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Febbraio 2012 - GRUPPO ALBERT LIBERTAD - FAI Rimini

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Tira ira un’Ari<br />

un’ ri@<br />

Newsletter del Gruppo Libertad – F.A.I. Federazione Anarchica Italiana, <strong>Rimini</strong> — <strong>Febbraio</strong> <strong>2012</strong><br />

http://fairimini.net/. libertad_fai_rimini@yahoo.it<br />

Alcune iniziative sono già svolte o in svolgimento: riteniamo comunque<br />

utile e importante segnalarne i comunicati e i riferimenti<br />

I libertari/le libertarie di <strong>Rimini</strong><br />

e dintorni<br />

CERCANO CASA<br />

Chi dispone di info o di uno spazio ad<br />

affitto ragionevole<br />

per un Circolo Libertario,<br />

può scrivere a<br />

libertad_fai_rimini@yahoo.it<br />

No TAV<br />

(Continua a pagina 2)<br />

Profughi di guerra e<br />

guerra ai profughi<br />

(Continua a pagina 5)<br />

La memoria che non<br />

c’è: lo sterminio di<br />

rom e sinti<br />

(Continua a pagina 6)<br />

NEWSCOMIDAD<br />

A CHI LA NIGERIA? A<br />

GOLDMAN SACHS<br />

(Continua a pagina 8)<br />

LIBRI / SPAZI / INIZIA-<br />

TIVE<br />

(Continua a pagina 10)<br />

Quando l’educazione<br />

cambia<br />

GIORNATA PER L’EDU-<br />

CAZIONE LIBERTARIA<br />

Pag. 12


(Continua da pagina 1 - No tav<br />

No Tav. Quelli che si mettono<br />

di mezzo<br />

Arresti, perquisizioni, obblighi<br />

di dimora. Questa la ricetta<br />

della Procura di Torino, che<br />

da lunghi mesi si è assunta<br />

l’incarico di regolare i conti<br />

con il movimento No Tav. Sin<br />

dal giugno scorso si sono moltiplicati<br />

avvisi di garanzia,<br />

arresti, denunce, fogli di via<br />

nei confronti degli attivisti No<br />

Tav. Tutti firmati da Giancarlo<br />

Caselli, l’eroe della sinistra<br />

giustizialista, che vuole farla<br />

finita con un movimento cui<br />

si sono ispirati i tanti che si<br />

battono contro lo devastazione<br />

del territorio, contro un’idea<br />

di sviluppo folle e distruttiva,<br />

contrastando discariche,<br />

centrali, fabbriche inquinanti<br />

e installazioni militari. Giancarlo<br />

Caselli, il procuratore<br />

antimafia, che si schiera con<br />

la mafia del Tav. La strategia<br />

della lobby Si Tav è molto<br />

chiara: trasformare la protesta<br />

nei confronti di un’opera<br />

inutile, dannosa, follemente<br />

costosa in una questione di<br />

ordine pubblico. La scelta di<br />

occupare militarmente il territorio,<br />

di invadere l’area archeologica,<br />

trasformandola in un<br />

bivacco per le truppe di occupazione,<br />

culminata a gennaio<br />

nella trasformazione della zona<br />

in area di interesse strategico,<br />

la dice lunga sulla volontà<br />

di imporre con la forza la<br />

nuova linea ad alta velocità<br />

tra Torino e Lyon.<br />

Le ragioni della forza contro la<br />

forza delle ragioni.<br />

In tanti anni i sostenitori dell’alta<br />

velocità saputo articolare<br />

solo discorsi densi di vuota<br />

retorica. La retorica della piccola<br />

Italia schiacciata dietro le<br />

Alpi, isolata dall’Europa, condannata<br />

al declino. Una retorica<br />

falsa che nasconde dietro<br />

una foglia di fico un sistema<br />

di drenaggio di denaro pubblico<br />

a fini privatissimi, sostenuto<br />

in maniera bipartisan dalla<br />

destra come dalla sinistra,<br />

pronte a spartirsi la torta.<br />

I No Tav sono colpevoli.<br />

Sono colpevoli di aver mostrato<br />

la trama sottile che sostiene<br />

la tela delle grandi opere.<br />

Sono colpevoli di essersi<br />

schierati dalla parte dei tanti<br />

che non ce la fanno ad arrivare<br />

a fine mese. Sono colpevoli<br />

di stare con chi vorrebbe che i<br />

22 miliardi della Torino Lyon<br />

fossero usati migliorare la vita<br />

di noi tutti, garantendo ospedali,<br />

pensioni, trasporti pubblici,<br />

scuole a tutti in modo<br />

eguale.<br />

Sono colpevoli di aver pensato<br />

che un altro mondo è possibile.<br />

Sono colpevoli di aver cominciato<br />

a vivere frammenti<br />

di relazioni politiche e sociali<br />

che vivono già oggi l’utopia<br />

concreta della partecipazione<br />

diretta alle scelte, della solidarietà,<br />

del mutuo appoggio.<br />

Sono colpevoli di sapere che<br />

la testimonianza non basta,<br />

che occorre mettersi in mezzo,<br />

anche a rischio della propria<br />

libertà, per offrire uno scampolo<br />

di libertà a tutti. Sono<br />

colpevoli di pensare che l’ordine<br />

ingiusto e predatorio in cui<br />

siamo forzati a vivere possa e<br />

debba essere spezzato, sono<br />

colpevoli di sapere che il futuro<br />

non è già segnato, che la<br />

precarietà, lo sfruttamento, la<br />

fame dei poveri, le guerre debbano<br />

divenire retaggio di un<br />

passato da dimenticare.<br />

Sono colpevoli di non essersi<br />

mai tirati indietro, di aver resistito<br />

per oltre vent’anni. Dopo<br />

la rivolta popolare del 200-<br />

5, sindaci ed amministratori<br />

locali sedotti dalle sirene del<br />

denaro e del potere, hanno<br />

fatto il salto della quaglia, ma<br />

non sono riusciti a spezzare il<br />

movimento.<br />

Lo scorso maggio, il governo,<br />

smessa la finzione della mediazione<br />

politica, ha deciso di<br />

passare nuovamente alle maniere<br />

forti. Manganelli, lacrimogeni,<br />

botte, denunce e carcere.<br />

Gran parte degli organi<br />

di informazione si sono messi<br />

2<br />

al servizio per diffamare e falsificare,<br />

sperando in una divisione<br />

tra “buoni” e “cattivi”.<br />

Hanno fallito.<br />

Un movimento popolare, un<br />

movimento tanto radicato<br />

quanto radicale, sa che di<br />

fronte alla violenza di carabinieri,<br />

poliziotti, militari reduci<br />

dalla guerra in Afganistan, di<br />

fronte all’occupazione militare,<br />

di fronte alla violenza legale<br />

ma non legittima dello Stato,<br />

ribellarsi è giusto.<br />

Mettersi in mezzo è un impegno<br />

morale.<br />

I No Tav arrestati il 26 giugno<br />

sono colpevoli. Colpevoli di<br />

aver tenuto fede all’impegno<br />

che tutti ci siamo presi. Colpevoli<br />

di resistere.<br />

Partigiani della libertà di tutti.<br />

Li vogliamo liberi. Liberi subito.<br />

Torino<br />

Sabato 28 gennaio Manifestazione<br />

No Tav Ore 14,30 piazza<br />

Carlo Felice – di fronte alla<br />

stazione FS<br />

Federazione Anarchica Torino<br />

Corso Palermo 46 – ogni giovedì<br />

dalle 21<br />

338 6594361 fai_to@inrete.it<br />

http://anarresinfonoblogs.org<br />

Oggi lunedì 30 gennaio una<br />

ventina di attivisti di occupytrieste<br />

ha effettuato un<br />

volantinaggio-megafonaggio<br />

dentro la stazione di trieste<br />

in solidarietà agli arrestati<br />

NOTAV e per le iniziative<br />

del 2 febbraio contro Moretti.<br />

Oltre a questo è stata denunciata<br />

la vergognosa rimozione<br />

delle panchine dalla stazione<br />

per allontanare i senzacasa.<br />

Qui sotto alcune foto:<br />

http://www.info-action.net/<br />

index.php?<br />

option=com_content&view=article&id=1498:2-febbraio-atrieste-no-morettiriprendiamoci-i-beni-


(Continua da pagina 2)<br />

comuni&catid=82:noi<br />

NON ABBIATE PAURA<br />

Da sempre lo stato si è posto<br />

a difesa di lobby massonicomafiose<br />

ed economiche utilizzando<br />

gli stessi metodi per<br />

opprimere e terrorizzare chi<br />

manifesta contro.<br />

Quando si alza il livello dello<br />

scontro sociale scatta immediatamente<br />

la repressione.<br />

Gli ultimi arresti dei militanti<br />

NOTAV sono un monito contro<br />

chi in questi giorni si oppone<br />

alla macelleria sociale<br />

dei governi europei.<br />

Come nel Ventennio anche<br />

nella repubblica fondata sul<br />

lavoro abbiamo assistito allo<br />

sgombero di una sede del più<br />

antico sindacato italiano.<br />

A Firenze, la “sinistra” giunta<br />

Renzi la mattina del 19 gennaio<br />

ha spedito i suoi sgherri<br />

a disoccupare un palazzo che<br />

ospitava numerosi collettivi di<br />

movimento tra cui la sede dell’Unione<br />

Sindacale Italiana.<br />

Opporsi è un diritto inalienabile,<br />

non facciamoci fermare<br />

da questi tentativi terroristici<br />

e intimidatori che hanno il<br />

solo scopo di annullare il dissenso<br />

Esprimiano la nostra solidarietà<br />

ai compagni colpiti dalla<br />

repressione<br />

Germinal-<strong>FAI</strong> Carrara<br />

USI-AIT sez. Carrara<br />

Solidarietà ai NoTav<br />

Sabato 28 Gennaio presidio di<br />

solidarietà ai NoTav – Ore 15<br />

– Piazzale Marconi, Reggio<br />

Emilia<br />

Giovedì 26 gennaio è stata<br />

avviata una vasta operazione<br />

repressiva nei confronti del<br />

movimento NoTav. Questo<br />

movimento ha dimostrato, in<br />

quasi venti anni di lotte, che<br />

opporsi ai soprusi dello stato,<br />

delle mafie e del capitale è<br />

possibile. E lo ha dimostrato<br />

con una lotta quotidiana portata<br />

avanti da decine di migliaia<br />

di persone della Valle e<br />

da migliaia di solidali. Lo ha<br />

dimostrato tramite una pratica<br />

assembleare e dal basso,<br />

con la volontà di creare una<br />

mobilitazione condivisa e ampia.<br />

3<br />

Ora, come già altre volte, lo<br />

stato italiano e i media vogliono<br />

creare terra bruciata intorno<br />

a questo movimento. E lo<br />

fanno con i mezzi che sono a<br />

loro più congeniali: denunce,<br />

carcere, manganellate, lacrimogeni<br />

e falsità scritte sui<br />

media.<br />

I giornali e i telegiornali, a<br />

parte qualche rara eccezione,<br />

hanno ripreso in pieno la favola<br />

raccontata dal procuratore<br />

Caselli: esiste da una parte<br />

un dissenso - ma che non sia<br />

mai resistenza! - legittimo e<br />

dall'altra dei facinorosi devastatori,<br />

per cui ogni occasione<br />

è buona per lanciare sassi,<br />

È una distinzione che il movimento<br />

NoTav ha sempre rifiutato<br />

dato che ha sempre voluto<br />

tenere al suo interno un'ampia<br />

varietà di pratiche di<br />

resistenza ai soprusi e agli<br />

abusi perpetrati da chi vuole<br />

imporre un'opera devastante e<br />

inutile ad un paese.<br />

I comitati popolari che si oppongono<br />

al TAV non sono<br />

composti da ingenui nemici<br />

del progresso e del lavoro; al<br />

contrario, si tratta di donne e<br />

uomini, che non vogliono vedere<br />

devastato il territorio<br />

in cui vivono; donne<br />

e uomini che vogliono il<br />

miglioramento dei servizi<br />

utili alla collettività e<br />

non agli interessi delle<br />

multinazionali e degli<br />

speculatori; donne e<br />

uomini che alla voracità<br />

del sistema produttivo<br />

vigente preferiscono un'economia<br />

rispettosa<br />

dell'ambiente e dei bisogni<br />

umani.<br />

E' questa volontà che gli<br />

arresti di giovedì 26<br />

gennaio vogliono svilire,<br />

affermando con militarizzazioni<br />

e abusi che<br />

un territorio non è di<br />

chi lo abita e che i politici<br />

eletti diventano di<br />

fatto i proprietari, contro<br />

i quali non è possi-


(Continua da pagina 3)<br />

bile manifestare<br />

dissenso e contrarietà.<br />

Il messaggio che<br />

i vari poteri vogliono<br />

lanciare è<br />

che per spartirsi<br />

la torta dei finanziamenti<br />

e<br />

degli appalti al<br />

TAV si è disposti<br />

a tutto: occupazione<br />

militare,<br />

criminalizzazione,intimidazioni,<br />

fogli di via.<br />

La Federazione<br />

Anarchica Reggiana<br />

sostiene il<br />

movimento No-<br />

Tav, rivendica la<br />

legittimità del<br />

dissenso e della<br />

resistenza ed<br />

esprime solidarietà<br />

agli arrestati,<br />

ai denunciati<br />

e ai perquisiti.<br />

Federazione AnarchicaReggiana<br />

– Via Don<br />

Minzoni 1/d<br />

Reggio Emilia -<br />

4


(Continua da pagina 1)<br />

Le scelte del governo nell’ultimo<br />

anno sono state un<br />

mix di criminalità e cialtroneria.<br />

È stato un anno di<br />

“emergenze” costruite per<br />

poter meglio modellare un<br />

dispositivo securitario, che<br />

punta sul disciplinamento<br />

del lavoro migrante, come<br />

grimaldello per eliminare<br />

ogni tutela per tutti i lavoratori,<br />

immigrati o<br />

“indigeni”.<br />

Il 21 gennaio Monti è andato<br />

in Libia per discutere, di<br />

soldi, ENI, petrolio ed immigrati.<br />

In ballo è la ripresa<br />

della cooperazione nel<br />

respingimento in mare di<br />

profughi e migranti. Con il<br />

governo Gheddafi – prima<br />

che l’Italia entrasse guerra<br />

– le cose andavano a gonfie<br />

vele per i razzisti: respingimenti<br />

di massa, detenzione<br />

nelle galere libiche, netta<br />

riduzione degli sbarchi in<br />

Sicilia. Tripoli faceva il lavoro<br />

sporco, Roma pagava.<br />

Chi fuggiva da guerre e<br />

persecuzioni trovava galere,<br />

torture, stupri e ricatti.<br />

Il ministro della difesa Di<br />

Paola ha sottoscritto una<br />

lettera di intenti con il collega<br />

libico Osama al-Juwali<br />

per addestrare 300 poliziotti<br />

libici in Italia e per il controllo<br />

elettronico delle frontiere.<br />

La prossima volta<br />

andrà in Libia il ministro<br />

dell’interno Cancellieri per<br />

fissare il nuovo accordo sui<br />

flussi migratori. Tutto cambia<br />

perché tutto resti uguale.<br />

La Lega Nord scalpita per<br />

cacciare via le 22.000 persone<br />

sbarcate nel nostro<br />

paese per fuggire la guerra<br />

in Libia cercando un’opportunità<br />

di vita in Europa.<br />

Profughi e richiedenti asilo<br />

sono stati affidati alla Protezione<br />

Civile, per gestire<br />

quella che Berlusconi ha<br />

chiamato “emergenza Nord<br />

Africa”. La protezione civile<br />

anche in questa occasione<br />

si è esibita nel solito show.<br />

La gente che nel nostro paese<br />

ha subito alluvioni, terremoti,<br />

frane sa bene che il<br />

peggio è venuto dopo. Militarizzazione<br />

del territorio,<br />

clientelismo, mostruose<br />

spese per l’apparato, nulla<br />

per chi si trova senza casa<br />

e senza lavoro.<br />

I profughi provenienti dalla<br />

Libia sono stati dimenticati<br />

5<br />

in migliaia di piccoli centri<br />

di accoglienza sparsi per il<br />

nostro paese. La protezione<br />

civile fa affari,<br />

“l’emergenza” diventa una<br />

triste normalità.<br />

Tanto “normale” che tanti<br />

non se ne accorgono nemmeno,<br />

nonostante in ballo<br />

ci siano le vite di migliaia<br />

di persone.<br />

La gran parte dei profughi<br />

della guerra in Libia erano<br />

emigrati in quel paese da<br />

lunghi anni: nonostante ciò<br />

le commissioni che devono<br />

decidere sulla concessione<br />

dello status di rifugiato fingono<br />

di non saperlo, considerandoli<br />

alla stregua di<br />

immigrati appena sbarcati.<br />

Una delle tante sceneggiate<br />

recitate sulla pelle di chi è<br />

fuggito da una guerra cui<br />

l’Italia ha partecipato attivamente.<br />

Ne abbiamo parlato con<br />

Gianluca Vitale, avvocato<br />

impegnato sul fronte dell’immigrazione:<br />

http://<br />

radioblackout.org/<strong>2012</strong>/01/profughi-di-guerra-eguerra-ai-profughi/


(Continua da pagina 1)<br />

Porrajmos, significa grande<br />

divoramento. È il nome dato<br />

allo sterminio di<br />

rom e sinti.<br />

Tra il 1939 e il 1945 vennero<br />

uccisi oltre 500.000 zingari,<br />

vittime del<br />

nazionalsocialismo. La storia<br />

della deportazione e dello<br />

sterminio degli<br />

zingari è una storia dimenticata:<br />

ancora oggi la documentazione<br />

è<br />

frammentaria e lacunosa.<br />

Eppure la persecuzione<br />

degli zingari in epoca<br />

nazista è l'unica, oltre a<br />

quella ebraica, dettata da<br />

motivazioni<br />

esclusivamente razziali:<br />

proprio come gli ebrei, infatti,<br />

gli zingari<br />

furono perseguitati e uccisi<br />

in quanto «razza inferiore».<br />

E anche il<br />

regime fascista di Mussolini<br />

diede il suo "contributo".<br />

Nel maggio del 1944 nell'imminenza<br />

della liquidazione<br />

del "settore<br />

zingari" ad Auschwitz , i<br />

4.000 nomadi sopravvissuti<br />

resistettero , a mani<br />

nude , con coltelli improvvisati<br />

, le donne , le madri<br />

in prima fila a<br />

proteggere i bambini.<br />

Una delle rarissime rivolte<br />

in un campo di sterminio ,<br />

l'unica ad avere<br />

successo, perché l'operazione<br />

nazista fu interrotta.<br />

Qualche mese dopo un migliaio<br />

di nomadi fu trasferito<br />

a Buchenwald ,<br />

eliminato , la capacità di<br />

resistenza totalmente indebolita<br />

, tutti i rom<br />

passati per il camino del<br />

forno crematorio n° 5.<br />

Ne abbiamo parlato con<br />

Paolo Finzi della rivista A,<br />

che ha editato "A<br />

forza di essere vento", un<br />

cd con libretto dedicato allo<br />

sterminio di rom<br />

e sinti.<br />

Ascolta l’intervista a Blackout:<br />

http://<br />

radioblackout.org/<strong>2012</strong>/01/lamemoria-che-non-ce-losterminio-di-rom-e-sinti/<br />

LA MEMORIA AB-<br />

BANDONATA<br />

SINTI, ANARCHICI,<br />

COMUNISTI, OMO-<br />

SESSUALI, ROM E<br />

DISABILI<br />

I DIMENTICATI CHE NON<br />

DIMENTICHIAMO<br />

VENERDI' 27 GENNAIO<br />

PRESSO IL CIRCOLO BER-<br />

NERI IN VIA DON MINZONI<br />

1/D<br />

ALLE ORE 20 APERITI-<br />

VO ANTIFASCISTA E AN-<br />

TIRAZZISTA<br />

ALLE ORE 21 DIBATTI-<br />

TO CON<br />

RENATO BUSARELLO<br />

“I triangoli rosa e neri: la<br />

persecuzione nazi-fascista<br />

di omosessuali e lesbiche<br />

dal silenzio alla memoria<br />

condivisa”<br />

ANTONIO SENTA<br />

“Italiani brutta gente. I crimini<br />

di guerra nei Balcani<br />

1940-1943”<br />

PAOLA TREVISAN<br />

“L’internamento degli<br />

“zingari” nell’Italia fascista”<br />

La giornata della memoria,<br />

che in tutto il mondo celebra<br />

l'anniversario dell'ingresso<br />

nel campo<br />

di concentramento<br />

di Auschwitz,<br />

non<br />

può che legarsi<br />

al ricordo indelebile<br />

dei treni<br />

che per anni<br />

hanno trasportato<br />

ebrei, sinti,<br />

rom, omosessuali,<br />

politici,<br />

6<br />

malati di mente... verso lo<br />

sterminio.<br />

Una memoria, la nostra,<br />

che si estende a deportazioni,<br />

repressioni e genocidi<br />

di tutte le epoche.<br />

Ma per conferire alla memoria<br />

un valore presente,<br />

vogliamo ricordare la storia<br />

che, col tentativo di tacere<br />

le responsabilità, viene forzosamente<br />

ignorata dalle<br />

commemorazioni ufficiali e<br />

istituzionali. Non si può<br />

allora non pensare alla<br />

guerra di Libia ancora in<br />

corso, alla responsabilità<br />

diplomatiche e militari dello<br />

stato italiano nella guerra<br />

dell’Ex Jugoslavia, ai<br />

campi nomadi ancora presenti<br />

sul nostro territorio e<br />

ai sempre più numerosi<br />

attacchi a omosessuali,<br />

lesbiche e transgender.<br />

Invitiamo tutti a partecipare<br />

e a ricordare tutti coloro<br />

che rappresentarono una<br />

radicale opposizione all’autoritarismo<br />

ed al nazifascismo,<br />

individuato fin dalla<br />

sua nascita come l'espressione<br />

precisa della borghesia<br />

tedesca che puntò a<br />

costruire un grande polo<br />

totalitario nell'Europa intera.<br />

per ricordare le vittime ed i<br />

combattenti per la libertà<br />

con:<br />

Federazione Rom e Sinti<br />

insieme, <strong>FAI</strong> Reggiana,<br />

Associazione Them Romanò<br />

onlus, Collettivo<br />

R60, Forum dei Cittadini.


(Continua da pagina 1)<br />

Ecco le news settimanali<br />

del Comidad: chi volesse<br />

consultare le news precedenti,<br />

può reperirle sul sito<br />

http://www.comidad.org/<br />

sotto la voce<br />

"Commentario".<br />

A CHI LA NIGERIA? A<br />

GOLDMAN SACHS<br />

Si è stabilita una nuova<br />

moda, per la quale ogni<br />

personalità politica o istituzionale<br />

deve condire i suoi<br />

discorsi con inesorabili denunce<br />

dello strapotere della<br />

finanza globale, che, da<br />

"servizio nei confronti della<br />

produzione", è diventata<br />

scopo in sé e funzione primaria.<br />

Una volta pronunciata<br />

l'astratta denuncia, si<br />

può tornare tranquillamente<br />

ad obbedire alle banche.<br />

Il caso più clamoroso di<br />

questa schizofrenia, è dato<br />

dalla questione dell'inserimento<br />

dell'obbligo del pareggio<br />

di bilancio nella Costituzione.<br />

Strano che nessun<br />

costituzionalista abbia<br />

sentito il bisogno di chiarire<br />

che una tale norma è di<br />

per sé incostituzionale, poiché<br />

uno Stato che accetti<br />

di trasformare il pareggio di<br />

bilancio da scelta politica<br />

in norma vincolante, si<br />

consegna in ostaggio ai<br />

propri creditori. Tanto vale<br />

affermare chiaramente che<br />

la sovranità appartiene alle<br />

banche.<br />

Ma la contraddizione non è<br />

solo tra il dire ed il fare, è<br />

anche interna al discorso.<br />

Persino Mario Monti, durante<br />

la trasmissione "Che<br />

tempo che fa" ha recitato la<br />

sua litania sulla necessità<br />

di ridimensionare il potere<br />

della finanza, senza però<br />

chiarire come si sia stabilito<br />

questo potere, e che cosa<br />

abbia indotto i governi a<br />

compiere le scelte che hanno<br />

finanziarizzato tutte le<br />

relazioni economiche e sociali.<br />

Ma forse Monti non<br />

aveva bisogno<br />

di dirlo,<br />

dato<br />

che è proprio<br />

lui uno<br />

dei<br />

maggiori<br />

rappresentanti<br />

di<br />

quel lobbyingbancario<br />

che si<br />

è insinuato<br />

in ogni ambito<br />

delle<br />

istituzioni.<br />

Non è affatto<br />

dimostrato che il governo<br />

del Tanghero di Arcore<br />

sia stato abbattuto da<br />

una trama della finanza<br />

globale, né si comprenderebbe<br />

il motivo di tanto<br />

sforzo; mentre è invece dimostrabilissimo<br />

che dal<br />

1994 tutti i governi italiani<br />

siano stati sotto il controllo<br />

diretto di poteri finanziari<br />

internazionali. Ci si riferisce,<br />

tanto per iniziare,<br />

a Lamberto Dini, del Fondo<br />

Monetario Internazionale,<br />

che fu ministro del Tesoro<br />

del primo governo<br />

Berlusconi, e poi egli stesso<br />

Presidente del Consiglio.<br />

Poi basta scorrere i nomi di<br />

Romano Prodi, Gianni Letta<br />

e Mario Monti, tutti e tre<br />

consulenti di Goldman<br />

Sachs; ancora si può ricordare<br />

Mario Draghi, anche<br />

lui di Goldman Sachs, nominato<br />

governatore della<br />

Banca d'Italia dal secondo<br />

governo Berlusconi. Ed infine<br />

una citazione anche<br />

per Giuliano Amato, il quale,<br />

a posteriori, ci ha rivelato<br />

il suo legame con Deutsche<br />

Bank.<br />

La forza del lobbying delle<br />

multinazionali non consiste<br />

nella strategia, nella pianificazione<br />

o nella lungimiranza,<br />

ma semplicemente<br />

nella onnipresenza e sulla<br />

ripetitività dello schema,<br />

per cui può cambiare l'ordine<br />

dei fattori, ma il pro-<br />

8<br />

dotto non cambia. Lo schema<br />

coloniale si applica indifferentemente<br />

a tutti i<br />

Paesi, e senza troppe varianti.<br />

Niente di strano<br />

quindi che anche uno Stato<br />

africano come la Nigeria,<br />

nel marzo del 2010, si sia<br />

adeguato alla disciplina<br />

lobbistica, inserendo nel<br />

governo un esponente di<br />

Goldman Sachs. La Nigeria<br />

è vicina.[1]<br />

La notizia che Goldman<br />

Sachs abbia occupato anche<br />

il governo nigeriano,<br />

quindi non costituisce uno<br />

scoop; anzi sarebbe uno<br />

scoop la notizia contraria.<br />

Nulla di strano neppure<br />

nella notizia che Robert<br />

Zoellick, ex vicepresidente<br />

di Goldman Sachs, ex vicesegretario<br />

di Stato con<br />

Bush, ed attualmente presidente<br />

del Gruppo Banca<br />

Mondiale, abbia espresso<br />

apprezzamento per il fatto<br />

che, nel luglio 2011, la direttrice<br />

generale della Banca<br />

Mondiale, Ngozi Okonjo-<br />

Iweala, sia tornata a far<br />

parte del governo nigeriano<br />

in qualità di ministro delle<br />

Finanze. La notizia è sul<br />

sito della Banca Mondiale.<br />

[2]<br />

Quindi non bastava Goldman<br />

Sachs, ci voleva anche<br />

quell'altra sua longa<br />

manus che è la Banca<br />

Mondiale. Appena arrivata,<br />

Okonjo-Iweala ha messo


(Continua da pagina 8)<br />

sotto ricatto il governo presentando<br />

una lettera di dimissioni,<br />

che poi deve essere<br />

stata ritirata, dato che<br />

risulta ancora lei il ministro<br />

delle Finanze in carica.<br />

Nella lettera Okonjo-Iweala<br />

consigliava al governo di<br />

raccomandarsi a Dio. Molto<br />

professionale.[3]<br />

Oggi la Nigeria è sulle prime<br />

pagine dei quotidiani<br />

per la vicenda delle aggressioni<br />

islamiche nei confronti<br />

dei cristiani; ma nel 200-<br />

8, la notizia era che la Nigeria<br />

si trovava nel pieno di<br />

un disastro ecologico nel<br />

delta del fiume Niger, provocato<br />

dalla multinazionale<br />

Exxon. Ma il Delta del Niger<br />

è una zona troppo<br />

ghiotta per le corporation e<br />

non manca nessuno: Total<br />

ed Eni, Exxon-Mobil, Shell,<br />

Chevron-Texaco, StatOil, e<br />

naturalmente BP. La maggior<br />

parte del petrolio nigeriano<br />

va a finire negli USA;<br />

le immense riserve di gas<br />

del paese sono state bruciate<br />

con trivellazioni maldestre<br />

ed esplosioni che<br />

hanno devastato il paese.<br />

Secondo stime approssimate<br />

per difetto, più di 400<br />

milioni di litri di petrolio<br />

sono finiti nel delta. La manutenzione<br />

degli impianti è<br />

fatta in economia; così,<br />

quando ci sono delle perdite,<br />

le compagnie se la cavano<br />

parlando di sabotaggio.<br />

Tutte le corporation assoldano<br />

truppe paramilitari<br />

che, con la scusa di difendere<br />

gli impianti dai sabotaggi,<br />

aggrediscono la popolazione<br />

in modo sistematico;<br />

villaggi di migliaia di<br />

persone sono stati costretti<br />

alla fuga dai mercenari.[4]<br />

La popolazione nigeriana,<br />

stimata in centocinquantacinque<br />

milioni di abitanti, è<br />

costretta a vivere nella miseria,<br />

mentre la Nigeria è<br />

l'ottavo o nono paese esportatore<br />

al mondo di pe-<br />

trolio. Uno dei disastri ambientali<br />

più recenti è stato<br />

provocato dalla Shell, i cui<br />

manager hanno attribuito<br />

la rottura di alcune tubature<br />

ai "ladri" (forse era un<br />

velato riferimento a se stessi).<br />

L'altra notizia era che le<br />

autorità nigeriane non riuscivano<br />

ad assumere alcun<br />

provvedimento per controllare<br />

l'estrazione del petrolio,<br />

e ciò a causa dell'attività<br />

di lobbying della British<br />

Petroleum.[5]<br />

Il governo nigeriano ha preso<br />

invece altri provvedimenti,<br />

oltre quelli di imbarcare<br />

Goldman Sachs e<br />

Banca Mondiale nel governo.<br />

Va registrata infatti l'istituzione<br />

di un fondo federale<br />

per far fronte alla volatilità<br />

dei prezzi del petrolio;<br />

attorno a queste risorse<br />

finanziarie si è scatenato il<br />

lobbying di Goldman Sachs<br />

e di JP Morgan per ottenere<br />

la concessione della gestione<br />

del fondo. La stampa<br />

africana ne ha diffuso con<br />

preoccupazione la notizia,<br />

sottolineando le resistenze<br />

che questa prospettiva aveva<br />

suscitato in Nigeria nell'ottobre<br />

dello scorso anno.<br />

[6]<br />

L'altra misura assunta dal<br />

governo, anzi direttamente<br />

dal ministro delle Finanze<br />

Okonjo-Iweala, è molto<br />

"montiana"; riguarda infatti<br />

l'aumento del prezzo dei<br />

carburanti, che sta causando<br />

in Nigeria un movimento<br />

di protesta sindacale<br />

molto acceso ed esteso.<br />

Sulla questione il ministro<br />

delle Finanze ha concesso<br />

un'intervista ad Al Jazeera.<br />

[7]<br />

Solo che adesso, a proposito<br />

della Nigeria, non si parla<br />

più di disastri ecologici<br />

causati dalla Exxon o dalla<br />

Shell, né del lobbying di<br />

BP, Goldman Sachs e JP<br />

Morgan, né del protettorato<br />

imposto dalla Banca Mon-<br />

9<br />

diale, e neppure del grande<br />

movimento di protesta sindacale,<br />

ma della guerra<br />

civile fra musulmani e cristiani,<br />

e di prospettiva di<br />

secessione del Paese tra<br />

sud cristiano e nord islamico.<br />

Tutto questo lobbying e<br />

l'invio di un'emissaria di<br />

Zoellick, chissà perché,<br />

non hanno portato bene<br />

alla Nigeria. Del resto, che<br />

c'è di meglio di un conflitto<br />

etnico-religioso per neutralizzare<br />

un movimento di<br />

protesta sindacale?<br />

L'indispensabile complemento<br />

del lobbying è infatti<br />

la psywar, la guerra psicologica:<br />

non basta infiltrare<br />

un Paese, bisogna confondergli<br />

le idee creandogli<br />

falsi nemici. Guarda caso,<br />

la CIA aveva previsto che le<br />

cose non sarebbero andate<br />

bene per la Nigeria. Cinque<br />

anni fa, un rapporto della<br />

CIA profetizzava che la Nigeria<br />

non aveva più di dieci<br />

anni di vita come Stato unitario.<br />

Anche questa notizia<br />

è stata ripresa dalla<br />

stampa africana in questi<br />

giorni di guerra civile in<br />

Nigeria.[8]<br />

Ovviamente il rapporto della<br />

CIA aveva un mero scopo<br />

scientifico, e non sarebbe<br />

lecito sospettare di nessuna<br />

azione della stessa CIA<br />

nel fomentare la guerra<br />

civile in Nigeria. Neppure è<br />

concesso ipotizzare che tutti<br />

quei mercenari al servizio<br />

delle multinazionali abbiano<br />

qualcosa a che vedere<br />

con le aggressioni.


(Continua da pagina 1)<br />

CONVERSAZIONI ALL’AR-<br />

CHIVIO<br />

sabato 11 febbraio <strong>2012</strong><br />

ore 17,00<br />

Archivio Storico della <strong>FAI</strong><br />

Via F.lli Bandiera, 19<br />

cortile interno, entrata dal<br />

parcheggio dell’ “Ospedale<br />

Vecchio”<br />

Quando ero “la Dada<br />

coi baffi” Educare e<br />

autoeducarsi<br />

Le maestre in genere erano<br />

(e sono) donne, ma questa<br />

volta aveva i baffi.<br />

Ed era anarchico.<br />

Conversazione con Andrea<br />

Papi<br />

autore del libro edito dalle<br />

Edizioni La Fiaccola, 2011<br />

Andrea Papi racconta la<br />

sua esperienza di educatore,<br />

al nido prima e poi nella<br />

scuola d’infanzia.<br />

Un'occasione per riflettere<br />

insieme sull’educazione dei<br />

nostri figli a partire<br />

dal racconto di una vita di<br />

lavoro, di un esperienza<br />

umana e professionale<br />

insolita ma straordinaria,<br />

rara nel nostro paese maschilista:<br />

il primo<br />

insegnante uomo in Italia<br />

in un asilo nido all'inizio<br />

degli anni '70.<br />

La “dada coi baffi” è uno<br />

dei nomi con cui i bambini<br />

del nido chiamavano il<br />

loro maestro Andrea e, oltre<br />

ad essere appellativo<br />

particolarmente simpatico<br />

e<br />

comunicativo, unisce in<br />

modo emblematico ed effi-<br />

cace due caratteristiche<br />

fondamentali che hanno<br />

distinto Andrea Papi durante<br />

la sua carriera<br />

professionale: essere l’unico<br />

insegnante, ossia dado,<br />

maschio all’interno dei<br />

nidi di Forlì.<br />

Andrea Papi, anarchico,<br />

collaboratore di “A-Rivista<br />

anarchica” e diverse altre<br />

pubblicazioni anarchiche e<br />

libertarie, oltre che autore<br />

di altri libri tra cui<br />

“Per un nuovo umanesimo<br />

anarchico” (Zero in condotta,<br />

2009).<br />

Archivio Storico della Federazione<br />

Anarchica Italiana<br />

Gruppo Studi Sociali Errico<br />

Malatesta<br />

Gruppo Primo Bassi<br />

Circolo Peace Maker<br />

Fip. Via F.lli Bandiera 19<br />

Imola febbraio <strong>2012</strong><br />

UNDERGROUND<br />

Spazio anarchico<br />

Via Furietti, 12/b<br />

Bergamo (Malpensata)<br />

underground@inventati.org<br />

http://<br />

underground.noblogs.org<br />

Dal prossimo venerdì 27<br />

gennaio, iniziamo una<br />

serie di proiezioni che si<br />

10<br />

protrarranno fino al mese<br />

di Marzo.<br />

Le proiezioni inizieranno<br />

dalle ore 21,30.<br />

GENNAIO<br />

Venerdì 27: TUTTI PER<br />

UNO (2010, Romain Goupil)<br />

Una ragazzina cecena viene<br />

“adottata” da una famiglia<br />

francese per evitare che sia<br />

presa dalla polizia ed espulsa<br />

dalla Francia perchè<br />

sprovvista di permesso<br />

di soggiorno…<br />

Uno sguardo infantile tenero<br />

e suadente sulle politiche<br />

di immigrazione francese;<br />

FEBBRAIO<br />

Venerdì 2:<br />

WELCOME (2009, Philippe<br />

Riorel)<br />

Bilal, giovane curdo, ha<br />

lasciato il suo paese alla<br />

volta di Calais, dove sogna<br />

d’imbarcarsi per l’Inghilterra.<br />

Qui incontra Simone…<br />

Storie di vita e di amicizia<br />

nella Francia contemporanea;<br />

Giovedì 10: LA VENERE<br />

NERA (2010, Abdel Kechiche)<br />

Storia di razzismo nell’Europa<br />

coloniale di inizio<br />

’800. La Venere Ottentotta<br />

racconta la violenza dello<br />

sguardo e la schiavitù dello<br />

spettacolo;


(Continua da pagina 10)<br />

Venerdì 17: FUGA DI<br />

MEZZANOTTE (1978, Alan<br />

Parker)<br />

Tratto da una storia vera in<br />

cui si narra l’inferno di un<br />

americano nelle galere turche;<br />

Venerdì 24: TOM-<br />

BOY (2011, Celine Sciamma)<br />

Laure si trasferisce con la<br />

famiglia durante le vacanze<br />

estive. Approfittando della<br />

distrazione degli adulti si fa<br />

credere maschio dai nuovi<br />

amici.<br />

Il microcosmo dei bambini<br />

visto con tenerezza e acume<br />

ma senza facili semplificazioni<br />

MARZO<br />

Venerdì 2: LA MIA VITA<br />

IN ROSA (1996, Alain Berliner)<br />

ludvic di 7 anni, è convinto<br />

di essere una bambina e<br />

vuole sposare il compagno<br />

di banco Jerome. I genitori<br />

cercano di raddrizzarlo con<br />

ogni mezzo.<br />

Favola per adulti (“vista dal<br />

basso”) e sull’innocenza<br />

violata;<br />

Venerdì 9: LA ROSA<br />

BIANCA (2005, Marc Rothemund)<br />

Gli ultimi giorni di un<br />

gruppo studentesco che si<br />

oppose al nazismo;<br />

Venerdì 16: LA BANDA<br />

BAADER MEINHOF (2008,<br />

Uli Edel)<br />

Viaggio nella lotta armata<br />

della Germania Federale<br />

degli anni 70.<br />

La nascita, le azioni, il processo.<br />

SPAZIO LIBERTARIO<br />

“SOLE e BALENO”<br />

al numero 27 di subb. Valzania<br />

(Cesena), fuori da<br />

Porta Santi spazio.solebaleno@bruttocaratt<br />

ere.org<br />

www.spaziosolebaleno.noblogs.org<br />

FEBBRAIO IN CRISI<br />

DOMENICA 5<br />

ore 21<br />

assemblea organizzativa<br />

dello spazio / porta le tue<br />

idee, mettiti in gioco<br />

DOMENICA 12<br />

ore 20<br />

CENA “LA MISERIA”<br />

benefit per la biblioteca del<br />

“Sole e Baleno”<br />

GIOVEDI' 16<br />

ore 21<br />

“ASPETTANDO LA FINE<br />

DEL MONDO”<br />

serata di uragani: torneo di<br />

“twister” e shottini<br />

ci vogliono tristi e noi... ci<br />

divertiamo!<br />

SABATO 18<br />

ore 10:<br />

LA CRISI: UNA POSSIBILI-<br />

TA’<br />

iniziativa pubblica per le vie<br />

della città<br />

DOMENICA 19<br />

ore 11:<br />

SUI SENTIERI DEI SALICI<br />

brunch e camminatalaboratorio<br />

per i monti alla<br />

ricerca di materiali da intreccio<br />

(per info e prenotazioni<br />

scrivere<br />

a: spazio.solebaleno@brutt<br />

ocarattere.org)<br />

ore 17.30:<br />

seconda assemblea organizzativa<br />

dello spazio<br />

11<br />

LUNEDI' 20<br />

dalle 18 alle 20:<br />

DIY: FERRI & UNCINET-<br />

TO parte 1<br />

prenotazioni:<br />

spazio.solebaleno@brutt<br />

ocarattere.org<br />

MARTEDI' 21<br />

ore 20:<br />

buffet vegano<br />

a seguire:<br />

“CULTURE E POTERI” -<br />

presentazione del libro ed<br />

incontro con l’autore S.<br />

Boni<br />

Invadenza del potere negli<br />

Stati a controllo gerarchico e<br />

quotidianità come forma di<br />

sovversione.<br />

SABATO 25<br />

VAL DI SUSA: COR-<br />

TEO CONTRO IL TAV<br />

- pullman da Forlì<br />

(info e dettagli<br />

su: equalrights@inve<br />

ntati.org)<br />

LUNEDI' 27<br />

dalle 18 alle 20:<br />

DIY: FERRI & UNCINET-<br />

TO parte 2<br />

prenotazioni:<br />

spazio.solebaleno@brutt<br />

ocarattere.org<br />

OGNI LUNEDI’, MERCO-<br />

LEDI’ E VENERDI’<br />

dalle 16 alle 19:<br />

apertura fissa, consultazione&prestito<br />

libri


Domenica<br />

5 <strong>Febbraio</strong> 2011<br />

Giornata per l’Educazione Libertaria<br />

Dalle 10 am:<br />

Presentazione della Rete per<br />

l’Educazione Libertaria e di varie<br />

esperienze concrete in ambito<br />

educativo<br />

Pranzo buffet a sottoscrizione<br />

Workshop di approfondimento<br />

Laboratori progettuali<br />

Proiezioni<br />

Sarà attivo uno spazio bimbi autogestito<br />

e un infopoint con materiale per approfondire<br />

Circolo ARCI La Scighera<br />

Via Candiani 131, Milano<br />

Organizza: Collettivo Milanese per l’Educazione Libertaria<br />

Info: educazionelibertariamilano@gmail.com


Giornata per l’Educazione Libertaria<br />

Domenica<br />

5 <strong>Febbraio</strong> 2011<br />

Ore 10 - PRESENTAZIONE RETE PER L’EDUCAZIONE LIBERTARIA<br />

•Maurizio Giannangeli (Rete Educazione Libertaria – Lombardia )<br />

Ore 10,15 - ESPERIENZE EDUCATIVE LIBERTARIE SI<br />

RACCONTANO<br />

*Gabriella Prati (Bologna) e Giulio Spiazzi (Kiskanu – Verona) interagiscono con i partecipanti<br />

condividendo la loro esperienza di educatori in scuole aderenti alla Rete Educazione Libertaria.<br />

*Educatori/trici, studenti/esse, insegnanti e genitori si confrontano a partire dalle loro esperienze e<br />

pratiche in contesti diversi, anche non libertari.<br />

Ore 13 - PRANZO BUFFET A SOTTOSCRIZIONE<br />

Ore 14 – PROIEZIONE ESTRATTI VIDEO<br />

Ore 15 - WORKSHOP<br />

*Approfondimento autogestito dei temi che emergeranno dall’interazione dei partecipanti.<br />

Ore 17 - LABORATORI PROGETTUALI<br />

*Riflessioni sul lavoro della giornata. Prime ipotesi di progetti di educazione libertaria e di autogestione<br />

educativa a Milano e in Lombardia.<br />

Ore 20 – CENA A SOTTOSCRIZIONE<br />

Ore 21 - PROIEZIONE VIDEO<br />

*Documentario “QUANDO LA SCUOLA CAMBIA”di Vittorio de Seta con Mario Lodi, 1978<br />

*Documentario sulla scuola democratica di Hadera (Israele)<br />

Organizza: Collettivo Milanese per l’Educazione Libertaria<br />

Info: educazionelibertariamilano@gmail.com

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