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<strong>Antologia</strong> <strong>Pagine</strong> <strong>Ribelli</strong> <strong>Volume</strong> <strong>Secondo</strong><br />
4.6 Il saluto<br />
di Bruno Bianco<br />
-Bene, bravo, complimenti! Belle figure che ci fai fare!<br />
L'ingegner Giovanni Serra era inviperito; il figlio era<br />
in mezzo al soggiorno, tra il padre che urlava, la<br />
madre che aspettava di parlare e il nonno seduto in<br />
poltrona che non capiva.<br />
-Ma papà, il commissario te l'ha spiegato. Noi<br />
stavamo solo manifestando pacificamente...-<br />
-Giusto, parliamo della manifestazione; dimmi cosa<br />
c'entri tu con il Dufur...-<br />
-Si chiama Darfur papà ed è la più grossa tragedia<br />
umanitaria del mondo.-<br />
-Dufur o Darfur è la stessa cosa. La manifestazione<br />
non era autorizzata e in questa famiglia la prima<br />
regola è che le regole vanno rispettate; anche quando<br />
non sei d'accordo! Io e tua madre siamo sempre stati<br />
il migliore esempio; per non parlare del nonno.<br />
Guarda il nonno come deve essere contento di avere<br />
un nipote così.<br />
Si girarono verso il nonno che era seduto sulla<br />
poltrona. Al cavalier Serafino Serra era sembrato che<br />
quelle urla si allontanassero finché d'un tratto non<br />
aveva sentito più niente; come una porta che si<br />
spalanca, gli era tornato tutto alla memoria, tutto<br />
quello che era successo in quel lontano ‘36.<br />
Lui lo ricordava bene il suo paese a quei tempi; 900<br />
anime e nemmeno tutte tanto fedeli al duce. A lui<br />
invece il duce non dispiaceva e non capiva come<br />
facessero tanti suoi amici a non entusiasmarsi per un<br />
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