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Agosto 2012 Cronaca Nazionale<br />

NUOVA DEA 7<br />

La notizia è delle ultime ore. Pare che Roberto Maroni abbia avuto<br />

un’illuminazione. Un <strong>la</strong>mpo di genio. Creare una Superprovincia<br />

che inglobi ben sei nuove province italiane, di cui quattro dislocate<br />

in Lombardia (Varese, Como, Lecco e Sondrio) e due in Piemonte<br />

(Novara e Verbano Cussio - Osso<strong>la</strong>). Il nome è già pronto.. “La<br />

grande INSUBRIA”! Una macro provincia dunque nel<strong>la</strong> zona dei<br />

<strong>la</strong>ghi prealpini. “Insubria”. Il termine, rileggendo un po’ di storia,<br />

non è di certo una scoperta. “L’Ager Insubrium o Insubria” indicava<br />

un territorio ricompreso fra il Po e i <strong>la</strong>ghi, dove nel 4^ sec a.C. si<br />

stanziò l’etnia degli “Insubres”, discendenti dei Galli, cui lo storico<br />

Tito Livio attribuisce <strong>la</strong> fondazione di Mi<strong>la</strong>no. La loro occupazione<br />

tuttavia, nonostante le grandiose mira espansionistiche “anti romane”,<br />

fu molto breve. Nessun movente culturale però pare abbia<br />

mosso Roberto Maroni ma mere brame di “autonomia”.Immediate<br />

le adesioni da parte dei Leghisti; ampio consenso anche del predellino<br />

Nobili, ingolosito da cupidigie di potere. A ben leggere <strong>la</strong><br />

Costituzione però non pare sia possibile creare province “tra due<br />

regioni” ma.. Maroni ha già <strong>la</strong> soluzione. Ha obiettato: “Niente<br />

paura! Cambieremo <strong>la</strong> Costituzione e creeremo una Provincia a<br />

statuto speciale”. Il deputato del<strong>la</strong> Lega Nord Molteni ha dichiarato<br />

di appoggiare il progetto. “Il taglio scellerato delle province<br />

operato dal governo Monti - afferma - cancel<strong>la</strong> le province virtuose<br />

di Como, Varese, Sondrio, Monza e Brianza. Se l’obiettivo è<br />

quello di ridisegnare l’assetto amministrativo dei territori, questa<br />

LA gRANdE INSuBRIA<br />

‘Nel fabricar de le superbe mura de <strong>la</strong><br />

prima Città ch’abbian gl’Insubri uscì<br />

da i fondamenti un gran cinghiale mezzo<br />

di pel setoso, e mezzo ignudo onde<br />

Mi<strong>la</strong>n chiamossi..’<br />

(Gero<strong>la</strong>mo Cardano c.a 1626)<br />

soppressione potrebbe diventare l’occasione per costituire <strong>la</strong> grande<br />

provincia dell’Insubria e per aprire un dialogo immediato con il<br />

Canton Ticino. Ci sono tutte le condizioni per rivendicare l’autonomia<br />

da Roma e <strong>la</strong> costituzione di questa provincia è un’importante<br />

sfida a cui <strong>la</strong>voreremo da subito. Tra questi territori esiste già una<br />

contiguità economica, culturale, e di tradizioni socio-economiche<br />

tali da rendere concreta <strong>la</strong> costituzione di un unico soggetto virtuoso<br />

rappresentativo di più di due milioni di abitanti, capace di dare<br />

voce e attenzione a un territorio costituito da migliaia di piccole e<br />

medie imprese simbolo dell’eccellenza produttiva del Nord”. La<br />

provocazione di Maroni in realtà apre scenari già discussi in passato,<br />

che vanno verso l’annessione del<strong>la</strong> Svizzera ai territori italiani<br />

di confine.. già proposti dal Ministro del<strong>la</strong> Difesa del<strong>la</strong> Confederazione<br />

Elvetica. Insomma, il <strong>la</strong>mpo di genio.. <strong>la</strong> pal<strong>la</strong> di neve rischia<br />

di diventare una va<strong>la</strong>nga capace di travolgere assetti territoriali.<br />

Quello che più incuriosisce è il movimento di alcuni partiti italiani<br />

già mossi nel<strong>la</strong> direzione dell’accorpamento. Ma davvero <strong>la</strong> creazione<br />

di una grande provincia aprirebbe nuovi scenari economici?<br />

Veramente il “riordino” delle province voluto dal premier Monti è<br />

solo una foglia di fico dietro al<strong>la</strong> quale si sta cercando di nascondere<br />

che i tagli del<strong>la</strong> “spendig review” sono ancora ben poca cosa?<br />

O forse bisogna cominciare a pensare che se.. i provvedimenti “anticrisi”<br />

di Monti continueranno, allora <strong>la</strong> direzione in Italia potrebbe<br />

essere davvero quel<strong>la</strong> dell’autodeterminazione? Al momento<br />

viene naturale pensare che le finte ideologie politiche hanno stancato<br />

tutti. L’operazione di soffiare con il finto mantice sul<strong>la</strong> “memoria<br />

- movente storico” non serve. A nessuno. Che il finto derby<br />

Nord/Sud è oltremodo anacronistico. E sta strango<strong>la</strong>ndo l’Italia.<br />

Di sicuro i seri temi di confronto politico e di ri<strong>la</strong>ncio economico<br />

dell’intero territorio italiano non ci sono. Languono miseramente.<br />

Nord e Sud.. che ci piaccia o no sono l’Italia. La nostra picco<strong>la</strong><br />

picco<strong>la</strong> Italia.<br />

Marzia Bencivinni<br />

RINCARI dEI CARBuRANtI:<br />

LA BENzINA SFoNdA IL tEtto dEI 2 EuRo AL LItRo<br />

Nuovo record per il prezzo del<strong>la</strong> benzina: oltre 2 euro al litro,<br />

massimo storico per <strong>la</strong> rete ordinaria, cioè fuori dalle autostrade. Il<br />

“record registrato oggi in alcune regioni” emerge dai dati di Quotidiano<br />

Energia, che rileva “le punte massime”, a 2,008 al litro, “nel<br />

centro Italia e, segnatamente, in Toscana”. In autostrada i prezzi<br />

più cari - “Scontato da tempo il record del caro carburanti in autostrada,<br />

ma <strong>la</strong> vera novità è il raggiungimento del massimo sul “servito”<br />

del<strong>la</strong> rete ordinaria, che è stato registrato<br />

in questi giorni per <strong>la</strong> benzina in alcune Regioni<br />

(complice il gioco delle addizionali) con punte<br />

ben superiori ai 2 euro/litro che mandano in soffitta<br />

i primati del<strong>la</strong> scorsa primavera”. A mettere<br />

mano ai prezzi raccomandati “sono state oggi Eni<br />

(+1,6 Cent/litro e +1,0 sul diesel), Tamoil (+1<br />

Cent/litro solo sul<strong>la</strong> verde) e Api IP con un ritocco<br />

di 0,5 Cent anche in questo caso solo sul<strong>la</strong><br />

benzina”. I costi maggiori nel Centro Italia - Le<br />

punte massime ormai, per <strong>la</strong> benzina a 2,008 euro/litro nel Centro<br />

Italia e, segnatamente, in Toscana, sono invece per il diesel fino<br />

a 1,843 euro/litro al Sud Italia. Più nel dettaglio, secondo quanto<br />

risulta in un campione di stazioni di servizio che rappresenta <strong>la</strong><br />

situazione nazionale, “i prezzi medi serviti sono oggi a 1,920 per<br />

<strong>la</strong> benzina, 1,803 per il diesel e 0,784 per il Gpl”. Prezzo medio<br />

ancora sotto i 2 euro - A livello paese “il prezzo medio praticato<br />

Cronaca Nazionale<br />

del<strong>la</strong> benzina (sempre in modalità servito) va da 1,906 di Tamoil<br />

a 1,920 di Eni e Totalerg (no logo a 1,819). Per il diesel si passa<br />

da 1,797 di Esso a 1,803 di Eni, IP e Shell (no logo a 1,695)”. La<br />

situazione, spiega Quotidiano Energia, “tiene conto del<strong>la</strong> crescita<br />

delle quotazioni internazionali, il tutto al<strong>la</strong> vigilia del penultimo<br />

week end di sconti self, che renderà sempre più divaricato l’andamento<br />

del mercato carburanti nazionale”. Per i consumatori il<br />

caro carburante costa un più 768 euro annui. Lo<br />

calco<strong>la</strong>no Adusbef e Federconsumatori. Per Coldiretti<br />

“una situazione insostenibile che sommata<br />

all’aumento complessivo dei costi energetici per<br />

le bollette di luce e gas mette a rischio <strong>la</strong> ripresa<br />

dell’economia’’. A subire gli effetti del caro carburante<br />

“anche le imprese agricole che in questo<br />

momento consumano grandi quantità di gasolio<br />

per garantire l’irrigazione nei campi per salvare<br />

le coltivazioni agricole dal caldo e dal<strong>la</strong> siccità.<br />

L’aumento dei costi energetici colpisce in realtà l’intero sistema<br />

agroalimentare, produzione, trasformazione e distribuzione, dove<br />

si stima che i costi di trasporto e del<strong>la</strong> logistica siano circa un terzo<br />

del totale’’.Sempre per Coldiretti le famiglie in ginocchio oltre al<br />

prezzo del pieno benzina, ha un effetto va<strong>la</strong>nga sui prezzi del<strong>la</strong><br />

spesa, un paese come l’Italia dove l’88 per cento dei trasporti è su<br />

gomma. Redazione Patrizia Formaro

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