la pubblicazione sui 120 anni della CDP - Polisportiva San Quirico
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La storia<br />
cammina nel<br />
futuro<br />
dal<strong>la</strong> Società di Mutua Assistenza<br />
fra gli Operai in <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> (1885)<br />
al<strong>la</strong> Associazione Casa del Popolo<br />
Fratelli Taddei (2005)
La storia cammina nel futuro<br />
a cura di:<br />
Luciano Senatori<br />
ricerche iconografiche:<br />
Giancarlo Matteuzzi<br />
si ringraziano tutti coloro che hanno gentilmente<br />
col<strong>la</strong>borato al reperimento delle immagini e al<strong>la</strong> ricostruzione<br />
delle vicende storiche.<br />
si ringraziano inoltre per il sostegno:<br />
progetto grafico e impaginazione:<br />
Francesco Carpi Lapi<br />
stampa:<br />
Genesi Gruppo Editoriale, Città di Castello<br />
© 2005 Associazione Casa del Popolo Fratelli Taddei<br />
Tutti i diritti riservati<br />
I n d i c e<br />
Presentazione<br />
Giov<strong>anni</strong> <strong>San</strong>ti 5<br />
Presidente del<strong>la</strong> “Casa del Popolo Fratelli Taddei”<br />
Saluti, contributi e testimonianze<br />
Leonardo Domenici 11<br />
Sindaco di Firenze<br />
Eugenio Giani 12<br />
Assessore allo Sport e Tempo Libero del Comune di Firenze<br />
Giuseppe D’Eugenio 14<br />
Presidente del Consiglio di Quartiere 4<br />
Eros Cruccolini 16<br />
Presidente del Consiglio Comunale di Firenze<br />
Francesca Chiavacci 18<br />
Presidente ARCI di Firenze<br />
Filippo Fossati 20<br />
Presidente nazionale UISP<br />
Romano Manetti 22<br />
Presidente dell’Humanitas Scandicci<br />
Maurizio De <strong>San</strong>tis 24<br />
Segretario provinciale R.C. di Firenze<br />
L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />
La Casa del Popolo Fratelli Taddei oggi 29<br />
Alessandro Brunetti<br />
Casa del Popolo “Fratelli Taddei”<br />
Le radici ed il percorso storico 43<br />
Luciano Senatori<br />
Centro Studi e Documentazione ARCI Firenze<br />
Le trasformazioni del complesso edilizio 93<br />
Francesco Carpi Lapi<br />
Architetto<br />
I partiti del<strong>la</strong> sinistra a <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> 103<br />
Gianfranco Tomassini – Fabio Caciolli<br />
Otello Dolfi - Alvaro Masi - Patrizio Panichi<br />
D.S. Unità di base “P.P.Pasolini”
Presentazione<br />
Giov<strong>anni</strong> <strong>San</strong>ti<br />
presidente dell’Associazione casa del Popolo Fratelli Taddei<br />
Questa <strong>pubblicazione</strong> rappresenta il tentativo di documentare con un “segno tangibile” il<br />
grande impegno profuso e i molti risultati raggiunti dagli uomini e dalle donne che<br />
hanno “fatto” <strong>la</strong> nostra istituzione nel corso dei centoventi <strong>anni</strong> del<strong>la</strong> sua storia e che <strong>la</strong><br />
“fanno” oggi.<br />
Uomini e donne impegnati a difendere, in passato come oggi, i valori del<strong>la</strong> libertà,<br />
del<strong>la</strong> giustizia e del<strong>la</strong> democrazia su cui è fondata <strong>la</strong> nostra Costituzione Repubblicana, ma anche impegnati<br />
“insieme” a realizzare concretamente nelle attività quotidiane tali valori, costantemente attenti<br />
a rinnovare <strong>la</strong> loro associazione al passare del tempo insieme al<strong>la</strong> storia del nostro paese; a far<strong>la</strong> crescere,<br />
crescendo loro stessi come soggetto politico e sociale, adeguando<strong>la</strong> alle necessità via via emergenti del<strong>la</strong><br />
loro comunità, tra difficoltà e conflitti a volte non semplici, fino a diventare simbolo stesso del<strong>la</strong> comunità<br />
e del quartiere.<br />
Credo, infatti, che <strong>la</strong> storia del<strong>la</strong> nostra Casa del Popolo, <strong>la</strong> cui storia è raccolta in questa <strong>pubblicazione</strong>,<br />
sia un tassello fondamentale del patrimonio del<strong>la</strong> nostra cultura e, in tale senso, sia necessario darle il<br />
ruolo e <strong>la</strong> dignità di una storia importante.<br />
In questo senso voglio ripercorrere anche <strong>la</strong> mia storia. E’ <strong>la</strong> storia, come quel<strong>la</strong> di tanti amici, di chi non<br />
ha potuto studiare da bambino per le difficili condizioni economiche del<strong>la</strong> famiglia di origine (approdata<br />
dal<strong>la</strong> campagna maremmana nel<strong>la</strong> grande città al<strong>la</strong> ricerca di un riscatto economico), ma che, grazie<br />
al<strong>la</strong> sua attività all’interno del<strong>la</strong> Casa del popolo, ha potuto ugualmente maturare una sua cultura; una<br />
cultura fatta soprattutto di esperienza e di impegno civile, ma credo una cultura altrettanto importante.<br />
Quando ho iniziato a frequentare <strong>la</strong> Casa del popolo, tanti <strong>anni</strong> fa, ero ancora un ragazzino; ero un
amante del<strong>la</strong> bicicletta e così mi iscrissi al<strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong> e iniziai <strong>la</strong> mia attività; conobbi il Presidente<br />
di allora Alvaro Masi e tanti altri personaggi con i quali sono cresciuto ed ho condiviso molte esperienze<br />
(tra queste <strong>la</strong> mia gratitudine va soprattutto a Sergio Serm<strong>anni</strong>, segretario del<strong>la</strong> nostra associazione,<br />
stroncato nel 1994 da un infarto durante un raduno ciclistico amatoriale ed esempio di grande generosità<br />
e rispetto degli avversari, nello sport come nel<strong>la</strong> vita). Sono stati <strong>anni</strong> di <strong>la</strong>voro duro e di responsabilità<br />
nei confronti del<strong>la</strong> mia famiglia e dei miei figli, ma <strong>la</strong> Casa del Popolo era il luogo che non solo<br />
mi obbligava a riflettere sul<strong>la</strong> realtà che mi circondava e sul mondo che cambiava, ma mi consentiva di<br />
operare concretamente per migliorare <strong>la</strong> realtà. Oggi sono ormai da molti <strong>anni</strong> il suo Presidente (sono<br />
stato eletto nel 1994 con il novantacinque per cento dei voti) e, guardandomi indietro, credo di aver<br />
realizzato con e per <strong>la</strong> Casa del popolo tantissime cose, cose che quando ho cominciato mi sembravano<br />
impossibili. E continuo ancora ad essere un amante del<strong>la</strong> bicicletta, a peda<strong>la</strong>re come all’inizio per passione<br />
ma anche per portare in giro per il nostro paese con <strong>la</strong> bicicletta messaggi di solidarietà e di pace.<br />
Questo è lo spirito, allora, di questa <strong>pubblicazione</strong>, realizzata con i contributi del Sindaco e dell’Assessore<br />
allo sport e tempo libero del Comune di Firenze, del Presidente del Consiglio di Quartiere, del<strong>la</strong> Presidente<br />
dell’ARCI, del Presidente Nazionale dell’UISP e composta di molte parti.<br />
Alessandro Brunetti descrive le decine d’iniziative ricreative, culturali e sportive che hanno caratterizzato<br />
<strong>la</strong> nostra istituzione e <strong>la</strong> caratterizzano ancora oggi, una sorta di guida al<strong>la</strong> vita del circolo descritta in<br />
modo semplice e che racconta le tante storie ed esperienze dei protagonisti.<br />
La storia cammina nel futuro Presentazione<br />
L’architetto Francesco Carpi Lapi ripercorre le vicende fisiche del<strong>la</strong> Casa del Popolo, dall’anno del<strong>la</strong> sua<br />
inaugurazione ai progetti, alcuni molto ambiziosi, che animano il nostro futuro, ricostruendo allo stesso<br />
tempo le vicende di un contesto territoriale, quello che ospita <strong>la</strong> Casa del popolo, mutato profondamente<br />
negli <strong>anni</strong> del dopoguerra e che ha mutato <strong>la</strong> Casa del Popolo.<br />
Gianfranco Tomassini e Fabio Caciolli hanno ricostruito il rapporto, spesso conflittuale, tra <strong>la</strong> Casa del<br />
Popolo i partiti politici ed i movimenti, dal dopoguerra ad oggi, sottolineando i momenti più difficili e<br />
<strong>la</strong> stretta re<strong>la</strong>zione che esiste tra attività politiche e attività ricreative e culturali.<br />
Infine <strong>la</strong> storia del<strong>la</strong> Società di Mutua Assistenza prima e dell’Associazione casa del popolo F.lli Taddei<br />
dopo, intramezzata dai venti <strong>anni</strong> di associazionismo sotto <strong>la</strong> dittatura fascista. Una storia legata intimamente<br />
al<strong>la</strong> storia sociale del nostro quartiere ricostruita da Luciano Senatori, (che ha anche curato <strong>la</strong><br />
realizzazione del volume), attraverso i pochi documenti reperiti e le preziose testimonianze di coloro che<br />
di questa vicenda ne sono stati i protagonisti. Alcune foto, raccolte e ordinate da Giancarlo Matteuzzi,<br />
arricchiscono i testi e sono anch’esse testimonianza del<strong>la</strong> storia.<br />
Al<strong>la</strong> <strong>pubblicazione</strong> infine si accompagna una mostra nel<strong>la</strong> quale sono state raccolte e riorganizzate alcune<br />
fotografie che documentano luoghi, personaggi e avvenimenti nel corso di questi <strong>120</strong> <strong>anni</strong>.<br />
Voglio infine ringraziare, interpretando il pensiero dei Consiglieri e dei Soci tutti coloro che hanno contribuito<br />
in forme e modi diversi al<strong>la</strong> realizzazione di questa <strong>pubblicazione</strong> e di tutte le iniziative parte<br />
del nostro programma per <strong>la</strong> celebrazione dei <strong>120</strong> <strong>anni</strong> di vita del<strong>la</strong> nostra associazione.
saluti, contributi<br />
e testimonianze
Saluti, contributi e testimonianze<br />
Leonardo domenici<br />
Sindaco di Firenze<br />
La storia del<strong>la</strong> Società di Mutuo Soccorso di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> non è solo <strong>la</strong> storia di una parte importante<br />
del<strong>la</strong> nostra città, ma è un grande patrimonio per tutta Firenze.<br />
Da centoventi <strong>anni</strong> quel<strong>la</strong> che è diventata <strong>la</strong> Casa del Popolo “Fratelli Taddei” è un luogo di<br />
aggregazione e ritrovo, di impegno civile, solidarietà e diritti. Grazie a questi locali e alle persone<br />
che infaticabilmente li animano, un gran numero di cittadini hanno trovato un punto di riferimento<br />
insostituibile sotto il profilo culturale, sociale, sportivo e più semplicemente del tempo libero.<br />
L’aggregazione di donne e uomini sul<strong>la</strong> base di un forte volontariato, ha reso possibile dapprima <strong>la</strong> nascita<br />
e poi via via <strong>la</strong> crescita del<strong>la</strong> Società, che ha saputo rinnovarsi e innovarsi, riuscendo sempre a rispondere a<br />
nuove e diverse esigenze, divenendo ormai da tempo una delle “colonne” dell’associazionismo fiorentino.<br />
Nata come Società di Mutua Assistenza per gli operai di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>, da subito è diventata luogo, non<br />
solo fisico, per le battaglie sindacali e sociali instaurando un legame forte col territorio e con <strong>la</strong> sua gente.<br />
Fondamentale il ruolo nel<strong>la</strong> lotta contro <strong>la</strong> dittatura fascista con molti dei suoi frequentatori protagonisti<br />
del<strong>la</strong> Resistenza e del<strong>la</strong> lotta di Liberazione. Non meno importante l’attività dopo<strong>la</strong>voristica dal<strong>la</strong> quale<br />
sono poi nate molteplici attività con l’unico scopo di migliorare <strong>la</strong> qualità del<strong>la</strong> vita dei cittadini. La sua<br />
funzione e i suoi scopi sono rimasti tali anche ai giorni nostri e per tutti vorrei ricordare <strong>la</strong> funzione di<br />
informazione, luogo di dibattito e confronto <strong>sui</strong> profondi cambiamenti che quel<strong>la</strong> parte del<strong>la</strong> città sta<br />
vivendo.<br />
Vorrei in conclusione di questo mio breve saluto, ringraziare tutte quelle donne e quegli uomini che col loro<br />
impegno e <strong>la</strong> loro partecipazione democratica hanno fatto vivere questa gloriosa Società. Un grazie partico<strong>la</strong>re<br />
a chi ha voluto questa <strong>pubblicazione</strong> e a coloro che hanno contribuito al<strong>la</strong> sua realizzazione.<br />
11
La storia cammina nel futuro<br />
euGenio Giani<br />
Assessore allo Sport e Tempo Libero del Comune di Firenze<br />
S<br />
an <strong>Quirico</strong> a Legnaia costituisce comunità storica nell’area fiorentina e il “popolo” di S. <strong>Quirico</strong><br />
fin dal XV secolo è citato come il riferimento istituzionale di un borgo sviluppatosi presto perché<br />
collocato sul<strong>la</strong> strategica via di collegamento con Pisa ancor oggi nel<strong>la</strong> toponomastica cittadina,<br />
Via Pisana.<br />
S. <strong>Quirico</strong> costituì quindi uno dei centri pulsanti del<strong>la</strong> comunità di Legnaia che fino al 1865 ha rappresentato<br />
un comune autonomo da Firenze con una propria storia di borgo legato all’agricoltura, In partico<strong>la</strong>re<br />
all’orticoltura, con proprie istituzioni. L’intera area di Legnaia fu assorbita istituzionalmente da Firenze<br />
solo con l’al<strong>la</strong>rgamento dei confini successivo al divenire capitale d’Italia nel 1865 e poi progressivamente<br />
nel corso degli <strong>anni</strong> cinquanta del ventesimo secolo affogata dall’urbanizzazione violenta delle nuove<br />
periferie urbane che hanno <strong>la</strong>sciato il contrasto fra le storiche stradine e le partico<strong>la</strong>ri abitazioni terratetto e<br />
i nuovi pa<strong>la</strong>zzi pluripiano che irrompono nel precedente tessuto urbano come avvenuto a S. <strong>Quirico</strong> in via<br />
Baccio da Montelupo o in viale Nenni con le storiche via del Ronco Corto e via del Ronco Lungo. Non vi è<br />
quindi da meravigliarsi se accanto al flusso caotico del traffico ancora oggi emerge come affascinante residuo<br />
di altri tempi il borgo di S. <strong>Quirico</strong> caratterizzato da un iso<strong>la</strong>to che comprende l’antica chiesetta e <strong>la</strong> più<br />
recente edificazione del<strong>la</strong> Casa del Popolo, punti di riferimento per una aggregazione spontanea che ha visto<br />
passare generazioni diverse unite dal richiamo di un’identità territoriale che S. <strong>Quirico</strong> sa esprimere ancora<br />
oggi.<br />
L’Associazione Casa del Popolo Fratelli Taddei di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> è stata per tanti <strong>anni</strong> il luogo di ritrovo<br />
per appassionati di sport, dl biliardo, per <strong>la</strong> ricreazione domenicale attraverso il cinematografo, per tante<br />
manifestazioni popo<strong>la</strong>ri e festeggiare oggi i <strong>120</strong> <strong>anni</strong> dal<strong>la</strong> sua costituzione è <strong>la</strong> dimostrazione del ruolo che<br />
Saluti, contributi e testimonianze<br />
nel<strong>la</strong> storia del<strong>la</strong> comunità questa struttura riesce con continuità a evocare. Anonimi volontari hanno dato<br />
vita in questi <strong>120</strong> <strong>anni</strong> ad una esperienza piena di solidarietà, desiderio di riscatto per <strong>la</strong> gente semplice e<br />
umile, amore per <strong>la</strong> pace e <strong>la</strong> libertà.<br />
Il Presidente Giov<strong>anni</strong> <strong>San</strong>ti nel<strong>la</strong> sua modestia e nel<strong>la</strong> sua passione trascinante è un emblema di queste<br />
persone che hanno speso tanto del loro tempo libero per l’Associazione Casa del Popolo Fratelli Taddei di S.<br />
<strong>Quirico</strong>. Il sottoscritto da “ragazzo di Legnaia” ieri, oggi amministratore pubblico, vuole testimoniare, in<br />
occasione dell’<strong>anni</strong>versario dei <strong>120</strong> <strong>anni</strong> dal<strong>la</strong> fondazione, il grande affetto ed il sentito riconoscimento da<br />
parte dell’amministrazione comunale per il <strong>la</strong>voro che rende ancora quelle mura costruite fra via Pisana e<br />
via Baccio da Montelupo con il sofferto guadagno di tanti operai, contadini, in genere cittadini caratterizzati<br />
da una forte dignità e amore per <strong>la</strong> propria comunità, un punto di riferimento importante per l’intera<br />
città di Firenze.<br />
13
La storia cammina nel futuro<br />
GiuSeppe d’euGenio<br />
Presidente del Consiglio di Quartiere 4<br />
S<br />
e uno dei fondatori del<strong>la</strong> Società di Mutuo Soccorso potesse per ventura aggirarsi nei locali dell’attuale<br />
casa del popolo e se gli venisse, per giunta, <strong>la</strong> voglia di affacciarsi sul quartiere circostante,<br />
certo proverebbe un senso di sbigottimento e di vertigine. Quello che si troverebbe davanti poco o<br />
nul<strong>la</strong> avrebbe da spartire con il borgo di fine ‘800 all’origine di questa storia e anche nel<strong>la</strong> struttura<br />
stessa, nelle sue attività, nei suoi servizi, non sarebbe facile raccapezzarsi.<br />
1885-2005. Fra queste due date si inserisce un’intera fase storica, dalle immense implicazioni sociali, politiche<br />
e culturali. Basta pensare agli snodi che <strong>la</strong> segnano e <strong>la</strong> caratterizzano: l’esplodere delle questione sociale,<br />
<strong>la</strong> nascita del movimento operaio organizzato, <strong>la</strong> prima guerra mondiale e <strong>la</strong> crisi del liberalismo, il ventennio<br />
fascista culminato nel<strong>la</strong> tragedia del secondo conflitto mondiale, <strong>la</strong> ricostruzione e il boom economico,<br />
<strong>la</strong> contestazione del ’68, gli <strong>anni</strong> di piombo del terrorismo, Tangentopoli e <strong>la</strong> crisi del<strong>la</strong> prima Repubblica,<br />
per arrivare ai nostri giorni, drammatico crocevia fra un regime mediatico-plebiscitario e una democrazia<br />
rinnovata nei suoi presupposti e nelle sue forme di partecipazione.<br />
Eppure il brivido di questa vertigine non deve impedirci di cogliere il filo che ha attraversato tutto questo<br />
periodo. Questo filo è <strong>la</strong> capacità di auto-organizzazione dei <strong>la</strong>voratori di questo quartiere, un’attitudine<br />
già efficacemente battezzata nel<strong>la</strong> ragione sociale originaria di questa nostra realtà associativa così tenacemente<br />
custodita nel tempo: Società di Mutuo Soccorso. Associarsi per attenuare il peso del<strong>la</strong> miseria, per<br />
combattere lo sfruttamento, per strappare i servizi che non ci sono, per imparare ad essere cittadini consapevoli;<br />
ma associarsi anche, perché no?, per divertirsi, per praticare <strong>la</strong> gioia dell’attività fisica e dello sport,<br />
per affinare e soddisfare il desiderio di cultura e il piacere estetico di una mostra, di un concerto, di un film.<br />
‘Vogliamo il pane e anche le rose’, affermava lo slogan degli operai americani che proprio negli <strong>anni</strong> Ottanta<br />
Saluti, contributi e testimonianze<br />
del diciannovesimo secolo scendevano in piazza per le otto ore. Insomma, siamo affamati ma non di solo<br />
pane, quel<strong>la</strong> che vogliamo è una nuova qualità del<strong>la</strong> vita, dove ci sia posto anche per le rose: <strong>la</strong> poesia, <strong>la</strong><br />
cultura, <strong>la</strong> pienezza dei sentimenti. Come direbbe il nostro Roberto Benigni: “Dopo ì ricreativo, passiamo a<br />
ì culturale”.<br />
Il pane e le rose ci sono, eccome, nel<strong>la</strong> storia del<strong>la</strong> Casa del Popolo di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> e spesso si sono intrecciati<br />
e rinforzati reciprocamente.<br />
Penso al<strong>la</strong> straordinaria vocazione ciclistica, coltivata fin dagli <strong>anni</strong> Venti con <strong>la</strong> bici senza cambio, <strong>la</strong><br />
camera d’aria a tracol<strong>la</strong> e le strade polverose, che appena pochi mesi fa ha trovato una sua ideale continuità<br />
nel<strong>la</strong> biciclettata che ha raggiunto l’estrema punta del<strong>la</strong> Puglia, portando un segno di pace e di solidarietà<br />
attraverso <strong>la</strong> peniso<strong>la</strong>. Penso al<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> cinematografica che tuttora rappresenta un presidio culturale cittadino<br />
per <strong>la</strong> circo<strong>la</strong>zione e <strong>la</strong> valorizzazione del cinema d’autore, proprio mentre <strong>la</strong> distribuzione è dominata da<br />
una ristretta oligarchia di operatori che soffoca ed emargina <strong>la</strong> qualità, in nome di una sorta di ‘fast food’<br />
dove dominano piattezza, omologazione e banalità.<br />
Si diceva delle caratteristiche storiche del movimento mutualistico: auto-organizzazione, autogestione, iniziativa,<br />
assunzione di responsabilità, capacità di anticipare le istituzioni o addirittura di sostituirsi ad esse<br />
quando occorre. Ebbene questo luogo ha vissuto una vicenda che compendia, meglio di ogni definizione, <strong>la</strong><br />
storia e <strong>la</strong> vocazione dell’associazionismo operaio fiorentino. Alludo al<strong>la</strong> nascita, nel 1951, del primo asilo<br />
nido autogestito, un’esperienza prototipo che doveva aprire <strong>la</strong> strada al<strong>la</strong> lunga lotta per <strong>la</strong> dotazione di<br />
servizi, destinata ad accompagnare l’espansione residenziale di questa parte del<strong>la</strong> città, prima e dopo l’alluvione<br />
del 1966.<br />
Proprio il secondo dopoguerra ha visto crescere attorno al<strong>la</strong> nostra SMS un pezzo di città. Il nostro fondatore<br />
immaginario prima giungeva qui lungo <strong>la</strong> storica via Pisana e <strong>la</strong> via di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>, più tardi ha assistito<br />
all’apertura dello “Stradone”, come il popolo chiamava l’attuale Baccio da Montelupo, ma soprattutto se in<br />
un primo tempo raggiungeva in breve <strong>la</strong> campagna, oltre <strong>la</strong> schiera delle case allineate sul<strong>la</strong> Pisana, nel volgere<br />
di qualche decennio ha visto crescere l’espansione del<strong>la</strong> nuova residenza, ha conosciuto nuovi segmenti<br />
di popo<strong>la</strong>zione che trovava nei grandi pa<strong>la</strong>zzi risposta al bisogno sociale del<strong>la</strong> casa. Oggi <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> è una<br />
tessera importante del mosaico urbano consolidato, non più percepito come periferia ma come parte del<strong>la</strong><br />
città.<br />
In quel<strong>la</strong> vicenda ritroviamo tutta <strong>la</strong> tensione partecipativa e tutta <strong>la</strong> capacità innovativa di cui questo<br />
quartiere può farsi giustamente vanto. Anche perché si tratta di caratteri che precedono, e per certi aspetti<br />
inducono, <strong>la</strong> successiva istituzionalizzazione delle circoscrizioni. Per me queste qualità rappresentano dei<br />
requisiti pre-politici che, in un certo qual modo, vengono prima delle ideologie e delle stesse appartenenze<br />
politiche e confessionali. Forse proprio questa umanità, in senso profondo, questa disposizione al<strong>la</strong> costruzione<br />
positiva rappresentano il segreto di una continuità che ha saputo resistere alle tempeste del Novecento.<br />
E’ un patrimonio irrinunciabile, di cui avremo ancora molto bisogno se vogliamo affrontare con saggezza<br />
<strong>la</strong> complessità, i conflitti e le aspre contraddizioni che <strong>la</strong> vita urbana ci sottopone in questo preambolo del<br />
terzo millennio.<br />
15
La storia cammina nel futuro<br />
eroS cruccoLini<br />
presidente del Consiglio Comunale di Firenze<br />
Le Società di Mutuo Soccorso e le Case del Popolo sono state, e continuano ad essere, strutture di<br />
grande importanza per lo sviluppo del<strong>la</strong> democrazia nel nostro Paese.<br />
Furono, nell’ottocento, i centri di aggregazione in cui il proletariato, il Quarto Stato del quadro<br />
di Pellizza da Volpedo (quello che l’ARCI ha usato come manifesto per le sue campagne negli ultimi<br />
<strong>anni</strong>), cominciò ad organizzarsi, a costruire i suoi strumenti di solidarietà, a preparare le proprie lotte<br />
e le proprie rivendicazioni, che si tradussero poi in programmi politici ed in piattaforme sindacali.<br />
Sul<strong>la</strong> scena del<strong>la</strong> politica irruppero le masse popo<strong>la</strong>ri e le assemblee par<strong>la</strong>mentari, i consigli comunali, gli<br />
organi del<strong>la</strong> rappresentanza istituzionale, riservati fino ad allora ai notabili borghesi, videro l’ingresso di<br />
persone espresse dal movimento dei <strong>la</strong>voratori.<br />
Non a caso i fascisti, quando con <strong>la</strong> violenza, e con <strong>la</strong> connivenza del re, degli agrari, degli industriali, s’impadronirono<br />
del potere, annul<strong>la</strong>ndo ogni forma di vita democratica, si accanirono contro le case del popolo,<br />
le chiusero, le bruciarono, impedirono loro di svolgere le normali attività sociali (di aggregazione, di ritrovo,<br />
di impegno solidale).<br />
Al<strong>la</strong> fine del<strong>la</strong> seconda guerra mondiale, conquistata <strong>la</strong> libertà con il grande contributo del movimento<br />
antifascista e del<strong>la</strong> Resistenza, il recupero delle case del popolo ad una funzione vitale per <strong>la</strong> stessa rinata<br />
democrazia fu lungo e difficile.<br />
Ma l’impresa ebbe successo e di nuovo, con i sacrifici di decine di migliaia di persone che si impegnarono a<br />
costruire nuove strutture o a rinnovare quelle vecchie finalmente recuperate, case del popolo e circoli ricominciarono<br />
a funzionare come punti essenziali per l’organizzazione dei <strong>la</strong>voratori, sia dal punto di vista<br />
sociale che da quello culturale e politico.<br />
Saluti, contributi e testimonianze<br />
Negli <strong>anni</strong> 50 nasce anche l’ARCI, l’associazione in cui si riconoscono appunto i circoli associativi del<strong>la</strong><br />
sinistra, e questo dà loro nuova forza (e nuovi impulsi alle loro iniziative).<br />
Caratteristica principale delle case del popolo e delle società di mutuo soccorso, nel corso di oltre un secolo di<br />
vita, è infatti quel<strong>la</strong> di saper cogliere le esigenze ed i fermenti che man mano crescono nel<strong>la</strong> società, dando<br />
loro risposte, spazi, possibilità di svilupparsi.<br />
Fu così che a Firenze, in seguito all’alluvione del 66, le case del popolo, insieme alle parrocchie (“La croce<br />
e <strong>la</strong> falce e martello” si disse in un libro che ricostruiva quell’avvenimento), divennero i punti centrali<br />
dell’autorganizzazione popo<strong>la</strong>re e dei comitati che costituirono l’unica risposta realmente operante al<strong>la</strong> tragedia<br />
da cui era stata colpita <strong>la</strong> città.<br />
Certo, tutto ciò non è avvenuto, e non avviene, in modo indolore, ma attraverso un confronto continuo,<br />
all’interno delle stesse strutture associative, tra vecchio e nuovo, un confronto, che in certi casi, assume anche<br />
i caratteri del conflitto.<br />
Si sono avute discussioni serrate, ad esempio, quando si trattò al<strong>la</strong> fine degli <strong>anni</strong> 60, di dare stanze e strumenti<br />
ai doposcuo<strong>la</strong> ed alle scuole popo<strong>la</strong>ri, che sorgevano un po’ dovunque nell’area fiorentina sull’onda<br />
dell’esperienza di don Mi<strong>la</strong>ni a Barbiana (e di quel<strong>la</strong> “Lettera ad una professoressa”, che era stato il frutto<br />
più maturo, e diffuso, scaturito da quell’esperienza).<br />
Eppure è per questi profondi legami con il tessuto sociale (e con le parti più vive di tale tessuto) che le<br />
case del popolo si sono aperte progressivamente alle tematiche dell’ambiente, del femminismo, del<strong>la</strong> pace;<br />
che hanno messo spazi a disposizione per servizi di consulenza sulle questioni dei consumi, del<strong>la</strong> casa, dei<br />
servizi; che hanno cominciato a trasformarsi, spesso con contrasti anche duri, da case del popolo in case dei<br />
popoli, fornendo occasioni di aggregazione e d’incontro alle cittadine ed ai cittadini immigrati; che hanno<br />
realizzato occasioni di socializzazione per <strong>la</strong> fascia, crescente, degli anziani; che hanno costruito, insieme ad<br />
altre realtà presenti sul territorio, progetti di cooperazione internazionale e di diplomazia dal basso, nonchè<br />
veri e propri <strong>la</strong>boratori di nuovi stili di vita (che riguardano gli “acquisti verdi”, <strong>la</strong> promozione del<strong>la</strong> raccolta<br />
differenziata dei rifiuti e del risparmio energetico, il boicottaggio delle multinazionali, l’educazione al<br />
consumo critico, il sostegno al commercio equo e solidale).<br />
E’ per questo che nel movimento associativo si sente profondamente <strong>la</strong> “povertà” del<strong>la</strong> politica, ridotta spesso<br />
a logiche di schieramento e a tecniche di gestione del potere, e si sostengono con convinzione i processi partecipativi<br />
che hanno come fine il rinnovamento delle istituzioni e del<strong>la</strong> politica stessa.<br />
Permangono, è vero, aree di sofferenza, specie nel rapporto con i giovani, ma è soltanto con un rinnovamento<br />
ancor più coraggioso che si possono superare i problemi esistenti, dando fiducia alle forme di autorganizzazione<br />
ed alle sperimentazioni di modi diversi di aggregarsi e di condurre vita associativa.<br />
La S.M.S. di S. <strong>Quirico</strong> è un esempio vitale di quanto qui ho detto, ripercorrendo sinteticamente oltre 100<br />
<strong>anni</strong> di soria del movimento associativo.<br />
Non resta che augurarle di continuare ad esserlo per moltissimo tempo ancora.<br />
17
La storia cammina nel futuro<br />
FranceSca chiavacci<br />
Presidente ARCI di Firenze<br />
N<br />
ell’introdurre l’accurato <strong>la</strong>voro di ricostruzione e narrazione del<strong>la</strong> storia più che seco<strong>la</strong>re<br />
del<strong>la</strong> Casa del popolo F.lli Taddei non è possibile tra<strong>la</strong>sciare alcune riflessioni sul ruolo di<br />
questa struttura e degli uomini e delle donne che negli <strong>anni</strong> hanno contribuito alle attività e<br />
al <strong>la</strong>voro del circolo.<br />
Troppo spesso, incalzati dall’emergenza e dalle necessità dell’impegno quotidiano, capita di dimenticare<br />
l’importanza del nostro passato, di non riflettere abbastanza su cosa hanno rappresentato nel<strong>la</strong> storia del<strong>la</strong><br />
nostra città alcuni luoghi.<br />
Dall’elenco delle tante attività e dei gruppi , del<strong>la</strong> politica e dell’impegno che hanno animato le stanze del<strong>la</strong><br />
“F.lli Taddei”, infatti, emerge con grande chiarezza quanto l’associazionismo abbia saputo svolgere un ruolo<br />
di presidio sociale, di animazione culturale, di spazio partecipativo, e , ancora prima, di presenza politica<br />
attiva per <strong>la</strong> difesa dei valori del<strong>la</strong> pace e del<strong>la</strong> democrazia.<br />
E lo ha saputo svolgere con grande coraggio, spregiudicatezza, intuendo le necessità del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione, “guardando<br />
avanti” e proponendo attività che altri, (ad eccezione delle parrocchie e degli oratori, che lo facevano<br />
con finalità e obiettivi diversi), nemmeno i partiti politici del<strong>la</strong> sinistra, solo successivamente avrebbero<br />
scoperto.<br />
La gestione di un servizio per l’infanzia che ha servito egregiamente il quartiere, una biblioteca nel<strong>la</strong> quale<br />
tanti fiorentini si sono <strong>la</strong>ureati, <strong>la</strong> promozione di un gruppo di riflessione culturale composto da intellettuali<br />
fiorentini, il cinema, l’ospitalità dei giovani partecipanti al Social Forum, le biciclettate per l’Italia per <strong>la</strong><br />
pace sono solo alcuni pezzi del<strong>la</strong> storia passata e presente di un circolo che, negli <strong>anni</strong>, ha visto uno sviluppo<br />
impensabile e di misure straordinarie di quel<strong>la</strong> parte del<strong>la</strong> città di Firenze, uno sviluppo rispetto al quale <strong>la</strong><br />
Saluti, contributi e testimonianze<br />
SMS F.lli Taddei – <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> ha saputo dare risposte adeguate sul piano sociale e culturale. La sfida che<br />
negli ultimi <strong>anni</strong> l’ARCI si è posta è stata proprio questa: riuscire a rappresentare il bisogno di cambiamento<br />
espresso dai movimenti e dal<strong>la</strong> società e al tempo stesso essere dentro <strong>la</strong> società stessa attraverso il rapporto<br />
diretto, quotidiano, che nelle nostre strutture si realizza. Essere, insomma, davvero, “associazione ricreativa<br />
e culturale” al tempo stesso; proprio nel mondo di oggi, dove <strong>la</strong> mercificazione attraversa <strong>la</strong> cultura, <strong>la</strong><br />
socialità , i fondamenti dello stare insieme, crediamo sia utile e necessario combatter<strong>la</strong> attraverso l’attività<br />
delle nostre strutture, i nostri circoli, le nostre case del popolo e che si possa contribuire al cambiamento dei<br />
rapporti tra il nord e il sud del mondo anche mediante <strong>la</strong> trasformazione degli stili di vita, dei consumi<br />
culturali e dei modi di stare insieme.<br />
“Arrendersi al presente è il modo peggiore per costruire il futuro”. E’ l’insegnamento che ci ha <strong>la</strong>sciato Tom<br />
Benettollo, il nostro Presidente nazionale scomparso prematuramente che ha segnato con questi tratti il nostro<br />
patrimonio associativo.<br />
L’ARCI che è parte del movimento contro <strong>la</strong> globalizzazione ingiusta, che è fianco dei migranti contro il<br />
razzismo, che promuove il consumo critico non è “altra” cosa rispetto al<strong>la</strong> storia che ritroverete in questo<br />
libro; è quell’esperienza , di cui dobbiamo conservare e mantenere memoria , e le scelte politiche fatte in<br />
questi <strong>anni</strong>, che hanno prodotto quest’associazione, insieme al <strong>la</strong>voro e al<strong>la</strong> fatica di migliaia di volontari e<br />
volontarie che troppo spesso ci dimentichiamo di ringraziare.<br />
19
La storia cammina nel futuro<br />
FiLippo FoSSati<br />
Presidente nazionale UISP<br />
M<br />
i emoziona un po’ scrivere una presentazione per una storia del<strong>la</strong> SMS S. <strong>Quirico</strong>.<br />
Sono, da pochi mesi, presidente nazionale dell’Uisp e S. <strong>Quirico</strong> è sede di una nostra polisportiva<br />
che egregiamente ha negli <strong>anni</strong> costruito e svolto attività con ragazzi e ragazze<br />
(e con persone di tutte le età) in diverse discipline, dal Calcio, al<strong>la</strong> Pal<strong>la</strong>volo, al Ciclismo.<br />
Ma non è questo il motivo dell’emozione, né, credo, il motivo che ha spinto il Presidente <strong>San</strong>ti a sollecitarmi<br />
queste righe.<br />
Il fatto è che S. <strong>Quirico</strong> è <strong>la</strong> mia Casa del Popolo, il luogo dove ci si ferma a fare una discussione politica,<br />
attorno ad un bicchiere e prima di una iniziativa culturale. Dove ci si dà appuntamento con gli amici<br />
che non si vedono più da tempo e che abbiamo voglia di rivedere, con i quali abbiamo voglia di par<strong>la</strong>re.<br />
Il luogo che non possiamo frequentare più con costanza, per le storie del<strong>la</strong> vita, per <strong>la</strong> lontananza, ma che<br />
siamo contenti che esista, siamo orgogliosi che continui a produrre re<strong>la</strong>zioni umane, occasioni di incontro,<br />
di crescita delle persone che lo frequentano.<br />
Lo dico subito: questo è possibile perché tanti compagni (qui questa paro<strong>la</strong> ha un valore partico<strong>la</strong>re, è una<br />
storia che prescinde, precede <strong>la</strong> storia dei Partiti politici) spendono tempo e fatica per mandare avanti, da<br />
volontari , <strong>la</strong> baracca. E perché chi, a qualunque titolo, da una mano, lo fa perché ha capito qualcosa del<br />
vero fine, l’obiettivo del<strong>la</strong> Casa del Popolo. Accogliere, mettere in re<strong>la</strong>zione, sollevare, aiutare le persone.<br />
Nessuna esclusa.<br />
Sono arrivato da ragazzo. 1975. Si poteva fare canto popo<strong>la</strong>re. Suonare. Piaceva al<strong>la</strong> sezione del Partito<br />
Comunista (anche a quel<strong>la</strong> del PSI), piaceva al consiglio del<strong>la</strong> Casa del Popolo. Piaceva a quel<strong>la</strong> banda<br />
fantastica di vecchi partigiani e antifascisti che ci incoraggiava, di cui eravamo tutti un po’ nipoti. Prova-<br />
Saluti, contributi e testimonianze<br />
vamo nel<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> del<strong>la</strong> tombo<strong>la</strong>, <strong>la</strong> scaletta dello spettacolo <strong>la</strong> discutevamo in biblioteca. 8 marzo, 25 aprile,<br />
canzoni nel<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> del cinema. Un piccolo corteo di compagni e amici ci accompagnava da S. <strong>Quirico</strong><br />
quando suonavamo ( e cenavamo!) nelle case del popolo di mezza Toscana.<br />
Anni 80. Finisce <strong>la</strong> musica. Rimane l’impegno politico, l’amicizia. Per molti di noi <strong>la</strong> Casa del popolo è<br />
comunque il luogo degli appuntamenti, delle riunioni. Per me lo è spesso ancora.<br />
Chi fa politica davvero, lo sa. Qui bisogna passare, bisogna venire ad ascoltare cosa pensano i tanti frequentatori.<br />
Del governo del Comune, come del dibattito infinito del<strong>la</strong> sinistra. Perché qui c’è il nostro popolo,<br />
che quando ha voglia di par<strong>la</strong>re qui par<strong>la</strong> più chiaro, è più esigente, ti cerca perché ti ha dato un compito, a<br />
te dirigente, assessore, par<strong>la</strong>mentare e vuol capire come lo svolgi , se sei capace di rappresentarlo, se sei capace<br />
di ascoltare le voci del<strong>la</strong> strada, del <strong>la</strong>voro,dei giovani.<br />
<strong>120</strong> <strong>anni</strong>. La SMS S. <strong>Quirico</strong> è una istituzione del<strong>la</strong> città. Quando un moto civile, uno scatto di solidarietà<br />
come quello che portò i <strong>la</strong>voratori del quartiere, due secoli fa, ad organizzare un vicendevole sostegno,<br />
costruendo una casa di tutti, si riproduce per <strong>120</strong> lunghi <strong>anni</strong> con quello spirito e quel<strong>la</strong> forza, passando<br />
guerre e regimi, crisi economiche e disillusioni politiche, siamo di fronte a qualcosa di più di una associazione.<br />
Siamo nel<strong>la</strong> trama dell’ordine di una città, di una società. Siamo nel governo, siamo nel<strong>la</strong> democrazia.<br />
Perlomeno in quel<strong>la</strong> che vorremmo, piena di gente che partecipa e si impegna, che cerca di includere tutti,<br />
tutti davvero.<br />
21
La storia cammina nel futuro<br />
romano manetti<br />
Presidente dell’Humanitas Scandicci<br />
U<br />
na piovigginosa serata dell’autunno del 2000; il gruppo teatrale degli “Incostanti”<br />
del<strong>la</strong> Pubblica Assistenza Humanitas di Scandicci, costituito da qualche tempo per esclusivi<br />
fini solidaristici, si ritrova presso <strong>la</strong> sede dell’Associazione in Via Bessi a Scandicci, non<br />
sapendo dove andare a provare. E’ il problema di molti gruppi teatrali amatoriali; tanta<br />
buona volontà ma gli spazi non ci sono. Quasi per pura combinazione mi metto a sfogliare l’elenco dei<br />
Circoli di Firenze e vedo : Circolo Culturale Fratelli Taddei.<br />
Immediatamente una telefonata e <strong>la</strong> disponibilità da parte del presidente per un incontro dopo mezz’ora<br />
nel<strong>la</strong> sede del circolo. Mi ritrovo così, come responsabile del gruppo teatrale e come Presidente dell’Humanitas,<br />
in compagnia del vulcanico presidente del Circolo Taddei, Giov<strong>anni</strong> <strong>San</strong>ti.<br />
Una chiacchierata di oltre due ore ci fa piacevolmente scoprire quanto siano vicine le realtà che rappresentiamo:<br />
oltre cento <strong>anni</strong> di storia, il radicamento sul territorio, punti importanti di quel<strong>la</strong> socializzazione e<br />
aggregazione che differenziano e qualificano <strong>la</strong> Toscana dalle altre regioni d’Italia.<br />
Durante <strong>la</strong> conversazione faccio presente a Giov<strong>anni</strong> quali sono i progetti del gruppo e, mentre parlo, vedi<br />
che gli occhi di Giov<strong>anni</strong> bril<strong>la</strong>no di contentezza. Scopro così che una col<strong>la</strong>borazione può nascere: il gruppo<br />
teatrale si impegna per produrre spettacoli, il Circolo mette a disposizione il teatro, con l’unico scopo di<br />
ampliare <strong>la</strong> sfera del<strong>la</strong> solidarietà, quel<strong>la</strong> solidarietà fatti di atti concreti, e non quel<strong>la</strong> fatta di chiacchere<br />
manifestata comodamente nelle poltrone degli studi televisivi.<br />
Quando, qualche giorno fa, ci siamo ritrovati con Giov<strong>anni</strong> per tracciare un bi<strong>la</strong>ncio del<strong>la</strong> nostra col<strong>la</strong>borazione,<br />
ci siamo dichiarati soddisfatti. Alcuni degli obiettivi che ci eravamo dati, erano stati realizzati.<br />
Certo, si poteva fare di più; ma noi <strong>la</strong> sappiamo bene quanto sia difficoltoso, al giorno d’oggi, portare<br />
Saluti, contributi e testimonianze<br />
avanti delle attività all’interno di un Circolo Ricreativo, far diventare una Associazione di Volontariato e<br />
un Circolo, un punto di riferimento per i cittadini, riuscire a stimo<strong>la</strong>re <strong>la</strong> partecipazione, <strong>la</strong> voglia di fare<br />
volontariato. Ma noi non ci abbattiamo e abbiamo deciso di continuare, convinti che gli esempi concreti<br />
valgono molto più delle parole<br />
Un ringraziamento sincero al Circolo Taddei, al suo consiglio e al suo presidente, per aver capito che, oltre il<br />
teatro, <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione fra l’Humanitas ed il Circolo era e resta importante perché i cittadini, coltivando<br />
interessi comuni, possono ritrovarsi, raccontarsi <strong>la</strong> vita di ogni giorno; sentirsi, forse, un po’ meno soli.<br />
23
La storia cammina nel futuro<br />
maurizio de <strong>San</strong>tiS<br />
Segretario provinciale PRC Firenze<br />
È<br />
davvero un onore per il Partito del<strong>la</strong> Rifondazione Comunista partecipare alle celebrazione<br />
del <strong>120</strong>° anno di vita di uno dei luoghi più significativi del<strong>la</strong> sinistra fiorentina.<br />
La Casa del Popolo di S. <strong>Quirico</strong> rappresenta con <strong>la</strong> sua storia un itinerario concreto che unisce<br />
memoria e tradizione al<strong>la</strong> ricerca di innovazione del<strong>la</strong> propria identità, aperta alle nuove istanze<br />
sociali che si oppongono e lottano contro il nuovo paradigma dello sfruttamento capitalistico.<br />
Nata come Società di Mutuo Soccorso, al tramonto del XIX secolo, è risorta dalle ceneri delle barbarie fascista<br />
come Casa del Popolo.<br />
Grazie al <strong>la</strong>voro tenace e al<strong>la</strong> passione caparbia di compagni e compagne ha attraversato l’intero Novecento<br />
con <strong>la</strong> capacità di guardare al futuro, fino a comprendere, prima di molti partiti del<strong>la</strong> sinistra, <strong>la</strong> novità e<br />
le istanze di un nuovo movimento, che ha fatto irruzione sul<strong>la</strong> scena politica da Seattle in poi.<br />
La Casa del Popolo ed il suo Presidente, hanno aperto senza indugio le proprie porte alle migliaia di giovani<br />
che, in occasione del Social Forum Europeo del 2002, hanno pacificamente attraversato Firenze.<br />
Debbo dire senza retorica, che questo è il tratto che più suscita ammirazione nel nostro partito, <strong>la</strong> capacità<br />
che avete avuto di rinnovare <strong>la</strong> tradizione, senza mai disperder<strong>la</strong>.<br />
Avere il coraggio di metter<strong>la</strong> in discussione senza abiure ma neppure senza glorificazioni incapaci di cogliere<br />
le reali contraddizioni del presente: questa è l’unica garanzia per <strong>la</strong> sua affermazione nel futuro, per far<br />
sì che gli ideali e i bisogni che informano il nostro agire non siano una mera speranza, ma una concreta<br />
possibilità.<br />
In un’epoca di grandi cambiamenti e nuove sfide, questa è <strong>la</strong> grande questione che oggi ha di fronte a sé<br />
tutta <strong>la</strong> sinistra. Dopo <strong>anni</strong> di crescita ci attendono tempi oscuri.<br />
Saluti, contributi e testimonianze<br />
Il cambiamento di paradigma produttivo, che oggi chiamiamo post fordista, produce l’ impoverimento generalizzato<br />
del<strong>la</strong> società e precarizza <strong>la</strong> vita.<br />
Ecco perché diviene essenziale sapere attingere alle esperienze di solidarietà inventate dai nostri padri e i nostri<br />
nonni. Oggi più che mai <strong>la</strong> storia delle Società di Mutuo Soccorso riveste e sempre più rivestirà un’importanza<br />
per il nostro futuro. Costruire meccanismi di solidarietà dal basso, reti economiche alternative è<br />
l’unica possibilità per sottrarsi al<strong>la</strong> tir<strong>anni</strong>a di un sistema economico feroce e per costruire materialmente i<br />
presupposti di una società diversa.<br />
Ecco che il presente attinge al passato per creare un futuro diverso: questo è il miglior modo di mettere a<br />
valore <strong>la</strong> nostra tradizione.<br />
Per questi motivi, e per molti altri ancora che il poco spazio non consente di esplicare, sono a portare i saluti<br />
miei personali e del Partito del<strong>la</strong> Rifondazione Comunista, certo che ancora lunga sarà <strong>la</strong> strada che insieme<br />
percorreremo.<br />
25
l’attualità e <strong>la</strong> storia
La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />
La Casa del Popolo<br />
“Fratelli Taddei” oggi<br />
tra il vecchio borgo e <strong>la</strong> recente urbanizzazione<br />
“….Fino dal 1° febbraio 1885 è costituita in <strong>San</strong><br />
<strong>Quirico</strong> a Legnaia Comune di Firenze una Società<br />
di Mutua Assistenza <strong>la</strong> quale porta per titolo<br />
Società di Mutua Assistenza fra gli operai in <strong>San</strong><br />
<strong>Quirico</strong> e si compone di un numero indefinito di<br />
soci.<br />
Questa Società ha per scopo:<br />
- dare un sussidio giornaliero ai soci amma<strong>la</strong>ti;<br />
- assistere durante <strong>la</strong> notte i medesimi quando <strong>la</strong><br />
gravità del<strong>la</strong> loro ma<strong>la</strong>ttia lo richieda purché sia<br />
riconosciuta dal medico…”.<br />
Così recitava l’inizio del primo articolo dello<br />
Statuto del<strong>la</strong> nostra Casa del Popolo, <strong>la</strong> cui lunga<br />
storia, coincide con quel<strong>la</strong> difficile, talvolta drammatica<br />
del popo<strong>la</strong>re quartiere dove è insediata,<br />
tratteggiata in questa <strong>pubblicazione</strong> per ricordare i<br />
<strong>120</strong> <strong>anni</strong> trascorsi dal<strong>la</strong> sua fondazione.<br />
Molte cose sono cambiate da allora ed in modo<br />
partico<strong>la</strong>re negli ultimi decenni a cavallo tra due<br />
secoli. In questo periodo <strong>la</strong> vita del<strong>la</strong> “Associazio-<br />
aLeS<strong>San</strong>dro Brunetti<br />
consigliere del<strong>la</strong> casa del popolo fratelli taddei<br />
ne Casa del Popolo Fratelli Taddei”, (questa è <strong>la</strong><br />
denominazione dal dopoguerra), cresce grazie<br />
allo s<strong>la</strong>ncio dei soci, dei consiglieri, dei Presidenti<br />
che giova ricordare : Giov<strong>anni</strong> Baldanzini, Arturo<br />
Masi e Giov<strong>anni</strong> <strong>San</strong>ti.<br />
A quest’ultimo e attuale presidente, con l’immancabile<br />
prezioso apporto dei consiglieri Gi<strong>anni</strong><br />
Corsini, Franco Panichi e Bruno Cintelli, si devono<br />
le ultime consistenti trasformazioni del<strong>la</strong> casa<br />
del popolo. In pochi <strong>anni</strong>, l’associazione gestirà<br />
nuovamente l’area ex asilo, già sede di punti di<br />
incontro per i giovani del Comune di Firenze,<br />
creandovi una vera e propria oasi di svago e divertimento<br />
per adulti e bambini. Verrà poi utilizzata<br />
l’ex arena cinema, trasformando<strong>la</strong> inizialmente in<br />
giardino estivo e successivamente in teatro tenda<br />
una struttura polivalente capace di ospitare numerose<br />
iniziative.<br />
Giov<strong>anni</strong> <strong>San</strong>ti e Gi<strong>anni</strong> Corsini, presenti “a<br />
tempo pieno”, affiancati dagli altri consiglieri<br />
29
appresentano i punti di riferimento per coloro<br />
che hanno o vogliono intrattenere rapporti con<br />
l’Associazione. In perfetta simbiosi, riescono<br />
ad organizzare eventi ed iniziative di portata<br />
straordinaria. E’ grazie al<strong>la</strong> loro opera, al<strong>la</strong> loro<br />
attenzione verso il sociale, che l’Associazione<br />
può esprimersi ad alti livelli nell’intero panorama<br />
fiorentino. Con <strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong> <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>,<br />
organizzazione integrata nel<strong>la</strong> Casa del Popolo,<br />
il ventaglio delle iniziative si estende e copre gran<br />
parte delle opportunità di tempo libero, con strutture<br />
ed attrezzature idonee da menzionare anche<br />
se sommariamente.<br />
Attività cinematografica nel<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> (cento posti)<br />
completamente ristrutturata; teatro tenda polivalente;<br />
sa<strong>la</strong> televisione; sa<strong>la</strong> per giochi da tavolo<br />
(carte, dama e scacchi); sale per gioco di biliardo:<br />
a stecca con sei biliardi e tribuna, a boccette con<br />
tre biliardi e tribuna; sa<strong>la</strong> videogiochi; bar; ex asilo<br />
con giardino e sale (con attrezzatura di cucina)<br />
per cene sociali, incontri conviviali e feste di compleanno<br />
dei bambini; due pianoforti per <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong><br />
di musica. Nel<strong>la</strong> casa del popolo sono ospitate le<br />
sedi dei Democratici di Sinistra e del<strong>la</strong> coalizione<br />
di centro sinistra “l’Unione”.<br />
In queste strutture si svolgono attualmente le<br />
seguenti attività:<br />
Cinema<br />
L’attività cinematografica all’interno del<strong>la</strong> Casa<br />
del Popolo ha una lunga tradizione, risale infatti<br />
agli <strong>anni</strong> ’50, quando cominciarono le prime<br />
proiezioni sia al chiuso, nell’attuale sa<strong>la</strong>, che<br />
all’aperto, nell’arena allestita nello spazio su Via<br />
Baccio da Montelupo.<br />
Cinecittà, come viene denominata <strong>la</strong> sa<strong>la</strong>, negli<br />
ultimi trent’<strong>anni</strong> si è sempre più caratterizzata,<br />
La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />
nel panorama dell’offerta metropolitana come<br />
il luogo nel quale si proiettano, durante il fine<br />
settimana, film di qualità, mentre nel corso del<strong>la</strong><br />
settimana si organizzano rassegne a tema su argomenti<br />
di scottante attualità e di rilevante interesse<br />
culturale e sociale; si ricordano fra gli altri il ciclo<br />
di film Paesi in guerra realizzato in col<strong>la</strong>borazione<br />
con l’Ucca, il film su I<strong>la</strong>ria Alpi, in col<strong>la</strong>borazione<br />
con il comitato delle vittime dell’attentato ai<br />
Georgofili, <strong>la</strong> rassegna completa del<strong>la</strong> produzione<br />
di Ken Loack, o quel<strong>la</strong> su PierPaolo Pasolini.<br />
Completano il quadro delle attività di Cinecittà<br />
iniziative come <strong>la</strong> rassegna Cinema e cibo, in<br />
col<strong>la</strong>borazione con <strong>la</strong> Unicoop, o rassegne specificatamente<br />
dirette ad un pubblico di bambini,<br />
come Giocando al cinema. Tali iniziative che sono<br />
diventate nel periodo natalizio un appuntamento<br />
ricorrente, sono realizzate in col<strong>la</strong>borazione con<br />
il Quartiere 4 e prevedono oltre al<strong>la</strong> proiezione<br />
di un film un intrattenimento con gioghi e un<br />
piccolo spettacolo.<br />
Non mancano poi incontri con gli autori che<br />
presentano le loro opere: recentemente sono stati<br />
ospitati Gillo Pontecorvo e Giuliano Montaldo.<br />
Arena Teatro Cinecittà<br />
La tenda polivalente ospita diverse tipologie di<br />
intrattenimento: schermo gigante per <strong>la</strong> visione<br />
in diretta del<strong>la</strong> partite di calcio del<strong>la</strong> Fiorentina ed<br />
altre squadre partecipanti al<strong>la</strong> Champions League;<br />
convegni ed assemblee che affrontano problemi e<br />
questioni sociali e politiche; commedie teatrali in<br />
vernacolo fiorentino, attività musicali corali e<br />
strumentali; proiezione filmati per l’Università,<br />
manifestazioni di cabaret; presentazione di libri;<br />
organizzazione di feste per bambini; cene sociali e<br />
feste di Carnevale.<br />
Di grande rilievo è l’attività che si svolge in col<strong>la</strong>borazione<br />
con le scuole materne ed elementari<br />
presenti sul territorio che da qualche anno festeggiano<br />
le proprie ricorrenze nel<strong>la</strong> tenda polivalente.<br />
Da ricordare le feste: di “Natale e fine anno”, di<br />
“nonni e bambini” ed altre. Notevole è il contributo<br />
di partecipazione e col<strong>la</strong>borazione del<strong>la</strong> casa<br />
del popolo in occasione del<strong>la</strong> sfi<strong>la</strong>ta dei bambini<br />
per le vie del quartiere in occasione dell’ultimo<br />
giorno di Carnevale. Nell’ultima edizione, ad<br />
ogni bambino presente nel<strong>la</strong> sfi<strong>la</strong>ta, <strong>la</strong> casa del<br />
popolo ha consegnato una picco<strong>la</strong> bandiera del<strong>la</strong><br />
pace intenso e significativo dono coerente con i<br />
reali valori del<strong>la</strong> vita.<br />
Attività Ricreativa per <strong>la</strong> Terza Età<br />
Intrattenimento danzante (ballo liscio), con musica<br />
dal vivo nel pomeriggio di mercoledì, tombo<strong>la</strong><br />
sociale nel pomeriggio di giovedì.<br />
Lega di Improvvisazione Teatrale<br />
Correva l’anno 2001. I “match di improvvisazione<br />
teatrale”, sebbene fatti da attori non professionisti,<br />
vedevano aumentare di anno in anno i propri<br />
spettatori. Si poneva così il problema di trovare<br />
un posto più adatto per effettuare lo spettacolo,<br />
che permettesse a tutti di entrare e godersi lo<br />
spettacolo comodamente seduti.<br />
Un attore e regista fiorentino, Alberto di Matteo,<br />
parlò a Giov<strong>anni</strong> Pa<strong>la</strong>nza, responsabile del<strong>la</strong> L.I.T.<br />
di una Casa del Popolo, dove aveva fatto delle prove,<br />
che disponeva di una specie di teatro tenda<br />
abbastanza capiente e forse adatto alle esigenze<br />
del<strong>la</strong> Lega.<br />
Fu così che Giov<strong>anni</strong> Pa<strong>la</strong>nza fissò un appuntamento<br />
con il presidente Giov<strong>anni</strong> <strong>San</strong>ti. La<br />
prima impressione fu di un anziano signore con<br />
una vitalità che tanti con molti <strong>anni</strong> di meno<br />
invidierebbero. Il presidente parlò di tutte le attività<br />
del Circolo e fu subito chiara <strong>la</strong> sensazione<br />
di trovarsi di fronte ad una situazione diversa da<br />
quel<strong>la</strong> comune a tanti circoli. Infatti sebbene economicamente<br />
il Circolo dovesse funzionare non<br />
avevano abdicato affatto a tombo<strong>la</strong> e ballo liscio, a<br />
anzi aprivano con enorme entusiasmo al cinema,<br />
al teatro, al<strong>la</strong> musica … un orizzonte a 360° nel<br />
rispetto di tutti.<br />
La scommessa fu ardita comunque da entrambe<br />
le parti, <strong>la</strong> Casa del Popolo nelle persone di Giov<strong>anni</strong><br />
<strong>San</strong>ti e Gi<strong>anni</strong> Corsini, autentico braccio<br />
destro del Presidente <strong>San</strong>ti, si dettero un gran da<br />
fare per venire incontro alle esigenze del<strong>la</strong> L.I.T.<br />
e senza battere ciglio furono stabilite 12 date, 12<br />
venerdì consecutivi, per effettuare lo spettacolo.<br />
Da parte del<strong>la</strong> Lega Improvvisazione Firenze,<br />
c’era qualche timore nello spostare il proprio<br />
pubblico in una zona in fondo decentrata rispetto<br />
al passato…<br />
I timori però si rive<strong>la</strong>rono infondati sin dal<strong>la</strong><br />
prima sera.. affluenza altissima, grandi pienoni e<br />
soddisfazione sia per <strong>la</strong> L.I.T. che per il proprio<br />
pubblico.<br />
Iniziò così una fattiva col<strong>la</strong>borazione tra Lega Improvvisazione<br />
Firenze e SMS S. <strong>Quirico</strong> che andò<br />
via via aumentando.<br />
Non solo gli spettacoli del Campionato di Match<br />
di improvvisazione teatrale, tutti gli <strong>anni</strong> da ottobre<br />
a dicembre, i saggi e le produzioni teatrali<br />
delle scuole d’improvvisazione, tra i quali “The<br />
Rocky Horror Picture Show” di R. O’Brein,<br />
“l’Amleto” di S. Benni, “l’opera da tre soldi” di B.<br />
Brecht e ultimamente “Improzac”, un innovativo<br />
spettacolo di improvvisazione teatrale. Nel 2005<br />
31
nel<strong>la</strong> tenda polivalente si è svolto il Campionato<br />
dei professionisti dei Match.<br />
Negli <strong>anni</strong> si è cementato anche il rapporto personale<br />
tra tutti gli attori del<strong>la</strong> Lega Improvvisazione<br />
Firenze e i due pa<strong>la</strong>dini Giov<strong>anni</strong> e Gi<strong>anni</strong>, vissuti<br />
dal gruppo come due eroi di altri tempi, una sorta<br />
di Don Chisciotte e <strong>San</strong>cho Panza del<strong>la</strong> cultura<br />
fiorentina.<br />
Corsi di Formazione Musicale<br />
Dal dicembre del 1998 <strong>la</strong> casa del popolo F.lli<br />
Taddei è sede di alcuni corsi musicali in col<strong>la</strong>borazione<br />
con il Consiglio <strong>la</strong> Commissione Cultura<br />
del Quartiere 4.<br />
L’obiettivo è ambizioso: creare una scuo<strong>la</strong> nel<strong>la</strong><br />
circoscrizione che risponda al bisogno sempre<br />
crescente di educazione musicale di base e di qualità<br />
ed aperta al maggior numero possibile di fasce<br />
sociali presenti sul territorio.<br />
A questo progetto contribuiscono anche realtà<br />
musicali presenti in altre strutture del Quartiere<br />
quali <strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong> Montagno<strong>la</strong> ed il circolo “Le Torri”.<br />
Dall’unione di queste molteplici esperienze<br />
lentamente prendono forma i Corsi di Musica del<br />
Quartiere 4 sviluppando un proprio percorso: si<br />
attivano, affiancate ai corsi strumentali, le lezioni<br />
di teoria e solfeggio e di propedeutica, si aprono<br />
nuove c<strong>la</strong>ssi grazie ad una richiesta sempre maggiore<br />
di iscritti.<br />
Il casa del popolo F.lli Taddei diviene centro<br />
musicale attivo ed aperto alle attività didattico -<br />
educative, ma anche promotore di manifestazioni<br />
culturali e di concerti: nel 1999 l’iniziativa di<br />
beneficenza per l’ospedale Meyer con il concerto<br />
del<strong>la</strong> Cappel<strong>la</strong> Musicale fiorentina diretta dal M°<br />
Bruno Sorelli; nel 2001 il concerto del trio corno,<br />
violino e pianoforte (Fattorini, Manetti, Miche-<br />
La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />
<strong>la</strong>gnoli) in occasione del 50° <strong>anni</strong>versario del<strong>la</strong><br />
realizzazione dell’asilo A. Garibaldi. Gli eventi<br />
musicali si susseguono fino al<strong>la</strong> organizzazione<br />
del<strong>la</strong> stagione di concertistica nel<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> “Cinecittà”,<br />
intito<strong>la</strong>ta “Quartiere 4 in concerto”.<br />
Si tratta di una rassegna di musica c<strong>la</strong>ssica che<br />
si svolge ogni domenica pomeriggio da febbraio<br />
ad aprile, in col<strong>la</strong>borazione con l’Ente locale e<br />
organizzata assieme all’Associazione Musicale F.<br />
Landini, fondata dai docenti dei corsi di musica.<br />
Nel 2003 <strong>la</strong> manifestazione al<strong>la</strong> sua prima edizione<br />
riscuote un indubbio successo di pubblico<br />
in un momento invece in cui le sale da concerto<br />
tendono a svuotarsi, così nel 2004 viene riproposta<br />
coinvolgendo un ancor più ampio numero<br />
di cittadini; merito del<strong>la</strong> ricca ed interessante<br />
programmazione che spazia dal Rinascimento<br />
al Novecento, al<strong>la</strong> qualità dei concerti proposti:<br />
fra tutti gli eventi vogliamo ricordare il duo di<br />
chitarre J. Lubina, D. Kupinski (10 Aprile 2005),<br />
vincitori del<strong>la</strong> selezione del Festival di Paganini<br />
2004; l’Ensemble Rojo Porteno con musiche di<br />
Astor Piazzol<strong>la</strong> (8 Febbraio 2004); il concerto in<br />
occasione del<strong>la</strong> festa del<strong>la</strong> donna, ripreso e trasmesso<br />
ogni anno dal<strong>la</strong> emittente Toscana Tv.<br />
L’attenzione verso i giovani è un altro degli aspetti<br />
che emerge dal<strong>la</strong> rassegna: infatti vi hanno suonato<br />
giovani musicisti di valore sia del Conservatorio<br />
L. Cherubini di Firenze sia allievi dei docenti<br />
dei Corsi di musica Q4.<br />
Interessante anche il concerto tematico dedicato<br />
al musicista francese E. Satie, durante il quale<br />
sono state effettuate proiezioni adoperando il<br />
grande schermo del<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> cinema; l’ interazione<br />
fra le arti, musica , disegno, pittura, cinema, è<br />
stato più volte motivo di incontro tra le due real-<br />
tà presenti nel circolo, il cinema “Cinecittà” e <strong>la</strong><br />
scuo<strong>la</strong> di musica. Negli <strong>anni</strong> 2001, 2002, 2003, in<br />
partico<strong>la</strong>re, dal<strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione fra i maestri Alessandro<br />
Manetti, Valerio Vezzani e Michele Spina,<br />
responsabile del cinema di S. <strong>Quirico</strong> nascono<br />
una serie di spettacoli-concerto dedicati al cinema<br />
muto. Le opportunità culturali offerte nel corso<br />
degli <strong>anni</strong> presso il circolo si sono al<strong>la</strong>rgate anche<br />
al<strong>la</strong> filosofia: il 28 marzo 2004 ha avuto luogo <strong>la</strong><br />
lezione concerto “Don Giov<strong>anni</strong> e <strong>la</strong> musica di<br />
Mozart nell’interpretazione di Kierkegaard” con<br />
esecuzione dal vivo di musiche del grande compositore.<br />
Pur trattandosi di argomento complesso,<br />
riguardante l’estetica e l’estetica musicale, vi è stata<br />
grande partecipazione; soprattutto gli allievi dei<br />
corsi di musica hanno trovato proficuo e molto<br />
interessante questo incontro di discipline: spesso<br />
l’insegnamento delle arti ha bisogno di aprire i<br />
suoi orizzonti per una comprensione veramente<br />
organica. La scuo<strong>la</strong> di musica nel circolo e nelle<br />
sue varie sedi offre infatti all’iscritto, tramite i<br />
suoi docenti, occasioni ed eventi come questi, una<br />
educazione al<strong>la</strong> musica che supera il confine di<br />
una mera prassi esecutiva.<br />
Nelle sale attrezzate del circolo nel 2005 sotto <strong>la</strong><br />
direzione del maestro Valerio Vezzani vi sono stati<br />
i seguenti corsi di musica: pianoforte, chitarra<br />
c<strong>la</strong>ssica, sassofono, f<strong>la</strong>uto traverso, canto lirico e<br />
canto moderno, chitarra moderna e d’accompagnamento,<br />
basso elettrico, batteria, propedeutica<br />
musicale, solfeggio, teoria ed educazione musicale<br />
generale.<br />
Musica Corale Gospel<br />
Recentemente è stato sperimentato anche un<br />
corso di musica corale gospel.<br />
Tutto è cominciato, come per caso, tre <strong>anni</strong><br />
fa. The Florence Gospel Choir diretto dal<br />
maestro americano Nehemiah Brown fu invitato<br />
per un concerto nel teatro del circolo<br />
di S. <strong>Quirico</strong>. Era il primo di maggio e sin<br />
dal suo arrivo in Italia al maestro sarebbe<br />
piaciuto cantare per quell’occasione. Da<br />
quel momento scoccò come per magia una<br />
reciproca simpatia che è sfociata poi in<br />
una amicizia che dura appunto ormai da<br />
qualche anno. Anche se siamo piuttosto rumorosi,<br />
una volta al<strong>la</strong> settimana portiamo<br />
<strong>la</strong> musica gospel nei locali del circolo e ogni volta<br />
che è possibile allettiamo con le nostre voci le<br />
iniziative del circolo. Il circolo è per il coro non<br />
so<strong>la</strong>mente uno spazio in cui fare le prove od<br />
esibirsi, ma anche un punto di incontro, e ciò è<br />
importante per <strong>la</strong> vita di un vero gruppo gospel<br />
come siamo noi.<br />
Coro di Canto Popo<strong>la</strong>re “L’altrocanto”<br />
A proposito del cantare..<br />
si canta, si cantava e si continuerà a cantare nei<br />
momenti allegri e tristi, nei giorni esaltanti o<br />
malinconici del<strong>la</strong> nostra vita. Ma c’è anche un<br />
cantare che sve<strong>la</strong> <strong>la</strong> realtà di una condizione materiale,<br />
di una speranza, di un ideale che appartiene<br />
a tanti, talvolta a tutti. In certi momenti storici<br />
<strong>la</strong> canzone dà <strong>la</strong> voce ai fatti che non avrebbero<br />
spazio né dignità dentro le narrazioni ufficiali ed<br />
è anche l’unico modo di conservare una memoria<br />
collettiva che altrimenti si perderebbe con il fluire<br />
del tempo e delle generazioni.<br />
Le parole dal canto loro sono pietre e come tali<br />
sono fragili e con il tempo si consumano. Cantare<br />
è allora dare nuova intonazione a vecchie<br />
melodie, è far rivivere parole antiche in nuove<br />
costruzioni, in nuove trame.<br />
33
Noi cantiamo e invitiamo a cantare per dare voce<br />
ad aspetti dimenticati del<strong>la</strong> tradizione popo<strong>la</strong>re<br />
del<strong>la</strong> Toscana ed a quelli del<strong>la</strong> tradizione di altri<br />
paesi; per ridare <strong>la</strong> bellezza musicale al canto politico,<br />
espressione di situazioni storico-sociali fra<br />
otto e novecento; per dare infine continuità al<strong>la</strong><br />
tradizione popo<strong>la</strong>re con nuove composizioni.<br />
Grazie al<strong>la</strong> disponibilità del<strong>la</strong> Casa del Popolo F.lli<br />
Taddei a S. <strong>Quirico</strong>, un primo gruppo di voci si<br />
raccoglie nel 2002 attorno al<strong>la</strong> fisarmonica di Valter<br />
Vaioli, autore di appassionati brani di grande<br />
umanità, impegno esistenziale e denuncia sociale.<br />
Il coro cresce a poco a poco avvalendosi all’inizio<br />
del chitarrista Andrea Par<strong>la</strong>vecchio; ma è con<br />
l’apporto del<strong>la</strong> voce e del<strong>la</strong> chitarra di Giacomo<br />
Gentiluomo che si rafforza il già sperimentato repertorio<br />
del<strong>la</strong> tradizione popo<strong>la</strong>re toscana. In varie<br />
occasioni il gruppo canoro si propone anche<br />
con canti di <strong>la</strong>voro e di lotta, in partico<strong>la</strong>re del<strong>la</strong><br />
tradizione anarchica. Fin dalle prime esperienze il<br />
coro, che dal 2003 si presenta al pubblico con il<br />
nome “l’Altrocanto”, si è sempre stretto attorno<br />
al<strong>la</strong> carismatica figura di Giulia Lorimer che con<br />
il violino e <strong>la</strong> voce ha dato e continua a dare al<br />
gruppo il contributo più assiduo. L’arrivo del M°<br />
Stefano Corsi, attuale direttore de l’Altrocanto,<br />
ha impresso all’interno del repertorio popo<strong>la</strong>re<br />
scelto dall’insieme del coro, un nuovo prezioso<br />
impulso verso <strong>la</strong> ricerca e <strong>la</strong> qualità dei valori musicali.<br />
L’Altrocanto, che ha sede presso <strong>la</strong> Casa del<br />
Popolo F.lli Taddei di S. <strong>Quirico</strong>, è costituito da<br />
circa trenta elementi ed è sempre aperto a nuovi<br />
contributi; le voci soliste sono attualmente quelle<br />
di Giulia Lorimer, Ange<strong>la</strong> Pellegrini, Elisabetta<br />
Togni e Orazio Sciascia.<br />
Il coro in questi <strong>anni</strong> ha tenuto numerosi concerti<br />
La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />
in feste popo<strong>la</strong>ri, rassegne corali, celebrazioni di<br />
eventi culturalmente e socialmente significativi.<br />
Spiccano fra questi, nel 2004, <strong>la</strong> partecipazione a<br />
Ruralia (Fiera dell’agricoltura che si tiene a Vil<strong>la</strong><br />
Demidoff), l’organizzazione del<strong>la</strong> serata musicale<br />
per il fondo di solidarietà ESSERE ospitata nel<strong>la</strong><br />
Casa del Popolo F.lli Taddei di S. <strong>Quirico</strong>, e ancora,<br />
<strong>la</strong> partecipazione alle celebrazioni in onore di<br />
Pietro Gori a Rio Marina nell’Iso<strong>la</strong> d’Elba e quel<strong>la</strong><br />
a “L’Opera da tre soldi” di Bertolt Brecht, a cura<br />
dell’Istituto Russel-Newton in scena al Teatro<br />
Studio di Scandicci.<br />
Sport Formativo<br />
Ricreativo ed Agonistico<br />
La <strong>Polisportiva</strong> <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>, all’interno del<strong>la</strong> casa<br />
del popolo, nasce nel 1959 ed inizia le prime<br />
attività nel 1961 con formazioni spontanee di<br />
cicloturisti. Si trattava di<br />
Alcuni gruppi di amici che si ritrovavano <strong>la</strong> domenica<br />
per organizzare passeggiate in bicicletta<br />
attraverso le deliziose colline toscane.<br />
Negli <strong>anni</strong> altri gruppi interessati ad altre discipline<br />
sportive si aggregano e contribuiscono<br />
allo sviluppo del<strong>la</strong> polisportiva che si costituisce<br />
ufficialmente nel 1986. Da ricordare il contributo<br />
dato da Sergio Serm<strong>anni</strong>, uno dei maggiori<br />
artefici del<strong>la</strong> crescita del<strong>la</strong> nostra <strong>Polisportiva</strong> e<br />
dell’intero sodalizio. Scomparso nel luglio 1994<br />
durante una gita cicloturistica, ha rappresentato<br />
per tutti noi il vero modello di dirigente sportivo,<br />
incarnandone in pieno i reali valori, ricoprendo<br />
per <strong>anni</strong> <strong>la</strong> figura di dirigente delle squadre<br />
di calcio, di pal<strong>la</strong>volo, nonché di Segretario del<strong>la</strong><br />
Associazione.<br />
La <strong>Polisportiva</strong> ha sempre rappresentato per gli<br />
abitanti del Quartiere, e non solo, un vero e pro-<br />
prio punto di riferimento per trovare momenti di<br />
svago, re<strong>la</strong>x e divertimento attraverso manifestazioni<br />
a livello sportivo, sociale e culturale.<br />
Attualmente <strong>la</strong> polisportiva è attiva nelle seguenti<br />
discipline: biliardo boccette, biliardo stecca, calcio<br />
a 11 maschile, calcio a 5 e 7 maschile , calcio a 5<br />
femminile, cicloturismo, ginnastica per anziani,<br />
pal<strong>la</strong>volo, pesca e surfcasting.<br />
Biliardo a Boccette<br />
E’ questo il settore storico del<strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong>. Pluripremiato<br />
a livello provinciale, regionale e nazionale,<br />
nel corso degli <strong>anni</strong> ha sempre rappresentato<br />
una delle punte di diamante a livello di risultati<br />
del<strong>la</strong> intera <strong>Polisportiva</strong>. Grandi campioni hanno<br />
militato e militano nelle nostre squadre.<br />
Nell’ottobre del 1970 al<strong>la</strong> giovane età di 14 <strong>anni</strong><br />
Stefano Cecconi, uno dei pionieri del biliardo<br />
boccette di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>, iniziava a giocare all’interno<br />
del circolo. Solo pochi possono raccontare<br />
quei tempi, perché molti hanno interrotto l’attività<br />
oppure altri ci hanno <strong>la</strong>sciato. Il ricordo va<br />
a Guerrini, vero reclutatore di ragazzi, che oltre<br />
al citato Cecconi, avvicinò a questa disciplina il<br />
Pompiere, il Gatto, il Topo, Tonino, tutti soprannomi<br />
di ragazzi che si avvicinarono con passione<br />
a questa disciplina. Da ricordare come campione<br />
dotato di tecnica indiscussa nonché di partico<strong>la</strong>re<br />
simpatia il mitico Maggino Bolognini, autentico<br />
campione di questo sport, in onore del quale vengono<br />
tutt’oggi organizzati tornei a lui dedicati.<br />
Tantissimi giocatori sono passati <strong>sui</strong> nostri biliardi<br />
prima con le buche e dopo senza, e sicuramente<br />
non solo campioni ma anche assidui frequentatori.<br />
Da ricordare, a proposito, le innumerevoli<br />
sfide tra Giacomino, Ronzano e Patanocco, veri<br />
e propri eventi settimanali del<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> boccette. Da<br />
ricordare inoltre le micidiale bocciate del Barone<br />
o le “biciclette” dell’orto<strong>la</strong>no, i tiri stravaganti di<br />
Pal<strong>la</strong> Veloce oppure i c<strong>la</strong>ssici tiri di Bottone che<br />
colpivano immancabilmente gli angoli al punto<br />
di chiamarli “Antonio” come il suo nome, e non<br />
ultime le interminabili partite e discussioni del<br />
sabato pomeriggio tra Nando, il Cencini, Piero<br />
e Giova.<br />
Oltre a tante cose divertenti, vi sono stati anche<br />
episodi tristi che hanno funestato il settore boccette.<br />
Tra tutte <strong>la</strong> prematura scomparsa, a soli<br />
diciotto <strong>anni</strong> a causa di un infortunio sul <strong>la</strong>voro,<br />
di Stefano Cespugli che ha <strong>la</strong>sciato un vuoto incolmabile.<br />
E mai potremo dimenticare il fatidico<br />
grido di vittoria “Miao” di Gino Ratti (non a caso<br />
soprannominato Gatto) che oltre ad essere stato<br />
un ottimo giocatore ha anche ricoperto l’incarico<br />
di arbitro a livello nazionale. Anche per lui, come<br />
per il citato Maggino Bolognini, vengono organizzati<br />
tornei in sua memoria. Ed in uno di questi,<br />
Stefano Cecconi riuscì a trionfare nonostante<br />
<strong>la</strong> presenza di tanti campioni e bravi giocatori. Il<br />
grande Stefano afferma che a guidare <strong>la</strong> sua mano<br />
durante il torneo sia stato il mitico “Gatto”, visto<br />
che durante le gare il Cecconi provava sensazioni<br />
indescrivibili che gli hanno permesso di effettuare<br />
tiri di una efficacia straordinaria fino a battere<br />
nel<strong>la</strong> finale il pluricampione D’Ambra.<br />
Nel primo periodo di vita del settore boccette il<br />
gioco agonistico si sviluppava tutto nel<strong>la</strong> FIABS.<br />
Successivamente, assieme al Circolo Il Ponte di<br />
Scandicci, fu costituita nel<strong>la</strong> sede del<strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong><br />
<strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> <strong>la</strong> sezione biliardo boccette del<strong>la</strong><br />
UISP. Con l’avvento dei biliardi senza buche,<br />
Stefano Cecconi, Marco Giuliani, Gi<strong>anni</strong> Conforti<br />
ed Alessandro Pellegrini uscirono dal<strong>la</strong> UISP,<br />
35
tanto che nell’anno successivo tutti i giocatori del<br />
circolo seguirono i colleghi al punto da costringere<br />
il circolo a sostituire tutti i biliardi con quelli<br />
di nuova generazione. Il livello di gioco si alzò<br />
notevolmente ed iniziarono ad arrivare giocatori<br />
di qualità come Andrea Beccatelli, vincitore di<br />
numerose gare tra le quali spicca senza dubbio<br />
il Campionato Italiano a coppie vinto nel 2000<br />
ad Alessandria assieme a Stefano Giannoni del<br />
CSB Aurora. Arrivarono inoltre Paolo Eredi, Rodolfo<br />
Sisi, Luigi Giuliani, Massimo Cicali, Piero<br />
Conforti, Alessandro Logli, Piras, ed altri ancora,<br />
che hanno contribuito, grazie alle loro vittorie in<br />
campo provinciale, regionale e nazionale, a tenere<br />
alto il valore del nostro circolo. Nel frattempo<br />
sono sbocciate anche due giovani promesse come<br />
Francesco Innocenti e Massimiliano Berti, detto<br />
“Pilos”, che si sono messi in mostra in diversi<br />
tornei. Al<strong>la</strong> nostra attività si è anche appassionata<br />
una donna (caso più unico che raro nel<strong>la</strong> nostra<br />
provincia), Piera Bellini, che dopo avere affrontato<br />
con discreto successo gli uomini, ha iniziato<br />
a cimentarsi in campo nazionale nel<strong>la</strong> categoria<br />
femminile conquistando più volte il titolo nazionale<br />
e inserendosi attualmente tra le prime otto<br />
giocatrici italiane, anche se ora milita in un’altra<br />
squadra. Il CSB <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> si è molto impegnato,<br />
inoltre, nel<strong>la</strong> organizzazione di numerose gare<br />
nazionali in col<strong>la</strong>borazione con il Comitato di<br />
Firenze. Nel 1997 Giov<strong>anni</strong> <strong>San</strong>ti, Presidente del<br />
Circolo, grazie al<strong>la</strong> fattiva col<strong>la</strong>borazione di Paolo<br />
Eredi, membro del Comitato FIABS di Firenze,<br />
riuscì ad organizzare al Circolo di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong><br />
il Campionato a squadre a livello nazionale, che<br />
permise di vedere all’opera <strong>sui</strong> biliardi del<strong>la</strong> Casa<br />
del Popolo tutti i migliori giocatori italiani. A<br />
La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />
seguito del grande successo del<strong>la</strong> manifestazione,<br />
tale evento fu assegnato al<strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong> <strong>San</strong><br />
<strong>Quirico</strong> per altri cinque <strong>anni</strong> facendo conoscere<br />
in tutta Italia il nostro circolo. Nel 2004 <strong>la</strong> federazione<br />
italiana ha chiesto al nostro circolo di organizzare<br />
<strong>la</strong> prestigiosa gara “Coppa delle Coppe”,<br />
gara singo<strong>la</strong> che ha visto <strong>la</strong> partecipazione di tutti<br />
i più forti giocatori italiani.<br />
Per finire, giova ricordare che <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> oltre a<br />
vantare numerosi bravi giocatori, vanta anche una<br />
forte tradizione nel campo arbitrale schierando<br />
ben quattro arbitri nazionali del calibro di Cencini,<br />
Eredi, Chianucci e D’Alessandro.<br />
Responsabile del<strong>la</strong> sezione è Stefano Lecconi.<br />
Biliardo a Stecca<br />
In occasione del<strong>la</strong> ristrutturazione del<strong>la</strong> Casa del<br />
Popolo nel 1993 ed allo scopo di trasformare l’attività<br />
ricreativa del biliardo in una vera e propria<br />
attività sportiva con <strong>la</strong> nascita di squadre affiliate<br />
al<strong>la</strong> più importanti federazioni biliardistiche, venne<br />
inaugurata nel 1993 <strong>la</strong> sa<strong>la</strong> di biliardo a stecca,<br />
autentico gioiello del<strong>la</strong> Associazione, una delle<br />
più belle sale da gioco del<strong>la</strong> Toscana. Dal<strong>la</strong> sua<br />
creazione sono stati organizzati importanti tornei<br />
regionali e provinciali e le squadre partecipanti ai<br />
vari campionati provinciali sono andate via via<br />
aumentando. Attualmente i tesserati del<strong>la</strong> sezione<br />
stecca sono circa sessanta e compongono circa<br />
dieci squadre ma i frequentatori del<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> sono<br />
molto più numerosi. Nel corso di questi <strong>anni</strong> diversi<br />
atleti si sono distinti sia a livello individuale<br />
che di squadra e partico<strong>la</strong>rmente con <strong>la</strong> vittoria<br />
nell’anno 1997 del Campionato Interprovinciale<br />
a squadre 2a Categoria UISP e conseguente piazzamento<br />
(2° posto) al Campionato Nazionale.<br />
Tale attività è, a differenza delle altre discipline<br />
sportive, svolta totalmente all’interno del<strong>la</strong> Casa<br />
del Popolo ed ha comportato quindi un notevole<br />
incremento di frequentatori che pian piano si<br />
sono integrati divenendo parte attiva nel<strong>la</strong> gestione<br />
del Circolo. La creazione del<strong>la</strong> sa<strong>la</strong>, difatti,<br />
voluta fortemente dallo scomparso Serm<strong>anni</strong> ha<br />
senza dubbio ridato linfa vitale all’ambiente, aumentando<br />
in maniera notevole il numero dei soci<br />
e dei frequentatori del<strong>la</strong> nostra Associazione.<br />
Responsabili del<strong>la</strong> sezione sono Fabio Mancini e<br />
Stefano Sodini.<br />
Calcio a 11 maschile<br />
Disciplina da sempre presente nel<strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong><br />
ha ottenuto, negli <strong>anni</strong>, risultati di prestigio. Giova<br />
ricordare, a tale proposito, <strong>la</strong> conquista nel<strong>la</strong><br />
stagione 89/90 del Campionato di seconda categoria<br />
UISP, prima importante vittoria del<strong>la</strong> squadra<br />
biancorossa, nel<strong>la</strong> stagione 92/93, il Torneo<br />
“Materassi”, nel<strong>la</strong> stagione 93/94, il prestigioso<br />
torneo “I giganti del<strong>la</strong> Fiorentina” - organizzato<br />
dal<strong>la</strong> Lega Calcio UISP con <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione<br />
del<strong>la</strong> A.C. Fiorentina - manifestazione al<strong>la</strong> quale<br />
è stato abbinato per <strong>anni</strong> (successivamente al Torneo<br />
“Città di Firenze” sempre gestito dal<strong>la</strong> Lega<br />
Calcio UISP) il Memorial “Sergio Serm<strong>anni</strong>”,<br />
trofeo messo in palio dal<strong>la</strong> nostra <strong>Polisportiva</strong> per<br />
ricordare lo scomparso Sergio. Poi, nel<strong>la</strong> stagione<br />
94/95, <strong>la</strong> nostra squadra ha vinto il Campionato<br />
di prima categoria UISP, conquistando <strong>la</strong> promozione<br />
in Eccellenza, massima serie del<strong>la</strong> UISP. Nel<br />
1996 arriva però <strong>la</strong> grande impresa del<strong>la</strong> squadra<br />
di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>. Dopo avere ottenuto prestigiosi<br />
successi a livello provinciale, <strong>la</strong> nostra squadra ottiene<br />
<strong>la</strong> consacrazione a livello regionale vincendo<br />
<strong>la</strong> Coppa Toscana 1996, manifestazione d’élite,<br />
riportando dopo sette <strong>anni</strong> il prestigioso Trofeo<br />
al<strong>la</strong> Lega di Firenze. A seguire, sull’onda dell’entusiasmo,<br />
<strong>la</strong> nostra squadra si impone anche nel<br />
Torneo di Bagno di Gavorrano sconfiggendo<br />
squadre b<strong>la</strong>sonate a livello nazionale. Una serie di<br />
successi, dovuti soprattutto al<strong>la</strong> passione del duo<br />
Alessandro Brunetti - Oberdan <strong>San</strong>ti, il primo<br />
efficientissimo sotto il profilo organizzativo, il<br />
secondo compente sotto il profilo tecnico. Successivamente,<br />
dopo alcuni <strong>anni</strong> di stallo, grazie<br />
al ritorno di Alessandro Brunetti, al<strong>la</strong> passione<br />
ed al<strong>la</strong> professionalità del nuovo mister Stefano<br />
Maioli, autentico protagonista da giocatore del<strong>la</strong><br />
conquista del<strong>la</strong> Coppa Toscana 1996, ed al<strong>la</strong><br />
saggezza di Mario Fantechi, valido col<strong>la</strong>boratore<br />
tecnico, <strong>la</strong> squadra di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> si afferma con<br />
prepotenza tra le squadre più forti del panorama<br />
fiorentino e non solo, conquistando, oltre a numerosi<br />
tornei estivi di prestigio, un bis in Coppa<br />
Toscana, vincendo per <strong>la</strong> seconda volta l’ambito<br />
trofeo nell‘anno 2001. Un grosso team, insomma,<br />
sotto tutti gli aspetti, ben coordinato dal Presidente<br />
Brunetti, che si avvale di una schiera di validi<br />
e preziosi col<strong>la</strong>boratori quali Mario Incardona,<br />
Graziano Castagnoli, Tullio Di Leo, Fernando<br />
Cecchi, Daniele Inturri, e Natale Leuzzi, vero e<br />
proprio mago dell’immagine del<strong>la</strong> squadra .<br />
Da evidenziare, infine, che nelle fi<strong>la</strong> biancorosse<br />
hanno militato anche campioni quali Roberto<br />
Galbiati e Antonio Strano, personaggi di rilievo<br />
del panorama calcistico professionista.<br />
Responsabile del<strong>la</strong> sezione è Alessandro Brunetti,<br />
da <strong>anni</strong> presente nel panorama sportivo dell’Associazione<br />
ricoprendo in passato anche <strong>la</strong> carica<br />
di presidente del<strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong>, nonché ruoli di<br />
rilevo all’interno del<strong>la</strong> Lega Calcio U.I.S.P. di<br />
Firenze.<br />
37
Calcio a 5 e a 7 maschile<br />
Sull’onda dell’entusiasmo del pianeta calcio e seguendo<br />
<strong>la</strong> sempre più diffusa pratica di questa disciplina,<br />
nasce, su iniziativa di giovani frequentatori<br />
del<strong>la</strong> Casa del Popolo, nel<strong>la</strong> stagione 95/96, <strong>la</strong><br />
squadra di calcio a 5. La nostra formazione, sotto<br />
<strong>la</strong> guida di Gino Barconi e Luca Mondì, responsabile<br />
del<strong>la</strong> sezione, conquista subito un bril<strong>la</strong>nte<br />
piazzamento in campionato, gettando le basi per<br />
un concreto, solido e prosperoso cammino. Dopo<br />
un primo campionato F.I.G.C. di media c<strong>la</strong>ssifica,<br />
il <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> diventa <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> Firenze e<br />
conquista <strong>la</strong> promozione in C1 vincendo tutte le<br />
partite. Nel<strong>la</strong> stagione successiva avviene <strong>la</strong> fusione<br />
con lo Scandicci che, di fatto, conclude l’era<br />
del calcio a 5 maschile a <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>.<br />
Nel 1999/2000 si passa al “calcio a 7” sotto <strong>la</strong><br />
responsabilità dell’inossidabile Gino Braconi<br />
e Marco Casaredi, due ragazzi di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong><br />
che gestiscono <strong>la</strong> nuova avventura sponsorizzata<br />
“in toto” dal<strong>la</strong> Casa del Popolo che dà così una<br />
ulteriore possibilità ai ragazzi che formano questo<br />
gruppo di cimentarsi in una nuova avventura. E<br />
questa squadra, al<strong>la</strong> sua prima partecipazione,<br />
vince subito il suo primo Campionato C.S.E.N.<br />
provinciale, le finali regionali, c<strong>la</strong>ssificandosi al<br />
quarto posto alle finali nazionali disputate a Porto<br />
Torres. Nel<strong>la</strong> stagione successiva nasce anche una<br />
seconda squadra di calcio a sette formata prevalentemente<br />
da ragazzi del Circolo che riescono a<br />
conquistare una posizione in campionato degna<br />
di rispetto, mentre l’altra squadra, che si avvale<br />
anche delle prestazioni di giocatori provenienti<br />
dal<strong>la</strong> Federcalcio, stravince ancora una volta a<br />
livello provinciale e regionale. Nel 2001/2002 a<br />
seguito del<strong>la</strong> partenza di Gino Braconi per il cal-<br />
La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />
cio a 5 del Pontassieve, il <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> affianca a<br />
Marco Casaredi due nuovi responsabili, Massimo<br />
Lisi e Luca Lombardo. Nonostante il cambio, il<br />
<strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> conquista di nuovo il campionato<br />
provinciale. Nel<strong>la</strong> stagione successiva <strong>la</strong> squadra<br />
biancorossa si aggiudica di nuovo tutto conquistando<br />
il diritto a partecipare alle finali nazionali<br />
che si disputano a Monopoli, dove partecipa una<br />
“mista” di calcio a sette ed undici che conquista<br />
un onorevole piazzamento.<br />
Nel<strong>la</strong> stagione 2004/2005 si affianca al<strong>la</strong> già navigata<br />
squadra di Casaredi, una squadra formata da<br />
un ex giocatore di calcio a undici, Ermanno Pucci,<br />
che partecipa con onore al campionato U.I.S.P..<br />
Da segna<strong>la</strong>re che, per <strong>la</strong> prossima stagione, saranno<br />
tre le squadre di calcio a sette organizzate dal<strong>la</strong><br />
<strong>Polisportiva</strong> <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>, visto che alle formazioni<br />
già citate si aggiungerà una terza squadra formata<br />
esclusivamente da ragazzi che frequentano <strong>la</strong> Casa<br />
del Popolo.<br />
Calcio a 5 femminile<br />
Nel<strong>la</strong> stagione 2004/2005 <strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong> <strong>San</strong><br />
<strong>Quirico</strong> al<strong>la</strong>rga i propri orizzonti verso il pianeta<br />
del calcetto femminile sponsorizzando una<br />
squadra di calcio a 5 femminile che partecipa con<br />
onore al campionato U.I.S.P. di Firenze. Grazie<br />
al successo ottenuto sotto <strong>la</strong> sapiente guida di<br />
Bardazzi e Benvenuti, nel<strong>la</strong> prossima stagione<br />
saranno due le compagini di calcio a cinque femminili<br />
che difenderanno i colori del<strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong><br />
<strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>.<br />
Cicloturismo<br />
Nel 1973 un gruppo di appassionati di ciclismo<br />
decise di formare <strong>la</strong> sezione ciclistica all’interno<br />
del<strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong> <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> con affiliazione<br />
al<strong>la</strong> Lega Ciclismo UISP di Firenze, allo scopo di<br />
ritrovarsi <strong>la</strong> domenica e partecipare a manifestazioni<br />
cicloturistiche che venivano organizzate in<br />
quel periodo.<br />
Il primo Presidente è stato Giov<strong>anni</strong> Baldanzini,<br />
attuale Presidente Regionale del<strong>la</strong> Lega Ciclismo<br />
UISP; tra i primi ad essere tesserati per <strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong><br />
<strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> figurano i nomi di Giancarlo<br />
Bandinelli, Pietro Pecchioli, Alessandro Rangoni,<br />
Marcello Salvini, Giov<strong>anni</strong> <strong>San</strong>ti e Salvatore<br />
Scelfo.<br />
Dopo circa due <strong>anni</strong> entrò a far parte del gruppo<br />
Roberto Formigli, e con lui alcuni cicloamatori<br />
come Sergio Perini, Paolo Pagliai ed altri che partecipavano<br />
esclusivamente a corse su strada. Ma il<br />
connubio con Roberto durò solo due <strong>anni</strong> perché<br />
vi era una netta divisione tra cicloturisti e cicloamatori<br />
e, pertanto, <strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong>, che operava in<br />
maniera che tutti i propri tesserati in egual misura<br />
fossero partecipi al<strong>la</strong> socializzazione di questo<br />
sport ed allo stesso tempo dovessero essere tutti<br />
considerati senza discriminazione alcuna, decise<br />
per <strong>la</strong> scissione del gruppo amatoriale.<br />
Ci fu in seguito un’altra breve esperienza di tipo<br />
amatoriale con il gruppo di Giov<strong>anni</strong> Becucci ma,<br />
sempre per gli stessi motivi, ebbe breve durata.<br />
Da allora rimase esclusivamente il cicloturismo,<br />
ovvero il piacere di andare in bicicletta allo scopo<br />
di ritrovarsi, di divertirsi e di partecipare assieme<br />
agli altri.<br />
Nel 1980 fu organizzato il primo raduno cicloturistico<br />
intito<strong>la</strong>to ai Fratelli Taddei, che poi<br />
negli <strong>anni</strong> a venire si è consolidato a tal punto<br />
da diventare costantemente raduno di apertura<br />
dell’attività provinciale del<strong>la</strong> Lega Ciclismo UISP<br />
di Firenze.<br />
Nel 1992 fu organizzata, per <strong>la</strong> prima volta a Firenze,<br />
una prova di Campionato Italiano di Gran<br />
Fondo di km. 150, una esperienza bellissima su<br />
un percorso altrettanto bello al<strong>la</strong> quale parteciparono<br />
circa 500 partecipanti.<br />
Sempre nell’anno 1992 e nei due <strong>anni</strong> successivi,<br />
<strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong> <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> partecipò a Collegno<br />
al<strong>la</strong> Ciclolonga del Sestriere, una corsa di km.<br />
190. Ma l’esperienza più bel<strong>la</strong> ed affascinante è<br />
stata <strong>la</strong> partecipazione negli <strong>anni</strong> 1994, 1995 e<br />
1996 al Giro Cicloturistico delle Dolomiti, attraverso<br />
<strong>la</strong> quale Pietro Pecchioli, Alfio ed Alessandro<br />
Rangoni, Marcello Salvini, Salvatore Scelfo e<br />
Giov<strong>anni</strong> <strong>San</strong>ti hanno sca<strong>la</strong>to le più belle salite,<br />
ammirato meravigliosi paesaggi dallo Stelvio al<br />
Pordoi, dal Passo Gardena al Passo Sel<strong>la</strong>, e via<br />
dicendo, peda<strong>la</strong>ndo e trascorrendo una settimana<br />
di sport e divertimento assieme a ciclisti di altre<br />
nazioni europee, quali tedeschi, danesi, spagnoli<br />
e francesi.<br />
Negli <strong>anni</strong> successivi <strong>la</strong> sezione Ciclismo del<strong>la</strong><br />
<strong>Polisportiva</strong> <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> ha continuato ad organizzare<br />
manifestazioni cicloturistiche con un occhio<br />
di riguardo al<strong>la</strong> situazione mondiale. Difatti<br />
nel mese di febbraio del 2004 Marcello Salvini,<br />
Pietro Pecchioli e Raul Guernieri, assieme ad<br />
alcuni ciclisti di altre società, hanno partecipato<br />
ad una iniziativa di pace e solidarietà nel lontano<br />
Nepal, peda<strong>la</strong>ndo dai confini dell’India fino ai<br />
confini del<strong>la</strong> Cina, incontrando persone che in<br />
quei luoghi <strong>la</strong>vorano per migliorare le condizioni<br />
di vita di chi ha più bisogno, in primo luogo i<br />
bambini, ed incontrando anche persone che ricoprono<br />
cariche istituzionali, maturando così una<br />
nuova ed intesa esperienza che ha innescato una<br />
intensa riflessione all’interno del gruppo ciclotu-<br />
39
istico del<strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong> <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>. Riflessione<br />
intensa, tanto intensa al punto da fare scattare <strong>la</strong><br />
mol<strong>la</strong> di organizzare da parte del<strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong><br />
una iniziativa che ricalcasse le orme di quel<strong>la</strong><br />
vissuta dai tre amici cicloturisti. E così, nell’anno<br />
in corso, <strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong> <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>, in col<strong>la</strong>borazione<br />
con <strong>la</strong> Caritas di Firenze, ha organizzato<br />
una manifestazione denominata “Biciclette, pace<br />
e solidarietà” con partenza da Firenze il 22 agosto<br />
ed arrivo a <strong>San</strong>ta Maria di Leuca il 31 agosto,<br />
per km. 1.040 da percorrere in dieci giorni con<br />
un giorno di riposo. Parteciperanno all’iniziativa<br />
Alfio Rangoni, Raul Guernieri, Pietro Pecchioli,<br />
Marcello Salvini, Roberto Mazzei, Alessandro<br />
Rangoni, Salvatore Scelfo e Giov<strong>anni</strong> <strong>San</strong>ti.<br />
Al<strong>la</strong> lodevole iniziativa hanno partecipato anche<br />
ciclisti di altre società ed un gruppo di persone al<br />
seguito. La comitiva arriverà nei più bei posti del<strong>la</strong><br />
Puglia, toccando luoghi come Molfetta, Matera,<br />
Alberobello e via dicendo. Per l’occasione sono<br />
stati organizzati incontri con <strong>la</strong> Caritas, <strong>la</strong> UISP<br />
e l’ARCI del<strong>la</strong> Regione Puglia, sono stati visitati<br />
centri del<strong>la</strong> Caritas dedicati ai meno fortunati<br />
senza tra<strong>la</strong>sciare una doverosa visita ai luoghi di<br />
Padre Pio. Così facendo, <strong>la</strong> sezione ciclismo del<strong>la</strong><br />
<strong>Polisportiva</strong> <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> continua <strong>la</strong> sua attività<br />
di passione per questo sport e di amicizia tra i suoi<br />
tesserati diffondendo allo stesso tempo i valori di<br />
pace e solidarietà ed amicizia tra i popoli.<br />
Responsabile del<strong>la</strong> sezione è Alessandro Rangoni.<br />
Ginnastica per Anziani<br />
Disciplina non agonistica, <strong>la</strong> ginnastica per adulti<br />
del<strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong> S. <strong>Quirico</strong> ha rappresentato<br />
da sempre uno dei corsi più importanti svolti<br />
nel nostro Quartiere, diventando negli <strong>anni</strong> un<br />
vero e proprio punto di riferimento per coloro<br />
La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />
che hanno l’esigenza di fare sport divertendosi,<br />
scoprendo magari nuove amicizie, dando un forte<br />
segnale da parte del<strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong> agli abitanti del<br />
Quartiere, un segnale ricreativo e sociale, offrendo<br />
<strong>la</strong> possibilità ad un folto gruppo di persone di<br />
seguire un programma organizzato e gestito da<br />
istruttori qualificati. Dopo alcuni <strong>anni</strong> di assenza,<br />
dal<strong>la</strong> prossima stagione, il corso di ginnastica<br />
adulti sarà di nuovo organizzato dal<strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong><br />
<strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> che si avvarrà del<strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione di<br />
validi istruttori del<strong>la</strong> UISP di Firenze.<br />
Pal<strong>la</strong>volo<br />
Questa disciplina ha rappresentato per <strong>anni</strong> per <strong>la</strong><br />
<strong>Polisportiva</strong> S. <strong>Quirico</strong> un notevole movimento<br />
di giovani che hanno militato nelle nostre squadre<br />
femminili di pal<strong>la</strong>volo, riportando svariati successi<br />
a tutti i livelli, provinciale, regionale e nazionale.<br />
Presenti fin dal 1972 con <strong>la</strong> squadra femminile<br />
maggiore, <strong>la</strong> nostra <strong>Polisportiva</strong> ha iniziato negli<br />
<strong>anni</strong> successivi <strong>la</strong> leva a livello giovanile. Difatti,<br />
nell’anno 1975 il Presidente del<strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong><br />
<strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> Aleandro Falorsi ed i Consiglieri<br />
Massimo Checcucci, Daniele Cespugli e Sergio<br />
Serm<strong>anni</strong>, decisero, in accordo con il Consiglio<br />
del<strong>la</strong> Casa del Popolo ed in col<strong>la</strong>borazione con<br />
<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> “Don Mi<strong>la</strong>ni” di Piazza Carlo Dolci,<br />
di iniziare dei corsi di avviamento al<strong>la</strong> pal<strong>la</strong>volo<br />
femminile. I corsi erano composti da bambine dai<br />
sei ai dieci <strong>anni</strong> per l’avviamento del<strong>la</strong> pal<strong>la</strong>volo e<br />
venivano gestiti da insegnanti ISEF per garantire<br />
una sicurezza per i genitori che affidavano le loro<br />
bambine al<strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong>.<br />
Nel corso degli <strong>anni</strong> <strong>la</strong> Pal<strong>la</strong>volo <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong><br />
raggiunse dei buoni risultati sia sotto il profilo<br />
sportivo che di aggregazione, disputando ottimi<br />
campionati sia UISP che FIPAV senza mai per-<br />
dere l’obbiettivo più importante ovvero l’aggregazione<br />
delle ragazze allo sport evitando loro altre<br />
cattive esperienze.<br />
Questa intensa attività ha permesso al<strong>la</strong> pal<strong>la</strong>volo<br />
<strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> di primeggiare a livello provinciale e<br />
regionale nei vari campionati, ottenendo importanti<br />
risultati come. Da ricordare <strong>la</strong> conquista di<br />
2 Campionati Italiani Under 14 e Under 18, 2<br />
Campionati Regionali Under 14 e Under 15, 6<br />
Campionati Provinciali Under 14, Under 16 e<br />
Under 18, 3a c<strong>la</strong>ssificata Campionato Provinciale<br />
UISP ragazze, 4a c<strong>la</strong>ssificata Campionato Mini<br />
Volley UISP, partecipazione femminile al<strong>la</strong> Serie<br />
D FIPAV dall’anno 1984 al 1990.<br />
Poi, nel corso dell’anno 1995, a seguito di divergenze<br />
tecniche, questa disciplina subisce una notevole<br />
riduzione. Tuttavia, pur ridotta, <strong>la</strong> nostra<br />
sezione rimane comunque una delle più importanti<br />
dell’intero panorama toscano, grazie anche<br />
ai bril<strong>la</strong>nti risultati ottenuti dal<strong>la</strong> nostre squadre,<br />
sotto <strong>la</strong> sapiente guida degli allenatori Lorenzo De<br />
Majo e Alessandra Di Pasquale, gestiti bril<strong>la</strong>ntemente<br />
dal passionale dirigente Palmarino Vaddinelli,<br />
sotto <strong>la</strong> supervisione dell’allora responsabile<br />
del<strong>la</strong> sezione, Giov<strong>anni</strong> <strong>San</strong>ti.<br />
E, a partire dall’anno 1998, <strong>la</strong> Pal<strong>la</strong>volo <strong>San</strong><br />
<strong>Quirico</strong> ha avuto un notevole sviluppo sia come<br />
struttura societaria sia come numero di atleti,<br />
grazie anche all’apporto tecnico-dirigenziale delle<br />
valide allenatrici Lucia Ricciardi di Gaudesi, di<br />
Alessandra Amato e di Fabio Meschini.<br />
Nel 1998 <strong>la</strong> realtà societaria era costituita da una<br />
squadra di mini volley e di una squadra Under<br />
14: Allo stato attuale l’organico è composto dalle<br />
squadre: Scuo<strong>la</strong> Volley, Under 13, Under 16, Master,<br />
Amatori-Misto (maschile e femminile).<br />
Lo spirito che ci contraddistingue è quello di<br />
promuovere lo sport per i giovani e per gli adulti,<br />
cercando di diffondere i valori sportivi, ovvero<br />
intendere lo sport come:<br />
a) strumento educativo utile ad accrescere il<br />
coinvolgimento dei giovani, aiutandoli ad<br />
identificare le loro capacità ed i loro limiti, a<br />
superare le difficoltà alle quali sono confrontati<br />
nel<strong>la</strong> vita di tutti i giorni e, pertanto, a<br />
raggiungere i loro obbiettivi autonomamente;<br />
b) veicolo di socializzazione, quale promotore di<br />
principi democratici attraverso <strong>la</strong> diffusione<br />
dei valori del<strong>la</strong> solidarietà, del rispetto degli<br />
altri, del<strong>la</strong> partecipazione;<br />
c) veicolo di tolleranza, di accettazione e rispetto<br />
nei confronti del<strong>la</strong> diversità di culture ed etnie.<br />
Conciliando questi principi, abbiamo anche<br />
ottenuto risultati soddisfacenti sotto il profilo<br />
agonistico, partecipando per cinque <strong>anni</strong> consecutivi<br />
alle finali nazionali UISP di pal<strong>la</strong>volo, con<br />
squadre appartenenti a diverse categorie.<br />
La nostra squadra Under 12 si è c<strong>la</strong>ssificata al terzo<br />
posto nel campionato provinciale UISP 2005.<br />
Il settore pal<strong>la</strong>volo si è anche contraddistinto per<br />
<strong>la</strong> sua attività di solidarietà, organizzando nell’anno<br />
2004 un torneo di pal<strong>la</strong>volo femminile con<br />
<strong>la</strong> squadra volley del carcere di Sollicciano e nel<br />
mese di settembre 2005 il primo torneo di pal<strong>la</strong>volo<br />
misto “Careggi e Non” formato da squadre<br />
composte prevalentemente da operatori sanitari<br />
del Policlinico di Careggi, il cui incasso sarà<br />
devoluto all’A.D.M.O. (Associazione Donatori<br />
Midollo Osseo).<br />
Pesca e Surf Casting<br />
A dimostrazione del<strong>la</strong> totale apertura “sociale”<br />
del<strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong> S. <strong>Quirico</strong>, dal marzo 1996<br />
41
una nuova disciplina è entrata a far parte del<strong>la</strong><br />
nostra organizzazione, <strong>la</strong> pesca e surfcasting.<br />
Con questo ingresso, si ricrea dopo alcuni <strong>anni</strong><br />
di assenza, <strong>la</strong> sezione pesca del<strong>la</strong> nostra <strong>Polisportiva</strong>,<br />
già presente negli <strong>anni</strong> passati all’interno<br />
del<strong>la</strong> nostra Associazione. La disciplina, è divisa<br />
in due settori: “pesca” in acque interne e “surfcasting”<br />
in acque marine, <strong>la</strong> specialità presente<br />
nel<strong>la</strong> polisportiva.<br />
La sezione pesca partecipa a numerose manifestazioni<br />
organizzate sul fiume Arno. Il gruppo<br />
La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />
“surfcasting”, nato da 4 <strong>anni</strong>, ha al suo attivo il<br />
campionato provinciale individuale e per società<br />
degli ultimi due <strong>anni</strong>, 1995 e 1996, acquisendo<br />
il diritto a partecipare ai Campionati Italiani<br />
individuali e per società che si sono svolti, per <strong>la</strong><br />
categoria individuale, nel 1995 ad Orosei e nel<br />
1996 a Montalto di Castro, mentre i campionati<br />
per Società si sono svolti nel 1995 ad Agrigento<br />
e nel 1996 a Cagliari. Questa Sezione ha nel<strong>la</strong><br />
persona di Roberto Gironi il responsabile, coadiuvato<br />
da Marco Ruisi.<br />
Le radici<br />
ed il percorso storico<br />
del<strong>la</strong> Società di Mutua Assistenza fra gli Operai in <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong><br />
nei primi <strong>anni</strong> di vita (1885/1922)<br />
L’Associazione Casa del Popolo Fratelli Taddei di<br />
<strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> a Legnaia affonda le sue radici nel<strong>la</strong><br />
storia del movimento associativo popo<strong>la</strong>re e democratico<br />
del nostro paese.<br />
L’origine è lontana. Sono passati più di centoventi<br />
<strong>anni</strong> da, quando alcuni cittadini del<strong>la</strong> frazione di<br />
<strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> a Legnaia costituirono <strong>la</strong> Società di<br />
Mutua Assistenza.<br />
Al<strong>la</strong> fine del XIX secolo l’area attraversata dal<strong>la</strong><br />
“Strada Règia postale Livornese o Pisana”, formata<br />
dalle frazioni del Pignone, Monticelli, Legnaia,<br />
Soffiano, <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>, <strong>San</strong> Giusto, <strong>San</strong>ta Maria,<br />
<strong>San</strong> Bartolo a Cintoia, Ponte a Greve e Sollicciano,<br />
veniva definita suburbio fiorentino, un’area<br />
attigua al<strong>la</strong> città, ma non ancora periferia, caratterizzata<br />
da un sistema economico misto basato<br />
su attività agricole, artigianali, piccole industrie<br />
manifatturiere e commerci.<br />
L’agricoltura era contraddistinta dal<strong>la</strong> conduzione<br />
mezzadrile ma, data <strong>la</strong> peculiarità delle colture, vi<br />
Luciano Senatori<br />
centro studi e documentazioni arci firenze<br />
erano anche molti coltivatori diretti, insieme ai<br />
poderi dati in affitto ed era basata su due segmenti<br />
produttivi: quello dei legumi, cereali e foraggio e<br />
quello del<strong>la</strong> frutta e verdura di qualità destinata al<br />
mercato di Firenze. Era abbastanza diffuso anche<br />
l’allevamento del bestiame sia da cortile (polli e<br />
conigli), che per <strong>la</strong> macel<strong>la</strong>zione e per il <strong>la</strong>voro.<br />
Il tracciato del<strong>la</strong> via Pisana era tra i più urbanizzati<br />
ed i borghi di Monticelli, Legnaia, <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong><br />
erano caratterizzati da una attività artigianale abbastanza<br />
consistente soprattutto legata al<strong>la</strong> <strong>la</strong>vorazione<br />
del legno, bottai, carradori, segatori e<br />
legnaioli in genere, affiancati da altre attività artigianali<br />
come quelle del<strong>la</strong> <strong>la</strong>vorazione del<strong>la</strong> paglia.<br />
Dal<strong>la</strong> metà dell’ottocento in questa area sorgono<br />
le prime fabbriche che segnavano l’affacciarsi del<strong>la</strong><br />
prima civiltà industriale. La fonderia del Pignone,<br />
il “Fornacione”, <strong>la</strong> vetreria di Legnaia, l’opificio<br />
Campolmi, sono alcuni esempi del cambiamento<br />
del modo di produrre e diverranno presto i luoghi<br />
43
dove si formerà <strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse operaia industriale.<br />
Dal 1880 al 1885 lungo <strong>la</strong> via Pisana venne<br />
costruita <strong>la</strong> linea del “Tramway” a vapore che conduceva<br />
da Firenze a Lastra a Signa ed affiancava<br />
il servizio di diligenza, sempre sul<strong>la</strong> via Pisana,<br />
per Scandicci – Vingone e in direzione Pignone,<br />
Monticelli, Legnaia, Soffiano, <strong>San</strong> Giusto , <strong>San</strong>ta<br />
Maria, <strong>San</strong> Bartolo a Cintoia, Ponte a Greve e<br />
Sollicciano.<br />
Le condizioni economiche degli abitanti erano in<br />
generale di miseria, migliori quelle degli impiegati<br />
e dei piccoli proprietari. Lo stato economico di<br />
ogni individuo residente a <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>, come in<br />
altre zone, veniva censito con le seguenti categorie<br />
: “povero, miserevole o benestante”. Dal 1855 al<br />
1865 Firenze e dintorni fu colpita da due epidemie<br />
di colera, con migliaia di morti.<br />
E’ in questa situazione socio economica che nasce<br />
<strong>la</strong> Società di Mutua Assistenza.<br />
Il primo Statuto pubblicato il 1° gennaio 1902<br />
all’articolo 1 recita testualmente: “Fin dal 1 Febbraio<br />
1885 è costituita in <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> a Legnaia<br />
comune di Firenze, una Società di Mutua Assistenza<br />
<strong>la</strong> quale porta per titolo Società di Mutua<br />
Assistenza fra gli Operai in <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> e si compone<br />
di un numero indefinito di Soci.”<br />
Le testimonianze raccolte concordano nell’affermare<br />
che <strong>la</strong> Società era già stata costituita fin dal<br />
1883 con sede nell’appartamento di via Pisana,<br />
concesso in uso dal<strong>la</strong> famiglia Panattoni, situato<br />
di fronte al<strong>la</strong> attuale casa del popolo. Tuttavia il<br />
primo embrione del<strong>la</strong> Società risale al 12 novembre<br />
del 1882; Società finalizzata all’organizzazione<br />
di una gita di piacere in “un giorno festivo del<strong>la</strong><br />
prossima estate”. La Società doveva rimanere in<br />
vita il tempo “necessario per aggiungere <strong>la</strong> somma<br />
La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />
sufficiente al<strong>la</strong> spesa del<strong>la</strong> gita suddetta”.<br />
Nel 1902 il Presidente era Attilio Susini e il<br />
vice Ottavio Bellini, mentre ricoprivano le altre<br />
cariche: Alfredo Cappelli segretario; Ferdinando<br />
Cellini cassiere, e Serafino Frullini provveditore.<br />
La Società di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> iniziò <strong>la</strong> sua attività<br />
nel<strong>la</strong> fase in cui, l’associazionismo popo<strong>la</strong>re,<br />
<strong>la</strong>ico e cattolico, si stava affermando come <strong>la</strong><br />
forma sociale e partecipativa più importante dei<br />
<strong>la</strong>voratori.<br />
Nelle frazioni del Comune di Firenze, sul<strong>la</strong> riva<br />
sinistra dell’Arno, dal Pignone fino ad Ugnano,<br />
dal 1878 al 1908 vennero costituite ben 35 società<br />
di mutuo soccorso e assistenza, unioni operaie<br />
e professionali, corpi musicali, filodrammatiche,<br />
corali, società di ginnastica e club sportivi, cooperative<br />
di consumo e agricole, alcune di queste<br />
a <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> o in zone vicine come <strong>la</strong> Società<br />
Fi<strong>la</strong>rmonica di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> a Legnaia (1883), il<br />
club sportivo Audax, poi Circolo <strong>la</strong> Pace di <strong>San</strong><br />
<strong>Quirico</strong>, <strong>la</strong> Società corale fra gli operai di Legnaia<br />
(1883), <strong>la</strong> Coop di consumo fra gli operai di Legnaia<br />
(1903) e quel<strong>la</strong> fra gli operai di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong><br />
(1891), l’Unione professionale cattolica fra gli<br />
agricoltori di Legnaia (1903), <strong>la</strong> Cooperativa<br />
agrico<strong>la</strong> di Legnaia (1908), <strong>la</strong> Società di Mutuo<br />
Soccorso cattolica operaia di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> (1902).<br />
Tale processo di crescita associativa si basava su<br />
alcuni presupposti di fondo:<br />
- <strong>la</strong> libertà di riunione stabilità per <strong>la</strong> prima<br />
volta con lo Statuto albertino al<strong>la</strong> metà dell’800<br />
e <strong>la</strong> conquista del<strong>la</strong> libertà di associazione con<br />
l’abrogazione degli articoli 483 e 486 del Codice<br />
Penale;<br />
- le profonde modificazioni economiche e sociali<br />
conseguenti al<strong>la</strong> formazione dello Stato unitario;<br />
- l’aumento notevole dei <strong>la</strong>voratori impegnati in<br />
attività produttive e di servizio, e <strong>la</strong> loro graduale<br />
presa di coscienza con <strong>la</strong> conseguente crescita<br />
del<strong>la</strong> combattività e lo sviluppo dello spirito<br />
associativo;<br />
- le contraddizioni ed i contrasti inevitabili conseguenti<br />
allo sviluppo socio economico tra le c<strong>la</strong>ssi<br />
dirigenti e padronali da una parte e <strong>la</strong> massa dei<br />
cittadini dall’altra, dove erano <strong>la</strong>rgamente diffuse<br />
miseria, ma<strong>la</strong>ttie, pessime condizioni igienico<br />
sanitarie ed analfabetismo;<br />
- <strong>la</strong> risposta autonoma, attiva e positiva in difesa<br />
dei <strong>la</strong>voratori, soprattutto degli operai, al<strong>la</strong><br />
totale assenza dello Stato a livello di assistenza<br />
e previdenza ed al basso profilo delle istituzioni<br />
sco<strong>la</strong>stiche e sanitarie.<br />
La frazione di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> a Legnaia, annessa al<br />
Comune di Firenze, dopo <strong>la</strong> soppressione del<strong>la</strong><br />
Comunità di Legnaia, risentiva del<strong>la</strong> situazione<br />
generale del Paese con alcune contraddizioni in<br />
più dovute al<strong>la</strong> partico<strong>la</strong>re posizione sul territorio<br />
ed allo sviluppo urbanistico.<br />
<strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> era un piccolo centro abitato da operai,<br />
contadini, qualche addetto ai servizi, insieme<br />
con artigiani e commercianti che formavano il<br />
“ceto medio” di quel periodo.<br />
Le condizioni materiali del<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse operaia e dei<br />
contadini erano pessime. L’orario di <strong>la</strong>voro, fino<br />
al<strong>la</strong> fine del XIX secolo, salvo alcune eccezioni,<br />
non era mai inferiore alle dodici ore giornaliere:<br />
dall’alba al tramonto. Il sa<strong>la</strong>rio oscil<strong>la</strong>va da una a<br />
due lire al giorno senza nessuna forma previdenziale<br />
e assistenziale, il <strong>la</strong>voro mezzadrile veniva<br />
compensato con <strong>la</strong> metà (ma non sempre era <strong>la</strong><br />
metà effettiva) del prodotto realizzato. Artigiani<br />
e commercianti avevano un reddito maggiore<br />
secondo le loro capacità; solo alcune categorie<br />
come i funzionari, gli impiegati pubblici e di<br />
banca (ma di questi pochi erano residenti nelle<br />
frazioni di periferia), riscuotevano sa<strong>la</strong>ri più cospicui.<br />
Famosa, a questo proposito, una citazione<br />
di Carlo Lorenzini, l’autore di “Pinocchio”: “Un<br />
copista regio con cento lire al mese era braccato<br />
e corteggiato da tutte le mamme che avevano<br />
figliole da maritare.”<br />
I sa<strong>la</strong>riati oltre ad essere mal pagati erano costantemente<br />
impegnati in <strong>la</strong>vori duri e massacranti<br />
data <strong>la</strong> scarsità di macchine sia nelle industrie che<br />
nei cantieri edili. Una parte notevole del tempo di<br />
vita complessivo era impiegata nel <strong>la</strong>voro necessario<br />
per produrre risorse materiali per <strong>la</strong> sopravvivenza<br />
individuale e delle loro famiglie. Precario<br />
era il livello sanitario con notevoli e diffuse ma<strong>la</strong>ttie<br />
endemiche. Basso era il livello di istruzione: all’inizio<br />
del ‘900 nell’area di Legnaia, <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>,<br />
Ponte a Greve gli analfabeti erano stimati intorno<br />
al 30%, in altre zone del<strong>la</strong> provincia di Firenze<br />
raggiungevano oltre <strong>la</strong> metà del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione, in<br />
altre parti del<strong>la</strong> Toscana fino all’80%.<br />
Questo era lo scenario in cui si svilupparono<br />
le Società di Mutuo Soccorso e le altre associazioni<br />
popo<strong>la</strong>ri, promosse nel<strong>la</strong> prima fase dal<strong>la</strong><br />
borghesia e dai ceti moderati. Esse svolgevano<br />
essenzialmente attività di assistenza, beneficenza<br />
e mutualità. Nel<strong>la</strong> prima fase furono influenzate<br />
dal<strong>la</strong> ideologia borghese che tentava, talvolta<br />
riuscendovi, di affratel<strong>la</strong>re benestanti e <strong>la</strong>voratori,<br />
per ammortizzare le nascenti lotte sociali contro<br />
l’ingiustizia. Svolsero un ruolo positivo di educazione<br />
civica per distogliere dalle bettole e dalle<br />
bische i <strong>la</strong>voratori abbrutiti dal <strong>la</strong>voro.<br />
Nel libro di Elio Conti del 1950 “le origini del so-<br />
45
cialismo a Firenze” si legge: “La c<strong>la</strong>sse dominante,<br />
le concepiva come uno dei metodi intelligenti di<br />
fare beneficenza, raggiungendo il duplice scopo di<br />
allontanare gli operai dalle agitazioni politiche, e<br />
di attenuare i contrasti di c<strong>la</strong>sse.”<br />
Anche <strong>la</strong> Società di Mutua Assistenza di <strong>San</strong><br />
<strong>Quirico</strong> prese vita con quelle caratteristiche e non<br />
poteva essere diversamente. La lettura del primo<br />
Statuto ne è <strong>la</strong> prova certa:<br />
Nel primo articolo, già citato, erano fissati gli<br />
scopi:<br />
“1° Dare un sussidio giornaliero ai Soci amma<strong>la</strong>ti.<br />
2° Assistere durante <strong>la</strong> notte i medesimi quando<br />
<strong>la</strong> gravità del<strong>la</strong> loro ma<strong>la</strong>ttia lo richieda purché sia<br />
riconosciuta dal medico.”<br />
Si trattava di una vera e propria cassa mutua ma<strong>la</strong>ttia<br />
tra i soci, così come risulta chiaramente dalle<br />
regole societarie.<br />
Nel secondo articolo erano indicate le caratteristiche<br />
generali:<br />
“La Società non ha scopo né politico né religioso.”<br />
cioè quei principi del<strong>la</strong> apoliticità e del<strong>la</strong> neutralità<br />
predicati dal<strong>la</strong> impostazione borghese e moderata<br />
dell’associazionismo popo<strong>la</strong>re. Nel caso specifico i<br />
promotori erano certamente di cultura <strong>la</strong>ica.<br />
Tuttavia il ruolo del<strong>la</strong> Società, come avvenne in<br />
tutte le altre Mutuo Soccorso, risultò comunque<br />
positivo e gradualmente negli <strong>anni</strong>, come vedremo<br />
successivamente, venne superata l’apoliticità<br />
e si formarono correnti di pensiero repubblicane,<br />
socialiste e anarchiche.<br />
Fino all’inizio del ‘900 l’attività del<strong>la</strong> Società<br />
seguì le finalità e le indicazioni statutarie che vale<br />
<strong>la</strong> pena ricordare. Per prima cosa occorre porre<br />
l’accento sull’ambito territoriale in cui agiva,<br />
La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />
molto più ampio del<strong>la</strong> frazione di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>.<br />
Potevano associarsi e godere dei diritti di assistenza<br />
i cittadini residenti nelle frazioni: Pignone,<br />
Monticelli, Legnaia, Soffiano, <strong>San</strong> Giusto , <strong>San</strong>ta<br />
Maria, <strong>San</strong> Bartolo a Cintoia, Ponte a Greve e<br />
Sollicciano. Inoltre, potevano associarsi anche chi<br />
abitava fuori dalle frazioni indicate, senza il diritto<br />
all’Assistenza notturna.<br />
Per essere ammessi nel corpo sociale era necessario<br />
pagare una tassa d’ammissione (così veniva definita<br />
nello Statuto) per fasce di età nel<strong>la</strong> misura<br />
che segue:<br />
da 17 a 24 <strong>anni</strong> lire 1,50 in 3 rate settimanali<br />
consecutive: 50 centesimi <strong>la</strong><br />
settimana<br />
da 25 a 29 <strong>anni</strong> lire 3,00 in 4 rate settimanali<br />
consecutive: 75 centesimi <strong>la</strong><br />
settimana<br />
da 30 a 34 <strong>anni</strong> lire 4,50 in 6 rate settimanali<br />
consecutive: 75 centesimi <strong>la</strong><br />
settimana<br />
da 35 a 39 <strong>anni</strong> lire 8,00 in 10 rate settimanali<br />
consecutive: 80 centesimi <strong>la</strong><br />
settimana<br />
da 40 a 45 <strong>anni</strong> lire 10,00 in 15 rate settimanali<br />
consecutive: 66 centesimi <strong>la</strong><br />
settimana<br />
Oltre <strong>la</strong> tassa d’ammissione ogni socio, indipendentemente<br />
dall’età, doveva versare <strong>la</strong> tassa<br />
settimanale di 25 centesimi.<br />
In totale ogni Socio doveva versare secondo <strong>la</strong> fascia<br />
di appartenenza da 14,5 a 23 lire ogni anno,<br />
cifra apparentemente esigua, ma non tale rispetto<br />
alle precarietà sa<strong>la</strong>riali dell’epoca.<br />
Questi erano i doveri pecuniari, insieme con<br />
altri morali e disciplinari, rispetto ai quali i soci<br />
avevano diritti precisi e rego<strong>la</strong>ti, tra i quali il più<br />
significativo quello del<strong>la</strong> corresponsione, da parte<br />
del<strong>la</strong> Società, del<strong>la</strong> sovvenzione giornaliera di lire<br />
1,50 per i primi 90 giorni di ma<strong>la</strong>ttia, di 80 centesimi<br />
per i successivi 90 giorni, di 50 centesimi al<br />
giorno per tutto il rimanente periodo di ma<strong>la</strong>ttia<br />
temporanea o definitiva.<br />
Non era riconosciuta sovvenzione alcuna ai Soci<br />
affetti da ma<strong>la</strong>ttie derivanti da scostumatezza,<br />
ubriachezza e rissa.<br />
All’accertamento e certificazione del<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia<br />
erano preposti i “Medici sociali” incaricati dal<br />
Consiglio Direttivo del<strong>la</strong> Società, i quali dovevano<br />
seguire una prassi molto rigida e minuziosa.<br />
Inoltre, il Consiglio Direttivo, nominava in forma<br />
segreta due Soci chiamati “Visitatori”, i quali<br />
rimanevano in carica per periodi di tempo molto<br />
brevi per essere sostituiti a rotazione da altri Soci.<br />
I visitatori avevano il compito di vigi<strong>la</strong>re i Soci<br />
amma<strong>la</strong>ti nelle ore che il Consiglio stesso riteneva<br />
opportune per “verificare lo stato dei ma<strong>la</strong>ti nelle<br />
loro case a fine di impedire che <strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia venga<br />
simu<strong>la</strong>ta o protetta” ed in pari tempo control<strong>la</strong>re<br />
il rispetto degli orari di permanenza in casa prescritti<br />
dal medico curante.<br />
Nel<strong>la</strong> sostanza il ruolo dei medici e dei visitatori<br />
aveva precorso i tempi rispetto alle regole che negli<br />
<strong>anni</strong> successivi verranno applicate dalle prime<br />
Casse Mutue statali.<br />
Dallo Statuto non si evince quale era <strong>la</strong> somma<br />
che era percepita dai medici, mentre tutte le altre<br />
attività erano svolte a livello di volontariato, salvo<br />
due eccezioni: l’Esattore sociale, che aveva l’incarico<br />
delle riscossioni delle tasse dovute dai Soci e<br />
quello del pagamento delle sovvenzioni ai Soci<br />
ma<strong>la</strong>ti, veniva gratificato con 50 lire annue; i Soci<br />
che prestavano l’Assistenza notturna ai ma<strong>la</strong>ti gravi,<br />
i quali “riceveranno, per cura del<strong>la</strong> Società una<br />
tazza di caffé per ciascuno.”<br />
Nel<strong>la</strong> Società vigeva il pieno rispetto umano dei<br />
Soci, fino al punto che al decesso “di un Socio<br />
il Locale Sociale resterà chiuso due giorni in segno<br />
di lutto” e tutti i Soci dovevano partecipare<br />
alle onoranze funebri al seguito del<strong>la</strong> bandiera<br />
sociale.<br />
Una norma discriminatoria, prescriveva che “Il<br />
Socio analfabeta non può far parte del Consiglio<br />
Direttivo.”<br />
Per quanto riguardava le regole del governo del<strong>la</strong><br />
Società, lo Statuto stabiliva che “Il Corpo Sociale<br />
è il centro del potere Assoluto ed Esecutivo”, <strong>la</strong><br />
democrazia guidava tutta <strong>la</strong> vita interna del<strong>la</strong><br />
Società basata su due capisaldi.<br />
Il primo re<strong>la</strong>tivo alle cariche sociali: “Tutte le<br />
elezioni si fanno a schede segrete, l’urna resterà<br />
aperta per otto giorni nel Locale Sociale.”<br />
Può sorprendere <strong>la</strong> lunghezza del periodo in cui<br />
rimaneva aperta l’urna per le votazioni, ma ciò<br />
dimostrava il rispetto dei Soci e <strong>la</strong> garanzia, anche<br />
con il tempo che era messo a loro disposizione,<br />
affinché tutti potessero accedere al voto.<br />
Il voto era considerato un diritto-dovere e coloro<br />
che non si recavano a votare dovevano pagare<br />
una multa di 30 centesimi. Mentre i Soci ma<strong>la</strong>ti<br />
potevano delegare al voto un altro socio “purché<br />
mandino <strong>la</strong> scheda in busta chiusa.”<br />
Il secondo concernente il possibile conflitto d’interessi.<br />
Era, infatti, vietato il voto al “Socio che<br />
ha interesse diretto nell’affare in discussione; tale<br />
disposizione è applicabile anche ai componenti<br />
del Consiglio.”<br />
Soffermarsi su questi partico<strong>la</strong>ri può sembrare<br />
47
quasi superfluo, tuttavia dalle norme che rego<strong>la</strong>vano<br />
<strong>la</strong> vita del<strong>la</strong> Società si comprende come<br />
questa, di fatto, rappresentava una prima scuo<strong>la</strong><br />
di vita, di educazione civile e morale. E’ partendo<br />
da queste regole fondamentali morali e democratiche<br />
che in seguito le Società di Mutuo Soccorso<br />
poterono svolgere un ruolo ben più ampio di<br />
quello mutualistico e assistenziale.<br />
L’ impegno del<strong>la</strong> Società non si esauriva nel<strong>la</strong> assistenza<br />
e mutualità. Tra gli impegni stabiliti statutariamente<br />
vi era anche quello obbligatorio di<br />
organizzare ogni anno 12 conferenze storiche ed<br />
istruttive. Si trattava di un impegno pedagogico<br />
educativo cui si ispirò gran parte dell’associazionismo<br />
popo<strong>la</strong>re. Per questo le Società diventarono le<br />
sedi più importanti dei <strong>la</strong>voratori, dove si formarono<br />
e si diffusero i valori del<strong>la</strong> solidarietà, del<strong>la</strong><br />
giustizia, del<strong>la</strong> libertà. Erano scuole per l’istruzione<br />
e l’alfabetizzazione degli operai, si insegnava a<br />
leggere e scrivere necessari per poter ottenere il<br />
diritto di voto, ed anche, come abbiamo visto, per<br />
poter assumere incarichi direttivi all’interno del<strong>la</strong><br />
Società, venivano divulgate nozioni elementari<br />
del<strong>la</strong> lingua italiana, di aritmetica, di storia, di<br />
economia sociale e di diritto istituzionale.<br />
Le Società svolsero anche il ruolo di centri d’informazione<br />
e comunicazione attraverso il rapporto<br />
personale diretto con i cittadini, utilizzando<br />
mezzi semplici come <strong>la</strong> paro<strong>la</strong>, i primi vo<strong>la</strong>ntini e<br />
opuscoli stampati, i primi giornali, in un crescendo<br />
che porterà in molti casi al<strong>la</strong> organizzazione<br />
delle prime biblioteche popo<strong>la</strong>ri.<br />
Non avendo reperita documentazione provante,<br />
ma per trasmissione di testimonianze orali, risulta<br />
abbastanza certo che anche nel<strong>la</strong> Società di <strong>San</strong><br />
<strong>Quirico</strong>, oltre al<strong>la</strong> attività assistenziale, venivano<br />
La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />
svolte attività sociali a carattere culturale, ricreativo<br />
e sportivo, accertata l’attività permanente ed<br />
organica del Corpo Corale costituito in seno al<strong>la</strong><br />
stessa Società.<br />
Le modalità e le abitudini del<strong>la</strong> Società erano<br />
quelle, così come tramandate, tipiche delle case<br />
del popolo e dei circoli, ricreativo-culturali.<br />
Il locale del<strong>la</strong> Società di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> era aperto<br />
tutti i giorni feriali da ottobre a marzo, dalle ore<br />
20 alle 23; da aprile a settembre dalle 21 alle 23.<br />
Nelle domeniche e nei giorni festivi l’orario di<br />
apertura era anticipato alle ore 15 e <strong>la</strong> chiusura<br />
fissata per le 24.<br />
In quel locale, come accade anche ai nostri tempi,<br />
si giocava a carte e presumibilmente funzionava<br />
un bar. Ciò si desume dal fatto che il Consiglio<br />
Direttivo aveva al suo interno il Provveditore<br />
e che i premi per coloro che giocavano a carte<br />
consistevano in consumazioni. Soltanto i giochi<br />
di “tre setti” e “terzilio” si giocava di denaro fino<br />
ad un massimo di 50 centesimi.<br />
La Società era un luogo dove iniziava a formarsi<br />
l’associazionismo dei <strong>la</strong>voratori, che andava ad<br />
occupare e sostituire spazi di ritrovo fino ad allora<br />
posti nelle canove, mescite di vini e bettole.<br />
Le migliaia di Società di Mutuo Soccorso o di<br />
Mutua Assistenza, (per l’esattezza nel 1904 se<br />
ne contavano 6.535 in Italia tra le quali 639 in<br />
Toscana), pur mantenendo ognuna <strong>la</strong> propria<br />
autonomia, convocavano rego<strong>la</strong>rmente il loro<br />
congresso nazionale ogni anno o al massimo<br />
ogni due <strong>anni</strong>, nei quali le correnti di pensiero<br />
anarchiche, mazziniane e socialiste confrontavano<br />
vivacemente i loro punti di vista, ma tutti insieme<br />
avanzavano rivendicazioni e prese di posizione nei<br />
confronti del Governo. E’ nel Congresso del 1860<br />
che fu approvata <strong>la</strong> richiesta del suffragio elettorale<br />
universale, ed è organizzato dalle Società il<br />
primo sciopero generale, contro l’eccessivo peso<br />
delle tasse, organizzato a Bologna dal 14 al 18<br />
aprile 1868. Sempre nei Congressi delle S.M.S.<br />
fu rivendicata l’istituzione del<strong>la</strong> Assicurazione<br />
obbligatoria per gli infortuni sul <strong>la</strong>voro, successivamente<br />
approvata dal Governo nel 1898,<br />
così come <strong>la</strong> istituzione del<strong>la</strong> Cassa nazionale di<br />
maternità, <strong>la</strong> Cassa mutua ma<strong>la</strong>ttie e l’Istituto di<br />
previdenza per le pensioni, approvati dai Governi<br />
molti <strong>anni</strong> dopo.<br />
Da quel crogiuolo d’idee, di fermenti sociali, di<br />
confronto politico e culturale, presero vita progressivamente<br />
importanti forme organizzate di<br />
associazionismo cooperativo, sindacale e politico.<br />
Nel 1887 fu costituita <strong>la</strong> Federazione nazionale<br />
delle Cooperative, nel 1891 <strong>la</strong> prima Camera<br />
del Lavoro sindacale, successivamente Confederazione<br />
Generale del Lavoro, nel 1892, a Genova,<br />
venne fondato il Partito Socialista Italiano.<br />
Gli ultimi <strong>anni</strong> dell’Ottocento furono segnati<br />
da una situazione politica e sociale molto grave,<br />
caratterizzati da sommosse, moti popo<strong>la</strong>ri, scioperi<br />
seguiti da feroci repressioni ed atti contro le<br />
libertà individuali e collettive.<br />
Il contrasto tra città e campagna, <strong>la</strong> carestia del<br />
1897, ma soprattutto l’entrata sul<strong>la</strong> scena politica<br />
e sociale di nuovi soggetti attivi come <strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse<br />
operaia determinano quasi ovunque conflitti<br />
sociali.<br />
In Toscana il quadro si presentava in modo drammatico.<br />
Nel Casentino ed in Valdelsa operai e<br />
contadini erano al<strong>la</strong> disperazione, nel pisano i<br />
braccianti protestavano per <strong>la</strong> mancanza di <strong>la</strong>voro,<br />
a Firenze come a Siena oltre al<strong>la</strong> disoccupazione,<br />
l’aumento del prezzo del pane accentuavano <strong>la</strong><br />
miseria.<br />
La risposta era immediata: scioperi, tumulti e<br />
proteste popo<strong>la</strong>ri, tra questi nel 1896 i tre giorni<br />
di sciopero dei 500 minatori di Castelnuovo dei<br />
Sabbioni, nel 1898 l’assalto del<strong>la</strong> fol<strong>la</strong> inferocita<br />
ai magazzini di frumento di Figline Valdarno<br />
ed i tumulti di piazza di Borgo <strong>San</strong> Lorenzo e<br />
Sesto Fiorentino dove vi furono 4 morti e 10<br />
feriti causati dai carabinieri che spararono <strong>sui</strong><br />
manifestanti.<br />
Tutta <strong>la</strong> provincia di Firenze divenne teatro di<br />
proteste forti con <strong>la</strong> distruzione di caselli del<br />
dazio, assalto ai forni del pane, devastazioni ed<br />
incendi.<br />
Partico<strong>la</strong>re lo sciopero delle “trecciaiole” di Brozzi<br />
che si estese a tutta <strong>la</strong> provincia di Firenze e interessò<br />
direttamente l’area di Legnaia e <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>.<br />
Il <strong>la</strong>voro delle trecciaiole era basato sull’arte di intrecciare<br />
<strong>la</strong> paglia di grano per fabbricare cappelli:<br />
i famosi cappelli di paglia di Firenze. Era <strong>la</strong>voro<br />
a domicilio procurato dai cosiddetti “fattorini”,<br />
intermediari tra le fabbriche di cappelli di Signa<br />
e le <strong>la</strong>voranti.<br />
Le trecciaiole venivano sfruttate due volte: dai<br />
fabbricanti e dai fattorini. Il loro sa<strong>la</strong>rio di fame<br />
oscil<strong>la</strong>va tra i 10 ed i 20 centesimi al giorno appena<br />
sufficienti per comprare mezzo chilo di pane.<br />
Inutile porre l’accento sul ruolo fondamentale<br />
svolto in quel<strong>la</strong> occasione dalle Società di Mutuo<br />
Soccorso e Assistenza del<strong>la</strong> zone a sostegno delle<br />
lotte e delle rivendicazioni dei sa<strong>la</strong>riati.<br />
L’impegno ed i sacrifici di quegli <strong>anni</strong> non furono<br />
v<strong>anni</strong>. Dallo scontro sociale, con l’evolversi del <strong>la</strong>voro<br />
industriale, gradualmente si modificarono le<br />
49
condizioni sociali. Le lotte e le rivendicazioni dei<br />
<strong>la</strong>voratori approdarono ad alcuni risultati significativi<br />
come gli aumenti sa<strong>la</strong>riali ed alcune prime e<br />
timide conquiste di Stato sociale.<br />
Nei primi <strong>anni</strong> del novecento per il movimento<br />
associativo inizia <strong>la</strong> fase di un primo cambiamento.<br />
Da una parte, con <strong>la</strong> costituzione del movimento<br />
cooperativo, del sindacato e del partito socialista,<br />
<strong>la</strong> vita politica e sociale si artico<strong>la</strong> attraverso l’impegno<br />
di più soggetti interessati a sostenere i diritti<br />
e le cause dei <strong>la</strong>voratori; dall’altra il movimento<br />
associativo, pur rimanendo impegnato ancora per<br />
alcuni <strong>anni</strong> nel compito originario del<strong>la</strong> mutualità<br />
ed assistenza, viene a perdere quel ruolo man<br />
mano che lo Stato, accogliendo le rivendicazioni<br />
dello stesso movimento associativo da vita ad istituti<br />
di assistenza, mutualità e previdenza.<br />
Inevitabilmente per le S.M.S. e simili viene ad accentuarsi<br />
il ruolo associativo a carattere ricreativo<br />
e culturale, ma è dal contatto associativo con i soci<br />
ed i cittadini che nascono nuove forme d’iniziativa<br />
sociale volte ad affrontare problematiche nuove<br />
legate al<strong>la</strong> risoluzione di problemi locali.<br />
E’ del 1901 <strong>la</strong> rivendicazione di una nuova scuo<strong>la</strong>,<br />
come <strong>la</strong> richiesta del 1909 per fare arrivare <strong>la</strong><br />
rete dell’acqua potabile fino a <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>. E’<br />
<strong>la</strong> sede del<strong>la</strong> Società il punto di riferimento dei<br />
cittadini, il luogo fisico dove si incontrano e dove<br />
organizzano concretamente e coordinano l’azione<br />
di sollecitazione rivolta al Comune di Firenze. E’<br />
questa una esperienza che si tramanderà nel tempo<br />
e verrà recuperata subito dopo <strong>la</strong> Liberazione<br />
dal<strong>la</strong> dittatura fascista.<br />
In questi <strong>anni</strong> crescono le esigenze del<strong>la</strong> Società<br />
ed è il 1907 l’anno di inaugurazione del<strong>la</strong> nuova<br />
sede in via Pisana, (quel<strong>la</strong> tutt’ora esistente), sede<br />
La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />
costruita con il <strong>la</strong>voro volontario dei Soci.<br />
Negli <strong>anni</strong> che precedono <strong>la</strong> prima guerra mondiale<br />
le attività delle S.M.S. e quelle del partito<br />
socialista si compenetrano sempre più ed anche<br />
nel<strong>la</strong> sede del<strong>la</strong> Società di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> si insediò<br />
una sezione di partito, l’attività del<strong>la</strong> quale influenzò<br />
inevitabilmente il carattere e l’iniziativa<br />
del<strong>la</strong> Società.<br />
Al<strong>la</strong> vigilia del<strong>la</strong> guerra all’interno del<strong>la</strong> Società<br />
si formò il “Club Sportivo Audax”, gruppo<br />
ciclistico aderente all’organizzazione nazionale<br />
Audax. L’Audax era conosciuta in Italia per le<br />
manifestazioni ciclistiche che organizzava caratterizzate<br />
dal<strong>la</strong> lunghezza dei percorsi più che alle<br />
competizioni ciclistiche tradizionali. Un ciclista<br />
era ammesso all’Audax se era in grado di percorrere<br />
almeno 200 chilometri: ad esempio <strong>la</strong> Firenze<br />
– Roma era una c<strong>la</strong>ssica Audax. Ciclisti forti e resistenti<br />
che utilizzavano biciclette di basso livello<br />
tecnologico percorrendo strade per <strong>la</strong> gran parte<br />
ancora non asfaltate, fatte salve le grandi arterie<br />
nazionali. Ed è proprio l’influenza politica del<br />
partito socialista che determino nel 1919 a guerra<br />
finita il cambiamento di nome del Club Sportivo<br />
Audax in “Circolo La Pace”.<br />
La prima guerra mondiale (1915/1918) rallentò<br />
notevolmente lo sviluppo del movimento associativo<br />
e ne limitò le attività. I sodalizi erano quasi<br />
tutti diretti e frequentati da uomini, salvo rare<br />
eccezioni, e come sappiamo gli uomini di età superiore<br />
ai 18 <strong>anni</strong> erano tutti impegnati <strong>sui</strong> fronti<br />
di guerra o comunque in servizio militare.<br />
La sede del<strong>la</strong> Società di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>, come quel<strong>la</strong><br />
di Legnaia, in quegli <strong>anni</strong> venne utilizzata in<br />
modo originale per finalità non associative. Nel<strong>la</strong><br />
<strong>pubblicazione</strong>: “Quelli del Circolo quelli del<strong>la</strong><br />
Cooperativa”, curata da Alessandro Del Conte si<br />
legge che nei locali del<strong>la</strong> S.M.S di Legnaia “fu impiantato<br />
un , che<br />
probabilmente fu uno dei tanti piccoli ed improvvisati<br />
<strong>la</strong>boratori per produrre vestiario organizzati<br />
un po’ in tutta l’Italia dal<strong>la</strong> Croce Rossa Americana<br />
a partire dal 1917 e in cui furono impiegati<br />
profughi e familiari di richiamati, in gran parte<br />
donne. (iniziative analoghe furono organizzate<br />
anche nei locali del<strong>la</strong> S.M.S. di S. <strong>Quirico</strong>).”<br />
La testimonianza di un vecchio socio di <strong>San</strong><br />
<strong>Quirico</strong> racconta che i locali del<strong>la</strong> Società, dopo<br />
le opportune ristrutturazioni, furono adibiti ad<br />
ospedale militare, anche questo gestito dal<strong>la</strong> Croce<br />
Rossa Americana.<br />
Diversi ed opposti i risultati conclusivi delle due<br />
esperienze: <strong>la</strong> S.M.S. di Legnaia incontrò molte<br />
difficoltà a riprendere <strong>la</strong> normale attività sociale<br />
per i d<strong>anni</strong> subiti dal<strong>la</strong> sede; <strong>la</strong> Società di <strong>San</strong><br />
<strong>Quirico</strong> riprese le attività ed in occasione del<strong>la</strong><br />
riconsegna dei locali, gli americani, dichiararono<br />
<strong>la</strong> propria disponibilità ad acquistare, per conto<br />
del<strong>la</strong> Società, il terreno che si estendeva dal<strong>la</strong> sede<br />
sociale fino a via Lunga. L’offerta non fu accolta in<br />
quanto i Soci <strong>la</strong> ritenevano troppo impegnativa.<br />
Con <strong>la</strong> ripresa delle attività <strong>la</strong> Società venne tito<strong>la</strong>ta<br />
a “Ugo Corsi”, un socio caduto in guerra.<br />
Al<strong>la</strong> fine del 1918 l’Italia fu inevitabilmente colpita<br />
da una grave crisi economica e sociale. Il ritorno<br />
dei reduci dal fronte di guerra con migliaia di<br />
feriti e ma<strong>la</strong>ti; <strong>la</strong> riconversione di molte industrie<br />
dal<strong>la</strong> produzione militare a quel<strong>la</strong> civile; <strong>la</strong> disoccupazione<br />
di massa, crearono problemi enormi<br />
nello Stato e nel<strong>la</strong> società.<br />
I ceti medi ed i <strong>la</strong>voratori dipendenti a reddito<br />
fisso, furono partico<strong>la</strong>rmente colpiti e danneggiati<br />
dall’inf<strong>la</strong>zione causata dalle enormi spese militari<br />
sostenute.<br />
A questo si doveva aggiungere le risposte negative<br />
alle rivendicazioni operaie con il conseguente<br />
mancato aumento degli stipendi.<br />
In questa fase maturò il profondo cambiamento<br />
politico e dell’assetto statale. La fondazione dei<br />
“fasci di combattimento”, avvenuta a Mi<strong>la</strong>no<br />
nel marzo del 1919, di fatto rappresentò il primo<br />
passo di quel percorso che portò in pochi <strong>anni</strong> al<br />
regime dittatoriale fascista.<br />
Tra il 1919 ed il 1920, esplose una conflittualità<br />
sociale fino ad allora mai registrata. La c<strong>la</strong>sse<br />
operaia, a seguito di risposte negative rispetto a<br />
rivendicazioni sa<strong>la</strong>riali mise in atto una serie di<br />
forti e consistenti scioperi, agitazioni e dimostrazioni<br />
in quasi tutte le fabbriche. Agli scioperi si<br />
aggiunsero le manifestazioni di chiaro contenuto<br />
politico influenzate dall’esito positivo del<strong>la</strong> rivoluzione<br />
bolscevica.<br />
Di rilievo anche le manifestazioni di rabbia e<br />
scontento popo<strong>la</strong>re svoltesi nel<strong>la</strong> zona di Legnaia,<br />
Ponte a Greve, <strong>San</strong> Bartolo a Cintoia e le Torri. A<br />
questo proposito nel libro già citato di Alessandro<br />
Del Conte si legge: “La mobilitazione assunse<br />
subito <strong>la</strong> forma di una diffusa e capil<strong>la</strong>re opera<br />
di requisizione dei generi di prima necessità, di<br />
imposizione di vendite a prezzi fortemente ridotti,<br />
di veri e propri saccheggi di negozi, magazzini<br />
e fattorie (come a , dove il 3 luglio un<br />
migliaio di persone svuotarono i magazzini dell’omonima<br />
fattoria), ad opera di gruppi formati<br />
da centinaia o anche migliaia di persone, spesso<br />
guidate da militanti socialisti o da capi popolo<br />
improvvisati. Per tre giorni il popolo di Firenze<br />
51
impose così <strong>la</strong> propria contro le specu<strong>la</strong>zioni<br />
e gli affamatori, si scontrò con le forze<br />
dell’ordine, pagò un duro prezzo al<strong>la</strong> repressione<br />
(circa 1.400 arresti e 2 morti).”<br />
Il movimento associativo e cooperativo era partecipe<br />
del<strong>la</strong> protesta e “Non a caso tante S.M.S. si<br />
trasformarono in depositi per le merci requisite,<br />
mentre le cooperative di consumo furono spesso<br />
gli unici magazzini di generi primari risparmiati<br />
dai saccheggi.”<br />
L’ondata di proteste e scioperi preoccuparono i<br />
ceti industriali ed i possidenti agricoli, i quali detenevano<br />
parte delle ricchezze del paese, rispetto<br />
ad una possibile rivoluzione comunista. Questo,<br />
insieme al<strong>la</strong> cronica indecisione dei governi<br />
liberali, all’atteggiamento passivo di gran parte<br />
del clero e delle organizzazioni sociali cattoliche,<br />
crearono le condizioni ed aprirono <strong>la</strong> strada al<br />
fascismo.<br />
La dittatura fascista e <strong>la</strong><br />
trasformazione del<strong>la</strong> Società<br />
in Casa del Fascio (1922/1944)<br />
Inizialmente il fascismo operò in forma minoritaria<br />
e marginale caratterizzandosi con azioni di violenza<br />
e sopraffazione messe in atto dalle “squadre<br />
d’azione” attraverso vere e proprie spedizioni punitive,<br />
spesso appoggiate dall’esercito e dal<strong>la</strong> polizia,<br />
contro le Società di Mutuo Soccorso, Case del<br />
Popolo, Circoli ricreativi e culturali, Cooperative,<br />
Camere del Lavoro, sezioni del partito Socialista,<br />
Amministrazioni comunali definite “rosse”.<br />
La sottovalutazione del fenomeno da parte delle<br />
forze politiche liberali al governo del paese, il<br />
cedimento del<strong>la</strong> monarchia e <strong>la</strong> passività del<strong>la</strong><br />
chiesa cattolica e del clero aprirono <strong>la</strong> strada al<br />
processo di fascistizzazione ed al conseguente<br />
La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />
regime dittatoriale.<br />
A tale processo non poteva sfuggire il movimento<br />
associativo, compreso quello di matrice cattolica,<br />
anzi il fascismo individuò nell’associazionismo<br />
uno dei punti fondamentali da cui partire per<br />
imporre il proprio potere.<br />
Il regime fascista usò tutti i mezzi a sua disposizione<br />
per “attaccare”, far chiudere e trasformare<br />
in “case del fascio” le S.M.S., Case del Popolo e<br />
Circoli. Dal<strong>la</strong> propaganda denigratoria, attraverso<br />
<strong>la</strong> quale si tenta di far passare nell’opinione pubblica<br />
l’idea che i sodalizi democratici sono centri<br />
di menzogna, vizio, odio, delinquenza e diserzione,<br />
all’uso del<strong>la</strong> violenza e del terrorismo attuato<br />
attraverso attentati, vessazioni e intimidazioni<br />
personali, saccheggi, distruzioni e incendi delle<br />
sedi, con risultati drammatici: d<strong>anni</strong> materiali<br />
enormi, morti, feriti e contusi.<br />
La connivenza degli apparati statali (magistratura,<br />
polizia, carabinieri ed esercito) facilitò l’espulsione<br />
dei <strong>la</strong>voratori dalle loro sedi delle quali erano i<br />
legittimi proprietari.<br />
Queste azioni, i vari luoghi d’Italia, raggiunsero limiti<br />
incredibili come nel febbraio 1921, quando<br />
l’Esercito Regio intervenne utilizzando l’artiglieria<br />
leggera, come si legge in un articolo apparso su il<br />
giornale sotto il titolo :<br />
“un pezzo da 75 è stato trasportato nel<strong>la</strong> strada<br />
dove ha sede <strong>la</strong> Società di Mutuo Soccorso, ed ha<br />
colpito in pieno il locale, danneggiato il tetto, <strong>la</strong><br />
sa<strong>la</strong> da ballo ed il buffet.”<br />
Nonostante questi episodi e tutti i tentativi posti<br />
in essere per sciogliere ed impadronirsi dei sodalizi<br />
associativi popo<strong>la</strong>ri, <strong>la</strong> resistenza all’occupazione<br />
ed al passaggio di proprietà obbligato continua<br />
e si esprime in forme e modi diversi secondo le<br />
condizioni locali, le capacità delle forze democratiche,<br />
<strong>la</strong> determinazione delle locali sezioni del<br />
partito fascista.<br />
In alcuni casi per impedire <strong>la</strong> trasformazione in<br />
“casa del fascio” o l’integrazione nel “Dopo<strong>la</strong>voro”<br />
fascista, istituito dal regime per control<strong>la</strong>re l’associazionismo<br />
di fabbrica e territoriale, i sodalizi<br />
si autotrasformano, con rego<strong>la</strong>ri atti notarili, in<br />
Società Anonime. Ogni forma di resistenza, se<br />
non abilmente mascherata, venne troncata definitivamente<br />
con leggi eccezionali del 1926 che<br />
abolirono tutte le libertà individuali e collettive.<br />
Nel<strong>la</strong> zona di Legnaia il fascismo si atteggiò in<br />
modo difforme nei confronti delle Mutuo Soccorso.<br />
Mentre quel<strong>la</strong> di Legnaia, occupata con <strong>la</strong><br />
forza e sciolta per legge nel 1926, diventò <strong>la</strong> sede<br />
del Gruppo Rionale Fascista “Guido Fiorini”, uno<br />
dei più importanti ed agguerriti gruppi di Firenze,<br />
<strong>la</strong> Società di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> non venne trasformata<br />
in “casa del fascio”. Per l’opposizione interna iniziata<br />
fin dal 1922, sia per il ricorso a vie legali e<br />
cavilli burocratici, <strong>la</strong> fascistizzazione del<strong>la</strong> Società<br />
di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> avvenne solo nel 1928 con <strong>la</strong> sua<br />
trasformazione in “Dopo<strong>la</strong>voro”. Rimase il nome<br />
“Ugo Corsi”, diversamente da altre, che invece<br />
vennero tito<strong>la</strong>te a martiri o eroi fascisti.<br />
Evidentemente <strong>la</strong> scelta dei fascisti di concentrare<br />
il ruolo direzionale e di controllo del<strong>la</strong> zona nel<strong>la</strong><br />
sede di Legnaia <strong>la</strong>sciò <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> ai margini,<br />
in ombra, rispetto alle decisioni del<strong>la</strong> direzione<br />
rionale del partito fascista, che comprendeva tutti<br />
i borghi e le frazioni che andavano da Monticelli<br />
a S. <strong>Quirico</strong>, da Soffiano a Cintoia. E’ bene<br />
ricordare che al fiduciario del fascio di Legnaia<br />
facevano capo tutte le organizzazioni di massa<br />
(G.I.L., fascio femminile, massaie rurali, ecc.) e le<br />
innumerevoli attività di propaganda, assistenziali,<br />
sportive , ricreative.<br />
Tutta <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> frazione ed i soci continuavano<br />
a chiamare “Società” <strong>la</strong> sede dove abitualmente<br />
si ritrovavano, così come chiamavano<br />
“Circolino” <strong>la</strong> vicina Società di Mutuo Soccorso<br />
cattolica operaia di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> nata nel 1902.<br />
Nel<strong>la</strong> Società di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> era permesso<br />
tacitamente a vecchi e riconosciuti antifascisti<br />
di frequentare e <strong>la</strong>vorare nel sodalizio. Testimonianze<br />
ricordano Ruggero Berlincioni un antifascista,<br />
ritornato dopo alcuni <strong>anni</strong> nel quartiere,<br />
impegnato come barista del circolo. E’ dello<br />
stesso Berlincioni <strong>la</strong> tessera del “Soccorso Rosso<br />
Internazionale – sezione italiana del 1924/1925”,<br />
ritrovata nel<strong>la</strong> sede del circolo, <strong>la</strong> dimostrazione<br />
dell’esistenza di attività certamente non gradite<br />
al regime. Il Soccorso rosso raccoglieva fondi per<br />
sostenere le vittime del<strong>la</strong> repressione fascista, per<br />
aiutare i figli dei perseguitati politici.<br />
Dal 1930 al<strong>la</strong> Liberazione nel<strong>la</strong> Società venne<br />
svolta attività cinematografica, tradizione culturale<br />
caratteristica del sodalizio di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> rimasta<br />
viva fino ai nostri giorni, mentre negli <strong>anni</strong><br />
dal 1937 al 1940 ripresero i concerti del<strong>la</strong> Corale<br />
“Giuseppe Verdi”, con alcune esibizioni in concerti<br />
dell’EIAR ente radiofonico nazionale, oggi<br />
RAI (Radio Televisione Italiana). Questa attività,<br />
e non se ne conoscono le ragioni, non fu ripresa<br />
dopo <strong>la</strong> fine del<strong>la</strong> seconda guerra mondiale.<br />
Gli ultimi <strong>anni</strong> prima del<strong>la</strong> Liberazione sono<br />
segnati dagli eventi del<strong>la</strong> seconda guerra mondiale.<br />
L’alleanza del fascismo con il nazismo e <strong>la</strong><br />
conseguente occupazione tedesca dell’Italia, <strong>la</strong><br />
lotta c<strong>la</strong>ndestina delle forze antifasciste, lo sbarco<br />
53
e l’occupazione del<strong>la</strong> Sicilia da parte degli eserciti<br />
anglo americani, <strong>la</strong> caduta del fascismo (25 luglio<br />
1943), <strong>la</strong> costituzione del<strong>la</strong> Repubblica Sociale<br />
di Salò come ultimo tentativo di ricostituzione<br />
del fascismo, l’organizzazione delle formazioni<br />
partigiane e <strong>la</strong> lotta di Liberazione.<br />
Dopo <strong>la</strong> Liberazione <strong>la</strong> Società si<br />
trasforma in “Associazione Casa del<br />
Popolo Fratelli Taddei” (1944/1957)<br />
Nel 1944 l’Italia era tutto un campo di battaglia,<br />
le truppe “alleate” avanzavano da sud verso il nord<br />
ed incontravano una forte resistenza tedesca, i<br />
fascisti ed i tedeschi dovevano misurarsi con le<br />
prime forme di resistenza e con le formazioni<br />
partigiane. Molti gli scontri, tante le rappresaglie<br />
nazi-fasciste contro le popo<strong>la</strong>zioni inermi. Non<br />
c’è angolo del nostro paese dove non vi è stato un<br />
eccidio. Nel<strong>la</strong> provincia di Firenze dal settembre<br />
del 1943 a quello del 1944, in quasi tutti i Comuni,<br />
vennero torturati e uccisi centinaia di cittadini<br />
inermi, tra i quali molte donne e bambini, altri<br />
catturati e deportati nei campi di concentramento<br />
nazisti.<br />
Al<strong>la</strong> fine di luglio del 1944 Firenze era stremata,<br />
ciò si evince dal rapporto del Comitato Toscano<br />
di Liberazione Nazionale inviato in tale data al<br />
comando delle forze alleate, che avanzavano da<br />
Roma verso Firenze: “ Si porta a conoscenza<br />
<strong>la</strong> seguente re<strong>la</strong>zione concernente <strong>la</strong> situazione<br />
del<strong>la</strong> città di Firenze. Da notizie trape<strong>la</strong>nti dal<br />
Comando tedesco risulterebbe che ove gli alleati<br />
facessero un’avanzata unicamente frontale sul<strong>la</strong><br />
città di Firenze dal <strong>la</strong>to sud, sarebbe loro intenzione<br />
difendere <strong>la</strong> città palmo a palmo, facendo<br />
partico<strong>la</strong>rmente barricare le strade che danno<br />
accesso ai ponti del<strong>la</strong> zona centrale.<br />
La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />
Attualmente trovasi in Firenze, circa cinquecentomi<strong>la</strong><br />
persone, cioè il doppio del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione<br />
normale; fra queste un enorme quantità si sono<br />
rifugiate in città perché dovute fuggire dalle circostanti<br />
campagne, razziate e saccheggiate dalle<br />
truppe tedesche in ritirata.<br />
Le condizioni sanitarie, alimentari ed economiche<br />
sono le seguenti:<br />
a) sono stati asportati quasi tutti gli<br />
impianti ospedalieri; difettano in modo assoluto<br />
medicamenti e ferri chirurgici; si verifica già qualche<br />
caso di tifo, dovuto al<strong>la</strong> ridotta erogazione<br />
dell’acqua potabile ed al<strong>la</strong> scarsa rimozione delle<br />
immondizie del<strong>la</strong> città;<br />
b) le scarse provviste alimentari sono<br />
ormai ridotte agli estremi ed in questi giorni vengono<br />
a difettare anche i rifornimenti di frutta e<br />
verdure che erano affluiti negli ultimi giorni nel<strong>la</strong><br />
città; partico<strong>la</strong>rmente le categorie meno abbienti<br />
e i bambini risentono gravemente di questa situazione.<br />
A proposito dei rifornimenti del<strong>la</strong> farina<br />
per panificazione si fa presente che è stata approvvigionata<br />
dal Comando germanico limitatamente<br />
al fabbisogno giornaliero. Dato l’attuale inizio di<br />
sganciamento delle truppe germaniche si prevede<br />
che <strong>la</strong> città rimanga assolutamente senza pane;<br />
c) le truppe tedesche in questi ultimi<br />
tempi hanno asportato e distrutto tutto quanto<br />
possibile; in questi giorni sono in atto provvedimenti<br />
per asportare anche le opere d’arte. Gli<br />
impianti industriali, compresi quelli di alcuni<br />
servizi pubblici, sono in condizioni di non poter<br />
essere riattivati con le riserve cittadine per un<br />
tempo imprevisto. Sono stati distrutti anche i<br />
principali mulini. Per il momento il servizio idrico,<br />
pure ridotto, funziona, ma si prevede però che<br />
sia distrutto al momento dello sganciamento. A<br />
causa delle distruzioni e asportazioni di cui sopra<br />
e che proseguono tuttora, si prevede debba risentirne<br />
grave disagio ogni strato del<strong>la</strong> cittadinanza.<br />
Sia per <strong>la</strong> disoccupazione, sia per <strong>la</strong> mancanza di<br />
produzione di molti generi di necessità al<strong>la</strong> vita.<br />
Tutto quanto sopra esposto serve per far presente<br />
a codesto Comando l’assoluta urgenza e necessità<br />
di prendere tutti quei provvedimenti di carattere<br />
militare (che forse il Comando stesso avrà già studiato)<br />
tendenti ad evitare un attacco frontale al<strong>la</strong><br />
città, che dovesse eventualmente portare ad un<br />
enorme aggravamento, con distruzioni, saccheggi<br />
e massacro del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione, del<strong>la</strong> situazione. Il<br />
Comitato toscano di liberazione nazionale rimane<br />
a completa disposizione con tutti i suoi mezzi,<br />
servizi politici, amministrativi e militari, del Comando<br />
alleato e prega vivamente di stabilire un<br />
collegamento per una proficua col<strong>la</strong>borazione.”<br />
I primi giorni d’agosto del ’44 divennero determinanti<br />
per <strong>la</strong> liberazione di Firenze. Le truppe<br />
anglo – americane si avvicinavano da sud, contemporaneamente<br />
le varie formazioni partigiane<br />
dislocate nelle colline e nei dintorni iniziarono<br />
<strong>la</strong> marcia di avvicinamento al<strong>la</strong> città. Il Comitato<br />
Toscano di Liberazione Nazionale stava per<br />
<strong>la</strong>nciare il segnale per l’insurrezione popo<strong>la</strong>re preparata<br />
attraverso un lungo <strong>la</strong>voro di propaganda<br />
c<strong>la</strong>ndestina.<br />
La notte tra il 3 ed il 4 agosto i tedeschi in ritirata<br />
minarono e distrussero tutti i ponti sull’Arno, fatta<br />
eccezione per il Ponte Vecchio intorno al quale<br />
ridussero in macerie diecine di antiche case torri e<br />
pa<strong>la</strong>zzi storici. Anche i ponti sul<strong>la</strong> Greve subirono<br />
<strong>la</strong> stessa sorte.<br />
Nel<strong>la</strong> zona d’Oltrarno le organizzazioni c<strong>la</strong>ndestine<br />
e del<strong>la</strong> resistenza operavano da alcuni mesi. Nel<br />
mese di marzo un gruppo di partigiani attaccò <strong>la</strong><br />
casa del fascio di Legnaia ed un tram carico di fascisti<br />
in via Pisana. Altre operazioni di sabotaggio<br />
furono portate a termine dalle formazioni S.A.P.<br />
Sempre in questo periodo una parte di via Pisana<br />
venne colpita da uno dei bombardamenti aerei<br />
alleati, che si susseguivano oramai da alcuni mesi<br />
a partire dal 25 settembre del 1943.<br />
Finalmente il 4 agosto, insieme a quasi tutto l’Oltrarno,<br />
anche <strong>la</strong> zona di Legnaia e <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong><br />
fu liberata dai partigiani insieme alle truppe degli<br />
eserciti alleati.<br />
Ma <strong>la</strong> guerra non era finita, Firenze non era ancora<br />
liberata, altri lunghi giorni di scontri a fuoco<br />
attendevano soprattutto i partigiani che sopportarono<br />
il peso maggiore nel cacciare i tedeschi<br />
dal<strong>la</strong> città.<br />
Proprio il 4 agosto, come si evince dal<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione<br />
del Colonnello Nello Piccoli, (del partito d’Azione<br />
- comandante militare del CTLN), reparti partigiani<br />
si scontrarono con alcuni reparti tedeschi<br />
al Ponte al<strong>la</strong> Carraia e al Ponte del<strong>la</strong> Vittoria, nel<br />
tentativo, non riuscito, di impedire <strong>la</strong> distruzione<br />
degli stessi ponti. “ Altri scontri con i tedeschi<br />
avvengono al guado a monte dell’Isolotto nei<br />
quali <strong>la</strong>sciarono <strong>la</strong> vita diversi tedeschi, mentre<br />
i patrioti ebbero due feriti. In totale tra il Ponte<br />
del<strong>la</strong> Vittoria ed Ugnano vennero neutralizzate 28<br />
mine e rimosse 122.”<br />
Ed è proprio in quel<strong>la</strong> azione di sminamento che<br />
persero <strong>la</strong> vita cinque giovani partigiani tra i quali<br />
due di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>. In “Memorie del<strong>la</strong> Resistenza”,<br />
Mario Pirricchi, commissario politico di un<br />
battaglione SAP d’Oltrarno, ricorda così quel-<br />
55
l’azione, riscontrata anche nel<strong>la</strong> testimonianza di<br />
Otello Dolfi: “Quel giorno del 4 agosto, i ragazzi<br />
di Mantignano levarono 20 mine dall’acquedotto,<br />
l’ultima saltò e morirono 5 compagni: Ascanio<br />
Taddei, Gino Del Bene, Alfredo Marzolli, Gino<br />
Romoli e Alfredo Catarsi, altri rimasero feriti.<br />
L’acquedotto poté essere salvato, per aver tolto<br />
queste mine e Firenze poté avere l’acqua a breve<br />
scadenza. Fu salvato dal<strong>la</strong> distruzione anche il<br />
ponte di Mantignano, mentre non riuscimmo a<br />
salvare il Ponte del<strong>la</strong> Vittoria.”<br />
E’ sempre <strong>la</strong> testimonianza di Otello Dolfi a ricordare<br />
che altri giovani partigiani di Legnaia e<br />
<strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> morirono in montagna o nell’armata<br />
di liberazione, fra questi: Enzo Dolfi, Rino Cioni,<br />
Alfredo Del<strong>la</strong> Bel<strong>la</strong>, Enzo Sgrilli, Danilo Calvelli<br />
e Remo Ciapini. Ma in partico<strong>la</strong>re devono essere<br />
ricordati i fratelli Taddei. In “Firenze est per <strong>la</strong><br />
libertà”, Giov<strong>anni</strong> Frullini, combattente partigiano,<br />
ha scritto: “Un esempio di entusiasmo<br />
spontaneo fu offerto quel<strong>la</strong> mattina (si tratta<br />
dell’12 agosto) anche da un uomo meno giovane,<br />
il direttore delle officine Galileo Ettore Gamondi,<br />
sceso in strada con un fucile per unirsi a un<br />
gruppo di giovani patrioti, che poi sopravanzò<br />
lungo <strong>la</strong> via Madonna del<strong>la</strong> Tosse fino a precederli<br />
in via Berchet, dove cadde sotto il fuoco proveniente<br />
dal<strong>la</strong> ferrovia. Non lontano da lui caddero<br />
Giorgio e Rodolfo Taddei, il primo nell’impeto di<br />
attestarsi presso <strong>la</strong> spalletta del Mugnone, l’altro<br />
per soccorrere il fratello.”<br />
Il ricordo di Rodolfo è sempre vivo nelle testimonianze<br />
del<strong>la</strong> moglie, Emma Cheloni, c<strong>la</strong>sse 1919,<br />
del figlio Paolo Taddei nato nel 1941 e del<strong>la</strong><br />
coetanea Norma Benelli. Emma Cheloni ricorda<br />
Rodolfo e Giorgio con ammirazione mostrando<br />
La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />
due fazzoletti rossi macchiati di sangue. Sono i<br />
fazzoletti, gelosamente conservati dei due fratelli<br />
partigiani che contraddistinguevano gli appartenenti<br />
al<strong>la</strong> “III Brigata Rosselli – Divisione Giustizia<br />
e Libertà”. Rodolfo Taddei, il fratello più<br />
grande, aveva 24 <strong>anni</strong>, quando fu ucciso. Si era<br />
sposato con Emma Cheloni nell’agosto del 1940<br />
e subito dopo era stato chiamato alle armi. Dopo<br />
l’otto settembre del 1943 abbandonò l’esercito ed<br />
insieme al fratello Giorgio si portò a Monte Giovi<br />
dove operava <strong>la</strong> Brigata Rosselli.<br />
I fratelli Taddei insieme con altri partigiani morti<br />
per <strong>la</strong> liberazione di Firenze vennero seppelliti in<br />
un piccolo spazio cimiteriale provvisorio ricavato<br />
nel Giardino dei Semplici. Le loro salme , qualche<br />
anno dopo, vennero esumate e trasferite al<br />
cimitero di Soffiano. In tale occasione presso <strong>la</strong><br />
casa del popolo di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>, che nel frattempo<br />
era stata intestata ai fratelli Taddei, si svolse una<br />
cerimonia funebre partecipata da centinaia di soci<br />
e cittadini.<br />
La testimonianza di <strong>San</strong>dro <strong>San</strong>toni ricorda quel<br />
giorno rimasto impresso nel<strong>la</strong> memoria di un<br />
bambino: “Risiedo da più di trentacinque <strong>anni</strong><br />
all’estero, ma quel<strong>la</strong> parte emozionale di me che<br />
si radica negli <strong>anni</strong> giovanili rimane indissolubilmente<br />
legata a <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> e al<strong>la</strong> sua storia:<br />
storia minima, certamente, ma rilevante per chi<br />
vi è nato e vi ha trascorso ininterrottamente gli<br />
<strong>anni</strong> formativi dell’adolescenza e del<strong>la</strong> giovinezza.<br />
Insieme con questi echi, che sovente riecheggiano<br />
nel profondo pozzo del<strong>la</strong> memoria, viene quasi<br />
sempre a gal<strong>la</strong> il ricordo di mio zio (dovuto fra<br />
l’altro al fatto che, dal giorno del<strong>la</strong> mia nascita a<br />
quello in cui ho <strong>la</strong>sciato l’Italia, abbiamo vissuto<br />
quotidianamente sotto lo stesso tetto), unitamen-<br />
te a quello del luogo in cui egli immancabilmente<br />
trascorreva ogni sua serata.<br />
Uno dei miei primi ricordi collegati al<strong>la</strong> S.M.S.<br />
di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>, o meglio al<strong>la</strong> “Casa del Popolo”,<br />
come veniva chiamata, è un ricordo funebre: una<br />
sa<strong>la</strong> piena di palme, di garofani, di bandiere rosse<br />
e, dietro una cortina di gente dall’aria mesta, ma<br />
composta e fiera, le bare: quelle dei fratelli Taddei,<br />
il cui nome da quel giorno in poi ha contrassegnato<br />
quel luogo di aggregazione sociale. Ero molto<br />
piccolo, e potevo vedere <strong>la</strong> scena proprio perché<br />
mio zio mi teneva in collo; ora son quasi certo<br />
che egli mi abbia alzato al disopra del<strong>la</strong> fol<strong>la</strong> per<br />
imprimere nel<strong>la</strong> mia mente una visione indelebile<br />
che da grande avrei certamente dovuto situare in<br />
un contesto storico e morale.”<br />
Lo zio del<strong>la</strong> testimonianza è Ruggero Berlincioni,<br />
presidente del Comitato di Liberazione Nazionale<br />
locale e responsabile politico del<strong>la</strong> S.A.P. di <strong>San</strong><br />
<strong>Quirico</strong> (squadra di azione partigiana), figura<br />
fondamentale nel<strong>la</strong> vita politica del quartiere e<br />
nel<strong>la</strong> casa del popolo, come viene ricordata da<br />
Enzo Mancini in “Quelli del Circolo quelli del<strong>la</strong><br />
Cooperativa” e da suo nipote <strong>San</strong>dro: “Così era<br />
fatto, mio zio. Berlincioni di cognome, di nome<br />
faceva Ruggero: un nome un po’ desueto, da antico<br />
pa<strong>la</strong>dino; e del pa<strong>la</strong>dino aveva anche l’animo<br />
e <strong>la</strong> cavalleresca ingenuità: intendeva insegnare<br />
le cose, come fece con me in quel caso, nel più<br />
diretto ed effettivo dei modi: con l’esempio; un<br />
tipo di didattica, o di pedagogia, di cui oggigiorno<br />
ancora permangono gli effetti, e non solo in me.<br />
Ovviamente, molti di quelli che frequentano attualmente<br />
i locali del<strong>la</strong> “Fratelli Taddei” e devono<br />
ancora superare <strong>la</strong> quarantina, non lo hanno potuto<br />
conoscere o debbono ricordarlo in modo assai<br />
vago; ma coloro che hanno praticato quel centro<br />
di attività formativa nell’epoca che va dal primo<br />
dopoguerra (periodo che iniziò con una sensazione<br />
di libertà, seppur re<strong>la</strong>tiva, e che attraverso<br />
<strong>la</strong> ricostruzione, il consolidamento, il cosiddetto<br />
miracolo economico e una dirompente industrializzazione<br />
si concluse, attraverso un’ecatombe di<br />
governi, con gli <strong>anni</strong> di piombo) all’uccisione di<br />
Aldo Moro, lo potevano sicuramente trovare là<br />
ogni sera. Ruggero, infatti, non ebbe mai quel<br />
che si dice una vita privata: <strong>la</strong> sua esistenza, per <strong>la</strong><br />
parte <strong>la</strong>sciata libera dal <strong>la</strong>voro, era rappresentata<br />
dal Partito. Dal Partito con <strong>la</strong> P maiusco<strong>la</strong>, quello<br />
animato da un’ideale, e <strong>la</strong> Casa del Popolo era il<br />
luogo deputato per dare pragmaticamente vita<br />
a quell’ideale. Non si era mai sposato: il posto<br />
del<strong>la</strong> moglie, e forse anche dell’amante, veniva<br />
occupato in lui dal partito, quel partito che aveva<br />
contribuito a fondare e a cui era stato legato per<br />
tutta <strong>la</strong> vita, dedicandogli l’anima e il corpo. Al<br />
pari di ogni re<strong>la</strong>zione, anche questa era destinata<br />
ad essere teatro di momenti <strong>la</strong>ceranti, come al<br />
tempo del<strong>la</strong> primavera cecoslovacca, nel 1968, un<br />
accadimento che parve scrol<strong>la</strong>re fin nelle fondamenta<br />
i principî <strong>sui</strong> quali il rapporto era fondato.<br />
Eppure egli seppe, in un’età già avanzata, attraverso<br />
un processo dialettico di e<strong>la</strong>borazione e di sintesi,<br />
superare una crisi personale tanto profonda<br />
quanto dolorosa e riprendere il filo di un’analisi<br />
sociale che era ed è soprattutto metastorica. Era<br />
convinto di essere, nel<strong>la</strong> storia, parte delle storia,<br />
anche se infima: una convinzione che non lo abbandonò<br />
neanche sul letto di morte, proprio nei<br />
giorni del delitto Moro, quando mi chiedeva di<br />
analizzargli e commentargli gli articoli di giornale<br />
su quel rapimento. E non si pensi che siano stati<br />
57
soltanto i suoi coetanei a rispettare l’uomo e le sue<br />
idee: Ruggero era venerato anche e soprattutto da<br />
ragazzi dai quali lo separavano almeno due generazioni,<br />
anche a prescindere dal livello intellettuale<br />
o dall’estrazione sociale: caso più unico che raro<br />
fuori dal ristretto mondo degli studî.<br />
Rammento soprattutto le discussioni accalorate<br />
fra noi e principalmente, con un’onda di affetto,<br />
le critiche che rivolgeva alle mie tendenze anarcoidi<br />
(e quindi, ai suoi occhi, deviazioniste), al mio<br />
scetticismo, al mio fatalismo. Critiche dure e forse<br />
motivate, ma dalle quali traspariva quell’affezione<br />
e quel<strong>la</strong> tenerezza che ha sempre provato per<br />
me, unite a una certa indulgenza, come per un<br />
figlio che non aveva avuto; per parte mia, reciprocamente,<br />
l’ho sempre considerato un secondo<br />
padre, e così lo ricordo.<br />
Cos’è che gli forniva questa energia e questo calore<br />
che egli era in grado quant’altri mai di trasmettere<br />
a terzi? Oltre a solide convinzioni e a una ben<br />
radicata coscienza di c<strong>la</strong>sse, credo che nel suo caso<br />
si trattasse di una credenza tanto ingenua quanto<br />
profonda in un destino positivo dell’uomo e del<br />
suo progresso, unita al<strong>la</strong> convinzione che equità<br />
e giustizia sarebbero rimaste solo vuote parole se<br />
non fosse stata prima stabilita una parità effettiva<br />
fra tutti coloro che compongono il corpo sociale;<br />
e, nel contempo, del<strong>la</strong> coscienza che questo ideale<br />
sarebbe stato realizzabile solo con <strong>la</strong> creazione un<br />
sistema che propugnasse l’emancipazione dei ceti<br />
inferiori e <strong>la</strong> difesa dei propri simili, specie di<br />
quelli socialmente più deboli e svantaggiati.”<br />
L’11 di agosto <strong>la</strong> città era libera, tuttavia i combattimenti<br />
continuavano nel<strong>la</strong> parte nord ed i tiri<br />
dell’artiglieria tedesca raggiunsero anche alcune<br />
La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />
parti del<strong>la</strong> zona di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> facendo altre vittime<br />
e feriti e danneggiando le abitazioni.<br />
“Per molti giorni – ricorda Orazio Barbieri in<br />
“Ponti sull’Arno” – dall’11 agosto al 7 settembre,<br />
il fronte si sposta in avanti e indietro nel<strong>la</strong> città e<br />
talvolta pattuglie tedesche hanno ritorni offensivi<br />
che le avvicinano al centro del<strong>la</strong> città. E’ in questo<br />
stillicidio, su un fronte mobile e frastagliato<br />
che popo<strong>la</strong>zione e combattenti subiscono nuove<br />
perdite.”<br />
Il giorno stesso del<strong>la</strong> liberazione i rappresentanti<br />
del Partito d’Azione, del Partito Comunista<br />
Italiano e del Partito Socialista a nome del Comitato<br />
di Liberazione, si insediarono nel<strong>la</strong> sede<br />
del<strong>la</strong> Società di Mutua Assistenza di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong><br />
e formalmente ne fecero riprendere le attività. Il<br />
primo atto di un’assemblea straordinaria fu quello<br />
di eleggere il primo Consiglio del dopo guerra,<br />
formato da vecchi soci e da un gruppo di giovani.<br />
Gli incarichi furono attribuiti a Giovacchino<br />
Mita presidente, Rosselli segretario, Otello Dolfi e<br />
Licio Nannoni vice segretari, Guido Cappuccini,<br />
Francesco Bargiacchi ed altri. Il nuovo consiglio<br />
aveva programmato <strong>la</strong> ripresa dell’attività cinematografica,<br />
ma ciò non si realizzerà a causa delle<br />
continue interruzioni dell’energia elettrica. Per<br />
questo <strong>la</strong> sa<strong>la</strong> del cinema, liberata dalle sedie, fu<br />
utilizzata per bal<strong>la</strong>re, mentre nel giardino durante<br />
<strong>la</strong> buona stagione un gruppo teatrale, messo in<br />
piedi dal presidente del<strong>la</strong> casa del popolo reclutando<br />
attori tra vecchie conoscenze, riuscì a mettere<br />
in scena delle commedie in vernacolo fiorentino<br />
come “l’acqua cheta”, “il gatto in cantina”, “i due<br />
sergenti” ed altre. Questa attività teatrale e ricreativa<br />
trovò riscontro positivo tra <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione che<br />
partecipava con interesse e divertimento.<br />
Dal<strong>la</strong> casa del popolo riprese vita anche lo spaccio<br />
cooperativo inizialmente autogestito da un consiglio<br />
eletto dai soci. Successivamente lo spaccio<br />
aderì al<strong>la</strong> Unione Cooperative Fiorentine ed infine<br />
con <strong>la</strong> ricostituzione del<strong>la</strong> cooperativa di Legnaia<br />
divenne uno dei 9 spacci di questa. In questa fase i<br />
cittadini ed i soci contribuiscono finanziariamente<br />
allo sviluppo associativo attraverso l’azionariato<br />
sociale <strong>la</strong>nciato dal Consiglio.<br />
Con <strong>la</strong> ripresa del<strong>la</strong> vita nel<strong>la</strong> casa del popolo un<br />
ruolo importante viene svolto dai partiti politici.<br />
Dopo vent’<strong>anni</strong> di dittatura fascista il tessuto<br />
sociale era profondamente disgregato, le masse<br />
popo<strong>la</strong>ri apparivano frastornate e sfiduciate.<br />
I partiti, con il ruolo attivo svolto nel<strong>la</strong> c<strong>la</strong>ndestinità<br />
antifascista e nel<strong>la</strong> lotta di liberazione, erano i<br />
soli punti di riferimento sostanziali per <strong>la</strong> riaggregazione<br />
sociale.<br />
Ernesto Ragionieri, in “Storia d’Italia – dall’Unità<br />
ad oggi”, sostiene che i “I partiti politici<br />
rappresentavano l’unica forma di associazione<br />
veramente autonoma delle c<strong>la</strong>ssi sociali.” I maggiori<br />
sindacati italiani erano stati ricostituiti dai<br />
tre partiti: DC, PCI e PSI, così avvenne anche per<br />
le organizzazioni cooperative, altre forme di associazionismo<br />
di massa vivevano una vita stentata<br />
non essendoci ancora forme di coordinamento o<br />
di organizzazione nazionale delle stesse.<br />
Per questo a livello locale, in modo partico<strong>la</strong>re,<br />
<strong>la</strong> presenza dei partiti era quasi indispensabile per<br />
garantire ogni forma di ripresa delle Società, dei<br />
Circoli e delle Case del Popolo.<br />
Questo produce modificazioni non di poco conto<br />
nel carattere e nel<strong>la</strong> conduzione dei sodalizi<br />
associativi, i quali perdono una parte di quel<strong>la</strong><br />
autonomia che gli distingueva all’origine quando<br />
essi generarono le altre forme associative sindacali,<br />
cooperative e politiche.<br />
In ogni modo si deve, al<strong>la</strong> sinergia tra coloro<br />
che erano maggiormente impegnati nei partiti,<br />
i giovani del Fronte del<strong>la</strong> Gioventù, le donne<br />
organizzate nell’UDI Unione Donne Italiane ed i<br />
cittadini interessati al<strong>la</strong> ricostituzione dell’associazionismo<br />
ricreativo, <strong>la</strong> ripresa del<strong>la</strong> vita associativa<br />
e <strong>la</strong> realizzazione delle prime importanti iniziative<br />
culturali, ricreative e sportive.<br />
Certamente i sodalizi, nel rapporto con i cittadini,<br />
devono tener conto oltre alle condizioni di disagio<br />
e di smarrimento politico e culturale, anche<br />
del<strong>la</strong> situazione economica e sociale del primo<br />
dopoguerra.<br />
La forte inf<strong>la</strong>zione pesa <strong>sui</strong> <strong>la</strong>voratori dipendenti<br />
e <strong>sui</strong> ceti medi riducendo il potere d’acquisto dei<br />
già miseri sa<strong>la</strong>ri. L’aumento demografico senza un<br />
adeguato sviluppo produttivo genera il fenomeno<br />
del<strong>la</strong> disoccupazione di massa, solo in parte alleviata,<br />
dai forti flussi di emigrazione verso i paesi<br />
europei più vicini: Svizzera, Germania, Belgio,<br />
ecc.<br />
Questi problemi a Firenze sono meno accentuati<br />
che in altre parti d’Italia, comunque le difficoltà<br />
sono presenti e ci vorranno gli <strong>anni</strong> del cosiddetto<br />
boom economico per superarle.<br />
Nello stesso tempo <strong>la</strong> vita politica e istituzionale<br />
inizia un percorso democratico, di pari passo con i<br />
primi impegni per <strong>la</strong> ricostruzione del paese, nel<strong>la</strong><br />
riconquistata libertà.<br />
Il 2 giugno 1946 il popolo italiano è chiamato a<br />
votare per il referendum repubblica – monarchia<br />
e per eleggere l’Assemblea costituente.<br />
Il referendum sancì, anche se di stretta misura,<br />
l‘affermazione del<strong>la</strong> repubblica con il 54,26 %<br />
59
degli oltre 23 milioni di voti validi.<br />
I risultati delle elezioni per l’Assemblea Costituente<br />
confermarono <strong>la</strong> netta prevalenza (74,86<br />
% ) dei grandi partiti di massa che si erano ricostituiti<br />
dopo <strong>la</strong> liberazione, con l’affermazione<br />
re<strong>la</strong>tiva del<strong>la</strong> Democrazia Cristiana (35,18 %),<br />
seguita dal PSIUP (20,72) e dal PCI (19 %).<br />
Dopo 18 mesi d’intenso <strong>la</strong>voro dell’Assemblea <strong>la</strong><br />
Costituzione Repubblicana, venne approvata il 22<br />
dicembre 1947 ed entrò in vigore il 1° gennaio<br />
del 1948. La Carta rispecchiò il clima politico<br />
che aveva caratterizzato <strong>la</strong> lotta di liberazione<br />
antifascista, e sintetizzò il risultato del<strong>la</strong> più alta<br />
e significativa mediazione tra le forze politiche<br />
di ispirazione cattolica, socialista, comunista,<br />
liberale e repubblicana. Il riconoscimento del<br />
concordato pontificio e l’amnistia generale, nel<strong>la</strong><br />
quale erano compresi anche i reati fascisti, <strong>la</strong>nciarono<br />
al paese un segnale forte di pacificazione.<br />
La carta costituzionale stabilì, per <strong>la</strong> prima volta<br />
nel<strong>la</strong> storia d’Italia, il diritto di voto alle donne ed<br />
il diritto dei cittadini “di associarsi liberamente,<br />
senza autorizzazioni, per fini che non sono vietati<br />
ai singoli dal<strong>la</strong> legge”.<br />
Purtroppo per ragioni politiche nazionali, ma<br />
soprattutto internazionali, il clima unitario ebbe<br />
breve durata. Già dal<strong>la</strong> metà del 1947 si formò il<br />
governo De Gasperi sostenuto dal<strong>la</strong> Democrazia<br />
Cristina, dal partito Liberale e da alcuni indipendenti<br />
con l’esclusione dei partiti di sinistra. Subito<br />
dopo le elezioni politiche del 18 aprile 1948 con<br />
il successo conseguito dal<strong>la</strong> D.C. e <strong>la</strong> sconfitta dei<br />
partiti di sinistra presentatisi uniti nel Fronte Popo<strong>la</strong>re,<br />
segnarono <strong>la</strong> fine dei rapporti instauratosi<br />
durante <strong>la</strong> lotta di liberazione. Il quadro politico<br />
si deteriora ed inizia una fase di forte scontro<br />
La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />
ideologico-politico tra le forze di centro-destra<br />
al governo e quelle di sinistra all’opposizione. Per<br />
oltre dieci <strong>anni</strong> i governi a guida democristiana,<br />
sostenuti a livello internazionale dagli Stati Uniti<br />
d’America, tentano di frenare <strong>la</strong> corretta applicazione<br />
del dettato costituzionale ed avviano una<br />
politica di discriminazioni, attacchi alle libertà<br />
fondamentali, al libero dispiegarsi delle attività<br />
ricreative e culturali, allo sviluppo civile e democratico<br />
del<strong>la</strong> vita associativa popo<strong>la</strong>re.<br />
Nei primi venti <strong>anni</strong> del dopoguerra, tutta l’area<br />
Sud Ovest di Firenze subisce una profonda modificazione<br />
urbanistica, con un cambiamento<br />
sostanziale del tessuto sociale ed economico.<br />
La dove c’erano campi, orti, fossi vengono edificate<br />
case popo<strong>la</strong>ri, cooperative e residenze private,<br />
con ciò sono stati risolti molti aspetti del problema<br />
abitativo, ma in pari tempo generano nuove<br />
problematiche e necessari adattamenti.<br />
Il primo intervento con <strong>la</strong> costruzione del nuovo<br />
quartiere dell’Isolotto, occupò quasi 500 ettari di<br />
terreno e gradualmente determinò un insediamento<br />
di circa 10.000 persone provenienti da<br />
altre zone di Firenze e d’Italia.<br />
Un secondo intervento, ad Ovest dell’Isolotto, tra<br />
via Martini, via Canova e l’Argingrosso, comunemente<br />
chiamato del<strong>la</strong> 167, dal<strong>la</strong> legge che permetteva<br />
ai Comuni di acquisire aree da destinarsi<br />
all’edilizia economica e popo<strong>la</strong>re, si estese su 180<br />
ettari di terreno ed essendo più intensivo vennero<br />
costruite abitazioni per oltre 20.000 abitanti.<br />
Un piccolo piano di edilizia economica e popo<strong>la</strong>re<br />
interessò anche <strong>la</strong> zona di Legnaia, nel tratto tra il<br />
Lastrico e <strong>la</strong> Federiga, su poco meno di 4 ettari di<br />
terreno sorsero case per 1.000 abitanti.<br />
Intorno a questi interventi pubblici furono costruite<br />
altre abitazioni ad edilizia privata, con una<br />
progressione inesorabile che ha portato al<strong>la</strong> quasi<br />
saturazione dell’area.<br />
In “Legnaia, Cintoia e Soffiano – tre aspetti dell’antico<br />
suburbio occidentale fiorentino”, Giampaolo<br />
Trotta scrive:<br />
”La nuova area di espansione urbana a Nord di<br />
via del Pol<strong>la</strong>io si appoggia agli assi viari principali<br />
costituiti da viale Talenti - viale Etruria e dal<strong>la</strong> diramazione<br />
paralle<strong>la</strong> all’Argin Grosso, costituita da<br />
via Canova una strada quest’ultima posta all’interno<br />
di un tessuto edilizio privo di qualsiasi identità<br />
urbana. Il piano rego<strong>la</strong>tore ‘Detti’ si sovrappone<br />
brutalmente al<strong>la</strong> sedimentata realtà suburbana locale,<br />
andatasi configurando lentamente nel corso<br />
dei secoli. Se da un <strong>la</strong>to, infatti, risolve numerosi<br />
problemi legati al<strong>la</strong> grande viabilità, decongestionando<br />
in parte alcune delle vecchie ed inadeguate<br />
arterie mediante <strong>la</strong> realizzazione di nuove strade<br />
di grande scorrimento e di collegamento tra zone<br />
diverse del<strong>la</strong> città, da un altro <strong>la</strong>to si presenta<br />
eccessivamente funzionalistico, non riuscendo a<br />
‘capire’ le singole realtà storicizzate. In nome del<strong>la</strong><br />
pianificazione e del<strong>la</strong> razionalizzazione urbana<br />
sono così distrutti – o ne viene proposta quanto<br />
meno <strong>la</strong> distruzione – vecchi borghi e agglomerati<br />
rurali, case coloniche, tipiche viuzze e tabernacoli<br />
lungo-strada, masse arboree e antichi poderi. La<br />
‘co<strong>la</strong>ta di cemento’ non si inserisce assolutamente<br />
nel precedente contesto, non ne trae alcun principio<br />
di identità da utilizzare come elemento<br />
conduttore nel<strong>la</strong> nuova progettazione, non si<br />
rispettano né antichi edifici, né l’organizzazione<br />
territoriale, né gli aspetti ambientali.”<br />
La modificazione urbana descritta nel<strong>la</strong> citazio-<br />
ne è, tra l’altro, fortemente carente per ciò che<br />
riguarda i servizi. Si è pensato molto al<strong>la</strong> casa,<br />
si è pensato meno, almeno nell’immediato e per<br />
alcuni <strong>anni</strong>, al<strong>la</strong> realizzazione di asili, di scuole,<br />
di impianti sportivi e altre attrezzature idonee e<br />
sufficienti per <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione cresciuta numericamente<br />
e qualitativamente rispetto al recente<br />
passato.<br />
La casa del popolo di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>, come tutti<br />
gli altri luoghi dell’associazionismo popo<strong>la</strong>re<br />
<strong>la</strong>ico e cattolico del<strong>la</strong> zona, si trovano al centro<br />
di questo sconvolgimento e ne risentano direttamente.<br />
I gruppi dirigenti saranno costretti dai<br />
soci ma soprattutto dai cittadini a modificare e<br />
caratterizzare il ruolo, i programmi e le attività,<br />
per sopperire o per sollecitare, com’è nel<strong>la</strong> storia<br />
e nel<strong>la</strong> tradizione pre fascista, l’intervento delle<br />
istituzioni, soprattutto quelle locali, finalizzati ad<br />
adottare provvedimenti rispondenti alle esigenze<br />
ed ai nuovi bisogni del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione.<br />
Come vedremo in seguito, si formeranno comitati<br />
di cittadini con punto di riferimento politico e<br />
organizzativo nel<strong>la</strong> casa del popolo per rivendicare<br />
<strong>la</strong> soluzioni di problemi considerati importanti e<br />
tal volta gravi portati dallo sviluppo economico e<br />
dalle sue contraddizioni.<br />
La presa di coscienza si al<strong>la</strong>rga, il conflitto non è<br />
più solo quello tra <strong>la</strong>voratori e datori di <strong>la</strong>voro,<br />
le rivendicazioni per ottenere quello che viene<br />
definito Welfaire (stato sociale) diventano sempre<br />
più coinvolgenti e si al<strong>la</strong>rgheranno fino a comprendere<br />
le questioni ambientali e l’attenzione<br />
al<strong>la</strong> qualità del<strong>la</strong> vita.<br />
Nel<strong>la</strong> prima fase del<strong>la</strong> ripresa del dopoguerra le<br />
attività ricreative, culturali e politiche rappresen-<br />
61
tavano l’impegno principale del<strong>la</strong> casa del popolo.<br />
Ballo, teatro, musica, attività giovanili, iniziative<br />
per i bambini, gite turistiche domenicali, dibattiti<br />
e comizi fanno parte dei programmi mensili del<br />
sodalizio. A <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> di notevole importanza<br />
è l’allestimento ed il programma del<strong>la</strong> biblioteca<br />
attraverso il recupero del<strong>la</strong> memoria storica e del<strong>la</strong><br />
tradizione delle Società di Mutuo Soccorso. I libri<br />
disponibili sono messi a disposizione dei soci e dei<br />
cittadini, in pari tempo si svolgono conferenze e<br />
dibattiti. In questo programma assumo un notevole<br />
rilievo <strong>la</strong> presentazione di nuovi libri con <strong>la</strong><br />
partecipazione degli stessi autori. Tra i soci anziani<br />
è ancora vivo il ricordo del<strong>la</strong> conferenza di Gavino<br />
Ledda durante <strong>la</strong> presentazione del suo libro “Padre<br />
padrone”. L’esperienza del<strong>la</strong> biblioteca proseguirà<br />
per diversi <strong>anni</strong> e da tale iniziativa prenderà<br />
vita, nel 1960, il “Circolo Nazim Hikmet”.<br />
Nonostante <strong>la</strong> forte tensione politica che attraversa<br />
tutto il paese, le forze popo<strong>la</strong>ri iniziano a<br />
dedicarsi in modo organico allo sviluppo del<strong>la</strong><br />
Casa del Popolo ed al<strong>la</strong> programmazione meno<br />
spontanea delle attività. La prima esigenza sentita<br />
dai soci e da molte persone abitanti nel<strong>la</strong> zona era<br />
quel<strong>la</strong> di migliorare le esistenti strutture sociali. Il<br />
primo maggio del 1950, presidente dell’associazione<br />
Alvaro Masi, segna il primo grande passo in<br />
tale direzione. Con <strong>la</strong> decisione di acquistare dal<strong>la</strong><br />
famiglia Masini una porzione di terreno adiacente<br />
al<strong>la</strong> casa del popolo iniziano i <strong>la</strong>vori d’ammodernamento<br />
del<strong>la</strong> sede sociale ed in partico<strong>la</strong>re<br />
l’ampliamento dell’esistente arena del cinema<br />
estivo. A tali <strong>la</strong>vori partecipano moltissimi soci<br />
e persone delle più svariate professioni (operai,<br />
studenti, impiegati, artigiani) che si improvvisa-<br />
La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />
rono per l’occasione sterratori, manovali e mezzi<br />
muratori, sotto <strong>la</strong> guida di alcuni soci muratori.<br />
Tra essi Dante Masini, Gino Paletti, Pietro Corsi,<br />
(pietrino), Adolfo Ugolini (il cioccia), Ottavio<br />
Corsinovi (pipone), Eugenio Sestini (il gasista),<br />
che prestando tutti gratuitamente <strong>la</strong> loro opera,<br />
nelle ore serali e notturne dei giorni feriali e fin<br />
dal<strong>la</strong> mattina dei giorni festivi, riuscirono a completare<br />
i <strong>la</strong>vori per il giorno di apertura del cinema<br />
estivo, i primi del mese di giugno.<br />
Nell’occasione, anche per rego<strong>la</strong>rizzare l’acquisto<br />
del terreno, l’Assemblea dei soci approva il nuovo<br />
statuto del<strong>la</strong> casa del popolo, e<strong>la</strong>borato e proposto<br />
dal Consiglio direttivo.<br />
Forti di questa esperienza ma soprattutto del<strong>la</strong><br />
grande partecipazione che tale iniziativa di volontariato<br />
aveva suscitato venne deciso di proseguire e<br />
di affrontare immediatamente l’obbiettivo di realizzare<br />
una struttura da adibire ad asilo nido per i<br />
bambini. L’esigenza era sentita fra <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione<br />
di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>, in quanto allora non esistevano<br />
strutture pubbliche finalizzate all’accoglienza dei<br />
bambini più piccoli.<br />
In realtà già esisteva a <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> subito dopo il<br />
passaggio del<strong>la</strong> guerra e gestito dall’UDI un asilo<br />
intito<strong>la</strong>to ad “Anita Garibaldi”, ospitato in una<br />
vecchia casa contadina adattata allo scopo; era<br />
necessario però realizzare una sede ed ambiente<br />
migliore. Il progetto e <strong>la</strong> direzione dei <strong>la</strong>vori furono<br />
affidati all’ing. Romanello Massini il quale li<br />
eseguì gratuitamente. Il Comune di Firenze concesse<br />
gratuitamente un suo cantiere edile dismesso<br />
confinante con <strong>la</strong> Casa del Popolo ad una Società<br />
appositamente costituita dal<strong>la</strong> Casa del Popolo. I<br />
<strong>la</strong>vori iniziarono nel mese di giugno e si conclusero<br />
nel maggio del 1951.<br />
Un contributo partico<strong>la</strong>re, data <strong>la</strong> loro professionalità<br />
e specializzazione, venne offerto dai soci<br />
Dante Matteuzzi e Nino Evangelio (per i <strong>la</strong>vori<br />
di falegnameria), Mario Boddi (per le pavimentazioni),<br />
Ruggero Galli (per l’impianto idraulico),<br />
Lisindo Cirri (per l’impianto elettrico), Ezio<br />
Garuglieri e Pugi (per i <strong>la</strong>vori di verniciatura ed<br />
imbiancatura). Accanto al <strong>la</strong>voro volontario, in<br />
questa occasione divenne necessario il contributo<br />
finanziario del<strong>la</strong> casa del popolo realizzato con<br />
molti sacrifici, affiancato dal determinante esito<br />
del<strong>la</strong> sottoscrizione popo<strong>la</strong>re tra i cittadini di <strong>San</strong><br />
<strong>Quirico</strong> e da un contributo di Lire 200.000 concesse<br />
da Eleonora Turziani, assessore comunale.<br />
Una grande festa di popolo, con <strong>la</strong> presenza del<br />
Sindaco di Firenze Mario Fabiani, fece da cornice<br />
all’inaugurazione dell’asilo. Negli <strong>anni</strong> seguenti<br />
e fino al 1971, l’asilo proseguì <strong>la</strong> sua attività<br />
basandosi esclusivamente sul volontariato, fatta<br />
eccezione per <strong>la</strong> maestra, con un partico<strong>la</strong>re e<br />
fondamentale ruolo svolto dalle donne dell’UDI<br />
di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> che s’impegnarono con grande<br />
entusiasmo nel<strong>la</strong> gestione, in partico<strong>la</strong>re modo<br />
Marusca Bargiacchi (per molti <strong>anni</strong> presidente<br />
dell’asilo), Ofelia Matteuzzi, Vanda Bolognini,<br />
Norma Magherini, C<strong>la</strong>ra Me<strong>la</strong>ni, Annetta Mancini,<br />
<strong>la</strong> Sestini e <strong>la</strong> Zei.<br />
In occasione delle iniziative per celebrare il cinquantesimo<br />
<strong>anni</strong>versario dell’asilo <strong>la</strong> casa del popolo<br />
realizzò una bel<strong>la</strong> mostra fotografica, allestita<br />
dagli architetti Francesco Carpi Lapi e Gabriele<br />
Faieta e <strong>la</strong> <strong>pubblicazione</strong>: “C’era una volta un Asilo…”<br />
dal<strong>la</strong> quale sono state ricavate le fasi salienti<br />
di tale opera.<br />
Dal 1975, anno in cui l’asilo è spostato presso <strong>la</strong><br />
scuo<strong>la</strong> Don Mi<strong>la</strong>ni e diventa comunale, i locali<br />
vengono adibiti a sede di servizi socio-sanitari<br />
del comune, mentre dal 1999 sono utilizzati per<br />
le attività sociali e ricreative del<strong>la</strong> casa del popolo.<br />
Negli <strong>anni</strong> 1953/54, come già accennato, il governo<br />
di centro-destra intensifica gli attacchi alle<br />
associazioni democratiche e popo<strong>la</strong>ri ed agli uomini<br />
di cultura. Una decisione del Consiglio dei<br />
Ministri datata 18 marzo 1954 stabilì di “recuperare<br />
allo Stato tutti i beni di proprietà del disciolto<br />
partito nazionale fascista e di organizzazioni<br />
dipendenti o di altri beni demaniali attualmente<br />
occupati da organizzazioni di parte”. Di fatto<br />
cosa era accaduto: dopo <strong>la</strong> Liberazione i legittimi<br />
proprietari delle Società di Mutuo Soccorso, Case<br />
del Popolo, Circoli, etc. ripresero possesso degli<br />
immobili che il fascismo aveva loro tolto con <strong>la</strong><br />
forza. Ingenuamente in gran parte dei casi non fu<br />
legalizzato il passaggio di proprietà immobiliare,<br />
che nel frattempo, il primo governo post fascista,<br />
aveva passato al demanio dello Stato.<br />
Il Governo strumentalizza tale situazione, partico<strong>la</strong>rmente<br />
duro e pesante è l’intervento guidato dal<br />
Ministro Mario Scelba, polizia e carabinieri intervengono<br />
con <strong>la</strong> forza per sfrattare le associazioni<br />
dalle loro sedi, giustificando l’utilizzo delle stesse<br />
per “pubblica utilità”: caserme dei Carabinieri<br />
come nel caso di Legnaia, scuole pubbliche, ma<br />
in molti casi, edifici requisiti inutilizzati e <strong>la</strong>sciati<br />
abbandonati, come tutt’ora risulta essere quello di<br />
Soffiano. La casa del popolo di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> non è<br />
coinvolta in questo processo repressivo in quanto<br />
come abbiamo già accennato si era trovata in un<br />
a situazione partico<strong>la</strong>re rispetto alle altre. Tuttavia<br />
partecipò attivamente al movimento di solidarietà<br />
a sostegno dell’iniziativa legale e politica per <strong>la</strong><br />
63
difesa del movimento circolistico e associativo.<br />
Dal 29 aprile 1953 al 5 marzo 1955, nel<strong>la</strong> provincia<br />
di Firenze, furono eseguiti 23 sfratti forzosi,<br />
tra i quali <strong>la</strong> Casa del Popolo di Legnaia (4 febbraio<br />
1955); <strong>la</strong> risposta e <strong>la</strong> partecipazione popo<strong>la</strong>re<br />
fu significativa: diecine di nuove, moderne ed<br />
accoglienti case del popolo vennero costruite ed<br />
inaugurate nel 1956.<br />
La repressione scelbiana contro il movimento<br />
associativo fa parte del<strong>la</strong> strategia più generale<br />
contro le forze di sinistra. Nei verbali del Consiglio<br />
dei Ministri, riferiti a quel periodo, si può<br />
leggere: “dovere di uno stato democratico è di<br />
impedire che le forze antidemocratiche sopprimano<br />
<strong>la</strong> libertà”. Il Governo riteneva che le forze di<br />
sinistra agissero contro <strong>la</strong> Costituzione, in effetti,<br />
con quel presupposto veniva giustificata ogni<br />
azione e anche quando era, quel<strong>la</strong> si, palesemente<br />
anticostituzionale.<br />
Nel 1955 il Prefetto di Bologna emanò alcune<br />
disposizioni per il controllo di polizia dei circoli<br />
associativi. Tra le altre cose era scritto: “intensificare<br />
<strong>la</strong> sorveglianza di quei circoli ricreativi<br />
che sotto l’egida dell’ENAL sono passati mano a<br />
mano e nel<strong>la</strong> quasi totalità al<strong>la</strong> dipendenza delle<br />
organizzazioni socialcomuniste”.<br />
Nel<strong>la</strong> realtà i sodalizi di sinistra dovevano aderire<br />
obbligatoriamente all’ENAL (Ente Nazionale Assistenza<br />
Lavoratori), per poter ottenere le licenze<br />
e le autorizzazioni atte allo svolgimento delle<br />
attività di bar, buffet e simili.<br />
Le forze politiche di sinistra nel momento del<strong>la</strong><br />
trasformazione del Dopo<strong>la</strong>voro fascista in Ente<br />
Nazionale si impegnarono per <strong>la</strong> sua riforma in<br />
ente democratico e rappresentativo dei Circoli,<br />
capace di fornire servizi ed assistenza a tutte le<br />
La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />
strutture circolistiche. Dopo dieci <strong>anni</strong> di rivendicazioni<br />
e lotte il mancato raggiungimento di<br />
una se pur minima riforma spinge il movimento<br />
associativo democratico a cercare altre soluzioni.<br />
In quel contesto, superando incertezze e contraddizioni<br />
avanza con maggiore forza l’idea di<br />
costituire una organizzazione autonoma e libera<br />
dei circoli. In molte province italiane, i Circoli e<br />
le Case del Popolo iniziarono ad organizzarsi con<br />
forme di difesa di tipo sindacale dando vita all’<br />
“Alleanza dei Circoli”.<br />
Attraverso queste iniziative, in partico<strong>la</strong>r modo<br />
promosse nelle province di Bologna, Novara,<br />
Pisa, Torino e Firenze, possiamo affermare con<br />
certezza, vennero gettate le basi per <strong>la</strong> nascita<br />
del<strong>la</strong> grande associazione nazionale dei circoli,<br />
che nel maggio del 1956 prese il nome di “Alleanza<br />
per <strong>la</strong> ricreazione popo<strong>la</strong>re” La stessa Alleanza<br />
convocò a Firenze, il 25 e 26 maggio 1957 il<br />
convegno nazionale a conclusione del dal quale<br />
venne approvato l’atto costitutivo ed il primo statuto<br />
dell‘ARCI “Associazione Ricreativa Culturale<br />
Italiana”.<br />
La Casa del Popolo nel<strong>la</strong> nuova<br />
realtà ARCI, centro di aggregazione<br />
e d’iniziativa ricreativa, sportiva e<br />
culturale; punto di riferimento per le<br />
lotte sociali (1958/1990)<br />
In questa fase l’attività ricreativa e culturale del<strong>la</strong><br />
casa del Popolo di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> viene intensificata<br />
e qualificata in modo partico<strong>la</strong>re con l’adeguamento<br />
tecnologico del<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> cinematografica. In<br />
una pubblicità del 1956 si può leggere: “Cinema<br />
Teatro Casa del Popolo Fratelli Taddei, via Pisana<br />
576 – <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> a Legnaia, ”<br />
Anche le attività sportive vengono seguite con<br />
attenzione e passione in partico<strong>la</strong>r modo il ciclismo<br />
disciplina popo<strong>la</strong>re avviata nel circolo fin dal<br />
primo dopoguerra. Nel mese di giugno del 1956<br />
venne organizzata una corsa ciclistica per dilettanti<br />
UISP intito<strong>la</strong>ta ai fratelli Taddei.<br />
Negli ultimi <strong>anni</strong> ’50, con l’acquisizione di un<br />
terreno attiguo al<strong>la</strong> Casa del Popolo, <strong>la</strong> stessa fu<br />
ampliata e resa più confortevole con l’instal<strong>la</strong>zione<br />
dell’impianto centralizzato di riscaldamento.<br />
La Casa del Popolo cercava con tutti i mezzi<br />
disponibili e l’impegno del volontariato di corrispondere<br />
ai mutamenti profondi in atto nel<br />
Paese.<br />
Gli <strong>anni</strong> ’50 <strong>la</strong>sciarono un segno indelebile anche<br />
nel<strong>la</strong> vita economica, sociale e politica italiana.<br />
Mentre il movimento associativo era costretto a<br />
difendere <strong>la</strong> sua libertà e autonomia, si aprirono<br />
processi sociali e profonde modificazioni economiche<br />
che vanno ad incidere sulle abitudini,<br />
gli usi ed i costumi del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione a livello<br />
generalizzato.<br />
Negli <strong>anni</strong> cinquanta si registra, a livello nazionale,<br />
un aumento demografico del 5,8 %. L’aumento<br />
rilevato nelle grandi città risultava tuttavia molto<br />
superiore. Era quello il segnale inconfondibile di<br />
una grande migrazione interna senza precedenti<br />
dal<strong>la</strong> campagna alle città, dal Sud al Nord. Gli<br />
emigrati interni dal Sud al Nord passano (nello<br />
stesso periodo) da 975.000 a 1.852.000 ed in<br />
gran parte trovano <strong>la</strong>voro nelle fabbriche del nord<br />
dove le moderne catene di montaggio modificano<br />
le forme e i modi di produzione industriale. Si<br />
espandono le esportazioni il mercato interno.<br />
E’ l'inizio di quello che è definito "miracolo economico".<br />
Il reddito netto da <strong>la</strong>voro dipendente<br />
aumenta dell'89%, il Prodotto Interno Lordo<br />
(PIL) del 111%, ed il reddito non di <strong>la</strong>voro del<br />
135%. Si tratta di saggi di sviluppo mai verificatisi<br />
in precedenza. La sco<strong>la</strong>rizzazione raddoppia<br />
e determina un nuovo fabbisogno di strutture<br />
sco<strong>la</strong>stiche adeguate.<br />
Con il maggior benessere generalizzato inizia l'era<br />
del "consumismo", segnata dall'accelerazione dei<br />
consumi privati rispetto a quelli sociali, e l'automobile<br />
ne diviene il simbolo più vistoso, non solo<br />
come mezzo privato di trasporto, ma anche come<br />
simbolo di successo personale. Gli oltre 2 milioni<br />
di auto circo<strong>la</strong>nti in Italia all'inizio degli <strong>anni</strong> '60<br />
(400.000 nel 1951), insieme al rapido diffondersi<br />
dei motocicli e degli scooter (Vespa e Lambretta)<br />
rappresentano nuove opportunità per il trasporto<br />
privato e modificano rapidamente <strong>la</strong> mobilità<br />
interna ed il modo di vita dei cittadini.<br />
La televisione a sua volta introduce nuovi ed<br />
imprevedibili, fino allora, modi di comunicazione,<br />
di formazione e diffusione culturale ed in<br />
pari tempo trasmette inedite forme di messaggio<br />
pubblicitario, fondamentali e funzionali al condizionamento<br />
dei consumi privati.<br />
Attraverso il cinema di produzione statunitense<br />
si diffonde nel<strong>la</strong> società l’emu<strong>la</strong>zione di un modello<br />
di vita “americano” che riuscì a far presa<br />
negli strati popo<strong>la</strong>ri. Verso <strong>la</strong> fine degli <strong>anni</strong> '50<br />
in alcune città appare il fenomeno dei teppismo<br />
giovanile (i cosiddetti “teddy-boys”). Nei bar vengono<br />
instal<strong>la</strong>ti i primi flipper, le slot-machine ed<br />
i juke-box, nuovi strumenti di ricreazione e svago<br />
soprattutto per le giovani generazioni. Le forme<br />
tradizionali di aggregazione sociale e di organiz-<br />
65
zazione del consenso entrarono in crisi. Anche le<br />
organizzazioni degli oratori parrocchiali, pi<strong>la</strong>stro<br />
dell'assetto sociale del<strong>la</strong> società contadina, subisce<br />
un grave colpo e comincia a vedere diminuita <strong>la</strong><br />
propria forza di aggregazione sociale.<br />
Si tratta di un grande sconvolgimento caratterizzato<br />
da forti squilibri tra Nord e Sud nel<strong>la</strong><br />
distribuzione del<strong>la</strong> ricchezza e del benessere, con<br />
notevoli implicazioni sociali e politiche. Emergono<br />
fermenti nuovi tra le masse giovanili con<br />
moderne forme di socialità nei luoghi di studio,<br />
di <strong>la</strong>voro e nel tempo libero. Si apre un esteso<br />
conflitto sociale nelle fabbriche ed i giovani si<br />
uniscono alle lotte dei <strong>la</strong>voratori per rivendicare<br />
migliori condizioni di vita, un diverso e più<br />
equilibrato sviluppo economico, un Governo più<br />
democratico, più libertà.<br />
Nell’aprile del 1960, dopo una serie di ricorrenti<br />
crisi governative, il Par<strong>la</strong>mento concede <strong>la</strong> fiducia<br />
al Governo presieduto da Fernando Tambroni<br />
appoggiato dai liberali e con i voti determinanti<br />
dei post-fascisti del Movimento Sociale Italiano<br />
(MSI).<br />
Da una crisi che doveva spostare a sinistra l’asse<br />
politico del governo, si rischia invece un colpo di<br />
Stato autoritario.<br />
A Luglio il Governo Tambroni si fa garante dello<br />
svolgimento del Congresso nazionale del MSI a<br />
Genova nonostante le forti proteste delle forze<br />
democratiche. Ciò solleva una forte ribellione<br />
popo<strong>la</strong>re contro il congresso missino e contro le<br />
forze di polizia che lo proteggono. In poche ore<br />
si manifesta tutta <strong>la</strong> collera popo<strong>la</strong>re che si era accumu<strong>la</strong>ta<br />
in oltre dieci <strong>anni</strong> di governi democristiani<br />
ed in quasi tutte le città italiane si svolgono<br />
La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />
grandi manifestazioni di protesta partecipate da<br />
migliaia di persone. La polizia interviene con le<br />
armi ed uccide giovani <strong>la</strong>voratori a Reggio Emilia<br />
e a Palermo; feriti e contusi anche in altre città. A<br />
Roma, a Porta <strong>San</strong> Paolo, lo squadrone dei carabinieri<br />
a cavallo comandato dal capitano d’Inzeo<br />
(cavaliere del<strong>la</strong> nazionale italiana di equitazione<br />
che parteciperà pochi giorni dopo alle olimpiadi<br />
romane) bastona e calpesta con i cavalli diecine<br />
di dimostranti.<br />
La reazione delle forze antifasciste e democratiche<br />
è forte ed immediata: operai, <strong>la</strong>voratori, studenti,<br />
intellettuali formano un blocco unitario che va dai<br />
comunisti al<strong>la</strong> sinistra cattolica; le lotte ottengono<br />
un vasto consenso, cade il governo Tambroni ed<br />
inizia una nuova fase del<strong>la</strong> vita politica italiana.<br />
I “giovani dalle magliette a strisce”, riscoprono<br />
l’antifascismo e nelle grandi città danno vita<br />
ad una associazione giovanile chiamata “Nuova<br />
Resistenza”.<br />
I Circoli e le Case del Popolo, sono punto di<br />
riferimento per le forze democratiche e per <strong>la</strong><br />
loro unità, tuttavia, pur svolgendo un ruolo associativo<br />
di primaria importanza a sostegno del<strong>la</strong><br />
crescita culturale e democratica di tutti i cittadini,<br />
incontrano serie difficoltà a comprendere l’evoluzione<br />
sociale in atto e soprattutto non sembrano<br />
all’altezza di rispondere alle domande delle nuove<br />
generazioni.<br />
Le contraddizioni, all’interno dei circoli e case<br />
del popolo, tra le attività ricreative da una parte<br />
e quelle culturali dall’altra, lo scontro <strong>la</strong>tente tra i<br />
fautori del<strong>la</strong> cultura di massa e quelli del<strong>la</strong> cultura<br />
d’elite, tra le esigenze di innovazione e <strong>la</strong> prassi<br />
organizzativa appiattita sul<strong>la</strong> gestione economica,<br />
generano, inevitabilmente, un conflitto interno<br />
ai sodalizi, tra giovani e anziani, tra conservatori<br />
ed innovatori, innervato sul<strong>la</strong> critica alle attività<br />
ricreative tradizionali, considerate dai giovani<br />
troppo preponderanti.<br />
Nel<strong>la</strong> esperienza del<strong>la</strong> Casa del Popolo di <strong>San</strong><br />
<strong>Quirico</strong> tale conflitto viene affrontato ed in<br />
gran parte risolto con <strong>la</strong> creazione di un circolo<br />
culturale giovanile all’interno del<strong>la</strong> stessa Casa del<br />
Popolo, con il concorso del<strong>la</strong> sezione del PCI e del<br />
circolo giovanile comunista.<br />
Le testimonianze di Pier Luigi Betti, comunemente<br />
conosciuto con il soprannome “Mao” e di<br />
Pier Lorenzo Tasselli, allora studenti liceali, sono<br />
basi<strong>la</strong>ri per ricostruire in sintesi quel<strong>la</strong> esperienza.<br />
Un mixer di sollecitazioni provenienti dal vivace<br />
movimento giovanile studentesco, dalle associazioni<br />
fiorentine degli “studenti medi” e “Nuova<br />
Resistenza”, dal<strong>la</strong> Federazione giovanile comunista<br />
e dall’ARCI di Firenze, tutti i interessati a<br />
sostenere <strong>la</strong> spinta rivendicativa giovanile, fanno<br />
si che un gruppo di giovani e ragazze, alcuni giovanissimi,<br />
si incontrano nel<strong>la</strong> casa del popolo di<br />
<strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> ed iniziano una esperienza associativa<br />
originale.<br />
L’iniziativa prende l’avvio da una picco<strong>la</strong> biblioteca<br />
autogestita dai giovani, dal<strong>la</strong> quale scaturisce<br />
il “circolo culturale giovanile Nazim Hikmet”. Il<br />
nome dato al circolo è emblematico: Nazim Hikmet<br />
è un poeta turco, nato a Salonicco nel 1902,<br />
comunista, arrestato più volte, condannato a 32<br />
<strong>anni</strong> di carcere, torturato ed esiliato dal regime<br />
fascista. Nazim Hikmet, in Europa, diventa simbolo<br />
di libertà e democrazia. Le sue poesie sono<br />
un inno all’amore, al<strong>la</strong> libertà e al<strong>la</strong> vita:<br />
“La vita non è uno scherzo.<br />
Prendi<strong>la</strong> sul serio<br />
Come fa lo scoiattolo, ad esempio,<br />
senza aspettarti nul<strong>la</strong><br />
dal di fuori o nell’al di là.<br />
Non avrai altro da fare che vivere.<br />
La vita non è uno scherzo.<br />
Prendi<strong>la</strong> sul serio<br />
Ma sul serio a tal punto<br />
Che messo contro il muro, ad esempio,<br />
le mani legate<br />
o dentro un <strong>la</strong>boratorio<br />
col camice bianco e grandi occhiali<br />
tu muoia affinché vivano gli altri uomini<br />
gli uomini di cui non conoscerai <strong>la</strong> faccia<br />
e morrai sapendo<br />
che nul<strong>la</strong> è più bello, più povero<br />
del<strong>la</strong> vita.<br />
Prendi<strong>la</strong> sul serio<br />
Ma sul serio a tal punto<br />
Che a settant’<strong>anni</strong>, ad esempio,<br />
pianterai degli ulivi<br />
non perché restino ai tuoi figli<br />
ma perché non crederai al<strong>la</strong> morte,<br />
pur temendo<strong>la</strong>,<br />
e <strong>la</strong> vita peserà di più sul<strong>la</strong> bi<strong>la</strong>ncia.”<br />
L’assonanza, con le lotte dei giovani contro il tentativo<br />
fascista del Governo Tambroni, è calzante.<br />
Betti e Tasselli ricordano <strong>la</strong> gran mole di attività<br />
svolta insieme a diecine di giovani. Tra questi<br />
le sorelle Danie<strong>la</strong> e Pao<strong>la</strong> Borghesi, Corrado<br />
Mauceri, Roberto Salvatori, Valerio Valoriali, le<br />
sorelle Soldani: Simonetta e le gemelle Graziel<strong>la</strong><br />
e Patrizia, e Sergio Staino, oggi affermato disegnatore<br />
satirico creatore del popo<strong>la</strong>re personaggio<br />
“Bobo”. Enrico Beni e <strong>San</strong>dra Fusco hanno ancora<br />
presente <strong>la</strong> loro esperienza nel circolo, come un<br />
momento alto di vita politica e culturale, vissuta<br />
in allegria da quel gruppo numeroso di giovani<br />
fiorentini. Il circolo ben presto divenne un punto<br />
di riferimento importante a livello cittadino.<br />
Svolsero <strong>la</strong> loro attività giovani intellettuali ed<br />
67
artisti come Vittoria e Augusto Vismara, Mario<br />
Agostini, ai quali si aggiunsero Piero Maioli e<br />
Tassini questi ultimi impegnati a far proseguire<br />
l’attività del cine club quando il circolo Nazim<br />
Hikmet cessò l’attività.<br />
I primi passi risultano difficili, nonostante l’impegno<br />
di Ruggero Berlincioni e Otello Dolfi nell’opera<br />
di mediazione tra le posizioni divergenti<br />
tra i giovani e parte del gruppo dirigente e del<br />
corpo sociale. I giovani, provenienti da diverse<br />
zone del<strong>la</strong> città, iniziano il loro impegno senza<br />
disdegnare le attività tradizionali. Insieme al<strong>la</strong><br />
biblioteca ed al cine club, e per contribuire al<br />
loro sostegno economico, diventano gestori del<strong>la</strong><br />
tombo<strong>la</strong>, organizzano tornei di ping-pong, un vasto<br />
programma di gite turistiche, con il riscontro<br />
positivo e <strong>la</strong> <strong>la</strong>rga partecipazione del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione<br />
locale, provvedono alle pulizie dei locali dove<br />
vengono svolti i programmi sociali.<br />
Mostre di pittura e fotografia, dibattiti e conferenze,<br />
incontri culturali con delegazioni straniere<br />
rappresentano l’impegno più alto del circolo<br />
Hikmet.<br />
L’esperienza diventa punto di riferimento del<br />
comitato fiorentino dell’ARCI per il valore innovativo<br />
introdotto nel sodalizio attraverso <strong>la</strong><br />
compenetrazione di attività culturali di massa con<br />
quelle ricreative tradizionali. Un modo nuovo di<br />
essere casa del popolo, un modo positivo che rende<br />
compatibile i programmi culturali con quelli<br />
ricreativi e con <strong>la</strong> gestione economica.<br />
Sono problematiche nuove che trovano spazio<br />
nel confronto aperto anche a livello nazionale<br />
messe a foco nel convegno organizzato dall’ARCI<br />
a Firenze il 21 e 22 maggio del 1961 sul tema :<br />
“L’impegno dei circoli popo<strong>la</strong>ri nel<strong>la</strong> lotta per il<br />
La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />
rinnovamento e <strong>la</strong> diffusione del<strong>la</strong> cultura”.<br />
Un impegno notevole nel vasto movimento associativo<br />
fiorentino dove permangono all’interno<br />
dei sodalizi, insieme al<strong>la</strong> separazione tra attività<br />
culturali e ricreative, le ricorrenti impermeabilità<br />
in buona parte del corpo sociale rispetto alle istanze<br />
giovanili, con insufficiente ricambio dei gruppi<br />
dirigenti, essenzialmente maschilisti, in difficoltà<br />
a mettersi al passo rispetto ai cambiamenti sociali<br />
in atto.<br />
I programmi del circolo giovanile occuparono <strong>la</strong><br />
scena per alcuni <strong>anni</strong> e quando l’esperienza giunge<br />
a conclusione assomma il patrimoni acquisito<br />
a quello delle precedenti esperienze culturali del<strong>la</strong><br />
casa del popolo ed a quelle in atto nel settore<br />
cinematografico, apre <strong>la</strong> strada alle esperienze dei<br />
gruppi di contro informazione, dei primi nuclei<br />
di produzione culturale di base, del movimento<br />
dei doposcuo<strong>la</strong> fiorentini nati dopo <strong>la</strong> tragica<br />
alluvione di Firenze del 1966 e nel contesto delle<br />
lotte giovanile del 1968.<br />
Il 4 novembre, l’Arno uscì dal suo alveo naturale<br />
e l’acqua melmosa superò le spallette al<strong>la</strong>gando<br />
il centro storico ed alcuni quartieri periferici di<br />
Firenze. L’alluvione provocò d<strong>anni</strong> incalco<strong>la</strong>bili<br />
<strong>la</strong>sciando ferite profonde nel<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione, nel<br />
patrimonio economico e nel grande ed “unico”<br />
patrimonio storico, artistico e culturale del<strong>la</strong><br />
città.<br />
Nel prodigarsi di tante forze per recuperare<br />
nell'immediato ciò che poteva essere recuperato,<br />
venne fuori con grande risalto il ruolo dell'associazionismo<br />
fiorentino.<br />
L’opera di soccorso, a fianco degli Enti Locali,<br />
vede in prima fi<strong>la</strong> insieme alle parrocchie ed altre<br />
organizzazioni giovanili, l’associazionismo coordi-<br />
nato dall’ARCI di Firenze.<br />
L'alluvione, ricorda Alessandro Del Conte, fu anche<br />
una grande esperienza di solidarietà collettiva,<br />
dove <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione seppe attivare grandi risorse<br />
e capacità di reazione. Protagonisti di questa<br />
mobilitazione furono i comitati di soccorso poi<br />
diventati, in molti casi, comitati di quartiere. In<br />
loro, per <strong>la</strong> prima volta in forma così massiccia e<br />
diffusa, si incontrarono esponenti dei partiti di sinistra<br />
e dell’associazionismo popo<strong>la</strong>re con attivisti<br />
delle parrocchie e delle organizzazioni cattoliche.<br />
Fu una esperienza straordinaria, dove culture<br />
e linguaggi rimasti distanti per <strong>anni</strong>, spesso in<br />
conflitto aperto, si ascoltarono, dialogarono, <strong>la</strong>vorarono<br />
insieme, gettando le basi di un movimento<br />
collettivo destinato a durare nel tempo.<br />
Il 1968 segnò un nuovo spartiacque nel<strong>la</strong> storia<br />
italiana. Quel nuovo soggetto sociale “i giovani”,<br />
giunto prepotentemente al<strong>la</strong> ribalta nelle lotte politiche<br />
all’inizio degli <strong>anni</strong> ‘60, aveva sedimentato<br />
valori e impegno di lotta per il cambiamento e<br />
divenne nuovamente, insieme al<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse operaia<br />
ed ai <strong>la</strong>voratori in genere, protagonista di una<br />
stagione storica.<br />
In Francia, nei primi mesi del 1968, scoppiò <strong>la</strong><br />
rivolta studentesca contemporaneamente a forti<br />
manifestazioni e scioperi operai. Il "maggio"<br />
francese si propagò anche in Italia, generando un<br />
forte movimento di contestazione che partì dalle<br />
Università, coinvolse grandi masse di giovani<br />
e fece da detonatore alle grandi manifestazioni<br />
sindacali che raggiunsero l'apice con "l'autunno<br />
caldo" del 1969.<br />
In Italia <strong>la</strong> contestazione portò profondi cambiamenti<br />
a livello politico, sociale e soprattutto cul-<br />
turale. Si esaurì l'esperienza del governo di "centrosinistra";<br />
riprese vigore il movimento sindacale<br />
unitario, che riuscì ad imporre modificazioni economiche<br />
e normative a vantaggio dei <strong>la</strong>voratori. Si<br />
modificarono nuovamente abitudini, modi di vita<br />
e costumi, che stavano assuefacendosi all'avanzare<br />
incontrastato del consumismo esasperato e dell'industria<br />
culturale.<br />
Questo stato di cose a livello generale si riflette<br />
anche nei Circoli e nelle Case del Popolo, inizialmente<br />
contestate dal movimento giovanile in<br />
quanto ritenute luoghi di attività troppo tradizionali.<br />
Tuttavia i Circoli, come in altre circostanze,<br />
trovano <strong>la</strong> forza di reagire e di mettersi nuovamente<br />
in gioco. A Firenze, in modo partico<strong>la</strong>re<br />
anche per l’esperienza associativa e solidaristica<br />
maturata durante l’alluvione, i Circoli ancora una<br />
volta svolgono un ruolo importante di riferimento<br />
e di aggregazione per tutte le lotte sociali.<br />
Nel quadro di tensioni e novità sociali, al<strong>la</strong> fine<br />
del 1969 si forma il “Comitato di coordinamento<br />
per i problemi sco<strong>la</strong>stici di Monticelli, Legnaia,<br />
Soffiano, <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>”, comitato che ha come<br />
riferito anche <strong>la</strong> casa del popolo Fratelli Taddei, e<br />
che rivendica <strong>la</strong> costruzione di nuovi edifici sco<strong>la</strong>stici,<br />
data <strong>la</strong> loro carenza rispetto al<strong>la</strong> crescita del<strong>la</strong><br />
popo<strong>la</strong>zione sco<strong>la</strong>stica.<br />
Otello Dolfi, nel<strong>la</strong> sua testimonianza, ricorda<br />
<strong>la</strong> reazione dei genitori, quando il Comune di<br />
Firenze decise di trasportare con il pullman i<br />
ragazzi eccedenti nel<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> elementare “Niccolini”<br />
in un altro plesso sco<strong>la</strong>stico. La scuo<strong>la</strong> fu<br />
immediatamente occupata ed i genitori, riuniti in<br />
palestra, presente il direttore didattico, presero <strong>la</strong><br />
decisione di indire una assemblea generale presso<br />
69
il cinema Florida. In quel<strong>la</strong> occasione negozianti<br />
e artigiani del quartiere decisero lo sciopero come<br />
segno di solidarietà verso i genitori, che tra l’altro<br />
erano stati denunciati dalle autorità di pubblica<br />
sicurezza per l’occupazione del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>.<br />
La mobilitazione del quartiere si concluse con<br />
successo. L’Amministrazione comunale prese atto<br />
delle giuste rivendicazioni dei cittadini e prese<br />
l’impegno, poi mantenuto di costruire nuovi edifici<br />
sco<strong>la</strong>stici a Monticelli, Legnaia, <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> e<br />
Ponte a Greve.<br />
Si al<strong>la</strong>rga <strong>la</strong> coscienza collettiva dei cittadini ed<br />
il rapporto con il governo del<strong>la</strong> città diventa più<br />
dialettico ed in alcuni momenti conflittuale. La<br />
popo<strong>la</strong>zione del quartiere rileva i punti deboli<br />
delle realizzazioni comunali si organizza e lotta<br />
per indicare soluzioni soddisfacenti per tutti.<br />
Dopo il successo riportato attorno ai problemi<br />
dell' edilizia sco<strong>la</strong>stica si formano alti comitati popo<strong>la</strong>ri<br />
per affrontare altrettanti punti di sofferenza<br />
e difficoltà del<strong>la</strong> vita cittadina.<br />
Tra questi assume partico<strong>la</strong>re rilievo quello dei<br />
cittadini del<strong>la</strong> nuova zona delle Torri, quel<strong>la</strong> compresa<br />
tra via Baccio da Montelupo e l’attuale via<br />
Piombino. Un gruppo di nuove abitazioni, edificate<br />
<strong>la</strong> dove c’erano orti e campi, completamente<br />
iso<strong>la</strong>te dal restante territorio e dai re<strong>la</strong>tivi servizi.<br />
Gli abitanti per raggiungere <strong>la</strong> fermata dell’ATAF<br />
in via Baccio da Montelupo erano costretti a<br />
seguire il tracciato di un vecchio corso d’acqua<br />
che era stato coperto: il “fosso degli Orto<strong>la</strong>ni”,<br />
un vero e proprio sentiero, battezzato dai cittadini<br />
come “sentiero Ho Ci Min”.<br />
Nel 1971 a seguito del<strong>la</strong> chiusura del<strong>la</strong> discarica<br />
di Bi<strong>la</strong>ncino, una parte dei rifiuti solidi urbani,<br />
vengono scaricati nel piazzale in via Baccio da<br />
La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />
Montelupo a fianco dell’edificio dove ha sede<br />
<strong>la</strong> direzione dell’ ASNU, (azienda comunale per<br />
<strong>la</strong> nettezza urbana), provocando <strong>la</strong> reazione dei<br />
cittadini, alcuni dei quali, abitanti nelle case adiacenti<br />
o confinanti con il piazzale.<br />
Le organizzazioni sindacali ed <strong>la</strong>voratori dell’azienda<br />
con il vo<strong>la</strong>ntinaggio porta a porta sollecitano<br />
i cittadini ad avviare l’azione di protesta<br />
che ha per obiettivo <strong>la</strong> ricerca di modi e luoghi<br />
idonei allo smaltimento dei rifiuti. Per protestare<br />
contro il continuo movimento di camion pesanti<br />
e soprattutto per i miasmi provocati dai rifiuti accatastati<br />
sotto le finestre di casa nasce il Comitato<br />
di protesta che unisce i cittadini del<strong>la</strong> nuova zona<br />
delle Torri ed i <strong>la</strong>voratori dell’ASNU. Il gruppo si<br />
organizza rapidamente e convoca le prime assemblee<br />
al Circolo le Torri di via Lunga. La protesta<br />
cresce di pari passi con l’aumento dei rifiuti giunti<br />
nel frattempo a livello del secondo piano dei condomini<br />
adiacenti <strong>la</strong> discarica. Nel corso di una di<br />
queste assemblee viene presa <strong>la</strong> decisione di andare<br />
ad occupare i cancelli d’accesso al piazzale del<strong>la</strong><br />
discarica mettendo in atto il blocco permanente<br />
del<strong>la</strong> sede aziendale.<br />
Pasquale Di Lena, allora segretario del<strong>la</strong> sezione<br />
del PCI di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>, prende contatto con il<br />
comitato e ne al<strong>la</strong>rga il raggio di azione coinvolgendo<br />
anche <strong>la</strong> casa del popolo di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>. Il<br />
comitato predispone una piattaforma rivendicativa<br />
ed organizza varie forme di lotta e di protesta<br />
tra queste quel<strong>la</strong> decisiva, assunta con il consenso<br />
ed il contributo dei <strong>la</strong>voratori dell’ASNU, di<br />
impedire l’entrata e l’uscita degli automezzi dal<br />
piazzale di via Baccio e quindi inibire lo scarico<br />
dei rifiuti. Dal primo al cinque febbraio il blocco<br />
è totale, giorno e notte. Sono giornate di un inver-<br />
no rigido; al<strong>la</strong> sera vengono accesi dei falò con cataste<br />
di legna per potersi scaldare e garantire così<br />
i turni di notte. Il blocco rappresenta consapevolezza,<br />
forza e volontà d’iniziativa messa in atto dal<br />
comitato sostenuto da una grande mobilitazione<br />
popo<strong>la</strong>re, che induce l’amministrazione comunale<br />
a ricercare un rapida soluzione. Durante il blocco<br />
i rappresentanti del comitato vengono convocati<br />
e ricevuti dagli assessori comunali competenti<br />
nell’intento di far togliere il blocco senza dare<br />
garanzie di prospettiva.<br />
Paolo Jannone (allora camionista dell’ASNU)<br />
e sua moglie Franca Franco ricordano che nel<strong>la</strong><br />
prima fase del<strong>la</strong> trattativa le parti pervennero ad<br />
un accordo parziale: far uscire alcuni automezzi<br />
(una spazzatrice e due camion) per poter svolgere<br />
<strong>la</strong> remozione dei rifiuti dagli ospedali. L’accordo<br />
venne disatteso da parte dell’azienda e del comune.<br />
Di fatto i mezzi di servizio vennero utilizzati<br />
per togliere immondizia dal centro storico senza<br />
possibilità alcuna di poter essere scaricati ne in<br />
via Baccio ne altrove non essendoci al momento<br />
discariche disponibili. L’episodio fece aumentare <strong>la</strong><br />
tensione e l’impegno di lotta del comitato; il presidente<br />
dell’ASNU Bercigli venne fatto alzare in<br />
piena notte per dare spiegazioni ai manifestanti.<br />
Giuliana Lombardi, altra testimone che fungeva<br />
allora da portavoce del Comitato, insieme a<br />
Pasquale Di Lena, Anna Esposito, Remo e Ilva<br />
Fantoni, Franca Franco, Paolo Jannone, Ovidio<br />
Leardi, Leonardo Ma<strong>la</strong>volti, Memi Medaglini,<br />
Carlo Scali e tanti altri fecero capire che non<br />
avrebbero più ceduto alle lusinghe ed avrebbero<br />
tolto il blocco soltanto all’inizio del<strong>la</strong> rimozione<br />
dei rifiuti ed il loro trasferimento in altro luogo<br />
più idoneo.<br />
Nel contesto dei rapporti con gli amministratori<br />
pubblici il Comitato sollecita un diverso modo<br />
di raccolta dei rifiuti. Fino ad allora era stata<br />
privilegiata <strong>la</strong> raccolta degli stessi con priorità per<br />
gli ospedali ed il centro cittadino e trascurando le<br />
zone periferiche. I cittadini si fanno promotori di<br />
un diverso piano di raccolta che tiene conto anche<br />
delle esigenze di coloro che vivono nei nuovi quartieri<br />
periferici, piano in gran parte disatteso dall’assessorato<br />
competente e dal<strong>la</strong> direzione aziendale.<br />
Tuttavia a seguito delle lotte e dell’impegno profuso<br />
dal Comitato il Comune di Firenze avvia <strong>la</strong><br />
costruzione e <strong>la</strong> messa in funzione dell’inceneritore<br />
di <strong>San</strong> Donnino. Il nuovo impianto, attivo<br />
per alcuni <strong>anni</strong>, pareva aver risolto in maniera<br />
definitiva lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani<br />
dell’area fiorentina. In realtà l’inceneritore ha vita<br />
breve. Le pesanti emissioni di diossina ed il conseguente<br />
inquinamento del<strong>la</strong> vasta area delle Piagge<br />
(nel contempo edificata e densamente popo<strong>la</strong>ta),<br />
provocano forti proteste dei cittadini e costringono<br />
l’Amministrazione comunale e l’ASNU a<br />
fermare l’attività dell’inceneritore ancora oggi<br />
oggetto di discussioni per i d<strong>anni</strong> ambientali non<br />
del tutto risanati.<br />
L’iniziativa popo<strong>la</strong>re al<strong>la</strong>rga il proprio raggio di<br />
azione e l’iniziativa di lotta per ottenere <strong>la</strong> costruzione<br />
del<strong>la</strong> prima strada successivamente denominata<br />
via Siena, l’illuminazione stradale, il trasporto<br />
sco<strong>la</strong>stico a carico del Comune, l’avvio del<strong>la</strong> nuova<br />
linea ATAF <strong>la</strong> n. 4.<br />
Nello stesso periodo, con sede e punto di riferimento<br />
<strong>la</strong> casa del popolo di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> si organizza<br />
il comitato per <strong>la</strong> sistemazione di via Baccio<br />
da Montelupo. Nonostante lo sviluppo urbanistico<br />
e <strong>la</strong> costruzione di nuovi edifici, l’importante arte-<br />
71
ia che unisce Firenze a Pisa (paralle<strong>la</strong> al<strong>la</strong> vecchia<br />
via Pisana) è rimasta una strada di periferia così<br />
come era stata costruita trent’<strong>anni</strong> prima. Strada<br />
senza marciapiedi e priva di fognatura con due fossetti<br />
<strong>la</strong>terali per lo scolo delle acque piovane, con<br />
scarsa ed antiquata illuminazione pubblica. Con<br />
l’aumento del<strong>la</strong> circo<strong>la</strong>zione di auto e motoveicoli<br />
<strong>la</strong> strada diventa teatro di incidenti in alcuni casi<br />
mortali. La richiesta dei cittadini, accompagnata<br />
da critiche e proteste, si manifesta in modo<br />
nuovo e positivo: nell’occasione viene presentato<br />
al<strong>la</strong> amministrazione comunale un progetto di<br />
massima per l’adeguamento del<strong>la</strong> strada. L’azione<br />
risultò efficace ed in breve tempo il Comune apre<br />
il cantiere per i <strong>la</strong>vori di ristrutturazione ed ammodernamento.<br />
Altra forma di protesta, che vide nuovamente insieme<br />
quelli delle Torri, con quelli di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>,<br />
venne avviata in occasione del<strong>la</strong> costruzione del<strong>la</strong><br />
nuova viabilità di penetrazione cittadina (Viale<br />
Piombino e Viale Etruria), progettata senza aver<br />
previsto nessun sottopasso o soprapasso, con <strong>la</strong><br />
conseguente separazione del<strong>la</strong> zona cosiddetta<br />
delle Torri nuove e di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>, con quel<strong>la</strong><br />
delle Torri vecchie. Ciò provocava grandi disagi<br />
per raggiungere servizi pubblici, come le fermate<br />
dell’ATAF, le scuole, l’ufficio postale, ed i negozi<br />
compresi quelli di generi alimentari.<br />
In questo caso i cittadini occupano <strong>la</strong> strada in<br />
costruzione e piantano alcune tende da campeggio<br />
come punto di riferimento fisico del<strong>la</strong> contestazione<br />
e per ripararsi durante <strong>la</strong> notte. Il presidio si<br />
conclude con successo quando l’amministrazione<br />
comunale accetta le proposte dei dimostranti: il<br />
progetto viene modificato con l’inserimento di<br />
La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />
due sottopassi stradali.<br />
In tutte queste manifestazioni e proteste ancora<br />
una volta emerge il protagonismo dei giovani i<br />
quali portano un loro contributo alle rivendicazioni<br />
caratterizzato da vivacità, allegria e radicalità.<br />
Essi sono poco inclini alle mediazioni in<br />
pari tempo marcano <strong>la</strong> loro presenza nei presidi<br />
cantando accompagnati dal<strong>la</strong> chitarra di Andrea<br />
Par<strong>la</strong>vecchio. N<strong>anni</strong> Manchia, Stefania Barbugli,<br />
Gloria Campi, Emanue<strong>la</strong> Gin<strong>anni</strong>, Piero Bicchierai,<br />
insieme a tanti altri giovani e non affrontano<br />
le loro prime esperienze politiche con s<strong>la</strong>ncio e<br />
determinazione, esperienze che metteranno frutto<br />
negli <strong>anni</strong> successivi assurgendo a responsabilità di<br />
direzione nell’associazionismo, nei partiti e nelle<br />
istituzioni: Consiglio di Quartiere 4, Consiglio<br />
Comunale di Firenze e Consiglio provinciale.<br />
La casa del popolo, in questa fase, assume così<br />
un ruolo nuovo e diverso da quello storicamente<br />
acquisito e non è più <strong>la</strong> so<strong>la</strong> sede fisica per riunirsi.<br />
Essa diventa punto di riferimento associativo e di<br />
confronto tra organizzazioni aventi obbiettivi e<br />
finalità diverse ed i cittadini nel suo insieme: le<br />
sezioni dei partiti del<strong>la</strong> sinistra, i circoli giovanili<br />
e culturali, le società sportive, le organizzazione<br />
femminili.<br />
In questo contesto si estrinseca l’impegno delle<br />
donne per il successo dei referendum popo<strong>la</strong>ri in<br />
difesa del<strong>la</strong> legge sul divorzio e a sostegno del<strong>la</strong><br />
legge n. 164 per l’aborto.<br />
L’ARCI in queste occasioni svolge un’intensa e<br />
qualificata campagna di informazione attraverso<br />
i circoli e case del popolo, con al centro i motivi<br />
del<strong>la</strong> liberazione ed emancipazione femminile.<br />
Nel 1974 gli italiani sono chiamati ad esprimersi<br />
con il referendum sul tentativo delle forze politiche<br />
di centro destra di modificare e annul<strong>la</strong>re <strong>la</strong> legge<br />
che da poco istituiva anche in Italia il divorzio.<br />
Tutte le case del popolo si mobilitano attorno ai<br />
comitati per il NO, organizzano <strong>la</strong> partecipazione<br />
alle manifestazioni referendarie ed attivano tutto<br />
il loro potenziale attraverso iniziative culturali,<br />
teatrali, musicali, cinematografiche, diffusione<br />
di giornali e pubblicazioni specifiche finalizzate<br />
a difendere il nuovo strumento legis<strong>la</strong>tivo che<br />
facilita il divorzio in modo circoscritto nei casi di<br />
spaccatura familiare già intervenuta teso a liberare<br />
uomini e donne da situazioni insopportabili, false<br />
ed ipocrite.<br />
L’esperienza si ripete in occasione del referendum<br />
che vuole abolire <strong>la</strong> legge n. 164 da poco approvata<br />
dal Par<strong>la</strong>mento italiano. Il movimento associativo<br />
si schiera con le forze politiche e sociali che lottano<br />
per abolire l’illegalità dell’aborto una delle<br />
forme più odiose di violenza sociale che colpisce<br />
i più deboli. Si tratta di una battaglia ideale per<br />
l’affermazione di nuovi valori e comportamenti,<br />
con obbiettivi concreti di rego<strong>la</strong>mentazione del<strong>la</strong><br />
pratica abortiva per mettere su basi diverse i rapporti<br />
tra uomo e donna, per fra progredire nel<strong>la</strong><br />
società <strong>la</strong> cosciente affermazione del<strong>la</strong> personalità<br />
femminile, per affrontare con impegno decisivo<br />
l’allestimento ed il buon funzionamento dei servizi<br />
sanitari pubblici.<br />
Intanto nel 1975 si svolgono le elezioni regionali<br />
ed amministrative con risultati inediti per le forze<br />
politiche di sinistra. Nel complesso dei quindici<br />
consigli regionali a statuto ordinario dove si è votato<br />
i tre partiti del<strong>la</strong> sinistra (PCI – PSI – PdUP)<br />
sfiorano il 47 per cento dei voti; quasi tutti i<br />
Comuni delle grandi città registrano risultati che<br />
pemettono <strong>la</strong> costituzione di governi locali di sinistra,<br />
in oltre il 60 per cento dei Comuni le sinistre<br />
ottengono <strong>la</strong> maggioranza. Anche a Firenze, dopo<br />
molti <strong>anni</strong>, si insedia una giunta di sinistra e viene<br />
eletto Sindaco il comunista Elio Gabbuggiani.<br />
Inizia un periodo proficuo nel rapporto tra cittadini,<br />
associazionismo e pubblica amministrazione<br />
e tutte le esperienze di partecipazione democratica<br />
hanno uno sbocco istituzionale con <strong>la</strong> creazione<br />
nel 1976 dei Consigli di Quartiere e l’avvio del<br />
decentramento comunale.<br />
I nuovi impegni richiedono una sede adeguata<br />
alle nuove esigenze dei soci e dei cittadini per<br />
questo a partire dal 1978 e per alcuni <strong>anni</strong> <strong>la</strong> casa<br />
del popolo di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> è interessata da <strong>la</strong>vori<br />
di ristrutturazione ed ammodernamento, tra i<br />
quali un nuovo impianto di riscaldamento e <strong>la</strong><br />
messa a norma di quello elettrico. In questa fase si<br />
procede al<strong>la</strong> rego<strong>la</strong>rizzazione ed unificazione delle<br />
proprietà di tutti i corpi immobiliari acquisiti nel<br />
tempo. In pari tempo lo statuto sociale è modificato<br />
ed adattato alle nuove esigenze seguendo una<br />
indicazione generale emanata dall’ARCI. E’ questo<br />
lo statuto ancora vigente aggiornato a fine <strong>anni</strong> ’90<br />
per rispondere a modificazioni legis<strong>la</strong>tive in materia<br />
di associazionismo.<br />
Negli ultimi vent’<strong>anni</strong> del secondo millennio il sodalizio<br />
consolida il proprio ruolo associazionistico<br />
e le attività ricreative, culturali e sportive. E come<br />
nel<strong>la</strong> tradizione storica e culturale diventa sede<br />
di riferimento per comitati, movimenti e nuove<br />
aggregazioni in partico<strong>la</strong>r modo per tutto ciò che<br />
ruota intorno ai problemi del<strong>la</strong> giustizia, del<strong>la</strong><br />
pace, del<strong>la</strong> solidarietà internazionale.<br />
73
A fianco: art.1 e art. 2 del rego<strong>la</strong>mento<br />
sotto: foto di gruppo di soci, 1921<br />
In alto: gli organizzatori al traguardo<br />
di una gara ciclistica, 1939<br />
sopra: il logo del<strong>la</strong> società nel 1939<br />
a sinistra: frontespizio dello Statuto, 1902<br />
75
In alto: corsa ciclistica<br />
in Via Pisana, 1939<br />
La persona in<br />
ginocchio è Guido<br />
Veroni, campione<br />
italiano di fondo<br />
a fianco: tessera del<br />
Soccorso Rosso<br />
Internazionale,<br />
con validità 1924/25<br />
a destra: corridori con<br />
<strong>la</strong> maglia del S.<strong>Quirico</strong><br />
sotto: Donne di<br />
S.<strong>Quirico</strong> in una gita<br />
fuori porta, circa 1910<br />
a sinistra: Rodolfo e Giorgio Taddei<br />
sotto: Emma e Paolo Taddei,<br />
<strong>la</strong> moglie e il figlio di Rodolfo<br />
in basso: <strong>la</strong> camera ardente<br />
allestita nel Casa del Popoolo<br />
77
A destra: manifesto pubblicitario<br />
sotto: un’Azione Sociale di L.500 del<strong>la</strong><br />
Cooperativa del Popolo di S.<strong>Quirico</strong> del 1947<br />
in basso: <strong>la</strong> foto ricordo dell’Associazione Nazionale<br />
Partigiani del 1951, fra i molti soci del<strong>la</strong> Casa del<br />
Popolo si riconoscono Alvaro Masi (dirigente del<br />
circolo per molti <strong>anni</strong>) e, in alto, i Fratelli Taddei<br />
in alto: gita a Fiesole organizzata dal<strong>la</strong><br />
Casa del Popolo, 1946<br />
Nel<strong>la</strong> foto: Sestini Sestinia, Vanda<br />
Maggino, Silvana Pastorini, Sara<br />
Me<strong>la</strong>ni, Dina Dolfi, Aurelia Giovannelli,<br />
Bruno Magherini, Norma Magherini<br />
a fianco: i bambini con <strong>la</strong> maestra nel<br />
giardino dell’Asilo Anita Garibaldi da<br />
poco inaugurato.<br />
in basso: Il Comitato dell’UDI 1950,<br />
Marusca Bargiacchi, Vanda Bolognini,<br />
Norma Magherini, Ofelia Matteuzzi,<br />
Annetta Mancini, Bruna Zei,<br />
Sestinia Sestini<br />
79
a destra: spettacolo nell’arena del<strong>la</strong> casa del Popolo<br />
sotto: La tessera del circolo culturale<br />
Nazim Hikmet, 1960<br />
in basso: il Sindaco Mario Fabiani inaugura<br />
l’Asilo Anita Garibaldi, 1951<br />
a sinistra: il fosso, oggi coperto,<br />
di Via Baccio da Montelupo<br />
sotto: una manifestazione nel<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> cinematografica<br />
81
a destra:<br />
un gruppo di pescatori del<strong>la</strong><br />
<strong>Polisportiva</strong> <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong><br />
in basso: un gruppo di ciclisti<br />
del<strong>la</strong> <strong>Polisportiva</strong> san <strong>Quirico</strong><br />
Si riconoscono tre presidenti:<br />
Alvaro Masi (il 2° da sinistra),<br />
Giov<strong>anni</strong> Baldanzini (il 4° da s.),<br />
Giov<strong>anni</strong> <strong>San</strong>ti (il 1° da destra)<br />
in alto:<br />
il consiglio del<strong>la</strong> Casa del Popolo in<br />
occasione dell’inaugurazione del<strong>la</strong><br />
sa<strong>la</strong> cinematografica ristrutturata, 1989<br />
sopra: Pi<strong>la</strong>de Carrai, campione italiano<br />
di pesca<br />
a sinistra: Sergio Serm<strong>anni</strong>, segretario<br />
e responsabile delle attività sportive<br />
83
a destra: inaugurazione del<strong>la</strong> sa<strong>la</strong><br />
biuliardo, il Sindaco Gambuggiani<br />
sotto: Lamberto Dini gioca a biliardo<br />
a <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong><br />
sopra:<br />
sfi<strong>la</strong>ta di Carnevale<br />
degli alunni del<strong>la</strong><br />
scuo<strong>la</strong> “Don Mi<strong>la</strong>ni” e<br />
dell’asilo “Ciari”<br />
a destra:<br />
l’assessore<br />
all’istruzione del<br />
Comune di Firenze,<br />
Danie<strong>la</strong> Lastri con le<br />
donne dell’U.D.I<br />
a sinistra: presentazione<br />
del<strong>la</strong> gara ciclistica “Al<strong>la</strong><br />
conquista dell’Hima<strong>la</strong>ya”,<br />
sono presenti Antonio<br />
Mannori, giornalista<br />
sportivo, Eugenio<br />
Giani, assessore allo<br />
sport, Mauro Bal<strong>la</strong>uni,<br />
commissario tecnico,<br />
Narciso Parigi, cantante<br />
sotto: il gruppo corale<br />
“Altro canto”, ospite del<strong>la</strong><br />
Casa del Popolo<br />
in basso: Gillo Pontecorvo<br />
presiede il dibattito in<br />
occasione del<strong>la</strong> proiezione<br />
del suo film “La battaglia<br />
di Algeri”<br />
85
a destra: premiazione del<strong>la</strong> gara<br />
nazionale ciclistica<br />
con il Sindaco Leonardo Dominici,<br />
il giornalista Fabrizio Borghini e il<br />
Presidente Giov<strong>anni</strong> <strong>San</strong>ti<br />
sotto: 50° <strong>anni</strong>versario del<strong>la</strong><br />
inaugurazione dell’asilo Anita<br />
Garibaldi, dibattito<br />
in basso: raduno ciclistico<br />
sopra: cena per l”Ulivo,<br />
gruppo di volontari<br />
a sinistra: concerto del<br />
Conservatorio di Forlì,<br />
con il Presidente dell’Arci<br />
Francesca Chiavacci<br />
sotto: cena sociale dei<br />
tesserati dell’Associazione<br />
Biliardo Stecca<br />
87
sopra: Campioni Provinciali 1° categoria Uisp<br />
1994/95, calcio a 11<br />
a destra: Biliardo Boccette, campioni italiani<br />
sotto: Pal<strong>la</strong>volo Femminile Giovanile<br />
sopra: Torneo di Pal<strong>la</strong>volo<br />
fra <strong>Polisportiva</strong> S. <strong>Quirico</strong><br />
e Sezione Femminile del<br />
Carcere di Sollicciano<br />
a fianco: Pal<strong>la</strong>volo Femminile<br />
Giovanile<br />
sotto: Polisporrtiva S. <strong>Quirico</strong><br />
Sezione Ciclismo<br />
89
in alto: premiazione<br />
Torneo Boccette<br />
a destra: <strong>la</strong> premiazione<br />
di alcune atlete<br />
del Mini Volley<br />
Femminile durante <strong>la</strong><br />
Festa annuale del<strong>la</strong><br />
<strong>Polisportiva</strong><br />
in basso: <strong>la</strong> squadra<br />
campione del<strong>la</strong> Coppa<br />
Toscana Uisp 2001,<br />
calcio a 11<br />
nel<strong>la</strong> pagina a destra<br />
in alto:<br />
alcuni giocatori del<br />
Biliardo Boccette<br />
sotto:<br />
alcuni partecipanti<br />
del<strong>la</strong> “Bicicletta Pace e<br />
Solidarietà”, da Firenze<br />
a S.Maria di Leuca<br />
91
L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />
Le trasformazioni del<br />
complesso edilizio<br />
L’attuale complesso del<strong>la</strong> Casa del Popolo, compreso<br />
tra via Pisana e via Baccio da Montelupo, si<br />
compone di tre parti perfettamente individuabili:<br />
un primo nucleo, risalente al 1907, e due aggiunte<br />
successive, l’ex asilo di infanzia, oggi destinato<br />
ad altre attività, ed un ulteriore volume al centro<br />
di questi due, saldato funzionalmente al nucleo<br />
originario. Il complesso inoltre è arricchito da un<br />
ampio spazio all’aperto su via Baccio da Montelupo,<br />
negli ultimi <strong>anni</strong> quasi totalmente occupato<br />
da una struttura temporanea adibita a teatro, e di<br />
un altro, di minori dimensioni, su via Pisana. Peculiare<br />
è poi il passaggio pedonale, che correndo<br />
lungo il confine orientale del complesso, mette in<br />
collegamento le due arterie urbane di via Pisana e<br />
via Baccio da Montelupo.<br />
I documenti storici utilizzati per desumere le tappe<br />
che caratterizzano <strong>la</strong> vicenda delle trasformazioni<br />
fisiche del<strong>la</strong> Casa del Popolo sono prevalentemente<br />
di due tipi. Da una parte <strong>la</strong> serie storica<br />
al<strong>la</strong> luce dell’evoluzione del contesto territoriale<br />
FranceSco carpi Lapi<br />
architetto<br />
delle p<strong>la</strong>nimetrie del Catasto di impianto, istituito<br />
nel 1939, in grado di dare conto specificatamente<br />
delle trasformazioni del complesso edilizio.<br />
Analizzando, però, tali documenti è necessario<br />
tenere presente che, poiché il catasto italiano non<br />
è per sua natura “probatorio” (da un punto di<br />
vista giuridico), alcune tappe possono non essere<br />
state registrate o registrate con granderitardo. In<br />
partico<strong>la</strong>re è stata esaminata <strong>la</strong> serie storica delle<br />
p<strong>la</strong>nimetrie in sca<strong>la</strong> 1:200 riferite alle particelle<br />
catastali 263, 264, 265 del Foglio 70, depositate<br />
presso l’archivio dell’Ufficio Tecnico Erariale del<br />
Comune di Firenze.<br />
Per meglio comprendere i modi e le ragioni dell’evoluzione<br />
del complesso edilizio che ospita oggi<br />
<strong>la</strong> Casa del Popolo Fratelli Taddei può essere utile<br />
inquadr<strong>la</strong> nelle variazioni più ampie del contesto<br />
territoriale in cui tale struttura è sorta ed è mutata<br />
col passare del tempo.<br />
Per quanto riguarda le trasformazioni dell’assetto<br />
93
del territorio e del<strong>la</strong> viabilità è possibile fare riferimento<br />
al corposo <strong>la</strong>voro di Giampaolo Trotta,<br />
Legnaia, Cintoia e Soffiano, Tre aspetti dell’antico<br />
suburbio occidentale fiorentino, pubblicato a Firenze<br />
nel 1989 e che illustra, a partire da un’ampia<br />
documentazione anche cartografica, le vicende di<br />
tale territorio dalle origini fino ai nostri giorni. Per<br />
<strong>la</strong> nostra ricostruzione comunque non è necessario<br />
spingersi troppo indietro con gli <strong>anni</strong> anche<br />
perché, come spesso si è verificato in altri casi,<br />
il territorio è rimasto sostanzialmente inalterato<br />
fino al secondo dopoguerra, per cambiare poi velocemente<br />
negli <strong>anni</strong> seguenti. Si ripropone quindi,<br />
riprendendole dal Trotta, a partire dal<strong>la</strong> fine<br />
del Settecento, l’assetto territoriale registrato dal<br />
“Campione di tutte le Strade comunicative nel<strong>la</strong><br />
Comunità di Legnaia” e dal Catasto Generale<br />
Toscano, comunemente detto Catasto Leopoldino,<br />
del 1884. Per gli <strong>anni</strong> più recenti, invece, le carte<br />
prodotte dall’IGM, Istituto Geografico Militare,<br />
in sca<strong>la</strong> 1:25.000.<br />
Il primo documento del Catasto di impianto disponibile<br />
negli archivi dell’ufficio tecnico erariale<br />
di Firenze risale al 1939, data del<strong>la</strong> sua istituzione.<br />
Si riferisce al<strong>la</strong> particel<strong>la</strong> 264, corrispondente al<strong>la</strong><br />
parte, a sinistra del nucleo originario, entrata per<br />
ultima a far parte dell’intero complesso. Il documento<br />
catastale del 1939 riporta <strong>la</strong> presenza di<br />
una conceria di proprietà di Ubaldo Panattoni,<br />
ma registra anche al<strong>la</strong> sua sinistra <strong>la</strong> presenza del<br />
“Gruppo Rionale Fascista Guido Fiorini”, e al<strong>la</strong><br />
sua destra <strong>la</strong> presenza di un cantiere comunale<br />
(vedi immagine n°1).<br />
La Casa del Popolo, allora Società di mutua<br />
Assistenza (come già descritto nel contributo pre-<br />
La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />
cedente), era stata fondata nel 1885 con sede in<br />
alcuni locali di proprietà del<strong>la</strong> famiglia Panattoni,<br />
<strong>la</strong> stessa famiglia proprietaria del<strong>la</strong> conceria e che<br />
quindi doveva avere nel<strong>la</strong> zona diversi interessi.<br />
Nel 1907 viene invece inaugurata <strong>la</strong> nuova sede,<br />
quel<strong>la</strong> corrispondente oggi al nucleo principale<br />
del<strong>la</strong> Casa del Popolo, un semplice edificio a due<br />
piani sul <strong>la</strong>to settentrionale di via Pisana ed in<br />
prossimità del<strong>la</strong> chiesa preesistente di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>.<br />
Tale edficio a partire dal 1928 viene requisito,<br />
come altre strutture simili, ed occupato da un<br />
gruppo fascista.<br />
Nel 1950, quando ormai il complesso è ritornato<br />
ai suoi fondatori ed è diventato Casa del Popolo<br />
intito<strong>la</strong>ta a due partigiani del<strong>la</strong> zona, i fratelli<br />
Taddei, morti durante <strong>la</strong> Liberazione di Firenze,<br />
all’edificio si aggiunge sul retro un ampio spazio<br />
all’aperto, all’interno del quale viene organizzata<br />
una arena cinematografica.<br />
Il documento successivo risale al 1952 e riguarda<br />
<strong>la</strong> particel<strong>la</strong> 263 (vedi immagine n°2). Si tratta<br />
di una denuncia di nuova costruzione redatta<br />
dall’Ingegner Romanello Massini che si riferisce<br />
all’edificio dell’asilo d’infanzia (le destinazioni<br />
sono, infatti, au<strong>la</strong>, refettorio, cucina, giardino).<br />
Al<strong>la</strong> sua sinistra compare ancora <strong>la</strong> dizione Proprietà<br />
Panattoni in riferimento al<strong>la</strong> conceria, a<br />
nord <strong>la</strong> dizione Proprietà Società Mutuo Soccorso:<br />
lo spazio all’aperto acquistato per organizzarvi<br />
l’arena cinematografica. All’anno seguente, il<br />
1953, risale il documento successivo (vedi immagine<br />
n°3), <strong>la</strong> p<strong>la</strong>nimetria re<strong>la</strong>tiva al<strong>la</strong> particel<strong>la</strong><br />
265 riferita al nucleo originario del<strong>la</strong> Casa del<br />
Popolo, sempre redatta dall’Ing. Romanello<br />
Massini e che aggiorna <strong>la</strong> situazione catastale dell’immobile.<br />
Al piano terreno le destinazioni sono:<br />
stanza da gioco, sa<strong>la</strong> biliardi, servizi e due giardini<br />
(su via Pisana e sul retro, ma non ancora fino a via<br />
Baccio da Montelupo), al piano superiore compare<br />
<strong>la</strong> destinazione salone cinematografo. A sinistra<br />
dell’edificio <strong>la</strong> proprietà è ancora Panattoni.<br />
Nel 1953 quindi l’intero complesso raggiunge<br />
<strong>la</strong> configurazione definitiva degli spazi costruiti,<br />
mentre si aggiungerà, negli <strong>anni</strong> immediatamente<br />
seguenti, l’acquisto di una ultima porzione di<br />
spazio all’aperto fino a raggiungere via Baccio<br />
da Montelupo. Nel 1956 si aggiunge una nuova<br />
centrale termica.<br />
In quegli stessi <strong>anni</strong>, vale a dire dal 1885 al 1952,<br />
si compie anche una prima parte delle rilevanti<br />
trasformazioni che interesseranno il territorio<br />
intorno al<strong>la</strong> Casa del Popolo.<br />
Due carte storiche, il “Campione di tutte le Strade<br />
comunicative del<strong>la</strong> Comunità di Legnaia” del<strong>la</strong><br />
fine del Settecento (vedi immagine n°4) e il Catasto<br />
Leopoldino (vedi immagini nn°5-6) del<strong>la</strong> fine<br />
dell’Ottocento (Comunità di Firenze, Sezione U<br />
detta di Monticelli e Pignone, Foglio 2°, sca<strong>la</strong> 1:<br />
12.500) testimoniano un contesto scarsamente<br />
antropizzato, percorso da alcuni corsi d’acqua e su<br />
cui spicca <strong>la</strong> direttrice storica attualmente denominata<br />
Via Pisana, prima Strada Maestra Pisana<br />
(nel<strong>la</strong> seconda carta è già segnata <strong>la</strong> chiesa ancora<br />
oggi presente di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>). Su tale direttrice<br />
principale si attestano, in prossimità del luogo<br />
dove sorgerà <strong>la</strong> Casa del Popolo, a sud le attuali<br />
Via del Ronco Corto e Via del Ronco Lungo, confluenti<br />
più a sud in un’unica strada che si collega<br />
all’altra importante direttrice storica in direzione<br />
di Scandicci. Verso nord compare l’attuale Via di<br />
<strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>.<br />
Tale sistema territoriale risulta leggibile ancora<br />
più chiaramente in una carta a sca<strong>la</strong> più ampia del<br />
1896/97 redatta dall’Istituto Geografico Militare<br />
(Foglio IIN.O in sca<strong>la</strong> 1:25.000, re<strong>la</strong>tivo al F.106<br />
del<strong>la</strong> Carta d’Italia). In tale carta, subito fuori Porta<br />
<strong>San</strong> Frediano, <strong>la</strong> struttura urbana si organizza<br />
in una serie di borghi lineari su Via Pisana, quasi<br />
continui nel<strong>la</strong> prima parte, con Legnaia e <strong>San</strong><br />
<strong>Quirico</strong>, poi più radi fino ad arrivare al<strong>la</strong> Greve<br />
con <strong>San</strong> Lorenzo a Greve. Compaiono inoltre<br />
alcune fornaci a sud ed il primo nucleo del Cimitero<br />
del<strong>la</strong> Misericordia a Soffiano (vedi immagine<br />
n°7). Il Trotta riporta anche un interessante documento,<br />
una p<strong>la</strong>nimetria di progetto del P.R.G<br />
di Firenze del 1924 redatto dall’Ing. Bellincioni<br />
e re<strong>la</strong>tiva all’area del<strong>la</strong> Casa del Popolo in cui è<br />
possibile leggere, sotto <strong>la</strong> grana delle previsioni<br />
di iso<strong>la</strong>ti residenziali (poi non attuati in quel<strong>la</strong><br />
forma), <strong>la</strong> chiesa di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong> all’incrocio con<br />
via del Ronco, e <strong>la</strong> Casa del Popolo con accanto <strong>la</strong><br />
conceria, ancora oltre un’area libera più tardi occupata<br />
dall’asilo, a nord infine lo spazio all’aperto<br />
in seguito occupato dall’arena cinematografica<br />
(vedi immagine n°8). La carta I.G.M. successiva,<br />
datata 1935, testimonia un territorio ancora molto<br />
simile. Al<strong>la</strong> direttrice storica di Via Pisana si è<br />
aggiunto a nord il suo raddoppio costituito dal<strong>la</strong><br />
Strada Statale Tosco Romagno<strong>la</strong> n°67 e lo spazio<br />
compreso tra queste due strade si è organizzato, a<br />
partire dal nucleo di Firenze, in una serie di iso<strong>la</strong>ti<br />
urbani a maglie molto <strong>la</strong>rghe (se confrontati<br />
con quelle del vicino centro storico). In uno di<br />
questi iso<strong>la</strong>ti è stata compresa anche <strong>la</strong> Casa del<br />
Popolo. Si sono intensificate le costruzioni lungo<br />
le altre direttrici storiche, il Cimitero di Soffiano<br />
si è ampliato e sono comparse alcune strutture<br />
95
industriali: tra queste in Via delle Muricce, proseguimento<br />
di via di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>, <strong>la</strong> Campolmi, un<br />
importante edificio industriale, di produzione di<br />
concimi chimici, oggi dismesso.<br />
Al<strong>la</strong> vigilia del<strong>la</strong> seconda guerra mondiale si configura,<br />
quindi, un territorio ancora sostanzialmente<br />
extraurbano, con presenze edilizie scarse legate alle<br />
direttrici storiche e ad una serie di presenze iso<strong>la</strong>te,<br />
anche di tipo produttivo. Si può immaginare<br />
quindi una Società del Mutuo Soccorso, a servizio<br />
di una comunità ristretta, in qualche modo<br />
distante sia fisicamente che culturalmente dal<strong>la</strong><br />
città, in parte operai, forse nelle fornaci o nel<strong>la</strong><br />
vicina fabbrica di prodotti chimici Campolmi, ma<br />
soprattutto contadini (vedi immagine n°9).<br />
Anche <strong>la</strong> carta I.G.M. re<strong>la</strong>tiva al 1955 registra<br />
una situazione sostanzialmente immutata, ad<br />
esclusione dell’importante presenza del neo-nato<br />
quartiere dell’Isolotto poco più a nord, il primo<br />
grande quartiere di edilizia residenziale pubblica<br />
di Firenze, progettato con criteri moderni, e<br />
ancora oggi perfettamente individuabile (vedi<br />
immagine n°10).<br />
Gli <strong>anni</strong> seguenti, viceversa, cambiano completamente<br />
il contesto territoriale del<strong>la</strong> Casa del<br />
Popolo: <strong>la</strong> città comincia ad estendersi, oltre l’area<br />
storicamente definita dal<strong>la</strong> cinta muraria, lungo<br />
le direttrici storiche inglobando al suo interno i<br />
borghi e gli edifici iso<strong>la</strong>ti preesistenti. Da questo<br />
momento in poi <strong>la</strong> Casa del Popolo si trova a far<br />
parte di un sistema urbano che negli <strong>anni</strong> seguenti<br />
occuperà progressivamente tutto il territorio<br />
compreso tra l’Arno e le colline meridionali fino<br />
a congiungersi a Scandicci, cancel<strong>la</strong>ndo in gran<br />
parte <strong>la</strong> struttura territoriale preesistente.<br />
Si può immaginare quindi, a questo punto, <strong>la</strong><br />
La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />
Casa del Popolo come una struttura a servizio<br />
di una comunità prevalentemente operaia di<br />
provenienza rurale e recentemente inurbata. Una<br />
struttura che si trova a cercare di far fronte non<br />
solo ad esigenze di tipo materiale ma anche a problematiche<br />
di disgregazione sociale e di perdita di<br />
identità causate da un inurbamento così repentino<br />
di grandi masse di popo<strong>la</strong>zione, una struttura<br />
che riesce a diventare nel tempo un vitale centro<br />
di aggregazione del suo quartiere. Con tale ruolo<br />
<strong>la</strong> Casa del Popolo ospita e promuove nel corso<br />
del tempo diverse e numerose attività: una biblioteca<br />
pubblica, singole proiezioni e rassegne<br />
cinematografiche all’aperto e al chiuso, mostre<br />
temporanee, spettacoli, ma anche sedi di partito e<br />
di altre associazioni, una nutrita poliposportiva, e<br />
più semplicemente attività di svago come il biliardo,<br />
il bar, il gioco delle carte, le cene sociali.<br />
In questo contesto socio-territoriale, gli <strong>anni</strong><br />
successivi al<strong>la</strong> seconda guerra mondiale vedono<br />
il complesso del<strong>la</strong> Casa del Popolo adeguarsi con<br />
piccoli ampliamenti e modifiche alle esigenze via<br />
via emergenti.<br />
Nel 1978 l’intero complesso viene parzialmente<br />
ristrutturato una prima volta.<br />
Nel 1986 viene realizzato un grande bar che occupa,<br />
nel nucleo originario, un ambiente a sinistra<br />
dell’entrata principale, e parte del piano terra<br />
dell’edificio contiguo più recente.<br />
Nel 1989, vengono affrontati consistenti <strong>la</strong>vori<br />
che coinvolgono gran parte del<strong>la</strong> Casa del Popolo.<br />
L’occasione è l’adeguamento del<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> cinematografica<br />
alle normative di prevenzione incedi e<br />
di accessibilità ai disabili; in questa ottica viene<br />
recuperata <strong>la</strong> sca<strong>la</strong> in pietra di accesso al secondo<br />
piano, rinforzando<strong>la</strong> in modo da resistere a 600<br />
Kg/mq, allo stesso modo viene completamente<br />
demolito e ricostruito il so<strong>la</strong>io del<strong>la</strong> hall al primo<br />
piano e del<strong>la</strong> stanza di fronte al cinema per<br />
sopportare lo stesso carico. Viene demolita e<br />
ricostruita, raddoppiando<strong>la</strong>, anche <strong>la</strong> cabina di<br />
proiezione, sorretta ora da una struttura metallica<br />
sospesa; viene instal<strong>la</strong>ta una nuova macchina da<br />
proiezione e un nuovo sistema di amplificazione<br />
con dolby stereo (fino ad allora l’impianto fonica<br />
era rimasto mono), vengono sostituiti gli arredi<br />
del<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> con materiali ignifughi, tranne le storiche<br />
poltroncine in legno, lo schermo viene sostituito<br />
con un nuovo grande schermo panoramico<br />
e naturalmente viene completamente sostituito e<br />
razionalizzato l’impianto elettrico. Si riorganizza il<br />
percorso di accesso al<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> cinematografica: viene<br />
recuperata una porta di ingresso <strong>la</strong>terale in disuso<br />
e realizzata una nuova biglietteria, il nuovo servizio<br />
igienico per disabili e installto un servosca<strong>la</strong><br />
per il superamento del dislivello fra i piani terreno<br />
e primo, oltre all’arredo di tutto il percorso fino<br />
al<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> cinematografica. Infine vengono instal<strong>la</strong>te<br />
due nuove scale di sicurezza esterne in metallo,<br />
una sul percorso pedonale di collegamento fra via<br />
Pisana e via Baccio da Montelupo, l’altra nel giardino<br />
dell’asilo d’infanzia, <strong>la</strong> posizione delle quali<br />
garantisce un alto livello di sicurezza nel deflusso<br />
dalle sale del primo piano, in caso di incendio o<br />
ca<strong>la</strong>mità naturale; in questa prospettiva viene anche<br />
instal<strong>la</strong>ta una porta tagliafuoco per separare <strong>la</strong><br />
zona biliardo dal<strong>la</strong> zona cinema.<br />
Nel 1995 il primo piano dell’edificio più recente,<br />
che ospitava oltre ad una grande sa<strong>la</strong> (utilizzata<br />
per cene sociali, ballo e tombo<strong>la</strong>), un disimpegno<br />
ed altre due stanze adibite ad uffici, viene completamente<br />
ristrutturato ed unificato in un’unico<br />
grande vano per diventare una sa<strong>la</strong> biliardo rego<strong>la</strong>mentare,<br />
dove possono svolgersi competizioni a<br />
livello internazionale. In questa occasione viene<br />
anche instal<strong>la</strong>to il portavivande che collega direttamente<br />
il bar con <strong>la</strong> sa<strong>la</strong> biliardo.<br />
Nel 1998 viene realizzato il collegamento fra il<br />
bar, e più in generale <strong>la</strong> Casa del Popolo, con<br />
lo spazio all’aperto su Via Pisana attraverso una<br />
nuova apertura sul giardino, questo permette l’uso<br />
dello spazio all’aperto, attrezzato con tavolini ed<br />
ombrelloni, e collega finalmente i locali dell’ex<br />
Asilo al resto del complesso.<br />
Nel 2000 viene realizzata una struttura temporanea<br />
sul resede di via Baccio da Montelupo, adibita<br />
a spazio per spettacoli e per altre manifestazioni.<br />
La struttura realizzata con te<strong>la</strong>io di acciaio e<br />
membrana impermeabile è fornita di palcoscenico,<br />
sipario, camerini ed ingloba anche <strong>la</strong><br />
vecchia cabina di proiezione dell’arena all’aperto,<br />
parzialmente ristrutturata ed attrezzata a sa<strong>la</strong> regia<br />
e proiezione.<br />
Oggi sono in ponte ancora tanti altri progetti che,<br />
nello stesso spirito maturato negli <strong>anni</strong> passati,<br />
tentano senza sosta di adeguare <strong>la</strong> Casa del Popolo<br />
alle esigenze del<strong>la</strong> sua comunità. Si tratta di<br />
progetti molto ambiziosi ed impegnativi <strong>sui</strong> quali<br />
sarà necessario fare confluire molte energie e molte<br />
risorse: <strong>la</strong> ristrutturazione complessiva dell’ex asilo<br />
e <strong>la</strong> trasformazione del<strong>la</strong> struttura temporanea in<br />
una struttura teatrale stabile simbolo, anche a livello<br />
spaziale, dell’intera comunità di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong>.<br />
L’ex asilo ospita da <strong>anni</strong> una cucina ben attrezzata<br />
utilizzata per cene e feste, il resto dei locali sono<br />
stati parzialmente adeguati in questi ultimi <strong>anni</strong><br />
ma purtroppo non riescono a rispondere alle nuove<br />
esigenze dell’associazione; è stato così sviluppato<br />
97
un progetto di ristrutturazione con il quale l’attuale<br />
edificio viene profondamente trasformato ed<br />
ampliato, con l’aggiunta di un secondo piano, ed<br />
unito spazialmente ai locali del corpo di fabbrica<br />
attiguo. In questo modo il piano terreno unito agli<br />
spazzi attigui potrà ospitare degli idonei locali di<br />
ristorazione, utilizzabili anche per iniziative diverse,<br />
quali feste private e sociali, mentre il piano superiore,<br />
unito a sua volta all’attuale sa<strong>la</strong> del primo piano,<br />
potrà contenere una grande sa<strong>la</strong> biliardo.<br />
La struttura temporanea instal<strong>la</strong>ta nell’ex arena<br />
cinematografica era stata realizzata pochi <strong>anni</strong> fa<br />
e risponderebbe ancora perfettamente alle esigenze<br />
dell’Associazione; in questi <strong>anni</strong> ha infatti<br />
dimostrato una straordinaria vitalità, ospitando<br />
spettacoli teatrali e concerti di musica c<strong>la</strong>ssica e<br />
moderna, eventi e feste, e distinguendosi come<br />
l’unica struttura in grado di ospitare iniziative di<br />
1. Ufficio Tecnico Erariale del<br />
Comune di Firenze, p<strong>la</strong>nimetria<br />
re<strong>la</strong>tiva al<strong>la</strong> particel<strong>la</strong> 264, foglio<br />
70, sca<strong>la</strong> 1:100, 1939<br />
La storia cammina nel futuro<br />
questo tipo nel raggio di molti chilometri; ma lo<br />
stato di temporaneità impone <strong>la</strong> sua sostituzione a<br />
breve scadenza, per questo motivo è stato sviluppato<br />
il progetto per una nuova struttura tatrale<br />
stabile. Il nuovo teatro potrà accogliere oltre 200<br />
spettatori ed è fornito di un palcoscenico con “torre<br />
scenica” (per il cambio rapido delle scenografie) e,<br />
in posizione contrapposta, di una cabina di regia e<br />
proiezione. L’esigua capacità edificatoria del terreno,<br />
prevista nel Piano Rego<strong>la</strong>tore, non ha permesso<br />
<strong>la</strong> previsione di un’adeguata hall di ingresso e biglietteria,<br />
ma queste funzioni vengono svolte al di<br />
sotto di una grande pensilina che trasforma <strong>la</strong> corte<br />
di ingresso in uno spazio aperto ma coperto, spazio<br />
di transizione fra il fuori e il dentro del<strong>la</strong> sa<strong>la</strong>. Infine<br />
i servizi, ed i camerini troveranno posto nel piano<br />
interrato, come i magazzini per le attrezzature e le<br />
scene.<br />
2. Ufficio Tecnico Erariale del<br />
Comune di Firenze, p<strong>la</strong>nimetria<br />
re<strong>la</strong>tiva al<strong>la</strong> particel<strong>la</strong> 263, foglio 70,<br />
sca<strong>la</strong> 1:200, 1952<br />
3. Ufficio Tecnico Erariale del<br />
Comune di Firenze, p<strong>la</strong>nimetria<br />
re<strong>la</strong>tiva al<strong>la</strong> particel<strong>la</strong> 265, foglio 70,<br />
sca<strong>la</strong> 1:200, 1953<br />
99
4. Popolo di S.<strong>Quirico</strong> a<br />
Legnaia e S.Lorenzo al Ponte<br />
a Greve per quello che si<br />
estendano sopra <strong>la</strong> Strada<br />
maestra Pisana, Campione di<br />
tutte le Strade comunicative<br />
nel<strong>la</strong> Comunità di Legnaia.<br />
In: Giampaolo Trotta,<br />
Legnaia, Cintoia e Soffiano,<br />
Tre aspetti dell’antico<br />
suburbio occidentale<br />
fiorentino, Messaggerie<br />
Toscane, Firenze, 1989<br />
5. Catasto Leopoldino,<br />
Sezione U, Foglio 2° re<strong>la</strong>tivo<br />
al<strong>la</strong> Comunità di Monticelli<br />
e Pignone, sca<strong>la</strong> 1:12.500,<br />
aggiornato al 1884.<br />
In: Giampaolo Trotta, ibidem.<br />
6. Catasto Leopoldino,<br />
sviluppo. In: Giampaolo<br />
Trotta, ibidem.<br />
7. Istituto Geografico Militare,<br />
sca<strong>la</strong> 1:25.000, 1896<br />
8. Firenze, P olo Trotta, ibidem<br />
9. Istituto Geografico Militare,<br />
sca<strong>la</strong> 1:25.000, 1935<br />
101
10. Istituto<br />
Geografico Militare,<br />
sca<strong>la</strong> 1:25.000, 1955<br />
11. Progetto di<br />
ristrutturazione ed<br />
ampliamento del<br />
complesso del<strong>la</strong><br />
Casa del Popolo<br />
Fratelli Taddei,<br />
p<strong>la</strong>nimetria del<br />
piano terreno<br />
L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />
I partiti del<strong>la</strong> sinistra<br />
a <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong><br />
dal<strong>la</strong> Liberazione al 1989.<br />
Dal PCI al PDS e DS. La Casa del Popolo e i movimenti.<br />
Quando, subito dopo <strong>la</strong> Liberazione, il CLN riaprì<br />
<strong>la</strong> casa del Popolo di S. <strong>Quirico</strong>, vi trovarono<br />
sede il PSI, il PCI,ed il P d’A. Al Partito d’Azione<br />
aderivano i fratelli Taddei, i due partigiani uccisi<br />
dai Tedeschi cui è intito<strong>la</strong>ta ancora oggi <strong>la</strong> casa<br />
del popolo.<br />
La sezione territoriale del PCI, che comprendeva<br />
anche <strong>la</strong> cellu<strong>la</strong> di S. <strong>Quirico</strong>, aveva sede<br />
a Legnaia, nell’edificio in via di Scandicci che<br />
attualmente ospita i Carabinieri.<br />
Fu in seguito al<strong>la</strong> sua requisizione ad opera di<br />
Scelba che <strong>la</strong> sezione si trasferì presso <strong>la</strong> casa del<br />
popolo di S. <strong>Quirico</strong>.<br />
Il territorio originario del<strong>la</strong> sezione di Legnaia<br />
comprendeva l’attuale quartiere 4, ad eccezione<br />
del Pignone e di Monticelli e si artico<strong>la</strong>va in 12<br />
cellule, di cui 2 aziendali.<br />
Gli iscritti superavano il migliaio. C’erano anche<br />
sei cellule femminili che, tra l’altro, distribuivano<br />
l’Unità nelle case il giovedì, quando c’era l’inserto<br />
GianFranco tomaSSini - FaBio cacioLLi<br />
oteLLo doLFi - aLvaro maSi - patrizio panichi<br />
D.S. Unità di base “P.P.Pasolini”<br />
per le donne.<br />
La diffusione dell’Unità <strong>la</strong> domenica (circa 1000<br />
copie) era sempre a rischio di sequestro poliziesco.<br />
Ciononostante questa attività non fu mai<br />
abbandonata per tutta <strong>la</strong> vita del PCI, fin dal<br />
suo <strong>la</strong>ncio in una conferenza di organizzazione<br />
tenutasi a Firenze, al cinema Puccini, ad imitazione<br />
di quanto facevano i compagni francesi<br />
con l’Humanité. Al momento del<strong>la</strong> Liberazione il<br />
PCI era poverissimo e furono fatti grandi sacrifici<br />
da parte dei suoi iscritti per trovare le risorse per<br />
l’attività politica.<br />
Ci racconta Otello Dolfi che durante <strong>la</strong> campagna<br />
elettorale per <strong>la</strong> Costituente, i manifesti erano di<br />
carta di giornale ricic<strong>la</strong>ta con uno stampo sovrapposto<br />
che invitava semplicemente al voto al PCI,<br />
<strong>la</strong> col<strong>la</strong> era fatta con farina portata da casa ed i<br />
pennelli erano forniti dai compagni imbianchini.<br />
Poi riuscirono a dotarsi di tubi Innocenti per il<br />
palco, altopar<strong>la</strong>nti, ciclostile e tutto quanto serviva<br />
103
per le campagne elettorali di allora. L’entusiasmo<br />
comunque era tanto: per richiedere l’Assemblea<br />
Costituente e cancel<strong>la</strong>re <strong>la</strong> legis<strong>la</strong>zione fascista fu,<br />
tra l’altro, organizzato un corteo che convergeva<br />
sul Centro, partendo dal<strong>la</strong> lontana frazione di<br />
Ugnano e che si andava gonfiando sempre più<br />
man mano che ci si avvicinava al<strong>la</strong> meta.<br />
Fra le tante iniziative prese durante <strong>la</strong> fase del<strong>la</strong> ricostruzione<br />
del Paese, ci preme ricordare per il suo<br />
significato umano e politico quel<strong>la</strong> proposta da<br />
Giorgio Amendo<strong>la</strong> di accogliere presso famiglie di<br />
compagni del Centro-Nord bambini meridionali.<br />
Se le condizioni di vita erano certamente misere<br />
anche da noi, in molte zone del Sud erano veramente<br />
drammatiche. A S. <strong>Quirico</strong> furono accolte<br />
all’inizio due bambine per tre mesi, con tale affetto<br />
che, dopo una qualche difficoltà iniziale di<br />
adattamento, è andata a finire che queste ora sono<br />
due nostre concittadine.<br />
Al<strong>la</strong> sezione di S. <strong>Quirico</strong>, nel<strong>la</strong> successiva riorganizzazione<br />
del PCI facevano capo le cellule di<br />
Legnaia e del Ronco, ambedue preesistenti.<br />
Tra i segretari del<strong>la</strong> cellu<strong>la</strong> di S. <strong>Quirico</strong> ricordiamo<br />
Ruggero Berlincioni, Sacrati, Capaccioni,<br />
Alvaro Masi, poi Presidente del<strong>la</strong> casa del popolo,<br />
Otello Dolfi, poi segretario del<strong>la</strong> sezione per 18<br />
<strong>anni</strong>.<br />
Era forte anche <strong>la</strong> presenza del<strong>la</strong> Federazione Giovanile<br />
di cui ricordiamo come segretari Giordano<br />
Saccardi e il Me<strong>la</strong>ni. Dopo <strong>la</strong> Liberazione c’era<br />
una nutrita e qualificata presenza di giovani. Da<br />
sottolineare che a S. <strong>Quirico</strong>, pur con qualche<br />
inevitabile contrasto generazionale, <strong>la</strong> presenza e<br />
l’attività delle nuove generazioni è sempre stata<br />
una costante per tutta <strong>la</strong> durata dell’esperienza<br />
del PCI.<br />
La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />
Da un registro dei verbali del<strong>la</strong> sezione dall’agosto<br />
1977 al settembre 1980 risultano discussioni e attività<br />
interessanti. Ogni anno veniva organizzata<br />
<strong>la</strong> festa dell’Unità nell’arena, lo spazio all’aperto<br />
normalmente usato per il cinema. C’era quindi il<br />
problema dello smontaggio e rimontaggio delle<br />
seggiole, che risulta assai dibattuto nel Consiglio<br />
del<strong>la</strong> CdP. La festa dava normalmente un buon<br />
risultato economico ed una buona partecipazione<br />
agli spettacoli; un po’ meno ai dibattiti politici.<br />
Si trattava comunque di manifestazioni impegnative.<br />
D’altronde feste dell’Unità se ne facevano tantissime<br />
e nei luoghi più diversi. Tra quelle delle<br />
origini, al tempo del<strong>la</strong> grande sezione di Legnaia,<br />
se ne faceva tutti gli <strong>anni</strong> una presso il traghetto<br />
dell’Isolotto, dove ora c’è <strong>la</strong> passerel<strong>la</strong>. Lì c’era<br />
una picco<strong>la</strong> cellu<strong>la</strong> e lì si faceva politica e gran<br />
mangiate di pesciolini fritti. Erano famose e assai<br />
frequentate quelle organizzate dal<strong>la</strong> cellu<strong>la</strong> del<br />
Ronco e dal<strong>la</strong> sezione di S. <strong>Quirico</strong> nel grande<br />
giardino del circolo La Concordia in via del Ronco<br />
Lungo.<br />
Anche lì politica e raffinate specialità gastronomiche<br />
come i “granocchi” fritti del Virginio. Se<br />
ne sono fatte nello s<strong>la</strong>rgo adiacente a via Cividali,<br />
a due passi da S. <strong>Quirico</strong> e nel moncone di viale<br />
Nenni, prima dell’apertura, insieme al<strong>la</strong> sezione<br />
di Soffiano. Storica anche <strong>la</strong> festa, questa di tutta<br />
<strong>la</strong> zona, nel giardino dell’ASNU, prima che fosse<br />
sfregiato da viale Piombino, con Umberto Terracini<br />
e il Benigni delle origini.<br />
La festa del 1978 nell’arena di S. <strong>Quirico</strong> prevedeva<br />
diverse manifestazione sportive: il Trofeo<br />
Bartolozzi; una disfida calcistica tra S. <strong>Quirico</strong><br />
e Ronco; una maratona. Si teneva una rappre-<br />
sentazione teatrale in vernacolo e uno spettacolo<br />
di canzoni popo<strong>la</strong>ri con due grandi, come Pietrangeli<br />
e <strong>la</strong> Marini. Non mancavano spettacoli<br />
per ragazzi, ballo, briscolone. Le manifestazioni<br />
politiche andavano dal dibattito sul ruolo delle<br />
sezioni con Gabbuggiani ad un incontro con<br />
dibattito, film ed assaggi di specialità con una<br />
delegazione vietnamita.<br />
Non è facile ricostruire i rapporti tra socialisti e<br />
comunisti a S. <strong>Quirico</strong>, dopo <strong>la</strong> confluenza degli<br />
azionisti nel PSI. Avranno certamente influito<br />
le diverse scelte nazionali dei due partiti. Tuttavia<br />
PCI e PSI convivevano nel<strong>la</strong> stessa stanza,<br />
utilizzata a giorni alterni, e definivano insieme<br />
consiglio e presidenza del<strong>la</strong> casa del popolo. Non<br />
sempre c’era piena col<strong>la</strong>borazione; talvolta i socialisti<br />
svolgevano un ruolo critico. E’ interessante<br />
comunque notare che personale politico dei partiti<br />
e del<strong>la</strong> casa del popolo erano intercambiabili,<br />
pur nel mantenimento dell’autonomia gestionale<br />
del circolo. Viene riferita tuttavia una caduta<br />
progressiva dell’autonomia del<strong>la</strong> casa del popolo<br />
e una crescente egemonia interna del<strong>la</strong> sezione del<br />
PCI. Siamo nel 1978; un direttivo del<strong>la</strong> sezione<br />
PCI <strong>sui</strong> criteri di scelta del consiglio del<strong>la</strong> casa del<br />
popolo veniva introdotto con queste parole a nome<br />
del<strong>la</strong> Commissione <strong>la</strong>voro di massa: - <strong>la</strong> casa del<br />
popolo non deve essere solo un centro ricreativo e<br />
sportivo, ma polo associativo e di aggregazione: deve<br />
essere ricercato il contributo, oltre che dei partiti che<br />
reggono <strong>la</strong> casa del popolo, degli altri movimenti<br />
presenti nel<strong>la</strong> zona e le esigenze del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione.<br />
E’ necessario trovare un’unità per questo obbiettivo<br />
non solo a parole ma concretamente. I consiglieri<br />
devono sentirsi investiti di responsabilità. Devono<br />
essere evitati quei momenti di frattura che in passato<br />
si sono manifestati.<br />
Nel 1980 ci sono trattative con i Socialisti, che<br />
erano usciti dal consiglio del<strong>la</strong> casa del popolo e<br />
che per rientrare richiedevano una più consistente<br />
rappresentanza.<br />
Il Segretario del<strong>la</strong> sezione Cecchetti, durante un<br />
incontro con i consiglieri comunisti del<strong>la</strong> casa del<br />
popolo il 26 maggio 1980, esprime un giudizio<br />
positivo riguardo al<strong>la</strong> gestione economica ed<br />
al rapporto con il Quartiere e delle riserve sull’attività<br />
culturale. Esprime soddisfazione per il<br />
rientro dei Socialisti nel consiglio e per l’ingresso<br />
di alcuni indipendenti. Propone un programma<br />
di sviluppo re<strong>la</strong>tivo a biblioteca, cinema, giovani,<br />
ristrutturazione.<br />
A proposito del<strong>la</strong> biblioteca, il segretario del<strong>la</strong> sezione<br />
Magrini il 17/4/1979, ne rileva <strong>la</strong> notevole<br />
importanza sia per ri<strong>la</strong>nciare l’attività culturale<br />
del<strong>la</strong> casa del popolo che per <strong>la</strong> sua apertura al<strong>la</strong><br />
popo<strong>la</strong>zione del quartiere (il Comune aveva<br />
riconosciuto un contributo appunto con questa<br />
finalità). Conclude Magrini: “si tratta dunque di<br />
far convergere il maggior numero di consensi e di<br />
compagni che ci permettano di aprire <strong>la</strong> biblioteca<br />
immediatamente al quartiere e di sviluppare l’iniziativa<br />
nel<strong>la</strong> e fuori dal<strong>la</strong> casa del popolo.<br />
Le iniziative di solidarietà e di lotta sul territorio<br />
vedevano spesso <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione tra forze diverse.<br />
Al<strong>la</strong> lotta per ottenere nuovi edifici sco<strong>la</strong>stici<br />
o in quel<strong>la</strong> per l’adeguamento di via Baccio parteciparono<br />
anche i cattolici. Ma il momento più<br />
alto nel rapporto tra sinistra e mondo cattolico si<br />
ebbe con l’alluvione del 1966 nel comitato che si<br />
costituì insieme a Don Mazzi dell’Isolotto e Don<br />
Gomiti del<strong>la</strong> Casel<strong>la</strong>. Ne nacque il Comitato per<br />
<strong>la</strong> Pace (allora c’era <strong>la</strong> guerra in Vietnam), inizio<br />
105
di un lungo cammino che vede unite ancora oggi<br />
persone di diversa provenienza ideale e politica<br />
contro <strong>la</strong> guerra e per l’educazione al<strong>la</strong> pace. Del<br />
resto allora molti cattolici aderirono al PCI.<br />
Dal<strong>la</strong> lettura dei verbali dei Direttivi, assemblee e<br />
Congressi del<strong>la</strong> sezione emergono alcuni problemi<br />
politici ricorrenti: non c’è sempre un buon<br />
rapporto tra Direttivo e Segreteria. Questo non<br />
impedisce al<strong>la</strong> sezione di svolgere una discreta attività.<br />
Si diceva delle feste dell’Unità, ma bisogna<br />
considerare anche le campagne elettorali e referendarie,<br />
<strong>la</strong> partecipazione agli organi sco<strong>la</strong>stici,<br />
<strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione con il consiglio di quartiere, che<br />
coinvolgeva diversi quadri del<strong>la</strong> sezione Tutti gli<br />
<strong>anni</strong> venivano fatte iniziative specifiche per il tesseramento.<br />
Ad esempio nel 1979, oltre all’assemblea<br />
generale del<strong>la</strong> sezione, venivano organizzate<br />
iniziative specifiche su pensioni ed equo canone,<br />
quest’ultima insieme al PSI.<br />
Il <strong>la</strong>voro politico del<strong>la</strong> sezione era organizzato in<br />
gruppi operativi che andavano dal c<strong>la</strong>ssico “<strong>la</strong>voro<br />
di massa” all’”organizzazione” al<strong>la</strong> “stampa e propaganda”.<br />
Come tutte le altre sezioni del PCI, anche quel<strong>la</strong><br />
di S. <strong>Quirico</strong> era partico<strong>la</strong>rmente impegnata nel<br />
“porta a porta” ed in generale nell’attività informativa<br />
e di propaganda in tutto il suo territorio.<br />
Si è detto del<strong>la</strong> diffusione settimanale dell’Unità.<br />
Interessante è anche l’esposizione di “tazebao”<br />
informativi nei luoghi di maggior frequentazione,<br />
ad esempio al<strong>la</strong> Federiga.<br />
La cellu<strong>la</strong> di Legnaia ha un buon numero di iscritti<br />
(intorno a 90), tanto che si par<strong>la</strong> spesso del<strong>la</strong><br />
possibilità di costituire una sezione autonoma.<br />
Discussione che poi sfocerà nel<strong>la</strong> fusione con <strong>la</strong><br />
sezione di Soffiano. ?<br />
La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />
La sezione del<strong>la</strong> FGCI era abbastanza attiva, come<br />
risulta dal<strong>la</strong> <strong>pubblicazione</strong> di un giornalino e soprattutto<br />
dal notevole numero di giovani inseriti<br />
all’epoca nel gruppo attivo del<strong>la</strong> sezione e negli<br />
organismi dirigenti, a cominciare dal segretario.<br />
Tra i segretari del<strong>la</strong> sez. di S. <strong>Quirico</strong>, ricordiamo,<br />
oltre a Dolfi, Baroncelli, Di Lena, Brachetti,<br />
Cecchetti, Baldanzini, Serm<strong>anni</strong>, Anna Mancini,<br />
Laura Bacci e Stefano Magrini. L’ultimo segretario<br />
del<strong>la</strong> sezione, dal 1988 al ’90, è stato Patrizio<br />
Panichi, già presidente del<strong>la</strong> casa del popolo nel<br />
1986-87. A quell’epoca nacque il cineclub Cinecittà.<br />
Fu poi adeguata <strong>la</strong> sa<strong>la</strong> cinematografica,<br />
divenuta cinema d’essais.<br />
Dal PCI al PDS e DS<br />
Nel rapporto tra <strong>la</strong> casa del popolo e i partiti<br />
politici grande rilievo hanno avuto i rivolgimenti<br />
nazionali e internazionali avvenuti tra il 1989 e i<br />
primi <strong>anni</strong> novanta: <strong>la</strong> caduta del muro di Berlino<br />
e <strong>la</strong> fine del<strong>la</strong> prima repubblica. In quegli <strong>anni</strong> il<br />
principale partito del<strong>la</strong> sinistra, il PCI, si andava<br />
trasformando nel PDS e cercava di adeguare anche<br />
territorialmente <strong>la</strong> propria azione politica.<br />
Il congresso del PCI del<strong>la</strong> svolta del 1990 ha visto<br />
anche nelle sezioni del quartiere 4 di Firenze un<br />
dibattito partecipato e appassionato, ma anche<br />
molto amaro da parte di tanti compagni. La sezione<br />
di S. <strong>Quirico</strong> - Ronco si è divisa a metà tra<br />
le mozioni di Occhetto e di Ingrao (<strong>la</strong> mozione<br />
Natta - Ingrao prevale 33 a 32). Molta parte degli<br />
iscritti del PCI sono poi confluiti nel nuovo partito,<br />
il PDS, ma anche il PRC ha avuto una discreta<br />
adesione. Il fatto che il PCI avesse due eredi non<br />
ha fatto certo aumentare complessivamente le<br />
adesioni ai partiti di sinistra. Al contrario, molti<br />
ex-PCI hanno preferito rimanerne fuori, pur con-<br />
tinuando a considerarsi di sinistra.<br />
Fra i problemi che si ponevano al PDS c’era <strong>la</strong><br />
costituzione delle nuove strutture di base, a partire<br />
dall’eredità del PCI. Un documento approvato<br />
dal congresso del<strong>la</strong> sez. di Soffiano poneva <strong>la</strong> necessità<br />
di avere unità di base abbastanza consistenti<br />
in termini di iscritti, ma soprattutto di attivisti,<br />
da poter svolgere una intensa attività politica nel<br />
territorio e soprattutto contare politicamente<br />
all’interno del PDS, in modo da garantire una<br />
vera democrazia interna. Il successivo dibattito si<br />
concluse con <strong>la</strong> decisione di accorpare le vecchie<br />
sezioni del PCI in modo da avere nel quartiere 4<br />
solo tre sezioni territoriali. Una di queste doveva<br />
risultare dal<strong>la</strong> convergenza degli iscritti provenienti<br />
dalle sezioni PCI di Ponte a Greve, S. <strong>Quirico</strong><br />
e Soffiano. Il congresso costituente, tenutosi<br />
a Ponte a Greve, scelse, tra l’altro il nome da dare<br />
al<strong>la</strong> nuova sezione. Ci fu un notevole consenso su<br />
Pier Paolo Pasolini, grande intellettuale ed espressione<br />
di una sinistra critica e non conformista.<br />
I fatti successivi hanno confermato <strong>la</strong> capacità<br />
quasi profetica di Pasolini di capire dove andasse<br />
<strong>la</strong> società italiana. Per questo <strong>la</strong> scelta di allora si è<br />
dimostrata felice ed anche perché in effetti <strong>la</strong> sez.<br />
Pasolini è sempre stata poco conformista ed attenta<br />
al nuovo che si moveva e si muove all’interno<br />
del popolo di sinistra.<br />
I rapporti tra casa del popolo e partito sono stati<br />
in questa fase assai meno organici rispetto al passato<br />
e <strong>la</strong> presenza del<strong>la</strong> sezione è andata sempre<br />
più assomigliando ad una specie di ospitalità e ad<br />
uno scambio di energie tra corpo sociale del<strong>la</strong> casa<br />
del popolo e iscritti al PDS. Gli <strong>anni</strong> che hanno<br />
contraddistinto l’azione politica nell’ambito del<br />
PDS sono stati <strong>anni</strong> difficili, gravati dal<strong>la</strong> difficol-<br />
tà a trovare uno spazio adeguato al<strong>la</strong> nuova formazione<br />
politica; del resto sul territorio già in seno al<br />
PCI si era fatta forte <strong>la</strong> difficoltà nel<strong>la</strong> militanza e<br />
nel<strong>la</strong> presenza nelle strutture associative e sociali.<br />
Per <strong>la</strong> sezione Pasolini <strong>la</strong> sede politica era comunque<br />
costituita da tutte e le 5 case del popolo presenti<br />
storicamente nel suo territorio: Ponte a Greve,<br />
S. <strong>Quirico</strong>, Legnaia, Soffiano e il Ronco. Le<br />
sede fisica era logico che fosse quel<strong>la</strong> più centrale,<br />
cioè S. <strong>Quirico</strong>. Tuttavia quell’eredità preziosa del<br />
movimento operaio che sono le case del popolo<br />
ha sempre comportato, accanto alle grandi opportunità<br />
anche dei problemi per il partito. In<br />
partico<strong>la</strong>re <strong>la</strong> sezione Pasolini, anche per <strong>la</strong> configurazione<br />
allungata del proprio territorio lungo<br />
<strong>la</strong> via Pisana, ha sempre avuto <strong>la</strong> necessità di punti<br />
di riferimento effettivi e molteplici nelle case del<br />
popolo. Al riguardo si sono riscontrate molte difficoltà,<br />
dovute a varie cause: <strong>la</strong> minore “autorevolezza”<br />
del PDS rispetto al vecchio PCI nel quadro<br />
di una disaffezione diffusa verso <strong>la</strong> politica e verso<br />
<strong>la</strong> forma partito in partico<strong>la</strong>re, accanto al<strong>la</strong> presenza<br />
di un circolo di RC con sede a P. a Greve;<br />
<strong>la</strong> tendenza crescente dei soci e frequentatori delle<br />
case del popolo ad una pigra chiusura all’interno<br />
delle proprie abitudini e convinzioni, anche per<br />
l’invecchiamento del<strong>la</strong> generazione temprata dal<strong>la</strong><br />
lotta antifascista e <strong>la</strong> marginalizzazione crescente<br />
del<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse operaia; un localismo spesso esasperato<br />
che rende difficile <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione tra diversi<br />
circoli. Tuttavia i dirigenti delle case del popolo<br />
non hanno mai messo in discussione <strong>la</strong> loro appartenenza<br />
al grande filone del<strong>la</strong> sinistra ed anzi<br />
sono profondamente consapevoli del patrimonio<br />
trasmesso da una storia che per molte è ormai<br />
seco<strong>la</strong>re. Questo ha comportato e comporta un<br />
107
apporto fondamentale al<strong>la</strong> battaglie del<strong>la</strong> sinistra<br />
e <strong>la</strong> premessa per un ruolo ancora più importante<br />
nel prossimo futuro.<br />
Nel<strong>la</strong> realtà l’attività politica sia interna che esterna<br />
del<strong>la</strong> sez. Pasolini si svolge nelle case del popolo<br />
di Ponte a Greve, Legnaia e S. <strong>Quirico</strong>, oltre che<br />
nel territorio circostante. In partico<strong>la</strong>re, oltre ad<br />
una stanza in compartecipazione con RC a Ponte<br />
a Greve, il partito del PDS e poi dei DS ha <strong>la</strong><br />
disponibilità di una stanza attrezzata presso <strong>la</strong> casa<br />
del popolo Taddei di S. <strong>Quirico</strong>. Nonostante <strong>la</strong><br />
minore presenza e visibilità del<strong>la</strong> sezione del PDS,<br />
si è andata sviluppando una sempre maggior sinergia<br />
con <strong>la</strong> casa del popolo, che ha consentito<br />
ad entrambe di entrare in rete con tante esperienze<br />
del<strong>la</strong> società civile.<br />
La Casa del Popolo e i Movimenti<br />
Accanto alle tradizionali attività di partito (riunioni<br />
degli organismi dirigenti, congressi, assemblee,<br />
tesseramento) nel<strong>la</strong> casa del popolo di <strong>San</strong> <strong>Quirico</strong><br />
si sono svolte, soprattutto quando il risveglio del<strong>la</strong><br />
società civile lo ha consentito, molte altre attività<br />
politico-culturali non strettamente di partito. Su<br />
questo punto occorre sottolineare un aspetto importante<br />
non solo per questa casa del popolo, ma<br />
per una possibile evoluzione positiva del ruolo di<br />
queste strutture associative in generale.<br />
Si tratta dell’atteggiamento costante di apertura<br />
verso <strong>la</strong> pluralità del<strong>la</strong> sinistra e le sue coalizioni,<br />
verso movimenti culturalmente anche assai diversi,<br />
ma comunque stimo<strong>la</strong>nti per il dibattito e<br />
l’azione politica. Apertura che si è tradotta anche<br />
in molti casi in fattiva col<strong>la</strong>borazione.<br />
La storia dell’Ulivo nel quartiere ha trovato un<br />
costante punto di accoglienza e di col<strong>la</strong>borazione<br />
nel<strong>la</strong> casa del popolo, a partire dai primordi dei<br />
La storia cammina nel futuro L’attualità e <strong>la</strong> storia<br />
comitati promossi da Prodi e del loro coordinamento<br />
con le forze politiche interessate. L’Ulivo<br />
del quartiere 4 si è organizzato, in funzione delle<br />
campagne elettorali, in gruppi di azione territoriale<br />
comprendenti anche volontari non iscritti ai<br />
partiti. Uno di questi gruppi, l’unico a funzionare<br />
a pieno, era operativo nel territorio di S. <strong>Quirico</strong><br />
- Legnaia ed aveva sede di riferimento nel<strong>la</strong> casa<br />
del popolo di S. <strong>Quirico</strong>. Nel<strong>la</strong> convinzione che <strong>la</strong><br />
battaglia contro il berlusconismo e per <strong>la</strong> riaffermazione<br />
dei valori democratici e di sinistra deve<br />
essere permanente e continua, il gruppo operativo<br />
ha deciso di rimanere in funzione dopo le elezioni,<br />
trasformandosi in Comitato dell’Ulivo di S.<br />
<strong>Quirico</strong> -Isolotto, con sede logistica a S. <strong>Quirico</strong>.<br />
Il Comitato ha svolto una intensa attività di<br />
produzione e diffusione di materiale informativo<br />
e di propaganda nei mercati, davanti alle scuole<br />
ed in genere in tutti i luoghi di aggregazione e di<br />
passaggio possibili.<br />
Si è par<strong>la</strong>to di art. 18, conflitto di interessi,<br />
sanità, legge Bossi-Fini, guerra in Irak, riforma<br />
Moratti….Si sono svolte nel<strong>la</strong> casa del popolo<br />
iniziative di autofinanziamento e di dibattito<br />
politico promosso dal Comitato e dal Coordinamento<br />
dell’Ulivo. Sia pure con qualche difficoltà<br />
si è costituito un Ulivo dell’Oltrarno, cioè un<br />
coordinamento del collegio del<strong>la</strong> Camera, con i<br />
Comitati esistenti al Galluzzo e a Gavinana, che<br />
ha consentito rapporti più stretti e col<strong>la</strong>borativi,<br />
buona premessa per l’attività futura.<br />
L’assemblea popo<strong>la</strong>re indetta dal coordinamento<br />
dell’Ulivo, con <strong>la</strong> partecipazione dell’associazionismo<br />
e dei cittadini del quartiere 4 che<br />
ha promosso il forum programmatico per il<br />
consiglio di quartiere si è tenuta a S. <strong>Quirico</strong><br />
e qui ha svolto i suoi <strong>la</strong>vori il gruppo che si è<br />
occupato di “città vivibile e stili di vita”. L’ampia<br />
e partecipata discussione su urbanistica, mobilità<br />
sostenibile,ambiente, consumo critico, stili di vita<br />
ha dato un buon contributo all’impegnativo programma<br />
elettorale dell’Ulivo.<br />
La casa del popolo di S. <strong>Quirico</strong> è stata sede del<br />
Comitato elettorale dell’Ulivo del quartiere in<br />
occasione delle elezioni amministrative del 2004,<br />
luogo di riunioni unitarie e di iniziativa politica<br />
e al<strong>la</strong> fine di esultanza e di festa. Il Comitato dell’Ulivo<br />
di S. <strong>Quirico</strong> - Isolotto è tuttavia entrato<br />
in crisi quando a livello nazionale si è decisa <strong>la</strong><br />
Federazione dell’Ulivo, con <strong>la</strong> esclusione di Verdi<br />
e Comunisti Italiani, componenti importanti<br />
del Comitato. Questo tuttavia non ha messo<br />
in discussione lo spirito unitario del<strong>la</strong> casa del<br />
popolo e dei DS locali, tant’è vero che l’Unione<br />
del q4, costituita durante un’assemblea popo<strong>la</strong>re<br />
l’ha individuata come sede politica e operativa per<br />
<strong>la</strong> campagna elettorale del 2006.<br />
La casa del popolo f.lli Taddei ha sempre mantenuto<br />
rapporti di col<strong>la</strong>borazione con le istituzioni<br />
e <strong>la</strong> società civile del territorio. Con il Consiglio<br />
di Quartiere c’è stata col<strong>la</strong>borazione per numerose<br />
iniziative culturali (cinema, teatro, musica)<br />
sportive, assistenziali (fondo Essere ad esempio).<br />
La presenza, nei suoi pressi, di una scuo<strong>la</strong> intito<strong>la</strong>ta<br />
a Don Mi<strong>la</strong>ni è stata <strong>la</strong> felice occasione per<br />
aderire al<strong>la</strong> prima marcia da Vicchio a Barbiana e<br />
soprattutto per coinvolgere gli sco<strong>la</strong>ri in una iniziativa<br />
culturale e festosa presso <strong>la</strong> casa del popolo,<br />
insieme ai loro insegnanti.<br />
All’interno dei DS si è discusso molto di crisi<br />
delle sezioni ed in generale del<strong>la</strong> tradizionale<br />
forma partito. Tra le proposte di soluzione, quel<strong>la</strong><br />
che risponde meglio al<strong>la</strong> urgenza di recuperare<br />
un rapporto attivo e democratico con <strong>la</strong> società<br />
civile, sembra essere il cosiddetto “partito a rete”.<br />
Anche <strong>la</strong> sezione Pasolini ha partecipato a questo<br />
dibattito ed ha provato a sperimentare questo<br />
nuovo modo di operare.<br />
L’idea è quel<strong>la</strong> di stimo<strong>la</strong>re una nuova “democrazia<br />
partecipativa” contrapposta al populismo<br />
di<strong>la</strong>gante, originata dal<strong>la</strong> messa in rete di soggetti<br />
diversi anche per struttura e funzione all’interno<br />
del<strong>la</strong> società. Le sezioni di partito divengono, in<br />
questa nuova visione, nodi del<strong>la</strong> rete, accanto<br />
alle sedi dell’associazionismo democratico ed alle<br />
realtà del movimento. In questo quadro un ruolo<br />
sempre più importante e innovativo può essere<br />
svolto dalle “vecchie” case del popolo.<br />
Quando in Italia ed in partico<strong>la</strong>re a Firenze <strong>la</strong><br />
società si è rimessa in moto, le antenne sensibili<br />
del<strong>la</strong> casa del popolo e del<strong>la</strong> sezione Pasolini dei<br />
DS hanno captato subito il segnale, sia quello del<br />
movimento no-global, prima e soprattutto dopo i<br />
fatti di Genova, che quello del movimento per <strong>la</strong><br />
democrazia, contro il populismo berlusconiano.<br />
C’è stata grande disponibilità nell’accogliere le<br />
iniziative del Social Forum, dal<strong>la</strong> entusiasmante<br />
manifestazione europea del<strong>la</strong> Fortezza in poi.<br />
Ma anche il Laboratorio per <strong>la</strong> Democrazia ha<br />
trovato a S. <strong>Quirico</strong> una delle sedi preferite, per<br />
<strong>la</strong> generosa disponibilità e apertura del<strong>la</strong> casa del<br />
popolo.<br />
Il Tavolo del Consumo critico, che raggruppa<br />
l’associazionismo interessato al tema, ma anche i<br />
DS del quartiere 4, promotori, insieme ai partiti<br />
di centrosinistra, di un corso di notevole successo<br />
su questo tema, svolge spesso le sue riunioni a S.<br />
<strong>Quirico</strong>.<br />
109
Ma il movimento che ha trovato nel<strong>la</strong> casa del<br />
popolo di S. <strong>Quirico</strong> il rapporto più fattivo di<br />
col<strong>la</strong>borazione è stato quello pacifista. La premessa<br />
è nel<strong>la</strong> lunga e convinta tradizione pacifista del<br />
nostro quartiere, che coinvolge <strong>la</strong> società civile,<br />
accanto al<strong>la</strong> Istituzione Consiglio di Quartiere.<br />
E’ stato per questo che <strong>la</strong> tavo<strong>la</strong> del<strong>la</strong> pace di Firenze,<br />
che raggruppava un ampio arco di partiti,<br />
associazioni, movimenti, costituita per contrastare<br />
<strong>la</strong> guerra preventiva e permanente di Bush, al<strong>la</strong> vigilia<br />
dell’attacco all’Irak, ha cominciato a riunirsi<br />
a Vil<strong>la</strong> Vogel, sede del Consiglio del Quartiere 4.<br />
Da questo momento i rapporti con <strong>la</strong> Tavo<strong>la</strong><br />
provinciale del<strong>la</strong> pace e poi con il Comitato<br />
Fermiamo <strong>la</strong> Guerra si sono fatti molto stretti. S.<br />
La storia cammina nel futuro<br />
<strong>Quirico</strong> è divenuta <strong>la</strong> sede c<strong>la</strong>ssica delle cene di<br />
autofinanziamento del Comitato con <strong>la</strong> generosità<br />
di sempre. Ma soprattutto <strong>la</strong> casa del popolo si<br />
è impegnata, con l’entusiasmo e <strong>la</strong> dedizione<br />
del Presidente Giov<strong>anni</strong> <strong>San</strong>ti, nel sostenere in<br />
concreto l’iniziativa più riuscita ed esaltante del<br />
movimento: l’esposizione delle bandiere arcobaleno<br />
alle finestre.<br />
Da S. <strong>Quirico</strong> sono passate gran parte delle bandiere<br />
(migliaia) esposte alle finestre, svento<strong>la</strong>te nei cortei,<br />
firmate, cucite in giganteschi striscioni, che hanno<br />
invaso Firenze e non solo. Ne sono partite tante per<br />
tutta Italia, per <strong>la</strong> Germania, gli Stati Uniti… Da<br />
allora <strong>la</strong> casa del popolo, dal<strong>la</strong> facciata al teatro, è<br />
sempre stata pavesata di bandiere del<strong>la</strong> pace.