201305161112160.Angelo Licheri.pdf - La Protezione Civile
201305161112160.Angelo Licheri.pdf - La Protezione Civile
201305161112160.Angelo Licheri.pdf - La Protezione Civile
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
VOLONTARIATO SOLIDALE<br />
94<br />
Un aiuto<br />
per Angelo <strong>Licheri</strong><br />
UUna vicenda che scosse terribilmente<br />
l’Italia intera, che ancora rimane<br />
estremamente vivida nella memoria<br />
di tutti, quella del piccolo Alfredo. Mentre<br />
era a passeggio in campagna con il padre<br />
Ferdinando, verso le ore 19 del giorno 10<br />
giugno 1981, il bambino chiese di poter tornare<br />
a casa da solo a casa, che era poco distante.<br />
Durante il ritorno, Alfredo cadde in<br />
un pozzo profondissimo, aperto al lato della<br />
strada, come un trabocchetto, che era stato<br />
coperto con pochi pezzi di legno leggero dal<br />
proprietario di un terreno limitrofo. Una<br />
trappola vera e propria, involontariamente<br />
creata da quell’incuria e approssimazione<br />
che sono spesso all’origine dei più tragici incidenti.<br />
Dopo circa mezz'ora i genitori cominciarono<br />
a cercare il bimbo, ma invano.<br />
Alle 21:30 circa furono allertate le Forze<br />
dell'Ordine. Le ricerche iniziarono subito dopo,<br />
anche con l'ausilio di unità cinofile, ma<br />
solo verso le 24 un poliziotto si accorse dei<br />
flebili lamenti provenienti dall'interno di<br />
Quanti fra noi avrebbero il coraggio di calarsi a testa in giù<br />
in un pozzo largo 30 cm e profondo 80 metri? Sono passati<br />
31 anni da quando, il 12 giugno 1981, Angelo <strong>Licheri</strong>,<br />
tipografo di origine sarda, piccolo grande uomo del peso<br />
di 41 kg, si offrì volontario per questa impresa, nel disperato<br />
tentativo di salvare la vita al piccolo Alfredino Rampi,<br />
caduto in un pozzo artesiano presso Vermicino, vicino<br />
Roma. È giunto il momento perché il destino attraverso la<br />
buona volontà delle persone possa ricompensare Angelo<br />
per questo suo gesto eroico<br />
di Andrea Cionci<br />
quel buco, coperto da un pezzo di lamiera.<br />
In seguito si seppe, infatti, che il proprietario<br />
del pozzo, notando la copertura lignea sfasciata,<br />
aveva coperto il pozzo con il bandone<br />
intorno alle 21, non immaginando che po-<br />
Alfredino<br />
Rampi
Angelo <strong>Licheri</strong> al momento della discesa nel pozzo<br />
Angelo <strong>Licheri</strong> ritorna in superfice<br />
tesse esservi qualcuno dentro. Una prudenza<br />
decisamente tardiva. <strong>La</strong> vicenda di Alfredino<br />
fu seguita, in diretta, dalle telecamere, per le<br />
successive 18 ore, e questa cronaca giornalistica<br />
continua rese il fatto di grandissima<br />
notorietà presso l’opinione pubblica di tutto<br />
il mondo. Angelo <strong>Licheri</strong>, anche lui come<br />
tanti cittadini italiani, era incollato davanti<br />
al teleschermo. Non ce la faceva più a sentire<br />
quel ritornello: “Ecco, siamo quasi vicini al<br />
salvataggio di Alfredino”, mentre quel bambino<br />
non saliva mai. “Vado a prendere le sigarette<br />
qua sotto e torno”, disse a sua moglie,<br />
e invece salì in macchina e si presentò<br />
a Vermicino.<br />
Angelo è forse il padre morale di tutti i nostri<br />
volontari, perché fu proprio in seguito al<br />
tragico epilogo della vicenda di Alfredino<br />
che il Presidente Pertini volle istituire la<br />
<strong>Protezione</strong> civile. Oggi ha 71 anni vive a<br />
Nettuno in una casa vecchia e piena di spifferi,<br />
con l’affitto che deve sostenere grazie<br />
alla pensione minima. È invalido al 100%;<br />
negli ultimi due anni le sue condizioni di salute<br />
sono precipitate. Il diabete gli ha già<br />
portato via una gamba e, per evitare di perdere<br />
l’altra, ha dovuto sottoporsi da poco a<br />
un nuovo intervento di angioplastica. Soffre<br />
di labirintite e ha continui capogiri, per questo<br />
deve uscire sempre accompagnato dalla<br />
moglie. Anche la vista è seriamente compromessa,<br />
vede solo delle ombre e non può più<br />
leggere. Parlando con Angelo <strong>Licheri</strong>, ciò che<br />
più colpisce è la sua umiltà: “Io sono una<br />
persona paurosa, ci crede? Davvero! Quando<br />
una strada di notte è troppo scura, io non mi<br />
avventuro. Eppure quel giorno di tanti anni<br />
fa, sentii una forza dentro di me che mi spingeva<br />
ad andare. Temevo di essere licenziato<br />
non presentandomi al lavoro, così come temevo<br />
l’eventuale derisione della gente se<br />
avessi fallito. Tuttavia, la mia disponibilità fu<br />
accettata: mi legarono come un salame e mi<br />
calarono in quel pozzo, che all’imboccatura<br />
era largo 40 cm, e che si stringeva sempre di<br />
più. Quando arrivai in fondo, trovai Alfredo<br />
<strong>La</strong> <strong>Protezione</strong> civile ITALIANA marzo 2013 - 3<br />
95
VOLONTARIATO SOLIDALE<br />
96<br />
Angelo <strong>Licheri</strong> oggi<br />
rannicchiato, con le ginocchia contro il petto.<br />
Io ero strizzato in un buco di 28 cm. Ero riuscito<br />
a toccarlo, a tirargli su le braccine che<br />
erano ripiegate sotto le ginocchia e dietro la<br />
schiena. Gli raccontavo delle favole, gli promettevo<br />
di portarlo al mare con me in<br />
Sardegna, mentre con le mani gli pulivo gli<br />
occhietti e la bocca dal fango. Lui era fisicamente<br />
inerte, rantolava, ma sapevo che mi<br />
ascoltava. Le sue gambe erano purtroppo<br />
piegate in modo da impedire di tirarlo su.<br />
Vi prego, non chiamatemi “eroe”,<br />
non mi sento così, ho fatto solo un<br />
gesto di umanità. E poi non sono<br />
neanche riuscito a salvarlo quel povero<br />
bambino“. Per non dimenticare<br />
il suo gesto, per consentirgli di continuare<br />
le cure e sostenere una vita<br />
dignitosa, il Centro Alfredo Rampi<br />
Onlus, fondato 30 anni fa per volontà<br />
della signora Franca Rampi,<br />
mamma di Alfredo, ha recentemente<br />
organizzato una raccolta fondi<br />
(www.centrorampi.it, sezione ‘Sostienici’).<br />
Un anno fa anche l’Associazione<br />
Nazionale Vigili del Fuoco<br />
aveva versato direttamente dalle<br />
proprie casse un contributo per<br />
Angelo.<br />
Tuttavia, quanto dureranno questi<br />
fondi raccolti grazie alla generosità<br />
dei comuni cittadini? <strong>Licheri</strong>,<br />
che pure è stato nominato Cavaliere<br />
al Merito della Repubblica,<br />
non riceve nessun aiuto dallo<br />
Stato, e lui, per nessun motivo al<br />
mondo, lo chiederebbe. <strong>La</strong> legge<br />
Bacchelli non può aiutarlo, perché<br />
a quanto pare, essa è riservata a<br />
personaggi dello spettacolo. (Non a<br />
caso, recentemente, il cantautore<br />
Franco Califano ha deciso di chiederla<br />
per sé, suscitando diverse polemiche).<br />
<strong>La</strong> connaturata modestia<br />
di Angelo <strong>Licheri</strong> fa sì che dalle sue<br />
parole non si possa percepire esattamente<br />
l’eroicità della sua impresa. <strong>La</strong> signora<br />
Rampi spiega obiettivamente le enormi<br />
difficoltà incontrate da quest’uomo nel<br />
suo tentativo: “Per poter imbracare Alfredino,<br />
Angelo <strong>Licheri</strong> si fece tirare ripetutamente<br />
su è giù dalle corde ferendosi tutta la<br />
gamba, continuamente sfregata sulla parete<br />
di roccia del pozzo, tanto da rimanere scorticata<br />
fino all’osso. Angelo <strong>Licheri</strong> ha fatto il<br />
massimo, al di sopra di ogni soglia di sopportazione<br />
umana del dolore, ha rischiato la vi-
<strong>La</strong> disperazione di Franca Rampi,<br />
mamma del piccolo Alfredo<br />
ta, è stata l’unica persona che è riuscita a<br />
toccarlo; è riuscito perfino a imbracarlo, ma<br />
non a portarlo in superficie perché le gambe<br />
di Alfredino erano piegate contro la parete,<br />
sollevate verso il bacino. Quando uscì, Angelo<br />
era senza fiato. Non appena arrivai da lui, lo<br />
vidi così sfinito che non ebbi il coraggio di<br />
chiedergli nulla. Gli dissi solo: “Stai buono,<br />
stai tranquillo”. Desideravo con tutta me<br />
stessa sapere da lui cosa era successo, ma<br />
provavo per lui una pena incredibile. Mesi dopo<br />
lo incontrai, mi raccontò che, forse Alfredo<br />
si sarebbe potuto salvare, scavando con un<br />
semplice attrezzo la parete del pozzo in modo<br />
che le gambe avessero avuto spazio sufficiente<br />
per scendere e permettere ai soccorritori<br />
di tirarlo in superficie. Dopo tre giorni di<br />
agonia, mi dissero che non c’era più nulla da<br />
fare, ci dissero che era morto".<br />
Il dolore di Franca Rampi è presto diventato<br />
dignità, per poi trasformarsi in coraggio e<br />
<strong>La</strong> signora Rampi<br />
impegno. Il centro Rampi è stato per lei una<br />
nuova ragione di vita, che le ha donato la<br />
forza di andare avanti, affinché non si ripetano<br />
più tragedie del genere e si possano<br />
salvare altre vite. “Dal 1981, nel nostro centro<br />
- spiega il vice presidente dell'associazione,<br />
Daniele Biondo - circa 240.000 bambini e<br />
97
VOLONTARIATO SOLIDALE<br />
98<br />
ragazzi partecipano a incontri con i professionisti<br />
della sicurezza, come Vigili del fuoco,<br />
volontari della <strong>Protezione</strong> civile, speleologi e<br />
poliziotti. L'obiettivo è quello di creare un villaggio<br />
della sicurezza dove simulare situazioni<br />
pericolose". (Il Centro Rampi, nel 2011, è<br />
stato premiato con la Medaglia d’oro dal<br />
Presidente Napolitano per la sua attività).<br />
Le operazioni che, all’epoca, furono messe in<br />
pratica per Alfredo Rampi evidenziarono tutta<br />
l’inadeguatezza del sistema di soccorso di allora.<br />
Furono compiuti, involontariamente, errori<br />
madornali; fu scavato un secondo pozzo parallelo<br />
senza prima controllare la geomorfologia<br />
del terreno. Il secondo pozzo causò delle infiltrazioni<br />
d’acqua che fecero scivolare il bimbo<br />
ancora più giù. Altro grave errore fu quello di<br />
calare una tavoletta alla quale si sarebbe dovuto<br />
aggrappare il bambino. <strong>La</strong> tavola si incastrò<br />
a metà strada, complicando ancor più le ope-<br />
razioni. Per rimuoverla, prima di Angelo, un altro<br />
volontario di piccola corporatura si era offerto:<br />
Isidoro Mirabella, un piccolo muratore<br />
siciliano che fu battezzato, da allora, l’’Uomo<br />
ragno’. Mirabella, una volta dentro al pozzo,<br />
cominciò ad avere dei problemi, secondo alcuni<br />
causati dalla difficoltà di respirare, secondo<br />
altri, dagli impacci provocati dal cavo del microfono<br />
che i tecnici Rai avevano calato nel<br />
pozzo. Fatto sta che gli fu impedito di proseguire.<br />
Isidoro è morto un anno fa, dimenticato<br />
da tutti e nella totale indigenza. Per evitare che<br />
anche Angelo <strong>Licheri</strong> venga dimenticato, la nostra<br />
rivista vuole offrire a tutti i lettori la possibilità<br />
di fare una donazione a favore di questa<br />
persona umile e coraggiosa, e vuole sollecitare<br />
il mondo politico a disporre per lui una<br />
forma di sussidio. Sarebbe un coerente riconoscimento<br />
per un cittadino realmente meritevole,<br />
un esempio per tutti i volontari italiani. ■<br />
Raccolta fondi<br />
Potete effettuare una donazione libera, mediante bonifico bancario, sul seguente<br />
conto corrente: c/cn. 103417 Banca Popolare Etica intestato a Centro<br />
Alfredo Rampi Onlus<br />
IBAN IT83 G050 1803 2000 0000 0103 417<br />
CAUSALE: ‘Donazione raccolta fondi Angelo <strong>Licheri</strong>’.<br />
E’ possibile copiare e incollare l’IBAN dal sito www.centrorampi.it, alla pagina<br />
‘Sostienici’.<br />
Le persone fisiche possono detrarre dall’imposta lorda il 19% della cifra erogata<br />
liberalmente fino ad un massimo di 2.065,83 euro (art. 15-bis del D.p.r.<br />
917/86 T.U.I.R.). In alternativa, tali erogazioni si possono dedurre dal proprio<br />
reddito per un importo non superiore al 10% del reddito complessivo dichiarato.<br />
Le imprese possono dedurre un importo non superiore a 2.065,83 euro, oppure<br />
non superiore al 2% del reddito d’impresa dichiarato (ART. n. 100 comma<br />
n. 2 del Dpr n. 917/86 TUIR). In alternativa, le imprese possono dedurre dal<br />
proprio reddito un importo non superiore al 10% del reddito complessivo dichiarato<br />
(art. n. 14 comma 1 del Decreto legge n. 35/05 convertito in legge n. 80<br />
del 14/05/2005).