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IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

1


2<br />

l Cassinista<br />

6<br />

PAG 6 Premio Nobel per la pace all’UE<br />

Lettera aperta agli indifferenti e ai ciarlatani PAG 8<br />

PAG 10 Tablet nelle scuole<br />

La guerra di Spartacus PAG 11<br />

PAG 13 A dormire ci vanno tutti, ma per quanto?<br />

<strong>Il</strong> linguaggio silenzioso PAG 15<br />

PAG 16 La buona salute è una questione di risate<br />

E io mugugno! Se non ora, quando? PAG 17<br />

PAG 19 Lontana dall’amore


Indice<br />

PAG 20 Concilio vaticano II / Peregrinatio Mariae<br />

Ad ognuno il suo professore PAG 25<br />

PAG 29 X-factor, un moderno colosseo?<br />

Steve Mc Curry, viaggio intorno all’uomo PAG 30<br />

PAG 32 Annie Hall, l’apologia del Woody Allen<br />

Politica “Fai Da Te” PAG 35<br />

PAG 37 <strong>Il</strong> cellulare in assistenza tecnica<br />

PAG 41 Giochi - Redazione - Crediti<br />

Eventi PAG 39<br />

3


Editoriale, a cura di Beatrice Ballestrero<br />

Cari Cassinisti,<br />

eccoci pronti a cominciare insieme un nuovo anno. La maturità 2012 ha privato la redazione<br />

di elementi di rilievo ma speriamo ce ne siano sempre di nuovi e volenterosi a collaborare<br />

col giornalino che esiste per voi e grazie a voi.<br />

Questo primo numero è completo e ricco di spunti che possono divertire, informare e magari<br />

fare anche riflettere, perché no? Sfogliando le pagine che tenete tra le mani comincerete<br />

un viaggio che va dall’antica Roma, dove seguirete la banda di ribelli capeggiati dal<br />

gladiatore Spartacus e arriva a Palazzo Ducale per visitare la mostra del celebre fotografo<br />

Steve McCurry. Leggerete di come un dibattito attuale “permettere o non permettere l’uso<br />

di tablet a lezione” ha interessato una scuola di La Spezia. Potrete riflettere sulla scelta<br />

di assegnare il premio Nobel per la pace all’Unione Europea e quello per il “Mugugno” a<br />

Don Gallo di Bogliasco. Scoprirete che la risata ha un valore inestimabile, soprattutto per<br />

i bambini dell’ospedale Gaslini che qualcuno ha trovato il modo di far sorridere. Potrete<br />

cominciare ad appassionarvi ad una storia a puntate, che pubblicheremo di volta in volta.<br />

Imparerete quanto il linguaggio e la sua comprensione siano influenzati dai gesti e riderete<br />

leggendo come calcolare le vostre ore di sonno sia che abitiate a cinque minuti dal Cassini<br />

o che prendiate il treno da Bari, alla mattina.<br />

Spero di avervi incuriositi abbastanza ma prima di lasciarvi alla lettura e alla lezione voglio<br />

fare un appello a tutti voi studenti del Cassini.<br />

La bacheca, la pagina più gettonata del giornalino, non esiste più perché i raccoglitori<br />

sono sempre vuoti. Siamo più di 1600, non è possibile che nessuno non abbia niente da<br />

dire. Scriveteci le gaffe dei vostri insegnanti o compagni, la prima barzelletta che vi viene<br />

in mente o qualunque cosa spiritosa e carina vi passi per la testa in modo che il prossimo<br />

numero torni ad avere la vostra tanto attesa bacheca.<br />

Buon anno scolastico!<br />

IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

4


L’angolo dell’impagliatore, a cura di Luca Pizzimenti<br />

L’angolo dell’impaginatore diventa l’angolo dell’impagliatore. <strong>Il</strong> radicale cambiamento<br />

è dovuto al fatto che non mi sembrava corretto mantenere il nome “impaginatore”<br />

quando ormai ci sono tanti “impaginatori”. Ma non preoccupatevi, il carico di boiate rimarrà<br />

lo stesso, come da due anni a questa parte.<br />

Prima però una cosa seria. A partire da questo numero, il Cassinista, grazie a InsEdit,<br />

potrà contare un cospicuo numero di copie in più, e, l’obbiettivo è quello di arrivare a<br />

Maggio con una copia a studente (o quasi), proprio come avveniva molti anni fa.<br />

Sono passati 10 minuti da quando ho scritto le ultime righe, i quali sono stati occupati<br />

da una simpaticissima schermata blu della morte del pc. Sono quei minuti in cui<br />

ti passa davanti tutta la tua storia, quando vedi il tuo compagno di banco che sta con<br />

le palpebre spalancate per 3 minuti (è successo davvero e non riesco a rimuoverlo,<br />

è terribile), quando tutti i kebab che hai mangiato iniziano a orbitare ellitticamente attorno<br />

alla tua testa, quando ti sogni gente vestita da orsacchiotto che fabbrica bigodini<br />

al senato. Fortunatamente esiste una cosa che si chiama salvataggio automatico, ciò<br />

non toglie però che ho perso qualche anno di vita con lo spegnimento del computer.<br />

Basta sto delirando, meglio smetterla. Vi auguro una buona lettura, vi prego di riempire<br />

la bacheca così Tavilla non ci sclera e vi ricordo una cosa fondamentale: il tema<br />

degli articoli è libero, non fatevi scrupoli sugli argomenti da trattare.<br />

Au revoir.<br />

P.S. piaciute le felpe e le magliette?<br />

IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

Luca Pizzimenti<br />

5


12 ottobre 2012<br />

assegnato il premio Nobel par la pace all’UE<br />

500 MILIONI DI CITTADINI, 27 PAESI, 1 NOBEL<br />

“Per oltre sei decenni ha contribuito all’avanzamento della pace, della riconciliazione,<br />

della democrazia e dei diritti umani in Europa”<br />

Obiettivi dell’Unione :<br />

1. L’Unione si prefigge di promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi<br />

popoli.<br />

Così comincia il trattato cha adotta una costituzione per l’Europa. Essa promuove la<br />

coesione economica, sociale e territoriale e la solidarietà tra gli Stati membri.<br />

L’Europa c’è riuscita. La comunità europea ha portato a termine il progetto di unità,<br />

stabilità e pace che cominciò a delinearsi nel 1951, data della firma, da parte di<br />

sei paesi, del trattato di Parigi, che diede vita alla CECA (Comunità del carbone<br />

e dell’acciaio). Da allora l’Europa è cresciuta e ed è progredita; i membri sono<br />

diventati ventisette, è stata introdotta l’unità monetaria e istituita la Banca centrale.<br />

Enormi progressi rispetto ad un passato recente che vedeva gli Stati impegnati in<br />

ricorrenti conflitti. Pace, collaborazione, unità, concetti che solo sessanta anni fa erano<br />

impensabili oggi sono scontati per noi, cittadini europei. È difficile immaginare che<br />

non sia sempre stato così, che i nostri nonni siano stati bambini che passavano le<br />

notti nei rifugi, che vedevano passare i treni diretti ai campi di concentramento, che<br />

facevano parte di un mondo di orrore e guerra che oggi è solo un ricordo. L’Unione<br />

Europea, la collaborazione che si è instaurata tra paesi che poco più di mezzo secolo<br />

fa hanno dato vita a uno dei più eclatanti orrori della storia, garantisce quella pace, così<br />

necessaria eppure mai raggiunta prima. Per questo appare giustificata l’assegnazione<br />

del premio Nobel per la pace all’UE.<br />

L’unione europea ha creato stabilità, solo al suo interno però. Nel 2009 con 40,3<br />

miliardi di euro, l’Europa si è guadagnata il primato dell’esportazione di materiali bellici.<br />

Così l’Europa di certo non incentiva la soluzione pacifica ai problemi che affliggono<br />

paesi extraeuropei. La comunità europea, eliminando i conflitti armati tra i paesi<br />

membri, ha chiuso un capitolo della storia passata ma forse il Nobel dovrebbe premiare<br />

chi si impegna a concludere pacificamente conflitti attuali, chi lotta per i diritti di una<br />

minoranza, chi vuole affermare la liberazione di un popolo da regimi totalitari.<br />

Questo Nobel ha premiato la costanza di un’istituzione nel mantenimento degli scopi<br />

raggiunti. La pace c’è innegabilmente, però non è una condizione disinteressata,<br />

non è totalmente ai fini di proteggere i cittadini, la stabilità dell’Europa sottostà<br />

IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

6


ad interessi economici. Nel dopoguerra, per lo sviluppo dei paesi, è risultato più<br />

vantaggioso avere un accordo che imbracciare ancora le armi. Sono gli interessi<br />

a tenere unità questa comunità e forse ha senso chiedersi: “ Se venissero meno,<br />

l’Europa si ergerebbe ancora su solide basi o crollerebbe perdendo significato?” La<br />

crisi economica attuale sta mettendo a dura prova la nostra stabilità e in uno Stato<br />

membro già si è ventilata l’ipotesi di uscire dall’euro. <strong>Il</strong> Nobel per la pace può essere<br />

ingiustificato agli occhi di chi vede nell’Unione europea una società che nel mondo si<br />

occupa solo dei propri interessi e che si fonda su mere convenienze. Si può pensare<br />

che questo riconoscimento sia arrivato troppo presto, meno di un secolo fa i soldati<br />

morivano nelle trincee e la guerra appariva l’unica risposta possibile a contrasti di<br />

ogni sorta e natura. Questo premio però potrebbe essere giunto al momento più<br />

opportuno; mentre l’Europa affronta una fase di profonda crisi esso ricorda a cittadini<br />

e governi quello che la comunità ha costruito e raggiunto rimanendo unita e che deve<br />

continuare a perseguire. L’accordo raggiunto nel 1951 si è allargato e può continuare<br />

su questa linea cosicché la pace raggiunga i paesi che ancora la attendono.<br />

IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

Beatrice Ballestrero 5 A<br />

7


Noi, “gli studenti più ignoranti d’Europa”.<br />

Lettera aperta agli indifferenti e ai ciarlatani<br />

“Tanto i politici se ne fregano dei vostri cortei” (cit. tante, troppe persone)<br />

C’è chi dice che lo sciopero è una scusa per fare il ponte, chi dice che a scuola ci sottopongono<br />

ad un “lavaggio del cervello democratico”, altri che addirittura ci definiscono<br />

come “una massa strumentalizzata che espone slogan che non capisce” e come “gli<br />

studenti più ignoranti d’Europa”. Questi sono solo alcuni dei commenti che si leggono<br />

sui siti dei quotidiani (quelli che ho citato li ritrovate tutti sul sito del <strong>Secolo</strong> <strong>XIX</strong>)<br />

Perché dobbiamo essere sottovalutati a tal punto? Perché se portiamo avanti una causa<br />

dobbiamo per forza farlo perché “strumentalizzati” da organizzazioni non meglio definite?<br />

Non meritiamo forse anche noi fiducia? Sì, proprio quella fiducia che viene data<br />

con il voto a politici che, il più delle volte, come per magia, si ritrovano indagati.<br />

D’altronde di imbecilli ce ne sono di tutte le età.<br />

Lo sciopero dello scorso Ottobre, come penso che le persone intelligenti abbiano sicuramente<br />

compreso, non è stato fatto per saltare scuola, ma per protestare contro un<br />

disegno di legge (Aprea) che, oltre ad includere contenuti fortemente discutibili (tra i<br />

quali l’introduzione dei privati nei consigli d’istituto delle scuole), è stato redatto senza<br />

chiedere parere alcuno all’utenza, ovvero a studenti, genitori, insegnanti e personale<br />

ausiliario. Per non parlare dei tagli occorsi all’istruzione. Si parla del 70% di budget in<br />

meno per la scuola rispetto a 10 anni fa. E intanto le scuole private continuano ad avere<br />

sempre più sovvenzioni, come se le salatissime rette che richiedono non bastassero.<br />

Che risultati ci si possono aspettare da una legge cieca, fatta da gente con stipendi<br />

stellari e lontana anni luce dalle realtà locali? Che senso ha comprare I-Pad da dare<br />

in comodato d’uso agli studenti quando ci sono scuole che cadono a pezzi? Per carità,<br />

è giusto comprarli, sarebbero sicuramente utili, ma forse bisognerebbe tenere conto di<br />

alcune priorità, prima la messa a norma degli edifici scolastici, poi eventualmente gli I-<br />

Pad.<br />

Ci sono giunte critiche per aver intralciato l’ingresso al Salone Nautico, impedendone<br />

l’ingresso dei visitatori, distruggendo business da milioni e milioni di euro. <strong>Il</strong> presidio<br />

davanti al Nautico è durato circa trenta minuti, le persone a piedi erano libere di entrare,<br />

l’unico disagio creato è stato quello alla viabilità stradale. Inoltre mi sembra giusto<br />

ricordare che non sono stati solo gli studenti a manifestare davanti all’ingresso della<br />

Fiera, ma lo hanno fatto pure i lavoratori dell’<strong>Il</strong>va alcuni giorni prima.<br />

Io sono andato in manifestazione non per saltare scuola (come molte persone pensano)<br />

o perché manipolato da oscure forze cospiratrici, ma perché ho voluto dare un segnale.<br />

E come me migliaia di altri giovani come noi in tutta Italia. Mi si potrà obiettare<br />

che “tanto i politici se ne fregano dei nostri cortei”. E io risponderò che di certo è peggio<br />

fare finta di nulla, essere indifferenti.<br />

IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

8


Ci si lamenta tanto che al potere ci sono sempre i soliti “vecchi” e poi si contrastano<br />

con ogni mezzo i giovani. E i giovani non sono quelli dai quarant’anni in su. Siamo<br />

noi, siamo quelli che studiano per sperare in un futuro quantomeno dignitoso, quelli<br />

che hanno tante idee da proporre ma nessuno che li ascolta, quelli con molta voglia di<br />

mettersi in gioco ma senza serie opportunità. Siamo il futuro, volenti o nolenti, smettiamola<br />

con l’indifferenza. E’ il momento di farsi sentire.<br />

IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

Luca Pizzimenti<br />

9


Tablet nelle scuole<br />

L’istituto “Einaudi-Chiodo”, situato a La Spezia, ha fornito agli studenti 420 iPad 2 e<br />

l’obbiettivo, secondo quanto riportato sugli articoli on-line, è di fornirlo anche ai restanti<br />

452 studenti e 140 docenti.<br />

Facendo due calcoli, se un iPad viene a costare circa 400 euro e ne sono stati ac<strong>qui</strong>stati<br />

420, il costo totale sarebbe di circa 168.000 euro. A prima vista sembra inevitabile<br />

porsi la seguente domanda: “E tutti quei soldini per ac<strong>qui</strong>starli chi li ha trovati?”. La<br />

notizia è sul sito di Primocanale e, dando un’occhiata ai commenti, si legge: “Mia cugina<br />

va in quella scuola, i tablet sono costati 5000 euro e gli studenti li noleggiano pagando<br />

13 euro al mese”. Sul sito lanazione.it è stato pubblicato un articolo in proposito dove<br />

è chiaramente specificato che il dirigente scolastico, Generoso Cardinale, ha trattato<br />

direttamente con la Apple. Quello che non sembra chiaro è che il preside abbia trattato<br />

con la Mela per arrivare ad ac<strong>qui</strong>stare 420 tablet ad un prezzo totale di 5000 euro,<br />

che significherebbe circa 12 euro a tablet. “Sembra che il dirigente scolastico sia il<br />

cugino diretto del ministro dell’istruzione Profumo”, scrive una ragazza nei commenti.<br />

Facendo una rapida ricerca su internet non si trova niente a riguardo, ma sembra quasi<br />

improponibile l’ac<strong>qui</strong>sto di un iPad a soli 12 euro. Ci si chiede <strong>qui</strong>ndi: “O i tablet sono<br />

effettivamente costati 5000 euro o qualcuno ha fatto un favore concedendo alla scuola<br />

i fondi per ac<strong>qui</strong>starli. La presunta parentela tra il preside dell’istituto e Profumo, lascia<br />

pensare che il ministro abbia dato una mano a suo “ cugino”.<br />

Riguardo al progetto di digitalizzazione delle scuole, vorrei esprimere il mio parere.<br />

Siamo nel ventunesimo secolo e disponiamo ormai delle tecnologie più avanzate, che ci<br />

accompagnano nella nostra vita quotidiana. È giusto modernizzare le scuole, ma è anche<br />

vero che per costruire una casa si parte dalle fondamenta e quelle della scuola italiana<br />

sono molto deboli. Piuttosto che montarsi la testa e pensare ad una scuola digitalizzata,<br />

perché non ci concentriamo di più su una scuola con orari sostenibili, igiene nei bagni e<br />

fondi abbondanti? Questa vicenda ricorda la con<strong>qui</strong>sta dello spazio: prima mettiamo a<br />

posto la Terra, poi viaggeremo nell’universo.<br />

Del resto penso che sia invece un diritto dello studente portare il proprio tablet a scuola<br />

(norma che dovrebbe entrare in vigore a breve) per scopi puramente didattici. Pochi<br />

giorni fa ho chiesto al coordinatore della mia classe se potevo portare a lezione il tablet<br />

in sostituzione dei libri di testo, dato che ogni giorno ho un bel pacco sulla schiena<br />

(come tutti gli altri studenti), ma non me l’ha permesso. Stando alla sua opinione,<br />

infatti, avrei libero accesso a internet, potrei usufruire di materiale non scolastico e<br />

inoltre si innescherebbe una “reazione a catena” (cioè tutti vorrebbero il tablet).<br />

Stefano Massa 2M<br />

IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

10


La Guerra di Spartacus<br />

Sono pochi i personaggi dell’antichità che riescono ad affascinare il pubblico<br />

moderno. Ancora più raro è che siano uomini di basso ceto sociale che,<br />

diversamente da grandi generali come Cesare, hanno avuto poche possibilità di<br />

entrare nella storia. Ancora oggi al cinema, in televisione, nella letteratura, il nome<br />

di Spartacus richiama l’immaginario collettivo. Egli è “ l’uomo che osò sfidare<br />

Roma”, un semplice schiavo, il gradino più basso della società, andato contro<br />

l’istituzione battendosi per la libertà. Pochi sanno però quali furono le cause della<br />

sua ribellione e come questa abbia condizionato la storia di Roma.<br />

Siamo nel 73 a.C., nella scuola dei gladiatori di Capua diretta dal Lanista (colui che<br />

allena e dà in affitto i combattenti per i giochi) Lentulo Battiato, allo scoppiare di<br />

una rivolta. Una settantina di gladiatori, per lo più Galli e Traci, insorgono a causa<br />

delle condizioni disumane in cui sono tenuti, la rivolta è capeggiata da Crisso ed<br />

Enomao, di provenienza celtica o germanica e da Spartacus, un Trace (popolazione<br />

originaria della Bulgaria). Nonostante poco numerosi, Spartaco e i suoi uomini<br />

riuscirono a fuggire armati e la banda si rifugiò sulle pendici del Vesuvio, lontano<br />

dalla via Appia e dai centri abitati, ritenuti pericolosi per la vicinanza a Roma. <strong>Il</strong><br />

covo sul Vesuvio fu un ottimo punto di partenza per dedicarsi al saccheggio dei<br />

villaggi vicini, più le razzie degli ex gladiatori aumentavano, però, più le loro file si<br />

allargavano: schiavi fuggiaschi, contadini e pastori videro nella banda di Spartacus<br />

una possibilità per migliorare le loro pessime condizioni vita. Spartacus aveva un<br />

carisma eccezionale e le sue vittime erano solo ricchi benestanti, come racconta<br />

Plutarco era “ più greco di quanto non dicesse la sua origine” e <strong>qui</strong>ndi ammirato per<br />

la cultura, dotato di una intelligenza unica combinata con una forza e un coraggio<br />

impareggiabili, in poche parole era una “star” per i propri uomini. Nonostante il buon<br />

inizio i guai non tardarono ad arrivare, infatti, Clodio Glabro al comando di tremila<br />

soldati arrivò alle pendici del Vesuvio per tenere occupato l’esercito di Spartaco<br />

sino all’arrivo dei rinforzi del pretore Publio Varino. L’ingegno di Spartaco e dei<br />

suoi fu sottovalutato, intrecciando rami di viti selvatiche, i ribelli, costruirono scale<br />

con le quali scesero velocemente dai dirupi e misero in fuga l’esercito romano<br />

attaccandolo alle spalle. La vittoria convinse molti ad unirsi ai ribelli e la banda<br />

divenne un esercito di uomini abili nella guerriglia e che conoscevano il luogo.<br />

Proprio questo risultava incredibile, che degli ex schiavi avessero battuto la forza<br />

armata più potente dell’antichità: la legione romana. L’esercito di Varinio arrivò dopo<br />

estenuanti marce forzate e venne nettamente sconfitto, Varinio perse le insegne,<br />

i littori e anche il cavallo, oltre a migliaia di uomini. Dopo questa vittoria l’esercito<br />

di Spartacus, costituito da 40.000 uomini, razziando e saccheggiando, arrivò<br />

in Lucania , anch’essa devastata alla fine del 73 a. C.. Cosa aveva intenzione<br />

di fare il ribelle? Secondo alcuni avrebbe voluto valicare le Alpi per permettere<br />

IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

11


a Celti, Germani, Traci e altri schiavi di tornare alle proprie patrie, un finale<br />

felice ma non era questo che aveva in mente. Purtroppo per il ribelle, dopo<br />

che furono battute nel 72 le truppe degli stessi consoli in carica Lucio Gellio<br />

Publicola e Gneo Lentulo Clodiano fu deciso tra i rivoltosi , rallegrati per la<br />

vittoria, di saccheggiare ancora l’Italia e cercare di piegare Roma. Questo fu<br />

un grave errore: il Senato incaricò Marco Licinio Crasso di porre fine alla rivolta<br />

con qualsiasi mezzo necessario. Dopo aver fatto eseguire le truppe che erano<br />

fuggite dal campo di battaglia sotto il comando del Luogotenente Mummio,<br />

Crasso ottenne una fama basata sul terrore e spingendo l’esercito di Spartacus<br />

verso il Bruzio (attuale Calabria) sconfisse due grandi forze di Celti. Ormai<br />

la situazione per Spartaco era disperata: restare nel Bruzio era impossibile<br />

perché da nord altre legioni (di un certo Pompeo) stavano arrivando in aiuto a<br />

quelle di Crasso e presto avrebbero distrutto il suo esiguo esercito, al contempo<br />

però, andare in Puglia non era possibile perché già vi era stanziato l’esercito<br />

di Marco Terenzio Varone Lucullo. Non c’era scampo, l’unica soluzione era<br />

attaccare frontalmente Crasso e sconfiggerlo una volta per tutte. La battaglia<br />

finale fu una disfatta totale: migliaia di ribelli morirono o fuggirono solo per poi<br />

essere catturati pochi giorni dopo dai legionari di Pompeo. Spartacus, vedendo<br />

il suo acerrimo nemico circondato dai suoi uomini si diresse verso il generale<br />

Crasso uccidendo tutti i nemici che cercavano di ostacolarlo. Si narra che uccise<br />

due centurioni prima di cadere, dilaniato dalle ferite, sulla terra del campo di<br />

battaglia. Per festeggiare la vittoria seimila ribelli furono crocefissi lungo la via<br />

Appia, Crasso ricevette l’onore da parte del Senato dell’ovatio e l’anno dopo<br />

insieme a Pompeo divenne console.<br />

La ribellione fu repressa nel 71 a.C. ma le disuguaglianze sociali e le tensioni fra<br />

classi che l’avevano provocata rimasero e sfociarono poi nel sanguinoso periodo<br />

delle guerre civili. <strong>Il</strong> mito di Spartaco sopravvisse nella memoria dei romani e<br />

nei secoli successivi il ribelle divenne il simbolo dell’uomo che combatte contro<br />

i soprusi in favori dei più umili lasciando un segno indelebile nella storia.<br />

IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

Nicolò Orlandi V H<br />

12


A DORMIRE CI VANNO TUTTI,<br />

MA PER QUANTO?<br />

Quante mattine, entrando a scuola dopo una maratona Stazione Brignole-<br />

Cassini, mi sono chiesto: ma gli altri a che ora si alzano per venire a scuola?!<br />

Consultando la prestigiosa Enciclopedia del Sonno Perduto sono venuto a<br />

conoscenza del modo in cui gli studenti vengono a scuola.<br />

<strong>Il</strong> primo caso è lo studente “Abitosopralascuola”: si sveglia 10 minuti prima che<br />

suoni la campanella, riesce a rendersi presentabile in 5 minuti: mentre infila la<br />

felpa beve il latte, si allaccia le scarpe mentre si lava i denti ecc.. Nonostante<br />

ciò, riesce a mantenersi sveglio in classe per più di un’ora, a parte il caso<br />

per il quale l’ora sia quella dello studio del gomito di Giotto o delle operazioni<br />

cardiologiche di Riccardo Cuordileone.<br />

Poi c’è lo studente “Prendoiltreno” che si divide nelle sottocategorie: “l’ho<br />

preso” e “Mannaggia l’ho perso”. È il caso di chi abita leggermente distante<br />

dalla scuola e comprende sia gli studenti di Nervi sia di Reggio Calabria che<br />

frequentano il Cassini. Solitamente non entrano a scuola alla stessa ora degli<br />

“Abitosopralascuola”, a causa del puntualissimo e costante ritardo del loro<br />

mezzo di locomozione, il treno. Matematicamente, il tempo dedicato al sonno è<br />

inversamente proporzionale alla distanza da scuola e, nel loro caso, tende a 0<br />

(soprattutto quelli che abitano davvero distante).<br />

La loro mattina, passata tra sbadigli e dormiveglia, è una fase di recupero<br />

energie per esultare al suono della campanella finale.<br />

Più unico che raro è il caso invece degli studenti che, nonostante abitino nei<br />

dintorni dell’edificio scolastico (per vicino si intende una distanza tale da poter<br />

osservare il prof Torru intento a ordinare le pozioni nel laboratorio alchemico<br />

direttamente dalla cucina), arrivino a scuola talmente in anticipo, da aprire la<br />

porta alle bidelle. Tale caso viene definito come “Prebidellismo”.<br />

Tutti ci sono passati o ci passeranno (i più grandi no), ebbene sì, ogni<br />

studente che va in succursale ha un discorso a parte. Questo edificio, infatti,<br />

ha il pregio di trovarsi in posizione elevata ma, a meno che non si raggiunga in<br />

macchina o passando dalla porta nella via retrostante, la strada per giungere<br />

al portone sembra quella percorsa da Dante per arrivare in Purgatorio: lunga,<br />

perigliosa e con una pena per chi la percorre. Tutti coloro che sono stati<br />

in succursale, alla fine dell’anno potranno vantare muscoli nelle gambe da<br />

maratoneta e si calcola che per una salita e discesa completa si brucino<br />

IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

13


all’incirca 2000 calorie.<br />

<strong>Il</strong> vantaggio? Beh, a differenza degli altri tipi di studenti, quello della succursale ha<br />

una formula matematica per calcolare il tempo con cui dovrà svegliarsi:<br />

t(ora della sveglia) =8 (suono della campanella) – S(ore di possibile sonno perse<br />

raggiungendo la sede) + 15 tempo ufficializzato nel S.I come distanza Sede-<br />

Succursale<br />

Beh che dire, a dormire ci vanno tutti, chi a casa e chi a scuola.<br />

IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

Giorgio Rossi III L<br />

14


IL LINGUAGGIO SILENZIOSO<br />

Durante i pochi minuti che ci vengono concessi a ricreazione, nella strada per<br />

tornare a casa con gli amici o in qualunque altra situazione, ci ritroviamo in una<br />

conversazione; pensate a quante parole escono dalla nostra bocca nel corso di<br />

una giornata. Anche se il numero sembra troppo misero, uno studio ha riportato<br />

che ognuno di noi all’incirca parla per 15 minuti al giorno e che in media una frase<br />

dura 10 secondi. Solo il 7% delle informazioni che riceviamo, tuttavia, ci arriva<br />

per mezzo delle parole, mentre il 38% tramite il tono di voce e il 55% dai gesti<br />

del corpo. La domanda sorge spontanea: come facciamo da un gesto a percepire<br />

una comunicazione? I gesti sono elaborati nella stessa area del cervello dalla<br />

quale proviene il linguaggio e si manifestano pochi istanti prima che il concetto<br />

venga espresso in parole. È <strong>qui</strong>ndi naturale che anche chi ascolta riesca ad<br />

intuire quello che la persona con cui sta parlando vuole dire. Se alla fine di una<br />

conversazione ci chiedono quali concetti abbiamo espresso in gesti, noi non lo<br />

sappiamo ripetere perché sono automatismi nel nostro linguaggio comunicativo<br />

da non confondere con i gesti nei quali ci rifugiamo quando veniamo interrogati,<br />

siamo con il/la ragazzo/a che ci piace, insomma quando siamo agitati. Ognuno<br />

di noi trova spesso conforto in un gesto solo in apparenza banale.<br />

IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

Rosalia Anderi<br />

15


“LA BUONA SALUTE E’ UNA<br />

QUESTIONE DI RISATE”<br />

L’avevi mai sentito dire? A pronunciare questa frase è stato un tizio<br />

americano, forse pazzo, che ci ha creduto a tal punto da ac<strong>qui</strong>stare un<br />

terreno da 15 milioni di dollari per costruirvi un ospedale in cui i malati<br />

venissero curati soprattutto con la felicità! Hai mai sentito parlare di Patch<br />

Adams? Beh, lui è quel pazzo! <strong>Il</strong> signor Adams ha fatto della medicina<br />

la sua vita e del “servire” la sua missione. Si è contrapposto alla rigidità<br />

accademica del suo tempo ( è nato nel 1945) instaurando con i pazienti<br />

un rapporto basato sull’allegria e il divertimento, alleviando così la loro<br />

sofferenza. Nonostante durante gli studi sia stato accusato di “troppa<br />

allegria”, ha dimostrato che “il vero intento della medicina deve essere non<br />

soltanto quello di prevenire la morte, ma bensì quello di migliorare la qualità<br />

della vita”, specialmente quando si è infermi in un letto di ospedale. <strong>Il</strong> dottor<br />

Adams ha parlato con i malati, li ha ascoltati, si è preso cura di loro e, cosa<br />

più importante, ha regalato a tutti loro un SORRISO. Nella vita sorridere<br />

è forse la cosa più importante, ti fa sentire vivo e, per un po’, può farti<br />

dimenticare quanto soffri. Patch Adams lo sapeva bene ed è per questo<br />

che, con il naso rosso da clown, trascorreva ore nel reparto pediatrico<br />

dell’ospedale, affinchè i piccoli malati potessero ricordarsi cosa volesse<br />

dire essere bambini. A partire proprio dall’impegno e dai risultati raggiunti<br />

da Patch Adams, è nata la “Terapia del sorriso”, oggi offerta a migliaia di<br />

pazienti. Una delle maggiori fondazioni che si occupa di questa iniziativa è<br />

“la FONDAZIONE THEODORA”,nata in Svizzera nel ‘93 e giunta in Italia<br />

nel‘99. Oggi opera anche a Genova, collaborando con l’ospedale G.Gaslini.<br />

Concretamente l’associazione si occupa di raccogliere fondi e di organizzare<br />

incontri fra i piccoli pazienti e i DOTTORI DEI SOGNI, attori formati<br />

all’interazione con i bambini nell’ambito pediatrico. Senza usare paroloni,<br />

questi non sono altro che clown specializzati, che, periodicamente, fanno<br />

visita ai bambini ricoverati da lungo tempo per gravi malattie e, camera per<br />

camera, li fanno ridere e giocare coinvolgendo anche la famiglia, facendoli<br />

sentire come a casa. Non voglio fare del moralismo, né esasperare nessuno<br />

con ormai scontate riflessioni sulla sofferenza altrui, semplicemente concludo<br />

dicendo che Patch aveva ragione quando diceva che” la più terribile di tutte<br />

le malattie è l’indifferenza”e allora quale miglior medicina se non il sorriso?<br />

Martina Bavastro 3 C<br />

IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

16


E IO MUGUGNO!<br />

SE NON ORA, QUANDO?<br />

14 Settembre 2012. <strong>Il</strong> <strong>qui</strong>nto premio Mugugno della città di Bogliasco viene<br />

assegnato a Don Gallo, per il suo 50esimo anno di mugugno costante,<br />

irriverente e mai arrendevole.<br />

In una serata dedicata interamente al marchio caratteriale genovese per<br />

antonomasia, hanno partecipato anche il comico di Zelig Maurizio Lastrico,<br />

che ha riprodotto fedelmente in dialetto il clima presente nel tipico bar di<br />

paese, in cui il mugugno è elemento basilare, <strong>qui</strong>ndi i Soggetti Smarriti e<br />

infine gli ideatori di Smemoranda Gino e Michele.<br />

Don Gallo di presentazioni non ne ha bisogno, ma credo che riproporre<br />

così in terza persona le sue riflessioni non sia altrettanto efficace quanto<br />

ascoltarlo direttamente, perciò invito tutti (credenti e non) ad assistere<br />

personalmente ad un suo incontro col pubblico. Male non fa e in ogni caso<br />

niente vieta di mugugnare in seguito! Dopotutto è proprio questo il suo<br />

scopo, scuotere le coscienze, incitare alla riflessione e <strong>qui</strong>ndi promuovere il<br />

dibattito, lo scambio di idee, di certo non il passivo ascolto. In breve questi<br />

i punti salienti trattati nella serata. In una società in cui vige ancora la legge<br />

del più forte, non è lecito lamentarsi, è obbligatorio! Per questo l’azione<br />

politica messa in atto da Grillo, seppur caricaturale, è da considerarsi<br />

piuttosto interessante, in quanto rivoluzione contro il degrado e i picchi di<br />

immoralità raggiunti dalla politica. A questo è dovuta la massiccia adesione<br />

popolare, riscontrata soprattutto nelle recenti elezioni comunali. La classe<br />

politica certamente va rinnovata, ma attenzione a non rottamare i vecchi!<br />

Chi ha alle spalle una lunga esperienza deve essere ascoltato! Ciò non è<br />

stato fatto ad esempio con il Cardinal Maria Martini, esponente talmente di<br />

spicco della Chiesa, da risultare troppo scomodo, troppo pungente, troppo<br />

“troppo” per un’istituzione da lui stesso definita arretrata di 200 anni! Così<br />

dall’alto dei suoi 84 anni Don Gallo non si nega il permesso di lanciare le<br />

solite frecciatine al clero: “Non ho mai mugugnato contro il Vangelo, solo<br />

contro i suoi ministri, per farli da Cattolici a Cristiani!” <strong>Il</strong> nostro Libro Sacro<br />

è messaggero della Buona Novella, per questo non ha senso continuare a<br />

dire no a contraccezione, inseminazione artificiale, unioni gay, divorzio e<br />

quant’altro, perché questo continuo negare, trasmette tutto tranne che un<br />

messaggio positivo di tolleranza, come invece dovrebbe essere”. Aprirsi<br />

verso un mondo nuovo, questo il proposito che la società dovrebbe porsi,<br />

senza rimanere eccessivamente incollati a precetti, stereotipi e pregiudizi<br />

e soprattutto affrontare questa atavica paura del diverso che costituisce la<br />

radice del rifiuto verso i gay. La giustizia sociale come obiettivo primario del<br />

cristiano, anche se ciò che più preme chiedersi è: siete credenti o credibili?<br />

IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

17


Poco importa l’essere cristiani o no, ciò che conta sono le azioni pratiche, il<br />

proprio intervento diretto per aiutare chi sta peggio. Le comunità accolgono<br />

centinaia di persone desiderose di riscattarsi, di rimettere piede tra la gente<br />

normale, senza rimanere etichettate per sempre come drogati o prostitute.<br />

Sta a noi recuperare il senso della parola umanità e intervenire. “La strada<br />

è l’università in cui mi sono laureato!” Sentenzia Don Gallo, e proprio <strong>qui</strong><br />

si ambienta il “<strong>qui</strong>nto Vangelo” che il prete degli ultimi invita a seguire: “il<br />

Vangelo secondo De Andrè”, “una poesia sempre aperta al futuro” che<br />

sprona a ricominciare ogni giorno con quell’ansia di giustizia che oggi è<br />

ancor più necessaria per superare questa crisi. “Una spruzzatina di anarchia”<br />

ma soprattutto di non-violenza, che permetta di “osare la speranza”, un<br />

motto della sua brigata partigiana perfettamente aderente con lo spirito<br />

di rivalsa che deve scuotere le coscienze. Si può sempre far finta di non<br />

vedere, si può continuare con la politica del“non mi riguarda”, ma come<br />

ricorda sempre De Andrè:<br />

“Anche se voi vi credete assolti siete per sempre coinvolti”.<br />

IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

Marta Fracas 5C<br />

18


Lontana dall’amore<br />

Guardo avanti e indietro, le campane suonano le 11, ma io sono lontana. Oramai<br />

tutti si staranno chiedendo cosa è successo. Perché sono scappata via, senza dire<br />

“Sì”, ma tanto non capirebbero. Non l’ho mai veramente amato. O forse sì. Prima<br />

di perdere la memoria. Mi ricordo quando mi sono svegliata, dopo l’incidente: ho<br />

trovato un estraneo lì, a fissarmi, con i suoi occhi verdi, e quello sguardo di pura<br />

gioia. Due minuti dopo era puro terrore, e poi ha sempre continuato a guardarmi in<br />

quel modo, come se fossi una belva feroce pronta a sbranarlo.<br />

Aspettava che io ricordassi, ma cosa? La mia vita precedente? Sinceramente, ho<br />

avuto paura di sapere com’era prima. E se avessi mentito? Se non l’avessi mai<br />

comunque amato? È ricco, e io amo il lusso: forse amavo la sua ricchezza?<br />

Sono alla stazione, la gente mi guarda, chiedendosi cosa ci faccio <strong>qui</strong>, vestita di<br />

bianco senza il mio sposo. Me lo chiedo anch’ io. Desidero andarmene, lasciare<br />

tutto alle spalle. Prendo il primo treno che passa, incurante di non avere il biglietto:<br />

spero solo mi porti lontano da <strong>qui</strong>, da un passato che non ricordo. Un uomo mi<br />

aiuta a salire. Sento il suono della sua voce, ma le parole mi giungono estranee,<br />

slegate, vuote. Anche le mie risposte alle sue domande mi sembrano di una voce<br />

che non conosco.<br />

Alla fine mi convince a tornare a casa, e mi lascia il suo numero su un foglietto.<br />

Per giorni me lo rigiro tra le mani, e poi lo butto: non mi serve.<br />

Dovrei chiamare Ricki, visto che non gli ho dato ancora nessuna spiegazione.<br />

Ma non ne ho voglia. In realtà è da una settimana che me ne sto chiusa in casa<br />

evitando tutto e tutti. Sembrerà strano, ma ho cominciato a guardare veramente<br />

le foto, i video, i diari della mia vita passata solamente ora. Forse sono i sensi di<br />

colpa che mi attanagliano, o forse solo adesso mi sono resa conto di aver messo<br />

soltanto una toppa su uno strappo, senza aver provato realmente a ricucirlo. Ho<br />

troppi dubbi, troppe domande e da sola non ne riesco a venire a capo. Per questo<br />

non posso continuare così e l’unica persona che può aiutarmi a fare chiarezza sugli<br />

ultimi anni della mia vita è Ricki, l’uomo che avrei dovuto sposare. Solo che non ho<br />

voglia di chiamarlo. Rimango mezz’ora con il telefono in mano, chiedendomi quale<br />

sia la cosa più giusta da fare e chiedendomi se non sia troppo tardi per provare a<br />

rimettere insieme almeno alcuni tasselli della mia vita.<br />

Mentre lotto con me stessa, il cellulare comincia a s<strong>qui</strong>llare. Lo lascio suonare per<br />

un pò (adoro “Payphone”, la mia suoneria!), ma alla fine mi decido a rispondere.<br />

-Pronto?-<br />

To be continued...<br />

Sarah Vignoly 3D<br />

IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

19


Concilio Ecumenico Vaticano II:<br />

cinquant’anni di storia<br />

Era l’11 Ottobre 1962 quando 2778 prelati da tutto il mondo varcavano la soglia<br />

di San Pietro in una piazza pressoché desolata (le cronache di allora raccontano<br />

a causa delle misure di sicurezza e della pioggia battente), avanzando in ordine<br />

gerarchico: sette patriarchi, ottanta cardinali, quattrocento teologi, novecento<br />

settantacinque superiori generali di ordini religiosi, milleseicento diciannove tra<br />

arcivescovi e vescovi. Alcuni di rito Orientale, molti Occidentali, altri provenienti da<br />

piccole minoranze di realtà ecclesiali: si può certo parlare di un unitatis redintegratio,<br />

come si esprimeranno in seguito i padri conciliari: il Venerabile Santo Padre<br />

Giovanni XXIII aveva davvero riunito la Chiesa nella sua interezza.<br />

Era un cinquantennio che la Chiesa tutta implorava questo avvenimento: protestanti,<br />

cattolici e ortodossi; tutto il popolo di Dio sentiva il bisogno di un cambiamento.<br />

Così che, a pochi mesi dall’inizio del suo pontificato, Papa Angelo Giuseppe Roncalli,<br />

con un giusto connubio di determinazione, commozione e preoccupazione,<br />

il dì 25 Gennaio 1959 annunciò ai signori cardinali, riuniti nella basilica di San<br />

Paolo, una triplice notizia: il rinnovamento del Codice di Diritto Canonico, la proclamazione<br />

di un sinodo diocesano per l’Urbe e l’indizione del ventunesimo Concilio<br />

Ecumenico della storia della Chiesa.<br />

I temi principali che le commissioni per la preparazione dell’evento proposero<br />

come urgenti sono ancora di estrema attualità: la Chiesa nel mondo moderno, l’ecumenismo,<br />

la Riforma liturgica, i rapporti con gli Ebrei, i presbiteri, i Vescovi, la<br />

IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

20


Vita consacrata, le comunicazioni sociali.<br />

I compiti del Concilio erano chiari, ma lo stesso Pontefice li volle ribadire nel<br />

discorso di apertura:<br />

« [...] occorre che questa dottrina certa ed immutabile, alla quale si deve<br />

prestare un assenso fedele, sia approfondita ed esposta secondo quanto è<br />

richiesto dai nostri tempi. Altro è infatti il deposito della Fede, cioè le verità<br />

che sono contenute nella nostra veneranda dottrina, altro è il modo con il<br />

quale esse sono annunziate, sempre però nello stesso senso e nella stessa<br />

accezione. ».<br />

Con le quattro fasi del Concilio, i padri conciliari, con l’approvazione del Pontefice<br />

regnante Paolo VI e del consiglio di presidenza, formato da dieci cardinali<br />

designati dal Papa, emanarono quattro costituzioni, nove decreti e tre<br />

dichiarazioni, documenti che sono ancora oggi oggetto di discussione da parte<br />

di alcuni membri del clero, anche se sono e devono essere considerate dottrina<br />

della Chiesa.<br />

Gli effetti immediati del concilio furono la riforma liturgica, per permettere una<br />

partecipazione cosciente, attiva e semplice dei fedeli alle Liturgie (conscia,<br />

actuosa et facilis participatio fidelium SC 79), entrata in vigore come definitiva<br />

nell’anno 1973, un nuovo ecumenismo, che si può denotare particolarmente<br />

dai pontificati di papa Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, e un nuovo approccio<br />

al mondo e alla modernità: alcuni studiosi dichiarano che la Chiesa si<br />

fosse finalmente aperta al mondo!<br />

Benedetto XVI, riprendendo le fila del suo predecessore Venerabile Giovanni<br />

XXIII ha recentemente invitato i cristiani di tutto il mondo a riprendere la “bussola<br />

del Concilio” per orientarci nel mare agitato del mondo di oggi.<br />

IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

A.M.D.G.<br />

Stefano Cicciotti<br />

21


IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

22


Peregrinatio Mariæ<br />

Iniziativa all’interno dell’Anno della Fede<br />

Genova, Sabato 22 Settembre 2012,<br />

ha avuto inizio la Peregrinatio Mariæ, iniziativa proposta dall’Arcidiocesi di<br />

Genova all’interno del progetto Anno della Fede.<br />

In questo contesto l’effige della Madonne della Guardia, portata a spalla dal<br />

monte Figogna fino in piazza de Ferrari, visiterà tutti i vicariati della Provincia<br />

Ecclesiastica di Genova e sarà esposta alla pubblica venerazione.<br />

Inizialmente una processione ha condotto solennemente la Statua nella chiesa<br />

cattedrale, per la prima volta durante il mandato del Cardinale Bagnasco come<br />

Arcivescovo di Genova: l’ultimo Pellegrinaggio di Maria fu nel 1990 con il<br />

Cardinale Giovanni Canestri.<br />

Di seguito, durante il solenne pontificale, il Cardinale ha ricordato i cinquant’anni<br />

dall’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II come “anno di grazia” e<br />

i vent’anni del Catechismo della Chiesa Cattolica, appellandolo “autorevole<br />

compendio della fede”.<br />

Era un Giovedì, l’11 ottobre del 1962, quando la Madre Chiesa si rallegrava<br />

per l’inizio solenne del Concilio, così un Giovedì, l’11 ottobre 2012, la Chiesa<br />

si trova di fronte ad una nuova esortazione che testimonia gli stessi fondamenti,<br />

“il cui re è la verità, la cui legge è la carità”, e lo stesso antico compito,<br />

di difendere e diffondere la dottrina: l’Anno della Fede, che avrà termine il 24<br />

Novembre 2013 nella solennità di Cristo Re.<br />

Quest’iniziativa, indetta dal Santo Padre Benedetto XVI, ha lo scopo di far riscoprire<br />

e ravvivare la gioia della Fede; perché la nostra Fede non sia tiepida<br />

ma infiammati dall’Amore di Cristo possiamo pronunziare ogni giorno il nostro<br />

sì al Signore.<br />

Intensificare il nostro rapporto con Maria, Madre di tutti i Cristiani, vuole ricordarci<br />

quel particolare momento dell’Annuncio dell’Angelo: l’universo si fermò,<br />

insieme col mondo, che nel silenzio della contemplazione e con il cuore sospeso<br />

attendevano l’intrepido sì di Maria.<br />

IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

23


<strong>Il</strong> Papa ci tiene a sottolineare che “la fede implica una testimonianza ed un<br />

impegno pubblici”, che “il cristiano non può mai pensare che credere sia<br />

un fatto privato” e “che la conoscenza dei contenuti di fede è essenziale per<br />

dare il proprio assenso” poiché “la fede […] si trova ad essere sottoposta più<br />

che nel passato a una serie di interrogativi che provengono da una mutata<br />

mentalità che, particolarmente oggi, riduce l’ambito delle certezze razionali a<br />

quello delle con<strong>qui</strong>ste scientifiche e tecnologiche. La Chiesa tuttavia non ha<br />

mai avuto timore di mostrare come tra fede e autentica scienza non vi possa<br />

essere alcun conflitto perché ambedue, anche se per vie diverse, tendono<br />

alla verità”.<br />

“Madonna della Guardia, Madre di Dio e nostra,<br />

guarda i tuoi figli che ti invocano fiduciosi:<br />

insegnaci le vie della fede che portano a Gesù,<br />

le vie della gioia cristiana.<br />

Benedici i giovani e le famiglie,<br />

i lavoratori e i bisognosi.<br />

Benedici la nostra Diocesi e Genova,<br />

“città di Maria”.<br />

Guarda e benedici. Amen”.<br />

IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

A.M.D.G.<br />

Stefano Cicciotti<br />

24


AD OGNUNO IL SUO PROFESSORE!<br />

<strong>Il</strong> Poser<br />

Eh sì, esiste anche questo! Ad un certo punto della sua esistenza si rendendo<br />

conto di non saper fare nulla e decide di mettersi a fare l›insegnante. Essendo<br />

un poser crederà di saper insegnare e che la sua classe sia la migliore<br />

dell›istituto. Durante le sue ore ogni alunno viene posseduto da uno spirito<br />

menefreghista ingnorando altamente la lezione. Effetto sui suoi colleghi?<br />

Diventerà lo zimbello della sala insegnanti !<br />

La frustrata.<br />

Vecchia sclerata e frustrata, estremamente pericolosa, gode nel demolire la<br />

creatività e l’autostima dell’alunno, facendogli capire che lei è la sua regina.<br />

<strong>Il</strong> suo metodo preferito per appioppare un due in un’interrogazione è fare<br />

battute di gusto molto cattivo, per colpa delle quali anche il migliore della<br />

classe si sentirà smarrito, e si rannicchierà a terra succhiandosi il pollice e<br />

dondolando avanti e indietro.<br />

La Serial killer<br />

Solitamente donna, oltre la cinquantina, è la personificazione del sadismo.<br />

Gode della sofferenza altrui. <strong>Il</strong> suo momento preferito è l’interrogazione.<br />

Sfoglia lentamente la sua letale arma, il registro, avanti e indietro. Appena<br />

avvenuti i molteplici decessi, svenimenti, ricoveri per infarto, suicidi di massa<br />

e crisi di panico, sussurra con la sua voce mortifera il nome del malcapitato,<br />

che (se non muore sul colpo) verrà poi torchiato senza pietà.. Sono contrastabili<br />

solo da un particolare tipo di studente, il secchione leccaculo.<br />

Homo Bigottus<br />

È uno degli esemplari più temibili. La mente di questo essere è foderata del<br />

più resistente dei metalli: niente può entrarvi e ancor meno uscirne. Chiuso<br />

com›è nel suo piccolo mondo di meraviglie, l›esemplare rifiuta qualsivoglia<br />

contatto con idee esterne, rimanendo arroccato su preconcetti. Come tirarsene<br />

fuori? E pensate che se ce ne fosse il modo legale non ve lo avrei già<br />

detto? Deve sembrare un incidente!<br />

IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

25


La Camomilla<br />

La peggior specie di professore, se occupate i banchi in prima fila. Non<br />

particolarmente severo, questo esemplare di prof ha la capacità di far addormentare<br />

anche l’alunno più motivato che mai nel seguire la lezione e<br />

prendere appunti. Parlando per tutta la lezione con lo stesso tono altalenante<br />

della voce e facendo pause di qualche secondo per ogni parola pronunciata,<br />

questo professore è semplicemente micidiale. Capace di far addormentare a<br />

qualsiasi ora, c’è solo un rimedio contro di tutto ciò: riempirsi di caffè a colazione...<br />

<strong>Il</strong> Soprano<br />

Questo tizio ha sbagliato lavoro. Urla. Semplicemente urla. E<strong>qui</strong>paggiarsi di<br />

scatolone famiglia di Tic-Tac per neutralizzare il letale attacco “Alito Fetido”.<br />

<strong>Il</strong> Comico<br />

Tra le spiegazioni spiccano battute intelligenti e sveglie che sottolineano il<br />

suo elevato intelletto e che non fanno ridere. Generalmente si diletta con<br />

monologhi di attualità o sketch che cercano di denigrare la televisone facendo<br />

in realtà ridere solo di sé. Non fidatevi dell’apparenza innocua perché<br />

scherza e ride fino a che non è assalito dal brutto male che lo spinge a mettere<br />

un quattro a tutti gli studenti indistintamente.<br />

<strong>Il</strong> Matematico<br />

Questo esemplare si destreggia fra i problemi come un giaguaro, facendo<br />

stridere il gessetto qua e là sulla lavagna scrivendo numeri, segni, formule,<br />

recitando a memoria interi libri di teoremi. Arriva alla fine, finisce il suo discorso.<br />

Con volto sicuro di sé afferma “... Ed il risultato è 23 Newton.” Getta<br />

il gessetto a posto. “... Come volevasi dimostrare.” Ma quando l’inaspettato<br />

accade, “Prof., ma sul libro c’è scritto che porta 48!” e la certezza diventa<br />

incertezza, il gessetto cade, il professore suda, si volta, torna a guardare la<br />

lavagna e fiumi e fiumi di numeri e segni e teoremi (e sudore) lo sommergono.<br />

Lo annegano. <strong>Il</strong> mondo crolla.<br />

Ma ecco il salvagente...”sarà un errore di stampa” oppure “Eh... un errore di<br />

calcolo. Sì. Sicuro. Qualche errore di calcolo. Dà i voti in numeri immaginari<br />

come -∞ oppure I (Impreparato).<br />

IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

26


L’ignorato<br />

Spicca per una caratteristica che può risultare estremamente fastidiosa e talvolta<br />

letale per gli studenti: ha il carisma e la spina dorsale di una medusa<br />

e per quanto s’impegni con strilli, strepiti, minacce apocalittiche o sanzioni<br />

disciplinari nessuno l’ascolterà mai. I libri di questo professore vengono<br />

venduti dagli studenti dopo il primo mese del primo anno di scuola e gli anni<br />

successivi nemmeno comprati. Le minacce che paventa, soprattutto note sul<br />

registro, sono assolutamente vacue e anche gli altri professori e il preside lo<br />

prendono sul serio quanto gli studenti, cioè per niente. L’aspetto pericoloso<br />

di questo professore è che durante l’anno, poiché nelle sue ore si fa assolutamente<br />

quello che si vuole e sono ore d’intervallo, ci si dimentica che alla<br />

fine dovrà comunque dare un voto. Ed è lì che l’Ignorato colpisce, vendicandosi<br />

sugli studenti che per tutto l’anno si sono comportati come se in cattedra<br />

non ci fosse nessuno.<br />

ll Mito<br />

Questa categoria purtroppo è molto ristretta, e corrisponde solo allo 0,01%<br />

dei professori. Solitamente confondibile con gli alunni, si diverte a scherzare<br />

con gli studenti durante le lezioni, e divaga su argomenti non pertinenti alla<br />

materia. Idolatrato dai suoi studenti, che tratta come amici, riesce sempre,<br />

contrariamente a quanto avviene per la maggior parte delle altre categorie,<br />

a ottenere rendimento da loro. Se incontrate questo tipo di professore, siete<br />

mooolto fortunati.<br />

<strong>Il</strong> credulone<br />

Questa categoria è ormai ristretta a pochissimi esemplari. Solitamente vecchio<br />

è il tipico professore rimbambito che crede a tutto quello che gli dicono<br />

gli studenti, tipo l’improvviso decesso del lama di famiglia che ha tenuto in<br />

lutto per due mesi uno studente, oppure l’improvvisa pancreatite acuta del<br />

Borneo venuta al ragazzo interrogato, oppure dà il permesso di uscire dalla<br />

classe a un alunno perché a suo dire “Mi ha mandato la mamma a prendere<br />

il latte.” Questo professore non ha controindicazioni, infatti le verifiche vengono<br />

tutte inevitabilmente rinviate all’anno dopo o per mancanza di alunni in<br />

classe per colpa di un genocidio (racconto detto da un alunno trovato morto<br />

su un banco) oppure perché a dire degli alunni “Ma prof, aveva detto che la<br />

verifica era lunedì prossimo!”<br />

IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

27


ll prof. Tecnologico<br />

Questo particolare esemplare di professore pensa che tutti i suoi alunni abbiano<br />

a casa computer, connessione a internet, stampante, chiavette usb<br />

con tostapane, registratore, lettore cd, scanner e un’astronave aliena, perciò<br />

pretende continuamente ricerche e strani compiti che, per essere svolti, richiedono<br />

necessariamente tutti gli strumenti sopraindicati. Quando un alunno<br />

tenta di dire che a casa non ha Internet, il professore comincia a sfotterlo e<br />

a ridergli in faccia. Inoltre, il professore tecnologico pensa che tutti gli alunni<br />

abitino nella stessa palazzina o, al massimo, nello stesso quartiere e perciò<br />

pretende che i suoi poveri studenti si trovino ogni pomeriggio per svolgere i<br />

suoi assurdi compiti in gruppo. Inoltre l’80% dei professori di suddetta categoria<br />

ha un’incapacità tale nell’uso della tecnologia seconda solo alla loro<br />

incapacità d’insegnamento.<br />

<strong>Il</strong> Politico<br />

Di solito ex-sessantottino perennemente arrabbiato col mondo che voleva<br />

cambiare, e invece non ha fatto un bel niente. Vive in un mondo tutto suo,<br />

dove il muro di Berlino non è mai caduto. Una volta in classe il suo sport<br />

preferito è “l’insulto al sistema”, non prima di aver affermato che in classe<br />

non si deve fare politica. In tutte le sue spiegazioni ogni spunto è buono per<br />

insultare qualche politico, oppure criticare l’Italia, elogiando URSS e Cuba. I<br />

suoi alunni (quelli che sopravvivono) dopo una cura di 5 o più anni di marxismo-leninismo<br />

ne usciranno dei perfetti bolscevichi, fino a quando, circa due<br />

secondi dopo la fine della scuola, scopriranno che il muro di Berlino è caduto.<br />

Non avete riconosciuto nessuno dei vostri professori vero? Ma<br />

certo, ogni riferimento a persone e fatti è puramente casuale!<br />

IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

Greta Pesce 5L<br />

28


X Factor: un moderno Colosseo?<br />

<strong>Il</strong> celebre programma canoro gode di grandissima fama nella nostra<br />

penisola, migliaia gli aspiranti concorrenti e milioni gli spettatori. Ma perché<br />

questa attrazione? <strong>Il</strong> programma è irresistibile anche per fasce sociali fino<br />

ad ora rimaste immuni alla piaga dei reality e alla morbosità dei talent show<br />

all’ italiana? La risposta è semplice: sì. I concorrenti sono i gladiatori ed<br />

il palcoscenico l’arena. La musica commerciale ha sostituito il rullare dei<br />

tamburi ed lo s<strong>qui</strong>llare delle trombe ma il ruggito della folla è sempre lo<br />

stesso, da millenni. D’accordo, la morte è mediatica, non “concreta” , ma<br />

è per questo forse meno temibile? Davanti ai nostri occhi si presentano<br />

uomini disperati, arroganti o giovani promesse incomprese e questo fa sì<br />

che il pubblico si ritrovi a giocare con la propria compassione o disprezzo.<br />

Gli spettatori concedono grazie impietositi o affascinati o si uniscono alla<br />

spietata critica dei quattro giudici quando sul sipario compaiono personalità<br />

eccessivamente esibizioniste e superbe. A volte, come aghi d’oro in mezzo<br />

a miriadi di pagliuzze ecco apparire la voce, il talento, così il pubblico si<br />

esalta , i giudici alzano verso i riflettori il temuto pollice e agli spettatori è<br />

concesso il lusso della speranza e dell’ immedesimazione. Al pensiero di<br />

quella commerciante di scarpe di Chigizola o di quella bambina naturalizzata<br />

dal Camerun la gente continuerà a sorridere nei mesi a venire finché non<br />

avrà nuovi eroi da osannare. Di tutti i concorrenti precedenti che ci hanno<br />

strappato al massimo un sorriso, buono o maligno che fosse, non rimane<br />

niente, perché al palco non attecchisce il (metaforico) sangue versato. Sui<br />

teleschermi l’onore è tutto di una persona: la sua storia, la sua lotta, il suo<br />

talento, le sue lacrime e, spesso, il pubblico, bestia capricciosa, non si ne fa<br />

scrupoli ad abusarne.<br />

X Factor è un programma di affermato perché dà al “pubblico” il potere.<br />

Ogni cantante viene valutato per il possibile successo discografico, non solo<br />

per il talento e la rimbombante voce degli spalti si fa sempre sentire, alle<br />

spalle dei giudici “ufficiali” ma, in qualche misura, molto più vicina.<br />

Emanuele Lagazzi 5 F<br />

IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

29


Quando fuori piove…<br />

Annie Hall, L’apologia del Woody Allen<br />

Per iniziare a parlare di questo film voglio fare un piccolo giochino con voi, cari lettori, dai, abbiamo<br />

carta bianca: facciamo un film! Cosa ci serve? Beh, tanto una storia e <strong>qui</strong>ndi una sceneggiatura…<br />

vediamo… beh, le persone giuste: regista e attori di buon livello. Direi che già con questi<br />

quattro elementi partiamo col piede giusto! Ecco, ora pensate, vi sarebbe mai venuto in mente di<br />

scrivere voi la sceneggiatura per un film sulla vostra vita, che vede voi nel ruolo di protagonista e<br />

regista? <strong>Il</strong> rischio maggiore è che il risultato sia un fiasco totale, ma <strong>qui</strong> si sta parlando di Woody<br />

Allen, non bruscolini.<br />

Allen Stewart Koenisberg ha una vita segnata da punti fissi, dogmi del suo pensiero: la sua città<br />

di origine, New York, e altre città europee,che meritano il ruolo di co-protagoniste in molti film, il<br />

jazz ed il clarinetto(il nome Woody è stato preso dal clarinettista Woody Herman) e l’umorismo.<br />

Già a 16 anni inizia a scrivere battute per grandi presentatori americani, uno su tutti Ed Sullivan,<br />

e successivamente diventa un comico da cabaret, ma questo ruolo inizia a pesargli a causa della<br />

sua timidezza, e, dopo un ruolo fugace in Ciao, Pussycat, Woody viene scelto come regista per<br />

fare un film. Questo è quello che lui chiede ed ottiene: completa carta bianca.<br />

La produzione di Allen, si divide in tre filoni, i primi film anni 70, con comicità semplice ma molto,<br />

molto efficace, i film che vanno dal recensito Annie Hall ad Hannah e le sue sorelle, aventi un<br />

comicità sottile ed un ampio lavoro di introspezione, ed i successivi, composti da vari esperimenti<br />

più o meno riusciti dove non si vede sempre lo stesso Allen nel ruolo di attore.<br />

Io ed Annie(Annie Hall) è Woody Allen. L’inizio è il classico: due battute in un monologo che si<br />

rivelano rivelatorie per scoprire la filosofia del personaggio di Alvy. La storia ruota sul suo senso<br />

di morte incombente, dovuto ad un’ infanzia quanto meno sgangherata, passata a pensare<br />

all’imminente distruzione dell’universo e alle bambine della sua classe mentre sorseggiava il<br />

brodo in una casa sotto le montagne russe; questo senso di impotenza di fronte non solo alla<br />

morte, ma anche ad una vita senz’ombra di dubbio troppo corta ed orribile(due donne davanti<br />

ad un ristorante “che cibo orribile che cucinano” “già, e che porzioni piccole!”), unito alla paura<br />

di riuscire in qualcosa o semplicemente di essere felici(“non accetterei mai di far parte di un club<br />

che mi accettasse fra i suoi iscritti” Groucho Marx Docet) sono i pensieri che hanno sconvolto la<br />

vita di Alvy Singer fino a distruggere anche il tanto agognato amore con Annie.<br />

<strong>Il</strong> film ripercorre la storia d’amore fra i due, dal loro incontro in una partita di tennis, passando<br />

per le separazioni ed infine la vita senza l’altro, con tutte le considerazione del caso evidenziate<br />

dal monologo finale che chiude il film.<br />

Tutta la trama gravita intorno al protagonista, che condivide con Allen moltissimo, specialmente<br />

nella psicologia, e che come Allen possiede un forte carisma, dovuto a quel misto di ammirazione,<br />

pena e divertimento che riesce ad instillare nello spettatore.<br />

Le gag sono subordinate alla storia, caratteristica che rimarca la differenza con i primi film, e non<br />

solo provocano risate assicurate, ma prendendo lo spettatore per mano lo conducono ad una<br />

comprensione più approfondita della trama e dei personaggi. Chapeau a chi riesce a fare qualcosa<br />

del genere.<br />

Parlando degli aspetti tecnici e da smanettoni, si deve sottolineare la presenza alla fotografia di<br />

Gordon Willis, che è stato chiamato da Allen in persona, dato che aveva particolarmente apprezzato<br />

il suo lavoro ne <strong>Il</strong> Padrino. Cioè, più o meno come i Doors che suonano con Skrillex(sì,<br />

perché lo hanno fatto; cercatevelo su youtube, che merita).<br />

IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

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In conclusione Annie Hall incarna il genio, il pensiero, la comicità, il Woody Allen al suo apice.<br />

<strong>Il</strong> film è un must-see e di sicuro non vi pentirete della scelta di guardarlo, grazie al divertimento<br />

che regnando sovrano regala una fluidità incredibile. <strong>Il</strong> film finisce, le luci si accendono, e alla<br />

fine della risata però si vede un mondo dietro, celato da un velo molto sottile e si ripensa alle<br />

scelte dei personaggi, ora che si conoscono più approfonditamente arriva la voglia di guardarselo<br />

un’ altra volta. Moscot Lemtosh alla mano. Perché resistere?.<br />

Curiosità: Nel film c’è pure il buon vecchio Paul Simon(senza il collega Art), che, attorniato dal<br />

suo entourage, cerca di ingaggiare Annie per i suoi concerti.<br />

Diane Keaton, che interpreta Annie Hall, è stata scelta specificatamente(tanto che il suo vero<br />

nome è Diane Hall) per il ruolo da Allen, che poi è stato legato a lei nel suo terzo matrimonio,<br />

finito con un divorzio.<br />

Fra i tantissimi premi ricevuti vanno ricordati ben quattro premi oscar, miglior regista, miglior film,<br />

miglior sceneggiatura e miglio attrice protagonista, in modo così inatteso(gli Oscar del 1978 sono<br />

quelli di sua maestà Star Wars in persona) che lo stesso Woody Allen non era presente.<br />

La frase “La-Dee-Da, La-Dee-Da” pronunciata da Annie nel primo incontro con Alvy compare<br />

nella Top 100 movie quotes Dell’ American Film Institute.<br />

Ed infine, la risposta è sì , il film è su youtube in lingua italiana!<br />

Edoardo Rivetti<br />

IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

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STEVE MCCURRY,<br />

VIAGGIO INTORNO ALL’UOMO<br />

La prima impressione nel vedere un maestro della fotografia come Steve<br />

McCurry, è quella di un signore di mezza età dall’animo giovane, un uomo<br />

che ha saputo ritrarre in quattro decenni attraverso la fotografia le più<br />

profonde sfaccettature dell’animo umano, i mille aspetti della gioia e della<br />

miseria, sul cui volto si coglie la stessa luce che ha reso i suoi ritratti così<br />

iconici e amati. Se il suo cuore sia rimasto nella sua New York o sulle orme<br />

delle tribù nomadi dell’Hindukush non ci è dato saperlo ma si legge nel suo<br />

sguardo la tensione, dissimulata dai modi amichevoli e camerateschi, che<br />

lo ha portato nell’Oriente profondo a documentare le conseguenze della<br />

guerra impresse sui volti di uomini e donne o nel nostro mondo occidentale<br />

a dipingere una realtà a tratti malinconica e crudele ma capace di regalare<br />

immagini di grande bellezza.<br />

Tutto questo è più che palpabile nell’esposizione del celebre fotografo,<br />

studiata appositamente per le sale di Palazzo Ducale, definite dallo stesso<br />

McCurry come suggestive e ideali per una mostra che si avvale di un<br />

allestimento quasi teatrale, che va vissuto, capace di regalare emozioni a<br />

colui che si avvicina alle immagini, anche fisicamente. Le luci soffuse si<br />

accompagnano a stampe in grande formato su pareti semitrasparenti che<br />

permettono agli osservatori di convivere con le immagini senza disturbarsi<br />

reciprocamente e sempre trovandosi al centro tra due file di ritratti, tra i<br />

quali, un poco defilata, la foto più celebre dell’artista, quella di Sharbat Gula<br />

la ragazza afghana dallo sguardo profondo e tagliente, diventata un’icona<br />

della fotografia del XX secolo.<br />

“La scelta di inserire soprattutto volti orientali -spiega Peter Bottazzi,<br />

curatore dell’esposizione- vuole restituire un senso salgariano del viaggio, i<br />

pochi ritratti di occidentali vengono visti come punti di arrivo da cui ripartire”.<br />

All’atmosfera densa della prima parte della mostra, si sostituisce un senso<br />

di vertigine dettato da immagini inedite che mostrano tragedie come quella<br />

dell’11 settembre, sempre in chiave causale per documentarne gli effetti<br />

sulla dimensione umana e personale, e da un allestimento che utilizza<br />

griglie metalliche e specchi per dare risalto alle immagini. “Nelle fotografie<br />

di McCurry -interviene sempre Bottazzi- l’uomo è il soggetto principale,<br />

sia esso ben visibile o si vedano solamente le tracce del suo passaggio<br />

sull’ambiente”.<br />

La mostra propone anche uno degli ultimi lavori di McCurry: 32 scatti<br />

realizzati con l’ultimo rullino Kodachrome prodotto dall’omonima azienda.<br />

“Quando ho saputo che sarebbe stata sospesa la produzione ho provato un<br />

IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

32


vero dispiacere -racconta il fotografo- e ho deciso di celebrare la chiusura di<br />

questo capitolo importante della mia storia con un lavoro dedicato. Ho deciso<br />

di scattare soprattutto ritratti, dedicando il primo omaggio a New York, la mia<br />

città e ho scelto il suo personaggio più iconico, Robert de Niro”. Ma non si<br />

creda che McCurry sia un nostalgico della fotografia analogica, lui stesso<br />

confida che il passaggio al digitale ha semplificato notevolmente il processo<br />

dallo scatto alla stampa. E la qualità del suo lavoro non ne ha risentito.<br />

IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

Giovanni Agosti 5 A<br />

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Disegno di Pietro Capurro, ex detenuto del quasi estinto PNI (corso B)<br />

IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

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Politica: fai da te<br />

La politica fu in primo luogo l’arte di impedire alla gente di immischiarsi in<br />

ciò che la riguarda.<br />

In un’epoca successiva si aggiunse l’arte di costringerla a decidere su ciò che<br />

non capisce.<br />

Paul Valéry, Sguardi sul mondo attuale, 1931<br />

Ogni giorno vedo in televisione e sui giornali discutere assiduamente di “politica”,<br />

della sua peculiarità e delle difficoltà di coloro che la amministrano di<br />

questi tempi. Vengono usate parole incomprensibili come : premier, spread,<br />

deficit, Pd, Pdl, Udc... Vado su internet a leggere il significato del termine<br />

“politica” e Wikipedia è il sito più esauriente.<br />

“La politica, secondo un’antica definizione, è l’arte di governare le società. <strong>Il</strong><br />

termine di derivazione greca (da polis, città), si applica all'attività di coloro<br />

che si trovano a governare.”<br />

A scuola non se ne discute mai, chiedo ai miei compagni ma non sanno di<br />

cosa parlo, forse è una cosa troppo da vecchi, dopotutto ne parla spesso<br />

mia nonna. Però è strano, l’altro giorno <strong>qui</strong> a scuola c’erano dei ragazzi che<br />

distribuivano dei volantini per una manifestazione contro la politica attuata<br />

verso gli studenti; non deve essere una cosa così per vecchi se parla dei ragazzi,<br />

i vecchi non si preoccupano mai dei giovani.<br />

A questa manifestazione andrà moltissima gente; chiedo ad alcuni dei miei<br />

amici che ci vanno perché lo fanno e loro mi rispondono che è giusto, che<br />

non siamo degli schiavi, ma alla fine mi fanno capire che è per saltare un<br />

giorno di scuola. Altri mi dicono che bisogna protestare perché ci vogliono<br />

sudditi, ma faremo vedere loro che noi studenti ci siamo e non subiamo in<br />

silenzio, non vedremo toglierci i diritti senza fare niente.<br />

A me veramente, per ora, non tolgono proprio nulla, ho una casa, faccio le<br />

mie vacanze, mi compro i vestiti alla moda, esco con i miei amici… sinceramente<br />

meglio di così io non potrei stare.<br />

Però sono curiosa, di cosa si lamentano tutti? Ne parlo un po’ con la mia<br />

migliore amica, lei è una giusta, lei sa sempre tutto, dice che è una roba per<br />

grandi, che a noi giovani non deve interessare, noi dobbiamo studiare, così<br />

quando saremo grandi e comanderemo noi, questi problemi non ci saranno<br />

più. Le credo ma non mi basta; inizio ad ascoltare i telegiornali e a leggere i<br />

quotidiani in una parte di cui ho recentemente scoperto l’esistenza, la pagina<br />

politica.<br />

IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

35


Questa politica è più importante di quanto pensassi, molta gente non ha più<br />

soldi ed è senza lavoro. Parlo della mia intenzione di partecipare alla manifestazione<br />

con il mio professore e lui mi dice che non serve a niente.<br />

Cosa vuol dire? E allora perché i miei compagni ci vanno se non serve?<br />

<strong>Il</strong> prof ribatte che è una domanda alla quale devo riuscire a rispondere da<br />

sola, e non sarebbe giusto se lui mi esponesse le sue teorie poiché potrebbe<br />

influenzarmi.<br />

E adesso cosa faccio? Ci vado o non ci vado? Servirà o non servirà? Mio<br />

padre non è molto d’accordo perché non vuole che io salti un giorno di<br />

scuola, dice che posso partecipare solo se trovo delle buone ragioni argomentate;<br />

ma io non so granché di questo argomento.<br />

Ho continuato a documentarmi su internet e ho partecipato ad un’assemblea<br />

a scuola, ma non è servito a capire come una manifestazione possa<br />

cambiare la situazione; però ho ben capito quale sia il problema e so che va<br />

affrontato. Non voglio che quello che hanno detto quei ragazzi diventi vero,<br />

<strong>qui</strong>ndi andrò a manifestare, mi chiedo solo se sarà sufficiente.<br />

Ci ho pensato a lungo e ho dedotto che alla mia età la cosa migliore che<br />

io possa fare è studiare e prepararmi affinché un giorno io non ripercorra le<br />

orme di quelli che stanno facendo questi disastri; mi piacerebbe che all’interno<br />

delle istituzioni scolastiche si affrontassero questi argomenti per sensibilizzare<br />

i miei coetanei alle problematiche che riguardano tutti noi.<br />

Intanto scenderò in piazza, perché in questo caso credo sia giusto far capire<br />

a chi decide che io ci sono, che so quello che stanno facendo e che tra poco<br />

tempo io li sostituirò.<br />

IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

Laura Verni<br />

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<strong>Il</strong> cellulare in assistenza tecnica<br />

Per un corollario della legge di Murphy ciò che deve andare storto, lo farà nel momento<br />

meno opportuno. E’ il caso del mio amabile cellulare che ha deciso di rendersi<br />

“indisponibile” la settimana prima di Ferragosto. L’infido traditore non ne ha voluto<br />

sapere di riprendersi, sebbene le abbia provate tutte per far ripartire i sistemi di input.<br />

Dal colpetto sul retro all’escursione termica phon/frigorifero, nulla ha funzionato, così,<br />

rassegnato ed amareggiato, ho deciso di ricorrere alla soluzione finale e non era la<br />

stessa di Kurt Cobain, ma una ancora peggiore. L’assistenza tecnica. La malvagissima<br />

assistenza tecnica. E così, con la modesta quantità di sudore tipica della<br />

settimana precedente a Ferragosto, mi appresto, tremante, a comporre il numero. <strong>Il</strong><br />

prefisso 666 non era dei più rassicuranti, rischiava di essere una telefonata interurbana<br />

(ironia portami via).<br />

I cupi e rimbombanti s<strong>qui</strong>lli risuonano insistentemente nel mio timpano, fino a quando<br />

un agghiacciante ghigno satanico interrompe la sinistra melodia: “Muhahahhahaahah,<br />

pvonto, centvo assistenza Samsung, mi dica”. Inizio ad esporre il problema ma, con<br />

fare in<strong>qui</strong>sitorio ed un impercettibile difetto di pronuncia, subito il demoniaco interlocutore<br />

tronca la mia frase: “E’ in gavanzia?”: atterrito dal tono della voce, rispondo<br />

con un flebile “sì”. Dopo la mia replica sento molteplici voci che bestemmiano, tante<br />

persone che “col cul facevan trombetta”, grida disperate, rumori di vetri infranti. <strong>Il</strong> frastuono<br />

improvvisamente si interrompe e il malvagio interlocutore conclude abilmente<br />

la telefonata: “Settimana pvossima chiusi settimana dopo chiuso centvo vipavazione<br />

mateviale, tempo minimo: un mese, vegavds”. Scosso nel sentire quelle parole e con<br />

il cellulare inutilizzabile, mi rassegno a rispolverare il mio sempiterno LG Cookie, con<br />

una percentuale di schermo funzionante che supera di poco il 50%. I primi giorni con<br />

il “nuovo cellulare” sono difficili, gli ultimi ancora peggio, quasi rasentano la disperazione.<br />

Per poter scrivere un messaggio occorreva un’ora di assoluta concentrazione per<br />

poter centrare con il dito il pixel da schiacciare per scrivere una lettera.<br />

Nel frattempo è già passato un mese e, finalmente, fresco di vacanze e di debito di<br />

matematica, posso portare il telefono rotto all’infern…all’assistenza tecnica.<br />

Salta subito all’occhio la coppietta che definire tamarra è un gran complimento. Lui:<br />

canottiera, stecchino in bocca, pantaloni da imbecille con le tasche in zona pelvica e<br />

la scritta “Carlsberg” su di esse, cappellino antigravitazionale che sta a minimo quattro<br />

metri di altezza dalla testa e tatuaggio truzzissimo sul collo con presumibili iniziali della<br />

morosa. Lei: gonna più corta del suo cellulare molto corto riposto nella tasca che<br />

a sua volta è sensibilmente più lunga della gonna, scollatura che definire vertiginosa<br />

sarebbe un eufemismo, tacchi che aumentano la sua altezza del 45 %, mascara più<br />

pesante di un lottatore di sumo.<br />

Ma poteva mancare la classica anziana che non sa neanche cosa sia un cellulare, nonostante<br />

ne abbia uno in mano proprio in quell’istante? Ovviamente no. E poteva non<br />

starmi a raccontare la storia di suo nipote che va al Barabino che è affianco al Cassini<br />

(non mi metterò MAI più la felpa del Cassini)? Poteva, ma non lo ha fatto.<br />

Così, con un lieto intrattenimento vocale della vecchietta, i fidanzatini che si stuprano<br />

a vicenda e lo straniero che non capisce un accidente dell’internet key (e più in ge-<br />

IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

37


nerale dell’italiano), attendo (molto) impazientemente il mio turno. Quando esso finalmente<br />

giunge, la consegna del cellulare al negozio avviene in un clima di surreale silenzio.<br />

<strong>Il</strong> commesso parla solo per chiedere le mie generalità. Poi gentilmente mi invita<br />

ad uscire. Ma mentre varco la soglia che mi riporta nel mondo reale, faccio in tempo a<br />

sentire con la coda dell’occhio (cit. Luca Giurato) sguaiate risate. Pazienza, basta riavere<br />

il cellulare riparato nei 4 giorni indicati dal loro sito internet. Peccato che l’sms<br />

che segnalava la fine della riparazione arrivi dopo più di due settimane, ecco perché<br />

ridevano tanto quando sono uscito. <strong>Il</strong> momento della resa del cellulare forse è uno dei<br />

migliori. Per l’occasione viene con me anche una mia amica (la Cannata, un nome,<br />

un programma), ma questo non ha molta importanza, siccome rimane scioccata e<br />

confinata in un angolino per i pochi minuti necessari all’operazione. La cosa importante<br />

è che durante quei 5 minuti la fa da protagonista (ecco perché è il momento migliore<br />

della vicenda telefonino rotto) il vecchietto vestito da donna (non sto scherzando)<br />

che porta in assistenza il suo telefono Brondi “coi tastoni belli grossi, proprio come<br />

piacciono a lui” (cit.) che continua a flirtare con il commesso. Dopo questo interessantissimo<br />

aneddoto si chiude questa avventurosa odissea del mio cellulare in assistenza<br />

tecnica, anche perché è stato piuttosto traumatico rievocare quei momenti così concitati.<br />

Spero per voi che il vostro cellulare non si rompa mai.<br />

IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

Luca Pizzimenti<br />

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ARTE<br />

Steve McCurry. Viaggio Intorno all’Uomo<br />

Palazzo Ducale, dal 18/10/12 al 24/02/13.<br />

Steve McCurry non è solo uno dei più grandi maestri della fotografia del nostro<br />

secolo, premiato diverse volte con il World Press Photo Awards che si può considerare come<br />

una sorta di premio Nobel della fotografia, ma è un punto di riferimento per un larghissimo<br />

pubblico, soprattutto di giovani, che nelle sue fotografie riconoscono un modo di guardare il<br />

nostro tempo e, in un certo senso, “si riconoscono”. L’allestimento, di grande impatto scenografico,<br />

è studiato appositamente per gli ambienti (1.000 mq) del suggestivo Sottoporticato di<br />

Palazzo Ducale e differenziato in ciascuno degli spazi tematici.<br />

http://www.palazzoducale.genova.it/<br />

Miró! Poesia e Luce<br />

Eventi, di Noemi Sanna<br />

Palazzo Ducale, dal 05/10/12 al 07/04/13.<br />

Palazzo Ducale ospita una rassegna esaustiva dell’opera di Joan Miró (1893-1983), il grande<br />

artista catalano che lasciò un segno inconfondibile nell’ambito delle avanguardie europee.<br />

La mostra, dopo il successo della prima tappa espositiva a Roma, presso il Chiostro del Bramante,<br />

giunge a Genova nell’Appartamento del Doge e presenta oltre 80 lavori, tra cui 50 olii<br />

di sorprendente bellezza e di grande formato, ma anche terrecotte, bronzi e acquerelli.<br />

http://www.palazzoducale.genova.it/<br />

Willow. Pop Inside<br />

The Highline Outlet, Milano, dal 06/09/12 al 10/01/13.<br />

Nato nel 1978 a Milano si diploma presso la Scuola del Fumetto e <strong>Il</strong>lustrazione di<br />

Milano nel 2000.<br />

Collabora da 12 anni con case editrici, agenzie pubblicitarie e aziende produttrici di gadgets e<br />

articoli da collezione e design. Durante la Vogue Fashion’s Night Out, in presenza dell’artista,<br />

sarà possibile trovare una serie limitata di stampe d’autore dedicate all’evento e autografate al<br />

momento dall’artista, oltre ad una linea dedicata di jeans, anche questi personalizzati e firmati<br />

in loco. www.spaziosangiorgio.it<br />

IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

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Da Guercino a Caravaggio- Sir Denis Mahon. 100 anni di vita e di studio<br />

attraverso il ‘600<br />

Palazzo Reale di Milano, dal 18/09/12 al 20/01/13.<br />

Partendo a cerchi concentrici dallo studio del prediletto Guercino, Mahon ha saputo proporre<br />

in una nuova e più convincente luce la pittura bolognese alle soglie del Seicento, e<br />

ha condotto pionieristiche scoperte su Caravaggio e su Nicolas Poussin.<br />

La Mostra riunisce capolavori assoluti, passando per i nomi più importanti del Barocco italiano,<br />

da Guercino a Caravaggio, concessi dai Musei europei (in primis l’Hermitage di San<br />

Pietroburgo) che conservano i capolavori individuati o studiati da Sir Denis.<br />

http://www.artpalazzoreale.it/<br />

Picasso: capolavori dal Museo Nazionale Picasso di Parigi<br />

Palazzo Reale di Milano, dal 20/09/12 al 06/01/13.<br />

Curata da Anne Baldassari, riconosciuta a livello internazionale fra i più importanti studiosi<br />

di Pablo Picasso e curatrice del Musée National Picasso di Parigi, la mostra è pensata<br />

come un excursus cronologico sulla produzione dell’artista, mettendo a confronto le<br />

tecniche e i mezzi espressivi con cui si è cimentato nel corso della sua lunga carriera.<br />

Tra le maggiori opere presenti nell’esposizione troviamo “La Celestina” (1904), “Uomo<br />

con il mandolino” (1911), “Ritratto di Olga” (1918), “Due donne che corrono sulla spiaggia”<br />

(1922), “Paul come Arlecchino” (1924), “Ritratto di Dora Maar” e “La supplicante”<br />

(1937). http://www.artpalazzoreale.it/<br />

Costantino 313 d.C.<br />

Palazzo Reale di Milano, dal 25/10/12 al 17/03/13.<br />

L’esposizione celebra l’anniversario della emanazione nel 313 d. C. dell’”Editto di Milano”,<br />

da parte dell’imperatore romano d’Occidente Costantino e del suo omologo d’Oriente, Licinio.<br />

Con esso il Cristianesimo, dopo secoli di persecuzioni, veniva dichiarato lecito e si<br />

inaugurava così un periodo di tolleranza religiosa e di grande innovazione politica e<br />

IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

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culturale. http://www.artpalazzoreale.it/<br />

Nicolas Maldague. Vanitas<br />

Galleria Bellinzona, Milano, dal 22/11/12 al 12/01/13.<br />

L’esposizione, curata da Michele Tavola, presenta 60 opere recenti dell’artista normanno<br />

sul tema della Vanitas, che dialogheranno con quelle di 10 maestri del ‘900<br />

- Pablo Picasso, Georg Baselitz, Markus Lüpertz, Ennio Morlotti, Georges Rouault,<br />

Jean Ipoustéguy, Gianfranco Ferroni, Giancarlo Vitali, Franco Francese, Enzo Cucchi.<br />

http://www.galleriabellinzona.com/<br />

Renoir. La Vie En Peinture<br />

Scuderie del castello visconteo, Pavia, dal 15/09/12 al 16/12/12.<br />

L’esposizione - attraverso una selezione di dipinti, pastelli e disegni - ripercorre la<br />

carriera del grande Maestro francese mettendo in evidenza il ruolo dell’artista nella<br />

storia dell’arte moderna.<br />

Si potranno ammirare importanti lavori, alcuni dei quali esposti per la prima volta in<br />

Italia, provenienti da prestigiose realtà museali internazionali tra cui la National Gallery<br />

of Art di Washington, il Columbus Museum of Art (Ohio), il Centre Pompidou di Parigi<br />

e il Palais des Beaux Arts di Lille http://scuderiepavia.com/<br />

.<br />

Raffaello Verso Picasso- La grande storia del ritratto e della figura<br />

Basilica palladiana, Vicenza, dal 06/10/12 al 20/01/13.<br />

La mostra che si svolgerà dapprima nella Basilica Palladiana di Vicenza, e successivamente<br />

nel Palazzo della Gran Guardia di Verona, intende tracciare, facendo ricorso<br />

a un centinaio di opere tra dipinti e sculture provenienti dai musei di tutto il mondo,<br />

una grande storia delle immagini che, in Europa e anche più succintamente in<br />

IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

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America, sono state dedicate al ritratto ma anche alla figura nel suo disporsi nello spazio.<br />

http://www.lineadombra.it/<br />

CONFERENZE<br />

Dal 25/10/12 al 4/11/12<br />

Festival della Scienza<br />

Per i suoi dieci anni, il Festival traccia un bilancio della sua avventura con il ritorno di<br />

ospiti importanti delle passate edizioni: Edoardo Boncinelli, Luca Cavalli Sforza – al<br />

grande genetista, per il suo novantesimo compleanno, è dedicata anche la mostra Viaggi<br />

di Luca Cavalli Sforza, una sorta di diario di appunti, immagini, intuizioni -, Giulio Giorello,<br />

Brian Greene, Umberto Guidoni, Piergiorgio Odifreddi, Lisa Randall, Martin Rees,<br />

Ian Tattersall, Catherine Vidal. Per festeggiare la decima edizione del Festival torna, in<br />

una veste completamente rinnovata, una delle mostre scientifiche più belle mai presentate,<br />

premiata come best exhibition al Shanghai Science Festival: Semplice e complesso.<br />

www.festivalscienza.it/<br />

TEATRO e CONCERTI<br />

Scintille, di Laura Sicignano.<br />

Teatro Duse, dal 6/11/12 all’11/11/12, feriali ore 20.30, domenica ore 16.<br />

Per 146 donne, quasi tutte ragazze, il sogno americano si consumò in una morte tremenda,<br />

sabato 25 marzo 1911, nel corso dell’incendio che avvolse l’ottavo piano del<br />

grattacielo newyorkese, nel quale aveva sede la Triangle Waistshirt Company, fabbrica<br />

produttrice di camicette, dove avevano trovato lavoro con centinaia di altre coetanee, per<br />

lo più giovanissime immigrate italiane o dall’Europa dell’Est. Un tragico episodio, assunto<br />

come precedente storico cui dedicare la Festa della Donna, che in Scintille Laura Curino<br />

rievoca dando voce al punto di vista di tre protagoniste: una madre e due figlie.<br />

Edipo tiranno, di Sofocle.<br />

Teatro della Corte, dal 9/11/12 al 2/12/12, feriali ore 20.30, domenica ore 16.<br />

Edipo tiranno di Sofocle non è solo un capolavoro indiscusso della storia del tea-<br />

IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

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tro, ma è anche uno dei vertici dello spirito umano. È la tragedia dell`uomo che spinge<br />

la sua ansia di conoscenza fin dentro l`oscurità del fato per scoprire la verità del<br />

dolore di vivere, che mette in discussione ogni regola, ogni legge, ogni potere. Edipo<br />

è l’uomo che, spinto dall`ansia di conoscere quello che Hölderlin definisce “lo smisurato”,<br />

fa della ricerca la sua grandezza, ma anche la sua rovina. <strong>Il</strong> mito di Edipo è la<br />

sublimazione artistica della nostra eterna contemporaneità.<br />

Mariaelisabetta nate regine, Emanuela Guaiana.<br />

Teatro Duse, dal 13/11/12 al 18/11/12, feriali ore 20.30, domenica ore 16.<br />

Elisabetta I d’Inghilterra e Maria Stuart di Scozia sono regine, in un mondo di uomini.<br />

La nascita le vuole parenti, la storia nemiche mortali. In questa partita sanguinaria, in<br />

questo gioco al massacro, le prime vittime saranno le loro libertà personali, le loro pulsioni,<br />

il loro desiderio di essere madri e amanti. Un destino feroce spetta a chi è nato<br />

capo, ma è donna. Una tragedia al femminile liberamente tratta da Friedrich Schiller,<br />

scritta (Emanuela Guaiana), diretta e interpretata (Lisa Galantini e Alessia Giuliani)<br />

da tre attrici formatesi alla Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova.<br />

Giovanni Allevi e Orchestra del Teatro Carlo Felice<br />

Teatro Carlo Felice, 14/11/12, ore 20.30.<br />

In prima esecuzione mondiale, il primo concerto per violino e orchestra in fa minore di<br />

Allevi. La parte del violino solista, caratterizzata da passaggi di autentico virtuosismo<br />

musicale, sarà affidata ad uno dei vincitori del Premio Paganini, una delle più importanti<br />

competizioni violinistiche nel mondo.<br />

Trovarsi, di Luigi Pirandello.<br />

Teatro Duse, dal 28/11/12 al 2/12/12, feriali ore 20.30, domenica ore 16.<br />

Scritto nel 1932 per Marta Abba, Trovarsi porta sul palcoscenico un tema sempre<br />

caro a Luigi Pirandello (1867-1936): quello dei rapporti tra l’apparenza e la realtà. E,<br />

ancora una volta, egli usa come paradigma del proprio discorso una vicenda teatrale,<br />

raccontando la storia di una grande attrice che è capace di vivere autenticamente solo<br />

nella falsità della finzione scenica ed elevando questo dramma privato a riflessione<br />

universale sulle relazioni umane, sull’arte come autentica testimonianza della verità<br />

contrapposta alle ipocrisie e ai pregiudizi alimentati da una società malata.<br />

Stefano Bollani & Irene Grandi<br />

Teatro Carlo Felice, 28/11/12, ore 21.<br />

Dopo aver suonato insieme nei primi anni ’90 a Firenze nel gruppo La Forma, in questi<br />

vent’anni Irene Grandi e Stefano Bollani hanno sempre trovato il modo di collaborare,<br />

ospitarsi, invitarsi nei loro vari progetti e finalmente hanno deciso di condividere<br />

nuovamente un palco ed esibirsi in duo con un progetto di solo piano e voce.<br />

Una raffinata fusione fra il jazz di Bollani e la voce calda e rock di Grandi.<br />

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Definizioni<br />

Orizzontali<br />

1. Aggettivo per cibo fatto in casa - 10. Temuto esame universitario di carattere matematico - 16.<br />

Compiono indagini preliminari - 17. Lo è una persona che non commette errori - 19. Produce<br />

anche giochi di sport - 20. Città brianzola famosa per il basket - 21. Fa sembrare le ore lunghe<br />

- 23. <strong>Il</strong> “dies …..” è la domenica - 24. <strong>Il</strong> danzatore e cantore delle teatro greco antico - 26.<br />

<strong>Il</strong> cuore del visone - 27. Lo diventa chi passa l’adolescenza - 29. Le ultime lettere opposte a<br />

qwerty - 30. Natural Resources of Enviroment - 31. Live Performer Meeting - 32. Sono sette a<br />

Roma - 33. Rock ‘n’ Roll - 34. Non diminuisce mai - 35. Uno scoiattolo Disneyano - 36. “….<br />

e biancheggia il mar” nel San Martino di Carducci - 37. <strong>Il</strong> live benefico coronato dalla esibizione<br />

dei Queen - 38. I servizi segreti americani - 39. <strong>Il</strong> recipiente che dà il nome ad una commedia<br />

di Pirandello - 40. Ounces Per square-Yards - 41. L’organo di autogoverno della magistratura -<br />

42. <strong>Il</strong> Diesel attore - 43. Si oppone al tutto - 44. Prefisso per qualcosa fatta un’altra volta - 45.<br />

Lo stato interno alla Repubblica Sudafricana - 47. Spesso è la casa di campagna - 48. Quelli<br />

dei bambini ispirano carezze - 49. L’aggettivo per occhi od orecchini notevoli - 50. I confini<br />

della Palestina - 51. Lo sono le conseguenze di un’ eruzione - 54. Ramo del buddhismo - 55.<br />

Condivide con la nobiltà un titolo di un film di Totò - 56. Che sporge<br />

Verticali<br />

Giochi<br />

1. Un infarto che ha assunto un significato di dolore morale ed interiore - 2. Parte della fattoria<br />

- 3. Le integerrime truppe naziste - 4. Innalzamenti del terreno limitrofo - 5. <strong>Il</strong> nome del premio<br />

Oscar Morricone - 6. <strong>Il</strong> musical di Webber nell’immaginario collettivo di Broadway - 7. L’unità<br />

di elaborazione centrale nel computer - 8. <strong>Il</strong> numero che identifica una rete internet - 9. Dove<br />

francese - 10. Concentrata, assorta - 11. La madre per eccellenza di tutti noi - 12. Un albero<br />

di natale - 13. La Simpson più geniale - 14. Raganella arborea - 15. Ne sono pieni i cimiteri -<br />

18. <strong>Il</strong> gruppo terroristico neofascista attivo verso la fine degli anni ’70 - 20. Attacca cose - 22.<br />

Provenienti dalla stessa cittadina - 23. La “Long tall …” di un brano di Little Richard - 24. Arde<br />

nell’animo del poeta - 25. Esclamazione per incitare un salto - 26. Praticarlo saltuariamente<br />

migliora la salute - 28. Si possono vedere nella piscina quando si pratica un determinato stile -<br />

29. <strong>Il</strong> modo con più tempi - 31. La usa Tarzan per spostarsi - 33. Può effettuarla la squadra in<br />

svantaggio - 34. Un tedesco - 35. Sono grigi se è nuvoloso - 37. La patria del Francesco primo<br />

Francescano - 38. Quella cosa - 39. <strong>Il</strong> portiere del Bologna ora di proprietà del Torino - 41. Lo<br />

Julio portiere - 42. Van Halen - 43. “… & day” cantata, tra gli altri, da Ella Fitzgerald e Mina<br />

- 45. Comprende minimo due oppositori - 47. La funzione svolta - 48. Value Added Service -<br />

49. <strong>Il</strong> Ben che sovrasta Londra - 50. Animali domestici inglesi - 51. A noi - 52. La poppa della<br />

canoa - 53. Consonanti in fuga.<br />

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Orizzontali<br />

1. Ha messo alla prova i maturandi dell’anno scorso – 7. è il re nella famosa tragedia greca<br />

– 11. Fervido, vivo – 12. Lo sfondo delle rappresentazioni teatrali – 13. Piccoli pezzi di legno –<br />

14. aggettivo necessario alla poesie imparate a memoria – 16. “…. Is the thing with feathers” per<br />

poesia di Emily Dickinson – 17. Capitale del paese di cui J.R.R. Tolkien è nato - 18. La mia amica<br />

Isabella – 19. Simbolo chimico dell’iridio – 20. Coppia d’assi - 21. Figura retorica usata in<br />

abbondanza da Pascoli in “La mia sera” – 25. Lo espone un ufficiale – 26. Relativo alla corrente<br />

di pensiero di D’Annunzio – 27. Iniziali di Beeblebrox, presidente della galassia ne “la guida galattica<br />

per autostoppisti” - 28. Si rincorre con la notte – 29. <strong>Il</strong> Bruce attore e regista cinese – 30.<br />

Sommesso piagnisteo – 35. Master of Accounting and Financial Management – 36. <strong>Il</strong> suolo ai<br />

nostri piedi – 37. Sono caratteristiche dei romanzi di re Artù – 38. Provate con del rischio – 39.<br />

<strong>Il</strong> bundeslander on capoluogo munchen – 40. Lo spirito umano - 41. Maschera carnevalesca<br />

francese<br />

Verticali<br />

1. Scrittore del rinascimento fiorentino – 2.Unta, scivolosa – 3. Tipo di pelle morbida – 4. Tennessee<br />

Center for Performance Excellence – 5.Assciazione Restauratori Italiani – 6. Articolo in<br />

lettere – 7. Spesso lo sono gli uomini fascinosi – 8. Ingrediente per repellenti di insetti – 9. ostacolo,<br />

problema - 10. Partner Around The World – 12.Diventò Telecom – 14. Conduceva un carro<br />

infuocato – 15. Figura retorica a cavallo di due versi – 17. <strong>Il</strong> traversone del calcio – 19. Premiato<br />

con una medaglia – 21. OpEdNews – 22. Incontrai in inglese – 23. Un aggettivo del deserto<br />

– 24. la Yoko moglie di Lennon – 25. <strong>Il</strong> Giuseppe di Lampedusa autore del Gattopardo – 27.<br />

Vento soffiante da ponente – 29. ispirò Primo Levi nei suoi racconti autobiografici – 31. Dio del<br />

sole Egizio – 32. Antica città mesopotamica – 33. The Canadian Encyclopedia – 34. pronome<br />

del narcisista – 35. Johann Simon compositore tedesco – 37. Ministero degli Affari Esteri – 39.<br />

prefisso per due<br />

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LA REDAZIONE:<br />

Direzione: Beatrice Ballestrero & Luca Pizzimenti<br />

Responsabili grafici: Yara Massalha & Noemi Sanna<br />

Responsabile impaginazione: Luca Pizzimenti<br />

Articolisti (in ordine di articolo)<br />

Beatrice Ballestrero<br />

Luca Pizzimenti<br />

Stefano Massa<br />

Nicolò Orlandi<br />

Giorgio Rossi<br />

Rosalia Anderi<br />

Martina Bavastro<br />

Marta Fracas<br />

Sarah Vignoly<br />

Stefano Cicciotti<br />

Silvia Carosio<br />

Greta Pesce<br />

Emanuele Lagazzi<br />

Edoardo Rivetti<br />

Laura Verni<br />

Noemi Sanna<br />

Grafici:<br />

Silvia Carosio<br />

Manuel Ciceri<br />

Niccolò Lorenzotti<br />

Yara Massalha<br />

Noemi Sanna<br />

Impaginatori:<br />

Luca De Ferrari<br />

Davide Perri<br />

Luca Pizzimenti<br />

Giochi:<br />

Edoardo Rivetti<br />

Benedetto Schenone<br />

IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE<br />

Con la collaborazione di:<br />

Ivan Dughetti<br />

Pietro Capurro<br />

Si ringrazia:<br />

INSEDIT<br />

Regione Liguria<br />

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