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Agosto 2012 Cronaca Nazionale<br />

IL Po è IN SECCA, MA LA SICCItà<br />

NUOVA DEA 5<br />

CoLPISCE BuoNA PARtE d’ItALIA<br />

Secondo quanto comunicato da Coldiretti il fiume Po è sceso di 7,40<br />

metri rispetto al suo livello medio a causa del<strong>la</strong> siccità e il grande caldo.<br />

Da Coldiretti e Confagricoltura arriva l’al<strong>la</strong>rme per <strong>la</strong> dura siccità<br />

in buona parte del Paese, con ingenti conseguenze sul settore agricolo<br />

La siccità che ha colpito buona parte del<br />

Paese si sta facendo sentire in maniera<br />

piuttosto pesante. La Coldiretti, sul<strong>la</strong> base<br />

di un monitoraggio al<strong>la</strong> stazione di rilevamento<br />

di Cremona, <strong>la</strong>ncia l’al<strong>la</strong>rme per <strong>la</strong><br />

secca del fiume Po, il cui livello idrometrico<br />

è sceso di 7,40 metri rispetto a quello<br />

medio. Il dato è stato confermato telefonicamente<br />

dal<strong>la</strong> Coldiretti stessa che ci ha specificato che gli 8,5<br />

metri di cui si legge in diverse fonti si riferisce al livello del fiume<br />

Adda. La secca eccezionale sta paralizzando <strong>la</strong> navigazione commerciale<br />

e costringendo i diportisti a far rimanere le proprie barche<br />

ormeggiate, in quanto navigare sul Po comporta ad oggi il pericolo<br />

che le barche si scontrino tra loro o con i tronchi affioranti condotti<br />

dall’acqua. La Coldiretti<br />

riferisce che se <strong>la</strong> situazione<br />

dovesse continuare,<br />

si rischia seriamente che<br />

le riserve idriche possano<br />

venire meno, con un’autonomia<br />

stimata di 15 giorni.<br />

Questa situazione accomuna<br />

purtroppo anche i<br />

<strong>la</strong>ghi di Como e Maggiore,<br />

entrambi al di sotto del<br />

livello medio del periodo,<br />

mentre quello di Garda è a<br />

ma<strong>la</strong>pena stabile. Un al<strong>la</strong>rme dunque che non tocca, stando alle dichiarazioni<br />

del<strong>la</strong> Coldiretti, soltanto <strong>la</strong> realtà del grande fiume italiano,<br />

bensì buona parte delle riserve idriche d’Italia. La mancanza<br />

di pioggia e il contemporaneo arrivo di Ulisse infatti stanno dando<br />

il colpo di grazia alle coltivazioni agricole che, colpite dal caldo e<br />

dal<strong>la</strong> siccità, impongono al settore perdite che hanno già superato il<br />

mezzo miliardo di euro. Interi raccolti sono andati persi dal Veneto<br />

fino al<strong>la</strong> provincia di Crotone e al<strong>la</strong> Sicilia passando per <strong>la</strong> Toscana<br />

dove nelle province di Grosseto e Livorno sono state attivate le<br />

procedure per lo stato di ca<strong>la</strong>mità. “I danni causati dal caldo africano<br />

e dal<strong>la</strong> siccità nelle campagne sono molto gravi; in molte zone<br />

d’Italia abbiamo chiesto che venga dichiarato lo stato di ca<strong>la</strong>mità<br />

naturale ed abbiamo sollecitato che vengano aperte urgentemente<br />

le dighe per garantire acqua sufficiente per le irrigazioni di soccorso.<br />

I raccolti sono a rischio” sottolinea anche Confagricoltura.<br />

Duramente colpiti sono stati - precisa invece Coldiretti - decine di<br />

migliaia di ettari coltivati di mais, pomodori, barbabietole e girasoli<br />

a macchia di leopardo lungo tutta <strong>la</strong> peniso<strong>la</strong> dove in alcune zone<br />

non piove in modo adeguato da mesi. Ai problemi già dati dal<strong>la</strong><br />

siccità si aggiungono quelli dati dalle fulminee grandinate degli<br />

ultimi tempi, che hanno letteralmente massacrato interi raccolti.<br />

Piogge <strong>la</strong>mpo, forti e accompagnate da grandinate non risolvono il<br />

problema siccità, in quanto l’acqua caduta con violenza non viene<br />

assorbita in maniera sufficiente dal terreno e <strong>la</strong> grandine distrugge<br />

le piante. In Veneto, secondo i dati di Confagricoltura, soprattutto<br />

nelle province di Rovigo, Padova e Venezia, <strong>la</strong> gran parte dei rac-<br />

colti di cereali risulta compromessa e si registrano problemi anche<br />

per l’ortofrutta e <strong>la</strong> viticoltura; nel Polesine, si contano perdite per<br />

150 milioni di euro di cui 75 milioni solo per il mais. In numerose<br />

aree del Piemonte sono compromessi i raccolti cerealicoli ed i foraggi;<br />

in Puglia, in partico<strong>la</strong>re nel<strong>la</strong> Capitanata, tra le colture che<br />

stanno subendo i maggiori danni ci sono il pomodoro e <strong>la</strong> vite (per<br />

<strong>la</strong> quale è già stimato un calo del 20% del raccolto); in Toscana si<br />

teme anche per gli allevamenti, per <strong>la</strong> scarsità di foraggi e le carenze<br />

idriche. Secondo le stime di Confagricoltura, si può prevedere,<br />

in generale, che andranno persi un terzo dei raccolti di mais e <strong>la</strong><br />

metà di quelli di soia. Inoltre ci sono perdite di qualità e quantità<br />

per <strong>la</strong> frutta estiva. A rischio anche <strong>la</strong> vendemmia. A soffrire con le<br />

alte temperature sono anche - conclude <strong>la</strong> Coldiretti - gli animali<br />

negli allevamenti dove le mucche arrivano a produrre anche il 10<br />

per cento di <strong>la</strong>tte in meno nonostante gli accorgimenti adottati per<br />

garantire il refrigerio (doccette, venti<strong>la</strong>tori, ecc.). “La siccità, anche<br />

al Nord, non è più un evento episodico ma una situazione strutturale<br />

che va fronteggiata - osserva infine l’organizzazione degli<br />

imprenditori agricoli - con una politica di costruzione e di gestione<br />

di invasi adeguati per <strong>la</strong> razionalizzazione delle risorse idriche; servono<br />

politiche indirizzate al<strong>la</strong> ricerca ed all’innovazione per sostenere<br />

le aziende nelle scelte colturali e produttive e per individuare<br />

nuove varietà di piante a minore esigenza idrica, finanziamenti per<br />

favorire investimenti aziendali per un migliore uso delle acque”.<br />

Redazionale Giacomo Agostini

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