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OFTALMOLOGIA DOMANI n. 2/2010 - Jaka Congressi Srl

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IIl filo conduttore di questo editoriale non è propriamente una novità: come spesso<br />

accade è stata la lettura di una notizia reperita in rete che mi ha fatto rizzare le<br />

antenne e spendere qualche oretta per mettere a fuoco il problema. La notizia è<br />

pubblicata sul sito Internet della FNOMCeO e recita testualmente:<br />

“Richiesti per gli ospedali pubblici e privati della Francia, medici con specializzazione in<br />

Anestesia e Rianimazione, Radiologia e Diagnostica per immagini, Geriatria, Oncologia,<br />

Medicina Fisica, Cardiologia.<br />

Sono richieste:<br />

- ottima conoscenza della lingua francese;<br />

- esperienza annuale nella specialità;<br />

- iscrizione all'Ordine dei Medici in Italia.<br />

Viene offerta la stessa retribuzione dei colleghi francesi (nonché garantita<br />

l'iscrizione all'Ordine dei Medici in Francia) con un contratto di lavoro a tempo<br />

indeterminato o determinato.<br />

Si garantisce un alloggio per un minimo di 3 mesi.<br />

Gli interessati possono spedire il curriculum all'indirizzo e-mail: m.sante@free.fr<br />

Per informazioni: Marina Bernhard Consultante Recrutement - Tel. 33661202698<br />

- 33668663377 - Fax 33956932770<br />

Esaminando la rubrica “Opportunità Italia/ Estero” del portale FNOMCeO, si rileva che<br />

Regno Unito, molto insistentemente, ma ora anche Francia, Spagna e Germania fanno<br />

proposte di lavoro stabile (a tempo indeterminato!!) a specialisti di altri Paesi.<br />

Che queste proposte le faccia il Regno Unito non stupisce, sono anni che drena<br />

specialisti da molti Paesi del mondo. Ha praticamente prosciugato l’Africa, come ci<br />

conferma il Collega Angeletti che in quel Continente ci lavora da 30 anni; ha provato a<br />

farlo in India, ma da qualche anno è stata stoppata dal Governo Indiano, che ha<br />

vigorosamente contrastato l’emorragia offrendo condizioni di lavoro più vantaggiose ai<br />

suoi specialisti; da qualche tempo preme anche sull’Italia. Ma Francia, Germania, Spagna?<br />

A questo punto scatta la reazione a catena che mette in moto le meningi.<br />

Nel nostro Paese le prospettive di lavoro dei medici sono, ad essere eufemistici,<br />

pietose. Sarà pur vero che negli anni ’80 e parzialmente negli anni ’90 abbiamo laureato e<br />

diplomato molti più medici e specialisti di quanti non fossero necessari, ma –tanto per<br />

citare la prima cosa che viene in mente- il blocco totale delle assunzioni nelle strutture<br />

pubbliche non ha niente a che vedere con questa pletora di medici; anzi, va proprio nella<br />

direzione opposta a quella necessaria per risolvere il problema. Come il pensionamento<br />

obbligato al raggiungimento dei 40anni di contributi, ambedue rari esempi di governo<br />

illuminato.<br />

Come logica (ma sarebbe meglio dire tragica) conseguenza, è successo che, non<br />

trovando sbocco nel pubblico, l’ondata di piena si è diretta sul privato, principalmente<br />

quello convenzionato. Che era lì a braccia aperte e non aspettava altro. Il rapporto di<br />

lavoro tipico dei medici con queste strutture, almeno nella stragrande maggioranza dei<br />

casi, è quello definito “libero professionale”, una indegnità che non si è mai capito perché<br />

non abbia scatenato fulmini e saette da parte di Magistratura e Ispettorati del Lavoro.<br />

In pratica, nella maggior parte dei casi, solo il responsabile della struttura e, se va<br />

oftalmologiadomani - N. 2 - Anno <strong>2010</strong><br />

e d i t o r i a l e<br />

Governare è prevedere<br />

di Costantino<br />

Bianchi<br />

7

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