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<strong>Elisa</strong> <strong>Nossa</strong><br />

SINTESI. Modelli di governance, strutture proprietarie e<br />

fondamentali d'impresa: evidenze empiriche nelle non quotate in<br />

Italia<br />

Sintesi dalla tesi discussa nel 2010<br />

Premio Gemelli 2012 per la facoltà di<br />

Scienze Bancarie, Finanziarie e Assicurative<br />

Università Cattolica del Sacro Cuore<br />

Collana “Premio Gemelli” – E-book n. 9<br />

Pubblicato il 30 aprile 2013


Messaggio del Magnifico Rettore<br />

Sono davvero lieto di presentare questa pubblicazione della<br />

collana “Premio Gemelli”, edita da Vita e Pensiero in<br />

collaborazione con l’Associazione degli Alumni dell’Ateneo. Si<br />

tratta di un’iniziativa destinata ad accrescere il prestigio del<br />

Premio che l’Associazione conferisce ai migliori laureati di<br />

ciascun anno accademico.<br />

E’ quindi di particolare significato il fatto che questa Collana<br />

nasca proprio nel momento in cui il Premio svolta l’angolo del<br />

mezzo secolo, entrando nel 51° anno di vita. La tradizione è la<br />

sostanza che alimenta il significato simbolico di un<br />

riconoscimento al merito come il nostro Premio. Ma la tradizione<br />

non è monotona reiterazione di un rito identico a sé stesso, bensì<br />

capacità di rendere vivo e attuale il passato adeguandolo ai<br />

mutamenti del presente. In questo senso, appare particolarmente<br />

felice la scelta della pubblicazione degli elaborati dei vincitori<br />

del Premio in forma esclusivamente digitale.<br />

La pubblicazione delle parti più significative delle dissertazioni<br />

dei nostri neo-dottori “eccellenti” rappresenta un modo originale<br />

e significativo di valorizzare l’impegno che essi hanno profuso<br />

negli anni di studio presso la nostra Università, rendendo<br />

pubblicamente accessibili i risultati del loro primo impegno di<br />

ricerca.<br />

Questi lavori testimoniano la crescita, in termini di conoscenze<br />

specifiche e di maturazione culturale, conseguita dai nostri<br />

laureati, alla quale l’Ateneo ha l’ambizione di aver contribuito<br />

negli anni impegnativi ma, si auspica, proficui dei loro studi.<br />

La pubblicazione di questi lavori è anche una vetrina che dà<br />

lustro all’Ateneo stesso, attraverso l’esibizione orgogliosa dei<br />

frutti forse ancora acerbi, ma certamente preziosi, dell’attività<br />

educativa.


Ai promotori di questo progetto va, dunque, il sincero<br />

apprezzamento per avere arricchito di un nuovo strumento quel<br />

particolare e fecondo “laboratorio di idee” che è la nostra<br />

Università, al quale si unisce l’augurio che venga accolto come<br />

un incoraggiamento a proseguire con impegno un percorso<br />

formativo e professionale che, dopo aver tagliato un importante<br />

traguardo con il conseguimento della laurea, si volge ora verso<br />

altre importanti mete.<br />

Grazie a questo impegno gli anni passati in Università – a<br />

maggior ragione se resi attuali e vivi come Alumni associati alla<br />

“Necchi” – possono costituire per ciascuno un patrimonio da<br />

spendere per il bene proprio e di tutti.<br />

Franco Anelli


Introduzione del Presidente dell’Associazione Necchi<br />

È con grande soddisfazione che, a partire dalla fine del 2012,<br />

abbiamo dato l’avvio alle pubblicazioni degli “E-book Gemelli”<br />

in collaborazione con l’editrice “Vita e Pensiero” e la<br />

graditissima adesione all’iniziativa del Rettorato del nostro<br />

Ateneo, nella persona del Magnifico Rettore, prof. Franco Anelli.<br />

Questi e-book rappresentano una tra le innovazioni compiute nel<br />

corso dell’anno dall’Associazione Necchi nella sua opera a<br />

favore degli Alumni della nostra Università, con una particolare<br />

attenzione ai neolaureati e a chi è a cavallo tra il tempo dello<br />

studio e la prospettiva o l’esperienza iniziale del lavoro.<br />

Questo, lo sappiamo bene, è un riconoscimento simbolico, ma<br />

con un messaggio chiaro: noi supportiamo il merito, sosteniamo<br />

l’impegno, valorizziamo il risultato, promuoviamo l’integrità<br />

professionale di cui il risultato accademico eccellente deve essere<br />

il primo passo.<br />

Mentre ci approssimiamo ad una nuova edizione del “Premio”<br />

che fornirà nuovi lavori per continuare questa collana, voglio<br />

cogliere in questa iniziativa condivisa un auspicio sia per il<br />

futuro personale e professionale dei giovani neolaureati insigniti<br />

del “premio Gemelli”, sia per ciascuno di noi: possa la<br />

consapevolezza dei talenti di ciascuno mostrarci sempre più<br />

quante maggiori cose possiamo realizzare insieme.<br />

Carlo Assi


Prefazione del docente relatore<br />

La letteratura economico-aziendale nazionale ed internazionale<br />

ha da sempre dedicato grande attenzione al tema degli assetti di<br />

governo delle imprese. Gli studi teorici ed empirici degli ultimi<br />

venti anni sembrano aver ampiamente indagato le relazioni<br />

esistenti tra sistemi di governance e performance aziendali, con<br />

una specifica attenzione al mondo delle società quotate,<br />

trascurando invece aspetti empirici in tema di costi degli organi<br />

di amministrazione e controllo all’interno dei diversi sistemi di<br />

governance, in particolare relativi al mondo delle società non<br />

quotate. Il tema, che si colloca nell’ambito degli studi in tema di<br />

corporate governance, appare interessante, in particolar modo,<br />

per l’Italia, anche a causa della relativamente recente<br />

introduzione dei sistemi di amministrazione e controllo<br />

alternativi, avvenuta nel 2004. La scelta di analizzare l’universo<br />

delle imprese italiane non quotate anziché quello delle quotate<br />

rappresenta quindi un punto di interesse di tale ricerca. Inoltre, la<br />

scelta di porre a confronto i costi degli organi all’interno dei<br />

diversi sistemi di governance in ambito nazionale rappresenta un<br />

approccio innovativo al tema, non avendo riscontrato ad oggi<br />

nessun altro studio che abbia indagato tali differenze.<br />

Prof. Carlo Bellavite Pellegrini


Modelli di governance, strutture proprietarie e fondamentali<br />

d'impresa: evidenze empiriche nelle non quotate in Italia<br />

La scelta di questo lavoro di ricerca è determinata dall’attualità<br />

del tema “corporate governance”, contraddistinto da un recente<br />

iter legislativo che ne ha rimodellato la disciplina e dalla forte<br />

connotazione strategica che la corporate governance assume, in<br />

quanto strumento per massimizzare l’efficienza della gestione<br />

aziendale e per ottimizzare la performance societaria. La<br />

Riforma Vietti, che ha innovato la governance delle società per<br />

azioni introducendo i modelli dualistico e monistico, ha<br />

costituito, all'interno del filone di studi di Law and Economics,<br />

un'occasione di verifica empirica circa l'efficacia di queste nuove<br />

"libertà" concesse dal Legislatore. La ricerca intende perseguire<br />

due obiettivi: verificare se le imprese che hanno adottato un<br />

sistema alternativo, possano essere identificate in termini<br />

dimensionali, di indicatori economici e finanziari e struttura<br />

proprietaria ed esaminare se alcune di queste caratteristiche siano<br />

determinanti nella scelta dell'adozione di un modello alternativo.<br />

Viene analizzato l'universo delle società italiane che hanno<br />

adottato nell'anno 2008 un sistema di governance alternativo<br />

rispetto alle società che hanno mantenuto il sistema tradizionale,<br />

focalizzandosi sulle società per azioni e società per azioni a socio<br />

unico non quotate. Tale scelta riflette le peculiarità del nostro<br />

sistema economico-produttivo e rappresenta un'indagine<br />

innovativa, poiché la governance delle S.p.A. non quotate risulta<br />

essere un terreno di ricerca per gran parte ancora inesplorato. Il<br />

dataset realizzato considera l'universo delle società per azioni<br />

che hanno adottato, al 31/12/2008, un sistema di governance<br />

alternativo, composto da 276 unità, di cui 147 monistiche e 129<br />

dualistiche. Inoltre, al fine di implementare un'analisi<br />

econometrica, è stato costruito un campione di controllo<br />

costituito da 500 società che hanno mantenuto il sistema


tradizionale. Tale popolazione è stata ottenuta dal sistema<br />

informativo delle Camere di Commercio, catalogando tutte le<br />

imprese che al 31/12/2008 risultano avere un modello di<br />

governance tradizionale. Il campione di controllo è stato creato<br />

estraendo dal database AIDA l'intera popolazione di S.p.A. e<br />

S.p.A. a socio unico al 31/12/2008. Per individuare le 500 società<br />

costituenti il campione di controllo, è stato effettuato un<br />

campionamento casuale su suddetta popolazione, utilizzando un<br />

metodo di stratificazione basato su due criteri: l'ubicazione della<br />

sede legale e la dimensione. La ricerca fornisce i risultati delle<br />

statistiche descrittive del campione d'analisi, al fine di verificare<br />

l'eventuale presenza di differenze rilevanti fra i tre sistemi di<br />

governance. Considerando l'ubicazione della sede legale, si<br />

riscontra la più alta presenza di società nel Nord Ovest e la più<br />

bassa nel Sud-Isole. Riguardo le società che hanno adottato i<br />

sistemi alternativi, si registra come il 48% delle società<br />

monistiche e il 50% di quelle dualistiche siano ubicate nel Nord<br />

Ovest. Tale evidenza sottolinea come le regioni economicamente<br />

più avanzate siano state particolarmente ricettive rispetto al resto<br />

del Paese a cogliere le possibilità derivanti dai nuovi sistemi.<br />

Riguardo l'attività economica, considerando l'intero campione, si<br />

nota una prevalenza di imprese operanti nella fabbricazione di<br />

prodotti industriali (30%), nella produzione di beni di consumo<br />

(23%) e nel settore finanziario (18%). Questi risultati trovano il<br />

medesimo riscontro anche per i sistemi alternativi. Analizzando<br />

alcune voci di bilancio che forniscono una proxy della<br />

dimensione, si nota che i sistemi alternativi sono adottati<br />

principalmente da imprese di dimensioni minori. In particolare,<br />

le società monistiche presentano, in mediana, valori più alti<br />

rispetto alle società dualistiche in termini di valore della<br />

produzione, utile d'esercizio, patrimonio netto, valore dell'attivo,<br />

debiti e numero di dipendenti. Analizzando la redditività, le<br />

società dualistiche registrano la performance più bassa in termini


di ROE, con un valore pari a 0,93%, seguite dalle tradizionali<br />

con l'1,77% e dalle monistiche con il 2,11%. La mediana del<br />

ROA dell'intero campione è pari a 0,43%. I valori più bassi di<br />

tale indice si riscontrano nelle società dualistiche, con la mediana<br />

pari a 0,09%, seguite dalle tradizionali e dalle monistiche. Non si<br />

ha evidenza, invece, di particolari differenze nel livello di<br />

indebitamento delle società. Le società con sistema alternativo<br />

rilevano inoltre una struttura proprietaria più concentrata:<br />

considerando le mediane, le società dualistiche mostrano una<br />

percentuale di possesso del primo azionista pari al 79%, seguite<br />

dalle monistiche con il 68% e dalle tradizionali con il 62%. Per<br />

quanto riguarda la tipologia di soci, i valori delle mediane<br />

indicano una prevalenza dei soci "persona fisica", ad eccezione<br />

delle società dualistiche. Le società dualistiche sono inoltre<br />

maggiormente sottoposte a direzione e coordinamento, con una<br />

percentuale pari al 34%. L'analisi empirica è così suddivisa: nella<br />

prima parte, si analizzano con un modello di regressione logit le<br />

determinanti della scelta dell'adozione di un sistema alternativo,<br />

invece di mantenere il sistema tradizionale; nella seconda parte si<br />

analizzano con un modello logistico multinomiale le probabilità<br />

di collocarsi specificatamente in uno dei sistemi alternativi<br />

monistico o dualistico, rispetto alla probabilità di mantenere il<br />

sistema tradizionale. Le variabili esplicative considerate sono<br />

due variabili di size, il fatturato e il patrimonio netto, un indice<br />

di redditività, il ROA e un indice di indebitamento, il leverage.<br />

Si considera inoltre una serie di variabili di "corporate<br />

governance": la percentuale di possesso dei primi due azionisti,<br />

anziché solamente dell'azionista di maggioranza, in modo da<br />

poter inserire nei modelli una dummy, che consenta di studiare<br />

separatamente le S.p.A. a socio unico. Si inserisce poi una<br />

variabile che distingua le società in base alla tipologia dei<br />

soggetti portatori del capitale di rischio, ossia l'incidenza<br />

percentuale dei soci "persona fisica". Si considera infine una


dummy che distingua se una società è soggetta alla direzione e al<br />

coordinamento da parte di un'altra, quale proxy del grado di<br />

autonomia decisionale. La variabile dipendente è il sistema di<br />

governance adottato nel 2008. Le variabili esplicative sono<br />

impiegate in due modalità: il Modello 1 include esclusivamente<br />

variabili di bilancio, mentre il Modello 2 aggiunge, rispetto al<br />

Modello 1, le variabili di governance. Entrambi i modelli di<br />

regressione forniscono evidenza di come le variabili esplicative<br />

costituite da voci e indici di bilancio non bastino da sole a<br />

spiegare il fenomeno indagato. L'aggiunta di variabili di<br />

corporate governance riduce la significatività delle variabili di<br />

bilancio e incrementa il potere esplicativo dei modelli, fornendo i<br />

seguenti risultati: il modello logit mostra che, tra le variabili di<br />

bilancio, solo il fatturato e il ROA sono statisticamente<br />

significative e sono entrambe negativamente connesse alla scelta<br />

di un sistema alternativo, rilevando che le società con la miglior<br />

performance in termini di fatturato e redditività dell'attivo<br />

mantengono con maggiore probabilità il sistema tradizionale.<br />

Considerando le variabili di governance, il possesso dei primi<br />

due azionisti e l'incidenza percentuale dei soci "persona fisica"<br />

sono entrambe strettamente e negativamente connesse<br />

all'adozione di un sistema alternativo. Le altre variabili<br />

esplicative inserite nel modello non sembrano fornire un<br />

contributo significativo alla scelta tra sistema tradizionale o<br />

alternativo. Il modello logit mostra quali possono essere le<br />

caratteristiche delle società associate al mantenimento del<br />

sistema tradizionale anziché adottare un sistema alternativo.<br />

Si implementa un modello di regressione logistico multinomiale<br />

al fine di comprendere se le differenze nelle caratteristiche delle<br />

società trovate, siano imputabili all'aver optato genericamente<br />

per un sistema alternativo, o ad aver specificamente scelto il<br />

sistema dualistico oppure monistico. Se si considerano solamente<br />

le variabili di bilancio, il potere esplicativo del modello risulta


molto modesto (2,75%). Il modello nella forma completa<br />

fornisce le seguenti evidenze: il fatturato e il ROA risultano<br />

essere statisticamente significative e negativamente associate alla<br />

scelta del sistema dualistico, mentre, tra le variabili di<br />

governance, anche in questo caso risultano fortemente e<br />

negativamente connesse all'adozione del sistema dualistico le<br />

variabili "incidenza percentuale dei soci persona fisica" e<br />

"possesso dei primi due azionisti". Solo il fatturato, invece,<br />

risulta significativo e negativamente correlato alla scelta di<br />

adottare il sistema monistico, anche quando vengono inserite le<br />

variabili di governance. Gli esiti del modello rilevano come le<br />

differenze riscontrate nella scelta tra un sistema alternativo e<br />

tradizionale siano maggiormente imputabili al fatto che la società<br />

opti per il sistema dualistico.<br />

Dall'analisi effettuata sembra emergere che la libertà di scelta fra<br />

tre modelli di governance sia, a distanza di qualche anno<br />

dall'entrata in vigore della Riforma, un insuccesso. Lo scarso<br />

interesse dell’imprenditoria italiana verso i nuovi sistemi può<br />

essere fatto risalire ad almeno due ragioni: da un lato, la<br />

resistenza ad abbandonare uno strumento di governo societario<br />

più che collaudato, insieme con un’approfondita conoscenza dei<br />

profili operativi e legali dell’utilizzo del modello tradizionale e,<br />

dall’altro, la poca dimestichezza, o forse anche la diffidenza, nei<br />

confronti dell’innovativa disciplina dei modelli alternativi. Il<br />

passaggio a modelli innovativi comporta non solo costi di<br />

contrattazione e informazione, ma anche notevoli incertezze<br />

applicative su vari aspetti della Riforma. Questa ricerca,<br />

evidenziando i principali dati economici, finanziari e di struttura<br />

proprietaria delle società per azioni non quotate che hanno<br />

adottato un sistema alternativo, vuole essere un contributo al<br />

dibattito circa l'efficacia della strategia adottata dalle Autorità per<br />

attrarre verso i nuovi modelli di governance le società italiane.


Fonte: Proprie elaborazioni dai dati di Stock View (Infocamere). Analisi effettuate con il software<br />

econometrico Stata (versione 9.2).<br />

<strong>Elisa</strong> <strong>Nossa</strong>


ALUMNI CATTOLICA - Associazione Ludovico Necchi<br />

tel: 02 7234.2414/3<br />

email: ass.necchi@unicatt.it<br />

L’e-book è pubblicato su www.laureaticattolica.it

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