Indagini epidemiologiche e fitoiatriche sulle malattie del castagno in ...
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TECNICA 37<br />
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<strong>Indag<strong>in</strong>i</strong> <strong>epidemiologiche</strong> e <strong>fitoiatriche</strong><br />
<strong>sulle</strong> <strong>malattie</strong> <strong>del</strong> <strong>castagno</strong> <strong>in</strong> Piemonte<br />
Tullio Turchetti, Pierangelo Biagioni • CNR - Istituto per la Protezione <strong>del</strong>le Piante - Firenze<br />
Giorgio Maresi • U.O. Foreste IASMA San Michele all’Adige - Trento<br />
◆ RICERCA FINANZIATA DALLA REGIONE PIEMONTE<br />
Alla coltura <strong>del</strong> <strong>castagno</strong> è volto un r<strong>in</strong>novato <strong>in</strong>teresse<br />
stimolato dalle richieste <strong>del</strong> mercato per i prodotti<br />
(frutta e legname), dalla valenza turistica paesaggistica<br />
dei migliori impianti e dalla generale attenuazione<br />
dei danni causati dalle <strong>malattie</strong>, <strong>in</strong> particolare<br />
dalla Cryphonectria parasitica, l’agente <strong>del</strong> cancro<br />
<strong>del</strong>la corteccia. La diffusione naturale degli isolati<br />
ipovirulenti <strong>del</strong> parassita, molto attiva anche <strong>in</strong> Piemonte,<br />
è uno dei fattori che ha maggiormente contribuito<br />
alla rivalutazione <strong>del</strong>la castanicoltura come attività<br />
produttiva <strong>del</strong>le zone montane e pedemontane.<br />
La condizione vegetativa <strong>del</strong> <strong>castagno</strong> è migliorata,<br />
ma gli operatori <strong>del</strong> settore che non possono trascurare<br />
l’impatto <strong>del</strong>le <strong>malattie</strong> sui loro impianti , necessitano<br />
<strong>in</strong>dicazioni di ord<strong>in</strong>e fitosanitario per una<br />
corretta e sostenibile gestione dei castagneti, <strong>in</strong> considerazione<br />
<strong>del</strong>la molteplicità <strong>del</strong>le situazioni stazionali<br />
ed ecologiche <strong>in</strong> cui ospite e parassita vengono<br />
spesso a trovarsi nel territorio.<br />
Con il contributo <strong>del</strong>la Regione Piemonte, l’Istituto<br />
per la Protezione <strong>del</strong>le Piante <strong>del</strong> CNR, <strong>in</strong> collaborazione<br />
con il Dipartimento di Valorizzazione e Protezione<br />
<strong>del</strong>le Piante (DiVaPRA- Settore Patologia Vegetale)<br />
<strong>del</strong>l’Università di Tor<strong>in</strong>o, ha ritenuto opportuno svolgere<br />
<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i per monitorare gli effetti <strong>del</strong>le pr<strong>in</strong>cipali<br />
fitopatie su alcuni impianti <strong>del</strong> Piemonte allo scopo<br />
di programmare i necessari <strong>in</strong>terventi da eseguire e<br />
per def<strong>in</strong>ire e caratterizzare gli isolati di C. parasitica,<br />
onde acquisire <strong>in</strong>formazioni utili sulla possibile<br />
futura evoluzione <strong>del</strong>la malattia.<br />
Nel corso <strong>del</strong>le <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i sono state espletate:<br />
- Osservazioni <strong>in</strong> bosco<br />
Le osservazioni, eseguite dall’IPP – CNR parallelamente<br />
con quelle <strong>del</strong> DiVaPRA- sono state effettuate<br />
<strong>in</strong> castagneti sperimentali selezionati e ubicati nel<br />
territorio <strong>del</strong>le tre Comunità Montane <strong>in</strong>teressate alle<br />
<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i (Comunità Montana Val Pellice, Comunità<br />
Montana Valle Gesso e Comunità Montana <strong>del</strong>le Valli<br />
Mongia, Cevetta e Langa Cebana).<br />
I criteri seguiti durante questa prima fase hanno preso<br />
<strong>in</strong> considerazione il tipo di conduzione dei castagneti<br />
e le loro caratteristiche stazionali ed <strong>in</strong> riferi-<br />
......<br />
mento alle due patologie più gravi che affliggono i<br />
castagneti, il ‘Cancro <strong>del</strong>la corteccia’ e il ‘Mal <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>chiostro’,<br />
si è proceduto a rilievi di carattere fitosanitario<br />
per <strong>in</strong>dividuare, relativamente ai soprassuoli<br />
castanili visitati nelle Valli, eventuali situazioni di sofferenza.<br />
La valutazione degli effetti <strong>del</strong> cancro <strong>del</strong>la<br />
corteccia si è basata sulla presenza nelle chiome di<br />
branche e rami secchi con foglie morte ancora attaccate,<br />
s<strong>in</strong>tomi <strong>in</strong>equivocabili di recenti <strong>in</strong>fezioni degli<br />
isolati più dannosi di C. parasitica. Al contrario, la<br />
presenza di cancri cicatrizzanti e cicatrizzati e soprattutto<br />
la loro predom<strong>in</strong>anza testimonia la diffusione<br />
naturale <strong>del</strong>l’ipovirulenza, fattore determ<strong>in</strong>ante la<br />
sopravvivenza dei castagneti.<br />
Nei castagneti visitati nelle Val Pellice. Val Gesso e<br />
Valli Mongia, Cevetta e Langa Cebana è stata costatata<br />
la dilagante presenza <strong>del</strong> cancro <strong>del</strong>la corteccia.<br />
Sulle chiome dei castagni non sono stati rilevati diffusi<br />
e recenti attacchi mortali <strong>del</strong>la malattia, anzi la<br />
maggior parte di essi si trova <strong>in</strong> buone condizioni<br />
vegetative per la diffusa presenza di cancri cicatrizzanti<br />
e cicatrizzati prodotti dagli isolati ipovirulenti di<br />
C. parasitica (Fig. 1). Questa situazione favorevole<br />
è presente nei cedui e nei castagneti da frutto<br />
per cui gli operatori <strong>del</strong> settore stanno procedendo<br />
alle necessarie cure colturali e <strong>in</strong> molti casi al<br />
recupero degli impianti semi-abbandonati, soprattutto<br />
nella Val Pellice. Quivi i castanicoltori, impiegando<br />
mastici contenenti additivi biologici per la<br />
difesa <strong>del</strong> punto d’<strong>in</strong>serzione <strong>del</strong>le marze sul soggetto,<br />
hanno eseguito con buoni risultati <strong>in</strong>nesti a<br />
doppio spacco <strong>in</strong>glese e a gemma.<br />
Nel Cuneese è stata notata un’<strong>in</strong>cidenza <strong>del</strong>la mortalità<br />
leggermente maggiore rispetto alle altre zone<br />
con numerose <strong>in</strong>fezioni normali che risultavano diffuse<br />
su castagni deboli e sofferenti. Danni erano presenti<br />
anche sugli <strong>in</strong>nesti, ma nel corso di esperienze<br />
effettuate con i castanicoltori sono stati conseguiti<br />
<strong>in</strong>coraggianti risultati impiegando mastici contenenti<br />
additivi biologici.<br />
Nel territorio <strong>del</strong>la Comunità Montana <strong>del</strong>le Valli<br />
Mongia, Cevetta e Langa Cebana, sono stati visitati<br />
castagneti da frutto parzialmente coltivati <strong>in</strong> cui si<br />
Agricoltura/43
38 AGRICOLTURA<br />
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...... INFORMAZIONE TECNICA<br />
effettua la sola ripulitura <strong>del</strong> sottobosco per facilitare<br />
la raccolta <strong>del</strong>le castagne. Si sono rilevati, sui rami e<br />
<strong>sulle</strong> branche dei castagni, numerosi cancri cicatrizzati<br />
e cicatrizzanti che non determ<strong>in</strong>avano alcuna<br />
sofferenza.<br />
I cedui visitati nelle tre Valli presentavano un’età<br />
superiore ai 20 anni ed elevata densità dei polloni<br />
<strong>sulle</strong> ceppaie per la mancanza dei necessari tagli di<br />
diradamento: questa condizione competitiva favorisce<br />
la diffusione <strong>del</strong> cancro <strong>del</strong>la corteccia. I polloni dom<strong>in</strong>anti<br />
presentavano un buon sviluppo e le chiome<br />
non manifestavano alcun s<strong>in</strong>tomo di sofferenza. Effettuando<br />
all’<strong>in</strong>terno <strong>del</strong> bosco osservazioni approfondite<br />
si rilevava una notevole quantità di cancri da C.<br />
parasitica con più <strong>del</strong> 90% dei polloni <strong>in</strong>fetto. L’elevata<br />
presenza di cancri cicatrizzanti e cicatrizzati,<br />
orig<strong>in</strong>ati dagli isolati ipovirulenti <strong>del</strong> parassita ha permesso<br />
a molti polloni (classe diametrica compresa<br />
tra 15-20 cm e oltre) di vegetare <strong>in</strong> buone condizioni<br />
pur presentando oltre 7 - 8 cancri cicatrizzati o cicatrizzanti<br />
sul fusto. Sono stati osservati cancri <strong>in</strong>termedi<br />
che spesso mostravano evidenti calli di cicatrizzazione.<br />
Sporadici disseccamenti apparivano talvolta<br />
visibili su polloni dom<strong>in</strong>ati.<br />
S<strong>in</strong>tomi <strong>del</strong> mal <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>chiostro sono stati osservati<br />
nelle aree castanicole visitate e danni sono<br />
stati rilevati anche dai castanicoltori che manife-<br />
Tab. 1 Presenza <strong>del</strong> ds-RNA nei ceppi bianchi<br />
ed <strong>in</strong>termedi<br />
Tab 2 Superfici dei cancri prodotti, dopo 18 mesi, dalle <strong>in</strong>oculazioni comb<strong>in</strong>ate<br />
con quattro isolati ipovirulenti di C. parasitica <strong>in</strong> alcuni cedui sperimentali ubicati<br />
nelle tre Valli oggetto di studio. Valori medi di tre replicazioni per pollone<br />
stavano crescenti preoccupazioni <strong>in</strong> merrito ad<br />
una ripresa di questa malattia già fortemente<br />
pericolosa nel passato<br />
- Esami di laboratorio<br />
Al f<strong>in</strong>e di caratterizzare nel campione di 177 isolati<br />
di C. parasitica, <strong>in</strong>viato dal DiVAPRA <strong>del</strong>l’Università di<br />
Tor<strong>in</strong>o quelli ipovirulenti, si è proceduto ad alcuni<br />
esami di laboratorio (Prove di accrescimento su substrato<br />
nutritivo PDAmb per rilevare i diversi caratteri<br />
morfologici, determ<strong>in</strong>azione di gruppi di compatibilità<br />
vegetativa per valutare la composizione <strong>del</strong>la popolazione<br />
degli isolati virulenti <strong>del</strong> patogeno ed <strong>in</strong>dividuarne<br />
nuove l<strong>in</strong>ee, test di Bavendam sulla produzione<br />
di polifenolossidasi, ed <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e estrazione e determ<strong>in</strong>azione<br />
<strong>del</strong> ds-RNA nei ceppi bianchi ipovirulenti<br />
<strong>in</strong>dividuati nei precedenti saggi)<br />
Nel corso degli esami di laboratorio è stato <strong>in</strong>dividuato<br />
un gruppo di 80 isolati normali o virulenti,<br />
un altro di 55 bianchi, un altro ancora di 31 <strong>in</strong>termedi<br />
ed <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e 11 ceppi pigmentati. Fra gli isolati virulenti<br />
<strong>del</strong> parassita presenti nelle tre Valli sono stati<br />
evidenziati, come risulta dai saggi di compatibilità<br />
vegetativa, quattro nuove l<strong>in</strong>ee <strong>del</strong> patogeno. La<br />
caratterizzazione dei 55 ceppi ipovirulenti basata<br />
esclusivamente sul test di Bavendam non è risultata<br />
confermata.<br />
In prove successive sono stati selezionati 44 isolati<br />
bianchi ipovirulenti e 13 <strong>in</strong>termedi contenenti il ds-<br />
RNA, fattore virale citoplasmatico considerato il pr<strong>in</strong>cipale<br />
responsabile <strong>del</strong>l’ipovirulenza (Tab.1 ).<br />
Fra questi sono stati scelti 34 ceppi bianchi da impiegarsi<br />
nelle prove successive per la loro capacità<br />
di produrre picnidi e qu<strong>in</strong>di di diffondersi.<br />
- Infezioni artificiali <strong>in</strong> bosco<br />
Polloni <strong>del</strong>le medesime ceppaie sono stati artificialmente<br />
<strong>in</strong>fettati con i 34 isolati bianchi scelti. A distanza<br />
di 18 mesi , il 28% degli isolati è risultato<br />
completamente espulso, mentre il 48% ha prodotto<br />
cancri <strong>del</strong>la superficie compresa entro 100 cm², il<br />
rimanente 24% ha orig<strong>in</strong>ato <strong>in</strong>fezioni con superfici<br />
superiori. Sulla base dei risultati conseguiti sono stati<br />
successivamente selezionati quattro isolati per le<br />
<strong>in</strong>oculazioni artificiali comb<strong>in</strong>ate: secondo questa<br />
metodica i quattro isolati ipovirulenti sono stati posti<br />
<strong>in</strong> quattro fori procurati sulla corteccia di polloni <strong>del</strong>la<br />
medesima ceppaia. Le prove (18 polloni con 3<br />
<strong>in</strong>oculazioni ciascuno per un totale di 54 repliche)<br />
sono state effettuate <strong>in</strong> parcelle sperimentali di ceduo<br />
di <strong>castagno</strong> ubicate <strong>in</strong> ognuna <strong>del</strong>le tre Valli.<br />
Queste <strong>in</strong>fezioni dopo 18 mesi hanno prodotto cancri
TECNICA 39<br />
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simili a quelli naturalmente orig<strong>in</strong>ati dagli isolati ipovirulenti<br />
e sotto le aree <strong>in</strong>fette sono comparsi evidenti<br />
calli di cicatrizzazione (Tab.2) Sulle cortecce i<br />
miceli hanno prodotto picnidi capaci di diffondere<br />
naturalmente questi isolati ipovirulenti ed orig<strong>in</strong>are<br />
nuove <strong>in</strong>fezioni cicatrizzanti.<br />
In conclusione, i castagneti da frutto e i cedui visitati<br />
nelle tre Valli piemontesi, oggetto <strong>del</strong>le presenti <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i<br />
triennali, sono risultati fortemente <strong>in</strong>festati dalla<br />
C. parasitica. La massiccia presenza di cancri su<br />
branche, rami e polloni è <strong>in</strong>dice <strong>del</strong>la notevole<br />
capacità <strong>in</strong>fettiva di questo parassita che, nell’arco<br />
di sessanta anni circa, si è così adattato ed<br />
<strong>in</strong>sediato nei nostri castagneti da costituire ormai<br />
una componente di questi ecosistemi. In Piemonte,<br />
come nel resto <strong>del</strong>l’Italia, è molto raro osservare<br />
selve castanili <strong>in</strong>denni dal cancro.<br />
L’andamento epidemico <strong>del</strong>la malattia nelle tre Valli<br />
piemontesi, come nel resto <strong>del</strong> nostro Paese, è progressivo,<br />
ma non sembra determ<strong>in</strong>are danni di particolare<br />
gravità per la diffusa presenza di cancri cicatrizzati<br />
e cicatrizzanti, generalmente predom<strong>in</strong>anti.<br />
Certamente l’andamento e l’evoluzione <strong>del</strong> processo<br />
epidemico ancora <strong>in</strong> corso è <strong>in</strong>fluenzato da vari fattori,<br />
fra i quali la predom<strong>in</strong>anza <strong>del</strong>l’una o <strong>del</strong>l’altra<br />
tipologia di cancri: l’attuale prevalenza <strong>del</strong>l’ipovirulenza,<br />
ha ridotto l’impatto <strong>del</strong>la malattia. E’ pur vero<br />
che nel corso <strong>del</strong>le <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i di laboratorio si sono<br />
r<strong>in</strong>venute nuove l<strong>in</strong>ee <strong>del</strong> patogeno a dimostrazione<br />
<strong>del</strong>la sua cont<strong>in</strong>ua capacità evolutiva. Comunque<br />
l’ipovirulenza è predom<strong>in</strong>ante <strong>in</strong> quasi tutti i castagneti<br />
visitati nelle tre Valli e dai cancri prelevati sono<br />
stati ottenuti isolati ipovirulenti bianchi dei quali ben<br />
l’80% contiene nel micelio il ds- RNA che appare<br />
così largamente diffuso nei castagneti.<br />
Nell’ambito <strong>del</strong>le <strong>in</strong>terazioni ospite – parassita la reazione<br />
<strong>del</strong>l’ospite, espressione <strong>del</strong>la sua vigoria è<br />
determ<strong>in</strong>ate tant’è che soggetti dom<strong>in</strong>ati o deboli,<br />
comunque dest<strong>in</strong>ati a soccombere, vengono facilmente<br />
uccisi dalle <strong>in</strong>fezioni. Certamente agli occhi<br />
dei castanicoltori queste mortalità appaiono come il<br />
risultato esclusivo <strong>del</strong>l’attività <strong>del</strong> parassita con conseguenti<br />
preoccupazioni. Ne deriva la necessità di<br />
effettuare gli <strong>in</strong>terventi colturali più idonei alla gestione<br />
dei castagneti e quelli volti al recupero degli impianti<br />
che appaiono basilari per il contenimento dei<br />
danni. L’elim<strong>in</strong>azione con le potature di branche e<br />
rami disseccati con ancora le foglie attaccate e la<br />
loro successiva distruzione permetteranno di limitare<br />
la diffusione dei ceppi più dannosi <strong>del</strong> parassita e<br />
questa pratica è consigliata ed opportuna soprattutto<br />
nel Cuneese.<br />
......<br />
L’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e ha permesso di <strong>in</strong>dividuare, caratterizzare<br />
e selezionare ceppi ipovirulenti capaci di produrre<br />
<strong>in</strong>fezioni e cancri simili a quelli naturali. Le prove<br />
effettuate <strong>in</strong> bosco e seguite dai castanicoltori hanno<br />
avuto anche valore dimostrativo permettendo agli<br />
operatori <strong>del</strong> settore il riconoscimento <strong>del</strong>le <strong>in</strong>fezioni<br />
cicatrizzate e cicatrizzanti e di constatare la validità<br />
degli <strong>in</strong>terventi proposti e basati sul rilascio negli<br />
impianti di queste <strong>in</strong>fezioni per assicurare il predom<strong>in</strong>io<br />
<strong>del</strong>l’ipovirulenza. E’ evidente che ai castanicoltori<br />
ed ai potatori debbono essere illustrate le differenti<br />
tipologie di cancro per riconoscerle e per poter poi<br />
<strong>in</strong>tervenire correttamente. La possibilità di effettuare<br />
<strong>in</strong>oculazioni artificiali con isolati ipovirulenti selezionati<br />
e capaci di diffondersi, fornisce <strong>in</strong>coraggianti<br />
prospettive per il controllo biologico <strong>del</strong>la malattia<br />
nel caso di <strong>in</strong>terventi di recupero o di miglioramento<br />
di soprassuoli castanili fortemente degradati dal cancro.<br />
La sperimentazione e la divulgazione <strong>del</strong>le tecniche<br />
e <strong>del</strong>la difesa biologica degli <strong>in</strong>nesti costituiscono<br />
un ulteriore contributo per il recupero ed il miglioramento<br />
degli impianti.<br />
Va posta particolare attenzione alla ricomparsa <strong>del</strong><br />
mal <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>chiostro che osservato anche <strong>in</strong> Piemonte,<br />
sta suscitando crescenti preoccupazioni fra i castanicoltori.<br />
Andrà monitorata anche l’evoluzione di questa<br />
malattia, proponendo, se necessarie, le adeguate<br />
e già sperimentate metodiche di difesa biologica<br />
Appare evidente l’importanza di un’<strong>in</strong>tensa attività<br />
divulgativa per illustrare alle maestranze, alle organizzazioni<br />
di categoria, ai tecnici ed agli operatori <strong>del</strong><br />
settore i criteri e le <strong>in</strong>dicazioni per una corretta gestione<br />
degli impianti sotto il profilo fitosanitario. Sarà<br />
così possibile trasferire a livello operativo quei criteri,<br />
acquisiti nell’ambito di ricerche pluriennali, che contribuiranno<br />
a valorizzare le capacità produttive <strong>del</strong>la<br />
castanicoltura e a potenziare lo sviluppo sostenibile<br />
<strong>del</strong>l’economia dei territori montani.<br />
Cancro cicatrizzante<br />
prodotto da isolati<br />
ipovirulenti di C. parasitica<br />
Agricoltura/43