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Vita consacrata, le comunicazioni sociali.
I compiti del Concilio erano chiari, ma lo stesso Pontefice li volle ribadire nel
discorso di apertura:
« [...] occorre che questa dottrina certa ed immutabile, alla quale si deve
prestare un assenso fedele, sia approfondita ed esposta secondo quanto è
richiesto dai nostri tempi. Altro è infatti il deposito della Fede, cioè le verità
che sono contenute nella nostra veneranda dottrina, altro è il modo con il
quale esse sono annunziate, sempre però nello stesso senso e nella stessa
accezione. ».
Con le quattro fasi del Concilio, i padri conciliari, con l’approvazione del Pontefice
regnante Paolo VI e del consiglio di presidenza, formato da dieci cardinali
designati dal Papa, emanarono quattro costituzioni, nove decreti e tre
dichiarazioni, documenti che sono ancora oggi oggetto di discussione da parte
di alcuni membri del clero, anche se sono e devono essere considerate dottrina
della Chiesa.
Gli effetti immediati del concilio furono la riforma liturgica, per permettere una
partecipazione cosciente, attiva e semplice dei fedeli alle Liturgie (conscia,
actuosa et facilis participatio fidelium SC 79), entrata in vigore come definitiva
nell’anno 1973, un nuovo ecumenismo, che si può denotare particolarmente
dai pontificati di papa Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, e un nuovo approccio
al mondo e alla modernità: alcuni studiosi dichiarano che la Chiesa si
fosse finalmente aperta al mondo!
Benedetto XVI, riprendendo le fila del suo predecessore Venerabile Giovanni
XXIII ha recentemente invitato i cristiani di tutto il mondo a riprendere la “bussola
del Concilio” per orientarci nel mare agitato del mondo di oggi.
IL CASSINISTA - OTTOBRE/NOVEMBRE
A.M.D.G.
Stefano Cicciotti
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