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LE VASCOLITI Le vascoliti comprendono un gruppo di patologie ...

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<strong>LE</strong> <strong>VASCOLITI</strong><br />

<strong>Le</strong> <strong>vascoliti</strong> <strong>comprendono</strong> <strong>un</strong> <strong>gruppo</strong> <strong>di</strong> <strong>patologie</strong> ogn<strong>un</strong>a con peculiari<br />

caratteristiche cliniche, caratterizzate dalla presenza <strong>di</strong> infiammazione<br />

della parete dei vasi sanguigni, che conduce all’ischemia e ed alla necrosi<br />

del tessuto irrorato o alla compromissione del lume vasale (aneurisma,<br />

rottura). Si riconoscono forme primitive o i<strong>di</strong>opatiche nelle quali il<br />

coinvolgimento vascolare rappresenta la principale manifestazione clinica e<br />

forme secondarie in cui la vascolite è la conseguenza <strong>di</strong> <strong>un</strong> processo<br />

patologico concomitante. Si tratta <strong>di</strong> <strong>patologie</strong> dal <strong>di</strong>fficile inquadramento e<br />

questo spiega il motivo per cui, nonostante negli ultimi decenni siano state<br />

proposte numerose classificazioni, manchi ancor oggi <strong>un</strong>a classificazione<br />

<strong>un</strong>ivocamente accettata.<br />

<strong>Le</strong> <strong>vascoliti</strong> sono malattie infiammatorie sistemiche con <strong>un</strong> andamento<br />

acuto o cronico, spesso intermittente con fasi <strong>di</strong> remissione e<br />

riacutizzazione. Ogni tipo <strong>di</strong> vaso può essere colpito, arterioso o venoso, <strong>di</strong><br />

ogni calibro (gran<strong>di</strong>, me<strong>di</strong>, piccoli vasi) ed in ogni <strong>di</strong>stretto dell’organismo;<br />

il coinvolgimento vasale può riguardare <strong>un</strong> solo vaso, <strong>di</strong> solito <strong>di</strong> grosso<br />

calibro, o <strong>di</strong>ffusamente i piccoli vasi periferici; tutto ciò si traduce in<br />

<strong>un</strong>’ampia varietà <strong>di</strong> segni e sintomi clinici ponendo <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong>agnostiche.<br />

<strong>Le</strong> <strong>vascoliti</strong> primitive vengono così definite poiché insorgono senza<br />

correlazione rispetto a qualsiasi malattia sottostante e, nella maggior parte<br />

dei casi, la loro eziologia (cioè i possibili fattori causali come virus, batteri,<br />

agenti chimici, ormoni…) e la patogenesi (i <strong>di</strong>versi meccanismi che<br />

portano alla comparsa della malattia) sono sconosciute o note solo in parte.<br />

<strong>Le</strong> <strong>vascoliti</strong> secondarie insorgono al contrario nel contesto <strong>di</strong> <strong>un</strong>a ben<br />

definita con<strong>di</strong>zione morbosa infettiva o non- infettiva (malattie reumatiche,<br />

Lupus Eritematoso Sistemico, Sindrome <strong>di</strong> Sjogren, Sarcoidosi…).


Febbre, sudorazione, malessere, mialgie e artralgie sono frequenti in<br />

tutte le forme <strong>di</strong> vascolite. Accanto a questi sintomi che devono richiamare<br />

l’attenzione del me<strong>di</strong>co sulla possibilità <strong>di</strong> <strong>un</strong>a patologia sistemica,<br />

compaiono i sintomi caratteristici della vascolite in causa. Quin<strong>di</strong>, quale<br />

che sia il quadro clinico, <strong>un</strong>a vascolite va sospettata quando ci si trova <strong>di</strong><br />

fronte <strong>un</strong> paziente che mostri i segni sistemici <strong>di</strong> malattia infiammatoria<br />

associati a <strong>un</strong> complesso clinico che può, <strong>di</strong> caso in caso o nello stesso<br />

paziente, contenere mononeurite multipla, infiltrati polmonari fugaci,<br />

porpora palpabile, afte, ulcerazioni cutanee, compromissione renale e<br />

infiammazione cronica delle alte vie respiratorie.<br />

Una vascolite attiva è inoltre associata, oltre a marcatori sierologici<br />

specifici, a positività degli in<strong>di</strong>ci biologici <strong>di</strong> flogosi, come la proteina C<br />

reattiva (PCR) o la velocità <strong>di</strong> eritrose<strong>di</strong>mentazione (VES).<br />

Associando criteri clinici, istologici (il tipo <strong>di</strong> lesione prodotta nel<br />

tessuto bersaglio) ed imm<strong>un</strong>ologici si può inquadrare correttamente la<br />

maggior parte delle forme <strong>di</strong> vascolite, anche se rimangono tutt’oggi <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>fficile inquadramento alc<strong>un</strong>i quadri <strong>di</strong> <strong>vascoliti</strong> necrotizzanti sistemiche.<br />

Per fornire al soggetto affetto <strong>un</strong>a terapia efficace e <strong>un</strong>a giusta<br />

valutazione prognostica è in<strong>di</strong>spensabile inquadrare correttamente la<br />

sindrome. La classificazione seguita attualmente è quella della Chapel Hill<br />

Consensus Conference, proposta nel 1994.<br />

Seguendo questa classificazione, incontriamo per prime le <strong>vascoliti</strong> dei<br />

vasi <strong>di</strong> grosso calibro quali la arterite giganto-cellulare (arterite temporale o<br />

arterite <strong>di</strong> Horton) e la arterite <strong>di</strong> Takayasu.<br />

<strong>Le</strong> <strong>vascoliti</strong> dei vasi <strong>di</strong> me<strong>di</strong>o calibro <strong>comprendono</strong> la poliartrite nodosa,<br />

forse la più rara, e la malattia <strong>di</strong> Kawasaki.<br />

<strong>Le</strong> <strong>vascoliti</strong> dei vasi <strong>di</strong> piccolo calibro vengono <strong>di</strong>stinte in forme<br />

associate o meno alla presenza <strong>di</strong> autoanticorpi denominati ANCA, che<br />

sono <strong>di</strong>retti contro particolari enzimi contenuti all’interno dei globuli


inachi neutrofili. <strong>Le</strong> prime, <strong>vascoliti</strong> ANCA-associate sono la<br />

granulomatosi <strong>di</strong> Wegener, la poliangioite microscopica e la sindrome <strong>di</strong><br />

Churg-Strauss.<br />

Nelle <strong>vascoliti</strong> dei piccoli vasi non associate a positività per gli ANCA<br />

rientrano la porpora <strong>di</strong> Shonlein-Henoch, la vascolite crioglobulinemica e<br />

le <strong>vascoliti</strong> leucocitoclasiche.<br />

L’intervento terapeutico presuppone il corretto inquadramento<br />

nosografico, e la conoscenza delle <strong>di</strong>verse possibili localizzazioni <strong>di</strong><br />

malattia, per cui è necessario procedere ad <strong>un</strong>o stu<strong>di</strong>o sistematico secondo<br />

<strong>un</strong> piano clinico standar<strong>di</strong>zzato. Sono stati identificati inoltre criteri clinici<br />

<strong>di</strong> attività e <strong>di</strong> severità delle <strong>vascoliti</strong>, importanti per impostare il piano<br />

terapeutico e per seguirne nel tempo la risposta. Nella scelta terapeutica, <strong>un</strong><br />

peso non in<strong>di</strong>fferente ha la percezione della qualità <strong>di</strong> vita del soggetto<br />

affetto da vascolite, per cui allo stesso viene somministrato perio<strong>di</strong>camente<br />

<strong>un</strong> apposito questionario che consente <strong>di</strong> comprendere come questi viva la<br />

sua malattia e ne sia con<strong>di</strong>zionato.<br />

Nella fase terapeutica <strong>di</strong>stinguiamo presi<strong>di</strong> necessari per la terapia delle<br />

forme localizzate, generalizzate, con impegno renale severo o refrattarie<br />

alle terapie convenzionali<br />

Oggi le opzioni terapeutiche sono più numerose rispetto al recente<br />

passato e sono <strong>di</strong>sponibili i risultati <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> collaborativi internazionali che<br />

ci permettono <strong>di</strong> trattare con maggior efficacia i soggetti affetti da<br />

vascolite. Purtroppo ancor oggi <strong>un</strong> peso non in<strong>di</strong>fferente hanno gli effetti<br />

collaterali legati alle terapie impiegate, il che spinge i ricercatori a “non<br />

abbassare la guar<strong>di</strong>a” nel campo della ricerca me<strong>di</strong>ca.

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