Marzo 2009 - Unioni Ispettoria ICP
Marzo 2009 - Unioni Ispettoria ICP
Marzo 2009 - Unioni Ispettoria ICP
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Bertolaso, l’uomo in tuta<br />
che accusa (e piace)<br />
È l’unico politico in tuta. Dalla Cambogia<br />
di Pol Pot agli argini del Tevere, mai<br />
una cravatta, sempre in tenuta da emergenza.<br />
Con giubbino e stivaloni, anche per<br />
lo tsunami svoltosi a seimila miglia di distanza:<br />
pure allora Guido Bertolaso apparve<br />
in tv, a dire non solo che non si trovava<br />
più Emilio Fede, incautamente in vacanza<br />
agli antipodi, ma si accettavano donazioni<br />
via sms. Bertolaso è tornato su tutti<br />
gli schermi, stavolta per un’emergenza<br />
sottocasa, con lo stile di sempre, preoccupato<br />
ma baldanzoso: «L’Aniene cresce però<br />
non è un problema», «stiamo monitorando<br />
le acque, solo qualche rigurgito al ponte<br />
Mammolo»; l’unico vero pericolo sono<br />
gli «imbecilli» che hanno attraccato male le<br />
loro barche. Un Masaniello d’ordine, a volte<br />
amatissimo dalle folle, talora detestato:<br />
così i terremotati di San Giuliano lo abbracciano<br />
piangendo, ma in Irpinia gli<br />
prendono a calci la macchina. Interventista.<br />
Un dannunziano tecnologico.<br />
Figlio di un ufficiale dell’Aeronautica,<br />
«il primo a collaudare l’F104. Ero ragazzino,<br />
mia madre mi portò all’aeroporto, e papà ci<br />
passò sopra con quell’uccello di ferro che<br />
urlava». Un politico – oltre che capo della<br />
Protezione civile è sottosegretario del governo<br />
Berlusconi –, però sui generis: si è<br />
fatto un nome con i disastri, ma nessuno<br />
ha mai osato definirlo, come fece Gasparri<br />
con il precedessore Franco Barberi, «sottosegretario<br />
alla Sfiga». «Sono assolutamente<br />
bipartisan – racconta al telefonino dalla<br />
riva del Tevere in piena –. Non è questione<br />
di destra e sinistra; il mio compito è servire<br />
il Paese, e in particolare i suoi cittadini<br />
13<br />
Un Exallievo di razza<br />
che soffrono e sono in pericolo. Da ragazzo<br />
sognavo di fare il medico dei negletti, degli<br />
ultimi. Il mio mito era Albert Schweitzer, il<br />
Nobel che aprì il suo ospedale in Gabon.<br />
Dopo la laurea, e il master in malattie tropicali<br />
a Liverpool, nel ’77, a 27 anni, parto<br />
per l’Africa. Dove c’è un’epidemia di colera<br />
arrivo io: Mali, Senegal, Burkina Faso, Niger,<br />
Somalia. Poi, dopo l’invasione vietnamita<br />
e la caduta di Pol Pot, mi mandano in<br />
Cambogia, ad amministrare il nuovo ospedale<br />
nella giungla. Arrivo e scopro che l’ospedale<br />
non c’è. Lo costruisco. L’Unicef mi<br />
offre il posto di direttore in Somalia. Ma<br />
arriva la chiamata dalla Farnesina: responsabile<br />
dell’assistenza sanitaria ai Paesi in<br />
via di sviluppo».<br />
È l’82, e alla Farnesina c’è Andreotti.<br />
«Uomo straordinario, di grandissima sensibilità,<br />
anche se tra i personaggi che lo<br />
circondavano qualcuno gli ha creato gravi