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PRESSIONE E TRATTO Benché siano strettamente collegati ...

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<strong>PRESSIONE</strong> E <strong>TRATTO</strong><br />

<strong>Benché</strong> <strong>siano</strong> <strong>strettamente</strong> <strong>collegati</strong> occorre fare una distinzione tra pressione e tratto.<br />

Si intende per tratto il segmento che forma la lettera o altro segno che venga tracciato con un<br />

unico movimento. La studio del tratto è analitico, si sofferma su ogni singolo segmento e ne<br />

osserva dettagliatamente l’appoggio, l’espansione in superficie, la struttura dei bordi, la<br />

rettilineità e la velocità con cui viene tracciato.<br />

Si intende comunemente per pressione il solco più o meno premuto lasciato sul foglio dalla<br />

penna (la forza pressoria che si esercita sul foglio di carta; la pressione si deve sentire,<br />

toccando il retro del foglio).<br />

La grafologia classica francese studiava soltanto la pressione nel suo insieme definendola<br />

mediante le specie illustrate da C. Jamin nel suo ABC. Studi più recenti dovuti ad autori<br />

tedeschi, R.Wieser (elasticità del tratto), R. Pophal (tensione) e soprattutto W. Hegar, hanno<br />

orientato la grafologia verso lo studio analitico del tratto.<br />

LA <strong>PRESSIONE</strong><br />

Nella forza pressoria che si esercita sul foglio di carta si individua la qualità, la quantità, lo<br />

sfibramento della nostra energia. La pressione, infatti, traduce il patrimonio energetico e la<br />

carica pulsionale dell’individuo. La tonalità della nostra sensorialità, l’aggressività, il<br />

cedimento e la perdita delle nostre forze, tutta la gamma e le oscillazioni dei nostri impulsi<br />

energetici.<br />

Ciascuno di noi ha in dotazione dell’energia in misura differente a seconda del temperamento<br />

costituzionale ( come vedremo l’energia del temperamento bilioso è maggiore, ad esempio, di<br />

quella del temperamento linfatico, ecc). Nel corso della vita questo patrimonio energetico<br />

può essere intaccato dalle malattie, dallo stress, da traumi e conflitti<br />

Ingorghi d’inchiostro, spasmi, scorie, ristagni, evanescenze, sono tutti segnali di pressione<br />

perturbate. Alcune psicolotatologie sono visibili soltanto attraverso lo studio della pressione e<br />

del tratto. La pressione è un’espressione psicofisica che riguarda sia gli istinti che la psiche.<br />

Ma poiché tale studio permette di addentrarsi nelle angolature più segrete dell’individuo è<br />

considerato estremamente delicato e di grande difficoltà. Non va sottovalutata oltre alla<br />

difficoltà intrinseca di tale approfondimento né quella di ordine tecnico, dovuta all’uso degli<br />

strumenti grafici moderni (biro, pennarelli, feltri, carte particolari che sfalsano la pressione e<br />

la colata d’inchiostro reali) né la necessità di lavorare spesso su fotocopie.<br />

APPOGGIATA<br />

E’ quella che penetra il foglio scavando una terza dimensione (la si può percepire toccando il<br />

foglio al rovescio).La pressione appoggiata può indicare sia forza che inibizione.<br />

Di fronte ad una pressione appoggiata soltanto il dinamismo del movimento, la respirazione<br />

dei giusti spazi, la fluidità del filo grafico – che non deve portare ingorghi, appesantimenti o<br />

tremolii – restituiranno alla pressione appoggiata il suo vero significato di: energia,<br />

affermazione di sé, dinamismo, forte vitalità, capacità di fronteggiare gli avvenimenti anziché<br />

subirli, potenza degli istinti, forza di volontà, ecc.<br />

In caso di scrittura appoggiata e rigida, angolosa e dura, il troppo appoggio esalta le<br />

caratteristiche di desiderio di affermazione e conduce verso l’autoritarismo, l’intransigenza, la<br />

perentorietà nelle proprie convinzioni, l’incapacità di modulare la propria sensibilità,<br />

l’ostinazione, l’aggressività.<br />

La staticità del movimento, la pesantezza eccessiva invece ribalteranno completamente il<br />

significato della pressione appoggiata: non più forza generatrice di dinamismo, ma inibizione,<br />

blocco delle forze istintive che, affondate nell’inconscio come nel foglio di carta, non trovano<br />

liberazione.


IN SOLCO<br />

È l’enfatizzazione della pressione appoggiata: l’appoggio è talmente forte da incrostarsi nel<br />

foglio. Non esiste alcun ritmo di tensione-distensione ma un forte carico d’energia<br />

costantemente impiegata. Questo tipo di pressione esige dinamicità di movimento e ritmo<br />

spaziale bianco – nero, per permettere ai forti impulsi di fluire. L’istintualità sgorga dal<br />

profondo dell’essere ed esige di essere canalizzata, pena il blocco e il ristagno di<br />

potenzialità.Troviamo questo tipo di pressione in coloro che, artisti o no, accolgono attraverso<br />

i loro sensi le forme, i colori, le immagini reali. Alcuni artisti (soprattutto scultori o pittori)<br />

hanno questo tipo di pressione - accompagnata però da vibrazioni di movimento e da ritmo di<br />

ripartizione spaziale - ad indicare che la loro forma d’arte trae ispirazione dalle cose, dalla<br />

materia.<br />

La pressione in solco particolarmente pesante e statica indica: materialismo, aggressività, più<br />

o meno repressa.<br />

LEGGERA<br />

E’la pressione che scivola sul foglio. La leggerezza della pressione non indica<br />

necessariamente che lo scrivente sia privo di energia. Può invece disporre di un tipo di energia<br />

meno diretto e, in un certo senso, più delicato ma altrettanto dinamico, sempreché la<br />

leggerezza non diventi evanescenza. Anche la pressione leggera ha una vasta gamma di<br />

interpretazioni.<br />

Quando è rapida (la leggerezza favorisce la rapidità), ritmata, ariosa, saltellante, è<br />

l’espressione dell’intuizione, dell’agilità intellettuale, della finezza di percezioni.<br />

Con minore rapidità e grandi spazi, zona media trainata in alto, è indice di spiritualità.<br />

Con zona media arrotondata, curve concave, elasticità, legamenti a ghirlanda è: spirito<br />

conciliante, ascolto e partecipazione delicata, adattamento.<br />

Se la leggerezza diventa secchezza è in atto una difesa di protezione dai coinvolgimenti<br />

affettivi e istintivi.<br />

Quando la leggerezza interviene in scritture lente, statiche, esitanti, le interpretazioni devono<br />

essere articolate: si va dalla scarsa resistenza fisica, alla difficoltà nell’impegno.<br />

Una zona inferiore abbandonata, inerte, non collegata alla zona media, ecc. riduce ancora la<br />

resistenza dell’individuo e la sua dinamicità sia in senso <strong>strettamente</strong> fisico che costruttivo.<br />

IN RILIEVO<br />

La penna penetra in profondità quando effettua il tratto discendente (il pieno) e si solleva<br />

quando effettua il tratto ascendente ( il filetto).<br />

Pressione qualitativa che forma dei chiaroscuri tra il tratto discendente e quello ascendente, il<br />

discendente più appoggiato, l’ascendente più leggero.<br />

La pressione a rilievo è già di per se stessa ritmo in quanto determina tensione e distensione,<br />

caratteristiche insite nel ritmo. Poiché il tratto discendente rappresenta l’affermazione di sé<br />

deve essere appoggiato e fermo in quanto espressione delle riserve energetiche, ma deve<br />

essere bilanciato da un recupero, da una distensione rappresentati dal tratto ascendente in cui<br />

viene impiegata minore energia. Impegno e recupero, forza e distensione, tutto ciò è<br />

favorevole ad una buona canalizzazione delle forze.<br />

Questo alternarsi spontaneo di forza e recupero è indice di buone risorse vitali, di capacità di<br />

recupero energetico.<br />

Oggi la scrittura in rilievo è difficile da trovare e nelle scritture datate il rilievo non riveste<br />

eccessiva importanza in quanto soprattutto “scolastico” (conforme cioè all’insegnamento: una<br />

volta la si insegnava a scuola).<br />

2


Quando la pressione a rilievo interviene nelle scritture di oggi, anche soltanto in alcuni tratti,<br />

riscatta scritture con indici di scarsa energia nel senso che lo scrivente, sia pure se attraversa<br />

ansie e cedimenti, ha buone capacità di recupero.<br />

La pressione a rilievo è rarissima nelle scritture di adolescenti e molto apprezzata in<br />

consulenza aziendale perché, dal punto di vista professionale, determina produttività<br />

efficiente e resistenza allo stress.<br />

SPOSTATA<br />

Non rispetta più il rilievo e cioè la maggior affermazione del tratto discendente e la<br />

distensione nell’ascendente ma appoggi e distensioni sono distribuiti in modo arbitrario.<br />

Nella pressione spostata non interviene quindi il ritmo naturale tensione-distensione, ma si<br />

verifica un utilizzo di energia “in forcing” non equilibrato dal giusto recupero.<br />

Ma sarebbe troppo facile liquidare l’interpretazione della pressione spostata con “persona che<br />

amministra male le proprie riserve di energia”. Le interpretazioni sono molto più articolate.<br />

Se è vero che si verifica una concentrazione di energia nei punti in cui lo scrivente appoggia<br />

maggiormente la propria pressione(energia) è necessario osservare attentamente dove si<br />

situano questi punti (zona media, superiore, inferiore, legamenti, finali, ecc) e partire dal<br />

presupposto che lo scrivente concentra la propria energia proprio nei punti in cui si sente<br />

carente. Si tratta quindi di una compensazione. Riuscita, non riuscita? Sarà l’ambiente grafico<br />

a rispondere alla domanda.<br />

Quindi la pressione spostata va osservata nelle zone in cui ha luogo il rafforzamento e<br />

l’interpretazione si varrà del simbolismo spaziale.<br />

Spostata e rafforzata in zona media, soprattutto nell’appoggio sul rigo : lo scrivente<br />

percepisce la sua inadeguatezza nel quotidiano e si impegna per superarla.<br />

Spostata nei legamenti: essendo il legamento un’unione con il “tu”, lo scrivente si impegnerà<br />

per ricercare i contatti.<br />

Spostata nel filetto delle aste inferiori: la carenza è risentita a livello dell’attività e lo scrivente<br />

compie uno sforzo per superarla.<br />

Spostata nelle barre del t (barra appoggiata e tratto verticale debole): autoritarismo, che<br />

maschera una scarsa affermazione di sé.<br />

Poiché non è possibile fornire tutti gli esempi occorre localizzare la zona in cui interviene lo<br />

spostamento e il rafforzamento della pressione e determinato l’ambiente grafico generale si<br />

procede con l’ interpretazione. Si dovrà comunque partire da questo presupposto:<br />

sposta la pressione chi non ha in dotazione un flusso armonioso dell’energia e<br />

percepisce all’interno di sé alcune fragilità. Si impegna quindi per lenire lo stato<br />

di insoddisfazione che ne deriva. Quali i risultati?<br />

La sua scrittura è elastica, dinamica, armoniosa, ritmata? L’insoddisfazione è<br />

positiva per l’evoluzione, è lo stimolo per progredire.<br />

La scrittura è rigida, monotona, angolosa? Lo sforzo di compensazione non è<br />

riuscito. Lo scrivente è in continua tensione, l’adattamento è precario, l’evoluzione<br />

è ostacolata da presunte sicurezze.<br />

La scrittura è debole, inibita, le verticali sono poco affermate, le righe mal tenute,<br />

discendenti? Lo sforzo è eccessivo, superiore alle proprie forze: può portare al<br />

crollo.<br />

3


EVANESCENTE<br />

Comporta un dissolvimento dell’appoggio nel corso di una lettera. Non è determinata dalla<br />

velocità che, spesso, nella sua corsa assottiglia la finale delle lettere (vedi scrittura acuminata)<br />

ma proprio da una perdita di appoggio e di forza.<br />

Non si tratta di pressione spostata (che prevede un rafforzamento) ma di un indebolimento, di<br />

un deficit.<br />

A differenza quindi della spostata la pressione evanescente rappresenta una dimissione nel<br />

senso che la fragilità non viene compensata. Anche in questo caso non sarà difficile orientare<br />

le interpretazioni secondo il simbolismo spaziale.<br />

Per esperienza sappiamo che l’allievo è generalmente molto severo nel giudicare la pressione:<br />

vede evanescenze dove non ci sono che leggerezze. L’evanescenza è veramente una perdita<br />

delle forze e non soltanto un minore impiego delle stesse. Stare attenti poi alle fotocopie:<br />

spesso enfatizzano il calo della pressione e creano evanescenze dove non ci sono che<br />

leggerezze. L’esperienza sarà del massimo aiuto.<br />

ACUMINATA (appuntita, acerata)<br />

C. Jamin la include nel genere “velocità” perché è proprio la maggior rapidità soprattutto nelle<br />

finali che comporta un lancio delle stesse e il conseguente loro assottigliamento. Ma la<br />

moderna grafologia preferisce inserire la specie “acuminata” nella pressione proprio perché ne<br />

studia le modalità di assottigliamento.<br />

La pressione acuminata (acérée) si presenta quindi soprattutto nelle finali che appaiono<br />

lanciate e assottigliate fino ad assumere l’aspetto di una punta sottile e acuminata.<br />

Rispetto al ristagno (vedi pressione a mazza) è un gesto liberatorio dell’aggressività. Il rischio<br />

è che lo scarico diventi intempestivo e ingiustificato, cattivo e impietoso .<br />

Si dà alla scrittura acuminata l’interpretazione di impazienza, reattività, scarsa tolleranza,<br />

contestazione, polemica, spirito critico, aggressività di tipo mentale, ma anche finezza e<br />

agilità mentale, curiosità psicologica. Sarà il contesto a dare la chiave di lettura.<br />

In scritture leggere, spaziate, in cui prevalgono qualità di pensiero e intuizione, si parlerà di<br />

penetrazione psicologica, di acuità mentale, da cui non è estranea comunque una nota<br />

d’impazienza nei confronti di chi non brilla per altrettanta rapidità mentale.<br />

In scritture curvilinee dal tratto più pastoso, lo spirito critico non esclude l’ascolto degli altri.<br />

Se le acuminazioni anziché liberarsi in gesti rapidi e lanciati si dirigono verso l’interno (l’Io) e<br />

sono puntati verso la parola (finali centripeti, virgole grandi e puntini sulle i ), si può osare<br />

l’interpretazione molto delicata di “autopunizione” (ma si consiglia sempre la massima<br />

prudenza quando si toccano sfere di indagine tanto profonde).<br />

SPASMODICA (fangosa)<br />

Presenta repentini ispessimenti e ingorghi, ripartiti irregolarmente nel corso del tracciato<br />

(N.B. non si tratta di rafforzamenti o annerimenti dovuti a ripassi e ritorni sul tratto stesso ma<br />

di veri e propri intasamenti dovuti a contrazioni). Gli ovali, a causa dei depositi d’inchiostro,<br />

vengono otturati e macchiati. Si insinua, in questo nero che toglie luce e ristagna, un elemento<br />

di grande inquietudine, di oppressione, che affluisce senza che lo scrivente sia in grado né di<br />

prenderne coscienza, né di controllarlo. Le pulsioni sono bloccate. L’atteggiamento derivante<br />

tenderà quindi a reprimere o a scaricare il malessere sotto forme che possono anche scaturire<br />

in modo incontrollato.Spesso la scrittura spasmodica indica un temperamento impulsivo e<br />

inibito insieme.<br />

La difficoltà di padroneggiare un’energia dal flusso instabile può determinare scarichi<br />

repentini e contrazioni simultanee.<br />

4


Si mette comunque in guardia il debuttante grafologo di non considerare “spasmodiche” le<br />

scritture che portano soltanto alcuni sbalzi di pressione ma solo quelle pesantemente segnate<br />

da questa specie.<br />

A MAZZA, A CLAVA (massuée)<br />

Rappresenta una modalità della scrittura spasmodica la cui contrazione e ispessimento si<br />

ripercuote nei finali, nei tratti rettilinei, negli accenti che, verso la fine, ispessiscono e<br />

rafforzano la forza pressoria determinando una congestione.<br />

Se il tratto a mazza è breve si tratta di un colpo di freno che certe nature impetuose si<br />

impongono. Lo scrivente reprime la sua aggressività. Spesso la dirige verso di sé e il tema che<br />

domina questo tipo di scrittura prende una nota di sado-masochismo che sarebbe comunque<br />

imprudente trattare in questo primo anno di studio.<br />

Se il tratto a mazza è lanciato con violenza, l’accumulo di energia irrompe in atteggiamenti<br />

fortemente aggressivi (è tipicamente a mazza la scrittura di Napoleone I).<br />

A FUSO (fuseleé)<br />

È anch’essa una modalità della scrittura spasmodica perché ispessisce repentinamente alcuni<br />

tratti ma interviene soprattutto in zona inferiore, a ricordare la forma di un fuso. La pressione<br />

si presenta quindi spostata e spasmodica e indica la convergenza di forti energie in un solo<br />

punto.<br />

Poiché interviene soprattutto nelle aste inferiori (zona degli istinti) l’interpretazione connessa<br />

è un rafforzamento della sensorialità – o sensualità -ricerca di piacere materiale legato in<br />

qualche modo ai sensi.Trattandosi di un’anomalia nella pressione può indicare uno stato di<br />

inquietudine che lo scrivente cerca di placare con gratificazioni di tipo sensoriale.<br />

CUNEIFORME<br />

È l’opposto di quella a fuso. In questo caso avviene un assottigliamento nella zona degli<br />

istinti. Non si tratta infatti di acuminazione dei tratti finali (vedi scrittura acuminata) ma di<br />

acuminazione soprattutto delle aste inferiori.<br />

È spesso l’espressione di un senso di colpa latente: lo scrivente si pugnala. Per Pulver si tratta<br />

di uno spostamento della libido: lo scrivente si disincarna (si alleggerisce) dove dovrebbe<br />

incarnarsi maggiormente (la zona degli istinti dovrebbe essere più densa di materia).<br />

Abbiamo finora trattato le specie inerenti la pressione vera e propria, l’incisione cioè del<br />

foglio mediante la forza esercitata dalla mano.<br />

Ora trattiamo alcune specie inerenti alla superficie di bianco coperta dalla traccia d’inchiostro.<br />

NUTRITA<br />

La traccia lasciata dall’inchiostro è densa ma non spessa, né pesante. Non porta sbavature né<br />

evanescenze, la colata d’inchiostro è fluida senza impastamenti. In genere è associata al<br />

rilievo ed ad una certa consistenza del tratto, che appare appoggiato ( ma non in solco), nitido<br />

(ma non secco), fermo (ma non rigido).<br />

Queste combinazioni conferiscono allo scrivente a scrittura nutrita: riserve vitali ricche di<br />

dinamismo e ben canalizzate sia nell’attività che nella comunicazione; capacità di cogliere la<br />

realtà con partecipazione e controllo insieme; comprensione istintiva dei fatti della vita senza<br />

troppe conflittualità.<br />

Anche le funzioni tipiche di questo tipo di pressione sono la sensazione e il sentimento,<br />

tuttavia anche il pensiero gioca un ruolo determinante per permettere allo scrivente di<br />

accogliere la vita appieno in tutte le sue manifestazioni.<br />

5


Quando la scrittura da “nutrita” diventa “spessa”, le interpretazioni non sono più positive:<br />

l’istinto di vita diventa diventa avidità, le aspirazioni diventano appetiti.<br />

PASTOSA<br />

Per pressione pastosa secondo C. Jamin si intende la traccia larga, morbida, calda, un po’<br />

cangiante lasciata dalla colata d’inchiostro. Il filo si snoda delicatamente a nastro e, spesso,<br />

non è molto appoggiato (si potrebbe paragonare ad una stella filante).È quasi impossibile da<br />

cogliere con le penne biro e ciò, come già detto, ciò costituisce una limitazione dello studio<br />

della pressione.<br />

È la pressione del sensoriale, di chi non soltanto riceve istintivamente le impressioni delle<br />

cose ma vi si apre impregnando tutto il suo essere. Rappresenta un’attitudine a vivere in<br />

simbiosi con le immagini dei sensi, le percezioni. Spesso appartiene ad artisti figurativi, ma<br />

anche a musicisti.<br />

Può dare elemento di passività, di troppa immersione e deve essere accompagnata da tonicità<br />

generale del filo grafico altrimenti può cadere nella mollezza, nell’influenzabilità,<br />

nell’incapacità di dirigere attivamente le proprie sensazioni.<br />

La pressione pastosa differisce dalla nutrita perché in quest’ultima vi sono apporti di<br />

dinamismo e attività che non sono condizioni essenziali della pressione pastosa la cui<br />

dominante è piuttosto la larghezza del tratto e l’assenza del rilievo.<br />

VELLUTATA<br />

Simile alla pastosa per la dolcezza della sua trama non è necessariamente larga, a nastro. La<br />

morbidezza che la contraddistingue deve essere associata alla curva ed ad uno stile di scrittura<br />

concavo, aperto, dai legamenti a coppa o a ghirlanda.Apporta un elemento di sentimento più<br />

che di sensorialità. La persona sa coniugare nella sua natura sentimenti di partecipazione e<br />

atteggiamenti di accoglienza sia verso le cose che verso le persone.<br />

Anche questo tipo di pressione esige un certo tipo di tonicità generale per consentire allo<br />

scrivente di partecipare alla vita degli altri con disponibilità senza cadere nell’influenzabilità.<br />

Uomo. Pressione leggera, che scorre fluidamente. La leggerezza della pressione unita alla<br />

concavità e apertura della zona media conducono all’interpretazione di: disponibilità e<br />

delicatezza.<br />

6


Uomo.pressione a rilievo, non priva di qualche solco. Il rilievo, il dinamismo del gesto, le<br />

linee ascendenti ci parlano di vigore e potenza nell’attività.<br />

Uomo. Pressione disuguale, spasmodica, spostata e a mazza. Ingorghi e impastamenti, a<br />

denunciare un sovraccarico emozionale che può portare a irruzioni di aggressività<br />

incontrollata.<br />

Donna. Pressione acuminata, nitida con qualche annerimento. Lo stile di scrittura<br />

“pensiero” dirige il senso delle acuminazioni verso: acuità mentale, penetrazione psicologica<br />

e senso critico.<br />

7


IL <strong>TRATTO</strong> (il D N A)<br />

Per tracciare un punto, una linea, un qualsiasi segno grafico ci serviamo di uno strumento che,<br />

attraverso la colata della quantità d’inchiostro o di altro materiale, plasmerà una traccia fine o<br />

spessa; per mezzo del suo contatto con la carta lascerà un traccia incisiva o leggera, curva o<br />

dritta e per mezzo del suo movimento sarà rapida o lenta.<br />

Questa traccia è il <strong>TRATTO</strong>, elemento espressivo della scrittura. Viene considerato un<br />

elemento innato da cui sono estranei insegnamento e condizionamenti esterni. Riflette la<br />

nostra salute fisica e psichica ed è il primo indice della scrittura che si altera in caso di<br />

disturbi fisici o psichici, sotto l’influsso di alcool, droghe e medicinali.<br />

Ognuno di noi ha in dotazione un proprio tratto, inconfondibile, e, nelle contraffazioni è<br />

impossibile riprodurlo perfettamente ( il suo studio è infatti molto utile in perizia giudiziaria<br />

per indagare sui falsi).<br />

Una preparazione approfondita dello studio del tratto è indispensabile al grafologo per entrare<br />

in contatto con la vera natura dello scrivente che a volte non è rilevabile dal solo esame dei<br />

segni e simboli grafici. Tuttavia, data la sua estrema difficoltà - sia per ragioni di carattere<br />

tecnico (penne, carta, ecc.) sia per la delicatezza dei messaggi che può portare sui “segreti”<br />

dell’individuo – non è materia facilmente accessibile. Anni di esperienza, di sensibilità<br />

particolare, di studio approfondito aiuteranno ad entrare in questa dimensione grafologica più<br />

profonda; non si tratta di nozioni da memorizzare all’istante. Quindi nessun problema se ci si<br />

scontrerà con molte perplessità all’inizio: è successo a tutti ed è assolutamente normale.<br />

Tuttavia il suo approfondimento, soprattutto nello studio delle psicopatologie, è<br />

indispensabile.<br />

Uno degli studi fondamentali sul tratto è stato compiuto da R. Wieser che, con le sue nozioni<br />

di elasticità, ha parlato di disponibilità, empatia, partecipazione dell’individuo ad un concetto<br />

di “amore universale” – agapé - (ritmo di base).<br />

R. Pophal ha poi connotato la tensione del tratto in cinque gradi che vanno dalla mollezza<br />

all’irrigidimento, ma è soprattutto a W. Hegar che dobbiamo lo studio analitico di ogni<br />

singolo tratto della scrittura nelle sue componenti di:<br />

APPOGGIO o LEGGEREZZA; PASTOSITA’ o NITIDEZZA; CURVILINEITA’ o<br />

RETTILINEITA’; RAPIDITA’ o LENTEZZA.<br />

Per osservare il tratto lo si considera:<br />

attraverso la sua trama (vale a dire la colata d’inchiostro che lo compone): fitta, densa<br />

o alleggerita, smaterializzata? Incrostata nel foglio o quasi sollevata in superficie?<br />

attraverso la struttura dei suoi bordi (il bordo del tratto, concetto difficile da definire,<br />

riguarda la delimitazione esterna o interna della traccia d’inchiostro). Esistono<br />

bordi esterni e bordi interni, bisognerà chiedersi se sono rinserrati e nitidi, oppure<br />

infiltrati di bianco e sgranati.<br />

attraverso l’appoggio sulla riga: curvilineo o rettilineo<br />

attraverso il suo movimento rapido o lento di ogni singolo tratto.<br />

APPOGGIO<br />

In base alla forza pressoria esercitata sulla carta il tratto sarà APPOGGIATO o LEGGERO.<br />

8


APPOGGIATO (A)<br />

In ogni scrittura si alternano tratti appoggiati e leggeri. Dovremo scoprire la predominanza<br />

degli uni o degli altri. La predominanza del tratto appoggiato appartiene a chi non teme di<br />

affrontare l’ostacolo, a chi vuole manifestare la propria forza e affermarsi.<br />

Tuttavia come già detto per la pressione, il tratto costantemente appoggiato non è positivo<br />

perché denuncia uno sforzo eccessivo.<br />

LEGGERO (Lg)<br />

Se esiste una predominaza di tratti leggeri – che scivolano sul foglio anziché penetrarlo –<br />

l’atteggiamento dello scrivente è portato ad una maggiore disponibilità ad accogliere più che a<br />

fronteggiare. Tuttavia un tratto leggero, affievolito ed evanescente, può essere sintomo di<br />

scarsa vitalità.<br />

PASTOSO (P)<br />

Determinare la pastosità o nettezza del tratto è una delle grandi difficoltà. Il “pastoso” di<br />

Hegar non riguarda la pressione pastosa (cioè larga, carezzevole) ma la struttura dei bordi del<br />

tratto.<br />

Se i bordi si presentano aperti, non perfettamente rinserrati, ma un po’ infiltrati di bianco il<br />

tratto viene definito pastoso.<br />

Per assimilare meglio questi concetti si usa paragonare il tratto ad un tessuto. Il tratto pastoso<br />

evoca la trama un po’ larga e soffice della lana .In presenza di tratto pastoso la persona vive in<br />

sintonia con l’ambiente, partecipa alle sollecitazioni dei sentimenti. Tuttavia se il bordo si<br />

sfrangia (usare una lente d’ingrandimento per osservarlo meglio) l’apertura è eccessiva lo<br />

scrivente può lasciarsi sommergere sia dalle impressioni che gli suscita l’esterno, sia da<br />

un’eccessiva influenzabilità rispetto all’ambiente.<br />

NITIDO (N)<br />

La trama dei bordi è fitta, serrata (naylon), non porta sfrangiamenti.<br />

Rispetto al pastoso vi è un elemento di maggior difesa. La persona sa mantenere una certa<br />

indipendenza, le impressioni vengono vagliate dalla ragione. Nel tratto nitido ha enorme<br />

importanza l’elasticità: se questa viene compromessa, prende un aspetto secco, graffiante<br />

spesso friabile. Ecco allora intervenire elementi di difesa, di razionalizzazione, di cerebralità.<br />

CURVO ( C )<br />

Si osserva l’appoggio sulla linea di base, gli attacchi e le finali della lettere. La prevalenza del<br />

gesto curvo si associa al miglior adattamento, alla “souplesse” della persona.Rispetto al tratto<br />

dritto evoca una minore rapidità di ideazione a favore dell’immaginazione. Se è abbinato al<br />

tratto pastoso la vita dei sensi è stimolata da processi immaginativi.<br />

DRITTO ( D )<br />

La persona ha tendenza a determinare un obiettivo e cercare di raggiungerlo nel più breve<br />

tempo possibile. È favorevole all’attività ma può tramutarsi facilmente in aggressività<br />

(soprattutto con tratti acuminati e lanciati).Il tratto dritto e lento comporta una discordanza: lo<br />

scrivente si prefigge uno scopo ma interviene un indugio che lo frena.<br />

RAPIDO ( R )<br />

In ogni scrittura esistono tratti rapidi e tratti lenti. (La rapidità del tratto non è la velocità<br />

del grafismo. Va valutato ogni singolo grafema)<br />

9


Il tratto rapido è favorevole alla prontezza di reazione, al dinamismo, all’energia<br />

nell’attuazione. Quando il tratto diventa precipitato prende l’aspetto della filiformità con i<br />

significati connessi.<br />

LENTO ( Lt )<br />

La persona nel suo percorso dall’ideazione all’attuazione incontra un ostacolo. Saranno gli<br />

altri indici della scrittura a connotare il tipo di ostacolo (affettivo? mentale?…).<br />

Se l’insieme dei tratti è lento ma non inibito né interrotto da colpi di freno non si esclude il<br />

dinamismo della persona che può lavorare ad un ritmo costante ed efficiente.<br />

Come già detto questi tipi di tratto comportano infinite variazioni, che vanno dalle vibrazioni<br />

positive (sensibilità), ai chiaroscuri nel colore (sintonia all’ambiente), all’alleanza di elementi<br />

di razionalità e di immaginazione (tratti curvi e dritti).<br />

In linea generale, le caratteristiche che conferiscono qualità positive al tratto (di qualsiasi<br />

specie esso sia) sono:<br />

ELASTICITA’ – DIFFERENZIAZIONE sia nell’appoggio che nel colore (la troppa<br />

uniformità non è mai positiva) – FLUIDITA’ nella conduzione.<br />

Tratto A.N.C/D.R. appoggio e rilievo, dinamismo, lanci e mazze. Bordi del tratto difesi e<br />

taglienti su scrittura a pressione nutrita. Energia del dominatore, vigore, autorità,<br />

sensorialità padroneggiata.<br />

Uomo. Tratto Lg. Delicatezza e attitudine a scivolare sulle cose, più che affrontarle<br />

10


Donna. Tratto netto, un po’ graffiante. Le difese di ordine intellettuale e razionale premono<br />

sugli istinti.<br />

Donna. Tratto curvo e rapido nella sua conduzione: sufficientemente elastico malgrado la<br />

pienezza delle sue forme.<br />

Uomo. Tratto dritto nel suo appoggio, piuttosto lento, con qualche elemento di rapidità. La<br />

rettilineità dovrebbe essere associata ad un gesto più rapido. Nervosismo, più che<br />

dinamismo.<br />

Tratto perturbato e spasmodico nella sua conduzione, a volte tagliente, a volte infiltrato di<br />

bianco (poroso – v. la seconda “l” di Alla – prima parola). Tensione difficile da sopportare,<br />

contrazione e alterazione della personalità, ora accogliente , ora scostante.<br />

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I GRADI DELLA TENSIONE NELLA SCRITTURA<br />

SECONDO RUDOLF POPHAL<br />

Rudolf Pophal (1893 – 1966) medico neurologo fu allievo di Klages e insegnò grafologia per<br />

più di dieci anni all’Università di Hambourg. Ha scritto numerosi libri di neurologia e<br />

grafologia e se alcuni suoi concetti neurologici possono essere ormai superati dagli enormi<br />

progressi che la scienza ha compiuto in questo campo, la critica recente giudica il suo metodo<br />

sui gradi della tensione della scrittura un apporto valido agli studi grafologici.<br />

Il metodo di Pophal espresso in “La psicofisiologia dei fenomeni nella tensione della<br />

scrittura” consiste, come commenta Isolde Ziere, nel ricondurre i gesti grafici ai principi<br />

della fisiologia del movimento nel modo più semplice possibile. Il suo scopo è quello di<br />

collegare le interpretazioni grafologiche alle ricerche fisiologiche e scoprire il senso<br />

psicologico contenuto nello svolgimento del gesto grafico espresso attraverso il tracciato nella<br />

pressione in quanto appoggio sul foglio, e nella tensione del gesto.<br />

La pressione come appoggio e la contrazione muscolare sono entrambe espressione di sforzo<br />

e volontà; la differenza consiste nell’orientamento di questo sforzo. La tensione in generale è<br />

la risultante tra la lotta tra impulso e ostacolo. Nel caso della pressione l’ostacolo è del tutto<br />

esteriore: è il foglio, lo spazio grafico.<br />

Pophal distingue tensioni di pressione e tensioni di contrazione; la prima dovuta all’azione dei<br />

soli muscoli agonisti e la seconda anche dei muscoli antagonisti.<br />

Distingue inoltre due gruppi di movimenti: movimenti espressivi e movimenti descrittivi o<br />

rappresentativi. L’espressione semplice è inconscia, la rappresentazione e conscia.<br />

Esistono vari tipi di movimenti fra cui il “movimento del va e vieni”, il “movimento singolo”<br />

e il “movimento rigido”;<br />

Nel movimento del “va e vieni” si produce tensione rilassamento tra i muscoli agonisti e<br />

antagonisti. È il più facile e naturale dei movimenti perché primitivo, è radicato nella<br />

bioritmica dell’essere vivente (respirare, volare, succhiare, raspare).<br />

Nel movimento singolo si ha la tensione degli agonisti e tonificazione moderata degli<br />

antagonisti, è movimento rivolto verso un fine e avviene fra due posizioni di riposo (es tagli<br />

della “t”); il simbolo è la linea retta.<br />

Il movimento rigido avviene quando la stimolazione del movimento è sovraccaricata da una<br />

stimolazione di contrazione; è più frequente nel movimento isolato.<br />

Pophal ha formulato questo specchio dettagliato degli indici della tensione suddividendo in<br />

cinque gradi d’irrigidimento.<br />

Egli raccomanda la massima prudenza nella determinazione dei gradi di tensione nella<br />

scrittura; un documento, infatti, può essere redatto in condizioni sfavorevoli di varia natura<br />

come la posizione scomoda, un’emozione. È inoltre difficile trovare scritti dai gradi di<br />

tensione allo stato puro.<br />

GRADO I (inibizione insufficiente)<br />

La scrittura è insufficientemente tesa, dalle forme incerte, risponde alle caratteristiche della<br />

scrittura rilasciata di C. Jamin; è irregolare, aritmica, con aspetto spaziale disordinato, forme<br />

imprecise, piuttosto grandi e gonfie, allargate, legamenti indecisi, filo molle (acquatico),<br />

arcate rilassate, pressione debole –leggera –ineguale, tratto pastoso – liscio, centrifuga, legata,<br />

non troppo rapida, con attacchi e finali lunghi, ineguale in inclinazione, sinuosa. Movimento<br />

12


non elastico, incerto, abbandonato, la mollezza impedisce l’elasticità. La tenuta della penna è<br />

piuttosto parallela rispetto al foglio, nessuna tensione delle dita sulla parte destra della penna.<br />

La personalità presenta mancanza di maturità e carattere, di controllo e disciplina.<br />

È versatile ma labile, noncurante, impressionabile, adattabile, influenzabile, infantile.<br />

Nonostante questi aspetti, gli scriventi del grado I sono spesso dotati di qualità poetiche e si<br />

possono trovare scritture di questo tipo anche tra artisti di talento dotati di fascino con doti<br />

d’improvvisazione.<br />

GRADO II (distensione adeguata)<br />

La scrittura può essere paragonata alla scrittura “aisée” di C. Jamin.<br />

Souplesse generale, liberazione adeguata. La scrittura non è sempre regolare, ma il<br />

movimento è coordinato, ritmato, con giusta economia d’energia.<br />

Dominanza di movimento “va e vieni” movimento ritmico; il suo simbolo: il cerchio, la<br />

spirale morbido e fluido. Aspetto spaziale poco evoluto, ma scrittura omogenea, fluidità delle<br />

forme, legamenti in curva, ghirlanda morbida, tratto piuttosto pastoso, scrittura medio –<br />

grande, da inclinata a verticale, tratto elastico, vibrante, flessibile, morbido. Nessuna<br />

stilizzazione né nel grado I che nel grado II.<br />

La personalità è spontanea, vivace, ha spirito conciliante, facilità d’adattamento, una certa<br />

influenzabilità, empatia, entusiasmo, elasticità psichica, vivacità di sentimenti.<br />

Pophal fa notare una mescolanza di gradi nella scrittura è favorevole e un po’ di II grado<br />

rende la personalità più umana ed accogliente.<br />

GRADO III (inibizione adeguata)<br />

Forme ferme pur senza rigidità; si può paragonare alla scrittura ferma di C. Jamin.<br />

È proporzionata con ritmo spaziale evoluto, movimento elastico, deciso, vivo, dinamico, ben<br />

controllato.<br />

Regolarità senza monotonia, da accelerata rapida, con legamenti a ghirlanda e angoli<br />

(semiangolosa), piuttosto verticale o leggermente inclinata. Dimensione media, progressione<br />

controllata, buon apporto Forma – Movimento (in genere predominanza di forma), ritmata,<br />

raggruppata e tratto P/N. Rettilinea con buona tenuta di riga.<br />

Nella personalità dello scrivente di III grado troviamo: tenuta, resistenza, misura; sentimenti<br />

vivaci, ma dominanti; prudenza, senso del dovere, precisione e affidabilità.<br />

Un grado II di tensione è necessario per dirigersi verso il fine con fermezza e volontà.<br />

La pressione ferma rappresenta lo sforzo personale, la tensione, la capacità di disciplina,<br />

fattori che col grado III diventano automatici e corrispondono ad un alto senso di<br />

responsabilità.<br />

GRADO IV A (distensione insufficiente)<br />

Con il grado IV A la persona si sente in un mondo ostile e trova difficoltà ad uscire da sé.<br />

Manca la sicurezza in se stessa ma tende a difendere la propria opinione con una certa<br />

asprezza e con una scarsa comprensione per quella altrui volendo dirigere e affermare la<br />

propria volontà di potere. Il punto di forza è la capacità di difesa. Manifesta durezza e<br />

mancanza di elasticità psichica, nessuna spontaneità; è convenzionale. Anche se è alto il senso<br />

di responsabilità e coraggio, ha bisogno di stabilire relazioni per affermare il proprio potere.<br />

La scrittura si presenta regolare, tesa, con ritmo scandito, cadenzato, qualche volta stilizzata<br />

rigidamente, artificiale, spesso piccola o molto piccola, magra, ad arco e angolo, con tratto<br />

poco elastico, piuttosto nitida e forme poco flessibili. La tensione del IV A è volontaria.<br />

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GRADO IV B (inibizione inadeguata)<br />

La tensione nella scrittura del grado IV B diviene involontaria, appartiene alle profonde masse<br />

della personalità: ciò influenza il movimento e il tratto. La scrittura si inibisce in una durezza<br />

di forme perdendo forza e dinamismo.<br />

In un aspetto spaziale perturbato il movimento diviene rigido, monotono, senza vita, le forme<br />

rigide, spezzate o in dissoluzione; la pressione irregolare qualche volta spasmodica.<br />

Legamenti angolosi e in arcata. La scrittura, irregolare e aritmica, può essere di dimensione<br />

grande o piccola, tratto netto – secco, privo di elasticità.<br />

Al posto di una volontà di affermarsi si trova da un lato una reattività e un’emotività<br />

accresciuta e dall’altro l’impossibilità a comunicare con il mondo con manifestazioni di<br />

rifiuto, ostinazione, adattamento difficile. Poiché lo scrivente è continuamente in stato di<br />

tensione e di insicurezza costante, temendo difficoltà e aggressioni, è personalità vulnerabile,<br />

di umore variabile, di comportamento imprevedibile.<br />

La tensione costante della muscolatura che influenza il IV B e il V e in minore accento il IV<br />

A, denota iperemotività e sensibilità estrema agli affetti e determina un eccessivo consumo di<br />

energia provocando stanchezza.<br />

GRADO V (distensione inadeguata)<br />

È scrittura discordante, rigida e tensione determinano irraggiamento di movimenti discontinui,<br />

mancanza di freno e regolarità in ogni specie. Forme perturbate, destrutturate in spazio<br />

anarchico, numerosi gesti reattivi negli attacchi e nelle finali, prolungamenti in alto e in<br />

basso, interruzioni nella continuità o mancanza di collegamenti, grande variabilità di<br />

legamenti. Il movimento è spasmodico, spesso con tremori e sussulti. Questo si traduce nella<br />

personalità sotto forma di carattere esplosivo, stato permanente di mobilitazione, eccessiva<br />

reattività, autosabotaggio. Mostra coraggio nelle grandi prove piuttosto che nelle piccole.<br />

Se il grado I presenta labilità e il V importanti perturbazioni non è escluso che indici positivi<br />

<strong>siano</strong> presenti anche in queste scritture, pertanto Pophal raccomanda la massima cautela nella<br />

loro interpretazione.<br />

14


LA CONTINUITA’<br />

L’intelligenza, di qualsiasi tipo sia (intuitiva, logica, sintetica, analitica, critica,<br />

concreta, meditativa, ecc.), diventa sterile e teorica quando non è integrata nella<br />

dinamica delle forze dall’individuo.È molto importante al fine di una buona<br />

utilizzazione delle proprie risorse riconoscere il nostro tipo d’intelligenza e<br />

coltivarlo.<br />

La continuità della scrittura, il gesto che forma le lettere, il filo che le lega tra<br />

loro, con la sua varietà di legamenti, di pause, di rotture, di interruzioni, di<br />

riprese è considerato il genere grafico che offre una vera e propria chiave di<br />

lettura non solo dei nostri processi mentali e del coordinamento con le altre<br />

forze vitali, ma anche delle nostre modalità di adattamento al mondo.<br />

E’ in rapporto con il flusso del pensiero e con le capacità dell’individuo di<br />

adattarsi e collegarsi con l’ambiente.<br />

Il modo di legare o staccare le lettere tra loro nello spazio dà indicazioni<br />

sulle modalità dell'intelligenza mentre il piccolo tragitto del legamento tra<br />

una lettera e l’altra rappresenta il rapporto tra l’Io e il Tu.<br />

Legare, staccare, raggruppare le sillabe e le lettere è accordo o pausa del<br />

pensiero. Legare significa concatenare i pensieri nel flusso della logica. Staccare<br />

significa lasciare posto alle percezioni o isolarsi. Raggruppare significa<br />

utilizzare ora la comunicazione, ora il silenzio.<br />

Addolcire i legamenti nei festoni della ghirlanda ha il significato di aprirsi al<br />

mondo. Indurire il gesto nella rigidità dell’angolo ha il significato di tensione<br />

anche volitiva, coprire la linea di base con la costruzione dell’arco ha il<br />

significato di copertura, discrezione.<br />

LEGATA<br />

Si considera legata la scrittura che porta poche alzate di penna tra le lettere.<br />

Questo desiderio di non interrompere il flusso grafico indica, in linea di<br />

massima, la tendenza dell’individuo a ricercare uno scopo attenendosi alla<br />

logica e alla consequenzialità dell’azione. Tuttavia, affinché questo scopo abbia<br />

buone probabilità di essere raggiunto senza totalizzare completamente<br />

l’individuo, sono necessari alcuni requisiti grafici: dinamismo, elasticità,<br />

assenza di monotonia, qualità che hanno il compito di togliere alla scrittura<br />

legata il senso di prefissato e di vincolante che può provocare il troppo<br />

concatenamento.<br />

In caso quindi di scrittura legata dinamica, progressiva ed elastica, lo<br />

scrivente possiede una buona coesione nelle idee, spirito logico, facilità di<br />

associazione del pensiero, qualità che danno una base solida all’opera da<br />

compiere.<br />

Se nella scrittura legata intervengono elementi di rigidità e di<br />

concatenamenti troppo assidui (scrittura iperlegata) e di monotonia, il<br />

17


pensiero perde la sua mobilità e tende a diventare iperlogico, unilaterale,<br />

dogmatico, spesso convenzionale.<br />

Se intervengono angoli eccessivi la logica si trasforma in ostinazione ed<br />

intransigenza.<br />

La scrittura legata favorisce quindi la coesione della persona apportando<br />

elementi di strutturazione e di resistenza ma , per non diventare monotona ,deve<br />

portare piccole ineguaglianze nei vari generi (anche nella pressione che,<br />

modulandosi, testimonia la capacità dell’individuo di modulare la sua energia a<br />

seconda dell’azione da compiere).<br />

La moderna grafologia vede nella scrittura legata, quando l’insieme è molto<br />

variabile soprattutto in inclinazione (tema edipico), uno sforzo da parte dello<br />

scrivente che, sostenendo il suo pensiero attraverso collegamenti assidui, cerca<br />

dei punti fermi per non esporsi a troppe oscillazioni. In questo caso i legamenti<br />

strutturano e assestano un grafismo che, diversamente, sarebbe troppo esposto a<br />

conflittualità.<br />

STACCATA - GIUSTAPPOSTA<br />

Le lettere che compongono la parola sono staccate tra loro. È una scrittura in<br />

cui interviene lo spazio con i suoi significati :<br />

in presenza di grandi bianchi, tratto etereo e vibrante, prolungamenti in<br />

alto, lo staccato assume il significato di ricerca di valori spirituali.<br />

L’azione non è immediata, ma scatta soltanto dopo l’approfondimento e la<br />

riflessione. Questo tipo di scrittura necessita di buona struttura in zona<br />

media e di zona inferiore ben radicata, elementi che fortificano e<br />

mobilitano un’energia che non scaturisce dall’istinto, ma viene stimolata<br />

dalla convinzioni interiori.<br />

Quando la pressione si fa evanescente interviene il rischio che l’individuo<br />

si perda nei suoi stessi processi meditativi.<br />

Quando il bianco è statico occorre osservare attentamente il movimento<br />

generale perchè la mancanza di ritmo può denunciare un certo isolamento,<br />

scarso interesse verso i contatti sociali.<br />

Quando la scrittura staccata diventa minuziosa, il pensiero ama<br />

soffermarsi sui dettagli, piuttosto che scattare nell’azione. Se troppo<br />

analitico, può perdere in logicità, oltreché in dinamismo.<br />

La scrittura staccata è stata per molto tempo considerata dalla vecchia grafologia<br />

l’espressione dell’intuizione. Oggi questa interpretazione non è più accettata.<br />

L’intuizione si rivela in ogni forma di legamento quando questi <strong>siano</strong> mobili,<br />

leggeri e variati, ed è più opportuno leggere doti d’intuizione nelle modalità di<br />

tenere la riga (saltellante e mobile),nella leggerezza generale del tracciato, nella<br />

18


finezza e vibrazione del tratto, nel legato come nello staccato o raggruppato , a<br />

patto che i bianchi che circolano tra le lettere e le parole <strong>siano</strong> ritmati.<br />

Si concede allo staccato l’interpretazione di intuizione se accompagnato da<br />

grande mobilità sia dello scritto che dello spazio.<br />

Lo staccato può indicare anche sia possibilità di approfondimento analitico<br />

come gusto dell’analisi improduttiva e fine a se stessa se accompagnato da<br />

staticità ed inibizioni. Può rappresentare, in scrittura fortemente inibita,<br />

isolamento e difficoltà di comunicazione; può riflettere il desiderio di frapporre<br />

una pausa tra il proprio mondo interiore e quello altrui, ma esiste sempre il<br />

rischio che ciò si tramuti in isolamento e ritiro in sé.<br />

La scrittura staccata è da osservare attentamente quindi in relazione<br />

soprattutto al ritmo spaziale.<br />

RAGGRUPPATA<br />

Le lettere sono collegate a gruppi secondi criteri sillabici, fonetici, ritmici e<br />

personali. Tali raggruppamenti non devono essere arbitrari e creare fratture, ma<br />

rispondere ad un ritmo. In questo caso, e solo in questo, entrano in gioco le<br />

attitudini variate dell’intelligenza e le facoltà di adattamento intellettuale. Lo<br />

scrivente è in grado di giocare sia con l’analisi che con la sintesi, con la logica o<br />

l’intuizione, l’estemporaneità o la riflessione a seconda delle circostanze.<br />

Se invece i raggruppamenti creano fratture illogiche, il pensiero perde la sua<br />

coerenza, riduce la sua dinamicità e diventa ambivalente proprio per la sua<br />

stessa diversificazione.<br />

RITMATA - CADENZATA<br />

Inserita generalmente nel genere continuità la scrittura ritmata interessa tutti i<br />

generi perché proprio nel gioco di diversificazione e integrazione tra loro dei<br />

singoli elementi della scrittura che si crea il ritmo, “l’alternanza di elementi<br />

analoghi, ma non identici”. Come già sappiamo chi possiede una scrittura<br />

ritmata ha una personalità ricca e variata, tesa ad una continua ricerca di<br />

evoluzione.<br />

La scrittura cadenzata, invece, porta poche diversificazioni ma appare<br />

uniformemente scandita da elementi che, anche se non statici, ritornano con<br />

continuità regolare segnando una metrica dinamica ma ripetitiva. È ovvio che la<br />

cadenza non è il ritmo ma proprio perché comporta un fluire dinamico e<br />

regolare, autorizza interpretazioni apprezzabili, quali costanza, disciplina,<br />

padronanza di sé, principi di coerenza, coraggio e determinazione nel seguire i<br />

propri scopi. Siamo lontani dall’ispirazione creativa della scrittura ritmata ma la<br />

cadenzata, anche se testimonia adesione alle regole più che originalità dello<br />

spirito, è pur sempre una specie che conferisce valore alla personalità.<br />

19


OMOGENEA<br />

Nel genere continuità spicca la scrittura omogenea proprio per il principio di<br />

coesione che la caratterizza. Tale scrittura non è la regolare né l’automatica<br />

ma stabilisce un rapporto omogeneo tra le diverse parti del grafismo. Si<br />

tratta di una coesione generale che non esclude le ineguaglianze. Tale<br />

coesione deve mantenersi costante nel corso dello stesso grafismo (firma<br />

compresa pur concedendo a questa maggiore libertà e personalizzazioni<br />

accentuate) e nei vari scritti, pur tenendo presente tutta la gamma di variabili a<br />

seconda che si tratti di appunti, lettere o documenti ufficiali.<br />

È una dominante della scrittura perché non investe una sola caratteristica, ma<br />

tutta la scrittura e quindi la struttura intera della personalità. Quando<br />

l’omogeneità non è sistematizzazione (v. forma – scrittura sistematizzata) indica<br />

stabilità, capacità di comporre le proprie conflittualità.<br />

AISEE (SCORREVOLE – FLUIDA - NATURALE)<br />

Aisée è un termine intraducibile in italiano che non significa soltanto sciolto,<br />

scorrevole, ma indica persona o cosa che è a proprio agio, che sta bene nella<br />

propria pelle.<br />

Per scrittura aisée, che è stata tradotta in scorrevole, si intende una scrittura<br />

spontanea e naturale, prodotta da un gesto flessibile, elastico. Ne deriva un<br />

tracciato fluido, senza impuntature né inibizioni importanti, che scorre con<br />

naturalezza senza tuttavia attentare alla struttura della forma che, malgrado la<br />

rapidità, si mantiene ben strutturata e morbida al tempo stesso.<br />

Bisogna che l’aisance non si trasformi in troppa disinvoltura di movimento né in<br />

disimpegno nell’esecuzione della forma:in tal caso il significato può avvicinarsi<br />

alla faciloneria e alla superficialità (sentendosi così a proprio agio il soggetto<br />

ritiene di non doversi assumere nessun impegno)<br />

L’aisance rappresenta un’importante componente dell’armonia e, come tale,<br />

permea del suo significato la personalità intera. Scrive “aisè”chi vive in sintonia<br />

con l’ambiente chi ha il dono di rapportarsi con naturalezza agli altri e, sul piano<br />

intellettuale, chi non è ostacolato da troppi travagli ed è in grado, in ogni<br />

momento, di chiamare a raccolta la sua potenzialità ed amministrarla<br />

adeguatamente.<br />

INIBITA<br />

Raggruppa tutte le specie che creano un arresto alla continuità. La definizione di<br />

C. Jamin è la seguente: “ si manifesta per una incompiutezza o un arresto, più o<br />

meno brusco, dei movimenti”. Poiché il tipo di movimento che crea<br />

incompiutezze o arresti può essere di diversa origine si preferisce suddividere la<br />

scrittura inibita in alcune sottospecie e dare l’interpretazione più dettagliata di<br />

ognuna di esse. Esistono anche scritture che si definiscono decisamente inibite<br />

ma in questo caso devono contenere massicci e frequenti segni di inibizione<br />

ripetuti per tutto il grafismo.<br />

20


Tuttavia non bisogna credere che tutti gli elementi che frenano il flusso grafico<br />

<strong>siano</strong> negativi. Spesso qualche elemento di arresto, soprattutto in un tracciato<br />

che contenga segni accentuati di progressione, ha la facoltà di moderare, di<br />

contenere (es. scr. arrotolata).Dice C. Jamin l’inibizione deve essere un mezzo<br />

per padroneggiare non deve sovrastarci.<br />

Dovremmo saper cogliere il significato delle specie d’inibizione e sapere vedere<br />

fino a che punto questi servono da equilibratori o producano un impedimento.<br />

SOSPESA<br />

Lascia in sospeso, al di sopra della linea di base, i tratti di certe lettere (in<br />

particolare i bastoni) e le finali, sia in orizzontale che in verticale. È un segno di<br />

apprensione, di scrupolo, denuncia la tendenza ad allarmarsi facilmente, il<br />

timore di dire apertamente ciò che si pensa più per timore di offendere che per<br />

mancanza di sincerità.<br />

INCOMPIUTA<br />

È un grafismo che omette alcune lettere (escamotée). Può diventare filiforme,<br />

ma in questo caso non si tratta di omissione ma di destrutturazione e allora perde<br />

il significato connesso.<br />

Se la scrittura incompiuta deriva dalla fretta possiamo leggervi solo un<br />

significato di precipitazione, impazienza.<br />

Se sopravviene in scrittura lenta il significato è più pesante perché può<br />

rendere la scrittura confusa, con il significato di ambiguità,<br />

dissimulazione.<br />

In caso di stress può succedere di saltare certe lettere, come per<br />

un’amnesia e, in questo caso, è difficile coglierne il significato.<br />

BRISÈE (spezzettata, frammentata) - HACHÈE<br />

La scrittura spezzettata porta delle interruzioni, delle rotture nel tratto. Porta<br />

come dei trattini interrotti tra loro la cui successione compone il tratto. Indica<br />

rallentamento del tono vitale, malattia, vecchiaia.<br />

La scrittura hachée (tagliata - ad aste) ha delle interpretazioni un po’ più<br />

controverse.È formata da una successione di gesti verticali, a bastone, isolati gli<br />

uni dagli altri e non <strong>collegati</strong> ad alcuna forma di legamento.<br />

Partendo dal presupposto che, trattandosi di scrittura a bastone indica una<br />

difficoltà nell’adattamento è altresì vero che la scrittura – ove contenga ritmo –<br />

diventa originale, stilizzata. Ne deriva quindi una compensazione sul piano del<br />

pensiero che assume qualità di originalità (v. scrittura stilizzata – genere forma).<br />

Tutte le spezzettature, le frammentazioni denunciano comunque un qualche<br />

problema se non altro d’ansia. In caso di scritture senza ritmo la frammentazione<br />

diventa un arresto; in caso di scritture ritmate e di livello è facile avvenga una<br />

compensazione di tipo intellettuale.<br />

21


Si considera spezzettata anche quella scrittura che non collega la zona inferiore<br />

alla zona media e che lascia un vuoto tra zona media e zona inferiore. Indica<br />

difficoltà nell’azione mal collegata con l’idea.<br />

RITOCCATA<br />

Non è la scrittura che corregge un errore ma quella in cui lo scrivente, dopo<br />

averla scritta, ritocca una lettera aggiungendo un qualche dettaglio con l’ intento<br />

di perfezionare quanto scritto. Se il segno non è ripetuto più volte non bisogna<br />

considerarlo, può essere del tutto accidentale e può corrispondere al desiderio di<br />

rendersi più leggibili.<br />

Se invece il ritocco avviene sistematicamente l’interpretazione terrà conto di<br />

alcuni fattori.<br />

In caso di desiderio di rendersi leggibili vi si sottintende un desiderio di<br />

chiarezza, di precisione più o meno giustificata;<br />

In caso di ritocco ingiustificato siamo di fronte ad uno stato d’ansia non<br />

indifferente che può denunciare indecisione, iperemotività, scrupoli, fino<br />

– se altri segni lo confermano – a qualche tratto ossessivo del carattere.<br />

I ritocchi più frequenti riguardano l’aggiunta degli occhielli alle f e alle l e, in<br />

generale, indicano tendenza a ritornare sulle cose.<br />

INUTILMENTE BARRATA<br />

Si tratta di una barra orizzontale che certe persone pongono soprattutto in cima<br />

di certe lettere: “b, i o I, h” e, a volte, all’estremità inferiore delle “p, l”. è un<br />

tipo di scrittura che porta barre apposte successivamente e si può esprimere<br />

anche sulla doppia barra che alcune persone mettono sulla t.<br />

Indica un temperamento effervescente che cerca di contenersi sia in campo<br />

psichico (inutilmente barrata in zona superiore) sia in campo fisico (barrata in<br />

zona inferiore). Le barre hanno quindi il significato di inibizione rispetto ad<br />

un temperamento passionale e vivace.<br />

In gergo grafologico le barre inutili si chiamano “il coperchio” e appartengono<br />

un po’ alla vecchia grafologia, come d’altronde altri segni ormai in disuso.<br />

A SCATTI (a scossoni)<br />

Contiene delle brusche variazioni soprattutto nell’inclinazione e nella<br />

conduzione del tratto, come dei trasalimenti. Indica uno stato d’inquietudine ed<br />

è una manifestazione di ipersensibilità (accettarsi prima che gli scatti non <strong>siano</strong><br />

dovuti a qualche disturbo organico: reumatismi, paralisi ecc).<br />

Secondo Gille si tratta di una caratteristica della scrittura tormentata e traduce<br />

un’inquietudine incessante. Secondo altri grafologi, indica la difficoltà a<br />

stabilire un accordo tra la vita interiore e la sua canalizzazione all’esterno.<br />

Elizabeth Morel in una sua monografia fa una distinzione a seconda che gli<br />

scatti intervengano in scritture forma o scritture movimento:<br />

22


quando gli scatti intervengono in scritture movimento pur rivelando ansia<br />

indicano uno stato meno paralizzante poiché lo scrivente libera in parte la<br />

sua tensione interiore nel movimento.<br />

nelle scritture forma invece gli scatti indicano una difficoltà di<br />

adattamento importante che si associa ad una tensione che può<br />

immobilizzare.<br />

Bisogna tuttavia tenere presente che, sia in scritture forma che in scritture<br />

movimento, lo scatto non è di per sé stesso indice di difficoltà con l’ambiente,<br />

ma di ipersensibilità. Le difficoltà sono più di ordine interiore, interessano la<br />

personalità profonda e possono anche non trasparire nei comportamenti, a volte<br />

addirittura incentivarne il dinamismo sotto la spinta della sfida.<br />

Tuttavia lo scossone, creando facilmente una frizione, un angolo, può indicare<br />

aggressività di difesa o, in caso di scritture statiche, atteggiamenti di<br />

opposizione recalcitrante.<br />

Un’altra grafologa, M.me Delachaux considera lo scatto oltre che come<br />

espressione di ansia anche come un segno compensatorio che testimonia sforzo<br />

e coraggio per reagire ( è il soprassalto che sveglia l’azione). L’ansia può<br />

diventare stimolante, soprattutto in presenza di zona media non troppo fragile.<br />

In grafologia comunque vale il principio che sono più inquietanti certi indici non<br />

troppo evidenti, un po’ subdoli che pervadono tutto il grafismo in modo<br />

sotterraneo, piuttosto che i grandi segni, evidenti e lampanti per i quali è già<br />

spesso in atto una compensazione o una difesa.<br />

Nel caso dello scatto o scossone si tratta di un segno importante e ben visibile: è<br />

facile che lo scrivente, anche se turbato, abbia già posto in atto una strategia di<br />

difesa.<br />

Si raccomanda quindi al grafologo di mettersi in guardia soprattutto in presenza<br />

di segni di perturbazione non troppo lampanti che attentano in modo un po’<br />

strisciante la personalità. Può costituire un esempio di segno meno lampante ma<br />

più inquietante il deterioramento del tratto che interviene spesso in modo quasi<br />

impercettibile. Un elemento che è sicuramente più allarmante rispetto agli<br />

scossoni che denunciano ansia ma contemporaneamente reazione.<br />

A BASTONE<br />

Da non confondere con la scrittura semplificata che elimina, nello stesso modo<br />

di quella a bastone, gli occhielli delle aste inferiori e superiori ma in contesto<br />

armonioso e senza nuocere alla leggibilità.<br />

La scrittura a bastone vera e propria appare in un contesto di povertà, in genere<br />

porta grandi spazi e altri segni di inibizione. La vera scrittura a bastone indica<br />

isolamento e perde completamente l’interpretazione della scrittura semplificata<br />

in quanto capace di cogliere l’essenziale, efficacia e spirito sintetico.<br />

23


ESITANTE<br />

È una scrittura che manca di decisione. A volte si manifesta con un punto<br />

iniziale come se la penna si appoggiasse prima di dare il via al tracciato. In linea<br />

di massima l’esitazione si esprime con tremolii, punti inutili, difficoltà ad<br />

iniziare un tratto, vacillamenti. Si può manifestare anche nella batta del t, che<br />

diventa ritorta e di spessore ineguale, con qualche ingorgo.<br />

Nella scrittura esitante i tratti verticali non sono mai perfettamente dritti, un po’<br />

contorti e la zona inferiore appare inerte, senza tono. La scrittura esitante<br />

testimonia mancanza di decisione, difficoltà d’affermazione. Può indicare, se gli<br />

altri segni lo confermano, un carattere tergiversatore. Se i segni d’esitazione non<br />

danno la loro impronta tutta la scrittura possono anche indicare una pausa di<br />

riflessione prima di fare una scelta o passare all’azione (soprattutto se<br />

intervengono all’inizio della parola).<br />

A RIPRESA – A SALDATURE<br />

Presenta delle interruzioni soprattutto nei legamenti delle lettere<br />

immediatamente seguite da un ricongiungimento nello stesso punto. La scrittura<br />

presenta come una saldatura, più o meno riuscita.<br />

La scrittura a ripresa vera e propria è quella in cui la saldatura non riesce a<br />

mascherare lo stacco; quella a saldatura invece (point de soudure) si ricongiunge<br />

quasi perfettamente. È una componente infantile tipica del bambino che non<br />

riesce a portare a termine il gesto grafico ma ha bisogno di fermarsi. Negli adulti<br />

è segno di ansia e nervosismo. Bisogna valutare attentamente il contesto<br />

generale perché questo tipo di ansia (l’arresto) a cui si pone un rimedio non<br />

appena sopravviene (il ricongiungimento) può essere un fattore stimolante,<br />

soprattutto in selezione professionale in cui certi elementi ansiogeni sono<br />

particolarmente congeniali a certi tipi di lavori .<br />

TREMOLANTE<br />

Bisogna, con assoluta certezza, stabilire se il tremore è dovuto a cause organiche<br />

(spasmi, freddo, vecchiaia, paura, scomodità del posto in cui si scrive). È indice<br />

di impressionabilità, di iperemotività. È frequente nei soggetti tossicodipendenti.<br />

AUTOMATICA O AUTOMATIZZATA<br />

C. Jamin dice che la scrittura automatica è costituita da forme stereotipate che si<br />

succedono con monotonia. I tracciati angolosi vi si prestano in modo particolare.<br />

Si tratta quindi di un gesto automatico che sceglie la ripetizione piuttosto<br />

che la varietà del gesto. Bisogna però ricercare attentamente le cause di<br />

questo automatismo:<br />

stato di grande debolezza generale (la costruzione della forma richiede<br />

uno sforzo di attenzione) ma in questo caso saremo anche al cospetto di<br />

un tratto deteriorato nella sua essenza.<br />

24


Spirito convenzionale di chi adotta uno stile di scrittura (famoso quello<br />

Sacré Coeur) senza apportarvi alcuna personalizzazione.<br />

Maschera di protezione.<br />

Quando la scrittura automatica è inerte, priva di vita, deteriorata nel tratto può<br />

essere psicopatologica.<br />

ADDOSSATA<br />

Le lettere si rinserrano e si addossano. È un modo di proteggersi e di<br />

indietreggiare di fronte ad un ostacolo. Si tratta di un gesto regressivo che riduce<br />

i legamenti: E’ considerato una componente infantile.<br />

Non bisogna confondere questo movimento di inibizione con il movimento di<br />

urto che i francesi chiamano “telescopage”, ossia tamponamento, che deriva<br />

dalla non padronanza del movimento. L’adulto può a volte non controllare il suo<br />

movimento e allora indietreggia, ma il gesto che provoca questo<br />

indietreggiamento è vivo e brusco, diventa uno scatto, uno scossone:<br />

l’interpretazione prende quindi il significato della scrittura a scatti.<br />

INEGUALE – DISCORDANTE<br />

Abbiamo già parlato di scritture ineguali in dimensione, pressione, direzione,<br />

inclinazione, forma. Le ineguaglianze nella continuità si manifestano nei<br />

passaggi da una scrittura legata al una staccata o viceversa, passaggi che<br />

possono creare vere e proprie rotture di ritmo.<br />

Le ineguaglianze della scrittura, come già abbiamo detto più volte, vanno<br />

trattate con molto discernimento. Sappiamo che le piccole ineguaglianze in<br />

qualsiasi genere di scrittura intervengano, se fuse e armonizzate tra loro,<br />

arricchiscono il grafismo.<br />

Le ineguaglianze rilevanti convogliano un gioco di contrasti che possono creare<br />

disorientamento ad un equilibrio bersagliato da troppe sollecitazioni, ma<br />

possono anche trasmettere pienezza e ricchezza d’idee, di sentimenti, di<br />

percezioni di originalità.<br />

Le discordanze invece sono profondamente perturbatrici: essendo compromessi<br />

l’unità e l’omogeneità del grafismo intero, lacerazioni interiori, dubbi,<br />

complessità e contrasti vanno di pari passo con l’incapacità a dominarli. La<br />

persona è minacciata nel suo intimo, il suo potenziale non trova lo sbocco per<br />

emergere. Soltanto un elevatissimo Formniveau in termini di intensità, ardore e<br />

originalità, può riscattare una scrittura che abbia elementi discordanti. In questo<br />

caso l’animo, esasperato da turbamenti e contraddizioni, può essere quello di un<br />

artista, di un creativo, alla ricerca della sua espressione.<br />

25


Poichè la continuità è l’espressione del fluire delle forze del pensiero e l’indice<br />

di adattamento tramite le facoltà intellettive e affettive è chiaro che le sue<br />

ineguaglianze segnalano modalità di adattamento differenti.<br />

Se i passaggi che creano ineguaglianze sono ben fusi tra loro potremmo<br />

parlare di forme d’intelligenza e di adattamento diversificate, appropriate<br />

per ogni situazione.<br />

Se i passaggi sono invece aritmici, repentini, non accompagnati da tratti<br />

aerei (quei fili conduttori invisibili nello spazio, ma che fungono<br />

virtualmente da raccordo) ci dovremo interrogare sulla mutevolezza e<br />

conflittualità della persona. Ineguaglianze quindi viste non più come<br />

proprietà di variegazioni e sfaccettature, ma piuttosto come brusco<br />

intervenire di processi mentali contradditori, mal integrati tra loro.<br />

A DIVERSE ANDATURE (Changement de train)<br />

La scrittura, già di per sé ineguale, procede con importanti variazioni di<br />

inclinazione che attentano intere parole, frasi o paragrafi, se non pagine nel<br />

corso dello stesso documento.<br />

Il grafismo sembra scritto da persone differenti. Soltanto una grande<br />

conflittualità e mutevolezza della persona può produrre scritti tanto diversi. Si<br />

tratta di persone che non riescono a placare il loro dualismo interiore. Si è<br />

parlato, a proposito di questo tipo di scrittura, di scarsa affidabilità ma prima di<br />

arrivare a questa deduzione dovremo trovare ben altre ambiguità: mollezza,<br />

polimorfismi, esitazioni, confusione alla lettura in scrittura lenta. La sola<br />

variabilità dell’inclinazione, che produce spesso la scrittura a differenti andature,<br />

non autorizza questa interpretazione: si tratta di un tema edipico e, come tale, si<br />

traduce in un tema importante di conflittualità e, in termini psicologici, di<br />

difficoltà nell’identificazione.<br />

Una segnalazione a parte merita la cosiddetta “parola affettiva” (mamma, padre,<br />

casa, lavoro, amico, famiglia, ecc.) che, a volte viene scritta in uno stile diverso.<br />

Si usa attribuire a questo segno il significato stesso della parola, partendo dal<br />

presupposto che proprio questo oggetto venga caricato affettivamente ed<br />

emotivamente dallo scrivente.<br />

Le forme di legamento<br />

È nel piccolo tragitto del legamento che si riflette il modo in cui lo scrivente si<br />

adatta al mondo e all’altro attraverso i suoi mezzi attivi, intellettuali, affettivi.<br />

Collegare una lettera all’altra significa stabilire un legame tra l’Io e il Tu,<br />

coordinare la successione delle proprie azioni, raccordare passato e avvenire.<br />

26


A GHIRLANDA<br />

È il legamento in curva concava in cui le m e le n sono tracciate in forma di u, le<br />

lettere aperte in alto, come le v, hanno la forma di coppa più o meno larga, le<br />

finali sono arrotondate e così gli attacchi.<br />

Si attribuisce al gesto a ghirlanda maggior conciliazione e maggior apertura<br />

verso il mondo da parte dello scrivente che non il gesto ad angolo o in arco.<br />

Scrive a ghirlanda colui che sa accogliere (idee, persone, cose, gioie,<br />

sofferenze). Bisognerà osservare come queste ghirlande si sviluppano in<br />

dimensione, si appoggiano in pressione, sprofondano o si mantengono flessibili,<br />

per interpretarne le varie modalità:<br />

ghirlanda molto aperta e dilatata : la persona si apre alle influenze e non oppone<br />

un’adeguata resistenza. Tale indice è enfatizzato se la pressione è molle, poco<br />

incisiva.<br />

Ghirlanda stretta: se è vero che il senso della ghirlanda risiede nell’accoglienza,<br />

è chiaro che tale attitudine sarà più controllata in caso di riduzione<br />

dell’ampiezza della ghirlanda. Lo scrivente riceve e assimila (ghirlanda), ma<br />

trattiene maggiormente per sé, opponendo una maggior difesa (restringimento).<br />

Ghirlanda molle: passività, spesso indolenza, lasciar andare.<br />

Ghirlanda ben proporzionata ed elastica: la persona è disponibile, rispetta l’altrui<br />

libertà, sa dare e ricevere.<br />

Ghirlanda pesantemente appoggiata sul rigo o quadrata: materialismo<br />

Ghirlanda piccola con tratto netto e saltellante: assimilazione, ricettività<br />

soprattutto nel campo delle idee più che del sentimento. È una delle espressioni<br />

dell’intuizione.<br />

Ghirlanda inanellata: è stata trattata da molti grafologi, tra cui Klages, Vels,<br />

Pokorny. È quella in cui il gesto grafico ritorna indietro nei legamenti e forma<br />

come un festone. Si tratta di un gesto regressivo e, come tale attutisce il<br />

significato proprio di apertura della ghirlanda. La grafologia classica attribuiva a<br />

questo inanellamento il significato di “amabilità calcolata”, charme, femminilità<br />

non disgiunta da calcolo seduttivo di chi vuole portare a sé.<br />

Oggi le si attribuisce questo significato quando appare in concomitanza con altri<br />

segni che autorizzino questa interpretazione e, in particolare, quando vi è<br />

contraddizione tra gesto d’attacco in curva e gesto finale duro e mozzato, indizio<br />

di approccio gentile non confermato da una reale disponibilità.<br />

27


La moderna grafologia preferisce attribuire alla ghirlanda inanellata il<br />

significato di gesto regressivo e, come tale, appartenente a persona che<br />

ritorna su di sé, per ripensare, rimuginare<br />

La ghirlanda inanellata può comparire e scomparire e in questo caso<br />

indica uno stato di stanchezza del momento (è un segno tipico del<br />

temperamento linfatico).<br />

Il Dr. Richard Pokorny, ha parlato anche di ghirlanda ricoperta. In questo caso il<br />

gesto di ritorno, anziché effettuare un festone, coincide con quello già tracciato e<br />

lo ricopre. Questo tipo di gesto, secondo Pokorny, contiene un elemento di<br />

gentilezza non naturale che consente di attribuire alla ghirlanda il significato<br />

classico di gentilezza e alla copertura il significato altrettanto classico di<br />

intenzione di nascondere, quindi, in linea di massima, persona che non manca di<br />

gentilezza, ma le intenzioni possono essere nascoste.<br />

ANGOLO<br />

Lo scrivente passa da una lettera all’altra con un movimento duro, cioè<br />

angoloso: si produce così il legamento ad angolo.<br />

Si usa dare al legamento angoloso il significato di resistenza ma<br />

l’interpretazione può variare, spesso traduce tensione interiore. Perché si possa<br />

attribuire all’angolo il significato di spirito energico, realizzatore, occorre una<br />

pressione ferma ed elastica nello stesso tempo. È invece più facile trovare nella<br />

scrittura angolosa il senso di un conflitto latente, di difficoltà ad adattarsi.<br />

Quando la scrittura è molle o inibita e i legamenti sono angolosi, siamo di fronte<br />

all’espressione più certa dell’ambivalenza. Lo scrivente è tormentato e<br />

conflittuale.<br />

Legamenti angolosi e tratto secco indicano più difesa che attacco, inibizione più<br />

che forza.<br />

La combattività dell’angolo, e quindi l’energia realizzatrice, si esprimerà<br />

soltanto in presenza di pressione ferma e scrittura rapida, progressiva e<br />

sufficientemente elastica, ma il rischio dell’intransigenza e della rigidità è<br />

sempre presente. Tuttavia la presenza di alcuni angoli, o meglio semi - angoli,<br />

sono favorevoli nel senso della volontà e quindi apprezzabili soprattuttto in<br />

consulenza aziendale.<br />

ARCO<br />

Il collegamento tra le lettere avviene attraverso una curva convessa e si esplica<br />

soprattutto nell’esecuzione delle n e m, maiuscole e minuscole. È il gesto di chi<br />

si protegge dalle influenze esteriori, è a volte un gesto della simulazione (archi<br />

esagerati).<br />

Nelle scritture ricombinate in cui gli archi hanno la funzione di creare raccordi<br />

originali (puntino delle i legato alla lettera seguente ad es.) questi vengono intesi<br />

come segno di creatività, desiderio di costruzione, “fare per essere”. Sarà<br />

28


soprattutto il livello di spontaneità oppure la ricerca di effetto fine a se stessa a<br />

indirizzare le interpretazioni.<br />

Per la grafologia simbolica, l’arco è il simbolo della costruzione e sembra<br />

appartenere molto spesso alla scrittura degli architetti, come simbolo attinente<br />

alla loro professione.<br />

L’arco grande è protettivo soprattutto nelle maiuscole (P gonfiate, grandi gesti<br />

tipo “ombrello”): può essere un gesto di artificiosità, ma può appartenere anche<br />

a chi ama proteggere (il gran Signore, che ama esercitare il suo potere<br />

benevolo).<br />

L’arcata molto accentuata viene considerata un segno della dissimulazione,<br />

soprattutto per difesa, per proteggersi . La doppia arcata è considerata da<br />

Pulver uno degli indici dell’insincerità.<br />

SEMI ...... ghirlanda, angolo, arco<br />

Si tratta di legamenti che stanno a mezza strada tra la ghirlanda, l’angolo,<br />

l’arco. Le interpretazioni vengono sfumate a seconda della predominanza<br />

dell’una o dell’altra forma di legamento. In genere sono segni di giusto<br />

equilibrio tra la ricettività e la difesa, tra l’energia e la distensione.<br />

FILIFORME<br />

Il legamento filiforme produce la scrittura ondulata, una transizione tra il<br />

legamento ben costruito e la linea ondulata che può essere a tendenza angolosa,<br />

ad arco o ghirlanda pur nella sua dissolvenza. Gille ne fa una specie e la tratta<br />

nel suo “Psicologia della scrittura” nel genere forma.<br />

Per interpretare i legamenti filiformi bisogna osservare se derivano dalla rapidità<br />

del tracciato, dal desiderio di semplificare il tragitto oppure di trovare<br />

accorgimenti di disimpegno (in questo caso il tracciato appare molle, rilasciato).<br />

Le interpretazioni rifletteranno quindi lo spirito che soggiace a queste attitudini<br />

che impernieranno, oltreché i legamenti, tutto lo stile della scrittura.<br />

LEGAMENTI DEVIATI O RIPASSATI<br />

Sono quelli tipici del Sacré-Coeur il cui legamenti angolosi ricoprono il tratto<br />

già eseguito. È considerato uno dei segni di insincerità, ma deve essere associato<br />

ad altri elementi per consentire tale interpretazione.<br />

LEGAMENTI MISTI<br />

Nello stesso grafismo si riscontrano vari tipi di legamento: angolo, ghirlanda,<br />

arco ecc.<br />

Se la scrittura porta elementi di personalizzazione si accorda il significato<br />

di versatilità, capacità di utilizzare modi differenti di adattamento<br />

se la scrittura ha già di per sé aspetti di grande variabilità , il legamento<br />

misto rafforzerà questa specie (scritt. proteiforme).<br />

29


Uomo. Scrittura omogenea, legata e cadenzata, ovoidale (istintivo organizzato),<br />

dal tratto fermo e nutrito, in ghirlanda e semi-ghirlanda angolosa.<br />

Per questa scrittura, già osservata, vale l’interpretazione della scrittura legata<br />

nel senso della tensione verso lo scopo e la coesione delle forze verso il<br />

dinamismo. La regolarità della scansione tuttavia aggiunge una nota di rigidità<br />

che rende il pensiero unilaterale.<br />

Uomo. Diverso è il caso di questa scrittura legata in semi angolo e semi arco in<br />

cui le frequenti riprese e la tensione del movimento (a scatti) traducono una<br />

grande ansia. Il legamento assiduo in questa scrittura ha il significato più che di<br />

unificazione dei propri mezzi di sforzo per avanzare malgrado gli ostacoli<br />

interiori.<br />

Uomo. Tema di intuizione in questa scrittura staccata e spaziata ma intuizione<br />

che non conferisce solidità all’azione. Le intuizioni, colte felicemente dal<br />

pensiero, non si trasformano in realizzazioni a causa della troppa<br />

interiorizzazione delle percezioni.<br />

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Donna. Scrittura ritmata, spaziata, saltellante e raggruppata, dal tratto leggero e pressione<br />

spostata. Tema di intuizione estrovertita, dal pensiero brillante ed originale. Il<br />

raggruppamento ha in questo caso il significato di vivacità mentale, di varietà di mezzi a<br />

disposizione che, grazie al ritmo che pervade e anima il grafismo, è al servizio di un<br />

dinamismo teso.<br />

Uomo. Scrittura già osservata che presenta molti segni di inibizione : frammentata, addossata,<br />

a ripresa, in arco. Il dinamismo è frenato da ansie, timori, scrupoli: lo scrivente, più che<br />

avanzare sembra cerchi riparo .L’inclinazione a destra in questo caso non ha il significato di<br />

“buttarsi avanti”o “darsi all’altro”: Tendenza all’arcata di protezione.<br />

Uomo. Scrittura rigida, a differenti andature (changement de train).<br />

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Donna. Scrittura legata in ghirlanda aperta,a volte quadrata e appoggiata sul rigo. (v. la g –<br />

II rigo), la variabilità d’inclinazione (tiraillée), le ambiguità della forma non consentono la<br />

classica interpretazione della ghirlanda: disponibilità e apertura. Si tratta di una ghirlanda<br />

inserita in un contesto dalle note di conflittualità. La ghirlanda quindi prenderà anch’essa<br />

aspetti di conflittualità nei suoi atteggiamenti d’apertura e influenzabilità (molto aperta) e<br />

nello stesso tempo difesa (tratto secco); rassicurazione nel concreto (quadrata e appoggiata<br />

sul rigo) e slanci repentini verso l’alto, che, in questo contesto, hanno più il senso di illusioni<br />

che di idealismo autentico.<br />

Uomo. Ghirlanda stretta e angolosa, che “apre” una scrittura stretta e ferma. In questa scrittura<br />

la ghirlanda aggiunge un tocco di disponibilità ad una scrittura di per sé rigida..<br />

Uomo. Grandi arcate “maschera” in una scrittura molto grande, gonfia e spettacolare.<br />

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