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A Sua Santità Benedetto XVI Palazzo Apostolico 00120 ... - InternEtica

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di missione a Taiwan (Singapore), da cui erano dovuti andar via a causa delle insuperabili<br />

difficoltà incontrate dai figli con la lingua cinese nella scuola del posto, al punto che tutti, anche<br />

i più grandi, erano costretti ad andare all’Asilo infantile, poiché non comprendendo una parola<br />

di cinese non potevano studiare. I genitori poi erano entrati in crisi per il comportamento delle<br />

ragazze in missione che erano lì, le quali si rifiutavano di andare a casa loro per i lavori<br />

domestici, perché effettivamente erano state inviate solo per l’evangelizzazione, cioè “per andare<br />

a fare la Traditio ai parroci”.<br />

Quindi in questo successivo tentativo francese, i genitori di questi figli erano disposti a tutto pur<br />

di non fallire nuovamente nella missione e si sono comportati di conseguenza, cioè senza<br />

scrupoli, sotto molti punti di vista:<br />

1) tenendo quasi in schiavitù Anna Rita e l’altra ragazza, a lavorare per loro nella loro casa per<br />

tutta la giornata, per sette mesi, comprese le domeniche, senza un giorno di riposo;<br />

2) senza sufficiente tempo per il sonno (cominciavano a lavorare, svegliando e vestendo i<br />

bambini da accompagnare a scuola, fin dalle 6.30 del mattino, sospendendo di lavorare solo alle<br />

14.00 dopo il pranzo, poi riprendendo dalle 16.00 fino alle 23.00), tutti i giorni;<br />

3) senza adeguati spazi di preghiera (non era loro concesso dal Responsabile del Sud della<br />

Francia, che era d’accordo con la coppia, di andare alla Messa o di prendersi mezz’ora per le<br />

Lodi mattutine, perché – diceva - “non si era in Monastero, ma in Missione, e bisognava<br />

lavorare”);inoltre alla richiesta delle ragazze di pregare insieme una volta al giorno, i genitori<br />

avevano risposto rifiutandosi di pregare con le ragazze, tranne che alle Lodi della Domenica<br />

mattina, perché il fatto di pregare insieme alle ragazze in missione “non era previsto nella prassi<br />

del Cammino”;<br />

4) senza concedere loro le celebrazioni della Parola, alle quali andava quasi sempre la coppia,<br />

mentre loro restavamo a guardare i bambini a casa (veniva loro concessa l’Eucarestia del<br />

Sabato sera, perché allora si muoveva tutta la famiglia);<br />

5) senza una vera comunione fraterna perché le due ragazze erano sempre viste con diffidenza<br />

dai genitori, che spesso entravano in casa “in punta di piedi” per controllarle;<br />

6) senza un minimo di sincerità e di carità cristiana, poiché hanno mentito sul loro conto con<br />

tutti, dando loro la colpa di un incidente stradale che aveva causato una loro figlia e dei relativi<br />

danni all’automobile prestata da un fratello di Parigi, impedendo ad Anna Rita con l’inganno di<br />

preparare, insieme ad altri cantori, i canti per la Veglia Pasquale, trattando l’altra ragazza con<br />

discriminazione per provocarne le gelosie, e non nascondendo neanche la loro malvagia<br />

soddisfazione quando morì all’improvviso, a Febbraio, il catechista delle ragazze, Giorgio<br />

Filippucci, che loro non sopportavano perché, per tutelare Anna Rita dagli intrighi<br />

dell’Itineranza, che lui conosceva bene per esperienza, le impose di scendere in Italia ogni due<br />

mesi, per riposarsi per qualche giorno stando con la sua comunità;<br />

7) ma soprattutto, la cosa più grave di tutte, cercando di contrastare con l’indifferenza (da parte<br />

della madre) e con la repressione violenta (da parte del padre) le ribellioni, le depressioni, le<br />

angosce, le crisi isteriche e le continue agitazioni dei loro figli, che non volevano stare in<br />

missione, ma volevano vivere a Roma.<br />

Tutto questo si è protratto per nove mesi, fino al Raduno a Porto San Giorgio del Giugno 1997,<br />

tenuto con tutti gli itineranti e con Kiko, il quale era palesemente d’accordo con loro e col<br />

Responsabile della Francia per riconfermarli in Missione, nonostante la volontà contraria dei<br />

figli. Ciò è apparso chiaramente quando Kiko ha pubblicamente chiesto ai due genitori di dare la<br />

loro esperienza della missione e, fingendo di non sapere nulla, ha loro chiesto come stavano i<br />

figli (i quali infatti non erano stati invitati alla Convivenza per testimoniare, neanche i più<br />

grandi) ed i genitori, mentendo spudoratamente, hanno detto che i figli erano contenti di stare in<br />

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