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4,00 • Soc. Editrice Imago Media Piedimonte M - Guardia Costiera

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Periodico bimestrale di informazione <strong>•</strong> Sped. A.P. 45% art.2 comma 20B L.662/96 Roma <strong>•</strong> Anno VII - Numero 6 dicembre 2<strong>00</strong>5 - € 4,<strong>00</strong> <strong>•</strong> <strong>Soc</strong>. <strong>Editrice</strong> <strong>Imago</strong> <strong>Media</strong> <strong>Piedimonte</strong> M. (CE)


Periodico bimestrale di informazione<br />

Anno VII - N° 6<br />

dicembre 2<strong>00</strong>5<br />

Reg.Tribunale di Roma n° 246/99<br />

del 7 Giugno 1999<br />

Sped. abb. post. 45%<br />

art.2 comma 20B L.662/96 Filiale di Roma<br />

DIRETTORE RESPONSABILE<br />

Elio Gallinaro<br />

CAPO REDATTORE<br />

Massimo Maccheroni<br />

SEGRETARIO DI REDAZIONE<br />

Salvatore Fistetto<br />

REDAZIONE<br />

Fabrizio Condè<br />

Viale dell’Arte 16 - <strong>00</strong>144 Roma<br />

Tel. 06.5908.4666<br />

Fax 06.5908.4798<br />

e-mail: notiziario@guardiacostiera.it<br />

COLLABORATORI<br />

Gianluca Bianco - Giovanni Canu<br />

Cosma Cavallo - Margherita D’Ambrosio<br />

Cinzia Geromino - Romano Grandi<br />

Cosimo Nicastro - Gaetano Martinez<br />

Franco G. Persenda<br />

SERVIZI FOTOGRAFICI<br />

Franco Bertoja - Umberto Faraglia<br />

Antonello Forte - Giacomo Giubbilini<br />

Paolo Greca - Paolo Moretti - Luca Silvi<br />

SI RINGRAZIA PER LA COLLABORAZIONE<br />

ENI S.p.a. - Cantieri di Aprilia 2<strong>00</strong>0 S.p.a.<br />

RAI e Sony Pictures Television International<br />

l’Arma dei Carabinieri - Tombolo Resort<br />

Fabrizio Lucarini - il Dipartimento della<br />

Protezione Civile<br />

IDEAZIONE, PROGETTAZIONE GRAFICA<br />

E FOTOLITO:<br />

Graphos s.r.l.<br />

s.s. 158 loc. Pezza zona industriale<br />

81010 Dragoni (CE)<br />

EDIZ., STAMPA E CONC. PER LA PUBBLICITÀ:<br />

<strong>Soc</strong>ietà <strong>Editrice</strong> IMAGO MEDIA<br />

Iscr. n. 1766 R.O.C. presso<br />

l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni<br />

Via Nuova Monte Muto<br />

81016 <strong>Piedimonte</strong> Matese (CE)<br />

Tel. e fax 0823.866710<br />

info@imagomedia.it<br />

Azienda con Sistema Qualità Certificato ISO 9<strong>00</strong>1:2<strong>00</strong>0 da SGS ITALIA<br />

ABBONAMENTI<br />

Italia: annuo € 20 (ridotto € 14)<br />

Estero: annuo € 40 (ridotto € 28)<br />

versamento su c.c.p. n° 15042815<br />

intestato a <strong>Imago</strong> <strong>Media</strong> <strong>Editrice</strong><br />

81016 <strong>Piedimonte</strong> Matese (CE)<br />

2<br />

in questo numero numer<br />

Il “Nautico” 2<strong>00</strong>5<br />

di Massimo Maccheroni<br />

Gente di mare<br />

di Elio Gallinaro<br />

Nei secoli fedele<br />

di Cosimo Nicastro<br />

pag. 22<br />

pag. 6<br />

pag. 14<br />

pag. 18<br />

pag. 26<br />

Con il mare negli occhi:<br />

storie e memorie<br />

di Margherita d’Ambrosio<br />

pag. 9<br />

“L’Uragano” del soccorso<br />

di Franco G. Persenda<br />

Automobili “ecologiche”<br />

di Gianluca Bianco<br />

Articoli, servizi e foto devono essere inviati dagli Autori alla redazione della rivista; anche se non<br />

pubblicati, non vengono restituiti.<br />

Gli articoli investono la diretta responsabilità dell’Autore, rispecchiandone le idee personali.<br />

In copertina: il Ministro Matteoli durante la cerimonia di consegna delle autovetture<br />

alla <strong>Guardia</strong> costiera<br />

ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5


pag. 5 - Editoriale<br />

pag. 67 - Flash<br />

Le piattaforme off-shore<br />

di Gaetano Martinez<br />

pag. 48<br />

pag. 36<br />

pag. 59<br />

La carta vincente<br />

di Giovanni Canu<br />

Rubriche<br />

Bricola d’oro ai custodi<br />

del nostro mare<br />

di Cosma Cavallo<br />

Un grande evento<br />

di Massimo Maccheroni<br />

pag. 44<br />

pag. 31<br />

pag. 52<br />

Campagna informativa per la<br />

pianificazione della sicurezza balneare<br />

di Romano Grandi<br />

La protezione civile italiana<br />

di Rodolfo Giovannini<br />

pag. 63<br />

La Talassoterapia<br />

di Cinzia Geromino<br />

3


editoriale<br />

Emozioni, un insieme di sensazioni e<br />

sentimenti che quotidianamente colpiscono<br />

la nostra mente e il nostro<br />

cuore.<br />

È impossibile pensare di vivere senza emozioni,<br />

perchè queste sono il valore aggiunto dell’essere<br />

umano.<br />

Tutto ciò che accade nel corso della nostra<br />

esistenza è causa di emozioni: notizie, incontri,<br />

eventi o il semplice assistere a qualcosa.<br />

Emozione è ricevere un riconoscimento<br />

importante come la “Bricola d’oro” o incontrare<br />

chi, prima di noi, ha vestito la nostra<br />

stessa divisa portando avanti, con passione e<br />

sacrificio, quelle azioni necessarie a trasformare,<br />

in pochi anni, il Corpo nella realtà<br />

attuale.<br />

Emozione è cavalcare le onde conducendo un<br />

gommone veloce e sicuro come l’Hurricane.<br />

Emozione è partecipare ad un evento come<br />

quello di Trapani, magari riuscendo anche a<br />

salire su una delle imbarcazioni in gara.<br />

Emozione è anche guardare in televisione<br />

uno sceneggiato, o come si dice oggi una fiction,<br />

incentrato sulle attività della <strong>Guardia</strong><br />

costiera.<br />

Ed è un’emozione, una forte emozione,<br />

lasciare il servizio attivo, svolto per quasi una<br />

vita, con il convincimento che quello che è<br />

stato fatto sarà certamente proseguito e sviluppato.<br />

Elio Gallinaro<br />

5


Con il mare negli occhi:<br />

6<br />

In alto: il gruppo dei partecipanti all’incontro. Di lato: l’Ammiraglio Luigi Romani, decano tra i Comandanti Generali del<br />

Corpo durante il suo intervento.<br />

ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5


storie e memorie<br />

DI MARGHERITA D’AMBROSIO<br />

Straordinaria è stata la forza con la<br />

quale gli Ammitagli “anziani” sono<br />

riusciti a commuverci ed a<br />

“darci carica” nel nostro impegno<br />

Ècome quando la sera, terminata la giornata<br />

di cammino, tutti si riunivano intorno<br />

al fuoco. I più anziani cominciavano a<br />

raccontare le loro storie, quelle antiche,<br />

dei padri e dei nonni, e le storie erano<br />

sempre uguali e sempre diverse. Racconti<br />

emozionanti, divertenti, a volte<br />

drammatici, che lasciavano affascinati i<br />

più giovani e che rinvigorivano in loro<br />

l’ entusiasmo.<br />

Così oggi, a Roma, durante l’ incontro<br />

con gli Ammiragli “anziani” del<br />

Corpo delle capitanerie di porto: la<br />

stessa sensazione di far parte di una<br />

continuità, di un ideale comune, di un<br />

progetto unico che ha accomunato tutti<br />

coloro che hanno partecipato a questo<br />

appuntamento.<br />

Espressamente voluto dal Comandante<br />

Generale Ammiraglio Ispettore<br />

Capo (CP) Luciano Dassatti, l’ incontro<br />

è avvenuto il 12 Ottobre scorso<br />

presso la sede del Comando Generale<br />

sulla scia dei festeggiamenti per il 140°<br />

Anniversario del Corpo.<br />

L’ idea di trascorrere qualche ora<br />

insieme a coloro che hanno lasciato il<br />

servizio attivo, è nata “dall’ esigenza di<br />

tutti noi - come ha sottolineato il<br />

Comandante Generale nel saluto d’apertura<br />

- di ritrovarsi, ogni tanto , familiarmente,<br />

ma soprattutto per conferire un<br />

7


In alto: il Comandante Generale, Ammiraglio Luciano Dassatti dà il<br />

benvenuto a tutti i partecipanti.<br />

Al centro: da sinistra verso destra gli ex Comandanti Generali Ammiragli<br />

Ispettori Capo Luigi Romani, Eugenio Sicurezza e Franco Marzio.<br />

In basso: allievi dell’Accademia Navale di Livorno con il Comandante<br />

Generale del Corpo<br />

8<br />

nuovo vigore alle tradizioni delle Capitanerie di porto,<br />

ricordando con questo primo passo a tutto il personale<br />

i valori su cui si fonda la nostra attività”.<br />

A testimoniare la volontà di stabilire questo contatto<br />

tra un passato che è ancora presente e i giovani,<br />

la presenza degli allievi dei corsi normali dell’<br />

Accademia Navale, perché - ha proseguito l’ Ammiraglio<br />

Dassatti - “capiscano quanto sia importante l’<br />

opera di chi li ha preceduti”. “Non solo io, ma tutto<br />

il Corpo continua a considerarvi parte di noi - ha<br />

aggiunto, rivolgendosi, poi, agli Ammiragli - perché<br />

quotidianamente viene ricordato un episodio della<br />

vostra vita che rappresenta un esempio da proporre<br />

e da seguire”.<br />

Dopo aver presentato agli invitati alcune novità<br />

come il nuovo filmato sulle attività delle Capitanerie,<br />

la prossima uscita della fiction “Gente di mare”<br />

e il calendario 2<strong>00</strong>6 fatto di immagini dell’ attività<br />

operativa del Corpo ritoccate artisticamente dall’<br />

Ammiraglio Romanò, la parola è passata al Vice<br />

Comandante Generale ed ai Capi Reparto che hanno<br />

illustrato il nuovo assetto organizzativo e funzionale<br />

del Comando Generale.<br />

Subito dopo la consegna agli ospiti della medaglia<br />

commemorativa coniata in occasione del 140°<br />

Anniversario, l’ Ammiraglio Luigi Romani, il “decano”<br />

tra i presenti, ringraziando a nome di tutti l’<br />

Ammiraglio Dassatti per “la riunione significativa” ,<br />

ha raccontato del Generale di porto Carnino che era<br />

riuscito ad avere i primi mezzi nautici per il Corpo;<br />

della Medaglia d’Oro Michele Fiorillo che aveva<br />

sacrificato la sua vita per salvare due naufraghi; del<br />

Ministro Mannino che con la Legge per la difesa del<br />

mare aveva dato un nuovo impulso ai compiti attribuiti<br />

alle Capitanerie. Ma, ieri come oggi, tutti hanno<br />

fatto la loro parte per contribuire alla crescita del<br />

Corpo . Racconti di vita vissuta personalmente o<br />

tramandati che parlano “di una storia passata del<br />

Corpo, poco conosciuta dai più giovani, che tengono<br />

vivi l’ entusiasmo e la voglia di andare avanti”.<br />

Prima di visitare la nuova centrale operativa del<br />

Comando Generale, tutti si sono ritrovati ad un vin<br />

d’honneur, prolungatosi, a dire il vero, più del dovuto<br />

a causa o, dovremmo dire, grazie alla pioggia, visto<br />

che si è potuto godere di qualche minuto in più per<br />

stabilire quel contatto tra passato e futuro del Corpo.<br />

Piacerebbe a molti che quest’ incontro diventasse<br />

un appuntamento fisso, una tradizione del Corpo<br />

per ritrovarsi ogni tanto in un’ atmosfera familiare e<br />

confrontarsi ma, soprattutto, perché - come ha<br />

ricordato il Comandante Generale rivolgendosi agli<br />

Ammiragli presenti - “voi rappresentate ciò che a noi<br />

è stato passato e che noi passeremo ai giovani, che<br />

dovranno far vivere il nostro motto omnia vincit animus,<br />

la nostra essenza di Corpo delle Capitanerie di<br />

porto”.<br />

ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5


Il “Nautico”<br />

2<strong>00</strong>5<br />

DI MASSIMO MACCHERONI<br />

9


Si può affermare senza troppa paura di sbagliare<br />

che la nautica da diporto in Italia è<br />

nata in contemporanea con il Salone di<br />

Genova e viceversa. In questi 45 anni, grazie<br />

anche alla sensibilizzazione di problemi del settore,<br />

la nautica non è più un “peccato” anzi è<br />

diventata una certezza di sviluppo in cui credere,<br />

un volano di risorse ed il Salone ne è il suo<br />

termometro.<br />

Se da un lato la produzione italiana di<br />

imbarcazioni è cresciuta nel 2<strong>00</strong>4 dell’ 8,7%,<br />

ponendosi come uno dei comparti più attivi<br />

dell’economia del paese, dall’altro si assiste ad<br />

un ulteriore crescita del Salone come area fieri-<br />

10<br />

stica - 290 mila metri quadrati distribuiti su 4<br />

padiglioni, ampie aree all’aperto con la realizzazione,<br />

in soli sei mesi, della nuova darsena<br />

dove sono stati esposti 18 super yacht sino a 45<br />

metri di lunghezza. Il nuovo spazio espositivo<br />

sarà completato da un area a terra che ospiterà<br />

la vip lounge e proseguirà nella Piazza del mare<br />

con gli stand dei cantieri produttori di grandi<br />

imbarcazioni. Salone, quindi, come specchio<br />

della Nautica italiana in tutti i sensi. Un cambiamento<br />

in positivo sottolineato anche dal<br />

Ministro delle infrastrutture e Trasporti Ing.<br />

Pietro Lunardi. “Ogni anno” ha dichiarato il<br />

Ministro in occasione dell’inaugurazione della<br />

ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5


LE CAPITANERIE DI PORTO AL SALONE<br />

Una consuetudine che si rinnova, la partecipazione del Corpo delle Capitanerie di porto al<br />

Salone Internazionale della Nautica.<br />

D’altronde sono proprio gli uomini e le donne della <strong>Guardia</strong> costiera quelli a cui i diportisti si<br />

rivolgono, quotidianamente, per la risoluzione dei problemi sia amministrativi sia pratici.<br />

Giusta e doverosa quindi la presenza nell’ambito di questa importante manifestazione del settore.<br />

Allo stand situato nel padiglione “C” - rinnovato e<br />

per questo ancor più visibile ed accattivante - a<br />

rispondere alle domande delle migliaia di diportisti,<br />

oltre al personale delle Capitaneria di Genova vi<br />

erano, in rappresentanza del Ministero delle<br />

Infrastrutture e Trasporti, impiegati e funzionari<br />

della Direzione Generale della Navigazione, insieme,<br />

militari e civili, oltre a distribuire opuscoli, statistiche<br />

e libri appositamente realizzati per l’occasione,<br />

si sono prodigati a fornire delucidazioni normative<br />

in particolare sul nuovo codice della navigazione<br />

da diporto.<br />

La presenza delle Capitanerie non si è limitata allo<br />

stand. Per il secondo anno è stato presentato il premio<br />

“Navigare Informati”, voluto dall’omonima trasmissione delle reti <strong>Media</strong>set, che rappresenta<br />

ormai da 5 anni, un reale supporto a chi va per mare. Il premio ha la finalità di promuovere<br />

la cultura del mare e quest’anno è stato assegnato tra gli altri al Dr Fulvi, giornalista della<br />

Nazione, all’Ing. Carnevali della Navionix a cui si<br />

deve la prima cartografia elettronica ufficiale ed al<br />

Presidente della Provincia di Genova Dr Repetto<br />

promotore, tra l’altro, dell’Accademia del mare.<br />

Il tutto è stato presentato dal C.V. (CP) Cristiano<br />

Aliperta nella duplice veste di Capo Ufficio<br />

Relazioni Esterne del Comando generale e di conduttore<br />

della stessa trasmissione televisiva.<br />

Durante il consueto incontro con la stampa, il<br />

Comando generale ha divulgato i dati della trascorsa<br />

stagione estiva che ha evidenziato, dalla tipologia<br />

di interventi, quanto sia importante far conoscere,<br />

anche attraverso l’aiuto degli amici della carta stampata,<br />

i corretti comportamenti da tenere in mare.<br />

Un opera di prevenzione peraltro, già avviata dal Comando generale delle Capitanerie di porto<br />

attraverso molteplici strumenti di comunicazione, come il sito internet www.guardiacostiera.it,<br />

pagine dedicate nei televideo, opuscoli informativi, trasmissioni radio-televisive, ma che ha<br />

bisogno della collaborazione di tutti per raggiungere,<br />

capillarmente, ogni strato della cittadinanza.<br />

Infine a cura della Capitaneria di porto di<br />

Genova è stata organizzata, presso lo Stadio del<br />

Mare, una vera e propria parata dei mezzi della<br />

<strong>Guardia</strong> costiera. Gli spettatori hanno potuto<br />

vedere i nuovi pattugliatori della classe Diciotti<br />

- navi polifunzionali da 52 metri con 29 persone<br />

di equipaggio - ammirare le evoluzioni delle<br />

motovedette SAR della classe 8<strong>00</strong> Valentine,<br />

appositamente studiate per il soccorso, la funzionalità<br />

delle nuove motovedette d’altura<br />

della classe 2<strong>00</strong> e la versatilità degli elicotteri Augusta 412 AB “koala”.<br />

11


12<br />

nuova darsena “venendo qui al Salone<br />

Internazionale della Nautica (5ª presenza consecutiva,<br />

un vero record n.d.r.) ho assistito ad<br />

un aumento della superficie espositiva, della<br />

gamma dei prodotti, soprattutto quelli di elevate<br />

qualità, ad un aumento di opportunità di<br />

acquisto per i diportisti con un conseguente<br />

incremento degli espositori”.<br />

A fronte di questa costante crescita del<br />

Salone, che ha visto in questa 45ª edizione esposte<br />

1.950 imbarcazioni con la presenza di 1.531<br />

espositori e 3<strong>00</strong>.<strong>00</strong>0 visitatori, è stata posta, da<br />

parte del Governo un’attenzione particolare per<br />

venire incontro alle reali e giuste esigenze del<br />

comparto. “Merito di questa legislatura” ha puntualizzato<br />

il Ministro Lunardi “è aver dato<br />

immediata interazione tra le esigenze di chi,<br />

direttamente o indirettamente, è legato al<br />

mondo della nautica ed azioni concrete capaci di<br />

darne risposta, quali la Legge sulla nautica da<br />

diporto, il Regolamento sui super yacht, il leasing<br />

sulla nautica e recentemente il Codice della<br />

nautica. Tutto ciò a testimonianza” ha proseguito<br />

il Ministro “di quanto sia ritenuto importante<br />

questo teatro economico”. Una produzione<br />

caratterizzata, però, da due velocità.<br />

L’italian style dei superyacht consolida la sua<br />

posizione di leader mondiale mentre resta ancora<br />

incerto il business legato ai natanti ed alla piccola<br />

e media nautica; è questo il vero traguardo<br />

da conquistare. A proposito il Dr Paolo Vitelli,<br />

presidente di U.C.I.N.A. (la “Confindustria”<br />

degli imprenditori da diporto) è esplicito “La<br />

nautica in Italia deve diventare realmente popolare.<br />

Il piccolo cantiere deve crescere e trasformarsi<br />

in medio, quello medio in grande. Solo in<br />

questo modo” ha evidenziato il Dr. Vitelli “si<br />

potranno abbattere i costi ed allargare il mercato<br />

dei natanti”. Per raggiungere l’obbiettivo è chiamato<br />

in causa anche il Governo a cui si chiede<br />

una riforma fiscale (già in parte presente nel<br />

nuovo codice) che sburocratizzi ancor più e<br />

ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5


idia slancio proprio alla nautica “di tutti i giorni”,<br />

quella delle barche a vela con meno di sette<br />

metri, dei gommoni, dei gozzi e dei piccoli<br />

cabinati.<br />

Al di là dei discorsi è la barca la protagonista<br />

del nautico.<br />

Una vetrina che più di ogni altra manifestazione<br />

del genere, viene scelta per la presentazione<br />

di novità, dai grandi e lussuosi megayacht<br />

alle barche a vela altamente performanti, senza<br />

tralasciare le infinite proposte per la cosiddetta<br />

nautica minore, come i gozzi in pregiato legno<br />

o i gommoni più o meno cabinati o ancora la<br />

vasta gamma di natanti in vetroresina o in alluminio.<br />

Grande spazio è dedicato alle unità a<br />

vela sportive. Si spazia dai piccoli dinghy ed<br />

optimist, che si propongono a prezzi più che<br />

abbordabili tanto da far parlare di “nautica dal<br />

volto umano” alle classi laser, flying junior,<br />

flying dutchman e in qualche modo tutte le<br />

derive che costituiscono l’aspetto sportivo e<br />

forse più affascinante del Nautico.<br />

Barche sicuramente protagoniste di questo<br />

45° Salone Internazionale,ma non solo. Per coloro<br />

che non si possono ancora permettere di realizzare<br />

il sogno ma comunque vogliono portare a<br />

casa un tangibile ricordo, non c’è che l’imbarazzo<br />

della scelta.<br />

Si può spaziare dai libri che trattano rigorosamente<br />

di mare, al vestiario hi tech appositamente<br />

studiato per le esigenze nautiche o, più semplicemente,<br />

ai gadgets di ogni genere agli accessori<br />

- anche i più introvabili - per la nautica. Ed<br />

ancora oggettistica, quadri, utensili e quant’altro<br />

sia legato, anche se alla lontana, alla barca.<br />

Infine il Nautico significa incontro.<br />

Un’occasione unica per ritrovarsi e discutere di<br />

tutto ciò che può essere motivo di approfondimento,<br />

innovazione o critica di questo sempre<br />

più importante settore. Al Teatro del Mare, al<br />

Fiera Congresso o in sala stampa è stato un susseguirsi<br />

di conferenze, dibattiti e presentazioni,<br />

modi diversi, ma sicuramente utili, per vivere e<br />

capire meglio il poliedrico universo mare.<br />

13


14<br />

“L’URAGANO”<br />

DEL SOCCORSO<br />

La componente navale delle Capitanerie di porto si arricchisce<br />

di un nuovo segmento costituito da 15 battelli pneumatici<br />

ZODIAC tipo “HURRICANE 920 IO”. Si tratta di<br />

mezzi che, in virtù delle elevate caratteristiche tecnico – nautiche<br />

e dell’estrema versatilità di impiego, si inseriscono a pieno titolo<br />

nel novero delle migliori unità specialistiche destinate alle attività<br />

di istituto, con particolare riguardo al soccorso sostenibile anche in<br />

presenza di condizioni meteomarine avverse.<br />

Infatti le carene in vetroresina isoftalica a “V” profondo (24°),<br />

in grado di resistere a impatti e decelerazioni pari a 6 G e la particolare<br />

resistenza dei tubolari costituiti da un supporto tessile di<br />

Poliammide da 1880 decitex e da una gommatura di Hypalon<br />

Neoprene, associati ad una velocità che va oltre i 38 nodi, rappre-<br />

DI FRANCO G. PERSENDA<br />

ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5


sentano un vero e proprio “salto di qualità”<br />

nel panorama dei “mezzi minori” del Corpo.<br />

Vieppiù, la strumentazione di bordo standard<br />

prevista per i mezzi minori, è stata arricchita<br />

con l’installazione di un sistema integrato<br />

di scoperta e navigazione (con display a<br />

colori, composto da radar avente portata<br />

nominale di 24 mg., GPS ed ecoscandaglio<br />

con cartografia Navionics Gold XL3), mentre<br />

la motorizzazione è stata resa altamente affidabile<br />

mediante l’impiego di apparato entrofuoribordo.<br />

La prima tranche di nr. 8 battelli, il cui<br />

prototipo è stato preliminarmente testato nel<br />

dicembre 2<strong>00</strong>4 nelle impegnative acque di<br />

Vancouver prospicenti la sede del cantiere<br />

costruttore canadese ZODIAC HURRICA-<br />

NE TECNOLOGY (ZHT), è stata consegnata,<br />

mentre l’intera fornitura sarà perfezionata<br />

entro la primavera del prossimo anno.<br />

Caratteristiche/Dimensioni<br />

Lunghezza f.t. (mt.) 9,14<br />

Lunghezza interna (mt.): 6,55<br />

Largezza f.t. (mt.): 3,18<br />

Larghezza interna (mt.): 1,93<br />

Diametro tubolari (mt.): 0,61<br />

Compartimenti stagni: 7<br />

Peso massimo (Kg.): 5.<strong>00</strong>0<br />

Portata massima (Kg.): 2.5<strong>00</strong><br />

Capacità serbatoi (lt.) 7<strong>00</strong><br />

Prestazioni<br />

Valocità max (Knts): 38<br />

Consumo velocità max 40x2 (lt/h)<br />

Autonomia a 35 Knts: 3<strong>00</strong> mg<br />

Motorizzazione<br />

n. 2 motori da 2<strong>00</strong> HP Volvo Penta del tipo<br />

AD41P/DP (Dual Prop).<br />

15


16<br />

Per i mezzi navali in questione è programmata una<br />

capillare distribuzione sul territorio privilegiando le<br />

isole ed i cosiddetti “sorgitori di frontiera” che maggiormente<br />

necessitano di mezzi altamente<br />

flessibili.<br />

È prevista, altresì, l’assegnazione di un<br />

gommone a Mariscuola La Maddalena per<br />

esigenze formative del personale che ne curerà<br />

la gestione e la conduzione.<br />

In tale ottica dal 19 al 22 luglio 2<strong>00</strong>5<br />

presso la sede della Capitaneria di Porto di<br />

Roma-Fiumicino, a cura della ZODIAC<br />

ITALIA S.r.l., si è svolto un corso di addestramento<br />

a favore di nr. 18 frequentatori<br />

divisi tra personale Np/Pn e Np/Ms.<br />

Al corso hanno preso parte un pilota canadese<br />

della ZHT, particolarmente esperto nella<br />

tecnica di impiego dei gommoni con mare<br />

formato che contempla onde alte anche fino a<br />

10 metri, tipiche dell’Oceano Pacifico, ed un<br />

qualificato tecnico della Volvo Penta Italia che<br />

ha curato la conduzione motoristica dei<br />

mezzi.<br />

Nell’ ambito di questa prima attività formativa,<br />

alle necessarie lezioni teoriche si sono<br />

alternate diverse uscite in mare lungo il litorale<br />

laziale durante le quali i corsisti hanno<br />

avuto la fortuna di “saggiare” le doti nauticooperative<br />

dei gommoni in presenza di mare<br />

mosso.<br />

Particolare attenzione è stata prestata alla<br />

manovra di affiancamento<br />

“underway” ad altra unità navale<br />

a varie andature, che nel caso in<br />

specie è stata la M/V CP 834 di<br />

Compamare Roma.<br />

Opportunamente stimolati,<br />

al termine del corso, i frequentatori<br />

hanno espresso lusinghieri<br />

giudizi sulle qualità del mezzo<br />

navale ricevendo conferma che<br />

“l’Hurricane” è un battello che,<br />

per caratteristiche tecniche generali<br />

e dotazioni, si discosta significativamente<br />

dal gommone<br />

“classico” sinora in dotazione al<br />

Corpo, evidenziando attitudini<br />

all’impiego per l’intero anno<br />

solare.<br />

Battesimo di prestigio per alcuni esemplari dei<br />

mezzi navali in arrivo è stata la manifestazione sportiva<br />

di pre-regata alla 32ª Coppa America tenutasi nelle<br />

acque di Trapani.<br />

In quell’ occasione i gommoni hanno avuto la possibilità<br />

di mettere in mostra le elevate caratteristiche di<br />

duttilità e polifunzionalità.<br />

ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5


La pesca guarda al futuro.<br />

La pesca italiana è impegnata perchè vengano stabilite regole comuni, condivise da tutti i Paesi le cui flotte<br />

operano nel Mar Mediterraneo. L’obiettivo è una “pesca sostenibile”. Un percorso lungo, difficile ma necessario,<br />

che non si potrà compiere senza la volontà di tutti di preservare il patrimonio marino per le generazioni future.


18<br />

GENTE DI MARE<br />

La nuova serie televisiva della RAI dedicata alla <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong><br />

FOTO ©RAI E SONY PICTURES TELEVISION INTERNATIONAL<br />

ALL RIGHTS RESERVED<br />

DI ELIO GALLINARO<br />

ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5


Dopo diversi anni di proposte, contatti,<br />

ecc, Gente di mare è la<br />

prima serie televisiva incentrata<br />

sull’attività della <strong>Guardia</strong> costiera italiana.<br />

Questa è anche la prima volta che la divisa<br />

della Marina Militare appare in una fiction.<br />

Gente di mare è la prima serie tv interamente<br />

girata in alta definizione, con<br />

riprese anche subacquee.<br />

La location è ambientata in Calabria,<br />

principalmente a Tropea e dintorni, con<br />

paesaggi particolarmente d’effetto. Alcuni<br />

interni sono stati girati a Roma nel periodo<br />

invernale.<br />

La serie è articolata in 24 episodi da 50<br />

minuti che saranno messi in onda in 12<br />

prime serate (due episodi per serata) su<br />

RaiUno ed è prodotta dalla Sony Pictures<br />

Television International e dalla Palomar<br />

Endemol in collaborazione con Rai<br />

Fiction.<br />

Gente di mare<br />

CAST ARTISTICO<br />

Lorenzo Crespi<br />

Angelo Sammarco<br />

Vanessa Gravina<br />

Margherita Scanò<br />

Frank Crudele<br />

Pietro Melluso<br />

Giada Desideri<br />

Elena Dapporto<br />

Giuseppe Zeno<br />

Tony Amitrano<br />

Antonio Milo<br />

Sante Lo Foco<br />

Domenico Fortunato<br />

Mario Zannoni<br />

Miriam Catania<br />

Gloria Duilio<br />

Alessandro Lucente<br />

Paolo Zannoni<br />

Davide Ricci<br />

Luca Rebecchi<br />

Tiziana Lodato<br />

Sofia Amitrano<br />

Rosa Pianeta<br />

Viviana Amitrano<br />

Eva Deidda<br />

Marina Cataldo<br />

Francesco Siciliano<br />

Giorgio Bonanni<br />

Massimo De Lorenzo<br />

Vincenzo Culicchia<br />

Dario Costa<br />

Guido Fontana<br />

Cosimo Cinieri<br />

Ammiraglio Cordari<br />

e con Eros Pagni<br />

Carmine Amitrano<br />

In apertura l’attore protagonista delle serie<br />

Lorenzo Crespi che interpreta il Tenente di Vascello<br />

(CP) Angelo Sammarco e le protagoniste<br />

Vanessa Gravina (dott.ssa Margherita Scanò) e<br />

Giada Desideri (Tenente di Vascello Elena Dapporto)<br />

19


Il titolo della serie Gente di mare, riporta naturalmente<br />

alla memoria la canzone di Raf e Tozzi, le<br />

cui parole suscitano ancora per chi lavora e vive sul<br />

mare forti emozioni. Ma in realtà con tale titolo<br />

viene indicato tutto il settore che gravita sul mare:<br />

dai marittimi ai pescatori, dai lavoratori portuali agli<br />

ormeggiatori, ai piloti per comprendere anche chi<br />

va per mare per sport o per diporto. “Gente di<br />

mare” appunto che, come vedremo nel corso delle<br />

puntate, si contrappone sentimentalmente alla<br />

“gente di terra”.<br />

Gente di mare racconta casi di forte attualità -<br />

come il dramma degli sbarchi di clandestini sulle<br />

nostre coste, il rischio di distruzione dei nosri fondali<br />

o delle riserve marine biologiche tramite inquinamento<br />

o con mezzi di pesca illegale - e quelle piccole<br />

ma coinvolgenti vicende che fanno parte dell’attività<br />

quotidiana della <strong>Guardia</strong> costiera, evidenziando<br />

l’umanità e la passione del personale: un<br />

bambino disperso in mare, un surfista in difficoltà,<br />

un sub investito da un motoscafo lanciato a tutta<br />

velocità.<br />

Ed è proprio la trattazione di questi argomenti,<br />

che interessano chi va per mare, il motivo principale<br />

del supporto che la <strong>Guardia</strong> costiera ha fornito<br />

alla produzione.<br />

Infatti affrontare tematiche sulla sicurezza della<br />

navigazione, sulla balneazione, sulla tutela dell’ambiente<br />

marino, coinvolgendo milioni di telespettatori,<br />

costituisce un insolito ed ottimo mezzo per evi-<br />

20<br />

denziare comportamenti pericolosi e quindi contribuire<br />

alla prevenzione di incidenti a mare e, al<br />

tempo stesso, alla diffusione di una cultura marinaresca,<br />

obiettivo principale delle campagne promozionali<br />

promosse dal Corpo delle Capitanerie di<br />

porto. Il cuore della serie è costituito da una storia<br />

che si sviluppa nell’arco dei 26 episodi ed ha per<br />

protagonista Angelo Sammarco, giovane e brillante<br />

ufficiale della <strong>Guardia</strong> costiera. Nel primo episodio,<br />

Sammarco viene trasferito in Calabria, dov’è nato e<br />

cresciuto, per collaborare all’indagine su un caso<br />

particolarmente delicato: infatti la Magistratura<br />

sospetta che l’assassino di una donna ritrovata in<br />

mare sia il Tenente di Vascello Giacomo Onorato,<br />

comandante dell’ufficio circondariale marittimo<br />

(Circomare) di Tropea. Angelo sa che il suo ritorno<br />

a Tropea non è privo di conseguenze. È lì che ha trascorso<br />

la sua infanzia, è li che ha conosciuto l’amicizia<br />

crescendo fianco a fianco di Toni e Sofia, i figli<br />

di Carmine Amitrano, amico intimo del padre di<br />

Angelo. È li che ha conosciuto il dolore, quando a<br />

sedici anni ha perso il padre, scomparso in mare in<br />

circostanze misteriose; è lì che ha conosciuto il<br />

distacco, quando il giudice per i minori decise che<br />

Angelo sarebbe cresciuto con i suoi parenti a<br />

Genova; è lì che ha conosciuto l’amore, quello per<br />

Margherita, che adesso è medico a Tropea ed opera<br />

anche in ambito marittimo. Angelo vorrebbe che<br />

l’incarico fosse affidato a qualcun altro: ha paura di<br />

tornare a fare i conti con il proprio passato, un passato<br />

con cui ha tagliato i ponti appena arrivato a<br />

Genova. Ma l’Ammiraglio Cordari, da cui dipende,<br />

è irremovibile: il Tenente di Vascello Sammarco,<br />

proprio per il fatto che è nato e cresciuto in quei<br />

luoghi potrebbe essere facilitato nel suo compito, è<br />

l’ufficiale più adatto. Il comandante Onorato viene<br />

ucciso, ma Angelo riesce a provarne l’innocenza e ne<br />

riabilita la memoria. L’indagine si rivela però molto<br />

più complessa di quanto sembrasse e nasconde ulteriori<br />

segreti. L’amore ritrovato con Margherita, il<br />

rapporto stretto che lo lega alla famiglia Amitrano<br />

nonché il desiderio di conoscere fino in fondo la<br />

verità sul caso Onorato, spingono Angelo a rinunciare<br />

almeno per il momento alla sua passione per<br />

l’oceanografia e a chiedere all’Ammiraglio Cordari<br />

di confermarlo al comando del Circomare Tropea.<br />

Ormai inseritosi nel nuovo gruppo di lavoro,<br />

Angelo si impegna nelle attività del Circomare ed<br />

affronta il lavoro quotidiano con la sua consueta<br />

passione, senza mai perdere di vista l’indagine aperta<br />

dalla morte di Onorato.<br />

Nel corso degli episodi, Angelo scopre che dietro<br />

la morte del Comandante Onorato si cela un pericoloso<br />

traffico di sostanze tossiche. Capire chi c’è<br />

dietro questo traffico significherà per Angelo risolvere<br />

anche il buco nero della sua infanzia, la scom-<br />

ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5


parsa misteriosa del padre. Ma quello che scoprirà<br />

sconvolgerà i suoi affetti e le sue sicurezze fin nel<br />

profondo.<br />

Regia<br />

Scritto da<br />

Da un’idea di:<br />

Gente di mare<br />

Cast tecnico<br />

Alfredo Peyretti,<br />

Vittorio De Sisti<br />

Giordano Raggi<br />

Roberto Jannone<br />

Leonardo Fasoli<br />

Salvatore De Mola<br />

Massimo Bavastro<br />

Paolo Calissano<br />

Mauro Graiani<br />

Maurizio Gregorini<br />

Roberto Leoni<br />

Produzione esecutiva Claudio Mancini<br />

Regia 2ª unità e riprese subacquee Jake Jakobson<br />

Fotografia<br />

Stefano Ricciotti<br />

Nino Celeste<br />

Marcello Montarsi<br />

Scenografia Luciano Riccieri<br />

Costumi Fulvia Amendolia<br />

Musica Andrea Guerra<br />

Casting Rita Forzano<br />

Montaggio<br />

Claudio Cutrì<br />

Patrizia Ceresani<br />

Consulente editoriale Guido Giusti<br />

Produttori RAI<br />

Teresa Bono<br />

Erica Pellegrini<br />

Prodotto da Carlo Degli Esposti<br />

Ufficio stampa RAIFiction<br />

NI.CO sas<br />

Nicoletta Strazzeri<br />

Gente di mare<br />

Umberto Tozzi & Raf<br />

Raf - G.Bigazzi - U.Tozzi (1987)<br />

A noi che siamo gente di pianura<br />

navigatori esperti di citta’<br />

il mare ci fa sempre un po’ paura<br />

per quell’idea di troppa libertà.<br />

Eppure abbiamo il sale nei capelli<br />

del mare abbiamo le profondità<br />

e donne infreddolite negli scialli<br />

che aspettano che cosa non si sa.<br />

Gente di mare<br />

che se ne va<br />

dove gli pare<br />

dove non sa.<br />

Gente che muore<br />

di nostalgia<br />

ma quando torna<br />

dopo un giorno muore<br />

per la voglia di andare via.<br />

E quando ci fermiamo sulla riva<br />

lo sguardo all’orizzonte se ne va<br />

portandoci i pensieri alla deriva<br />

per quell’idea di troppa libertà.<br />

Gente di mare<br />

che se ne va<br />

dove gli pare<br />

dove non sa.<br />

Gente corsara che non c’è’ più<br />

gente lontana che porta nel cuore<br />

questo grande fratello blu.<br />

Al di là del mare<br />

c’è qualcuno che<br />

c’è qualcuno che non sa<br />

niente di te.<br />

Gente di mare<br />

che se ne va<br />

dove gli pare<br />

dove non sa.<br />

Noi prigionieri in questa città<br />

viviamo sempre di oggi e di ieri<br />

inchiodati dalla realtà...<br />

e la gente di mare va.<br />

Nella pagina affianco, dall’alto in basso: l’attrice Tiziana Lodato e l’attore<br />

Eros Pagni che interpretano Sofia e Carmine Amitrano e i due<br />

marescialli Lo Foco e Melluso interpretati da Antonio Milo e Frank<br />

Crudele e in questa pagina alcune sequenze della fiction.<br />

21


Automobili “ecologiche”<br />

Consegnate dal Ministero dell’Ambiente 60 autovetture alla <strong>Guardia</strong> costiera<br />

Da oggi la vigilanza e la protezione dell’ambiente<br />

marino costiero potrà contare<br />

su nuovi e validi alleati.<br />

Ventotto “Land Rover Defender 90 SW<br />

TD5” e trentadue “Toyota Prius Hybrid<br />

Synergy Drive” commissionate dal Ministero<br />

dell’Ambiente e della Tutela del Territorio<br />

rispettivamente a Land Rover Italia S.p.A. e<br />

Toyota Motor Italia S.p.A. sono state consegnate<br />

al Corpo delle Capitanerie di porto al fine di<br />

dotarlo di adeguati strumenti per l’espletamento<br />

delle attività di vigilanza nelle aree marine protette<br />

istituite nei Compartimenti marittimi.<br />

Alla cerimonia di consegna, svoltasi nel piazzale<br />

antistante la sede del Ministero<br />

dell’Ambiente e alla quale erano presenti<br />

il Comandante Generale del<br />

Corpo delle Capitanerie di porto,<br />

Ammiraglio Ispettore Capo (CP)<br />

Luciano Dassatti, e i rappresentanti del<br />

Reparto Ambientale Marino, è intervenuto<br />

il Ministro dell’Ambiente, On.<br />

Altero Matteoli, ed il Direttore<br />

Generale per la Protezione della Natura<br />

Dott. Aldo Cosentino.<br />

Il Ministro ha evidenziato l’importanza<br />

del risultato conseguito, “rilevante,<br />

perché inquadrato nell’ottica di una<br />

sempre più efficace collaborazione isti-<br />

tuzionale tra Amministrazioni, tesa a<br />

svolgere in primis un’opera di prevenzione<br />

ambientale, nei confronti degli<br />

8<strong>00</strong>0 km di costa del nostro Paese”.<br />

Difatti, con il potenziamento della<br />

rete delle aree marine protette, oggi ben ventiquattro,<br />

le attività di sorveglianza, oltre a passare<br />

attraverso l’impiego della componente aereonavale<br />

del Corpo, necessitano di un monitoraggio<br />

congiunto con la componente terrestre, a<br />

volte forse trascurata ma sicuramente non meno<br />

importante.<br />

In questa direzione l’Ammiraglio Dassatti nel<br />

suo intervento ha ringraziato il Ministro, evidenziando<br />

i dati fondamentali relativi all’attività<br />

svolta dal Corpo nell’arco del 2<strong>00</strong>5 ”10.<strong>00</strong>0 ore<br />

di moto con le unità navali della <strong>Guardia</strong> costiera,<br />

733 navi commerciali controllate ai fini della<br />

tutela dell’ambiente, 8<strong>00</strong> km di spadare seque-<br />

DI GIANLUCA BIANCO<br />

strate, non rappresentano un punto d’arrivo, ma<br />

devono essere un nuovo punto di partenza verso<br />

la prevenzione e tutela dell’ambiente marino.”<br />

Le autovetture consegnate presentano peculiarità<br />

rilevanti, che ne hanno determinato la<br />

scelta. Il modello Prius di Toyota utilizza un<br />

funzionamento “ibrido multimodale” in cui il<br />

motore elettrico (con batterie auto ricaricabili) e<br />

il motore a benzina lavorano in completa sinergia,<br />

garantendo ottime prestazioni, consumi di<br />

carburante ridotti e soprattutto riduzione delle<br />

sostanze inquinanti a livelli da primato. Ciò rappresenta<br />

un ottimo modello di versatilità,<br />

importante ai fini di un efficiente utilizzo all’interno<br />

delle aree marine protette. Per quanto<br />

In apertura il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio Altero Matteoli<br />

con a sinistra l’Ammiraglio Ispettore Capo (CP) Luciano Dassatti, Comandante Generale<br />

del Corpo delle Capitanerie di porto ed a destra il Direttore Generale per la Protezione<br />

della Natura dott. Aldo Cosentino durante la cerimonia di consegna.<br />

In alto panoramica delle vetture.<br />

riguarda la scelta del Land Rover Defender, la<br />

sua tradizione è già garanzia e il suo impiego in<br />

percorsi impervi lo rende quanto mai adatto a<br />

compiti di sorveglianza e pattugliamento.<br />

Oggi, a seguito del risultato conseguito, c’è<br />

la consapevolezza di dover intensificare il ruolo<br />

del Reparto Ambientale Marino e delle<br />

Capitanerie di porto, nel perseguimento degli<br />

obiettivi istituzionali del Ministero<br />

dell’Ambiente e della Tutela del Territorio.<br />

Solo attraverso l’unione di intenti, attuati con<br />

valide sinergie, sarà possibile preservare il valore<br />

inestimabile di quegli angoli di paradiso rappresentati<br />

dalle aree marine protette.<br />

23


24<br />

“Toyota Prius Hybrid Synergy Drive”<br />

Un motore elettrico, uno a benzina, un generatore e…niente spine!<br />

Il Toyota Hybrid System della Prius basa il suo principio di funzionamento su due componenti<br />

elettrici (un motore ed un inverter per la regolazione della tensione) ed un propulsore<br />

a benzina, “orchestrati” da una sofisticata centralina elettronica: il “cuore” elettrico, oltre<br />

a spingere l’automobile, ha il compito di recuperare l’energia nelle fasi di frenata trasferendola<br />

al pacco batterie che pesa solamente 39 kg. Niente spine, dunque: Prius fa tutto da sola.<br />

Scendendo nel dettaglio, l’unità elettrica è in grado di fornire 68 CV e 4<strong>00</strong> Nm di coppia<br />

massima alimentata a 5<strong>00</strong>V a emissioni zero con batterie che si autoricaricano, mentre il<br />

propulsore a benzina da 1.5 litri, dotato di fasatura variabile, eroga 78 CV e 115 Nm di coppia.<br />

Un totale che per alcuni istanti può toccare i 146 CV ma soprattutto 515 Nm di coppia<br />

massima, gestiti non solo dall’elettronica ma anche da una meccanica sofisticata e da un<br />

cambio automatico CVT di ultima generazione.<br />

Le prestazioni sono di tutto rispetto: Prius arriva a 1<strong>00</strong> km/h partendo da ferma in appena<br />

10.9 secondi, facendo registrare 170 km/h di velocità massima.<br />

Quindi è un auto con due anime che lavorando in sinergia fornisce le migliori prestazioni e i<br />

consumi più bassi garantendo sempre il minimo impatto ambientale.<br />

Ha il primato nella riduzione delle sostanze inquinanti e l’emissione di particolato è azzerata.<br />

L’emissione di anidride carbonica è invece ai livelli di una city car e le emissioni di idrocarburi<br />

e di ossidi di azoto è inferiore a quella di qualsiasi motore a benzina esistente.<br />

Gli allestimenti delle 32 Toyota Prius sono i seguenti:<br />

4 Toyota Prius Hybrid Synergy Drive con vernice metalizzata, navigatore satellitare full<br />

map(DVD) vivavoce con connessione telefonica e comandi al volante e faro strobo magnetico<br />

collegato all’accendisigari;<br />

28 Toyota Prius Hybrid Synergy Drive con vernice metalizzata, navigatore satellitare e allestimento<br />

consistente in:<br />

<strong>•</strong> apparato radiotelefonico veicolare VHF/FM modello Sailor RT 48<strong>00</strong> con antenna veicolare<br />

modello Grauta VH-2AN;<br />

<strong>•</strong> faro strobo magnetico;<br />

<strong>•</strong> scritte autoadesive;<br />

<strong>•</strong> sirena bitonale tradizionale.<br />

ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5


“Land Rover Defender 90 SW TD5”<br />

Land Rover è l´azienda leader nel mondo nel settore della trazione integrale e la<br />

Defender è il suo fuoristrada migliore. La Defender rappresenta l´unione imbattibile tra<br />

la tradizione Land Rover e le tecnologie più avanzate.<br />

La trazione integrale permanente garantisce una trasmissione continua della potenza<br />

a tutte e quattro le ruote, indipendentemente dal fatto che si stia guidando su strada<br />

o fuoristrada. Poiché non è necessario alternare la trazione su due o quattro ruote in<br />

base al mutare delle condizioni, la corsa di una Defender resta sempre sicura e inarrestabile.<br />

La Defender è in grado di superare pendenze di 45°grazie al suo angolo d´attacco e di<br />

uscire da pendenze di 50° grazie al suo angolo d´uscita. E con una profondità di guado<br />

pari a 5<strong>00</strong> mm, chi è al volante di una Defender ha la situazione sempre sotto controllo.<br />

A qualsiasi regime di marcia il controllo della coppia motore è sempre garantito dalla<br />

robusta scatola di rinvio a due rapporti. Oltre ad avere maggiore controllo, in questo<br />

modo il conducente può anche sfruttare tutta la flessibilità di dieci marce in avanti e<br />

due indietro.<br />

In condizioni di guida fuoristrada particolarmente difficili, il differenziale centrale può<br />

essere bloccato per impedirne l´azione e ripartire la potenza su ciascun assale in parti<br />

uguali: questo garantisce una trazione ottimale su terreno non compatto, fango, ghiaccio<br />

o neve.<br />

Il cuore della Defender è rappresentato da un potente motore diesel da 2.5 litri Td5,<br />

messo a punto in maniera specifica per tragitti fuoristrada. Grazie ad una coppia di 3<strong>00</strong><br />

Nm a 1950 giri/min.<br />

Inoltre in normali condizioni di guida su strada, quando si desidera una risposta immediata<br />

dell´acceleratore, il motore Td5 sfrutta la funzione FTC (Fast Throttle Control),<br />

che mette a disposizione gran parte della potenza motore nel 30% iniziale della corsa del<br />

pedale. Tuttavia, quando viene selezionato un rapporto basso, l´acceleratore ritorna ad<br />

un´impostazione di corsa lunga per permettere di dosare la potenza fuoristrada.<br />

I ventotto Land Rover consegnati sono dotati di apparato radiotelefonico veicolare<br />

VHF/FM modello Sailor RT 48<strong>00</strong> con antenna veicolare modello Grauta VH-2AN.<br />

25


LENEI SECOLI FEDELEN<br />

26<br />

Un motto che identifica, per tutti gli italiani, l’Arma dei Carabinieri<br />

quarta Forza Armata dello Stato<br />

Era il 14 luglio del 1814 quando il Re di<br />

Sardegna, Vittorio Emanuele I di Savoia,<br />

istituì i Carabinieri reali.<br />

Con quell’atto volle costituire uno strumento<br />

che garantisse al suo regno condizioni di vita<br />

pacifiche e ordinate. Gli obiettivi perseguiti con<br />

l’istituzione dei Carabinieri comportavano criteri<br />

di arruolamento severi e selettivi, che voleva-<br />

DI COSIMO NICASTRO<br />

no gli appartenenti all’Arma scelti, fra i militari<br />

“per buona condotta e saviezza d’istinti” e che<br />

sapessero leggere e scrivere correntemente. Gli<br />

ufficiali erano tratti in prevalenza dalla Cavalleria,<br />

allora Arma fondamentale e di maggior prestigio<br />

dell’esercito.<br />

Le turbolenti vicende storiche del Regno di<br />

Sardegna non tardarono a mettere alla prova la<br />

ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5


EISECOLIFEDELENEISEC<br />

neonata Arma, che si<br />

distinse in ogni occasione.<br />

Per le ripetute prove di<br />

fedeltà e di efficienza i<br />

Carabinieri divennero la<br />

scorta del re quando questi<br />

partecipava alle operazioni<br />

militari. In occasione della<br />

battaglia di Pastrengo (il<br />

30 aprile 1848) furono<br />

proprio i tre squadroni dei<br />

Carabinieri che accompagnavano<br />

re Carlo Alberto<br />

di Savoia ad impedire, con<br />

una carica disperata, che il<br />

sovrano fosse fatto prigioniero.<br />

In tutte le vicende<br />

successive, dalla formazione<br />

dello Stato italiano, alle<br />

due guerre mondiali, alle<br />

situazioni più difficili e più<br />

dolorose della sua storia,<br />

per ricordare le ultime,<br />

quali l’avvento delle Brigate<br />

Rosse, l’insorgere di<br />

strutture criminali altamente<br />

organizzate e spregiudicatamente<br />

aggressive,<br />

alle diverse calamità naturali<br />

che hanno colpito la<br />

penisola a partire dagli<br />

anni 1960, i carabinieri<br />

sono stati una presenza<br />

rassicurante ed efficace e<br />

hanno pagato un altissimo<br />

prezzo in vite umane nell’adempimento,<br />

spesso tragicamente<br />

difficile, dei compiti loro affidati.<br />

Quasi due secoli di storia non hanno sostanzialmente<br />

modificato le caratteristiche fondamentali<br />

dell’Arma dei Carabinieri che, oggi<br />

come allora, come recita il suo regolamento<br />

organico, “[...] vegliano al mantenimento dell’ordine<br />

pubblico, alla sicurezza dei cittadini, alla<br />

loro incolumità e alla tutela della proprietà;<br />

curano l’osservanza delle leggi e dei regolamenti<br />

generali e speciali dello Stato, delle Regioni, delle<br />

Provincie e dei Comuni; prestano soccorso in<br />

caso di pubblici e privati infortuni. Una vigilanza<br />

attiva, non interrotta e l’azione repressiva<br />

costituiscono l’essenza della loro missione...”.<br />

La necessità di fare fronte a questi compiti in<br />

situazioni storicamente mutevoli ha portato l’Arma<br />

ad assumere l’attuale struttura che comprende,<br />

oltre al Comando generale, un’organizzazio-<br />

ne capillare sul territorio, che dispone di circa<br />

cinquemila stazioni, seicento comandi di compagnia,<br />

comandi provinciali, regionali e cinque<br />

divisioni. Tale organizzazione consente ai Carabinieri<br />

di acquisire quel patrimonio informativo<br />

e fornire alle autorità un quadro sempre molto<br />

preciso della situazione, indicando tempestivamente<br />

pericoli ed emergenze, dalle catastrofi<br />

naturali alle infiltrazioni mafiose, allo spionaggio<br />

militare. La disponibilità di una gamma articolatissima<br />

di strumenti operativi consente, poi, un<br />

primo intervento di elevato livello qualitativo.<br />

Questa condizione peculiare rende i carabinieri<br />

una presenza originale e irripetibile nel panorama<br />

della difesa della comunità, che svolge un’opera<br />

enorme al servizio della Giustizia.<br />

L’Arma dispone, per garantire il perfetto funzionamento<br />

di una così delicata e complessa<br />

organizzazione, di istituti di formazione che preparano<br />

adeguatamente i futuri Carabinieri di<br />

27


28<br />

ogni grado. Vi sono poi i battaglioni, reparti di<br />

notevole consistenza numerica, impiegati in particolari<br />

esigenze di ordine pubblico di difesa e di<br />

supporto alla territoriale, come ad esempio il primo<br />

battaglione Carabinieri paracadutisti Tuscania,<br />

a cui sono affidati compiti particolarmente<br />

delicati e in zone di difficile controllo, come le<br />

missioni militari all’estero. Il quadro è completato<br />

con il servizio aereo che ha numerosi nuclei<br />

elicotteri distribuiti sull’intero territorio nazionale,<br />

con il Centro Carabinieri Investigazioni<br />

Scientifiche, che provvede a dare l’apporto delle<br />

più avanzate tecnologie alle indagini di polizia e<br />

con una serie di nuclei specializzati nella tutela<br />

del patrimonio artistico, nella repressione delle<br />

frodi comunitarie, nella difesa dell’ambiente,<br />

contro le sofisticazioni e le violazioni delle norme<br />

sanitarie, contro il falso monetario. Vanno, infine,<br />

ricordati il Reggimento Carabinieri a cavallo<br />

che, oltre a mantenere in vita le tradizioni della<br />

Cavalleria, ultimo reparto realmente a cavallo<br />

delle forze armate dello Stato italiano, viene<br />

impiegato per le attività istituzionali in contesti<br />

geografici ove il cavallo costituisce ancora un<br />

mezzo di trasporto senza alternative, ed il Reggimento<br />

Corazzieri, che ha compiti di scorta e rappresentanza<br />

al Capo dello Stato. A queste molteplici<br />

esigenze ha voluto rispondere la legge n.78<br />

del 31 marzo 2<strong>00</strong>0, che ha attribuito un compiuto<br />

riconoscimento al ruolo storicamente svolto<br />

dall’Arma, collocandola ordinativamente, con il<br />

rango di Forza Armata, alle dirette dipendenze<br />

del Capo di Stato Maggiore della Difesa e puntualizzandone<br />

formalmente i compiti militari.<br />

La componente navale<br />

Nel corso del 1956 il Comando Generale dell’Arma<br />

dei Carabinieri prospettò al Ministero<br />

della Difesa Marina la necessità di disporre di<br />

propri motoscafi soprattutto allo scopo di svolgere<br />

perlustrazioni costiere per sorvegliare i movimenti<br />

di natanti e di persone lungo la costa, per<br />

impedire espatri ed ingressi clandestini di armi<br />

via mare, per i rastrellamenti da mare in concomitanza<br />

con quelli da terra e per le altre eventuali<br />

esigenze di sicurezza proprie del servizio dell’Arma.<br />

Alla fine del 1957 i natanti necessari alle esigenze<br />

operative dell’Arma furono fissati in 6<br />

moto-imbarcazioni da mt. 14 e 12 motoscafi da<br />

mt. 6 e nel 1958 l’Arma dei Carabinieri fu autorizzata<br />

ad innalzare, sui propri natanti a motore,<br />

nei servizi di polizia marittima, lacuale e fluviale<br />

e di rappresentanza, la bandiera navale della<br />

Marina Militare.<br />

ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5


Le prime unità vennero dislocate: a Trieste,<br />

Taranto, Palermo, Genova, Livorno.<br />

Successivamente, nel novembre 1969, avvertita<br />

la necessità di unificare, sotto il profilo addestrativo<br />

e tecnico, l’attività del personale addetto<br />

ai natanti dell’Arma, il Comando Generale istituì<br />

nella propria sede il “Servizio Navale”, che attualmente<br />

rappresenta l’insieme degli organi direttivi,<br />

di comando ed esecutivi diretto allo svolgimento<br />

dei compiti istituzionali dell’Arma dei Carabinieri<br />

nelle acque interne, nel mare territoriale, nella<br />

zona di vigilanza doganale e, limitatamente alle<br />

azioni consentite dalle convenzioni internazionali<br />

ratificate dallo Stato italiano, in alto mare.<br />

L’ufficio del Servizio Navale estrinseca la sua<br />

azione attraverso la Sala Operativa del Comando<br />

Generale dell’Arma. I Comandi di Divisione, di<br />

Regione e i Comandi Provinciali hanno funzioni<br />

ispettive e di coordinamento. I comandi intermedi<br />

e quelli di Stazione svolgono funzioni operative<br />

Il Servizio Navale dell’Arma si articola in:<br />

<strong>•</strong> un Ufficio dei Servizi “Aereo e Navale”, con<br />

funzioni direttive, addestrative, ispettive, logistiche<br />

e di consulenza tecnica;<br />

<strong>•</strong> un Servizio di superficie con Motovedette<br />

(166 in linea) ubicate su tutto il territorio<br />

nazionale, di cui n. 71 d’altura (2 lacuali), n.<br />

67 costiere (16 lacuali), n. 28 lagunari e Battelli<br />

pneumatici, circa 34 unità, impiegati<br />

quali supporti integrativi della capacità operativa<br />

delle motovedette;<br />

<strong>•</strong> un Servizio Subacqueo composto da 82 militari<br />

specializzati “operatori subacquei” articolato<br />

su: 1 Centro Subacquei (a Genova) e 8<br />

Nuclei operativi subacquei dislocati in Genova<br />

(2 nuclei), Trieste, Roma, Napoli, Taranto,<br />

Cagliari e Messina.<br />

Allo scopo di consentire al personale del Servizio<br />

Navale dell’Arma di operare in circostanze<br />

particolari ove non è possibile intervenire con le<br />

unità tradizionali per motivi legati alle condizioni<br />

orografiche (bassi fondali, coste ripide e scoscese,<br />

mancanza di approdi), gli equipaggi delle<br />

motovedette dislocate nelle zone più impegnate<br />

operativamente sono stati dotati di battelli pneumatici<br />

a carena rigida, quali strumenti integrativi<br />

delle capacità dell’unità stessa. L’Arma dei<br />

Carabinieri ha in avanzata fase di sperimentazione<br />

una nuova motovedetta classe “7<strong>00</strong>”. È un mezzo<br />

di medie dimensioni, lungo circa 13 mt con larghezza<br />

di 4 mt. Grazie alle nuove tecnologie sviluppate<br />

per le applicazioni navali il nuovo mezzo, stilisticamente<br />

vicino alla classe “8<strong>00</strong>”, può contare su<br />

dotazioni di elevato standard qualitativo ed alto<br />

contenuto tecnologico.<br />

Sostanzialmente i compiti non sono cambiati<br />

dalla sua istituzione anche se, nel corso del tempo,<br />

se ne sono aggiunti nuovi quali il concorso<br />

nel contrasto dell’immigrazione clandestina via<br />

mare, la tutela delle risorse ambientali, scenari<br />

operativi che vedono spesso il coinvolgimento<br />

anche delle Unità Specializzate dei Carabinieri<br />

per la Tutela dell’Ambiente, per la Sanità, per la<br />

Tutela del Patrimonio Culturale.<br />

Il piu’ importante reparto di superficie è il<br />

Nucleo Natanti di Venezia, inquadrato organicamente<br />

nel Reparto Operativo del Comando Provinciale<br />

dell’omonima città.<br />

Comprende n. 60 militari, Comandanti di<br />

Motovedette, e n. 28 unità navali. Effettua servizio<br />

radiomobile nel capoluogo Veneziano,<br />

assicurando all’Arma, attesa la particolarità della<br />

città lagunare, la mobilità necessaria per l’espletamento<br />

dei compiti istituzionali. La flottiglia del<br />

Nucleo è costituita da tutte le classi di Motovedette.<br />

In particolare si evidenzia la classe 1<strong>00</strong>, veloci<br />

motoscafi ad idrogetto concepiti per il Pronto<br />

Intervento, in grado di raggiungere i canali cittadini<br />

più stretti e le zone lagunari a bassi fondali.<br />

La classe 3<strong>00</strong> è invece costituita da imbarcazioni<br />

veloci con propulsione ad elica, destinate al trasporto<br />

logistico ed operativo del personale.<br />

Presso ogni Comando di Regione Carabinieri<br />

è stata istituita la figura del Coordinatore dei<br />

29


mezzi navali Regionali il quale ha il compito di<br />

soddisfare le varie esigenze di natura tecnicooperativa,<br />

logistica ed addestrativa.<br />

Gli equipaggi delle motovedette sono costituiti<br />

da Ispettori, destinati al comando di unità<br />

navali d’altura; Brigadieri, Appuntati e Carabinieri<br />

sono Capi motoristi e prodieri sulle unità<br />

d’altura e costiere. Di queste ultime assumono il<br />

comando.<br />

Gli Ufficiali destinati al comando del Nucleo<br />

Natanti di Venezia, reparto complesso e dotato<br />

di varie classi di Motovedette, conseguono la<br />

specializzazione presso l’Accademia Navale di<br />

Livorno e - successivamente - acquisiscono il<br />

Brevetto di “comandanti di MV d’altura”.<br />

30<br />

Personale specializzato<br />

Ufficiali 2<br />

Ispettori 190<br />

Brigadieri, Appuntati e Carabinieri 478<br />

Nel 1953 l’Arma dei Carabinieri, avvertendo<br />

l’esigenza di disporre in proprio di operatori<br />

subacquei da impiegare al fine di soddisfare piu’<br />

compiutamente le molteplici esigenze d’istituto,<br />

costituì nelle città di Genova e Napoli i primi<br />

due Nuclei Carabinieri Subacquei.<br />

In principio i militari, pur continuando ad<br />

essere impiegati nel normale servizio, venivano<br />

di volta in volta chiamati a prestare la loro opera<br />

in operazioni di P.G. (ricerca e<br />

recupero corpi di reato) e di soccorso<br />

in occasione di alluvioni e/o<br />

allagamenti in genere.<br />

Nel 1964, emersa la necessità di<br />

svincolare i subacquei dalle attività<br />

d’istituto non connesse alla specializzazione,<br />

si procedette ad una<br />

completa ristrutturazione della<br />

specialità con la costituzione di<br />

altri “distaccamenti”. Gli attuali<br />

compiti del Servizio comprendono<br />

la ricerca e recupero nelle acqua<br />

marine ed interne di corpi di reato,<br />

armi, stupefacenti, cadaveri, relitti<br />

e qualsiasi altro materiale che, in<br />

tale ambito, sia stato occultato e<br />

disperso; l’ispezione e ricognizione<br />

di relitti sommersi; il soccorso in<br />

occasione di alluvioni ed allagamenti;<br />

la localizzazione e il recupero<br />

di materiale di interesse archeo-<br />

logico; il concorso nelle ricerche subacquee di<br />

interesse scientifico; il concorso nel rilevamento<br />

del grado di inquinamento delle acque; l’assistenza<br />

a manifestazioni sportive.<br />

Il Servizio comprende n. 82 militari specializzati<br />

“Operatori<br />

Subacquei”, 5<br />

motovedette di<br />

appoggio e n.<br />

45 battelli<br />

pneumatici. Vi<br />

è anche un veicolosommergibile<br />

filoguidato<br />

“Pluto”.<br />

Il fatto di<br />

essere una strutturaradicalmente<br />

legata al<br />

servizio della<br />

comunità, ha<br />

fatto dell’Arma<br />

dei Carabinieri<br />

un punto di<br />

riferimento<br />

sicuro in ogni<br />

momento della<br />

sua ormai plurisecolare storia. Un atteggiamento<br />

deciso nei confronti dell’illegalità, coltivato<br />

all’interno di una struttura militare, costituisce il<br />

punto di forza dei Carabinieri, per definizione<br />

sempre pronti ad affrontare ogni difficoltà, ad<br />

ogni ora, talvolta anche a costo della vita, nella<br />

certezza che vi sono cose che valgono più di essa.<br />

IL MOTTO DEI CARABINIERE: NEI SECOLI FEDELE<br />

Il motto fu creato nel 1914, in occasione del primo Centenario dell’Arma dei<br />

Carabinieri, dal capitano Cenisio Fusi per la medaglia commemorativa dell’evento<br />

e divenne contrassegno antonomastico dell’Istituzione. Venne concesso<br />

quale motto araldico da Vittorio Emanuele III all’Arma dei Carabinieri il 10<br />

novembre 1933, in applicazione della legge 24 marzo 1932 n. 293 relativa ai<br />

motti araldici per l’Esercito.<br />

Per molti anni, almeno fino al secondo dopoguerra, alla figura del Carabiniere<br />

veniva associato anche un altro motto, non ufficiale, di estrazione antologica:<br />

USI OBBEDIR TACENDO E TACENDO MORIR<br />

Questa frase era stata stralciata dal poema “La Rassegna di Novara” scritta da<br />

Costantino Nigra, uomo politico, letterato, poeta (nato a Villa Castelnuovo -<br />

Torino - l’11 giugno 1828 - morto a Rapallo il 1° luglio 1907). Nella citata<br />

“La Rassegna di Novara” l’autore immagina che Carlo Alberto passi in rassegna<br />

il grande esercito dei Caduti nelle patrie battaglie. Primi sono i<br />

Carabinieri. Ecco i versi famosi:<br />

....... Del Re custodi e della legge, schiavi<br />

Sol del dover, usi obbedir tacendo<br />

E tacendo morir, terror de’ rei,<br />

Modesti ignoti eroi, vittime oscure.......<br />

ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5


LE PIATTAFORME OFF-SHORE<br />

IMPLICAZIONI AMBIENTALI IN RELAZIONE AL DECRETO LEGISLATIVO N. 182/2<strong>00</strong>3<br />

Perplessità, in quest’ultimo periodo, sono sorte in merito all’applicabilità del Decreto Legislativo 24<br />

giugno 2<strong>00</strong>3 n. 182 “Attuazione della Direttiva n. 2<strong>00</strong>0/59/CE, relativa agli impianti portuali di<br />

raccolta per i rifiuti prodotti dalle navi ed i residui del carico” nei confronti di un diffuso mezzo tecnico<br />

di notevoli proporzioni quale la piattaforma marina (off-shore craft) per l’esplorazione petrolifera<br />

o di gas o di altri prodotti del fondo marino, in quanto l’art. 2 punto 1, lettera a), del predetto<br />

Decreto non inserisce nel campo della definizione di nave dette piattaforme.<br />

DI GAETANO MARTINEZ<br />

31


Il primo comma dell’art. 136 del Cod. Nav. pone in<br />

evidenza i seguenti requisiti essenziali di una nave:<br />

1. essere la nave una costruzione galleggiante. Sono irrilevanti<br />

la forma e le dimensioni della costruzione e il<br />

fatto di essere o no munita di propri mezzi di propulsione;<br />

2. essere la nave destinata al trasporto; laddove la parola<br />

trasporto viene assunta non nel suo ristretto significato<br />

tecnico, sebbene in un significato generico e molto<br />

ampio intendendosi per trasporto lo spostamento sull’acqua<br />

di una costruzione galleggiante per qualsiasi<br />

fine.<br />

Il terzo comma dell’art. 136 Cod. Nav. amplia ulteriormente<br />

la nozione di nave posta dal primo comma,<br />

affiancandole quella di galleggiante mobile adibito a<br />

qualsiasi servizio attinente alla navigazione o al traffico<br />

in acque marittime o interne.<br />

Scopo della disposizione è di estendere la normativa,<br />

dettata per le navi, a quelle costruzioni galleggianti<br />

che, per essere destinate ad attività diverse dal trasporto<br />

(sia pure inteso nell’ampio significato assunto dal<br />

primo comma dell’art. 136), sarebbero rimaste escluse<br />

dall’ambito del diritto speciale. Sono fatte rientrare<br />

sotto la nozione di galleggiante del terzo comma dell’art.<br />

136, le draghe, i pontoni, le gru galleggianti, le<br />

chiatte.<br />

Venendo ad analizzare la disposizione del terzo<br />

comma in esame, va innanzitutto, precisato che irrilevanti sono la forma,<br />

la struttura e le dimensioni della costruzione galleggiante. Del pari è irrilevante<br />

che la costruzione sia munita o meno di propri mezzi di propulsione.<br />

Dovendo trattarsi di galleggianti mobili, restano escluse dalla categoria<br />

le costruzioni che, pur essendo galleggianti, sono destinate ad una<br />

utilizzazione fissa. Per “servizi attinenti alla navigazione” poi una parte<br />

della dottrina intende, in senso ristretto, le operazioni tecniche relative<br />

all’esercizio della nave, quali ad esempio, l’escavazione dei fondali marini,<br />

le opere di costruzione dei porti ecc... Del pari per “servizi attinenti al<br />

traffico” si vorrebbero intendere solo quelli che hanno per oggetto il<br />

movimento delle navi e dei carichi (come ormeggio e disormeggio delle<br />

navi, caricazione e scaricazione delle merci ecc.).<br />

Questa concezione ristretta della nozione di galleggiante non è stata<br />

accolta dalla prassi amministrativa. Tale indirizzo, di più larga interpretazione,<br />

mi sembra giustificato dalle seguenti ragioni:<br />

a) che per la definizione di nave in generale, il primo comma dell’art. 136<br />

Cod. Nav. prescinde interamente dalle finalità perseguite con la navigazione.<br />

Così non si è mai dubitato che le navi posacavi siano da considerare<br />

ad ogni effetto navi in senso proprio;<br />

b) che non può trascurarsi l’evoluzione della nozione di navigazione, da<br />

essere intesa, oltreché in funzione del suo fine tradizionale di trasporto,<br />

anche del suo fine di sfruttamento delle risorse del mare, in particolare,<br />

del fondo marino.<br />

Appurata l’appartenenza delle piattaforme off shore alla categoria dei<br />

galleggianti resta da stabilire se si tratti di strutture stabilmente fissate<br />

(con qualsiasi mezzo) nello specchio acqueo sul quale operano, o si tratti<br />

invece di strutture mobili. Il requisito della mobilità, che a questo proposito<br />

deve sussistere è, nell’ordinamento italiano, quello che in via genera-<br />

32<br />

ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5


le è assunto per la definizione di galleggiante. Il galleggiante<br />

è ritenuto mobile in relazione alla sua destinazione<br />

prevalente. In altri termini, è mobile il galleggiante<br />

che è destinato, normalmente, per il suo impiego,<br />

a spostarsi sulle acque.<br />

Pertanto cessa di essere galleggiante mobile quel galleggiante<br />

che viene destinato a rimanere, in maniera<br />

permanente o comunque per un periodo di tempo<br />

molto rilevante, fisso sullo specchio d’acqua dove è<br />

dislocato per lo svolgimento dell’attività cui è adibito.<br />

Si può quindi concludere che nel diritto italiano, la<br />

regolamentazione giuridica delle navi e dei galleggianti<br />

mobili non può essere estesa alle piattaforme off shore<br />

di estrazione o produzione di petrolio o di gas o di altri<br />

prodotti del fondo marino, le quali siano destinate a<br />

restare permanentemente, o per un tempo molto rilevante,<br />

fisse in un determinato specchio acqueo (qualunque<br />

sia il sistema di collegamento con il fondo<br />

marino) per lo svolgimento dell’attività loro assegnata.<br />

La distinzione tra costruzioni galleggianti mobili e<br />

costruzioni galleggianti fisse, prospettate precedentemente,<br />

trova nell’ordinamento italiano conferma nell’art.<br />

49 della Legge 21 luglio 1967, n. 613 per la ricerca<br />

e coltivazione degli idrocarburi liquidi e gassosi nel<br />

mare territoriale e nella piattaforma continentale. Tale<br />

articolo dispone infatti che le disposizioni degli artt. 4<br />

e 5 Cod. Nav. si applicano alle strutture destinate alla<br />

ricerca e coltivazione di giacimenti petroliferi operanti<br />

nella piattaforma continentale italiana,<br />

quando sono in navigazione.<br />

Le richiamate disposizioni<br />

dispongono rispettivamente: che<br />

sono considerate come territorio italiano<br />

le navi italiane in alto mare<br />

(art. 4) e che gli atti e i fatti compiuti<br />

a bordo, di una nave in navigazione<br />

in luogo soggetto alla sovranità di<br />

uno Stato estero sono regolati dalla<br />

legge nazionale della nave in tutti i<br />

casi in cui deve applicarsi la lex loci<br />

(art. 5).<br />

Il requisito di trovarsi la piattaforma<br />

off shore in navigazione, non va<br />

inteso nel senso che la stessa deve<br />

trovarsi in movimento, ma nel senso<br />

più ampio che la piattaforma sta<br />

compiendo operazioni, che presuppongono<br />

il suo spostamento sull’acqua,<br />

anche se si ha un alternarsi di<br />

moto e di soste. Quindi, una piattaforma<br />

off shore per l’esplorazione<br />

di giacimenti petroliferi è in navigazione<br />

sia quando si sposta verso o<br />

sul banco di ricerca, sia quando è<br />

ferma per compiere operazioni di<br />

trivellazione.<br />

33


Per le Piattaforme off shore destinate allo<br />

sfruttamento di giacimenti petroliferi dovrà,<br />

secondo i criteri sopra esposti, stabilirsi se la<br />

immobilizzazione necessaria per l’attività di<br />

sfruttamento del giacimento comporti o meno la<br />

perdita degli estremi necessari per essere considerate<br />

galleggianti mobili.<br />

L’indicazione fornita dall’art. 49 della Legge<br />

n. 613 del 1967, citata precedentemente nonché<br />

Nave posatubi semisommergibile “Castoro Sei”.<br />

l’art. 9 del D.P.R. 24 maggio 1979 n. 886<br />

[“Integrazione ed adeguamento delle norme di<br />

polizia delle miniere e delle cave, contenute nel<br />

Decreto del Presidente della Repubblica 9/4/<br />

1959 n. 128, al fine di regolare le attività di prospezione,<br />

di ricerca e di coltivazione degli idrocarburi<br />

nel mare territoriale e nella piattaforma<br />

continentale”: “Le piattaforme semoventi, durante<br />

la navigazione, sono assimilate alle navi e come tali<br />

sono sottoposte alle disposizioni del codice della<br />

navigazione e del relativo regolamento, nonché alle<br />

altre leggi e regolamenti vigenti in materie di navigazione<br />

marittima” hanno orientato la pratica<br />

amministrativa italiana a considerare le piattaforme<br />

mobili destinate alla ricerca e alla coltivazione<br />

di giacimenti petroliferi come navi a<br />

tutti gli effetti.<br />

Esse come tali sono sottoposte alle disposizioni<br />

del codice della navigazione e del relativo regola-<br />

34<br />

mento, alle altre leggi e regolamenti vigenti in<br />

materia di navigazione marittima, nonché alle<br />

convenzioni internazionali. La normativa prevista<br />

dal D.Lgs. n. 185/2<strong>00</strong>3 è, pertanto, pacificamente<br />

applicabile alle piattaforme mobili e ai<br />

mezzi galleggianti assimilabili.<br />

Per quanto attiene le piattaforme fisse, poiché<br />

detti impianti di ricerca e coltivazione sono soggetti<br />

alle leggi dello Stato, trattandosi di vere e<br />

proprie estensioni territoriali<br />

dello stesso,<br />

come recita il primo<br />

comma dell’art. 49<br />

legge 21/07/1967 n.<br />

613, si dovrà fare rinvio<br />

formale non surrettizio<br />

ad altra fonte<br />

diversa da quella indicata<br />

nel D.Lgs. n.<br />

182/2<strong>00</strong>3.<br />

‘interesse diretto dello<br />

Stato, affinché non<br />

vengano prodotti<br />

danni a terzi, alle<br />

risorse viventi del<br />

mare, nonché per prevenire<br />

l’inquinamento<br />

del mare, del fondo e<br />

sottofondo marino<br />

(art. 62 D.P.R. 24<br />

maggio 1979, n. 886<br />

e art. 7 Legge 25 ottobre<br />

1979, n. 30)<br />

dovrà essere tutelato<br />

attraverso l’applicazione<br />

del cosiddetto<br />

Decreto Ronchi<br />

(D.Lgs n. 22/97 e successive modifiche) e la specifica<br />

normativa di settore in relazione alla tipologia<br />

del rifiuto prodotto.<br />

Per quanto attiene le attività di raccolta e trasporto<br />

via mare di rifiuti prodotti dalle piattaforme<br />

off-shore fisse verso gli impianti portuali,<br />

che generalmente vengono effettuate tramite<br />

delle unità navali del tipo supply vessel, in<br />

attesa dei regolamenti attuativi di cui all’art.<br />

18, comma 2 lettera i) del D.Lgs. n. 22/97,<br />

dette operazioni dovranno svolgersi nel rispetto<br />

di specifici obblighi di pubblica sicurezza tendenti<br />

a garantire la prevenzione degli eventi<br />

dannosi ed inquinanti e nella piena osservanza<br />

delle “disposizioni e le precauzioni tecniche di<br />

sicurezza che disciplinano il trasporto via mare di<br />

merci pericolose”, come recita la disposizione<br />

transitoria di cui all’art. 57 comma 6° bis del<br />

D.Lgs. n. 22/97.<br />

ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5


36<br />

DI MASSIMO MACCHERONI<br />

ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5


Un grande evento<br />

La tappa di Trapani della Luis Vuitton Act 8/9<br />

Ipuristi della vela possono storcere il naso ma<br />

è indubbio che la Coppa America, la più<br />

antica competizione sportiva del mondo,<br />

abbia un fascino particolare che travalica l’aspetto<br />

agonistico.<br />

La Coppa è una vetrina per gli sponsor, è un<br />

grande circo mediatico, è business per il paese<br />

ospitante e per l’organizzazione, è moda, sogno<br />

e voglia di esserci per gli spettatori.<br />

Da sfida prettamente anglo-americana si è<br />

trasformata, dal 1983 con l’avvento della Luis<br />

Vuitton Cup, in un grande evento paragonabile,<br />

se pur con le dovute proporzioni, alle<br />

Olimpiadi, ai mondiali di calcio, alla Formula<br />

1. Per questa 32ª edizione ben 11 sono i team<br />

che, in rappresentanza di 8 nazioni provenienti<br />

- per la prima volta - dai cinque continenti sfideranno<br />

a Valencia nel 2<strong>00</strong>7 il team svizzero di<br />

Alinghi detentore del trofeo.<br />

La Svizzera, che nell’immaginario collettivo è<br />

il paese della cioccolata, degli orologi e delle<br />

banche, è diventata nel 2<strong>00</strong>3 - nelle lontane<br />

acque del golfo di Aurachi in Nuova Zelanda -<br />

anche la regina della vela. Una regina che, non<br />

essendo bagnata dal mare, ha dovuto scegliere<br />

un paese rivierasco mediterraneo nelle cui acque<br />

battagliare per cercare di ribadire la sua supremazia<br />

in campo velico. La sede prescelta,<br />

Valencia appunto, vedrà tra 2 anni il ripetersi di<br />

lotte all’ultima virata in cui la tattica, la tecnologia<br />

della barca, l’affiatamento e la bravura dell’equipaggio<br />

nonché un pizzico di fortuna proclameranno<br />

il vincitore.<br />

Una sfida, quella dell’America’s Cup, peculiare<br />

rispetto ad altre gare veliche anche per<br />

quanto concerne il suo regolamento. Il<br />

Defender ha infatti l’opportunità di scegliere il<br />

campo di gara, il periodo in cui regatare e la possibilità<br />

di apportare quelle modifiche al regolamento<br />

che ritenga opportune concedendosi,<br />

In apertura: una fase del match race tra i francesi di<br />

K-Challenge e gli italiani di +39.<br />

In questa pagina dall’alto in basso: la presentazione dei team<br />

durante la cerimonia di apertura, il team cinese, una<br />

panoramica del porto di Trapani e la AC park di notte<br />

con i meravigliosi effetti di luce proiettati sui tendoni.<br />

37


NUOVE BARCHE PER L’AMERICA’S CUP<br />

Per vincere l’America’s Cup un team deve saper equilibrare tecnologia e cuore,<br />

computer e uomini. Le barche - disegnate secondo l’America’s Cup Class -<br />

sono la quint’essenza dell’arte della navigazione, tecnologiche, estreme.<br />

Molto lunghe e strette,misurano quasi 25 metri fuori tutto, hanno un albero<br />

di 32 metri che porta più di 320 metri quadri di vela in bolina e quasi<br />

5<strong>00</strong> nelle andature di poppa. Ogni unità pesa 25 tonnellate di cui l’80%<br />

distribuite in chiglia. Lo scafo è in fibra di carbonio.<br />

La stagione 2<strong>00</strong>5 obbliga i partecipanti a regatare con barche stazzate per la<br />

versione 5 della classe America’s Cup che prevede minor peso (1 tonnellata<br />

in meno), maggior pescaggio e aumento della superficie velica.<br />

Le modifiche - volute dal defender per creare barche che possono dare spettacolo<br />

nelle condizioni meteomarine proprie di Valencia, dove la Coppa sarà<br />

difesa nel 2<strong>00</strong>7 sono una sfida per progettisti ed ingegneri, impegnati a creare<br />

qualcosa d’innovativo e rivoluzionario alla ricerca della barca vincente.


almeno sulla carta, un vantaggio rispetto agli<br />

avversari. È proprio sfruttando questa opportunità<br />

che il Dr. Ernesto Bertarelli, patron di<br />

Alinghi, per far conoscere ancor meglio al vasto<br />

pubblico la Coppa America, valorizzare attraverso<br />

i media la manifestazione e gli sponsor<br />

fondamentali per la partecipazione dei team<br />

dati gli alti costi e, al contempo, permettere ai<br />

partecipanti di confrontarsi tra loro con lo<br />

scopo di verificare, in regata, l’affiatamento e la<br />

capacità dei propri equipaggi e le caratteristiche<br />

tecniche delle barche ha creato un circuito itinerante<br />

di Coppa America, denominato Luis<br />

Vuitton Acts, preliminare alla Luis Vuitton Cup<br />

in cui, nelle varie tappe, i teams si affrontano<br />

nei classici “match race” (gara<br />

uno contro uno) e, anche questa<br />

novità assoluta per la Coppa<br />

America, in spettacolari regate di<br />

gruppo. Iniziate nel 2<strong>00</strong>4 a<br />

Marsiglia sono proseguite nel<br />

2<strong>00</strong>5 a Valencia ed a Malmö, in<br />

Svezia, per approdare alla fine di<br />

settembre a Trapani, la cui scelta<br />

ha inizialmente lasciato dei<br />

dubbi.<br />

Se è vero che la cittadina - di<br />

circa 70.<strong>00</strong>0 abitanti - è situata<br />

in uno dei luoghi più incantevoli<br />

della Sicilia, con la medioevale<br />

Erice alle spalle (ora facilmente<br />

raggiungibile grazie alla recente inaugurazione<br />

di una cabinovia che la collega direttamente<br />

con Trapani), accanto alle estese e bianche saline<br />

caratterizzate da antichi mulini a vento -<br />

luogo scelto da aironi e fenicotteri per le loro<br />

migrazioni - e di fronte alle bellissime Isole<br />

Egadi, paradiso degli amanti del mare e della<br />

vela grazie alla costante presenza di venti, famose<br />

da sempre per le tonnare che per centinaia di<br />

anni hanno contribuito in modo sostanziale<br />

all’economia locale, non si poteva ignorare che<br />

molte erano le opere da realizzare per ospitare<br />

adeguatamente la Coppa America. Bisognava<br />

procedere al rifacimento di alcune banchine del<br />

porto, alla ristrutturazione della rete idrica e del<br />

depuratore, alla<br />

ripavimentazione<br />

di molte strade,<br />

alla costruzione<br />

degli hangar per i<br />

team, non tralasciando<br />

il restauro<br />

di molte delle<br />

chiese e degli antichi palazzi signorili che caratterizzano<br />

architettonicamente la città nonchè lo<br />

spostamento di officine e magazzini per riportare<br />

visibili le belle mura di cinta medioevali<br />

nella zona portuale. Questi i problemi da<br />

affrontare e risolvere per venire incontro alle<br />

richieste dell’organizzazione dell’evento, l’AC<br />

Management.<br />

Essenziali, per la realizzazione del progetto<br />

l’impegno del Governo, che ha garantito l’adeguata<br />

copertura finanziaria e, soprattutto, la<br />

volontà a livello locale di portare a termine l’impresa.<br />

In questo il ruolo essenziale del Senatore<br />

trapanese Antonio D’Alì, sottosegretario agli<br />

Interni e del Sindaco di Trapani Girolamo<br />

Fazio che si sono realmente prodigati affinchè<br />

tutto fosse pronto per il 29 di settembre data<br />

d’inaugurazione dell’evento.<br />

Altrettanto importante l’impegno assunto<br />

dalle forze di polizia, dai vigili del fuoco, dagli<br />

uomini del 118 e della <strong>Guardia</strong> costiera, ciascuno<br />

per il suo specifico settore ma, al contempo<br />

Dall’alto in basso: il foglietto emesso dalle Poste italiane per l’evento e il Ministro Lunardi con il Sottosegretario D’Ali. In basso l’attrice<br />

Giada Desideri protagonista della nuova fiction “Gente di Mare” in visita a Trapani, il <strong>Media</strong> Center e una manovrra compiuta<br />

dall’equipaggio di +39 durante la regata.<br />

40


con il massimo coordinamento per la buona riuscita<br />

della manifestazione. “Fin dal settembre 2<strong>00</strong>4,<br />

quando venimmo ufficialmente coinvolti in questa<br />

avventura” spiega il Capitano di Vascello (CP)<br />

Giuseppe Impallomeni, Comandante della capitaneria<br />

di porto di Trapani “il nostro ruolo è stato chiaramente<br />

definito: responsabili della sicurezza in mare<br />

degli atleti e di tutti coloro che assisteranno<br />

alla regata”. Per svolgere al meglio i compiti<br />

affidati il Comando generale ha incrementato<br />

il personale della locale capitaneria portandolo<br />

a 250 tra uomini e donne e, al contempo<br />

ha potenziato il numero di mezzi<br />

aeronavali necessari per un’accurata sorveglianza<br />

schierando 33 unità navali - comprese<br />

2 unità della classe Diciotti ed in nuovi<br />

gommoni ognitempo “Hurricane”- 2 elicotteri<br />

AB412-Koala ed un aereo ATR 42-<br />

Manta.<br />

“Essenziale per la buona riuscita dell’evento”<br />

ha sottolineato il Comandante<br />

Impallomeni “il ruolo svolto dalla sala operativa<br />

in cui il nostro personale è stato affiancato<br />

dagli uomini della Polizia, dei<br />

Carabinieri, della <strong>Guardia</strong> di Finanza, dei<br />

Vigili del Fuoco e del 118, anch’essi presenti<br />

con proprie untià, sui campi di regata:<br />

questa effettiva cooperazione ha reso possibile<br />

il regolare svolgimento della manifestazione,<br />

nonostante la massiccia presenza di pubblico,<br />

che ha comportato un gran lavoro per<br />

tutte le unità navali affiancate anche dalle<br />

imbarcazioni dell’organizzazione, per evitare<br />

invasioni del campo di regata; inoltre, grazie<br />

sempre al coordinamento della sala operativa,<br />

è stato possibile soccorrere quegli spettatori<br />

che, assistendo all’evento, sono stati colti<br />

da malore. Solo pochi casi per fortuna” ha<br />

concluso il Comandante Impallomeni “che<br />

sono stati subito raggiunti dalle idroambulanze<br />

presenti sul campo di regata”.<br />

Il coinvolgimento delle Capitanerie di porto non<br />

si è limitato alla parte operativa che ha comportato -<br />

oltre quanto già detto - l’emanazione di ordinanze<br />

specifiche per disciplinare il traffico marittimo e le<br />

attività di pesca; il personale era presente all’interno<br />

dello spazio voluto da tutte le istituzioni che hanno<br />

collaborato buona riuscita della manifestazione e,<br />

con un proprio stand, nell’ area espositiva “ Sicilia<br />

d’amare “, collocata nella parte più storica di<br />

Trapani, di fronte al secondo campo di regata denominato<br />

“Romeo” (il primo, “Juliet” era situato tra<br />

Favignana e Levanzo).<br />

Infine per ringraziare quanto fatto dal Corpo<br />

nella circostanza, il team di +39, nella figura del suo<br />

patron, il dr. Rizzardi, ha invitato il Comandante<br />

LA COPPA DELLE 1<strong>00</strong> GHINEE<br />

breve storia dell’America’s Cup<br />

Riconosciuto come il più antico trofeo sportivo del mondo, più che<br />

una semplice competizione l’ America’s Cup è avventura, ricerca della<br />

professione, gusto della sfida, trionfo del genio. Le sua storia ha origini<br />

nel 1851 quando il Royal Yacht Squadron di Cowes mise in<br />

palio la “Coppa delle 1<strong>00</strong> ghinee” lungo il percorso che prevedeva il<br />

periplo dell’isola di Wight. La sfida venne raccolta,<br />

oltre che da alcuni Yacht Clubs inglesi,<br />

dalla goletta America del New York Yacht Club<br />

capeggiato dal Commodoro John Cox Stevens.<br />

La rivoluzionaria galetta nera partecipò alla<br />

regata, la vinse e ritornò in patria trionfante.<br />

Alla regina Vittoria che chiese quale yacht fosse<br />

arrivato secondo, gli fu risposto, laconicante<br />

“Sua Maestà, non c’è secondo” . Una risposta<br />

che sottolinea in modo inequivocabile lo spirito<br />

della competizione; esattamente l’opposto di<br />

quello che ispirò, qualche decina di anni dopo,<br />

il Barone de Cubertin. Nel 1857 Stevens diede<br />

la Coppa al New York Yacht Club con una<br />

donazione che stabiliva che il trofeo sarebbe<br />

diventato una “Coppa challenge perpetua per<br />

competizioni amichevoli tra nazioni”. In quel<br />

momento anche la Coppa cambiò nome e<br />

prese quello della goletta vincitrice. Era nata<br />

l’America’s Cup, trofeo basato sulla sfida. Lo<br />

Yacht Club vincitore della Coppa ne diventa il<br />

suo Defender ed è obbligato ad accettare le<br />

sfide, provenienti da altri yacht club. Ma il<br />

Defender ha anche la facoltà di modificare le<br />

regole della competizione traendone indubbio<br />

vantaggio. Basti pensare che il New York Yacht<br />

Club aveva sancito che le barche sfidanti dovevano<br />

raggiungere New York con i propri mezzi<br />

e quindi dovevano essere robuste e pesanti per<br />

affrontare la traversata atlantica in sicurezza. La<br />

qual cosa le penalizzava, però, al momento della<br />

competizione che si svolgeva in acque protette e<br />

con venti deboli, caratteristiche della costa est<br />

americana. Questo e molti altri privilegi permisero<br />

al NYYC di conservare l’America’s Cup in<br />

una terra protetta per ben 132 anni, un vero e<br />

proprio record della storia dello sport. Sino al<br />

1970 il Defender aveva accettato un changeller<br />

alla volta ma, viste le numerose richieste di partecipazione<br />

provenienti da yacht club di vari paesi in quell’anno,<br />

decise di accettarle tutte organizzando regate di selezione per i changeller.<br />

Il vincitore avrebbe affrontato il defender nel Match finale di<br />

America’s Cup. Per molti esperti quell’apertura segnò l’inizio della<br />

fine della supremazia americana predizione che divenne realtà nel<br />

1983, anno in cui nacque per i changellers la Luis Vuitton Cup. Il<br />

team di Australia II,grazie alla chiglia di concezione innovativa ed alla<br />

bravura del timoniere John Bertrand, sconfisse 4 - 3 Dennis Conner<br />

in uno storico match. Il trofeo lasciava quindi dopo 132 anni gli Stati<br />

Uniti alla volta del nuovo continente. Riconquistata nel 1987 dallo<br />

stesso Conner, la coppa America 4 anni dopo riattraversava il Pacifico<br />

per approdare nelle acque di Aukland capitale della Nuova Zelanda,<br />

grazie al team New Zeland. Dopo una prima brillante difesa nel<br />

1999 contro l’attacco portato dal team italiano “Luna Rossa” i neo<br />

zelandesi perdono il prestigioso trofeo nel 2<strong>00</strong>3, ad opera degli svizzeri<br />

di Alinghi - capitanati dal mitico Russel Cutts, già vincitore 4<br />

anni prima per gli stessi neozelandesi - che riescono nell’impresa di<br />

riportare dopo 152 anni la Coppa in Europa.<br />

41


42<br />

In alto da sinistra a destra: una motovedetta della <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong> impegnata sul campo di regata, nave Diciotti con a bordo un gruppo di<br />

diversamente abili invitati sull’unità per assistere alla regata e lo stand delle Capitanerie presso lo spazio espositivo “Sicilia da mare”.<br />

In basso l’Amm. Dassatti al timone di +39 dove è stato invitato come “dicittesimo uomo” e un tramonto del porto di Trapani<br />

generale del Corpo, Ammiraglio Ispettore Capo<br />

(CP) Luciano Dassatti, a partecipare in qualità<br />

di diciottesimo uomo, ad una regata di match<br />

race. Invito accettato con particolare emozione<br />

dall’Ammiraglio dati i suoi trascorsi da velista.<br />

Ma al di là della perfetta organizzazione che<br />

ha mostrato al mondo un volto nuovo della<br />

Sicilia tanto da far considerare Trapani dal Dr.<br />

Bertarelli patron di Alinghi - in caso di una vittoria<br />

del suo team - come sede dell’America’s<br />

Cup, della toccante cerimonia d’apertura che ha<br />

visto il Sindaco Girolamo Fazio visibilmente<br />

emozionato, acclamato dalle decina di migliaia<br />

di persone presenti mentre, sulle note del coro<br />

dell’Aida, sfilavano in mare, uno dopo l’altro, i<br />

12 teams protagonisti; al di là dell’efficienza<br />

dell’AC Menagement che, con i suoi 250<br />

volontari e 80 mezzi navali ha supportato egregiamente<br />

l’evento che ha visto, ancora una<br />

volta, primeggiare Alinghi nonostante la stregua<br />

resistenza dei teams italiani capeggiati da “Luna<br />

Rossa” e con +39 in netta crescita, ciò che realmente<br />

rimarrà nella memoria è stata la partecipazione<br />

della gente di Trapani e della Sicilia.<br />

Gente dagli occhi felici, come quelli dei bambini<br />

al momento di scartare un regalo, affascinata<br />

da tutto quello che il grande circo dell’<br />

America’s Cup ha offerto.<br />

Centinaia di migliaia di persone, nei 12 giorni<br />

della manifestazione, si sono rivesate sul lungomare<br />

dove era montato AC Park, per poter<br />

ammirare le barche, incontrare gli atleti, riconoscere<br />

personaggi - attori, politici, grandi<br />

imprenditori - visti solo in televisione o sulle<br />

pagine dei giornali, che per l’occasione erano lì,<br />

nella loro bella città. O più semplicemente, riuscire<br />

a comprare un gadget della Coppa da<br />

mostrare, con orgolio, agli amici che non c’erano.<br />

In cambio di tutto ciò hanno offerto all’<br />

esercito di turisti, atleti, componenti delle squadre,<br />

giornalisti e troupes radio-televisive - oltre<br />

5.<strong>00</strong>0 persone - tutta la loro cordialità e gentilezza,<br />

da sempre caratteristiche dei siciliani ma<br />

in questa occasione ancor più sentite, quasi a<br />

ringraziare chi ha regalato un sogno divenuto<br />

realtà.<br />

ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5


Il “Buena chica”: lo yacht di Hitler<br />

Sul lungomare di Trapani sono ormeggiati, in occasione di questa 32 a Coppa America, i bellissimi yachts appartenenti ai<br />

teams in gara. Uno su tutti attira l’attenzione: il “Buena Chica”, nave appoggio di +39. Non certo per la sua colorazione<br />

- un bel blu marino - né tantomeno per le sue dimensioni ma per la sua affascinante storia. Era il 1943 quando<br />

Hitler, forse ancora fiducioso di un esito a suo favore del conflitto, ordinava ai cantieri danesi di Nakskov<br />

terra occupata come mezza Europa dalle truppe nazziste, una imbarcazione per il suo tempo libero. Lunga<br />

35 metri, larga 7 con un pescaggio di circa 3 metri e 350 tonnellate di stazza, il Buena Chica veniva ultimato<br />

nel 1945, dopo la fine del conflitto ed il suo committente non vi salì mai a bordo.Acquisita dal<br />

governo danese viene destinata a nave oceanografica per essere poi acquistata agli inizi degli anni ‘60, da<br />

un imprenditore austriaco che la riconvertiva, sotto bandiera maltese, al suo originario. “Poche sono le<br />

trasformazioni strutturali subite dal Buena Chica nel tempo”, spiega il comandante Vittor Angelo<br />

Archetti, attuale proprietario della nave, insieme al Dr. Rizzardi ed alcuni altri amici,”quando sei<br />

anni fa, in Croazia, mi venne proposto l’acquisto ne rimasi subito affascinato”. In effetti, visitando<br />

l’unità non si può che condividere il giudizio del comandante. Gli spazi comuni,<br />

le cabine (3 per gli ospiti tutte con proprio bagno, 2 per l’equipaggio di 5 uomini ed 1<br />

per l’armatore) e la plancia sono tutti rivestiti di pregiato mogano che, unitamente ad<br />

una miticolosa cura dei dettagli, creano un’atmosfera particolare sognante e di altri<br />

tempi. Ma è la parte meno visibile, la sala macchine, il vero gioiello del “Buena<br />

Chica”. Due generatori diesel forniscono l’energia elettrica ai rispettivi motori che<br />

azionano l’unica elica di poppa. La loro potenza è sufficiente a spingere questa regina<br />

del mare ad una velocità massima di 10 nodi consentendogli, grazie ai capienti<br />

serbatoi di 24<strong>00</strong>0 litri di gasolio ed al basso consumo (48 litri per<br />

ora), una autonomia di 45<strong>00</strong> miglia. “Una tecnologia di<br />

altri tempi, semplice ed al contempo complicata<br />

dalla mancanza di automatismi” sottolinea il<br />

Direttore di macchina Vincenzo Laguda<br />

“tutto è come originalmente concepito; le<br />

uniche varianti apportate riguardano l’installazione<br />

di apparati per la produzione di<br />

corrente alternata, più sicura rispetto a<br />

quella continua. La mancanza di automatismi<br />

è pressocchè totale” prosegue il<br />

Direttore “persino i motori - ad aste<br />

e bilancieri - necessitano di essere<br />

lubrificati manualmente ogni 2 ore”.<br />

Tra le curiosità di questo pulitissimo<br />

locale macchine una officina completa<br />

di morsa, trapano a colonna e tornio -<br />

indispensabile per ricostruire i pezzi usurati<br />

- la caldaia per il riscaldamento dei locali<br />

dove si nota la presenza di antichi termosifoni<br />

in ghisa ed un dispositivo per far brillare le mine<br />

magnetiche voluto, certamente, dal suo primo<br />

proprietario.<br />

Completano la descrizione di questa nave da<br />

diporto, unica nel suo genere, un bellissimo ponte<br />

capace di accogliere confortevolmente per la sua<br />

ampiezza decine di ospiti ed una controplancia in cui<br />

è posta un’antica bussola di ottone ancora perfettamente<br />

funzionante.<br />

43


La carta vincente<br />

Il tributo che la società moderna paga<br />

per poter usufruire dei vantaggi legati<br />

all’automazione, si concretizza, nelle<br />

nostre tasche, in un mazzetto di tessere plastificate,<br />

più o meno “intelligenti”, che ci<br />

consentono di fare un po’ di tutto, dai prelievi<br />

bancari alle telefonate, dagli acquisti su<br />

internet all’identificazione della persona.<br />

L’obiettivo strategico del Centro Nazionale<br />

per l’Informatica nella Pubblica<br />

Amministrazione (C.N.I.P.A.) per il triennio<br />

2<strong>00</strong>3 - 2<strong>00</strong>5, è quello dell’erogazione “on<br />

line” dei servizi al cittadino e già si vedono in<br />

circolazione le tessere plastificate che hanno<br />

sostituito il tradizionale formato a libretto<br />

della patente di guida. Anche la carta di identità<br />

abbandonerà il proprio formato classico,<br />

per vestire quello della Carta di Identità<br />

Elettronica (C.I.E.), che sarà possibilmente<br />

accompagnata dalla Carta Nazionale dei<br />

Servizi (C.N.S.) e dal tesserino per la Firma<br />

Elettronica. Insomma, ogni volta che apriremo<br />

il portafogli salterà fuori una sorta di collezione<br />

personale di schede plastificate, destinata<br />

ad aumentare con il grado di informatizzazione<br />

dell’individuo.<br />

44<br />

DI GIOVANNI CANU<br />

Nel campo militare, particolarmente esposto<br />

al fenomeno dei tesserini di riconoscimento, dei<br />

pass e delle autorizzazioni più disparate, lo Stato<br />

Maggiore della Difesa ha ritenuto di nominare<br />

un Gruppo di Progetto Interforze con lo scopo<br />

di realizzare una sola ed unica carta, polivalente,<br />

capace di svolgere molteplici funzioni. Dal<br />

momento che le Amministrazioni centrali<br />

hanno ricevuto dal Ministero per l’Innovazione<br />

e le Tecnologie la disposizione di sostituire il tesserino<br />

di riconoscimento distribuito ad ogni<br />

dipendente, con una carta elettronica a microcircuito<br />

da adibire all’identificazione personale,<br />

S.M.D. ha deciso di realizzare una carta in grado<br />

di garantire in campo militare l’attuazione delle<br />

direttive del C.N.I.P.A. e del Ministero per<br />

l’Innovazione e le Tecnologie. Nasce così la<br />

Carta Multiservizi della Difesa (C.M.D.), una<br />

tesserina dotata di banda magnetica e di microchip,<br />

contenente una serie di informazioni e dati<br />

personali che riguardano il suo proprietario. Se<br />

da una parte è vero che si tratterà dell’ennesima<br />

carta elettronica, dall’altra è altrettanto vero che<br />

questa sarà capace di sostituire quasi tutte le<br />

altre, con un notevole risparmio di spazio per le<br />

nostre tasche.<br />

ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5


La C.M.D. è un tesserino<br />

militare completo di<br />

fotografia del titolare,<br />

impiegabile “a vista” per il<br />

riconoscimento della persona.<br />

Sui due lati sono<br />

riportati i dati anagrafici<br />

del soggetto e la sua posizione<br />

nell’ambito<br />

dell’Amministrazione. Nel<br />

microchip, invece, sono<br />

contenute altre informazioni,<br />

più complete, mentre<br />

la banda magnetica<br />

serve per il controllo degli<br />

accessi, e per l’integrazione<br />

con altri servizi attualmente<br />

esistenti.<br />

In particolare il progetto<br />

C.M.D. deve garantire<br />

la piena compatibilità con<br />

il modello tecnologico<br />

adottato dalla Pubblica<br />

Amministrazione per la<br />

carta di identità elettronica<br />

e l’interoperabilità tra tutte<br />

le forze Armate. L’obiettivo<br />

è quello di dare alla carta<br />

una valenza sia interna che<br />

esterna all’Amministrazione della Difesa.<br />

Proprio per contrastare la citata proliferazione<br />

di tessere, la CMD costituirà documento<br />

di riconoscimento del militare, tessera sanitaria,<br />

scheda vestiario, “smart card” per la<br />

firma digitale, bedge, carta di identità elettronica<br />

e, in più, dovrà essere “scalabile”, il che<br />

significa che dovrà essere in grado di accogliere<br />

altre funzioni già sviluppate o in corso di<br />

sviluppo senza dover aggiungere ulteriori strati<br />

di software.<br />

Tra le funzioni della CMD c’è quella di “bedge”, di documento di identità che consente il<br />

riconoscimento “a vista” del titolare e di “archivio” dei dati sanitari;<br />

nella pagina seguente: esercitazione interforze, la CMD è un tesserino militare polifunzionale con<br />

standard internazionali.<br />

Le funzionalità della carta<br />

In base ai requisiti fissati dallo Stato<br />

Maggiore della Difesa, la carta dovrà garantire le<br />

seguenti funzionalità essenziali:<br />

- Identificazione.<br />

- Firma digitale, con seconda chiave RSA.<br />

- Cifratura dei dati, con chiave asimmetrica.<br />

- Gestione dei dati sanitari secondo lo standard<br />

“Net Link” già impiegato dalla CIE.<br />

- Gestione dati vestiario.<br />

- Compatibilità con eventuali precedenti applicazioni<br />

basate su banda magnetica.<br />

Vediamole, brevemente, più nel dettaglio.<br />

Identificazione.<br />

- A “vista” tramite la lettura dei dati riportati<br />

sui due lati della carta, senza l’ausilio di<br />

mezzi elettronici. Questo per fare in modo<br />

che il documento sia valido per l’espatrio,<br />

sia sostitutivo del modello “AT” e sia valido<br />

per il riconoscimento dei prigionieri di<br />

guerra.<br />

- Elettronica, con ripetizione su supporto digitale<br />

dei dati anagrafici della persona, secondo<br />

45


lo standard della Carta di Identità Elettronica,<br />

integrati da “template” delle impronte digitali<br />

di due dita delle due mani.<br />

- In rete, in modo da abilitare l’utente all’accesso<br />

ed ai servizi della rete ministeriale. Il<br />

riconoscimento in rete si baserà su un sistema<br />

a chiave “Rivest-Shamir-Adelmann”<br />

(RSA).<br />

Firma Digitale.<br />

- La carta dovrà contenere una struttura di<br />

Firma Digitale, che potrà eventualmente<br />

essere usata in modalità “Firma Elettronica<br />

Avanzata” abbinata ad un codice PIN<br />

(Personal Identification Number) aggiunti-<br />

vo, a garanzia di tale funzione. La funzione<br />

si avvarrà di una seconda chiave RSA.<br />

- Supporto di terza chiave RSA. La carta sarà<br />

dotata di un ulteriore slot RSA destinato a<br />

eventuali esigenze operative specifiche, per<br />

la possibilità di un impiego alternativo nelle<br />

modalità di firma elettronica avanzata e<br />

cifratura o autenticazione.<br />

Dati sanitari.<br />

- La carta dovrà contenere una struttura dei<br />

dati sanitari rispondente alle caratteristiche<br />

generali volute dallo Stato Maggiore della<br />

Difesa. Il formato di questi dati dovrà esse-<br />

46<br />

re il più possibile aderente alle esigenze del<br />

Servizio Sanitario Nazionale<br />

Dati di vestiario.<br />

- Nella carta saranno inseriti i dati antropometrici<br />

del titolare, secondo le specifiche<br />

della tabella vestiario.<br />

Dati matricolari.<br />

- La carta conterrà anche i dati standard previsti<br />

dal Sistema Informativo Personale<br />

Amministrazione Difesa (SIPAD). I dati<br />

minimi che dovranno essere inseriti sono:<br />

<strong>•</strong> Grado<br />

<strong>•</strong> Anzianità assoluta<br />

<strong>•</strong> Anzianità di grado<br />

<strong>•</strong> Ruolo di appartenenza per Ufficiali<br />

<strong>•</strong> Incarico di specializzazione per<br />

Sottufficiali e Truppa<br />

<strong>•</strong> Incarico attualmente ricoperto<br />

<strong>•</strong> Ultima attribuzione stipendiale per il personale<br />

in servizio<br />

<strong>•</strong> Titolarità di pensione per il personale in<br />

congedo.<br />

L’iter burocratico per la produzione della<br />

carta è ormai prossimo al compimento.<br />

Restano da completare alcune procedure per<br />

la certificazione della firma digitale, in modo<br />

che questa sia riconosciuta.<br />

ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5


Bricola d’Oro ai custodi del<br />

nostro mare...<br />

pochi sono gli uomini che potrebbero dare del tu al mare...<br />

anche quei pochi non glielo danno.<br />

48<br />

DI COSMA CAVALLO<br />

ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5


...sciogli le vele e non avere paura<br />

Con questo augurio ha chiuso lo scorso anno<br />

Nautilia e il Premio Internazionale Bricola<br />

d’Oro, augurio che si è tramutato in un formale<br />

impegno di uomini e di istituzioni a rendere<br />

il mare fruibile a tutti. Con la nuova legge sul<br />

diporto, infatti, è stato reso possibile anche ai<br />

diversamente abili di andar per mare in piena sicurezza,<br />

in un mare tranquillo e senza barriere.<br />

Giunto quest’anno alla sua 10° edizione il<br />

Premio, che riconosce a uomini, istituzioni ed enti<br />

il loro impegno e professionalità nel concorrere a<br />

garantire la sicurezza in mare, è il cuore di una delle<br />

più importanti mostre della nautica dell’usato in<br />

Italia.<br />

Nautilia, organizzata dall’Ente Fiera Cantieri di<br />

Aprilia e giunta alla sua 18° edizione, è diventato<br />

un appuntamento importante per la nautica nazionale.<br />

La mostra coniuga sviluppo e internazionalità,<br />

una crescita che rafforza l’identità di regione di<br />

mare, aperta alle innovazioni, in una prospettiva di<br />

sempre maggiore integrazione europea e mediterranea.<br />

Un appuntamento di respiro internazionale,<br />

atteso da operatori e appassionati, poiché offre servizi<br />

di elevata qualità, con una particolare attenzione<br />

alle tecnologie.<br />

Una mostra unica nel suo genere, perché le oltre<br />

5<strong>00</strong> tra barche a vela, a motore e motorsailer sono<br />

esposte a terra e questo permette ai visitatori di<br />

poterle vedere a 360 gradi.<br />

Anche per quest’anno si è registrato un ulteriore<br />

aumento degli espositori, (50), e delle imbarcazioni,<br />

(360), incremento legato alle tante imbarcazioni<br />

carrellate che hanno confermato l’universalità<br />

della nautica, dove quella minore ha fatto la sua<br />

parte accanto alle imbarcazioni di medie e grandi<br />

dimensioni.<br />

“Il diporto non è fatto soltanto di superbarche”,<br />

ha detto il Vicepresidente dei Cantieri di Aprilia,<br />

Eugenio Toso, “anche un semplice gancio montato<br />

dietro l’auto e il sogno a forma di scafo è pronto<br />

a salpare: perché l’ebbrezza dell’andar per mare<br />

si misura con la scala delle emozioni”.<br />

Oggi, coloro che con caparbietà e lungimiranza<br />

hanno voluto investire nel diporto nautico sono<br />

stati premiati.<br />

Un affettuoso ricordo a Sergio Rettondini, da<br />

poco scomparso, Presidente dell’Aprilia Marittima<br />

e un riconoscimento a Eugenio Toso,<br />

Vicepresidente, i quali hanno intuito che nel mare<br />

della nautica, oltre agli affari, c’era anche posto per<br />

la cultura marinara.<br />

Dieci anni fa, quando fu istituito il Premio<br />

Bricola d’Oro, era un momento di importanti<br />

cambiamenti legislativi nel settore; era doveroso,<br />

49


quindi, dedicare uno spazio<br />

adeguato al tema più importante<br />

per chi va per mare: la<br />

sicurezza.<br />

Imprenditori attenti,<br />

Rettondini e Toso hanno<br />

coinvolto nel loro progetto<br />

istituzioni, operatori e media,<br />

creando un salotto privilegiato<br />

dove si è discusso di barche,<br />

di porti, attrezzature in<br />

funzione della massima tranquillità<br />

per i diportisti.<br />

Con l’assegnazione del<br />

Premio Internazionale<br />

“Bricola d’Oro” viene promossa la cultura del mare, al fine di favorire il progresso delle attività nautiche<br />

e la sicurezza della navigazione e, dalla sua fondazione, ha come presidente della giuria il<br />

Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di porto, massimo organismo italiano per la<br />

sicurezza del settore.<br />

Il tema scelto per questa decima edizione è<br />

stato: “Atti di eroismo compiuti dalle<br />

Istituzioni nel soccorso ai naviganti per la salvaguardia<br />

della vita umana in acque marittime<br />

e interne”.<br />

Premiati sei equipaggi distinti in operazioni<br />

di soccorso e la Commissione di valutazione,<br />

presieduta da Comandante Generale del<br />

Corpo delle capitanerie di porto, Ammiraglio<br />

Ispettore Capo (CP) Luciano Dassatti, non<br />

ha inteso quest’anno fare graduatorie, ponendo<br />

sullo stesso piano tutte le azioni segnalate.<br />

Non un premio - ha sottolineato<br />

l’Ammiraglio Dassatti - ma un riconoscimento<br />

alla solidarietà verso il prossimo”. Nella sua<br />

Per il Corpo delle Capitanerie di<br />

porto il premio Bricola d’Oro 2<strong>00</strong>5 è<br />

stato assegnato all’equipaggio della<br />

motovedetta CP 855 della <strong>Guardia</strong><br />

costiera, di stanza a Napoli, che il 23<br />

dicembre 2<strong>00</strong>3 con mare 7, vento<br />

forza 8 e con una rigida temperatura,<br />

nelle acque del golfo di Salerno, ha<br />

tratto in salvo due dei tre membri dell’equipaggio<br />

di un peschereccio in procinto<br />

di affondare.<br />

Mentre era in corso il recupero, un’onda<br />

anomala di circa 9 metri scaraventava<br />

in mare il Sergente Raffaele<br />

Mauriello che veniva successivamente<br />

recuperato.<br />

A ricevere il premio il Comandante<br />

Capo di 1° Cl. Np Raffaele Falco,<br />

Sergente Np Raffaele Mauriello,<br />

Sottocapo Np/Ms Liberato Spiezia.<br />

50<br />

presentazione il Comandante Generale ha<br />

voluto dare risalto ad un aspetto che accomuna<br />

tutti i premiati, ma che non sempre viene valorizzato:<br />

uno schivo pudore, imbarazzato, nel<br />

ricevere riconoscenza per un atto di solidarietà<br />

che fa risaltare ancor più, in una disarmante<br />

semplicità, la grandezza di un gesto”.<br />

Fuori da ogni schema la premiazione. Le stesse<br />

uniformi presenti, <strong>Guardia</strong> di Finanza, Vigili<br />

del Fuoco, Capitanerie di porto, Polizia di Stato,<br />

Carabinieri, SAR Direzione Marittima della<br />

Repubblica di Slovenia si sono interscambiate il<br />

premio. Degno epilogo di un percorso che trova,<br />

in questa edizione, la più significativa conclusione<br />

poiché al di là del colore di una divisa, quando<br />

ci si bagna per salvare una vita in mare, tutti<br />

indossano l’abito del marinaio.<br />

Il Mare, un instancabile ispiratore, è il<br />

primo attore che tiene la scena, ma senza la<br />

gente di mare, comprimaria e allo stesso<br />

tempo protagonista, la sua storia non avrebbe<br />

ragione di essere.<br />

ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5


S<br />

Campagna informativa per la pianificazione della<br />

I C U R E Z Z A B A L N E A R E<br />

DI ROMANO GRANDI<br />

Pubblichiamo con piacere un articolo del C.A. (CP) r. Romano Grandi, Vice<br />

Presidente della <strong>Soc</strong>ietà Nazionale di Salvamento, in cui vengono riportati i<br />

risultati di una ricerca svolta per il Dipartimento della Protezione Civile, sul<br />

fenomeno della balneazione lungo i litorali italiani durante la scorsa stagione<br />

estiva.<br />

Tutti sanno che la maggior parte dei<br />

nostri “vacanzieri” trascorre le proprie<br />

vacanze al mare, e che ad essi si<br />

aggiungono turisti stranieri provenienti dal<br />

nord, dal centro ed ora anche dai Paesi dell’est<br />

del nostro continente, perché l’Italia è considerata<br />

una delle spiagge naturali d’Europa.<br />

A titolo meramente informativo, si accen-<br />

na che una indagine della Confcommercio di<br />

qualche anno fa ha rivelato che nei mesi di<br />

luglio-agosto sono state registrate, negli stabilimenti<br />

balneari ad essa associati, circa 4<strong>00</strong><br />

milioni di presenze (una presenza: una persona<br />

per un giorno; la stessa persona che va al<br />

mare per dieci giorni, fa dieci presenze). Se a<br />

questo dato (che può ancora oggi ritenersi<br />

51


congruo per dare un’idea della consistenza<br />

del fenomeno della balneazione in Italia), si<br />

aggiungono le presenze relative ai mesi di<br />

giugno e settembre, quelle interessanti le<br />

aziende che fanno capo ad altre organizzazioni<br />

(Confesercenti, ecc..), e quelle relative alle<br />

spiagge libere, si può ragionevolmente stimare<br />

che sui circa 54<strong>00</strong> chilometri di spiagge<br />

idonee alla balneazione insistano presenze<br />

cinque volte superiori al dato indicato da<br />

Confcommercio.<br />

A tutti, italiani e stranieri, va assicurata<br />

nella maggiore misura possibile la fruibilità<br />

in sicurezza degli arenili e delle acque prospicienti,<br />

ma per poter predisporre organizzazioni<br />

e dispositivi di sicurezza adeguati e congrui,<br />

occorre prima di tutto avere certa e<br />

approfondita cognizione del fenomeno sotto<br />

i diversi e pertinenti profili quali, ad esempio,<br />

la stima della popolazione interessata, la<br />

densità della popolazione sulle spiagge in<br />

concessione, in quelle attrezzate e in quelle<br />

libere, anche nelle diverse fasce orarie della<br />

giornata, le fonti di pericolo e le condizioni<br />

di rischio di arenili e acque litoranee, la<br />

segnaletica e le informazioni di sicurezza, la<br />

quantificazione e la tipologia delle strutture<br />

addette all’assistenza e al soccorso e la tipologia<br />

degli interventi più comunemente effettuati,<br />

siano essi in mare da <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong>,<br />

da bagnino di salvataggio in spiaggia, da<br />

“118” a terra, ecc...<br />

E perciò, proprio per poter acquisire conoscenza<br />

quanto più completa possibile della<br />

materia, alla luce della quale poter poi con<br />

cognizione di causa elaborare pianificazioni<br />

di ordine generale e locale utili allo scopo, la<br />

<strong>Soc</strong>ietà Nazionale di Salvamento ha proposto<br />

52<br />

e realizzato, in convenzione<br />

con il<br />

Dipartimento della<br />

Protezione Civile<br />

che ha subito<br />

apprezzato l’iniziativa,<br />

il progetto denominato<br />

“Campagna<br />

informativa per la<br />

pianificazione della<br />

sicurezza balneare -<br />

Esperienze per un<br />

progetto unico e<br />

coordinato di armonica<br />

disciplina europea<br />

in materia di<br />

sicurezza della balneazione”.<br />

È stato considerato e approfondito il fenomeno<br />

della balneazione lungo i litorali delle<br />

Regioni marittime dello Stato, grazie anche alla<br />

collaborazione e al contributo determinante<br />

delle Autorità marittime di giurisdizione e delle<br />

Municipalità locali.<br />

Ovviamente, i rilevatori della <strong>Soc</strong>ietà<br />

Nazionale di Salvamento non hanno potuto<br />

interpellare tutti gli Uffici marittimi periferici e<br />

i Comuni che insistono sui litorali con porzioni<br />

più o meno estese dei rispettivi territori, ma è<br />

stata fatta una scelta ragionata in termini di<br />

vocazione turistica, affluenza nei periodi estivi,<br />

potenzialità in termini di strutture di accoglimento<br />

di carattere balneare, ecc.... per cui si può<br />

ragionevolmente ritenere che i 632 comuni<br />

direttamente interessati dal lavoro di ricerca<br />

costituiscano un campione di sicuro riferimento<br />

e affidabilità, in rapporto all’intero più esteso<br />

complesso delle acque marine idonee alla balneazione<br />

che circondano il nostro Paese.<br />

La ricerca ha così consentito di ricavare, fra<br />

gli altri, i “dati di riferimento” che seguono, utili<br />

per definire ed evidenziare, nelle giuste dimensioni,<br />

il fenomeno della balneazione in Italia, e<br />

dai quali scaturiscono alcune importanti considerazioni.<br />

Estensione delle coste italiane<br />

Le coste italiane idonee alla balneazione<br />

(penisola e isole) rappresentano circa il 65,7%<br />

dell’intero litorale nazionale, raggiungendo circa<br />

4.898 km su un totale di circa 7.456 km.<br />

Estensione delle coste balneabili prese in esame<br />

I 632 Comuni di riferimento (pari al 52%<br />

ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5


dei circa 12<strong>00</strong> Comuni italiani costieri) dispongono<br />

di uno sviluppo complessivo di litorale<br />

pari a 3.636 km circa (pari al 48,8% del totale<br />

di 7456 km), di cui idonei alla balneazione sono<br />

circa 2.426 km, pari al 66,7% del totale della<br />

costa presa in esame.<br />

Costa balneabile<br />

Tipologia delle spiagge dei 2426 km di costa balneabile<br />

presi in esame<br />

Del totale di 2426 km., 915 km attengono<br />

alle spiagge in concessione demaniale, 1329 km<br />

circa sono quelle libere, 178 km circa sono di<br />

spiaggia libera attrezzata.<br />

In relazione alle rispettive ubicazioni sull’intero<br />

territorio nazionale, la ricerca ha evidenziato<br />

che le spiagge libere superano in estensionequelle<br />

attrezzate e quelle in concessione, le quali<br />

“abbondano”, per così dire, nell’Adriatico centro-settentrionale<br />

e nel mar Ligure, mentre le<br />

libere e le attrezzate prevalgono soprattutto al<br />

centro-sud (Tirreno centrale e meridionale,<br />

Adriatico meridionale, Ionio e isole).<br />

Ne consegue la considerazione che, atteso il<br />

diverso regime normativo per quanto concerne<br />

la sorveglianza ai fini della sicurezza (obbligo<br />

del servizio di salvataggio sulle spiagge in concessione,<br />

non obbligo su quelle libere, non<br />

obbligo ma a volte presente perché offerto dai<br />

gestori su quelle attrezzate), proprio questa<br />

ultima e più vasta parte di territorio nazionale<br />

che per ragioni climatiche, bellezze paesaggistiche,<br />

stato di salute delle acque, ambisce a rivestire<br />

ruolo e importanza sempre più rilevanti<br />

nel contesto delle potenzialità balneari che il<br />

Paese può offrire, risulti invece penalizzata<br />

sotto l’aspetto della sicurezza, perché meno<br />

estese sono le spiagge sulle quali vige l’obbligo<br />

della presenza dei bagnini di salvataggio.<br />

Suddivisione dei servizi: spiagge in concessione,<br />

libere e libere attrezzature<br />

Stima delle presenze nei 2426 km di costa balneare<br />

esaminata<br />

Sulle spiagge dei 632 Comuni interessati,<br />

nell’arco temporale di riferimento della ricerca<br />

(dal 1° luglio al 14 settembre), è stata rilevata<br />

la presenza di 611.016.154 unità.<br />

Le fasce orarie di maggiore affluenza dei<br />

bagnanti a seconda delle località sono state le<br />

53


seguenti:<br />

il 35,5% nella fascia oraria dalle 10 alle 14<br />

il 56,6% nella fascia oraria dalle 10 alle 18<br />

il 7,9% nella fascia oraria dalle 14 alle 18.<br />

Ne consegue che lo sforzo di fornitura dei<br />

servizi di sicurezza può essere correlato alle<br />

fasce di maggiore presenza, nelle quali maggiori<br />

sono le probabilità di incidenti e di<br />

emergenze, rendendo così possibile calibrare<br />

e amministrare meglio la consistenza delle<br />

risorse disponibili da mettere in campo<br />

(uomini e mezzi).<br />

Altro dato interessante è la suddivisione delle<br />

presenze rispettivamente sulle spiagge in concessione,<br />

su quelle libere e su quelle attrezzate.<br />

Si rileva che sulle coste considerate, in valore<br />

assoluto, le maggiori presenze si concentrano<br />

sulle spiagge in concessione (414.039.919<br />

unità), seguono quelle libere (165.729.797<br />

unità) e poi quelle libere attrezzate (32.520.994<br />

unità). Occorre notare che queste ultime, a proposito<br />

del numero relativamente basso di presenze,<br />

sono un fenomeno ancora relativamente<br />

giovane, sviluppatosi a partire dagli anni ‘80.<br />

Tuttavia esse sono ben gradite dagli utenti e il<br />

fatto che nei valori assoluti figurino sempre al<br />

terzo posto può ragionevolmente essere addebitato<br />

alla minore diffusione di questo tipo di<br />

spiaggia rispetto ai due tipi tradizionali. E infatti<br />

si evidenzia che le spiagge libere attrezzate precedono<br />

le libere come densità di bagnanti per<br />

chilometro di spiaggia: 1013 bagnanti circa per<br />

km di spiaggia libera attrezzata contro gli 866<br />

per km circa delle spiagge libere, mentre senz’altro<br />

più cospicuo è il dato per le spiagge in concessione:<br />

2513 bagnanti circa per km di arenile.<br />

La densità media complessiva per km di<br />

spiaggia risulta infine pari a 577,80 unità.<br />

Considerazioni appropriate scaturenti dai<br />

dati registrati devono però tenere conto che,<br />

54<br />

se è<br />

vero<br />

Suddivisione delle presenze: spigge in<br />

concessione, libere e libere attrezzate<br />

che l’indagine ha coinvolto i comuni costieri<br />

delle regioni del Nord, del Centro e del Sud<br />

dell’Italia, è altrettanto vero che sono giunti<br />

in prevalenza dati relativi alle coste di<br />

Comuni appartenenti all’area settentrionale<br />

del Paese, in cui, come è stato rilevato, vi è<br />

una maggiore diffusione degli stabilimenti<br />

balneari.<br />

E quindi alle 611.016.154<br />

presenze censite dalla ricerca<br />

(che frequentano in gran parte<br />

spiagge in concessione) occorre<br />

aggiungere le presenze degli<br />

utenti delle spiagge in concessione,<br />

libere ed attrezzate che<br />

corrispondono e appartengono<br />

al restante 50% dei circa 12<strong>00</strong><br />

Comuni costieri non interessati<br />

dalla ricerca (l’indagine ne<br />

ha censito 632), e sulle quali<br />

insiste parimenti un altrettanto<br />

50% di utenti.<br />

ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5


Incidenti correlati alla balneazione<br />

La campagna informativa non richiedeva la<br />

rilevazione degli incidenti e delle vite umane<br />

perse per fatti correlati all’esercizio della balneazione<br />

e delle altre attività acquatiche nelle acque<br />

prospicienti le spiagge.<br />

Incidenza percentuale delle spiagge libere*<br />

*Descrizione del grafico: la colonna “Km di spiaggia libera” rappresenta<br />

la percentuale di spiaggia libera rapportata al totale della costa<br />

balneabile per ogni regione. La colonna “presenze in spiaggia libera”<br />

rappresenta la percentuale di bagnanti nelle spiagge libere rapportati<br />

al totale delle presenze regionali.<br />

E tuttavia, dati già in possesso della <strong>Soc</strong>ietà<br />

Nazionale di Salvamento consentono considerazioni<br />

interessanti sul piano della sicurezza, la cui<br />

rilevanza sul piano sociale è bene che sia sottolineata,<br />

anche se “fuori tema” rispetto agli scopi<br />

della ricerca.<br />

Da questi dati, in generale risulta che, nell’in-<br />

Stima della consistenza delle organizzazioni di<br />

soccorso nei 632 Comuni presi in considerazione<br />

Dalla campagna informativa è stato possibile<br />

rilevare che le organizzazioni di soccorso presenti<br />

lungo le coste italiane prese in esame, con particolare<br />

riferimento alle spiagge libere dei 632<br />

Comuni censiti, risultano essere: nel 93% dei<br />

Comuni sono presenti le Capitanerie di<br />

porto/<strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong>, con tempi di intervento<br />

medi di 17 minuti; nell’87,8% il 118, con<br />

tempi di intervento medi pari a 17 minuti<br />

(anche per incidenti non conseguenti alle attività<br />

acquatiche, quali colpi di sole, infarti, infortuni<br />

e malesseri diversi, oltre che per i trattamenti<br />

medico-sanitari integrativi agli interventi<br />

di recupero, primo soccorso e rianimazione che<br />

rientrano nel bagaglio professionale dei bagni-<br />

tera stagione balneare, sulle spiagge in concessione<br />

dove è obbligatoriamente presente il bagnino<br />

di salvataggio, le perdite di vite umane quasi non<br />

si registrano. Quelle poche che si verificano sono<br />

dovute ad accadimenti di veramente pura casualità<br />

e fatalità.<br />

Ben diversa è invece la situazione sulle spiagge<br />

libere e su quelle libere attrezzate che non offrono<br />

ai propri clienti il servizio di sorveglianza, dove ad<br />

ogni stagione occorre purtroppo registrare il verificarsi<br />

di un numero sempre troppo elevato di luttuosi<br />

eventi, anche se, sotto questo profilo, la<br />

situazione italiana può ritenersi mediamente più<br />

soddisfacente rispetto a quella di altri Paesi turistico<br />

balneari, dove le perdite di vite umane nelle<br />

acque prospicienti le spiagge sono percentualmente<br />

più alte.<br />

Probabilmente la migliore situazione italiana<br />

si registra anche perché l’indagine ha<br />

rivelato come, pur non richiedendo la legge<br />

alcuna protezione specifica a favore degli<br />

utenti di queste spiagge, sussista comunque,<br />

per obblighi generali di tutela della pubblica<br />

incolumità sull’intero territorio nazionale,<br />

acque territoriali comprese, la presenza di servizi<br />

di sorveglianza forniti per compito istituzionale<br />

da altre Autorità dello Stato (“in primis”<br />

le Capitanerie di porto/<strong>Guardia</strong><br />

<strong>Costiera</strong>), o per propria missione sociale dai<br />

volontari della <strong>Soc</strong>ietà Nazionale di<br />

Salvamento.<br />

E comunque, la conclusione che può trarsi<br />

dai dati “fuori tema” e da quelli scaturiti dalla<br />

ricerca, è che le spiagge libere e quelle attrezzate<br />

sono le più affollate, ma, paradossalmente,<br />

sono le meno sicure.<br />

Incidenza percentuale delle spiagge in concessione*<br />

*Descrizione del grafico: la colonna “Km di spiaggia in concessione<br />

rappresenta la percentuale di spiaggia libera rapportata al<br />

totale della costa balneabile per ogni regione. La colonna “presenze<br />

in concessione” rappresenta la percentuale di bagnanti nelle<br />

concessioni rapportati al totale delle presenze regionali.<br />

55


Incidenza percentuale delle spiagge libere attrezzate*<br />

*Descrizione del grafico: la colonna “Km di spiagge libere attrezzata”<br />

rappresenta la percentuale di spiaggia libera attrezzata rapportata<br />

al totale della costa balneabile per ogni regione. La colonna<br />

“presenze in spiaggia libera attrezzata” rappresenta la percentuale<br />

di bagnanti nelle spiagge libere rapportati al totale delle presenze<br />

regionali.<br />

ni); nel 40,8% gli operatori di salvamento<br />

(Bagnini e Assistenti bagnanti), con tempi di<br />

intervento medi pari a 1 minuto; nel 57,8% i<br />

mezzi nautici dei Carabinieri e delle altre Forze<br />

di Polizia, con tempi di intervento medi di 18<br />

minuti.<br />

Al riguardo si può considerare che:<br />

-è sinceramente rassicurante, oltre a quella<br />

dei bagnini e degli assistenti bagnanti, la presenza<br />

di uomini e mezzi delle Amministrazioni<br />

pubbliche;<br />

-e però, nella fattispecie della balneazione,<br />

l’urgenza dell’intervento è importantissima in<br />

quanto esiste una “finestra” di soli quattro<br />

minuti entro i quali il soccorso può concludersi<br />

senza danni salvo la paura. Oltre i quattro minu-<br />

56<br />

ti, pur non perdendo la vita, possono registrarsi<br />

nelle persone recuperate lesioni interne non<br />

reversibili, e sotto questo profilo i tempi di<br />

intervento che possono assicurare il pieno successo<br />

sono soltanto quelli consentiti dalla presenza<br />

dei bagnini di salvataggio.<br />

Da qui, la necessità che sia rivolto ogni sforzo<br />

all’incremento del numero dei bagnini di salvataggio<br />

sulle spiagge libere durante la stagione<br />

balneare.<br />

Tipologia delle fonti di pericolo e relativa segnaletica.<br />

La scheda consegnata ai rilevatori prevedeva<br />

anche una indagine sulla “tipologia delle fonti di<br />

pericolo” e sull’”eventuale sistema di prevenzione/segnaletica<br />

o altro”.<br />

E però su questa indagine non si sono avute<br />

risposte, e quindi nessun dato figura nella ricerca<br />

semplicemente perché i dati non ci sono, nel<br />

senso che non è che non ci siano fonti di pericolo,<br />

è che esse non sono portate a conoscenza degli<br />

utenti (salvo talvolta la segnalazione di spiaggia<br />

non sorvegliata dai bagnini di salvataggio).<br />

Eppure, il tema della informazione/segnalazione<br />

delle possibili fonti di pericolo, dei com-<br />

portamenti corretti per evitarli, ecc..., è di prioritaria<br />

importanza per la sicurezza delle persone,<br />

tanto che in tutte le situazioni e le attività in cui<br />

è coinvolta la collettività (a partire dalla circolazione<br />

sulle strade, all’accesso nelle aree di lavoro,<br />

come in qualsiasi altro luogo pubblico), esistono<br />

simboli e cartelli che mettono in guardia o suggeriscono<br />

ai frequentatori comportamenti sicuri:<br />

sulle spiagge nazionali invece, diversamente<br />

da quanto avviene in qualche altro Paese<br />

ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5


dell’Unione Europea, non esiste nulla di tutto<br />

ciò, salvo la famosa bandiera rossa che consiglia<br />

di evitare la balneazione se il mare è mosso,<br />

ovviamente esposta solo negli stabilimenti balneari.<br />

Da questa constatazione, è<br />

subito scaturita l’iniziativa già<br />

avviata dalla <strong>Soc</strong>ietà Nazionale<br />

di Salvamento, di predisporre e<br />

sviluppare un progetto le cui<br />

linee fondamentali troveranno<br />

fonte di riferimento anche nei<br />

modelli di segnaletica già adottati<br />

in Europa, oltre che rispettare<br />

simbologie e contenuti indicati<br />

dall’ISO (International<br />

Organization for<br />

Standardization) per le emergenze<br />

in acqua, in modo da conferire<br />

all’argomento unicità e<br />

respiro internazionale.<br />

Questa, in sintesi, la<br />

“Campagna informativa per la<br />

pianificazione della sicurezza<br />

balneare” condotta dalla SNS<br />

per il Dipartimento della<br />

Protezione Civile, e tuttavia, per<br />

concludere bene il lavoro e valorizzarne<br />

al massimo i risultati,<br />

occorre “alzare il tiro” e proiettare<br />

i dati raccolti e quelli da questi<br />

desunti in chiave europea,<br />

come d’altronde invita a fare<br />

anche la denominazione ufficiale<br />

del progetto, che aggiunge al<br />

titolo: “Esperienze per un progetto<br />

unico e coordinato di<br />

armonica disciplina europea in<br />

materia di sicurezza della balneazione”.<br />

Infatti, sono milioni le presenze<br />

giornaliere degli stranieri<br />

che frequentano le nostre spiagge,<br />

e un numero ovviamente<br />

ben maggiore frequenta le<br />

spiagge dei rispettivi Paesi, affollate anch’esse da<br />

turisti comunitari, compresi i nostri concittadini,<br />

mentre le più diverse sono le normative di<br />

riferimento per la fruizione degli arenili. E come<br />

ogni cittadino straniero sa come è regolata la<br />

balneazione e la sicurezza sulle spiagge del proprio<br />

Stato, sarebbe bene che fosse informato<br />

anche sulla regolamentazione dello Stato che lo<br />

ospita, e però questo è ragionevolmente possibile<br />

soltanto attraverso la predisposizione di discipline<br />

omogenee e comuni, anche perché in defi-<br />

nitiva unico è lo scopo di tutto: la sicurezza del<br />

bagnante su qualsiasi spiaggia egli si trovi, nel<br />

proprio Paese o all’estero.<br />

E allora ecco un altro progetto cui sta pensando<br />

la SNS: una “Conferenza europea per l’inte-<br />

grazione delle norme sulla sicurezza della balneazione”<br />

che affronti, raccogliendo le molteplici<br />

esperienze italiane e straniere, le diverse tematiche<br />

afferenti l’argomento (organizzazione, procedure,<br />

preparazione dei bagnini di salvataggio,<br />

predisposizioni e attrezzature, segnaletica e<br />

avvertenze, ecc...) di modo che il cittadino europeo<br />

si senta “come a casa sua” anche quando va<br />

al mare all’estero, perché ritrova dispositivi di<br />

sicurezza strutturati in maniera per lui abituale.<br />

Da questa Conferenza, e dalla considerazione<br />

57


che la contemporanea presenza di milioni di<br />

persone sugli arenili e nelle acque prospicienti<br />

configura di fatto una situazione di permanente<br />

latente emergenza perché le attività “in acqua”<br />

presentano pericoli diversi da quelli che quotidianamente<br />

siamo abituati a fronteggiare “a<br />

terra” (l’uomo in acqua ci va, come va in aria,<br />

ma questi non sono i suoi ambienti naturali),<br />

potrebbero scaturire delle linee guida di sicurezza<br />

omogenee e standardizzate che ogni Paese<br />

potrebbe poi “curvare” opportunamente sulle<br />

proprie specificità di ordine morfologico,<br />

ambientale, ecc...<br />

Le linee guida non dovrebbero però trascurare<br />

un tema di alto valore etico e sociale nel quale<br />

la SNS è parimenti da alcuni anni impegnata, e<br />

cioè quello della accessibilità e della sicurezza<br />

della balneazione delle persone con bisogni speciali,<br />

diversamente abili e anziane: in merito<br />

sono previsti l’avvio di una campagna informativa<br />

finalizzata alla verifica dello stato dell’arte e<br />

all’ analisi dei rischi correlati alle attuali possibilità<br />

di accesso alle spiagge e in acqua, e un<br />

Convegno nazionale con la presenza e la collaborazione<br />

delle diverse Associazioni nazionali<br />

che si occupano della tutela e della promozione<br />

dei bisogni e dei diritti delle persone diversamente<br />

abili.<br />

Le due iniziative dovrebbero portare all’identificazione<br />

di indicazioni di ordine generale e di<br />

buone prassi in tema di accessibilità strutturale<br />

58<br />

agli arenili e all’acqua, preparazione professionale<br />

specifica dei bagnini di salvataggio, del personale<br />

di accoglienza, ecc.., in modo da consentire<br />

anche a questi utenti di fruire delle vacanze al<br />

mare al pari degli altri.<br />

L’insieme delle linee guida, cui occorrerebbe<br />

però conferire ufficialità e valore giuridico<br />

cogente attraverso i provvedimenti all’uopo ritenuti<br />

congrui dalle Amministrazioni competenti<br />

(Autorità marittime, Protezione civile) potrebbe<br />

costituire la traccia per la predisposizione da<br />

parte degli Enti locali e delle Municipalità di<br />

“Pianificazioni territoriali per la prevenzione<br />

dell’emergenza balneare” in analogia a quanto<br />

praticato dalle stesse Municipalità per le altre<br />

emergenze di Protezione civile tipo terremoti,<br />

alluvioni, frane, ecc...e per la sicurezza in generale<br />

dei propri cittadini.<br />

Si accenna infine che i risultati della<br />

“Campagna informativa” sono stati illustrati e<br />

portati a conoscenza del mondo della comunicazione<br />

nel corso di una conferenza stampa organizzata<br />

a Genova, ospiti della Capitaneria di<br />

porto, presenti il Direttore Marittimo della<br />

Liguria, Amm. Marco Brusco, e il Dott. Mauro<br />

Casenghini dell’Ufficio Volontariato del<br />

Dipartimento della Protezione Civile, i quali,<br />

con i loro interventi e le loro considerazioni,<br />

hanno conferito al lavoro svolto dalla <strong>Soc</strong>ietà<br />

Nazionale di Salvamento gradito riconoscimento<br />

e particolari significato e valorizzazione.<br />

ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5


La protezione civile Italiana<br />

Siamo noi cittadini, prima di tutto, la figura<br />

base, il centro reale dell’idea di Protezione<br />

civile. Noi con il nostro comportamento<br />

educato alla cultura della prevenzione, della solidarietà<br />

e della segnalazione delle emergenze.<br />

Il modello italiano è una piramide funzionale<br />

che parte dal cittadino e coinvolge tutte le<br />

strutture e le attività messe in campo per tutelare<br />

l’integrità della vita, i beni, gli insediamenti e<br />

l’ambiente, dai danni o dal pericolo di danni<br />

derivanti da eventi calamitosi.<br />

Nella maggioranza dei Paesi europei invece,<br />

la protezione civile è un compito assegnato ad<br />

una sola istituzione o a poche strutture pubbliche.<br />

Con la legge del 24 febbraio 1992, n. 225 l’Italia<br />

ha organizzato la Protezione Civile come<br />

“servizio nazionale”, coordinato dal Presidente<br />

del Consiglio dei Ministri e composto, come<br />

dice il primo articolo della legge, dalle amministrazioni<br />

dello Stato, centrali e periferiche, dalle<br />

regioni, dalle province, dai comuni, dagli enti<br />

pubblici nazionali e territoriali e da ogni altra<br />

istituzione ed organizzazione pubblica e privata<br />

presente sul territorio nazionale.<br />

Al coordinamento e all’indirizzo provvede il<br />

Dipartimento Nazionale della Protezione Civile<br />

DI RODOLFO GIOVANNINI<br />

che, nella fase emergenziale, quella più visibile,<br />

“compone” la squadra più adatta ad affrontare<br />

l’esigenza e ne indirizza l’attività.<br />

In questo modo ognuno mantiene il proprio<br />

ruolo, le proprie peculiarità e professionalità, ma<br />

l’efficienza operativa viene esaltata proprio perché<br />

legata a quella delle altre strutture, in una<br />

sinergia istituzionale, il cui scopo è quello di<br />

raggiungere il più efficace e rapido risultato possibile.<br />

Il modello di organizzazione della Protezione<br />

Civile, per come è strutturato risulta particolarmente<br />

adeguato ad un territorio come quello<br />

italiano, che presenta una vasta gamma di possibili<br />

rischi.<br />

Il sistema, che prende origine dal processo di<br />

riorganizzazione generale dell’ordinamento<br />

amministrativo, è basato sul principio della sussidiarietà,<br />

in altre parole sul concorso di un<br />

numero crescente di amministrazioni che, quando<br />

quella preposta non è in grado di fronteggiare<br />

la situazione, ne supportano l’azione con il<br />

proprio contributo.<br />

Il primo responsabile della protezione civile<br />

in ogni comune è il Sindaco, che organizza le<br />

risorse comunali secondo piani prestabiliti per<br />

fronteggiare i rischi specifici del suo territorio.<br />

59


Al verificarsi di un’emergenza nell’ambito del<br />

territorio comunale, il Sindaco assume la direzione<br />

ed il coordinamento dei servizi di soccorso<br />

e di assistenza alla popolazione colpita e provvede<br />

agli interventi necessari dandone immediata<br />

comunicazione al Prefetto e al Presidente della<br />

Giunta regionale. Se i mezzi a disposizione<br />

non sono sufficienti si mobilitano immediatamente<br />

i livelli provinciali, regionali e, nelle<br />

situazioni più gravi, anche il livello nazionale,<br />

integrando le forze disponibili in loco.<br />

Emblematiche dell’immagine che la Protezione<br />

Civile italiana ha reso in questi anni, le parole<br />

del Capo dello Stato in occasione della cerimonia<br />

di consegna della medaglia d’oro al merito<br />

civile al Dipartimento della Protezione Civile<br />

avvenuta al Quirinale il 15 luglio 2<strong>00</strong>4 ...”se<br />

diamo uno sguardo a questo Cortile d’onore,<br />

vediamo tante uniformi diverse, appartenenti ai<br />

Vigili del Fuoco, alle Forze Armate, a quelle dell’Ordine,<br />

ai Corpi armati dello Stato, alla Croce<br />

Rossa, i volti di tanti volontari, di tante differen-<br />

60<br />

ti Amministrazioni strette insieme da un unico<br />

progetto di vita: il servizio al popolo italiano<br />

anche nel momento delle difficoltà estreme,<br />

quel momento in cui più alto è il bisogno di<br />

protezione, di sostegno, di aiuto”.<br />

Il Servizio Nazionale di Protezione Civile<br />

non è solo un meccanismo che scatta nel<br />

momento dell’emergenza, è anche, in alcuni settori,<br />

continua e quotidiana attività di studio,<br />

previsione, prevenzione e vigilanza.<br />

Uno di questi settori è il mare e con esso<br />

l’inquinamento marino, quel pericolo che, in<br />

molti Paesi europei e non solo, ha negli ultimi<br />

anni arrecato devastazioni ambientali impressionanti.<br />

Istituito dall’allora Ministro per la Protezione<br />

Civile in data 8 Agosto 1984, Il Centro<br />

Operativo Emergenze in Mare (C.O.E.M.) è<br />

interamente costituito da personale del Corpo<br />

delle Capitanerie di Porto. Il COEM, conosciuto<br />

anche come “Procivilmare” opera all’interno<br />

del Servizio Centro Situazioni Unificato<br />

la sala operativa del Dipartimento della Protezione Civile. In apertura campagna antincendio boschivo, sardegna nord-orientale<br />

ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5


Dipartimento della Protezione Civile - ufficio del COEM<br />

che a sua volta è un’articolazione dell’Ufficio<br />

Gestione delle Emergenze del Dipartimento<br />

della Protezione della Presidenza del Consiglio<br />

dei Ministri.<br />

I compiti assegnati al Centro sono di concorrere,<br />

ove del caso assumendone la direzione,<br />

alla gestione operativa dell’emergenza in<br />

caso di grave inquinamento marino, mediante<br />

l’attivazione del “Piano di pronto intervento<br />

nazionale per la difesa da inquinamenti da<br />

idrocarburi o da altre sostanze nocive causati<br />

da incidenti marini”.<br />

Deve inoltre assicurare il concorso organizzativo<br />

per l’attività di soccorso in caso di incidenti<br />

in mare e coordinare, nei casi di emergenza in cui<br />

sorga la necessità di trasportare cose o persone via<br />

mare, d’intesa con il Ministero della Difesa, l’impiego<br />

della nave San Marco o di altre unità similari<br />

assegnate per attività di Protezione Civile<br />

nonché, l’impiego delle navi mercantili requisite<br />

o noleggiate per i trasporti di emergenza.<br />

Infine il COEM coordina le attività del<br />

Dipartimento connesse alla gestione operativa<br />

della stazione satellitare italiana COSPAS -<br />

SARSAT, gestita da personale del Corpo delle<br />

Capitanerie di porto, che ha lo scopo di segnalare,<br />

agli organi di ricerca e soccorso nazionali ed<br />

esteri che ricadono nella sua area di servizio, la<br />

posizione geografica di vettori marittimi, aerei e<br />

terrestri in pericolo.<br />

L’attività di studio, previsione e prevenzione è<br />

quindi una parte importante del lavoro del<br />

COEM affinché la reazione operativa possa avere<br />

quell’efficacia ed efficienza adeguata alle<br />

diverse tipologie di emergenze marittime da<br />

affrontare.<br />

In tale contesto, al fine di mantenere costantemente<br />

aggiornate norme esecutive e procedure<br />

operative nei casi di dichiarata emergenza<br />

nazionale, il responsabile del COEM coordina<br />

le periodiche convocazioni del Comitato di cooperazione<br />

Stato - Industria chimica e petrolifera<br />

(istituito con D.M. 511 del 23/02/1996) mentre,<br />

ad emergenza in corso, presiede e coordina<br />

l’attività del Comitato Tecnico-Scientifico<br />

(D.M. 04/10/1999) che, in tale circostanza,<br />

riveste la funzione di organo consultivo del<br />

Capo del Dipartimento.<br />

61


operazioni di soccorso a bagnanti rimasti isolati da un incendio in Costa Smeralda<br />

Altro esempio del lavoro meno visibile del<br />

Centro è rappresentato dalla predisposizione di<br />

misure di prevenzione per quelle emergenze che<br />

si possono verificare nel periodo estivo in alcune<br />

località balneari come quelle del nord Sardegna<br />

dove, a causa degli incendi estivi, alcune spiagge<br />

finiscono per rimanere isolate ed i bagnanti possono<br />

essere evacuati solo via mare.<br />

La componente navale a disposizione della<br />

Prefettura di Sassari e della Capitaneria di porto<br />

di Olbia, nel 2<strong>00</strong>3 e nel 2<strong>00</strong>4, è stata rinforzata<br />

anche grazie al sostegno del Dipartimento della<br />

Protezione Civile.<br />

Un’unità della Marina Militare e la presenza<br />

ininterrotta dei pattugliatori della VI squadriglia<br />

della <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong> di Messina,<br />

hanno in più operazioni<br />

tratto in salvo via mare centinaia<br />

di persone da litorali invasi<br />

da fumo e fiamme.<br />

Gli stessi mezzi hanno<br />

anche consentito di trarre in<br />

salvo in pochissimo tempo e<br />

senza nessun incidente tutti i<br />

passeggeri del traghetto Moby<br />

Magic che era in procinto di<br />

affondare presso Porto Cervo<br />

la notte dell’11 Settembre<br />

2<strong>00</strong>3.<br />

Nel settore operativo dell’inquinamento<br />

marino, a settembre<br />

2<strong>00</strong>4, è stata inoltre<br />

portata a termine un’esercitazione<br />

di “Emergenza Nazionale”<br />

nel canale di Piombino in<br />

collaborazione con il Ministe-<br />

62<br />

ro dell’Ambiente, lo Stato Maggiore<br />

della Marina Militare, il<br />

Comando generale del Corpo<br />

delle Capitanerie di porto ed il<br />

Comune di Rio Marina.<br />

Da quanto sinteticamente<br />

esposto, si comprende in ogni<br />

modo che sia nel caso di gravi<br />

incidenti che si verificano direttamente<br />

in mare che per quelle<br />

emergenze diverse che riflettono<br />

però la necessità di interventi via<br />

mare, siano essi di evacuazione o<br />

di invio di uomini e mezzi, il<br />

COEM è attrezzato per costituirsi<br />

punto di riferimento alle suddette<br />

istanze grazie alla consolidata<br />

rete di collaborazioni ed intese<br />

con le amministrazioni dello Stato,<br />

centrali e periferiche, la rete<br />

del volontariato, le istituzioni europee e delle<br />

nazioni unite appositamente predisposte e<br />

quant’altro, ad ogni livello, possa rappresentare<br />

un’utile sinergia.<br />

Possiamo terminare dicendo che “siamo noi”,<br />

in questo caso inteso come Corpo delle Capitanerie<br />

di porto - <strong>Guardia</strong> costiera, appartenenti<br />

alle Forze Armate a cui la L. 225/92 conferisce<br />

la qualifica di struttura operativa nazionale del<br />

Servizio, a sentirci quella porzione istituzionale<br />

di Protezione Civile, che sul mare e lungo le<br />

coste concorre, con le proprie forze e prerogative,<br />

a far crescere questo “sistema” che collega il<br />

cittadino al piccolo comune, alla provincia e via<br />

via fino alla nazione tutta.<br />

Isola d’Elba, gommone C.P. e volontari della Protezione civile<br />

ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5


LA TALASSOTERAPIA<br />

o v v e r o l a “ c u r a d e l m a r e ”<br />

Nel 1986 sorge in Francia la<br />

Federazione Internazionale della<br />

Talassoterapia con l’obiettivo di<br />

difendere e promuovere, in assenza di una<br />

regolamentazione ufficiale, la “cura del mare”.<br />

La Federazione, garante della qualità delle<br />

cure e punto di riferimento per tutti gli addetti<br />

ai lavori che aderiscono alla sua Carta di<br />

Qualità, ha coniato una definizione ufficiale<br />

di talassoterapia secondo la quale in una località<br />

di mare privilegiata, la talassoterapia consiste<br />

nell’uso simultaneo - sotto controllo medico e<br />

con scopo preventivo o curativo - dell’azione<br />

salutare dell’ambiente marino che comprende: il<br />

clima marino, l’acqua di mare, i fanghi, le sabbie,<br />

le alghe ed altre sostanze estratte dal mare.<br />

La talassoterapia, branca medica della talassologia,<br />

si distingue, dunque, dalla medicina<br />

termale (che sfrutta solo l’acqua sorgente) per<br />

la sua straordinaria capacità di combinare, in<br />

varia misura, tutte le risorse dell’ambiente<br />

marino.<br />

Storia della Talassoterapia<br />

DI CINZIA GEROMINO<br />

Il trattamento marino e le possibilità terapeutiche<br />

dell’acqua di mare (vigore, salute e<br />

bellezza) sono note fin dai tempi più remoti,<br />

trovando ampio respiro nell’antichità classica<br />

sia in letteratura sia in archeologia.<br />

La letteratura classica, greca e latina, è ricca<br />

di testimonianze sui benefici effetti dell’acqua<br />

di mare. Nelle loro opere, Euripide (480 - 406<br />

a.C.), Erodoto (484 - posteriore al 430 a.C.),<br />

Ippocrate (460 - 377 a.C. ca), Galeno (129 -<br />

199 a.C.), Platone (428 - 347 a.C.), Aristotele<br />

(384 - 322 a.C.), Cicerone (106 - 43 a.C.)<br />

(solo per citare alcuni tra i più noti) hanno<br />

esaltato le virtù e i piaceri derivanti dall’immersione<br />

nelle acque marine.<br />

63


La Bibbia e il Vangelo citano l’acqua come<br />

mezzo per la depurazione del corpo e della<br />

mente, riprendendo una frase di Platone<br />

secondo il quale “il mare lava tutti i mali del<br />

mondo”. I Romani approfondiscono la conoscenza<br />

e ne migliorano l’utilizzo, considerando<br />

gli effetti positivi della talassoterapia anche<br />

in base alle loro caratteristiche fisico-chimiche.<br />

In questo periodo, con l’invenzione dei<br />

64<br />

foto in apertura: veduta aerea del complesso del Tombolo Resort;<br />

sotto: piscina in grotta presso il centro Tombolo Resort;<br />

bagni di fango marino, la cura del mare diviene<br />

un vero fenomeno di costume, un momento<br />

di socializzazione.<br />

L’entusiasmo sorto intorno alla talassoterapia<br />

subisce una battuta d’arresto nel<br />

Medioevo quando, per motivi religiosi, il<br />

mare viene considerato al pari di un essere<br />

demoniaco. L’interesse risorge nel XVII secolo<br />

e soprattutto nel XVIII in Inghilterra dove,<br />

nel 1791, il Dr. Richard Russel (1687 -<br />

1759), “l’inventeur de la mer”, dà alle stampe<br />

il suo “De Tabe Glandulari sive usu de acquae<br />

marinae dissertatio”, poi volgarizzato con il<br />

titolo “A Dissertation on the Use of<br />

Seawater”, la prima opera medica sull’utilizzo<br />

dell’acqua di mare a fini terapeutici. Nello<br />

stesso periodo inaugura il primo ospedale<br />

“marino” in Gran Bretagna. Sul modello<br />

inglese nascono i primi centri attrezzati in<br />

Francia (ancora oggi leader nel campo della<br />

talassoterapia) e successivamente in altri<br />

paesi, tra i quali anche l’Italia. Nel 1869, il<br />

Dr. de La Bonardière inventa la parola “talassoterapia”<br />

associando due vocaboli di origine<br />

greca, thalassa e therapei, per indicare la cura<br />

attraverso il mare.<br />

Il 1904 rappresenta una data fondamentale<br />

nella storia della talassoterapia. Il biologista<br />

francese Renè Quinton (1867-1925) pubblica,<br />

infatti, “L’eau de mer milieu organique”,<br />

magistrale opera che restituisce l’uomo alla<br />

sua origine in quanto tutti gli organismi provengono<br />

da una cellula e questa cellula è di<br />

origine marina.<br />

Ponendo l’attenzione sul legame profondo<br />

e ancestrale che lega l’essere umano al mare, è<br />

naturale che, soprattutto in epoca moderna,<br />

medici e scienziati abbiano rivolto la loro<br />

attenzione nello studio della talassoterapia.<br />

Le applicazioni terapeutiche della Talassoterapia<br />

D’origine mediterranea, la cura del mare non<br />

cessa di evolversi. Gli ambiti applicativi della<br />

talassoterapia sono estetici (indicati particolarmente<br />

per combattere i “mali del benessere”) e<br />

terapeutici. Tale attività si pratica all’interno di<br />

strutture specializzate poste esclusivamente ai<br />

bordi del mare dove l’acqua viene pompata a più<br />

di 30 metri di profondità e a 3<strong>00</strong> metri dalle<br />

coste (secondo i fondali) e posizionate in siti privilegiati<br />

lontani da fonti d’inquinamento e in<br />

zone sufficientemente ventilate. Devono inoltre<br />

disporre di un’assistenza medica e di personale<br />

qualificato.<br />

Le terapie su cui si fonda la talassoterapia sono<br />

numerose. Alcune sfruttano le proprietà climatiche<br />

dell’ambiente marino (iodio, ossigeno e<br />

azoto sono fondamentali per curare i disturbi<br />

respiratori, le radiazioni solari sono ottime per la<br />

cura di alcune malattie della pelle quali allergie,<br />

psoriasi, eczemi, eritemi...), altre si fondano sui<br />

principi attivi presenti nell’acqua (si va dalla<br />

classica balneazione alle sabbiature, e ancora<br />

docce, alghe, fangature, irrigazioni...).<br />

I principali benefici di una cura talassoterapica<br />

(non “terapia alternativa” ma “complementare” a<br />

quella farmacologia!) sono l’azione antidolorifica,<br />

ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5


ivitalizzante contro la fatica, coadiuvante della<br />

cura dei traumi, riequilibrante di uno stile di vita<br />

salutare.<br />

Bagni di mare come terapia, dunque, ma anche<br />

come villeggiatura, vacanza, turismo di massa e<br />

fonte di guadagno per coloro che riescono a “sfruttare”<br />

al meglio l’oro azzurro.<br />

Gli 8.<strong>00</strong>0 chilometri di coste e l’invidiabile qualità<br />

del mare rendono l’Italia un paese “potenzialmente”<br />

all’avanguardia nel settore talassoterapico.<br />

Ciononostante il Belpaese non ha ancora preso<br />

veramente coscienza dell’importanza sociale e<br />

soprattutto economica di questo settore.<br />

In Italia i centri talassoterapici sono poco meno di<br />

una decina (tra i più importanti il Tombolo Salasso<br />

Resort di Marina di Castagneto Carducci, le Terme<br />

di San Giovanni all’Isola d’Elba, il Margherita di<br />

Savoia, il Kalidria e la Masseria San Domenico in<br />

Puglia, Timi Ama in Sardegna e Lignano<br />

Sabbiadoro in Friuli Venezia Giulia), mentre nell’area<br />

del Mediterraneo i centri di questo tipo sono<br />

diverse centinaia, distribuiti in maggioranza tra<br />

Francia, Grecia, Spagna, Tunisia e Marocco.<br />

Con un attento sfruttamento del territorio, questi<br />

Paesi hanno agevolato lo sviluppo della talassoterapia<br />

attuando politiche di investimenti programmati<br />

e rendendo effettive le norme giuridiche sulla<br />

sopra: trattamento talassoterapeutico;<br />

a fianco: in alto, convegno sulla talassoterapia; sotto, prof. Giovanni Agostini<br />

presidente dell’AITI.<br />

regolamentazione del settore.<br />

La situazione normativa in Italia, al contrario, è<br />

ancora piuttosto carente. Nel 2<strong>00</strong>0 è stata pubblicata<br />

una legge, la n. 323, per il riordino idrotermale,<br />

ma non è stata ancora attuata dal<br />

Parlamento.<br />

Dal Congresso della Federazione Mondiale di<br />

Talassoterapia (Marina di Castagneto Calducci,<br />

Li, 22 - 24 aprile 2<strong>00</strong>5), il Prof. Giovanni<br />

Agostini, Presidente del Consiglio del Congresso<br />

e Direttore della Scuola di Specializzazione di<br />

Idrologia Medica dell’Università di Pisa, ha sollecitato<br />

l’intervento delle istituzioni italiane affinché<br />

diano piena operatività alla legge sul riordino<br />

termale, dando così una dignità anche legislativa<br />

ai centri di talassoterapia al pari di tutte le strutture<br />

termali tradizionali.<br />

Ricchezza naturale, sostegno delle autorità e<br />

sfruttamento intelligente delle risorse rappresentano<br />

gli ingredienti giusti per migliorare lo stato<br />

delle cose. Ma per diventare “un Paese leader<br />

nella talassoterapia” (parole pronunciate da<br />

Bernard F. Badelon, presidente della<br />

Federazione mondiale che regola questa disciplina<br />

medico-scientifica) sono necessarie metodologie<br />

applicative, sistemi di verifica dei trattamenti<br />

e dei protocolli internazionali, oltre agli<br />

inevitabili aspetti legislativi e normativi. Il<br />

primo passo è stato fatto riconoscendo, durante<br />

il Congresso Internazionale di Talassoterapia a<br />

Marina di Castagneto Calducci (Livorno),<br />

anche in Italia l’esistenza della vera talassoterapia<br />

come disciplina medico - scientifica.<br />

Si tratta ora di continuare per questa strada.<br />

65


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flash<br />

Sanremo ricorda le vittime della “Roma”<br />

Organizzata dall’Associazione Nazionale Marinai d’Italia e<br />

dall’Associazione “Regia Nave Roma”, è stata celebrata la<br />

ricorrenza dell’affondamento della corazzata Roma, nel<br />

piazzale antistante la sede dell’Ufficio circondariale marittimo<br />

di Sanremo.<br />

La lettura di quel terribile giorno di guerra, che in pochi<br />

minuti è costato la vita a 1393 uomini, si è persa in una<br />

emozione intensa guardando gli occhi di Giovanni Vittani,<br />

l’unico superstite sanremese ancora in vita, che ha presenziato<br />

alla cerimonia in ricordo dei caduti.<br />

A Vittani è stata consegnata una targa dal Comandante<br />

della locale Capitaneria, T.V.(CP) Roberto D’Arrigo.<br />

All’ISMAR<br />

flash<br />

di Ancona seminario<br />

sulla pesca<br />

Presso l’ISMAR ( Istituto Scienze<br />

Marine) di Ancona, si è svolto il terzo<br />

seminario in materia di pesca marittima.<br />

“L’attività amministrativa del Corpo<br />

delle capitanerie di porto in materia<br />

di pesca marittima” è stato l’argomento<br />

d’apertura dello stage, curato dal<br />

Tenente di Vascello (CP) Mauro<br />

Colarossi, capo sezione pesca della<br />

locale Capitaneria.<br />

Particolare attenzione è stata rivolta ai<br />

settori della biologia marina e della<br />

legislazione sulla pesca marittima.<br />

Il seminario è stato di notevole interesse<br />

e utilità ai fini della formazione<br />

professionale degli ufficiali del quarto<br />

anno dell’Accademia Navale del<br />

Corpo delle capitanerie di porto.<br />

flash<br />

Esercitazione S.A.R. Antinquinamento nelle<br />

acque livornesi<br />

Trentasei ufficiali del Corpo delle capitanerie di<br />

porto hanno partecipato ad un corso di perfezionamento<br />

per Sottotenenti di Vascello presso<br />

l’Accademia Navale.<br />

Gli ufficiali hanno preso parte ad una complessa<br />

esercitazione S.A.R.e antinquinamento, organizzata<br />

dalla Capitaneria di porto di Livorno.<br />

A bordo delle motovedette 273 e 286, i giovani ufficiali<br />

hanno potuto testare sul campo procedure operative,<br />

comunicazioni e azioni poste in essere dai<br />

numerosi mezzi presenti nel simulato scenario operativo,<br />

comprendente anche un elicottero AB 412<br />

della base di Sarzana, mezzi della società Castalia-<br />

Ecolmar, rimorchiatori, Vigili del Fuoco e 118.<br />

Al termine dell’esercitazione il Direttore Marittimo<br />

e Comandante della locale Capitaneria di porto,<br />

Contrammiraglio (CP) Salvatore Giuffrè, ha evidenziato<br />

l’importanza del ruolo delle Capitanerie nell’ambito<br />

della tutela del mare e delle coste dagli<br />

inquinamenti, nonché il prezioso contributo di tutti<br />

quegli enti che collaborano in modo sinergico.<br />

67


Riaperto Locamare Gabicce<br />

flash<br />

Mare<br />

Su disposizioni del Comando Generale<br />

delle Corpo delle capitanerie di porto, per<br />

far fronte alla sempre maggiore richiesta<br />

di presenza continuativa sui mari e sulle<br />

coste della penisola, è stato riaperto<br />

l’Ufficio locale marittimo di Gabicce, affidato<br />

al 1° Maresciallo (CP) NP Vincenzo<br />

Morreale.<br />

Alla cerimonia hanno partecipato il<br />

Prefetto di Pesaro e Urbino, Dr. Giuseppe<br />

Riccio, il Sindaco di Gabicce, Sig.<br />

Corrado Curti e il Capo del<br />

Compartimento marittimo di Pesaro,<br />

Capitano di Fregata (CP) Antonio<br />

Musolino.<br />

flash<br />

Il Vice Ministro delle<br />

Infrastrutture e Trasporti,On.<br />

Mario Tassone si è recato in<br />

visita a Cittadella del Capo, in<br />

occasione dei solenni festeggia-<br />

flash<br />

menti in onore di San<br />

Francesco da Paola.<br />

Nel corso della cerimonia,<br />

organizzata dal gruppo<br />

A.N.M.I. (Associazione<br />

Nazionale Militari Italiani),<br />

alla quale hanno partecipato<br />

le locali Autorità politiche e<br />

militari ed il Comandante<br />

dell’Ufficio circondariale<br />

marittimo di Cetraro,<br />

Tenente di Vascello (CP) Luca<br />

Cardarello, è stato sottolinea-<br />

68<br />

Il Vice Ministro Tassone a<br />

Cittadella del Capo<br />

to l’impegno del personale del<br />

Corpo delle capitanerie di<br />

porto nello svolgimento dei<br />

compiti assegnati e nel soccorso<br />

a mare.<br />

A bordo di Stella Polare<br />

Festeggiamenti, a Porto Cesareo, per il 37° anniversario<br />

della storica regata transatlantica Bermuda -<br />

Travemunde, vinta nel 1968 da Stella Polare, imbarcazione<br />

a vela della Marina Militare.<br />

L’evento, organizzato dall’Amministrazione comunale,<br />

in collaborazione con l’Associazione Combattenti<br />

e Reduci e l’ANMI (Associazione Nazionale<br />

Marinai d’Italia) e con il supporto del Locamare, ha<br />

riunito tutto l’equipaggio di allora che si è ritrovato<br />

a Porto Cesareo a bordo dell’unità ormeggiata a largo<br />

della riviera di levante. Tanti i ricordi e poi tutti<br />

a bordo verso il mare aperto.<br />

Palermo: la Provincia per la pesca turismo<br />

La Provincia di Palermo, in collaborazione con la locale Capitaneria, ha<br />

dato il via ad una nuova iniziativa relativa alla pesca turismo, fornendo<br />

assistenza ai pescatori nel disbrigo delle varie pratiche amministrative.<br />

Nove piccoli pescherecci sono, ora, a disposizione dei tanti turisti che<br />

vogliono trascorrere una giornata particolare in mare, con la possibilità<br />

di pescare e cucinare il pesce direttamente a bordo.<br />

Alla presenza del Presidente della Provincia di Palermo, On. Francesco<br />

Musetto e del Comandante della locale Capitaneria di porto,<br />

Contrammiraglio (CP) Vincenzo Pace, si è svolta a Palazzo Contini, la<br />

consegna delle licenze ai Presidenti delle cooperative dei pescatori.<br />

ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5


flash<br />

(CP) Luciano Rodorigo ha illustrato i<br />

A Maricogecap il Comandante delle<br />

Forze Navali Lettoni<br />

A Fine settembre, il Capo di Stato<br />

Maggiore della Marina della Lettonia,<br />

Comandante Aleksandrs Pavlovics, ricevuto<br />

dall’Ammiraglio Ispettore (CP)<br />

Sergio de Stefano, ha visitato il Comando<br />

Generale del Corpo delle capitanerie di<br />

porto.<br />

La visita è proseguita presso la Centrale<br />

Operativa, dove il Capitano di Vascello<br />

compiti istituzionali e l’organizzazione<br />

della guardia costiera italiana, soffermandosi<br />

in particolar modo sull’organizzazione<br />

del S.A.R. e del V.T.S.<br />

Mazara e la pesca:<br />

innovazione e sviluppo sostenibile<br />

L’Amministrazione Comunale di Mazara del<br />

Vallo ha, recentemente, realizzato diverse iniziative<br />

nell’ambito del “Piano promozionale dei<br />

flash<br />

prodotti ittici mazaresi”.<br />

Il Comandante della locale Capitaneria di porto,<br />

Capitano di Fregata (CP) Claudio Lo Pumo, ha<br />

partecipato al convegno “Mazara e la pesca:<br />

innovazione e sviluppo sostenibile”, evidenziando<br />

l’attività svolta dalla stessa Capitaneria nelle<br />

principali attività amministrative al servizio<br />

della locale comunità di pescatori.<br />

Le varie autorità intervenute hanno rivolto al<br />

Comandante vivo apprezzamento per la sua<br />

costante presenza e per la diffusione di informazioni<br />

riguardanti in particolare la sicurezza della<br />

balneazione, la salvaguardia dell’ambiente<br />

marittimo costiero e i comportamenti e precauzioni<br />

da tenere per una navigazione da diporto<br />

sicura.<br />

flash<br />

Trieste: visita del Presidente della<br />

Corte d’Appello<br />

La Capitaneria di porto di Trieste ha ricevuto<br />

la visita del Presidente della Corte<br />

d’Appello del Friuli Venezia Giulia, Dr.<br />

Carlo Dapelo.<br />

Ad accoglierlo il Direttore Marittimo,<br />

Contrammiraglio (CP) Paolo Castellani, il<br />

quale ha illustrato al Magistrato le principali<br />

attività svolte dal Corpo della capitanerie di<br />

porto.<br />

La visita è proseguita presso la Sala<br />

Operativa, dove il Presidente ha manifestato<br />

vivo apprezzamento per l’efficienza e la pro-<br />

fessionalità degli uomini della <strong>Guardia</strong><br />

costiera a favore della sicurezza e della salvaguardia<br />

della vita umana in mare.<br />

69


flash<br />

L’Accademia svizzera a Porto Empedocle<br />

Legislazione portatori di flash<br />

handicap<br />

70<br />

Pesaro: visita pastorale<br />

Il Cardinale Giovanni Cheli ha recentemente<br />

visitato il porto di Pesaro e la<br />

locale Capitaneria di porto.<br />

Ricevuto dal Comandante, Capitano<br />

di Fregata (CP) Antonio Musolino,<br />

l’Eminenza si è soffermata sull’attività<br />

svolta dal personale della Capitaneria,<br />

mostrando interesse e apprezzamento<br />

sulle attività istituzionali svolte dal<br />

Corpo delle capitanerie di porto.<br />

Mare senza barriere<br />

Si è svolta, a Barletta, la 7° edizione di<br />

“Mare senza barriere”, organizzata dalla<br />

sezione territoriale dell’ANGLAT<br />

(Associazione Nazionale Guida<br />

Trasporti) e dal locale Ufficio circondariale<br />

marittimo.<br />

Grazie alla collaborazione delle<br />

Amministrazioni interessate, è stato recuperato<br />

un edificio demaniale inutilizzato,<br />

che sarà destinato alla realizzazione di un<br />

ambulatorio della Sanità Marittima, alla<br />

sede dell’Anglat stessa e di una scuola nautica<br />

per disabili.<br />

Alla presenza del Dirigente dell’Ufficio<br />

della Sanità Marittima di Manfredonia,<br />

Dr. Nicola Bottalico, del Capo del<br />

Compartimento marittimo di Molfetta,<br />

Capitano di Fregata (CP) Massimo<br />

Gasparini e del Comandante di<br />

Circomare Barletta, Tenente di Vascello<br />

Nel mese di ottobre, 16 allievi ufficiali dell’Accademia<br />

militare svizzera hanno visitato la struttura della<br />

<strong>Guardia</strong> costiera italiana di Porto Empedocle.<br />

Accompagnati dal Generale di divisione Faustus<br />

Furrer, addetto militare dell’Ambasciata Svizzera in<br />

Italia, gli allievi sono stati accolti dal Comandante<br />

della locale Capitaneria, Capitano di Fregata (CP)<br />

Maurizio Trogu, che ha illustrato i compiti istituzionali<br />

della <strong>Guardia</strong> costiera italiana.<br />

Gli ospiti hanno, quindi, effettuato una uscita in<br />

mare a bordo delle dipendenti unità navali, avendo<br />

modo di constatare le procedure operative in caso di<br />

attività SAR, nonché l’affidabilità dei mezzi navali.<br />

A fine visita il tradizionale scambio di crest e l’augurio<br />

di un arrivederci magari in uno dei tanti laghi<br />

della Svizzera.<br />

(CP) Nicola Albino, il parroco di Barletta Don<br />

Vito Carpentiere ha impartito la benedizione<br />

alla struttura.<br />

ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5


Corigliano: visita del Procuratore della Repubblica<br />

Il Procuratore Capo della Procura della Repubblica presso ilTribunale di Rossano, Dr. Dario<br />

Granieri ha visitato gli uffici del locale Circomare.<br />

Ricevuto dal Titolare dell’Ufficio, Tenente di Vascello (CP) Francesco Chirico, il Dr. Granieri si è<br />

soffermato nella Sala Operativa dove ha potuto vedere le attività che si svolgono, esprimendo parole<br />

di apprezzamento per l’intensa attività di vigilanza necessaria per contrastare gli abusi demaniali<br />

e gli illeciti legati all’inquinamento marino e alla pesca marittima.<br />

Livorno: incontro tra Direttori marittimi<br />

flash<br />

Mazara del Vallo: visita del CMMA<br />

Il Comandante del Comando militare marittimo<br />

autonomo in Sicilia, Ammiraglio di Divisione<br />

Armando Molaschi, ha visitato la locale<br />

Capitanerie di porto.<br />

Ad accogliere l’Ammiraglio è stato il Comandante,<br />

Capitano di Fregata (CP) Claudio Lo Pumo, con<br />

un picchetto d’onore. L’Ammiraglio Molaschi ha<br />

incontrato gli esponenti di associazioni armatoriali<br />

e rappresentanti del sindacato addetti alla pesca, i<br />

quali hanno espresso vivo apprezzamento per l’impegno<br />

della Marina Militare in difesa degli interessi<br />

nazionali nelle acque del canale di Sicilia, dove<br />

sono garantite, grazie alla presenza di unità navali,<br />

adeguate condizioni di sicurezza nella zona di pesca.<br />

Presso la Capitaneria di porto di Livorno,<br />

nell’ambito del programma di attività di<br />

scambio di esperienze professionali tra<br />

Comandi periferici, si è<br />

flash<br />

svolto un incontro<br />

tra i Direttori marittimi di Livorno, Reggio<br />

Calabria e Pescara. I Capitani di Vascello<br />

(CP) Domenico Picone e Carlo Paternuosto<br />

sono stati ospiti del Contrammiraglio (CP)<br />

Salvatore Giuffrè. L’Ammiraglio ha illustrato<br />

la realtà portuale e marittima livornese e le<br />

strutture operative dove gli ospiti hanno<br />

potuto testare le nuove apparecchiature in<br />

dotazione al 2° M.R.S.C. di Livorno, in particolare<br />

il P.A.C. (Port Approach Control) e<br />

l’A.I.S. (Automatic Identification System).<br />

DIE: progetto 303<br />

Nell’ambito della cooperazione italo albanese, si è<br />

svolta una importante attività addestrativa del personale<br />

delle Forze Navali albanesi allo scopo di<br />

avviare un servizio per la prevenzione degli inquinamenti<br />

marini da parte della locale <strong>Guardia</strong><br />

<strong>Costiera</strong>. Il personale militare albanese, accompagnato<br />

dal Capitano di Vascello (CP) Giovanni<br />

Galatolo, ha effettuato uscite in mare su unità<br />

della <strong>Guardia</strong> costiera italiana simulando lo sversamento<br />

di idrocarburi e interventi di raccolta meccanica<br />

e chimica degli stessi.<br />

71


flash<br />

elogio per la competenza e la professionalità del<br />

Delegazione peruviana<br />

Nel mese di ottobre, l’Addetto per la Difesa peruviana,<br />

Contrammiraglio Ernesto Sarmento Oviedo è<br />

stato ricevuto dal Vice Comandante Generale,<br />

Ammiraglio Ispettore (CP) Sergio De Stefano e si<br />

è intrattenuto nella Centrale Operativa, dove ha<br />

assistito ad una illustrazione dei sistemi operativi,<br />

dei diversi compiti istituzionali, della metodologia<br />

di interventi S.A.R. (Ricerca e <strong>Soc</strong>corso).<br />

Al termine, il Contrammiraglio ha speso parole di<br />

personale militare.<br />

Delegazione portoghese<br />

72<br />

Visite al Comando Generale delle capitanerie di porto<br />

Il Dr. Diogo Costa, dei servizi giuridici<br />

dell’Autorità marittima portoghese, è stato<br />

recentemente ricevuto dal Comandante<br />

Generale, Ammiraglio Ispettore Capo (CP)<br />

Luciano Dassatti. All’ospite sono stati illustrati<br />

nel corso di un briefing gli incarichi affidati alla<br />

<strong>Guardia</strong> costiera italiana, la struttura organica e<br />

la dipendenza funzionale del Corpo.<br />

Il Dr. Costa, accomiatandosi, ha esternato<br />

compiacimento per l’impegno e la professionalità<br />

nelle molteplici attività svolte.<br />

Segretario Generale dell’I.M.O.<br />

Recentemente, il Segretario Generale<br />

dell’International Marittime Organization -<br />

storica e meritoria Organizzazione, il cui scopo<br />

principale è incrementare, attraverso norme<br />

internazionali, la sicurezza della navigazione e la<br />

tutela dell’ambiente marino - Ammiraglio<br />

Efthimios Mitropoulos ha visitato il Comando<br />

generale delle capitanerie di porto.<br />

L’illustre ospite, è stato ricevuto dal<br />

Comandante Generale, Ammiraglio Ispettore<br />

Capo (CP) Luciano Dassatti.<br />

Dopo un briefing sui vari compiti d’istituto e le<br />

attività che il Corpo svolge, l’Ammiraglio<br />

Mitropoulos ha rivolto parole di apprezzamento<br />

per l’alta professionalità e la competenza<br />

acquisita ed ha augurato al Comandante<br />

Generale e al Corpo ogni successo per il futuro.<br />

flash<br />

1a Conferenza internazionale sul<br />

Mediterraneo e Medio Oriente.<br />

Organizzata dal Centro Alti Studi Difesa<br />

(CASD) si è tenuta a Roma alla fine di ottobre,<br />

presso il Comando Generale delle Capitanerie<br />

di porto, la prima Conferenza Internazionale<br />

sul Mediterraneo e Medio Oriente.<br />

Il Convegno, voluto dal Ministro della Difesa<br />

Antonio Martino e supportato dal Ministero<br />

degli Affari Esteri, ha visto la partecipazione di<br />

delegati in rappresentanza di 24 paesi rivieraschi.<br />

Accompagnati dall’Ammiraglio Cellino i delegati<br />

hanno discusso su temi della sicurezza globale,<br />

della lotta all’immigrazione clandestina,<br />

sulle attività antiterrorismo, ecc.<br />

La Conferenza, per l’importanza degli argomenti<br />

trattati, verrà ripetuta ogni 2 anni.<br />

ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5<br />

f


lash<br />

110 missioni, 90 diportisti e 19 bagnanti soccorsi.<br />

Questi sono i dati salienti, per il 2<strong>00</strong>5, divulgati<br />

oggi a Gargnano - nel corso di una conferenza<br />

stampa organizzata dal Comando generale del<br />

Corpo delle Capitanerie di porto unitamente alla<br />

Comunità del Garda - di sei mesi di attività di soccorso,<br />

da maggio ad ottobre, delle unità della<br />

<strong>Guardia</strong> costiera in servizio sul maggior lago italiano.<br />

Sei anni di attività della <strong>Guardia</strong> costiera sul Garda.<br />

Un lago difficile da navigare, il Garda, le cui acque<br />

possono improvvisamente divenire pericolose con<br />

onde che superano i tre metri di altezza.<br />

Per garantire quindi un’adeguata e necessaria sicurezza<br />

a tutti coloro che lo frequentano, la Comunità<br />

del Garda, insieme ai Comuni ed alle Regioni che vi<br />

si affacciano chiesero, nel 1999, al Ministro delle<br />

Infrastrutture e dei Trasporti di autorizzare l’impiego<br />

di personale ed unità della <strong>Guardia</strong> costiera il cui<br />

principale compito istituzionale, come risaputo, è<br />

la salvaguardia della vita umana in mare.<br />

“Diverse centinaia sono state le persone salvate dal<br />

personale delle motovedette <strong>Guardia</strong> costiera,<br />

dipendenti dalla Capitaneria di porto di Venezia, in<br />

questi sei anni” ha evidenziato il Contrammiraglio<br />

(CP) Stefano Vignani Direttore Marittimo e<br />

Comandante della Capitaneria di porto di Venezia.<br />

Dal canto suo il Sindaco di Gargnano, Gianfranco<br />

Scarpetta, nel ringraziare gli equipaggi della guardia<br />

costiera per il meritato lavoro svolto, ha auspicato<br />

una presenza permanente del Corpo e, a tal proposito,<br />

ha annunciato il suo impegno affinché si possa<br />

disporre a breve di una soluzione logistica idonea ad<br />

ospitare in modo funzionale tutte le forza di polizia<br />

impegnate sul lago. Una presenza quella della<br />

<strong>Guardia</strong> costiera, a parere del dottor Pino<br />

Mongello, Presidente della Comunità del Garda,<br />

che “ha dato un valore aggiunto a tutti noi che<br />

viviamo la realtà polifunzionale del Garda, vero<br />

testimonial di tutta la Comunità”.<br />

Il Nucleo, comandato dal Capo 1ª cl. Np Marco<br />

flash<br />

Ravanelli, oggi può contare oltre che su una moto-<br />

vedetta della classe SAR (Search and Rescue) -<br />

appositamente studiata per operazioni di soccorso<br />

ognitempo, inaffondabile ed autoradrizzante -<br />

anche su un potente ed agile gommone adatto ad<br />

operare su bassi fondali.<br />

Inoltre le unità di base a Bogliaco coordinano, in<br />

caso di necessità, i mezzi navali delle altre forze di<br />

polizia, dei Vigili del Fuoco e dei volontari del<br />

Garda presenti sul lago, a garanzia di interventi il<br />

più possibile tempestivi.<br />

73


flash<br />

costa ed alle strutture portuali che le ricevono.”<br />

74<br />

flas<br />

A Ravenna, tra il 26 e il 28 ottobre si è tenuta la prima<br />

edizione di Medmar 2<strong>00</strong>5 (Mediterranean Ports and<br />

Maritime Conference), manifestazione congressuale e fieristica<br />

dedicata alle tematiche della portualità, della navigazione<br />

e delle attività primarie e industriali connesse.<br />

Nata per volontà della Camera di Commercio e<br />

dell’Autorità Portuale di Ravenna con l’intento di creare un<br />

forum ove operatori marittimi, di tutta l’area Mediterranea,<br />

Medmar 2<strong>00</strong>5<br />

possono affrontare e dibattere argomenti e temi d’interesse<br />

comune, Medmar 2<strong>00</strong>5 ha visto, nei 3 giorni dei lavori, presentare<br />

61 studi e relazioni suddivise in 9 sessioni tecniche.<br />

Si è spaziato dalla cantieristica alla portualità, dalla navigazione<br />

all’ambiente, senza tralasciare l’importanza della<br />

comunicazione e dei collegamenti tra i porti per il miglioramento<br />

e l’ottimizzazione dei traffici in considerazione del<br />

forte incremento che porterà, nei prossimi 10 anni, ad avere<br />

nel Mediterraneo oltre il 50% dell’intero traffico marittimo<br />

mondiale.<br />

Tra i vari argomenti trattati d’importanza primaria è<br />

quello della sicurezza. La minaccia portata, oggi, alla società<br />

civile dal nuovo terrorismo ha fatto nascere l’esigenza di<br />

creare una risposta globale proporzionata. In tale contesto<br />

importante l’intervento del Contrammiraglio (CP) Felicio<br />

Angrisano che, a nome del Comandante Generale del<br />

Corpo Ammiraglio Ispettore Capo (CP) Luciano Dassatti<br />

ha, dopo un breve escursus sul fenomeno, puntualizzato che<br />

flash<br />

“il terrorismo è una minaccia diffusa, volatile ed eterogenea,<br />

caratterizzata dall’assimetria delle possibili offese che oggi<br />

può portare all’occidente perché in grado di ottenere molto<br />

con poco e nei cui confronti nulla può la ritorsione”.<br />

Ed in campo marittimo il ventaglio delle ipotesi di offesa<br />

è quanto mai ampio ed aperto. In Italia è delle<br />

Capitanerie di porto il compito di assicurare la sicurezza dei<br />

trasporti marittimi senza, peraltro, penalizzare l’operatività<br />

dei porti che comporterebbe gravi danni economici.<br />

Sono quindi state adottate, per assicurare tutto ciò, nuove<br />

misure relative alla sicurezza delle navi e delle strutture portuali,<br />

entrate in vigore il 1° luglio del 2<strong>00</strong>4.<br />

“Nonostante gli stretti tempi imposti dalla normativa”,<br />

ha puntualizzato l’Ammiraglio il nostro paese ha risposto<br />

con notevole efficacia. Sono stati approvati tutti i 489 piani<br />

di sicurezza delle navi italiane mentre, per i porti, ne sono<br />

stati esaminati ed approvati 396. Dal 1° luglio di quest’anno<br />

inoltre” ha concluso l’Ammiraglio Angrisano “le norme<br />

sulla sicurezza sono state estese anche alle navi da passeggeri<br />

classe A in navigazione nazionale oltre le 20 miglia dalla<br />

Infine l’Ammiraglio Angrisano ha ribadito l’importanza<br />

del coordinamento e della cooperazione tra i vari organismi<br />

interessati alla security marittima, (autorità portuali, armatori,<br />

altre istituzioni, operatori tecnico/nautici e portuali) fondamentali<br />

per vincere questa sfida impegnativa.<br />

ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5


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