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Il principe delle paure - descrittiva

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in fondo mi pare bella la sua immaginazione in un mondo dove la fantasia si è<br />

congelata.<br />

“Te lo ripeto, se tuo figlio è così interessante ed originale allora perché me lo<br />

hai portato?<br />

Dal buco della serratura Peppe vide Virginia che si abbandonava sulla<br />

poltrona e si prendeva il volto tra le mani. “Ha paura, Rocci, sta male. Quel<br />

personaggio nel suo delirio stava bene, era allegro, ardito, persino felice... A<br />

Peppe appaiono visioni tremende, fantasmi... intere avventure e tutte<br />

paurosissime. Si sveglia tutto sudato, con la febbre, soffre... è sempre stanco...<br />

perché?<br />

“<strong>Il</strong> suo inconscio si ribella, dentro di lui qualcosa vuole uscire fuori. Gli<br />

incubi son modi di lavorare sulle immagini di cose sentite come pericolose e<br />

assenti. Prendi per esempio il padre, lui è assente, quella bambina, Cristina è<br />

assente... Ecco una descrizione della sua paura. <strong>Il</strong> guaio è che non distingue il<br />

sogno e le ombre dalla realtà.<br />

Virginia sospirò. “ Non è anche il problema di noi attori?<br />

“Cechov, gli attori...“sbuffò Rocci “Che vuoi dire?<br />

Virginia scosse la testa, “Anche noi distinguiamo male i personaggi dalla vita.<br />

È qualcosa che sto scrivendo nel mio libro su Stanislavskij. Per l’attore è più<br />

facile interpretare che spiegare le sue fantasie. <strong>Il</strong> teatro è un modo di<br />

concepire la vita, magari è colpa mia… sono stata io a trasmettergli queste<br />

cose…<br />

“Lui non gli da tutta questa importanza. Anche tra gli scout avrebbe dovuto<br />

socializzare e rassicurarsi, non rimanersene tutto solo con le sue ansie.<br />

“Beh questo anno era nuovo per lui… è passato al reparto dal branco…<br />

Rocci annuì pensoso. “Magari è un tentativo di identificarsi con te, in<br />

mancanza del padre, però il teatro non c'entra, credimi.<br />

“Magari c'entra. Vedi, il teatro è autentica vita ed insieme autentica finzione.<br />

Io ci vivo, come fosse vera ogni mia trasformazione, ogni mia fantasia. È<br />

proprio questo il bello del teatro…<br />

“E con questo?<br />

“Le sue allucinazioni, i suoi sogni, secondo me, rendono teatro ciò che c'è di<br />

tragico, di comico e patetico nella sua vita quotidiana.<br />

“Senti, Virginia, non mi venire adesso a dire che la vita è sogno e che il teatro<br />

è uno spazio dove le allucinazioni si realizzano.<br />

“Ma… “ Virginia esitò poi riprese, “ ma è così! Io la vedo proprio così!<br />

“Con tutto ciò gli attori saranno strani ma non sono tutti matti. Non lottano<br />

coi draghi sputafuoco ed elfi e non danno corpo alle ombre.<br />

“Cos'altro è fare l'attore se non dare corpo alle ombre? Forse tra personaggi,<br />

ombre e fantasmi sarebbe bene riuscire a vivere la realtà senza perdere i<br />

contatti con l'immaginario.<br />

“Ce l'ha anche troppo tuo figlio, i contatti con l'immaginario! Insomma! Le<br />

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