4,00 • Soc. Editrice Imago Media Piedimonte M - Guardia Costiera
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Periodico bimestrale di informazione <strong>•</strong> Sped. A.P. 45% art.2 comma 20B L.662/96 Roma <strong>•</strong> Anno VII - Numero 6 dicembre 2<strong>00</strong>5 - € 4,<strong>00</strong> <strong>•</strong> <strong>Soc</strong>. <strong>Editrice</strong> <strong>Imago</strong> <strong>Media</strong> <strong>Piedimonte</strong> M. (CE)
Periodico bimestrale di informazione<br />
Anno VII - N° 6<br />
dicembre 2<strong>00</strong>5<br />
Reg.Tribunale di Roma n° 246/99<br />
del 7 Giugno 1999<br />
Sped. abb. post. 45%<br />
art.2 comma 20B L.662/96 Filiale di Roma<br />
DIRETTORE RESPONSABILE<br />
Elio Gallinaro<br />
CAPO REDATTORE<br />
Massimo Maccheroni<br />
SEGRETARIO DI REDAZIONE<br />
Salvatore Fistetto<br />
REDAZIONE<br />
Fabrizio Condè<br />
Viale dell’Arte 16 - <strong>00</strong>144 Roma<br />
Tel. 06.5908.4666<br />
Fax 06.5908.4798<br />
e-mail: notiziario@guardiacostiera.it<br />
COLLABORATORI<br />
Gianluca Bianco - Giovanni Canu<br />
Cosma Cavallo - Margherita D’Ambrosio<br />
Cinzia Geromino - Romano Grandi<br />
Cosimo Nicastro - Gaetano Martinez<br />
Franco G. Persenda<br />
SERVIZI FOTOGRAFICI<br />
Franco Bertoja - Umberto Faraglia<br />
Antonello Forte - Giacomo Giubbilini<br />
Paolo Greca - Paolo Moretti - Luca Silvi<br />
SI RINGRAZIA PER LA COLLABORAZIONE<br />
ENI S.p.a. - Cantieri di Aprilia 2<strong>00</strong>0 S.p.a.<br />
RAI e Sony Pictures Television International<br />
l’Arma dei Carabinieri - Tombolo Resort<br />
Fabrizio Lucarini - il Dipartimento della<br />
Protezione Civile<br />
IDEAZIONE, PROGETTAZIONE GRAFICA<br />
E FOTOLITO:<br />
Graphos s.r.l.<br />
s.s. 158 loc. Pezza zona industriale<br />
81010 Dragoni (CE)<br />
EDIZ., STAMPA E CONC. PER LA PUBBLICITÀ:<br />
<strong>Soc</strong>ietà <strong>Editrice</strong> IMAGO MEDIA<br />
Iscr. n. 1766 R.O.C. presso<br />
l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni<br />
Via Nuova Monte Muto<br />
81016 <strong>Piedimonte</strong> Matese (CE)<br />
Tel. e fax 0823.866710<br />
info@imagomedia.it<br />
Azienda con Sistema Qualità Certificato ISO 9<strong>00</strong>1:2<strong>00</strong>0 da SGS ITALIA<br />
ABBONAMENTI<br />
Italia: annuo € 20 (ridotto € 14)<br />
Estero: annuo € 40 (ridotto € 28)<br />
versamento su c.c.p. n° 15042815<br />
intestato a <strong>Imago</strong> <strong>Media</strong> <strong>Editrice</strong><br />
81016 <strong>Piedimonte</strong> Matese (CE)<br />
2<br />
in questo numero numer<br />
Il “Nautico” 2<strong>00</strong>5<br />
di Massimo Maccheroni<br />
Gente di mare<br />
di Elio Gallinaro<br />
Nei secoli fedele<br />
di Cosimo Nicastro<br />
pag. 22<br />
pag. 6<br />
pag. 14<br />
pag. 18<br />
pag. 26<br />
Con il mare negli occhi:<br />
storie e memorie<br />
di Margherita d’Ambrosio<br />
pag. 9<br />
“L’Uragano” del soccorso<br />
di Franco G. Persenda<br />
Automobili “ecologiche”<br />
di Gianluca Bianco<br />
Articoli, servizi e foto devono essere inviati dagli Autori alla redazione della rivista; anche se non<br />
pubblicati, non vengono restituiti.<br />
Gli articoli investono la diretta responsabilità dell’Autore, rispecchiandone le idee personali.<br />
In copertina: il Ministro Matteoli durante la cerimonia di consegna delle autovetture<br />
alla <strong>Guardia</strong> costiera<br />
ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5
pag. 5 - Editoriale<br />
pag. 67 - Flash<br />
Le piattaforme off-shore<br />
di Gaetano Martinez<br />
pag. 48<br />
pag. 36<br />
pag. 59<br />
La carta vincente<br />
di Giovanni Canu<br />
Rubriche<br />
Bricola d’oro ai custodi<br />
del nostro mare<br />
di Cosma Cavallo<br />
Un grande evento<br />
di Massimo Maccheroni<br />
pag. 44<br />
pag. 31<br />
pag. 52<br />
Campagna informativa per la<br />
pianificazione della sicurezza balneare<br />
di Romano Grandi<br />
La protezione civile italiana<br />
di Rodolfo Giovannini<br />
pag. 63<br />
La Talassoterapia<br />
di Cinzia Geromino<br />
3
editoriale<br />
Emozioni, un insieme di sensazioni e<br />
sentimenti che quotidianamente colpiscono<br />
la nostra mente e il nostro<br />
cuore.<br />
È impossibile pensare di vivere senza emozioni,<br />
perchè queste sono il valore aggiunto dell’essere<br />
umano.<br />
Tutto ciò che accade nel corso della nostra<br />
esistenza è causa di emozioni: notizie, incontri,<br />
eventi o il semplice assistere a qualcosa.<br />
Emozione è ricevere un riconoscimento<br />
importante come la “Bricola d’oro” o incontrare<br />
chi, prima di noi, ha vestito la nostra<br />
stessa divisa portando avanti, con passione e<br />
sacrificio, quelle azioni necessarie a trasformare,<br />
in pochi anni, il Corpo nella realtà<br />
attuale.<br />
Emozione è cavalcare le onde conducendo un<br />
gommone veloce e sicuro come l’Hurricane.<br />
Emozione è partecipare ad un evento come<br />
quello di Trapani, magari riuscendo anche a<br />
salire su una delle imbarcazioni in gara.<br />
Emozione è anche guardare in televisione<br />
uno sceneggiato, o come si dice oggi una fiction,<br />
incentrato sulle attività della <strong>Guardia</strong><br />
costiera.<br />
Ed è un’emozione, una forte emozione,<br />
lasciare il servizio attivo, svolto per quasi una<br />
vita, con il convincimento che quello che è<br />
stato fatto sarà certamente proseguito e sviluppato.<br />
Elio Gallinaro<br />
5
Con il mare negli occhi:<br />
6<br />
In alto: il gruppo dei partecipanti all’incontro. Di lato: l’Ammiraglio Luigi Romani, decano tra i Comandanti Generali del<br />
Corpo durante il suo intervento.<br />
ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5
storie e memorie<br />
DI MARGHERITA D’AMBROSIO<br />
Straordinaria è stata la forza con la<br />
quale gli Ammitagli “anziani” sono<br />
riusciti a commuverci ed a<br />
“darci carica” nel nostro impegno<br />
Ècome quando la sera, terminata la giornata<br />
di cammino, tutti si riunivano intorno<br />
al fuoco. I più anziani cominciavano a<br />
raccontare le loro storie, quelle antiche,<br />
dei padri e dei nonni, e le storie erano<br />
sempre uguali e sempre diverse. Racconti<br />
emozionanti, divertenti, a volte<br />
drammatici, che lasciavano affascinati i<br />
più giovani e che rinvigorivano in loro<br />
l’ entusiasmo.<br />
Così oggi, a Roma, durante l’ incontro<br />
con gli Ammiragli “anziani” del<br />
Corpo delle capitanerie di porto: la<br />
stessa sensazione di far parte di una<br />
continuità, di un ideale comune, di un<br />
progetto unico che ha accomunato tutti<br />
coloro che hanno partecipato a questo<br />
appuntamento.<br />
Espressamente voluto dal Comandante<br />
Generale Ammiraglio Ispettore<br />
Capo (CP) Luciano Dassatti, l’ incontro<br />
è avvenuto il 12 Ottobre scorso<br />
presso la sede del Comando Generale<br />
sulla scia dei festeggiamenti per il 140°<br />
Anniversario del Corpo.<br />
L’ idea di trascorrere qualche ora<br />
insieme a coloro che hanno lasciato il<br />
servizio attivo, è nata “dall’ esigenza di<br />
tutti noi - come ha sottolineato il<br />
Comandante Generale nel saluto d’apertura<br />
- di ritrovarsi, ogni tanto , familiarmente,<br />
ma soprattutto per conferire un<br />
7
In alto: il Comandante Generale, Ammiraglio Luciano Dassatti dà il<br />
benvenuto a tutti i partecipanti.<br />
Al centro: da sinistra verso destra gli ex Comandanti Generali Ammiragli<br />
Ispettori Capo Luigi Romani, Eugenio Sicurezza e Franco Marzio.<br />
In basso: allievi dell’Accademia Navale di Livorno con il Comandante<br />
Generale del Corpo<br />
8<br />
nuovo vigore alle tradizioni delle Capitanerie di porto,<br />
ricordando con questo primo passo a tutto il personale<br />
i valori su cui si fonda la nostra attività”.<br />
A testimoniare la volontà di stabilire questo contatto<br />
tra un passato che è ancora presente e i giovani,<br />
la presenza degli allievi dei corsi normali dell’<br />
Accademia Navale, perché - ha proseguito l’ Ammiraglio<br />
Dassatti - “capiscano quanto sia importante l’<br />
opera di chi li ha preceduti”. “Non solo io, ma tutto<br />
il Corpo continua a considerarvi parte di noi - ha<br />
aggiunto, rivolgendosi, poi, agli Ammiragli - perché<br />
quotidianamente viene ricordato un episodio della<br />
vostra vita che rappresenta un esempio da proporre<br />
e da seguire”.<br />
Dopo aver presentato agli invitati alcune novità<br />
come il nuovo filmato sulle attività delle Capitanerie,<br />
la prossima uscita della fiction “Gente di mare”<br />
e il calendario 2<strong>00</strong>6 fatto di immagini dell’ attività<br />
operativa del Corpo ritoccate artisticamente dall’<br />
Ammiraglio Romanò, la parola è passata al Vice<br />
Comandante Generale ed ai Capi Reparto che hanno<br />
illustrato il nuovo assetto organizzativo e funzionale<br />
del Comando Generale.<br />
Subito dopo la consegna agli ospiti della medaglia<br />
commemorativa coniata in occasione del 140°<br />
Anniversario, l’ Ammiraglio Luigi Romani, il “decano”<br />
tra i presenti, ringraziando a nome di tutti l’<br />
Ammiraglio Dassatti per “la riunione significativa” ,<br />
ha raccontato del Generale di porto Carnino che era<br />
riuscito ad avere i primi mezzi nautici per il Corpo;<br />
della Medaglia d’Oro Michele Fiorillo che aveva<br />
sacrificato la sua vita per salvare due naufraghi; del<br />
Ministro Mannino che con la Legge per la difesa del<br />
mare aveva dato un nuovo impulso ai compiti attribuiti<br />
alle Capitanerie. Ma, ieri come oggi, tutti hanno<br />
fatto la loro parte per contribuire alla crescita del<br />
Corpo . Racconti di vita vissuta personalmente o<br />
tramandati che parlano “di una storia passata del<br />
Corpo, poco conosciuta dai più giovani, che tengono<br />
vivi l’ entusiasmo e la voglia di andare avanti”.<br />
Prima di visitare la nuova centrale operativa del<br />
Comando Generale, tutti si sono ritrovati ad un vin<br />
d’honneur, prolungatosi, a dire il vero, più del dovuto<br />
a causa o, dovremmo dire, grazie alla pioggia, visto<br />
che si è potuto godere di qualche minuto in più per<br />
stabilire quel contatto tra passato e futuro del Corpo.<br />
Piacerebbe a molti che quest’ incontro diventasse<br />
un appuntamento fisso, una tradizione del Corpo<br />
per ritrovarsi ogni tanto in un’ atmosfera familiare e<br />
confrontarsi ma, soprattutto, perché - come ha<br />
ricordato il Comandante Generale rivolgendosi agli<br />
Ammiragli presenti - “voi rappresentate ciò che a noi<br />
è stato passato e che noi passeremo ai giovani, che<br />
dovranno far vivere il nostro motto omnia vincit animus,<br />
la nostra essenza di Corpo delle Capitanerie di<br />
porto”.<br />
ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5
Il “Nautico”<br />
2<strong>00</strong>5<br />
DI MASSIMO MACCHERONI<br />
9
Si può affermare senza troppa paura di sbagliare<br />
che la nautica da diporto in Italia è<br />
nata in contemporanea con il Salone di<br />
Genova e viceversa. In questi 45 anni, grazie<br />
anche alla sensibilizzazione di problemi del settore,<br />
la nautica non è più un “peccato” anzi è<br />
diventata una certezza di sviluppo in cui credere,<br />
un volano di risorse ed il Salone ne è il suo<br />
termometro.<br />
Se da un lato la produzione italiana di<br />
imbarcazioni è cresciuta nel 2<strong>00</strong>4 dell’ 8,7%,<br />
ponendosi come uno dei comparti più attivi<br />
dell’economia del paese, dall’altro si assiste ad<br />
un ulteriore crescita del Salone come area fieri-<br />
10<br />
stica - 290 mila metri quadrati distribuiti su 4<br />
padiglioni, ampie aree all’aperto con la realizzazione,<br />
in soli sei mesi, della nuova darsena<br />
dove sono stati esposti 18 super yacht sino a 45<br />
metri di lunghezza. Il nuovo spazio espositivo<br />
sarà completato da un area a terra che ospiterà<br />
la vip lounge e proseguirà nella Piazza del mare<br />
con gli stand dei cantieri produttori di grandi<br />
imbarcazioni. Salone, quindi, come specchio<br />
della Nautica italiana in tutti i sensi. Un cambiamento<br />
in positivo sottolineato anche dal<br />
Ministro delle infrastrutture e Trasporti Ing.<br />
Pietro Lunardi. “Ogni anno” ha dichiarato il<br />
Ministro in occasione dell’inaugurazione della<br />
ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5
LE CAPITANERIE DI PORTO AL SALONE<br />
Una consuetudine che si rinnova, la partecipazione del Corpo delle Capitanerie di porto al<br />
Salone Internazionale della Nautica.<br />
D’altronde sono proprio gli uomini e le donne della <strong>Guardia</strong> costiera quelli a cui i diportisti si<br />
rivolgono, quotidianamente, per la risoluzione dei problemi sia amministrativi sia pratici.<br />
Giusta e doverosa quindi la presenza nell’ambito di questa importante manifestazione del settore.<br />
Allo stand situato nel padiglione “C” - rinnovato e<br />
per questo ancor più visibile ed accattivante - a<br />
rispondere alle domande delle migliaia di diportisti,<br />
oltre al personale delle Capitaneria di Genova vi<br />
erano, in rappresentanza del Ministero delle<br />
Infrastrutture e Trasporti, impiegati e funzionari<br />
della Direzione Generale della Navigazione, insieme,<br />
militari e civili, oltre a distribuire opuscoli, statistiche<br />
e libri appositamente realizzati per l’occasione,<br />
si sono prodigati a fornire delucidazioni normative<br />
in particolare sul nuovo codice della navigazione<br />
da diporto.<br />
La presenza delle Capitanerie non si è limitata allo<br />
stand. Per il secondo anno è stato presentato il premio<br />
“Navigare Informati”, voluto dall’omonima trasmissione delle reti <strong>Media</strong>set, che rappresenta<br />
ormai da 5 anni, un reale supporto a chi va per mare. Il premio ha la finalità di promuovere<br />
la cultura del mare e quest’anno è stato assegnato tra gli altri al Dr Fulvi, giornalista della<br />
Nazione, all’Ing. Carnevali della Navionix a cui si<br />
deve la prima cartografia elettronica ufficiale ed al<br />
Presidente della Provincia di Genova Dr Repetto<br />
promotore, tra l’altro, dell’Accademia del mare.<br />
Il tutto è stato presentato dal C.V. (CP) Cristiano<br />
Aliperta nella duplice veste di Capo Ufficio<br />
Relazioni Esterne del Comando generale e di conduttore<br />
della stessa trasmissione televisiva.<br />
Durante il consueto incontro con la stampa, il<br />
Comando generale ha divulgato i dati della trascorsa<br />
stagione estiva che ha evidenziato, dalla tipologia<br />
di interventi, quanto sia importante far conoscere,<br />
anche attraverso l’aiuto degli amici della carta stampata,<br />
i corretti comportamenti da tenere in mare.<br />
Un opera di prevenzione peraltro, già avviata dal Comando generale delle Capitanerie di porto<br />
attraverso molteplici strumenti di comunicazione, come il sito internet www.guardiacostiera.it,<br />
pagine dedicate nei televideo, opuscoli informativi, trasmissioni radio-televisive, ma che ha<br />
bisogno della collaborazione di tutti per raggiungere,<br />
capillarmente, ogni strato della cittadinanza.<br />
Infine a cura della Capitaneria di porto di<br />
Genova è stata organizzata, presso lo Stadio del<br />
Mare, una vera e propria parata dei mezzi della<br />
<strong>Guardia</strong> costiera. Gli spettatori hanno potuto<br />
vedere i nuovi pattugliatori della classe Diciotti<br />
- navi polifunzionali da 52 metri con 29 persone<br />
di equipaggio - ammirare le evoluzioni delle<br />
motovedette SAR della classe 8<strong>00</strong> Valentine,<br />
appositamente studiate per il soccorso, la funzionalità<br />
delle nuove motovedette d’altura<br />
della classe 2<strong>00</strong> e la versatilità degli elicotteri Augusta 412 AB “koala”.<br />
11
12<br />
nuova darsena “venendo qui al Salone<br />
Internazionale della Nautica (5ª presenza consecutiva,<br />
un vero record n.d.r.) ho assistito ad<br />
un aumento della superficie espositiva, della<br />
gamma dei prodotti, soprattutto quelli di elevate<br />
qualità, ad un aumento di opportunità di<br />
acquisto per i diportisti con un conseguente<br />
incremento degli espositori”.<br />
A fronte di questa costante crescita del<br />
Salone, che ha visto in questa 45ª edizione esposte<br />
1.950 imbarcazioni con la presenza di 1.531<br />
espositori e 3<strong>00</strong>.<strong>00</strong>0 visitatori, è stata posta, da<br />
parte del Governo un’attenzione particolare per<br />
venire incontro alle reali e giuste esigenze del<br />
comparto. “Merito di questa legislatura” ha puntualizzato<br />
il Ministro Lunardi “è aver dato<br />
immediata interazione tra le esigenze di chi,<br />
direttamente o indirettamente, è legato al<br />
mondo della nautica ed azioni concrete capaci di<br />
darne risposta, quali la Legge sulla nautica da<br />
diporto, il Regolamento sui super yacht, il leasing<br />
sulla nautica e recentemente il Codice della<br />
nautica. Tutto ciò a testimonianza” ha proseguito<br />
il Ministro “di quanto sia ritenuto importante<br />
questo teatro economico”. Una produzione<br />
caratterizzata, però, da due velocità.<br />
L’italian style dei superyacht consolida la sua<br />
posizione di leader mondiale mentre resta ancora<br />
incerto il business legato ai natanti ed alla piccola<br />
e media nautica; è questo il vero traguardo<br />
da conquistare. A proposito il Dr Paolo Vitelli,<br />
presidente di U.C.I.N.A. (la “Confindustria”<br />
degli imprenditori da diporto) è esplicito “La<br />
nautica in Italia deve diventare realmente popolare.<br />
Il piccolo cantiere deve crescere e trasformarsi<br />
in medio, quello medio in grande. Solo in<br />
questo modo” ha evidenziato il Dr. Vitelli “si<br />
potranno abbattere i costi ed allargare il mercato<br />
dei natanti”. Per raggiungere l’obbiettivo è chiamato<br />
in causa anche il Governo a cui si chiede<br />
una riforma fiscale (già in parte presente nel<br />
nuovo codice) che sburocratizzi ancor più e<br />
ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5
idia slancio proprio alla nautica “di tutti i giorni”,<br />
quella delle barche a vela con meno di sette<br />
metri, dei gommoni, dei gozzi e dei piccoli<br />
cabinati.<br />
Al di là dei discorsi è la barca la protagonista<br />
del nautico.<br />
Una vetrina che più di ogni altra manifestazione<br />
del genere, viene scelta per la presentazione<br />
di novità, dai grandi e lussuosi megayacht<br />
alle barche a vela altamente performanti, senza<br />
tralasciare le infinite proposte per la cosiddetta<br />
nautica minore, come i gozzi in pregiato legno<br />
o i gommoni più o meno cabinati o ancora la<br />
vasta gamma di natanti in vetroresina o in alluminio.<br />
Grande spazio è dedicato alle unità a<br />
vela sportive. Si spazia dai piccoli dinghy ed<br />
optimist, che si propongono a prezzi più che<br />
abbordabili tanto da far parlare di “nautica dal<br />
volto umano” alle classi laser, flying junior,<br />
flying dutchman e in qualche modo tutte le<br />
derive che costituiscono l’aspetto sportivo e<br />
forse più affascinante del Nautico.<br />
Barche sicuramente protagoniste di questo<br />
45° Salone Internazionale,ma non solo. Per coloro<br />
che non si possono ancora permettere di realizzare<br />
il sogno ma comunque vogliono portare a<br />
casa un tangibile ricordo, non c’è che l’imbarazzo<br />
della scelta.<br />
Si può spaziare dai libri che trattano rigorosamente<br />
di mare, al vestiario hi tech appositamente<br />
studiato per le esigenze nautiche o, più semplicemente,<br />
ai gadgets di ogni genere agli accessori<br />
- anche i più introvabili - per la nautica. Ed<br />
ancora oggettistica, quadri, utensili e quant’altro<br />
sia legato, anche se alla lontana, alla barca.<br />
Infine il Nautico significa incontro.<br />
Un’occasione unica per ritrovarsi e discutere di<br />
tutto ciò che può essere motivo di approfondimento,<br />
innovazione o critica di questo sempre<br />
più importante settore. Al Teatro del Mare, al<br />
Fiera Congresso o in sala stampa è stato un susseguirsi<br />
di conferenze, dibattiti e presentazioni,<br />
modi diversi, ma sicuramente utili, per vivere e<br />
capire meglio il poliedrico universo mare.<br />
13
14<br />
“L’URAGANO”<br />
DEL SOCCORSO<br />
La componente navale delle Capitanerie di porto si arricchisce<br />
di un nuovo segmento costituito da 15 battelli pneumatici<br />
ZODIAC tipo “HURRICANE 920 IO”. Si tratta di<br />
mezzi che, in virtù delle elevate caratteristiche tecnico – nautiche<br />
e dell’estrema versatilità di impiego, si inseriscono a pieno titolo<br />
nel novero delle migliori unità specialistiche destinate alle attività<br />
di istituto, con particolare riguardo al soccorso sostenibile anche in<br />
presenza di condizioni meteomarine avverse.<br />
Infatti le carene in vetroresina isoftalica a “V” profondo (24°),<br />
in grado di resistere a impatti e decelerazioni pari a 6 G e la particolare<br />
resistenza dei tubolari costituiti da un supporto tessile di<br />
Poliammide da 1880 decitex e da una gommatura di Hypalon<br />
Neoprene, associati ad una velocità che va oltre i 38 nodi, rappre-<br />
DI FRANCO G. PERSENDA<br />
ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5
sentano un vero e proprio “salto di qualità”<br />
nel panorama dei “mezzi minori” del Corpo.<br />
Vieppiù, la strumentazione di bordo standard<br />
prevista per i mezzi minori, è stata arricchita<br />
con l’installazione di un sistema integrato<br />
di scoperta e navigazione (con display a<br />
colori, composto da radar avente portata<br />
nominale di 24 mg., GPS ed ecoscandaglio<br />
con cartografia Navionics Gold XL3), mentre<br />
la motorizzazione è stata resa altamente affidabile<br />
mediante l’impiego di apparato entrofuoribordo.<br />
La prima tranche di nr. 8 battelli, il cui<br />
prototipo è stato preliminarmente testato nel<br />
dicembre 2<strong>00</strong>4 nelle impegnative acque di<br />
Vancouver prospicenti la sede del cantiere<br />
costruttore canadese ZODIAC HURRICA-<br />
NE TECNOLOGY (ZHT), è stata consegnata,<br />
mentre l’intera fornitura sarà perfezionata<br />
entro la primavera del prossimo anno.<br />
Caratteristiche/Dimensioni<br />
Lunghezza f.t. (mt.) 9,14<br />
Lunghezza interna (mt.): 6,55<br />
Largezza f.t. (mt.): 3,18<br />
Larghezza interna (mt.): 1,93<br />
Diametro tubolari (mt.): 0,61<br />
Compartimenti stagni: 7<br />
Peso massimo (Kg.): 5.<strong>00</strong>0<br />
Portata massima (Kg.): 2.5<strong>00</strong><br />
Capacità serbatoi (lt.) 7<strong>00</strong><br />
Prestazioni<br />
Valocità max (Knts): 38<br />
Consumo velocità max 40x2 (lt/h)<br />
Autonomia a 35 Knts: 3<strong>00</strong> mg<br />
Motorizzazione<br />
n. 2 motori da 2<strong>00</strong> HP Volvo Penta del tipo<br />
AD41P/DP (Dual Prop).<br />
15
16<br />
Per i mezzi navali in questione è programmata una<br />
capillare distribuzione sul territorio privilegiando le<br />
isole ed i cosiddetti “sorgitori di frontiera” che maggiormente<br />
necessitano di mezzi altamente<br />
flessibili.<br />
È prevista, altresì, l’assegnazione di un<br />
gommone a Mariscuola La Maddalena per<br />
esigenze formative del personale che ne curerà<br />
la gestione e la conduzione.<br />
In tale ottica dal 19 al 22 luglio 2<strong>00</strong>5<br />
presso la sede della Capitaneria di Porto di<br />
Roma-Fiumicino, a cura della ZODIAC<br />
ITALIA S.r.l., si è svolto un corso di addestramento<br />
a favore di nr. 18 frequentatori<br />
divisi tra personale Np/Pn e Np/Ms.<br />
Al corso hanno preso parte un pilota canadese<br />
della ZHT, particolarmente esperto nella<br />
tecnica di impiego dei gommoni con mare<br />
formato che contempla onde alte anche fino a<br />
10 metri, tipiche dell’Oceano Pacifico, ed un<br />
qualificato tecnico della Volvo Penta Italia che<br />
ha curato la conduzione motoristica dei<br />
mezzi.<br />
Nell’ ambito di questa prima attività formativa,<br />
alle necessarie lezioni teoriche si sono<br />
alternate diverse uscite in mare lungo il litorale<br />
laziale durante le quali i corsisti hanno<br />
avuto la fortuna di “saggiare” le doti nauticooperative<br />
dei gommoni in presenza di mare<br />
mosso.<br />
Particolare attenzione è stata prestata alla<br />
manovra di affiancamento<br />
“underway” ad altra unità navale<br />
a varie andature, che nel caso in<br />
specie è stata la M/V CP 834 di<br />
Compamare Roma.<br />
Opportunamente stimolati,<br />
al termine del corso, i frequentatori<br />
hanno espresso lusinghieri<br />
giudizi sulle qualità del mezzo<br />
navale ricevendo conferma che<br />
“l’Hurricane” è un battello che,<br />
per caratteristiche tecniche generali<br />
e dotazioni, si discosta significativamente<br />
dal gommone<br />
“classico” sinora in dotazione al<br />
Corpo, evidenziando attitudini<br />
all’impiego per l’intero anno<br />
solare.<br />
Battesimo di prestigio per alcuni esemplari dei<br />
mezzi navali in arrivo è stata la manifestazione sportiva<br />
di pre-regata alla 32ª Coppa America tenutasi nelle<br />
acque di Trapani.<br />
In quell’ occasione i gommoni hanno avuto la possibilità<br />
di mettere in mostra le elevate caratteristiche di<br />
duttilità e polifunzionalità.<br />
ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5
La pesca guarda al futuro.<br />
La pesca italiana è impegnata perchè vengano stabilite regole comuni, condivise da tutti i Paesi le cui flotte<br />
operano nel Mar Mediterraneo. L’obiettivo è una “pesca sostenibile”. Un percorso lungo, difficile ma necessario,<br />
che non si potrà compiere senza la volontà di tutti di preservare il patrimonio marino per le generazioni future.
18<br />
GENTE DI MARE<br />
La nuova serie televisiva della RAI dedicata alla <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong><br />
FOTO ©RAI E SONY PICTURES TELEVISION INTERNATIONAL<br />
ALL RIGHTS RESERVED<br />
DI ELIO GALLINARO<br />
ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5
Dopo diversi anni di proposte, contatti,<br />
ecc, Gente di mare è la<br />
prima serie televisiva incentrata<br />
sull’attività della <strong>Guardia</strong> costiera italiana.<br />
Questa è anche la prima volta che la divisa<br />
della Marina Militare appare in una fiction.<br />
Gente di mare è la prima serie tv interamente<br />
girata in alta definizione, con<br />
riprese anche subacquee.<br />
La location è ambientata in Calabria,<br />
principalmente a Tropea e dintorni, con<br />
paesaggi particolarmente d’effetto. Alcuni<br />
interni sono stati girati a Roma nel periodo<br />
invernale.<br />
La serie è articolata in 24 episodi da 50<br />
minuti che saranno messi in onda in 12<br />
prime serate (due episodi per serata) su<br />
RaiUno ed è prodotta dalla Sony Pictures<br />
Television International e dalla Palomar<br />
Endemol in collaborazione con Rai<br />
Fiction.<br />
Gente di mare<br />
CAST ARTISTICO<br />
Lorenzo Crespi<br />
Angelo Sammarco<br />
Vanessa Gravina<br />
Margherita Scanò<br />
Frank Crudele<br />
Pietro Melluso<br />
Giada Desideri<br />
Elena Dapporto<br />
Giuseppe Zeno<br />
Tony Amitrano<br />
Antonio Milo<br />
Sante Lo Foco<br />
Domenico Fortunato<br />
Mario Zannoni<br />
Miriam Catania<br />
Gloria Duilio<br />
Alessandro Lucente<br />
Paolo Zannoni<br />
Davide Ricci<br />
Luca Rebecchi<br />
Tiziana Lodato<br />
Sofia Amitrano<br />
Rosa Pianeta<br />
Viviana Amitrano<br />
Eva Deidda<br />
Marina Cataldo<br />
Francesco Siciliano<br />
Giorgio Bonanni<br />
Massimo De Lorenzo<br />
Vincenzo Culicchia<br />
Dario Costa<br />
Guido Fontana<br />
Cosimo Cinieri<br />
Ammiraglio Cordari<br />
e con Eros Pagni<br />
Carmine Amitrano<br />
In apertura l’attore protagonista delle serie<br />
Lorenzo Crespi che interpreta il Tenente di Vascello<br />
(CP) Angelo Sammarco e le protagoniste<br />
Vanessa Gravina (dott.ssa Margherita Scanò) e<br />
Giada Desideri (Tenente di Vascello Elena Dapporto)<br />
19
Il titolo della serie Gente di mare, riporta naturalmente<br />
alla memoria la canzone di Raf e Tozzi, le<br />
cui parole suscitano ancora per chi lavora e vive sul<br />
mare forti emozioni. Ma in realtà con tale titolo<br />
viene indicato tutto il settore che gravita sul mare:<br />
dai marittimi ai pescatori, dai lavoratori portuali agli<br />
ormeggiatori, ai piloti per comprendere anche chi<br />
va per mare per sport o per diporto. “Gente di<br />
mare” appunto che, come vedremo nel corso delle<br />
puntate, si contrappone sentimentalmente alla<br />
“gente di terra”.<br />
Gente di mare racconta casi di forte attualità -<br />
come il dramma degli sbarchi di clandestini sulle<br />
nostre coste, il rischio di distruzione dei nosri fondali<br />
o delle riserve marine biologiche tramite inquinamento<br />
o con mezzi di pesca illegale - e quelle piccole<br />
ma coinvolgenti vicende che fanno parte dell’attività<br />
quotidiana della <strong>Guardia</strong> costiera, evidenziando<br />
l’umanità e la passione del personale: un<br />
bambino disperso in mare, un surfista in difficoltà,<br />
un sub investito da un motoscafo lanciato a tutta<br />
velocità.<br />
Ed è proprio la trattazione di questi argomenti,<br />
che interessano chi va per mare, il motivo principale<br />
del supporto che la <strong>Guardia</strong> costiera ha fornito<br />
alla produzione.<br />
Infatti affrontare tematiche sulla sicurezza della<br />
navigazione, sulla balneazione, sulla tutela dell’ambiente<br />
marino, coinvolgendo milioni di telespettatori,<br />
costituisce un insolito ed ottimo mezzo per evi-<br />
20<br />
denziare comportamenti pericolosi e quindi contribuire<br />
alla prevenzione di incidenti a mare e, al<br />
tempo stesso, alla diffusione di una cultura marinaresca,<br />
obiettivo principale delle campagne promozionali<br />
promosse dal Corpo delle Capitanerie di<br />
porto. Il cuore della serie è costituito da una storia<br />
che si sviluppa nell’arco dei 26 episodi ed ha per<br />
protagonista Angelo Sammarco, giovane e brillante<br />
ufficiale della <strong>Guardia</strong> costiera. Nel primo episodio,<br />
Sammarco viene trasferito in Calabria, dov’è nato e<br />
cresciuto, per collaborare all’indagine su un caso<br />
particolarmente delicato: infatti la Magistratura<br />
sospetta che l’assassino di una donna ritrovata in<br />
mare sia il Tenente di Vascello Giacomo Onorato,<br />
comandante dell’ufficio circondariale marittimo<br />
(Circomare) di Tropea. Angelo sa che il suo ritorno<br />
a Tropea non è privo di conseguenze. È lì che ha trascorso<br />
la sua infanzia, è li che ha conosciuto l’amicizia<br />
crescendo fianco a fianco di Toni e Sofia, i figli<br />
di Carmine Amitrano, amico intimo del padre di<br />
Angelo. È li che ha conosciuto il dolore, quando a<br />
sedici anni ha perso il padre, scomparso in mare in<br />
circostanze misteriose; è lì che ha conosciuto il<br />
distacco, quando il giudice per i minori decise che<br />
Angelo sarebbe cresciuto con i suoi parenti a<br />
Genova; è lì che ha conosciuto l’amore, quello per<br />
Margherita, che adesso è medico a Tropea ed opera<br />
anche in ambito marittimo. Angelo vorrebbe che<br />
l’incarico fosse affidato a qualcun altro: ha paura di<br />
tornare a fare i conti con il proprio passato, un passato<br />
con cui ha tagliato i ponti appena arrivato a<br />
Genova. Ma l’Ammiraglio Cordari, da cui dipende,<br />
è irremovibile: il Tenente di Vascello Sammarco,<br />
proprio per il fatto che è nato e cresciuto in quei<br />
luoghi potrebbe essere facilitato nel suo compito, è<br />
l’ufficiale più adatto. Il comandante Onorato viene<br />
ucciso, ma Angelo riesce a provarne l’innocenza e ne<br />
riabilita la memoria. L’indagine si rivela però molto<br />
più complessa di quanto sembrasse e nasconde ulteriori<br />
segreti. L’amore ritrovato con Margherita, il<br />
rapporto stretto che lo lega alla famiglia Amitrano<br />
nonché il desiderio di conoscere fino in fondo la<br />
verità sul caso Onorato, spingono Angelo a rinunciare<br />
almeno per il momento alla sua passione per<br />
l’oceanografia e a chiedere all’Ammiraglio Cordari<br />
di confermarlo al comando del Circomare Tropea.<br />
Ormai inseritosi nel nuovo gruppo di lavoro,<br />
Angelo si impegna nelle attività del Circomare ed<br />
affronta il lavoro quotidiano con la sua consueta<br />
passione, senza mai perdere di vista l’indagine aperta<br />
dalla morte di Onorato.<br />
Nel corso degli episodi, Angelo scopre che dietro<br />
la morte del Comandante Onorato si cela un pericoloso<br />
traffico di sostanze tossiche. Capire chi c’è<br />
dietro questo traffico significherà per Angelo risolvere<br />
anche il buco nero della sua infanzia, la scom-<br />
ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5
parsa misteriosa del padre. Ma quello che scoprirà<br />
sconvolgerà i suoi affetti e le sue sicurezze fin nel<br />
profondo.<br />
Regia<br />
Scritto da<br />
Da un’idea di:<br />
Gente di mare<br />
Cast tecnico<br />
Alfredo Peyretti,<br />
Vittorio De Sisti<br />
Giordano Raggi<br />
Roberto Jannone<br />
Leonardo Fasoli<br />
Salvatore De Mola<br />
Massimo Bavastro<br />
Paolo Calissano<br />
Mauro Graiani<br />
Maurizio Gregorini<br />
Roberto Leoni<br />
Produzione esecutiva Claudio Mancini<br />
Regia 2ª unità e riprese subacquee Jake Jakobson<br />
Fotografia<br />
Stefano Ricciotti<br />
Nino Celeste<br />
Marcello Montarsi<br />
Scenografia Luciano Riccieri<br />
Costumi Fulvia Amendolia<br />
Musica Andrea Guerra<br />
Casting Rita Forzano<br />
Montaggio<br />
Claudio Cutrì<br />
Patrizia Ceresani<br />
Consulente editoriale Guido Giusti<br />
Produttori RAI<br />
Teresa Bono<br />
Erica Pellegrini<br />
Prodotto da Carlo Degli Esposti<br />
Ufficio stampa RAIFiction<br />
NI.CO sas<br />
Nicoletta Strazzeri<br />
Gente di mare<br />
Umberto Tozzi & Raf<br />
Raf - G.Bigazzi - U.Tozzi (1987)<br />
A noi che siamo gente di pianura<br />
navigatori esperti di citta’<br />
il mare ci fa sempre un po’ paura<br />
per quell’idea di troppa libertà.<br />
Eppure abbiamo il sale nei capelli<br />
del mare abbiamo le profondità<br />
e donne infreddolite negli scialli<br />
che aspettano che cosa non si sa.<br />
Gente di mare<br />
che se ne va<br />
dove gli pare<br />
dove non sa.<br />
Gente che muore<br />
di nostalgia<br />
ma quando torna<br />
dopo un giorno muore<br />
per la voglia di andare via.<br />
E quando ci fermiamo sulla riva<br />
lo sguardo all’orizzonte se ne va<br />
portandoci i pensieri alla deriva<br />
per quell’idea di troppa libertà.<br />
Gente di mare<br />
che se ne va<br />
dove gli pare<br />
dove non sa.<br />
Gente corsara che non c’è’ più<br />
gente lontana che porta nel cuore<br />
questo grande fratello blu.<br />
Al di là del mare<br />
c’è qualcuno che<br />
c’è qualcuno che non sa<br />
niente di te.<br />
Gente di mare<br />
che se ne va<br />
dove gli pare<br />
dove non sa.<br />
Noi prigionieri in questa città<br />
viviamo sempre di oggi e di ieri<br />
inchiodati dalla realtà...<br />
e la gente di mare va.<br />
Nella pagina affianco, dall’alto in basso: l’attrice Tiziana Lodato e l’attore<br />
Eros Pagni che interpretano Sofia e Carmine Amitrano e i due<br />
marescialli Lo Foco e Melluso interpretati da Antonio Milo e Frank<br />
Crudele e in questa pagina alcune sequenze della fiction.<br />
21
Automobili “ecologiche”<br />
Consegnate dal Ministero dell’Ambiente 60 autovetture alla <strong>Guardia</strong> costiera<br />
Da oggi la vigilanza e la protezione dell’ambiente<br />
marino costiero potrà contare<br />
su nuovi e validi alleati.<br />
Ventotto “Land Rover Defender 90 SW<br />
TD5” e trentadue “Toyota Prius Hybrid<br />
Synergy Drive” commissionate dal Ministero<br />
dell’Ambiente e della Tutela del Territorio<br />
rispettivamente a Land Rover Italia S.p.A. e<br />
Toyota Motor Italia S.p.A. sono state consegnate<br />
al Corpo delle Capitanerie di porto al fine di<br />
dotarlo di adeguati strumenti per l’espletamento<br />
delle attività di vigilanza nelle aree marine protette<br />
istituite nei Compartimenti marittimi.<br />
Alla cerimonia di consegna, svoltasi nel piazzale<br />
antistante la sede del Ministero<br />
dell’Ambiente e alla quale erano presenti<br />
il Comandante Generale del<br />
Corpo delle Capitanerie di porto,<br />
Ammiraglio Ispettore Capo (CP)<br />
Luciano Dassatti, e i rappresentanti del<br />
Reparto Ambientale Marino, è intervenuto<br />
il Ministro dell’Ambiente, On.<br />
Altero Matteoli, ed il Direttore<br />
Generale per la Protezione della Natura<br />
Dott. Aldo Cosentino.<br />
Il Ministro ha evidenziato l’importanza<br />
del risultato conseguito, “rilevante,<br />
perché inquadrato nell’ottica di una<br />
sempre più efficace collaborazione isti-<br />
tuzionale tra Amministrazioni, tesa a<br />
svolgere in primis un’opera di prevenzione<br />
ambientale, nei confronti degli<br />
8<strong>00</strong>0 km di costa del nostro Paese”.<br />
Difatti, con il potenziamento della<br />
rete delle aree marine protette, oggi ben ventiquattro,<br />
le attività di sorveglianza, oltre a passare<br />
attraverso l’impiego della componente aereonavale<br />
del Corpo, necessitano di un monitoraggio<br />
congiunto con la componente terrestre, a<br />
volte forse trascurata ma sicuramente non meno<br />
importante.<br />
In questa direzione l’Ammiraglio Dassatti nel<br />
suo intervento ha ringraziato il Ministro, evidenziando<br />
i dati fondamentali relativi all’attività<br />
svolta dal Corpo nell’arco del 2<strong>00</strong>5 ”10.<strong>00</strong>0 ore<br />
di moto con le unità navali della <strong>Guardia</strong> costiera,<br />
733 navi commerciali controllate ai fini della<br />
tutela dell’ambiente, 8<strong>00</strong> km di spadare seque-<br />
DI GIANLUCA BIANCO<br />
strate, non rappresentano un punto d’arrivo, ma<br />
devono essere un nuovo punto di partenza verso<br />
la prevenzione e tutela dell’ambiente marino.”<br />
Le autovetture consegnate presentano peculiarità<br />
rilevanti, che ne hanno determinato la<br />
scelta. Il modello Prius di Toyota utilizza un<br />
funzionamento “ibrido multimodale” in cui il<br />
motore elettrico (con batterie auto ricaricabili) e<br />
il motore a benzina lavorano in completa sinergia,<br />
garantendo ottime prestazioni, consumi di<br />
carburante ridotti e soprattutto riduzione delle<br />
sostanze inquinanti a livelli da primato. Ciò rappresenta<br />
un ottimo modello di versatilità,<br />
importante ai fini di un efficiente utilizzo all’interno<br />
delle aree marine protette. Per quanto<br />
In apertura il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio Altero Matteoli<br />
con a sinistra l’Ammiraglio Ispettore Capo (CP) Luciano Dassatti, Comandante Generale<br />
del Corpo delle Capitanerie di porto ed a destra il Direttore Generale per la Protezione<br />
della Natura dott. Aldo Cosentino durante la cerimonia di consegna.<br />
In alto panoramica delle vetture.<br />
riguarda la scelta del Land Rover Defender, la<br />
sua tradizione è già garanzia e il suo impiego in<br />
percorsi impervi lo rende quanto mai adatto a<br />
compiti di sorveglianza e pattugliamento.<br />
Oggi, a seguito del risultato conseguito, c’è<br />
la consapevolezza di dover intensificare il ruolo<br />
del Reparto Ambientale Marino e delle<br />
Capitanerie di porto, nel perseguimento degli<br />
obiettivi istituzionali del Ministero<br />
dell’Ambiente e della Tutela del Territorio.<br />
Solo attraverso l’unione di intenti, attuati con<br />
valide sinergie, sarà possibile preservare il valore<br />
inestimabile di quegli angoli di paradiso rappresentati<br />
dalle aree marine protette.<br />
23
24<br />
“Toyota Prius Hybrid Synergy Drive”<br />
Un motore elettrico, uno a benzina, un generatore e…niente spine!<br />
Il Toyota Hybrid System della Prius basa il suo principio di funzionamento su due componenti<br />
elettrici (un motore ed un inverter per la regolazione della tensione) ed un propulsore<br />
a benzina, “orchestrati” da una sofisticata centralina elettronica: il “cuore” elettrico, oltre<br />
a spingere l’automobile, ha il compito di recuperare l’energia nelle fasi di frenata trasferendola<br />
al pacco batterie che pesa solamente 39 kg. Niente spine, dunque: Prius fa tutto da sola.<br />
Scendendo nel dettaglio, l’unità elettrica è in grado di fornire 68 CV e 4<strong>00</strong> Nm di coppia<br />
massima alimentata a 5<strong>00</strong>V a emissioni zero con batterie che si autoricaricano, mentre il<br />
propulsore a benzina da 1.5 litri, dotato di fasatura variabile, eroga 78 CV e 115 Nm di coppia.<br />
Un totale che per alcuni istanti può toccare i 146 CV ma soprattutto 515 Nm di coppia<br />
massima, gestiti non solo dall’elettronica ma anche da una meccanica sofisticata e da un<br />
cambio automatico CVT di ultima generazione.<br />
Le prestazioni sono di tutto rispetto: Prius arriva a 1<strong>00</strong> km/h partendo da ferma in appena<br />
10.9 secondi, facendo registrare 170 km/h di velocità massima.<br />
Quindi è un auto con due anime che lavorando in sinergia fornisce le migliori prestazioni e i<br />
consumi più bassi garantendo sempre il minimo impatto ambientale.<br />
Ha il primato nella riduzione delle sostanze inquinanti e l’emissione di particolato è azzerata.<br />
L’emissione di anidride carbonica è invece ai livelli di una city car e le emissioni di idrocarburi<br />
e di ossidi di azoto è inferiore a quella di qualsiasi motore a benzina esistente.<br />
Gli allestimenti delle 32 Toyota Prius sono i seguenti:<br />
4 Toyota Prius Hybrid Synergy Drive con vernice metalizzata, navigatore satellitare full<br />
map(DVD) vivavoce con connessione telefonica e comandi al volante e faro strobo magnetico<br />
collegato all’accendisigari;<br />
28 Toyota Prius Hybrid Synergy Drive con vernice metalizzata, navigatore satellitare e allestimento<br />
consistente in:<br />
<strong>•</strong> apparato radiotelefonico veicolare VHF/FM modello Sailor RT 48<strong>00</strong> con antenna veicolare<br />
modello Grauta VH-2AN;<br />
<strong>•</strong> faro strobo magnetico;<br />
<strong>•</strong> scritte autoadesive;<br />
<strong>•</strong> sirena bitonale tradizionale.<br />
ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5
“Land Rover Defender 90 SW TD5”<br />
Land Rover è l´azienda leader nel mondo nel settore della trazione integrale e la<br />
Defender è il suo fuoristrada migliore. La Defender rappresenta l´unione imbattibile tra<br />
la tradizione Land Rover e le tecnologie più avanzate.<br />
La trazione integrale permanente garantisce una trasmissione continua della potenza<br />
a tutte e quattro le ruote, indipendentemente dal fatto che si stia guidando su strada<br />
o fuoristrada. Poiché non è necessario alternare la trazione su due o quattro ruote in<br />
base al mutare delle condizioni, la corsa di una Defender resta sempre sicura e inarrestabile.<br />
La Defender è in grado di superare pendenze di 45°grazie al suo angolo d´attacco e di<br />
uscire da pendenze di 50° grazie al suo angolo d´uscita. E con una profondità di guado<br />
pari a 5<strong>00</strong> mm, chi è al volante di una Defender ha la situazione sempre sotto controllo.<br />
A qualsiasi regime di marcia il controllo della coppia motore è sempre garantito dalla<br />
robusta scatola di rinvio a due rapporti. Oltre ad avere maggiore controllo, in questo<br />
modo il conducente può anche sfruttare tutta la flessibilità di dieci marce in avanti e<br />
due indietro.<br />
In condizioni di guida fuoristrada particolarmente difficili, il differenziale centrale può<br />
essere bloccato per impedirne l´azione e ripartire la potenza su ciascun assale in parti<br />
uguali: questo garantisce una trazione ottimale su terreno non compatto, fango, ghiaccio<br />
o neve.<br />
Il cuore della Defender è rappresentato da un potente motore diesel da 2.5 litri Td5,<br />
messo a punto in maniera specifica per tragitti fuoristrada. Grazie ad una coppia di 3<strong>00</strong><br />
Nm a 1950 giri/min.<br />
Inoltre in normali condizioni di guida su strada, quando si desidera una risposta immediata<br />
dell´acceleratore, il motore Td5 sfrutta la funzione FTC (Fast Throttle Control),<br />
che mette a disposizione gran parte della potenza motore nel 30% iniziale della corsa del<br />
pedale. Tuttavia, quando viene selezionato un rapporto basso, l´acceleratore ritorna ad<br />
un´impostazione di corsa lunga per permettere di dosare la potenza fuoristrada.<br />
I ventotto Land Rover consegnati sono dotati di apparato radiotelefonico veicolare<br />
VHF/FM modello Sailor RT 48<strong>00</strong> con antenna veicolare modello Grauta VH-2AN.<br />
25
LENEI SECOLI FEDELEN<br />
26<br />
Un motto che identifica, per tutti gli italiani, l’Arma dei Carabinieri<br />
quarta Forza Armata dello Stato<br />
Era il 14 luglio del 1814 quando il Re di<br />
Sardegna, Vittorio Emanuele I di Savoia,<br />
istituì i Carabinieri reali.<br />
Con quell’atto volle costituire uno strumento<br />
che garantisse al suo regno condizioni di vita<br />
pacifiche e ordinate. Gli obiettivi perseguiti con<br />
l’istituzione dei Carabinieri comportavano criteri<br />
di arruolamento severi e selettivi, che voleva-<br />
DI COSIMO NICASTRO<br />
no gli appartenenti all’Arma scelti, fra i militari<br />
“per buona condotta e saviezza d’istinti” e che<br />
sapessero leggere e scrivere correntemente. Gli<br />
ufficiali erano tratti in prevalenza dalla Cavalleria,<br />
allora Arma fondamentale e di maggior prestigio<br />
dell’esercito.<br />
Le turbolenti vicende storiche del Regno di<br />
Sardegna non tardarono a mettere alla prova la<br />
ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5
EISECOLIFEDELENEISEC<br />
neonata Arma, che si<br />
distinse in ogni occasione.<br />
Per le ripetute prove di<br />
fedeltà e di efficienza i<br />
Carabinieri divennero la<br />
scorta del re quando questi<br />
partecipava alle operazioni<br />
militari. In occasione della<br />
battaglia di Pastrengo (il<br />
30 aprile 1848) furono<br />
proprio i tre squadroni dei<br />
Carabinieri che accompagnavano<br />
re Carlo Alberto<br />
di Savoia ad impedire, con<br />
una carica disperata, che il<br />
sovrano fosse fatto prigioniero.<br />
In tutte le vicende<br />
successive, dalla formazione<br />
dello Stato italiano, alle<br />
due guerre mondiali, alle<br />
situazioni più difficili e più<br />
dolorose della sua storia,<br />
per ricordare le ultime,<br />
quali l’avvento delle Brigate<br />
Rosse, l’insorgere di<br />
strutture criminali altamente<br />
organizzate e spregiudicatamente<br />
aggressive,<br />
alle diverse calamità naturali<br />
che hanno colpito la<br />
penisola a partire dagli<br />
anni 1960, i carabinieri<br />
sono stati una presenza<br />
rassicurante ed efficace e<br />
hanno pagato un altissimo<br />
prezzo in vite umane nell’adempimento,<br />
spesso tragicamente<br />
difficile, dei compiti loro affidati.<br />
Quasi due secoli di storia non hanno sostanzialmente<br />
modificato le caratteristiche fondamentali<br />
dell’Arma dei Carabinieri che, oggi<br />
come allora, come recita il suo regolamento<br />
organico, “[...] vegliano al mantenimento dell’ordine<br />
pubblico, alla sicurezza dei cittadini, alla<br />
loro incolumità e alla tutela della proprietà;<br />
curano l’osservanza delle leggi e dei regolamenti<br />
generali e speciali dello Stato, delle Regioni, delle<br />
Provincie e dei Comuni; prestano soccorso in<br />
caso di pubblici e privati infortuni. Una vigilanza<br />
attiva, non interrotta e l’azione repressiva<br />
costituiscono l’essenza della loro missione...”.<br />
La necessità di fare fronte a questi compiti in<br />
situazioni storicamente mutevoli ha portato l’Arma<br />
ad assumere l’attuale struttura che comprende,<br />
oltre al Comando generale, un’organizzazio-<br />
ne capillare sul territorio, che dispone di circa<br />
cinquemila stazioni, seicento comandi di compagnia,<br />
comandi provinciali, regionali e cinque<br />
divisioni. Tale organizzazione consente ai Carabinieri<br />
di acquisire quel patrimonio informativo<br />
e fornire alle autorità un quadro sempre molto<br />
preciso della situazione, indicando tempestivamente<br />
pericoli ed emergenze, dalle catastrofi<br />
naturali alle infiltrazioni mafiose, allo spionaggio<br />
militare. La disponibilità di una gamma articolatissima<br />
di strumenti operativi consente, poi, un<br />
primo intervento di elevato livello qualitativo.<br />
Questa condizione peculiare rende i carabinieri<br />
una presenza originale e irripetibile nel panorama<br />
della difesa della comunità, che svolge un’opera<br />
enorme al servizio della Giustizia.<br />
L’Arma dispone, per garantire il perfetto funzionamento<br />
di una così delicata e complessa<br />
organizzazione, di istituti di formazione che preparano<br />
adeguatamente i futuri Carabinieri di<br />
27
28<br />
ogni grado. Vi sono poi i battaglioni, reparti di<br />
notevole consistenza numerica, impiegati in particolari<br />
esigenze di ordine pubblico di difesa e di<br />
supporto alla territoriale, come ad esempio il primo<br />
battaglione Carabinieri paracadutisti Tuscania,<br />
a cui sono affidati compiti particolarmente<br />
delicati e in zone di difficile controllo, come le<br />
missioni militari all’estero. Il quadro è completato<br />
con il servizio aereo che ha numerosi nuclei<br />
elicotteri distribuiti sull’intero territorio nazionale,<br />
con il Centro Carabinieri Investigazioni<br />
Scientifiche, che provvede a dare l’apporto delle<br />
più avanzate tecnologie alle indagini di polizia e<br />
con una serie di nuclei specializzati nella tutela<br />
del patrimonio artistico, nella repressione delle<br />
frodi comunitarie, nella difesa dell’ambiente,<br />
contro le sofisticazioni e le violazioni delle norme<br />
sanitarie, contro il falso monetario. Vanno, infine,<br />
ricordati il Reggimento Carabinieri a cavallo<br />
che, oltre a mantenere in vita le tradizioni della<br />
Cavalleria, ultimo reparto realmente a cavallo<br />
delle forze armate dello Stato italiano, viene<br />
impiegato per le attività istituzionali in contesti<br />
geografici ove il cavallo costituisce ancora un<br />
mezzo di trasporto senza alternative, ed il Reggimento<br />
Corazzieri, che ha compiti di scorta e rappresentanza<br />
al Capo dello Stato. A queste molteplici<br />
esigenze ha voluto rispondere la legge n.78<br />
del 31 marzo 2<strong>00</strong>0, che ha attribuito un compiuto<br />
riconoscimento al ruolo storicamente svolto<br />
dall’Arma, collocandola ordinativamente, con il<br />
rango di Forza Armata, alle dirette dipendenze<br />
del Capo di Stato Maggiore della Difesa e puntualizzandone<br />
formalmente i compiti militari.<br />
La componente navale<br />
Nel corso del 1956 il Comando Generale dell’Arma<br />
dei Carabinieri prospettò al Ministero<br />
della Difesa Marina la necessità di disporre di<br />
propri motoscafi soprattutto allo scopo di svolgere<br />
perlustrazioni costiere per sorvegliare i movimenti<br />
di natanti e di persone lungo la costa, per<br />
impedire espatri ed ingressi clandestini di armi<br />
via mare, per i rastrellamenti da mare in concomitanza<br />
con quelli da terra e per le altre eventuali<br />
esigenze di sicurezza proprie del servizio dell’Arma.<br />
Alla fine del 1957 i natanti necessari alle esigenze<br />
operative dell’Arma furono fissati in 6<br />
moto-imbarcazioni da mt. 14 e 12 motoscafi da<br />
mt. 6 e nel 1958 l’Arma dei Carabinieri fu autorizzata<br />
ad innalzare, sui propri natanti a motore,<br />
nei servizi di polizia marittima, lacuale e fluviale<br />
e di rappresentanza, la bandiera navale della<br />
Marina Militare.<br />
ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5
Le prime unità vennero dislocate: a Trieste,<br />
Taranto, Palermo, Genova, Livorno.<br />
Successivamente, nel novembre 1969, avvertita<br />
la necessità di unificare, sotto il profilo addestrativo<br />
e tecnico, l’attività del personale addetto<br />
ai natanti dell’Arma, il Comando Generale istituì<br />
nella propria sede il “Servizio Navale”, che attualmente<br />
rappresenta l’insieme degli organi direttivi,<br />
di comando ed esecutivi diretto allo svolgimento<br />
dei compiti istituzionali dell’Arma dei Carabinieri<br />
nelle acque interne, nel mare territoriale, nella<br />
zona di vigilanza doganale e, limitatamente alle<br />
azioni consentite dalle convenzioni internazionali<br />
ratificate dallo Stato italiano, in alto mare.<br />
L’ufficio del Servizio Navale estrinseca la sua<br />
azione attraverso la Sala Operativa del Comando<br />
Generale dell’Arma. I Comandi di Divisione, di<br />
Regione e i Comandi Provinciali hanno funzioni<br />
ispettive e di coordinamento. I comandi intermedi<br />
e quelli di Stazione svolgono funzioni operative<br />
Il Servizio Navale dell’Arma si articola in:<br />
<strong>•</strong> un Ufficio dei Servizi “Aereo e Navale”, con<br />
funzioni direttive, addestrative, ispettive, logistiche<br />
e di consulenza tecnica;<br />
<strong>•</strong> un Servizio di superficie con Motovedette<br />
(166 in linea) ubicate su tutto il territorio<br />
nazionale, di cui n. 71 d’altura (2 lacuali), n.<br />
67 costiere (16 lacuali), n. 28 lagunari e Battelli<br />
pneumatici, circa 34 unità, impiegati<br />
quali supporti integrativi della capacità operativa<br />
delle motovedette;<br />
<strong>•</strong> un Servizio Subacqueo composto da 82 militari<br />
specializzati “operatori subacquei” articolato<br />
su: 1 Centro Subacquei (a Genova) e 8<br />
Nuclei operativi subacquei dislocati in Genova<br />
(2 nuclei), Trieste, Roma, Napoli, Taranto,<br />
Cagliari e Messina.<br />
Allo scopo di consentire al personale del Servizio<br />
Navale dell’Arma di operare in circostanze<br />
particolari ove non è possibile intervenire con le<br />
unità tradizionali per motivi legati alle condizioni<br />
orografiche (bassi fondali, coste ripide e scoscese,<br />
mancanza di approdi), gli equipaggi delle<br />
motovedette dislocate nelle zone più impegnate<br />
operativamente sono stati dotati di battelli pneumatici<br />
a carena rigida, quali strumenti integrativi<br />
delle capacità dell’unità stessa. L’Arma dei<br />
Carabinieri ha in avanzata fase di sperimentazione<br />
una nuova motovedetta classe “7<strong>00</strong>”. È un mezzo<br />
di medie dimensioni, lungo circa 13 mt con larghezza<br />
di 4 mt. Grazie alle nuove tecnologie sviluppate<br />
per le applicazioni navali il nuovo mezzo, stilisticamente<br />
vicino alla classe “8<strong>00</strong>”, può contare su<br />
dotazioni di elevato standard qualitativo ed alto<br />
contenuto tecnologico.<br />
Sostanzialmente i compiti non sono cambiati<br />
dalla sua istituzione anche se, nel corso del tempo,<br />
se ne sono aggiunti nuovi quali il concorso<br />
nel contrasto dell’immigrazione clandestina via<br />
mare, la tutela delle risorse ambientali, scenari<br />
operativi che vedono spesso il coinvolgimento<br />
anche delle Unità Specializzate dei Carabinieri<br />
per la Tutela dell’Ambiente, per la Sanità, per la<br />
Tutela del Patrimonio Culturale.<br />
Il piu’ importante reparto di superficie è il<br />
Nucleo Natanti di Venezia, inquadrato organicamente<br />
nel Reparto Operativo del Comando Provinciale<br />
dell’omonima città.<br />
Comprende n. 60 militari, Comandanti di<br />
Motovedette, e n. 28 unità navali. Effettua servizio<br />
radiomobile nel capoluogo Veneziano,<br />
assicurando all’Arma, attesa la particolarità della<br />
città lagunare, la mobilità necessaria per l’espletamento<br />
dei compiti istituzionali. La flottiglia del<br />
Nucleo è costituita da tutte le classi di Motovedette.<br />
In particolare si evidenzia la classe 1<strong>00</strong>, veloci<br />
motoscafi ad idrogetto concepiti per il Pronto<br />
Intervento, in grado di raggiungere i canali cittadini<br />
più stretti e le zone lagunari a bassi fondali.<br />
La classe 3<strong>00</strong> è invece costituita da imbarcazioni<br />
veloci con propulsione ad elica, destinate al trasporto<br />
logistico ed operativo del personale.<br />
Presso ogni Comando di Regione Carabinieri<br />
è stata istituita la figura del Coordinatore dei<br />
29
mezzi navali Regionali il quale ha il compito di<br />
soddisfare le varie esigenze di natura tecnicooperativa,<br />
logistica ed addestrativa.<br />
Gli equipaggi delle motovedette sono costituiti<br />
da Ispettori, destinati al comando di unità<br />
navali d’altura; Brigadieri, Appuntati e Carabinieri<br />
sono Capi motoristi e prodieri sulle unità<br />
d’altura e costiere. Di queste ultime assumono il<br />
comando.<br />
Gli Ufficiali destinati al comando del Nucleo<br />
Natanti di Venezia, reparto complesso e dotato<br />
di varie classi di Motovedette, conseguono la<br />
specializzazione presso l’Accademia Navale di<br />
Livorno e - successivamente - acquisiscono il<br />
Brevetto di “comandanti di MV d’altura”.<br />
30<br />
Personale specializzato<br />
Ufficiali 2<br />
Ispettori 190<br />
Brigadieri, Appuntati e Carabinieri 478<br />
Nel 1953 l’Arma dei Carabinieri, avvertendo<br />
l’esigenza di disporre in proprio di operatori<br />
subacquei da impiegare al fine di soddisfare piu’<br />
compiutamente le molteplici esigenze d’istituto,<br />
costituì nelle città di Genova e Napoli i primi<br />
due Nuclei Carabinieri Subacquei.<br />
In principio i militari, pur continuando ad<br />
essere impiegati nel normale servizio, venivano<br />
di volta in volta chiamati a prestare la loro opera<br />
in operazioni di P.G. (ricerca e<br />
recupero corpi di reato) e di soccorso<br />
in occasione di alluvioni e/o<br />
allagamenti in genere.<br />
Nel 1964, emersa la necessità di<br />
svincolare i subacquei dalle attività<br />
d’istituto non connesse alla specializzazione,<br />
si procedette ad una<br />
completa ristrutturazione della<br />
specialità con la costituzione di<br />
altri “distaccamenti”. Gli attuali<br />
compiti del Servizio comprendono<br />
la ricerca e recupero nelle acqua<br />
marine ed interne di corpi di reato,<br />
armi, stupefacenti, cadaveri, relitti<br />
e qualsiasi altro materiale che, in<br />
tale ambito, sia stato occultato e<br />
disperso; l’ispezione e ricognizione<br />
di relitti sommersi; il soccorso in<br />
occasione di alluvioni ed allagamenti;<br />
la localizzazione e il recupero<br />
di materiale di interesse archeo-<br />
logico; il concorso nelle ricerche subacquee di<br />
interesse scientifico; il concorso nel rilevamento<br />
del grado di inquinamento delle acque; l’assistenza<br />
a manifestazioni sportive.<br />
Il Servizio comprende n. 82 militari specializzati<br />
“Operatori<br />
Subacquei”, 5<br />
motovedette di<br />
appoggio e n.<br />
45 battelli<br />
pneumatici. Vi<br />
è anche un veicolosommergibile<br />
filoguidato<br />
“Pluto”.<br />
Il fatto di<br />
essere una strutturaradicalmente<br />
legata al<br />
servizio della<br />
comunità, ha<br />
fatto dell’Arma<br />
dei Carabinieri<br />
un punto di<br />
riferimento<br />
sicuro in ogni<br />
momento della<br />
sua ormai plurisecolare storia. Un atteggiamento<br />
deciso nei confronti dell’illegalità, coltivato<br />
all’interno di una struttura militare, costituisce il<br />
punto di forza dei Carabinieri, per definizione<br />
sempre pronti ad affrontare ogni difficoltà, ad<br />
ogni ora, talvolta anche a costo della vita, nella<br />
certezza che vi sono cose che valgono più di essa.<br />
IL MOTTO DEI CARABINIERE: NEI SECOLI FEDELE<br />
Il motto fu creato nel 1914, in occasione del primo Centenario dell’Arma dei<br />
Carabinieri, dal capitano Cenisio Fusi per la medaglia commemorativa dell’evento<br />
e divenne contrassegno antonomastico dell’Istituzione. Venne concesso<br />
quale motto araldico da Vittorio Emanuele III all’Arma dei Carabinieri il 10<br />
novembre 1933, in applicazione della legge 24 marzo 1932 n. 293 relativa ai<br />
motti araldici per l’Esercito.<br />
Per molti anni, almeno fino al secondo dopoguerra, alla figura del Carabiniere<br />
veniva associato anche un altro motto, non ufficiale, di estrazione antologica:<br />
USI OBBEDIR TACENDO E TACENDO MORIR<br />
Questa frase era stata stralciata dal poema “La Rassegna di Novara” scritta da<br />
Costantino Nigra, uomo politico, letterato, poeta (nato a Villa Castelnuovo -<br />
Torino - l’11 giugno 1828 - morto a Rapallo il 1° luglio 1907). Nella citata<br />
“La Rassegna di Novara” l’autore immagina che Carlo Alberto passi in rassegna<br />
il grande esercito dei Caduti nelle patrie battaglie. Primi sono i<br />
Carabinieri. Ecco i versi famosi:<br />
....... Del Re custodi e della legge, schiavi<br />
Sol del dover, usi obbedir tacendo<br />
E tacendo morir, terror de’ rei,<br />
Modesti ignoti eroi, vittime oscure.......<br />
ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5
LE PIATTAFORME OFF-SHORE<br />
IMPLICAZIONI AMBIENTALI IN RELAZIONE AL DECRETO LEGISLATIVO N. 182/2<strong>00</strong>3<br />
Perplessità, in quest’ultimo periodo, sono sorte in merito all’applicabilità del Decreto Legislativo 24<br />
giugno 2<strong>00</strong>3 n. 182 “Attuazione della Direttiva n. 2<strong>00</strong>0/59/CE, relativa agli impianti portuali di<br />
raccolta per i rifiuti prodotti dalle navi ed i residui del carico” nei confronti di un diffuso mezzo tecnico<br />
di notevoli proporzioni quale la piattaforma marina (off-shore craft) per l’esplorazione petrolifera<br />
o di gas o di altri prodotti del fondo marino, in quanto l’art. 2 punto 1, lettera a), del predetto<br />
Decreto non inserisce nel campo della definizione di nave dette piattaforme.<br />
DI GAETANO MARTINEZ<br />
31
Il primo comma dell’art. 136 del Cod. Nav. pone in<br />
evidenza i seguenti requisiti essenziali di una nave:<br />
1. essere la nave una costruzione galleggiante. Sono irrilevanti<br />
la forma e le dimensioni della costruzione e il<br />
fatto di essere o no munita di propri mezzi di propulsione;<br />
2. essere la nave destinata al trasporto; laddove la parola<br />
trasporto viene assunta non nel suo ristretto significato<br />
tecnico, sebbene in un significato generico e molto<br />
ampio intendendosi per trasporto lo spostamento sull’acqua<br />
di una costruzione galleggiante per qualsiasi<br />
fine.<br />
Il terzo comma dell’art. 136 Cod. Nav. amplia ulteriormente<br />
la nozione di nave posta dal primo comma,<br />
affiancandole quella di galleggiante mobile adibito a<br />
qualsiasi servizio attinente alla navigazione o al traffico<br />
in acque marittime o interne.<br />
Scopo della disposizione è di estendere la normativa,<br />
dettata per le navi, a quelle costruzioni galleggianti<br />
che, per essere destinate ad attività diverse dal trasporto<br />
(sia pure inteso nell’ampio significato assunto dal<br />
primo comma dell’art. 136), sarebbero rimaste escluse<br />
dall’ambito del diritto speciale. Sono fatte rientrare<br />
sotto la nozione di galleggiante del terzo comma dell’art.<br />
136, le draghe, i pontoni, le gru galleggianti, le<br />
chiatte.<br />
Venendo ad analizzare la disposizione del terzo<br />
comma in esame, va innanzitutto, precisato che irrilevanti sono la forma,<br />
la struttura e le dimensioni della costruzione galleggiante. Del pari è irrilevante<br />
che la costruzione sia munita o meno di propri mezzi di propulsione.<br />
Dovendo trattarsi di galleggianti mobili, restano escluse dalla categoria<br />
le costruzioni che, pur essendo galleggianti, sono destinate ad una<br />
utilizzazione fissa. Per “servizi attinenti alla navigazione” poi una parte<br />
della dottrina intende, in senso ristretto, le operazioni tecniche relative<br />
all’esercizio della nave, quali ad esempio, l’escavazione dei fondali marini,<br />
le opere di costruzione dei porti ecc... Del pari per “servizi attinenti al<br />
traffico” si vorrebbero intendere solo quelli che hanno per oggetto il<br />
movimento delle navi e dei carichi (come ormeggio e disormeggio delle<br />
navi, caricazione e scaricazione delle merci ecc.).<br />
Questa concezione ristretta della nozione di galleggiante non è stata<br />
accolta dalla prassi amministrativa. Tale indirizzo, di più larga interpretazione,<br />
mi sembra giustificato dalle seguenti ragioni:<br />
a) che per la definizione di nave in generale, il primo comma dell’art. 136<br />
Cod. Nav. prescinde interamente dalle finalità perseguite con la navigazione.<br />
Così non si è mai dubitato che le navi posacavi siano da considerare<br />
ad ogni effetto navi in senso proprio;<br />
b) che non può trascurarsi l’evoluzione della nozione di navigazione, da<br />
essere intesa, oltreché in funzione del suo fine tradizionale di trasporto,<br />
anche del suo fine di sfruttamento delle risorse del mare, in particolare,<br />
del fondo marino.<br />
Appurata l’appartenenza delle piattaforme off shore alla categoria dei<br />
galleggianti resta da stabilire se si tratti di strutture stabilmente fissate<br />
(con qualsiasi mezzo) nello specchio acqueo sul quale operano, o si tratti<br />
invece di strutture mobili. Il requisito della mobilità, che a questo proposito<br />
deve sussistere è, nell’ordinamento italiano, quello che in via genera-<br />
32<br />
ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5
le è assunto per la definizione di galleggiante. Il galleggiante<br />
è ritenuto mobile in relazione alla sua destinazione<br />
prevalente. In altri termini, è mobile il galleggiante<br />
che è destinato, normalmente, per il suo impiego,<br />
a spostarsi sulle acque.<br />
Pertanto cessa di essere galleggiante mobile quel galleggiante<br />
che viene destinato a rimanere, in maniera<br />
permanente o comunque per un periodo di tempo<br />
molto rilevante, fisso sullo specchio d’acqua dove è<br />
dislocato per lo svolgimento dell’attività cui è adibito.<br />
Si può quindi concludere che nel diritto italiano, la<br />
regolamentazione giuridica delle navi e dei galleggianti<br />
mobili non può essere estesa alle piattaforme off shore<br />
di estrazione o produzione di petrolio o di gas o di altri<br />
prodotti del fondo marino, le quali siano destinate a<br />
restare permanentemente, o per un tempo molto rilevante,<br />
fisse in un determinato specchio acqueo (qualunque<br />
sia il sistema di collegamento con il fondo<br />
marino) per lo svolgimento dell’attività loro assegnata.<br />
La distinzione tra costruzioni galleggianti mobili e<br />
costruzioni galleggianti fisse, prospettate precedentemente,<br />
trova nell’ordinamento italiano conferma nell’art.<br />
49 della Legge 21 luglio 1967, n. 613 per la ricerca<br />
e coltivazione degli idrocarburi liquidi e gassosi nel<br />
mare territoriale e nella piattaforma continentale. Tale<br />
articolo dispone infatti che le disposizioni degli artt. 4<br />
e 5 Cod. Nav. si applicano alle strutture destinate alla<br />
ricerca e coltivazione di giacimenti petroliferi operanti<br />
nella piattaforma continentale italiana,<br />
quando sono in navigazione.<br />
Le richiamate disposizioni<br />
dispongono rispettivamente: che<br />
sono considerate come territorio italiano<br />
le navi italiane in alto mare<br />
(art. 4) e che gli atti e i fatti compiuti<br />
a bordo, di una nave in navigazione<br />
in luogo soggetto alla sovranità di<br />
uno Stato estero sono regolati dalla<br />
legge nazionale della nave in tutti i<br />
casi in cui deve applicarsi la lex loci<br />
(art. 5).<br />
Il requisito di trovarsi la piattaforma<br />
off shore in navigazione, non va<br />
inteso nel senso che la stessa deve<br />
trovarsi in movimento, ma nel senso<br />
più ampio che la piattaforma sta<br />
compiendo operazioni, che presuppongono<br />
il suo spostamento sull’acqua,<br />
anche se si ha un alternarsi di<br />
moto e di soste. Quindi, una piattaforma<br />
off shore per l’esplorazione<br />
di giacimenti petroliferi è in navigazione<br />
sia quando si sposta verso o<br />
sul banco di ricerca, sia quando è<br />
ferma per compiere operazioni di<br />
trivellazione.<br />
33
Per le Piattaforme off shore destinate allo<br />
sfruttamento di giacimenti petroliferi dovrà,<br />
secondo i criteri sopra esposti, stabilirsi se la<br />
immobilizzazione necessaria per l’attività di<br />
sfruttamento del giacimento comporti o meno la<br />
perdita degli estremi necessari per essere considerate<br />
galleggianti mobili.<br />
L’indicazione fornita dall’art. 49 della Legge<br />
n. 613 del 1967, citata precedentemente nonché<br />
Nave posatubi semisommergibile “Castoro Sei”.<br />
l’art. 9 del D.P.R. 24 maggio 1979 n. 886<br />
[“Integrazione ed adeguamento delle norme di<br />
polizia delle miniere e delle cave, contenute nel<br />
Decreto del Presidente della Repubblica 9/4/<br />
1959 n. 128, al fine di regolare le attività di prospezione,<br />
di ricerca e di coltivazione degli idrocarburi<br />
nel mare territoriale e nella piattaforma<br />
continentale”: “Le piattaforme semoventi, durante<br />
la navigazione, sono assimilate alle navi e come tali<br />
sono sottoposte alle disposizioni del codice della<br />
navigazione e del relativo regolamento, nonché alle<br />
altre leggi e regolamenti vigenti in materie di navigazione<br />
marittima” hanno orientato la pratica<br />
amministrativa italiana a considerare le piattaforme<br />
mobili destinate alla ricerca e alla coltivazione<br />
di giacimenti petroliferi come navi a<br />
tutti gli effetti.<br />
Esse come tali sono sottoposte alle disposizioni<br />
del codice della navigazione e del relativo regola-<br />
34<br />
mento, alle altre leggi e regolamenti vigenti in<br />
materia di navigazione marittima, nonché alle<br />
convenzioni internazionali. La normativa prevista<br />
dal D.Lgs. n. 185/2<strong>00</strong>3 è, pertanto, pacificamente<br />
applicabile alle piattaforme mobili e ai<br />
mezzi galleggianti assimilabili.<br />
Per quanto attiene le piattaforme fisse, poiché<br />
detti impianti di ricerca e coltivazione sono soggetti<br />
alle leggi dello Stato, trattandosi di vere e<br />
proprie estensioni territoriali<br />
dello stesso,<br />
come recita il primo<br />
comma dell’art. 49<br />
legge 21/07/1967 n.<br />
613, si dovrà fare rinvio<br />
formale non surrettizio<br />
ad altra fonte<br />
diversa da quella indicata<br />
nel D.Lgs. n.<br />
182/2<strong>00</strong>3.<br />
‘interesse diretto dello<br />
Stato, affinché non<br />
vengano prodotti<br />
danni a terzi, alle<br />
risorse viventi del<br />
mare, nonché per prevenire<br />
l’inquinamento<br />
del mare, del fondo e<br />
sottofondo marino<br />
(art. 62 D.P.R. 24<br />
maggio 1979, n. 886<br />
e art. 7 Legge 25 ottobre<br />
1979, n. 30)<br />
dovrà essere tutelato<br />
attraverso l’applicazione<br />
del cosiddetto<br />
Decreto Ronchi<br />
(D.Lgs n. 22/97 e successive modifiche) e la specifica<br />
normativa di settore in relazione alla tipologia<br />
del rifiuto prodotto.<br />
Per quanto attiene le attività di raccolta e trasporto<br />
via mare di rifiuti prodotti dalle piattaforme<br />
off-shore fisse verso gli impianti portuali,<br />
che generalmente vengono effettuate tramite<br />
delle unità navali del tipo supply vessel, in<br />
attesa dei regolamenti attuativi di cui all’art.<br />
18, comma 2 lettera i) del D.Lgs. n. 22/97,<br />
dette operazioni dovranno svolgersi nel rispetto<br />
di specifici obblighi di pubblica sicurezza tendenti<br />
a garantire la prevenzione degli eventi<br />
dannosi ed inquinanti e nella piena osservanza<br />
delle “disposizioni e le precauzioni tecniche di<br />
sicurezza che disciplinano il trasporto via mare di<br />
merci pericolose”, come recita la disposizione<br />
transitoria di cui all’art. 57 comma 6° bis del<br />
D.Lgs. n. 22/97.<br />
ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5
36<br />
DI MASSIMO MACCHERONI<br />
ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5
Un grande evento<br />
La tappa di Trapani della Luis Vuitton Act 8/9<br />
Ipuristi della vela possono storcere il naso ma<br />
è indubbio che la Coppa America, la più<br />
antica competizione sportiva del mondo,<br />
abbia un fascino particolare che travalica l’aspetto<br />
agonistico.<br />
La Coppa è una vetrina per gli sponsor, è un<br />
grande circo mediatico, è business per il paese<br />
ospitante e per l’organizzazione, è moda, sogno<br />
e voglia di esserci per gli spettatori.<br />
Da sfida prettamente anglo-americana si è<br />
trasformata, dal 1983 con l’avvento della Luis<br />
Vuitton Cup, in un grande evento paragonabile,<br />
se pur con le dovute proporzioni, alle<br />
Olimpiadi, ai mondiali di calcio, alla Formula<br />
1. Per questa 32ª edizione ben 11 sono i team<br />
che, in rappresentanza di 8 nazioni provenienti<br />
- per la prima volta - dai cinque continenti sfideranno<br />
a Valencia nel 2<strong>00</strong>7 il team svizzero di<br />
Alinghi detentore del trofeo.<br />
La Svizzera, che nell’immaginario collettivo è<br />
il paese della cioccolata, degli orologi e delle<br />
banche, è diventata nel 2<strong>00</strong>3 - nelle lontane<br />
acque del golfo di Aurachi in Nuova Zelanda -<br />
anche la regina della vela. Una regina che, non<br />
essendo bagnata dal mare, ha dovuto scegliere<br />
un paese rivierasco mediterraneo nelle cui acque<br />
battagliare per cercare di ribadire la sua supremazia<br />
in campo velico. La sede prescelta,<br />
Valencia appunto, vedrà tra 2 anni il ripetersi di<br />
lotte all’ultima virata in cui la tattica, la tecnologia<br />
della barca, l’affiatamento e la bravura dell’equipaggio<br />
nonché un pizzico di fortuna proclameranno<br />
il vincitore.<br />
Una sfida, quella dell’America’s Cup, peculiare<br />
rispetto ad altre gare veliche anche per<br />
quanto concerne il suo regolamento. Il<br />
Defender ha infatti l’opportunità di scegliere il<br />
campo di gara, il periodo in cui regatare e la possibilità<br />
di apportare quelle modifiche al regolamento<br />
che ritenga opportune concedendosi,<br />
In apertura: una fase del match race tra i francesi di<br />
K-Challenge e gli italiani di +39.<br />
In questa pagina dall’alto in basso: la presentazione dei team<br />
durante la cerimonia di apertura, il team cinese, una<br />
panoramica del porto di Trapani e la AC park di notte<br />
con i meravigliosi effetti di luce proiettati sui tendoni.<br />
37
NUOVE BARCHE PER L’AMERICA’S CUP<br />
Per vincere l’America’s Cup un team deve saper equilibrare tecnologia e cuore,<br />
computer e uomini. Le barche - disegnate secondo l’America’s Cup Class -<br />
sono la quint’essenza dell’arte della navigazione, tecnologiche, estreme.<br />
Molto lunghe e strette,misurano quasi 25 metri fuori tutto, hanno un albero<br />
di 32 metri che porta più di 320 metri quadri di vela in bolina e quasi<br />
5<strong>00</strong> nelle andature di poppa. Ogni unità pesa 25 tonnellate di cui l’80%<br />
distribuite in chiglia. Lo scafo è in fibra di carbonio.<br />
La stagione 2<strong>00</strong>5 obbliga i partecipanti a regatare con barche stazzate per la<br />
versione 5 della classe America’s Cup che prevede minor peso (1 tonnellata<br />
in meno), maggior pescaggio e aumento della superficie velica.<br />
Le modifiche - volute dal defender per creare barche che possono dare spettacolo<br />
nelle condizioni meteomarine proprie di Valencia, dove la Coppa sarà<br />
difesa nel 2<strong>00</strong>7 sono una sfida per progettisti ed ingegneri, impegnati a creare<br />
qualcosa d’innovativo e rivoluzionario alla ricerca della barca vincente.
almeno sulla carta, un vantaggio rispetto agli<br />
avversari. È proprio sfruttando questa opportunità<br />
che il Dr. Ernesto Bertarelli, patron di<br />
Alinghi, per far conoscere ancor meglio al vasto<br />
pubblico la Coppa America, valorizzare attraverso<br />
i media la manifestazione e gli sponsor<br />
fondamentali per la partecipazione dei team<br />
dati gli alti costi e, al contempo, permettere ai<br />
partecipanti di confrontarsi tra loro con lo<br />
scopo di verificare, in regata, l’affiatamento e la<br />
capacità dei propri equipaggi e le caratteristiche<br />
tecniche delle barche ha creato un circuito itinerante<br />
di Coppa America, denominato Luis<br />
Vuitton Acts, preliminare alla Luis Vuitton Cup<br />
in cui, nelle varie tappe, i teams si affrontano<br />
nei classici “match race” (gara<br />
uno contro uno) e, anche questa<br />
novità assoluta per la Coppa<br />
America, in spettacolari regate di<br />
gruppo. Iniziate nel 2<strong>00</strong>4 a<br />
Marsiglia sono proseguite nel<br />
2<strong>00</strong>5 a Valencia ed a Malmö, in<br />
Svezia, per approdare alla fine di<br />
settembre a Trapani, la cui scelta<br />
ha inizialmente lasciato dei<br />
dubbi.<br />
Se è vero che la cittadina - di<br />
circa 70.<strong>00</strong>0 abitanti - è situata<br />
in uno dei luoghi più incantevoli<br />
della Sicilia, con la medioevale<br />
Erice alle spalle (ora facilmente<br />
raggiungibile grazie alla recente inaugurazione<br />
di una cabinovia che la collega direttamente<br />
con Trapani), accanto alle estese e bianche saline<br />
caratterizzate da antichi mulini a vento -<br />
luogo scelto da aironi e fenicotteri per le loro<br />
migrazioni - e di fronte alle bellissime Isole<br />
Egadi, paradiso degli amanti del mare e della<br />
vela grazie alla costante presenza di venti, famose<br />
da sempre per le tonnare che per centinaia di<br />
anni hanno contribuito in modo sostanziale<br />
all’economia locale, non si poteva ignorare che<br />
molte erano le opere da realizzare per ospitare<br />
adeguatamente la Coppa America. Bisognava<br />
procedere al rifacimento di alcune banchine del<br />
porto, alla ristrutturazione della rete idrica e del<br />
depuratore, alla<br />
ripavimentazione<br />
di molte strade,<br />
alla costruzione<br />
degli hangar per i<br />
team, non tralasciando<br />
il restauro<br />
di molte delle<br />
chiese e degli antichi palazzi signorili che caratterizzano<br />
architettonicamente la città nonchè lo<br />
spostamento di officine e magazzini per riportare<br />
visibili le belle mura di cinta medioevali<br />
nella zona portuale. Questi i problemi da<br />
affrontare e risolvere per venire incontro alle<br />
richieste dell’organizzazione dell’evento, l’AC<br />
Management.<br />
Essenziali, per la realizzazione del progetto<br />
l’impegno del Governo, che ha garantito l’adeguata<br />
copertura finanziaria e, soprattutto, la<br />
volontà a livello locale di portare a termine l’impresa.<br />
In questo il ruolo essenziale del Senatore<br />
trapanese Antonio D’Alì, sottosegretario agli<br />
Interni e del Sindaco di Trapani Girolamo<br />
Fazio che si sono realmente prodigati affinchè<br />
tutto fosse pronto per il 29 di settembre data<br />
d’inaugurazione dell’evento.<br />
Altrettanto importante l’impegno assunto<br />
dalle forze di polizia, dai vigili del fuoco, dagli<br />
uomini del 118 e della <strong>Guardia</strong> costiera, ciascuno<br />
per il suo specifico settore ma, al contempo<br />
Dall’alto in basso: il foglietto emesso dalle Poste italiane per l’evento e il Ministro Lunardi con il Sottosegretario D’Ali. In basso l’attrice<br />
Giada Desideri protagonista della nuova fiction “Gente di Mare” in visita a Trapani, il <strong>Media</strong> Center e una manovrra compiuta<br />
dall’equipaggio di +39 durante la regata.<br />
40
con il massimo coordinamento per la buona riuscita<br />
della manifestazione. “Fin dal settembre 2<strong>00</strong>4,<br />
quando venimmo ufficialmente coinvolti in questa<br />
avventura” spiega il Capitano di Vascello (CP)<br />
Giuseppe Impallomeni, Comandante della capitaneria<br />
di porto di Trapani “il nostro ruolo è stato chiaramente<br />
definito: responsabili della sicurezza in mare<br />
degli atleti e di tutti coloro che assisteranno<br />
alla regata”. Per svolgere al meglio i compiti<br />
affidati il Comando generale ha incrementato<br />
il personale della locale capitaneria portandolo<br />
a 250 tra uomini e donne e, al contempo<br />
ha potenziato il numero di mezzi<br />
aeronavali necessari per un’accurata sorveglianza<br />
schierando 33 unità navali - comprese<br />
2 unità della classe Diciotti ed in nuovi<br />
gommoni ognitempo “Hurricane”- 2 elicotteri<br />
AB412-Koala ed un aereo ATR 42-<br />
Manta.<br />
“Essenziale per la buona riuscita dell’evento”<br />
ha sottolineato il Comandante<br />
Impallomeni “il ruolo svolto dalla sala operativa<br />
in cui il nostro personale è stato affiancato<br />
dagli uomini della Polizia, dei<br />
Carabinieri, della <strong>Guardia</strong> di Finanza, dei<br />
Vigili del Fuoco e del 118, anch’essi presenti<br />
con proprie untià, sui campi di regata:<br />
questa effettiva cooperazione ha reso possibile<br />
il regolare svolgimento della manifestazione,<br />
nonostante la massiccia presenza di pubblico,<br />
che ha comportato un gran lavoro per<br />
tutte le unità navali affiancate anche dalle<br />
imbarcazioni dell’organizzazione, per evitare<br />
invasioni del campo di regata; inoltre, grazie<br />
sempre al coordinamento della sala operativa,<br />
è stato possibile soccorrere quegli spettatori<br />
che, assistendo all’evento, sono stati colti<br />
da malore. Solo pochi casi per fortuna” ha<br />
concluso il Comandante Impallomeni “che<br />
sono stati subito raggiunti dalle idroambulanze<br />
presenti sul campo di regata”.<br />
Il coinvolgimento delle Capitanerie di porto non<br />
si è limitato alla parte operativa che ha comportato -<br />
oltre quanto già detto - l’emanazione di ordinanze<br />
specifiche per disciplinare il traffico marittimo e le<br />
attività di pesca; il personale era presente all’interno<br />
dello spazio voluto da tutte le istituzioni che hanno<br />
collaborato buona riuscita della manifestazione e,<br />
con un proprio stand, nell’ area espositiva “ Sicilia<br />
d’amare “, collocata nella parte più storica di<br />
Trapani, di fronte al secondo campo di regata denominato<br />
“Romeo” (il primo, “Juliet” era situato tra<br />
Favignana e Levanzo).<br />
Infine per ringraziare quanto fatto dal Corpo<br />
nella circostanza, il team di +39, nella figura del suo<br />
patron, il dr. Rizzardi, ha invitato il Comandante<br />
LA COPPA DELLE 1<strong>00</strong> GHINEE<br />
breve storia dell’America’s Cup<br />
Riconosciuto come il più antico trofeo sportivo del mondo, più che<br />
una semplice competizione l’ America’s Cup è avventura, ricerca della<br />
professione, gusto della sfida, trionfo del genio. Le sua storia ha origini<br />
nel 1851 quando il Royal Yacht Squadron di Cowes mise in<br />
palio la “Coppa delle 1<strong>00</strong> ghinee” lungo il percorso che prevedeva il<br />
periplo dell’isola di Wight. La sfida venne raccolta,<br />
oltre che da alcuni Yacht Clubs inglesi,<br />
dalla goletta America del New York Yacht Club<br />
capeggiato dal Commodoro John Cox Stevens.<br />
La rivoluzionaria galetta nera partecipò alla<br />
regata, la vinse e ritornò in patria trionfante.<br />
Alla regina Vittoria che chiese quale yacht fosse<br />
arrivato secondo, gli fu risposto, laconicante<br />
“Sua Maestà, non c’è secondo” . Una risposta<br />
che sottolinea in modo inequivocabile lo spirito<br />
della competizione; esattamente l’opposto di<br />
quello che ispirò, qualche decina di anni dopo,<br />
il Barone de Cubertin. Nel 1857 Stevens diede<br />
la Coppa al New York Yacht Club con una<br />
donazione che stabiliva che il trofeo sarebbe<br />
diventato una “Coppa challenge perpetua per<br />
competizioni amichevoli tra nazioni”. In quel<br />
momento anche la Coppa cambiò nome e<br />
prese quello della goletta vincitrice. Era nata<br />
l’America’s Cup, trofeo basato sulla sfida. Lo<br />
Yacht Club vincitore della Coppa ne diventa il<br />
suo Defender ed è obbligato ad accettare le<br />
sfide, provenienti da altri yacht club. Ma il<br />
Defender ha anche la facoltà di modificare le<br />
regole della competizione traendone indubbio<br />
vantaggio. Basti pensare che il New York Yacht<br />
Club aveva sancito che le barche sfidanti dovevano<br />
raggiungere New York con i propri mezzi<br />
e quindi dovevano essere robuste e pesanti per<br />
affrontare la traversata atlantica in sicurezza. La<br />
qual cosa le penalizzava, però, al momento della<br />
competizione che si svolgeva in acque protette e<br />
con venti deboli, caratteristiche della costa est<br />
americana. Questo e molti altri privilegi permisero<br />
al NYYC di conservare l’America’s Cup in<br />
una terra protetta per ben 132 anni, un vero e<br />
proprio record della storia dello sport. Sino al<br />
1970 il Defender aveva accettato un changeller<br />
alla volta ma, viste le numerose richieste di partecipazione<br />
provenienti da yacht club di vari paesi in quell’anno,<br />
decise di accettarle tutte organizzando regate di selezione per i changeller.<br />
Il vincitore avrebbe affrontato il defender nel Match finale di<br />
America’s Cup. Per molti esperti quell’apertura segnò l’inizio della<br />
fine della supremazia americana predizione che divenne realtà nel<br />
1983, anno in cui nacque per i changellers la Luis Vuitton Cup. Il<br />
team di Australia II,grazie alla chiglia di concezione innovativa ed alla<br />
bravura del timoniere John Bertrand, sconfisse 4 - 3 Dennis Conner<br />
in uno storico match. Il trofeo lasciava quindi dopo 132 anni gli Stati<br />
Uniti alla volta del nuovo continente. Riconquistata nel 1987 dallo<br />
stesso Conner, la coppa America 4 anni dopo riattraversava il Pacifico<br />
per approdare nelle acque di Aukland capitale della Nuova Zelanda,<br />
grazie al team New Zeland. Dopo una prima brillante difesa nel<br />
1999 contro l’attacco portato dal team italiano “Luna Rossa” i neo<br />
zelandesi perdono il prestigioso trofeo nel 2<strong>00</strong>3, ad opera degli svizzeri<br />
di Alinghi - capitanati dal mitico Russel Cutts, già vincitore 4<br />
anni prima per gli stessi neozelandesi - che riescono nell’impresa di<br />
riportare dopo 152 anni la Coppa in Europa.<br />
41
42<br />
In alto da sinistra a destra: una motovedetta della <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong> impegnata sul campo di regata, nave Diciotti con a bordo un gruppo di<br />
diversamente abili invitati sull’unità per assistere alla regata e lo stand delle Capitanerie presso lo spazio espositivo “Sicilia da mare”.<br />
In basso l’Amm. Dassatti al timone di +39 dove è stato invitato come “dicittesimo uomo” e un tramonto del porto di Trapani<br />
generale del Corpo, Ammiraglio Ispettore Capo<br />
(CP) Luciano Dassatti, a partecipare in qualità<br />
di diciottesimo uomo, ad una regata di match<br />
race. Invito accettato con particolare emozione<br />
dall’Ammiraglio dati i suoi trascorsi da velista.<br />
Ma al di là della perfetta organizzazione che<br />
ha mostrato al mondo un volto nuovo della<br />
Sicilia tanto da far considerare Trapani dal Dr.<br />
Bertarelli patron di Alinghi - in caso di una vittoria<br />
del suo team - come sede dell’America’s<br />
Cup, della toccante cerimonia d’apertura che ha<br />
visto il Sindaco Girolamo Fazio visibilmente<br />
emozionato, acclamato dalle decina di migliaia<br />
di persone presenti mentre, sulle note del coro<br />
dell’Aida, sfilavano in mare, uno dopo l’altro, i<br />
12 teams protagonisti; al di là dell’efficienza<br />
dell’AC Menagement che, con i suoi 250<br />
volontari e 80 mezzi navali ha supportato egregiamente<br />
l’evento che ha visto, ancora una<br />
volta, primeggiare Alinghi nonostante la stregua<br />
resistenza dei teams italiani capeggiati da “Luna<br />
Rossa” e con +39 in netta crescita, ciò che realmente<br />
rimarrà nella memoria è stata la partecipazione<br />
della gente di Trapani e della Sicilia.<br />
Gente dagli occhi felici, come quelli dei bambini<br />
al momento di scartare un regalo, affascinata<br />
da tutto quello che il grande circo dell’<br />
America’s Cup ha offerto.<br />
Centinaia di migliaia di persone, nei 12 giorni<br />
della manifestazione, si sono rivesate sul lungomare<br />
dove era montato AC Park, per poter<br />
ammirare le barche, incontrare gli atleti, riconoscere<br />
personaggi - attori, politici, grandi<br />
imprenditori - visti solo in televisione o sulle<br />
pagine dei giornali, che per l’occasione erano lì,<br />
nella loro bella città. O più semplicemente, riuscire<br />
a comprare un gadget della Coppa da<br />
mostrare, con orgolio, agli amici che non c’erano.<br />
In cambio di tutto ciò hanno offerto all’<br />
esercito di turisti, atleti, componenti delle squadre,<br />
giornalisti e troupes radio-televisive - oltre<br />
5.<strong>00</strong>0 persone - tutta la loro cordialità e gentilezza,<br />
da sempre caratteristiche dei siciliani ma<br />
in questa occasione ancor più sentite, quasi a<br />
ringraziare chi ha regalato un sogno divenuto<br />
realtà.<br />
ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5
Il “Buena chica”: lo yacht di Hitler<br />
Sul lungomare di Trapani sono ormeggiati, in occasione di questa 32 a Coppa America, i bellissimi yachts appartenenti ai<br />
teams in gara. Uno su tutti attira l’attenzione: il “Buena Chica”, nave appoggio di +39. Non certo per la sua colorazione<br />
- un bel blu marino - né tantomeno per le sue dimensioni ma per la sua affascinante storia. Era il 1943 quando<br />
Hitler, forse ancora fiducioso di un esito a suo favore del conflitto, ordinava ai cantieri danesi di Nakskov<br />
terra occupata come mezza Europa dalle truppe nazziste, una imbarcazione per il suo tempo libero. Lunga<br />
35 metri, larga 7 con un pescaggio di circa 3 metri e 350 tonnellate di stazza, il Buena Chica veniva ultimato<br />
nel 1945, dopo la fine del conflitto ed il suo committente non vi salì mai a bordo.Acquisita dal<br />
governo danese viene destinata a nave oceanografica per essere poi acquistata agli inizi degli anni ‘60, da<br />
un imprenditore austriaco che la riconvertiva, sotto bandiera maltese, al suo originario. “Poche sono le<br />
trasformazioni strutturali subite dal Buena Chica nel tempo”, spiega il comandante Vittor Angelo<br />
Archetti, attuale proprietario della nave, insieme al Dr. Rizzardi ed alcuni altri amici,”quando sei<br />
anni fa, in Croazia, mi venne proposto l’acquisto ne rimasi subito affascinato”. In effetti, visitando<br />
l’unità non si può che condividere il giudizio del comandante. Gli spazi comuni,<br />
le cabine (3 per gli ospiti tutte con proprio bagno, 2 per l’equipaggio di 5 uomini ed 1<br />
per l’armatore) e la plancia sono tutti rivestiti di pregiato mogano che, unitamente ad<br />
una miticolosa cura dei dettagli, creano un’atmosfera particolare sognante e di altri<br />
tempi. Ma è la parte meno visibile, la sala macchine, il vero gioiello del “Buena<br />
Chica”. Due generatori diesel forniscono l’energia elettrica ai rispettivi motori che<br />
azionano l’unica elica di poppa. La loro potenza è sufficiente a spingere questa regina<br />
del mare ad una velocità massima di 10 nodi consentendogli, grazie ai capienti<br />
serbatoi di 24<strong>00</strong>0 litri di gasolio ed al basso consumo (48 litri per<br />
ora), una autonomia di 45<strong>00</strong> miglia. “Una tecnologia di<br />
altri tempi, semplice ed al contempo complicata<br />
dalla mancanza di automatismi” sottolinea il<br />
Direttore di macchina Vincenzo Laguda<br />
“tutto è come originalmente concepito; le<br />
uniche varianti apportate riguardano l’installazione<br />
di apparati per la produzione di<br />
corrente alternata, più sicura rispetto a<br />
quella continua. La mancanza di automatismi<br />
è pressocchè totale” prosegue il<br />
Direttore “persino i motori - ad aste<br />
e bilancieri - necessitano di essere<br />
lubrificati manualmente ogni 2 ore”.<br />
Tra le curiosità di questo pulitissimo<br />
locale macchine una officina completa<br />
di morsa, trapano a colonna e tornio -<br />
indispensabile per ricostruire i pezzi usurati<br />
- la caldaia per il riscaldamento dei locali<br />
dove si nota la presenza di antichi termosifoni<br />
in ghisa ed un dispositivo per far brillare le mine<br />
magnetiche voluto, certamente, dal suo primo<br />
proprietario.<br />
Completano la descrizione di questa nave da<br />
diporto, unica nel suo genere, un bellissimo ponte<br />
capace di accogliere confortevolmente per la sua<br />
ampiezza decine di ospiti ed una controplancia in cui<br />
è posta un’antica bussola di ottone ancora perfettamente<br />
funzionante.<br />
43
La carta vincente<br />
Il tributo che la società moderna paga<br />
per poter usufruire dei vantaggi legati<br />
all’automazione, si concretizza, nelle<br />
nostre tasche, in un mazzetto di tessere plastificate,<br />
più o meno “intelligenti”, che ci<br />
consentono di fare un po’ di tutto, dai prelievi<br />
bancari alle telefonate, dagli acquisti su<br />
internet all’identificazione della persona.<br />
L’obiettivo strategico del Centro Nazionale<br />
per l’Informatica nella Pubblica<br />
Amministrazione (C.N.I.P.A.) per il triennio<br />
2<strong>00</strong>3 - 2<strong>00</strong>5, è quello dell’erogazione “on<br />
line” dei servizi al cittadino e già si vedono in<br />
circolazione le tessere plastificate che hanno<br />
sostituito il tradizionale formato a libretto<br />
della patente di guida. Anche la carta di identità<br />
abbandonerà il proprio formato classico,<br />
per vestire quello della Carta di Identità<br />
Elettronica (C.I.E.), che sarà possibilmente<br />
accompagnata dalla Carta Nazionale dei<br />
Servizi (C.N.S.) e dal tesserino per la Firma<br />
Elettronica. Insomma, ogni volta che apriremo<br />
il portafogli salterà fuori una sorta di collezione<br />
personale di schede plastificate, destinata<br />
ad aumentare con il grado di informatizzazione<br />
dell’individuo.<br />
44<br />
DI GIOVANNI CANU<br />
Nel campo militare, particolarmente esposto<br />
al fenomeno dei tesserini di riconoscimento, dei<br />
pass e delle autorizzazioni più disparate, lo Stato<br />
Maggiore della Difesa ha ritenuto di nominare<br />
un Gruppo di Progetto Interforze con lo scopo<br />
di realizzare una sola ed unica carta, polivalente,<br />
capace di svolgere molteplici funzioni. Dal<br />
momento che le Amministrazioni centrali<br />
hanno ricevuto dal Ministero per l’Innovazione<br />
e le Tecnologie la disposizione di sostituire il tesserino<br />
di riconoscimento distribuito ad ogni<br />
dipendente, con una carta elettronica a microcircuito<br />
da adibire all’identificazione personale,<br />
S.M.D. ha deciso di realizzare una carta in grado<br />
di garantire in campo militare l’attuazione delle<br />
direttive del C.N.I.P.A. e del Ministero per<br />
l’Innovazione e le Tecnologie. Nasce così la<br />
Carta Multiservizi della Difesa (C.M.D.), una<br />
tesserina dotata di banda magnetica e di microchip,<br />
contenente una serie di informazioni e dati<br />
personali che riguardano il suo proprietario. Se<br />
da una parte è vero che si tratterà dell’ennesima<br />
carta elettronica, dall’altra è altrettanto vero che<br />
questa sarà capace di sostituire quasi tutte le<br />
altre, con un notevole risparmio di spazio per le<br />
nostre tasche.<br />
ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5
La C.M.D. è un tesserino<br />
militare completo di<br />
fotografia del titolare,<br />
impiegabile “a vista” per il<br />
riconoscimento della persona.<br />
Sui due lati sono<br />
riportati i dati anagrafici<br />
del soggetto e la sua posizione<br />
nell’ambito<br />
dell’Amministrazione. Nel<br />
microchip, invece, sono<br />
contenute altre informazioni,<br />
più complete, mentre<br />
la banda magnetica<br />
serve per il controllo degli<br />
accessi, e per l’integrazione<br />
con altri servizi attualmente<br />
esistenti.<br />
In particolare il progetto<br />
C.M.D. deve garantire<br />
la piena compatibilità con<br />
il modello tecnologico<br />
adottato dalla Pubblica<br />
Amministrazione per la<br />
carta di identità elettronica<br />
e l’interoperabilità tra tutte<br />
le forze Armate. L’obiettivo<br />
è quello di dare alla carta<br />
una valenza sia interna che<br />
esterna all’Amministrazione della Difesa.<br />
Proprio per contrastare la citata proliferazione<br />
di tessere, la CMD costituirà documento<br />
di riconoscimento del militare, tessera sanitaria,<br />
scheda vestiario, “smart card” per la<br />
firma digitale, bedge, carta di identità elettronica<br />
e, in più, dovrà essere “scalabile”, il che<br />
significa che dovrà essere in grado di accogliere<br />
altre funzioni già sviluppate o in corso di<br />
sviluppo senza dover aggiungere ulteriori strati<br />
di software.<br />
Tra le funzioni della CMD c’è quella di “bedge”, di documento di identità che consente il<br />
riconoscimento “a vista” del titolare e di “archivio” dei dati sanitari;<br />
nella pagina seguente: esercitazione interforze, la CMD è un tesserino militare polifunzionale con<br />
standard internazionali.<br />
Le funzionalità della carta<br />
In base ai requisiti fissati dallo Stato<br />
Maggiore della Difesa, la carta dovrà garantire le<br />
seguenti funzionalità essenziali:<br />
- Identificazione.<br />
- Firma digitale, con seconda chiave RSA.<br />
- Cifratura dei dati, con chiave asimmetrica.<br />
- Gestione dei dati sanitari secondo lo standard<br />
“Net Link” già impiegato dalla CIE.<br />
- Gestione dati vestiario.<br />
- Compatibilità con eventuali precedenti applicazioni<br />
basate su banda magnetica.<br />
Vediamole, brevemente, più nel dettaglio.<br />
Identificazione.<br />
- A “vista” tramite la lettura dei dati riportati<br />
sui due lati della carta, senza l’ausilio di<br />
mezzi elettronici. Questo per fare in modo<br />
che il documento sia valido per l’espatrio,<br />
sia sostitutivo del modello “AT” e sia valido<br />
per il riconoscimento dei prigionieri di<br />
guerra.<br />
- Elettronica, con ripetizione su supporto digitale<br />
dei dati anagrafici della persona, secondo<br />
45
lo standard della Carta di Identità Elettronica,<br />
integrati da “template” delle impronte digitali<br />
di due dita delle due mani.<br />
- In rete, in modo da abilitare l’utente all’accesso<br />
ed ai servizi della rete ministeriale. Il<br />
riconoscimento in rete si baserà su un sistema<br />
a chiave “Rivest-Shamir-Adelmann”<br />
(RSA).<br />
Firma Digitale.<br />
- La carta dovrà contenere una struttura di<br />
Firma Digitale, che potrà eventualmente<br />
essere usata in modalità “Firma Elettronica<br />
Avanzata” abbinata ad un codice PIN<br />
(Personal Identification Number) aggiunti-<br />
vo, a garanzia di tale funzione. La funzione<br />
si avvarrà di una seconda chiave RSA.<br />
- Supporto di terza chiave RSA. La carta sarà<br />
dotata di un ulteriore slot RSA destinato a<br />
eventuali esigenze operative specifiche, per<br />
la possibilità di un impiego alternativo nelle<br />
modalità di firma elettronica avanzata e<br />
cifratura o autenticazione.<br />
Dati sanitari.<br />
- La carta dovrà contenere una struttura dei<br />
dati sanitari rispondente alle caratteristiche<br />
generali volute dallo Stato Maggiore della<br />
Difesa. Il formato di questi dati dovrà esse-<br />
46<br />
re il più possibile aderente alle esigenze del<br />
Servizio Sanitario Nazionale<br />
Dati di vestiario.<br />
- Nella carta saranno inseriti i dati antropometrici<br />
del titolare, secondo le specifiche<br />
della tabella vestiario.<br />
Dati matricolari.<br />
- La carta conterrà anche i dati standard previsti<br />
dal Sistema Informativo Personale<br />
Amministrazione Difesa (SIPAD). I dati<br />
minimi che dovranno essere inseriti sono:<br />
<strong>•</strong> Grado<br />
<strong>•</strong> Anzianità assoluta<br />
<strong>•</strong> Anzianità di grado<br />
<strong>•</strong> Ruolo di appartenenza per Ufficiali<br />
<strong>•</strong> Incarico di specializzazione per<br />
Sottufficiali e Truppa<br />
<strong>•</strong> Incarico attualmente ricoperto<br />
<strong>•</strong> Ultima attribuzione stipendiale per il personale<br />
in servizio<br />
<strong>•</strong> Titolarità di pensione per il personale in<br />
congedo.<br />
L’iter burocratico per la produzione della<br />
carta è ormai prossimo al compimento.<br />
Restano da completare alcune procedure per<br />
la certificazione della firma digitale, in modo<br />
che questa sia riconosciuta.<br />
ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5
Bricola d’Oro ai custodi del<br />
nostro mare...<br />
pochi sono gli uomini che potrebbero dare del tu al mare...<br />
anche quei pochi non glielo danno.<br />
48<br />
DI COSMA CAVALLO<br />
ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5
...sciogli le vele e non avere paura<br />
Con questo augurio ha chiuso lo scorso anno<br />
Nautilia e il Premio Internazionale Bricola<br />
d’Oro, augurio che si è tramutato in un formale<br />
impegno di uomini e di istituzioni a rendere<br />
il mare fruibile a tutti. Con la nuova legge sul<br />
diporto, infatti, è stato reso possibile anche ai<br />
diversamente abili di andar per mare in piena sicurezza,<br />
in un mare tranquillo e senza barriere.<br />
Giunto quest’anno alla sua 10° edizione il<br />
Premio, che riconosce a uomini, istituzioni ed enti<br />
il loro impegno e professionalità nel concorrere a<br />
garantire la sicurezza in mare, è il cuore di una delle<br />
più importanti mostre della nautica dell’usato in<br />
Italia.<br />
Nautilia, organizzata dall’Ente Fiera Cantieri di<br />
Aprilia e giunta alla sua 18° edizione, è diventato<br />
un appuntamento importante per la nautica nazionale.<br />
La mostra coniuga sviluppo e internazionalità,<br />
una crescita che rafforza l’identità di regione di<br />
mare, aperta alle innovazioni, in una prospettiva di<br />
sempre maggiore integrazione europea e mediterranea.<br />
Un appuntamento di respiro internazionale,<br />
atteso da operatori e appassionati, poiché offre servizi<br />
di elevata qualità, con una particolare attenzione<br />
alle tecnologie.<br />
Una mostra unica nel suo genere, perché le oltre<br />
5<strong>00</strong> tra barche a vela, a motore e motorsailer sono<br />
esposte a terra e questo permette ai visitatori di<br />
poterle vedere a 360 gradi.<br />
Anche per quest’anno si è registrato un ulteriore<br />
aumento degli espositori, (50), e delle imbarcazioni,<br />
(360), incremento legato alle tante imbarcazioni<br />
carrellate che hanno confermato l’universalità<br />
della nautica, dove quella minore ha fatto la sua<br />
parte accanto alle imbarcazioni di medie e grandi<br />
dimensioni.<br />
“Il diporto non è fatto soltanto di superbarche”,<br />
ha detto il Vicepresidente dei Cantieri di Aprilia,<br />
Eugenio Toso, “anche un semplice gancio montato<br />
dietro l’auto e il sogno a forma di scafo è pronto<br />
a salpare: perché l’ebbrezza dell’andar per mare<br />
si misura con la scala delle emozioni”.<br />
Oggi, coloro che con caparbietà e lungimiranza<br />
hanno voluto investire nel diporto nautico sono<br />
stati premiati.<br />
Un affettuoso ricordo a Sergio Rettondini, da<br />
poco scomparso, Presidente dell’Aprilia Marittima<br />
e un riconoscimento a Eugenio Toso,<br />
Vicepresidente, i quali hanno intuito che nel mare<br />
della nautica, oltre agli affari, c’era anche posto per<br />
la cultura marinara.<br />
Dieci anni fa, quando fu istituito il Premio<br />
Bricola d’Oro, era un momento di importanti<br />
cambiamenti legislativi nel settore; era doveroso,<br />
49
quindi, dedicare uno spazio<br />
adeguato al tema più importante<br />
per chi va per mare: la<br />
sicurezza.<br />
Imprenditori attenti,<br />
Rettondini e Toso hanno<br />
coinvolto nel loro progetto<br />
istituzioni, operatori e media,<br />
creando un salotto privilegiato<br />
dove si è discusso di barche,<br />
di porti, attrezzature in<br />
funzione della massima tranquillità<br />
per i diportisti.<br />
Con l’assegnazione del<br />
Premio Internazionale<br />
“Bricola d’Oro” viene promossa la cultura del mare, al fine di favorire il progresso delle attività nautiche<br />
e la sicurezza della navigazione e, dalla sua fondazione, ha come presidente della giuria il<br />
Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di porto, massimo organismo italiano per la<br />
sicurezza del settore.<br />
Il tema scelto per questa decima edizione è<br />
stato: “Atti di eroismo compiuti dalle<br />
Istituzioni nel soccorso ai naviganti per la salvaguardia<br />
della vita umana in acque marittime<br />
e interne”.<br />
Premiati sei equipaggi distinti in operazioni<br />
di soccorso e la Commissione di valutazione,<br />
presieduta da Comandante Generale del<br />
Corpo delle capitanerie di porto, Ammiraglio<br />
Ispettore Capo (CP) Luciano Dassatti, non<br />
ha inteso quest’anno fare graduatorie, ponendo<br />
sullo stesso piano tutte le azioni segnalate.<br />
Non un premio - ha sottolineato<br />
l’Ammiraglio Dassatti - ma un riconoscimento<br />
alla solidarietà verso il prossimo”. Nella sua<br />
Per il Corpo delle Capitanerie di<br />
porto il premio Bricola d’Oro 2<strong>00</strong>5 è<br />
stato assegnato all’equipaggio della<br />
motovedetta CP 855 della <strong>Guardia</strong><br />
costiera, di stanza a Napoli, che il 23<br />
dicembre 2<strong>00</strong>3 con mare 7, vento<br />
forza 8 e con una rigida temperatura,<br />
nelle acque del golfo di Salerno, ha<br />
tratto in salvo due dei tre membri dell’equipaggio<br />
di un peschereccio in procinto<br />
di affondare.<br />
Mentre era in corso il recupero, un’onda<br />
anomala di circa 9 metri scaraventava<br />
in mare il Sergente Raffaele<br />
Mauriello che veniva successivamente<br />
recuperato.<br />
A ricevere il premio il Comandante<br />
Capo di 1° Cl. Np Raffaele Falco,<br />
Sergente Np Raffaele Mauriello,<br />
Sottocapo Np/Ms Liberato Spiezia.<br />
50<br />
presentazione il Comandante Generale ha<br />
voluto dare risalto ad un aspetto che accomuna<br />
tutti i premiati, ma che non sempre viene valorizzato:<br />
uno schivo pudore, imbarazzato, nel<br />
ricevere riconoscenza per un atto di solidarietà<br />
che fa risaltare ancor più, in una disarmante<br />
semplicità, la grandezza di un gesto”.<br />
Fuori da ogni schema la premiazione. Le stesse<br />
uniformi presenti, <strong>Guardia</strong> di Finanza, Vigili<br />
del Fuoco, Capitanerie di porto, Polizia di Stato,<br />
Carabinieri, SAR Direzione Marittima della<br />
Repubblica di Slovenia si sono interscambiate il<br />
premio. Degno epilogo di un percorso che trova,<br />
in questa edizione, la più significativa conclusione<br />
poiché al di là del colore di una divisa, quando<br />
ci si bagna per salvare una vita in mare, tutti<br />
indossano l’abito del marinaio.<br />
Il Mare, un instancabile ispiratore, è il<br />
primo attore che tiene la scena, ma senza la<br />
gente di mare, comprimaria e allo stesso<br />
tempo protagonista, la sua storia non avrebbe<br />
ragione di essere.<br />
ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5
S<br />
Campagna informativa per la pianificazione della<br />
I C U R E Z Z A B A L N E A R E<br />
DI ROMANO GRANDI<br />
Pubblichiamo con piacere un articolo del C.A. (CP) r. Romano Grandi, Vice<br />
Presidente della <strong>Soc</strong>ietà Nazionale di Salvamento, in cui vengono riportati i<br />
risultati di una ricerca svolta per il Dipartimento della Protezione Civile, sul<br />
fenomeno della balneazione lungo i litorali italiani durante la scorsa stagione<br />
estiva.<br />
Tutti sanno che la maggior parte dei<br />
nostri “vacanzieri” trascorre le proprie<br />
vacanze al mare, e che ad essi si<br />
aggiungono turisti stranieri provenienti dal<br />
nord, dal centro ed ora anche dai Paesi dell’est<br />
del nostro continente, perché l’Italia è considerata<br />
una delle spiagge naturali d’Europa.<br />
A titolo meramente informativo, si accen-<br />
na che una indagine della Confcommercio di<br />
qualche anno fa ha rivelato che nei mesi di<br />
luglio-agosto sono state registrate, negli stabilimenti<br />
balneari ad essa associati, circa 4<strong>00</strong><br />
milioni di presenze (una presenza: una persona<br />
per un giorno; la stessa persona che va al<br />
mare per dieci giorni, fa dieci presenze). Se a<br />
questo dato (che può ancora oggi ritenersi<br />
51
congruo per dare un’idea della consistenza<br />
del fenomeno della balneazione in Italia), si<br />
aggiungono le presenze relative ai mesi di<br />
giugno e settembre, quelle interessanti le<br />
aziende che fanno capo ad altre organizzazioni<br />
(Confesercenti, ecc..), e quelle relative alle<br />
spiagge libere, si può ragionevolmente stimare<br />
che sui circa 54<strong>00</strong> chilometri di spiagge<br />
idonee alla balneazione insistano presenze<br />
cinque volte superiori al dato indicato da<br />
Confcommercio.<br />
A tutti, italiani e stranieri, va assicurata<br />
nella maggiore misura possibile la fruibilità<br />
in sicurezza degli arenili e delle acque prospicienti,<br />
ma per poter predisporre organizzazioni<br />
e dispositivi di sicurezza adeguati e congrui,<br />
occorre prima di tutto avere certa e<br />
approfondita cognizione del fenomeno sotto<br />
i diversi e pertinenti profili quali, ad esempio,<br />
la stima della popolazione interessata, la<br />
densità della popolazione sulle spiagge in<br />
concessione, in quelle attrezzate e in quelle<br />
libere, anche nelle diverse fasce orarie della<br />
giornata, le fonti di pericolo e le condizioni<br />
di rischio di arenili e acque litoranee, la<br />
segnaletica e le informazioni di sicurezza, la<br />
quantificazione e la tipologia delle strutture<br />
addette all’assistenza e al soccorso e la tipologia<br />
degli interventi più comunemente effettuati,<br />
siano essi in mare da <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong>,<br />
da bagnino di salvataggio in spiaggia, da<br />
“118” a terra, ecc...<br />
E perciò, proprio per poter acquisire conoscenza<br />
quanto più completa possibile della<br />
materia, alla luce della quale poter poi con<br />
cognizione di causa elaborare pianificazioni<br />
di ordine generale e locale utili allo scopo, la<br />
<strong>Soc</strong>ietà Nazionale di Salvamento ha proposto<br />
52<br />
e realizzato, in convenzione<br />
con il<br />
Dipartimento della<br />
Protezione Civile<br />
che ha subito<br />
apprezzato l’iniziativa,<br />
il progetto denominato<br />
“Campagna<br />
informativa per la<br />
pianificazione della<br />
sicurezza balneare -<br />
Esperienze per un<br />
progetto unico e<br />
coordinato di armonica<br />
disciplina europea<br />
in materia di<br />
sicurezza della balneazione”.<br />
È stato considerato e approfondito il fenomeno<br />
della balneazione lungo i litorali delle<br />
Regioni marittime dello Stato, grazie anche alla<br />
collaborazione e al contributo determinante<br />
delle Autorità marittime di giurisdizione e delle<br />
Municipalità locali.<br />
Ovviamente, i rilevatori della <strong>Soc</strong>ietà<br />
Nazionale di Salvamento non hanno potuto<br />
interpellare tutti gli Uffici marittimi periferici e<br />
i Comuni che insistono sui litorali con porzioni<br />
più o meno estese dei rispettivi territori, ma è<br />
stata fatta una scelta ragionata in termini di<br />
vocazione turistica, affluenza nei periodi estivi,<br />
potenzialità in termini di strutture di accoglimento<br />
di carattere balneare, ecc.... per cui si può<br />
ragionevolmente ritenere che i 632 comuni<br />
direttamente interessati dal lavoro di ricerca<br />
costituiscano un campione di sicuro riferimento<br />
e affidabilità, in rapporto all’intero più esteso<br />
complesso delle acque marine idonee alla balneazione<br />
che circondano il nostro Paese.<br />
La ricerca ha così consentito di ricavare, fra<br />
gli altri, i “dati di riferimento” che seguono, utili<br />
per definire ed evidenziare, nelle giuste dimensioni,<br />
il fenomeno della balneazione in Italia, e<br />
dai quali scaturiscono alcune importanti considerazioni.<br />
Estensione delle coste italiane<br />
Le coste italiane idonee alla balneazione<br />
(penisola e isole) rappresentano circa il 65,7%<br />
dell’intero litorale nazionale, raggiungendo circa<br />
4.898 km su un totale di circa 7.456 km.<br />
Estensione delle coste balneabili prese in esame<br />
I 632 Comuni di riferimento (pari al 52%<br />
ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5
dei circa 12<strong>00</strong> Comuni italiani costieri) dispongono<br />
di uno sviluppo complessivo di litorale<br />
pari a 3.636 km circa (pari al 48,8% del totale<br />
di 7456 km), di cui idonei alla balneazione sono<br />
circa 2.426 km, pari al 66,7% del totale della<br />
costa presa in esame.<br />
Costa balneabile<br />
Tipologia delle spiagge dei 2426 km di costa balneabile<br />
presi in esame<br />
Del totale di 2426 km., 915 km attengono<br />
alle spiagge in concessione demaniale, 1329 km<br />
circa sono quelle libere, 178 km circa sono di<br />
spiaggia libera attrezzata.<br />
In relazione alle rispettive ubicazioni sull’intero<br />
territorio nazionale, la ricerca ha evidenziato<br />
che le spiagge libere superano in estensionequelle<br />
attrezzate e quelle in concessione, le quali<br />
“abbondano”, per così dire, nell’Adriatico centro-settentrionale<br />
e nel mar Ligure, mentre le<br />
libere e le attrezzate prevalgono soprattutto al<br />
centro-sud (Tirreno centrale e meridionale,<br />
Adriatico meridionale, Ionio e isole).<br />
Ne consegue la considerazione che, atteso il<br />
diverso regime normativo per quanto concerne<br />
la sorveglianza ai fini della sicurezza (obbligo<br />
del servizio di salvataggio sulle spiagge in concessione,<br />
non obbligo su quelle libere, non<br />
obbligo ma a volte presente perché offerto dai<br />
gestori su quelle attrezzate), proprio questa<br />
ultima e più vasta parte di territorio nazionale<br />
che per ragioni climatiche, bellezze paesaggistiche,<br />
stato di salute delle acque, ambisce a rivestire<br />
ruolo e importanza sempre più rilevanti<br />
nel contesto delle potenzialità balneari che il<br />
Paese può offrire, risulti invece penalizzata<br />
sotto l’aspetto della sicurezza, perché meno<br />
estese sono le spiagge sulle quali vige l’obbligo<br />
della presenza dei bagnini di salvataggio.<br />
Suddivisione dei servizi: spiagge in concessione,<br />
libere e libere attrezzature<br />
Stima delle presenze nei 2426 km di costa balneare<br />
esaminata<br />
Sulle spiagge dei 632 Comuni interessati,<br />
nell’arco temporale di riferimento della ricerca<br />
(dal 1° luglio al 14 settembre), è stata rilevata<br />
la presenza di 611.016.154 unità.<br />
Le fasce orarie di maggiore affluenza dei<br />
bagnanti a seconda delle località sono state le<br />
53
seguenti:<br />
il 35,5% nella fascia oraria dalle 10 alle 14<br />
il 56,6% nella fascia oraria dalle 10 alle 18<br />
il 7,9% nella fascia oraria dalle 14 alle 18.<br />
Ne consegue che lo sforzo di fornitura dei<br />
servizi di sicurezza può essere correlato alle<br />
fasce di maggiore presenza, nelle quali maggiori<br />
sono le probabilità di incidenti e di<br />
emergenze, rendendo così possibile calibrare<br />
e amministrare meglio la consistenza delle<br />
risorse disponibili da mettere in campo<br />
(uomini e mezzi).<br />
Altro dato interessante è la suddivisione delle<br />
presenze rispettivamente sulle spiagge in concessione,<br />
su quelle libere e su quelle attrezzate.<br />
Si rileva che sulle coste considerate, in valore<br />
assoluto, le maggiori presenze si concentrano<br />
sulle spiagge in concessione (414.039.919<br />
unità), seguono quelle libere (165.729.797<br />
unità) e poi quelle libere attrezzate (32.520.994<br />
unità). Occorre notare che queste ultime, a proposito<br />
del numero relativamente basso di presenze,<br />
sono un fenomeno ancora relativamente<br />
giovane, sviluppatosi a partire dagli anni ‘80.<br />
Tuttavia esse sono ben gradite dagli utenti e il<br />
fatto che nei valori assoluti figurino sempre al<br />
terzo posto può ragionevolmente essere addebitato<br />
alla minore diffusione di questo tipo di<br />
spiaggia rispetto ai due tipi tradizionali. E infatti<br />
si evidenzia che le spiagge libere attrezzate precedono<br />
le libere come densità di bagnanti per<br />
chilometro di spiaggia: 1013 bagnanti circa per<br />
km di spiaggia libera attrezzata contro gli 866<br />
per km circa delle spiagge libere, mentre senz’altro<br />
più cospicuo è il dato per le spiagge in concessione:<br />
2513 bagnanti circa per km di arenile.<br />
La densità media complessiva per km di<br />
spiaggia risulta infine pari a 577,80 unità.<br />
Considerazioni appropriate scaturenti dai<br />
dati registrati devono però tenere conto che,<br />
54<br />
se è<br />
vero<br />
Suddivisione delle presenze: spigge in<br />
concessione, libere e libere attrezzate<br />
che l’indagine ha coinvolto i comuni costieri<br />
delle regioni del Nord, del Centro e del Sud<br />
dell’Italia, è altrettanto vero che sono giunti<br />
in prevalenza dati relativi alle coste di<br />
Comuni appartenenti all’area settentrionale<br />
del Paese, in cui, come è stato rilevato, vi è<br />
una maggiore diffusione degli stabilimenti<br />
balneari.<br />
E quindi alle 611.016.154<br />
presenze censite dalla ricerca<br />
(che frequentano in gran parte<br />
spiagge in concessione) occorre<br />
aggiungere le presenze degli<br />
utenti delle spiagge in concessione,<br />
libere ed attrezzate che<br />
corrispondono e appartengono<br />
al restante 50% dei circa 12<strong>00</strong><br />
Comuni costieri non interessati<br />
dalla ricerca (l’indagine ne<br />
ha censito 632), e sulle quali<br />
insiste parimenti un altrettanto<br />
50% di utenti.<br />
ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5
Incidenti correlati alla balneazione<br />
La campagna informativa non richiedeva la<br />
rilevazione degli incidenti e delle vite umane<br />
perse per fatti correlati all’esercizio della balneazione<br />
e delle altre attività acquatiche nelle acque<br />
prospicienti le spiagge.<br />
Incidenza percentuale delle spiagge libere*<br />
*Descrizione del grafico: la colonna “Km di spiaggia libera” rappresenta<br />
la percentuale di spiaggia libera rapportata al totale della costa<br />
balneabile per ogni regione. La colonna “presenze in spiaggia libera”<br />
rappresenta la percentuale di bagnanti nelle spiagge libere rapportati<br />
al totale delle presenze regionali.<br />
E tuttavia, dati già in possesso della <strong>Soc</strong>ietà<br />
Nazionale di Salvamento consentono considerazioni<br />
interessanti sul piano della sicurezza, la cui<br />
rilevanza sul piano sociale è bene che sia sottolineata,<br />
anche se “fuori tema” rispetto agli scopi<br />
della ricerca.<br />
Da questi dati, in generale risulta che, nell’in-<br />
Stima della consistenza delle organizzazioni di<br />
soccorso nei 632 Comuni presi in considerazione<br />
Dalla campagna informativa è stato possibile<br />
rilevare che le organizzazioni di soccorso presenti<br />
lungo le coste italiane prese in esame, con particolare<br />
riferimento alle spiagge libere dei 632<br />
Comuni censiti, risultano essere: nel 93% dei<br />
Comuni sono presenti le Capitanerie di<br />
porto/<strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong>, con tempi di intervento<br />
medi di 17 minuti; nell’87,8% il 118, con<br />
tempi di intervento medi pari a 17 minuti<br />
(anche per incidenti non conseguenti alle attività<br />
acquatiche, quali colpi di sole, infarti, infortuni<br />
e malesseri diversi, oltre che per i trattamenti<br />
medico-sanitari integrativi agli interventi<br />
di recupero, primo soccorso e rianimazione che<br />
rientrano nel bagaglio professionale dei bagni-<br />
tera stagione balneare, sulle spiagge in concessione<br />
dove è obbligatoriamente presente il bagnino<br />
di salvataggio, le perdite di vite umane quasi non<br />
si registrano. Quelle poche che si verificano sono<br />
dovute ad accadimenti di veramente pura casualità<br />
e fatalità.<br />
Ben diversa è invece la situazione sulle spiagge<br />
libere e su quelle libere attrezzate che non offrono<br />
ai propri clienti il servizio di sorveglianza, dove ad<br />
ogni stagione occorre purtroppo registrare il verificarsi<br />
di un numero sempre troppo elevato di luttuosi<br />
eventi, anche se, sotto questo profilo, la<br />
situazione italiana può ritenersi mediamente più<br />
soddisfacente rispetto a quella di altri Paesi turistico<br />
balneari, dove le perdite di vite umane nelle<br />
acque prospicienti le spiagge sono percentualmente<br />
più alte.<br />
Probabilmente la migliore situazione italiana<br />
si registra anche perché l’indagine ha<br />
rivelato come, pur non richiedendo la legge<br />
alcuna protezione specifica a favore degli<br />
utenti di queste spiagge, sussista comunque,<br />
per obblighi generali di tutela della pubblica<br />
incolumità sull’intero territorio nazionale,<br />
acque territoriali comprese, la presenza di servizi<br />
di sorveglianza forniti per compito istituzionale<br />
da altre Autorità dello Stato (“in primis”<br />
le Capitanerie di porto/<strong>Guardia</strong><br />
<strong>Costiera</strong>), o per propria missione sociale dai<br />
volontari della <strong>Soc</strong>ietà Nazionale di<br />
Salvamento.<br />
E comunque, la conclusione che può trarsi<br />
dai dati “fuori tema” e da quelli scaturiti dalla<br />
ricerca, è che le spiagge libere e quelle attrezzate<br />
sono le più affollate, ma, paradossalmente,<br />
sono le meno sicure.<br />
Incidenza percentuale delle spiagge in concessione*<br />
*Descrizione del grafico: la colonna “Km di spiaggia in concessione<br />
rappresenta la percentuale di spiaggia libera rapportata al<br />
totale della costa balneabile per ogni regione. La colonna “presenze<br />
in concessione” rappresenta la percentuale di bagnanti nelle<br />
concessioni rapportati al totale delle presenze regionali.<br />
55
Incidenza percentuale delle spiagge libere attrezzate*<br />
*Descrizione del grafico: la colonna “Km di spiagge libere attrezzata”<br />
rappresenta la percentuale di spiaggia libera attrezzata rapportata<br />
al totale della costa balneabile per ogni regione. La colonna<br />
“presenze in spiaggia libera attrezzata” rappresenta la percentuale<br />
di bagnanti nelle spiagge libere rapportati al totale delle presenze<br />
regionali.<br />
ni); nel 40,8% gli operatori di salvamento<br />
(Bagnini e Assistenti bagnanti), con tempi di<br />
intervento medi pari a 1 minuto; nel 57,8% i<br />
mezzi nautici dei Carabinieri e delle altre Forze<br />
di Polizia, con tempi di intervento medi di 18<br />
minuti.<br />
Al riguardo si può considerare che:<br />
-è sinceramente rassicurante, oltre a quella<br />
dei bagnini e degli assistenti bagnanti, la presenza<br />
di uomini e mezzi delle Amministrazioni<br />
pubbliche;<br />
-e però, nella fattispecie della balneazione,<br />
l’urgenza dell’intervento è importantissima in<br />
quanto esiste una “finestra” di soli quattro<br />
minuti entro i quali il soccorso può concludersi<br />
senza danni salvo la paura. Oltre i quattro minu-<br />
56<br />
ti, pur non perdendo la vita, possono registrarsi<br />
nelle persone recuperate lesioni interne non<br />
reversibili, e sotto questo profilo i tempi di<br />
intervento che possono assicurare il pieno successo<br />
sono soltanto quelli consentiti dalla presenza<br />
dei bagnini di salvataggio.<br />
Da qui, la necessità che sia rivolto ogni sforzo<br />
all’incremento del numero dei bagnini di salvataggio<br />
sulle spiagge libere durante la stagione<br />
balneare.<br />
Tipologia delle fonti di pericolo e relativa segnaletica.<br />
La scheda consegnata ai rilevatori prevedeva<br />
anche una indagine sulla “tipologia delle fonti di<br />
pericolo” e sull’”eventuale sistema di prevenzione/segnaletica<br />
o altro”.<br />
E però su questa indagine non si sono avute<br />
risposte, e quindi nessun dato figura nella ricerca<br />
semplicemente perché i dati non ci sono, nel<br />
senso che non è che non ci siano fonti di pericolo,<br />
è che esse non sono portate a conoscenza degli<br />
utenti (salvo talvolta la segnalazione di spiaggia<br />
non sorvegliata dai bagnini di salvataggio).<br />
Eppure, il tema della informazione/segnalazione<br />
delle possibili fonti di pericolo, dei com-<br />
portamenti corretti per evitarli, ecc..., è di prioritaria<br />
importanza per la sicurezza delle persone,<br />
tanto che in tutte le situazioni e le attività in cui<br />
è coinvolta la collettività (a partire dalla circolazione<br />
sulle strade, all’accesso nelle aree di lavoro,<br />
come in qualsiasi altro luogo pubblico), esistono<br />
simboli e cartelli che mettono in guardia o suggeriscono<br />
ai frequentatori comportamenti sicuri:<br />
sulle spiagge nazionali invece, diversamente<br />
da quanto avviene in qualche altro Paese<br />
ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5
dell’Unione Europea, non esiste nulla di tutto<br />
ciò, salvo la famosa bandiera rossa che consiglia<br />
di evitare la balneazione se il mare è mosso,<br />
ovviamente esposta solo negli stabilimenti balneari.<br />
Da questa constatazione, è<br />
subito scaturita l’iniziativa già<br />
avviata dalla <strong>Soc</strong>ietà Nazionale<br />
di Salvamento, di predisporre e<br />
sviluppare un progetto le cui<br />
linee fondamentali troveranno<br />
fonte di riferimento anche nei<br />
modelli di segnaletica già adottati<br />
in Europa, oltre che rispettare<br />
simbologie e contenuti indicati<br />
dall’ISO (International<br />
Organization for<br />
Standardization) per le emergenze<br />
in acqua, in modo da conferire<br />
all’argomento unicità e<br />
respiro internazionale.<br />
Questa, in sintesi, la<br />
“Campagna informativa per la<br />
pianificazione della sicurezza<br />
balneare” condotta dalla SNS<br />
per il Dipartimento della<br />
Protezione Civile, e tuttavia, per<br />
concludere bene il lavoro e valorizzarne<br />
al massimo i risultati,<br />
occorre “alzare il tiro” e proiettare<br />
i dati raccolti e quelli da questi<br />
desunti in chiave europea,<br />
come d’altronde invita a fare<br />
anche la denominazione ufficiale<br />
del progetto, che aggiunge al<br />
titolo: “Esperienze per un progetto<br />
unico e coordinato di<br />
armonica disciplina europea in<br />
materia di sicurezza della balneazione”.<br />
Infatti, sono milioni le presenze<br />
giornaliere degli stranieri<br />
che frequentano le nostre spiagge,<br />
e un numero ovviamente<br />
ben maggiore frequenta le<br />
spiagge dei rispettivi Paesi, affollate anch’esse da<br />
turisti comunitari, compresi i nostri concittadini,<br />
mentre le più diverse sono le normative di<br />
riferimento per la fruizione degli arenili. E come<br />
ogni cittadino straniero sa come è regolata la<br />
balneazione e la sicurezza sulle spiagge del proprio<br />
Stato, sarebbe bene che fosse informato<br />
anche sulla regolamentazione dello Stato che lo<br />
ospita, e però questo è ragionevolmente possibile<br />
soltanto attraverso la predisposizione di discipline<br />
omogenee e comuni, anche perché in defi-<br />
nitiva unico è lo scopo di tutto: la sicurezza del<br />
bagnante su qualsiasi spiaggia egli si trovi, nel<br />
proprio Paese o all’estero.<br />
E allora ecco un altro progetto cui sta pensando<br />
la SNS: una “Conferenza europea per l’inte-<br />
grazione delle norme sulla sicurezza della balneazione”<br />
che affronti, raccogliendo le molteplici<br />
esperienze italiane e straniere, le diverse tematiche<br />
afferenti l’argomento (organizzazione, procedure,<br />
preparazione dei bagnini di salvataggio,<br />
predisposizioni e attrezzature, segnaletica e<br />
avvertenze, ecc...) di modo che il cittadino europeo<br />
si senta “come a casa sua” anche quando va<br />
al mare all’estero, perché ritrova dispositivi di<br />
sicurezza strutturati in maniera per lui abituale.<br />
Da questa Conferenza, e dalla considerazione<br />
57
che la contemporanea presenza di milioni di<br />
persone sugli arenili e nelle acque prospicienti<br />
configura di fatto una situazione di permanente<br />
latente emergenza perché le attività “in acqua”<br />
presentano pericoli diversi da quelli che quotidianamente<br />
siamo abituati a fronteggiare “a<br />
terra” (l’uomo in acqua ci va, come va in aria,<br />
ma questi non sono i suoi ambienti naturali),<br />
potrebbero scaturire delle linee guida di sicurezza<br />
omogenee e standardizzate che ogni Paese<br />
potrebbe poi “curvare” opportunamente sulle<br />
proprie specificità di ordine morfologico,<br />
ambientale, ecc...<br />
Le linee guida non dovrebbero però trascurare<br />
un tema di alto valore etico e sociale nel quale<br />
la SNS è parimenti da alcuni anni impegnata, e<br />
cioè quello della accessibilità e della sicurezza<br />
della balneazione delle persone con bisogni speciali,<br />
diversamente abili e anziane: in merito<br />
sono previsti l’avvio di una campagna informativa<br />
finalizzata alla verifica dello stato dell’arte e<br />
all’ analisi dei rischi correlati alle attuali possibilità<br />
di accesso alle spiagge e in acqua, e un<br />
Convegno nazionale con la presenza e la collaborazione<br />
delle diverse Associazioni nazionali<br />
che si occupano della tutela e della promozione<br />
dei bisogni e dei diritti delle persone diversamente<br />
abili.<br />
Le due iniziative dovrebbero portare all’identificazione<br />
di indicazioni di ordine generale e di<br />
buone prassi in tema di accessibilità strutturale<br />
58<br />
agli arenili e all’acqua, preparazione professionale<br />
specifica dei bagnini di salvataggio, del personale<br />
di accoglienza, ecc.., in modo da consentire<br />
anche a questi utenti di fruire delle vacanze al<br />
mare al pari degli altri.<br />
L’insieme delle linee guida, cui occorrerebbe<br />
però conferire ufficialità e valore giuridico<br />
cogente attraverso i provvedimenti all’uopo ritenuti<br />
congrui dalle Amministrazioni competenti<br />
(Autorità marittime, Protezione civile) potrebbe<br />
costituire la traccia per la predisposizione da<br />
parte degli Enti locali e delle Municipalità di<br />
“Pianificazioni territoriali per la prevenzione<br />
dell’emergenza balneare” in analogia a quanto<br />
praticato dalle stesse Municipalità per le altre<br />
emergenze di Protezione civile tipo terremoti,<br />
alluvioni, frane, ecc...e per la sicurezza in generale<br />
dei propri cittadini.<br />
Si accenna infine che i risultati della<br />
“Campagna informativa” sono stati illustrati e<br />
portati a conoscenza del mondo della comunicazione<br />
nel corso di una conferenza stampa organizzata<br />
a Genova, ospiti della Capitaneria di<br />
porto, presenti il Direttore Marittimo della<br />
Liguria, Amm. Marco Brusco, e il Dott. Mauro<br />
Casenghini dell’Ufficio Volontariato del<br />
Dipartimento della Protezione Civile, i quali,<br />
con i loro interventi e le loro considerazioni,<br />
hanno conferito al lavoro svolto dalla <strong>Soc</strong>ietà<br />
Nazionale di Salvamento gradito riconoscimento<br />
e particolari significato e valorizzazione.<br />
ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5
La protezione civile Italiana<br />
Siamo noi cittadini, prima di tutto, la figura<br />
base, il centro reale dell’idea di Protezione<br />
civile. Noi con il nostro comportamento<br />
educato alla cultura della prevenzione, della solidarietà<br />
e della segnalazione delle emergenze.<br />
Il modello italiano è una piramide funzionale<br />
che parte dal cittadino e coinvolge tutte le<br />
strutture e le attività messe in campo per tutelare<br />
l’integrità della vita, i beni, gli insediamenti e<br />
l’ambiente, dai danni o dal pericolo di danni<br />
derivanti da eventi calamitosi.<br />
Nella maggioranza dei Paesi europei invece,<br />
la protezione civile è un compito assegnato ad<br />
una sola istituzione o a poche strutture pubbliche.<br />
Con la legge del 24 febbraio 1992, n. 225 l’Italia<br />
ha organizzato la Protezione Civile come<br />
“servizio nazionale”, coordinato dal Presidente<br />
del Consiglio dei Ministri e composto, come<br />
dice il primo articolo della legge, dalle amministrazioni<br />
dello Stato, centrali e periferiche, dalle<br />
regioni, dalle province, dai comuni, dagli enti<br />
pubblici nazionali e territoriali e da ogni altra<br />
istituzione ed organizzazione pubblica e privata<br />
presente sul territorio nazionale.<br />
Al coordinamento e all’indirizzo provvede il<br />
Dipartimento Nazionale della Protezione Civile<br />
DI RODOLFO GIOVANNINI<br />
che, nella fase emergenziale, quella più visibile,<br />
“compone” la squadra più adatta ad affrontare<br />
l’esigenza e ne indirizza l’attività.<br />
In questo modo ognuno mantiene il proprio<br />
ruolo, le proprie peculiarità e professionalità, ma<br />
l’efficienza operativa viene esaltata proprio perché<br />
legata a quella delle altre strutture, in una<br />
sinergia istituzionale, il cui scopo è quello di<br />
raggiungere il più efficace e rapido risultato possibile.<br />
Il modello di organizzazione della Protezione<br />
Civile, per come è strutturato risulta particolarmente<br />
adeguato ad un territorio come quello<br />
italiano, che presenta una vasta gamma di possibili<br />
rischi.<br />
Il sistema, che prende origine dal processo di<br />
riorganizzazione generale dell’ordinamento<br />
amministrativo, è basato sul principio della sussidiarietà,<br />
in altre parole sul concorso di un<br />
numero crescente di amministrazioni che, quando<br />
quella preposta non è in grado di fronteggiare<br />
la situazione, ne supportano l’azione con il<br />
proprio contributo.<br />
Il primo responsabile della protezione civile<br />
in ogni comune è il Sindaco, che organizza le<br />
risorse comunali secondo piani prestabiliti per<br />
fronteggiare i rischi specifici del suo territorio.<br />
59
Al verificarsi di un’emergenza nell’ambito del<br />
territorio comunale, il Sindaco assume la direzione<br />
ed il coordinamento dei servizi di soccorso<br />
e di assistenza alla popolazione colpita e provvede<br />
agli interventi necessari dandone immediata<br />
comunicazione al Prefetto e al Presidente della<br />
Giunta regionale. Se i mezzi a disposizione<br />
non sono sufficienti si mobilitano immediatamente<br />
i livelli provinciali, regionali e, nelle<br />
situazioni più gravi, anche il livello nazionale,<br />
integrando le forze disponibili in loco.<br />
Emblematiche dell’immagine che la Protezione<br />
Civile italiana ha reso in questi anni, le parole<br />
del Capo dello Stato in occasione della cerimonia<br />
di consegna della medaglia d’oro al merito<br />
civile al Dipartimento della Protezione Civile<br />
avvenuta al Quirinale il 15 luglio 2<strong>00</strong>4 ...”se<br />
diamo uno sguardo a questo Cortile d’onore,<br />
vediamo tante uniformi diverse, appartenenti ai<br />
Vigili del Fuoco, alle Forze Armate, a quelle dell’Ordine,<br />
ai Corpi armati dello Stato, alla Croce<br />
Rossa, i volti di tanti volontari, di tante differen-<br />
60<br />
ti Amministrazioni strette insieme da un unico<br />
progetto di vita: il servizio al popolo italiano<br />
anche nel momento delle difficoltà estreme,<br />
quel momento in cui più alto è il bisogno di<br />
protezione, di sostegno, di aiuto”.<br />
Il Servizio Nazionale di Protezione Civile<br />
non è solo un meccanismo che scatta nel<br />
momento dell’emergenza, è anche, in alcuni settori,<br />
continua e quotidiana attività di studio,<br />
previsione, prevenzione e vigilanza.<br />
Uno di questi settori è il mare e con esso<br />
l’inquinamento marino, quel pericolo che, in<br />
molti Paesi europei e non solo, ha negli ultimi<br />
anni arrecato devastazioni ambientali impressionanti.<br />
Istituito dall’allora Ministro per la Protezione<br />
Civile in data 8 Agosto 1984, Il Centro<br />
Operativo Emergenze in Mare (C.O.E.M.) è<br />
interamente costituito da personale del Corpo<br />
delle Capitanerie di Porto. Il COEM, conosciuto<br />
anche come “Procivilmare” opera all’interno<br />
del Servizio Centro Situazioni Unificato<br />
la sala operativa del Dipartimento della Protezione Civile. In apertura campagna antincendio boschivo, sardegna nord-orientale<br />
ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5
Dipartimento della Protezione Civile - ufficio del COEM<br />
che a sua volta è un’articolazione dell’Ufficio<br />
Gestione delle Emergenze del Dipartimento<br />
della Protezione della Presidenza del Consiglio<br />
dei Ministri.<br />
I compiti assegnati al Centro sono di concorrere,<br />
ove del caso assumendone la direzione,<br />
alla gestione operativa dell’emergenza in<br />
caso di grave inquinamento marino, mediante<br />
l’attivazione del “Piano di pronto intervento<br />
nazionale per la difesa da inquinamenti da<br />
idrocarburi o da altre sostanze nocive causati<br />
da incidenti marini”.<br />
Deve inoltre assicurare il concorso organizzativo<br />
per l’attività di soccorso in caso di incidenti<br />
in mare e coordinare, nei casi di emergenza in cui<br />
sorga la necessità di trasportare cose o persone via<br />
mare, d’intesa con il Ministero della Difesa, l’impiego<br />
della nave San Marco o di altre unità similari<br />
assegnate per attività di Protezione Civile<br />
nonché, l’impiego delle navi mercantili requisite<br />
o noleggiate per i trasporti di emergenza.<br />
Infine il COEM coordina le attività del<br />
Dipartimento connesse alla gestione operativa<br />
della stazione satellitare italiana COSPAS -<br />
SARSAT, gestita da personale del Corpo delle<br />
Capitanerie di porto, che ha lo scopo di segnalare,<br />
agli organi di ricerca e soccorso nazionali ed<br />
esteri che ricadono nella sua area di servizio, la<br />
posizione geografica di vettori marittimi, aerei e<br />
terrestri in pericolo.<br />
L’attività di studio, previsione e prevenzione è<br />
quindi una parte importante del lavoro del<br />
COEM affinché la reazione operativa possa avere<br />
quell’efficacia ed efficienza adeguata alle<br />
diverse tipologie di emergenze marittime da<br />
affrontare.<br />
In tale contesto, al fine di mantenere costantemente<br />
aggiornate norme esecutive e procedure<br />
operative nei casi di dichiarata emergenza<br />
nazionale, il responsabile del COEM coordina<br />
le periodiche convocazioni del Comitato di cooperazione<br />
Stato - Industria chimica e petrolifera<br />
(istituito con D.M. 511 del 23/02/1996) mentre,<br />
ad emergenza in corso, presiede e coordina<br />
l’attività del Comitato Tecnico-Scientifico<br />
(D.M. 04/10/1999) che, in tale circostanza,<br />
riveste la funzione di organo consultivo del<br />
Capo del Dipartimento.<br />
61
operazioni di soccorso a bagnanti rimasti isolati da un incendio in Costa Smeralda<br />
Altro esempio del lavoro meno visibile del<br />
Centro è rappresentato dalla predisposizione di<br />
misure di prevenzione per quelle emergenze che<br />
si possono verificare nel periodo estivo in alcune<br />
località balneari come quelle del nord Sardegna<br />
dove, a causa degli incendi estivi, alcune spiagge<br />
finiscono per rimanere isolate ed i bagnanti possono<br />
essere evacuati solo via mare.<br />
La componente navale a disposizione della<br />
Prefettura di Sassari e della Capitaneria di porto<br />
di Olbia, nel 2<strong>00</strong>3 e nel 2<strong>00</strong>4, è stata rinforzata<br />
anche grazie al sostegno del Dipartimento della<br />
Protezione Civile.<br />
Un’unità della Marina Militare e la presenza<br />
ininterrotta dei pattugliatori della VI squadriglia<br />
della <strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong> di Messina,<br />
hanno in più operazioni<br />
tratto in salvo via mare centinaia<br />
di persone da litorali invasi<br />
da fumo e fiamme.<br />
Gli stessi mezzi hanno<br />
anche consentito di trarre in<br />
salvo in pochissimo tempo e<br />
senza nessun incidente tutti i<br />
passeggeri del traghetto Moby<br />
Magic che era in procinto di<br />
affondare presso Porto Cervo<br />
la notte dell’11 Settembre<br />
2<strong>00</strong>3.<br />
Nel settore operativo dell’inquinamento<br />
marino, a settembre<br />
2<strong>00</strong>4, è stata inoltre<br />
portata a termine un’esercitazione<br />
di “Emergenza Nazionale”<br />
nel canale di Piombino in<br />
collaborazione con il Ministe-<br />
62<br />
ro dell’Ambiente, lo Stato Maggiore<br />
della Marina Militare, il<br />
Comando generale del Corpo<br />
delle Capitanerie di porto ed il<br />
Comune di Rio Marina.<br />
Da quanto sinteticamente<br />
esposto, si comprende in ogni<br />
modo che sia nel caso di gravi<br />
incidenti che si verificano direttamente<br />
in mare che per quelle<br />
emergenze diverse che riflettono<br />
però la necessità di interventi via<br />
mare, siano essi di evacuazione o<br />
di invio di uomini e mezzi, il<br />
COEM è attrezzato per costituirsi<br />
punto di riferimento alle suddette<br />
istanze grazie alla consolidata<br />
rete di collaborazioni ed intese<br />
con le amministrazioni dello Stato,<br />
centrali e periferiche, la rete<br />
del volontariato, le istituzioni europee e delle<br />
nazioni unite appositamente predisposte e<br />
quant’altro, ad ogni livello, possa rappresentare<br />
un’utile sinergia.<br />
Possiamo terminare dicendo che “siamo noi”,<br />
in questo caso inteso come Corpo delle Capitanerie<br />
di porto - <strong>Guardia</strong> costiera, appartenenti<br />
alle Forze Armate a cui la L. 225/92 conferisce<br />
la qualifica di struttura operativa nazionale del<br />
Servizio, a sentirci quella porzione istituzionale<br />
di Protezione Civile, che sul mare e lungo le<br />
coste concorre, con le proprie forze e prerogative,<br />
a far crescere questo “sistema” che collega il<br />
cittadino al piccolo comune, alla provincia e via<br />
via fino alla nazione tutta.<br />
Isola d’Elba, gommone C.P. e volontari della Protezione civile<br />
ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5
LA TALASSOTERAPIA<br />
o v v e r o l a “ c u r a d e l m a r e ”<br />
Nel 1986 sorge in Francia la<br />
Federazione Internazionale della<br />
Talassoterapia con l’obiettivo di<br />
difendere e promuovere, in assenza di una<br />
regolamentazione ufficiale, la “cura del mare”.<br />
La Federazione, garante della qualità delle<br />
cure e punto di riferimento per tutti gli addetti<br />
ai lavori che aderiscono alla sua Carta di<br />
Qualità, ha coniato una definizione ufficiale<br />
di talassoterapia secondo la quale in una località<br />
di mare privilegiata, la talassoterapia consiste<br />
nell’uso simultaneo - sotto controllo medico e<br />
con scopo preventivo o curativo - dell’azione<br />
salutare dell’ambiente marino che comprende: il<br />
clima marino, l’acqua di mare, i fanghi, le sabbie,<br />
le alghe ed altre sostanze estratte dal mare.<br />
La talassoterapia, branca medica della talassologia,<br />
si distingue, dunque, dalla medicina<br />
termale (che sfrutta solo l’acqua sorgente) per<br />
la sua straordinaria capacità di combinare, in<br />
varia misura, tutte le risorse dell’ambiente<br />
marino.<br />
Storia della Talassoterapia<br />
DI CINZIA GEROMINO<br />
Il trattamento marino e le possibilità terapeutiche<br />
dell’acqua di mare (vigore, salute e<br />
bellezza) sono note fin dai tempi più remoti,<br />
trovando ampio respiro nell’antichità classica<br />
sia in letteratura sia in archeologia.<br />
La letteratura classica, greca e latina, è ricca<br />
di testimonianze sui benefici effetti dell’acqua<br />
di mare. Nelle loro opere, Euripide (480 - 406<br />
a.C.), Erodoto (484 - posteriore al 430 a.C.),<br />
Ippocrate (460 - 377 a.C. ca), Galeno (129 -<br />
199 a.C.), Platone (428 - 347 a.C.), Aristotele<br />
(384 - 322 a.C.), Cicerone (106 - 43 a.C.)<br />
(solo per citare alcuni tra i più noti) hanno<br />
esaltato le virtù e i piaceri derivanti dall’immersione<br />
nelle acque marine.<br />
63
La Bibbia e il Vangelo citano l’acqua come<br />
mezzo per la depurazione del corpo e della<br />
mente, riprendendo una frase di Platone<br />
secondo il quale “il mare lava tutti i mali del<br />
mondo”. I Romani approfondiscono la conoscenza<br />
e ne migliorano l’utilizzo, considerando<br />
gli effetti positivi della talassoterapia anche<br />
in base alle loro caratteristiche fisico-chimiche.<br />
In questo periodo, con l’invenzione dei<br />
64<br />
foto in apertura: veduta aerea del complesso del Tombolo Resort;<br />
sotto: piscina in grotta presso il centro Tombolo Resort;<br />
bagni di fango marino, la cura del mare diviene<br />
un vero fenomeno di costume, un momento<br />
di socializzazione.<br />
L’entusiasmo sorto intorno alla talassoterapia<br />
subisce una battuta d’arresto nel<br />
Medioevo quando, per motivi religiosi, il<br />
mare viene considerato al pari di un essere<br />
demoniaco. L’interesse risorge nel XVII secolo<br />
e soprattutto nel XVIII in Inghilterra dove,<br />
nel 1791, il Dr. Richard Russel (1687 -<br />
1759), “l’inventeur de la mer”, dà alle stampe<br />
il suo “De Tabe Glandulari sive usu de acquae<br />
marinae dissertatio”, poi volgarizzato con il<br />
titolo “A Dissertation on the Use of<br />
Seawater”, la prima opera medica sull’utilizzo<br />
dell’acqua di mare a fini terapeutici. Nello<br />
stesso periodo inaugura il primo ospedale<br />
“marino” in Gran Bretagna. Sul modello<br />
inglese nascono i primi centri attrezzati in<br />
Francia (ancora oggi leader nel campo della<br />
talassoterapia) e successivamente in altri<br />
paesi, tra i quali anche l’Italia. Nel 1869, il<br />
Dr. de La Bonardière inventa la parola “talassoterapia”<br />
associando due vocaboli di origine<br />
greca, thalassa e therapei, per indicare la cura<br />
attraverso il mare.<br />
Il 1904 rappresenta una data fondamentale<br />
nella storia della talassoterapia. Il biologista<br />
francese Renè Quinton (1867-1925) pubblica,<br />
infatti, “L’eau de mer milieu organique”,<br />
magistrale opera che restituisce l’uomo alla<br />
sua origine in quanto tutti gli organismi provengono<br />
da una cellula e questa cellula è di<br />
origine marina.<br />
Ponendo l’attenzione sul legame profondo<br />
e ancestrale che lega l’essere umano al mare, è<br />
naturale che, soprattutto in epoca moderna,<br />
medici e scienziati abbiano rivolto la loro<br />
attenzione nello studio della talassoterapia.<br />
Le applicazioni terapeutiche della Talassoterapia<br />
D’origine mediterranea, la cura del mare non<br />
cessa di evolversi. Gli ambiti applicativi della<br />
talassoterapia sono estetici (indicati particolarmente<br />
per combattere i “mali del benessere”) e<br />
terapeutici. Tale attività si pratica all’interno di<br />
strutture specializzate poste esclusivamente ai<br />
bordi del mare dove l’acqua viene pompata a più<br />
di 30 metri di profondità e a 3<strong>00</strong> metri dalle<br />
coste (secondo i fondali) e posizionate in siti privilegiati<br />
lontani da fonti d’inquinamento e in<br />
zone sufficientemente ventilate. Devono inoltre<br />
disporre di un’assistenza medica e di personale<br />
qualificato.<br />
Le terapie su cui si fonda la talassoterapia sono<br />
numerose. Alcune sfruttano le proprietà climatiche<br />
dell’ambiente marino (iodio, ossigeno e<br />
azoto sono fondamentali per curare i disturbi<br />
respiratori, le radiazioni solari sono ottime per la<br />
cura di alcune malattie della pelle quali allergie,<br />
psoriasi, eczemi, eritemi...), altre si fondano sui<br />
principi attivi presenti nell’acqua (si va dalla<br />
classica balneazione alle sabbiature, e ancora<br />
docce, alghe, fangature, irrigazioni...).<br />
I principali benefici di una cura talassoterapica<br />
(non “terapia alternativa” ma “complementare” a<br />
quella farmacologia!) sono l’azione antidolorifica,<br />
ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5
ivitalizzante contro la fatica, coadiuvante della<br />
cura dei traumi, riequilibrante di uno stile di vita<br />
salutare.<br />
Bagni di mare come terapia, dunque, ma anche<br />
come villeggiatura, vacanza, turismo di massa e<br />
fonte di guadagno per coloro che riescono a “sfruttare”<br />
al meglio l’oro azzurro.<br />
Gli 8.<strong>00</strong>0 chilometri di coste e l’invidiabile qualità<br />
del mare rendono l’Italia un paese “potenzialmente”<br />
all’avanguardia nel settore talassoterapico.<br />
Ciononostante il Belpaese non ha ancora preso<br />
veramente coscienza dell’importanza sociale e<br />
soprattutto economica di questo settore.<br />
In Italia i centri talassoterapici sono poco meno di<br />
una decina (tra i più importanti il Tombolo Salasso<br />
Resort di Marina di Castagneto Carducci, le Terme<br />
di San Giovanni all’Isola d’Elba, il Margherita di<br />
Savoia, il Kalidria e la Masseria San Domenico in<br />
Puglia, Timi Ama in Sardegna e Lignano<br />
Sabbiadoro in Friuli Venezia Giulia), mentre nell’area<br />
del Mediterraneo i centri di questo tipo sono<br />
diverse centinaia, distribuiti in maggioranza tra<br />
Francia, Grecia, Spagna, Tunisia e Marocco.<br />
Con un attento sfruttamento del territorio, questi<br />
Paesi hanno agevolato lo sviluppo della talassoterapia<br />
attuando politiche di investimenti programmati<br />
e rendendo effettive le norme giuridiche sulla<br />
sopra: trattamento talassoterapeutico;<br />
a fianco: in alto, convegno sulla talassoterapia; sotto, prof. Giovanni Agostini<br />
presidente dell’AITI.<br />
regolamentazione del settore.<br />
La situazione normativa in Italia, al contrario, è<br />
ancora piuttosto carente. Nel 2<strong>00</strong>0 è stata pubblicata<br />
una legge, la n. 323, per il riordino idrotermale,<br />
ma non è stata ancora attuata dal<br />
Parlamento.<br />
Dal Congresso della Federazione Mondiale di<br />
Talassoterapia (Marina di Castagneto Calducci,<br />
Li, 22 - 24 aprile 2<strong>00</strong>5), il Prof. Giovanni<br />
Agostini, Presidente del Consiglio del Congresso<br />
e Direttore della Scuola di Specializzazione di<br />
Idrologia Medica dell’Università di Pisa, ha sollecitato<br />
l’intervento delle istituzioni italiane affinché<br />
diano piena operatività alla legge sul riordino<br />
termale, dando così una dignità anche legislativa<br />
ai centri di talassoterapia al pari di tutte le strutture<br />
termali tradizionali.<br />
Ricchezza naturale, sostegno delle autorità e<br />
sfruttamento intelligente delle risorse rappresentano<br />
gli ingredienti giusti per migliorare lo stato<br />
delle cose. Ma per diventare “un Paese leader<br />
nella talassoterapia” (parole pronunciate da<br />
Bernard F. Badelon, presidente della<br />
Federazione mondiale che regola questa disciplina<br />
medico-scientifica) sono necessarie metodologie<br />
applicative, sistemi di verifica dei trattamenti<br />
e dei protocolli internazionali, oltre agli<br />
inevitabili aspetti legislativi e normativi. Il<br />
primo passo è stato fatto riconoscendo, durante<br />
il Congresso Internazionale di Talassoterapia a<br />
Marina di Castagneto Calducci (Livorno),<br />
anche in Italia l’esistenza della vera talassoterapia<br />
come disciplina medico - scientifica.<br />
Si tratta ora di continuare per questa strada.<br />
65
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flash<br />
Sanremo ricorda le vittime della “Roma”<br />
Organizzata dall’Associazione Nazionale Marinai d’Italia e<br />
dall’Associazione “Regia Nave Roma”, è stata celebrata la<br />
ricorrenza dell’affondamento della corazzata Roma, nel<br />
piazzale antistante la sede dell’Ufficio circondariale marittimo<br />
di Sanremo.<br />
La lettura di quel terribile giorno di guerra, che in pochi<br />
minuti è costato la vita a 1393 uomini, si è persa in una<br />
emozione intensa guardando gli occhi di Giovanni Vittani,<br />
l’unico superstite sanremese ancora in vita, che ha presenziato<br />
alla cerimonia in ricordo dei caduti.<br />
A Vittani è stata consegnata una targa dal Comandante<br />
della locale Capitaneria, T.V.(CP) Roberto D’Arrigo.<br />
All’ISMAR<br />
flash<br />
di Ancona seminario<br />
sulla pesca<br />
Presso l’ISMAR ( Istituto Scienze<br />
Marine) di Ancona, si è svolto il terzo<br />
seminario in materia di pesca marittima.<br />
“L’attività amministrativa del Corpo<br />
delle capitanerie di porto in materia<br />
di pesca marittima” è stato l’argomento<br />
d’apertura dello stage, curato dal<br />
Tenente di Vascello (CP) Mauro<br />
Colarossi, capo sezione pesca della<br />
locale Capitaneria.<br />
Particolare attenzione è stata rivolta ai<br />
settori della biologia marina e della<br />
legislazione sulla pesca marittima.<br />
Il seminario è stato di notevole interesse<br />
e utilità ai fini della formazione<br />
professionale degli ufficiali del quarto<br />
anno dell’Accademia Navale del<br />
Corpo delle capitanerie di porto.<br />
flash<br />
Esercitazione S.A.R. Antinquinamento nelle<br />
acque livornesi<br />
Trentasei ufficiali del Corpo delle capitanerie di<br />
porto hanno partecipato ad un corso di perfezionamento<br />
per Sottotenenti di Vascello presso<br />
l’Accademia Navale.<br />
Gli ufficiali hanno preso parte ad una complessa<br />
esercitazione S.A.R.e antinquinamento, organizzata<br />
dalla Capitaneria di porto di Livorno.<br />
A bordo delle motovedette 273 e 286, i giovani ufficiali<br />
hanno potuto testare sul campo procedure operative,<br />
comunicazioni e azioni poste in essere dai<br />
numerosi mezzi presenti nel simulato scenario operativo,<br />
comprendente anche un elicottero AB 412<br />
della base di Sarzana, mezzi della società Castalia-<br />
Ecolmar, rimorchiatori, Vigili del Fuoco e 118.<br />
Al termine dell’esercitazione il Direttore Marittimo<br />
e Comandante della locale Capitaneria di porto,<br />
Contrammiraglio (CP) Salvatore Giuffrè, ha evidenziato<br />
l’importanza del ruolo delle Capitanerie nell’ambito<br />
della tutela del mare e delle coste dagli<br />
inquinamenti, nonché il prezioso contributo di tutti<br />
quegli enti che collaborano in modo sinergico.<br />
67
Riaperto Locamare Gabicce<br />
flash<br />
Mare<br />
Su disposizioni del Comando Generale<br />
delle Corpo delle capitanerie di porto, per<br />
far fronte alla sempre maggiore richiesta<br />
di presenza continuativa sui mari e sulle<br />
coste della penisola, è stato riaperto<br />
l’Ufficio locale marittimo di Gabicce, affidato<br />
al 1° Maresciallo (CP) NP Vincenzo<br />
Morreale.<br />
Alla cerimonia hanno partecipato il<br />
Prefetto di Pesaro e Urbino, Dr. Giuseppe<br />
Riccio, il Sindaco di Gabicce, Sig.<br />
Corrado Curti e il Capo del<br />
Compartimento marittimo di Pesaro,<br />
Capitano di Fregata (CP) Antonio<br />
Musolino.<br />
flash<br />
Il Vice Ministro delle<br />
Infrastrutture e Trasporti,On.<br />
Mario Tassone si è recato in<br />
visita a Cittadella del Capo, in<br />
occasione dei solenni festeggia-<br />
flash<br />
menti in onore di San<br />
Francesco da Paola.<br />
Nel corso della cerimonia,<br />
organizzata dal gruppo<br />
A.N.M.I. (Associazione<br />
Nazionale Militari Italiani),<br />
alla quale hanno partecipato<br />
le locali Autorità politiche e<br />
militari ed il Comandante<br />
dell’Ufficio circondariale<br />
marittimo di Cetraro,<br />
Tenente di Vascello (CP) Luca<br />
Cardarello, è stato sottolinea-<br />
68<br />
Il Vice Ministro Tassone a<br />
Cittadella del Capo<br />
to l’impegno del personale del<br />
Corpo delle capitanerie di<br />
porto nello svolgimento dei<br />
compiti assegnati e nel soccorso<br />
a mare.<br />
A bordo di Stella Polare<br />
Festeggiamenti, a Porto Cesareo, per il 37° anniversario<br />
della storica regata transatlantica Bermuda -<br />
Travemunde, vinta nel 1968 da Stella Polare, imbarcazione<br />
a vela della Marina Militare.<br />
L’evento, organizzato dall’Amministrazione comunale,<br />
in collaborazione con l’Associazione Combattenti<br />
e Reduci e l’ANMI (Associazione Nazionale<br />
Marinai d’Italia) e con il supporto del Locamare, ha<br />
riunito tutto l’equipaggio di allora che si è ritrovato<br />
a Porto Cesareo a bordo dell’unità ormeggiata a largo<br />
della riviera di levante. Tanti i ricordi e poi tutti<br />
a bordo verso il mare aperto.<br />
Palermo: la Provincia per la pesca turismo<br />
La Provincia di Palermo, in collaborazione con la locale Capitaneria, ha<br />
dato il via ad una nuova iniziativa relativa alla pesca turismo, fornendo<br />
assistenza ai pescatori nel disbrigo delle varie pratiche amministrative.<br />
Nove piccoli pescherecci sono, ora, a disposizione dei tanti turisti che<br />
vogliono trascorrere una giornata particolare in mare, con la possibilità<br />
di pescare e cucinare il pesce direttamente a bordo.<br />
Alla presenza del Presidente della Provincia di Palermo, On. Francesco<br />
Musetto e del Comandante della locale Capitaneria di porto,<br />
Contrammiraglio (CP) Vincenzo Pace, si è svolta a Palazzo Contini, la<br />
consegna delle licenze ai Presidenti delle cooperative dei pescatori.<br />
ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5
flash<br />
(CP) Luciano Rodorigo ha illustrato i<br />
A Maricogecap il Comandante delle<br />
Forze Navali Lettoni<br />
A Fine settembre, il Capo di Stato<br />
Maggiore della Marina della Lettonia,<br />
Comandante Aleksandrs Pavlovics, ricevuto<br />
dall’Ammiraglio Ispettore (CP)<br />
Sergio de Stefano, ha visitato il Comando<br />
Generale del Corpo delle capitanerie di<br />
porto.<br />
La visita è proseguita presso la Centrale<br />
Operativa, dove il Capitano di Vascello<br />
compiti istituzionali e l’organizzazione<br />
della guardia costiera italiana, soffermandosi<br />
in particolar modo sull’organizzazione<br />
del S.A.R. e del V.T.S.<br />
Mazara e la pesca:<br />
innovazione e sviluppo sostenibile<br />
L’Amministrazione Comunale di Mazara del<br />
Vallo ha, recentemente, realizzato diverse iniziative<br />
nell’ambito del “Piano promozionale dei<br />
flash<br />
prodotti ittici mazaresi”.<br />
Il Comandante della locale Capitaneria di porto,<br />
Capitano di Fregata (CP) Claudio Lo Pumo, ha<br />
partecipato al convegno “Mazara e la pesca:<br />
innovazione e sviluppo sostenibile”, evidenziando<br />
l’attività svolta dalla stessa Capitaneria nelle<br />
principali attività amministrative al servizio<br />
della locale comunità di pescatori.<br />
Le varie autorità intervenute hanno rivolto al<br />
Comandante vivo apprezzamento per la sua<br />
costante presenza e per la diffusione di informazioni<br />
riguardanti in particolare la sicurezza della<br />
balneazione, la salvaguardia dell’ambiente<br />
marittimo costiero e i comportamenti e precauzioni<br />
da tenere per una navigazione da diporto<br />
sicura.<br />
flash<br />
Trieste: visita del Presidente della<br />
Corte d’Appello<br />
La Capitaneria di porto di Trieste ha ricevuto<br />
la visita del Presidente della Corte<br />
d’Appello del Friuli Venezia Giulia, Dr.<br />
Carlo Dapelo.<br />
Ad accoglierlo il Direttore Marittimo,<br />
Contrammiraglio (CP) Paolo Castellani, il<br />
quale ha illustrato al Magistrato le principali<br />
attività svolte dal Corpo della capitanerie di<br />
porto.<br />
La visita è proseguita presso la Sala<br />
Operativa, dove il Presidente ha manifestato<br />
vivo apprezzamento per l’efficienza e la pro-<br />
fessionalità degli uomini della <strong>Guardia</strong><br />
costiera a favore della sicurezza e della salvaguardia<br />
della vita umana in mare.<br />
69
flash<br />
L’Accademia svizzera a Porto Empedocle<br />
Legislazione portatori di flash<br />
handicap<br />
70<br />
Pesaro: visita pastorale<br />
Il Cardinale Giovanni Cheli ha recentemente<br />
visitato il porto di Pesaro e la<br />
locale Capitaneria di porto.<br />
Ricevuto dal Comandante, Capitano<br />
di Fregata (CP) Antonio Musolino,<br />
l’Eminenza si è soffermata sull’attività<br />
svolta dal personale della Capitaneria,<br />
mostrando interesse e apprezzamento<br />
sulle attività istituzionali svolte dal<br />
Corpo delle capitanerie di porto.<br />
Mare senza barriere<br />
Si è svolta, a Barletta, la 7° edizione di<br />
“Mare senza barriere”, organizzata dalla<br />
sezione territoriale dell’ANGLAT<br />
(Associazione Nazionale Guida<br />
Trasporti) e dal locale Ufficio circondariale<br />
marittimo.<br />
Grazie alla collaborazione delle<br />
Amministrazioni interessate, è stato recuperato<br />
un edificio demaniale inutilizzato,<br />
che sarà destinato alla realizzazione di un<br />
ambulatorio della Sanità Marittima, alla<br />
sede dell’Anglat stessa e di una scuola nautica<br />
per disabili.<br />
Alla presenza del Dirigente dell’Ufficio<br />
della Sanità Marittima di Manfredonia,<br />
Dr. Nicola Bottalico, del Capo del<br />
Compartimento marittimo di Molfetta,<br />
Capitano di Fregata (CP) Massimo<br />
Gasparini e del Comandante di<br />
Circomare Barletta, Tenente di Vascello<br />
Nel mese di ottobre, 16 allievi ufficiali dell’Accademia<br />
militare svizzera hanno visitato la struttura della<br />
<strong>Guardia</strong> costiera italiana di Porto Empedocle.<br />
Accompagnati dal Generale di divisione Faustus<br />
Furrer, addetto militare dell’Ambasciata Svizzera in<br />
Italia, gli allievi sono stati accolti dal Comandante<br />
della locale Capitaneria, Capitano di Fregata (CP)<br />
Maurizio Trogu, che ha illustrato i compiti istituzionali<br />
della <strong>Guardia</strong> costiera italiana.<br />
Gli ospiti hanno, quindi, effettuato una uscita in<br />
mare a bordo delle dipendenti unità navali, avendo<br />
modo di constatare le procedure operative in caso di<br />
attività SAR, nonché l’affidabilità dei mezzi navali.<br />
A fine visita il tradizionale scambio di crest e l’augurio<br />
di un arrivederci magari in uno dei tanti laghi<br />
della Svizzera.<br />
(CP) Nicola Albino, il parroco di Barletta Don<br />
Vito Carpentiere ha impartito la benedizione<br />
alla struttura.<br />
ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5
Corigliano: visita del Procuratore della Repubblica<br />
Il Procuratore Capo della Procura della Repubblica presso ilTribunale di Rossano, Dr. Dario<br />
Granieri ha visitato gli uffici del locale Circomare.<br />
Ricevuto dal Titolare dell’Ufficio, Tenente di Vascello (CP) Francesco Chirico, il Dr. Granieri si è<br />
soffermato nella Sala Operativa dove ha potuto vedere le attività che si svolgono, esprimendo parole<br />
di apprezzamento per l’intensa attività di vigilanza necessaria per contrastare gli abusi demaniali<br />
e gli illeciti legati all’inquinamento marino e alla pesca marittima.<br />
Livorno: incontro tra Direttori marittimi<br />
flash<br />
Mazara del Vallo: visita del CMMA<br />
Il Comandante del Comando militare marittimo<br />
autonomo in Sicilia, Ammiraglio di Divisione<br />
Armando Molaschi, ha visitato la locale<br />
Capitanerie di porto.<br />
Ad accogliere l’Ammiraglio è stato il Comandante,<br />
Capitano di Fregata (CP) Claudio Lo Pumo, con<br />
un picchetto d’onore. L’Ammiraglio Molaschi ha<br />
incontrato gli esponenti di associazioni armatoriali<br />
e rappresentanti del sindacato addetti alla pesca, i<br />
quali hanno espresso vivo apprezzamento per l’impegno<br />
della Marina Militare in difesa degli interessi<br />
nazionali nelle acque del canale di Sicilia, dove<br />
sono garantite, grazie alla presenza di unità navali,<br />
adeguate condizioni di sicurezza nella zona di pesca.<br />
Presso la Capitaneria di porto di Livorno,<br />
nell’ambito del programma di attività di<br />
scambio di esperienze professionali tra<br />
Comandi periferici, si è<br />
flash<br />
svolto un incontro<br />
tra i Direttori marittimi di Livorno, Reggio<br />
Calabria e Pescara. I Capitani di Vascello<br />
(CP) Domenico Picone e Carlo Paternuosto<br />
sono stati ospiti del Contrammiraglio (CP)<br />
Salvatore Giuffrè. L’Ammiraglio ha illustrato<br />
la realtà portuale e marittima livornese e le<br />
strutture operative dove gli ospiti hanno<br />
potuto testare le nuove apparecchiature in<br />
dotazione al 2° M.R.S.C. di Livorno, in particolare<br />
il P.A.C. (Port Approach Control) e<br />
l’A.I.S. (Automatic Identification System).<br />
DIE: progetto 303<br />
Nell’ambito della cooperazione italo albanese, si è<br />
svolta una importante attività addestrativa del personale<br />
delle Forze Navali albanesi allo scopo di<br />
avviare un servizio per la prevenzione degli inquinamenti<br />
marini da parte della locale <strong>Guardia</strong><br />
<strong>Costiera</strong>. Il personale militare albanese, accompagnato<br />
dal Capitano di Vascello (CP) Giovanni<br />
Galatolo, ha effettuato uscite in mare su unità<br />
della <strong>Guardia</strong> costiera italiana simulando lo sversamento<br />
di idrocarburi e interventi di raccolta meccanica<br />
e chimica degli stessi.<br />
71
flash<br />
elogio per la competenza e la professionalità del<br />
Delegazione peruviana<br />
Nel mese di ottobre, l’Addetto per la Difesa peruviana,<br />
Contrammiraglio Ernesto Sarmento Oviedo è<br />
stato ricevuto dal Vice Comandante Generale,<br />
Ammiraglio Ispettore (CP) Sergio De Stefano e si<br />
è intrattenuto nella Centrale Operativa, dove ha<br />
assistito ad una illustrazione dei sistemi operativi,<br />
dei diversi compiti istituzionali, della metodologia<br />
di interventi S.A.R. (Ricerca e <strong>Soc</strong>corso).<br />
Al termine, il Contrammiraglio ha speso parole di<br />
personale militare.<br />
Delegazione portoghese<br />
72<br />
Visite al Comando Generale delle capitanerie di porto<br />
Il Dr. Diogo Costa, dei servizi giuridici<br />
dell’Autorità marittima portoghese, è stato<br />
recentemente ricevuto dal Comandante<br />
Generale, Ammiraglio Ispettore Capo (CP)<br />
Luciano Dassatti. All’ospite sono stati illustrati<br />
nel corso di un briefing gli incarichi affidati alla<br />
<strong>Guardia</strong> costiera italiana, la struttura organica e<br />
la dipendenza funzionale del Corpo.<br />
Il Dr. Costa, accomiatandosi, ha esternato<br />
compiacimento per l’impegno e la professionalità<br />
nelle molteplici attività svolte.<br />
Segretario Generale dell’I.M.O.<br />
Recentemente, il Segretario Generale<br />
dell’International Marittime Organization -<br />
storica e meritoria Organizzazione, il cui scopo<br />
principale è incrementare, attraverso norme<br />
internazionali, la sicurezza della navigazione e la<br />
tutela dell’ambiente marino - Ammiraglio<br />
Efthimios Mitropoulos ha visitato il Comando<br />
generale delle capitanerie di porto.<br />
L’illustre ospite, è stato ricevuto dal<br />
Comandante Generale, Ammiraglio Ispettore<br />
Capo (CP) Luciano Dassatti.<br />
Dopo un briefing sui vari compiti d’istituto e le<br />
attività che il Corpo svolge, l’Ammiraglio<br />
Mitropoulos ha rivolto parole di apprezzamento<br />
per l’alta professionalità e la competenza<br />
acquisita ed ha augurato al Comandante<br />
Generale e al Corpo ogni successo per il futuro.<br />
flash<br />
1a Conferenza internazionale sul<br />
Mediterraneo e Medio Oriente.<br />
Organizzata dal Centro Alti Studi Difesa<br />
(CASD) si è tenuta a Roma alla fine di ottobre,<br />
presso il Comando Generale delle Capitanerie<br />
di porto, la prima Conferenza Internazionale<br />
sul Mediterraneo e Medio Oriente.<br />
Il Convegno, voluto dal Ministro della Difesa<br />
Antonio Martino e supportato dal Ministero<br />
degli Affari Esteri, ha visto la partecipazione di<br />
delegati in rappresentanza di 24 paesi rivieraschi.<br />
Accompagnati dall’Ammiraglio Cellino i delegati<br />
hanno discusso su temi della sicurezza globale,<br />
della lotta all’immigrazione clandestina,<br />
sulle attività antiterrorismo, ecc.<br />
La Conferenza, per l’importanza degli argomenti<br />
trattati, verrà ripetuta ogni 2 anni.<br />
ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5<br />
f
lash<br />
110 missioni, 90 diportisti e 19 bagnanti soccorsi.<br />
Questi sono i dati salienti, per il 2<strong>00</strong>5, divulgati<br />
oggi a Gargnano - nel corso di una conferenza<br />
stampa organizzata dal Comando generale del<br />
Corpo delle Capitanerie di porto unitamente alla<br />
Comunità del Garda - di sei mesi di attività di soccorso,<br />
da maggio ad ottobre, delle unità della<br />
<strong>Guardia</strong> costiera in servizio sul maggior lago italiano.<br />
Sei anni di attività della <strong>Guardia</strong> costiera sul Garda.<br />
Un lago difficile da navigare, il Garda, le cui acque<br />
possono improvvisamente divenire pericolose con<br />
onde che superano i tre metri di altezza.<br />
Per garantire quindi un’adeguata e necessaria sicurezza<br />
a tutti coloro che lo frequentano, la Comunità<br />
del Garda, insieme ai Comuni ed alle Regioni che vi<br />
si affacciano chiesero, nel 1999, al Ministro delle<br />
Infrastrutture e dei Trasporti di autorizzare l’impiego<br />
di personale ed unità della <strong>Guardia</strong> costiera il cui<br />
principale compito istituzionale, come risaputo, è<br />
la salvaguardia della vita umana in mare.<br />
“Diverse centinaia sono state le persone salvate dal<br />
personale delle motovedette <strong>Guardia</strong> costiera,<br />
dipendenti dalla Capitaneria di porto di Venezia, in<br />
questi sei anni” ha evidenziato il Contrammiraglio<br />
(CP) Stefano Vignani Direttore Marittimo e<br />
Comandante della Capitaneria di porto di Venezia.<br />
Dal canto suo il Sindaco di Gargnano, Gianfranco<br />
Scarpetta, nel ringraziare gli equipaggi della guardia<br />
costiera per il meritato lavoro svolto, ha auspicato<br />
una presenza permanente del Corpo e, a tal proposito,<br />
ha annunciato il suo impegno affinché si possa<br />
disporre a breve di una soluzione logistica idonea ad<br />
ospitare in modo funzionale tutte le forza di polizia<br />
impegnate sul lago. Una presenza quella della<br />
<strong>Guardia</strong> costiera, a parere del dottor Pino<br />
Mongello, Presidente della Comunità del Garda,<br />
che “ha dato un valore aggiunto a tutti noi che<br />
viviamo la realtà polifunzionale del Garda, vero<br />
testimonial di tutta la Comunità”.<br />
Il Nucleo, comandato dal Capo 1ª cl. Np Marco<br />
flash<br />
Ravanelli, oggi può contare oltre che su una moto-<br />
vedetta della classe SAR (Search and Rescue) -<br />
appositamente studiata per operazioni di soccorso<br />
ognitempo, inaffondabile ed autoradrizzante -<br />
anche su un potente ed agile gommone adatto ad<br />
operare su bassi fondali.<br />
Inoltre le unità di base a Bogliaco coordinano, in<br />
caso di necessità, i mezzi navali delle altre forze di<br />
polizia, dei Vigili del Fuoco e dei volontari del<br />
Garda presenti sul lago, a garanzia di interventi il<br />
più possibile tempestivi.<br />
73
flash<br />
costa ed alle strutture portuali che le ricevono.”<br />
74<br />
flas<br />
A Ravenna, tra il 26 e il 28 ottobre si è tenuta la prima<br />
edizione di Medmar 2<strong>00</strong>5 (Mediterranean Ports and<br />
Maritime Conference), manifestazione congressuale e fieristica<br />
dedicata alle tematiche della portualità, della navigazione<br />
e delle attività primarie e industriali connesse.<br />
Nata per volontà della Camera di Commercio e<br />
dell’Autorità Portuale di Ravenna con l’intento di creare un<br />
forum ove operatori marittimi, di tutta l’area Mediterranea,<br />
Medmar 2<strong>00</strong>5<br />
possono affrontare e dibattere argomenti e temi d’interesse<br />
comune, Medmar 2<strong>00</strong>5 ha visto, nei 3 giorni dei lavori, presentare<br />
61 studi e relazioni suddivise in 9 sessioni tecniche.<br />
Si è spaziato dalla cantieristica alla portualità, dalla navigazione<br />
all’ambiente, senza tralasciare l’importanza della<br />
comunicazione e dei collegamenti tra i porti per il miglioramento<br />
e l’ottimizzazione dei traffici in considerazione del<br />
forte incremento che porterà, nei prossimi 10 anni, ad avere<br />
nel Mediterraneo oltre il 50% dell’intero traffico marittimo<br />
mondiale.<br />
Tra i vari argomenti trattati d’importanza primaria è<br />
quello della sicurezza. La minaccia portata, oggi, alla società<br />
civile dal nuovo terrorismo ha fatto nascere l’esigenza di<br />
creare una risposta globale proporzionata. In tale contesto<br />
importante l’intervento del Contrammiraglio (CP) Felicio<br />
Angrisano che, a nome del Comandante Generale del<br />
Corpo Ammiraglio Ispettore Capo (CP) Luciano Dassatti<br />
ha, dopo un breve escursus sul fenomeno, puntualizzato che<br />
flash<br />
“il terrorismo è una minaccia diffusa, volatile ed eterogenea,<br />
caratterizzata dall’assimetria delle possibili offese che oggi<br />
può portare all’occidente perché in grado di ottenere molto<br />
con poco e nei cui confronti nulla può la ritorsione”.<br />
Ed in campo marittimo il ventaglio delle ipotesi di offesa<br />
è quanto mai ampio ed aperto. In Italia è delle<br />
Capitanerie di porto il compito di assicurare la sicurezza dei<br />
trasporti marittimi senza, peraltro, penalizzare l’operatività<br />
dei porti che comporterebbe gravi danni economici.<br />
Sono quindi state adottate, per assicurare tutto ciò, nuove<br />
misure relative alla sicurezza delle navi e delle strutture portuali,<br />
entrate in vigore il 1° luglio del 2<strong>00</strong>4.<br />
“Nonostante gli stretti tempi imposti dalla normativa”,<br />
ha puntualizzato l’Ammiraglio il nostro paese ha risposto<br />
con notevole efficacia. Sono stati approvati tutti i 489 piani<br />
di sicurezza delle navi italiane mentre, per i porti, ne sono<br />
stati esaminati ed approvati 396. Dal 1° luglio di quest’anno<br />
inoltre” ha concluso l’Ammiraglio Angrisano “le norme<br />
sulla sicurezza sono state estese anche alle navi da passeggeri<br />
classe A in navigazione nazionale oltre le 20 miglia dalla<br />
Infine l’Ammiraglio Angrisano ha ribadito l’importanza<br />
del coordinamento e della cooperazione tra i vari organismi<br />
interessati alla security marittima, (autorità portuali, armatori,<br />
altre istituzioni, operatori tecnico/nautici e portuali) fondamentali<br />
per vincere questa sfida impegnativa.<br />
ANNO VII N°6 - DICEMBRE 2<strong>00</strong>5
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DEVE ANCHE COMUNICARE AL MEGLIO.<br />
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