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<strong>Antologia</strong> <strong>Pagine</strong> <strong>Ribelli</strong> <strong>Volume</strong> <strong>Secondo</strong><br />
frustandolo fino a farlo sanguinare… Quando arrivò<br />
alla torre nemmeno gli fu permesso di vedere il suo<br />
corpo. L’avevano seppellito là dove lo avevano<br />
trovato. Subito, senza cerimonie, per evitare che il<br />
demonio che lo abitava ne uscisse. Senza nemmeno<br />
una croce per ricordare. L’avevano trovata poco<br />
prima dell’alba, ai margini del boschetto dietro alla<br />
torre, strangolata con una sciarpa bianca, di seta ed<br />
organza. Del giovane figlio del mugnaio non si seppe<br />
più nulla, né della sua famiglia che partì pochi giorni<br />
dopo, devastata dalla vergogna. Negli anni a seguire,<br />
la sposa abbandonata sull’altare, ereditò le terre della<br />
valle, assoldò i migliori cavalieri nel vano tentativo di<br />
catturare la bellissima giumenta color miele che si<br />
aggirava vicino alla torre e che soleva fermarsi a<br />
mangiare l’erba verde e fresca che cresceva rigogliosa<br />
sul cumulo di terra ai margini del boschetto. Ancora<br />
oggi, nelle due osterie e nel piccolo bar, tutti<br />
raccontano terrorizzati che nelle notti di luna piena,<br />
quando tutto sembra illuminato a giorno, quando il<br />
rombo delle auto non violenta più la notte, in tutta la<br />
valle echeggiano come tuoni gli zoccoli della<br />
giumenta. Giurano di sentirla nitrire ferita e disperata<br />
fino al sorgere del sole. La sentono galoppare fino al<br />
rudere che era la casa del mugnaio, poi di nuovo<br />
tornare alla torre, la sentono colpirla ancora e ancora,<br />
sono tutti convinti che non smetterà, credono che la<br />
giumenta continuerà a perseguitarli, che il suo spettro<br />
continuerà a percuotere e battere le vecchie mura<br />
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