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Thaumastocoris peregrinus - Regione Lazio

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Area Servizio Fitosanitario Regionale e Innovazione in Agricoltura<br />

Adulto di <strong>Thaumastocoris</strong> <strong>peregrinus</strong><br />

<strong>Thaumastocoris</strong> <strong>peregrinus</strong><br />

(Carpintero e Dellape 2006).<br />

Origine e diffusione<br />

<strong>Thaumastocoris</strong> <strong>peregrinus</strong> è un insetto, appartenente all’ordine dei Rincoti o Emitteri, che vive a<br />

spese di piante del genere Eucaliptus.<br />

Originario dell’Australia, fino ad oggi è stato segnalato in Sud Africa e in America del sud (Brasile,<br />

Argentina, Uruguay). Il primo rinvenimento nel <strong>Lazio</strong> risale al settembre del 2011 in provincia di<br />

Roma. Nessun’altra segnalazione ufficiale è stata notificata in precedenza da altri paesi europei.<br />

La presenza dell’insetto nel territorio regionale è ancora oggetto di indagine, pertanto dati sulla<br />

sua reale diffusione non sono disponibili.


Elementi di riconoscimento<br />

Le piante di eucalipto infestate da <strong>Thaumastocoris</strong> <strong>peregrinus</strong> manifestano una caratteristica<br />

alterazione di colore a carico del fogliame dovuta ai danni provocati dall’apparato pungente<br />

succhiante del fitomizo che è infatti conosciuto nei luoghi di diffusione col nome di “Bronz bug”,<br />

poichè con la sua attività trofica riesce a conferire alle foglie un colore bronzeo, fenomeno,<br />

questo, osservato soprattutto in Eucaliptus grandis.<br />

Su Eucaliptus camaldulensis, che è la specie più diffusa in Italia, le punture hanno prodotto una<br />

decolorazione argentata delle foglie.<br />

Argentatura su E. camaldulensis Bronzatura su E. grandis<br />

Sulle foglie l’insetto è presente in tutti i suoi stadi di sviluppo (uova, forme giovanili ed adulti).<br />

Le uova di colore nero sono deposte in ovature facilmente distinguibili anche a distanza. Gli adulti<br />

e le forme preimmaginali tendono a condurre una vita gregaria e le colonie sulle foglie sono<br />

anch’esse ben visibili. Con l’aiuto di una lente di ingrandimento è inoltre possibile rinvenire le<br />

esuvie delle ninfe ancorate alle foglie.<br />

Ciclo biologico<br />

Da informazioni bibliografiche risulta che T. <strong>peregrinus</strong> ha un ciclo vitale piuttosto breve (35 gg)<br />

per cui è prevedibile lo sviluppo di un numero elevato di generazioni all’anno. Le femmine<br />

depongono mediamente 60 uova. Non si dispone di informazioni relative alla forma svernante.<br />

Ovatura su foglia.<br />

Notare le decolorazioni dovute alle<br />

molteplici punture che conferiscono, nel<br />

loro insieme, l’aspetto argenteo alla foglia.


Colonia di Adulti Adulto<br />

Esuvie delle neanidi<br />

Danni<br />

La dannosità dell’insetto è dovuta al progressivo indebolimento delle alberature infestate in<br />

correlazione al grado di infestazione. Si consideri inoltre che nei siti di rinvenimento nel <strong>Lazio</strong>, la<br />

specie è stata trovata in “coabitazione” con Glycaspis brimblecombei e ciò può costituire un<br />

elemento altamente compromissiva per la vitalità dell’eucalipto, tanto è vero che in Sud Africa è<br />

stata segnalata un’elevata morìa di piante di eucalipto nell’arco di pochi anni.<br />

Infestazione iniziale su fascia frangivento in Sud Africa ( foto<br />

FABI, University of Pretoria)<br />

“Severa” infestazione su fascia frangivento in Sud Africa ( foto<br />

FABI, University of Pretoria)


Prevenzione e difesa<br />

E’ prematuro ipotizzare strategie di contrasto tese a limitare la diffusione dell’insetto. La<br />

prevenzione, ovvero l’individuazione delle vie d’ingresso in Europa per impedire ulteriori<br />

introduzioni di questo ed altri organismi alieni invasivi, è senza dubbio la soluzione più efficace.<br />

T. <strong>peregrinus</strong> è stato sicuramente introdotto con vegetali di Eucaliptus spp. provenienti<br />

direttamente da paesi in cui l’insetto è presente. Tra questi, quelli destinati alla piantagione e/o<br />

alla moltiplicazione non sono da escludere anche se la loro commercializzazione e<br />

movimentazione da Paesi Terzi in Europa è poco frequente.<br />

Una probabile causa d’entrata potrebbe essere attribuita all’importazione di elevati quantativi di<br />

legname di eucalipto, proveniente prevalentemente dal Sud America, per alimentare le centrali<br />

energetiche a “biomassa”. Tale ipotesi spiega come numerose specie aliene che parassitizzano<br />

l’eucalipto (Leptocybe invasa, Ophelimus maskelli, Phoracantha recurva) sono state recentemente<br />

introdotte in Italia.<br />

Alto è il rischio di diffusione di T. <strong>peregrinus</strong> sul territorio, si teme che l’insetto possa infestare in<br />

breve tempo tutte le alberature di eucalipto presenti nella penisola. Oltre agli spostamenti in volo,<br />

il circuito commerciale di legna da ardere a base di eucalipto, può essere una significativa causa di<br />

diffusione.<br />

T. <strong>peregrinus</strong>, inoltre, ha una spiccata tendenza invasiva nei confronti di veicoli e perfino di<br />

persone che possono transitare nei luoghi in cui esso è presente. Si può pertanto ipotizzare<br />

un’elevata incidenza della diffusione dovuta a fattori antropici.<br />

Nel quadro di un preliminare orientamento su metodi di difesa, auspicabile potrebbe essere il<br />

ricorso ad organismi antagonisti ma nei luoghi di origine del T. <strong>peregrinus</strong> non se ne conoscono<br />

ancora di specifici, salvo qualche generico predatore occasionale.<br />

Il ricorso all’impiego di insetticidi dovrà essere valutato oltre che in termini di convenienza e<br />

sostenibilità economica, anche sulla base di considerazioni di carattere ambientale e di tutela della<br />

salute pubblica. Una prova sperimentale condotta in Australia su alberature di Eucalyptus scoparia<br />

nel verde urbano di Sidney ha dato risultati apprezzabili. Le piante sono state trattate in<br />

endoterapia con Imidacloprid e su di esse lo sviluppo dell’insetto è risultato significativamente più<br />

contenuto rispetto al testimone non trattato (Ann E. Noack et al.: Efficacy of Imidacloprid in the<br />

Control of <strong>Thaumastocoris</strong> <strong>peregrinus</strong> on Eucalyptus scoparia in Sydney, Australia - Arboriculture &<br />

Urban Forestry 2009).<br />

Tale metodo dovrà essere testato anche in ambienti italiani.<br />

Si fa presente, altresì, che ad oggi prodotti fitofarmaci a base di Imidacloprid non sono registrati ed<br />

autorizzati in Italia per Eucaliptus, pertanto se ne può prevedere un uso a solo scopo sperimentale<br />

conformemente alle norme autorizzative vigenti<br />

Ad esclusione delle due foto dell’Università di Pretoria, le altre immagini sono del SFR del <strong>Lazio</strong>.

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