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Aprile 2010 - n. 46 - Mir i Dobro

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Silvia con i pellegrini: era<br />

paraplegica ed è guarita<br />

nello spirito e nel corpo<br />

momento di fine anno: “Io dove sono, dove mi trovo?”<br />

Abbiamo chiesto aiuto alla Madonna affinché ci<br />

facesse conoscere dove siamo; le abbiamo chiesto di<br />

farci trovare la strada che conduce a Gesù.<br />

Un nuovo anno era alle porte e, così, ho voluto trasmettere ai pellegrini quanto<br />

avevo sentito tre anni fa da Padre Jozo, proprio all’inizio di quell’anno: “Abbiamo<br />

da pochi minuti incominciato a scrivere un nuovo libro. E’ un libro di 365 pagine,<br />

tutte bianche. Tu non sai quante pagine scriverai, non sai se riuscirai a scrivere<br />

tutte queste pagine. Ti può essere donato di scrivere un altro libro e poi un altro<br />

ancora. Non è questo quello che importa; non è importante quante pagine o quanti<br />

libri scriverai, ma piuttosto cosa scriverai. Sarai capace di scriv ere parole<br />

che rafforzino la tua fede? Saprai scrivere parole che portino speranza<br />

a chi non ne ha? Saprai scrivere parole che lascino una traccia<br />

d’amore ov unque tu andrai? Tu dev i sapere che solo questo basta”<br />

Come sempre a me piace dare un volto, una connotazione ai nostri pellegrinaggi.<br />

Così ho pensato di chiamare e di definire questo pellegrinaggio “Il pellegrinag-<br />

gio della speranza”. Era tanto tempo che non inquadravo un pellegrinaggio in questo modo. Subito, Padre Giuseppe, prendendomi<br />

il microfono aggiunge: “D’accordissimo con Virgilio, vorrei però che fosse, oltre che il pellegrinaggio della speranza, anche<br />

quello della gioia. La Madonna non vuole musi lunghi, ma gioiosi, nonostante tutto.” Quando la notte del 1° gennaio siamo saliti<br />

sul Podbrdo, sotto una pioggia torrenziale, per l’apparizione a Marija, la Madonna ci ha detto: “Cari figli vi ringrazio. Voi<br />

siete la mia speranza, vi benedico tutti. Voi siete la mia gioia. Continuate a convertirvi e vivete i miei messaggi<br />

con gioia.” A queste sue parole, le lacrime si confondevano con la pioggia, il viso gelido si avvampava d’amore, il cuore<br />

batteva a mille: la Regina della Pace ha benedetto il nostro pellegrinaggio ed ha suggellato il nostro proposito iniziale; ha considerato<br />

i pellegrini, e quindi anche quelli di <strong>Mir</strong> i <strong>Dobro</strong>, la sua speranza e la sua gioia! La Madonna ci ha riservato delle<br />

sorprese inaspettate. Dopo aver pregato il S. Rosario salendo sul Podbrdo, appena terminata la Salve Regina, incontriamo Silvia,<br />

la giovane amica di <strong>Mir</strong> i <strong>Dobro</strong> guarita da Maria, proprio in questo luogo, durante un’apparizione straordinaria a Ivan. Era paraplegica,<br />

l’avevano portata su con la portantina: è scesa con le proprie gambe. Silvia, con un sorriso che sgorgava come acqua cristallina<br />

da un cuore purissimo, ci ha testimoniato quanto le era accaduto ma, soprattutto, ha focalizzato il vero miracolo, dovuto<br />

non tanto e non solo alla sua guarigione fisica, bensì alla sua conversione. Anche questo è stato un segno di grande speranza che<br />

ha procurato in ciascuno di noi un’immensa gioia. Padre Giuseppe, sul Podbrdo, augurandoci Buon Anno, ci ha detto: “Per tutto<br />

quello che è stato, Grazie! Per quello che sarà, Sì”. Abbiamo rinnovato il nostro Grazie e il nostro Sì durante il passaggio<br />

dal 2009 a questo <strong>2010</strong>. Ci sentivamo, così, in stretta comunione con Chiarina che da Viggiù pregava per noi e con<br />

noi. L’Adorazione Eucaristica prima, la S. Messa poi, celebrata da Mons. Schönborn, hanno trasformato questo<br />

momento di preghiera adorante in una carica dirompente che deve, necessariamente, esplodere in gesti d’amore<br />

verso gli orfani e le vedove di <strong>Mir</strong> i <strong>Dobro</strong>. Gli abiti liturgici del Porporato viennese lo rendevano ancora più somigliante<br />

a Giovanni Paolo II°, quando era ancora in grande forma. Se con Papa Wojtyla abbiamo conosciuto la Misericordia del Padre,<br />

questo Cardinale ci ha fatto rivivere e toccare con mano quella stessa Misericordia. Quante volte Schönborn ha ripetuto “Jezu ufam<br />

tobie – Gesù confido in te”!; quante volte ha sottolineato che, confidare in Gesù, è un gesto a volte eroico! Maria<br />

ci insegna per prima ad avere fede. E’ soltanto guardando a Maria che possiamo prendere, come programma<br />

per il nuovo anno, le parole: “Jezu ufam tobie – Gesù confido in te”. La Regina della Pace, apparendo il 2 gennaio<br />

a <strong>Mir</strong>ijana, ha confermato quanto detto dal Cardinale: “Vi mostro la strada per perdonare v oi stessi e perdonare gli<br />

altri”.<br />

La Madonna ci indica la strada che conduce alla Divina<br />

Misericordia: “Fate sì che muoia in voi tutto ciò<br />

che vi impedisce di amare e salvare, di essere<br />

con Lui e in Lui”. Il nostro pellegrinaggio si è concluso<br />

ma non è terminato: è iniziato quello vero, quello<br />

di tutti i giorni, quello dei sacrifici e delle fatiche. Un tiepido<br />

pensiero mi invade l’anima come un flash: occorreva<br />

forse il sacrificio di Padre Jozo proprio in Austria, perché<br />

il Cardinale di Vienna venisse a Medjugorje? Rimane<br />

solo un pensiero sereno e pacato: la Madonna ci ha risposto<br />

ampiamente, mostrandoci la strada da percorrere.<br />

Seguiamo Lei,<br />

I pellegrini salutano la Mamma<br />

prima di ripartire<br />

5<br />

Medjugorje - Pellegrinaggi

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