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Numero di Gennaio 2011 - Residenza Santa Margherita

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Boccolo<br />

N. 1 novembre - gennaio <strong>2011</strong><br />

Anno nuovo: felicità!<br />

In questo numero:<br />

Progetto scuola: incontri gioiosi con i bambini della classe V della<br />

Scuola Primaria <strong>di</strong> Villanova<br />

Progetto “Terapia con le bambole” in struttura<br />

Ringraziamento ai tanti volontari Festa del Panevìn<br />

Poesie degli ospiti Festa <strong>di</strong> Natale in struttura<br />

Foglio informativo della <strong>Residenza</strong> <strong>Santa</strong> <strong>Margherita</strong> <strong>di</strong> Villanova <strong>di</strong> Fossalta <strong>di</strong> Portogruaro, Piazza Ita Marzotto, 20<br />

Tel. 0421700088 - Fax. 0421700089 - http://www.e-santamargherita.it - e-mail:info@e-santamargherita.it<br />

A cura della Redazione del Boccolo il boccolo@e-santamargherita.it


In questo numero:<br />

2<br />

Sommario<br />

Per la rubrica “La vita con noi”:<br />

Progetto scuola: incontri gioiosi p. 3-6<br />

Ringraziamento ai volontari p. 7<br />

Festa <strong>di</strong> Natale in struttura p. 8<br />

Per la rubrica “Le nostre opinioni”<br />

Montecassino 1944 p. 9<br />

Per la rubrica “Poesie”<br />

Poesie degli ospiti p. 10<br />

Per la rubrica “Le nostre tra<strong>di</strong>zioni”<br />

Festa del Panevìn p. 11<br />

Buongiorno Siora Maschera p. 12<br />

Per la rubrica “Gustando il caffè”:<br />

Comunicazioni p. 13<br />

Sperimentazione della “Terapia<br />

con la bambola” p. 14<br />

Per la rubrica “Appuntamenti”: p. 15<br />

LA REDAZIONE:<br />

Ama<strong>di</strong>o Mario<br />

Biason Antonietta<br />

Bronzin Pietro<br />

Camatta Edda<br />

Cedrelli Fernanda<br />

Corbetta Irma<br />

Filippi Maria<br />

Florean Maria<br />

Guernieri Bruna<br />

Levis Narcisa<br />

Milan Marcella<br />

Montagner Regina<br />

Moulin Wilma<br />

Paternieri Luigi<br />

Peri Annarita<br />

Rampazzo Wanda<br />

Rigo Flora<br />

Sandron Marcella<br />

Scrizzi Luisa<br />

Toffelor<strong>di</strong> Clara<br />

Vettori Narcisa<br />

CAPO REDATTORI:<br />

Stefania Colla<br />

Roberta Vidus Rosin<br />

IN COLLABORAZINE CON:<br />

Il Direttore Bertrand Barut


La vita con noi<br />

Progetto scuola: incontri gioiosi<br />

Le giornate <strong>di</strong> venerdì 19 e il 26 novembre sono state speciali, poichè le abbiamo trascorse<br />

in compagnia della classe quinta della Scuola Primaria <strong>di</strong> Villanova.<br />

I bambini, accompagnati in struttura dalle loro maestre, hanno partecipato con entusiasmo ad<br />

un progetto da noi proposto, allo scopo <strong>di</strong> instaurare in modo <strong>di</strong>vertente uno scambio comunicativo<br />

e relazionale tra anziani e i giovani, attraverso la presentazione della storia verosimile <strong>di</strong><br />

Ilio, un bambino vissuto nel lontano 1910. Abbiamo scritto tale racconto traendo come spunto<br />

le esperienze <strong>di</strong> vita da noi narrate durante la redazione del Boccolo.<br />

Con la voce <strong>di</strong> Ilio abbiamo presentato un mondo conta<strong>di</strong>no fatto <strong>di</strong> famiglia numerosa,<br />

affettività, doveri che lo responsabilizzano fin da piccolo.<br />

Riportiamo <strong>di</strong> seguito la storia <strong>di</strong> Ilio, narrata ai bambini, in cui molti <strong>di</strong> noi riconoscono<br />

aspetti della propria infanzia:<br />

Ilio è un bambino nato nel 1930 in un paese della campagna veneta, i suoi genitori sono<br />

dei braccianti agricoli.<br />

Abita in una casa detta colonica, cioè un’abitazione molto grande con <strong>di</strong> fronte un’aia,<br />

ovvero una vasta zona dove i conta<strong>di</strong>ni fanno i pagliai <strong>di</strong> fieno, trebbiano il grano, fanno<br />

le merende e le feste, e dove i bambini giocano.<br />

A lato della casa c’è una stalla con sopra a questa costruito un fienile.<br />

Il proprietario della casa è un ricco signore che possiede tanti campi, che il papà <strong>di</strong> Ilio lavora<br />

con l’aiuto dell’intera famiglia, comprese le donne e i bambini.<br />

Il vero nome <strong>di</strong> Ilio è Terzilio, perché i suoi genitori, avendo tanti figli, decisero che era più<br />

semplice chiamare ciascuno con l’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> nascita.<br />

E così sono arrivati Primo, Seconda, Terzilio, Quarto, Quintilia, Sestilio… tanto che l’ultimo<br />

nato lo chiamarono Ultimo!<br />

Con i suoi tanti fratelli Ilio non si sente mai solo, gli piace aprire gli occhi al mattino svegliato<br />

da Sestilio che gli saltella allegramente nel letto.<br />

Ilio e altri bambini della borgata fanno tanti giochi <strong>di</strong> fantasia. Nell’aia e sulla strada, prima<br />

<strong>di</strong> iniziare il gioco, fanno la “conta”, che serve per scegliere il bambino che deve iniziare. Una<br />

conta è:<br />

“Piova piova vien<br />

Che te voio tanto ben<br />

Che te voio tanto mal<br />

Piova vien sul canal”<br />

Ciascun bambino freme per iniziare per primo, soprattutto nel gioco del cibè, in cui con un<br />

bastone si colpisce la punta <strong>di</strong> un pezzo <strong>di</strong> legno, posto sopra ad un sasso, in modo da farlo<br />

volare più lontano possibile.<br />

Vince chi lancia il legno più lontano.<br />

Con molta inventiva e materiale da recupero, gli amici costruiscono fionde, principalmente<br />

per cacciare gli uccelli: basta trovare un ramo forcuto, due elastici ricavati dalle camere<br />

d’aria delle ruote delle biciclette, un pezzetto <strong>di</strong> pelle ricavato da scarpe abbandonate.<br />

3


4<br />

La vita con noi<br />

Ogni bambino possiede un cerchio, costituito da un cerchione <strong>di</strong> bicicletta. Il cerchio viene<br />

mosso attraverso un’asta <strong>di</strong> metallo e la bravura dei bambini consiste nel saper guidare bene<br />

il cerchio, anche ad una certa velocità.<br />

Altro passatempo per Ilio sono gli zufoli, ovvero dei pezzi <strong>di</strong> canna svuotati e dotati <strong>di</strong> fori<br />

che, chiusi o aperti con le <strong>di</strong>ta, emettono suoni <strong>di</strong> varie tonalità.<br />

Non potendo permettersi un vero pallone, <strong>di</strong> fatto i bambini costruiscono dei palloni pressando<br />

carta <strong>di</strong> giornali o vecchi stracci, fino a farne assumere la forma <strong>di</strong> una sfera. Per fare<br />

mantenere questa forma ed evitare che la carta ceda, avvolgono dello spago attorno, come<br />

fosse un gomitolo.<br />

Rami o piccoli cumuli <strong>di</strong> pietra fungono da pali delle porte.<br />

I bambini più gran<strong>di</strong> hanno il dovere <strong>di</strong> badare ai più piccoli, perché i giochi spesso sono<br />

pericolosi, come quando Quintilia, la sorella minore <strong>di</strong> Ilio, durante il gioco del cibè perse la<br />

vista ad un occhio, dopo essere stata colpita dal legno fatto volare a gran velocità!<br />

Il papà <strong>di</strong> Ilio costruisce i giochi per i suoi figli durante le sere in cui fa freddo, seduto su una<br />

panca dentro alla stalla, assieme a tutta la famiglia, contenti del bel caldo prodotto dal fiato<br />

delle mucche.<br />

La mamma, con gli avanzi delle stoffe, prepara bellissime bambole <strong>di</strong> pezza dalla folta chioma<br />

<strong>di</strong> capelli realizzati con il filo <strong>di</strong> lana.<br />

Durante l’inverno la stalla <strong>di</strong>venta un vero posto <strong>di</strong> ritrovo: dopo cena Ilio e la sua famiglia<br />

vi si trasferiscono, gli uomini fanno cesti con i vimini, le donne rammendano, oppure si gioca<br />

a carte.<br />

Spesso lo zio racconta storie meravigliose ambientate tra i boschi popolati da esseri fantastici,<br />

ma anche racconti paurosi che terrorizzano i bambini, impressionati dai fratelli più gran<strong>di</strong><br />

che creano ombre mostruose con la scarsa luce riflessa dalla lampada a petrolio!<br />

Per la paura, i bambini si attaccano alle gambe dei genitori mentre ritornano in casa per<br />

andare a dormire, per fortuna i letti sono ampi e accolgono anche tre-quattro bambini, che si<br />

scaldano stando vicini, soprattutto durante il periodo della merla, a fine gennaio, quando la<br />

temperatura si abbassa così tanto che l’acqua dei canali <strong>di</strong>venta ghiaccio.<br />

Il nonno <strong>di</strong> Ilio ha raccontato ai nipoti una leggenda, secondo la quale i merli in origine erano<br />

bianchi.<br />

Per ripararsi dal gran freddo, una merla e i suoi pulcini si rifugiarono dentro un comignolo,<br />

dal quale uscirono il primo <strong>di</strong> febbraio, tutti neri a causa del fumo prodotto dal fuoco.<br />

Da quel giorno tutti i merli furono neri.<br />

Prima <strong>di</strong> addormentarsi Ilio pensa sempre alla merla, felice <strong>di</strong> saperla al caldo assieme ai<br />

suoi cuccioli all’interno del caminetto, un pò come lui e i suoi fratelli, che nel loro lettone<br />

stanno tutti rannicchiati, sprofondati nei cuscini riempiti <strong>di</strong> soffice piuma d’oca!<br />

La casa <strong>di</strong> Ilio quin<strong>di</strong> è senza riscaldamento, senza luce elettrica e senza acqua corrente!<br />

Però, una stanza in cui fa sempre un bel caldo c’è: la cucina, in cui si trova una bella stufa a<br />

legna e un caminetto con all’interno appeso il paiolo, cioè un contenitore <strong>di</strong> rame usato tutti i<br />

giorni per cuocere la polenta, le verdure e la pasta.<br />

Per alimentare il camino i ragazzi hanno il compito <strong>di</strong> andare a cercare la legna: fascine trovate<br />

per strada, oppure recupero <strong>di</strong> cespugli lungo i fossi.


La vita con noi<br />

A casa <strong>di</strong> Ilio c’è sempre farina in gran quantità, ingre<strong>di</strong>ente fondamentale per fare anche il<br />

pane. La mamma impasta il pane ogni quin<strong>di</strong>ci giorni e lo porta a cuocere <strong>di</strong> notte dal fornaio.<br />

Ilio l’accompagna sempre, gli piace molto sentire il profumo del pane cotto.<br />

La farina si ricava dal grano, che il papà <strong>di</strong> Ilio coltiva nei campi. Prepara la terra per la<br />

semina del grano a settembre, conducendo l’aratro con le mani, trainato a sua volta da una<br />

coppia <strong>di</strong> buoi.<br />

Anche Ilio partecipa alla semina del grano, spargendo i granelli sulla terra arata.<br />

Quando a giugno il grano <strong>di</strong>venta maturo per la raccolta, il papà <strong>di</strong> Ilio effettua la mietitura<br />

manualmente, utilizzando la falce: è un lavoro molto faticoso!<br />

Durante le sere d’estate, seduti sull’aia, i bambini aiutano a sgranare il granoturco e si <strong>di</strong>vertono<br />

a sprofondare nella montagna <strong>di</strong> chicchi.<br />

Il grano viene poi portato al mulino, dove Ilio e suo fratello maggiore rimangono in coda con<br />

i sacchi <strong>di</strong> grano ad attendere il proprio turno.<br />

Ilio svolge tanti lavori <strong>di</strong> aiuto alla sua famiglia, è un dovere dal quale nessun fratello può<br />

esimersi! A sei anni compiuti il compito è <strong>di</strong> sorvegliare i fratelli più piccoli e <strong>di</strong> portare al<br />

pascolo le oche e i tacchini, facendo attenzione che non becchino l’uva matura, sospesa tra i<br />

filari.<br />

Durante la bella stagione, ad Ilio piace particolarmente il lunedì, giornata in cui nel pomeriggio<br />

accompagna sua madre al lavatoio pubblico per fare il bucato.<br />

Raggiungono a pie<strong>di</strong> due gran<strong>di</strong> vasche <strong>di</strong> cemento poste vicino alla piazza, colme d’ acqua<br />

freschissima proveniente da una pompa. Ilio aiuta la mamma trasportando i panni in una<br />

carriola.<br />

Gli piace trascorrere il pomeriggio assieme alla mamma e alle altre donne del paese che, nonostante<br />

la fatica <strong>di</strong> rimanere con la schiena curva a lavare, chiacchierano allegramente delle<br />

loro famiglie e <strong>di</strong> quanto accaduto in paese nell’ultima settimana.<br />

Le donne sono sempre gentili con lui e gli regalano delle caramelle quando trasporta il loro<br />

bucato con la sua carriola.<br />

Il periodo più bello per Ilio rimane l’inizio della scuola.<br />

La scuola inizia ad ottobre, subito dopo la festa dell’uva, una festa molto importante per la<br />

famiglia <strong>di</strong> Ilio, dove i bambini si <strong>di</strong>vertono a pestare gli acini con i pie<strong>di</strong> nu<strong>di</strong>, contribuendo<br />

alla produzione del vino!<br />

Poichè la scuola <strong>di</strong>sta circa sei chilometri da casa, Ilio ha a propria <strong>di</strong>sposizione una delle<br />

biciclette <strong>di</strong> famiglia, solitamente sempre impegnate per gli adulti.<br />

Parte al mattino portando in spalla la sua cartella <strong>di</strong> cartone carica <strong>di</strong> un quaderno, un sussi<strong>di</strong>ario<br />

e un astuccio <strong>di</strong> legno, materiale che custo<strong>di</strong>sce gelosamente e tratta con cura.<br />

Gli piace scrivere con il pennino, che ha imparato ad intingere nel modo giusto nel calamaio,<br />

cioè ponendo attenzione a che non goccioli troppo inchiostro.<br />

Andare a scuola <strong>di</strong>venta una vera fatica durante l’inverno, quando a causa del freddo a Ilio<br />

vengono i geloni ai pie<strong>di</strong> e alle mani.<br />

In classe c’è una stufa e ogni bambino porta a turno un legno per riscaldare l’ambiente.<br />

La mamma, prima che Ilio parta con la bicicletta ogni mattina, gli dà dei sassolini precedentemente<br />

scaldati nella cenere calda del caminetto, avvolti in un pezzo <strong>di</strong> carta: in questo modo<br />

5


6<br />

La vita con noi<br />

Ilio ha qualcosa <strong>di</strong> caldo da tenere in tasca per scaldarsi le mani, ed è un vero piacere!<br />

Meno piacere fanno le punizioni della maestra per le marachelle combinate o per i quaderni<br />

<strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nati, macchiati <strong>di</strong> inchiostro, fogli con le orecchie. La cosa che Ilio teme <strong>di</strong> più è <strong>di</strong> restare<br />

in pie<strong>di</strong> <strong>di</strong>etro la lavagna per un’ora intera, oppure le bacchettate alle mani…per questo<br />

sta ben attento a non essere ripreso!<br />

Sicuramente il mondo <strong>di</strong> Ilio era faticoso per un bambino, ma per alcuni aspetti molto<br />

bello: per la tanta fantasia nei giochi, per il senso <strong>di</strong> solidarietà e <strong>di</strong> allegria <strong>di</strong> vivere in famiglie<br />

numerose assieme a tanti fratelli, per il piacere <strong>di</strong> entusiasmarsi <strong>di</strong> fronte alle piccole<br />

cose.<br />

Forse non esiste un tempo <strong>di</strong> migliore tra il tempo passato e quello attuale, vi auguriamo solo<br />

<strong>di</strong> apprezzare tutto ciò che ora avete, facendo tesoro della capacità <strong>di</strong> Ilio <strong>di</strong> amare la sua vita,<br />

nonostante i sacrifici quoti<strong>di</strong>ani che doveva affrontare!<br />

Doveroso il ringraziamento alla signora Moulin Wilma, che ha letto il racconto ai bambini<br />

in modo perfetto, mentre Stefania proiettava le fotografie d’epoca mostrate ai bambini<br />

per attirare maggiormente la loro attenzione attraverso la visione <strong>di</strong> immagini.<br />

E’ stato coinvolgente il <strong>di</strong>battito che si è instaurato tra anziani e bambini, attraverso le curiose<br />

domande <strong>di</strong> quest’ultimi.<br />

Abbiamo notato la loro sorpresa nel sentire parlare <strong>di</strong> Pippo, da loro conosciuto come il fidato<br />

compagno <strong>di</strong> Topolino, mentre da noi descritto come il terribile bombar<strong>di</strong>ere nemico che durante<br />

la guerra ha con<strong>di</strong>zionato <strong>di</strong> terrore le nostre notti e giornate.<br />

Abbiamo parlato <strong>di</strong> famiglia, matrimoni, doveri, scuola, punizioni..<br />

Ci ha fatto sorridere la contrapposizione tra le punizioni date dalle nostre maestre (stare <strong>di</strong>etro<br />

la lavagna, bacchettate alle mani, in ginocchio sopra ai sassi) e quelle dei giorni d’oggi,<br />

espresse da un bambino in modo deciso: richiamo della maestra, ammonimento <strong>di</strong> nota, nota,<br />

richiamo del <strong>di</strong>rigente!<br />

Beh, vien da pensare.. per fortuna che il tempo porta buon consiglio!<br />

I bambini sono venuti a trovarci una seconda volta, per trascorrere una mattinata de<strong>di</strong>cata alla<br />

realizzazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>segni, in cui piccoli gruppi <strong>di</strong> alunni e anziani hanno affrontato temi specifici:<br />

il lavoro, il lavoro delle donne, l’abitazione, la scuola, il tempo libero, il gioco, la terza<br />

età.<br />

I bambini hanno fatto tesoro <strong>di</strong> quanto <strong>di</strong>scusso la volta precedente, <strong>di</strong>mostrando molta attenzione<br />

ai dettagli, portando a compimento dei <strong>di</strong>segni originali, e decisamente simpatici.<br />

Le opere eseguite serviranno per abbellire il parco della <strong>Residenza</strong>, questa primavera infatti<br />

verrà realizzato lungo la passeggiata un percorso “Di Immagini” proprio grazie al lavoro svolto<br />

dalla classe V.<br />

Sarà un’occasione per incontrare <strong>di</strong> nuovo i nostri amici, che ci hanno regalato momenti <strong>di</strong><br />

lieta spensieratezza.<br />

Un ringraziamento sentito quin<strong>di</strong> alla classe V della Scuola Primaria <strong>di</strong> Villanova e alle maestre<br />

Analina Villotta, Bernar<strong>di</strong>na Lena e Laura Pessa (quest’ultima venuta come volontaria)!<br />

Gli ospiti della redazione


La vita con noi<br />

Ringraziamento ai volontari<br />

C oncluso il 2010, è doveroso per noi RINGRAZIARE tutti i cori, musicisti, artisti e persone<br />

che durante l’anno hanno prestato presso la struttura opere <strong>di</strong> volontariato sia stando<br />

con gli ospiti che animando le varie occasioni <strong>di</strong> festa.<br />

Essi sono:<br />

Le signore del paese <strong>di</strong> Villanova e <strong>di</strong>ntorni che fanno volontariato per gli ospiti in termini <strong>di</strong><br />

compagnia, recita del Rosario e presenza durante la celebrazione della <strong>Santa</strong> Messa: Antonietta,<br />

Carolina, Clara, Ivanka, Luisa, Palmira, Regina, Sara.<br />

Associazione Banca del Tempo, presieduta dal sig. Giancarlo Vincenti<br />

Associazione Don Marcello Labor <strong>di</strong> Fossalta <strong>di</strong> Portogruaro, per il trasporto degli ospiti delle<br />

nostre gite. Ringraziamo le operatrici del settore pulizie della <strong>Residenza</strong> che sono venute volontariamente<br />

alle gite organizzate per gli ospiti, offrendo il loro aiuto ma soprattutto la loro<br />

compagnia. Grazie quin<strong>di</strong> a Laura, Alessandra, Sara, Alice!<br />

Bambini delle elementari <strong>di</strong> Villanova e loro maestre.<br />

Associazione pensionati del Comune <strong>di</strong> Lugugnana<br />

Coro parrocchiale <strong>di</strong> Villanova <strong>di</strong>retto dal maestro Michele Bravin<br />

Coro Le Castellane <strong>di</strong>retto dal maestro Terzo Buoso<br />

Coro folkloristico <strong>di</strong> Fossalta <strong>di</strong> Portogruaro <strong>di</strong>retto dalla Maestra Fabia Geremia<br />

Coro Folkloristico <strong>di</strong> Concor<strong>di</strong>a Sagittaria <strong>di</strong>retto dal maestro Renato Vendrame<br />

Coro delle Ron<strong>di</strong>nelle dell’Abbazia <strong>di</strong> Summaga <strong>di</strong>retto dalla maestre Maristella Piccolo e<br />

Nicoletta Zamperlan<br />

Coro Ploe <strong>di</strong> Rosis <strong>di</strong>retto dalla maestra Nada Minuzzi<br />

Coro San Giorgio <strong>di</strong>retto dal maestro Fabrizio Della Bianca<br />

Coro San Leopoldo <strong>di</strong>retto dalla maestra Clau<strong>di</strong>a Toneguzzo<br />

Gruppo oratorio Don Bosco <strong>di</strong> Villanova con le suore e animatori<br />

Gruppo musicale Los Bafos <strong>di</strong> Fossalta <strong>di</strong> Portogruaro<br />

Gruppo musicale formato da Mario e Valerio<br />

Gruppo teatrale <strong>di</strong> Genitori provenienti dal Comune <strong>di</strong> Cordenons<br />

Orchestra Sprizzorchestra<br />

Sig. Giuseppe Rossit, fisarmonicista<br />

Sig. O<strong>di</strong>llio Miot, musicista e cantante<br />

Sig.ra Roberta Nosella, cantante e pianista<br />

Sig. Carmelo Lagna e sig.ra Gianna Paludetto, volontari e sig.re Elisa Anese Emma Zamburlini,<br />

volontarie relatrici nella formazione rivolta ai familiari sulla figura dell’Amministratore<br />

<strong>di</strong> Sostegno.<br />

Il sig. Gianni Toffelor<strong>di</strong> e Tiziana Toffelor<strong>di</strong>, relatori in lezioni geografico-cilturali<br />

Toni e Cristina Bizio, nipoti <strong>di</strong> Sinforosa, le quali nel ricordo della zia continuano a partecipare<br />

alla realizzazione del nostro mercatino attraverso la donazione dei loro lavori fatti a mano.<br />

Grazie a tutti dalla Direzione<br />

7


8<br />

La vita con noi<br />

Festa <strong>di</strong> Natale in Struttura<br />

La Festa <strong>di</strong> Natale dell’ormai trascorso anno si è rivelata, come consuetu<strong>di</strong>ne, un vero<br />

momento <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione tra ospiti, familiari e operatori.<br />

Iniziamo con i dovuti ringraziamenti a tutti coloro, operatori assistenziali e addetti alle pulizie,<br />

cuoche, cameriere che in modo solerte si sono adoperati ponendo particolare attenzione<br />

ai minimi particolari, contribuendo a dare calore al clima natalizio.<br />

Un ringraziamento per l’impegno profuso all’operatore Carmelo, al capo sala Alessandro,<br />

alla cameriera Manuela che hanno partecipato alle prove per la realizzazione della Comme<strong>di</strong>a<br />

intitolata “Una improbabile famiglia <strong>di</strong> cent’anni fa”, in cui hanno recitato anche le ospiti<br />

signore Annarita Peri, Edda Camatta e Marcella Sandron.<br />

La comme<strong>di</strong>a ha avuto un grande successo, grazie alla spontaneità e bravura degli attori.<br />

Bravissime sono state Marcella e Annarita che, come al solito, al momento della prima,<br />

ricordano tutte le battute senza fare una piega, anzi... inventano pure!<br />

Bravissima anche Edda che ha affrontato “l’ansia da prestazione”<br />

<strong>di</strong>ventando un narratore molto professionale.<br />

Alessandro è entrato nella parte del maestro in modo<br />

spontaneo come Roberta, che ha interpretato al meglio il<br />

ruolo della ragazza “svampitella”.<br />

Gran<strong>di</strong> risate ci ha regalato la coppia Manuela - Carmelo,<br />

una veneta e un siciliano sposi, che hanno messo in scena<br />

con bravura le peculiarità che contrad<strong>di</strong>stinguono le due<br />

regioni: il lavoro per i<br />

Maria non accetta gli insuccessi della<br />

Beppa...<br />

“schei”, il brontolare<br />

della prima e la bonarietà<br />

e teatralità del<br />

secondo.<br />

Insomma, la sala ha partecipato con tante risate, premiando<br />

così un mese <strong>di</strong> lavoro per le prove!<br />

Considerato anche il gra<strong>di</strong>mento riscosso la scorsa primavera,<br />

quando il gruppo teatro “<strong>Santa</strong> <strong>Margherita</strong>”<br />

ha debuttato <strong>di</strong> fronte agli ospiti della struttura per anziani<br />

Francescon, tra qualche mese, con l’arrivo delle belle<br />

La suocera e la cognata assistono agli<br />

sfoghi <strong>di</strong> Maria...<br />

giornate, partiremo nuovamente “in tour” per ripetere la nuova rappresentazione e con<strong>di</strong>videre<br />

un pomeriggio con gli amici <strong>di</strong> Portogruaro.<br />

Alla prossima allora e... Grazie a tutti!


Le nostre opinioni<br />

Montecassino 1944<br />

Nel mese <strong>di</strong> gennaio la signora Tiziana Toffelor<strong>di</strong> ci ha presentato una lezione sulla incre<strong>di</strong>bile<br />

vicenda della battaglia <strong>di</strong> Montecassino del 1944, che molti <strong>di</strong> noi credevano<br />

accaduta dopo l’ iniziativa <strong>di</strong> un attacco tedesco.<br />

Una battaglia che ha portato alla completa <strong>di</strong>struzione del’Abbazia,<br />

fondata nel 500 d.c. da San Benedetto da Norcia, e che<br />

nel me<strong>di</strong>oevo era <strong>di</strong>ventata un centro <strong>di</strong> riferimento culturale<br />

e <strong>di</strong> trasmissione della cultura greco-romana alle generazioni<br />

successive.<br />

Nel gennaio del 1944 il fronte <strong>di</strong> guerra in Italia è fermo davanti<br />

all’Abbazia, in prossimità della strada verso Roma.<br />

Immagine d’epoca dell’Abbazia<br />

L’Abbazia è asse<strong>di</strong>ata dai tedeschi e militari della Repubblica<br />

Sociale <strong>di</strong> Salò.<br />

Gli Alleati decidono <strong>di</strong> attaccare l’Abbazia, contro i “<strong>di</strong>avoli<br />

ver<strong>di</strong>”, chiamati così perchè resistettero in tutti i mo<strong>di</strong>, per mesi, dentro l’Abbazia.<br />

Le forze in campo sono <strong>di</strong>versissime: americani del Texas, coloni dell’Inghilterra e della Francia,<br />

Polacchi mandati dalla Russia, insomma una babele <strong>di</strong> popoli in una battaglia <strong>di</strong> cui probabilmente<br />

non conoscono la motivazione, uno stato <strong>di</strong> irrazionalità totale.<br />

Di seguito un pensiero scritto dalla signora Clara Toffelor<strong>di</strong>:<br />

Per quattro mesi gli alleati tentano <strong>di</strong> sfondare le linee tedesche...<br />

E su quel fronte non sono impegnati sono americani e inglesi, ma ci sono truppe anche<br />

<strong>di</strong> altri continenti che la furia della guerrra mon<strong>di</strong>ale ha catapultato in Ciociaria: in<strong>di</strong>ani,<br />

nepalesi, marocchini.<br />

E persino un battaglione <strong>di</strong> Maori della Nuova Zelanda.<br />

Ci sono inoltre i polacchi, un esercito <strong>di</strong> ex deportati del Gulag,<br />

che combattono in terra straniera per la libertà e per sfuggire<br />

alla schiavitù imposta da Stalin e Hitler alla loro patria.<br />

E tra questi due fuochi ci sono i civili.<br />

Quali segni ha lasciato l’immenso sconvolgimento della seconda<br />

guerra mon<strong>di</strong>ale, attorno a noi e dentro <strong>di</strong> noi?<br />

Si potrebbe cercare <strong>di</strong> rispondere con un susseguirsi <strong>di</strong> storie<br />

che, ricongiungendo il passato al presente, nascono un pò dal-<br />

l’invenzione e un pò dallo scavare nella memoria personale.<br />

Ma sarebbe come trasmettere un’esperienza <strong>di</strong> orrore e <strong>di</strong> coraggio.<br />

Immagine dopo i bombardamenti<br />

Alla fine da un vicenda all’altra, l’idea che se ne deduce non sia quella <strong>di</strong> trarne lezioni, ma<br />

solo vivo desiderio <strong>di</strong> conoscere la verità dei fatti.<br />

Clara Toffelor<strong>di</strong><br />

9


10<br />

Incontro con i bambini<br />

Con i loro visini sorridenti e innocenti<br />

vengono a trovarci gli scolaretti<br />

per <strong>di</strong>mostrarci la loro capacità<br />

recitativa<br />

in una giornata spensierata e giuliva.<br />

Siamo tutti contenti e riconoscenti<br />

per i loro nobili inten<strong>di</strong>menti<br />

e li ringraziamo sinceramente<br />

per il loro impegno coinvolgente.<br />

La vista dei giovani attori ci riempie <strong>di</strong><br />

gioia e tenerezza<br />

per la loro can<strong>di</strong>da fanciullezza<br />

in tale periodo <strong>di</strong> amore natalizio.<br />

La Castagnata<br />

Poesia scritta dal sig. Luigi in occasione<br />

<strong>di</strong> San Martino e riferita alla compagnia<br />

dei sig.ri volontari <strong>di</strong> Lugugnana,<br />

venuti in struttura a preparare le castagne<br />

con la caldarrostiera e la musica dal<br />

vivo!<br />

Magnifico frutto <strong>di</strong> stagione<br />

gustato in tale occasione,<br />

crea tra gli astanti gioia e commozione<br />

per questa stupenda idea<br />

dell’organizzazione.<br />

Ricorda il prodotto della montagna<br />

la buona e saporita castagna<br />

rendendo contenta la gaia compagnia<br />

che ringrazia per l’acquisita leccornia.<br />

Ben vengano tali occasioni<br />

per stare insieme e <strong>di</strong>ventare più buoni<br />

fa parte delle tante animazioni<br />

create per vivere continue emozioni<br />

Luigi Paternieri<br />

Poesie<br />

Metà quaresima: se brusa la vecia!!!<br />

Ma parcossa vien brusada<br />

sol la (vecia) ogni ano?<br />

Nò xe zusto, desgrassiada!!!<br />

Dovarìa un altr’ano<br />

pur un vecio star vissin,<br />

a tenirghe compagnia,<br />

a <strong>di</strong>vider el destin;<br />

questo far se dovarìa!!!<br />

Sarìa tuto più gran<strong>di</strong>oso...<br />

tanto fogo...tanto ciaro...<br />

e quel vecio generoso<br />

farà <strong>di</strong>r: “ti ne xe caro!!!”-.<br />

Edelweiss<br />

bianca stella<br />

puro fiore<br />

<strong>di</strong> alti monti<br />

dove l’occhio<br />

può spaziare<br />

nell’infinito<br />

l’animo assaporare<br />

la gioia della suprema<br />

sublime bellezza<br />

del creato<br />

Edelweiss<br />

Luisa Scrizzi<br />

Poesia tratta dal libro “Cento anni <strong>di</strong> ricor<strong>di</strong>”<br />

<strong>di</strong> Wanda Rampazzo


Le nostre tra<strong>di</strong>zioni<br />

Festa del Panevìn<br />

Alla vigilia dell’Epifania, all’imbrunire, le terre conta<strong>di</strong>ne si riempivano <strong>di</strong> decine <strong>di</strong> roghi<br />

detti del “Panevìn”.<br />

Le fiamme erano alimentate dai residui dei prodotti agricoli che costituivano le colture locali<br />

come le canne del mais e la legna proveniente dalla potatura delle viti, oppure stecchi e rovi,<br />

tolti dai fossi. Sopra il cumulo veniva posto il fantoccio <strong>di</strong> una vecchia befana, o marantega.<br />

Il falò veniva realizzato agli incroci delle strade.<br />

Un anziano accendeva la pira... e cominciava la festa! Uomini, donne, bambini, anziani,<br />

giovani cantavano invocazioni per la salute, il buon prodotto e l’abbondanza e magari lanciavano<br />

anche grida <strong>di</strong> sfida alla vecia, magari sparandole addosso qualche fucilata.<br />

La megera rappresentava la miseria , la prepotenza e la sopraffazione che spoglia i popoli.<br />

Le persone cantavano delle strofette in <strong>di</strong>aletto:<br />

Che Dio ne dae la sanità e Panevin<br />

El Panevin/ la pinsa sul larin/ i fasioi pà i pori fioi/<br />

e patate pà e femenate<br />

El Panevin/ la vecia sul larin/ a magna i pomi coti<br />

a ne assa i rosegoti<br />

El Panevin/ e bisatèe/ che e panoce vegne bèe<br />

da lontan e da vessin/ e Panevin<br />

Poenta e figadei pà i nostri tosatei/ e Panevin<br />

El Panevin/ a massera sua panera/ el paron sul caregon/<br />

el putin sul so letin/ e Panevin<br />

In questo canto ricorrono tutti i temi tipici della società conta<strong>di</strong>na <strong>di</strong> un tempo: la richiesta a<br />

Dio <strong>di</strong> salute e pane quoti<strong>di</strong>ano, la pinsa sul focolare, i fagioli per i poveri ragazzi, la vecchia<br />

che mangia le mele cotte, polenta e salsiccie <strong>di</strong> fegato per i bambini, la speranza che le pannocchie<br />

vengano belle, la massaia che fa il pane in casa, mentre il padrone <strong>di</strong> casa sta nella sua<br />

se<strong>di</strong>a vicino al fuoco e in bambino dorme nella sua culla....<br />

Gli auspici per l’anno nuovo si traevano dalla <strong>di</strong>rezione delle faville, alzandosi dal Panevin:<br />

se verso levante il raccolto previsto sarebbe stato scarso, se verso il “garbin” (vento caldo dal<br />

Sud-Ovest), il raccolto era pronosticato molto abbondante.<br />

Sicuramente l’aspetto più significativo del rito del Panevin era la tipica focaccia, la pinsa, tutt’ora<br />

molto gustata. Un dolce povero, duro, originariamente fatto <strong>di</strong> farina da polenta, un pò<br />

<strong>di</strong> strutto, qualche grano <strong>di</strong> uva lasciata appassire nel granaio e un pò <strong>di</strong> zucchero. Nel tempo,<br />

grazie alle maggiori <strong>di</strong>sponibilità, gli ingre<strong>di</strong>enti si sono arricchiti: limone, latte, vaniglia,<br />

mele...<br />

Era un dolce pesante, tanto che richiedeva l’accompagnamento <strong>di</strong> bicchieri <strong>di</strong> vino, da bere<br />

ovviamente assieme perchè l’aspetto fondamentale del Panevin era il vivere in comunità.. per<br />

sentirsi più forti contro le <strong>di</strong>fficoltà quoti<strong>di</strong>ane della vita.<br />

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12<br />

Le nostre tra<strong>di</strong>zioni<br />

Buongiorno Siora Maschera<br />

“Buongiorno Siora Maschera”, lungo le calli, per i canali e nei listoni era questo il saluto:<br />

l’identità personale, la classe sociale non esistevano più, si entrava a far parte della grande<br />

illusione del Carnevale nella bellissima Venezia.<br />

In una delle lezioni <strong>di</strong> storia dell’arte in biblioteca abbiamo affrontato Pietro Longhi, pittore<br />

veneziano del 1700, noto per le rappresentazione figurativa <strong>di</strong> reali e comuni attività popolari<br />

e borghesi, come il cavadenti, la ven<strong>di</strong>trice <strong>di</strong> frìtole o il farmacista.<br />

Longhi <strong>di</strong>pinse per i veneziani la loro stessa vita, in tutte le fasi quoti<strong>di</strong>ane, domestiche e mondane.<br />

Troviamo infatti il pettegolezzo del barbiere imparruccato, le chiacchiere della cameriera, la<br />

scuola <strong>di</strong> danza, il circo... e naturalmente la maschera.<br />

Ma qual’è l’origine della maschera?<br />

La storia della maschera veneziana è antica e le prime tracce <strong>di</strong> maschereri che combinavano<br />

assieme carta pesta, colla <strong>di</strong> farina, garze e colori, risalgono alla fine del 1200.<br />

Gli artigiani fabbricavano maschere fin dal tempo del Doge Foscari e possedevano un loro<br />

statuto datato aprile 1436. Appartenevano alla frangia dei pittori ed erano aiutati nella loro<br />

professione dai targheri che imprimevano sopra lo stucco volti <strong>di</strong>pinti, a volte <strong>di</strong> ri<strong>di</strong>cola fisionomia,<br />

con dovizia <strong>di</strong> particolari.<br />

La maschera non veniva utilizzata solo durante il periodo <strong>di</strong> Carnevale ma in molte occasioni<br />

durante l’anno. Era permessa il giorno <strong>di</strong> Santo Stefano, che sanciva la data <strong>di</strong> inizio del Carnevale<br />

veneziano fino alla mezzanotte del martedì Grasso, che concludeva i festeggiamenti per<br />

il Carnevale.<br />

La maschere erano permesse durante i quin<strong>di</strong>ci giorni dell’Ascensione e alcuni, con particolari<br />

deroghe, le utilizzavano fino a metà giugno.<br />

Inoltre, durante tutte le manifestazioni più importanti,<br />

come banchetti ufficiali o feste della Repubblica,<br />

era consentito l’uso <strong>di</strong> Tabarro e Bauta.<br />

Le donne indossavano, generalmente, un altro modello<br />

<strong>di</strong> maschera chiamato Moretta (maschera che<br />

ve<strong>di</strong>amo indossata dalla donna <strong>di</strong>pinta da Pietro<br />

Longhi, nel celebre quadro “Il Rinoceronte”, a fianco<br />

riportato).<br />

Era una maschera ovale <strong>di</strong> velluto nero e veniva utilizzata<br />

dalle dame quando si recavano a fare visita<br />

alle monache. La moda della Moretta, importata dalla Francia, si <strong>di</strong>ffuse velocemente a Venezia<br />

in quanto era una maschera che donava particolarmente ai lineamenti femminili, soprattutto<br />

quando veniva ornata da veli, velette e cappellini a falde.<br />

La Moretta, la misteriosa serva, era una maschera muta poiché la si portava tenendo in bocca<br />

un bottoncino all’interno, all’altezza della bocca.


Gustando il caffè<br />

Durante il Carnevale i Veneziani si concedevano trasgressioni <strong>di</strong> ogni tipo , la Bauta o la Moretta<br />

erano utilizzate per mantenere l’anonimato e consentire qualsiasi gioco proibito, sia da<br />

parte <strong>di</strong> uomini che da parte <strong>di</strong> donne.<br />

C’ è da <strong>di</strong>re che in origine lo spirito goliar<strong>di</strong>co che animava il Carnevale veniva indotto dalle<br />

stesse oligarchie veneziane che concedevano per un breve periodo ai ceti più umili l’illusione<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare simili ai potenti, concedendo loro <strong>di</strong> poter burlare pubblicamente i ricchi indossando<br />

una maschera sul volto. Quin<strong>di</strong> era un’ utile valvola <strong>di</strong> sfogo per tenere sotto controllo<br />

le tensioni sociali sull’esempio del “Semel in anno licet insanire” (una volta all’anno è lecito<br />

non avere freni), come sottolinea il signor Luigi Paternieri.<br />

Ma nel tempo l’atteggiamento dei veneziani <strong>di</strong>ventò sempre più immorale e <strong>di</strong>fficilemente<br />

controllabile, tanto che nel 1600 il Governo della Repubblica, per contenere la moda in voga,<br />

proibì <strong>di</strong> indossare maschere al <strong>di</strong> fuori del Carnevale, nei luoghi <strong>di</strong> culto e oltre orari prestabiliti.<br />

Di volta in volta viene aggiunta una proibizione: vietato recarsi in maschera all’interno dei<br />

luoghi sacri, vietato mascherarsi in abiti religiosi, vietato ballare in pubblico al <strong>di</strong> fuori dei<br />

giorni stabiliti per la festa del Carnevale, vietato portare maschere nelle case da gioco (espe<strong>di</strong>ente<br />

che, spesso, veniva utilizzato da quanti volevano mantenere l’anonimato o non farsi<br />

riconoscere dai cre<strong>di</strong>tori).<br />

E così, abbiamo appurato che il Carnevale ha un’origine antropologico-culturale ben specifica,<br />

e tipica dei popoli latini, tanto che la signora Wilma Moulin l’ha scoperto quando è venuta<br />

a vivere in Italia, terra <strong>di</strong> origine del marito, provando l’impressione <strong>di</strong> “stranezza” nel vedere<br />

tutti vestiti in maschera!<br />

Comunicazioni ai familiari<br />

Gli ospiti della redazione<br />

Si desidera comunicare che per colloqui o interventi specifici, la psicologa che sostituisce la<br />

Dott.ssa Jessica Michelin, a casa in maternità, si rende <strong>di</strong>sponibile a ricevere i familiari degli<br />

ospiti della struttura che ne ritengano opportuna necessità nei giorni:<br />

MARTEDI’ pomeriggio dalle 14.30 alle 16.30<br />

VENERDI’ mattina dalle 10.00 alle 12.00<br />

presso la sala riunioni della <strong>Residenza</strong>, prendendo i contatti nei giorni precedenti al fine <strong>di</strong><br />

concordare l’eventuale incontro nell’orario <strong>di</strong>sponibile.<br />

Grazie<br />

Dott.ssa Veronica Amoriello<br />

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Gustando il caffè...<br />

Avvio sperimentazione della “Terapia con la bambola” in struttura<br />

Negli ultimi anni, i servizi richiedono sempre più interventi che impieghino terapie espressive<br />

ovvero terapie non farmacologiche, che prevedono progetti riabilitativi e terapeutici.<br />

Le terapie non farmacologiche, come <strong>di</strong>ce la parola stessa, favoriscono sensibili <strong>di</strong>minuzioni<br />

del carico farmacologico che può essere somministrato alla persona.<br />

Quest’anno presso la nostra <strong>Residenza</strong> partirà, all’interno del Nucleo Alzheimer,<br />

una sperimentazione che prevede l’uso delle bambole nell’ambito<br />

delle terapie non farmacologiche.<br />

Questa terapia è utilizzata in <strong>di</strong>fferenti situazioni problematiche: con persone<br />

che presentano deca<strong>di</strong>mento cognitivo e problemi comportamentali,<br />

o in situazioni che evidenziano anche stati depressivi, ansia.<br />

Una componente fondamentale della terapia è quin<strong>di</strong> la bambola che presenta<br />

delle caratteristiche particolari (peso, materiali, posizione degli arti,<br />

componenti fisionomiche) che facilitano l’attivazione <strong>di</strong> relazioni, la <strong>di</strong>minuzione<br />

<strong>di</strong> tensioni e stati <strong>di</strong> agitazione. Tramite l’accu<strong>di</strong>mento la persona attiva relazioni<br />

tattili e <strong>di</strong> maternage che favoriscono la gestione e, in alcuni casi, la <strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi del<br />

comportamento quali agitazione, aggressività, apatia, comportamento motorio non adeguato.<br />

Le terapie non farmacologiche, in sinergia con le terapie che prevedono l’utilizzo <strong>di</strong> farmaci<br />

migliorano in modo concreto la qualità <strong>di</strong> vita dei pazienti. E’ importante considerare che l’utilizzo<br />

delle terapie non farmacologiche in situazioni <strong>di</strong> deficit cognitivo e importanti problematiche<br />

comportamentali, deve essere <strong>di</strong> supporto e non sostituire le terapie farmacologiche.<br />

Le <strong>di</strong>verse sperimentazioni della terapia con la bambola, attivate presso alcuni nuclei alzheimer,<br />

hanno evidenziato alcuni parametri.<br />

Sicuramente le bambole terapeutiche hanno <strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> essere maggiormente efficaci con<br />

pazienti che evidenziavano <strong>di</strong>sturbi del comportamento quali l’agitazione, l’ansia, wandering,<br />

<strong>di</strong>sturbi del sonno. Questo miglioramento si presenta con modalità <strong>di</strong>fferenti a seconda del <strong>di</strong>sturbo<br />

e dell’obiettivo da perseguire. E’ interessante rilevare come la somministrazione della<br />

bambola terapeutica ha portato ad una <strong>di</strong>minuzione delle terapie al bisogno.<br />

Il progetto sarà avviato e supervisionato dal Dott. Ivo Cilesi, dai cui scritti è stato tratto il contenuto<br />

<strong>di</strong> questo articolo.<br />

La scelta della Direzione della <strong>Residenza</strong> <strong>Santa</strong> <strong>Margherita</strong> è <strong>di</strong> coinvolgere alla formazione<br />

tutti gli operatori che lavorano nella struttura a contatto con l’ospite, in modo che il progetto<br />

<strong>di</strong> inserimento della terapia della bambola sia con<strong>di</strong>viso dall’intero staff operativo, procedendo<br />

tutti con la stessa motivazione, considerato anche che la consegna della bambola alla persona<br />

deve seguire una con<strong>di</strong>visa metodologia <strong>di</strong> approccio.<br />

Le educatrici


Appuntamenti<br />

VENERDI’ 18 FEBBRAIO <strong>2011</strong> presso la biblioteca del piano<br />

rialzato, il Dott. IVO CILESI terrà un corso <strong>di</strong> formazione per<br />

spiegare ad operati e familiari la terapia con le bambole dal punto <strong>di</strong><br />

vista teorico, riportando anche la propria esperienza professionale.<br />

La formazione si ripeterà in due turni:<br />

un PRIMO turno dalle 9.00 alle 13.00 o<br />

un SECONDO turno dalle 14.30 alle 18.30<br />

La Direzione invita anche i familiari degli ospiti a partecipare alla<br />

formazione a scopo conoscitivo, certa <strong>di</strong> fare cosa gra<strong>di</strong>ta.<br />

Festa dei compleanni per i nati nel mese <strong>di</strong> febbraio<br />

DOMENICA 27 FEBBRAIO <strong>2011</strong> ORE 16.30<br />

con la presenza del CORO SAN GIORGIO<br />

<strong>di</strong>retto dal maestro FABRIZIO DELLA BIANCA<br />

Festa dei compleanni per i nati nel mese <strong>di</strong> marzo<br />

DOMENICA 27 MARZO <strong>2011</strong> ORE 16.30<br />

con la presenza del CORO DI PRAMAGGIORE<br />

<strong>di</strong>retto dal maestro FIORENZO MASAT<br />

Festa dei compleanni per i nati nel mese <strong>di</strong> aprile<br />

con la presenza del CORO DI CONCORDIA<br />

<strong>di</strong>retto dal maestro RENATO VENDRAME<br />

A fine febbraio presenza in struttura <strong>di</strong> Suor VERONICA NTHEMDA<br />

che ci parlerà del suo paese, l’Africa e della sua missione <strong>di</strong> fede in Italia.<br />

Verrà data comunicazione precisa della data.<br />

GIOVEDI’ 3 MARZO <strong>2011</strong> ORE 16.30<br />

FESTA DI CARNEVALE DEL GIOVEDI’ GRASSO<br />

con la presenza dei SIGNORI DELL’ASSOCIAZIONE PENSIONATI<br />

DI LUGUGNANA, animeranno il pomeriggio con maschere e musica!<br />

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“La felicità non è avere quello che si desidera,<br />

ma desiderare quello che si ha”<br />

Oscar Wilde<br />

Foglio informativo della <strong>Residenza</strong> <strong>Santa</strong> <strong>Margherita</strong> <strong>di</strong> Villanova <strong>di</strong> Fossalta <strong>di</strong> Portogruaro, Piazza Ita Marzotto, 20<br />

Tel. 0421700088 - Fax. 0421700089 - http://www.e-santamargherita.it - e-mail:info@e-santamargherita.it<br />

A cura della Redazione del Boccolo il boccolo@e-santamargherita.it

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