rimarrebbero senza risposta. Lo <strong>di</strong>ceva in modo assai efficace san Pietro nella sua prima lettera:<br />
"Sempre pronti a rispondere a chiunque vi chieda ragione della speranza che è in voi".<br />
Questo spazio <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo si può pensare articolato su due livelli:<br />
- un primo livello, che riguarda le élite culturali (filosofi, scienziati, intellettuali, teologi), alle<br />
quali si rivolge, con iniziative che hanno un notevole impatto me<strong>di</strong>atico, il Pontificio<br />
Consiglio per la Cultura, il progetto culturale della Cei, ecc.;<br />
- un secondo livello, che riguarda tutti gli uomini <strong>di</strong> buona volontà, affidato all'inventiva<br />
pastorale delle or<strong>di</strong>narie strutture della Chiesa.<br />
In con<strong>di</strong>zione oggettivamente privilegiata per affrontare un confronto sulle ragioni del credere<br />
siamo noi <strong><strong>di</strong>aconi</strong>, per il nostro ministero <strong>di</strong> annuncio e per le <strong>di</strong>namiche sociali nelle quali siamo<br />
immersi. Ma è un compito nient'affatto facile; per svolgerlo validamente ritengo che ci tornerebbe<br />
utile approfon<strong>di</strong>re i temi e le argomentazioni dell'apologetica, sul duplice fronte <strong>di</strong> <strong>di</strong>fendere la<br />
ragionevolezza della fede e <strong>di</strong> confutare la presunta razionalità dell'ateismo. E ho notato che nel<br />
magistero <strong>di</strong> Benedetto XVI si trovano molteplici spunti in tal senso.<br />
Ma in concreto cosa vuol <strong>di</strong>re "spazio <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo"? Si aprono varie possibilità: si può pensare<br />
a uno spazio fisico (una sala riunioni in parrocchia o nel luogo <strong>di</strong> lavoro o in un club, un salotto<br />
aperto ad amici e conoscenti, ecc) oppure uno spazio virtuale (con le tante opportunità <strong>di</strong> incontro<br />
e confronto che la rete offre). L'importante è che il <strong>di</strong>alogo eviti ogni dogmatismo e tentativo<br />
<strong>di</strong> proselitismo e sia improntato al rispetto della persona e alla ricerca della verità. Solo così il<br />
Cortile dei Gentili potrà essere un vero <strong>di</strong>sinteressato servizio all'uomo.<br />
Diac. Giuseppe Colona<br />
- 9 -
Diaconi con<strong>di</strong>visione<br />
- 10 -<br />
Don Andrea Santoro<br />
Abbiamo ricordato con la <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Roma</strong> don Andrea Santoro, presbitero <strong>di</strong> questa chiesa partito nel<br />
2000 per la Turchia come prete fidei donum. Si era recato prima a Urfa vicino a Harran, la città <strong>di</strong><br />
Abramo e poi gli era stata affidata la chiesa <strong>di</strong> Sancta Maria <strong>di</strong> Trabzon dove ha portato avanti la sua<br />
missione, restaurando la chiesa<br />
con il lavoro delle persone del<br />
luogo.<br />
Accoglieva chiunque volesse<br />
visitare la chiesa, incontrava le<br />
persone vicine, tessendo amicizia<br />
con le famiglie mussulmane<br />
che in caso <strong>di</strong> bisogno cercava <strong>di</strong><br />
aiutare, vivendo accanto a tutti<br />
con grande affetto.<br />
“ALL “ALL’<br />
ORA GIUSTA GIUST<br />
NON MI MANCHERÀ LA<br />
RISPOSTA RISPOST GIUSTA” GIUST<br />
Invitava altri a vivere in quella terra dove il cristianesimo ha visto le sue origini per uno scambio <strong>di</strong> conoscenza<br />
e scambio <strong>di</strong> idee e espressioni <strong>di</strong> fede, con un cuore aperto all'oriente e al nostro occidente, per<br />
un aiuto reciproco e in piena amicizia.<br />
Prima della Turchia, più volte aveva guidato dei pellegrinaggi in Terra Santa dove aveva soggiornato per<br />
<strong>di</strong>versi mesi in perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> "deserto" chiesti prima <strong>di</strong> accettare la nomina <strong>di</strong> parroco a <strong>Roma</strong> nella chiesa<br />
<strong>di</strong> Gesù <strong>di</strong> Nazaret a Verderocca e nella chiesa dei Santi Fabiano e Venanzio a Via Terni.<br />
Come vice parroco era rimasto alla parrocchia della Trasfigurazione a Monteverde Nuovo dal 1971 al<br />
1980 e qui abbiamo vissuto una esperienza <strong>di</strong> comunità in quegli anni dopo il Concilio Vaticano II con<br />
tutto il rinnovamento e l'entusiasmo <strong>di</strong> quei tempi che hanno segnato in modo così positivo e profondo<br />
la nostra vita <strong>di</strong> cristiani.<br />
Qui ho collaborato con don Andrea nella catechesi con i bambini per la prima comunione e i loro genitori<br />
e da qui è partito per il suo viaggio in Terra Santa, <strong>di</strong> cui è stato pubblicato il suo <strong>di</strong>ario.<br />
Così ci scriveva: "Ho capito in un momento che non si va nel deserto per cercare Dio in<br />
quel luogo, ma per trovarlo in sé, per scoprirsi luogo <strong>di</strong> Dio, sua <strong>di</strong>mora, suo tempio, suo<br />
corpo e sua anima. Cerco <strong>di</strong> fare tesoro <strong>di</strong> questa lunga esperienza in Palestina. Spero che<br />
sia una solitu<strong>di</strong>ne e un <strong>di</strong>stacco che mi costruisca, che sfrondandomi e potandomi, permetta<br />
al tronco <strong>di</strong> essere ben piantato e ben saldo, in grado, come <strong>di</strong>rebbe il Vangelo, <strong>di</strong> ospitare<br />
poi molti passeri, <strong>di</strong> offrire a tanti un ramo per costruirci il nido. Un villaggio, una città,<br />
una carovana <strong>di</strong> uomini non mancheranno <strong>di</strong> certo. Lo desidero molto e anzi mi è costato<br />
allontanarmene. Sono certo che Dio mi farà capire quale villaggio, quale carovana, quale<br />
pezzo <strong>di</strong> mondo. Ma non me ne preoccupo. All'ora giusta non mi mancherà la risposta giusta."<br />
Ha cercato Dio per tutta la sua vita, ha scelto <strong>di</strong> testimoniare la sua fede in Gesù il Cristo con<br />
la donazione totale come presbitero specialmente accanto ai giovani e nella vicinanza ai più<br />
deboli della nostra società.<br />
Il suo cammino si è fermato quella domenica 5 febbraio 2006 verso le ore 14 mentre pregava<br />
nell'ultimo banco della chiesa <strong>di</strong> S.Maria a Trabzon quando qualcuno gli ha sparato<br />
due colpi <strong>di</strong> pistola colpendolo alle spalle e un proiettile ha trapassato anche le pagine della bibbia in lingua<br />
turca che lui aveva tra le mani. Sapeva il rischio che correva negli ultimi tempi ma è rimasto fedele<br />
fino all'ultimo alla sua missione <strong>di</strong> fratellanza e <strong>di</strong> pace. Dalle sue mani pren<strong>di</strong>amo il testimone <strong>di</strong> una<br />
preghiera e una scelta <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo con i fratelli ebrei e con i musulmani, come possiamo leggere nel suo<br />
"Diario <strong>di</strong> Terra Santa" e nelle "Lettere dalla Turchia".<br />
Maria Concetta Licitra<br />
(Parrocchia della Trasfigurazione a Monteverde)
Diaconi comunità<br />
BILANCIO DELLA COMUNITÀ DEL DIACONATO<br />
- 11 -
Il Credo del popolo <strong>di</strong> Dio (2)<br />
Il testo della Professione <strong>di</strong> Fede che Paolo VI pronunciò il 30 giugno<br />
1968, al termine dell'Anno Anno della fede indetto per il XIX<br />
centenario del martirio degli apostoli Pietro e Paolo a <strong>Roma</strong><br />
Noi dunque cre<strong>di</strong>amo al Padre che genera eternamente il Figlio; al Figlio, Verbo<br />
<strong>di</strong> Dio, che è eternamente generato; allo Spirito Santo, Persona increata che procede<br />
dal Padre e dal Figlio come loro eterno Amore. In tal modo, nelle tre Persone<br />
<strong>di</strong>vine, coaeternae sibi et coaequales , sovrabbondano e si consumano, nella<br />
sovreccellenza e nella gloria proprie dell'Essere increato, la vita e la beatitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong><br />
Dio perfettamente uno; e sempre "deve essere venerata l'Unità nella Trinità e la<br />
Trinità nell'Unità".<br />
Noi cre<strong>di</strong>amo in Nostro Signore Gesù Cristo, Figlio <strong>di</strong> Dio. Egli è il Verbo eterno,<br />
nato dal Padre prima <strong>di</strong> tutti i secoli, e al Padre consustanziale, homoousios to Patri,<br />
e per mezzo <strong>di</strong> Lui tutto è stato fatto. Egli si è incarnato per opera dello Spirito nel<br />
seno della Vergine Maria, e si è fatto uomo: eguale , pertanto al Padre secondo la<br />
<strong>di</strong>vinità, e inferiore al Padre secondo l'umanità, ed Egli stesso uno, non per una qualche<br />
impossibile confusione delle nature, ma per l'unità della persona.<br />
Egli ha <strong>di</strong>morato in mezzo a noi, pieno <strong>di</strong> grazia e <strong>di</strong> verità. Egli ha annunciato e<br />
instaurato il Regno <strong>di</strong> Dio, e in Se ci ha fatto conoscere il Padre. Egli ci ha dato il<br />
suo Comandamento nuovo, <strong>di</strong> amarci gli altri com'Egli ci ha amato. Ci ha insegnato<br />
la via delle Beatitu<strong>di</strong>ni del Vangelo: povertà in spirito, mitezza, dolore sopportato<br />
nella pazienza, sete della giustizia, misericor<strong>di</strong>a, purezza <strong>di</strong> cuore, volontà <strong>di</strong><br />
pace, persecuzione sofferta per la giustizia. Egli ha patito sotto Ponzio Pilato,<br />
Agnello <strong>di</strong> Dio che porta sopra <strong>di</strong> sé i peccati del mondo, ed è morto per noi sulla<br />
Croce, salvandoci col suo Sangue redentore. Egli è stato sepolto e, per suo proprio<br />
potere, è risorto nel terzo giorno, elevandoci con la sua Resurrezione alla partecipazione<br />
della vita <strong>di</strong>vina, che è la vita della grazia. Egli è salito al Cielo, e verrà nuovamente,<br />
nella gloria, per giu<strong>di</strong>care i vivi e i morti, ciascuno secondo i propri meriti;<br />
sicché andranno alla vita eterna coloro che hanno risposto all'Amore e alla<br />
Misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Dio, e andranno nel fuoco inestinguibile coloro che fino all'ultimo<br />
vi hanno opposto il loro rifiuto.<br />
E il suo Regno non avrà fine.