Querini stampalia - Matteo Zen
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Le origini dell’uso dei materiali litici sono rintracciati nei primi segni<br />
dell’abitare, con i primi esempi di architettura di natura lapidea: i dolmen, i<br />
menhir . Il marmo usato in grandi blocchi, è passato ad altri impieghi sino alla<br />
disposizione orizzontale, col principio del trilite.<br />
Fra i fattori di sviluppo delle modalità di impiego del marmo, rimane quella<br />
della scoperta e la lavorazione dei metalli: con funzionalità strutturale<br />
oppure in forma ornamentale, fino al parametro delle lastre sottili.<br />
Nell’architettura degli egizi e dei greci, le modalità d’uso del marmo,<br />
miglioravano mediante il taglio, regolarizzazione e montaggi a giunti vivi e<br />
aveva come elemento fondamentale dell’edificio, l’architrave su colonne.<br />
È sotto la civiltà romana, che la tecnica di lavorazione e quella di<br />
connessione delle lastre fra i blocchi, trova largo utilizzazione, diventando<br />
così una maschera delle strutture.<br />
Nel barocco, il marmo, materiale prezioso e colorato, acquista importanza<br />
come mezzo espressivo e supera la sutura fra architettura e scultura.<br />
Nell’ Ottocento e Novecento, l’utilizzo del marmo si riduce ad un fattore<br />
ornamentale della forma architettonica, non ritrovando una componente<br />
costruttiva-necessità.<br />
Negli anni ’50 la sperimentazione ed il maggior sviluppo tecnico dell’uso<br />
nei rivestimenti di facciate si registra negli Stati Uniti.<br />
Nel corso degli anni ’70 sino ai nostri giorni, si registra la tendenza diffusa<br />
dell’utilizzo delle pietre nei rivestimenti delle facciate dei grattacieli a<br />
destinazione terziario e commerciale, dovuto allo sviluppo di nuove<br />
tecnologie che consentono di ridurre la pietra a spessori sottili, e dall’elevato<br />
costo di produzione di altri materiali, rendono così i materiali lapidei più<br />
competitivi.<br />
<strong>Querini</strong> Stampalia, Carlo Scarpa, Venezia 17