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la pubblicazione sui 120 anni della CDP - Polisportiva San Quirico

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La storia<br />

cammina nel<br />

futuro<br />

dal<strong>la</strong> Società di Mutua Assistenza<br />

fra gli Operai in <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> (1885)<br />

al<strong>la</strong> Associazione Casa del Popolo<br />

Fratelli Taddei (2005)


La storia cammina nel futuro<br />

a cura di:<br />

Luciano Senatori<br />

ricerche iconografiche:<br />

Giancarlo Matteuzzi<br />

si ringraziano tutti coloro che hanno gentilmente<br />

col<strong>la</strong>borato al reperimento delle immagini e al<strong>la</strong> ricostruzione<br />

delle vicende storiche.<br />

si ringraziano inoltre per il sostegno:<br />

progetto grafico e impaginazione:<br />

Francesco Carpi Lapi<br />

stampa:<br />

Genesi Gruppo Editoriale, Città di Castello<br />

© 2005 Associazione Casa del Popolo Fratelli Taddei<br />

Tutti i diritti riservati<br />

I n d i c e<br />

Presentazione<br />

Giov<strong>anni</strong> <strong>San</strong>ti 5<br />

Presidente del<strong>la</strong> “Casa del Popolo Fratelli Taddei”<br />

Saluti, contributi e testimonianze<br />

Leonardo Domenici 11<br />

Sindaco di Firenze<br />

Eugenio Giani 12<br />

Assessore allo Sport e Tempo Libero del Comune di Firenze<br />

Giuseppe D’Eugenio 14<br />

Presidente del Consiglio di Quartiere 4<br />

Eros Cruccolini 16<br />

Presidente del Consiglio Comunale di Firenze<br />

Francesca Chiavacci 18<br />

Presidente ARCI di Firenze<br />

Filippo Fossati 20<br />

Presidente nazionale UISP<br />

Romano Manetti 22<br />

Presidente dell’Humanitas Scandicci<br />

Maurizio De <strong>San</strong>tis 24<br />

Segretario provinciale R.C. di Firenze<br />

L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />

La Casa del Popolo Fratelli Taddei oggi 29<br />

Alessandro Brunetti<br />

Casa del Popolo “Fratelli Taddei”<br />

Le radici ed il percorso storico 43<br />

Luciano Senatori<br />

Centro Studi e Documentazione ARCI Firenze<br />

Le trasformazioni del complesso edilizio 93<br />

Francesco Carpi Lapi<br />

Architetto<br />

I partiti del<strong>la</strong> sinistra a <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> 103<br />

Gianfranco Tomassini – Fabio Caciolli<br />

Otello Dolfi - Alvaro Masi - Patrizio Panichi<br />

D.S. Unità di base “P.P.Pasolini”


Presentazione<br />

Giov<strong>anni</strong> <strong>San</strong>ti<br />

presidente dell’Associazione casa del Popolo Fratelli Taddei<br />

Questa <strong>pubblicazione</strong> rappresenta il tentativo di documentare con un “segno tangibile” il<br />

grande impegno profuso e i molti risultati raggiunti dagli uomini e dalle donne che<br />

hanno “fatto” <strong>la</strong> nostra istituzione nel corso dei centoventi <strong>anni</strong> del<strong>la</strong> sua storia e che <strong>la</strong><br />

“fanno” oggi.<br />

Uomini e donne impegnati a difendere, in passato come oggi, i valori del<strong>la</strong> libertà,<br />

del<strong>la</strong> giustizia e del<strong>la</strong> democrazia su cui è fondata <strong>la</strong> nostra Costituzione Repubblicana, ma anche impegnati<br />

“insieme” a realizzare concretamente nelle attività quotidiane tali valori, costantemente attenti<br />

a rinnovare <strong>la</strong> loro associazione al passare del tempo insieme al<strong>la</strong> storia del nostro paese; a far<strong>la</strong> crescere,<br />

crescendo loro stessi come soggetto politico e sociale, adeguando<strong>la</strong> alle necessità via via emergenti del<strong>la</strong><br />

loro comunità, tra difficoltà e conflitti a volte non semplici, fino a diventare simbolo stesso del<strong>la</strong> comunità<br />

e del quartiere.<br />

Credo, infatti, che <strong>la</strong> storia del<strong>la</strong> nostra Casa del Popolo, <strong>la</strong> cui storia è raccolta in questa <strong>pubblicazione</strong>,<br />

sia un tassello fondamentale del patrimonio del<strong>la</strong> nostra cultura e, in tale senso, sia necessario darle il<br />

ruolo e <strong>la</strong> dignità di una storia importante.<br />

In questo senso voglio ripercorrere anche <strong>la</strong> mia storia. E’ <strong>la</strong> storia, come quel<strong>la</strong> di tanti amici, di chi non<br />

ha potuto studiare da bambino per le difficili condizioni economiche del<strong>la</strong> famiglia di origine (approdata<br />

dal<strong>la</strong> campagna maremmana nel<strong>la</strong> grande città al<strong>la</strong> ricerca di un riscatto economico), ma che, grazie<br />

al<strong>la</strong> sua attività all’interno del<strong>la</strong> Casa del popolo, ha potuto ugualmente maturare una sua cultura; una<br />

cultura fatta soprattutto di esperienza e di impegno civile, ma credo una cultura altrettanto importante.<br />

Quando ho iniziato a frequentare <strong>la</strong> Casa del popolo, tanti <strong>anni</strong> fa, ero ancora un ragazzino; ero un


amante del<strong>la</strong> bicicletta e così mi iscrissi al<strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong> e iniziai <strong>la</strong> mia attività; conobbi il Presidente<br />

di allora Alvaro Masi e tanti altri personaggi con i quali sono cresciuto ed ho condiviso molte esperienze<br />

(tra queste <strong>la</strong> mia gratitudine va soprattutto a Sergio Serm<strong>anni</strong>, segretario del<strong>la</strong> nostra associazione,<br />

stroncato nel 1994 da un infarto durante un raduno ciclistico amatoriale ed esempio di grande generosità<br />

e rispetto degli avversari, nello sport come nel<strong>la</strong> vita). Sono stati <strong>anni</strong> di <strong>la</strong>voro duro e di responsabilità<br />

nei confronti del<strong>la</strong> mia famiglia e dei miei figli, ma <strong>la</strong> Casa del Popolo era il luogo che non solo<br />

mi obbligava a riflettere sul<strong>la</strong> realtà che mi circondava e sul mondo che cambiava, ma mi consentiva di<br />

operare concretamente per migliorare <strong>la</strong> realtà. Oggi sono ormai da molti <strong>anni</strong> il suo Presidente (sono<br />

stato eletto nel 1994 con il novantacinque per cento dei voti) e, guardandomi indietro, credo di aver<br />

realizzato con e per <strong>la</strong> Casa del popolo tantissime cose, cose che quando ho cominciato mi sembravano<br />

impossibili. E continuo ancora ad essere un amante del<strong>la</strong> bicicletta, a peda<strong>la</strong>re come all’inizio per passione<br />

ma anche per portare in giro per il nostro paese con <strong>la</strong> bicicletta messaggi di solidarietà e di pace.<br />

Questo è lo spirito, allora, di questa <strong>pubblicazione</strong>, realizzata con i contributi del Sindaco e dell’Assessore<br />

allo sport e tempo libero del Comune di Firenze, del Presidente del Consiglio di Quartiere, del<strong>la</strong> Presidente<br />

dell’ARCI, del Presidente Nazionale dell’UISP e composta di molte parti.<br />

Alessandro Brunetti descrive le decine d’iniziative ricreative, culturali e sportive che hanno caratterizzato<br />

<strong>la</strong> nostra istituzione e <strong>la</strong> caratterizzano ancora oggi, una sorta di guida al<strong>la</strong> vita del circolo descritta in<br />

modo semplice e che racconta le tante storie ed esperienze dei protagonisti.<br />

La storia cammina nel futuro Presentazione<br />

L’architetto Francesco Carpi Lapi ripercorre le vicende fisiche del<strong>la</strong> Casa del Popolo, dall’anno del<strong>la</strong> sua<br />

inaugurazione ai progetti, alcuni molto ambiziosi, che animano il nostro futuro, ricostruendo allo stesso<br />

tempo le vicende di un contesto territoriale, quello che ospita <strong>la</strong> Casa del popolo, mutato profondamente<br />

negli <strong>anni</strong> del dopoguerra e che ha mutato <strong>la</strong> Casa del Popolo.<br />

Gianfranco Tomassini e Fabio Caciolli hanno ricostruito il rapporto, spesso conflittuale, tra <strong>la</strong> Casa del<br />

Popolo i partiti politici ed i movimenti, dal dopoguerra ad oggi, sottolineando i momenti più difficili e<br />

<strong>la</strong> stretta re<strong>la</strong>zione che esiste tra attività politiche e attività ricreative e culturali.<br />

Infine <strong>la</strong> storia del<strong>la</strong> Società di Mutua Assistenza prima e dell’Associazione casa del popolo F.lli Taddei<br />

dopo, intramezzata dai venti <strong>anni</strong> di associazionismo sotto <strong>la</strong> dittatura fascista. Una storia legata intimamente<br />

al<strong>la</strong> storia sociale del nostro quartiere ricostruita da Luciano Senatori, (che ha anche curato <strong>la</strong><br />

realizzazione del volume), attraverso i pochi documenti reperiti e le preziose testimonianze di coloro che<br />

di questa vicenda ne sono stati i protagonisti. Alcune foto, raccolte e ordinate da Giancarlo Matteuzzi,<br />

arricchiscono i testi e sono anch’esse testimonianza del<strong>la</strong> storia.<br />

Al<strong>la</strong> <strong>pubblicazione</strong> infine si accompagna una mostra nel<strong>la</strong> quale sono state raccolte e riorganizzate alcune<br />

fotografie che documentano luoghi, personaggi e avvenimenti nel corso di questi <strong>120</strong> <strong>anni</strong>.<br />

Voglio infine ringraziare, interpretando il pensiero dei Consiglieri e dei Soci tutti coloro che hanno contribuito<br />

in forme e modi diversi al<strong>la</strong> realizzazione di questa <strong>pubblicazione</strong> e di tutte le iniziative parte<br />

del nostro programma per <strong>la</strong> celebrazione dei <strong>120</strong> <strong>anni</strong> di vita del<strong>la</strong> nostra associazione.


saluti, contributi<br />

e testimonianze


Saluti, contributi e testimonianze<br />

Leonardo domenici<br />

Sindaco di Firenze<br />

La storia del<strong>la</strong> Società di Mutuo Soccorso di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> non è solo <strong>la</strong> storia di una parte importante<br />

del<strong>la</strong> nostra città, ma è un grande patrimonio per tutta Firenze.<br />

Da centoventi <strong>anni</strong> quel<strong>la</strong> che è diventata <strong>la</strong> Casa del Popolo “Fratelli Taddei” è un luogo di<br />

aggregazione e ritrovo, di impegno civile, solidarietà e diritti. Grazie a questi locali e alle persone<br />

che infaticabilmente li animano, un gran numero di cittadini hanno trovato un punto di riferimento<br />

insostituibile sotto il profilo culturale, sociale, sportivo e più semplicemente del tempo libero.<br />

L’aggregazione di donne e uomini sul<strong>la</strong> base di un forte volontariato, ha reso possibile dapprima <strong>la</strong> nascita<br />

e poi via via <strong>la</strong> crescita del<strong>la</strong> Società, che ha saputo rinnovarsi e innovarsi, riuscendo sempre a rispondere a<br />

nuove e diverse esigenze, divenendo ormai da tempo una delle “colonne” dell’associazionismo fiorentino.<br />

Nata come Società di Mutua Assistenza per gli operai di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>, da subito è diventata luogo, non<br />

solo fisico, per le battaglie sindacali e sociali instaurando un legame forte col territorio e con <strong>la</strong> sua gente.<br />

Fondamentale il ruolo nel<strong>la</strong> lotta contro <strong>la</strong> dittatura fascista con molti dei suoi frequentatori protagonisti<br />

del<strong>la</strong> Resistenza e del<strong>la</strong> lotta di Liberazione. Non meno importante l’attività dopo<strong>la</strong>voristica dal<strong>la</strong> quale<br />

sono poi nate molteplici attività con l’unico scopo di migliorare <strong>la</strong> qualità del<strong>la</strong> vita dei cittadini. La sua<br />

funzione e i suoi scopi sono rimasti tali anche ai giorni nostri e per tutti vorrei ricordare <strong>la</strong> funzione di<br />

informazione, luogo di dibattito e confronto <strong>sui</strong> profondi cambiamenti che quel<strong>la</strong> parte del<strong>la</strong> città sta<br />

vivendo.<br />

Vorrei in conclusione di questo mio breve saluto, ringraziare tutte quelle donne e quegli uomini che col loro<br />

impegno e <strong>la</strong> loro partecipazione democratica hanno fatto vivere questa gloriosa Società. Un grazie partico<strong>la</strong>re<br />

a chi ha voluto questa <strong>pubblicazione</strong> e a coloro che hanno contribuito al<strong>la</strong> sua realizzazione.<br />

11


La storia cammina nel futuro<br />

euGenio Giani<br />

Assessore allo Sport e Tempo Libero del Comune di Firenze<br />

S<br />

an <strong>Quirico</strong> a Legnaia costituisce comunità storica nell’area fiorentina e il “popolo” di S. <strong>Quirico</strong><br />

fin dal XV secolo è citato come il riferimento istituzionale di un borgo sviluppatosi presto perché<br />

collocato sul<strong>la</strong> strategica via di collegamento con Pisa ancor oggi nel<strong>la</strong> toponomastica cittadina,<br />

Via Pisana.<br />

S. <strong>Quirico</strong> costituì quindi uno dei centri pulsanti del<strong>la</strong> comunità di Legnaia che fino al 1865 ha rappresentato<br />

un comune autonomo da Firenze con una propria storia di borgo legato all’agricoltura, In partico<strong>la</strong>re<br />

all’orticoltura, con proprie istituzioni. L’intera area di Legnaia fu assorbita istituzionalmente da Firenze<br />

solo con l’al<strong>la</strong>rgamento dei confini successivo al divenire capitale d’Italia nel 1865 e poi progressivamente<br />

nel corso degli <strong>anni</strong> cinquanta del ventesimo secolo affogata dall’urbanizzazione violenta delle nuove<br />

periferie urbane che hanno <strong>la</strong>sciato il contrasto fra le storiche stradine e le partico<strong>la</strong>ri abitazioni terratetto e<br />

i nuovi pa<strong>la</strong>zzi pluripiano che irrompono nel precedente tessuto urbano come avvenuto a S. <strong>Quirico</strong> in via<br />

Baccio da Montelupo o in viale Nenni con le storiche via del Ronco Corto e via del Ronco Lungo. Non vi è<br />

quindi da meravigliarsi se accanto al flusso caotico del traffico ancora oggi emerge come affascinante residuo<br />

di altri tempi il borgo di S. <strong>Quirico</strong> caratterizzato da un iso<strong>la</strong>to che comprende l’antica chiesetta e <strong>la</strong> più<br />

recente edificazione del<strong>la</strong> Casa del Popolo, punti di riferimento per una aggregazione spontanea che ha visto<br />

passare generazioni diverse unite dal richiamo di un’identità territoriale che S. <strong>Quirico</strong> sa esprimere ancora<br />

oggi.<br />

L’Associazione Casa del Popolo Fratelli Taddei di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> è stata per tanti <strong>anni</strong> il luogo di ritrovo<br />

per appassionati di sport, dl biliardo, per <strong>la</strong> ricreazione domenicale attraverso il cinematografo, per tante<br />

manifestazioni popo<strong>la</strong>ri e festeggiare oggi i <strong>120</strong> <strong>anni</strong> dal<strong>la</strong> sua costituzione è <strong>la</strong> dimostrazione del ruolo che<br />

Saluti, contributi e testimonianze<br />

nel<strong>la</strong> storia del<strong>la</strong> comunità questa struttura riesce con continuità a evocare. Anonimi volontari hanno dato<br />

vita in questi <strong>120</strong> <strong>anni</strong> ad una esperienza piena di solidarietà, desiderio di riscatto per <strong>la</strong> gente semplice e<br />

umile, amore per <strong>la</strong> pace e <strong>la</strong> libertà.<br />

Il Presidente Giov<strong>anni</strong> <strong>San</strong>ti nel<strong>la</strong> sua modestia e nel<strong>la</strong> sua passione trascinante è un emblema di queste<br />

persone che hanno speso tanto del loro tempo libero per l’Associazione Casa del Popolo Fratelli Taddei di S.<br />

<strong>Quirico</strong>. Il sottoscritto da “ragazzo di Legnaia” ieri, oggi amministratore pubblico, vuole testimoniare, in<br />

occasione dell’<strong>anni</strong>versario dei <strong>120</strong> <strong>anni</strong> dal<strong>la</strong> fondazione, il grande affetto ed il sentito riconoscimento da<br />

parte dell’amministrazione comunale per il <strong>la</strong>voro che rende ancora quelle mura costruite fra via Pisana e<br />

via Baccio da Montelupo con il sofferto guadagno di tanti operai, contadini, in genere cittadini caratterizzati<br />

da una forte dignità e amore per <strong>la</strong> propria comunità, un punto di riferimento importante per l’intera<br />

città di Firenze.<br />

13


La storia cammina nel futuro<br />

GiuSeppe d’euGenio<br />

Presidente del Consiglio di Quartiere 4<br />

S<br />

e uno dei fondatori del<strong>la</strong> Società di Mutuo Soccorso potesse per ventura aggirarsi nei locali dell’attuale<br />

casa del popolo e se gli venisse, per giunta, <strong>la</strong> voglia di affacciarsi sul quartiere circostante,<br />

certo proverebbe un senso di sbigottimento e di vertigine. Quello che si troverebbe davanti poco o<br />

nul<strong>la</strong> avrebbe da spartire con il borgo di fine ‘800 all’origine di questa storia e anche nel<strong>la</strong> struttura<br />

stessa, nelle sue attività, nei suoi servizi, non sarebbe facile raccapezzarsi.<br />

1885-2005. Fra queste due date si inserisce un’intera fase storica, dalle immense implicazioni sociali, politiche<br />

e culturali. Basta pensare agli snodi che <strong>la</strong> segnano e <strong>la</strong> caratterizzano: l’esplodere delle questione sociale,<br />

<strong>la</strong> nascita del movimento operaio organizzato, <strong>la</strong> prima guerra mondiale e <strong>la</strong> crisi del liberalismo, il ventennio<br />

fascista culminato nel<strong>la</strong> tragedia del secondo conflitto mondiale, <strong>la</strong> ricostruzione e il boom economico,<br />

<strong>la</strong> contestazione del ’68, gli <strong>anni</strong> di piombo del terrorismo, Tangentopoli e <strong>la</strong> crisi del<strong>la</strong> prima Repubblica,<br />

per arrivare ai nostri giorni, drammatico crocevia fra un regime mediatico-plebiscitario e una democrazia<br />

rinnovata nei suoi presupposti e nelle sue forme di partecipazione.<br />

Eppure il brivido di questa vertigine non deve impedirci di cogliere il filo che ha attraversato tutto questo<br />

periodo. Questo filo è <strong>la</strong> capacità di auto-organizzazione dei <strong>la</strong>voratori di questo quartiere, un’attitudine<br />

già efficacemente battezzata nel<strong>la</strong> ragione sociale originaria di questa nostra realtà associativa così tenacemente<br />

custodita nel tempo: Società di Mutuo Soccorso. Associarsi per attenuare il peso del<strong>la</strong> miseria, per<br />

combattere lo sfruttamento, per strappare i servizi che non ci sono, per imparare ad essere cittadini consapevoli;<br />

ma associarsi anche, perché no?, per divertirsi, per praticare <strong>la</strong> gioia dell’attività fisica e dello sport,<br />

per affinare e soddisfare il desiderio di cultura e il piacere estetico di una mostra, di un concerto, di un film.<br />

‘Vogliamo il pane e anche le rose’, affermava lo slogan degli operai americani che proprio negli <strong>anni</strong> Ottanta<br />

Saluti, contributi e testimonianze<br />

del diciannovesimo secolo scendevano in piazza per le otto ore. Insomma, siamo affamati ma non di solo<br />

pane, quel<strong>la</strong> che vogliamo è una nuova qualità del<strong>la</strong> vita, dove ci sia posto anche per le rose: <strong>la</strong> poesia, <strong>la</strong><br />

cultura, <strong>la</strong> pienezza dei sentimenti. Come direbbe il nostro Roberto Benigni: “Dopo ì ricreativo, passiamo a<br />

ì culturale”.<br />

Il pane e le rose ci sono, eccome, nel<strong>la</strong> storia del<strong>la</strong> Casa del Popolo di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> e spesso si sono intrecciati<br />

e rinforzati reciprocamente.<br />

Penso al<strong>la</strong> straordinaria vocazione ciclistica, coltivata fin dagli <strong>anni</strong> Venti con <strong>la</strong> bici senza cambio, <strong>la</strong><br />

camera d’aria a tracol<strong>la</strong> e le strade polverose, che appena pochi mesi fa ha trovato una sua ideale continuità<br />

nel<strong>la</strong> biciclettata che ha raggiunto l’estrema punta del<strong>la</strong> Puglia, portando un segno di pace e di solidarietà<br />

attraverso <strong>la</strong> peniso<strong>la</strong>. Penso al<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> cinematografica che tuttora rappresenta un presidio culturale cittadino<br />

per <strong>la</strong> circo<strong>la</strong>zione e <strong>la</strong> valorizzazione del cinema d’autore, proprio mentre <strong>la</strong> distribuzione è dominata da<br />

una ristretta oligarchia di operatori che soffoca ed emargina <strong>la</strong> qualità, in nome di una sorta di ‘fast food’<br />

dove dominano piattezza, omologazione e banalità.<br />

Si diceva delle caratteristiche storiche del movimento mutualistico: auto-organizzazione, autogestione, iniziativa,<br />

assunzione di responsabilità, capacità di anticipare le istituzioni o addirittura di sostituirsi ad esse<br />

quando occorre. Ebbene questo luogo ha vissuto una vicenda che compendia, meglio di ogni definizione, <strong>la</strong><br />

storia e <strong>la</strong> vocazione dell’associazionismo operaio fiorentino. Alludo al<strong>la</strong> nascita, nel 1951, del primo asilo<br />

nido autogestito, un’esperienza prototipo che doveva aprire <strong>la</strong> strada al<strong>la</strong> lunga lotta per <strong>la</strong> dotazione di<br />

servizi, destinata ad accompagnare l’espansione residenziale di questa parte del<strong>la</strong> città, prima e dopo l’alluvione<br />

del 1966.<br />

Proprio il secondo dopoguerra ha visto crescere attorno al<strong>la</strong> nostra SMS un pezzo di città. Il nostro fondatore<br />

immaginario prima giungeva qui lungo <strong>la</strong> storica via Pisana e <strong>la</strong> via di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>, più tardi ha assistito<br />

all’apertura dello “Stradone”, come il popolo chiamava l’attuale Baccio da Montelupo, ma soprattutto se in<br />

un primo tempo raggiungeva in breve <strong>la</strong> campagna, oltre <strong>la</strong> schiera delle case allineate sul<strong>la</strong> Pisana, nel volgere<br />

di qualche decennio ha visto crescere l’espansione del<strong>la</strong> nuova residenza, ha conosciuto nuovi segmenti<br />

di popo<strong>la</strong>zione che trovava nei grandi pa<strong>la</strong>zzi risposta al bisogno sociale del<strong>la</strong> casa. Oggi <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> è una<br />

tessera importante del mosaico urbano consolidato, non più percepito come periferia ma come parte del<strong>la</strong><br />

città.<br />

In quel<strong>la</strong> vicenda ritroviamo tutta <strong>la</strong> tensione partecipativa e tutta <strong>la</strong> capacità innovativa di cui questo<br />

quartiere può farsi giustamente vanto. Anche perché si tratta di caratteri che precedono, e per certi aspetti<br />

inducono, <strong>la</strong> successiva istituzionalizzazione delle circoscrizioni. Per me queste qualità rappresentano dei<br />

requisiti pre-politici che, in un certo qual modo, vengono prima delle ideologie e delle stesse appartenenze<br />

politiche e confessionali. Forse proprio questa umanità, in senso profondo, questa disposizione al<strong>la</strong> costruzione<br />

positiva rappresentano il segreto di una continuità che ha saputo resistere alle tempeste del Novecento.<br />

E’ un patrimonio irrinunciabile, di cui avremo ancora molto bisogno se vogliamo affrontare con saggezza<br />

<strong>la</strong> complessità, i conflitti e le aspre contraddizioni che <strong>la</strong> vita urbana ci sottopone in questo preambolo del<br />

terzo millennio.<br />

15


La storia cammina nel futuro<br />

eroS cruccoLini<br />

presidente del Consiglio Comunale di Firenze<br />

Le Società di Mutuo Soccorso e le Case del Popolo sono state, e continuano ad essere, strutture di<br />

grande importanza per lo sviluppo del<strong>la</strong> democrazia nel nostro Paese.<br />

Furono, nell’ottocento, i centri di aggregazione in cui il proletariato, il Quarto Stato del quadro<br />

di Pellizza da Volpedo (quello che l’ARCI ha usato come manifesto per le sue campagne negli ultimi<br />

<strong>anni</strong>), cominciò ad organizzarsi, a costruire i suoi strumenti di solidarietà, a preparare le proprie lotte<br />

e le proprie rivendicazioni, che si tradussero poi in programmi politici ed in piattaforme sindacali.<br />

Sul<strong>la</strong> scena del<strong>la</strong> politica irruppero le masse popo<strong>la</strong>ri e le assemblee par<strong>la</strong>mentari, i consigli comunali, gli<br />

organi del<strong>la</strong> rappresentanza istituzionale, riservati fino ad allora ai notabili borghesi, videro l’ingresso di<br />

persone espresse dal movimento dei <strong>la</strong>voratori.<br />

Non a caso i fascisti, quando con <strong>la</strong> violenza, e con <strong>la</strong> connivenza del re, degli agrari, degli industriali, s’impadronirono<br />

del potere, annul<strong>la</strong>ndo ogni forma di vita democratica, si accanirono contro le case del popolo,<br />

le chiusero, le bruciarono, impedirono loro di svolgere le normali attività sociali (di aggregazione, di ritrovo,<br />

di impegno solidale).<br />

Al<strong>la</strong> fine del<strong>la</strong> seconda guerra mondiale, conquistata <strong>la</strong> libertà con il grande contributo del movimento<br />

antifascista e del<strong>la</strong> Resistenza, il recupero delle case del popolo ad una funzione vitale per <strong>la</strong> stessa rinata<br />

democrazia fu lungo e difficile.<br />

Ma l’impresa ebbe successo e di nuovo, con i sacrifici di decine di migliaia di persone che si impegnarono a<br />

costruire nuove strutture o a rinnovare quelle vecchie finalmente recuperate, case del popolo e circoli ricominciarono<br />

a funzionare come punti essenziali per l’organizzazione dei <strong>la</strong>voratori, sia dal punto di vista<br />

sociale che da quello culturale e politico.<br />

Saluti, contributi e testimonianze<br />

Negli <strong>anni</strong> 50 nasce anche l’ARCI, l’associazione in cui si riconoscono appunto i circoli associativi del<strong>la</strong><br />

sinistra, e questo dà loro nuova forza (e nuovi impulsi alle loro iniziative).<br />

Caratteristica principale delle case del popolo e delle società di mutuo soccorso, nel corso di oltre un secolo di<br />

vita, è infatti quel<strong>la</strong> di saper cogliere le esigenze ed i fermenti che man mano crescono nel<strong>la</strong> società, dando<br />

loro risposte, spazi, possibilità di svilupparsi.<br />

Fu così che a Firenze, in seguito all’alluvione del 66, le case del popolo, insieme alle parrocchie (“La croce<br />

e <strong>la</strong> falce e martello” si disse in un libro che ricostruiva quell’avvenimento), divennero i punti centrali<br />

dell’autorganizzazione popo<strong>la</strong>re e dei comitati che costituirono l’unica risposta realmente operante al<strong>la</strong> tragedia<br />

da cui era stata colpita <strong>la</strong> città.<br />

Certo, tutto ciò non è avvenuto, e non avviene, in modo indolore, ma attraverso un confronto continuo,<br />

all’interno delle stesse strutture associative, tra vecchio e nuovo, un confronto, che in certi casi, assume anche<br />

i caratteri del conflitto.<br />

Si sono avute discussioni serrate, ad esempio, quando si trattò al<strong>la</strong> fine degli <strong>anni</strong> 60, di dare stanze e strumenti<br />

ai doposcuo<strong>la</strong> ed alle scuole popo<strong>la</strong>ri, che sorgevano un po’ dovunque nell’area fiorentina sull’onda<br />

dell’esperienza di don Mi<strong>la</strong>ni a Barbiana (e di quel<strong>la</strong> “Lettera ad una professoressa”, che era stato il frutto<br />

più maturo, e diffuso, scaturito da quell’esperienza).<br />

Eppure è per questi profondi legami con il tessuto sociale (e con le parti più vive di tale tessuto) che le<br />

case del popolo si sono aperte progressivamente alle tematiche dell’ambiente, del femminismo, del<strong>la</strong> pace;<br />

che hanno messo spazi a disposizione per servizi di consulenza sulle questioni dei consumi, del<strong>la</strong> casa, dei<br />

servizi; che hanno cominciato a trasformarsi, spesso con contrasti anche duri, da case del popolo in case dei<br />

popoli, fornendo occasioni di aggregazione e d’incontro alle cittadine ed ai cittadini immigrati; che hanno<br />

realizzato occasioni di socializzazione per <strong>la</strong> fascia, crescente, degli anziani; che hanno costruito, insieme ad<br />

altre realtà presenti sul territorio, progetti di cooperazione internazionale e di diplomazia dal basso, nonchè<br />

veri e propri <strong>la</strong>boratori di nuovi stili di vita (che riguardano gli “acquisti verdi”, <strong>la</strong> promozione del<strong>la</strong> raccolta<br />

differenziata dei rifiuti e del risparmio energetico, il boicottaggio delle multinazionali, l’educazione al<br />

consumo critico, il sostegno al commercio equo e solidale).<br />

E’ per questo che nel movimento associativo si sente profondamente <strong>la</strong> “povertà” del<strong>la</strong> politica, ridotta spesso<br />

a logiche di schieramento e a tecniche di gestione del potere, e si sostengono con convinzione i processi partecipativi<br />

che hanno come fine il rinnovamento delle istituzioni e del<strong>la</strong> politica stessa.<br />

Permangono, è vero, aree di sofferenza, specie nel rapporto con i giovani, ma è soltanto con un rinnovamento<br />

ancor più coraggioso che si possono superare i problemi esistenti, dando fiducia alle forme di autorganizzazione<br />

ed alle sperimentazioni di modi diversi di aggregarsi e di condurre vita associativa.<br />

La S.M.S. di S. <strong>Quirico</strong> è un esempio vitale di quanto qui ho detto, ripercorrendo sinteticamente oltre 100<br />

<strong>anni</strong> di soria del movimento associativo.<br />

Non resta che augurarle di continuare ad esserlo per moltissimo tempo ancora.<br />

17


La storia cammina nel futuro<br />

FranceSca chiavacci<br />

Presidente ARCI di Firenze<br />

N<br />

ell’introdurre l’accurato <strong>la</strong>voro di ricostruzione e narrazione del<strong>la</strong> storia più che seco<strong>la</strong>re<br />

del<strong>la</strong> Casa del popolo F.lli Taddei non è possibile tra<strong>la</strong>sciare alcune riflessioni sul ruolo di<br />

questa struttura e degli uomini e delle donne che negli <strong>anni</strong> hanno contribuito alle attività e<br />

al <strong>la</strong>voro del circolo.<br />

Troppo spesso, incalzati dall’emergenza e dalle necessità dell’impegno quotidiano, capita di dimenticare<br />

l’importanza del nostro passato, di non riflettere abbastanza su cosa hanno rappresentato nel<strong>la</strong> storia del<strong>la</strong><br />

nostra città alcuni luoghi.<br />

Dall’elenco delle tante attività e dei gruppi , del<strong>la</strong> politica e dell’impegno che hanno animato le stanze del<strong>la</strong><br />

“F.lli Taddei”, infatti, emerge con grande chiarezza quanto l’associazionismo abbia saputo svolgere un ruolo<br />

di presidio sociale, di animazione culturale, di spazio partecipativo, e , ancora prima, di presenza politica<br />

attiva per <strong>la</strong> difesa dei valori del<strong>la</strong> pace e del<strong>la</strong> democrazia.<br />

E lo ha saputo svolgere con grande coraggio, spregiudicatezza, intuendo le necessità del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione, “guardando<br />

avanti” e proponendo attività che altri, (ad eccezione delle parrocchie e degli oratori, che lo facevano<br />

con finalità e obiettivi diversi), nemmeno i partiti politici del<strong>la</strong> sinistra, solo successivamente avrebbero<br />

scoperto.<br />

La gestione di un servizio per l’infanzia che ha servito egregiamente il quartiere, una biblioteca nel<strong>la</strong> quale<br />

tanti fiorentini si sono <strong>la</strong>ureati, <strong>la</strong> promozione di un gruppo di riflessione culturale composto da intellettuali<br />

fiorentini, il cinema, l’ospitalità dei giovani partecipanti al Social Forum, le biciclettate per l’Italia per <strong>la</strong><br />

pace sono solo alcuni pezzi del<strong>la</strong> storia passata e presente di un circolo che, negli <strong>anni</strong>, ha visto uno sviluppo<br />

impensabile e di misure straordinarie di quel<strong>la</strong> parte del<strong>la</strong> città di Firenze, uno sviluppo rispetto al quale <strong>la</strong><br />

Saluti, contributi e testimonianze<br />

SMS F.lli Taddei – <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> ha saputo dare risposte adeguate sul piano sociale e culturale. La sfida che<br />

negli ultimi <strong>anni</strong> l’ARCI si è posta è stata proprio questa: riuscire a rappresentare il bisogno di cambiamento<br />

espresso dai movimenti e dal<strong>la</strong> società e al tempo stesso essere dentro <strong>la</strong> società stessa attraverso il rapporto<br />

diretto, quotidiano, che nelle nostre strutture si realizza. Essere, insomma, davvero, “associazione ricreativa<br />

e culturale” al tempo stesso; proprio nel mondo di oggi, dove <strong>la</strong> mercificazione attraversa <strong>la</strong> cultura, <strong>la</strong><br />

socialità , i fondamenti dello stare insieme, crediamo sia utile e necessario combatter<strong>la</strong> attraverso l’attività<br />

delle nostre strutture, i nostri circoli, le nostre case del popolo e che si possa contribuire al cambiamento dei<br />

rapporti tra il nord e il sud del mondo anche mediante <strong>la</strong> trasformazione degli stili di vita, dei consumi<br />

culturali e dei modi di stare insieme.<br />

“Arrendersi al presente è il modo peggiore per costruire il futuro”. E’ l’insegnamento che ci ha <strong>la</strong>sciato Tom<br />

Benettollo, il nostro Presidente nazionale scomparso prematuramente che ha segnato con questi tratti il nostro<br />

patrimonio associativo.<br />

L’ARCI che è parte del movimento contro <strong>la</strong> globalizzazione ingiusta, che è fianco dei migranti contro il<br />

razzismo, che promuove il consumo critico non è “altra” cosa rispetto al<strong>la</strong> storia che ritroverete in questo<br />

libro; è quell’esperienza , di cui dobbiamo conservare e mantenere memoria , e le scelte politiche fatte in<br />

questi <strong>anni</strong>, che hanno prodotto quest’associazione, insieme al <strong>la</strong>voro e al<strong>la</strong> fatica di migliaia di volontari e<br />

volontarie che troppo spesso ci dimentichiamo di ringraziare.<br />

19


La storia cammina nel futuro<br />

FiLippo FoSSati<br />

Presidente nazionale UISP<br />

M<br />

i emoziona un po’ scrivere una presentazione per una storia del<strong>la</strong> SMS S. <strong>Quirico</strong>.<br />

Sono, da pochi mesi, presidente nazionale dell’Uisp e S. <strong>Quirico</strong> è sede di una nostra polisportiva<br />

che egregiamente ha negli <strong>anni</strong> costruito e svolto attività con ragazzi e ragazze<br />

(e con persone di tutte le età) in diverse discipline, dal Calcio, al<strong>la</strong> Pal<strong>la</strong>volo, al Ciclismo.<br />

Ma non è questo il motivo dell’emozione, né, credo, il motivo che ha spinto il Presidente <strong>San</strong>ti a sollecitarmi<br />

queste righe.<br />

Il fatto è che S. <strong>Quirico</strong> è <strong>la</strong> mia Casa del Popolo, il luogo dove ci si ferma a fare una discussione politica,<br />

attorno ad un bicchiere e prima di una iniziativa culturale. Dove ci si dà appuntamento con gli amici<br />

che non si vedono più da tempo e che abbiamo voglia di rivedere, con i quali abbiamo voglia di par<strong>la</strong>re.<br />

Il luogo che non possiamo frequentare più con costanza, per le storie del<strong>la</strong> vita, per <strong>la</strong> lontananza, ma che<br />

siamo contenti che esista, siamo orgogliosi che continui a produrre re<strong>la</strong>zioni umane, occasioni di incontro,<br />

di crescita delle persone che lo frequentano.<br />

Lo dico subito: questo è possibile perché tanti compagni (qui questa paro<strong>la</strong> ha un valore partico<strong>la</strong>re, è una<br />

storia che prescinde, precede <strong>la</strong> storia dei Partiti politici) spendono tempo e fatica per mandare avanti, da<br />

volontari , <strong>la</strong> baracca. E perché chi, a qualunque titolo, da una mano, lo fa perché ha capito qualcosa del<br />

vero fine, l’obiettivo del<strong>la</strong> Casa del Popolo. Accogliere, mettere in re<strong>la</strong>zione, sollevare, aiutare le persone.<br />

Nessuna esclusa.<br />

Sono arrivato da ragazzo. 1975. Si poteva fare canto popo<strong>la</strong>re. Suonare. Piaceva al<strong>la</strong> sezione del Partito<br />

Comunista (anche a quel<strong>la</strong> del PSI), piaceva al consiglio del<strong>la</strong> Casa del Popolo. Piaceva a quel<strong>la</strong> banda<br />

fantastica di vecchi partigiani e antifascisti che ci incoraggiava, di cui eravamo tutti un po’ nipoti. Prova-<br />

Saluti, contributi e testimonianze<br />

vamo nel<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> del<strong>la</strong> tombo<strong>la</strong>, <strong>la</strong> scaletta dello spettacolo <strong>la</strong> discutevamo in biblioteca. 8 marzo, 25 aprile,<br />

canzoni nel<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> del cinema. Un piccolo corteo di compagni e amici ci accompagnava da S. <strong>Quirico</strong><br />

quando suonavamo ( e cenavamo!) nelle case del popolo di mezza Toscana.<br />

Anni 80. Finisce <strong>la</strong> musica. Rimane l’impegno politico, l’amicizia. Per molti di noi <strong>la</strong> Casa del popolo è<br />

comunque il luogo degli appuntamenti, delle riunioni. Per me lo è spesso ancora.<br />

Chi fa politica davvero, lo sa. Qui bisogna passare, bisogna venire ad ascoltare cosa pensano i tanti frequentatori.<br />

Del governo del Comune, come del dibattito infinito del<strong>la</strong> sinistra. Perché qui c’è il nostro popolo,<br />

che quando ha voglia di par<strong>la</strong>re qui par<strong>la</strong> più chiaro, è più esigente, ti cerca perché ti ha dato un compito, a<br />

te dirigente, assessore, par<strong>la</strong>mentare e vuol capire come lo svolgi , se sei capace di rappresentarlo, se sei capace<br />

di ascoltare le voci del<strong>la</strong> strada, del <strong>la</strong>voro,dei giovani.<br />

<strong>120</strong> <strong>anni</strong>. La SMS S. <strong>Quirico</strong> è una istituzione del<strong>la</strong> città. Quando un moto civile, uno scatto di solidarietà<br />

come quello che portò i <strong>la</strong>voratori del quartiere, due secoli fa, ad organizzare un vicendevole sostegno,<br />

costruendo una casa di tutti, si riproduce per <strong>120</strong> lunghi <strong>anni</strong> con quello spirito e quel<strong>la</strong> forza, passando<br />

guerre e regimi, crisi economiche e disillusioni politiche, siamo di fronte a qualcosa di più di una associazione.<br />

Siamo nel<strong>la</strong> trama dell’ordine di una città, di una società. Siamo nel governo, siamo nel<strong>la</strong> democrazia.<br />

Perlomeno in quel<strong>la</strong> che vorremmo, piena di gente che partecipa e si impegna, che cerca di includere tutti,<br />

tutti davvero.<br />

21


La storia cammina nel futuro<br />

romano manetti<br />

Presidente dell’Humanitas Scandicci<br />

U<br />

na piovigginosa serata dell’autunno del 2000; il gruppo teatrale degli “Incostanti”<br />

del<strong>la</strong> Pubblica Assistenza Humanitas di Scandicci, costituito da qualche tempo per esclusivi<br />

fini solidaristici, si ritrova presso <strong>la</strong> sede dell’Associazione in Via Bessi a Scandicci, non<br />

sapendo dove andare a provare. E’ il problema di molti gruppi teatrali amatoriali; tanta<br />

buona volontà ma gli spazi non ci sono. Quasi per pura combinazione mi metto a sfogliare l’elenco dei<br />

Circoli di Firenze e vedo : Circolo Culturale Fratelli Taddei.<br />

Immediatamente una telefonata e <strong>la</strong> disponibilità da parte del presidente per un incontro dopo mezz’ora<br />

nel<strong>la</strong> sede del circolo. Mi ritrovo così, come responsabile del gruppo teatrale e come Presidente dell’Humanitas,<br />

in compagnia del vulcanico presidente del Circolo Taddei, Giov<strong>anni</strong> <strong>San</strong>ti.<br />

Una chiacchierata di oltre due ore ci fa piacevolmente scoprire quanto siano vicine le realtà che rappresentiamo:<br />

oltre cento <strong>anni</strong> di storia, il radicamento sul territorio, punti importanti di quel<strong>la</strong> socializzazione e<br />

aggregazione che differenziano e qualificano <strong>la</strong> Toscana dalle altre regioni d’Italia.<br />

Durante <strong>la</strong> conversazione faccio presente a Giov<strong>anni</strong> quali sono i progetti del gruppo e, mentre parlo, vedi<br />

che gli occhi di Giov<strong>anni</strong> bril<strong>la</strong>no di contentezza. Scopro così che una col<strong>la</strong>borazione può nascere: il gruppo<br />

teatrale si impegna per produrre spettacoli, il Circolo mette a disposizione il teatro, con l’unico scopo di<br />

ampliare <strong>la</strong> sfera del<strong>la</strong> solidarietà, quel<strong>la</strong> solidarietà fatti di atti concreti, e non quel<strong>la</strong> fatta di chiacchere<br />

manifestata comodamente nelle poltrone degli studi televisivi.<br />

Quando, qualche giorno fa, ci siamo ritrovati con Giov<strong>anni</strong> per tracciare un bi<strong>la</strong>ncio del<strong>la</strong> nostra col<strong>la</strong>borazione,<br />

ci siamo dichiarati soddisfatti. Alcuni degli obiettivi che ci eravamo dati, erano stati realizzati.<br />

Certo, si poteva fare di più; ma noi <strong>la</strong> sappiamo bene quanto sia difficoltoso, al giorno d’oggi, portare<br />

Saluti, contributi e testimonianze<br />

avanti delle attività all’interno di un Circolo Ricreativo, far diventare una Associazione di Volontariato e<br />

un Circolo, un punto di riferimento per i cittadini, riuscire a stimo<strong>la</strong>re <strong>la</strong> partecipazione, <strong>la</strong> voglia di fare<br />

volontariato. Ma noi non ci abbattiamo e abbiamo deciso di continuare, convinti che gli esempi concreti<br />

valgono molto più delle parole<br />

Un ringraziamento sincero al Circolo Taddei, al suo consiglio e al suo presidente, per aver capito che, oltre il<br />

teatro, <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione fra l’Humanitas ed il Circolo era e resta importante perché i cittadini, coltivando<br />

interessi comuni, possono ritrovarsi, raccontarsi <strong>la</strong> vita di ogni giorno; sentirsi, forse, un po’ meno soli.<br />

23


La storia cammina nel futuro<br />

maurizio de <strong>San</strong>tiS<br />

Segretario provinciale PRC Firenze<br />

È<br />

davvero un onore per il Partito del<strong>la</strong> Rifondazione Comunista partecipare alle celebrazione<br />

del <strong>120</strong>° anno di vita di uno dei luoghi più significativi del<strong>la</strong> sinistra fiorentina.<br />

La Casa del Popolo di S. <strong>Quirico</strong> rappresenta con <strong>la</strong> sua storia un itinerario concreto che unisce<br />

memoria e tradizione al<strong>la</strong> ricerca di innovazione del<strong>la</strong> propria identità, aperta alle nuove istanze<br />

sociali che si oppongono e lottano contro il nuovo paradigma dello sfruttamento capitalistico.<br />

Nata come Società di Mutuo Soccorso, al tramonto del XIX secolo, è risorta dalle ceneri delle barbarie fascista<br />

come Casa del Popolo.<br />

Grazie al <strong>la</strong>voro tenace e al<strong>la</strong> passione caparbia di compagni e compagne ha attraversato l’intero Novecento<br />

con <strong>la</strong> capacità di guardare al futuro, fino a comprendere, prima di molti partiti del<strong>la</strong> sinistra, <strong>la</strong> novità e<br />

le istanze di un nuovo movimento, che ha fatto irruzione sul<strong>la</strong> scena politica da Seattle in poi.<br />

La Casa del Popolo ed il suo Presidente, hanno aperto senza indugio le proprie porte alle migliaia di giovani<br />

che, in occasione del Social Forum Europeo del 2002, hanno pacificamente attraversato Firenze.<br />

Debbo dire senza retorica, che questo è il tratto che più suscita ammirazione nel nostro partito, <strong>la</strong> capacità<br />

che avete avuto di rinnovare <strong>la</strong> tradizione, senza mai disperder<strong>la</strong>.<br />

Avere il coraggio di metter<strong>la</strong> in discussione senza abiure ma neppure senza glorificazioni incapaci di cogliere<br />

le reali contraddizioni del presente: questa è l’unica garanzia per <strong>la</strong> sua affermazione nel futuro, per far<br />

sì che gli ideali e i bisogni che informano il nostro agire non siano una mera speranza, ma una concreta<br />

possibilità.<br />

In un’epoca di grandi cambiamenti e nuove sfide, questa è <strong>la</strong> grande questione che oggi ha di fronte a sé<br />

tutta <strong>la</strong> sinistra. Dopo <strong>anni</strong> di crescita ci attendono tempi oscuri.<br />

Saluti, contributi e testimonianze<br />

Il cambiamento di paradigma produttivo, che oggi chiamiamo post fordista, produce l’ impoverimento generalizzato<br />

del<strong>la</strong> società e precarizza <strong>la</strong> vita.<br />

Ecco perché diviene essenziale sapere attingere alle esperienze di solidarietà inventate dai nostri padri e i nostri<br />

nonni. Oggi più che mai <strong>la</strong> storia delle Società di Mutuo Soccorso riveste e sempre più rivestirà un’importanza<br />

per il nostro futuro. Costruire meccanismi di solidarietà dal basso, reti economiche alternative è<br />

l’unica possibilità per sottrarsi al<strong>la</strong> tir<strong>anni</strong>a di un sistema economico feroce e per costruire materialmente i<br />

presupposti di una società diversa.<br />

Ecco che il presente attinge al passato per creare un futuro diverso: questo è il miglior modo di mettere a<br />

valore <strong>la</strong> nostra tradizione.<br />

Per questi motivi, e per molti altri ancora che il poco spazio non consente di esplicare, sono a portare i saluti<br />

miei personali e del Partito del<strong>la</strong> Rifondazione Comunista, certo che ancora lunga sarà <strong>la</strong> strada che insieme<br />

percorreremo.<br />

25


l’attualità e <strong>la</strong> storia


La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />

La Casa del Popolo<br />

“Fratelli Taddei” oggi<br />

tra il vecchio borgo e <strong>la</strong> recente urbanizzazione<br />

“….Fino dal 1° febbraio 1885 è costituita in <strong>San</strong><br />

<strong>Quirico</strong> a Legnaia Comune di Firenze una Società<br />

di Mutua Assistenza <strong>la</strong> quale porta per titolo<br />

Società di Mutua Assistenza fra gli operai in <strong>San</strong><br />

<strong>Quirico</strong> e si compone di un numero indefinito di<br />

soci.<br />

Questa Società ha per scopo:<br />

- dare un sussidio giornaliero ai soci amma<strong>la</strong>ti;<br />

- assistere durante <strong>la</strong> notte i medesimi quando <strong>la</strong><br />

gravità del<strong>la</strong> loro ma<strong>la</strong>ttia lo richieda purché sia<br />

riconosciuta dal medico…”.<br />

Così recitava l’inizio del primo articolo dello<br />

Statuto del<strong>la</strong> nostra Casa del Popolo, <strong>la</strong> cui lunga<br />

storia, coincide con quel<strong>la</strong> difficile, talvolta drammatica<br />

del popo<strong>la</strong>re quartiere dove è insediata,<br />

tratteggiata in questa <strong>pubblicazione</strong> per ricordare i<br />

<strong>120</strong> <strong>anni</strong> trascorsi dal<strong>la</strong> sua fondazione.<br />

Molte cose sono cambiate da allora ed in modo<br />

partico<strong>la</strong>re negli ultimi decenni a cavallo tra due<br />

secoli. In questo periodo <strong>la</strong> vita del<strong>la</strong> “Associazio-<br />

aLeS<strong>San</strong>dro Brunetti<br />

consigliere del<strong>la</strong> casa del popolo fratelli taddei<br />

ne Casa del Popolo Fratelli Taddei”, (questa è <strong>la</strong><br />

denominazione dal dopoguerra), cresce grazie<br />

allo s<strong>la</strong>ncio dei soci, dei consiglieri, dei Presidenti<br />

che giova ricordare : Giov<strong>anni</strong> Baldanzini, Arturo<br />

Masi e Giov<strong>anni</strong> <strong>San</strong>ti.<br />

A quest’ultimo e attuale presidente, con l’immancabile<br />

prezioso apporto dei consiglieri Gi<strong>anni</strong><br />

Corsini, Franco Panichi e Bruno Cintelli, si devono<br />

le ultime consistenti trasformazioni del<strong>la</strong> casa<br />

del popolo. In pochi <strong>anni</strong>, l’associazione gestirà<br />

nuovamente l’area ex asilo, già sede di punti di<br />

incontro per i giovani del Comune di Firenze,<br />

creandovi una vera e propria oasi di svago e divertimento<br />

per adulti e bambini. Verrà poi utilizzata<br />

l’ex arena cinema, trasformando<strong>la</strong> inizialmente in<br />

giardino estivo e successivamente in teatro tenda<br />

una struttura polivalente capace di ospitare numerose<br />

iniziative.<br />

Giov<strong>anni</strong> <strong>San</strong>ti e Gi<strong>anni</strong> Corsini, presenti “a<br />

tempo pieno”, affiancati dagli altri consiglieri<br />

29


appresentano i punti di riferimento per coloro<br />

che hanno o vogliono intrattenere rapporti con<br />

l’Associazione. In perfetta simbiosi, riescono<br />

ad organizzare eventi ed iniziative di portata<br />

straordinaria. E’ grazie al<strong>la</strong> loro opera, al<strong>la</strong> loro<br />

attenzione verso il sociale, che l’Associazione<br />

può esprimersi ad alti livelli nell’intero panorama<br />

fiorentino. Con <strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong> <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>,<br />

organizzazione integrata nel<strong>la</strong> Casa del Popolo,<br />

il ventaglio delle iniziative si estende e copre gran<br />

parte delle opportunità di tempo libero, con strutture<br />

ed attrezzature idonee da menzionare anche<br />

se sommariamente.<br />

Attività cinematografica nel<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> (cento posti)<br />

completamente ristrutturata; teatro tenda polivalente;<br />

sa<strong>la</strong> televisione; sa<strong>la</strong> per giochi da tavolo<br />

(carte, dama e scacchi); sale per gioco di biliardo:<br />

a stecca con sei biliardi e tribuna, a boccette con<br />

tre biliardi e tribuna; sa<strong>la</strong> videogiochi; bar; ex asilo<br />

con giardino e sale (con attrezzatura di cucina)<br />

per cene sociali, incontri conviviali e feste di compleanno<br />

dei bambini; due pianoforti per <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong><br />

di musica. Nel<strong>la</strong> casa del popolo sono ospitate le<br />

sedi dei Democratici di Sinistra e del<strong>la</strong> coalizione<br />

di centro sinistra “l’Unione”.<br />

In queste strutture si svolgono attualmente le<br />

seguenti attività:<br />

Cinema<br />

L’attività cinematografica all’interno del<strong>la</strong> Casa<br />

del Popolo ha una lunga tradizione, risale infatti<br />

agli <strong>anni</strong> ’50, quando cominciarono le prime<br />

proiezioni sia al chiuso, nell’attuale sa<strong>la</strong>, che<br />

all’aperto, nell’arena allestita nello spazio su Via<br />

Baccio da Montelupo.<br />

Cinecittà, come viene denominata <strong>la</strong> sa<strong>la</strong>, negli<br />

ultimi trent’<strong>anni</strong> si è sempre più caratterizzata,<br />

La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />

nel panorama dell’offerta metropolitana come<br />

il luogo nel quale si proiettano, durante il fine<br />

settimana, film di qualità, mentre nel corso del<strong>la</strong><br />

settimana si organizzano rassegne a tema su argomenti<br />

di scottante attualità e di rilevante interesse<br />

culturale e sociale; si ricordano fra gli altri il ciclo<br />

di film Paesi in guerra realizzato in col<strong>la</strong>borazione<br />

con l’Ucca, il film su I<strong>la</strong>ria Alpi, in col<strong>la</strong>borazione<br />

con il comitato delle vittime dell’attentato ai<br />

Georgofili, <strong>la</strong> rassegna completa del<strong>la</strong> produzione<br />

di Ken Loack, o quel<strong>la</strong> su PierPaolo Pasolini.<br />

Completano il quadro delle attività di Cinecittà<br />

iniziative come <strong>la</strong> rassegna Cinema e cibo, in<br />

col<strong>la</strong>borazione con <strong>la</strong> Unicoop, o rassegne specificatamente<br />

dirette ad un pubblico di bambini,<br />

come Giocando al cinema. Tali iniziative che sono<br />

diventate nel periodo natalizio un appuntamento<br />

ricorrente, sono realizzate in col<strong>la</strong>borazione con<br />

il Quartiere 4 e prevedono oltre al<strong>la</strong> proiezione<br />

di un film un intrattenimento con gioghi e un<br />

piccolo spettacolo.<br />

Non mancano poi incontri con gli autori che<br />

presentano le loro opere: recentemente sono stati<br />

ospitati Gillo Pontecorvo e Giuliano Montaldo.<br />

Arena Teatro Cinecittà<br />

La tenda polivalente ospita diverse tipologie di<br />

intrattenimento: schermo gigante per <strong>la</strong> visione<br />

in diretta del<strong>la</strong> partite di calcio del<strong>la</strong> Fiorentina ed<br />

altre squadre partecipanti al<strong>la</strong> Champions League;<br />

convegni ed assemblee che affrontano problemi e<br />

questioni sociali e politiche; commedie teatrali in<br />

vernacolo fiorentino, attività musicali corali e<br />

strumentali; proiezione filmati per l’Università,<br />

manifestazioni di cabaret; presentazione di libri;<br />

organizzazione di feste per bambini; cene sociali e<br />

feste di Carnevale.<br />

Di grande rilievo è l’attività che si svolge in col<strong>la</strong>borazione<br />

con le scuole materne ed elementari<br />

presenti sul territorio che da qualche anno festeggiano<br />

le proprie ricorrenze nel<strong>la</strong> tenda polivalente.<br />

Da ricordare le feste: di “Natale e fine anno”, di<br />

“nonni e bambini” ed altre. Notevole è il contributo<br />

di partecipazione e col<strong>la</strong>borazione del<strong>la</strong> casa<br />

del popolo in occasione del<strong>la</strong> sfi<strong>la</strong>ta dei bambini<br />

per le vie del quartiere in occasione dell’ultimo<br />

giorno di Carnevale. Nell’ultima edizione, ad<br />

ogni bambino presente nel<strong>la</strong> sfi<strong>la</strong>ta, <strong>la</strong> casa del<br />

popolo ha consegnato una picco<strong>la</strong> bandiera del<strong>la</strong><br />

pace intenso e significativo dono coerente con i<br />

reali valori del<strong>la</strong> vita.<br />

Attività Ricreativa per <strong>la</strong> Terza Età<br />

Intrattenimento danzante (ballo liscio), con musica<br />

dal vivo nel pomeriggio di mercoledì, tombo<strong>la</strong><br />

sociale nel pomeriggio di giovedì.<br />

Lega di Improvvisazione Teatrale<br />

Correva l’anno 2001. I “match di improvvisazione<br />

teatrale”, sebbene fatti da attori non professionisti,<br />

vedevano aumentare di anno in anno i propri<br />

spettatori. Si poneva così il problema di trovare<br />

un posto più adatto per effettuare lo spettacolo,<br />

che permettesse a tutti di entrare e godersi lo<br />

spettacolo comodamente seduti.<br />

Un attore e regista fiorentino, Alberto di Matteo,<br />

parlò a Giov<strong>anni</strong> Pa<strong>la</strong>nza, responsabile del<strong>la</strong> L.I.T.<br />

di una Casa del Popolo, dove aveva fatto delle prove,<br />

che disponeva di una specie di teatro tenda<br />

abbastanza capiente e forse adatto alle esigenze<br />

del<strong>la</strong> Lega.<br />

Fu così che Giov<strong>anni</strong> Pa<strong>la</strong>nza fissò un appuntamento<br />

con il presidente Giov<strong>anni</strong> <strong>San</strong>ti. La<br />

prima impressione fu di un anziano signore con<br />

una vitalità che tanti con molti <strong>anni</strong> di meno<br />

invidierebbero. Il presidente parlò di tutte le attività<br />

del Circolo e fu subito chiara <strong>la</strong> sensazione<br />

di trovarsi di fronte ad una situazione diversa da<br />

quel<strong>la</strong> comune a tanti circoli. Infatti sebbene economicamente<br />

il Circolo dovesse funzionare non<br />

avevano abdicato affatto a tombo<strong>la</strong> e ballo liscio, a<br />

anzi aprivano con enorme entusiasmo al cinema,<br />

al teatro, al<strong>la</strong> musica … un orizzonte a 360° nel<br />

rispetto di tutti.<br />

La scommessa fu ardita comunque da entrambe<br />

le parti, <strong>la</strong> Casa del Popolo nelle persone di Giov<strong>anni</strong><br />

<strong>San</strong>ti e Gi<strong>anni</strong> Corsini, autentico braccio<br />

destro del Presidente <strong>San</strong>ti, si dettero un gran da<br />

fare per venire incontro alle esigenze del<strong>la</strong> L.I.T.<br />

e senza battere ciglio furono stabilite 12 date, 12<br />

venerdì consecutivi, per effettuare lo spettacolo.<br />

Da parte del<strong>la</strong> Lega Improvvisazione Firenze,<br />

c’era qualche timore nello spostare il proprio<br />

pubblico in una zona in fondo decentrata rispetto<br />

al passato…<br />

I timori però si rive<strong>la</strong>rono infondati sin dal<strong>la</strong><br />

prima sera.. affluenza altissima, grandi pienoni e<br />

soddisfazione sia per <strong>la</strong> L.I.T. che per il proprio<br />

pubblico.<br />

Iniziò così una fattiva col<strong>la</strong>borazione tra Lega Improvvisazione<br />

Firenze e SMS S. <strong>Quirico</strong> che andò<br />

via via aumentando.<br />

Non solo gli spettacoli del Campionato di Match<br />

di improvvisazione teatrale, tutti gli <strong>anni</strong> da ottobre<br />

a dicembre, i saggi e le produzioni teatrali<br />

delle scuole d’improvvisazione, tra i quali “The<br />

Rocky Horror Picture Show” di R. O’Brein,<br />

“l’Amleto” di S. Benni, “l’opera da tre soldi” di B.<br />

Brecht e ultimamente “Improzac”, un innovativo<br />

spettacolo di improvvisazione teatrale. Nel 2005<br />

31


nel<strong>la</strong> tenda polivalente si è svolto il Campionato<br />

dei professionisti dei Match.<br />

Negli <strong>anni</strong> si è cementato anche il rapporto personale<br />

tra tutti gli attori del<strong>la</strong> Lega Improvvisazione<br />

Firenze e i due pa<strong>la</strong>dini Giov<strong>anni</strong> e Gi<strong>anni</strong>, vissuti<br />

dal gruppo come due eroi di altri tempi, una sorta<br />

di Don Chisciotte e <strong>San</strong>cho Panza del<strong>la</strong> cultura<br />

fiorentina.<br />

Corsi di Formazione Musicale<br />

Dal dicembre del 1998 <strong>la</strong> casa del popolo F.lli<br />

Taddei è sede di alcuni corsi musicali in col<strong>la</strong>borazione<br />

con il Consiglio <strong>la</strong> Commissione Cultura<br />

del Quartiere 4.<br />

L’obiettivo è ambizioso: creare una scuo<strong>la</strong> nel<strong>la</strong><br />

circoscrizione che risponda al bisogno sempre<br />

crescente di educazione musicale di base e di qualità<br />

ed aperta al maggior numero possibile di fasce<br />

sociali presenti sul territorio.<br />

A questo progetto contribuiscono anche realtà<br />

musicali presenti in altre strutture del Quartiere<br />

quali <strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong> Montagno<strong>la</strong> ed il circolo “Le Torri”.<br />

Dall’unione di queste molteplici esperienze<br />

lentamente prendono forma i Corsi di Musica del<br />

Quartiere 4 sviluppando un proprio percorso: si<br />

attivano, affiancate ai corsi strumentali, le lezioni<br />

di teoria e solfeggio e di propedeutica, si aprono<br />

nuove c<strong>la</strong>ssi grazie ad una richiesta sempre maggiore<br />

di iscritti.<br />

Il casa del popolo F.lli Taddei diviene centro<br />

musicale attivo ed aperto alle attività didattico -<br />

educative, ma anche promotore di manifestazioni<br />

culturali e di concerti: nel 1999 l’iniziativa di<br />

beneficenza per l’ospedale Meyer con il concerto<br />

del<strong>la</strong> Cappel<strong>la</strong> Musicale fiorentina diretta dal M°<br />

Bruno Sorelli; nel 2001 il concerto del trio corno,<br />

violino e pianoforte (Fattorini, Manetti, Miche-<br />

La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />

<strong>la</strong>gnoli) in occasione del 50° <strong>anni</strong>versario del<strong>la</strong><br />

realizzazione dell’asilo A. Garibaldi. Gli eventi<br />

musicali si susseguono fino al<strong>la</strong> organizzazione<br />

del<strong>la</strong> stagione di concertistica nel<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> “Cinecittà”,<br />

intito<strong>la</strong>ta “Quartiere 4 in concerto”.<br />

Si tratta di una rassegna di musica c<strong>la</strong>ssica che<br />

si svolge ogni domenica pomeriggio da febbraio<br />

ad aprile, in col<strong>la</strong>borazione con l’Ente locale e<br />

organizzata assieme all’Associazione Musicale F.<br />

Landini, fondata dai docenti dei corsi di musica.<br />

Nel 2003 <strong>la</strong> manifestazione al<strong>la</strong> sua prima edizione<br />

riscuote un indubbio successo di pubblico<br />

in un momento invece in cui le sale da concerto<br />

tendono a svuotarsi, così nel 2004 viene riproposta<br />

coinvolgendo un ancor più ampio numero<br />

di cittadini; merito del<strong>la</strong> ricca ed interessante<br />

programmazione che spazia dal Rinascimento<br />

al Novecento, al<strong>la</strong> qualità dei concerti proposti:<br />

fra tutti gli eventi vogliamo ricordare il duo di<br />

chitarre J. Lubina, D. Kupinski (10 Aprile 2005),<br />

vincitori del<strong>la</strong> selezione del Festival di Paganini<br />

2004; l’Ensemble Rojo Porteno con musiche di<br />

Astor Piazzol<strong>la</strong> (8 Febbraio 2004); il concerto in<br />

occasione del<strong>la</strong> festa del<strong>la</strong> donna, ripreso e trasmesso<br />

ogni anno dal<strong>la</strong> emittente Toscana Tv.<br />

L’attenzione verso i giovani è un altro degli aspetti<br />

che emerge dal<strong>la</strong> rassegna: infatti vi hanno suonato<br />

giovani musicisti di valore sia del Conservatorio<br />

L. Cherubini di Firenze sia allievi dei docenti<br />

dei Corsi di musica Q4.<br />

Interessante anche il concerto tematico dedicato<br />

al musicista francese E. Satie, durante il quale<br />

sono state effettuate proiezioni adoperando il<br />

grande schermo del<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> cinema; l’ interazione<br />

fra le arti, musica , disegno, pittura, cinema, è<br />

stato più volte motivo di incontro tra le due real-<br />

tà presenti nel circolo, il cinema “Cinecittà” e <strong>la</strong><br />

scuo<strong>la</strong> di musica. Negli <strong>anni</strong> 2001, 2002, 2003, in<br />

partico<strong>la</strong>re, dal<strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione fra i maestri Alessandro<br />

Manetti, Valerio Vezzani e Michele Spina,<br />

responsabile del cinema di S. <strong>Quirico</strong> nascono<br />

una serie di spettacoli-concerto dedicati al cinema<br />

muto. Le opportunità culturali offerte nel corso<br />

degli <strong>anni</strong> presso il circolo si sono al<strong>la</strong>rgate anche<br />

al<strong>la</strong> filosofia: il 28 marzo 2004 ha avuto luogo <strong>la</strong><br />

lezione concerto “Don Giov<strong>anni</strong> e <strong>la</strong> musica di<br />

Mozart nell’interpretazione di Kierkegaard” con<br />

esecuzione dal vivo di musiche del grande compositore.<br />

Pur trattandosi di argomento complesso,<br />

riguardante l’estetica e l’estetica musicale, vi è stata<br />

grande partecipazione; soprattutto gli allievi dei<br />

corsi di musica hanno trovato proficuo e molto<br />

interessante questo incontro di discipline: spesso<br />

l’insegnamento delle arti ha bisogno di aprire i<br />

suoi orizzonti per una comprensione veramente<br />

organica. La scuo<strong>la</strong> di musica nel circolo e nelle<br />

sue varie sedi offre infatti all’iscritto, tramite i<br />

suoi docenti, occasioni ed eventi come questi, una<br />

educazione al<strong>la</strong> musica che supera il confine di<br />

una mera prassi esecutiva.<br />

Nelle sale attrezzate del circolo nel 2005 sotto <strong>la</strong><br />

direzione del maestro Valerio Vezzani vi sono stati<br />

i seguenti corsi di musica: pianoforte, chitarra<br />

c<strong>la</strong>ssica, sassofono, f<strong>la</strong>uto traverso, canto lirico e<br />

canto moderno, chitarra moderna e d’accompagnamento,<br />

basso elettrico, batteria, propedeutica<br />

musicale, solfeggio, teoria ed educazione musicale<br />

generale.<br />

Musica Corale Gospel<br />

Recentemente è stato sperimentato anche un<br />

corso di musica corale gospel.<br />

Tutto è cominciato, come per caso, tre <strong>anni</strong><br />

fa. The Florence Gospel Choir diretto dal<br />

maestro americano Nehemiah Brown fu invitato<br />

per un concerto nel teatro del circolo<br />

di S. <strong>Quirico</strong>. Era il primo di maggio e sin<br />

dal suo arrivo in Italia al maestro sarebbe<br />

piaciuto cantare per quell’occasione. Da<br />

quel momento scoccò come per magia una<br />

reciproca simpatia che è sfociata poi in<br />

una amicizia che dura appunto ormai da<br />

qualche anno. Anche se siamo piuttosto rumorosi,<br />

una volta al<strong>la</strong> settimana portiamo<br />

<strong>la</strong> musica gospel nei locali del circolo e ogni volta<br />

che è possibile allettiamo con le nostre voci le<br />

iniziative del circolo. Il circolo è per il coro non<br />

so<strong>la</strong>mente uno spazio in cui fare le prove od<br />

esibirsi, ma anche un punto di incontro, e ciò è<br />

importante per <strong>la</strong> vita di un vero gruppo gospel<br />

come siamo noi.<br />

Coro di Canto Popo<strong>la</strong>re “L’altrocanto”<br />

A proposito del cantare..<br />

si canta, si cantava e si continuerà a cantare nei<br />

momenti allegri e tristi, nei giorni esaltanti o<br />

malinconici del<strong>la</strong> nostra vita. Ma c’è anche un<br />

cantare che sve<strong>la</strong> <strong>la</strong> realtà di una condizione materiale,<br />

di una speranza, di un ideale che appartiene<br />

a tanti, talvolta a tutti. In certi momenti storici<br />

<strong>la</strong> canzone dà <strong>la</strong> voce ai fatti che non avrebbero<br />

spazio né dignità dentro le narrazioni ufficiali ed<br />

è anche l’unico modo di conservare una memoria<br />

collettiva che altrimenti si perderebbe con il fluire<br />

del tempo e delle generazioni.<br />

Le parole dal canto loro sono pietre e come tali<br />

sono fragili e con il tempo si consumano. Cantare<br />

è allora dare nuova intonazione a vecchie<br />

melodie, è far rivivere parole antiche in nuove<br />

costruzioni, in nuove trame.<br />

33


Noi cantiamo e invitiamo a cantare per dare voce<br />

ad aspetti dimenticati del<strong>la</strong> tradizione popo<strong>la</strong>re<br />

del<strong>la</strong> Toscana ed a quelli del<strong>la</strong> tradizione di altri<br />

paesi; per ridare <strong>la</strong> bellezza musicale al canto politico,<br />

espressione di situazioni storico-sociali fra<br />

otto e novecento; per dare infine continuità al<strong>la</strong><br />

tradizione popo<strong>la</strong>re con nuove composizioni.<br />

Grazie al<strong>la</strong> disponibilità del<strong>la</strong> Casa del Popolo F.lli<br />

Taddei a S. <strong>Quirico</strong>, un primo gruppo di voci si<br />

raccoglie nel 2002 attorno al<strong>la</strong> fisarmonica di Valter<br />

Vaioli, autore di appassionati brani di grande<br />

umanità, impegno esistenziale e denuncia sociale.<br />

Il coro cresce a poco a poco avvalendosi all’inizio<br />

del chitarrista Andrea Par<strong>la</strong>vecchio; ma è con<br />

l’apporto del<strong>la</strong> voce e del<strong>la</strong> chitarra di Giacomo<br />

Gentiluomo che si rafforza il già sperimentato repertorio<br />

del<strong>la</strong> tradizione popo<strong>la</strong>re toscana. In varie<br />

occasioni il gruppo canoro si propone anche<br />

con canti di <strong>la</strong>voro e di lotta, in partico<strong>la</strong>re del<strong>la</strong><br />

tradizione anarchica. Fin dalle prime esperienze il<br />

coro, che dal 2003 si presenta al pubblico con il<br />

nome “l’Altrocanto”, si è sempre stretto attorno<br />

al<strong>la</strong> carismatica figura di Giulia Lorimer che con<br />

il violino e <strong>la</strong> voce ha dato e continua a dare al<br />

gruppo il contributo più assiduo. L’arrivo del M°<br />

Stefano Corsi, attuale direttore de l’Altrocanto,<br />

ha impresso all’interno del repertorio popo<strong>la</strong>re<br />

scelto dall’insieme del coro, un nuovo prezioso<br />

impulso verso <strong>la</strong> ricerca e <strong>la</strong> qualità dei valori musicali.<br />

L’Altrocanto, che ha sede presso <strong>la</strong> Casa del<br />

Popolo F.lli Taddei di S. <strong>Quirico</strong>, è costituito da<br />

circa trenta elementi ed è sempre aperto a nuovi<br />

contributi; le voci soliste sono attualmente quelle<br />

di Giulia Lorimer, Ange<strong>la</strong> Pellegrini, Elisabetta<br />

Togni e Orazio Sciascia.<br />

Il coro in questi <strong>anni</strong> ha tenuto numerosi concerti<br />

La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />

in feste popo<strong>la</strong>ri, rassegne corali, celebrazioni di<br />

eventi culturalmente e socialmente significativi.<br />

Spiccano fra questi, nel 2004, <strong>la</strong> partecipazione a<br />

Ruralia (Fiera dell’agricoltura che si tiene a Vil<strong>la</strong><br />

Demidoff), l’organizzazione del<strong>la</strong> serata musicale<br />

per il fondo di solidarietà ESSERE ospitata nel<strong>la</strong><br />

Casa del Popolo F.lli Taddei di S. <strong>Quirico</strong>, e ancora,<br />

<strong>la</strong> partecipazione alle celebrazioni in onore di<br />

Pietro Gori a Rio Marina nell’Iso<strong>la</strong> d’Elba e quel<strong>la</strong><br />

a “L’Opera da tre soldi” di Bertolt Brecht, a cura<br />

dell’Istituto Russel-Newton in scena al Teatro<br />

Studio di Scandicci.<br />

Sport Formativo<br />

Ricreativo ed Agonistico<br />

La <strong>Polisportiva</strong> <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>, all’interno del<strong>la</strong> casa<br />

del popolo, nasce nel 1959 ed inizia le prime<br />

attività nel 1961 con formazioni spontanee di<br />

cicloturisti. Si trattava di<br />

Alcuni gruppi di amici che si ritrovavano <strong>la</strong> domenica<br />

per organizzare passeggiate in bicicletta<br />

attraverso le deliziose colline toscane.<br />

Negli <strong>anni</strong> altri gruppi interessati ad altre discipline<br />

sportive si aggregano e contribuiscono<br />

allo sviluppo del<strong>la</strong> polisportiva che si costituisce<br />

ufficialmente nel 1986. Da ricordare il contributo<br />

dato da Sergio Serm<strong>anni</strong>, uno dei maggiori<br />

artefici del<strong>la</strong> crescita del<strong>la</strong> nostra <strong>Polisportiva</strong> e<br />

dell’intero sodalizio. Scomparso nel luglio 1994<br />

durante una gita cicloturistica, ha rappresentato<br />

per tutti noi il vero modello di dirigente sportivo,<br />

incarnandone in pieno i reali valori, ricoprendo<br />

per <strong>anni</strong> <strong>la</strong> figura di dirigente delle squadre<br />

di calcio, di pal<strong>la</strong>volo, nonché di Segretario del<strong>la</strong><br />

Associazione.<br />

La <strong>Polisportiva</strong> ha sempre rappresentato per gli<br />

abitanti del Quartiere, e non solo, un vero e pro-<br />

prio punto di riferimento per trovare momenti di<br />

svago, re<strong>la</strong>x e divertimento attraverso manifestazioni<br />

a livello sportivo, sociale e culturale.<br />

Attualmente <strong>la</strong> polisportiva è attiva nelle seguenti<br />

discipline: biliardo boccette, biliardo stecca, calcio<br />

a 11 maschile, calcio a 5 e 7 maschile , calcio a 5<br />

femminile, cicloturismo, ginnastica per anziani,<br />

pal<strong>la</strong>volo, pesca e surfcasting.<br />

Biliardo a Boccette<br />

E’ questo il settore storico del<strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong>. Pluripremiato<br />

a livello provinciale, regionale e nazionale,<br />

nel corso degli <strong>anni</strong> ha sempre rappresentato<br />

una delle punte di diamante a livello di risultati<br />

del<strong>la</strong> intera <strong>Polisportiva</strong>. Grandi campioni hanno<br />

militato e militano nelle nostre squadre.<br />

Nell’ottobre del 1970 al<strong>la</strong> giovane età di 14 <strong>anni</strong><br />

Stefano Cecconi, uno dei pionieri del biliardo<br />

boccette di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>, iniziava a giocare all’interno<br />

del circolo. Solo pochi possono raccontare<br />

quei tempi, perché molti hanno interrotto l’attività<br />

oppure altri ci hanno <strong>la</strong>sciato. Il ricordo va<br />

a Guerrini, vero reclutatore di ragazzi, che oltre<br />

al citato Cecconi, avvicinò a questa disciplina il<br />

Pompiere, il Gatto, il Topo, Tonino, tutti soprannomi<br />

di ragazzi che si avvicinarono con passione<br />

a questa disciplina. Da ricordare come campione<br />

dotato di tecnica indiscussa nonché di partico<strong>la</strong>re<br />

simpatia il mitico Maggino Bolognini, autentico<br />

campione di questo sport, in onore del quale vengono<br />

tutt’oggi organizzati tornei a lui dedicati.<br />

Tantissimi giocatori sono passati <strong>sui</strong> nostri biliardi<br />

prima con le buche e dopo senza, e sicuramente<br />

non solo campioni ma anche assidui frequentatori.<br />

Da ricordare, a proposito, le innumerevoli<br />

sfide tra Giacomino, Ronzano e Patanocco, veri<br />

e propri eventi settimanali del<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> boccette. Da<br />

ricordare inoltre le micidiale bocciate del Barone<br />

o le “biciclette” dell’orto<strong>la</strong>no, i tiri stravaganti di<br />

Pal<strong>la</strong> Veloce oppure i c<strong>la</strong>ssici tiri di Bottone che<br />

colpivano immancabilmente gli angoli al punto<br />

di chiamarli “Antonio” come il suo nome, e non<br />

ultime le interminabili partite e discussioni del<br />

sabato pomeriggio tra Nando, il Cencini, Piero<br />

e Giova.<br />

Oltre a tante cose divertenti, vi sono stati anche<br />

episodi tristi che hanno funestato il settore boccette.<br />

Tra tutte <strong>la</strong> prematura scomparsa, a soli<br />

diciotto <strong>anni</strong> a causa di un infortunio sul <strong>la</strong>voro,<br />

di Stefano Cespugli che ha <strong>la</strong>sciato un vuoto incolmabile.<br />

E mai potremo dimenticare il fatidico<br />

grido di vittoria “Miao” di Gino Ratti (non a caso<br />

soprannominato Gatto) che oltre ad essere stato<br />

un ottimo giocatore ha anche ricoperto l’incarico<br />

di arbitro a livello nazionale. Anche per lui, come<br />

per il citato Maggino Bolognini, vengono organizzati<br />

tornei in sua memoria. Ed in uno di questi,<br />

Stefano Cecconi riuscì a trionfare nonostante<br />

<strong>la</strong> presenza di tanti campioni e bravi giocatori. Il<br />

grande Stefano afferma che a guidare <strong>la</strong> sua mano<br />

durante il torneo sia stato il mitico “Gatto”, visto<br />

che durante le gare il Cecconi provava sensazioni<br />

indescrivibili che gli hanno permesso di effettuare<br />

tiri di una efficacia straordinaria fino a battere<br />

nel<strong>la</strong> finale il pluricampione D’Ambra.<br />

Nel primo periodo di vita del settore boccette il<br />

gioco agonistico si sviluppava tutto nel<strong>la</strong> FIABS.<br />

Successivamente, assieme al Circolo Il Ponte di<br />

Scandicci, fu costituita nel<strong>la</strong> sede del<strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong><br />

<strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> <strong>la</strong> sezione biliardo boccette del<strong>la</strong><br />

UISP. Con l’avvento dei biliardi senza buche,<br />

Stefano Cecconi, Marco Giuliani, Gi<strong>anni</strong> Conforti<br />

ed Alessandro Pellegrini uscirono dal<strong>la</strong> UISP,<br />

35


tanto che nell’anno successivo tutti i giocatori del<br />

circolo seguirono i colleghi al punto da costringere<br />

il circolo a sostituire tutti i biliardi con quelli<br />

di nuova generazione. Il livello di gioco si alzò<br />

notevolmente ed iniziarono ad arrivare giocatori<br />

di qualità come Andrea Beccatelli, vincitore di<br />

numerose gare tra le quali spicca senza dubbio<br />

il Campionato Italiano a coppie vinto nel 2000<br />

ad Alessandria assieme a Stefano Giannoni del<br />

CSB Aurora. Arrivarono inoltre Paolo Eredi, Rodolfo<br />

Sisi, Luigi Giuliani, Massimo Cicali, Piero<br />

Conforti, Alessandro Logli, Piras, ed altri ancora,<br />

che hanno contribuito, grazie alle loro vittorie in<br />

campo provinciale, regionale e nazionale, a tenere<br />

alto il valore del nostro circolo. Nel frattempo<br />

sono sbocciate anche due giovani promesse come<br />

Francesco Innocenti e Massimiliano Berti, detto<br />

“Pilos”, che si sono messi in mostra in diversi<br />

tornei. Al<strong>la</strong> nostra attività si è anche appassionata<br />

una donna (caso più unico che raro nel<strong>la</strong> nostra<br />

provincia), Piera Bellini, che dopo avere affrontato<br />

con discreto successo gli uomini, ha iniziato<br />

a cimentarsi in campo nazionale nel<strong>la</strong> categoria<br />

femminile conquistando più volte il titolo nazionale<br />

e inserendosi attualmente tra le prime otto<br />

giocatrici italiane, anche se ora milita in un’altra<br />

squadra. Il CSB <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> si è molto impegnato,<br />

inoltre, nel<strong>la</strong> organizzazione di numerose gare<br />

nazionali in col<strong>la</strong>borazione con il Comitato di<br />

Firenze. Nel 1997 Giov<strong>anni</strong> <strong>San</strong>ti, Presidente del<br />

Circolo, grazie al<strong>la</strong> fattiva col<strong>la</strong>borazione di Paolo<br />

Eredi, membro del Comitato FIABS di Firenze,<br />

riuscì ad organizzare al Circolo di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong><br />

il Campionato a squadre a livello nazionale, che<br />

permise di vedere all’opera <strong>sui</strong> biliardi del<strong>la</strong> Casa<br />

del Popolo tutti i migliori giocatori italiani. A<br />

La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />

seguito del grande successo del<strong>la</strong> manifestazione,<br />

tale evento fu assegnato al<strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong> <strong>San</strong><br />

<strong>Quirico</strong> per altri cinque <strong>anni</strong> facendo conoscere<br />

in tutta Italia il nostro circolo. Nel 2004 <strong>la</strong> federazione<br />

italiana ha chiesto al nostro circolo di organizzare<br />

<strong>la</strong> prestigiosa gara “Coppa delle Coppe”,<br />

gara singo<strong>la</strong> che ha visto <strong>la</strong> partecipazione di tutti<br />

i più forti giocatori italiani.<br />

Per finire, giova ricordare che <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> oltre a<br />

vantare numerosi bravi giocatori, vanta anche una<br />

forte tradizione nel campo arbitrale schierando<br />

ben quattro arbitri nazionali del calibro di Cencini,<br />

Eredi, Chianucci e D’Alessandro.<br />

Responsabile del<strong>la</strong> sezione è Stefano Lecconi.<br />

Biliardo a Stecca<br />

In occasione del<strong>la</strong> ristrutturazione del<strong>la</strong> Casa del<br />

Popolo nel 1993 ed allo scopo di trasformare l’attività<br />

ricreativa del biliardo in una vera e propria<br />

attività sportiva con <strong>la</strong> nascita di squadre affiliate<br />

al<strong>la</strong> più importanti federazioni biliardistiche, venne<br />

inaugurata nel 1993 <strong>la</strong> sa<strong>la</strong> di biliardo a stecca,<br />

autentico gioiello del<strong>la</strong> Associazione, una delle<br />

più belle sale da gioco del<strong>la</strong> Toscana. Dal<strong>la</strong> sua<br />

creazione sono stati organizzati importanti tornei<br />

regionali e provinciali e le squadre partecipanti ai<br />

vari campionati provinciali sono andate via via<br />

aumentando. Attualmente i tesserati del<strong>la</strong> sezione<br />

stecca sono circa sessanta e compongono circa<br />

dieci squadre ma i frequentatori del<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> sono<br />

molto più numerosi. Nel corso di questi <strong>anni</strong> diversi<br />

atleti si sono distinti sia a livello individuale<br />

che di squadra e partico<strong>la</strong>rmente con <strong>la</strong> vittoria<br />

nell’anno 1997 del Campionato Interprovinciale<br />

a squadre 2a Categoria UISP e conseguente piazzamento<br />

(2° posto) al Campionato Nazionale.<br />

Tale attività è, a differenza delle altre discipline<br />

sportive, svolta totalmente all’interno del<strong>la</strong> Casa<br />

del Popolo ed ha comportato quindi un notevole<br />

incremento di frequentatori che pian piano si<br />

sono integrati divenendo parte attiva nel<strong>la</strong> gestione<br />

del Circolo. La creazione del<strong>la</strong> sa<strong>la</strong>, difatti,<br />

voluta fortemente dallo scomparso Serm<strong>anni</strong> ha<br />

senza dubbio ridato linfa vitale all’ambiente, aumentando<br />

in maniera notevole il numero dei soci<br />

e dei frequentatori del<strong>la</strong> nostra Associazione.<br />

Responsabili del<strong>la</strong> sezione sono Fabio Mancini e<br />

Stefano Sodini.<br />

Calcio a 11 maschile<br />

Disciplina da sempre presente nel<strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong><br />

ha ottenuto, negli <strong>anni</strong>, risultati di prestigio. Giova<br />

ricordare, a tale proposito, <strong>la</strong> conquista nel<strong>la</strong><br />

stagione 89/90 del Campionato di seconda categoria<br />

UISP, prima importante vittoria del<strong>la</strong> squadra<br />

biancorossa, nel<strong>la</strong> stagione 92/93, il Torneo<br />

“Materassi”, nel<strong>la</strong> stagione 93/94, il prestigioso<br />

torneo “I giganti del<strong>la</strong> Fiorentina” - organizzato<br />

dal<strong>la</strong> Lega Calcio UISP con <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione<br />

del<strong>la</strong> A.C. Fiorentina - manifestazione al<strong>la</strong> quale<br />

è stato abbinato per <strong>anni</strong> (successivamente al Torneo<br />

“Città di Firenze” sempre gestito dal<strong>la</strong> Lega<br />

Calcio UISP) il Memorial “Sergio Serm<strong>anni</strong>”,<br />

trofeo messo in palio dal<strong>la</strong> nostra <strong>Polisportiva</strong> per<br />

ricordare lo scomparso Sergio. Poi, nel<strong>la</strong> stagione<br />

94/95, <strong>la</strong> nostra squadra ha vinto il Campionato<br />

di prima categoria UISP, conquistando <strong>la</strong> promozione<br />

in Eccellenza, massima serie del<strong>la</strong> UISP. Nel<br />

1996 arriva però <strong>la</strong> grande impresa del<strong>la</strong> squadra<br />

di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>. Dopo avere ottenuto prestigiosi<br />

successi a livello provinciale, <strong>la</strong> nostra squadra ottiene<br />

<strong>la</strong> consacrazione a livello regionale vincendo<br />

<strong>la</strong> Coppa Toscana 1996, manifestazione d’élite,<br />

riportando dopo sette <strong>anni</strong> il prestigioso Trofeo<br />

al<strong>la</strong> Lega di Firenze. A seguire, sull’onda dell’entusiasmo,<br />

<strong>la</strong> nostra squadra si impone anche nel<br />

Torneo di Bagno di Gavorrano sconfiggendo<br />

squadre b<strong>la</strong>sonate a livello nazionale. Una serie di<br />

successi, dovuti soprattutto al<strong>la</strong> passione del duo<br />

Alessandro Brunetti - Oberdan <strong>San</strong>ti, il primo<br />

efficientissimo sotto il profilo organizzativo, il<br />

secondo compente sotto il profilo tecnico. Successivamente,<br />

dopo alcuni <strong>anni</strong> di stallo, grazie<br />

al ritorno di Alessandro Brunetti, al<strong>la</strong> passione<br />

ed al<strong>la</strong> professionalità del nuovo mister Stefano<br />

Maioli, autentico protagonista da giocatore del<strong>la</strong><br />

conquista del<strong>la</strong> Coppa Toscana 1996, ed al<strong>la</strong><br />

saggezza di Mario Fantechi, valido col<strong>la</strong>boratore<br />

tecnico, <strong>la</strong> squadra di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> si afferma con<br />

prepotenza tra le squadre più forti del panorama<br />

fiorentino e non solo, conquistando, oltre a numerosi<br />

tornei estivi di prestigio, un bis in Coppa<br />

Toscana, vincendo per <strong>la</strong> seconda volta l’ambito<br />

trofeo nell‘anno 2001. Un grosso team, insomma,<br />

sotto tutti gli aspetti, ben coordinato dal Presidente<br />

Brunetti, che si avvale di una schiera di validi<br />

e preziosi col<strong>la</strong>boratori quali Mario Incardona,<br />

Graziano Castagnoli, Tullio Di Leo, Fernando<br />

Cecchi, Daniele Inturri, e Natale Leuzzi, vero e<br />

proprio mago dell’immagine del<strong>la</strong> squadra .<br />

Da evidenziare, infine, che nelle fi<strong>la</strong> biancorosse<br />

hanno militato anche campioni quali Roberto<br />

Galbiati e Antonio Strano, personaggi di rilievo<br />

del panorama calcistico professionista.<br />

Responsabile del<strong>la</strong> sezione è Alessandro Brunetti,<br />

da <strong>anni</strong> presente nel panorama sportivo dell’Associazione<br />

ricoprendo in passato anche <strong>la</strong> carica<br />

di presidente del<strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong>, nonché ruoli di<br />

rilevo all’interno del<strong>la</strong> Lega Calcio U.I.S.P. di<br />

Firenze.<br />

37


Calcio a 5 e a 7 maschile<br />

Sull’onda dell’entusiasmo del pianeta calcio e seguendo<br />

<strong>la</strong> sempre più diffusa pratica di questa disciplina,<br />

nasce, su iniziativa di giovani frequentatori<br />

del<strong>la</strong> Casa del Popolo, nel<strong>la</strong> stagione 95/96, <strong>la</strong><br />

squadra di calcio a 5. La nostra formazione, sotto<br />

<strong>la</strong> guida di Gino Barconi e Luca Mondì, responsabile<br />

del<strong>la</strong> sezione, conquista subito un bril<strong>la</strong>nte<br />

piazzamento in campionato, gettando le basi per<br />

un concreto, solido e prosperoso cammino. Dopo<br />

un primo campionato F.I.G.C. di media c<strong>la</strong>ssifica,<br />

il <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> diventa <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> Firenze e<br />

conquista <strong>la</strong> promozione in C1 vincendo tutte le<br />

partite. Nel<strong>la</strong> stagione successiva avviene <strong>la</strong> fusione<br />

con lo Scandicci che, di fatto, conclude l’era<br />

del calcio a 5 maschile a <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>.<br />

Nel 1999/2000 si passa al “calcio a 7” sotto <strong>la</strong><br />

responsabilità dell’inossidabile Gino Braconi<br />

e Marco Casaredi, due ragazzi di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong><br />

che gestiscono <strong>la</strong> nuova avventura sponsorizzata<br />

“in toto” dal<strong>la</strong> Casa del Popolo che dà così una<br />

ulteriore possibilità ai ragazzi che formano questo<br />

gruppo di cimentarsi in una nuova avventura. E<br />

questa squadra, al<strong>la</strong> sua prima partecipazione,<br />

vince subito il suo primo Campionato C.S.E.N.<br />

provinciale, le finali regionali, c<strong>la</strong>ssificandosi al<br />

quarto posto alle finali nazionali disputate a Porto<br />

Torres. Nel<strong>la</strong> stagione successiva nasce anche una<br />

seconda squadra di calcio a sette formata prevalentemente<br />

da ragazzi del Circolo che riescono a<br />

conquistare una posizione in campionato degna<br />

di rispetto, mentre l’altra squadra, che si avvale<br />

anche delle prestazioni di giocatori provenienti<br />

dal<strong>la</strong> Federcalcio, stravince ancora una volta a<br />

livello provinciale e regionale. Nel 2001/2002 a<br />

seguito del<strong>la</strong> partenza di Gino Braconi per il cal-<br />

La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />

cio a 5 del Pontassieve, il <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> affianca a<br />

Marco Casaredi due nuovi responsabili, Massimo<br />

Lisi e Luca Lombardo. Nonostante il cambio, il<br />

<strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> conquista di nuovo il campionato<br />

provinciale. Nel<strong>la</strong> stagione successiva <strong>la</strong> squadra<br />

biancorossa si aggiudica di nuovo tutto conquistando<br />

il diritto a partecipare alle finali nazionali<br />

che si disputano a Monopoli, dove partecipa una<br />

“mista” di calcio a sette ed undici che conquista<br />

un onorevole piazzamento.<br />

Nel<strong>la</strong> stagione 2004/2005 si affianca al<strong>la</strong> già navigata<br />

squadra di Casaredi, una squadra formata da<br />

un ex giocatore di calcio a undici, Ermanno Pucci,<br />

che partecipa con onore al campionato U.I.S.P..<br />

Da segna<strong>la</strong>re che, per <strong>la</strong> prossima stagione, saranno<br />

tre le squadre di calcio a sette organizzate dal<strong>la</strong><br />

<strong>Polisportiva</strong> <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>, visto che alle formazioni<br />

già citate si aggiungerà una terza squadra formata<br />

esclusivamente da ragazzi che frequentano <strong>la</strong> Casa<br />

del Popolo.<br />

Calcio a 5 femminile<br />

Nel<strong>la</strong> stagione 2004/2005 <strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong> <strong>San</strong><br />

<strong>Quirico</strong> al<strong>la</strong>rga i propri orizzonti verso il pianeta<br />

del calcetto femminile sponsorizzando una<br />

squadra di calcio a 5 femminile che partecipa con<br />

onore al campionato U.I.S.P. di Firenze. Grazie<br />

al successo ottenuto sotto <strong>la</strong> sapiente guida di<br />

Bardazzi e Benvenuti, nel<strong>la</strong> prossima stagione<br />

saranno due le compagini di calcio a cinque femminili<br />

che difenderanno i colori del<strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong><br />

<strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>.<br />

Cicloturismo<br />

Nel 1973 un gruppo di appassionati di ciclismo<br />

decise di formare <strong>la</strong> sezione ciclistica all’interno<br />

del<strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong> <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> con affiliazione<br />

al<strong>la</strong> Lega Ciclismo UISP di Firenze, allo scopo di<br />

ritrovarsi <strong>la</strong> domenica e partecipare a manifestazioni<br />

cicloturistiche che venivano organizzate in<br />

quel periodo.<br />

Il primo Presidente è stato Giov<strong>anni</strong> Baldanzini,<br />

attuale Presidente Regionale del<strong>la</strong> Lega Ciclismo<br />

UISP; tra i primi ad essere tesserati per <strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong><br />

<strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> figurano i nomi di Giancarlo<br />

Bandinelli, Pietro Pecchioli, Alessandro Rangoni,<br />

Marcello Salvini, Giov<strong>anni</strong> <strong>San</strong>ti e Salvatore<br />

Scelfo.<br />

Dopo circa due <strong>anni</strong> entrò a far parte del gruppo<br />

Roberto Formigli, e con lui alcuni cicloamatori<br />

come Sergio Perini, Paolo Pagliai ed altri che partecipavano<br />

esclusivamente a corse su strada. Ma il<br />

connubio con Roberto durò solo due <strong>anni</strong> perché<br />

vi era una netta divisione tra cicloturisti e cicloamatori<br />

e, pertanto, <strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong>, che operava in<br />

maniera che tutti i propri tesserati in egual misura<br />

fossero partecipi al<strong>la</strong> socializzazione di questo<br />

sport ed allo stesso tempo dovessero essere tutti<br />

considerati senza discriminazione alcuna, decise<br />

per <strong>la</strong> scissione del gruppo amatoriale.<br />

Ci fu in seguito un’altra breve esperienza di tipo<br />

amatoriale con il gruppo di Giov<strong>anni</strong> Becucci ma,<br />

sempre per gli stessi motivi, ebbe breve durata.<br />

Da allora rimase esclusivamente il cicloturismo,<br />

ovvero il piacere di andare in bicicletta allo scopo<br />

di ritrovarsi, di divertirsi e di partecipare assieme<br />

agli altri.<br />

Nel 1980 fu organizzato il primo raduno cicloturistico<br />

intito<strong>la</strong>to ai Fratelli Taddei, che poi<br />

negli <strong>anni</strong> a venire si è consolidato a tal punto<br />

da diventare costantemente raduno di apertura<br />

dell’attività provinciale del<strong>la</strong> Lega Ciclismo UISP<br />

di Firenze.<br />

Nel 1992 fu organizzata, per <strong>la</strong> prima volta a Firenze,<br />

una prova di Campionato Italiano di Gran<br />

Fondo di km. 150, una esperienza bellissima su<br />

un percorso altrettanto bello al<strong>la</strong> quale parteciparono<br />

circa 500 partecipanti.<br />

Sempre nell’anno 1992 e nei due <strong>anni</strong> successivi,<br />

<strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong> <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> partecipò a Collegno<br />

al<strong>la</strong> Ciclolonga del Sestriere, una corsa di km.<br />

190. Ma l’esperienza più bel<strong>la</strong> ed affascinante è<br />

stata <strong>la</strong> partecipazione negli <strong>anni</strong> 1994, 1995 e<br />

1996 al Giro Cicloturistico delle Dolomiti, attraverso<br />

<strong>la</strong> quale Pietro Pecchioli, Alfio ed Alessandro<br />

Rangoni, Marcello Salvini, Salvatore Scelfo e<br />

Giov<strong>anni</strong> <strong>San</strong>ti hanno sca<strong>la</strong>to le più belle salite,<br />

ammirato meravigliosi paesaggi dallo Stelvio al<br />

Pordoi, dal Passo Gardena al Passo Sel<strong>la</strong>, e via<br />

dicendo, peda<strong>la</strong>ndo e trascorrendo una settimana<br />

di sport e divertimento assieme a ciclisti di altre<br />

nazioni europee, quali tedeschi, danesi, spagnoli<br />

e francesi.<br />

Negli <strong>anni</strong> successivi <strong>la</strong> sezione Ciclismo del<strong>la</strong><br />

<strong>Polisportiva</strong> <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> ha continuato ad organizzare<br />

manifestazioni cicloturistiche con un occhio<br />

di riguardo al<strong>la</strong> situazione mondiale. Difatti<br />

nel mese di febbraio del 2004 Marcello Salvini,<br />

Pietro Pecchioli e Raul Guernieri, assieme ad<br />

alcuni ciclisti di altre società, hanno partecipato<br />

ad una iniziativa di pace e solidarietà nel lontano<br />

Nepal, peda<strong>la</strong>ndo dai confini dell’India fino ai<br />

confini del<strong>la</strong> Cina, incontrando persone che in<br />

quei luoghi <strong>la</strong>vorano per migliorare le condizioni<br />

di vita di chi ha più bisogno, in primo luogo i<br />

bambini, ed incontrando anche persone che ricoprono<br />

cariche istituzionali, maturando così una<br />

nuova ed intesa esperienza che ha innescato una<br />

intensa riflessione all’interno del gruppo ciclotu-<br />

39


istico del<strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong> <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>. Riflessione<br />

intensa, tanto intensa al punto da fare scattare <strong>la</strong><br />

mol<strong>la</strong> di organizzare da parte del<strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong><br />

una iniziativa che ricalcasse le orme di quel<strong>la</strong><br />

vissuta dai tre amici cicloturisti. E così, nell’anno<br />

in corso, <strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong> <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>, in col<strong>la</strong>borazione<br />

con <strong>la</strong> Caritas di Firenze, ha organizzato<br />

una manifestazione denominata “Biciclette, pace<br />

e solidarietà” con partenza da Firenze il 22 agosto<br />

ed arrivo a <strong>San</strong>ta Maria di Leuca il 31 agosto,<br />

per km. 1.040 da percorrere in dieci giorni con<br />

un giorno di riposo. Parteciperanno all’iniziativa<br />

Alfio Rangoni, Raul Guernieri, Pietro Pecchioli,<br />

Marcello Salvini, Roberto Mazzei, Alessandro<br />

Rangoni, Salvatore Scelfo e Giov<strong>anni</strong> <strong>San</strong>ti.<br />

Al<strong>la</strong> lodevole iniziativa hanno partecipato anche<br />

ciclisti di altre società ed un gruppo di persone al<br />

seguito. La comitiva arriverà nei più bei posti del<strong>la</strong><br />

Puglia, toccando luoghi come Molfetta, Matera,<br />

Alberobello e via dicendo. Per l’occasione sono<br />

stati organizzati incontri con <strong>la</strong> Caritas, <strong>la</strong> UISP<br />

e l’ARCI del<strong>la</strong> Regione Puglia, sono stati visitati<br />

centri del<strong>la</strong> Caritas dedicati ai meno fortunati<br />

senza tra<strong>la</strong>sciare una doverosa visita ai luoghi di<br />

Padre Pio. Così facendo, <strong>la</strong> sezione ciclismo del<strong>la</strong><br />

<strong>Polisportiva</strong> <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> continua <strong>la</strong> sua attività<br />

di passione per questo sport e di amicizia tra i suoi<br />

tesserati diffondendo allo stesso tempo i valori di<br />

pace e solidarietà ed amicizia tra i popoli.<br />

Responsabile del<strong>la</strong> sezione è Alessandro Rangoni.<br />

Ginnastica per Anziani<br />

Disciplina non agonistica, <strong>la</strong> ginnastica per adulti<br />

del<strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong> S. <strong>Quirico</strong> ha rappresentato<br />

da sempre uno dei corsi più importanti svolti<br />

nel nostro Quartiere, diventando negli <strong>anni</strong> un<br />

vero e proprio punto di riferimento per coloro<br />

La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />

che hanno l’esigenza di fare sport divertendosi,<br />

scoprendo magari nuove amicizie, dando un forte<br />

segnale da parte del<strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong> agli abitanti del<br />

Quartiere, un segnale ricreativo e sociale, offrendo<br />

<strong>la</strong> possibilità ad un folto gruppo di persone di<br />

seguire un programma organizzato e gestito da<br />

istruttori qualificati. Dopo alcuni <strong>anni</strong> di assenza,<br />

dal<strong>la</strong> prossima stagione, il corso di ginnastica<br />

adulti sarà di nuovo organizzato dal<strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong><br />

<strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> che si avvarrà del<strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione di<br />

validi istruttori del<strong>la</strong> UISP di Firenze.<br />

Pal<strong>la</strong>volo<br />

Questa disciplina ha rappresentato per <strong>anni</strong> per <strong>la</strong><br />

<strong>Polisportiva</strong> S. <strong>Quirico</strong> un notevole movimento<br />

di giovani che hanno militato nelle nostre squadre<br />

femminili di pal<strong>la</strong>volo, riportando svariati successi<br />

a tutti i livelli, provinciale, regionale e nazionale.<br />

Presenti fin dal 1972 con <strong>la</strong> squadra femminile<br />

maggiore, <strong>la</strong> nostra <strong>Polisportiva</strong> ha iniziato negli<br />

<strong>anni</strong> successivi <strong>la</strong> leva a livello giovanile. Difatti,<br />

nell’anno 1975 il Presidente del<strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong><br />

<strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> Aleandro Falorsi ed i Consiglieri<br />

Massimo Checcucci, Daniele Cespugli e Sergio<br />

Serm<strong>anni</strong>, decisero, in accordo con il Consiglio<br />

del<strong>la</strong> Casa del Popolo ed in col<strong>la</strong>borazione con<br />

<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> “Don Mi<strong>la</strong>ni” di Piazza Carlo Dolci,<br />

di iniziare dei corsi di avviamento al<strong>la</strong> pal<strong>la</strong>volo<br />

femminile. I corsi erano composti da bambine dai<br />

sei ai dieci <strong>anni</strong> per l’avviamento del<strong>la</strong> pal<strong>la</strong>volo e<br />

venivano gestiti da insegnanti ISEF per garantire<br />

una sicurezza per i genitori che affidavano le loro<br />

bambine al<strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong>.<br />

Nel corso degli <strong>anni</strong> <strong>la</strong> Pal<strong>la</strong>volo <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong><br />

raggiunse dei buoni risultati sia sotto il profilo<br />

sportivo che di aggregazione, disputando ottimi<br />

campionati sia UISP che FIPAV senza mai per-<br />

dere l’obbiettivo più importante ovvero l’aggregazione<br />

delle ragazze allo sport evitando loro altre<br />

cattive esperienze.<br />

Questa intensa attività ha permesso al<strong>la</strong> pal<strong>la</strong>volo<br />

<strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> di primeggiare a livello provinciale e<br />

regionale nei vari campionati, ottenendo importanti<br />

risultati come. Da ricordare <strong>la</strong> conquista di<br />

2 Campionati Italiani Under 14 e Under 18, 2<br />

Campionati Regionali Under 14 e Under 15, 6<br />

Campionati Provinciali Under 14, Under 16 e<br />

Under 18, 3a c<strong>la</strong>ssificata Campionato Provinciale<br />

UISP ragazze, 4a c<strong>la</strong>ssificata Campionato Mini<br />

Volley UISP, partecipazione femminile al<strong>la</strong> Serie<br />

D FIPAV dall’anno 1984 al 1990.<br />

Poi, nel corso dell’anno 1995, a seguito di divergenze<br />

tecniche, questa disciplina subisce una notevole<br />

riduzione. Tuttavia, pur ridotta, <strong>la</strong> nostra<br />

sezione rimane comunque una delle più importanti<br />

dell’intero panorama toscano, grazie anche<br />

ai bril<strong>la</strong>nti risultati ottenuti dal<strong>la</strong> nostre squadre,<br />

sotto <strong>la</strong> sapiente guida degli allenatori Lorenzo De<br />

Majo e Alessandra Di Pasquale, gestiti bril<strong>la</strong>ntemente<br />

dal passionale dirigente Palmarino Vaddinelli,<br />

sotto <strong>la</strong> supervisione dell’allora responsabile<br />

del<strong>la</strong> sezione, Giov<strong>anni</strong> <strong>San</strong>ti.<br />

E, a partire dall’anno 1998, <strong>la</strong> Pal<strong>la</strong>volo <strong>San</strong><br />

<strong>Quirico</strong> ha avuto un notevole sviluppo sia come<br />

struttura societaria sia come numero di atleti,<br />

grazie anche all’apporto tecnico-dirigenziale delle<br />

valide allenatrici Lucia Ricciardi di Gaudesi, di<br />

Alessandra Amato e di Fabio Meschini.<br />

Nel 1998 <strong>la</strong> realtà societaria era costituita da una<br />

squadra di mini volley e di una squadra Under<br />

14: Allo stato attuale l’organico è composto dalle<br />

squadre: Scuo<strong>la</strong> Volley, Under 13, Under 16, Master,<br />

Amatori-Misto (maschile e femminile).<br />

Lo spirito che ci contraddistingue è quello di<br />

promuovere lo sport per i giovani e per gli adulti,<br />

cercando di diffondere i valori sportivi, ovvero<br />

intendere lo sport come:<br />

a) strumento educativo utile ad accrescere il<br />

coinvolgimento dei giovani, aiutandoli ad<br />

identificare le loro capacità ed i loro limiti, a<br />

superare le difficoltà alle quali sono confrontati<br />

nel<strong>la</strong> vita di tutti i giorni e, pertanto, a<br />

raggiungere i loro obbiettivi autonomamente;<br />

b) veicolo di socializzazione, quale promotore di<br />

principi democratici attraverso <strong>la</strong> diffusione<br />

dei valori del<strong>la</strong> solidarietà, del rispetto degli<br />

altri, del<strong>la</strong> partecipazione;<br />

c) veicolo di tolleranza, di accettazione e rispetto<br />

nei confronti del<strong>la</strong> diversità di culture ed etnie.<br />

Conciliando questi principi, abbiamo anche<br />

ottenuto risultati soddisfacenti sotto il profilo<br />

agonistico, partecipando per cinque <strong>anni</strong> consecutivi<br />

alle finali nazionali UISP di pal<strong>la</strong>volo, con<br />

squadre appartenenti a diverse categorie.<br />

La nostra squadra Under 12 si è c<strong>la</strong>ssificata al terzo<br />

posto nel campionato provinciale UISP 2005.<br />

Il settore pal<strong>la</strong>volo si è anche contraddistinto per<br />

<strong>la</strong> sua attività di solidarietà, organizzando nell’anno<br />

2004 un torneo di pal<strong>la</strong>volo femminile con<br />

<strong>la</strong> squadra volley del carcere di Sollicciano e nel<br />

mese di settembre 2005 il primo torneo di pal<strong>la</strong>volo<br />

misto “Careggi e Non” formato da squadre<br />

composte prevalentemente da operatori sanitari<br />

del Policlinico di Careggi, il cui incasso sarà<br />

devoluto all’A.D.M.O. (Associazione Donatori<br />

Midollo Osseo).<br />

Pesca e Surf Casting<br />

A dimostrazione del<strong>la</strong> totale apertura “sociale”<br />

del<strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong> S. <strong>Quirico</strong>, dal marzo 1996<br />

41


una nuova disciplina è entrata a far parte del<strong>la</strong><br />

nostra organizzazione, <strong>la</strong> pesca e surfcasting.<br />

Con questo ingresso, si ricrea dopo alcuni <strong>anni</strong><br />

di assenza, <strong>la</strong> sezione pesca del<strong>la</strong> nostra <strong>Polisportiva</strong>,<br />

già presente negli <strong>anni</strong> passati all’interno<br />

del<strong>la</strong> nostra Associazione. La disciplina, è divisa<br />

in due settori: “pesca” in acque interne e “surfcasting”<br />

in acque marine, <strong>la</strong> specialità presente<br />

nel<strong>la</strong> polisportiva.<br />

La sezione pesca partecipa a numerose manifestazioni<br />

organizzate sul fiume Arno. Il gruppo<br />

La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />

“surfcasting”, nato da 4 <strong>anni</strong>, ha al suo attivo il<br />

campionato provinciale individuale e per società<br />

degli ultimi due <strong>anni</strong>, 1995 e 1996, acquisendo<br />

il diritto a partecipare ai Campionati Italiani<br />

individuali e per società che si sono svolti, per <strong>la</strong><br />

categoria individuale, nel 1995 ad Orosei e nel<br />

1996 a Montalto di Castro, mentre i campionati<br />

per Società si sono svolti nel 1995 ad Agrigento<br />

e nel 1996 a Cagliari. Questa Sezione ha nel<strong>la</strong><br />

persona di Roberto Gironi il responsabile, coadiuvato<br />

da Marco Ruisi.<br />

Le radici<br />

ed il percorso storico<br />

del<strong>la</strong> Società di Mutua Assistenza fra gli Operai in <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong><br />

nei primi <strong>anni</strong> di vita (1885/1922)<br />

L’Associazione Casa del Popolo Fratelli Taddei di<br />

<strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> a Legnaia affonda le sue radici nel<strong>la</strong><br />

storia del movimento associativo popo<strong>la</strong>re e democratico<br />

del nostro paese.<br />

L’origine è lontana. Sono passati più di centoventi<br />

<strong>anni</strong> da, quando alcuni cittadini del<strong>la</strong> frazione di<br />

<strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> a Legnaia costituirono <strong>la</strong> Società di<br />

Mutua Assistenza.<br />

Al<strong>la</strong> fine del XIX secolo l’area attraversata dal<strong>la</strong><br />

“Strada Règia postale Livornese o Pisana”, formata<br />

dalle frazioni del Pignone, Monticelli, Legnaia,<br />

Soffiano, <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>, <strong>San</strong> Giusto, <strong>San</strong>ta Maria,<br />

<strong>San</strong> Bartolo a Cintoia, Ponte a Greve e Sollicciano,<br />

veniva definita suburbio fiorentino, un’area<br />

attigua al<strong>la</strong> città, ma non ancora periferia, caratterizzata<br />

da un sistema economico misto basato<br />

su attività agricole, artigianali, piccole industrie<br />

manifatturiere e commerci.<br />

L’agricoltura era contraddistinta dal<strong>la</strong> conduzione<br />

mezzadrile ma, data <strong>la</strong> peculiarità delle colture, vi<br />

Luciano Senatori<br />

centro studi e documentazioni arci firenze<br />

erano anche molti coltivatori diretti, insieme ai<br />

poderi dati in affitto ed era basata su due segmenti<br />

produttivi: quello dei legumi, cereali e foraggio e<br />

quello del<strong>la</strong> frutta e verdura di qualità destinata al<br />

mercato di Firenze. Era abbastanza diffuso anche<br />

l’allevamento del bestiame sia da cortile (polli e<br />

conigli), che per <strong>la</strong> macel<strong>la</strong>zione e per il <strong>la</strong>voro.<br />

Il tracciato del<strong>la</strong> via Pisana era tra i più urbanizzati<br />

ed i borghi di Monticelli, Legnaia, <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong><br />

erano caratterizzati da una attività artigianale abbastanza<br />

consistente soprattutto legata al<strong>la</strong> <strong>la</strong>vorazione<br />

del legno, bottai, carradori, segatori e<br />

legnaioli in genere, affiancati da altre attività artigianali<br />

come quelle del<strong>la</strong> <strong>la</strong>vorazione del<strong>la</strong> paglia.<br />

Dal<strong>la</strong> metà dell’ottocento in questa area sorgono<br />

le prime fabbriche che segnavano l’affacciarsi del<strong>la</strong><br />

prima civiltà industriale. La fonderia del Pignone,<br />

il “Fornacione”, <strong>la</strong> vetreria di Legnaia, l’opificio<br />

Campolmi, sono alcuni esempi del cambiamento<br />

del modo di produrre e diverranno presto i luoghi<br />

43


dove si formerà <strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse operaia industriale.<br />

Dal 1880 al 1885 lungo <strong>la</strong> via Pisana venne<br />

costruita <strong>la</strong> linea del “Tramway” a vapore che conduceva<br />

da Firenze a Lastra a Signa ed affiancava<br />

il servizio di diligenza, sempre sul<strong>la</strong> via Pisana,<br />

per Scandicci – Vingone e in direzione Pignone,<br />

Monticelli, Legnaia, Soffiano, <strong>San</strong> Giusto , <strong>San</strong>ta<br />

Maria, <strong>San</strong> Bartolo a Cintoia, Ponte a Greve e<br />

Sollicciano.<br />

Le condizioni economiche degli abitanti erano in<br />

generale di miseria, migliori quelle degli impiegati<br />

e dei piccoli proprietari. Lo stato economico di<br />

ogni individuo residente a <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>, come in<br />

altre zone, veniva censito con le seguenti categorie<br />

: “povero, miserevole o benestante”. Dal 1855 al<br />

1865 Firenze e dintorni fu colpita da due epidemie<br />

di colera, con migliaia di morti.<br />

E’ in questa situazione socio economica che nasce<br />

<strong>la</strong> Società di Mutua Assistenza.<br />

Il primo Statuto pubblicato il 1° gennaio 1902<br />

all’articolo 1 recita testualmente: “Fin dal 1 Febbraio<br />

1885 è costituita in <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> a Legnaia<br />

comune di Firenze, una Società di Mutua Assistenza<br />

<strong>la</strong> quale porta per titolo Società di Mutua<br />

Assistenza fra gli Operai in <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> e si compone<br />

di un numero indefinito di Soci.”<br />

Le testimonianze raccolte concordano nell’affermare<br />

che <strong>la</strong> Società era già stata costituita fin dal<br />

1883 con sede nell’appartamento di via Pisana,<br />

concesso in uso dal<strong>la</strong> famiglia Panattoni, situato<br />

di fronte al<strong>la</strong> attuale casa del popolo. Tuttavia il<br />

primo embrione del<strong>la</strong> Società risale al 12 novembre<br />

del 1882; Società finalizzata all’organizzazione<br />

di una gita di piacere in “un giorno festivo del<strong>la</strong><br />

prossima estate”. La Società doveva rimanere in<br />

vita il tempo “necessario per aggiungere <strong>la</strong> somma<br />

La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />

sufficiente al<strong>la</strong> spesa del<strong>la</strong> gita suddetta”.<br />

Nel 1902 il Presidente era Attilio Susini e il<br />

vice Ottavio Bellini, mentre ricoprivano le altre<br />

cariche: Alfredo Cappelli segretario; Ferdinando<br />

Cellini cassiere, e Serafino Frullini provveditore.<br />

La Società di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> iniziò <strong>la</strong> sua attività<br />

nel<strong>la</strong> fase in cui, l’associazionismo popo<strong>la</strong>re,<br />

<strong>la</strong>ico e cattolico, si stava affermando come <strong>la</strong><br />

forma sociale e partecipativa più importante dei<br />

<strong>la</strong>voratori.<br />

Nelle frazioni del Comune di Firenze, sul<strong>la</strong> riva<br />

sinistra dell’Arno, dal Pignone fino ad Ugnano,<br />

dal 1878 al 1908 vennero costituite ben 35 società<br />

di mutuo soccorso e assistenza, unioni operaie<br />

e professionali, corpi musicali, filodrammatiche,<br />

corali, società di ginnastica e club sportivi, cooperative<br />

di consumo e agricole, alcune di queste<br />

a <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> o in zone vicine come <strong>la</strong> Società<br />

Fi<strong>la</strong>rmonica di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> a Legnaia (1883), il<br />

club sportivo Audax, poi Circolo <strong>la</strong> Pace di <strong>San</strong><br />

<strong>Quirico</strong>, <strong>la</strong> Società corale fra gli operai di Legnaia<br />

(1883), <strong>la</strong> Coop di consumo fra gli operai di Legnaia<br />

(1903) e quel<strong>la</strong> fra gli operai di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong><br />

(1891), l’Unione professionale cattolica fra gli<br />

agricoltori di Legnaia (1903), <strong>la</strong> Cooperativa<br />

agrico<strong>la</strong> di Legnaia (1908), <strong>la</strong> Società di Mutuo<br />

Soccorso cattolica operaia di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> (1902).<br />

Tale processo di crescita associativa si basava su<br />

alcuni presupposti di fondo:<br />

- <strong>la</strong> libertà di riunione stabilità per <strong>la</strong> prima<br />

volta con lo Statuto albertino al<strong>la</strong> metà dell’800<br />

e <strong>la</strong> conquista del<strong>la</strong> libertà di associazione con<br />

l’abrogazione degli articoli 483 e 486 del Codice<br />

Penale;<br />

- le profonde modificazioni economiche e sociali<br />

conseguenti al<strong>la</strong> formazione dello Stato unitario;<br />

- l’aumento notevole dei <strong>la</strong>voratori impegnati in<br />

attività produttive e di servizio, e <strong>la</strong> loro graduale<br />

presa di coscienza con <strong>la</strong> conseguente crescita<br />

del<strong>la</strong> combattività e lo sviluppo dello spirito<br />

associativo;<br />

- le contraddizioni ed i contrasti inevitabili conseguenti<br />

allo sviluppo socio economico tra le c<strong>la</strong>ssi<br />

dirigenti e padronali da una parte e <strong>la</strong> massa dei<br />

cittadini dall’altra, dove erano <strong>la</strong>rgamente diffuse<br />

miseria, ma<strong>la</strong>ttie, pessime condizioni igienico<br />

sanitarie ed analfabetismo;<br />

- <strong>la</strong> risposta autonoma, attiva e positiva in difesa<br />

dei <strong>la</strong>voratori, soprattutto degli operai, al<strong>la</strong><br />

totale assenza dello Stato a livello di assistenza<br />

e previdenza ed al basso profilo delle istituzioni<br />

sco<strong>la</strong>stiche e sanitarie.<br />

La frazione di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> a Legnaia, annessa al<br />

Comune di Firenze, dopo <strong>la</strong> soppressione del<strong>la</strong><br />

Comunità di Legnaia, risentiva del<strong>la</strong> situazione<br />

generale del Paese con alcune contraddizioni in<br />

più dovute al<strong>la</strong> partico<strong>la</strong>re posizione sul territorio<br />

ed allo sviluppo urbanistico.<br />

<strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> era un piccolo centro abitato da operai,<br />

contadini, qualche addetto ai servizi, insieme<br />

con artigiani e commercianti che formavano il<br />

“ceto medio” di quel periodo.<br />

Le condizioni materiali del<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse operaia e dei<br />

contadini erano pessime. L’orario di <strong>la</strong>voro, fino<br />

al<strong>la</strong> fine del XIX secolo, salvo alcune eccezioni,<br />

non era mai inferiore alle dodici ore giornaliere:<br />

dall’alba al tramonto. Il sa<strong>la</strong>rio oscil<strong>la</strong>va da una a<br />

due lire al giorno senza nessuna forma previdenziale<br />

e assistenziale, il <strong>la</strong>voro mezzadrile veniva<br />

compensato con <strong>la</strong> metà (ma non sempre era <strong>la</strong><br />

metà effettiva) del prodotto realizzato. Artigiani<br />

e commercianti avevano un reddito maggiore<br />

secondo le loro capacità; solo alcune categorie<br />

come i funzionari, gli impiegati pubblici e di<br />

banca (ma di questi pochi erano residenti nelle<br />

frazioni di periferia), riscuotevano sa<strong>la</strong>ri più cospicui.<br />

Famosa, a questo proposito, una citazione<br />

di Carlo Lorenzini, l’autore di “Pinocchio”: “Un<br />

copista regio con cento lire al mese era braccato<br />

e corteggiato da tutte le mamme che avevano<br />

figliole da maritare.”<br />

I sa<strong>la</strong>riati oltre ad essere mal pagati erano costantemente<br />

impegnati in <strong>la</strong>vori duri e massacranti<br />

data <strong>la</strong> scarsità di macchine sia nelle industrie che<br />

nei cantieri edili. Una parte notevole del tempo di<br />

vita complessivo era impiegata nel <strong>la</strong>voro necessario<br />

per produrre risorse materiali per <strong>la</strong> sopravvivenza<br />

individuale e delle loro famiglie. Precario<br />

era il livello sanitario con notevoli e diffuse ma<strong>la</strong>ttie<br />

endemiche. Basso era il livello di istruzione: all’inizio<br />

del ‘900 nell’area di Legnaia, <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>,<br />

Ponte a Greve gli analfabeti erano stimati intorno<br />

al 30%, in altre zone del<strong>la</strong> provincia di Firenze<br />

raggiungevano oltre <strong>la</strong> metà del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione, in<br />

altre parti del<strong>la</strong> Toscana fino all’80%.<br />

Questo era lo scenario in cui si svilupparono<br />

le Società di Mutuo Soccorso e le altre associazioni<br />

popo<strong>la</strong>ri, promosse nel<strong>la</strong> prima fase dal<strong>la</strong><br />

borghesia e dai ceti moderati. Esse svolgevano<br />

essenzialmente attività di assistenza, beneficenza<br />

e mutualità. Nel<strong>la</strong> prima fase furono influenzate<br />

dal<strong>la</strong> ideologia borghese che tentava, talvolta<br />

riuscendovi, di affratel<strong>la</strong>re benestanti e <strong>la</strong>voratori,<br />

per ammortizzare le nascenti lotte sociali contro<br />

l’ingiustizia. Svolsero un ruolo positivo di educazione<br />

civica per distogliere dalle bettole e dalle<br />

bische i <strong>la</strong>voratori abbrutiti dal <strong>la</strong>voro.<br />

Nel libro di Elio Conti del 1950 “le origini del so-<br />

45


cialismo a Firenze” si legge: “La c<strong>la</strong>sse dominante,<br />

le concepiva come uno dei metodi intelligenti di<br />

fare beneficenza, raggiungendo il duplice scopo di<br />

allontanare gli operai dalle agitazioni politiche, e<br />

di attenuare i contrasti di c<strong>la</strong>sse.”<br />

Anche <strong>la</strong> Società di Mutua Assistenza di <strong>San</strong><br />

<strong>Quirico</strong> prese vita con quelle caratteristiche e non<br />

poteva essere diversamente. La lettura del primo<br />

Statuto ne è <strong>la</strong> prova certa:<br />

Nel primo articolo, già citato, erano fissati gli<br />

scopi:<br />

“1° Dare un sussidio giornaliero ai Soci amma<strong>la</strong>ti.<br />

2° Assistere durante <strong>la</strong> notte i medesimi quando<br />

<strong>la</strong> gravità del<strong>la</strong> loro ma<strong>la</strong>ttia lo richieda purché sia<br />

riconosciuta dal medico.”<br />

Si trattava di una vera e propria cassa mutua ma<strong>la</strong>ttia<br />

tra i soci, così come risulta chiaramente dalle<br />

regole societarie.<br />

Nel secondo articolo erano indicate le caratteristiche<br />

generali:<br />

“La Società non ha scopo né politico né religioso.”<br />

cioè quei principi del<strong>la</strong> apoliticità e del<strong>la</strong> neutralità<br />

predicati dal<strong>la</strong> impostazione borghese e moderata<br />

dell’associazionismo popo<strong>la</strong>re. Nel caso specifico i<br />

promotori erano certamente di cultura <strong>la</strong>ica.<br />

Tuttavia il ruolo del<strong>la</strong> Società, come avvenne in<br />

tutte le altre Mutuo Soccorso, risultò comunque<br />

positivo e gradualmente negli <strong>anni</strong>, come vedremo<br />

successivamente, venne superata l’apoliticità<br />

e si formarono correnti di pensiero repubblicane,<br />

socialiste e anarchiche.<br />

Fino all’inizio del ‘900 l’attività del<strong>la</strong> Società<br />

seguì le finalità e le indicazioni statutarie che vale<br />

<strong>la</strong> pena ricordare. Per prima cosa occorre porre<br />

l’accento sull’ambito territoriale in cui agiva,<br />

La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />

molto più ampio del<strong>la</strong> frazione di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>.<br />

Potevano associarsi e godere dei diritti di assistenza<br />

i cittadini residenti nelle frazioni: Pignone,<br />

Monticelli, Legnaia, Soffiano, <strong>San</strong> Giusto , <strong>San</strong>ta<br />

Maria, <strong>San</strong> Bartolo a Cintoia, Ponte a Greve e<br />

Sollicciano. Inoltre, potevano associarsi anche chi<br />

abitava fuori dalle frazioni indicate, senza il diritto<br />

all’Assistenza notturna.<br />

Per essere ammessi nel corpo sociale era necessario<br />

pagare una tassa d’ammissione (così veniva definita<br />

nello Statuto) per fasce di età nel<strong>la</strong> misura<br />

che segue:<br />

da 17 a 24 <strong>anni</strong> lire 1,50 in 3 rate settimanali<br />

consecutive: 50 centesimi <strong>la</strong><br />

settimana<br />

da 25 a 29 <strong>anni</strong> lire 3,00 in 4 rate settimanali<br />

consecutive: 75 centesimi <strong>la</strong><br />

settimana<br />

da 30 a 34 <strong>anni</strong> lire 4,50 in 6 rate settimanali<br />

consecutive: 75 centesimi <strong>la</strong><br />

settimana<br />

da 35 a 39 <strong>anni</strong> lire 8,00 in 10 rate settimanali<br />

consecutive: 80 centesimi <strong>la</strong><br />

settimana<br />

da 40 a 45 <strong>anni</strong> lire 10,00 in 15 rate settimanali<br />

consecutive: 66 centesimi <strong>la</strong><br />

settimana<br />

Oltre <strong>la</strong> tassa d’ammissione ogni socio, indipendentemente<br />

dall’età, doveva versare <strong>la</strong> tassa<br />

settimanale di 25 centesimi.<br />

In totale ogni Socio doveva versare secondo <strong>la</strong> fascia<br />

di appartenenza da 14,5 a 23 lire ogni anno,<br />

cifra apparentemente esigua, ma non tale rispetto<br />

alle precarietà sa<strong>la</strong>riali dell’epoca.<br />

Questi erano i doveri pecuniari, insieme con<br />

altri morali e disciplinari, rispetto ai quali i soci<br />

avevano diritti precisi e rego<strong>la</strong>ti, tra i quali il più<br />

significativo quello del<strong>la</strong> corresponsione, da parte<br />

del<strong>la</strong> Società, del<strong>la</strong> sovvenzione giornaliera di lire<br />

1,50 per i primi 90 giorni di ma<strong>la</strong>ttia, di 80 centesimi<br />

per i successivi 90 giorni, di 50 centesimi al<br />

giorno per tutto il rimanente periodo di ma<strong>la</strong>ttia<br />

temporanea o definitiva.<br />

Non era riconosciuta sovvenzione alcuna ai Soci<br />

affetti da ma<strong>la</strong>ttie derivanti da scostumatezza,<br />

ubriachezza e rissa.<br />

All’accertamento e certificazione del<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia<br />

erano preposti i “Medici sociali” incaricati dal<br />

Consiglio Direttivo del<strong>la</strong> Società, i quali dovevano<br />

seguire una prassi molto rigida e minuziosa.<br />

Inoltre, il Consiglio Direttivo, nominava in forma<br />

segreta due Soci chiamati “Visitatori”, i quali<br />

rimanevano in carica per periodi di tempo molto<br />

brevi per essere sostituiti a rotazione da altri Soci.<br />

I visitatori avevano il compito di vigi<strong>la</strong>re i Soci<br />

amma<strong>la</strong>ti nelle ore che il Consiglio stesso riteneva<br />

opportune per “verificare lo stato dei ma<strong>la</strong>ti nelle<br />

loro case a fine di impedire che <strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia venga<br />

simu<strong>la</strong>ta o protetta” ed in pari tempo control<strong>la</strong>re<br />

il rispetto degli orari di permanenza in casa prescritti<br />

dal medico curante.<br />

Nel<strong>la</strong> sostanza il ruolo dei medici e dei visitatori<br />

aveva precorso i tempi rispetto alle regole che negli<br />

<strong>anni</strong> successivi verranno applicate dalle prime<br />

Casse Mutue statali.<br />

Dallo Statuto non si evince quale era <strong>la</strong> somma<br />

che era percepita dai medici, mentre tutte le altre<br />

attività erano svolte a livello di volontariato, salvo<br />

due eccezioni: l’Esattore sociale, che aveva l’incarico<br />

delle riscossioni delle tasse dovute dai Soci e<br />

quello del pagamento delle sovvenzioni ai Soci<br />

ma<strong>la</strong>ti, veniva gratificato con 50 lire annue; i Soci<br />

che prestavano l’Assistenza notturna ai ma<strong>la</strong>ti gravi,<br />

i quali “riceveranno, per cura del<strong>la</strong> Società una<br />

tazza di caffé per ciascuno.”<br />

Nel<strong>la</strong> Società vigeva il pieno rispetto umano dei<br />

Soci, fino al punto che al decesso “di un Socio<br />

il Locale Sociale resterà chiuso due giorni in segno<br />

di lutto” e tutti i Soci dovevano partecipare<br />

alle onoranze funebri al seguito del<strong>la</strong> bandiera<br />

sociale.<br />

Una norma discriminatoria, prescriveva che “Il<br />

Socio analfabeta non può far parte del Consiglio<br />

Direttivo.”<br />

Per quanto riguardava le regole del governo del<strong>la</strong><br />

Società, lo Statuto stabiliva che “Il Corpo Sociale<br />

è il centro del potere Assoluto ed Esecutivo”, <strong>la</strong><br />

democrazia guidava tutta <strong>la</strong> vita interna del<strong>la</strong><br />

Società basata su due capisaldi.<br />

Il primo re<strong>la</strong>tivo alle cariche sociali: “Tutte le<br />

elezioni si fanno a schede segrete, l’urna resterà<br />

aperta per otto giorni nel Locale Sociale.”<br />

Può sorprendere <strong>la</strong> lunghezza del periodo in cui<br />

rimaneva aperta l’urna per le votazioni, ma ciò<br />

dimostrava il rispetto dei Soci e <strong>la</strong> garanzia, anche<br />

con il tempo che era messo a loro disposizione,<br />

affinché tutti potessero accedere al voto.<br />

Il voto era considerato un diritto-dovere e coloro<br />

che non si recavano a votare dovevano pagare<br />

una multa di 30 centesimi. Mentre i Soci ma<strong>la</strong>ti<br />

potevano delegare al voto un altro socio “purché<br />

mandino <strong>la</strong> scheda in busta chiusa.”<br />

Il secondo concernente il possibile conflitto d’interessi.<br />

Era, infatti, vietato il voto al “Socio che<br />

ha interesse diretto nell’affare in discussione; tale<br />

disposizione è applicabile anche ai componenti<br />

del Consiglio.”<br />

Soffermarsi su questi partico<strong>la</strong>ri può sembrare<br />

47


quasi superfluo, tuttavia dalle norme che rego<strong>la</strong>vano<br />

<strong>la</strong> vita del<strong>la</strong> Società si comprende come<br />

questa, di fatto, rappresentava una prima scuo<strong>la</strong><br />

di vita, di educazione civile e morale. E’ partendo<br />

da queste regole fondamentali morali e democratiche<br />

che in seguito le Società di Mutuo Soccorso<br />

poterono svolgere un ruolo ben più ampio di<br />

quello mutualistico e assistenziale.<br />

L’ impegno del<strong>la</strong> Società non si esauriva nel<strong>la</strong> assistenza<br />

e mutualità. Tra gli impegni stabiliti statutariamente<br />

vi era anche quello obbligatorio di<br />

organizzare ogni anno 12 conferenze storiche ed<br />

istruttive. Si trattava di un impegno pedagogico<br />

educativo cui si ispirò gran parte dell’associazionismo<br />

popo<strong>la</strong>re. Per questo le Società diventarono le<br />

sedi più importanti dei <strong>la</strong>voratori, dove si formarono<br />

e si diffusero i valori del<strong>la</strong> solidarietà, del<strong>la</strong><br />

giustizia, del<strong>la</strong> libertà. Erano scuole per l’istruzione<br />

e l’alfabetizzazione degli operai, si insegnava a<br />

leggere e scrivere necessari per poter ottenere il<br />

diritto di voto, ed anche, come abbiamo visto, per<br />

poter assumere incarichi direttivi all’interno del<strong>la</strong><br />

Società, venivano divulgate nozioni elementari<br />

del<strong>la</strong> lingua italiana, di aritmetica, di storia, di<br />

economia sociale e di diritto istituzionale.<br />

Le Società svolsero anche il ruolo di centri d’informazione<br />

e comunicazione attraverso il rapporto<br />

personale diretto con i cittadini, utilizzando<br />

mezzi semplici come <strong>la</strong> paro<strong>la</strong>, i primi vo<strong>la</strong>ntini e<br />

opuscoli stampati, i primi giornali, in un crescendo<br />

che porterà in molti casi al<strong>la</strong> organizzazione<br />

delle prime biblioteche popo<strong>la</strong>ri.<br />

Non avendo reperita documentazione provante,<br />

ma per trasmissione di testimonianze orali, risulta<br />

abbastanza certo che anche nel<strong>la</strong> Società di <strong>San</strong><br />

<strong>Quirico</strong>, oltre al<strong>la</strong> attività assistenziale, venivano<br />

La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />

svolte attività sociali a carattere culturale, ricreativo<br />

e sportivo, accertata l’attività permanente ed<br />

organica del Corpo Corale costituito in seno al<strong>la</strong><br />

stessa Società.<br />

Le modalità e le abitudini del<strong>la</strong> Società erano<br />

quelle, così come tramandate, tipiche delle case<br />

del popolo e dei circoli, ricreativo-culturali.<br />

Il locale del<strong>la</strong> Società di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> era aperto<br />

tutti i giorni feriali da ottobre a marzo, dalle ore<br />

20 alle 23; da aprile a settembre dalle 21 alle 23.<br />

Nelle domeniche e nei giorni festivi l’orario di<br />

apertura era anticipato alle ore 15 e <strong>la</strong> chiusura<br />

fissata per le 24.<br />

In quel locale, come accade anche ai nostri tempi,<br />

si giocava a carte e presumibilmente funzionava<br />

un bar. Ciò si desume dal fatto che il Consiglio<br />

Direttivo aveva al suo interno il Provveditore<br />

e che i premi per coloro che giocavano a carte<br />

consistevano in consumazioni. Soltanto i giochi<br />

di “tre setti” e “terzilio” si giocava di denaro fino<br />

ad un massimo di 50 centesimi.<br />

La Società era un luogo dove iniziava a formarsi<br />

l’associazionismo dei <strong>la</strong>voratori, che andava ad<br />

occupare e sostituire spazi di ritrovo fino ad allora<br />

posti nelle canove, mescite di vini e bettole.<br />

Le migliaia di Società di Mutuo Soccorso o di<br />

Mutua Assistenza, (per l’esattezza nel 1904 se<br />

ne contavano 6.535 in Italia tra le quali 639 in<br />

Toscana), pur mantenendo ognuna <strong>la</strong> propria<br />

autonomia, convocavano rego<strong>la</strong>rmente il loro<br />

congresso nazionale ogni anno o al massimo<br />

ogni due <strong>anni</strong>, nei quali le correnti di pensiero<br />

anarchiche, mazziniane e socialiste confrontavano<br />

vivacemente i loro punti di vista, ma tutti insieme<br />

avanzavano rivendicazioni e prese di posizione nei<br />

confronti del Governo. E’ nel Congresso del 1860<br />

che fu approvata <strong>la</strong> richiesta del suffragio elettorale<br />

universale, ed è organizzato dalle Società il<br />

primo sciopero generale, contro l’eccessivo peso<br />

delle tasse, organizzato a Bologna dal 14 al 18<br />

aprile 1868. Sempre nei Congressi delle S.M.S.<br />

fu rivendicata l’istituzione del<strong>la</strong> Assicurazione<br />

obbligatoria per gli infortuni sul <strong>la</strong>voro, successivamente<br />

approvata dal Governo nel 1898,<br />

così come <strong>la</strong> istituzione del<strong>la</strong> Cassa nazionale di<br />

maternità, <strong>la</strong> Cassa mutua ma<strong>la</strong>ttie e l’Istituto di<br />

previdenza per le pensioni, approvati dai Governi<br />

molti <strong>anni</strong> dopo.<br />

Da quel crogiuolo d’idee, di fermenti sociali, di<br />

confronto politico e culturale, presero vita progressivamente<br />

importanti forme organizzate di<br />

associazionismo cooperativo, sindacale e politico.<br />

Nel 1887 fu costituita <strong>la</strong> Federazione nazionale<br />

delle Cooperative, nel 1891 <strong>la</strong> prima Camera<br />

del Lavoro sindacale, successivamente Confederazione<br />

Generale del Lavoro, nel 1892, a Genova,<br />

venne fondato il Partito Socialista Italiano.<br />

Gli ultimi <strong>anni</strong> dell’Ottocento furono segnati<br />

da una situazione politica e sociale molto grave,<br />

caratterizzati da sommosse, moti popo<strong>la</strong>ri, scioperi<br />

seguiti da feroci repressioni ed atti contro le<br />

libertà individuali e collettive.<br />

Il contrasto tra città e campagna, <strong>la</strong> carestia del<br />

1897, ma soprattutto l’entrata sul<strong>la</strong> scena politica<br />

e sociale di nuovi soggetti attivi come <strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse<br />

operaia determinano quasi ovunque conflitti<br />

sociali.<br />

In Toscana il quadro si presentava in modo drammatico.<br />

Nel Casentino ed in Valdelsa operai e<br />

contadini erano al<strong>la</strong> disperazione, nel pisano i<br />

braccianti protestavano per <strong>la</strong> mancanza di <strong>la</strong>voro,<br />

a Firenze come a Siena oltre al<strong>la</strong> disoccupazione,<br />

l’aumento del prezzo del pane accentuavano <strong>la</strong><br />

miseria.<br />

La risposta era immediata: scioperi, tumulti e<br />

proteste popo<strong>la</strong>ri, tra questi nel 1896 i tre giorni<br />

di sciopero dei 500 minatori di Castelnuovo dei<br />

Sabbioni, nel 1898 l’assalto del<strong>la</strong> fol<strong>la</strong> inferocita<br />

ai magazzini di frumento di Figline Valdarno<br />

ed i tumulti di piazza di Borgo <strong>San</strong> Lorenzo e<br />

Sesto Fiorentino dove vi furono 4 morti e 10<br />

feriti causati dai carabinieri che spararono <strong>sui</strong><br />

manifestanti.<br />

Tutta <strong>la</strong> provincia di Firenze divenne teatro di<br />

proteste forti con <strong>la</strong> distruzione di caselli del<br />

dazio, assalto ai forni del pane, devastazioni ed<br />

incendi.<br />

Partico<strong>la</strong>re lo sciopero delle “trecciaiole” di Brozzi<br />

che si estese a tutta <strong>la</strong> provincia di Firenze e interessò<br />

direttamente l’area di Legnaia e <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>.<br />

Il <strong>la</strong>voro delle trecciaiole era basato sull’arte di intrecciare<br />

<strong>la</strong> paglia di grano per fabbricare cappelli:<br />

i famosi cappelli di paglia di Firenze. Era <strong>la</strong>voro<br />

a domicilio procurato dai cosiddetti “fattorini”,<br />

intermediari tra le fabbriche di cappelli di Signa<br />

e le <strong>la</strong>voranti.<br />

Le trecciaiole venivano sfruttate due volte: dai<br />

fabbricanti e dai fattorini. Il loro sa<strong>la</strong>rio di fame<br />

oscil<strong>la</strong>va tra i 10 ed i 20 centesimi al giorno appena<br />

sufficienti per comprare mezzo chilo di pane.<br />

Inutile porre l’accento sul ruolo fondamentale<br />

svolto in quel<strong>la</strong> occasione dalle Società di Mutuo<br />

Soccorso e Assistenza del<strong>la</strong> zone a sostegno delle<br />

lotte e delle rivendicazioni dei sa<strong>la</strong>riati.<br />

L’impegno ed i sacrifici di quegli <strong>anni</strong> non furono<br />

v<strong>anni</strong>. Dallo scontro sociale, con l’evolversi del <strong>la</strong>voro<br />

industriale, gradualmente si modificarono le<br />

49


condizioni sociali. Le lotte e le rivendicazioni dei<br />

<strong>la</strong>voratori approdarono ad alcuni risultati significativi<br />

come gli aumenti sa<strong>la</strong>riali ed alcune prime e<br />

timide conquiste di Stato sociale.<br />

Nei primi <strong>anni</strong> del novecento per il movimento<br />

associativo inizia <strong>la</strong> fase di un primo cambiamento.<br />

Da una parte, con <strong>la</strong> costituzione del movimento<br />

cooperativo, del sindacato e del partito socialista,<br />

<strong>la</strong> vita politica e sociale si artico<strong>la</strong> attraverso l’impegno<br />

di più soggetti interessati a sostenere i diritti<br />

e le cause dei <strong>la</strong>voratori; dall’altra il movimento<br />

associativo, pur rimanendo impegnato ancora per<br />

alcuni <strong>anni</strong> nel compito originario del<strong>la</strong> mutualità<br />

ed assistenza, viene a perdere quel ruolo man<br />

mano che lo Stato, accogliendo le rivendicazioni<br />

dello stesso movimento associativo da vita ad istituti<br />

di assistenza, mutualità e previdenza.<br />

Inevitabilmente per le S.M.S. e simili viene ad accentuarsi<br />

il ruolo associativo a carattere ricreativo<br />

e culturale, ma è dal contatto associativo con i soci<br />

ed i cittadini che nascono nuove forme d’iniziativa<br />

sociale volte ad affrontare problematiche nuove<br />

legate al<strong>la</strong> risoluzione di problemi locali.<br />

E’ del 1901 <strong>la</strong> rivendicazione di una nuova scuo<strong>la</strong>,<br />

come <strong>la</strong> richiesta del 1909 per fare arrivare <strong>la</strong><br />

rete dell’acqua potabile fino a <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>. E’<br />

<strong>la</strong> sede del<strong>la</strong> Società il punto di riferimento dei<br />

cittadini, il luogo fisico dove si incontrano e dove<br />

organizzano concretamente e coordinano l’azione<br />

di sollecitazione rivolta al Comune di Firenze. E’<br />

questa una esperienza che si tramanderà nel tempo<br />

e verrà recuperata subito dopo <strong>la</strong> Liberazione<br />

dal<strong>la</strong> dittatura fascista.<br />

In questi <strong>anni</strong> crescono le esigenze del<strong>la</strong> Società<br />

ed è il 1907 l’anno di inaugurazione del<strong>la</strong> nuova<br />

sede in via Pisana, (quel<strong>la</strong> tutt’ora esistente), sede<br />

La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />

costruita con il <strong>la</strong>voro volontario dei Soci.<br />

Negli <strong>anni</strong> che precedono <strong>la</strong> prima guerra mondiale<br />

le attività delle S.M.S. e quelle del partito<br />

socialista si compenetrano sempre più ed anche<br />

nel<strong>la</strong> sede del<strong>la</strong> Società di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> si insediò<br />

una sezione di partito, l’attività del<strong>la</strong> quale influenzò<br />

inevitabilmente il carattere e l’iniziativa<br />

del<strong>la</strong> Società.<br />

Al<strong>la</strong> vigilia del<strong>la</strong> guerra all’interno del<strong>la</strong> Società<br />

si formò il “Club Sportivo Audax”, gruppo<br />

ciclistico aderente all’organizzazione nazionale<br />

Audax. L’Audax era conosciuta in Italia per le<br />

manifestazioni ciclistiche che organizzava caratterizzate<br />

dal<strong>la</strong> lunghezza dei percorsi più che alle<br />

competizioni ciclistiche tradizionali. Un ciclista<br />

era ammesso all’Audax se era in grado di percorrere<br />

almeno 200 chilometri: ad esempio <strong>la</strong> Firenze<br />

– Roma era una c<strong>la</strong>ssica Audax. Ciclisti forti e resistenti<br />

che utilizzavano biciclette di basso livello<br />

tecnologico percorrendo strade per <strong>la</strong> gran parte<br />

ancora non asfaltate, fatte salve le grandi arterie<br />

nazionali. Ed è proprio l’influenza politica del<br />

partito socialista che determino nel 1919 a guerra<br />

finita il cambiamento di nome del Club Sportivo<br />

Audax in “Circolo La Pace”.<br />

La prima guerra mondiale (1915/1918) rallentò<br />

notevolmente lo sviluppo del movimento associativo<br />

e ne limitò le attività. I sodalizi erano quasi<br />

tutti diretti e frequentati da uomini, salvo rare<br />

eccezioni, e come sappiamo gli uomini di età superiore<br />

ai 18 <strong>anni</strong> erano tutti impegnati <strong>sui</strong> fronti<br />

di guerra o comunque in servizio militare.<br />

La sede del<strong>la</strong> Società di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>, come quel<strong>la</strong><br />

di Legnaia, in quegli <strong>anni</strong> venne utilizzata in<br />

modo originale per finalità non associative. Nel<strong>la</strong><br />

<strong>pubblicazione</strong>: “Quelli del Circolo quelli del<strong>la</strong><br />

Cooperativa”, curata da Alessandro Del Conte si<br />

legge che nei locali del<strong>la</strong> S.M.S di Legnaia “fu impiantato<br />

un , che<br />

probabilmente fu uno dei tanti piccoli ed improvvisati<br />

<strong>la</strong>boratori per produrre vestiario organizzati<br />

un po’ in tutta l’Italia dal<strong>la</strong> Croce Rossa Americana<br />

a partire dal 1917 e in cui furono impiegati<br />

profughi e familiari di richiamati, in gran parte<br />

donne. (iniziative analoghe furono organizzate<br />

anche nei locali del<strong>la</strong> S.M.S. di S. <strong>Quirico</strong>).”<br />

La testimonianza di un vecchio socio di <strong>San</strong><br />

<strong>Quirico</strong> racconta che i locali del<strong>la</strong> Società, dopo<br />

le opportune ristrutturazioni, furono adibiti ad<br />

ospedale militare, anche questo gestito dal<strong>la</strong> Croce<br />

Rossa Americana.<br />

Diversi ed opposti i risultati conclusivi delle due<br />

esperienze: <strong>la</strong> S.M.S. di Legnaia incontrò molte<br />

difficoltà a riprendere <strong>la</strong> normale attività sociale<br />

per i d<strong>anni</strong> subiti dal<strong>la</strong> sede; <strong>la</strong> Società di <strong>San</strong><br />

<strong>Quirico</strong> riprese le attività ed in occasione del<strong>la</strong><br />

riconsegna dei locali, gli americani, dichiararono<br />

<strong>la</strong> propria disponibilità ad acquistare, per conto<br />

del<strong>la</strong> Società, il terreno che si estendeva dal<strong>la</strong> sede<br />

sociale fino a via Lunga. L’offerta non fu accolta in<br />

quanto i Soci <strong>la</strong> ritenevano troppo impegnativa.<br />

Con <strong>la</strong> ripresa delle attività <strong>la</strong> Società venne tito<strong>la</strong>ta<br />

a “Ugo Corsi”, un socio caduto in guerra.<br />

Al<strong>la</strong> fine del 1918 l’Italia fu inevitabilmente colpita<br />

da una grave crisi economica e sociale. Il ritorno<br />

dei reduci dal fronte di guerra con migliaia di<br />

feriti e ma<strong>la</strong>ti; <strong>la</strong> riconversione di molte industrie<br />

dal<strong>la</strong> produzione militare a quel<strong>la</strong> civile; <strong>la</strong> disoccupazione<br />

di massa, crearono problemi enormi<br />

nello Stato e nel<strong>la</strong> società.<br />

I ceti medi ed i <strong>la</strong>voratori dipendenti a reddito<br />

fisso, furono partico<strong>la</strong>rmente colpiti e danneggiati<br />

dall’inf<strong>la</strong>zione causata dalle enormi spese militari<br />

sostenute.<br />

A questo si doveva aggiungere le risposte negative<br />

alle rivendicazioni operaie con il conseguente<br />

mancato aumento degli stipendi.<br />

In questa fase maturò il profondo cambiamento<br />

politico e dell’assetto statale. La fondazione dei<br />

“fasci di combattimento”, avvenuta a Mi<strong>la</strong>no<br />

nel marzo del 1919, di fatto rappresentò il primo<br />

passo di quel percorso che portò in pochi <strong>anni</strong> al<br />

regime dittatoriale fascista.<br />

Tra il 1919 ed il 1920, esplose una conflittualità<br />

sociale fino ad allora mai registrata. La c<strong>la</strong>sse<br />

operaia, a seguito di risposte negative rispetto a<br />

rivendicazioni sa<strong>la</strong>riali mise in atto una serie di<br />

forti e consistenti scioperi, agitazioni e dimostrazioni<br />

in quasi tutte le fabbriche. Agli scioperi si<br />

aggiunsero le manifestazioni di chiaro contenuto<br />

politico influenzate dall’esito positivo del<strong>la</strong> rivoluzione<br />

bolscevica.<br />

Di rilievo anche le manifestazioni di rabbia e<br />

scontento popo<strong>la</strong>re svoltesi nel<strong>la</strong> zona di Legnaia,<br />

Ponte a Greve, <strong>San</strong> Bartolo a Cintoia e le Torri. A<br />

questo proposito nel libro già citato di Alessandro<br />

Del Conte si legge: “La mobilitazione assunse<br />

subito <strong>la</strong> forma di una diffusa e capil<strong>la</strong>re opera<br />

di requisizione dei generi di prima necessità, di<br />

imposizione di vendite a prezzi fortemente ridotti,<br />

di veri e propri saccheggi di negozi, magazzini<br />

e fattorie (come a , dove il 3 luglio un<br />

migliaio di persone svuotarono i magazzini dell’omonima<br />

fattoria), ad opera di gruppi formati<br />

da centinaia o anche migliaia di persone, spesso<br />

guidate da militanti socialisti o da capi popolo<br />

improvvisati. Per tre giorni il popolo di Firenze<br />

51


impose così <strong>la</strong> propria contro le specu<strong>la</strong>zioni<br />

e gli affamatori, si scontrò con le forze<br />

dell’ordine, pagò un duro prezzo al<strong>la</strong> repressione<br />

(circa 1.400 arresti e 2 morti).”<br />

Il movimento associativo e cooperativo era partecipe<br />

del<strong>la</strong> protesta e “Non a caso tante S.M.S. si<br />

trasformarono in depositi per le merci requisite,<br />

mentre le cooperative di consumo furono spesso<br />

gli unici magazzini di generi primari risparmiati<br />

dai saccheggi.”<br />

L’ondata di proteste e scioperi preoccuparono i<br />

ceti industriali ed i possidenti agricoli, i quali detenevano<br />

parte delle ricchezze del paese, rispetto<br />

ad una possibile rivoluzione comunista. Questo,<br />

insieme al<strong>la</strong> cronica indecisione dei governi<br />

liberali, all’atteggiamento passivo di gran parte<br />

del clero e delle organizzazioni sociali cattoliche,<br />

crearono le condizioni ed aprirono <strong>la</strong> strada al<br />

fascismo.<br />

La dittatura fascista e <strong>la</strong><br />

trasformazione del<strong>la</strong> Società<br />

in Casa del Fascio (1922/1944)<br />

Inizialmente il fascismo operò in forma minoritaria<br />

e marginale caratterizzandosi con azioni di violenza<br />

e sopraffazione messe in atto dalle “squadre<br />

d’azione” attraverso vere e proprie spedizioni punitive,<br />

spesso appoggiate dall’esercito e dal<strong>la</strong> polizia,<br />

contro le Società di Mutuo Soccorso, Case del<br />

Popolo, Circoli ricreativi e culturali, Cooperative,<br />

Camere del Lavoro, sezioni del partito Socialista,<br />

Amministrazioni comunali definite “rosse”.<br />

La sottovalutazione del fenomeno da parte delle<br />

forze politiche liberali al governo del paese, il<br />

cedimento del<strong>la</strong> monarchia e <strong>la</strong> passività del<strong>la</strong><br />

chiesa cattolica e del clero aprirono <strong>la</strong> strada al<br />

processo di fascistizzazione ed al conseguente<br />

La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />

regime dittatoriale.<br />

A tale processo non poteva sfuggire il movimento<br />

associativo, compreso quello di matrice cattolica,<br />

anzi il fascismo individuò nell’associazionismo<br />

uno dei punti fondamentali da cui partire per<br />

imporre il proprio potere.<br />

Il regime fascista usò tutti i mezzi a sua disposizione<br />

per “attaccare”, far chiudere e trasformare<br />

in “case del fascio” le S.M.S., Case del Popolo e<br />

Circoli. Dal<strong>la</strong> propaganda denigratoria, attraverso<br />

<strong>la</strong> quale si tenta di far passare nell’opinione pubblica<br />

l’idea che i sodalizi democratici sono centri<br />

di menzogna, vizio, odio, delinquenza e diserzione,<br />

all’uso del<strong>la</strong> violenza e del terrorismo attuato<br />

attraverso attentati, vessazioni e intimidazioni<br />

personali, saccheggi, distruzioni e incendi delle<br />

sedi, con risultati drammatici: d<strong>anni</strong> materiali<br />

enormi, morti, feriti e contusi.<br />

La connivenza degli apparati statali (magistratura,<br />

polizia, carabinieri ed esercito) facilitò l’espulsione<br />

dei <strong>la</strong>voratori dalle loro sedi delle quali erano i<br />

legittimi proprietari.<br />

Queste azioni, i vari luoghi d’Italia, raggiunsero limiti<br />

incredibili come nel febbraio 1921, quando<br />

l’Esercito Regio intervenne utilizzando l’artiglieria<br />

leggera, come si legge in un articolo apparso su il<br />

giornale sotto il titolo :<br />

“un pezzo da 75 è stato trasportato nel<strong>la</strong> strada<br />

dove ha sede <strong>la</strong> Società di Mutuo Soccorso, ed ha<br />

colpito in pieno il locale, danneggiato il tetto, <strong>la</strong><br />

sa<strong>la</strong> da ballo ed il buffet.”<br />

Nonostante questi episodi e tutti i tentativi posti<br />

in essere per sciogliere ed impadronirsi dei sodalizi<br />

associativi popo<strong>la</strong>ri, <strong>la</strong> resistenza all’occupazione<br />

ed al passaggio di proprietà obbligato continua<br />

e si esprime in forme e modi diversi secondo le<br />

condizioni locali, le capacità delle forze democratiche,<br />

<strong>la</strong> determinazione delle locali sezioni del<br />

partito fascista.<br />

In alcuni casi per impedire <strong>la</strong> trasformazione in<br />

“casa del fascio” o l’integrazione nel “Dopo<strong>la</strong>voro”<br />

fascista, istituito dal regime per control<strong>la</strong>re l’associazionismo<br />

di fabbrica e territoriale, i sodalizi<br />

si autotrasformano, con rego<strong>la</strong>ri atti notarili, in<br />

Società Anonime. Ogni forma di resistenza, se<br />

non abilmente mascherata, venne troncata definitivamente<br />

con leggi eccezionali del 1926 che<br />

abolirono tutte le libertà individuali e collettive.<br />

Nel<strong>la</strong> zona di Legnaia il fascismo si atteggiò in<br />

modo difforme nei confronti delle Mutuo Soccorso.<br />

Mentre quel<strong>la</strong> di Legnaia, occupata con <strong>la</strong><br />

forza e sciolta per legge nel 1926, diventò <strong>la</strong> sede<br />

del Gruppo Rionale Fascista “Guido Fiorini”, uno<br />

dei più importanti ed agguerriti gruppi di Firenze,<br />

<strong>la</strong> Società di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> non venne trasformata<br />

in “casa del fascio”. Per l’opposizione interna iniziata<br />

fin dal 1922, sia per il ricorso a vie legali e<br />

cavilli burocratici, <strong>la</strong> fascistizzazione del<strong>la</strong> Società<br />

di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> avvenne solo nel 1928 con <strong>la</strong> sua<br />

trasformazione in “Dopo<strong>la</strong>voro”. Rimase il nome<br />

“Ugo Corsi”, diversamente da altre, che invece<br />

vennero tito<strong>la</strong>te a martiri o eroi fascisti.<br />

Evidentemente <strong>la</strong> scelta dei fascisti di concentrare<br />

il ruolo direzionale e di controllo del<strong>la</strong> zona nel<strong>la</strong><br />

sede di Legnaia <strong>la</strong>sciò <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> ai margini,<br />

in ombra, rispetto alle decisioni del<strong>la</strong> direzione<br />

rionale del partito fascista, che comprendeva tutti<br />

i borghi e le frazioni che andavano da Monticelli<br />

a S. <strong>Quirico</strong>, da Soffiano a Cintoia. E’ bene<br />

ricordare che al fiduciario del fascio di Legnaia<br />

facevano capo tutte le organizzazioni di massa<br />

(G.I.L., fascio femminile, massaie rurali, ecc.) e le<br />

innumerevoli attività di propaganda, assistenziali,<br />

sportive , ricreative.<br />

Tutta <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> frazione ed i soci continuavano<br />

a chiamare “Società” <strong>la</strong> sede dove abitualmente<br />

si ritrovavano, così come chiamavano<br />

“Circolino” <strong>la</strong> vicina Società di Mutuo Soccorso<br />

cattolica operaia di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> nata nel 1902.<br />

Nel<strong>la</strong> Società di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> era permesso<br />

tacitamente a vecchi e riconosciuti antifascisti<br />

di frequentare e <strong>la</strong>vorare nel sodalizio. Testimonianze<br />

ricordano Ruggero Berlincioni un antifascista,<br />

ritornato dopo alcuni <strong>anni</strong> nel quartiere,<br />

impegnato come barista del circolo. E’ dello<br />

stesso Berlincioni <strong>la</strong> tessera del “Soccorso Rosso<br />

Internazionale – sezione italiana del 1924/1925”,<br />

ritrovata nel<strong>la</strong> sede del circolo, <strong>la</strong> dimostrazione<br />

dell’esistenza di attività certamente non gradite<br />

al regime. Il Soccorso rosso raccoglieva fondi per<br />

sostenere le vittime del<strong>la</strong> repressione fascista, per<br />

aiutare i figli dei perseguitati politici.<br />

Dal 1930 al<strong>la</strong> Liberazione nel<strong>la</strong> Società venne<br />

svolta attività cinematografica, tradizione culturale<br />

caratteristica del sodalizio di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> rimasta<br />

viva fino ai nostri giorni, mentre negli <strong>anni</strong><br />

dal 1937 al 1940 ripresero i concerti del<strong>la</strong> Corale<br />

“Giuseppe Verdi”, con alcune esibizioni in concerti<br />

dell’EIAR ente radiofonico nazionale, oggi<br />

RAI (Radio Televisione Italiana). Questa attività,<br />

e non se ne conoscono le ragioni, non fu ripresa<br />

dopo <strong>la</strong> fine del<strong>la</strong> seconda guerra mondiale.<br />

Gli ultimi <strong>anni</strong> prima del<strong>la</strong> Liberazione sono<br />

segnati dagli eventi del<strong>la</strong> seconda guerra mondiale.<br />

L’alleanza del fascismo con il nazismo e <strong>la</strong><br />

conseguente occupazione tedesca dell’Italia, <strong>la</strong><br />

lotta c<strong>la</strong>ndestina delle forze antifasciste, lo sbarco<br />

53


e l’occupazione del<strong>la</strong> Sicilia da parte degli eserciti<br />

anglo americani, <strong>la</strong> caduta del fascismo (25 luglio<br />

1943), <strong>la</strong> costituzione del<strong>la</strong> Repubblica Sociale<br />

di Salò come ultimo tentativo di ricostituzione<br />

del fascismo, l’organizzazione delle formazioni<br />

partigiane e <strong>la</strong> lotta di Liberazione.<br />

Dopo <strong>la</strong> Liberazione <strong>la</strong> Società si<br />

trasforma in “Associazione Casa del<br />

Popolo Fratelli Taddei” (1944/1957)<br />

Nel 1944 l’Italia era tutto un campo di battaglia,<br />

le truppe “alleate” avanzavano da sud verso il nord<br />

ed incontravano una forte resistenza tedesca, i<br />

fascisti ed i tedeschi dovevano misurarsi con le<br />

prime forme di resistenza e con le formazioni<br />

partigiane. Molti gli scontri, tante le rappresaglie<br />

nazi-fasciste contro le popo<strong>la</strong>zioni inermi. Non<br />

c’è angolo del nostro paese dove non vi è stato un<br />

eccidio. Nel<strong>la</strong> provincia di Firenze dal settembre<br />

del 1943 a quello del 1944, in quasi tutti i Comuni,<br />

vennero torturati e uccisi centinaia di cittadini<br />

inermi, tra i quali molte donne e bambini, altri<br />

catturati e deportati nei campi di concentramento<br />

nazisti.<br />

Al<strong>la</strong> fine di luglio del 1944 Firenze era stremata,<br />

ciò si evince dal rapporto del Comitato Toscano<br />

di Liberazione Nazionale inviato in tale data al<br />

comando delle forze alleate, che avanzavano da<br />

Roma verso Firenze: “ Si porta a conoscenza<br />

<strong>la</strong> seguente re<strong>la</strong>zione concernente <strong>la</strong> situazione<br />

del<strong>la</strong> città di Firenze. Da notizie trape<strong>la</strong>nti dal<br />

Comando tedesco risulterebbe che ove gli alleati<br />

facessero un’avanzata unicamente frontale sul<strong>la</strong><br />

città di Firenze dal <strong>la</strong>to sud, sarebbe loro intenzione<br />

difendere <strong>la</strong> città palmo a palmo, facendo<br />

partico<strong>la</strong>rmente barricare le strade che danno<br />

accesso ai ponti del<strong>la</strong> zona centrale.<br />

La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />

Attualmente trovasi in Firenze, circa cinquecentomi<strong>la</strong><br />

persone, cioè il doppio del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione<br />

normale; fra queste un enorme quantità si sono<br />

rifugiate in città perché dovute fuggire dalle circostanti<br />

campagne, razziate e saccheggiate dalle<br />

truppe tedesche in ritirata.<br />

Le condizioni sanitarie, alimentari ed economiche<br />

sono le seguenti:<br />

a) sono stati asportati quasi tutti gli<br />

impianti ospedalieri; difettano in modo assoluto<br />

medicamenti e ferri chirurgici; si verifica già qualche<br />

caso di tifo, dovuto al<strong>la</strong> ridotta erogazione<br />

dell’acqua potabile ed al<strong>la</strong> scarsa rimozione delle<br />

immondizie del<strong>la</strong> città;<br />

b) le scarse provviste alimentari sono<br />

ormai ridotte agli estremi ed in questi giorni vengono<br />

a difettare anche i rifornimenti di frutta e<br />

verdure che erano affluiti negli ultimi giorni nel<strong>la</strong><br />

città; partico<strong>la</strong>rmente le categorie meno abbienti<br />

e i bambini risentono gravemente di questa situazione.<br />

A proposito dei rifornimenti del<strong>la</strong> farina<br />

per panificazione si fa presente che è stata approvvigionata<br />

dal Comando germanico limitatamente<br />

al fabbisogno giornaliero. Dato l’attuale inizio di<br />

sganciamento delle truppe germaniche si prevede<br />

che <strong>la</strong> città rimanga assolutamente senza pane;<br />

c) le truppe tedesche in questi ultimi<br />

tempi hanno asportato e distrutto tutto quanto<br />

possibile; in questi giorni sono in atto provvedimenti<br />

per asportare anche le opere d’arte. Gli<br />

impianti industriali, compresi quelli di alcuni<br />

servizi pubblici, sono in condizioni di non poter<br />

essere riattivati con le riserve cittadine per un<br />

tempo imprevisto. Sono stati distrutti anche i<br />

principali mulini. Per il momento il servizio idrico,<br />

pure ridotto, funziona, ma si prevede però che<br />

sia distrutto al momento dello sganciamento. A<br />

causa delle distruzioni e asportazioni di cui sopra<br />

e che proseguono tuttora, si prevede debba risentirne<br />

grave disagio ogni strato del<strong>la</strong> cittadinanza.<br />

Sia per <strong>la</strong> disoccupazione, sia per <strong>la</strong> mancanza di<br />

produzione di molti generi di necessità al<strong>la</strong> vita.<br />

Tutto quanto sopra esposto serve per far presente<br />

a codesto Comando l’assoluta urgenza e necessità<br />

di prendere tutti quei provvedimenti di carattere<br />

militare (che forse il Comando stesso avrà già studiato)<br />

tendenti ad evitare un attacco frontale al<strong>la</strong><br />

città, che dovesse eventualmente portare ad un<br />

enorme aggravamento, con distruzioni, saccheggi<br />

e massacro del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione, del<strong>la</strong> situazione. Il<br />

Comitato toscano di liberazione nazionale rimane<br />

a completa disposizione con tutti i suoi mezzi,<br />

servizi politici, amministrativi e militari, del Comando<br />

alleato e prega vivamente di stabilire un<br />

collegamento per una proficua col<strong>la</strong>borazione.”<br />

I primi giorni d’agosto del ’44 divennero determinanti<br />

per <strong>la</strong> liberazione di Firenze. Le truppe<br />

anglo – americane si avvicinavano da sud, contemporaneamente<br />

le varie formazioni partigiane<br />

dislocate nelle colline e nei dintorni iniziarono<br />

<strong>la</strong> marcia di avvicinamento al<strong>la</strong> città. Il Comitato<br />

Toscano di Liberazione Nazionale stava per<br />

<strong>la</strong>nciare il segnale per l’insurrezione popo<strong>la</strong>re preparata<br />

attraverso un lungo <strong>la</strong>voro di propaganda<br />

c<strong>la</strong>ndestina.<br />

La notte tra il 3 ed il 4 agosto i tedeschi in ritirata<br />

minarono e distrussero tutti i ponti sull’Arno, fatta<br />

eccezione per il Ponte Vecchio intorno al quale<br />

ridussero in macerie diecine di antiche case torri e<br />

pa<strong>la</strong>zzi storici. Anche i ponti sul<strong>la</strong> Greve subirono<br />

<strong>la</strong> stessa sorte.<br />

Nel<strong>la</strong> zona d’Oltrarno le organizzazioni c<strong>la</strong>ndestine<br />

e del<strong>la</strong> resistenza operavano da alcuni mesi. Nel<br />

mese di marzo un gruppo di partigiani attaccò <strong>la</strong><br />

casa del fascio di Legnaia ed un tram carico di fascisti<br />

in via Pisana. Altre operazioni di sabotaggio<br />

furono portate a termine dalle formazioni S.A.P.<br />

Sempre in questo periodo una parte di via Pisana<br />

venne colpita da uno dei bombardamenti aerei<br />

alleati, che si susseguivano oramai da alcuni mesi<br />

a partire dal 25 settembre del 1943.<br />

Finalmente il 4 agosto, insieme a quasi tutto l’Oltrarno,<br />

anche <strong>la</strong> zona di Legnaia e <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong><br />

fu liberata dai partigiani insieme alle truppe degli<br />

eserciti alleati.<br />

Ma <strong>la</strong> guerra non era finita, Firenze non era ancora<br />

liberata, altri lunghi giorni di scontri a fuoco<br />

attendevano soprattutto i partigiani che sopportarono<br />

il peso maggiore nel cacciare i tedeschi<br />

dal<strong>la</strong> città.<br />

Proprio il 4 agosto, come si evince dal<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione<br />

del Colonnello Nello Piccoli, (del partito d’Azione<br />

- comandante militare del CTLN), reparti partigiani<br />

si scontrarono con alcuni reparti tedeschi<br />

al Ponte al<strong>la</strong> Carraia e al Ponte del<strong>la</strong> Vittoria, nel<br />

tentativo, non riuscito, di impedire <strong>la</strong> distruzione<br />

degli stessi ponti. “ Altri scontri con i tedeschi<br />

avvengono al guado a monte dell’Isolotto nei<br />

quali <strong>la</strong>sciarono <strong>la</strong> vita diversi tedeschi, mentre<br />

i patrioti ebbero due feriti. In totale tra il Ponte<br />

del<strong>la</strong> Vittoria ed Ugnano vennero neutralizzate 28<br />

mine e rimosse 122.”<br />

Ed è proprio in quel<strong>la</strong> azione di sminamento che<br />

persero <strong>la</strong> vita cinque giovani partigiani tra i quali<br />

due di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>. In “Memorie del<strong>la</strong> Resistenza”,<br />

Mario Pirricchi, commissario politico di un<br />

battaglione SAP d’Oltrarno, ricorda così quel-<br />

55


l’azione, riscontrata anche nel<strong>la</strong> testimonianza di<br />

Otello Dolfi: “Quel giorno del 4 agosto, i ragazzi<br />

di Mantignano levarono 20 mine dall’acquedotto,<br />

l’ultima saltò e morirono 5 compagni: Ascanio<br />

Taddei, Gino Del Bene, Alfredo Marzolli, Gino<br />

Romoli e Alfredo Catarsi, altri rimasero feriti.<br />

L’acquedotto poté essere salvato, per aver tolto<br />

queste mine e Firenze poté avere l’acqua a breve<br />

scadenza. Fu salvato dal<strong>la</strong> distruzione anche il<br />

ponte di Mantignano, mentre non riuscimmo a<br />

salvare il Ponte del<strong>la</strong> Vittoria.”<br />

E’ sempre <strong>la</strong> testimonianza di Otello Dolfi a ricordare<br />

che altri giovani partigiani di Legnaia e<br />

<strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> morirono in montagna o nell’armata<br />

di liberazione, fra questi: Enzo Dolfi, Rino Cioni,<br />

Alfredo Del<strong>la</strong> Bel<strong>la</strong>, Enzo Sgrilli, Danilo Calvelli<br />

e Remo Ciapini. Ma in partico<strong>la</strong>re devono essere<br />

ricordati i fratelli Taddei. In “Firenze est per <strong>la</strong><br />

libertà”, Giov<strong>anni</strong> Frullini, combattente partigiano,<br />

ha scritto: “Un esempio di entusiasmo<br />

spontaneo fu offerto quel<strong>la</strong> mattina (si tratta<br />

dell’12 agosto) anche da un uomo meno giovane,<br />

il direttore delle officine Galileo Ettore Gamondi,<br />

sceso in strada con un fucile per unirsi a un<br />

gruppo di giovani patrioti, che poi sopravanzò<br />

lungo <strong>la</strong> via Madonna del<strong>la</strong> Tosse fino a precederli<br />

in via Berchet, dove cadde sotto il fuoco proveniente<br />

dal<strong>la</strong> ferrovia. Non lontano da lui caddero<br />

Giorgio e Rodolfo Taddei, il primo nell’impeto di<br />

attestarsi presso <strong>la</strong> spalletta del Mugnone, l’altro<br />

per soccorrere il fratello.”<br />

Il ricordo di Rodolfo è sempre vivo nelle testimonianze<br />

del<strong>la</strong> moglie, Emma Cheloni, c<strong>la</strong>sse 1919,<br />

del figlio Paolo Taddei nato nel 1941 e del<strong>la</strong><br />

coetanea Norma Benelli. Emma Cheloni ricorda<br />

Rodolfo e Giorgio con ammirazione mostrando<br />

La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />

due fazzoletti rossi macchiati di sangue. Sono i<br />

fazzoletti, gelosamente conservati dei due fratelli<br />

partigiani che contraddistinguevano gli appartenenti<br />

al<strong>la</strong> “III Brigata Rosselli – Divisione Giustizia<br />

e Libertà”. Rodolfo Taddei, il fratello più<br />

grande, aveva 24 <strong>anni</strong>, quando fu ucciso. Si era<br />

sposato con Emma Cheloni nell’agosto del 1940<br />

e subito dopo era stato chiamato alle armi. Dopo<br />

l’otto settembre del 1943 abbandonò l’esercito ed<br />

insieme al fratello Giorgio si portò a Monte Giovi<br />

dove operava <strong>la</strong> Brigata Rosselli.<br />

I fratelli Taddei insieme con altri partigiani morti<br />

per <strong>la</strong> liberazione di Firenze vennero seppelliti in<br />

un piccolo spazio cimiteriale provvisorio ricavato<br />

nel Giardino dei Semplici. Le loro salme , qualche<br />

anno dopo, vennero esumate e trasferite al<br />

cimitero di Soffiano. In tale occasione presso <strong>la</strong><br />

casa del popolo di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>, che nel frattempo<br />

era stata intestata ai fratelli Taddei, si svolse una<br />

cerimonia funebre partecipata da centinaia di soci<br />

e cittadini.<br />

La testimonianza di <strong>San</strong>dro <strong>San</strong>toni ricorda quel<br />

giorno rimasto impresso nel<strong>la</strong> memoria di un<br />

bambino: “Risiedo da più di trentacinque <strong>anni</strong><br />

all’estero, ma quel<strong>la</strong> parte emozionale di me che<br />

si radica negli <strong>anni</strong> giovanili rimane indissolubilmente<br />

legata a <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> e al<strong>la</strong> sua storia:<br />

storia minima, certamente, ma rilevante per chi<br />

vi è nato e vi ha trascorso ininterrottamente gli<br />

<strong>anni</strong> formativi dell’adolescenza e del<strong>la</strong> giovinezza.<br />

Insieme con questi echi, che sovente riecheggiano<br />

nel profondo pozzo del<strong>la</strong> memoria, viene quasi<br />

sempre a gal<strong>la</strong> il ricordo di mio zio (dovuto fra<br />

l’altro al fatto che, dal giorno del<strong>la</strong> mia nascita a<br />

quello in cui ho <strong>la</strong>sciato l’Italia, abbiamo vissuto<br />

quotidianamente sotto lo stesso tetto), unitamen-<br />

te a quello del luogo in cui egli immancabilmente<br />

trascorreva ogni sua serata.<br />

Uno dei miei primi ricordi collegati al<strong>la</strong> S.M.S.<br />

di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>, o meglio al<strong>la</strong> “Casa del Popolo”,<br />

come veniva chiamata, è un ricordo funebre: una<br />

sa<strong>la</strong> piena di palme, di garofani, di bandiere rosse<br />

e, dietro una cortina di gente dall’aria mesta, ma<br />

composta e fiera, le bare: quelle dei fratelli Taddei,<br />

il cui nome da quel giorno in poi ha contrassegnato<br />

quel luogo di aggregazione sociale. Ero molto<br />

piccolo, e potevo vedere <strong>la</strong> scena proprio perché<br />

mio zio mi teneva in collo; ora son quasi certo<br />

che egli mi abbia alzato al disopra del<strong>la</strong> fol<strong>la</strong> per<br />

imprimere nel<strong>la</strong> mia mente una visione indelebile<br />

che da grande avrei certamente dovuto situare in<br />

un contesto storico e morale.”<br />

Lo zio del<strong>la</strong> testimonianza è Ruggero Berlincioni,<br />

presidente del Comitato di Liberazione Nazionale<br />

locale e responsabile politico del<strong>la</strong> S.A.P. di <strong>San</strong><br />

<strong>Quirico</strong> (squadra di azione partigiana), figura<br />

fondamentale nel<strong>la</strong> vita politica del quartiere e<br />

nel<strong>la</strong> casa del popolo, come viene ricordata da<br />

Enzo Mancini in “Quelli del Circolo quelli del<strong>la</strong><br />

Cooperativa” e da suo nipote <strong>San</strong>dro: “Così era<br />

fatto, mio zio. Berlincioni di cognome, di nome<br />

faceva Ruggero: un nome un po’ desueto, da antico<br />

pa<strong>la</strong>dino; e del pa<strong>la</strong>dino aveva anche l’animo<br />

e <strong>la</strong> cavalleresca ingenuità: intendeva insegnare<br />

le cose, come fece con me in quel caso, nel più<br />

diretto ed effettivo dei modi: con l’esempio; un<br />

tipo di didattica, o di pedagogia, di cui oggigiorno<br />

ancora permangono gli effetti, e non solo in me.<br />

Ovviamente, molti di quelli che frequentano attualmente<br />

i locali del<strong>la</strong> “Fratelli Taddei” e devono<br />

ancora superare <strong>la</strong> quarantina, non lo hanno potuto<br />

conoscere o debbono ricordarlo in modo assai<br />

vago; ma coloro che hanno praticato quel centro<br />

di attività formativa nell’epoca che va dal primo<br />

dopoguerra (periodo che iniziò con una sensazione<br />

di libertà, seppur re<strong>la</strong>tiva, e che attraverso<br />

<strong>la</strong> ricostruzione, il consolidamento, il cosiddetto<br />

miracolo economico e una dirompente industrializzazione<br />

si concluse, attraverso un’ecatombe di<br />

governi, con gli <strong>anni</strong> di piombo) all’uccisione di<br />

Aldo Moro, lo potevano sicuramente trovare là<br />

ogni sera. Ruggero, infatti, non ebbe mai quel<br />

che si dice una vita privata: <strong>la</strong> sua esistenza, per <strong>la</strong><br />

parte <strong>la</strong>sciata libera dal <strong>la</strong>voro, era rappresentata<br />

dal Partito. Dal Partito con <strong>la</strong> P maiusco<strong>la</strong>, quello<br />

animato da un’ideale, e <strong>la</strong> Casa del Popolo era il<br />

luogo deputato per dare pragmaticamente vita<br />

a quell’ideale. Non si era mai sposato: il posto<br />

del<strong>la</strong> moglie, e forse anche dell’amante, veniva<br />

occupato in lui dal partito, quel partito che aveva<br />

contribuito a fondare e a cui era stato legato per<br />

tutta <strong>la</strong> vita, dedicandogli l’anima e il corpo. Al<br />

pari di ogni re<strong>la</strong>zione, anche questa era destinata<br />

ad essere teatro di momenti <strong>la</strong>ceranti, come al<br />

tempo del<strong>la</strong> primavera cecoslovacca, nel 1968, un<br />

accadimento che parve scrol<strong>la</strong>re fin nelle fondamenta<br />

i principî <strong>sui</strong> quali il rapporto era fondato.<br />

Eppure egli seppe, in un’età già avanzata, attraverso<br />

un processo dialettico di e<strong>la</strong>borazione e di sintesi,<br />

superare una crisi personale tanto profonda<br />

quanto dolorosa e riprendere il filo di un’analisi<br />

sociale che era ed è soprattutto metastorica. Era<br />

convinto di essere, nel<strong>la</strong> storia, parte delle storia,<br />

anche se infima: una convinzione che non lo abbandonò<br />

neanche sul letto di morte, proprio nei<br />

giorni del delitto Moro, quando mi chiedeva di<br />

analizzargli e commentargli gli articoli di giornale<br />

su quel rapimento. E non si pensi che siano stati<br />

57


soltanto i suoi coetanei a rispettare l’uomo e le sue<br />

idee: Ruggero era venerato anche e soprattutto da<br />

ragazzi dai quali lo separavano almeno due generazioni,<br />

anche a prescindere dal livello intellettuale<br />

o dall’estrazione sociale: caso più unico che raro<br />

fuori dal ristretto mondo degli studî.<br />

Rammento soprattutto le discussioni accalorate<br />

fra noi e principalmente, con un’onda di affetto,<br />

le critiche che rivolgeva alle mie tendenze anarcoidi<br />

(e quindi, ai suoi occhi, deviazioniste), al mio<br />

scetticismo, al mio fatalismo. Critiche dure e forse<br />

motivate, ma dalle quali traspariva quell’affezione<br />

e quel<strong>la</strong> tenerezza che ha sempre provato per<br />

me, unite a una certa indulgenza, come per un<br />

figlio che non aveva avuto; per parte mia, reciprocamente,<br />

l’ho sempre considerato un secondo<br />

padre, e così lo ricordo.<br />

Cos’è che gli forniva questa energia e questo calore<br />

che egli era in grado quant’altri mai di trasmettere<br />

a terzi? Oltre a solide convinzioni e a una ben<br />

radicata coscienza di c<strong>la</strong>sse, credo che nel suo caso<br />

si trattasse di una credenza tanto ingenua quanto<br />

profonda in un destino positivo dell’uomo e del<br />

suo progresso, unita al<strong>la</strong> convinzione che equità<br />

e giustizia sarebbero rimaste solo vuote parole se<br />

non fosse stata prima stabilita una parità effettiva<br />

fra tutti coloro che compongono il corpo sociale;<br />

e, nel contempo, del<strong>la</strong> coscienza che questo ideale<br />

sarebbe stato realizzabile solo con <strong>la</strong> creazione un<br />

sistema che propugnasse l’emancipazione dei ceti<br />

inferiori e <strong>la</strong> difesa dei propri simili, specie di<br />

quelli socialmente più deboli e svantaggiati.”<br />

L’11 di agosto <strong>la</strong> città era libera, tuttavia i combattimenti<br />

continuavano nel<strong>la</strong> parte nord ed i tiri<br />

dell’artiglieria tedesca raggiunsero anche alcune<br />

La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />

parti del<strong>la</strong> zona di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> facendo altre vittime<br />

e feriti e danneggiando le abitazioni.<br />

“Per molti giorni – ricorda Orazio Barbieri in<br />

“Ponti sull’Arno” – dall’11 agosto al 7 settembre,<br />

il fronte si sposta in avanti e indietro nel<strong>la</strong> città e<br />

talvolta pattuglie tedesche hanno ritorni offensivi<br />

che le avvicinano al centro del<strong>la</strong> città. E’ in questo<br />

stillicidio, su un fronte mobile e frastagliato<br />

che popo<strong>la</strong>zione e combattenti subiscono nuove<br />

perdite.”<br />

Il giorno stesso del<strong>la</strong> liberazione i rappresentanti<br />

del Partito d’Azione, del Partito Comunista<br />

Italiano e del Partito Socialista a nome del Comitato<br />

di Liberazione, si insediarono nel<strong>la</strong> sede<br />

del<strong>la</strong> Società di Mutua Assistenza di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong><br />

e formalmente ne fecero riprendere le attività. Il<br />

primo atto di un’assemblea straordinaria fu quello<br />

di eleggere il primo Consiglio del dopo guerra,<br />

formato da vecchi soci e da un gruppo di giovani.<br />

Gli incarichi furono attribuiti a Giovacchino<br />

Mita presidente, Rosselli segretario, Otello Dolfi e<br />

Licio Nannoni vice segretari, Guido Cappuccini,<br />

Francesco Bargiacchi ed altri. Il nuovo consiglio<br />

aveva programmato <strong>la</strong> ripresa dell’attività cinematografica,<br />

ma ciò non si realizzerà a causa delle<br />

continue interruzioni dell’energia elettrica. Per<br />

questo <strong>la</strong> sa<strong>la</strong> del cinema, liberata dalle sedie, fu<br />

utilizzata per bal<strong>la</strong>re, mentre nel giardino durante<br />

<strong>la</strong> buona stagione un gruppo teatrale, messo in<br />

piedi dal presidente del<strong>la</strong> casa del popolo reclutando<br />

attori tra vecchie conoscenze, riuscì a mettere<br />

in scena delle commedie in vernacolo fiorentino<br />

come “l’acqua cheta”, “il gatto in cantina”, “i due<br />

sergenti” ed altre. Questa attività teatrale e ricreativa<br />

trovò riscontro positivo tra <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione che<br />

partecipava con interesse e divertimento.<br />

Dal<strong>la</strong> casa del popolo riprese vita anche lo spaccio<br />

cooperativo inizialmente autogestito da un consiglio<br />

eletto dai soci. Successivamente lo spaccio<br />

aderì al<strong>la</strong> Unione Cooperative Fiorentine ed infine<br />

con <strong>la</strong> ricostituzione del<strong>la</strong> cooperativa di Legnaia<br />

divenne uno dei 9 spacci di questa. In questa fase i<br />

cittadini ed i soci contribuiscono finanziariamente<br />

allo sviluppo associativo attraverso l’azionariato<br />

sociale <strong>la</strong>nciato dal Consiglio.<br />

Con <strong>la</strong> ripresa del<strong>la</strong> vita nel<strong>la</strong> casa del popolo un<br />

ruolo importante viene svolto dai partiti politici.<br />

Dopo vent’<strong>anni</strong> di dittatura fascista il tessuto<br />

sociale era profondamente disgregato, le masse<br />

popo<strong>la</strong>ri apparivano frastornate e sfiduciate.<br />

I partiti, con il ruolo attivo svolto nel<strong>la</strong> c<strong>la</strong>ndestinità<br />

antifascista e nel<strong>la</strong> lotta di liberazione, erano i<br />

soli punti di riferimento sostanziali per <strong>la</strong> riaggregazione<br />

sociale.<br />

Ernesto Ragionieri, in “Storia d’Italia – dall’Unità<br />

ad oggi”, sostiene che i “I partiti politici<br />

rappresentavano l’unica forma di associazione<br />

veramente autonoma delle c<strong>la</strong>ssi sociali.” I maggiori<br />

sindacati italiani erano stati ricostituiti dai<br />

tre partiti: DC, PCI e PSI, così avvenne anche per<br />

le organizzazioni cooperative, altre forme di associazionismo<br />

di massa vivevano una vita stentata<br />

non essendoci ancora forme di coordinamento o<br />

di organizzazione nazionale delle stesse.<br />

Per questo a livello locale, in modo partico<strong>la</strong>re,<br />

<strong>la</strong> presenza dei partiti era quasi indispensabile per<br />

garantire ogni forma di ripresa delle Società, dei<br />

Circoli e delle Case del Popolo.<br />

Questo produce modificazioni non di poco conto<br />

nel carattere e nel<strong>la</strong> conduzione dei sodalizi<br />

associativi, i quali perdono una parte di quel<strong>la</strong><br />

autonomia che gli distingueva all’origine quando<br />

essi generarono le altre forme associative sindacali,<br />

cooperative e politiche.<br />

In ogni modo si deve, al<strong>la</strong> sinergia tra coloro<br />

che erano maggiormente impegnati nei partiti,<br />

i giovani del Fronte del<strong>la</strong> Gioventù, le donne<br />

organizzate nell’UDI Unione Donne Italiane ed i<br />

cittadini interessati al<strong>la</strong> ricostituzione dell’associazionismo<br />

ricreativo, <strong>la</strong> ripresa del<strong>la</strong> vita associativa<br />

e <strong>la</strong> realizzazione delle prime importanti iniziative<br />

culturali, ricreative e sportive.<br />

Certamente i sodalizi, nel rapporto con i cittadini,<br />

devono tener conto oltre alle condizioni di disagio<br />

e di smarrimento politico e culturale, anche<br />

del<strong>la</strong> situazione economica e sociale del primo<br />

dopoguerra.<br />

La forte inf<strong>la</strong>zione pesa <strong>sui</strong> <strong>la</strong>voratori dipendenti<br />

e <strong>sui</strong> ceti medi riducendo il potere d’acquisto dei<br />

già miseri sa<strong>la</strong>ri. L’aumento demografico senza un<br />

adeguato sviluppo produttivo genera il fenomeno<br />

del<strong>la</strong> disoccupazione di massa, solo in parte alleviata,<br />

dai forti flussi di emigrazione verso i paesi<br />

europei più vicini: Svizzera, Germania, Belgio,<br />

ecc.<br />

Questi problemi a Firenze sono meno accentuati<br />

che in altre parti d’Italia, comunque le difficoltà<br />

sono presenti e ci vorranno gli <strong>anni</strong> del cosiddetto<br />

boom economico per superarle.<br />

Nello stesso tempo <strong>la</strong> vita politica e istituzionale<br />

inizia un percorso democratico, di pari passo con i<br />

primi impegni per <strong>la</strong> ricostruzione del paese, nel<strong>la</strong><br />

riconquistata libertà.<br />

Il 2 giugno 1946 il popolo italiano è chiamato a<br />

votare per il referendum repubblica – monarchia<br />

e per eleggere l’Assemblea costituente.<br />

Il referendum sancì, anche se di stretta misura,<br />

l‘affermazione del<strong>la</strong> repubblica con il 54,26 %<br />

59


degli oltre 23 milioni di voti validi.<br />

I risultati delle elezioni per l’Assemblea Costituente<br />

confermarono <strong>la</strong> netta prevalenza (74,86<br />

% ) dei grandi partiti di massa che si erano ricostituiti<br />

dopo <strong>la</strong> liberazione, con l’affermazione<br />

re<strong>la</strong>tiva del<strong>la</strong> Democrazia Cristiana (35,18 %),<br />

seguita dal PSIUP (20,72) e dal PCI (19 %).<br />

Dopo 18 mesi d’intenso <strong>la</strong>voro dell’Assemblea <strong>la</strong><br />

Costituzione Repubblicana, venne approvata il 22<br />

dicembre 1947 ed entrò in vigore il 1° gennaio<br />

del 1948. La Carta rispecchiò il clima politico<br />

che aveva caratterizzato <strong>la</strong> lotta di liberazione<br />

antifascista, e sintetizzò il risultato del<strong>la</strong> più alta<br />

e significativa mediazione tra le forze politiche<br />

di ispirazione cattolica, socialista, comunista,<br />

liberale e repubblicana. Il riconoscimento del<br />

concordato pontificio e l’amnistia generale, nel<strong>la</strong><br />

quale erano compresi anche i reati fascisti, <strong>la</strong>nciarono<br />

al paese un segnale forte di pacificazione.<br />

La carta costituzionale stabilì, per <strong>la</strong> prima volta<br />

nel<strong>la</strong> storia d’Italia, il diritto di voto alle donne ed<br />

il diritto dei cittadini “di associarsi liberamente,<br />

senza autorizzazioni, per fini che non sono vietati<br />

ai singoli dal<strong>la</strong> legge”.<br />

Purtroppo per ragioni politiche nazionali, ma<br />

soprattutto internazionali, il clima unitario ebbe<br />

breve durata. Già dal<strong>la</strong> metà del 1947 si formò il<br />

governo De Gasperi sostenuto dal<strong>la</strong> Democrazia<br />

Cristina, dal partito Liberale e da alcuni indipendenti<br />

con l’esclusione dei partiti di sinistra. Subito<br />

dopo le elezioni politiche del 18 aprile 1948 con<br />

il successo conseguito dal<strong>la</strong> D.C. e <strong>la</strong> sconfitta dei<br />

partiti di sinistra presentatisi uniti nel Fronte Popo<strong>la</strong>re,<br />

segnarono <strong>la</strong> fine dei rapporti instauratosi<br />

durante <strong>la</strong> lotta di liberazione. Il quadro politico<br />

si deteriora ed inizia una fase di forte scontro<br />

La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />

ideologico-politico tra le forze di centro-destra<br />

al governo e quelle di sinistra all’opposizione. Per<br />

oltre dieci <strong>anni</strong> i governi a guida democristiana,<br />

sostenuti a livello internazionale dagli Stati Uniti<br />

d’America, tentano di frenare <strong>la</strong> corretta applicazione<br />

del dettato costituzionale ed avviano una<br />

politica di discriminazioni, attacchi alle libertà<br />

fondamentali, al libero dispiegarsi delle attività<br />

ricreative e culturali, allo sviluppo civile e democratico<br />

del<strong>la</strong> vita associativa popo<strong>la</strong>re.<br />

Nei primi venti <strong>anni</strong> del dopoguerra, tutta l’area<br />

Sud Ovest di Firenze subisce una profonda modificazione<br />

urbanistica, con un cambiamento<br />

sostanziale del tessuto sociale ed economico.<br />

La dove c’erano campi, orti, fossi vengono edificate<br />

case popo<strong>la</strong>ri, cooperative e residenze private,<br />

con ciò sono stati risolti molti aspetti del problema<br />

abitativo, ma in pari tempo generano nuove<br />

problematiche e necessari adattamenti.<br />

Il primo intervento con <strong>la</strong> costruzione del nuovo<br />

quartiere dell’Isolotto, occupò quasi 500 ettari di<br />

terreno e gradualmente determinò un insediamento<br />

di circa 10.000 persone provenienti da<br />

altre zone di Firenze e d’Italia.<br />

Un secondo intervento, ad Ovest dell’Isolotto, tra<br />

via Martini, via Canova e l’Argingrosso, comunemente<br />

chiamato del<strong>la</strong> 167, dal<strong>la</strong> legge che permetteva<br />

ai Comuni di acquisire aree da destinarsi<br />

all’edilizia economica e popo<strong>la</strong>re, si estese su 180<br />

ettari di terreno ed essendo più intensivo vennero<br />

costruite abitazioni per oltre 20.000 abitanti.<br />

Un piccolo piano di edilizia economica e popo<strong>la</strong>re<br />

interessò anche <strong>la</strong> zona di Legnaia, nel tratto tra il<br />

Lastrico e <strong>la</strong> Federiga, su poco meno di 4 ettari di<br />

terreno sorsero case per 1.000 abitanti.<br />

Intorno a questi interventi pubblici furono costruite<br />

altre abitazioni ad edilizia privata, con una<br />

progressione inesorabile che ha portato al<strong>la</strong> quasi<br />

saturazione dell’area.<br />

In “Legnaia, Cintoia e Soffiano – tre aspetti dell’antico<br />

suburbio occidentale fiorentino”, Giampaolo<br />

Trotta scrive:<br />

”La nuova area di espansione urbana a Nord di<br />

via del Pol<strong>la</strong>io si appoggia agli assi viari principali<br />

costituiti da viale Talenti - viale Etruria e dal<strong>la</strong> diramazione<br />

paralle<strong>la</strong> all’Argin Grosso, costituita da<br />

via Canova una strada quest’ultima posta all’interno<br />

di un tessuto edilizio privo di qualsiasi identità<br />

urbana. Il piano rego<strong>la</strong>tore ‘Detti’ si sovrappone<br />

brutalmente al<strong>la</strong> sedimentata realtà suburbana locale,<br />

andatasi configurando lentamente nel corso<br />

dei secoli. Se da un <strong>la</strong>to, infatti, risolve numerosi<br />

problemi legati al<strong>la</strong> grande viabilità, decongestionando<br />

in parte alcune delle vecchie ed inadeguate<br />

arterie mediante <strong>la</strong> realizzazione di nuove strade<br />

di grande scorrimento e di collegamento tra zone<br />

diverse del<strong>la</strong> città, da un altro <strong>la</strong>to si presenta<br />

eccessivamente funzionalistico, non riuscendo a<br />

‘capire’ le singole realtà storicizzate. In nome del<strong>la</strong><br />

pianificazione e del<strong>la</strong> razionalizzazione urbana<br />

sono così distrutti – o ne viene proposta quanto<br />

meno <strong>la</strong> distruzione – vecchi borghi e agglomerati<br />

rurali, case coloniche, tipiche viuzze e tabernacoli<br />

lungo-strada, masse arboree e antichi poderi. La<br />

‘co<strong>la</strong>ta di cemento’ non si inserisce assolutamente<br />

nel precedente contesto, non ne trae alcun principio<br />

di identità da utilizzare come elemento<br />

conduttore nel<strong>la</strong> nuova progettazione, non si<br />

rispettano né antichi edifici, né l’organizzazione<br />

territoriale, né gli aspetti ambientali.”<br />

La modificazione urbana descritta nel<strong>la</strong> citazio-<br />

ne è, tra l’altro, fortemente carente per ciò che<br />

riguarda i servizi. Si è pensato molto al<strong>la</strong> casa,<br />

si è pensato meno, almeno nell’immediato e per<br />

alcuni <strong>anni</strong>, al<strong>la</strong> realizzazione di asili, di scuole,<br />

di impianti sportivi e altre attrezzature idonee e<br />

sufficienti per <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione cresciuta numericamente<br />

e qualitativamente rispetto al recente<br />

passato.<br />

La casa del popolo di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>, come tutti<br />

gli altri luoghi dell’associazionismo popo<strong>la</strong>re<br />

<strong>la</strong>ico e cattolico del<strong>la</strong> zona, si trovano al centro<br />

di questo sconvolgimento e ne risentano direttamente.<br />

I gruppi dirigenti saranno costretti dai<br />

soci ma soprattutto dai cittadini a modificare e<br />

caratterizzare il ruolo, i programmi e le attività,<br />

per sopperire o per sollecitare, com’è nel<strong>la</strong> storia<br />

e nel<strong>la</strong> tradizione pre fascista, l’intervento delle<br />

istituzioni, soprattutto quelle locali, finalizzati ad<br />

adottare provvedimenti rispondenti alle esigenze<br />

ed ai nuovi bisogni del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione.<br />

Come vedremo in seguito, si formeranno comitati<br />

di cittadini con punto di riferimento politico e<br />

organizzativo nel<strong>la</strong> casa del popolo per rivendicare<br />

<strong>la</strong> soluzioni di problemi considerati importanti e<br />

tal volta gravi portati dallo sviluppo economico e<br />

dalle sue contraddizioni.<br />

La presa di coscienza si al<strong>la</strong>rga, il conflitto non è<br />

più solo quello tra <strong>la</strong>voratori e datori di <strong>la</strong>voro,<br />

le rivendicazioni per ottenere quello che viene<br />

definito Welfaire (stato sociale) diventano sempre<br />

più coinvolgenti e si al<strong>la</strong>rgheranno fino a comprendere<br />

le questioni ambientali e l’attenzione<br />

al<strong>la</strong> qualità del<strong>la</strong> vita.<br />

Nel<strong>la</strong> prima fase del<strong>la</strong> ripresa del dopoguerra le<br />

attività ricreative, culturali e politiche rappresen-<br />

61


tavano l’impegno principale del<strong>la</strong> casa del popolo.<br />

Ballo, teatro, musica, attività giovanili, iniziative<br />

per i bambini, gite turistiche domenicali, dibattiti<br />

e comizi fanno parte dei programmi mensili del<br />

sodalizio. A <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> di notevole importanza<br />

è l’allestimento ed il programma del<strong>la</strong> biblioteca<br />

attraverso il recupero del<strong>la</strong> memoria storica e del<strong>la</strong><br />

tradizione delle Società di Mutuo Soccorso. I libri<br />

disponibili sono messi a disposizione dei soci e dei<br />

cittadini, in pari tempo si svolgono conferenze e<br />

dibattiti. In questo programma assumo un notevole<br />

rilievo <strong>la</strong> presentazione di nuovi libri con <strong>la</strong><br />

partecipazione degli stessi autori. Tra i soci anziani<br />

è ancora vivo il ricordo del<strong>la</strong> conferenza di Gavino<br />

Ledda durante <strong>la</strong> presentazione del suo libro “Padre<br />

padrone”. L’esperienza del<strong>la</strong> biblioteca proseguirà<br />

per diversi <strong>anni</strong> e da tale iniziativa prenderà<br />

vita, nel 1960, il “Circolo Nazim Hikmet”.<br />

Nonostante <strong>la</strong> forte tensione politica che attraversa<br />

tutto il paese, le forze popo<strong>la</strong>ri iniziano a<br />

dedicarsi in modo organico allo sviluppo del<strong>la</strong><br />

Casa del Popolo ed al<strong>la</strong> programmazione meno<br />

spontanea delle attività. La prima esigenza sentita<br />

dai soci e da molte persone abitanti nel<strong>la</strong> zona era<br />

quel<strong>la</strong> di migliorare le esistenti strutture sociali. Il<br />

primo maggio del 1950, presidente dell’associazione<br />

Alvaro Masi, segna il primo grande passo in<br />

tale direzione. Con <strong>la</strong> decisione di acquistare dal<strong>la</strong><br />

famiglia Masini una porzione di terreno adiacente<br />

al<strong>la</strong> casa del popolo iniziano i <strong>la</strong>vori d’ammodernamento<br />

del<strong>la</strong> sede sociale ed in partico<strong>la</strong>re<br />

l’ampliamento dell’esistente arena del cinema<br />

estivo. A tali <strong>la</strong>vori partecipano moltissimi soci<br />

e persone delle più svariate professioni (operai,<br />

studenti, impiegati, artigiani) che si improvvisa-<br />

La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />

rono per l’occasione sterratori, manovali e mezzi<br />

muratori, sotto <strong>la</strong> guida di alcuni soci muratori.<br />

Tra essi Dante Masini, Gino Paletti, Pietro Corsi,<br />

(pietrino), Adolfo Ugolini (il cioccia), Ottavio<br />

Corsinovi (pipone), Eugenio Sestini (il gasista),<br />

che prestando tutti gratuitamente <strong>la</strong> loro opera,<br />

nelle ore serali e notturne dei giorni feriali e fin<br />

dal<strong>la</strong> mattina dei giorni festivi, riuscirono a completare<br />

i <strong>la</strong>vori per il giorno di apertura del cinema<br />

estivo, i primi del mese di giugno.<br />

Nell’occasione, anche per rego<strong>la</strong>rizzare l’acquisto<br />

del terreno, l’Assemblea dei soci approva il nuovo<br />

statuto del<strong>la</strong> casa del popolo, e<strong>la</strong>borato e proposto<br />

dal Consiglio direttivo.<br />

Forti di questa esperienza ma soprattutto del<strong>la</strong><br />

grande partecipazione che tale iniziativa di volontariato<br />

aveva suscitato venne deciso di proseguire e<br />

di affrontare immediatamente l’obbiettivo di realizzare<br />

una struttura da adibire ad asilo nido per i<br />

bambini. L’esigenza era sentita fra <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione<br />

di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>, in quanto allora non esistevano<br />

strutture pubbliche finalizzate all’accoglienza dei<br />

bambini più piccoli.<br />

In realtà già esisteva a <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> subito dopo il<br />

passaggio del<strong>la</strong> guerra e gestito dall’UDI un asilo<br />

intito<strong>la</strong>to ad “Anita Garibaldi”, ospitato in una<br />

vecchia casa contadina adattata allo scopo; era<br />

necessario però realizzare una sede ed ambiente<br />

migliore. Il progetto e <strong>la</strong> direzione dei <strong>la</strong>vori furono<br />

affidati all’ing. Romanello Massini il quale li<br />

eseguì gratuitamente. Il Comune di Firenze concesse<br />

gratuitamente un suo cantiere edile dismesso<br />

confinante con <strong>la</strong> Casa del Popolo ad una Società<br />

appositamente costituita dal<strong>la</strong> Casa del Popolo. I<br />

<strong>la</strong>vori iniziarono nel mese di giugno e si conclusero<br />

nel maggio del 1951.<br />

Un contributo partico<strong>la</strong>re, data <strong>la</strong> loro professionalità<br />

e specializzazione, venne offerto dai soci<br />

Dante Matteuzzi e Nino Evangelio (per i <strong>la</strong>vori<br />

di falegnameria), Mario Boddi (per le pavimentazioni),<br />

Ruggero Galli (per l’impianto idraulico),<br />

Lisindo Cirri (per l’impianto elettrico), Ezio<br />

Garuglieri e Pugi (per i <strong>la</strong>vori di verniciatura ed<br />

imbiancatura). Accanto al <strong>la</strong>voro volontario, in<br />

questa occasione divenne necessario il contributo<br />

finanziario del<strong>la</strong> casa del popolo realizzato con<br />

molti sacrifici, affiancato dal determinante esito<br />

del<strong>la</strong> sottoscrizione popo<strong>la</strong>re tra i cittadini di <strong>San</strong><br />

<strong>Quirico</strong> e da un contributo di Lire 200.000 concesse<br />

da Eleonora Turziani, assessore comunale.<br />

Una grande festa di popolo, con <strong>la</strong> presenza del<br />

Sindaco di Firenze Mario Fabiani, fece da cornice<br />

all’inaugurazione dell’asilo. Negli <strong>anni</strong> seguenti<br />

e fino al 1971, l’asilo proseguì <strong>la</strong> sua attività<br />

basandosi esclusivamente sul volontariato, fatta<br />

eccezione per <strong>la</strong> maestra, con un partico<strong>la</strong>re e<br />

fondamentale ruolo svolto dalle donne dell’UDI<br />

di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> che s’impegnarono con grande<br />

entusiasmo nel<strong>la</strong> gestione, in partico<strong>la</strong>re modo<br />

Marusca Bargiacchi (per molti <strong>anni</strong> presidente<br />

dell’asilo), Ofelia Matteuzzi, Vanda Bolognini,<br />

Norma Magherini, C<strong>la</strong>ra Me<strong>la</strong>ni, Annetta Mancini,<br />

<strong>la</strong> Sestini e <strong>la</strong> Zei.<br />

In occasione delle iniziative per celebrare il cinquantesimo<br />

<strong>anni</strong>versario dell’asilo <strong>la</strong> casa del popolo<br />

realizzò una bel<strong>la</strong> mostra fotografica, allestita<br />

dagli architetti Francesco Carpi Lapi e Gabriele<br />

Faieta e <strong>la</strong> <strong>pubblicazione</strong>: “C’era una volta un Asilo…”<br />

dal<strong>la</strong> quale sono state ricavate le fasi salienti<br />

di tale opera.<br />

Dal 1975, anno in cui l’asilo è spostato presso <strong>la</strong><br />

scuo<strong>la</strong> Don Mi<strong>la</strong>ni e diventa comunale, i locali<br />

vengono adibiti a sede di servizi socio-sanitari<br />

del comune, mentre dal 1999 sono utilizzati per<br />

le attività sociali e ricreative del<strong>la</strong> casa del popolo.<br />

Negli <strong>anni</strong> 1953/54, come già accennato, il governo<br />

di centro-destra intensifica gli attacchi alle<br />

associazioni democratiche e popo<strong>la</strong>ri ed agli uomini<br />

di cultura. Una decisione del Consiglio dei<br />

Ministri datata 18 marzo 1954 stabilì di “recuperare<br />

allo Stato tutti i beni di proprietà del disciolto<br />

partito nazionale fascista e di organizzazioni<br />

dipendenti o di altri beni demaniali attualmente<br />

occupati da organizzazioni di parte”. Di fatto<br />

cosa era accaduto: dopo <strong>la</strong> Liberazione i legittimi<br />

proprietari delle Società di Mutuo Soccorso, Case<br />

del Popolo, Circoli, etc. ripresero possesso degli<br />

immobili che il fascismo aveva loro tolto con <strong>la</strong><br />

forza. Ingenuamente in gran parte dei casi non fu<br />

legalizzato il passaggio di proprietà immobiliare,<br />

che nel frattempo, il primo governo post fascista,<br />

aveva passato al demanio dello Stato.<br />

Il Governo strumentalizza tale situazione, partico<strong>la</strong>rmente<br />

duro e pesante è l’intervento guidato dal<br />

Ministro Mario Scelba, polizia e carabinieri intervengono<br />

con <strong>la</strong> forza per sfrattare le associazioni<br />

dalle loro sedi, giustificando l’utilizzo delle stesse<br />

per “pubblica utilità”: caserme dei Carabinieri<br />

come nel caso di Legnaia, scuole pubbliche, ma<br />

in molti casi, edifici requisiti inutilizzati e <strong>la</strong>sciati<br />

abbandonati, come tutt’ora risulta essere quello di<br />

Soffiano. La casa del popolo di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> non è<br />

coinvolta in questo processo repressivo in quanto<br />

come abbiamo già accennato si era trovata in un<br />

a situazione partico<strong>la</strong>re rispetto alle altre. Tuttavia<br />

partecipò attivamente al movimento di solidarietà<br />

a sostegno dell’iniziativa legale e politica per <strong>la</strong><br />

63


difesa del movimento circolistico e associativo.<br />

Dal 29 aprile 1953 al 5 marzo 1955, nel<strong>la</strong> provincia<br />

di Firenze, furono eseguiti 23 sfratti forzosi,<br />

tra i quali <strong>la</strong> Casa del Popolo di Legnaia (4 febbraio<br />

1955); <strong>la</strong> risposta e <strong>la</strong> partecipazione popo<strong>la</strong>re<br />

fu significativa: diecine di nuove, moderne ed<br />

accoglienti case del popolo vennero costruite ed<br />

inaugurate nel 1956.<br />

La repressione scelbiana contro il movimento<br />

associativo fa parte del<strong>la</strong> strategia più generale<br />

contro le forze di sinistra. Nei verbali del Consiglio<br />

dei Ministri, riferiti a quel periodo, si può<br />

leggere: “dovere di uno stato democratico è di<br />

impedire che le forze antidemocratiche sopprimano<br />

<strong>la</strong> libertà”. Il Governo riteneva che le forze di<br />

sinistra agissero contro <strong>la</strong> Costituzione, in effetti,<br />

con quel presupposto veniva giustificata ogni<br />

azione e anche quando era, quel<strong>la</strong> si, palesemente<br />

anticostituzionale.<br />

Nel 1955 il Prefetto di Bologna emanò alcune<br />

disposizioni per il controllo di polizia dei circoli<br />

associativi. Tra le altre cose era scritto: “intensificare<br />

<strong>la</strong> sorveglianza di quei circoli ricreativi<br />

che sotto l’egida dell’ENAL sono passati mano a<br />

mano e nel<strong>la</strong> quasi totalità al<strong>la</strong> dipendenza delle<br />

organizzazioni socialcomuniste”.<br />

Nel<strong>la</strong> realtà i sodalizi di sinistra dovevano aderire<br />

obbligatoriamente all’ENAL (Ente Nazionale Assistenza<br />

Lavoratori), per poter ottenere le licenze<br />

e le autorizzazioni atte allo svolgimento delle<br />

attività di bar, buffet e simili.<br />

Le forze politiche di sinistra nel momento del<strong>la</strong><br />

trasformazione del Dopo<strong>la</strong>voro fascista in Ente<br />

Nazionale si impegnarono per <strong>la</strong> sua riforma in<br />

ente democratico e rappresentativo dei Circoli,<br />

capace di fornire servizi ed assistenza a tutte le<br />

La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />

strutture circolistiche. Dopo dieci <strong>anni</strong> di rivendicazioni<br />

e lotte il mancato raggiungimento di<br />

una se pur minima riforma spinge il movimento<br />

associativo democratico a cercare altre soluzioni.<br />

In quel contesto, superando incertezze e contraddizioni<br />

avanza con maggiore forza l’idea di<br />

costituire una organizzazione autonoma e libera<br />

dei circoli. In molte province italiane, i Circoli e<br />

le Case del Popolo iniziarono ad organizzarsi con<br />

forme di difesa di tipo sindacale dando vita all’<br />

“Alleanza dei Circoli”.<br />

Attraverso queste iniziative, in partico<strong>la</strong>r modo<br />

promosse nelle province di Bologna, Novara,<br />

Pisa, Torino e Firenze, possiamo affermare con<br />

certezza, vennero gettate le basi per <strong>la</strong> nascita<br />

del<strong>la</strong> grande associazione nazionale dei circoli,<br />

che nel maggio del 1956 prese il nome di “Alleanza<br />

per <strong>la</strong> ricreazione popo<strong>la</strong>re” La stessa Alleanza<br />

convocò a Firenze, il 25 e 26 maggio 1957 il<br />

convegno nazionale a conclusione del dal quale<br />

venne approvato l’atto costitutivo ed il primo statuto<br />

dell‘ARCI “Associazione Ricreativa Culturale<br />

Italiana”.<br />

La Casa del Popolo nel<strong>la</strong> nuova<br />

realtà ARCI, centro di aggregazione<br />

e d’iniziativa ricreativa, sportiva e<br />

culturale; punto di riferimento per le<br />

lotte sociali (1958/1990)<br />

In questa fase l’attività ricreativa e culturale del<strong>la</strong><br />

casa del Popolo di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> viene intensificata<br />

e qualificata in modo partico<strong>la</strong>re con l’adeguamento<br />

tecnologico del<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> cinematografica. In<br />

una pubblicità del 1956 si può leggere: “Cinema<br />

Teatro Casa del Popolo Fratelli Taddei, via Pisana<br />

576 – <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> a Legnaia, ”<br />

Anche le attività sportive vengono seguite con<br />

attenzione e passione in partico<strong>la</strong>r modo il ciclismo<br />

disciplina popo<strong>la</strong>re avviata nel circolo fin dal<br />

primo dopoguerra. Nel mese di giugno del 1956<br />

venne organizzata una corsa ciclistica per dilettanti<br />

UISP intito<strong>la</strong>ta ai fratelli Taddei.<br />

Negli ultimi <strong>anni</strong> ’50, con l’acquisizione di un<br />

terreno attiguo al<strong>la</strong> Casa del Popolo, <strong>la</strong> stessa fu<br />

ampliata e resa più confortevole con l’instal<strong>la</strong>zione<br />

dell’impianto centralizzato di riscaldamento.<br />

La Casa del Popolo cercava con tutti i mezzi<br />

disponibili e l’impegno del volontariato di corrispondere<br />

ai mutamenti profondi in atto nel<br />

Paese.<br />

Gli <strong>anni</strong> ’50 <strong>la</strong>sciarono un segno indelebile anche<br />

nel<strong>la</strong> vita economica, sociale e politica italiana.<br />

Mentre il movimento associativo era costretto a<br />

difendere <strong>la</strong> sua libertà e autonomia, si aprirono<br />

processi sociali e profonde modificazioni economiche<br />

che vanno ad incidere sulle abitudini,<br />

gli usi ed i costumi del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione a livello<br />

generalizzato.<br />

Negli <strong>anni</strong> cinquanta si registra, a livello nazionale,<br />

un aumento demografico del 5,8 %. L’aumento<br />

rilevato nelle grandi città risultava tuttavia molto<br />

superiore. Era quello il segnale inconfondibile di<br />

una grande migrazione interna senza precedenti<br />

dal<strong>la</strong> campagna alle città, dal Sud al Nord. Gli<br />

emigrati interni dal Sud al Nord passano (nello<br />

stesso periodo) da 975.000 a 1.852.000 ed in<br />

gran parte trovano <strong>la</strong>voro nelle fabbriche del nord<br />

dove le moderne catene di montaggio modificano<br />

le forme e i modi di produzione industriale. Si<br />

espandono le esportazioni il mercato interno.<br />

E’ l'inizio di quello che è definito "miracolo economico".<br />

Il reddito netto da <strong>la</strong>voro dipendente<br />

aumenta dell'89%, il Prodotto Interno Lordo<br />

(PIL) del 111%, ed il reddito non di <strong>la</strong>voro del<br />

135%. Si tratta di saggi di sviluppo mai verificatisi<br />

in precedenza. La sco<strong>la</strong>rizzazione raddoppia<br />

e determina un nuovo fabbisogno di strutture<br />

sco<strong>la</strong>stiche adeguate.<br />

Con il maggior benessere generalizzato inizia l'era<br />

del "consumismo", segnata dall'accelerazione dei<br />

consumi privati rispetto a quelli sociali, e l'automobile<br />

ne diviene il simbolo più vistoso, non solo<br />

come mezzo privato di trasporto, ma anche come<br />

simbolo di successo personale. Gli oltre 2 milioni<br />

di auto circo<strong>la</strong>nti in Italia all'inizio degli <strong>anni</strong> '60<br />

(400.000 nel 1951), insieme al rapido diffondersi<br />

dei motocicli e degli scooter (Vespa e Lambretta)<br />

rappresentano nuove opportunità per il trasporto<br />

privato e modificano rapidamente <strong>la</strong> mobilità<br />

interna ed il modo di vita dei cittadini.<br />

La televisione a sua volta introduce nuovi ed<br />

imprevedibili, fino allora, modi di comunicazione,<br />

di formazione e diffusione culturale ed in<br />

pari tempo trasmette inedite forme di messaggio<br />

pubblicitario, fondamentali e funzionali al condizionamento<br />

dei consumi privati.<br />

Attraverso il cinema di produzione statunitense<br />

si diffonde nel<strong>la</strong> società l’emu<strong>la</strong>zione di un modello<br />

di vita “americano” che riuscì a far presa<br />

negli strati popo<strong>la</strong>ri. Verso <strong>la</strong> fine degli <strong>anni</strong> '50<br />

in alcune città appare il fenomeno dei teppismo<br />

giovanile (i cosiddetti “teddy-boys”). Nei bar vengono<br />

instal<strong>la</strong>ti i primi flipper, le slot-machine ed<br />

i juke-box, nuovi strumenti di ricreazione e svago<br />

soprattutto per le giovani generazioni. Le forme<br />

tradizionali di aggregazione sociale e di organiz-<br />

65


zazione del consenso entrarono in crisi. Anche le<br />

organizzazioni degli oratori parrocchiali, pi<strong>la</strong>stro<br />

dell'assetto sociale del<strong>la</strong> società contadina, subisce<br />

un grave colpo e comincia a vedere diminuita <strong>la</strong><br />

propria forza di aggregazione sociale.<br />

Si tratta di un grande sconvolgimento caratterizzato<br />

da forti squilibri tra Nord e Sud nel<strong>la</strong><br />

distribuzione del<strong>la</strong> ricchezza e del benessere, con<br />

notevoli implicazioni sociali e politiche. Emergono<br />

fermenti nuovi tra le masse giovanili con<br />

moderne forme di socialità nei luoghi di studio,<br />

di <strong>la</strong>voro e nel tempo libero. Si apre un esteso<br />

conflitto sociale nelle fabbriche ed i giovani si<br />

uniscono alle lotte dei <strong>la</strong>voratori per rivendicare<br />

migliori condizioni di vita, un diverso e più<br />

equilibrato sviluppo economico, un Governo più<br />

democratico, più libertà.<br />

Nell’aprile del 1960, dopo una serie di ricorrenti<br />

crisi governative, il Par<strong>la</strong>mento concede <strong>la</strong> fiducia<br />

al Governo presieduto da Fernando Tambroni<br />

appoggiato dai liberali e con i voti determinanti<br />

dei post-fascisti del Movimento Sociale Italiano<br />

(MSI).<br />

Da una crisi che doveva spostare a sinistra l’asse<br />

politico del governo, si rischia invece un colpo di<br />

Stato autoritario.<br />

A Luglio il Governo Tambroni si fa garante dello<br />

svolgimento del Congresso nazionale del MSI a<br />

Genova nonostante le forti proteste delle forze<br />

democratiche. Ciò solleva una forte ribellione<br />

popo<strong>la</strong>re contro il congresso missino e contro le<br />

forze di polizia che lo proteggono. In poche ore<br />

si manifesta tutta <strong>la</strong> collera popo<strong>la</strong>re che si era accumu<strong>la</strong>ta<br />

in oltre dieci <strong>anni</strong> di governi democristiani<br />

ed in quasi tutte le città italiane si svolgono<br />

La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />

grandi manifestazioni di protesta partecipate da<br />

migliaia di persone. La polizia interviene con le<br />

armi ed uccide giovani <strong>la</strong>voratori a Reggio Emilia<br />

e a Palermo; feriti e contusi anche in altre città. A<br />

Roma, a Porta <strong>San</strong> Paolo, lo squadrone dei carabinieri<br />

a cavallo comandato dal capitano d’Inzeo<br />

(cavaliere del<strong>la</strong> nazionale italiana di equitazione<br />

che parteciperà pochi giorni dopo alle olimpiadi<br />

romane) bastona e calpesta con i cavalli diecine<br />

di dimostranti.<br />

La reazione delle forze antifasciste e democratiche<br />

è forte ed immediata: operai, <strong>la</strong>voratori, studenti,<br />

intellettuali formano un blocco unitario che va dai<br />

comunisti al<strong>la</strong> sinistra cattolica; le lotte ottengono<br />

un vasto consenso, cade il governo Tambroni ed<br />

inizia una nuova fase del<strong>la</strong> vita politica italiana.<br />

I “giovani dalle magliette a strisce”, riscoprono<br />

l’antifascismo e nelle grandi città danno vita<br />

ad una associazione giovanile chiamata “Nuova<br />

Resistenza”.<br />

I Circoli e le Case del Popolo, sono punto di<br />

riferimento per le forze democratiche e per <strong>la</strong><br />

loro unità, tuttavia, pur svolgendo un ruolo associativo<br />

di primaria importanza a sostegno del<strong>la</strong><br />

crescita culturale e democratica di tutti i cittadini,<br />

incontrano serie difficoltà a comprendere l’evoluzione<br />

sociale in atto e soprattutto non sembrano<br />

all’altezza di rispondere alle domande delle nuove<br />

generazioni.<br />

Le contraddizioni, all’interno dei circoli e case<br />

del popolo, tra le attività ricreative da una parte<br />

e quelle culturali dall’altra, lo scontro <strong>la</strong>tente tra i<br />

fautori del<strong>la</strong> cultura di massa e quelli del<strong>la</strong> cultura<br />

d’elite, tra le esigenze di innovazione e <strong>la</strong> prassi<br />

organizzativa appiattita sul<strong>la</strong> gestione economica,<br />

generano, inevitabilmente, un conflitto interno<br />

ai sodalizi, tra giovani e anziani, tra conservatori<br />

ed innovatori, innervato sul<strong>la</strong> critica alle attività<br />

ricreative tradizionali, considerate dai giovani<br />

troppo preponderanti.<br />

Nel<strong>la</strong> esperienza del<strong>la</strong> Casa del Popolo di <strong>San</strong><br />

<strong>Quirico</strong> tale conflitto viene affrontato ed in<br />

gran parte risolto con <strong>la</strong> creazione di un circolo<br />

culturale giovanile all’interno del<strong>la</strong> stessa Casa del<br />

Popolo, con il concorso del<strong>la</strong> sezione del PCI e del<br />

circolo giovanile comunista.<br />

Le testimonianze di Pier Luigi Betti, comunemente<br />

conosciuto con il soprannome “Mao” e di<br />

Pier Lorenzo Tasselli, allora studenti liceali, sono<br />

basi<strong>la</strong>ri per ricostruire in sintesi quel<strong>la</strong> esperienza.<br />

Un mixer di sollecitazioni provenienti dal vivace<br />

movimento giovanile studentesco, dalle associazioni<br />

fiorentine degli “studenti medi” e “Nuova<br />

Resistenza”, dal<strong>la</strong> Federazione giovanile comunista<br />

e dall’ARCI di Firenze, tutti i interessati a<br />

sostenere <strong>la</strong> spinta rivendicativa giovanile, fanno<br />

si che un gruppo di giovani e ragazze, alcuni giovanissimi,<br />

si incontrano nel<strong>la</strong> casa del popolo di<br />

<strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> ed iniziano una esperienza associativa<br />

originale.<br />

L’iniziativa prende l’avvio da una picco<strong>la</strong> biblioteca<br />

autogestita dai giovani, dal<strong>la</strong> quale scaturisce<br />

il “circolo culturale giovanile Nazim Hikmet”. Il<br />

nome dato al circolo è emblematico: Nazim Hikmet<br />

è un poeta turco, nato a Salonicco nel 1902,<br />

comunista, arrestato più volte, condannato a 32<br />

<strong>anni</strong> di carcere, torturato ed esiliato dal regime<br />

fascista. Nazim Hikmet, in Europa, diventa simbolo<br />

di libertà e democrazia. Le sue poesie sono<br />

un inno all’amore, al<strong>la</strong> libertà e al<strong>la</strong> vita:<br />

“La vita non è uno scherzo.<br />

Prendi<strong>la</strong> sul serio<br />

Come fa lo scoiattolo, ad esempio,<br />

senza aspettarti nul<strong>la</strong><br />

dal di fuori o nell’al di là.<br />

Non avrai altro da fare che vivere.<br />

La vita non è uno scherzo.<br />

Prendi<strong>la</strong> sul serio<br />

Ma sul serio a tal punto<br />

Che messo contro il muro, ad esempio,<br />

le mani legate<br />

o dentro un <strong>la</strong>boratorio<br />

col camice bianco e grandi occhiali<br />

tu muoia affinché vivano gli altri uomini<br />

gli uomini di cui non conoscerai <strong>la</strong> faccia<br />

e morrai sapendo<br />

che nul<strong>la</strong> è più bello, più povero<br />

del<strong>la</strong> vita.<br />

Prendi<strong>la</strong> sul serio<br />

Ma sul serio a tal punto<br />

Che a settant’<strong>anni</strong>, ad esempio,<br />

pianterai degli ulivi<br />

non perché restino ai tuoi figli<br />

ma perché non crederai al<strong>la</strong> morte,<br />

pur temendo<strong>la</strong>,<br />

e <strong>la</strong> vita peserà di più sul<strong>la</strong> bi<strong>la</strong>ncia.”<br />

L’assonanza, con le lotte dei giovani contro il tentativo<br />

fascista del Governo Tambroni, è calzante.<br />

Betti e Tasselli ricordano <strong>la</strong> gran mole di attività<br />

svolta insieme a diecine di giovani. Tra questi<br />

le sorelle Danie<strong>la</strong> e Pao<strong>la</strong> Borghesi, Corrado<br />

Mauceri, Roberto Salvatori, Valerio Valoriali, le<br />

sorelle Soldani: Simonetta e le gemelle Graziel<strong>la</strong><br />

e Patrizia, e Sergio Staino, oggi affermato disegnatore<br />

satirico creatore del popo<strong>la</strong>re personaggio<br />

“Bobo”. Enrico Beni e <strong>San</strong>dra Fusco hanno ancora<br />

presente <strong>la</strong> loro esperienza nel circolo, come un<br />

momento alto di vita politica e culturale, vissuta<br />

in allegria da quel gruppo numeroso di giovani<br />

fiorentini. Il circolo ben presto divenne un punto<br />

di riferimento importante a livello cittadino.<br />

Svolsero <strong>la</strong> loro attività giovani intellettuali ed<br />

67


artisti come Vittoria e Augusto Vismara, Mario<br />

Agostini, ai quali si aggiunsero Piero Maioli e<br />

Tassini questi ultimi impegnati a far proseguire<br />

l’attività del cine club quando il circolo Nazim<br />

Hikmet cessò l’attività.<br />

I primi passi risultano difficili, nonostante l’impegno<br />

di Ruggero Berlincioni e Otello Dolfi nell’opera<br />

di mediazione tra le posizioni divergenti<br />

tra i giovani e parte del gruppo dirigente e del<br />

corpo sociale. I giovani, provenienti da diverse<br />

zone del<strong>la</strong> città, iniziano il loro impegno senza<br />

disdegnare le attività tradizionali. Insieme al<strong>la</strong><br />

biblioteca ed al cine club, e per contribuire al<br />

loro sostegno economico, diventano gestori del<strong>la</strong><br />

tombo<strong>la</strong>, organizzano tornei di ping-pong, un vasto<br />

programma di gite turistiche, con il riscontro<br />

positivo e <strong>la</strong> <strong>la</strong>rga partecipazione del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione<br />

locale, provvedono alle pulizie dei locali dove<br />

vengono svolti i programmi sociali.<br />

Mostre di pittura e fotografia, dibattiti e conferenze,<br />

incontri culturali con delegazioni straniere<br />

rappresentano l’impegno più alto del circolo<br />

Hikmet.<br />

L’esperienza diventa punto di riferimento del<br />

comitato fiorentino dell’ARCI per il valore innovativo<br />

introdotto nel sodalizio attraverso <strong>la</strong><br />

compenetrazione di attività culturali di massa con<br />

quelle ricreative tradizionali. Un modo nuovo di<br />

essere casa del popolo, un modo positivo che rende<br />

compatibile i programmi culturali con quelli<br />

ricreativi e con <strong>la</strong> gestione economica.<br />

Sono problematiche nuove che trovano spazio<br />

nel confronto aperto anche a livello nazionale<br />

messe a foco nel convegno organizzato dall’ARCI<br />

a Firenze il 21 e 22 maggio del 1961 sul tema :<br />

“L’impegno dei circoli popo<strong>la</strong>ri nel<strong>la</strong> lotta per il<br />

La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />

rinnovamento e <strong>la</strong> diffusione del<strong>la</strong> cultura”.<br />

Un impegno notevole nel vasto movimento associativo<br />

fiorentino dove permangono all’interno<br />

dei sodalizi, insieme al<strong>la</strong> separazione tra attività<br />

culturali e ricreative, le ricorrenti impermeabilità<br />

in buona parte del corpo sociale rispetto alle istanze<br />

giovanili, con insufficiente ricambio dei gruppi<br />

dirigenti, essenzialmente maschilisti, in difficoltà<br />

a mettersi al passo rispetto ai cambiamenti sociali<br />

in atto.<br />

I programmi del circolo giovanile occuparono <strong>la</strong><br />

scena per alcuni <strong>anni</strong> e quando l’esperienza giunge<br />

a conclusione assomma il patrimoni acquisito<br />

a quello delle precedenti esperienze culturali del<strong>la</strong><br />

casa del popolo ed a quelle in atto nel settore<br />

cinematografico, apre <strong>la</strong> strada alle esperienze dei<br />

gruppi di contro informazione, dei primi nuclei<br />

di produzione culturale di base, del movimento<br />

dei doposcuo<strong>la</strong> fiorentini nati dopo <strong>la</strong> tragica<br />

alluvione di Firenze del 1966 e nel contesto delle<br />

lotte giovanile del 1968.<br />

Il 4 novembre, l’Arno uscì dal suo alveo naturale<br />

e l’acqua melmosa superò le spallette al<strong>la</strong>gando<br />

il centro storico ed alcuni quartieri periferici di<br />

Firenze. L’alluvione provocò d<strong>anni</strong> incalco<strong>la</strong>bili<br />

<strong>la</strong>sciando ferite profonde nel<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione, nel<br />

patrimonio economico e nel grande ed “unico”<br />

patrimonio storico, artistico e culturale del<strong>la</strong><br />

città.<br />

Nel prodigarsi di tante forze per recuperare<br />

nell'immediato ciò che poteva essere recuperato,<br />

venne fuori con grande risalto il ruolo dell'associazionismo<br />

fiorentino.<br />

L’opera di soccorso, a fianco degli Enti Locali,<br />

vede in prima fi<strong>la</strong> insieme alle parrocchie ed altre<br />

organizzazioni giovanili, l’associazionismo coordi-<br />

nato dall’ARCI di Firenze.<br />

L'alluvione, ricorda Alessandro Del Conte, fu anche<br />

una grande esperienza di solidarietà collettiva,<br />

dove <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione seppe attivare grandi risorse<br />

e capacità di reazione. Protagonisti di questa<br />

mobilitazione furono i comitati di soccorso poi<br />

diventati, in molti casi, comitati di quartiere. In<br />

loro, per <strong>la</strong> prima volta in forma così massiccia e<br />

diffusa, si incontrarono esponenti dei partiti di sinistra<br />

e dell’associazionismo popo<strong>la</strong>re con attivisti<br />

delle parrocchie e delle organizzazioni cattoliche.<br />

Fu una esperienza straordinaria, dove culture<br />

e linguaggi rimasti distanti per <strong>anni</strong>, spesso in<br />

conflitto aperto, si ascoltarono, dialogarono, <strong>la</strong>vorarono<br />

insieme, gettando le basi di un movimento<br />

collettivo destinato a durare nel tempo.<br />

Il 1968 segnò un nuovo spartiacque nel<strong>la</strong> storia<br />

italiana. Quel nuovo soggetto sociale “i giovani”,<br />

giunto prepotentemente al<strong>la</strong> ribalta nelle lotte politiche<br />

all’inizio degli <strong>anni</strong> ‘60, aveva sedimentato<br />

valori e impegno di lotta per il cambiamento e<br />

divenne nuovamente, insieme al<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse operaia<br />

ed ai <strong>la</strong>voratori in genere, protagonista di una<br />

stagione storica.<br />

In Francia, nei primi mesi del 1968, scoppiò <strong>la</strong><br />

rivolta studentesca contemporaneamente a forti<br />

manifestazioni e scioperi operai. Il "maggio"<br />

francese si propagò anche in Italia, generando un<br />

forte movimento di contestazione che partì dalle<br />

Università, coinvolse grandi masse di giovani<br />

e fece da detonatore alle grandi manifestazioni<br />

sindacali che raggiunsero l'apice con "l'autunno<br />

caldo" del 1969.<br />

In Italia <strong>la</strong> contestazione portò profondi cambiamenti<br />

a livello politico, sociale e soprattutto cul-<br />

turale. Si esaurì l'esperienza del governo di "centrosinistra";<br />

riprese vigore il movimento sindacale<br />

unitario, che riuscì ad imporre modificazioni economiche<br />

e normative a vantaggio dei <strong>la</strong>voratori. Si<br />

modificarono nuovamente abitudini, modi di vita<br />

e costumi, che stavano assuefacendosi all'avanzare<br />

incontrastato del consumismo esasperato e dell'industria<br />

culturale.<br />

Questo stato di cose a livello generale si riflette<br />

anche nei Circoli e nelle Case del Popolo, inizialmente<br />

contestate dal movimento giovanile in<br />

quanto ritenute luoghi di attività troppo tradizionali.<br />

Tuttavia i Circoli, come in altre circostanze,<br />

trovano <strong>la</strong> forza di reagire e di mettersi nuovamente<br />

in gioco. A Firenze, in modo partico<strong>la</strong>re<br />

anche per l’esperienza associativa e solidaristica<br />

maturata durante l’alluvione, i Circoli ancora una<br />

volta svolgono un ruolo importante di riferimento<br />

e di aggregazione per tutte le lotte sociali.<br />

Nel quadro di tensioni e novità sociali, al<strong>la</strong> fine<br />

del 1969 si forma il “Comitato di coordinamento<br />

per i problemi sco<strong>la</strong>stici di Monticelli, Legnaia,<br />

Soffiano, <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>”, comitato che ha come<br />

riferito anche <strong>la</strong> casa del popolo Fratelli Taddei, e<br />

che rivendica <strong>la</strong> costruzione di nuovi edifici sco<strong>la</strong>stici,<br />

data <strong>la</strong> loro carenza rispetto al<strong>la</strong> crescita del<strong>la</strong><br />

popo<strong>la</strong>zione sco<strong>la</strong>stica.<br />

Otello Dolfi, nel<strong>la</strong> sua testimonianza, ricorda<br />

<strong>la</strong> reazione dei genitori, quando il Comune di<br />

Firenze decise di trasportare con il pullman i<br />

ragazzi eccedenti nel<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> elementare “Niccolini”<br />

in un altro plesso sco<strong>la</strong>stico. La scuo<strong>la</strong> fu<br />

immediatamente occupata ed i genitori, riuniti in<br />

palestra, presente il direttore didattico, presero <strong>la</strong><br />

decisione di indire una assemblea generale presso<br />

69


il cinema Florida. In quel<strong>la</strong> occasione negozianti<br />

e artigiani del quartiere decisero lo sciopero come<br />

segno di solidarietà verso i genitori, che tra l’altro<br />

erano stati denunciati dalle autorità di pubblica<br />

sicurezza per l’occupazione del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>.<br />

La mobilitazione del quartiere si concluse con<br />

successo. L’Amministrazione comunale prese atto<br />

delle giuste rivendicazioni dei cittadini e prese<br />

l’impegno, poi mantenuto di costruire nuovi edifici<br />

sco<strong>la</strong>stici a Monticelli, Legnaia, <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> e<br />

Ponte a Greve.<br />

Si al<strong>la</strong>rga <strong>la</strong> coscienza collettiva dei cittadini ed<br />

il rapporto con il governo del<strong>la</strong> città diventa più<br />

dialettico ed in alcuni momenti conflittuale. La<br />

popo<strong>la</strong>zione del quartiere rileva i punti deboli<br />

delle realizzazioni comunali si organizza e lotta<br />

per indicare soluzioni soddisfacenti per tutti.<br />

Dopo il successo riportato attorno ai problemi<br />

dell' edilizia sco<strong>la</strong>stica si formano alti comitati popo<strong>la</strong>ri<br />

per affrontare altrettanti punti di sofferenza<br />

e difficoltà del<strong>la</strong> vita cittadina.<br />

Tra questi assume partico<strong>la</strong>re rilievo quello dei<br />

cittadini del<strong>la</strong> nuova zona delle Torri, quel<strong>la</strong> compresa<br />

tra via Baccio da Montelupo e l’attuale via<br />

Piombino. Un gruppo di nuove abitazioni, edificate<br />

<strong>la</strong> dove c’erano orti e campi, completamente<br />

iso<strong>la</strong>te dal restante territorio e dai re<strong>la</strong>tivi servizi.<br />

Gli abitanti per raggiungere <strong>la</strong> fermata dell’ATAF<br />

in via Baccio da Montelupo erano costretti a<br />

seguire il tracciato di un vecchio corso d’acqua<br />

che era stato coperto: il “fosso degli Orto<strong>la</strong>ni”,<br />

un vero e proprio sentiero, battezzato dai cittadini<br />

come “sentiero Ho Ci Min”.<br />

Nel 1971 a seguito del<strong>la</strong> chiusura del<strong>la</strong> discarica<br />

di Bi<strong>la</strong>ncino, una parte dei rifiuti solidi urbani,<br />

vengono scaricati nel piazzale in via Baccio da<br />

La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />

Montelupo a fianco dell’edificio dove ha sede<br />

<strong>la</strong> direzione dell’ ASNU, (azienda comunale per<br />

<strong>la</strong> nettezza urbana), provocando <strong>la</strong> reazione dei<br />

cittadini, alcuni dei quali, abitanti nelle case adiacenti<br />

o confinanti con il piazzale.<br />

Le organizzazioni sindacali ed <strong>la</strong>voratori dell’azienda<br />

con il vo<strong>la</strong>ntinaggio porta a porta sollecitano<br />

i cittadini ad avviare l’azione di protesta<br />

che ha per obiettivo <strong>la</strong> ricerca di modi e luoghi<br />

idonei allo smaltimento dei rifiuti. Per protestare<br />

contro il continuo movimento di camion pesanti<br />

e soprattutto per i miasmi provocati dai rifiuti accatastati<br />

sotto le finestre di casa nasce il Comitato<br />

di protesta che unisce i cittadini del<strong>la</strong> nuova zona<br />

delle Torri ed i <strong>la</strong>voratori dell’ASNU. Il gruppo si<br />

organizza rapidamente e convoca le prime assemblee<br />

al Circolo le Torri di via Lunga. La protesta<br />

cresce di pari passi con l’aumento dei rifiuti giunti<br />

nel frattempo a livello del secondo piano dei condomini<br />

adiacenti <strong>la</strong> discarica. Nel corso di una di<br />

queste assemblee viene presa <strong>la</strong> decisione di andare<br />

ad occupare i cancelli d’accesso al piazzale del<strong>la</strong><br />

discarica mettendo in atto il blocco permanente<br />

del<strong>la</strong> sede aziendale.<br />

Pasquale Di Lena, allora segretario del<strong>la</strong> sezione<br />

del PCI di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>, prende contatto con il<br />

comitato e ne al<strong>la</strong>rga il raggio di azione coinvolgendo<br />

anche <strong>la</strong> casa del popolo di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>. Il<br />

comitato predispone una piattaforma rivendicativa<br />

ed organizza varie forme di lotta e di protesta<br />

tra queste quel<strong>la</strong> decisiva, assunta con il consenso<br />

ed il contributo dei <strong>la</strong>voratori dell’ASNU, di<br />

impedire l’entrata e l’uscita degli automezzi dal<br />

piazzale di via Baccio e quindi inibire lo scarico<br />

dei rifiuti. Dal primo al cinque febbraio il blocco<br />

è totale, giorno e notte. Sono giornate di un inver-<br />

no rigido; al<strong>la</strong> sera vengono accesi dei falò con cataste<br />

di legna per potersi scaldare e garantire così<br />

i turni di notte. Il blocco rappresenta consapevolezza,<br />

forza e volontà d’iniziativa messa in atto dal<br />

comitato sostenuto da una grande mobilitazione<br />

popo<strong>la</strong>re, che induce l’amministrazione comunale<br />

a ricercare un rapida soluzione. Durante il blocco<br />

i rappresentanti del comitato vengono convocati<br />

e ricevuti dagli assessori comunali competenti<br />

nell’intento di far togliere il blocco senza dare<br />

garanzie di prospettiva.<br />

Paolo Jannone (allora camionista dell’ASNU)<br />

e sua moglie Franca Franco ricordano che nel<strong>la</strong><br />

prima fase del<strong>la</strong> trattativa le parti pervennero ad<br />

un accordo parziale: far uscire alcuni automezzi<br />

(una spazzatrice e due camion) per poter svolgere<br />

<strong>la</strong> remozione dei rifiuti dagli ospedali. L’accordo<br />

venne disatteso da parte dell’azienda e del comune.<br />

Di fatto i mezzi di servizio vennero utilizzati<br />

per togliere immondizia dal centro storico senza<br />

possibilità alcuna di poter essere scaricati ne in<br />

via Baccio ne altrove non essendoci al momento<br />

discariche disponibili. L’episodio fece aumentare <strong>la</strong><br />

tensione e l’impegno di lotta del comitato; il presidente<br />

dell’ASNU Bercigli venne fatto alzare in<br />

piena notte per dare spiegazioni ai manifestanti.<br />

Giuliana Lombardi, altra testimone che fungeva<br />

allora da portavoce del Comitato, insieme a<br />

Pasquale Di Lena, Anna Esposito, Remo e Ilva<br />

Fantoni, Franca Franco, Paolo Jannone, Ovidio<br />

Leardi, Leonardo Ma<strong>la</strong>volti, Memi Medaglini,<br />

Carlo Scali e tanti altri fecero capire che non<br />

avrebbero più ceduto alle lusinghe ed avrebbero<br />

tolto il blocco soltanto all’inizio del<strong>la</strong> rimozione<br />

dei rifiuti ed il loro trasferimento in altro luogo<br />

più idoneo.<br />

Nel contesto dei rapporti con gli amministratori<br />

pubblici il Comitato sollecita un diverso modo<br />

di raccolta dei rifiuti. Fino ad allora era stata<br />

privilegiata <strong>la</strong> raccolta degli stessi con priorità per<br />

gli ospedali ed il centro cittadino e trascurando le<br />

zone periferiche. I cittadini si fanno promotori di<br />

un diverso piano di raccolta che tiene conto anche<br />

delle esigenze di coloro che vivono nei nuovi quartieri<br />

periferici, piano in gran parte disatteso dall’assessorato<br />

competente e dal<strong>la</strong> direzione aziendale.<br />

Tuttavia a seguito delle lotte e dell’impegno profuso<br />

dal Comitato il Comune di Firenze avvia <strong>la</strong><br />

costruzione e <strong>la</strong> messa in funzione dell’inceneritore<br />

di <strong>San</strong> Donnino. Il nuovo impianto, attivo<br />

per alcuni <strong>anni</strong>, pareva aver risolto in maniera<br />

definitiva lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani<br />

dell’area fiorentina. In realtà l’inceneritore ha vita<br />

breve. Le pesanti emissioni di diossina ed il conseguente<br />

inquinamento del<strong>la</strong> vasta area delle Piagge<br />

(nel contempo edificata e densamente popo<strong>la</strong>ta),<br />

provocano forti proteste dei cittadini e costringono<br />

l’Amministrazione comunale e l’ASNU a<br />

fermare l’attività dell’inceneritore ancora oggi<br />

oggetto di discussioni per i d<strong>anni</strong> ambientali non<br />

del tutto risanati.<br />

L’iniziativa popo<strong>la</strong>re al<strong>la</strong>rga il proprio raggio di<br />

azione e l’iniziativa di lotta per ottenere <strong>la</strong> costruzione<br />

del<strong>la</strong> prima strada successivamente denominata<br />

via Siena, l’illuminazione stradale, il trasporto<br />

sco<strong>la</strong>stico a carico del Comune, l’avvio del<strong>la</strong> nuova<br />

linea ATAF <strong>la</strong> n. 4.<br />

Nello stesso periodo, con sede e punto di riferimento<br />

<strong>la</strong> casa del popolo di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> si organizza<br />

il comitato per <strong>la</strong> sistemazione di via Baccio<br />

da Montelupo. Nonostante lo sviluppo urbanistico<br />

e <strong>la</strong> costruzione di nuovi edifici, l’importante arte-<br />

71


ia che unisce Firenze a Pisa (paralle<strong>la</strong> al<strong>la</strong> vecchia<br />

via Pisana) è rimasta una strada di periferia così<br />

come era stata costruita trent’<strong>anni</strong> prima. Strada<br />

senza marciapiedi e priva di fognatura con due fossetti<br />

<strong>la</strong>terali per lo scolo delle acque piovane, con<br />

scarsa ed antiquata illuminazione pubblica. Con<br />

l’aumento del<strong>la</strong> circo<strong>la</strong>zione di auto e motoveicoli<br />

<strong>la</strong> strada diventa teatro di incidenti in alcuni casi<br />

mortali. La richiesta dei cittadini, accompagnata<br />

da critiche e proteste, si manifesta in modo<br />

nuovo e positivo: nell’occasione viene presentato<br />

al<strong>la</strong> amministrazione comunale un progetto di<br />

massima per l’adeguamento del<strong>la</strong> strada. L’azione<br />

risultò efficace ed in breve tempo il Comune apre<br />

il cantiere per i <strong>la</strong>vori di ristrutturazione ed ammodernamento.<br />

Altra forma di protesta, che vide nuovamente insieme<br />

quelli delle Torri, con quelli di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>,<br />

venne avviata in occasione del<strong>la</strong> costruzione del<strong>la</strong><br />

nuova viabilità di penetrazione cittadina (Viale<br />

Piombino e Viale Etruria), progettata senza aver<br />

previsto nessun sottopasso o soprapasso, con <strong>la</strong><br />

conseguente separazione del<strong>la</strong> zona cosiddetta<br />

delle Torri nuove e di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>, con quel<strong>la</strong><br />

delle Torri vecchie. Ciò provocava grandi disagi<br />

per raggiungere servizi pubblici, come le fermate<br />

dell’ATAF, le scuole, l’ufficio postale, ed i negozi<br />

compresi quelli di generi alimentari.<br />

In questo caso i cittadini occupano <strong>la</strong> strada in<br />

costruzione e piantano alcune tende da campeggio<br />

come punto di riferimento fisico del<strong>la</strong> contestazione<br />

e per ripararsi durante <strong>la</strong> notte. Il presidio si<br />

conclude con successo quando l’amministrazione<br />

comunale accetta le proposte dei dimostranti: il<br />

progetto viene modificato con l’inserimento di<br />

La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />

due sottopassi stradali.<br />

In tutte queste manifestazioni e proteste ancora<br />

una volta emerge il protagonismo dei giovani i<br />

quali portano un loro contributo alle rivendicazioni<br />

caratterizzato da vivacità, allegria e radicalità.<br />

Essi sono poco inclini alle mediazioni in<br />

pari tempo marcano <strong>la</strong> loro presenza nei presidi<br />

cantando accompagnati dal<strong>la</strong> chitarra di Andrea<br />

Par<strong>la</strong>vecchio. N<strong>anni</strong> Manchia, Stefania Barbugli,<br />

Gloria Campi, Emanue<strong>la</strong> Gin<strong>anni</strong>, Piero Bicchierai,<br />

insieme a tanti altri giovani e non affrontano<br />

le loro prime esperienze politiche con s<strong>la</strong>ncio e<br />

determinazione, esperienze che metteranno frutto<br />

negli <strong>anni</strong> successivi assurgendo a responsabilità di<br />

direzione nell’associazionismo, nei partiti e nelle<br />

istituzioni: Consiglio di Quartiere 4, Consiglio<br />

Comunale di Firenze e Consiglio provinciale.<br />

La casa del popolo, in questa fase, assume così<br />

un ruolo nuovo e diverso da quello storicamente<br />

acquisito e non è più <strong>la</strong> so<strong>la</strong> sede fisica per riunirsi.<br />

Essa diventa punto di riferimento associativo e di<br />

confronto tra organizzazioni aventi obbiettivi e<br />

finalità diverse ed i cittadini nel suo insieme: le<br />

sezioni dei partiti del<strong>la</strong> sinistra, i circoli giovanili<br />

e culturali, le società sportive, le organizzazione<br />

femminili.<br />

In questo contesto si estrinseca l’impegno delle<br />

donne per il successo dei referendum popo<strong>la</strong>ri in<br />

difesa del<strong>la</strong> legge sul divorzio e a sostegno del<strong>la</strong><br />

legge n. 164 per l’aborto.<br />

L’ARCI in queste occasioni svolge un’intensa e<br />

qualificata campagna di informazione attraverso<br />

i circoli e case del popolo, con al centro i motivi<br />

del<strong>la</strong> liberazione ed emancipazione femminile.<br />

Nel 1974 gli italiani sono chiamati ad esprimersi<br />

con il referendum sul tentativo delle forze politiche<br />

di centro destra di modificare e annul<strong>la</strong>re <strong>la</strong> legge<br />

che da poco istituiva anche in Italia il divorzio.<br />

Tutte le case del popolo si mobilitano attorno ai<br />

comitati per il NO, organizzano <strong>la</strong> partecipazione<br />

alle manifestazioni referendarie ed attivano tutto<br />

il loro potenziale attraverso iniziative culturali,<br />

teatrali, musicali, cinematografiche, diffusione<br />

di giornali e pubblicazioni specifiche finalizzate<br />

a difendere il nuovo strumento legis<strong>la</strong>tivo che<br />

facilita il divorzio in modo circoscritto nei casi di<br />

spaccatura familiare già intervenuta teso a liberare<br />

uomini e donne da situazioni insopportabili, false<br />

ed ipocrite.<br />

L’esperienza si ripete in occasione del referendum<br />

che vuole abolire <strong>la</strong> legge n. 164 da poco approvata<br />

dal Par<strong>la</strong>mento italiano. Il movimento associativo<br />

si schiera con le forze politiche e sociali che lottano<br />

per abolire l’illegalità dell’aborto una delle<br />

forme più odiose di violenza sociale che colpisce<br />

i più deboli. Si tratta di una battaglia ideale per<br />

l’affermazione di nuovi valori e comportamenti,<br />

con obbiettivi concreti di rego<strong>la</strong>mentazione del<strong>la</strong><br />

pratica abortiva per mettere su basi diverse i rapporti<br />

tra uomo e donna, per fra progredire nel<strong>la</strong><br />

società <strong>la</strong> cosciente affermazione del<strong>la</strong> personalità<br />

femminile, per affrontare con impegno decisivo<br />

l’allestimento ed il buon funzionamento dei servizi<br />

sanitari pubblici.<br />

Intanto nel 1975 si svolgono le elezioni regionali<br />

ed amministrative con risultati inediti per le forze<br />

politiche di sinistra. Nel complesso dei quindici<br />

consigli regionali a statuto ordinario dove si è votato<br />

i tre partiti del<strong>la</strong> sinistra (PCI – PSI – PdUP)<br />

sfiorano il 47 per cento dei voti; quasi tutti i<br />

Comuni delle grandi città registrano risultati che<br />

pemettono <strong>la</strong> costituzione di governi locali di sinistra,<br />

in oltre il 60 per cento dei Comuni le sinistre<br />

ottengono <strong>la</strong> maggioranza. Anche a Firenze, dopo<br />

molti <strong>anni</strong>, si insedia una giunta di sinistra e viene<br />

eletto Sindaco il comunista Elio Gabbuggiani.<br />

Inizia un periodo proficuo nel rapporto tra cittadini,<br />

associazionismo e pubblica amministrazione<br />

e tutte le esperienze di partecipazione democratica<br />

hanno uno sbocco istituzionale con <strong>la</strong> creazione<br />

nel 1976 dei Consigli di Quartiere e l’avvio del<br />

decentramento comunale.<br />

I nuovi impegni richiedono una sede adeguata<br />

alle nuove esigenze dei soci e dei cittadini per<br />

questo a partire dal 1978 e per alcuni <strong>anni</strong> <strong>la</strong> casa<br />

del popolo di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> è interessata da <strong>la</strong>vori<br />

di ristrutturazione ed ammodernamento, tra i<br />

quali un nuovo impianto di riscaldamento e <strong>la</strong><br />

messa a norma di quello elettrico. In questa fase si<br />

procede al<strong>la</strong> rego<strong>la</strong>rizzazione ed unificazione delle<br />

proprietà di tutti i corpi immobiliari acquisiti nel<br />

tempo. In pari tempo lo statuto sociale è modificato<br />

ed adattato alle nuove esigenze seguendo una<br />

indicazione generale emanata dall’ARCI. E’ questo<br />

lo statuto ancora vigente aggiornato a fine <strong>anni</strong> ’90<br />

per rispondere a modificazioni legis<strong>la</strong>tive in materia<br />

di associazionismo.<br />

Negli ultimi vent’<strong>anni</strong> del secondo millennio il sodalizio<br />

consolida il proprio ruolo associazionistico<br />

e le attività ricreative, culturali e sportive. E come<br />

nel<strong>la</strong> tradizione storica e culturale diventa sede<br />

di riferimento per comitati, movimenti e nuove<br />

aggregazioni in partico<strong>la</strong>r modo per tutto ciò che<br />

ruota intorno ai problemi del<strong>la</strong> giustizia, del<strong>la</strong><br />

pace, del<strong>la</strong> solidarietà internazionale.<br />

73


A fianco: art.1 e art. 2 del rego<strong>la</strong>mento<br />

sotto: foto di gruppo di soci, 1921<br />

In alto: gli organizzatori al traguardo<br />

di una gara ciclistica, 1939<br />

sopra: il logo del<strong>la</strong> società nel 1939<br />

a sinistra: frontespizio dello Statuto, 1902<br />

75


In alto: corsa ciclistica<br />

in Via Pisana, 1939<br />

La persona in<br />

ginocchio è Guido<br />

Veroni, campione<br />

italiano di fondo<br />

a fianco: tessera del<br />

Soccorso Rosso<br />

Internazionale,<br />

con validità 1924/25<br />

a destra: corridori con<br />

<strong>la</strong> maglia del S.<strong>Quirico</strong><br />

sotto: Donne di<br />

S.<strong>Quirico</strong> in una gita<br />

fuori porta, circa 1910<br />

a sinistra: Rodolfo e Giorgio Taddei<br />

sotto: Emma e Paolo Taddei,<br />

<strong>la</strong> moglie e il figlio di Rodolfo<br />

in basso: <strong>la</strong> camera ardente<br />

allestita nel Casa del Popoolo<br />

77


A destra: manifesto pubblicitario<br />

sotto: un’Azione Sociale di L.500 del<strong>la</strong><br />

Cooperativa del Popolo di S.<strong>Quirico</strong> del 1947<br />

in basso: <strong>la</strong> foto ricordo dell’Associazione Nazionale<br />

Partigiani del 1951, fra i molti soci del<strong>la</strong> Casa del<br />

Popolo si riconoscono Alvaro Masi (dirigente del<br />

circolo per molti <strong>anni</strong>) e, in alto, i Fratelli Taddei<br />

in alto: gita a Fiesole organizzata dal<strong>la</strong><br />

Casa del Popolo, 1946<br />

Nel<strong>la</strong> foto: Sestini Sestinia, Vanda<br />

Maggino, Silvana Pastorini, Sara<br />

Me<strong>la</strong>ni, Dina Dolfi, Aurelia Giovannelli,<br />

Bruno Magherini, Norma Magherini<br />

a fianco: i bambini con <strong>la</strong> maestra nel<br />

giardino dell’Asilo Anita Garibaldi da<br />

poco inaugurato.<br />

in basso: Il Comitato dell’UDI 1950,<br />

Marusca Bargiacchi, Vanda Bolognini,<br />

Norma Magherini, Ofelia Matteuzzi,<br />

Annetta Mancini, Bruna Zei,<br />

Sestinia Sestini<br />

79


a destra: spettacolo nell’arena del<strong>la</strong> casa del Popolo<br />

sotto: La tessera del circolo culturale<br />

Nazim Hikmet, 1960<br />

in basso: il Sindaco Mario Fabiani inaugura<br />

l’Asilo Anita Garibaldi, 1951<br />

a sinistra: il fosso, oggi coperto,<br />

di Via Baccio da Montelupo<br />

sotto: una manifestazione nel<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> cinematografica<br />

81


a destra:<br />

un gruppo di pescatori del<strong>la</strong><br />

<strong>Polisportiva</strong> <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong><br />

in basso: un gruppo di ciclisti<br />

del<strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong> san <strong>Quirico</strong><br />

Si riconoscono tre presidenti:<br />

Alvaro Masi (il 2° da sinistra),<br />

Giov<strong>anni</strong> Baldanzini (il 4° da s.),<br />

Giov<strong>anni</strong> <strong>San</strong>ti (il 1° da destra)<br />

in alto:<br />

il consiglio del<strong>la</strong> Casa del Popolo in<br />

occasione dell’inaugurazione del<strong>la</strong><br />

sa<strong>la</strong> cinematografica ristrutturata, 1989<br />

sopra: Pi<strong>la</strong>de Carrai, campione italiano<br />

di pesca<br />

a sinistra: Sergio Serm<strong>anni</strong>, segretario<br />

e responsabile delle attività sportive<br />

83


a destra: inaugurazione del<strong>la</strong> sa<strong>la</strong><br />

biuliardo, il Sindaco Gambuggiani<br />

sotto: Lamberto Dini gioca a biliardo<br />

a <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong><br />

sopra:<br />

sfi<strong>la</strong>ta di Carnevale<br />

degli alunni del<strong>la</strong><br />

scuo<strong>la</strong> “Don Mi<strong>la</strong>ni” e<br />

dell’asilo “Ciari”<br />

a destra:<br />

l’assessore<br />

all’istruzione del<br />

Comune di Firenze,<br />

Danie<strong>la</strong> Lastri con le<br />

donne dell’U.D.I<br />

a sinistra: presentazione<br />

del<strong>la</strong> gara ciclistica “Al<strong>la</strong><br />

conquista dell’Hima<strong>la</strong>ya”,<br />

sono presenti Antonio<br />

Mannori, giornalista<br />

sportivo, Eugenio<br />

Giani, assessore allo<br />

sport, Mauro Bal<strong>la</strong>uni,<br />

commissario tecnico,<br />

Narciso Parigi, cantante<br />

sotto: il gruppo corale<br />

“Altro canto”, ospite del<strong>la</strong><br />

Casa del Popolo<br />

in basso: Gillo Pontecorvo<br />

presiede il dibattito in<br />

occasione del<strong>la</strong> proiezione<br />

del suo film “La battaglia<br />

di Algeri”<br />

85


a destra: premiazione del<strong>la</strong> gara<br />

nazionale ciclistica<br />

con il Sindaco Leonardo Dominici,<br />

il giornalista Fabrizio Borghini e il<br />

Presidente Giov<strong>anni</strong> <strong>San</strong>ti<br />

sotto: 50° <strong>anni</strong>versario del<strong>la</strong><br />

inaugurazione dell’asilo Anita<br />

Garibaldi, dibattito<br />

in basso: raduno ciclistico<br />

sopra: cena per l”Ulivo,<br />

gruppo di volontari<br />

a sinistra: concerto del<br />

Conservatorio di Forlì,<br />

con il Presidente dell’Arci<br />

Francesca Chiavacci<br />

sotto: cena sociale dei<br />

tesserati dell’Associazione<br />

Biliardo Stecca<br />

87


sopra: Campioni Provinciali 1° categoria Uisp<br />

1994/95, calcio a 11<br />

a destra: Biliardo Boccette, campioni italiani<br />

sotto: Pal<strong>la</strong>volo Femminile Giovanile<br />

sopra: Torneo di Pal<strong>la</strong>volo<br />

fra <strong>Polisportiva</strong> S. <strong>Quirico</strong><br />

e Sezione Femminile del<br />

Carcere di Sollicciano<br />

a fianco: Pal<strong>la</strong>volo Femminile<br />

Giovanile<br />

sotto: Polisporrtiva S. <strong>Quirico</strong><br />

Sezione Ciclismo<br />

89


in alto: premiazione<br />

Torneo Boccette<br />

a destra: <strong>la</strong> premiazione<br />

di alcune atlete<br />

del Mini Volley<br />

Femminile durante <strong>la</strong><br />

Festa annuale del<strong>la</strong><br />

<strong>Polisportiva</strong><br />

in basso: <strong>la</strong> squadra<br />

campione del<strong>la</strong> Coppa<br />

Toscana Uisp 2001,<br />

calcio a 11<br />

nel<strong>la</strong> pagina a destra<br />

in alto:<br />

alcuni giocatori del<br />

Biliardo Boccette<br />

sotto:<br />

alcuni partecipanti<br />

del<strong>la</strong> “Bicicletta Pace e<br />

Solidarietà”, da Firenze<br />

a S.Maria di Leuca<br />

91


L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />

Le trasformazioni del<br />

complesso edilizio<br />

L’attuale complesso del<strong>la</strong> Casa del Popolo, compreso<br />

tra via Pisana e via Baccio da Montelupo, si<br />

compone di tre parti perfettamente individuabili:<br />

un primo nucleo, risalente al 1907, e due aggiunte<br />

successive, l’ex asilo di infanzia, oggi destinato<br />

ad altre attività, ed un ulteriore volume al centro<br />

di questi due, saldato funzionalmente al nucleo<br />

originario. Il complesso inoltre è arricchito da un<br />

ampio spazio all’aperto su via Baccio da Montelupo,<br />

negli ultimi <strong>anni</strong> quasi totalmente occupato<br />

da una struttura temporanea adibita a teatro, e di<br />

un altro, di minori dimensioni, su via Pisana. Peculiare<br />

è poi il passaggio pedonale, che correndo<br />

lungo il confine orientale del complesso, mette in<br />

collegamento le due arterie urbane di via Pisana e<br />

via Baccio da Montelupo.<br />

I documenti storici utilizzati per desumere le tappe<br />

che caratterizzano <strong>la</strong> vicenda delle trasformazioni<br />

fisiche del<strong>la</strong> Casa del Popolo sono prevalentemente<br />

di due tipi. Da una parte <strong>la</strong> serie storica<br />

al<strong>la</strong> luce dell’evoluzione del contesto territoriale<br />

FranceSco carpi Lapi<br />

architetto<br />

delle p<strong>la</strong>nimetrie del Catasto di impianto, istituito<br />

nel 1939, in grado di dare conto specificatamente<br />

delle trasformazioni del complesso edilizio.<br />

Analizzando, però, tali documenti è necessario<br />

tenere presente che, poiché il catasto italiano non<br />

è per sua natura “probatorio” (da un punto di<br />

vista giuridico), alcune tappe possono non essere<br />

state registrate o registrate con granderitardo. In<br />

partico<strong>la</strong>re è stata esaminata <strong>la</strong> serie storica delle<br />

p<strong>la</strong>nimetrie in sca<strong>la</strong> 1:200 riferite alle particelle<br />

catastali 263, 264, 265 del Foglio 70, depositate<br />

presso l’archivio dell’Ufficio Tecnico Erariale del<br />

Comune di Firenze.<br />

Per meglio comprendere i modi e le ragioni dell’evoluzione<br />

del complesso edilizio che ospita oggi<br />

<strong>la</strong> Casa del Popolo Fratelli Taddei può essere utile<br />

inquadr<strong>la</strong> nelle variazioni più ampie del contesto<br />

territoriale in cui tale struttura è sorta ed è mutata<br />

col passare del tempo.<br />

Per quanto riguarda le trasformazioni dell’assetto<br />

93


del territorio e del<strong>la</strong> viabilità è possibile fare riferimento<br />

al corposo <strong>la</strong>voro di Giampaolo Trotta,<br />

Legnaia, Cintoia e Soffiano, Tre aspetti dell’antico<br />

suburbio occidentale fiorentino, pubblicato a Firenze<br />

nel 1989 e che illustra, a partire da un’ampia<br />

documentazione anche cartografica, le vicende di<br />

tale territorio dalle origini fino ai nostri giorni. Per<br />

<strong>la</strong> nostra ricostruzione comunque non è necessario<br />

spingersi troppo indietro con gli <strong>anni</strong> anche<br />

perché, come spesso si è verificato in altri casi,<br />

il territorio è rimasto sostanzialmente inalterato<br />

fino al secondo dopoguerra, per cambiare poi velocemente<br />

negli <strong>anni</strong> seguenti. Si ripropone quindi,<br />

riprendendole dal Trotta, a partire dal<strong>la</strong> fine<br />

del Settecento, l’assetto territoriale registrato dal<br />

“Campione di tutte le Strade comunicative nel<strong>la</strong><br />

Comunità di Legnaia” e dal Catasto Generale<br />

Toscano, comunemente detto Catasto Leopoldino,<br />

del 1884. Per gli <strong>anni</strong> più recenti, invece, le carte<br />

prodotte dall’IGM, Istituto Geografico Militare,<br />

in sca<strong>la</strong> 1:25.000.<br />

Il primo documento del Catasto di impianto disponibile<br />

negli archivi dell’ufficio tecnico erariale<br />

di Firenze risale al 1939, data del<strong>la</strong> sua istituzione.<br />

Si riferisce al<strong>la</strong> particel<strong>la</strong> 264, corrispondente al<strong>la</strong><br />

parte, a sinistra del nucleo originario, entrata per<br />

ultima a far parte dell’intero complesso. Il documento<br />

catastale del 1939 riporta <strong>la</strong> presenza di<br />

una conceria di proprietà di Ubaldo Panattoni,<br />

ma registra anche al<strong>la</strong> sua sinistra <strong>la</strong> presenza del<br />

“Gruppo Rionale Fascista Guido Fiorini”, e al<strong>la</strong><br />

sua destra <strong>la</strong> presenza di un cantiere comunale<br />

(vedi immagine n°1).<br />

La Casa del Popolo, allora Società di mutua<br />

Assistenza (come già descritto nel contributo pre-<br />

La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />

cedente), era stata fondata nel 1885 con sede in<br />

alcuni locali di proprietà del<strong>la</strong> famiglia Panattoni,<br />

<strong>la</strong> stessa famiglia proprietaria del<strong>la</strong> conceria e che<br />

quindi doveva avere nel<strong>la</strong> zona diversi interessi.<br />

Nel 1907 viene invece inaugurata <strong>la</strong> nuova sede,<br />

quel<strong>la</strong> corrispondente oggi al nucleo principale<br />

del<strong>la</strong> Casa del Popolo, un semplice edificio a due<br />

piani sul <strong>la</strong>to settentrionale di via Pisana ed in<br />

prossimità del<strong>la</strong> chiesa preesistente di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>.<br />

Tale edficio a partire dal 1928 viene requisito,<br />

come altre strutture simili, ed occupato da un<br />

gruppo fascista.<br />

Nel 1950, quando ormai il complesso è ritornato<br />

ai suoi fondatori ed è diventato Casa del Popolo<br />

intito<strong>la</strong>ta a due partigiani del<strong>la</strong> zona, i fratelli<br />

Taddei, morti durante <strong>la</strong> Liberazione di Firenze,<br />

all’edificio si aggiunge sul retro un ampio spazio<br />

all’aperto, all’interno del quale viene organizzata<br />

una arena cinematografica.<br />

Il documento successivo risale al 1952 e riguarda<br />

<strong>la</strong> particel<strong>la</strong> 263 (vedi immagine n°2). Si tratta<br />

di una denuncia di nuova costruzione redatta<br />

dall’Ingegner Romanello Massini che si riferisce<br />

all’edificio dell’asilo d’infanzia (le destinazioni<br />

sono, infatti, au<strong>la</strong>, refettorio, cucina, giardino).<br />

Al<strong>la</strong> sua sinistra compare ancora <strong>la</strong> dizione Proprietà<br />

Panattoni in riferimento al<strong>la</strong> conceria, a<br />

nord <strong>la</strong> dizione Proprietà Società Mutuo Soccorso:<br />

lo spazio all’aperto acquistato per organizzarvi<br />

l’arena cinematografica. All’anno seguente, il<br />

1953, risale il documento successivo (vedi immagine<br />

n°3), <strong>la</strong> p<strong>la</strong>nimetria re<strong>la</strong>tiva al<strong>la</strong> particel<strong>la</strong><br />

265 riferita al nucleo originario del<strong>la</strong> Casa del<br />

Popolo, sempre redatta dall’Ing. Romanello<br />

Massini e che aggiorna <strong>la</strong> situazione catastale dell’immobile.<br />

Al piano terreno le destinazioni sono:<br />

stanza da gioco, sa<strong>la</strong> biliardi, servizi e due giardini<br />

(su via Pisana e sul retro, ma non ancora fino a via<br />

Baccio da Montelupo), al piano superiore compare<br />

<strong>la</strong> destinazione salone cinematografo. A sinistra<br />

dell’edificio <strong>la</strong> proprietà è ancora Panattoni.<br />

Nel 1953 quindi l’intero complesso raggiunge<br />

<strong>la</strong> configurazione definitiva degli spazi costruiti,<br />

mentre si aggiungerà, negli <strong>anni</strong> immediatamente<br />

seguenti, l’acquisto di una ultima porzione di<br />

spazio all’aperto fino a raggiungere via Baccio<br />

da Montelupo. Nel 1956 si aggiunge una nuova<br />

centrale termica.<br />

In quegli stessi <strong>anni</strong>, vale a dire dal 1885 al 1952,<br />

si compie anche una prima parte delle rilevanti<br />

trasformazioni che interesseranno il territorio<br />

intorno al<strong>la</strong> Casa del Popolo.<br />

Due carte storiche, il “Campione di tutte le Strade<br />

comunicative del<strong>la</strong> Comunità di Legnaia” del<strong>la</strong><br />

fine del Settecento (vedi immagine n°4) e il Catasto<br />

Leopoldino (vedi immagini nn°5-6) del<strong>la</strong> fine<br />

dell’Ottocento (Comunità di Firenze, Sezione U<br />

detta di Monticelli e Pignone, Foglio 2°, sca<strong>la</strong> 1:<br />

12.500) testimoniano un contesto scarsamente<br />

antropizzato, percorso da alcuni corsi d’acqua e su<br />

cui spicca <strong>la</strong> direttrice storica attualmente denominata<br />

Via Pisana, prima Strada Maestra Pisana<br />

(nel<strong>la</strong> seconda carta è già segnata <strong>la</strong> chiesa ancora<br />

oggi presente di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>). Su tale direttrice<br />

principale si attestano, in prossimità del luogo<br />

dove sorgerà <strong>la</strong> Casa del Popolo, a sud le attuali<br />

Via del Ronco Corto e Via del Ronco Lungo, confluenti<br />

più a sud in un’unica strada che si collega<br />

all’altra importante direttrice storica in direzione<br />

di Scandicci. Verso nord compare l’attuale Via di<br />

<strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>.<br />

Tale sistema territoriale risulta leggibile ancora<br />

più chiaramente in una carta a sca<strong>la</strong> più ampia del<br />

1896/97 redatta dall’Istituto Geografico Militare<br />

(Foglio IIN.O in sca<strong>la</strong> 1:25.000, re<strong>la</strong>tivo al F.106<br />

del<strong>la</strong> Carta d’Italia). In tale carta, subito fuori Porta<br />

<strong>San</strong> Frediano, <strong>la</strong> struttura urbana si organizza<br />

in una serie di borghi lineari su Via Pisana, quasi<br />

continui nel<strong>la</strong> prima parte, con Legnaia e <strong>San</strong><br />

<strong>Quirico</strong>, poi più radi fino ad arrivare al<strong>la</strong> Greve<br />

con <strong>San</strong> Lorenzo a Greve. Compaiono inoltre<br />

alcune fornaci a sud ed il primo nucleo del Cimitero<br />

del<strong>la</strong> Misericordia a Soffiano (vedi immagine<br />

n°7). Il Trotta riporta anche un interessante documento,<br />

una p<strong>la</strong>nimetria di progetto del P.R.G<br />

di Firenze del 1924 redatto dall’Ing. Bellincioni<br />

e re<strong>la</strong>tiva all’area del<strong>la</strong> Casa del Popolo in cui è<br />

possibile leggere, sotto <strong>la</strong> grana delle previsioni<br />

di iso<strong>la</strong>ti residenziali (poi non attuati in quel<strong>la</strong><br />

forma), <strong>la</strong> chiesa di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> all’incrocio con<br />

via del Ronco, e <strong>la</strong> Casa del Popolo con accanto <strong>la</strong><br />

conceria, ancora oltre un’area libera più tardi occupata<br />

dall’asilo, a nord infine lo spazio all’aperto<br />

in seguito occupato dall’arena cinematografica<br />

(vedi immagine n°8). La carta I.G.M. successiva,<br />

datata 1935, testimonia un territorio ancora molto<br />

simile. Al<strong>la</strong> direttrice storica di Via Pisana si è<br />

aggiunto a nord il suo raddoppio costituito dal<strong>la</strong><br />

Strada Statale Tosco Romagno<strong>la</strong> n°67 e lo spazio<br />

compreso tra queste due strade si è organizzato, a<br />

partire dal nucleo di Firenze, in una serie di iso<strong>la</strong>ti<br />

urbani a maglie molto <strong>la</strong>rghe (se confrontati<br />

con quelle del vicino centro storico). In uno di<br />

questi iso<strong>la</strong>ti è stata compresa anche <strong>la</strong> Casa del<br />

Popolo. Si sono intensificate le costruzioni lungo<br />

le altre direttrici storiche, il Cimitero di Soffiano<br />

si è ampliato e sono comparse alcune strutture<br />

95


industriali: tra queste in Via delle Muricce, proseguimento<br />

di via di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>, <strong>la</strong> Campolmi, un<br />

importante edificio industriale, di produzione di<br />

concimi chimici, oggi dismesso.<br />

Al<strong>la</strong> vigilia del<strong>la</strong> seconda guerra mondiale si configura,<br />

quindi, un territorio ancora sostanzialmente<br />

extraurbano, con presenze edilizie scarse legate alle<br />

direttrici storiche e ad una serie di presenze iso<strong>la</strong>te,<br />

anche di tipo produttivo. Si può immaginare<br />

quindi una Società del Mutuo Soccorso, a servizio<br />

di una comunità ristretta, in qualche modo<br />

distante sia fisicamente che culturalmente dal<strong>la</strong><br />

città, in parte operai, forse nelle fornaci o nel<strong>la</strong><br />

vicina fabbrica di prodotti chimici Campolmi, ma<br />

soprattutto contadini (vedi immagine n°9).<br />

Anche <strong>la</strong> carta I.G.M. re<strong>la</strong>tiva al 1955 registra<br />

una situazione sostanzialmente immutata, ad<br />

esclusione dell’importante presenza del neo-nato<br />

quartiere dell’Isolotto poco più a nord, il primo<br />

grande quartiere di edilizia residenziale pubblica<br />

di Firenze, progettato con criteri moderni, e<br />

ancora oggi perfettamente individuabile (vedi<br />

immagine n°10).<br />

Gli <strong>anni</strong> seguenti, viceversa, cambiano completamente<br />

il contesto territoriale del<strong>la</strong> Casa del<br />

Popolo: <strong>la</strong> città comincia ad estendersi, oltre l’area<br />

storicamente definita dal<strong>la</strong> cinta muraria, lungo<br />

le direttrici storiche inglobando al suo interno i<br />

borghi e gli edifici iso<strong>la</strong>ti preesistenti. Da questo<br />

momento in poi <strong>la</strong> Casa del Popolo si trova a far<br />

parte di un sistema urbano che negli <strong>anni</strong> seguenti<br />

occuperà progressivamente tutto il territorio<br />

compreso tra l’Arno e le colline meridionali fino<br />

a congiungersi a Scandicci, cancel<strong>la</strong>ndo in gran<br />

parte <strong>la</strong> struttura territoriale preesistente.<br />

Si può immaginare quindi, a questo punto, <strong>la</strong><br />

La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />

Casa del Popolo come una struttura a servizio<br />

di una comunità prevalentemente operaia di<br />

provenienza rurale e recentemente inurbata. Una<br />

struttura che si trova a cercare di far fronte non<br />

solo ad esigenze di tipo materiale ma anche a problematiche<br />

di disgregazione sociale e di perdita di<br />

identità causate da un inurbamento così repentino<br />

di grandi masse di popo<strong>la</strong>zione, una struttura<br />

che riesce a diventare nel tempo un vitale centro<br />

di aggregazione del suo quartiere. Con tale ruolo<br />

<strong>la</strong> Casa del Popolo ospita e promuove nel corso<br />

del tempo diverse e numerose attività: una biblioteca<br />

pubblica, singole proiezioni e rassegne<br />

cinematografiche all’aperto e al chiuso, mostre<br />

temporanee, spettacoli, ma anche sedi di partito e<br />

di altre associazioni, una nutrita poliposportiva, e<br />

più semplicemente attività di svago come il biliardo,<br />

il bar, il gioco delle carte, le cene sociali.<br />

In questo contesto socio-territoriale, gli <strong>anni</strong><br />

successivi al<strong>la</strong> seconda guerra mondiale vedono<br />

il complesso del<strong>la</strong> Casa del Popolo adeguarsi con<br />

piccoli ampliamenti e modifiche alle esigenze via<br />

via emergenti.<br />

Nel 1978 l’intero complesso viene parzialmente<br />

ristrutturato una prima volta.<br />

Nel 1986 viene realizzato un grande bar che occupa,<br />

nel nucleo originario, un ambiente a sinistra<br />

dell’entrata principale, e parte del piano terra<br />

dell’edificio contiguo più recente.<br />

Nel 1989, vengono affrontati consistenti <strong>la</strong>vori<br />

che coinvolgono gran parte del<strong>la</strong> Casa del Popolo.<br />

L’occasione è l’adeguamento del<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> cinematografica<br />

alle normative di prevenzione incedi e<br />

di accessibilità ai disabili; in questa ottica viene<br />

recuperata <strong>la</strong> sca<strong>la</strong> in pietra di accesso al secondo<br />

piano, rinforzando<strong>la</strong> in modo da resistere a 600<br />

Kg/mq, allo stesso modo viene completamente<br />

demolito e ricostruito il so<strong>la</strong>io del<strong>la</strong> hall al primo<br />

piano e del<strong>la</strong> stanza di fronte al cinema per<br />

sopportare lo stesso carico. Viene demolita e<br />

ricostruita, raddoppiando<strong>la</strong>, anche <strong>la</strong> cabina di<br />

proiezione, sorretta ora da una struttura metallica<br />

sospesa; viene instal<strong>la</strong>ta una nuova macchina da<br />

proiezione e un nuovo sistema di amplificazione<br />

con dolby stereo (fino ad allora l’impianto fonica<br />

era rimasto mono), vengono sostituiti gli arredi<br />

del<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> con materiali ignifughi, tranne le storiche<br />

poltroncine in legno, lo schermo viene sostituito<br />

con un nuovo grande schermo panoramico<br />

e naturalmente viene completamente sostituito e<br />

razionalizzato l’impianto elettrico. Si riorganizza il<br />

percorso di accesso al<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> cinematografica: viene<br />

recuperata una porta di ingresso <strong>la</strong>terale in disuso<br />

e realizzata una nuova biglietteria, il nuovo servizio<br />

igienico per disabili e installto un servosca<strong>la</strong><br />

per il superamento del dislivello fra i piani terreno<br />

e primo, oltre all’arredo di tutto il percorso fino<br />

al<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> cinematografica. Infine vengono instal<strong>la</strong>te<br />

due nuove scale di sicurezza esterne in metallo,<br />

una sul percorso pedonale di collegamento fra via<br />

Pisana e via Baccio da Montelupo, l’altra nel giardino<br />

dell’asilo d’infanzia, <strong>la</strong> posizione delle quali<br />

garantisce un alto livello di sicurezza nel deflusso<br />

dalle sale del primo piano, in caso di incendio o<br />

ca<strong>la</strong>mità naturale; in questa prospettiva viene anche<br />

instal<strong>la</strong>ta una porta tagliafuoco per separare <strong>la</strong><br />

zona biliardo dal<strong>la</strong> zona cinema.<br />

Nel 1995 il primo piano dell’edificio più recente,<br />

che ospitava oltre ad una grande sa<strong>la</strong> (utilizzata<br />

per cene sociali, ballo e tombo<strong>la</strong>), un disimpegno<br />

ed altre due stanze adibite ad uffici, viene completamente<br />

ristrutturato ed unificato in un’unico<br />

grande vano per diventare una sa<strong>la</strong> biliardo rego<strong>la</strong>mentare,<br />

dove possono svolgersi competizioni a<br />

livello internazionale. In questa occasione viene<br />

anche instal<strong>la</strong>to il portavivande che collega direttamente<br />

il bar con <strong>la</strong> sa<strong>la</strong> biliardo.<br />

Nel 1998 viene realizzato il collegamento fra il<br />

bar, e più in generale <strong>la</strong> Casa del Popolo, con<br />

lo spazio all’aperto su Via Pisana attraverso una<br />

nuova apertura sul giardino, questo permette l’uso<br />

dello spazio all’aperto, attrezzato con tavolini ed<br />

ombrelloni, e collega finalmente i locali dell’ex<br />

Asilo al resto del complesso.<br />

Nel 2000 viene realizzata una struttura temporanea<br />

sul resede di via Baccio da Montelupo, adibita<br />

a spazio per spettacoli e per altre manifestazioni.<br />

La struttura realizzata con te<strong>la</strong>io di acciaio e<br />

membrana impermeabile è fornita di palcoscenico,<br />

sipario, camerini ed ingloba anche <strong>la</strong><br />

vecchia cabina di proiezione dell’arena all’aperto,<br />

parzialmente ristrutturata ed attrezzata a sa<strong>la</strong> regia<br />

e proiezione.<br />

Oggi sono in ponte ancora tanti altri progetti che,<br />

nello stesso spirito maturato negli <strong>anni</strong> passati,<br />

tentano senza sosta di adeguare <strong>la</strong> Casa del Popolo<br />

alle esigenze del<strong>la</strong> sua comunità. Si tratta di<br />

progetti molto ambiziosi ed impegnativi <strong>sui</strong> quali<br />

sarà necessario fare confluire molte energie e molte<br />

risorse: <strong>la</strong> ristrutturazione complessiva dell’ex asilo<br />

e <strong>la</strong> trasformazione del<strong>la</strong> struttura temporanea in<br />

una struttura teatrale stabile simbolo, anche a livello<br />

spaziale, dell’intera comunità di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>.<br />

L’ex asilo ospita da <strong>anni</strong> una cucina ben attrezzata<br />

utilizzata per cene e feste, il resto dei locali sono<br />

stati parzialmente adeguati in questi ultimi <strong>anni</strong><br />

ma purtroppo non riescono a rispondere alle nuove<br />

esigenze dell’associazione; è stato così sviluppato<br />

97


un progetto di ristrutturazione con il quale l’attuale<br />

edificio viene profondamente trasformato ed<br />

ampliato, con l’aggiunta di un secondo piano, ed<br />

unito spazialmente ai locali del corpo di fabbrica<br />

attiguo. In questo modo il piano terreno unito agli<br />

spazzi attigui potrà ospitare degli idonei locali di<br />

ristorazione, utilizzabili anche per iniziative diverse,<br />

quali feste private e sociali, mentre il piano superiore,<br />

unito a sua volta all’attuale sa<strong>la</strong> del primo piano,<br />

potrà contenere una grande sa<strong>la</strong> biliardo.<br />

La struttura temporanea instal<strong>la</strong>ta nell’ex arena<br />

cinematografica era stata realizzata pochi <strong>anni</strong> fa<br />

e risponderebbe ancora perfettamente alle esigenze<br />

dell’Associazione; in questi <strong>anni</strong> ha infatti<br />

dimostrato una straordinaria vitalità, ospitando<br />

spettacoli teatrali e concerti di musica c<strong>la</strong>ssica e<br />

moderna, eventi e feste, e distinguendosi come<br />

l’unica struttura in grado di ospitare iniziative di<br />

1. Ufficio Tecnico Erariale del<br />

Comune di Firenze, p<strong>la</strong>nimetria<br />

re<strong>la</strong>tiva al<strong>la</strong> particel<strong>la</strong> 264, foglio<br />

70, sca<strong>la</strong> 1:100, 1939<br />

La storia cammina nel futuro<br />

questo tipo nel raggio di molti chilometri; ma lo<br />

stato di temporaneità impone <strong>la</strong> sua sostituzione a<br />

breve scadenza, per questo motivo è stato sviluppato<br />

il progetto per una nuova struttura tatrale<br />

stabile. Il nuovo teatro potrà accogliere oltre 200<br />

spettatori ed è fornito di un palcoscenico con “torre<br />

scenica” (per il cambio rapido delle scenografie) e,<br />

in posizione contrapposta, di una cabina di regia e<br />

proiezione. L’esigua capacità edificatoria del terreno,<br />

prevista nel Piano Rego<strong>la</strong>tore, non ha permesso<br />

<strong>la</strong> previsione di un’adeguata hall di ingresso e biglietteria,<br />

ma queste funzioni vengono svolte al di<br />

sotto di una grande pensilina che trasforma <strong>la</strong> corte<br />

di ingresso in uno spazio aperto ma coperto, spazio<br />

di transizione fra il fuori e il dentro del<strong>la</strong> sa<strong>la</strong>. Infine<br />

i servizi, ed i camerini troveranno posto nel piano<br />

interrato, come i magazzini per le attrezzature e le<br />

scene.<br />

2. Ufficio Tecnico Erariale del<br />

Comune di Firenze, p<strong>la</strong>nimetria<br />

re<strong>la</strong>tiva al<strong>la</strong> particel<strong>la</strong> 263, foglio 70,<br />

sca<strong>la</strong> 1:200, 1952<br />

3. Ufficio Tecnico Erariale del<br />

Comune di Firenze, p<strong>la</strong>nimetria<br />

re<strong>la</strong>tiva al<strong>la</strong> particel<strong>la</strong> 265, foglio 70,<br />

sca<strong>la</strong> 1:200, 1953<br />

99


4. Popolo di S.<strong>Quirico</strong> a<br />

Legnaia e S.Lorenzo al Ponte<br />

a Greve per quello che si<br />

estendano sopra <strong>la</strong> Strada<br />

maestra Pisana, Campione di<br />

tutte le Strade comunicative<br />

nel<strong>la</strong> Comunità di Legnaia.<br />

In: Giampaolo Trotta,<br />

Legnaia, Cintoia e Soffiano,<br />

Tre aspetti dell’antico<br />

suburbio occidentale<br />

fiorentino, Messaggerie<br />

Toscane, Firenze, 1989<br />

5. Catasto Leopoldino,<br />

Sezione U, Foglio 2° re<strong>la</strong>tivo<br />

al<strong>la</strong> Comunità di Monticelli<br />

e Pignone, sca<strong>la</strong> 1:12.500,<br />

aggiornato al 1884.<br />

In: Giampaolo Trotta, ibidem.<br />

6. Catasto Leopoldino,<br />

sviluppo. In: Giampaolo<br />

Trotta, ibidem.<br />

7. Istituto Geografico Militare,<br />

sca<strong>la</strong> 1:25.000, 1896<br />

8. Firenze, P olo Trotta, ibidem<br />

9. Istituto Geografico Militare,<br />

sca<strong>la</strong> 1:25.000, 1935<br />

101


10. Istituto<br />

Geografico Militare,<br />

sca<strong>la</strong> 1:25.000, 1955<br />

11. Progetto di<br />

ristrutturazione ed<br />

ampliamento del<br />

complesso del<strong>la</strong><br />

Casa del Popolo<br />

Fratelli Taddei,<br />

p<strong>la</strong>nimetria del<br />

piano terreno<br />

L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />

I partiti del<strong>la</strong> sinistra<br />

a <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong><br />

dal<strong>la</strong> Liberazione al 1989.<br />

Dal PCI al PDS e DS. La Casa del Popolo e i movimenti.<br />

Quando, subito dopo <strong>la</strong> Liberazione, il CLN riaprì<br />

<strong>la</strong> casa del Popolo di S. <strong>Quirico</strong>, vi trovarono<br />

sede il PSI, il PCI,ed il P d’A. Al Partito d’Azione<br />

aderivano i fratelli Taddei, i due partigiani uccisi<br />

dai Tedeschi cui è intito<strong>la</strong>ta ancora oggi <strong>la</strong> casa<br />

del popolo.<br />

La sezione territoriale del PCI, che comprendeva<br />

anche <strong>la</strong> cellu<strong>la</strong> di S. <strong>Quirico</strong>, aveva sede<br />

a Legnaia, nell’edificio in via di Scandicci che<br />

attualmente ospita i Carabinieri.<br />

Fu in seguito al<strong>la</strong> sua requisizione ad opera di<br />

Scelba che <strong>la</strong> sezione si trasferì presso <strong>la</strong> casa del<br />

popolo di S. <strong>Quirico</strong>.<br />

Il territorio originario del<strong>la</strong> sezione di Legnaia<br />

comprendeva l’attuale quartiere 4, ad eccezione<br />

del Pignone e di Monticelli e si artico<strong>la</strong>va in 12<br />

cellule, di cui 2 aziendali.<br />

Gli iscritti superavano il migliaio. C’erano anche<br />

sei cellule femminili che, tra l’altro, distribuivano<br />

l’Unità nelle case il giovedì, quando c’era l’inserto<br />

GianFranco tomaSSini - FaBio cacioLLi<br />

oteLLo doLFi - aLvaro maSi - patrizio panichi<br />

D.S. Unità di base “P.P.Pasolini”<br />

per le donne.<br />

La diffusione dell’Unità <strong>la</strong> domenica (circa 1000<br />

copie) era sempre a rischio di sequestro poliziesco.<br />

Ciononostante questa attività non fu mai<br />

abbandonata per tutta <strong>la</strong> vita del PCI, fin dal<br />

suo <strong>la</strong>ncio in una conferenza di organizzazione<br />

tenutasi a Firenze, al cinema Puccini, ad imitazione<br />

di quanto facevano i compagni francesi<br />

con l’Humanité. Al momento del<strong>la</strong> Liberazione il<br />

PCI era poverissimo e furono fatti grandi sacrifici<br />

da parte dei suoi iscritti per trovare le risorse per<br />

l’attività politica.<br />

Ci racconta Otello Dolfi che durante <strong>la</strong> campagna<br />

elettorale per <strong>la</strong> Costituente, i manifesti erano di<br />

carta di giornale ricic<strong>la</strong>ta con uno stampo sovrapposto<br />

che invitava semplicemente al voto al PCI,<br />

<strong>la</strong> col<strong>la</strong> era fatta con farina portata da casa ed i<br />

pennelli erano forniti dai compagni imbianchini.<br />

Poi riuscirono a dotarsi di tubi Innocenti per il<br />

palco, altopar<strong>la</strong>nti, ciclostile e tutto quanto serviva<br />

103


per le campagne elettorali di allora. L’entusiasmo<br />

comunque era tanto: per richiedere l’Assemblea<br />

Costituente e cancel<strong>la</strong>re <strong>la</strong> legis<strong>la</strong>zione fascista fu,<br />

tra l’altro, organizzato un corteo che convergeva<br />

sul Centro, partendo dal<strong>la</strong> lontana frazione di<br />

Ugnano e che si andava gonfiando sempre più<br />

man mano che ci si avvicinava al<strong>la</strong> meta.<br />

Fra le tante iniziative prese durante <strong>la</strong> fase del<strong>la</strong> ricostruzione<br />

del Paese, ci preme ricordare per il suo<br />

significato umano e politico quel<strong>la</strong> proposta da<br />

Giorgio Amendo<strong>la</strong> di accogliere presso famiglie di<br />

compagni del Centro-Nord bambini meridionali.<br />

Se le condizioni di vita erano certamente misere<br />

anche da noi, in molte zone del Sud erano veramente<br />

drammatiche. A S. <strong>Quirico</strong> furono accolte<br />

all’inizio due bambine per tre mesi, con tale affetto<br />

che, dopo una qualche difficoltà iniziale di<br />

adattamento, è andata a finire che queste ora sono<br />

due nostre concittadine.<br />

Al<strong>la</strong> sezione di S. <strong>Quirico</strong>, nel<strong>la</strong> successiva riorganizzazione<br />

del PCI facevano capo le cellule di<br />

Legnaia e del Ronco, ambedue preesistenti.<br />

Tra i segretari del<strong>la</strong> cellu<strong>la</strong> di S. <strong>Quirico</strong> ricordiamo<br />

Ruggero Berlincioni, Sacrati, Capaccioni,<br />

Alvaro Masi, poi Presidente del<strong>la</strong> casa del popolo,<br />

Otello Dolfi, poi segretario del<strong>la</strong> sezione per 18<br />

<strong>anni</strong>.<br />

Era forte anche <strong>la</strong> presenza del<strong>la</strong> Federazione Giovanile<br />

di cui ricordiamo come segretari Giordano<br />

Saccardi e il Me<strong>la</strong>ni. Dopo <strong>la</strong> Liberazione c’era<br />

una nutrita e qualificata presenza di giovani. Da<br />

sottolineare che a S. <strong>Quirico</strong>, pur con qualche<br />

inevitabile contrasto generazionale, <strong>la</strong> presenza e<br />

l’attività delle nuove generazioni è sempre stata<br />

una costante per tutta <strong>la</strong> durata dell’esperienza<br />

del PCI.<br />

La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />

Da un registro dei verbali del<strong>la</strong> sezione dall’agosto<br />

1977 al settembre 1980 risultano discussioni e attività<br />

interessanti. Ogni anno veniva organizzata<br />

<strong>la</strong> festa dell’Unità nell’arena, lo spazio all’aperto<br />

normalmente usato per il cinema. C’era quindi il<br />

problema dello smontaggio e rimontaggio delle<br />

seggiole, che risulta assai dibattuto nel Consiglio<br />

del<strong>la</strong> CdP. La festa dava normalmente un buon<br />

risultato economico ed una buona partecipazione<br />

agli spettacoli; un po’ meno ai dibattiti politici.<br />

Si trattava comunque di manifestazioni impegnative.<br />

D’altronde feste dell’Unità se ne facevano tantissime<br />

e nei luoghi più diversi. Tra quelle delle<br />

origini, al tempo del<strong>la</strong> grande sezione di Legnaia,<br />

se ne faceva tutti gli <strong>anni</strong> una presso il traghetto<br />

dell’Isolotto, dove ora c’è <strong>la</strong> passerel<strong>la</strong>. Lì c’era<br />

una picco<strong>la</strong> cellu<strong>la</strong> e lì si faceva politica e gran<br />

mangiate di pesciolini fritti. Erano famose e assai<br />

frequentate quelle organizzate dal<strong>la</strong> cellu<strong>la</strong> del<br />

Ronco e dal<strong>la</strong> sezione di S. <strong>Quirico</strong> nel grande<br />

giardino del circolo La Concordia in via del Ronco<br />

Lungo.<br />

Anche lì politica e raffinate specialità gastronomiche<br />

come i “granocchi” fritti del Virginio. Se<br />

ne sono fatte nello s<strong>la</strong>rgo adiacente a via Cividali,<br />

a due passi da S. <strong>Quirico</strong> e nel moncone di viale<br />

Nenni, prima dell’apertura, insieme al<strong>la</strong> sezione<br />

di Soffiano. Storica anche <strong>la</strong> festa, questa di tutta<br />

<strong>la</strong> zona, nel giardino dell’ASNU, prima che fosse<br />

sfregiato da viale Piombino, con Umberto Terracini<br />

e il Benigni delle origini.<br />

La festa del 1978 nell’arena di S. <strong>Quirico</strong> prevedeva<br />

diverse manifestazione sportive: il Trofeo<br />

Bartolozzi; una disfida calcistica tra S. <strong>Quirico</strong><br />

e Ronco; una maratona. Si teneva una rappre-<br />

sentazione teatrale in vernacolo e uno spettacolo<br />

di canzoni popo<strong>la</strong>ri con due grandi, come Pietrangeli<br />

e <strong>la</strong> Marini. Non mancavano spettacoli<br />

per ragazzi, ballo, briscolone. Le manifestazioni<br />

politiche andavano dal dibattito sul ruolo delle<br />

sezioni con Gabbuggiani ad un incontro con<br />

dibattito, film ed assaggi di specialità con una<br />

delegazione vietnamita.<br />

Non è facile ricostruire i rapporti tra socialisti e<br />

comunisti a S. <strong>Quirico</strong>, dopo <strong>la</strong> confluenza degli<br />

azionisti nel PSI. Avranno certamente influito<br />

le diverse scelte nazionali dei due partiti. Tuttavia<br />

PCI e PSI convivevano nel<strong>la</strong> stessa stanza,<br />

utilizzata a giorni alterni, e definivano insieme<br />

consiglio e presidenza del<strong>la</strong> casa del popolo. Non<br />

sempre c’era piena col<strong>la</strong>borazione; talvolta i socialisti<br />

svolgevano un ruolo critico. E’ interessante<br />

comunque notare che personale politico dei partiti<br />

e del<strong>la</strong> casa del popolo erano intercambiabili,<br />

pur nel mantenimento dell’autonomia gestionale<br />

del circolo. Viene riferita tuttavia una caduta<br />

progressiva dell’autonomia del<strong>la</strong> casa del popolo<br />

e una crescente egemonia interna del<strong>la</strong> sezione del<br />

PCI. Siamo nel 1978; un direttivo del<strong>la</strong> sezione<br />

PCI <strong>sui</strong> criteri di scelta del consiglio del<strong>la</strong> casa del<br />

popolo veniva introdotto con queste parole a nome<br />

del<strong>la</strong> Commissione <strong>la</strong>voro di massa: - <strong>la</strong> casa del<br />

popolo non deve essere solo un centro ricreativo e<br />

sportivo, ma polo associativo e di aggregazione: deve<br />

essere ricercato il contributo, oltre che dei partiti che<br />

reggono <strong>la</strong> casa del popolo, degli altri movimenti<br />

presenti nel<strong>la</strong> zona e le esigenze del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione.<br />

E’ necessario trovare un’unità per questo obbiettivo<br />

non solo a parole ma concretamente. I consiglieri<br />

devono sentirsi investiti di responsabilità. Devono<br />

essere evitati quei momenti di frattura che in passato<br />

si sono manifestati.<br />

Nel 1980 ci sono trattative con i Socialisti, che<br />

erano usciti dal consiglio del<strong>la</strong> casa del popolo e<br />

che per rientrare richiedevano una più consistente<br />

rappresentanza.<br />

Il Segretario del<strong>la</strong> sezione Cecchetti, durante un<br />

incontro con i consiglieri comunisti del<strong>la</strong> casa del<br />

popolo il 26 maggio 1980, esprime un giudizio<br />

positivo riguardo al<strong>la</strong> gestione economica ed<br />

al rapporto con il Quartiere e delle riserve sull’attività<br />

culturale. Esprime soddisfazione per il<br />

rientro dei Socialisti nel consiglio e per l’ingresso<br />

di alcuni indipendenti. Propone un programma<br />

di sviluppo re<strong>la</strong>tivo a biblioteca, cinema, giovani,<br />

ristrutturazione.<br />

A proposito del<strong>la</strong> biblioteca, il segretario del<strong>la</strong> sezione<br />

Magrini il 17/4/1979, ne rileva <strong>la</strong> notevole<br />

importanza sia per ri<strong>la</strong>nciare l’attività culturale<br />

del<strong>la</strong> casa del popolo che per <strong>la</strong> sua apertura al<strong>la</strong><br />

popo<strong>la</strong>zione del quartiere (il Comune aveva<br />

riconosciuto un contributo appunto con questa<br />

finalità). Conclude Magrini: “si tratta dunque di<br />

far convergere il maggior numero di consensi e di<br />

compagni che ci permettano di aprire <strong>la</strong> biblioteca<br />

immediatamente al quartiere e di sviluppare l’iniziativa<br />

nel<strong>la</strong> e fuori dal<strong>la</strong> casa del popolo.<br />

Le iniziative di solidarietà e di lotta sul territorio<br />

vedevano spesso <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione tra forze diverse.<br />

Al<strong>la</strong> lotta per ottenere nuovi edifici sco<strong>la</strong>stici<br />

o in quel<strong>la</strong> per l’adeguamento di via Baccio parteciparono<br />

anche i cattolici. Ma il momento più<br />

alto nel rapporto tra sinistra e mondo cattolico si<br />

ebbe con l’alluvione del 1966 nel comitato che si<br />

costituì insieme a Don Mazzi dell’Isolotto e Don<br />

Gomiti del<strong>la</strong> Casel<strong>la</strong>. Ne nacque il Comitato per<br />

<strong>la</strong> Pace (allora c’era <strong>la</strong> guerra in Vietnam), inizio<br />

105


di un lungo cammino che vede unite ancora oggi<br />

persone di diversa provenienza ideale e politica<br />

contro <strong>la</strong> guerra e per l’educazione al<strong>la</strong> pace. Del<br />

resto allora molti cattolici aderirono al PCI.<br />

Dal<strong>la</strong> lettura dei verbali dei Direttivi, assemblee e<br />

Congressi del<strong>la</strong> sezione emergono alcuni problemi<br />

politici ricorrenti: non c’è sempre un buon<br />

rapporto tra Direttivo e Segreteria. Questo non<br />

impedisce al<strong>la</strong> sezione di svolgere una discreta attività.<br />

Si diceva delle feste dell’Unità, ma bisogna<br />

considerare anche le campagne elettorali e referendarie,<br />

<strong>la</strong> partecipazione agli organi sco<strong>la</strong>stici,<br />

<strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione con il consiglio di quartiere, che<br />

coinvolgeva diversi quadri del<strong>la</strong> sezione Tutti gli<br />

<strong>anni</strong> venivano fatte iniziative specifiche per il tesseramento.<br />

Ad esempio nel 1979, oltre all’assemblea<br />

generale del<strong>la</strong> sezione, venivano organizzate<br />

iniziative specifiche su pensioni ed equo canone,<br />

quest’ultima insieme al PSI.<br />

Il <strong>la</strong>voro politico del<strong>la</strong> sezione era organizzato in<br />

gruppi operativi che andavano dal c<strong>la</strong>ssico “<strong>la</strong>voro<br />

di massa” all’”organizzazione” al<strong>la</strong> “stampa e propaganda”.<br />

Come tutte le altre sezioni del PCI, anche quel<strong>la</strong><br />

di S. <strong>Quirico</strong> era partico<strong>la</strong>rmente impegnata nel<br />

“porta a porta” ed in generale nell’attività informativa<br />

e di propaganda in tutto il suo territorio.<br />

Si è detto del<strong>la</strong> diffusione settimanale dell’Unità.<br />

Interessante è anche l’esposizione di “tazebao”<br />

informativi nei luoghi di maggior frequentazione,<br />

ad esempio al<strong>la</strong> Federiga.<br />

La cellu<strong>la</strong> di Legnaia ha un buon numero di iscritti<br />

(intorno a 90), tanto che si par<strong>la</strong> spesso del<strong>la</strong><br />

possibilità di costituire una sezione autonoma.<br />

Discussione che poi sfocerà nel<strong>la</strong> fusione con <strong>la</strong><br />

sezione di Soffiano. ?<br />

La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />

La sezione del<strong>la</strong> FGCI era abbastanza attiva, come<br />

risulta dal<strong>la</strong> <strong>pubblicazione</strong> di un giornalino e soprattutto<br />

dal notevole numero di giovani inseriti<br />

all’epoca nel gruppo attivo del<strong>la</strong> sezione e negli<br />

organismi dirigenti, a cominciare dal segretario.<br />

Tra i segretari del<strong>la</strong> sez. di S. <strong>Quirico</strong>, ricordiamo,<br />

oltre a Dolfi, Baroncelli, Di Lena, Brachetti,<br />

Cecchetti, Baldanzini, Serm<strong>anni</strong>, Anna Mancini,<br />

Laura Bacci e Stefano Magrini. L’ultimo segretario<br />

del<strong>la</strong> sezione, dal 1988 al ’90, è stato Patrizio<br />

Panichi, già presidente del<strong>la</strong> casa del popolo nel<br />

1986-87. A quell’epoca nacque il cineclub Cinecittà.<br />

Fu poi adeguata <strong>la</strong> sa<strong>la</strong> cinematografica,<br />

divenuta cinema d’essais.<br />

Dal PCI al PDS e DS<br />

Nel rapporto tra <strong>la</strong> casa del popolo e i partiti<br />

politici grande rilievo hanno avuto i rivolgimenti<br />

nazionali e internazionali avvenuti tra il 1989 e i<br />

primi <strong>anni</strong> novanta: <strong>la</strong> caduta del muro di Berlino<br />

e <strong>la</strong> fine del<strong>la</strong> prima repubblica. In quegli <strong>anni</strong> il<br />

principale partito del<strong>la</strong> sinistra, il PCI, si andava<br />

trasformando nel PDS e cercava di adeguare anche<br />

territorialmente <strong>la</strong> propria azione politica.<br />

Il congresso del PCI del<strong>la</strong> svolta del 1990 ha visto<br />

anche nelle sezioni del quartiere 4 di Firenze un<br />

dibattito partecipato e appassionato, ma anche<br />

molto amaro da parte di tanti compagni. La sezione<br />

di S. <strong>Quirico</strong> - Ronco si è divisa a metà tra<br />

le mozioni di Occhetto e di Ingrao (<strong>la</strong> mozione<br />

Natta - Ingrao prevale 33 a 32). Molta parte degli<br />

iscritti del PCI sono poi confluiti nel nuovo partito,<br />

il PDS, ma anche il PRC ha avuto una discreta<br />

adesione. Il fatto che il PCI avesse due eredi non<br />

ha fatto certo aumentare complessivamente le<br />

adesioni ai partiti di sinistra. Al contrario, molti<br />

ex-PCI hanno preferito rimanerne fuori, pur con-<br />

tinuando a considerarsi di sinistra.<br />

Fra i problemi che si ponevano al PDS c’era <strong>la</strong><br />

costituzione delle nuove strutture di base, a partire<br />

dall’eredità del PCI. Un documento approvato<br />

dal congresso del<strong>la</strong> sez. di Soffiano poneva <strong>la</strong> necessità<br />

di avere unità di base abbastanza consistenti<br />

in termini di iscritti, ma soprattutto di attivisti,<br />

da poter svolgere una intensa attività politica nel<br />

territorio e soprattutto contare politicamente<br />

all’interno del PDS, in modo da garantire una<br />

vera democrazia interna. Il successivo dibattito si<br />

concluse con <strong>la</strong> decisione di accorpare le vecchie<br />

sezioni del PCI in modo da avere nel quartiere 4<br />

solo tre sezioni territoriali. Una di queste doveva<br />

risultare dal<strong>la</strong> convergenza degli iscritti provenienti<br />

dalle sezioni PCI di Ponte a Greve, S. <strong>Quirico</strong><br />

e Soffiano. Il congresso costituente, tenutosi<br />

a Ponte a Greve, scelse, tra l’altro il nome da dare<br />

al<strong>la</strong> nuova sezione. Ci fu un notevole consenso su<br />

Pier Paolo Pasolini, grande intellettuale ed espressione<br />

di una sinistra critica e non conformista.<br />

I fatti successivi hanno confermato <strong>la</strong> capacità<br />

quasi profetica di Pasolini di capire dove andasse<br />

<strong>la</strong> società italiana. Per questo <strong>la</strong> scelta di allora si è<br />

dimostrata felice ed anche perché in effetti <strong>la</strong> sez.<br />

Pasolini è sempre stata poco conformista ed attenta<br />

al nuovo che si moveva e si muove all’interno<br />

del popolo di sinistra.<br />

I rapporti tra casa del popolo e partito sono stati<br />

in questa fase assai meno organici rispetto al passato<br />

e <strong>la</strong> presenza del<strong>la</strong> sezione è andata sempre<br />

più assomigliando ad una specie di ospitalità e ad<br />

uno scambio di energie tra corpo sociale del<strong>la</strong> casa<br />

del popolo e iscritti al PDS. Gli <strong>anni</strong> che hanno<br />

contraddistinto l’azione politica nell’ambito del<br />

PDS sono stati <strong>anni</strong> difficili, gravati dal<strong>la</strong> difficol-<br />

tà a trovare uno spazio adeguato al<strong>la</strong> nuova formazione<br />

politica; del resto sul territorio già in seno al<br />

PCI si era fatta forte <strong>la</strong> difficoltà nel<strong>la</strong> militanza e<br />

nel<strong>la</strong> presenza nelle strutture associative e sociali.<br />

Per <strong>la</strong> sezione Pasolini <strong>la</strong> sede politica era comunque<br />

costituita da tutte e le 5 case del popolo presenti<br />

storicamente nel suo territorio: Ponte a Greve,<br />

S. <strong>Quirico</strong>, Legnaia, Soffiano e il Ronco. Le<br />

sede fisica era logico che fosse quel<strong>la</strong> più centrale,<br />

cioè S. <strong>Quirico</strong>. Tuttavia quell’eredità preziosa del<br />

movimento operaio che sono le case del popolo<br />

ha sempre comportato, accanto alle grandi opportunità<br />

anche dei problemi per il partito. In<br />

partico<strong>la</strong>re <strong>la</strong> sezione Pasolini, anche per <strong>la</strong> configurazione<br />

allungata del proprio territorio lungo<br />

<strong>la</strong> via Pisana, ha sempre avuto <strong>la</strong> necessità di punti<br />

di riferimento effettivi e molteplici nelle case del<br />

popolo. Al riguardo si sono riscontrate molte difficoltà,<br />

dovute a varie cause: <strong>la</strong> minore “autorevolezza”<br />

del PDS rispetto al vecchio PCI nel quadro<br />

di una disaffezione diffusa verso <strong>la</strong> politica e verso<br />

<strong>la</strong> forma partito in partico<strong>la</strong>re, accanto al<strong>la</strong> presenza<br />

di un circolo di RC con sede a P. a Greve;<br />

<strong>la</strong> tendenza crescente dei soci e frequentatori delle<br />

case del popolo ad una pigra chiusura all’interno<br />

delle proprie abitudini e convinzioni, anche per<br />

l’invecchiamento del<strong>la</strong> generazione temprata dal<strong>la</strong><br />

lotta antifascista e <strong>la</strong> marginalizzazione crescente<br />

del<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse operaia; un localismo spesso esasperato<br />

che rende difficile <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione tra diversi<br />

circoli. Tuttavia i dirigenti delle case del popolo<br />

non hanno mai messo in discussione <strong>la</strong> loro appartenenza<br />

al grande filone del<strong>la</strong> sinistra ed anzi<br />

sono profondamente consapevoli del patrimonio<br />

trasmesso da una storia che per molte è ormai<br />

seco<strong>la</strong>re. Questo ha comportato e comporta un<br />

107


apporto fondamentale al<strong>la</strong> battaglie del<strong>la</strong> sinistra<br />

e <strong>la</strong> premessa per un ruolo ancora più importante<br />

nel prossimo futuro.<br />

Nel<strong>la</strong> realtà l’attività politica sia interna che esterna<br />

del<strong>la</strong> sez. Pasolini si svolge nelle case del popolo<br />

di Ponte a Greve, Legnaia e S. <strong>Quirico</strong>, oltre che<br />

nel territorio circostante. In partico<strong>la</strong>re, oltre ad<br />

una stanza in compartecipazione con RC a Ponte<br />

a Greve, il partito del PDS e poi dei DS ha <strong>la</strong><br />

disponibilità di una stanza attrezzata presso <strong>la</strong> casa<br />

del popolo Taddei di S. <strong>Quirico</strong>. Nonostante <strong>la</strong><br />

minore presenza e visibilità del<strong>la</strong> sezione del PDS,<br />

si è andata sviluppando una sempre maggior sinergia<br />

con <strong>la</strong> casa del popolo, che ha consentito<br />

ad entrambe di entrare in rete con tante esperienze<br />

del<strong>la</strong> società civile.<br />

La Casa del Popolo e i Movimenti<br />

Accanto alle tradizionali attività di partito (riunioni<br />

degli organismi dirigenti, congressi, assemblee,<br />

tesseramento) nel<strong>la</strong> casa del popolo di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong><br />

si sono svolte, soprattutto quando il risveglio del<strong>la</strong><br />

società civile lo ha consentito, molte altre attività<br />

politico-culturali non strettamente di partito. Su<br />

questo punto occorre sottolineare un aspetto importante<br />

non solo per questa casa del popolo, ma<br />

per una possibile evoluzione positiva del ruolo di<br />

queste strutture associative in generale.<br />

Si tratta dell’atteggiamento costante di apertura<br />

verso <strong>la</strong> pluralità del<strong>la</strong> sinistra e le sue coalizioni,<br />

verso movimenti culturalmente anche assai diversi,<br />

ma comunque stimo<strong>la</strong>nti per il dibattito e<br />

l’azione politica. Apertura che si è tradotta anche<br />

in molti casi in fattiva col<strong>la</strong>borazione.<br />

La storia dell’Ulivo nel quartiere ha trovato un<br />

costante punto di accoglienza e di col<strong>la</strong>borazione<br />

nel<strong>la</strong> casa del popolo, a partire dai primordi dei<br />

La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />

comitati promossi da Prodi e del loro coordinamento<br />

con le forze politiche interessate. L’Ulivo<br />

del quartiere 4 si è organizzato, in funzione delle<br />

campagne elettorali, in gruppi di azione territoriale<br />

comprendenti anche volontari non iscritti ai<br />

partiti. Uno di questi gruppi, l’unico a funzionare<br />

a pieno, era operativo nel territorio di S. <strong>Quirico</strong><br />

- Legnaia ed aveva sede di riferimento nel<strong>la</strong> casa<br />

del popolo di S. <strong>Quirico</strong>. Nel<strong>la</strong> convinzione che <strong>la</strong><br />

battaglia contro il berlusconismo e per <strong>la</strong> riaffermazione<br />

dei valori democratici e di sinistra deve<br />

essere permanente e continua, il gruppo operativo<br />

ha deciso di rimanere in funzione dopo le elezioni,<br />

trasformandosi in Comitato dell’Ulivo di S.<br />

<strong>Quirico</strong> -Isolotto, con sede logistica a S. <strong>Quirico</strong>.<br />

Il Comitato ha svolto una intensa attività di<br />

produzione e diffusione di materiale informativo<br />

e di propaganda nei mercati, davanti alle scuole<br />

ed in genere in tutti i luoghi di aggregazione e di<br />

passaggio possibili.<br />

Si è par<strong>la</strong>to di art. 18, conflitto di interessi,<br />

sanità, legge Bossi-Fini, guerra in Irak, riforma<br />

Moratti….Si sono svolte nel<strong>la</strong> casa del popolo<br />

iniziative di autofinanziamento e di dibattito<br />

politico promosso dal Comitato e dal Coordinamento<br />

dell’Ulivo. Sia pure con qualche difficoltà<br />

si è costituito un Ulivo dell’Oltrarno, cioè un<br />

coordinamento del collegio del<strong>la</strong> Camera, con i<br />

Comitati esistenti al Galluzzo e a Gavinana, che<br />

ha consentito rapporti più stretti e col<strong>la</strong>borativi,<br />

buona premessa per l’attività futura.<br />

L’assemblea popo<strong>la</strong>re indetta dal coordinamento<br />

dell’Ulivo, con <strong>la</strong> partecipazione dell’associazionismo<br />

e dei cittadini del quartiere 4 che<br />

ha promosso il forum programmatico per il<br />

consiglio di quartiere si è tenuta a S. <strong>Quirico</strong><br />

e qui ha svolto i suoi <strong>la</strong>vori il gruppo che si è<br />

occupato di “città vivibile e stili di vita”. L’ampia<br />

e partecipata discussione su urbanistica, mobilità<br />

sostenibile,ambiente, consumo critico, stili di vita<br />

ha dato un buon contributo all’impegnativo programma<br />

elettorale dell’Ulivo.<br />

La casa del popolo di S. <strong>Quirico</strong> è stata sede del<br />

Comitato elettorale dell’Ulivo del quartiere in<br />

occasione delle elezioni amministrative del 2004,<br />

luogo di riunioni unitarie e di iniziativa politica<br />

e al<strong>la</strong> fine di esultanza e di festa. Il Comitato dell’Ulivo<br />

di S. <strong>Quirico</strong> - Isolotto è tuttavia entrato<br />

in crisi quando a livello nazionale si è decisa <strong>la</strong><br />

Federazione dell’Ulivo, con <strong>la</strong> esclusione di Verdi<br />

e Comunisti Italiani, componenti importanti<br />

del Comitato. Questo tuttavia non ha messo<br />

in discussione lo spirito unitario del<strong>la</strong> casa del<br />

popolo e dei DS locali, tant’è vero che l’Unione<br />

del q4, costituita durante un’assemblea popo<strong>la</strong>re<br />

l’ha individuata come sede politica e operativa per<br />

<strong>la</strong> campagna elettorale del 2006.<br />

La casa del popolo f.lli Taddei ha sempre mantenuto<br />

rapporti di col<strong>la</strong>borazione con le istituzioni<br />

e <strong>la</strong> società civile del territorio. Con il Consiglio<br />

di Quartiere c’è stata col<strong>la</strong>borazione per numerose<br />

iniziative culturali (cinema, teatro, musica)<br />

sportive, assistenziali (fondo Essere ad esempio).<br />

La presenza, nei suoi pressi, di una scuo<strong>la</strong> intito<strong>la</strong>ta<br />

a Don Mi<strong>la</strong>ni è stata <strong>la</strong> felice occasione per<br />

aderire al<strong>la</strong> prima marcia da Vicchio a Barbiana e<br />

soprattutto per coinvolgere gli sco<strong>la</strong>ri in una iniziativa<br />

culturale e festosa presso <strong>la</strong> casa del popolo,<br />

insieme ai loro insegnanti.<br />

All’interno dei DS si è discusso molto di crisi<br />

delle sezioni ed in generale del<strong>la</strong> tradizionale<br />

forma partito. Tra le proposte di soluzione, quel<strong>la</strong><br />

che risponde meglio al<strong>la</strong> urgenza di recuperare<br />

un rapporto attivo e democratico con <strong>la</strong> società<br />

civile, sembra essere il cosiddetto “partito a rete”.<br />

Anche <strong>la</strong> sezione Pasolini ha partecipato a questo<br />

dibattito ed ha provato a sperimentare questo<br />

nuovo modo di operare.<br />

L’idea è quel<strong>la</strong> di stimo<strong>la</strong>re una nuova “democrazia<br />

partecipativa” contrapposta al populismo<br />

di<strong>la</strong>gante, originata dal<strong>la</strong> messa in rete di soggetti<br />

diversi anche per struttura e funzione all’interno<br />

del<strong>la</strong> società. Le sezioni di partito divengono, in<br />

questa nuova visione, nodi del<strong>la</strong> rete, accanto<br />

alle sedi dell’associazionismo democratico ed alle<br />

realtà del movimento. In questo quadro un ruolo<br />

sempre più importante e innovativo può essere<br />

svolto dalle “vecchie” case del popolo.<br />

Quando in Italia ed in partico<strong>la</strong>re a Firenze <strong>la</strong><br />

società si è rimessa in moto, le antenne sensibili<br />

del<strong>la</strong> casa del popolo e del<strong>la</strong> sezione Pasolini dei<br />

DS hanno captato subito il segnale, sia quello del<br />

movimento no-global, prima e soprattutto dopo i<br />

fatti di Genova, che quello del movimento per <strong>la</strong><br />

democrazia, contro il populismo berlusconiano.<br />

C’è stata grande disponibilità nell’accogliere le<br />

iniziative del Social Forum, dal<strong>la</strong> entusiasmante<br />

manifestazione europea del<strong>la</strong> Fortezza in poi.<br />

Ma anche il Laboratorio per <strong>la</strong> Democrazia ha<br />

trovato a S. <strong>Quirico</strong> una delle sedi preferite, per<br />

<strong>la</strong> generosa disponibilità e apertura del<strong>la</strong> casa del<br />

popolo.<br />

Il Tavolo del Consumo critico, che raggruppa<br />

l’associazionismo interessato al tema, ma anche i<br />

DS del quartiere 4, promotori, insieme ai partiti<br />

di centrosinistra, di un corso di notevole successo<br />

su questo tema, svolge spesso le sue riunioni a S.<br />

<strong>Quirico</strong>.<br />

109


Ma il movimento che ha trovato nel<strong>la</strong> casa del<br />

popolo di S. <strong>Quirico</strong> il rapporto più fattivo di<br />

col<strong>la</strong>borazione è stato quello pacifista. La premessa<br />

è nel<strong>la</strong> lunga e convinta tradizione pacifista del<br />

nostro quartiere, che coinvolge <strong>la</strong> società civile,<br />

accanto al<strong>la</strong> Istituzione Consiglio di Quartiere.<br />

E’ stato per questo che <strong>la</strong> tavo<strong>la</strong> del<strong>la</strong> pace di Firenze,<br />

che raggruppava un ampio arco di partiti,<br />

associazioni, movimenti, costituita per contrastare<br />

<strong>la</strong> guerra preventiva e permanente di Bush, al<strong>la</strong> vigilia<br />

dell’attacco all’Irak, ha cominciato a riunirsi<br />

a Vil<strong>la</strong> Vogel, sede del Consiglio del Quartiere 4.<br />

Da questo momento i rapporti con <strong>la</strong> Tavo<strong>la</strong><br />

provinciale del<strong>la</strong> pace e poi con il Comitato<br />

Fermiamo <strong>la</strong> Guerra si sono fatti molto stretti. S.<br />

La storia cammina nel futuro<br />

<strong>Quirico</strong> è divenuta <strong>la</strong> sede c<strong>la</strong>ssica delle cene di<br />

autofinanziamento del Comitato con <strong>la</strong> generosità<br />

di sempre. Ma soprattutto <strong>la</strong> casa del popolo si<br />

è impegnata, con l’entusiasmo e <strong>la</strong> dedizione<br />

del Presidente Giov<strong>anni</strong> <strong>San</strong>ti, nel sostenere in<br />

concreto l’iniziativa più riuscita ed esaltante del<br />

movimento: l’esposizione delle bandiere arcobaleno<br />

alle finestre.<br />

Da S. <strong>Quirico</strong> sono passate gran parte delle bandiere<br />

(migliaia) esposte alle finestre, svento<strong>la</strong>te nei cortei,<br />

firmate, cucite in giganteschi striscioni, che hanno<br />

invaso Firenze e non solo. Ne sono partite tante per<br />

tutta Italia, per <strong>la</strong> Germania, gli Stati Uniti… Da<br />

allora <strong>la</strong> casa del popolo, dal<strong>la</strong> facciata al teatro, è<br />

sempre stata pavesata di bandiere del<strong>la</strong> pace.

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